Parrocchia di San Martino in . Inventario dell'archivio storico (1460 - 2008)

a cura di Cooperativa Koinè

Provincia autonoma di . Soprintendenza per i beni librari archivistici e archeologici in collaborazione con Archivio Diocesano Tridentino 2010

Premessa L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati effettuati per incarico e con la direzione della Soprintendenza per i beni librari, archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento e con la collaborazione dell'Archivio diocesano tridentino; la redazione dell'inventario è stata curata da Cinzia Groff, Ornella Bolognese, Elena Bertagnolli e Francesca Tecilla socie della cooperativa Koinè e ultimata nel giugno 2010.

L'intervento è stato realizzato utilizzando il Sistema informativo degli archivi storici del . Le schede sono state compilate secondo le norme di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006. Relativamente alla descrizione delle singole unità archivistiche sono stati usati i seguenti criteri: - il titolo originale del documento è riportato tra virgolette; - nella trascrizione dei titoli si sono ricondotti all'uso moderno i segni d'interpunzione, i segni diacritici, le lettere maiuscole e minuscole e si sono sciolte le abbreviature; - le ricostruzioni di titoli, di date ed eventuali altre integrazioni sono state indicate tra parentesi quadre; - di ogni unità archivistica si sono indicati gli estremi cronologici, la definizione archivistica e il numero delle carte.

In particolare per i registri:

- in presenza di più titoli originali, si è scelto quello più significativo, specificandone la posizione solo se esso non appare all'esterno; - si è riportata, ove presente, la numerazione originaria per carte o per pagine; se assente si è dato il computo delle carte scritte, facendo seguire al numero l'espressione "non numerate" (n.n.); - la numerazione originaria riferita allo specchio formato da due facciate contrapposte viene espressa mediante la locuzione "carte sinistra - destra" (cc. sd); - in presenza di una numerazione non omogenea si è indicato il computo totale delle carte scritte, specificando di seguito, tra parentesi tonde, il tipo di numerazione presente (parziale, varia, imprecisa); - si è indicata tra parentesi la presenza di carte bianche, tranne quelle esistenti in fine registro.

Nelle citazioni, l'unità archivistica è individuata dal nome del fondo, dal nome della serie e dal numero che indica la posizione dell'unità all'interno della serie. Ad ogni unità archivistica è inoltre associata una segnatura, scritta nel margine sinistro in alto e applicata sul pezzo, che indica la collocazione fisica del pezzo all'interno della serie. Questa è costituita da una lettera alfabetica maiuscola diversa per ogni fondo, dal numero corrispondente alla serie, dal numero del pezzo in inventario e, eventualmente, dal numero della busta-contenitore.

Nella descrizione delle unità archivistiche si è fatto ricorso alle seguenti abbreviazioni e sigle: c., cc. carta, carte recto - verso cc. sd carte sinistra - destra, cioè con la numerazione originaria riferita allo specchio formato da due facciate contrapposte n., nn. numero, numeri n. n. non numerato/e num. orig. numerazione originale p., pp. pagina, pagine s.d. senza data tit. dorso titolo dorso tit. int. titolo interno

ADT Archivio Diocesano Tridentino

Alla fine dell'inventario si trovano indici relativi a: persone, toponimi, istituzioni e cose notevoli. Ad ogni lemma dell'indice sono associati i numeri che indicano la posizione del lemma stesso nell'inventario; tali numeri sono collocati tra parentesi tonde, accanto alle introduzioni e alle unità archivistiche, in alto a destra. Le voci dell'indice si riferiscono esclusivamente a quanto riportato nel presente inventario, senza ulteriori ricerche e approfondimenti critici.

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Sommario

Parrocchia di San Martino in Cimego, 1460 - 2008 ...... 6

Curazia di San Martino in Cimego...... 9 Parrocchia di San Martino...... 13

Ufficio parrocchiale di San Martino in Cimego, 1596 - 2008 ...... 17 Registri dei nati e battezzati, 1634 - 1993 ...... 18 Registri dei matrimoni, 1648 - 1961...... 21 Registri dei morti, 1823 - 1995...... 23 Registri dei cresimati, 1919 - 2008...... 24 Stati delle anime, [1888] - sec. XX ...... 25 Registri degli sponsali, 1908 - 1955 ...... 26 Atti matrimoniali, 1919 - 1960...... 27 Diari delle messe avventizie, 1948 - 1974...... 28 Registri degli adempimenti degli oneri missari, 1907 - 1941...... 29 Registri degli avvisi e delle pubblicazioni matrimoniali, 1924 - 1957...... 30 Registri dei capitali degli enti ecclesiastici, 1885 - 1928 ...... 31 Registri di cronache e memorie, [1895] - 1940...... 32 Carteggio e atti, 1596 - 1968 ...... 33

Chiesa di San Martino...... 35 Chiesa di San Martino in Cimego, 1803 - 1985 ...... 38

Registri per il sacrestano, 1803 - 1876 ...... 39 Registri di cassa, 1940 - 1985...... 40 Resoconti, 1914 - 1960...... 41 Carteggio e atti, 1840 (copia) - 1960...... 42

Beneficio Martino Bertini ...... 43 Beneficio Martino Bertini in Cimego, 1685 - 1982 ...... 45

Registri di cassa, 1940 - 1982...... 46 Resoconti, 1913 - 1960...... 47 Carteggio e atti, 1685 (copia) - 1948...... 48

Mansioneria Lucia Marescalchi ...... 49 Mansioneria Lucia Marescalchi in Cimego, 1728 - 1914 ...... 50

Resoconti, 1909 - 1914...... 51 Carteggio e atti, 1728 (copia) - 1910...... 52

Confraternita del Santissimo Sacramento ...... 53 Confraternita del Santissimo Sacramento in Cimego, 1870 - 1931 ...... 55

Registri di amministrazione, 1870 - 1931 ...... 56 Carteggio e atti, 1893 - 1914 ...... 57

Congregazione di carità...... 58 Documentazione dell'archivio della Congregazione di carità in Cimego, 1804 (copia) - 1929 ...... 61

Resoconti, 1901 - 1929...... 62 Carteggio e atti, 1804 (copia) - 1929...... 63

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Comitato pro erigendo ente scuola materna...... 64 Comitato pro erigendo ente scuola materna in Cimego, 1928 - 1939 ...... 66

Resoconti, 1930 - 1939...... 67 Carteggio e atti, 1928 - 1938 ...... 68

Pergamene della parrocchia di San Martino in Cimego, 1460 - 1746...... 69

Indici ...... 71

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Albero dei soggetti produttori

Curazia di San Martino, Cimego, 1630 - 1943 ottobre 31 Successori: Parrocchia di San Martino, Cimego, 1943 novembre 1 - E' filiale di : Parrocchia di Santa Maria Assunta, , [1189] -

Parrocchia di San Martino, Cimego, 1943 novembre 1 - Predecessori: Curazia di San Martino, Cimego, 1630 - 1943 ottobre 31 Assorbe : Chiesa di San Martino, Cimego, [1363] - 1987 gennaio 24

Chiesa di San Martino, Cimego, [1363] - 1987 gennaio 24 E' assorbito da : Parrocchia di San Martino, Cimego, 1943 novembre 1 -

Beneficio Martino Bertini, Cimego, 1685 - 1987 gennaio 24

Mansioneria Lucia Marescalchi, Cimego, 1728-1963

Confraternita del Santissimo Sacramento, Cimego, [1513] - [ante 2004]

Congregazione di carità, Cimego, sec. XVIII - 1929

Comitato pro erigendo ente scuola materna, Cimego, 1928 - 1938

5 superfondo Parrocchia di San Martino in Cimego, 1460 - 2008 {1}

registri 22, quaderni 4, buste 4, fascicoli 17, pergamene 5; metri lineari 2.5

Storia archivistica Al momento del presente riordino, l'archivio della parrocchia di Cimego si trovava depositato in un locale messo a disposizione dal , su arredi idonei e in buone condizioni di conservazione. Gli atti erano variamente raccolti in faldoni, di recente formazione, senza un apparente ordine precostituito. L'attuale collocazione dell'archivio è conseguente all'abbandono della canonica parrocchiale e a questo proposito è interessante rilevare quanto venne riportato sul decreto visitale del 1961: "La canonica è vicina alla chiesa, ma si trova in uno stato disastroso e primitivo (...). L'archivio è costituito di un armadietto, posto al piano rialzato. E' del tutto insufficiente a contener i registri e gli atti vari. E' in grave disordine e non si comprende come sia stato dato e ricevuto in consegna così. Parte dei registri e carteggi riguardanti la parrocchia sono qui depositati, parte, i più recenti e che si adoperano più frequentemente, sono nella canonica di . Vi si trovan registri e libri assai antichi, del 1600 circa, che dovrebbero esser custoditi con maggior cura e attenzione (...). Non si trovano le autentiche delle reliquie (1): forse per la grande confusione nell'archivio" (2).

Lingua Italiano; latino; tedesco

Criteri di ordinamento e inventariazione Come riferimento metodologico generale per l'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio storico della parrocchia di Cimego ci si è attenuti a quanto indicato nelle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, parte prima, punto 3, che fa riferimento alla C.M. del Ministero dell'interno n. 39/1966, Direzione generale degli Archivi di Stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari". Il presente lavoro ha comportato tre momenti principali: la schedatura, l'ordinamento e l'elaborazione finale. In fase iniziale sono stati schedati tutti i pezzi rinvenuti nell'archivio parrocchiale rispettando le unità preesistenti. Per quanto riguarda l'ordinamento poiché non è stato possibile ricostruirne uno preesistente, si sono individuate le varie attività svolte dal parroco e le amministrazioni che nella parrocchia operano sotto la sua diretta o indiretta responsabilità. Le valutazioni, le scelte e le operazioni occorse nel presente lavoro di riordino sono state comunque concertate con il direttore dell'Archivio diocesano tridentino e con il referente della Soprintendenza per i beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento.

Condizioni di accesso In base alle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana" la consultazione dei documenti riguarda esclusivamente la documentazione dichiarata di interesse storico. La consultazione di documenti di carattere riservato, relativi a situazioni puramente private di persone, è regolata in termini di legge statale (D. L. 30/6/03 n. 196 "Codice in materia di 6 protezione dei dati personali") richiamata dal "Testo unico provinciale dei Beni Culturali" (L. P. n. 1/2003). Ai titolari degli archivi viene riservato il giudizio sulla consultabilità dei documenti che possono ledere il riserbo dovuto alle persone e comunque solo ad essi, o ad operatori autorizzati, è concessa la facoltà di accedere alla parte relativa all'anagrafe. Inoltre, in base alle suddette "Intese", la consultazione da parte degli studiosi deve comunque avvenire mediante motivata richiesta da inoltrarsi al titolare dell'archivio tramite l'Archivio diocesano, il quale dovrà inviare al servizio provinciale competente l'elenco delle autorizzazioni rilasciate.

Condizioni di riproduzione La riproduzione (fotoriproduzione, microfilmatura, ecc.) dei documenti conservati nell'archivio parrocchiale è consentita previa autorizzazione da parte del titolare dell'archivio stesso, sentito il parere e avuto il consenso dell'incaricato diocesano per gli archivi parrocchiali. L'Ordinariato consente alla Provincia la microfilmatura dei documenti al fine di costituire copie di sicurezza che saranno conservate presso l'Archivio provinciale

Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, pp. 211-212

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888 COPPOLA G., GRANDI C. (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, Bologna, 1989 SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989

Fonti normative Circolare del Ministero dell'Interno 25 giugno 1966, n. 39, Norme per la pubblicazione degli inventari Codice di diritto canonico (1983) Decreto arcivescovile 10 febbraio 1993, istituzione dell'Archivio Diocesano Tridentino Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 29 marzo 1993 n. 3692, Approvazione delle direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento ed inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi (art. 28, comma 2 L.P. 14 febbraio 1992, n. 11) Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 27 agosto 1993, n. 11704, Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana Legge provinciale 17 febbraio 2003, n. 1, Nuove disposizioni in materia di beni culturali Codice in materia di protezione dei dati personali, D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196

Norme o convenzion i La scheda è stata compilata secondo le regole di descrizione di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006.

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Note (1) Le reliquie sono attualmente presenti nell'archivio parrocchiale: cfr. Ufficio parrocchiale di San Martino di Cimego, Carteggio e atti, fasc. 3. (2) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Martino di Cimego, Carteggio e atti, fasc. 8.

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Ente Curazia di San Martino in Cimego {2} 1630 - 1943 ottobre 31

Luoghi Cimego (TN)

Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale di San Martino in Cimego, 01/01/1596 - 31/12/2008

Storia La curazia di Cimego era soggetta alla pieve di Condino, la più meridionale delle sette pievi esistenti nelle Giudicarie. A Condino risiedeva stabilmente il pievano che, aiutato da un gruppo di sacerdoti, si occupava della cura delle anime di un vasto territorio che comprendeva, oltre a Cimego, Bagolino, Lodrone, Darzo, , , Brione e Castello. Le prime notizie che documentano l'esistenza della chiesa di San Martino risalgono al 1363, ma a quel tempo Cimego non aveva ancora un proprio sacerdote. A celebrare la messa e a seppellire i morti si recavano periodicamente al paese il pievano o uno dei suoi cappellani, ma per la celebrazione di battesimi e matrimoni i cimeghesi dovevano portarsi a Condino, nella chiesa matrice. In occasione della visita pastorale del 1579, considerato che i tempi erano ormai maturi perché anche Cimego avesse il proprio curato, i visitatori ordinarono ai rappresentanti della comunità di attivarsi per "provvedersi di un buon sacerdote" (1). Non è dato sapere quali provvedimenti la comunità mise in atto, ma sembra che durante la visita del 1596 la popolazione avesse espresso il desiderio di poter conservare l'Eucaristia nella chiesa di San Martino. Il vicario generale che condusse la visita acconsentì alla richiesta, ma fu fermo nel precisare che la nuova concessione non doveva recare alcun pregiudizio alla matrice: Cimego sarebbe rimasta senza fonte battesimale e direttamente dipendente dalla chiesa pievana. Sull'atto del 26 settembre 1596, presente in archivio, non si fa alcun cenno però alla presenza di un sacerdote stabile presso la chiesa di San Martino (2) e nemmeno sull'atto del 22 gennaio 1599 relativo alla conferma della facoltà di conservare in San Martino il Santissimo Sacramento (3). Si apprende dagli atti visitali del 1603 della presenza in paese di un sacerdote, ma questo non significava affatto che Cimego fosse svincolata dalla chiesa madre di Condino (4). La cura d'anime di Cimego venne eretta solo nel 1630, ma si dovette attendere ancora qualche anno per ottenere il fonte battesimale e la facoltà di seppellire i propri morti nel cimitero del paese. Le richieste furono presentate davanti all'autorità ecclesiastica dai rappresentanti della comunità in occasione della visita pastorale che il vescovo Carlo Emanuele Madruzzo compì nell'agosto del 1633 (5). Non senza resistenza da parte del pievano, furono fatte le concessioni del fonte e della facoltà di seppellire e fu anche ordinato al curato di tenere fedele registrazione dei battesimi, dei matrimoni e dei morti (6). La prima registrazione sul 'liber baptizatorum' della curazia di Cimego è datata 22 luglio 1634, mentre dal 1648 partono le prime registrazioni dei matrimoni celebrati a Cimego dal curato, a ciò delegato dal pievano; a causa della perdita del primo registro non è dato sapere a quando risale la prima registrazione dei morti. La cura d'anime di Cimego aveva quindi rafforzato la propria autonomia dalla pieve: il suo curato amministrava i sacramenti, assisteva ai matrimoni con la licenza dell'arciprete, cantava la messa in determinate festività, assisteva gli infermi e faceva quanto era richiesta dalla sua funzione di curatore d'anime. 9

