Le Misure Di Conservazione Per L'orso Bruno Marsicano

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Le Misure Di Conservazione Per L'orso Bruno Marsicano LE MISURE DI CONSERVAZIONE PER L’ORSO BRUNO MARSICANO PREVISTE DAL CALENDARIO VENATORIO REGIONALE DEL LAZIO 2014‐15 AGENZIA REGIONALE PER I PARCHI DIREZIONE REGIONALE INFRASTRUTTURE, AMBIENTE E POLITICHE ABITATIVE DIREZIONE REGIONALE AGRICOLTURA, SVILUPPO RURALE, CACCIA E PESCA LA NECESSITÀ DI MISURE SPECIFICHE PATOM: Piano d’Azione per la Tutela dell’Orso bruno Marsicano Protocollo di intesa per l'attuazione delle priorità d'azione previste nel piano d'azione per la tutela dell'orso bruno marsicano (PATOM) Protocollo per la tutela dell'orso bruno marsicano e il miglioramento della gestione venatoria – 2014‐2018 LA NECESSITÀ DI MISURE SPECIFICHE il Lazio ha una forte responsabilità verso la conservazione della specie in relazione all’esistenza sia di aree di presenza stabile e riproduzione che di importantissimi “corridoi” per lo spostamento introduzione di analoghe misure nel Calendario Venatorio della Regione Abruzzo, già a partire dalla stagione venatoria 2013‐2014 LE CRITICITÀ SPECIFICHE potenziali rischi di ferimento o uccisione involontaria di un orso, in particolare nella caccia al cinghiale in braccata LE CRITICITÀ SPECIFICHE disturbo in siti e periodi cruciali del ciclo annuale come l’iperfagia autunnale o il letargo invernale, con conseguenze di vario tipo: aumenta la possibilità di errore (cinghiale –orso) può aumentare la mobilità sul territorio può causare l’allontanamento definitivo da siti di tana e alimentazione può alterare i ritmi biologici può comportare una riduzione della natalità e un aumento della mortalità LE CRITICITÀ SPECIFICHE frequentazione aree critiche con automezzi addestramento e allenamento cani gare cinofile LA FILOSOFIA Lo stato critico della popolazione di orso bruno marsicano ed il perdurare di cause di mortalità antropica richiederebbero un “congelamento” di tutte le attività antropiche all’interno di una vasta area…. scelta realistica e socialmente praticabile per cercare una compatibilità tra caccia e conservazione della specie Aprire una prospettiva a medio e lungo termine prefigurando, a seguito dell’auspicabile graduale espansione dell’areale dell’orso la progressiva adozione stabile di forme di gestione venatoria maggiormente compatibili, su tutto il territorio interessato dalla presenza della specie L’APPROCCIO METODOLOGICO Dati di presenza accertata della specie segnalazioni di presenza della specie (n=305) raccolte tra il 2000 e il 2014 e validate dalla Rete regionale di monitoraggio dell’Orso marsicano; segnalazioni di presenza della specie (n=20) presenti all’interno del WebGis del SITAP Lazio (Sistema Informativo Territoriale delle Aree Protette del Lazio); localizzazioni (n=3.105), prevalentemente riferite agli individui dotati di radiocollare satellitare, raccolte tra il 2005 e il 2011 dall’Università “La Sapienza” di Roma in collaborazione con il PNALM. Cartografia sviluppata nell’ambito del PATOM cartografia ufficiale disponibile sul sito del Ministero dell’Ambiente, sulla quale sono riportati i limiti dell’area di presenza stabile e dell’area di presenza occasionale dell’orso bruno marsicano. L’APPROCCIO METODOLOGICO Costante riferimento al lavoro svolto nel 2012 dal “Tavolo Tecnico Ristretto per la definizione di modalità di gestione venatoria compatibili con la conservazione dell’orso bruno marsicano nella ZPE abruzzese del PNALM”, istituito dalla Regione Abruzzo per dare attuazione a quanto previsto dal PATOM Integrazione con le misure specifiche elaborate nell’ambito della designazione come Zone Speciali di Conservazione dei Siti di Importanza Comunitaria con presenza di orso bruno marsicano L’APPROCCIO METODOLOGICO logica di tipo precauzionale ed adattativo, finalizzata a ridurre la probabilità di interazione tra orso, cacciatori e cani da caccia, intervenendo sugli aspetti della gestione venatoria più impattanti Formulazione delle misure finalizzata a garantire correttezza tecnica, attuabilità pratica e possibilità di verifica del loro rispetto da parte dei soggetti deputati al controllo Ripartizione in aree prioritarie e aree irrinunciabili in relazione alla diversa prospettiva temporale LE MISURE riguardano la gestione venatoria nel suo complesso: aspetti generali, caccia al cinghiale (collettiva e singola), caccia alla piccola selvaggina, attività collaterali al prelievo valutazione specifica preliminare dell’attuabilità pratica effettuata con il supporto di esperti in materia di balistica e cinofilia venatoria considerata anche la necessità di contenere le popolazioni di cinghiale a livelli di densità compatibili con la presenza di attività agricole e utili