05.Assemblea 23.02.2014

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05.Assemblea 23.02.2014 Comunità dell’Isolotto - Firenze, domenica 23 febbraio 2014 Incontro con la cooperativa Lavoro e non solo di Corleone riflessioni di Carlo, Claudia, Gisella, Luisella, Maurizio con Franca Bonichi e Paolo Adomi, Maurizio Pascucci (a distanza) e Sofia, Monica e Paola (volontarie nei campi di lavoro) 1. Letture dal Vangelo e non solo 2. Notizie sulla Cooperativa Lavoro e non solo di Corleone 3. Riflessioni di Pietro Grasso sui rapporti tra Chiesa e Mafia 4. Sulla beatificazione di don Puglisi Appendice: scheda su Libera 1a. Letture dal Vangelo di Matteo Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio”». Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, 35 perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo. [Matteo, 13, 24-35] 1.b Lettura da una antica favola africana Nella foresta scoppiò un grande incendio e tutti gli animali cominciarono a fuggire in direzione opposte alle fiamme. Solo un colibrì, con una goccia d’acqua nel becco, volava verso il fuoco. Il leone lo vide e gli disse: “Cosa stai facendo, sei impazzito, non hai visto l’incendio?”. Ma il colibrì rispose: “Sto andando a fare la mia parte”. 1.c da Paolo Borsellino Non vi sarà chiesto se siete stati credenti ma se siete stati credibili. 1 Ci piace proporre la interpretazione di padre Alberto Maggi della parabola del granello di senape : “… in questa parabola Gesù prende le distanze dalla idea grandiosa del Regno di Dio che era stata descritta dai profeti, in particolare Ezechiele: questi immaginava un altissimo monte e sopra a questo un altissimo albero di cedro, la pianta più bella, l’albero chiamato il re degli alberi, quindi qualcosa che anche da lontano attira l’attenzione. Ebbene, Gesù prende le distanze da tutto questo e paragona il regno di Dio ad un chicco di senape, un elemento piccolo, quasi microscopico. Gesù poi afferma che la pianta che cresce dal chicco di senape si sviluppa nell’orto di casa (e non su un alto monte); è una pianta comune, di modeste dimensioni, che non attira l’attenzione degli uomini per la sua magnificenza. Ma essendo questi semi piccolissimi, il vento li trascina dovunque ed essendo una pianta infestante, che quindi attecchisce in ogni terreno, la pianta si diffonde dappertutto…” 2 2. Notizie sulla Cooperativa Lavoro e non solo di Corleone (dal sito www.lavoroenonsolo.it) La Cooperativa Lavoro e Non Solo , nata da un progetto di Arci Sicilia e partner di Libera, gestisce dal 2000 un’azienda agricola che coltiva terreni confiscati a Cosa Nostra tra Corleone, Monreale e Canicattì. L’attività agricola, condotta interamente secondo i metodi dell’agricoltura biologica, va di pari passo con l’impegno nell’inserimento lavorativo di persone con problemi di salute mentale. La storia: alla fine degli anni 80, nell’ambito di un complesso percorso di rinnovamento con cui Arci Sicilia mirava a porsi come soggetto politico di un cambiamento possibile, si faceva strada anche l’idea di dare vita a imprese sociali capaci di dare lavoro e sviluppo tenendo fede ai principi etici e di inclusione sociale ai quali l’Arci era da sempre legata. Tra le imprese sociali nate da quell’impegno c’è anche la Cooperativa Lavoro e Non Solo che viene costituita nel 1998 a Canicattì, grazie alla collaborazione tra il comitato Arci cittadino e il locale Dipartimento di Salute Mentale. Le attività prendono avvio quando nel 1999, Pippo Cipriani, sindaco di Corleone, annuncia l’intenzione di assegnare un terreno di 10 ettari confiscato a Giovanni Marino, nipote di Luciano Liggio, uno dei boss più potenti di Cosa Nostra, colpevole tra l’altro dell’omicidio del sindacalista Placido Rizzotto. In seguito al rifiuto di un’altra cooperativa, le terre vennero date in gestione alla Cooperativa Lavoro e Non Solo che decise di coltivarle a grano. Nel frattempo si instaurarono contatti col Dipartimento di Salute Mentale di Corleone che assegnò i primi casi di inserimento lavorativo, che tutt’ora rappresentano il tratto peculiare della cooperativa. Negli anni successivi la Cooperativa ebbe in gestione altri terreni a Corleone (2002), confiscati a Lo Iacono, mafioso di Partinico, e terre sottratte nel territorio di Monreale (2004) ai Grizzaffi, famiglia mafiosa corleonese. Dal 2004 si aggiungono anche le terre nel