La comunità di Cimego esercitava il diritto di eleggere e presentare all'Ordinariato, per la nomina, il sacerdote che era stato eletto nell'assemblea dei capifamiglia. Il curato percepiva dalla Comunità un salario per il quale aveva l'obbligo di celebrare un determinato numero di messe e insegnare la dottrina cristiana ai fanciulli tutte le domeniche e le feste di precetto. Al curato spettavano inoltre gli 'incerti' (7) e la 'cerca' dell'uva e del grano (8). Il sacerdote abitava nella casa canonica messa a disposizione dalla comunità, aveva l'orto annesso e veniva provvisto della legna necessaria. Dal XIX secolo agli usuali compiti del ministero sacerdotale il curato di Cimego aggiungeva anche il servizio di istruzione scolastica. La congrua che il Comune corrispondeva al proprio curato fu integrata nel corso dell'Ottocento da una parte delle rendite della chiesa, intervento eccezionale concesso temporaneamente dall'Ordinariato per garantire al sacerdote un adeguato compenso, che in seguito fu garantito anche dalla partecipazione del Fondo di religione. Sulle risposte rese al questionario per la visita del 1928 (9) si legge che l'arciprete aveva il diritto di celebrare nella festa di San Martino, patrono della chiesa di Cimego, e che in caso di intervento agli obiti gli era garantita la precedenza su ogni altro sacerdote; per quanto riguarda il curato, egli era tenuto a recarsi alla parrocchiale per assistere alla sacre funzioni la domenica delle Palme, il Venerdì Santo, il Corpus Domini, la Madonna del Carmine, l'Assunta. Al tempo il paese contava 681 anime. Sull'atto di consegna del 1940, nella parte relativa al patrimonio beneficiale si trova precisato: "Beni immobili. Il beneficio curaziale di Cimego non possiede alcun bene immobile. La casa canonica è di proprietà del comune di Condino. Beni mobili. n. 1 scanzia, n. 1 armadio ad uso biblioteca con circa n. 250 volumi. Non vi sono oggetti d'interesse artistico. Diritti utili. Il curator d'anime pro tempore di Cimego ha sempre avuto a sua disposizione come abitazione la casa canonica di proprietà del comune di Condino, situata a mezzodì, di fianco alla chiesa curaziale (...) ha sempre avuto a sua disposizione anche n. due avvolti siti sotto la vecchia scuola (...) ha sempre goduto di n. due appezzamenti di orto di proprietà comunale: uno adiacente alla canonica, l'altro immediatamente sotto la piazza, presso l'abside della chiesa (..). Il Comune paga attualmente al curato pro tempore l'importo di £ 160 a titolo di supplemento di congrua" (10). La curazia di Cimego fu elevata in parrocchia il primo novembre 1943.

ELENCO DEI CURATI DI CIMEGO

1634-1646 Giovanni Donati da Vigo Lomaso 1647-1663 Ognibene Ferrari da Poia 1663-1688 Bartolomeo Franceschetti senior 1688-1693 Bartolomeo Franceschetti junior 1693-1696 Bartolomeo Baldracchi 1696-1723 Giovanni Battista Antonini da Cimego 1723-1726 Simone Giovannelli da Storo 1726-1729 Bartolomeo Colloti da 1729-1742 Giovanni Angelo Piombazzi da Bono 1742-1750 Giacomo Antonio Fontana da 1750-1766 Giovanni Bordiga da Bagolino 1766-1772 Martino Cipriano Facchini da 1772-1774 Pietro Antonio Rovelli da Pressone

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1775-1777 Stefano Stefani da Turano 1778-1790 Giuseppe Antonio Brunatti da Tenno 1791-1799 Domenico Maltratti da Ranzo 1799-1818 Angelo Bertini da Cimego 1818-1826 Carlo Rinaldi da Darzo 1826-1837 - vicari - 1837-1863 Bartolomeo Tamburini da Cimego 1863-1866 - vicari - 1867-1872 Domenico Nones da Fondo 1873-1875 Elia Garbari da Vezzano 1876-1879 Giovanni Campregher da Calceranica 1880-1881 - cura vacante - 1882-1891 Giovanni Zulberti 1891-1894 Luigi Bertini da Cimego 1895-1940 Alessandro Bertolasi da Ala 1941-1942 - vicario - 1942-1955 Quirino Salvagni - primo parroco -

Funzioni, occupazioni e attività Con il termine "curazia" si vuole indicare un luogo o un territorio determinato, con chiesa propria, situata all'interno dei confini della parrocchia, sottratta parzialmente alla giurisdizione del parroco e affidata a un curato. La curazia poteva essere, in relazione alla parrocchia d'origine, completamente o parzialmente dipendente, o indipendente a seconda delle concessioni ottenute a mano a mano dall'autorità ecclesiastica e civile. Nei territori soggetti alla giurisdizione austriaca venivano riconosciute come indipendenti quelle sole stazioni di cura d'anime delle quali si poteva comprovare l'erezione a cura indipendente con il beneplacito dello Stato. I sacerdoti che ambivano all'assegnazione del beneficio curaziale dovevano sostenere gli esami di concorso indetti dall'Ordinariato. Il curato era tenuto a celebrare la messa "pro populo" ed era autorizzato a tenere, senza delegazione parrocchiale, i registri di battesimo, matrimonio e morte. Nel Tirolo tuttavia si ebbero curazie erette anche senza la presenza di tutti gli elementi descritti sopra. Tra le due guerre mondiali la maggior parte delle curazie presenti sul territorio tridentino ottennero l'elevazione a parrocchia e il sistema curaziale fu abolito completamente in seguito al Concordato del 1984.

Contesto generale Diocesi di Trento Decanato di Condino

Note (1) Cfr. ADT, Atti visitali, n. 5 (1579). (2) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Martino di Cimego, Carteggio e atti, fasc. 1. (3) Cfr. Pergamene della parrocchia di San Martino in Cimego, perg. 3. (4) Cfr. ADT, Atti visitali, n. 8 (1603). (5) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Martino di Cimego, Carteggio e atti, fasc. 1.

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(6) Cfr. ADT, Atti visitali, n. 11 (1633). (7) Le elemosine previste per la celebrazione dei sacramenti, dette "incerti" proprio per l'impossibilità di calcolarne il numero. (8) La raccolta di una quantità variabile di prodotto (uva o grano) che veniva corrisposta dalle famiglie dopo la vendemmia o la mietitura. (9) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Martino di Cimego, Carteggio e atti, fasc. 8. (10) Ibidem, fasc. 7.

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Ente Parrocchia di San Martino {3} 1943 novembre 1 -

Luoghi Cimego (TN)

Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale di San Martino in Cimego, 01/01/1596 - 31/12/2008

Storia La curazia di Cimego fu elevata in parrocchia il primo novembre 1943, ma il percorso per giungere a questo traguardo cominciò ufficialmente quasi un secolo e mezzo prima. Nel 1805 infatti la comunità di Cimego aveva inoltrato ai competenti uffici politici la richiesta di rendersi indipendente dalla chiesa matrice di Condino, stanca soprattutto delle assenze del curato che per dovere si recava in determinate occasioni alla parrocchiale e anche degli emolumenti che la comunità era costretta a corrispondere all'arciprete. L'azione venne duramente osteggiata dal parroco di Condino, che presentò un articolato ricorso all'Ufficio circolare di Rovereto (1). Nulla fu concesso, ma le continue istanze presentate dal Comune e anche dallo stesso curato fecero sì che l'Ordinariato, con decreto del 27 settembre 1890, facesse qualche altra concessione alla curazia relativamente alle facoltà di celebrare i matrimoni, di officiare le esequie dei curaziani e di rilasciare attestati di condotta morale e certificati estratti dalle matricole (2). Nel maggio del 1911 il curato inoltrò all'autorità ecclesiastica la richiesta di benedire i matrimoni senza il formale consenso del parroco e l'autorizzazione ad assumere gli atti relativi ad ottenere eventuale dispensa da impedimenti matrimoniali. L'Ordinariato rispose il 16 marzo 1912 rigettando tutte le richieste (3). Si giunse così all'inizio del 1942, quando ormai sembrava improrogabile la soluzione della vertenza. Il podestà, in rappresentanza del comune di Condino, inoltrò all'arciprete la richiesta di "provvedere ad espletare la pratica per far elevare la curazia di Cimego a parrocchia, onde poter provvedere ad un regolare servizio di cura d'anime" e a riguardo comunicava che il "Comune è disposto ... ad accollarsi la differenza della congrua". L'Ordinariato comunicò al decano che dati i tempi era ormai necessario elevare Cimego a parrocchia "perché le curazie finiranno nell'inedia irreparabile, non essendo in nessun modo né conosciute in legislazione, né tampoco riconosciute" (4). Il 28 febbraio 1942 il comune di Condino deliberò il finanziamento per l'erezione della parrocchia di Cimego che prevedeva: di elevare il supplemento di congrua da 168 a 2000 lire; di accordare al sacerdote, come sempre praticato, il sufficiente fabbisogno di legna per gli usi domestici; di riconoscere al beneficio parrocchiale l'usufrutto dell'edificio comunale destinato a canonica e dell'orto adiacente. Espletate le pratiche del caso, compresa la rinuncia da parte dei capifamiglia di Cimego al diritto di nomina dei futuri parroci a favore del vescovo di Trento, il primo novembre 1943 l'arcivescovo Carlo de Ferrari elevò Cimego a parrocchia e nominò primo parroco don Quirino Salvagni. La nuova parrocchia confinava a nord con le parrocchie di e di Prezzo, a ovest con la parrocchia di Castel Condino, a sud con la parrocchia di Condino e a est con la valle di . Rispondendo alle domande del questionario per la visita pastorale del 1951 il parroco dichiarò che gli abitanti erano circa 500, per la maggior parte contadini; imputava il notevole calo demografico al fenomeno dell'emigrazione, che in 13 quegli anni sembrava inarrestabile. Prima degli anni Cinquanta nel paese vi era una discreta vivacità economica, rappresentata soprattutto da validi artigiani. Con lo sviluppo industriale la popolazione cercò lavoro all'estero, spostandosi in prevalenza verso l'Argentina (5). La parrocchia di Cimego, formata dalle frazioni di Cimego e Quartinago, venne riconosciuta agli effetti civili il 7 aprile 1960. Con D.M. del 30 dicembre 1986 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 gennaio 1987 la parrocchia è stata dichiarata Persona Giuridica Privata (Tribunale di Trento, Registro Persone Giuridiche n. 272).

ELENCO DEI PARROCI DI CIMEGO

1942-1955 Quirino Salvagni 1956-1961 Cristoforo Bonomini 1961-1968 Walter Rissi 1968-1980 Silvino Ceola 1980-1985 Flavio Maccarinelli 1886-1995 Natale Bonomini 1996-2002 Antonio Sebastiani 2003-2008 Ezio Contrini (amministratore parrocchiale) 2008- Francesco Scarin

Condizione giuridica ente ecclesiastico civilmente riconosciuto

Funzioni, occupazioni e attività Il termine "parrocchia" (6) deriva dal greco e indica, dal punto di vista etimologico, una qualsiasi circoscrizione territoriale. Nei primi secoli della cristianità fino al basso medioevo il termine venne adottato per indicare le ripartizioni dei territori diocesani in circoscrizioni minori, fenomeno nato in conseguenza del moltiplicarsi nelle diocesi di nuove chiese sotto la spinta delle crescenti esigenze dei fedeli. La consacrazione definitiva del "sistema parrocchiale" si ebbe con il Concilio di Trento che, sulla base della precedente normativa pontificia e conciliare, dettò una nuova e completa disciplina della struttura della Chiesa. I legislatori del Concilio prescrissero che, per la più efficace tutela della cura delle anime affidate ai vescovi, il "populus fidelium" si dovesse distinguere in parrocchie proprie con confini determinati e che a ciascuna di esse venisse assegnato un sacerdote che vi risiedesse, soltanto dal quale i fedeli potevano ricevere i Sacramenti (Sess. XXIV, cap. 13). Si ordinò così che venissero erette parrocchie in tutti i luoghi in cui esse non esistevano e si stabilirono delle norme per assicurare ai parroci un reddito minimo. Il parroco si impegnava a risiedere nel luogo assegnatogli, ad approfondire la conoscenza della comunità dei fedeli attraverso la compilazione e l'accurata custodia dei libri parrocchiali e a partecipare alle adunanze vicariali. I principi enunciati dal Concilio di Trento e successivamente ribaditi nella normativa pontificia sono stati accolti e sintetizzati nel testo del Codice di diritto canonico del 1917. Il can. 216 §1 dispone che il territorio di ogni diocesi debba essere diviso in "distinctas partes territoriales", a ciascuna delle quali "sua peculiaris ecclesia cum populo determinato est assignanda suusque peculiaris rector, tamquam proprius eiusdem pastor, est praeficiendus pro necessaria animarum cura". L'istituzione parrocchiale dunque risulta costituita, oltre che dall'elemento territoriale, da altri tre elementi: un determinato "popolo", una

14 peculiare "chiesa" e un "pastor". Il Codice di diritto canonico del 1983 ha riconosciuto la personalità giuridica della parrocchia espressamente concepita come "Communitas Christifidelium" (CIC 1983, can. 515 §3). Tale riforma è stata recepita sia nell'accordo tra Stato e Chiesa (legge 121/1985) sia nelle disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici (legge 222/1985); le diocesi e le parrocchie acquistano la personalità giuridica civile dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero dell'interno che conferisce loro la qualifica di "ente ecclesiastico civilmente riconosciuto".

Contesto generale Diocesi di Trento Decanato di Condino

Fonti normative Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi" Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ADT, Atti visitali ADT, Parrocchie e curazie Bibliografia AMBROSI F., Commentari della storia trentina, Trento, 1985 BENVENUTI S. (a cura di), Storia del Trentino. Periodizzazione e cronologia politico-istituzionale, Trento, 1995 BERTOLOTTI G., Il parroco italiano ne' suoi rapporti con le leggi dello stato, Roma, 1910 COSTA A., La chiesa di Dio che vive in Trento, Trento, 1986 Fonti per la storia del principato e della chiesa tridentina: atti del convegno Trento 16-17 maggio 1991, Trento, 1995 LUTTEROTTI A., Il Trentino: il nuovo volto di un'antica terra d'incontro, Bolzano, 1997

Note (1) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Martino di Cimego, Carteggio e atti, fasc. 4. (2) Ibidem. (3) Ibidem. (4) Ibidem. (5) Ibidem, fasc. 8

15

(6) Le presenti notizie informative sono da ritenersi generali e non esaustive. Per un approfondimento e una bibliografia articolata si rimanda alla voce corrispondente dell'"Enciclopedia del diritto", Giuffré, Varese, 1958-1995.