a ridurre il rischio di competizione alimentare tra cinghiale e orso bruno marsicano durante il periodo autunnale. LE AREE SUPERFICIE COMUNI Borgorose, Pescorocchiano, Fiamignano, Petrella Salto, ONTI DEL ICOLANO Area prioritaria 26.337 ha M C Antrodoco, Borgo Velino, Castel S. Angelo, Cittaducale Area irrinunciabile 7.804 ha Borgorose, Pescorocchiano, Fiamignano SUPERFICIE COMUNI Trevi nel Lazio, Fiuggi, Guarcino, Vico nel Lazio, Collepardo, MONTI ERNICI Area prioritaria 21.274 ha Alatri, Veroli, Monte S. Giovanni Campano, Sora, Filettino Area irrinunciabile 6.608 ha Guarcino, Vico nel Lazio, Collepardo, Alatri, Veroli, Filettino, SUPERFICIE COMUNI Pescosolido, Campoli Appennino, Alvito, S. Donato Val di Area prioritaria 21.002 ha Comino, Settefrati, Picinisco, S. Biagio Saracinisco, AREA ADIACENTE AL PNALM Vallerotonda, Gallinaro, Vicalvi, Sora, Posta Fibreno, Villa Latina Pescosolido, Campoli Appennino, Alvito, S. Donato Val di Area irrinunciabile 19.973 ha Comino, Settefrati, Picinisco, S. Biagio Saracinisco, Vallerotonda, Gallinaro, Vicalvi, Sora, Posta Fibreno, Villa Latina LEMISUREPERL’INTERO TERRITORIO REGIONALE obbligo di interruzione dell’azione di caccia in braccata al cinghiale, e conseguente delocalizzazione in altra area, nei casi in cui venga accertata la presenza di individui di orso bruno marsicano all’interno dell’area soggetta ad azione di prelievo LEMISUREPERL’AREA CRITICA “MONTI DEL CICOLANO” apertura della caccia al cinghiale il 1 novembre; limite massimo di 10 cani per squadra utilizzabili per la caccia al cinghiale in braccata; i cani utilizzati nella caccia in braccata al cinghiale dovranno essere iscritti in un apposito elenco […] contenente nome della squadra, nome del cane, razza, sesso e numero di microchip. Tale elenco andrà trasmesso agli organi di vigilanza (Comando Provinciale del CFS, Polizia Provinciale e Servizio di Vigilanza del Riserva Naturale Montagne della Duchessa) prima dell’apertura della stagione di caccia; tale elenco può essere integrato nel corso della stagione venatoria; i cani utilizzati per le singole braccate andranno indicati, prima dell’inizio dell’azione di caccia, nell’apposito verbale/modulo previsto dal regolamento provinciale; LEMISUREPERL’AREA CRITICA “MONTI DEL CICOLANO” divieto di caccia al cinghiale in forma vagante esercitata al di fuori della caccia in squadre autorizzate; per la caccia alla piccola selvaggina è consentito esclusivamente l’utilizzo di munizioni spezzate con pallini di diametro non superiore a 3,9 mm (numero 0); obbligo di vaccinazione contro il cimurro, parvovirosi, epatite infettiva e leptospirosi (tutte ricomprese in un unico ciclo vaccinale) per tutti i cani da caccia che frequentano l’area; lo svolgimento delle gare cinofile è vincolato al parere favorevole da parte di ISPRA LE MISURE PER LE AREE CRITICHE “MONTI ERNICI” E “AREA ADIACENTE AL PNALM ” E SIC CON PRESENZA DI ORSO BRUNO” apertura della caccia al cinghiale il 1 novembre; nelle more dell’entrata in vigore del divieto di caccia in braccata e conseguente utilizzo esclusivo della girata e del tiro da appostamento come tecniche di caccia al cinghiale, è stabilito un limite massimo di 5 cani per squadra utilizzabili per la caccia al cinghiale in braccata; i cani utilizzati nella caccia in braccata al cinghiale dovranno essere iscritti in un apposito elenco […] contenente nome della squadra, nome del cane, razza, sesso e numero di microchip. Tale elenco andrà trasmesso agli organi di vigilanza (Comando Provinciale del CFS, Polizia Provinciale, Servizio di Vigilanza del Parco Regionale Monti Simbruini ovvero del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise) prima dell’apertura della stagione di caccia; tale elenco può essere integrato nel corso della stagione venatoria; i cani utilizzati per le singole braccate andranno indicati, prima dell’inizio dell’azione di caccia, nell’apposito verbale/modulo previsto dal regolamento provinciale; LE MISURE PER LE AREE CRITICHE “MONTI ERNICI” E “AREA ADIACENTE AL PNALM ” E SIC CON PRESENZA DI ORSO BRUNO” divieto di caccia al cinghiale in forma vagante esercitata al di fuori della caccia in squadre autorizzate; divieto di caccia alla volpe in squadra con il cane da seguita; per la caccia alla piccola selvaggina è consentito esclusivamente l’utilizzo di munizioni spezzate con pallini di diametro non superiore a 3,9 mm (numero 0); obbligo di vaccinazione contro il cimurro, parvovirosi, epatite infettiva e leptospirosi (tutte ricomprese in un unico ciclo vaccinale) per tutti i cani da caccia che frequentano l’area; divieto di addestramento e allenamento dei cani; lo svolgimento delle gare cinofile è vincolato al parere favorevole da parte di ISPRA.
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