10 MORANDOTTI COSTA Edito.Pdf

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

10 MORANDOTTI COSTA Edito.Pdf NUOVINUOVI STUDI STUDI RIVISTA DI ARTE ANTICA E MODERNA 25 2020 anno XXV 25 RIVISTARIVISTA DIDI ARTEARTE ANTICAANTICA EE MODERNAMODERNA NUOVI STUDI RIVISTA DI ARTE ANTICA E MODERNA 25 2020 anno XXV REDAZIONE ANDREA BACCHI DANIELE BENATI ANDREA DE MARCHI FRANCESCO FRANGI GIANCARLO GENTILINI ALESSANDRO MORANDOTTI SEGRETERIA DI REDAZIONE ODETTE D’ALBO COMITATO CONSULTIVO INTERNAZIONALE KEITH CHRISTIANSEN MICHEL LACLOTTE JENNIFER MONTAGU MAURO NATALE SERENA ROMANO ERICH SCHLEIER ANNE MARKHAM SCHULZ Gli articoli sono sottoposti a double-blind peer review TABULA GRATULATORIA Giorgio Baratti Silvana Bareggi Antonio Barletta Ezio Benappi Duccio Bencini e Irene Pasti Bencini Brun Fine Art Luigi Buttazzoni e Roeland Kollewijn Maurizio Canesso Carlo Cavalleri Giancarlo e Andrea Ciaroni Ferdinando Colombo Giovanni Cova Minotti Gerolamo Etro Gianni e Cristina Fava Paola Ferrari Enrico Frascione con Federico e Sasha Gandolfi Vannini Marco Galliani, Profilati spa Matteo Lampertico Deborah Lentini e Salvatore Giamblanco Silvano Lodi jr. Mario, Ruggero e Marco Longari Jacopo Lorenzelli Andrea Lullo e Andreas Pampoulides Sascha Mehringer Alfredo e Fabrizio Moretti Maurizio Nobile Gianna Nunziati Carlo Orsi Walter Padovani Andreas Pittas Giovanna Poletti Spadafora Stefano Redaelli, Il Ponte Casa d’Aste Davide Sada Alvaro Saieh Matteo Salamon Simonpietro Salini Giovanni Sarti Tiziana Sassoli Pier Francesco Savelli Mario Scaglia, Sit spa Rob e Paul Smeets Gian Enzo Sperone Paolo Stefani Carlo Virgilio e Stefano Grandesso Marco Voena © 2020 TIPOGRAFIA EDITRICE TEMI S.A.S. - Tutti i diritti riservati Direttore responsabile: Luca Bacchi Direttore editoriale: Alessandro Morandotti Registrazione nr. 912 presso il Tribunale di Trento Pubblicazione annuale. Euro 60,00 Progetto grafico: Paolo Fiumi e Gabriele Weber. Realizzazione a cura della redazione Selezioni colore e bicromia: per conto di Tipografia Editrice Temi - Trento Redazione: 20121 Milano - Via Fatebenefratelli, 5 - Tel. 335 5236681 [email protected]; [email protected] Distribuzione e abbonamenti: Libro Co. Italia, 50026 San Casciano V.P. (Firenze) Tel. 055/8228461 Fax 055/8228462 e-mail: [email protected] ISBN 978-88-99910-34-1 INDICE 5 111 ALFREDO BELLANDI CRISTINA QUATTRINI Una Madonna in trono col Bambino Una tela di Niccolò Tornioli da Amandola dei maestri caronesi Filippo Solari e Andrea alla Pinacoteca di Brera da Giona 117 13 FRANCESCA GAJA SUSANNA ZANUSO Jan Miel su rame. Modelli romani Un amico di Cristoforo Solari: Lelio Valle per una produzione poco nota e una proposta e la memoria funebre dei suoi genitori per gli esordi 25 127 LUCA ANNIBALI ALESSANDRO MORANDOTTI Una proposta per Tommaso da Lugano: le Luce su Giovan Battista Costa, sculture dei monumenti Corner pittore del Seicento lombardo in San Salvador a Venezia un poco trascurato 39 139 VIRNA RavaGLIA ELISABETTA SILVELLO Quattro nuove sculture di Prospero Clemente Da casa Grillo alla collezione Borromeo: la al Casino di Sotto di Novellara storia riscoperta dei dipinti di Luca Giordano e degli arazzi dell’Isola Bella 49 DavID LUCIDI 161 Giambologna e Torino. Tre Crocifissi bronzei PASQUALE FOCARILE dal Real Castello di Racconigi: aperture su Giulio Pignatta, ritrattista nella Firenze Adriaen de Vries, Pietro Tacca, Antonio Susini degli ultimi Medici: opere, committenti e Gasparo Mola e documenti per una ricostruzione della prima attività toscana 71 ALESSANDRO MORANDOTTI 177 Un Cristo portacroce di Nicolò Musso NICOLA CIARLO Un dialogo lungo due secoli: 75 Benedetto da Rovezzano e Girolamo Ticciati FRANCESCA CURTI ai Santi Apostoli di Firenze Su Bartolomeo Mendozzi, caravaggesco dimenticato. Per