16 fondo A Ufficio parrocchiale di San Martino in Cimego, 1596 - 2008 {4}

registri 20, quaderni 3, buste 2, fascicoli 8

Soggetti produttori Curazia di San Martino in Cimego, 1630 - 1943 ottobre 31 Parrocchia di San Martino, 1943 novembre 1 -

Modalità di acquisizione e versamento Il fondo è sempre stato di proprietà dell'ente; in base alla Commissione Beni Culturali del primo aprile 1994 è stato dichiarato di interesse storico.

Contenuto La documentazione conservata nel fondo è quella tipica presente in tutte le parrocchie, composta prevalentemente dai registri anagrafici e dai relativi atti, da registri di amministrazione, da carteggio e atti vari.

Lingua Italiano; latino; tedesco

Incrementi previsti Si prevede il continuo accrescimento della documentazione in quanto l'ente parrocchia è ancora attivo.

Esistenza e localizzazione delle copie Presso l'Archivio Diocesano si trovano microfilmati tutti i registri anagrafici (nati e battezzati, matrimoni, morti) dal Concilio di Trento fino alla fine del 1923, data oltre la quale tali registrazioni e certificazioni diventano di competenza comunale.

Norme o convenzion i La scheda è stata compilata secondo le regole di descrizione di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006.

17 serie A 1 Registri dei nati e battezzati, 1634 - 1993 {5} registri 6

Contenuto I registri dei battesimi insieme a quelli dei matrimoni furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91-97 del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei battezzati vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili e anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione in modo da "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni.

La serie è formata da sei registri. I registri più antichi sono redatti in lingua latina e in forma discorsiva, con registrazione delle date di nascita e di battesimo, dei nomi del battezzato, dei suoi genitori, del ministro celebrante e dei padrini. A partire dal 1807 sono strutturati a tabella prestampata nella quale sono registrati, secondo le disposizioni governative, le generalità del battezzato, "il tempo della nascita" (anno, mese, giorno e ora), il luogo di nascita, il giorno del battesimo, i nomi dei genitori, del ministro battezzante e dei padrini, e la condizione sociale di questi ultimi. Alcuni registri riportano inoltre il nome della levatrice ("ostetrix") che ha assistito al parto e che in caso di pericolo di morte del neonato aveva il permesso di battezzarlo; stessa autorizzazione valeva anche per il chirurgo. Per quanto riguarda la rilevazione degli estremi cronologici si specifica che viene sempre segnalata come prima data quella riferita alla nascita e come ultima quella riferita al battesimo.

A 1.1 {6} "Liber baptizatorum [...] Cimegi MD[CX]XXIV" 1634 luglio 22 - 1766 luglio 24 Altre denominazioni: "Liber baptizatorum pro communitate Cimegi accomodatus" (tit. int.) "Liber baptizatorum pro communitate Cimegi ad annum MDCXXXIV et ad alios venturos accommodatus 1634" (tit. int.) All'interno del piatto anteriore: "Restauratus fuit anno 1724" Latino Registro; carta, legatura in carta, cc. 322 (num. originale parziale e incompleta)

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A 1.2 {7} "Liber baptizatorum ecclesiae Sancti Martini episcopi Cimegi" (tit. int.) 1766 ottobre 8 - 1821 novembre 15 All'interno del piatto anteriore: annotazioni relative a malattie epidemiche, 1801, 1820; alle cc. 196-199, compilato a ritroso: prospetti riassuntivi dei nati, matrimoni e morti, 1780-1858; alle cc. 200-201: "Cattalogo de reverendi signori curati di Cimego" (1), elenco dei curati dal 1634 al 1895, 1818-[1901]. Italiano, latino Registro; carta, legatura in pelle, pp. 201 Note (1) Compilato da don Angelo Bertini e completato dai successori.

A 1.3 {8} "II. Nati 1807-1861" 1807 gennaio 8 - 1809 maggio 10; 1819 gennaio 8 - 1861 dicembre 21 All'inizio: "Formula del viglietto pei cresimandi", due esempi di compilazione, 1851 luglio 30, 1897 agosto 13; a c. sd 5: "NB! Tutti li nati e battezati descritti in questo libro sono pure fedelmente registrati anco nel libro vecchio e secondo il metodo sempre usato e doppo nel medesimo libro si è continuato a registrarli dal curato Bertini, se poi il degnissimo sig. curato don Carlo Rinaldi vorrà servirsi del presente libro farà ciò che più gli aggrada", 1818 dicembre 4; alla fine delle registrazioni di ogni anno, a partire da c. 63: annotazioni relative ad acquisti di arredi sacri, lavori e restauri all'organo, al coro, alla sacrestia, al campanile, 1840-1861. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 135, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

A 1.4 {9} "III. Nati 1862-1918" 1862 gennaio 4 - 1918 dicembre 2 (1) A c. sd 85: "Copia ad litteram del decreto di concessioni fatte alla curazia di Cimego dal reverendissino principato vescovile Ordinariato di Trento", concessioni in merito ai matrimoni e agli obiti, al rilascio di certificati e a obblighi verso il parroco, 1890 settembre 27; a c. sd 159: annotazione relativa all'abbandono del paese a causa della guerra dal 26 giugno 1915 all'aprile 1919, s.d. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 162, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Note (1) Le nascite e i battesimi compresi tra gli anni 1916-1918 sono avvenute a Tione e in paesi della Val Rendena in seguito all'abbandono di Cimego da parte della popolazione a causa della guerra, cfr. nota a c. sd 159.

A 1.5 {10} "Cimego. Registro IV dei nati e battezzati 1919-1956" 1919 aprile 18 - 1956 maggio 20 Altre denominazioni: "Registro dei nati e battezzati nella curazia di Cimego dall'anno 1919 al 1956" (tit. int.) Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. sd 66, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

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A 1.6 {11} "Volume V. Nati e battezzati parrocchia di Cimego 1956 al 1993" 1956 maggio 21 - 1993 gennaio 31 Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. sd 43, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

20 serie A 2 Registri dei matrimoni, 1648 - 1961 {12}

registri 4

Contenuto I registri dei matrimoni, insieme a quelli dei battesimi, furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91- 97 del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; i libri dei matrimoni infatti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con la legge imperiale del 20 aprile 1815 ed il decreto del 21 agosto 1815 della Commissione aulica centrale d'organizzazione veniva restituito ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. Se durante la dominazione austriaca il matrimonio celebrato in chiesa aveva validità civile e al parroco veniva richiesta un'attenzione particolare nella produzione degli atti necessari per la celebrazione e la registrazione del sacramento (Cfr. Codice civile austriaco, § 80), negli anni tra l'annessione al Regno d'Italia e il Concordato del 1929 stipulato tra la Santa Sede e l'autorità politica, i riti civile e religioso venivano celebrati separatamente. Con la legge n. 847 del 27 maggio 1929 lo Stato italiano riconobbe la validità civile del matrimonio celebrato secondo le norme di diritto canonico ed il curatore d'anime è tenuto alla notificazione dell'avvenuta celebrazione al Comune, per la sua trascrizione nei registri anagrafici.

La serie è formata da quattro registri relativi ai matrimoni celebrati a Cimego a partire dall'anno 1648; manca il registro relativo ai matrimoni celebrati tra luglio 1744 e dicembre 1823. Il primo registro, dall'agosto 1672, viene compilato in modo particolare adottando una formula della celebrazione del tutto diversa dal solito. Venivano infatti riportate per prime le annotazioni delle avvenute tre pubblicazioni matrimoniali e, solo conseguentemente, il parroco di Condino procedeva alla celebrazione del rito "in facia ecclesie" di Cimego. A partire dal 1823 i registri sono strutturati a tabella prestampata e riportano, secondo le disposizioni governative, la data del matrimonio, le generalità degli sposi, del ministro celebrante, dei testimoni e la condizione sociale di questi ultimi. Dal 25 settembre 1890 i matrimoni di Cimego non vengono più annotati sui registri parrocchiali di Condino. L'ultimo registro è compilato secondo le norme concordatarie.

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A 2.1 {13} "Matrimoniorum Cimegi" 1648 gennaio 7 - 1735 ottobre 25; 1741 aprile 10 - 1744 luglio 9 Altre denominazioni: "Liber matrimoniorum pro communitate Cimegi ad annum 1639 et ad alios venturos accomodatus" (tit. int.) A c. 92: nota relativa alla registrazione dei matrimoni dal 1735 al 1741 che, a parte qualcuno registrato sul presente registro, sono annotati nel "libro ordinario matrimoniorum parochia" di Condino, s.d. Italiano, latino Registro; carta, legatura in pergamena, cc. 93

A 2.2 {14} "II. Matrimoni 1823-1900 inclusive" 1823 dicembre 13 - 1900 ottobre 13 A c. 65v: annotazione relativa a concessioni date alla curazia di Cimego all'Ordinarito con decreto del 27 settembre 1890 in merito alla celebrazione dei matrimoni, 1890 ottobre 5; a c. 18: registrazioni cassate di tre matrimoni riportati sul nuovo registro, 1901 febbraio 9-aprile 18. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 65, cc. sd 18, con indice alfabetico parziale a rubrica alla fine n.n.

A 2.3 {15} "Libro III dei matrimoni dal 1901-1929" 1901 febbraio 9 - 1929 aprile 27 Altre denominazioni: "Registro dei matrimoni comprato a spese di questo Comune" (tit. int.) Non vi sono registrazioni di matrimoni 17 settembre 1914 fino al 3 maggio 1919. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. sd 41, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

A 2.4 {16} "Parrocchia di Cimego-Condino. IV Atti di matrimonio dal 30.XI.1929 al 1961" 1929 novembre 30 - 1961 novembre 4 Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, pp. 120, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

22 serie A 3 Registri dei morti, 1823 - 1995 {17}

registri 2

Contenuto I registri dei morti vennero introdotti insieme ai registri dei cresimati e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilivano anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). Tale normativa trovò applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei morti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni.

La serie manca del primo registro e le prime annotazioni relative ai morti di Cimego datano dal 1823. I registri sono compilati su tabella prestampata e riportano, secondo le disposizioni governative, le generalità del defunto, la causa di morte e il luogo di sepoltura.

A 3.1 {18} "II. Morti 1823-1888" 1823 gennaio 6 - 1888 dicembre 1 Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 206 (bianche le pp. 141, 143), con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

A 3.2 {19} "III. Morti 1889-1995" 1889 gennaio 22 - 1995 dicembre 13 A p. 6: annotazione relativa alle incombenze per il curato di Cimego in merito alle esequie da celebrare in loco in conseguenza del decreto dell'Ordinariato del 27 settembre 1890, 1890 ottobre 5. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 289, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

23 serie A 4 Registri dei cresimati, 1919 - 2008 {20}

registri 1

Contenuto I registri dei cresimati vennero introdotti insieme ai registri dei morti e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilirono anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). In realtà nella diocesi di Trento i registri dei cresimati furono compilati con sistematicità solo a partire dal secolo XIX.

A 4.1 {21} "Registro della Cresima" 1919 agosto 15 (1); 1920 agosto 15 - 2008 aprile 27 Altre denominazioni: "Registro dei cresimanti nella chiesa di Cimego dall'anno 1920 al ***" (tit. int.) Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 31 n.n. Note (1) Registrazione di una cresima impartita a Tione.

24 serie A 5 Stati delle anime, [1888] - sec. XX {22}

registri 1

Contenuto Il "Liber Status animarum" (o Anagrafe) era un registro che permetteva al parroco di conoscere in modo esatto la composizione, la situazione anagrafica e l'impartizione dei Sacramenti delle famiglie sottoposte alla sua cura al fine di facilitare il suo compito di sacerdote e di ufficiale di stato civile. La compilazione degli stati delle anime venne raccomandata, insieme a quella dei registri dei cresimati e dei morti, dal "Rituale Romano" di Paolo V nel 1614. Successivamente diversi concilii e sinodi ordinarono che durante la Quaresima di ogni anno questi libri venissero aggiornati. Queste disposizioni non furono applicate diligentemente nelle parrocchie della diocesi di Trento: prima del XIX secolo infatti si sono conservati pochi registri di questo tipo nonostante le frequenti sollecitazioni provenienti anche dalle autorità civili. Molti sono i vescovi tridentini che, negli atti delle visite pastorali, richiamano l'attenzione su questa lacuna; ma fu il vescovo Celestino Endrici che in occasione della sua prima visita pastorale nella diocesi stilò un formulario in cui si richiedeva, tra l'altro, e per la prima volta in forma esplicita, di segnalare la presenza in parrocchia degli "Status animarum" o "Anagraphes". Nel 1917 il Codice di diritto canonico li rese obbligatori, lasciando alle disposizioni dei vari Ordinari il compito di introdurli e di stilare anche nuovi e più semplici metodi di compilazione.

Il registro è stato compilato in due momenti diversi, il primo nell'anno 1888 dal curato Giovanni Zulberti e riporta dalla "A" alla "Z" tutti i nomi dei componenti delle famiglie di Cimego con le relative annotazioni. La seconda parte, confezionata agli inizi del secolo XX, ricomincia le registrazioni dalla lettera "A" fino alla "Z" in parte integrando e in parte aggiungendone di nuove.

Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, p. 52 Codice di diritto canonico, Roma, 1984, can. 440 Foglio diocesano per la parte italiana dell'arcidiocesi di Trento, VII (1905), p. 239 SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989

A 5.1 {23} "Anagrafe di Cimego 1888" [1888] - sec. XX (con integrazioni fino al 1991) Altre denominazioni: "Anagrafe di Cimego compilata dal curato don Giovanni Zulberti nell'anno 1888" (tit. int.) Italiano Registro a rubrica; carta, legatura in mezza pelle, cc. 254, con indice afabetico a rubrica alla fine n.n.

25 serie A 6 Registri degli sponsali, 1908 - 1955 {24}

registri 1

Contenuto Papa Pio X nel decreto "Ne temere" stabilì che dal giorno di Pasqua del 1908 la promessa di matrimonio per essere valida dovesse essere fatta per iscritto, alla presenza del parroco oppure di due testimoni e firmata dai due fidanzati. Tutto questo allo scopo di impedire problemi o controversie che potevano nascere in seguito ad accordi segreti e di evitare litigi o inimicizie tra persone e famiglie. Il decreto era anche in sintonia con il Codice civile austriaco che stabiliva inoltre che la promessa di matrimonio non imponeva alcun obbligo legale né a contrarre il matrimonio né a versare quanto era stato pattuito, nel caso uno dei due fidanzati mancasse alla promessa.