territorio di Canicattì che oggi ospitano vigneti e altre colture. Oggi la Cooperativa gestisce 58 ettari a Corleone, 72 ettari a Morreale, 19 ettari di Canicattì, un laboratorio di lavorazione dei legumi e la vecchia casa della famiglia Grizzaffi, oggi Casa Caponnetto, dove ogni estate dal 2008, alloggiano centinaia di giovani volontari del progetto LiberArci dalle Spine che scelgono di affiancare la Cooperativa nel lavoro agricolo e di prendere posizione contro la mafia. Le persone: la Cooperativa Lavoro e Non Solo è costituita da 13 soci, di cui 8 soci fondatori (Calogero Parisi, Salvatore Ferrara, Franco Ferrara, Bernardo Cancemi, Franco Ancona, Mario Maniscalco, Luigi Madonia e Francesco Caizone) e da 5 soci sovventori (Arci Sicilia, Compagnia Portuale di Livorno, Unicoop Tirreno, Arci Empolese Valdese, Maurizio Pascucci). Tra i soci fondatori, tra cui figurano commercialisti, operai agricoli specializzati e operatori sociali, rientrano anche alcuni “svantaggiati”: entrati nel gruppo di lavoro come utenti, oggi sono protagonisti della vita cooperativa a tutti gli effetti. La Cooperativa si avvale di collaboratori e dipendenti e continua ad ospitare per periodi più o meno lunghi anche persone in borsa lavoro in convenzione con i Servizi Sociali. 3 Se non sei un po’ matto non puoi lavorare qui …: La Cooperativa Lavoro e Non Solo è conosciuta a Corleone anche come la cooperativa dei pazzi , sia perché – come dicono i soci stessi – ”Se non sei un po’ matto, non puoi lavorare qui”, sia perché il tratto distintivo della sua attività è da sempre l’inserimento socio lavorativo di persone con disagio psichico . L’attenzione per il mondo della salute mentale e la volontà di spendersi in progetti di inclusione socio-lavorativa per chi soffre di un disagio psichico è sempre stata centrale nella storia di Arci, e in Sicilia le battaglie per la chiusura dei manicomi hanno avuto un valore forse ancora più profondo che altrove. Quello di Palermo fu l’ultimo ospedale psichiatrico a essere chiuso nel 1996 e in Sicilia la cura e l’istituzionalizzazione del disagio psichico costituivano un giro d’affari senza eguali nel resto del Paese. La Cooperativa Lavoro e Non Solo iniziò a coinvolgere lavoratori segnalati dai Servizi sin dall’inizio della sua attività, facendosi carico dei loro bisogni e degli oneri connessi al loro percorso a volte anche al di là del sostegno ricevuto dalle istituzioni stesse. Il successo dei progetti di inserimento portati avanti sta nelle vite stesse dei soci. Alcuni di loro sono entrati in Cooperativa come “ utent i”, ma grazie ad un continuo coinvolgimento nel gruppo e nelle attività della Cooperativa, sono riusciti a riscattarsi dal proprio stato di esclusione, hanno trovato una propria dimensione lavorativa e sociale e conducono oggi una vita autonoma , inseriti in una rete di relazioni e di impegno sociale molto ampia. A proposito dei progetti di inserimento lavorativo condotti finora, Carmelo Gagliano, dirigente medico del DSM responsabile delle attività riabilitative fino al 2009, parla di “doppio traguardo”: “ Chi affronta un percorso di inserimento in questa Cooperativa, può trovare una dimensione socio lavorativa autonoma, prerogativa da non dare per scontata nel panorama delle proposte in ambito di riabilitazione psichiatrica, ma può aspirare a ben altro. Nel tempo passato qui si impara a guardare in modo critico la realtà, si impara a scegliere , e lo si fa all’interno di un gruppo di soci e inseriti nella rete ben più ampia dei volontari dei campi di lavoro che vengono da tutta Italia. Ci si emancipa, non solo dal disagio, ma anche dalla subcultura legata alle logiche mafiose, dando impulso ad un cambiamento ”. Le coltivazioni e la scelta del biologico : nei terreni confiscati alle mafie assegnati alla Cooperativa Lavoro e Non Solo vengono coltivati grano, ceci, lenticchie, pomodori, uva, mandorle. Vi sono oliveti e vigneti. Si coltiva seguendo i principi e ai metodi dell ’agricoltura biologica . Questa scelta ha un valore ecologico e ambientale: • da un punto di vista strettamente ecologico l’agricoltura biologica non ha impatti nocivi sul terreno, lo mantiene produttivo e fertile anche a lungo termine, senza snaturarlo, garantendo la produzione di prodotti sani, naturali, che fanno bene a chi li consuma.
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