l’identificazione del Maestro 185 dell’Incredulità di san Tommaso ABSTRACTS ALESSANDRO MORANDOTTI 127 LUCE SU GIOVAN BATTISTA COSTA, PITTORE DEL SEICENTO LOMBARDO UN POCO TRASCURATO Gli interni del palazzo dell’Isola Madre, l’edificio di più antico impianto tra gli immobili storici di proprietà dei Borromeo sullo specchio del Lago Maggiore 1, sono frutto di una siste- mazione relativamente recente, promossa dall’intelligenza progettuale di Bona Borromeo, a partire dal 1978 2. Una sola persona e un unico momento storico, e non un coro di voci e cronologie dilatate così come è avvenuto per i rivolgimenti interni del palazzo dell’Isola Bella 3. L’occasione principale degli allestimenti di quell’edificio maestoso in mezzo alle acque del Verbano, sostanzialmente vuoto almeno nel corso del Novecento, è legata all’acquisizione dei beni mobili del palazzo Arese di Cesano Maderno, ricevuto per via ereditaria dai Borromeo nel 1674 e a lungo considerato un’importante residenza della famiglia fino al momento della cessione nel 1987, come nuda proprietà, al Comune di quel piccolo centro a nord di Milano. Sulla base delle fotografie storiche, si passano in rassegna gli interni montati fino a quella 173. data nelle sale di Cesano Maderno 4, testimonianza in gran parte delle scelte di un mecenate di primo piano nella Milano del Seicento, Bartolomeo III Arese (1610-1674), con rimandi molto precisi, specie se si considerano i quadri mobili, agli affreschi che punteggiano il palazzo: un’in- credibile antologia, nel suo complesso, della scuola lombarda del Barocco maturo, all’altezza di date che vanno circoscritte tra il 1660 e il 1674 5. Il contesto originario è ormai perduto. Motivo di rammarico, certo, anche se di fronte a casi di dismissioni di beni mobili ancorati agli spazi di antica provenienza per ragioni di mercato, in Lombardia numerosi anche in anni recenti 6, il caso di Cesano restituisce un parziale lieto fine: le opere sono tutte ancora conservate all’Isola Madre e ricollocate, con grande equilibrio, 174. in spazi che, almeno parzialmente, rispettano la logica della sequenza iconografica originaria. Da alcuni anni, ho cominciato ad affrontarne lo studio insieme ai miei studenti, anche in vista di una prima inventariazione dei beni del palazzo sull’isola. I risultati, confluiti in tesi 7 e in lavori di tirocinio 8, non hanno trovato una forma compiuta, né un approdo editoriale, ma credo che sia giunto il momento di smuovere le acque e di cominciare a rendere noti i risultati più singolari della ricerca, favorita dall’Amministrazione Borromeo e dalle campagne fotografiche dell’Associazione Vivere il Palazzo e il Giardino Arese Borromeo di Cesano Maderno 9, ai cui membri si devono studi e pubblicazioni su alcuni temi dell’antica quadreria Arese già a Cesano e ora all’Isola Madre 10. Più che ricostruire l’assetto dell’antica Galleria del palazzo di Cesano, da cui provengono 173. le opere oggi sul Lago Maggiore su cui mi esercito particolarmente in questo articolo, o di analoghi ambienti progettati da Arese e dai suoi professionisti, vorrei provare a fare riemergere le qualità specifiche di un artista lombardo un poco dimenticato, le cui qualità per nulla di- sprezzabili devono venire alla luce in un necessario ritratto a tutto tondo fissato sulle tracce del 128 ALESSANDRO MORANDOTTI suo stile, profilo che ne faccia risaltare il ruolo tra la compagine di artisti attivi per Bartolomeo Arese ma anche nel contesto della storia della pittura a Milano nel terzo quarto del Seicento. Si deve a Francesco Frangi la prima mappatura ragionata dei pittori attivi a fresco nelle sale di Palazzo Arese, poi Borromeo Arese a Cesano Maderno. Riemergevano così, in un coro di voci che vale quasi come una guida alla conoscenza