Bibliografia Foglio diocesano per la parte italiana dell'arcidiocesi di Trento, n. III (1908)

A 6.1 {25} "Registro sponsali Cimego dal maggio 1908 al 1945" 1908 maggio 28 - 1945 settembre 27; 1955 dicembre 6 (1) Non sono presenti sponsali nei periodi 13 maggio 1915-23 gennaio 1920 e 7 aprile 1930-31 gennaio 1941. Italiano Registro; carta, legatura in tela, cc. 77 n.n. Note (1) Aggiunto in seguito e non su modulo prestampato come gli altri.

26 serie A 7 Atti matrimoniali, 1919 - 1960 {26}

buste 2

Contenuto La documentazione è composta dall'insieme delle pratiche relative ai singoli matrimoni celebrati nella parrocchia. Gli atti, prodotti dagli enti ecclesiastici o civili e dai futuri sposi, variano per genere e quantità a seconda delle epoche e dei governi. Si possono trovare, per esempio, certificati di battesimo e di cresima, esami di religione, attestati di avvenute pubblicazioni, dispense vescovili da impedimenti, permessi politici e militari, consensi paterni. Il permesso politico, introdotto nel Tirolo con il decreto della Cancelleria aulica del 12 maggio 1820, veniva rilasciato dal Comune e doveva dimostrare che lo sposo fosse in grado di mantenere una famiglia mediante l'esercizio di un'attività o fosse garantito da una paga giornaliera. Ai parroci era vietato benedire i matrimoni di coloro che non lo avessero presentato. In seguito alla legge n. 847 del 27 maggio 1929, la documentazione di ogni matrimonio viene raccolta nel bifoglio "Esame dei contraenti", consistente nelle domande da farsi agli sposi secondo il can. 1020 del Codice di diritto canonico, e comprende anche la notificazione al comune dell'avvenuta celebrazione da parte del parroco con la relativa attestazione della sua registrazione nei registri anagrafici comunali.

La serie è formata da due buste contenenti gli atti raccolti in fascicoli annuali relativi ai matrinoni celebrati a Cimego a partire dal 1919. Gli atti sono ordinati secondo la numerazione apposta sul rispettivo registro dei matrimoni.

Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, pp. 174-175

A 7.1 b. 1 {27} Atti matrimoniali 1919 - 1943 Mancano gli atti relativi agli anni 1925, 1926 e 1928. Italiano Busta; carta, cc. 515 n.n.

A 7.2 b. 2 {28} Atti matrimoniali 1944 - 1960 Italiano Busta; carta, cc. 452 n.n.

27 serie A 8 Diari delle messe avventizie, 1948 - 1974 {29}

registri 2

Contenuto L'autorità ecclesiastica centrale predispose l'uso di tre diari per la registrazione delle messe: il diario per le messe legatarie, quello per le messe avventizie e il diario personale del sacerdote e ne stilò le norme per la loro compilazione. I diari delle messe avventizie, con quelli delle messe legatarie, dovevano essere custoditi in sacrestia, come stabilito da una comunicazione ai decani del 14 agosto 1804 redatta dal vicario generale del vescovo di Trento Simone Albano Zambaiti che riprendeva quanto enunciato nell'enciclica 'Quamvis iterato' del 4 gennaio 1774. Tali disposizioni vennero confermate dal vescovo Francesco Saverio Luschin nel 1825 (Costituzioni diocesane, 1 marzo 1825). Nei diari delle messe avventizie dovevano essere annotati il numero progressivo delle messe celebrate, la data della celebrazione, l'intenzione e il nome del ministro celebrante.

Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, pp. 382-386

A 8.1 {30} "Diarium missarum celebratarum in ecclesia Cimego ab anno 1948 ad ***" (tit. int.) 1948 gennaio 1 - 1959 febbraio 28 Latino Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 80 n.n.

A 8.2 {31} "Diarium missarum celebratarum in ecclesia Cimego, Trento, a die 1 marzo 1959 ad 1974" (tit. int.) 1959 marzo 1 - 1974 dicembre 31 Latino Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 56 n.n.

28 serie A 9 Registri degli adempimenti degli oneri missari, 1907 - 1941 {32}

registri 1

Contenuto La serie è costituita da un registro, in uso al curato, sul quale sono annotati gli adempimenti degli oneri derivanti da fondazioni missarie; sono presenti brevi notizie sulle fondazioni e annotazioni relative a riduzioni o affrancazioni degli oneri missari.

A 9.1 {33} "Registro messe legatarie parrocchia di Cimego" 1907 - 1941 (con annotazioni fino al 1971) Altre denominazioni: "Registro di evidenza delle messe legatarie" (tit. int.) All'inizio, incollati: atti relativi ad affrancazioni e a riduzioni di messe, 1939-1960. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, pp. 79, con indice delle parti sulla carta di guardia

29 serie A 10 Registri degli avvisi e delle pubblicazioni matrimoniali, 1924 - 1957 {34}

registri 1, quaderni 2

Contenuto La serie è composta da un registro e due quaderni sui quali venivano annotati gli avvisi da leggersi ai fedeli a conclusione delle principali celebrazioni liturgiche; essi riguardavano l'orario e la scadenza delle funzioni settimanali, lo smarrimento di oggetti rinvenuti e portati in chiesa, l'orario delle confessioni, le attività di preparazione alle feste religiose e altre comunicazioni. Su di essi potevano essere annotate, per essere successivamente comunicate ai fedeli, anche le date delle tre pubblicazioni necessarie alla celebrazione dei matrimoni stabilite dal Concilio di Trento (Sess. 24) e dal Codice di diritto civile austriaco (§ 71) che recitava "la denuncia deve farsi in tre giorni di domenica o di festa, all'adunanza ordinaria nella chiesa parrocchiale del distretto e se gli sposi abitano in diversi distretti nella chiesa parrocchiale del distretto di ciascun di essi".

A 10.1 {35} "Pubblicazioni matrimoniali ed avvisi. 1924-1934" (1) 1924 settembre 14 - 1934 maggio 2 Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 33 n.n. Note (1) "1924-1934" aggiunta posteriore di altra mano.

A 10.2 {36} Registro degli avvisi e pubblicazioni matrimoniali 1944 dicembre 3 - 1952 agosto 24 Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 88 n.n.

A 10.3 {37} "Avvisi e pubblicazioni da farsi in chiesa 31 agosto 1952-15 settembre 1957" (tit. int.) 1952 agosto 31 - 1957 settembre 8 Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 57 n.n.

30 serie A 11 Registri dei capitali degli enti ecclesiastici, 1885 - 1928 {38}

registri 1

Contenuto Il registro riporta le annotazioni dei capitali di proprietà di vari enti ecclesiastici presenti nella parrocchia di Cimego ed investiti presso privati, con registrazioni annuali dell'avvenuto pagamento degli interessi. Sono registrati anche i pagamenti di affitti di beni immobili.

A 11.1 {39} "Registro dei capitali della chiesa di Cimego compillato il 1 gennaio 1885 dal sindaco Antonini Domenico" 1885 - 1928 luglio 10 Registro dei capitali della chiesa, delle Sante Missioni, della Mansioneria Marascalchi, del beneficio Bertini e di altri legati. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 124, con indice delle parti all'inizio n.n.

31 serie A 12 Registri di cronache e memorie, [1895] - 1940 {40}

quaderni 1

A 12.1 {41} "Alcune notizie riguardo alla chiesa di Cimego" (tit. int.) [1895] - 1940 (con integrazioni fino al 1961) Notizie relative alle chiese di San Martino e Sant'Antonio a partire dal XIV secolo compilate da don Alessandro Bertolasi (1895- 1940), con copia dattiloscritta dell'epigrafe romana scoperta a Cimego redatta dallo storico Guido Boni e lettera autografa di Boni relativa a persone illustri di Cimego (1930). Alla fine, incollato: "Offerenti per l'organo", elenco di benefattori, s.d. Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 14 n.n.

32 serie A 13 Carteggio e atti, 1596 - 1968 {42}

fascicoli 8

Contenuto La serie è formata da otto fascicoli contenenti la documentazione prodotta o ricevuta dal parroco di Cimego relativa alla gestione dell'ufficio parrocchiale.

A 13.1 b. 1 {43} Concessioni, privilegi e devozioni 1596 - 1962 Concessione della facoltà di conservare il Santissimo Sacramento nella chiesa di San Martino (1596), facoltà concessa al curato di seppellire i morti (1633 copia), concessione dell'apertura del fonte battesimale il Sabato Santo (1788), privilegio all'altare maggiore (1826), erezione della Via Crucis nella chiesa di Sant'Antonio e in quella di San Martino (1892; 1923), concessioni di indulgenze (1934; 1955), modalità per condurre processioni religiose (1940-1942), ecc. Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 36

A 13.2 b. 1 {44} Carteggio e atti 1700 (copia); 1821 - 1959 Atti relativi al beneficio Girardini (1700 copia; 1821-1846), prospetto dei benefici e cappellanie di Cimego, documentazione relativa a legati e a messe legatarie, associazioni ed opere pie della curazia, fogli di pagamento di interessi su prestiti di stato relativi a vari enti ecclesiastici (1915-1918), circolari provenienti da autorità ecclesiastiche (1915-1920), monumento ai caduti, corrispondenza con Ordinariato e decano, carteggio e atti attinenti all'anagrafe (1923-1944), celebrazioni, ecc. Italiano Fascicolo; carta, cc. 184

A 13.3 b. 2 {45} Autentiche di reliquie 1737 - 1909 N. 18 autentiche di reliquie Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 29

33

A 13.4 b. 2 {46} "Per elevazione della cura di Cimego a parrocchia" 1805; 1890 - 1960 Ricorso del vicario parrocchiale contro la richiesta della comunità di Cimego di rendersi indipendente dalla matrice (1805), concessioni alla curazia da parte dell'Ordinariato (1890), corrispondenza con il parroco di Condino e con l'Ordinariato (1911-1912), corrispondenza con autorità civili ed ecclesiastiche relativamente all'elevazione a parrocchia (1942), finanziamenti comunali per erezione a parrocchia (1942), lettera di incarico a don Quirino Salvagni della supplenza nella curazia e successiva nomima a parroco (1942; 1944), decreto di erezione a parrocchia (1943), riconoscimento civile della parrocchia (1960). Italiano Fascicolo; carta, cc. 49

A 13.5 b. 2 {47} Atti amministrativi del beneficio curaziale 1885 -1936 (con allegati del 1873 e 1880) Diffida di pagamento dell'imposta fondiaria relativa alla canonica (1885), atti relativi all'obbligo del Comune al mantenimento del curato e alla sua congrua con allegati capitoli curaziali (1893-1898, allegati del 1873 e 1880), fassioni di congrua e prospetti di rettificazione (1899-1936), atti relativi alla partecipazione del Fondo di religione per la corresponsione della congrua (1911-1917). Italiano Fascicolo; carta, cc. 77

A 13.6 b. 2 {48} Nati, matrimoni e morti all'estero 1887 - 1921 Notificazioni di nascite (1889-1918), di matrimoni (1887-1921) e di morti (1895-1920) avvenuti all'estero e fuori parrocchia. Italiano, tedesco, inglese, spagnolo Fascicolo; carta, cc. 60

A 13.7 b. 2 {49} Atti di consegna 1894; 1940 - 1968 Atti relativi alle consegne e riconsegne dei beni degli enti ecclesiastici della curazia/parrocchia di Cimego. Italiano Fascicolo; carta, cc. 79

A 13.8 b. 2 {50} Visite pastorali 1909 - 1961 Atti relativi alle visite pastorali del 1909 (decreto visitale), del 1928 (questionario), del 1951 (questionario) e del 1961 (questionario e decreto visitale). Contiene: osservazioni relative alla visita decanale del 1914. Italiano Fascicolo; carta, cc. 41

34

Ente Chiesa di San Martino {51} [1363] - 1987 gennaio 24

Luoghi Cimego (TN)

Archivi prodotti Fondo Chiesa di San Martino in Cimego, 01/01/1803 - 31/12/1985

Storia La chiesa di San Martino di Cimego ha origini molto antiche. Da un quaderno manoscritto presente nell'archivio della parrocchia di mano di don Alessandro Bertolasi (1) si apprende infatti dell'esistenza presso l'archivio comunale di Condino di un documento datato 1363 in cui la chiesa di San Martino viene menzionata in occasione di un'adunanza della comunità (2). Il documento più antico dell'archivio parrocchiale di Cimego attesta inoltre che nel 1460 il vescovo sabinense concesse 100 giorni di indulgenza ai visitatori della chiesa (3). Negli atti relativi alla visita pastorale compiuta il 29 aprile 1537 la "cappella" di San Martino è menzionata insieme alle altre chiese soggette alla pieve di Condino (4). L'edificio sorgeva al di fuori dell'abitato che era costituito da poche contrade. L'attuale presbiterio corrispondeva verosimilmente alla parte più antica della chiesa alla quale si accedeva tramite un ingresso situato in corrispondenza dell'arco che ora separa il presbiterio dalla navata. Il cimitero si trovava a ovest mentre il campanile era molto più basso dell'attuale. All'interno, come rivela la visita vescovile del 1579, vi erano tre altari, quello maggiore dedicato al santo titolare, quello di sinistra ai santi Rocco e Sebastiano e quello di destra a san Lorenzo (5). In occasione della stessa visita venne segnalata l'urgenza di interventi di restauro poichè erano presenti crepe, finestre prive di vetrate e il pavimento della navata si presentava mal ridotto. Circa nell'anno 1594 all'edificio venne aggiunta la navata principale occupando per tale ampliamento una parte del cimitero che, in tal modo, risultò tagliato in due. Tra il 1805 e il 1808 si attuarono interventi di restauro a spese della comunità di Cimego realizzando pure, grazie alla generosità di una benefattrice, due nuove cappelle laterali. Venne costruito un nuovo altare maggiore, rifatta la scala che saliva al campanile, aggiustati i cornicioni, sistemati il pavimento e il pulpito. Nel 1826 venne realizzato un nuovo spazio per il cimitero. Tra il 1827 e il 1841 si intrapresero i lavori di prolungamento della navata e di sistemazione dell'edificio e nel 1844 la ditta Felice Cadei di Chiari ottenne l'incarico di realizzare un piccolo organo che venne successivamente ricostruito nel 1929 dalla ditta Aletti di Monza in seguito ai notevoli danni subiti in conseguenza degli eventi bellici. In occasione della guerra furono portate via dalle truppe austriache quattro delle cinque campane situate sulla torre campanaria e per tutta la durata dei combattimenti la popolazione si dovette trasferire in Val Rendena. Il villaggio subì in quell'occasione notevoli danni a causa dei bombardamenti. Nel marzo del 1919 la popolazione rientrò e si iniziarono i lavori di ricostruzione anche dell'edificio sacro. L'unica campana rimasta, delle cinque preesistenti, venne rifusa e ridotta di dimensioni, ad essa poi se ne aggiunsero altre quattro che vennero collocate il 16 maggio 1929. Negli anni a seguire furono fatti altri interventi di restauro specie dopo la guerra conclusasi nel 1945. Rilevante è la motorizzazione dell'organo e l'introduzione del riscaldamento a gas nell'edificio avvenute entrambe nel 1960. 35

Le rendite la chiesa di San Martino erano costituite da alcuni beni immobili, da capitali investiti presso privati e da entrate in denaro derivanti da elemosine. Il Comune provvedeva, quale patrono, alla manutenzione dell'edificio. Tra i beni immobili di proprietà della chiesa vi era anche la chiesetta di Sant'Antonio eretta nel 1462 e situata in località Quartinago. Munita di tre altari, era amministrata dal curato assistito da fabbriceri che gestivano un piccolo importo depositato in banca e le rendite derivanti dall'affitto di alcuni alberi di gelso. In essa vi si adempivano oneri missari e si celebrava in occasione delle feste di sant'Antonio e di san Giuseppe (6). Presso la chiesa di Sant'Antonio fu eretto alla fine del XVII secolo il beneficio Martino Bertini. L'edificio sacro fu utilizzato per le sacre funzioni durante i lavori di ricostruzione del paese e della chiesa di San Martino a seguito degli eventi bellici. In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato quest'ultimo sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Chiesa di San Martino in Cimego con l'annessa chiesa filiale di Sant'Antonio è stato soppresso e i suoi beni (con tutte le relative pertinenze, accessioni, comproprietà, diritti, servitù e ipoteche) sono stati assegnati all'ente Parrocchia di San Martino con sede in Cimego.

