Mercoledì Dimaggio
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UN MERCOLEDÌ Nahid DIMAGGIO A GIRL WALKS HOME ALONE AT NIGHT Testi a cura di Felicetta Ferraro Esperta di storia, società e cultura dell’Iran Presidente dell’Associazione Ponte33 e molto poco veritiero Argo di Ben Affleck), incuriosiva sia chi era IL CINEMA IRANIANO fermamente convinto dell’oscurantismo degli ayatollah, sia chi cercava TRA PASSATO E PRESENTE di capire l’evoluzione interna di un Paese che pur essendo governato da una dirigenza islamica presentava tratti di indubbia modernità, soprattutto Nonostante il continuo richiamo all’influenza del neorealismo italiano sul nel campo della produzione artistica a partire proprio dal cinema. Il cinema iraniano degli anni Sessanta e Settanta, in Italia la cinematografia successo internazionale di Persepolis, il film di Marjane Satrapi e Vincent iraniana è rimasta sconosciuta al grande pubblico fino a tempi molto Peronnaud, seguito da quello de I Gatti Persiani di Bahman Ghobadi – recenti. Un delizioso ed ironico cortometraggio di Nanni Moretti girato film che narra le peripezie di una rock band underground con un finale nel 1996 descrive perfettamente l’ansia di un temerario esercente che a tragico particolarmente adatto a suscitare commozione e indignazione Roma decide di proiettare nel proprio cinema un film iraniano, per di più – ed infine l’exploit di Una separazione, capolavoro di Asghar Farhadi che in lingua originale con sottotitoli. Il film in questione è Close Up di Abbas guadagna una messe di premi, tra cui l’Oscar 2012 quale migliore film Kiarostami, regista celebrato quale icona del cinema iraniano di qualità, straniero, spalancano finalmente anche in Italia al cinema iraniano il cuore che l’anno successivo sarà premiato a Cannes con la Palma d’Oro per del pubblico e le porte delle grandi sale cinematografiche. il bellissimo Il sapore della ciliegia. Alla prima di Close Up, che Moretti Festival importanti, come Asiatica Film Mediale a Roma, Religion Today effettivamente ospitò presso il cinema Nuovo Sacher, assistettero solo a Trento, Middle East Now a Firenze dedicano ai film iraniani spazi 12 spettatori, diventati 57 alla fine delle quattro proiezioni previste. Nel sempre più ampi, riconoscendo il valore di una cinematografia vivace 2000, l’assegnazione a Venezia del Leone d’Oro al film Il Cerchio di Jafar che affianca a prodotti per così dire di “largo consumo” pellicole di alta Panahi suscitò l’interesse della nostra stampa, ma i film iraniani rimasero qualità tecnica ed espressiva, i cui contenuti rispecchiano con puntuale ancora per parecchio tempo confinati ai cinema d’essai per un pubblico evidenza l’evoluzione della società iraniana. Una società, è bene ricordare, di raffinati amatori o, talvolta, di persone interessate a capire cosa lontana dagli stereotipi correnti in Occidente che oscillano tra l’immagine stesse succedendo in quel lontano paese. L’Iran rivoluzionario, messo di un paese dominato da religiosi barbuti e donne avvolte in chador al bando dalla comunità internazionale nel 1980, in seguito all’assalto neri e quello di masse in cerca di facile divertimento, festini a base di dell’ambasciata americana e al sequestro del suo personale diplomatico alcol e droghe, visti per scappare all’estero. Al contrario, osservandola da (episodio celebrato da diversi film di produzione USA fino al celeberrimo vicino, o anche solo attraverso lo sguardo rivelatore del cinema, la realtà 3 iraniana appare caratterizzata da un notevole dinamismo, presente in nascenti profitti del petrolio, il cinema in Iran è stato da subito identificato tutti gli strati della società. I giovani, tra i quali le donne costituiscono la con il modernismo di stampo occidentale ritenuto una minaccia per maggioranza, sono istruiti, inseriti nel flusso dell’informazione globale, i valori tradizionali e la morale religiosa islamica. Inevitabile, quindi, la curiosi di quanto accade altrove, connessi al mondo attraverso i mezzi reazione negativa dei ceti più tradizionali e degli ambienti religiosi che di comunicazione di massa che utilizzano aggirando le tante limitazioni hanno cercato di ostacolarne la diffusione. Una situazione di conflitto messe in atto da un potere politico che cerca di controllarne la forza e ancora oggi non risolta che non ha comunque impedito alle autorità la voglia di cambiamento. Soprattutto, sono consapevoli delle conquiste politiche passate e attuali di cercare di sfruttarne il potenziale per i loro fini. ottenute attraverso la rottura drammatica con il passato e i sacrifici Dopo un primo periodo di produzione di pellicole minori, realizzate richiesti dalla guerra, ma nello stesso tempo fermamente intenzionati a per lo più in India a causa della mancanza di strutture adatte in Iran, guadagnare gli spazi di libertà