della pittura a Milano poco dopo la metà del Seicento, le opere di Ercole Procaccini il giovane e dei fratelli Danedi (i Montalto), di Fe- derico Bianchi, di Giuseppe Nuvolone e di Antonio Busca 11, mentre era quella l’occasione per rievocare a volo d’uccello altri vicende di committenza che hanno visto protagonista l’Arese 12, uno dei militanti difensori delle nuove leve dell’arte lombarda, in pittura come in scultura 13. L’antologia dei nuovi talenti promosso da Bartolomeo Arese si arricchisce di fronte alle informazioni della serie di opere mobili che punteggiavano un tempo la Galleria di Cesano Ma- derno e che sono ora all’Isola Madre, come la prima ricognizione favorita da una documentata guida storico-artistica a stampa di Mauro Natale ci ha permesso di constatare 14. Le informa- zioni di un inventario settecentesco dei beni mobili di casa Arese a Cesano 15, di cui esiste un puntuale riscontro in alcune striscioline di carta incollate lungo i bordi delle tele, utili a trovare corrispondenza tra i dati documentari e le singole opere oggi esposte, guidano i riconoscimenti. Tra le opere dei fratelli Danedi, Giuseppe Nuvolone, Ercole Procaccini il giovane, i fratelli Ago- stino e Giacinto Santagostino, in qualche caso già note agli studi 16, sfilano alcune tele assegnate anticamente - e a ragione come vedremo - a Giovan Battista Costa 17, “robusto pittore milanese […] che qui rivela le sue migliori qualità di pittore di storia e ritrattista”, come è stato scritto con efficace sintesi 18. È da quei dipinti un poco trascurati che è iniziata la mia ricognizione XIX, 175-177. sul pittore. Si tratta di tre tele con scene di storia greca e romana 19, utili a ripercorrere episodi narrati dalle fonti classiche in cui le passioni politiche, le virtù e le doti di esercizio del pubbli- co potere professate da grandi uomini del passato potevano guidare anche solo idealmente il percorso pubblico del committente, ago della bilancia nei rapporti tra Milano e Madrid intorno alla metà del Seicento 20. In un vero e proprio trittico ad ‘ante mobili’ Costa monta tre scene legate compositivamen- te da rimandi interni: due più animate e corali, e invece
Recommended publications
  • FRANCESCO BASSANO Ii
    FRANCESCO BASSANO ii (Bassano del Grappa 1549 - Venice 1592) Autumn, with Moses Receiving the Ten Commandments oil on canvas 78 x 103 cm (30¾ x 40½ in) Provenance: Sale, Pescheteau-Badin, Gadeau et Leroy, Paris 29 April 1998, lot 77. Exhibited: To be included in the forthcoming exhibition Arte e Vino, Palazzo della Gran Guardia, Verona. HE RICH ABUNDANCE OF THE HARVEST IS charmingly illustrated in Autumn, with Moses Receiving the Ten Commandments. Set within a lush, mountainous landscape the present work shows rural land workers processing the fruits of their labours, as the sky darkens into the evening. In the Tforeground, along a river bank, the early stages of the wine picking and pressing process are depicted. On the right, a couple pick grapes from a vine that are then placed in woven baskets. Alongside the pair an older woman, accompanied by a loyal spaniel, leans down to lift a pair of baskets. Standing inside a barrel, a young barefoot boy squelches the freshly picked grapes with his feet, his tunic held up above his ankles. On the left, two oxen are tethered and tended by a young boy wearing a feather plumed hat, a wooden stick slung over his shoulder. The oxen are evidently hauling the large wooden barrel that sits atop a wooden cart - presumably for transporting the freshly pressed grape juice for winemaking. Alongside the animals, a young girl kneels and drinks some of the russet coloured liquid from the grapes with a beaker. Beside her, more freshly picked grapes are decanted into a barrel by a bearded man.