Funzioni, occupazioni e attività Il curatore d'anime era il legittimo amministratore della sostanza della chiesa curata, come anche delle chiese annesse e di tutte le fondazioni istituite a favore delle stesse. Il patrimonio della chiesa era costituito dagli apparati, dagli utensili, dagli arredi sacri di cui essa è provvista per il culto divino, dagli altri beni mobili di sua proprietà, come pure dai fabbricati, fondi, capitali, introiti, diritti ad essa appartenenti, i cui proventi sono destinati a sopperire ai bisogni del culto divino e al mantenimento in buono stato dei fabbricati. Il parroco svolgeva la sua attività di responsabile amministrativo affiancato dai fabbricieri (detti anche sindaci o massari), quali rappresentanti della comunità. L'istituzione e l'azione dei fabbricieri vennero disciplinate da un decreto napoleonico del 26 maggio 1807: venivano nominati per decreto ministeriale o prefettizio, erano generalmente tre per ciascuna chiesa e duravano in carica cinque anni. Nella diocesi di Trento venne emanata nel 1865 una normativa relativa all'amministrazione delle chiese che disciplinava, tra l'altro, anche il rapporto del curatore d'anime coi fabbricieri. Il primo era considerato l'organo ecclesiastico dell'amministrazione e a lui competeva la principale direzione; i fabbricieri gli erano affiancati "tanto allo scopo di prestargli assistenza, quanto nella loro qualità di rappresentanti della comunità ecclesiastica (...). Tanto il curator d'anime che i fabbricieri devono sempre aver cognizione di quanto concerne l'amministrazione". I fabbricieri venivano di regola proposti al curatore d'anime; il loro ufficio durava due anni, salvo la possibilità di essere riconfermati. Dal 1874 (Legge 7 maggio 1874, Boll. Leggi dell'Impero n. 50) spettava al decano il diritto di nominare i fabbricieri proposti dalla comunità. Le fabbricerie erano perciò organi amministrativi dipendenti dall'autorità ecclesiastica, ai quali era demandata l'amministrazione dei beni temporali di una chiesa, con esclusione di qualsiasi ingerenza nelle questioni di culto. Anche il Codice di diritto canonico del 1917 (cann. 1183-1184) contemplava espressamente la fabbriceria, escludendola però da molte ingerenze (elemosine di messe, ordine della chiesa e del cimitero, disposizione e custodia dei libri parrocchiali, ecc.). Lo stesso Codice conferiva alla chiesa personalità giuridica, con il diritto di acquistare, ritenere, amministrare liberamente ed indipendentemente da ogni potere civile beni temporali per il conseguimento dei propri fini (can. 1495). Dove mancava la fabbriceria, l'amministratore unico era il rettore della chiesa, sotto l'esclusivo controllo dell'Ordinario. Il parroco o rettore della chiesa, che faceva sempre parte di diritto della fabbriceria, per la natura stessa dell'ente ne era il presidente. Il Concordato del 1929 e il regio decreto del 26 settembre 1935 ridimensionarono ulteriormente la rilevanza delle fabbricerie. L'ente chiesa parrocchiale è stato soppresso in seguito all'applicazione degli adempimenti in materia di revisione concordataria seguiti alla legge 20

36 maggio 1985 n. 222, e all'entrata in vigore del relativo regolamento di esecuzione (decreto 13 febbraio 1987, n.33), in particolare in seguito all'approvazione dei decreti con i quali è stata stabilita la sede e la denominazione dei nuovi enti parrocchia.

Contesto generale Diocesi di Trento

Fonti normative Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi" Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento

Note (1) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Martino in Cimego, Registri di cronache e memorie, reg. 1. (2) Cfr. Archivio comunale di Condino, perg. n. 29/1. (3) Cfr. Pergamene della parrocchia di San Martino in Cimego, perg. 1. (4) Cfr. ADT, Atti visitali, n. 1 (1537). (5) Cfr. ADT, Atti visitali, n. 5 (1579). (6) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Martino in Cimego, Carteggio e atti, fasc. 8.

37 fondo B Chiesa di San Martino in Cimego, 1803 - 1985 {52}

registri 2, buste 1, fascicoli 2

Soggetti produttori Chiesa di San Martino, [1363] - 1987 gennaio 24

Lingua Italiano

38 serie B 1 Registri per il sacrestano, 1803 - 1876 {53}

registri 1

B 1.1 {54} "Inventario della venerabile chiesa di San Martino 1803 e 1839" 1803 - 1876 gennaio 1 - Capitoli, obblighi e salario per il sacrestano della chiesa di San Martino, 1803, 1841 gennaio 10; - "Incanti della monegaria", contratti d'assunzione dei sacrestani da parte della vicinia di Cimego con sottoscrizione degli assunti, 1804 gennaio 6-1876 gennaio 1; - inventari dei beni mobili e dei paramenti della chiesa, 1804 gennaio 3, 1839. Italiano Registro; carta, legatura in carta, con appigli, cc. 21 n.n.

39 serie B 2 Registri di cassa, 1940 - 1985 {55}

registri 1

B 2.1 {56} "Registro cassa della chiesa di Cimego 1940-1985" 1940 - 1985 Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 49 n.n.

40 serie B 3 Resoconti, 1914 - 1960 {57}

buste 1

Contenuto Con il decreto governativo del 3 agosto 1803 il Ministero per il culto del Regno d'Italia stabiliva delle regole per una migliore amministrazione economica dei beni in possesso degli istituti religiosi. Tutti gli "stabilimenti di religione e di beneficenza pubblica" erano tenuti a presentare annualmente alle municipalità il bilancio della loro attività, entro i tre mesi dell'anno successivo. In base alla circolare del governo del Tirolo e Vorarlberg del 13 ottobre 1821, ogni anno i sindaci della chiesa, nominati dal capo-comune e confermati dal pastore delle anime e dal giudice distrettuale, dovevano rendere conto dell'amministrazione del patrimonio della chiesa mediante un resoconto. Sei settimane dopo il termine dell'anno militare, che cominciava il primo novembre e terminava il 31 ottobre, il sindaco della chiesa servendosi di appositi formulari doveva rendere i conti dell'amministrazione della chiesa, alla presenza del giudice, del pastore locale e di una deputazione comunale. Il conto formalmente rivisto e approvato doveva essere custodito nella cassa della chiesa o in un apposito armadio; in questa occasione era cura del pastore locale delle anime compilare un estratto di tale conto e trasmetterlo per conoscenza all'Ordinariato. Rimase sempre comunque al vescovo l'ispezione del patrimonio delle chiese della sua diocesi. La sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, che prima del Concordato tra stato austriaco e chiesa del 1855 spettava quindi agli organi locali di governo, passava, in base all'art. 30 dell'accordo, all'autorità ecclesiastica. A Trento nel 1865 venne istituito a questo scopo l'Ufficio amministrativo diocesano. Le "Norme d'amministrazione ecclesiastica" pubblicate nel Bollettino delle Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866 regolamentarono la materia stabilendo, tra l'altro, la formazione dei resoconti secondo determinati formulari. Gli amministratori dovevano redigere annualmente i resoconti che, con il visto del curatore d'anime, dovevano essere inviati per l'approvazione all'Ordinariato con la relativa documentazione in ordine di entrata e di uscita. L'Ordinariato doveva vistare e rispedire una copia dei resoconti al curatore d'anime e inviarne un'altra all'autorità politica provinciale. Il Concordato tra stato italiano e chiesa del 1929 non apportò variazioni sostanziali a questo stato di cose.

B 3.1 b. 1 {58} Resoconti 1914 - 1960 Nn. 1 - 35 Resoconti e parziale documentazione di corredo. Italiano Busta; carta, cc. 469 n.n.

41 serie B 4 Carteggio e atti, 1840 (copia) - 1960 {59}

fascicoli 2

B 4.1 b. 1 {60} Atti amministrativi 1840 (copia); 1865 - 1960 Carteggio e atti relativi a mutui ipotecari, inventari del patrimonio, prestiti di guerra austriaci, situazione titoli di stato e cartelle fondiarie, stato patrimoniale, legati a favore della chiesa, carteggio e atti relativi al sacrestano, ecc. Italiano Fascicolo; carta, cc. 114

B 4.2 b. 1 {61} Lavori e restauri 1916 - 1960 Carteggio e atti relativi alla realizzazione di un concerto campanario post eventi bellici (1916-1929; 1943), restauro dell'organo e successiva motorizzazione (1921-1929; 1960), interventi di manutenzione e restauro della chiesa parrocchiale e di quella di Sant'Antonio (1922-1927), restauro dell'armonium (1959), disegni a matita e schizzi (s.d.). Contiene, a stampa: "L'organo delle Giudicarie", 1930. Italiano Fascicolo; carta, cc. 130

42

Ente Beneficio Martino Bertini {62} 1685 - 1987 gennaio 24

Luoghi Cimego (TN)

Archivi prodotti Fondo Beneficio Martino Bertini in Cimego, 01/01/1685 - 31/12/1982

Storia Martino fu Paride Bertini da Cimego istituì con suo testamento del 4 novembre 1685 (1) un beneficio presso la chiesa di Sant'Antonio eretta in località Quartinago. Il testatore, dopo aver disposto diversi legati "all'altare et scola del Santissimo Sacramento, alla scolla del Santissimo Rosario, a tutti gli altari erretti nella chiesa di Santo Antonio, alla magnifica comunità di Cemego, alli suoi vicini di Cemego (...)", eresse nella chiesa di Sant'Antonio un beneficio perpetuo di quattro messe settimanali, dotandolo di un cospicuo patrimonio costituito da stabili, da beni mobili e da censi. Nel testamento Martino Bertini diede indicazioni circa la nomina del primo sacerdote beneficiato, che egli indicò nella persona di Bortolo di Domenico Zulberti di Cimego, ancora studente. Per volontà del testatore i beneficiati dovevano appartenere alla casata Zulberti, cui sarebbe subentrata se necessario quella Bertini. In mancanza di sacerdoti provenienti da queste famiglie il diritto di patronato e la facoltà di eleggere i beneficiati sarebbero spettati ai consoli della "magnifica communità di Cemego legitimamente in publica regola congregati". Nel testamento vennero inseriti anche i capitoli per il futuro beneficiato, che avrebbe avuto l'obbligo di far celebrare, in suffragio del testatore e dei suoi defunti, quattro messe ogni settimana nella chiesa di Sant'Antonio; di celebrare la santa messa nella chiesa di San Martino durante le feste di Natale, a Pasqua, il giorno dell'Assunzione e nei mesi estivi (maggio-agosto) tutti i lunedì o venerdì all'altare privilegiato del Santissimo Rosario; di risiedere a Cimego nella casa beneficiale, che doveva mantenere in efficienza e buono stato a sue spese. Il sacerdote doveva inoltre "tener perpetuamente buona scolla nella propria casa et habitatione ... coll'insegnare in quella a leggere, scrivere et far conti a sei filioli maschi della casa Zulberti". Il beneficiato Bertini doveva anche essere di aiuto al curato locale nelle confessioni, nella messa domenicale e nell'insegnare la dottrina cristiana; in caso di vacanza della curazia egli avrebbe supplito nella cura d'anime per un periodo massimo di due mesi. Martino Bertini nominò commissari e propri esecutori testamentari i consoli della comunità di Cimego e i massari della chiesa di Sant'Antonio. L'amministrazione del beneficio era affidata al curato locale, al capo comune e ai sindaci della chiesa. Il titolare della curazia di Cimego divenne in seguito il solo rappresentante del beneficio Bertini. Nel 1928 non c'era alcun sacerdote investito e le entrate del beneficio venivano impiegate nella celebrazione delle messe e nella soddisfazione degli oneri inerenti (2).

43

In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Beneficio Martino Bertini di Cimego ha perso la personalità giuridica civile.

Contesto generale Diocesi di Trento

Fonti normative Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi" Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento

Note (1) Copia del testamento si trova in: Beneficio Martino Bertini in Cimego, Carteggio e atti, fasc. 1. (2) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Martino in Cimego, Carteggio e atti, fasc. 8.

44 fondo C Beneficio Martino Bertini in Cimego, 1685 - 1982 {63}

quaderni 1, buste 1, fascicoli 1

Soggetti produttori Beneficio Martino Bertini, 1685 - 1987 gennaio 24

Lingua Italiano

45 serie C 1 Registri di cassa, 1940 - 1982 {64}

quaderni 1

C 1.1 {65} "Cimego. Beneficio Bertini" 1940 - 1982 Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 14 n.n.

46 serie C 2 Resoconti, 1913 - 1960 {66}

buste 1

Contenuto La sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, che prima del Concordato tra stato austriaco e chiesa del 1855 spettava agli organi locali di governo, passava, in base all'art. 30 dell'accordo, all'autorità ecclesiastica. A Trento nel 1865 venne istituito a questo scopo l'Ufficio amministrativo diocesano. Le "Norme d'amministrazione ecclesiastica" pubblicate nel Bollettino delle Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866 regolamentarono la materia stabilendo, tra l'altro, la formazione dei resoconti secondo determinati formulari. Gli amministratori dovevano redigere annualmente i resoconti che, con il visto del curatore d'anime, dovevano essere inviati per l'approvazione all'Ordinariato con la relativa documentazione in ordine di entrata e di uscita. L'Ordinariato doveva vistare e rispedire una copia dei resoconti al curatore d'anime e inviarne un'altra all'autorità politica provinciale. Il Concordato tra stato italiano e chiesa del 1929 non apportò variazioni sostanziali a questo stato di cose.