sociale e di azione politica propri di una l’occupazione alleata nel 1941 determinò una svolta importante nello società progressista. Le contraddizioni sono esposte alla luce del sole e sviluppo di una cinematografia nazionale, a carattere prevalentemente affrontate nel quadro di una contrapposizione politica, sociale, culturale e propagandistico. Alla fine della seconda guerra mondiale, con l’inizio soprattutto generazionale che ha conosciuto momenti di duro confronto del regno di Reza Mohammad Pahlavi, il sovrano destituito nel 1979, si e che lascia oggi sperare in un cambiamento progressivo e duraturo. afferma la produzione di un genere cinematografico locale, di natura A questa consapevolezza il cinema ha dato un contributo decisivo, essenzialmente commerciale, conosciuto come film farsi (film persiano), riflettendo puntualmente tutte le trasformazioni sociali che il paese ha i cui elementi apparivano sempre gli stessi: storie d’amore costellate di attraversato. Spesso le ha addirittura anticipate, cogliendo bisogni talvolta tradimenti, inganni e ostacoli di varia natura, il tutto condito da danze, non ancora espressi apertamente. E’ successo nel passato per il ruolo musica, canzoni eseguite da note cantanti dell’epoca, la cui presenza della donna, succede oggi nella descrizione di una società urbanizzata nel cast garantiva un sicuro successo commerciale. Questo genere, in cui l’alienazione dell’individuo è in agguato tra i grattacieli e le auto di rivisto e aggiornato, sopravvive anche nella produzione attuale per lo lusso che popolano il nuovo immaginario cinematografico. Introdotto più sotto forma di commedia popolare, dalla vita breve ma dagli incassi nel paese agli inizi del Novecento da un sovrano, per il proprio personale sicuri. Le trasformazioni degli anni ‘50 e ‘60, durante i quali lo shah cerca diletto, in un periodo particolarmente buio della storia nazionale, mentre di imporre alla società iraniana un modello occidentale, incontrano le potenze occidentali si disputavano i resti di un grande impero e i l’opposizione non solo degli ambienti religiosi ma anche degli intellettuali 4 di sinistra da cui provengono i primi registi impegnati. Nel 1963 un film vera e propria invasione di pellicole di bassa qualità, dal contenuto spesso iraniano viene finalmente presentato al festival di Cannes. Pochi anni più volgare, che suscitano l’indignazione dei ceti conservatori e dei religiosi. tardi, la presenza iraniana in questo e in altri festival internazionali diventa La minaccia proveniente dall’Occidente alle basi morali della società si fa stabile. Si afferma un nuovo genere cinematografico, più intellettuale agli occhi di gran parte della popolazione sempre più concreta. Quando ma anche più variegato rispetto ai clichés del film farsi. Il principale anche la situazione economica e quella dei diritti si farà insostenibile e esponente di questo nuovo cinema è Ebrahim Golestan, considerato la Rivoluzione irromperà scardinando l’ordine precedente, l’ayatollah insieme alla poetessa Forugh Farrokhzad, autrice del celebre La casa è Khomeini dichiarerà in un celebre discorso di non avere nulla contro il nera, il fondatore della cinematografia moderna iraniana. Come c’era cinema ma che bisogna sradicare la corruzione in esso presente prima da aspettarsi, questi film non incontrano grande consenso da parte del che avveleni l’intera società. pubblico, probabilmente a causa del complesso linguaggio simbolico che Nel disorientamento generale del primo periodo rivoluzionario, il cinema li contraddistingue, decisamente lontano dalla cultura cinematografica sembra quasi sparire dalla scena. I registi e gli attori più compromessi con degli spettatori iraniani dell’epoca. Maggiore fortuna incontra un il precedente sistema lasciano frettolosamente il paese, alcuni per non farvi terzo genere che si afferma verso la fine di questo stesso periodo, non più ritorno. Una buona parte delle sale cinematografiche viene distrutta, commerciale ma nemmeno elitario, intellettuale perché opera di registi altre vengono semplicemente chiuse. La televisione pubblica trasmette impegnati, ma orientato verso tematiche sociali fortemente sentite e programmi di propaganda, sermoni religiosi, inni rivoluzionari. Le autorità l’esternazione del disagio sociale che stava aumentando rapidamente in sono però ben coscienti dell’utilità del cinema per la formazione della tutto il paese. La consacrazione di questo cinema, definibile “progressista”, nuova identità islamica richiesta dalla Rivoluzione e dopo una “rivoluzione avviene con il notissimo La vacca di Dariush Mehrjui. Prende così il via la culturale” che stabilisce i contenuti e le forme che la produzione prima nouvelle vague iraniana. La seconda si affermerà negli anni ‘90, culturale dovrà avere, il cinema può timidamente ripartire.