    [Show full text]
  • La Luce Di Venezia Riflessa Sul Garda
    DOSSIER IL MARTES DI CALVAGESE La luce di Venezia riflessa sul Garda a grande intuizione dell’imprenditore Luciano di Antonio Rapaggi Sorlini (1925-2015), fondatore del MarteS di Cal- fotografie: Archivio MarteS vagese insieme ai figli Cinzia, Silvia e Stefano, è stata quella di esaltare il rapporto tra Venezia e la Terraferma bresciana. LVisitare la splendida collezione nel palazzo di Carzago (ne ha scritto il suo curatore, Stefano Lusardi, sul numero 131 di AB) significa rivivere il legame tra la storia gardesana e la civiltà lagunare dentro la luce vibrante della pittura sei-set- tecentesca, che della Serenissima ha fatto l’ultimo orizzonte per l’arte italiana. La stessa villa, sede del museo da poco inaugurato, dimostra come l’architettura solida e austera, così tipica di un’antica nobiltà locale, possa dialogare con la raffinatezza che i palazzi del Canal Grande custodiscono da secoli. Ecco dunque la sorpresa, il senso di un percorso che si snoda come una collana di perle. 74 75 DOSSIER Nel MarteS, i protagonisti vestono gli abiti della mi- Balestra, Alessandro Varotari tologia, le scene si fanno spettacolari. Già sullo scalone – e Pietro Liberi. con le monumentali portelle d’organo dipinte da Carlet- Una sorta di cesura segna to Caliari – e poi nella Galleria impreziosita con lampa- gli acquisti più recenti, quan- dari e mobili d’epoca, intuiamo il carattere del percorso do la passione del collezioni- espositivo. È il trionfo della venezianità, che dal colori- sta virò verso un approccio smo di Paolo Veronese giunge fino ai Tiepolo, passan- compiutamente museale. La do per Giovanni Battista Crosato e Gaspare Diziani.
    [Show full text]
  • Victory of Samson XVII Century
    anticSwiss 29/09/2021 09:41:35 http://www.anticswiss.com Victory of Samson XVII century FOR SALE ANTIQUE DEALER Period: 17° secolo -1600 Villa Stampanoni Antiques Style: Gaiba Alta epoca Height:200cm 393386233246 Width:152cm Material:Olio su tela Price:29.000€ DETAILED DESCRIPTION: Extraordinary work depicting Samson victorious over the Philistines drinking from a donkey's jaw datable to the mid-17th century, oil on canvas. The unprecedented and vast canvas framed by a frame carved with gold leaf, shows in all its splendor some typical characteristics of the Bergamo painters, in particular that of Giovanni Stefano Danedi known as il Montalto (Treviglio 1612 - Milan 1690). Declaration of authenticity drawn up by Dr. Vittorio Preda - Expert Old Master Paintings Paris. Restoration carried out by Dr. Daniela Galoppi - Fine Arts of Sienne and Arezzo Oil on canvas, Height 200 cm x Width 152 cm (78.74 inc x 59.84 inc) GIOVANNI STEFANO DANEDI: Born in Treviglio in 1612, Giovanni Stefano Danedi is the most important exponent of a family of artists which includes, among others, his brother Giuseppe - three years older and also known by the nickname of Montalto - with whom he executed several works. Giovanni Stefano would have been in Milan, in the thirties of the seventeenth century, a pupil of Morazzone. And in fact, after the discovery of the Lamentation over Christ, today in the Castelvecchio Museum in Verona, it is clear how his artistic beginnings are linked precisely to the influence of Morazzone and the youthful style of Francesco Cairo, evident in two canvases such as Herodias with the head of the Baptist (Milan, Civic Collections of Art of the Castello Sforzesco) and the Miracle of the mule (1645) in the basilica of Treviglio.