C 2.1 b.1 {67} Resoconti 1913 - 1960 Nn. 1 - 35 Resoconti e parziale documentazione di corredo. Italiano Busta; carta, cc. 202 n.n.

47 serie C 3 Carteggio e atti, 1685 (copia) - 1948 {68}

fascicoli 1

C 3.1 b. 1 {69} Carteggio e atti 1685 (copia); 1878 - 1948 Testamento di Martino fu Paride Bertini di Cimego (1685 copia), documenti di mutuo (1878), mappa dei fondi del beneficio, della chiesa e del "legato beneficienze locali" (1891), condizioni ed atti d'asta per la locazione dei fondi (1904-1946), modalità per la celebrazione delle messe, cedole del prestito di guerra, fogli di possesso fondiario, autorizzazioni per l'acquisto e la vendita di fondi, atti di compravendita, ecc. Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 127

48

Ente Mansioneria Lucia Marescalchi {70} 1728 - 1963

Luoghi Cimego (TN)

Archivi prodotti Fondo Mansioneria Lucia Marescalchi in Cimego, 01/01/1728 - 31/12/1914

Storia Con il testamento del 25 giugno 1728 Lucia Marescalchi nata Toniotti di Cimego istituì una mansioneria (1) dotandola di beni stabili. Il beneficio era gravato dalla celebrazione di messe, tante quante ne permettevano le rendite. Nel 1789, alla fine di una causa per diritti di successione, il patrimonio immobiliare venne capitalizzato e investito presso la comunità di Castello. Con atto del 25 gennaio 1840 il capitale passò al comune di Cimego che riconosceva gli obblighi di far celebrare 129 messe l'anno e di corrispondere al curato le relative elemosine. Nel 1907 il comune di Cimego chiese l'affrancazione degli oneri missari e in seguito al parere favorevole dell'Ordinariato versò nelle mani del curato di Cimego, 'commissario' della mansioneria, un capitale di poco più superiore alle 3500 corone. Gli amministratori della mansioneria investirono quasi tutta la quota in obbligazioni di stato vincolate al nome 'Mansioneria Marescalchi in Cimego' e una piccola parte fu depositata in un libretto di risparmio. Con gli interessi si facevano celebrare ogni anno 129 messe. In seguito alla sanatoria del 22 marzo 1963 tutte le messe furono affrancate e il rimanente della dotazione fu versato in Curia.

Contesto generale Diocesi di Trento

Note (1) Legato perpetuo di messe.

49 fondo D Mansioneria Lucia Marescalchi in Cimego, 1728 - 1914 {71}

fascicoli 2

Soggetti produttori Mansioneria Lucia Marescalchi, 1728 - 1963

Lingua Italiano

50 serie D 1 Resoconti, 1909 - 1914 {72}

fascicoli 1

Contenuto La sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, che prima del Concordato tra stato austriaco e chiesa del 1855 spettava agli organi locali di governo, passava, in base all'art. 30 dell'accordo, all'autorità ecclesiastica. A Trento nel 1865 venne istituito a questo scopo l'Ufficio amministrativo diocesano. Le "Norme d'amministrazione ecclesiastica" pubblicate nel Bollettino delle Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866 regolamentarono la materia stabilendo, tra l'altro, la formazione dei resoconti secondo determinati formulari. Gli amministratori dovevano redigere annualmente i resoconti che, con il visto del curatore d'anime, dovevano essere inviati per l'approvazione all'Ordinariato con la relativa documentazione in ordine di entrata e di uscita. L'Ordinariato doveva vistare e rispedire una copia dei resoconti al curatore d'anime e inviarne un'altra all'autorità politica provinciale. Il Concordato tra stato italiano e chiesa del 1929 non apportò variazioni sostanziali a questo stato di cose.

D 1.1 b. 1 {73} Resoconti 1909 - 1914 Nn. 1 - 6 Italiano Fascicolo; carta, cc. 12 n.n.

51 serie D 2 Carteggio e atti, 1728 (copia) - 1910 {74}

fascicoli 1

D 2.1 b. 1 {75} Carteggio e atti 1728 (copia) - 1795; 1898 - 1910 Testamento di Lucia Marescalchi di Cimego (1728 copia); atto relativo alla causa di successione (1780 copia), atti relativi alla ricomposizione della causa (1781), facoltà di investire il capitale presso la comunità di Castello (1789), annotazioni di cassa (1789- 1795), corrispondenza con la Curia in merito agli oneri missari (1898-1909), impegno del comune di Cimego per la celebrazione di messe per l'anno 1894 (1910). Italiano Fascicolo; carta, cc. 29

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Ente Confraternita del Santissimo Sacramento {76} [1513 - ante 2004]

Luoghi Cimego (TN)

Archivi prodotti Fondo Confraternita del Santissimo Sacramento in Cimego, 01/01/1870 - 31/12/1931

Storia La confraternita del Santissimo Sacramento di Cimego fu eretta nel 1513 "per zelo ed amore di alcuni uomini di Cimego abitanti in quel tempo a Venezia ..." (1). Sotto il pontificato di Sisto V, venne aggregata all'arciconfraternita di Roma e nel 1596, in occasione della visita pastorale venne approvata dal vescovo di Trento. Dal 1783 i confratelli, appoggiati dal curato Giuseppe Brunati, introdussero l'uso delle cappe rosse e nel 1893, in occasione della stesura del nuovo statuto approvato il 17 gennaio, si introdusse l'uso della veste bianca con mantello rosso. Durante la prima grande guerra, in occasione dell'abbandono dell'abitato per trovare rifugio in Valle Rendena, le cappe rosse furono abbandonate e andarono distrutte. Dal verbale della visita pastorale del 1928 (2) si evince che gli iscritti andavano notevolmente calando tanto che la confraternita perse il suo iniziale entusiasmo e ridusse notevolmente la sua attività. La documentazione relativa alla confraternita del Santissimo di Cimego presente in archivio si ferma al 1931 e l'ultima visita pastorale in cui se ne fa menzione risale al 1928. Già in occasione delle visite del 1951 e del 1961 viene ribadito "la confraternita del Santissimo Sacramento non esite, esisteva prima della guerra 1914-18" (3). Tutte le confraternite ancora attive sono state soppresse con decreto vescovile nel 2004.

Funzioni, occupazioni e attività Le confraternite sono pie congregazioni di persone laiche associate per attendere ad esercizi di culto e anche di beneficenza. Esse possono essere canonicamente erette dalla competente autorità ecclesiastica, oppure mancare di tale approvazione e in questo caso sono enti di natura laicale. Norme generali circa l'erezione delle confraternite, da osservarsi esattamente pena la nullità delle stesse, furono stabilite da papa Clemente VIII (Bolla "Quaecumque a Sede Apostolica" del 7 dicembre 1604). Fin dal Concilio di Trento la Chiesa sentì la necessità di esercitare su di esse un'azione di controllo, ponendole sotto la vigilanza dei vescovi ed introducendovi il clero. In conseguenza di ciò il curatore d'anime ricoprì presto al loro interno una posizione preminente - generalmente ne era il presidente - ed era chiamato a garantirne il retto funzionamento. Un interesse particolare dell'autorità ecclesiastica era dedicato all'amministrazione dei redditi dei vari sodalizi. Ad essa provvedeva un massaro, che ogni anno doveva rendere conto del suo operato. Per le associazioni trentine, in particolare, lo scopo principale era quello di assicurare la celebrazione di messe in suffragio dell'anima dei confratelli e delle consorelle defunti. Durante il periodo napoleonico le confraternite religiose furono soppresse, ad eccezione di quelle del Santissimo Sacramento, seguendo provvedimenti analoghi a quelli presi da Giuseppe II e dal governo bavarese durante la loro dominazione nel Trentino. Infatti il decreto del 25 aprile 1810 art. I stabiliva: "Sono proibite in tutto il Regno le confraternite, le congregazioni, le compagnie ed in genere tutte le società religiose laicali eccettuate le confraternite sotto la denominazione del Santissimo, delle quali potrà 53 esistere una sola presso ciascuna parrocchia sotto la direzione e dipendenza dell'Ordinariato e del parroco rispettivo per l'esercizio delle sacre funzioni" e l'art. IV prevedeva che i beni e le rendite delle confraternite del Santissimo fossero amministrati dai fabbriceri delle chiese parrocchiali e sussidiarie. In seguito al Concordato le confraternite che avevano scopo esclusivo o prevalente di culto passarono alla dipendenza dell'autorità ecclesiastica per quanto riguardava il funzionamento e l'amministrazione.

Contesto generale Diocesi di Trento

Note (1) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Martino in Cimego, Registri di cronache e memorie, reg. 1. (2) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Martino in Cimego, Carteggio e atti, fasc. 8. (3) Ibidem.

54 fondo E Confraternita del Santissimo Sacramento in Cimego, 1870 - 1931 {77}

registri 1, fascicoli 1

Soggetti produttori Confraternita del Santissimo Sacramento, [1513 - ante 2004]

Lingua Italiano; latino

55 serie E 1 Registri di amministrazione, 1870 - 1931 {78}

registri 1

E 1.1 {79} "Confraternita del Santissimo Sacramento" 1870 - 1931 novembre Altre denominazioni: "Confraternita del Santissimo Sacramento nella curazia di Cimego" (tit. int.) pp. 1-4: "Capitali dell'antica confraternita del Santissimo Sacramento nella curazia di Cimego", 1893 gennaio 6 (copia); pp. 5-35: registro degli iscritti e delle iscritte, 1870 (1)-1931 novembre; pp. 37-77: "Note ossia decisioni e rendiconti delle congreghe annuali della confraternita del Santissimo Sacramento in Cimego", 1893 luglio 9-1919 agosto 17 Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, pp. 77 Note (1) Probabilmente erano iscritti alla confraternita di Condino.

56 serie E 2 Carteggio e atti, 1893 - 1914 {80}

fascicoli 1

E 2.1 b. 1 {81} Carteggio e atti 1893 - 1914 Capitoli, quietanze, spese varie. Contiene, a stampa: "Constitutiones et privilegia..." concessi alla confraternita del Santissimo Corpo di Gesù Cristo in Roma, approvati anche per la confraternita di Cimego in data 1596 settembre 25; "Statuto della confraternita del Santissimo Sacramento in ", 1910. Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 7

57

Ente Congregazione di carità {82} sec. XVIII - 1929

Luoghi Cimego (TN)

Altre Forme autorizzate del nome Legati beneficenze Pia Beneficenza Pie Beneficenze di Cimego

Archivi prodotti Fondo Documentazione dell'archivio della Congregazione di carità in Cimego, 01/01/1804 - 31/12/1929

Storia "Questa Congregazione di carità che sia pure volgarmente denominata anche pia Beneficenza, ma la vera istituzione era ed è veramente Congregazione di carità, essendo che il ricavato d'ogni anno va ripartito e dispensato fra le famiglie, fuochi e fuocarelli, di Cimego" (1). La precisazione, relativa alla confusione con cui a Cimego si intendeva parlare della Congregazione di carità, si rese necessaria nel 1923 al fine del ricorso per il riconoscimento dell'adeguamento delle imposte degli enti danneggiati dalla guerra: "Supposto che la pratica fosse forse intestata Pia beneficenza, ciò non toglie che la sostanza ed il contenuto è sempre Congregazione di Carità" (2). Nel 1922 l'ufficio competente aveva infatti rigettato la domanda poiché questa era stata presentata a nome della 'Pia Beneficenza', ente non riconosciuto come la Congregazione di carità. Le fondazioni che rientravano nella pubblica beneficenza di Cimego erano relative ad antichi legati, denominati 'le Beneficenze', e ai legati di Bona Zulberti, Bernardo Bertini, Apollonia Sadei e Rosa Antonini. I relativi documenti di fondazione andarono smarriti durante la prima guerra mondiale, ma i legati avevano tutti come scopo la distribuzione di sale o di pane a tutte le famiglie di Cimego (3). In archivio si conservano le copie del testamento di Rosa Antonini del 6 agosto 1804 e dell'atto di fondazione del legato predisposto dalla stessa e redatto nel 1841 (4). La testatrice, che aveva nominato suoi eredi universali "l'anima propria ... e le Carità d'esso Cimego", aveva disposto che con le rendite dei beni lasciati, cioè campi e capitali, venisse celebrato ogni anno un ufficio da morto nella chiesa curata di Cimego e che con le rimanenti rendite si provvedesse alla distribuzione annuale di "tanto sale o tanto olio d'oliva secondo che sembrerà più opportuno al pubblico di esso Cimego, cioè ai votanti regolanari". Il documento di fondazione venne steso alla presenza dell'arciprete di Condino (quale legale rappresentante delle pie fondazioni), del curato don Bartolomeo Tamburini e di don Domenico Zulberti (il curato locale pro tempore con l'assistenza del sacerdote più vecchio della villa di Cimego furono nominati dalla testatrice 'commissari') e la rappresentanza comunale di Cimego (quale "interessata e rappresentante il legato dispensa focatica di quel luogo"). Così il documento: "La rappresentanza comunale di Cimego sottoscritta a nome di quel comune avente diritto alla dispensa focatica, ed il signor arciprete qual rappresentante legale le pie fondazioni, il signor curato e don Domenico Zulberti quai Commissari chiamati dalla testatrice ... riconoscono le disposizioni". 58

Nel dicembre 1900 la rappresentanza comunale di Cimego nominò amministratore delle pie Beneficenze, ovvero della Congregazione di carità di Cimego, il signor Giovanni Zulberti corrispondendogli "un annuo salario ... a compenso delle sue mansioni compreso l'estensione e liquidazione dei conti annuali. Nel disimpegno delle sue mansioni dovrà attenersi scrupolosamente alle disposizioni previste dai testamenti e documenti di fondazione ... di sottostare a tutti gli ordini che li veranno impartiti da questa rappresentanza comunale quale rappresentatrice il patronato di questo Comune" (5). Nel luglio del 1926 si costituì a Cimego un Comitato diretto ad ottenere la necessaria autorizzazione per poter devolvere a favore dell'erigenda scuola materna tutti i diritti sul patrimonio e sui proventi dei vari legati di beneficenza del comune denominati le Beneficenze, legati Bona Zulberti, Apollonia Sadei, Bernardo Bertini e Lorenzo Tamburini; a tale fine era necessaria l'espressa rinuncia dei capifamiglia interessati. Nel 1928, con atto del 5 maggio, "i pertinenti del comune di Cimego ... cedono e rinunziano ... ad ogni loro diritto tanto sul patrimonio come sui relativi proventi annui ... delle Beneficenze locali a favore dell'erigendo ente denominato 'Scuola materna' (Asilo infantile) di Cimego, persuasi che in tal modo si procurerà al paese un vantaggio di carattere eminentemente superiore e che le preghiere dei bambibi beneficiati suffragheranno ancor meglio i benefattori" (6). Con deliberazione del 13 agosto il podestà aderì pienamente alla "trasformazione dello scopo dei legati di Beneficenza di Cimego ... nel senso che il patrimonio e relativi proventi dei predetti legati venga devoluto all'erigendo Ente Scuola Materna di Cimego anziché alla distribuzione annua di pane e sale ad ogni singola famiglia oriunda del paese" (7). Nel 1938, con l'apertura della scuola materna, il patrimonio dei legati di beneficenza di Cimego, che erano stati impiegati allo scopo di erigere la nuova istituzione, rientrarono a disposizione del Comune attraverso la loro fusione nell'Ente comunale di assistenza (E.C.A.)