    [Show full text]
  • Palazzo Querini Stampalia Portego
    Palazzo Querini Stampalia Museum Portego entrance Giovanni Mythology Bellini room room The earliest documents concerning the construction of the palace are from 1513-14 and point to Nicolò Querini as commissioner of the works. Grandson Francesco continued the works of enlargement and restoration in various stages throughout the first half of the century. From this period archival documents note nothing of importance until the acquisitions of the following century: in 1614 the building which is now the east wing of the palace and in 1653 part of the house between the canal and the church in Campo Santa Maria Formosa. The last radical transformation of Ca’ Querini was between 1789 and 1797 for the occasion of the marriage in 1790 between Alvise, son of Zuanne, and Maria Teresa Lippomano. In addition to the elevation of the third floor, completed after 1795, there was a large scale restructuring of the interiors with the reduction of the length of the portego and the evolution of the decorative scheme on which worked Jacopo Guarana, Davide Rossi, ornamentalist Giuseppe Bernardino Bison, gilder Domenico Sartori and brothers and stucco workers Giuseppe and Pietro Castelli. The museum is presented in such a way as to recall a patrician residence of the eighteenth century with the display of all of the collections of the family: furnishings, porcelain, sculpture, fabrics, chandeliers, globes, as well as paintings, in order to bring to life the spaces once truly inhabited by the Querini. A rich theatre where every detail plays an important role, from the fabrics in some rooms woven according to original patterns, to the curtains and the pelmets which adorn the windows to the original chandeliers.
    [Show full text]
  • Un Ritratto Di Collezionista in Veste Di Perseo Di Bernardo Strozzi*
    Linda Borean Un ritratto di collezionista in veste di Perseo di Bernardo Strozzi* «The Burlington Magazine», CXLII, n. 1168, 2000, pp. 429-433 Nel 1937 i fratelli Jean Hugues Maurice e Jeanne Magnin legarono allo stato francese, che la trasformò in un museo nazionale l’anno successivo, la loro collezione d’arte, costruita, quadro dopo quadro, attraverso cinquant’anni di acquisizioni all’Hotel Drouot di Parigi. Questo è quanto sappiamo sulla provenienza della maggior parte dei dipinti che oggi formano il Musée Magnin di Digione, sede di una delle più originali collezioni di pittura italiana del Seicento visibile in Francia, espressione di scelte raffinate e talvolta in controtendenza rispetto a quanto, agli inizi del nostro secolo, poteva attirare l’attenzione dei collezionisti. A quell’epoca un “uomo di gusto” non avrebbe osato dichiarare la sua ammirazione per una tela del Seicento francese o italiano1, e Paul Jamot, amico dei fratelli Magnin, nella prefazione al catalogo della collezione redatto dal proprietario nel 1938 - mai pubblicato -, non spende una parola sui quadri di scuola lombarda, napoletana, romana e veneziana dell’età barocca, a testimoniare il mancato apprezzamento della pittura del XVII secolo nella Francia del primo Novecento2. Tra i dipinti italiani del Seicento entrati a far parte della collezione Magnin - ad una data e a attraverso un’asta non meglio precisabili3-, compare un quadro di Bernardo Strozzi raffigurante, così recita la didascalia del catalogo del museo curato da Brejon de Lavergnée nel 1980 “Portrait de (?) Giulio Strozzi en Persèe”(fig. 1)4. Il ritrovamento di nuovi documenti consente oggi di rintracciare l’antica provenienza e di risolvere gli interrogativi sollevati dall’iconografia di questo intrigante quadro, che sotto il profilo tipologico sembra collocarsi a metà strada tra il dipinto di soggetto profano e il ritratto.
    [Show full text]
  • Alessandro Magnasco and the Painterly Picaresque Charles Preston Mclane
    Florida State University Libraries Electronic Theses, Treatises and Dissertations The Graduate School 2006 Alessandro Magnasco and the Painterly Picaresque Charles Preston McLane Follow this and additional works at the FSU Digital Library. For more information, please contact [email protected] THE FLORIDA STATE UNIVERSITY COLLEGE OF VISUAL ARTS, THEATRE AND DANCE ALESSANDRO MAGNASCO AND THE PAINTERLY PICARESQUE By CHARLES PRESTON MCLANE A Dissertation submitted to the Department of Art History in partial fulfillment of the requirements for the degree of Doctor of Philosophy Degree Awarded: Fall Semester, 2006 The members of the Committee approve the dissertation of Charles Preston McLane, defended on October 18, 2006. ____________________________ Robert Neuman Professor Directing Dissertation ____________________________ David F. Johnson Outside Committee Member ____________________________ Karen A. Bearor Committee Member ____________________________ Jack Freiberg Committee Member Approved: ______________________________________________________________ Richard K. Emmerson, Chair, Department of Art History ______________________________________________________________ Sally E. McRorie, Dean, College of Visual Arts, Theatre and Dance The Office of Graduate Studies has verified and approved the above named committee members. ii ACKNOWLEDGEMENTS I wish to extend my sincerest thanks to all of the faculty and staff of the Department of Art History at Florida State University. The generous welcome I enjoyed upon my arrival has never abated, and I am supremely grateful for the opportunity I have had to study in the company of so many brilliant and talented people. For the crucial financial support that I have received from both the Department and the University, I am deeply grateful. I am especially indebted to Robert Neuman, the chair of my dissertation committee, without whose guidance and support this dissertation would not have been written.
    [Show full text]
  • The Historical Review/La Revue Historique
    The Historical Review/La Revue Historique Vol. 13, 2016 Secular painting in the Ionian islands and Italian art: Aspects of a multi-faceted relationship Kouria Aphrodite http://dx.doi.org/10.12681/hr.11555 Copyright © 2017 Aphrodite Kouria To cite this article: Kouria, A. (2017). Secular painting in the Ionian islands and Italian art: Aspects of a multi-faceted relationship. The Historical Review/La Revue Historique, 13, 29-49. doi:http://dx.doi.org/10.12681/hr.11555 http://epublishing.ekt.gr | e-Publisher: EKT | Downloaded at 09/03/2019 16:39:13 | SECULAR PAINTING IN THE IONIAN ISLANDS AND ITALIAN ART: Aspects OF A MultiFaceted Relationship (18th – 19th Centuries) Aphrodite Kouria ABSTRACT: The contribution of Italian art, especially Venetian, was decisive to the secularisation of art in the Ionian Islands and the shaping of the so-called Ionian School, in the context of a broader Western influence affecting all aspects of life and culture, especially on the islands of Zakynthos and Corfu. Italian influences, mainly of Renaissance, Mannerism and Baroque art, can be identified both on the iconographic and the stylistic level of artworks, with theoretical support. This article explores facets of the dialogue of secular painting in the Ionian with Italian art in the eighteenth and nineteenth centuries, focussing on works and artists that highlight significant aspects of this multilayered phenomenon and also through secondary channels that expand the horizon of analysis. Procession paintings, with their various connotations, and portraiture, which flourished in secular Ionian art, offer the most interesting material as regards the selection, reception and management of Italian models and points of reference.
    [Show full text]
  • Elenco Opere A
    Francesco Cairo Fra Semplice da Verona Elenco Incipit Pietro Ricchi Santa Caterina da Siena stimmatizzata, 1665 ca. Angelo che sorregge Cristo morto, 1634 L'estasi di Santa Teresa, XVII sec. olio su tela olio su tela opere Leandro Bassano olio su tela cm 54,5x45 cm 198x113,5 La moltiplicazione dei pani e la mistica cm 301x152 Milano, Pinacoteca di Brera Vicenza, Musei Civici-Pinacoteca propagazione della regola di Udine, Musei Civici e Gallerie di Storia e Arte san Benedetto agli ordini monastici e Johann Liss cavallereschi benedettini Carlo Maratta Angeli Visione di San Gerolamo, post 1627 olio su tela San Filippo Neri e Sant'Ignazio, 1625 ca. olio su tela cm 105x150 olio su tela Gaspare Diziani cm 70x56 Napoli, Musei e Gallerie di Capodimonte cm 220x148 La comunione della Beata Giuliana Falconieri, metà Vicenza, Musei Civici-Pinacoteca (in deposito presso la Camera dei Deputati di Città del Vaticano, Musei Vaticani XVIII sec. Roma) olio su tela Pierre Legros cm 47x23,3 Madre dei Poveri Gian Lorenzo Bernini San Francesco Saverio, ca 1701 Pordenone, Museo Civico Sant’Ambrogio, ca 1658 terracotta Giovan Battista Piazzetta Terracotta cm 59 x 27 x 16,5 Giovanni Battista Gaulli detto il Baciccia San Gaetano Thiene, 1745 cm 15,4 x 17 x 14,6 San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage Angeli musicanti, post 1672 olio su tela San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage olio su tela cm 109,5x94,5 cm 49x48 Rovigo, Pinacoteca dell'Accademia dei Concordi Gian Lorenzo Bernini (?) Modelli Città del Vaticano, Musei Vaticani Sant’Agostino, ca 1658 Pietro Damini Terracotta Leandro Bassano Guido Reni I Santi Sebastiano e Rocco, 1623 cm 51 x 29 x 15 La Vergine con i santi Francesco e Chiara, 1600 ca.