Funzioni, occupazioni e attività La Congregazione di carità (8) era un'istituzione pubblica di beneficenza istituita in Trentino in base al decreto vicereale del 15 febbraio 1811, n. 49, che all'art. 2 stabiliva: "in ogni comune del Dipartimento dell'Alto Adige e dei Cantoni di Tobiano e Primiero tutti gli spedali, orfanotrofi, luoghi pii, lasciti e fondi di pubblica beneficenza (...) avranno una sola e medesima amministrazione che prenderà il titolo di Congregazione di carità". Essa ebbe quale compito fondamentale l'assistenza e la beneficenza a persone in particolari difficoltà economiche (poveri, anziani, inabili al lavoro, fanciulli esposti, donne partorienti) o fisico-psichiche (malati e mentecatti) che da essa ricevevano sussidi in modo diretto - generi di prima necessità - o, molto spesso, attraverso l'assistenza e le cure prestate in apposite istituzioni di cui la Congregazione curava l'amministrazione patrimoniale. Le entrate della Congregazione provenivano da lasciti, donazioni, legati pii. L'art. 10 del suddetto decreto vicereale ordinava che ogni Congregazione dovesse essere divisa in tre sezioni - denominate "degli ospedali", "degli ospizi" e "delle limosine" - ognuna incaricata dell'esecuzione dell'amministrazione affidatale, di cui avrebbe reso conto alla Congregazione. Per quanto riguarda l'organico della Congregazione durante l'amministrazione italica, il decreto vicereale stabiliva che essa fosse composta da "probi e distinti cittadini del comune, scelti fra i proprietari, commercianti e gli uomini di legge più distinti". Il numero dei membri era compreso tra i quattro e i sei ed essi venivano nominati dal podestà o dal sindaco. Nel capoluogo di Dipartimento la Congregazione era presieduta dal prefetto, nei capoluoghi dei distretti dal viceprefetto e in tutti gli altri Comuni dal podestà o dal sindaco; in tutti i Comuni inoltre erano ugualmente membri di diritto il podestà o il sindaco, oppure un parroco del luogo. Le Congregazioni dipendevano dal Ministro dell'Interno del Regno d'Italia che vigilava tramite il consigliere di stato (artt. 1, 5, 6 del decreto vicereale) e intrattenevano con i comuni rapporti assai stretti. Con l'annessione del Trentino all'Austria venne sostanzialmente confermata la normativa vigente in materia di assistenza e

59 beneficenza pubblica e l'unica legge che nomina la Congregazione di carità fu l'editto del commissario in capo del Tirolo del 1° marzo 1814 (artt. 118-125), che confermò le Congregazioni di carità nei luoghi dove esistevano e dispose la loro istituzione nei Comuni che avessero dei propri istituti di beneficenza con una rendita lorda di almeno 500 fiorini. Durante la seconda dominazione austriaca le Congregazioni di carità continuarono la loro attività gestite da un apposito comitato. Le direttive date dalle autorità austriache prevedevano sostanzialmente che la rappresentanza della Congregazione fosse composta da un preside (o presidente) che doveva essere possibilmente il curatore d'anime locale, da due consiglieri e da un cassiere. Anche se non eletti come membri con voto attivo nelle deliberazioni, il curatore d'anime e il capocomune locali dovevano comunque far parte dell'organo direttivo della Congregazione. La nomina del preside, dei consiglieri e del cassiere spettava alla rappresentanza comunale con l'approvazione dell'autorità superiore (I.R. Pretura o I.R. Giudizio distrettuale). I rappresentanti della Congregazione si dovevano occupare della conservazione del patrimonio e decidere in merito all'elargizione dei sussidi; le deliberazioni dovevano sempre essere redatte su apposito protocollo. I compiti specifici del cassiere erano quelli di tenere un giornale di tutti i pagamenti effettuati e un registro della contabilità riportante i capitali investiti e i nomi dei debitori con gli interessi a loro dovuti e le somme mano a mano versate. Egli doveva inoltre, sulla base dei mandati rilasciati dal preside, pagare puntualmente le sovvenzioni ai poveri secondo l'importo stabilito. Era incaricato di presentare ogni anno al preside la resa di conto (corredata dalle relative pezze d'appoggio) affinché la esaminasse con i consiglieri e la passasse poi per la liquidazione alla rappresentanza comunale. Tale resa di conto veniva infine passata all'autorità superiore per la definitiva revisione ed approvazione. A partire dalla metà del secolo XIX i rapporti con i Comuni si intensificarono: alcune leggi stabilirono infatti che, non bastando i mezzi forniti dalle società di beneficenza e dagli istituti esistenti, la rappresentanza comunale avrebbe dovuto sopperire all'importo occorrente per le sovvenzioni ai poveri con i fondi della cassa comunale. Le Congregazioni di carità vennero soppresse in seguito all'entrata in vigore della legge del 3 giugno 1937, n. 847, che istituiva in ogni comune del Regno gli Enti comunali di assistenza (E.C.A.).

Note (1) Cfr. Documentazione dell'archivio della Congregazione di carità di Cimego, Carteggio e atti, fasc. 1. (2) Ibidem. (3) L'archivio del comune di Cimego fu completamente distrutto durante la prima guerra mondiale. (4) Cfr. Documentazione dell'archivio della Congregazione di carità di Cimego, Carteggio e atti, fasc. 1. (5) Ibidem. (6) Ibidem. (7) Cfr. Comitato pro erigendo Ente Scuola Materna di Cimego, Carteggio e atti, fasc. 1. (8) Le seguenti note sono tratte dalla scheda-soggetto redatta nel 2000 da Corrado Sala per il Servizio beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento, alla quale si rimanda per un approfondimento e per la bibliografia.

60 fondo F Documentazione dell'archivio della Congregazione di carità in Cimego, {83} 1804 (copia) - 1929

busta 1, fascicoli 1

Soggetti produttori Congregazione di carità, sec. XVIII - 1929

Lingua Italiano

61 serie F 1 Resoconti, 1901 - 1929 {84}

busta 1

F 1.1 b. 1 {85} Resoconti delle pie beneficenze 1901 - 1929 Nn. 1 - 15 Resoconti per gli anni 1901, 1905-1929 con parziale documentazione di corredo. Italiano Busta; carta, cc. 126 n.n.

62 serie F 2 Carteggio e atti, 1804 (copia) - 1929 {86}

fascicoli 1

F 2.1 b. 1 {87} Pie beneficenze 1804 (copia) - 1929 (con seguiti dal 1938 al 1942) Testamento di Rosa Antonini e atto di fondazione del legato (1804 copia; 1841 copia), inventari del patrimonio delle Beneficenze di Cimego (1839; 1859; 1865), atti d'asta e condizioni relative alla locazione degli stabili (1898-1929), nomina dell'amministratore delle pie Beneficenze (1900), elenco delle famiglie aventi diritto alla dispensa del sale (1922-1927), prospetto relativo alle fondazioni di pubblica beneficenza (1923), atto di rinuncia dei capifamiglia dei proventi derivanti dai legati di Cimego in favore del Comitato pro erigendo asilo infantile (1928), ecc. Contiene: atti relativi alle disposizioni per la fusione nell' Ente Comunale Assistenza delle Beneficenze di Cimego, 1938-1942. Italiano Fascicolo; carta, cc. 137

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Ente Comitato pro erigendo ente scuola materna {88} 1928 - 1938

Luoghi Cimego (TN)

Archivi prodotti Fondo Comitato pro erigendo ente scuola materna in Cimego, 01/01/1928 - 31/12/1939

Storia Nel luglio del 1926 si costituì a Cimego un Comitato diretto ad ottenere la necessaria autorizzazione per poter devolvere a favore dell'erigenda scuola materna tutti i diritti sul patrimonio e sui proventi dei vari legati di beneficenza del comune denominati le Beneficenze, legati Bona Zulberti, Apollonia Sadei, Bernardo Bertini e Lorenzo Tamburini; a tale fine era necessaria l'espressa rinuncia dei capifamiglia interessati. Nel 1928, con atto del 5 maggio, "i pertinenti del comune di Cimego ... cedono e rinunziano ad ogni loro diritto tanto sul patrimonio come sui relativi proventi annui" delle Beneficenze locali "a favore dell'erigendo ente denominato 'Scuola materna' (Asilo infantile) di Cimego, persuasi che in tal modo si procurerà al paese un vantaggio di carattere eminentemente superiore e che le preghiere dei bambini beneficiati suffragheranno ancor meglio i benefattori" (1). Con deliberazione del 13 agosto il podestà aderì pienamente alla "trasformazione dello scopo dei legati di Beneficenza di Cimego ... nel senso che il patrimonio e relativi proventi dei predetti legati venga devoluto all'erigendo Ente Scuola Materna di Cimego anziché alla distribuzione annua di pane e sale ad ogni singola famiglia oriunda del paese" (2). Con questi atti si diede perciò il via ai lavori del Comitato promotore che vedeva in qualità di presidente il curato don Alessandro Bertolasi e tra i suoi membri Giovanni Zulberti, presidente della locale Congregazione di carità. Il 16 ottobre 1929 il Comitato approvò lo statuto del nuovo ente; all'articolo 3, relativo al patrimonio sociale, si legge: "L'Ente morale Scuola materna di Cimego (Condino), per volere unanime e concorde di tutta la popolazione del paese, che con atto 5 maggio 1928, sottoscritto da ben 178 capi famiglia del luogo, rinunziò ai propri diritti, ha assorbito nella sua gestione ed a suo favore, come è motivato anche nella deliberazione podestarile del 13 agosto 1928 n. 78 il patrimonio dei cosidetti Legati Beneficenze, Legato Apollonia Sadei, Legato Bernardo Bertini e Legato Lorenzo Tamburini i cui proventi, nei tempi andati, venivano per diritto distribuiti, sotto forma di pane e sale, indistintamente a tutte le famiglie oriunde di Cimego, abbienti e non abbienti" (3). Il 16 gennaio 1930 lo statuto venne approvato anche dal provveditore agli studi di Trento e dopo qualche mese si costituì il Consiglio direttivo della scuola e l'Ufficio di presidenza. Il direttivo era composto, a norma dello statuto, da un rappresentante della frazione di Cimego (4), da un rappresentante dell'autorità ecclesiastica locale, da un rappresentante delle scuole elementari locali e da quattro membri eletti dall'adunanza generale; il presidente veniva eletto in seno al Consiglio direttivo, che si pronunciò in favore del curato Alessandro Bertolasi. Il Comitato lavorò per trovare i locali adatti allo scopo, ma la mancanza di fondi tardò la realizzazione del progetto. Nel 1938 il comune di Condino, con delibera del 23 aprile, concesse alla frazione di Cimego l'uso gratuito di due aule scolastiche abbandonate in occasione del trasferimento della scuola elementare in un nuovo edificio scolastico. Il Comitato aveva assicurato i fondi sufficienti per il funzionamento della struttura, che prese il via da quell'anno. 64

Note (1) Cfr. Documentazione dell'archivio della Congregazione di carità di Cimego, Carteggio e atti, fasc. 1. Copia dell'atto si trova allegata all'atto di approvazione dello statuto della scuola materna: cfr. Comitato pro erigendo Ente Scuola Materna di Cimego, Carteggio e atti, fasc. 1. (2) Cfr. Comitato pro erigendo Ente Scuola Materna di Cimego, Carteggio e atti, fasc. 1. (3) Ibidem, fasc. 1. (4) Il comune di Cimego fu aggregato a quello di Condino con decreto regio del 9 febbraio 1928, n. 228; fu ricostituito in comune autonomo con D.L. 11.11.1946, n. 451.

65 fondo G Comitato pro erigendo ente scuola materna in Cimego, 1928 - 1939 {89}

buste 1, fascicoli 1

Soggetti produttori Comitato pro erigendo ente scuola materna, 1928 - 1938

Lingua Italiano

66 serie G 1 Resoconti, 1930 - 1939 {90}

busta 1

G 1.1 b. 1 {91} Resoconti 1930 - 1939 Nn. 1 - 10 Resoconti e parziale documentazione di corredo; per l'anno 1939 sono presenti solo le quietanze. Italiano Busta; carta, cc. 128 n.n.

67 serie G 2 Carteggio e atti, 1928 - 1938 {92}

fascicoli 1

G 2.1 b. 1 {93} Carteggio e atti 1928 - 1938 Deliberazione del podestà relativa alla trasformazione dello scopo dei legati di beneficienza di Cimego in favore dell'erigenda scuola materna (1928), statuto della scuola materna di Cimego approvato dal Comitato promotore e dal Provveditorato agli studi (1929; 1930), nomina del consiglio direttivo e dell'ufficio di presidenza della scuola materna (1930), atti e condizioni di locazione dei fondi delle "cessate beneficenze" (1933-1937), deliberazione dell'amministrazione comunale di Condino per concessione gratuita di aule scolastiche per asilo infantile (1938), preventivo di spesa dei lavori da effettuarsi nei locali scolastici e contratto (1938). Italiano Fascicolo; carta, cc. 44

68 fondo H Pergamene della parrocchia di San Martino in Cimego, 1460 - 1746 {94}

pergamene 5

Contenuto Il fondo raccoglie cinque pergamene dell'archivio parrocchiale di Cimego. Gli atti spaziano dal 1460 al 1746 e si riferiscono alla sfera ecclesiastica del paese: troviamo infatti concessioni di indulgenze, erezione di confraternite e concessioni di facoltà.

Criteri di ordinamento e inventariazione Per la descrizione dei singoli pezzi ci si è attenuti a quanto stabilito dalle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, cap. 3 - parte prima, che integrano quanto già predisposto dalla circolare del Ministero dell'Interno n. 39/1966.Le pergamene sono descritte e inserite in ordine cronologico, non avendo in fase di inventariazione rilevato altro criterio preesistente di ordinamento. In questa sede si sono adottati i seguenti criteri di descrizione: - ogni unità è indentificata con un numero progressivo in cifre arabe che corrisponde a un ordine prettamente cronologico; - a questo numero segue l'intitolazione che esprime la natura giuridica del documento;- si sono riportate la data cronica completa(1) e quella topica, quest'ultima espressa ove sia possibile con toponimo moderno. A queste informazioni segue un breve regesto nel quale vengono segnalati: - la natura dell'atto giuridico; - i nomi delle parti contraenti con relativa indicazione del patronimico e provenienza, menzionati singolarmente fino a un massimo di tre persone; - l'oggetto dell'atto stesso. I termini mancanti di una perfetta traduzione in italiano sono stati riportati tra virgolette; i nomi propri di persona non traducibili si sono dati in latino al caso nominativo; i cognomi sono stati omologati alla forma attuale, se esistente, o se comunque attestata verso l'inizio del secolo scorso. Viene indicato il notaio rogante, con relativo patronimico e provenienza. Gli elementi dedotti da fonti esterne e non dal testo sono forniti fra parentesi quadre. Riguardo alla tradizione del documento si è distinto tra 'originale', 'originale da imbreviatura' o 'copia autentica'. Si intende per originale il documento tratto dal protocollo e sottoscritto dallo stesso notaio rogante; per originale da imbreviatura di un altro notaio la stesura in forma pubblica del documento, previa autorizzazione di un'autorità competente, fatta da un notaio diverso da quello che aveva prodotto l'atto sul suo protocollo originale; per copia quei documenti che tali si definiscono. Si forniscono inoltre indicazioni in merito alle dimensioni del supporto scrittorio, espresse in millimetri con la segnalazione dell'altezza e della base (per forme irregolari, la misura maggiore è seguita, tra parentesi rotonde, da quella minore); alla presenza di sigilli; alla presenza di note di contenuto e archivistiche sul verso o sul recto; a eventuali antiche segnature o danni riscontrati. Viene infine data notizia di altri regesti con la relativa citazione bibliografica.

69

Bibliografia BIANCHINI F., POLETTI G., Cimego paese del ferro e dell'eresia, Cooperativa Il Chiese, Storo (TN), 2000, pp. 46-50 (regesti) CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 211 (regesti)

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda LORENZI E., Dizionario toponomastico tridentino, 1932 (ristampa) MASTRELLI ANZILOTTI G., Toponomastica Trentina. I nomi delle località abitate, Provincia autonoma di Trento, Servizio Beni librari e archivistici, Trento, 2003 LECCISOTTI T., AVAGLIANO F. (a cura di), Abbazia di Montecassino. I regesti dell'archivio, vol. XI, Roma, 1977 (Ministero per i Beni culturali e ambientali. Pubblicazione degli Archivi di Stato) R., Notai che operarono nel Trentino dall'anno 845, Trento, Provincia autonoma di Trento, 2000

Note (1) Lo stile maggiormente in uso dal XII al XVI secolo è quello della "Natività" che stabiliva il primo giorno dell'anno al 25 dicembre.

H 1 b. 1 {95} Concessione di indulgenza 1460 gennaio 10 , Mantova Isidoro, vescovo sabinense, e altri cardinali, concedono 100 giorni di indulgenza a tutti coloro che visiteranno penitenti la chiesa di San Martino in Cimego e faranno elemosina a suo favore in particolari giorni del calendario ecclesiastico. Originale, documento di cancelleria vescovile; latino Documento singolo; pergamena, mm 210 x 420, sul verso note di contenuto Bibliografia BIANCHINI F., POLETTI G., Cimego paese del ferro e dell'eresia, Cooperativa Il Chiese, Storo (TN), 2000, p. 46 (regesto) CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 211 (regesto)

H 2 b. 1 {96} Approvazione di istituzione di confraternita 1585 gennaio 31 , Roma Santa Maria sopra Minerva Marco de Valladares, vicario generale dell'Ordine dei Predicatori, approva la confraternita del Salterio ossia del Santissimo Rosario con suo altare e cappella eretta nella chiesa di San Martino in Cimego. Segue: approvazione di Beltramo Pezzani, vicario generale del vescovo di Trento, 1596 settembre 25. Originale; latino Documento singolo; pergamena, mm 420 x 605, sul recto nota dello scriptor; sul verso note di contenuto documento decorato su tre lati con motivi floreali e con immagini della Madonna del Rosario con san Domenico e santa Caterina, con gli stemmi di papa Sisto V e del vescovo di Trento Lodovico Madruzzo Bibliografia BIANCHINI F., POLETTI G., Cimego paese del ferro e dell'eresia, Cooperativa Il Chiese, Storo (TN), 2000, pp. 46-47 (regesto) 70

CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 211 (regesto)

H 3 b. 1 {97} Conferma di concessione di facoltà 1599 gennaio 22 , Trento Beltramo Pezzani, vicario generale del vescovo di Trento, conferma la concessione, già data in occasione della visita pastorale nella pieve di Condino, di tenere nella chiesa di San Martino in Cimego il Santissimo Sacramento all'altare maggiore. Originale, documento di cancelleria vescovile; latino Documento singolo; pergamena, mm 220 x 380, sul verso note di contenuto, Sigillo impresso Bibliografia BIANCHINI F., POLETTI G., Cimego paese del ferro e dell'eresia, Cooperativa Il Chiese, Storo (TN), 2000, p. 47 (regesto) CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 211 (regesto)

H 4 b. 1 {98} Istituzione di confraternita 1607 novembre 24 , Roma Padre Ludovico Ystella Valentino, vicario generale dell'Ordine dei Predicatori, istituisce la confraternita del Santissimo Rosario nella chiesa di San Martino in Cimego elargendo tutte le indulgenze, privilegi e grazie concesse da Paolo V e da Clemente VIII a tutte le confraternite omonime. Con visto e approvazione di Pietro Belli vicario generale del vescovo di Trento, 1607 dicembre 18. Originale; latino Documento singolo; pergamena, mm 685 x 560, sul verso note di contenuto documento decorato su tre lati da motivi floreali con le immagini di san Pietro, della Madonna con Bambino, di san Domenico e santa Caterina e di san Paolo Bibliografia BIANCHINI F., POLETTI G., Cimego paese del ferro e dell'eresia, Cooperativa Il Chiese, Storo (TN), 2000, pp. 47-50 (regesto) CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 211 (regesto)

H 5 b. 1 {99} Concessione di altare privilegiato 1746 maggio 17 , Castel Gandolfo Benedetto XIV concede per un settennio la facoltà dell'altare privilegiato agli altari delle confraternite del Santissimo Sacramento, del Santissimo Rosario e della Dottrina Cristiana eretti nella chiesa di San Martino di Cimego, in particolari giorni della settimana. Con visto di Pantaleone Borzi vicario generale del vescovo di Trento, 1746 giugno 11. Originale, documento di cancelleria papale; latino Documento singolo; pergamena, mm 165 x 420, sul verso note di contenuto Bibliografia BIANCHINI F., POLETTI G., Cimego paese del ferro e dell'eresia, Cooperativa Il Chiese, Storo (TN), 2000, p. 50 (regesto)

71

INDICE ANALITICO DELLE COSE NOTEVOLI Altari 43, 51, 62, 96, 97, 99

Arredi sacri 8, 51

Campane 51, 61

Campanile 8, 51

Canonica di Toss 1, 2, 3, 47

Cimitero 2, 51

Danni di guerra 51

Fonte battesimale 2, 43

Organo 41, 51, 61

Reliquie 1, 45

Restauri 8, 51, 61

Sacrestani 53, 54, 60

Sacrestia 8

Via Crucis 43

Visite decanali 50

Visite pastorali 1, 2, 3, 22, 50, 51, 76, 97

72

INDICE ANALITICO DELLE ISTITUZIONI Aletti fratelli (ditta) di Monza, fabbrica di organi 51

Altare del Santissimo Sacramento di Cimego 62

Archivio Diocesano Tridentino di Trento 1, 4

Archivio provinciale di Trento 1

Arciconfraternita del Santissimo Sacramento di Roma 76

Beneficenze di Cimego 82, 85, 87, 88, 93

Beneficio curaziale di Cimego 2, 47

Beneficio Girardini di Cimego 44

Beneficio Martino Bertini di Cimego 39, 51, 62, 63, 65

Cancelleria aulica di Vienna 26

Cantone di Primiero 82

Cantone di Tobiano 82

Chiesa di San Martino di Cimego 2, 41, 43, 51, 52, 54, 56, 61, 62, 95, 96, 97, 98, 99

Chiesa di Sant'Antonio di Cimego 41, 43, 51, 61, 62

Comitato pro erigendo ente scuola materna di Cimego 82, 87, 88, 89

Commissione aulica centrale d'organizzazione, Vienna 5, 12, 17

Comune di Cimego 70, 75, 82, 88

Comune di Condino 2, 3, 88

Comunità di Castel Condino 70, 75

Comunità di Cimego 2, 3, 46, 51, 62

Confraternita del Salterio di Cimego Vedi Confraternita del Santissimo Rosario di Cimego

Confraternita del Santissimo Corpo di Gesù Cristo di Roma 81

Confraternita del Santissimo Rosario di Cimego 62, 96, 98, 99

Confraternita del Santissimo Sacramento di Cimego 62, 76, 77, 79, 99

Confraternita del Santissimo Sacramento di Condino 79

Confraternita del Santissimo Sacramento di Telve 81

Confraternita della Dottrina Cristiana di Cimego 99

73

Congregazione di carità di Cimego 82, 83

Curazia di San Martino di Cimego 2, 3, 9, 14, 49, 62, 79

Diocesi di Trento 5, 12, 17, 20, 22, 51

Dipartimento dell'Alto Adige 82

Ditta Cadei Felice di Chiari, fabbricante d'organi 51

Ente comunale di assistenza (ECA) di Condino 82, 87

Giunta provinciale di Trento 1, 94

Governo per il Tirolo e Vorarlberg 57

Legato Apollonia Sadei di Cimego 82, 88

Legato Bernardo Bertini di Cimego 82, 88

Legato Bona Zulberti di Cimego 82, 88

Legato Lorenzo Tamburini di Cimego 82, 88

Legato Rosa Antonini di Cimego 82

Mansioneria Lucia Marescalchi di Cimego 39, 70, 71

Ministero dell'Interno del Regno d'Italia 82

Ministero dell'Interno, Direzione generale degli archivi di 1 Stato

Ordinariato vescovile di Trento 9

Parrocchia di Pieve di Bono 3

Parrocchia di Prezzo 3

Parrocchia di San Giorgio di Castel Condino 3

Parrocchia di San Martino di Cimego 1, 3, 11, 16, 33, 38, 46, 49, 51, 94

Parrocchia di Santa Maria Assunta di Condino 3

Pieve di Condino 2, 51, 97

Provincia autonoma di Trento, Soprintendenza per i beni 1, 82 librari e archivistici

Regno d'Italia, Ministero per il culto 57

Scuola materna di Cimego 82, 88, 93

Ufficio amministrativo diocesano di Trento 57, 66, 72

Ufficio circolare di Rovereto 3

Vicinia di Cimego 54

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INDICE ANALITICO DEI NOMI DI PERSONA Antonini Domenico, sindaco della chiesa di San Martino di 39 Cimego

Antonini Giovanni Battista da Cimego, curato di Cimego 2

Antonini Rosa da Cimego, fondatrice del legato Rosa 82, 87 Antonini di Cimego

Baldracchi Bartolomeo, curato di Cimego 2

Belli Pietro, vescovo di Gerapoli di Frigia e vicario generale 98 del vescovo di Trento

Benedetto XIV, papa 99

Bertini Angelo da Cimego, curato di Cimego 2, 7, 8

Bertini, famiglia di Cimego 62

Bertini Luigi da Cimego, curato di Cimego 2

Bertini Martino fu Paride da Cimego, fondatore del beneficio 62, 69 Bertini di Cimego

Bertolasi Alessandro, curato di Cimego 2, 41, 51, 88

Boni Guido, storico 41

Bonomini Cristoforo, parroco di Cimego 3

Bonomini Natale, parroco di Cimego 3

Bordiga Giovanni da Bagolino, curato di Cimego 2

Borzi Pantaleone, vicario generale del vescovo di Trento 99

Brunati Giuseppe, curato di Cimego 76

Brunatti Giuseppe Antonio da Tenno, curato di Cimego 2

Campregher Giovanni da Calceranica, curato di Cimego 2

Ceola Silvino, parroco di Cimego 3

Clemente VIII, papa 76, 98

Colloti Bartolomeo da Daone, curato di Cimego 2

Contrini Ezio, amministratore parrocchiale di Cimego 3 de Ferrari Carlo, vescovo di Trento 3

Donati Giovanni da Vigo Lomaso, curato di Cimego 2

Endrici Celestino, vescovo di Trento 22

Facchini Martino Cipriano da Roncone, curato di Cimego 2

75

Ferrari Ognibene da Poia, curato di Cimego 2

Fontana Giacomo Antonio da Rovereto, curato di Cimego 2

Franceschetti Bartolomeo junior, curato di Cimego 2

Franceschetti Bartolomeo senior, curato di Cimego 2

Garbari Elia da Vezzano, curato di Cimego 2

Giovannelli Simone da Storo, curato di Cimego 2

Giuseppe II d'Asburgo, imperatore 76

Isidoro, vescovo sabinense 95

Ludovico Ystella Valentino, vicario generale dell'Ordine dei 98 Predicatori

Luschin Francesco Saverio, vescovo di Trento 29

Maccarinelli Flavio, parroco di Cimego 3

Madruzzo Carlo Emanuele, principe vescovo di Trento 2

Maltratti Domenico da Ranzo, curato di Cimego 2

Nones Domenico da Fondo, curato di Cimego 2

Paolo V, papa 5, 12, 17, 20, 22, 98

Pezzani Beltramo da , vicario generale del vescovo 96, 97 di Trento

Pio X, papa 24

Piombazzi Giovanni Angelo da Bono, curato di Cimego 2

Rinaldi Carlo da Darzo, curato di Cimego 2, 8

Rissi Walter, parroco di Cimego 3

Rovelli Pietro Antonio da Pressone, curato di Cimego 2

Sala Corrado 82

Salvagni Quirino, parroco di Cimego 2, 3, 46

Scarin Francesco, parroco di Cimego 3

Sebastiani Antonio, parroco di Cimego 3

Sisto V, papa 76

Stefani Stefano da Turano, curato di Cimego 2

Tamburini Bartolomeo da Cimego, curato di Cimego 2, 82

Toniotti Marescalchi Lucia di Cimego, fondatrice della 70, 75 mansioneria Marescalchi di Cimego

76

Valladares (de) Marco, vicario generale dell'Ordine dei 96 Predicatori

Zambaiti Simone Albano, vicario generale del vescovo di 29 Trento

Zulberti Bortolo di Domenico da Cimego, beneficiato Bertini 62 di Cimego

Zulberti Domenico, sacerdote 82

Zulberti, famiglia di Cimego 62

Zulberti Giovanni, curato di Cimego 2, 22

Zulberti Giovanni, presidente della Congregazione di carità 82, 88 di Cimego

77

INDICE ANALITICO DEI TOPONOMI Argentina 3

Austria 82

Bagolino 2

Bondone 2

Brione 2

Castel Condino 1

Castello Vedi Castel Condino

Cimego 12, 17, 19, 22, 23, 25, 26, 31, 41, 42, 62

Condino 12, 13, 46

Darzo, frazione di Storo 2

Lodrone, frazione di Storo 2

Quartinago, località di Cimego 3, 51, 62

Storo 2

Tirolo 26, 82

Trentino 76, 82

Valle di Ledro 3

Valle Rendena 51, 76

Valli Giudicarie 2

Venezia 76

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