    [Show full text]
  • Palazzo Besozzi Casati Di Cologno. Iconologia Di Una Grande Dimora
    Storia locale - Studi storici Andrea Spiriti Palazzo Besozzi Casati di Cologno Iconologia di una grande dimora barocca Biblioteca Civica Prefazione Questo scritto è stato elaborato una decina d'anni fa, e mai edito per ragioni indipendenti dalla volontà dell'autore. Nel presentarlo ora si è esclusa una incongrua riscrittura come una forzata integrazione, pur consapevoli delle rilevanti novità che la storiografia (nella quale sia permesso ricordare i contributi dello scrivente) ha introdotto nell'ultimo decennio sulla consorteria Arese della quale i Besozzi facevano parte. Tranne quindi la correzione di piccoli refusi e la precisazione di contributi indicati come in corso di pubblicazione e nel frattempo editi, si presenta il testo di allora. Per la bibliografia più recente basti il rimando ad A. Spiriti, Luigi Alessandro Omodei e la sua famiglia: una collezione cardinalizia fra Roma e Milano, in Lo spazio del collezionismo nello Stato di Milano (secoli XVII-XVIII), a cura di A. Spiriti, Roma 2013, pp. 205-246 e Omodei Luigi Alessandro, in Dizionario Biografico degli Italiani, 79, Roma 2013, pp. 310-312. Per Cologno vedi ora: E. Ferrario Mezzadri, Cologno Monzese. Alla ricerca del territorio perduto, Cologno Monzese 2015. Strategie di committenza: i Besozzi nel secondo Seicento Il ciclo decorativo che orna il pianterreno e il piano nobile di palazzo Besozzi Casati a Cologno Monzese[1] è frutto di quattro momenti distinti: la fase tardomanieristica 1590/1600 che comprende il camino a pianterreno e il fregio del piccolo ambiente di primo piano, con un ciclo mitologico; la grande decorazione datata 1673 e che è costituita dagli affreschi di quattro ambienti al pianterreno e quattro ambienti al primo piano; le aggiunte settecentesche qualificate dallo scalone monumentale e dai sobri decori nell’attuale zona dell’ufficio del sindaco; il riassetto otto-novecentesco dovuto alla nuova proprietà Casati e al successivo uso pubblico.
    [Show full text]
  • Curriculum Di Giulio Manieri Elia 0.Pdf
    F ORMATO EUROPEO PER IL CURRICULUM VITAE Il sottoscritto Giulio Manieri Elia, ai sensi degli artt. 46 e 47 del DPR 445/2000, consapevole delle sanzioni penali previste dall’art. 76 del DPR 445/2000 e successive modificazioni ed integrazioni, per le ipotesi di falsità in atti e dichiarazioni mendaci, dichiara sotto la propria responsabilità: INFORMAZIONI PERSONALI Nome MANIERI ELIA, Giulio Indirizzo 4496, Cannaregio, 30121, Venezia, Italia Telefono 0415201665 Fax E-mail [email protected] Nazionalità Italiana Data di nascita 10.11.1960 OCCUPAZIONE Direttore del Segretariato regionale del Ministero dei beni e attività o ATTUALE culturali e del turismo per il Veneto dal 1 marzo 2019 (in corso) • Nome e indirizzo del MIBAC datore di lavoro • Tipo di azienda o settore Pubblica amministrazione • Tipo di impiego – Nomina a Dirigente Storico dell’Arte Qualifica rivestita • Date (da – a) Marzo 2000 – dicembre 2018 • Nome e indirizzo del Nei ruoli del MIBAC presso le Gallerie dell’Accademia di Venezia (già datore di lavoro Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico e Demoetnoantropologico di Venezia, poi Soprintendenza Speciale per il Polo Museo della Città di Venezia e Comuni della Gronda lagunare) • Tipo di azienda o settore Pubblica amministrazione • Tipo di impiego – Funzionario Storico dell’Arte Qualifica rivestita • Date (da – a) Novembre 2015 – novembre 2018 Pagina 1 - Curriculum vitae di MANIERI ELIA, Giulio • Nome e indirizzo del Gallerie dell’Accademia di Venezia datore di lavoro • Tipo di azienda o settore Pubblica
    [Show full text]
  • CITTA' DI BASSANO DEL GRAPPA Museo-Biblioteca-Archivio
    CITTA’ DI BASSANO DEL GRAPPA Assessorato Cultura, Attività Museali, Spettacolo e Turismo, Operaestate Festival Veneto Museo-Biblioteca-Archivio COMUNICATO STAMPA PROROGATA fino al 13 aprile 2009 Il piacere del collezionista. Disegni e dipinti della collezione Riva del Museo di Bassano del Grappa La grande mostra Il piacere del collezionista. Disegni e dipinti della collezione Riva del Museo di Bassano del Grappa resterà aperta fino al 13 aprile per poter permettere ad un numero sempre maggiore di visitatori d’ammirare la selezione di oltre 150 opere tra le più importanti della raccolta grafica del Museo Civico. Lungo un percorso espositivo articolato in sezioni tematiche e didattiche sono presentati capolavori del disegno e della pittura donati al Museo di Bassano del Grappa dal conte Giuseppe Riva, seguendo un itinerario tra i più importanti artisti dell’arte italiana dal Trecento agli inizi dell’Ottocento: Luca Cambiaso , Bernardino Campi , Palma il Giovane , Domenico Fetti, Bernardo Strozzi , Andrea Brustolon, Jacopo Guarana e Giuseppe Bernardino Bison . Tra questi si segnalano gli 13 splendidi disegni di Giambattista Tiepolo alcuni mai esposti dal 1956, altri addirittura inediti. Tra le tele di maggior pregio si segnalano l’ Episodio del martirio di santa Apollonia attribuito ad Antonio Vivarini e Giovanni d’Alemagna , il Cristo deposto di Leandro dal Ponte, la Madonna con Gesù Bambino, San Giovannino e Santa Caterina di Bonifacio de’ Pitati , il Noli me tangere di Pietro Damini , Lo sposalizio mistico di Santa Caterina di Barbara Longhi, il Ritratto di un cavaliere di Malta, attribuito da Riva a Van Dyck ma assegnato dalla critica novecentesca a Francesco dal Ponte il Giovane , la Madonna con Bambino e santi di Francesco Maffei, il Martirio di San Sebastiano di Nicolas Regnier , il Ritrovo di picaros e soldati e La sepoltura di un frate trappista di Alessandro Magnasco ed opere fondamentali della pittura di paesaggio e di genere del Settecento con tele di Marco Ricci, Pietro Longhi e Francesco Guardi.
    [Show full text]
  • The History of Painting in Italy, Vol. IV
    The History Of Painting In Italy, Vol. IV By Luigi Antonio Lanzi HISTORY OF PAINTING IN UPPER ITALY. BOOK II. THE SCHOOLS OF LOMBARDY. After a consideration of the principles and progress of painting in Lombardy, I came to the conclusion that its history ought to be treated and arranged in a manner altogether different from the rest of the schools. Indeed those of Florence, of Rome, of Venice, and of Bologna, may be almost considered in the light of so many dramas, in which there occurs an interchange of acts and scenes, for such are the epochs of each school; and there is also a change of actors, for such are the masters of each new period; but the unity of place, which is no other than the capital city, is invariably preserved; while the principal actors, and as it were protagonists of the story, always continue in action, at least in the way of example. Every capital, it is true, is in possession of its own state, and in that ought to be comprehended the various other cities, and the revolutions in each; but these are in general so nearly connected with those of the metropolis as to be easily reducible to the same leading law, either because the state artists have acquired the art in the principal city, or because they have taught it there, as may easily be gathered from the history of the Venetian School; while the few who wander out of the usual routine, cannot be said to infringe greatly upon the unity of the school and the succession of its histories.
    [Show full text]