COMUNE DI QUINZANO D’OGLIO ______
Prov. di Brescia
PIANO COMUNALE
DI PROTEZIONE CIVILE
Vers. 1.0 dicembre 2006
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COMUNE DI QUINZANO D’OGLIO SERVIZIO PROTEZIONE CIVILE
Piano Comunale di Protezione Civile Vers. 1.0 - dicembre 2006
In copertina: Nuova sede comunale, foto Peria
2 Premessa
Il presente Piano Comunale di Protezione Civile, il primo mai predisposto dal Comune di Quinzano d’Oglio, è stato redatto in forma ricognitiva e largamente sperimentale per due diversi ordini di motivi. Il primo risiede nella novità del documento, che ha indubbiamente rappresentato una sfida di conoscenza, approfondimento tematico e interazione di elementi ed agenti in un quadro di scarse disponibilità economiche da destinare ad una pianificazione fondamentale che nel tempo è passata da vivamente consigliata ad obbligatoria anche per Comuni non soggetti a particolari, gravi forme di dissesto idrogeologico, non inseriti nel PAI oppure non soggetti ad elevato rischio sismico o chimico-industriale; il secondo, più significativo, sta nella sua completa appartenenza alla macchina comunale ed alla comunità di riferimento, con un lavoro di reperimento, filtratura e e restituzione di fonti e di dati tematici, numerici e qualitativi spesso disaggregati, rielaborati e resi con esso informazione per i tematismi d’interesse specifico.
Per tali ragioni, non potrà quindi che apparire incompleto ed in fieri: ma, fatta salva la parte più strettamente connessa all’ambito operativo e gestionale che può darsi per strutturata (verificabile ed adeguabile, ovviamente, con l’imprescindibile prova sul campo offerta da esercitazioni ed interventi), la cennata fragilità si rivela pure un punto di forza, allorquando il Piano possa presentarsi anche come uno strumento vivo, implementabile, che cresce proporzionalmente alla crescita dell’attenzione sulle tematiche di protezione civile della comunità che lo esprime e che produce, essa per prima, nuove conoscenze a loro volta recepite e messe in circolo.
Al fine di inquadrarlo nel vasto panorama di pianificazioni, è utile ricordare che il Piano Comunale si riferisce essenzialmente ad eventi che per natura o estensione possono essere contrastati con le forze interne dell’Ente e del territorio di riferimento; in seconda battuta, può anche rifersi ad eventi di più ampia portata ed in tal caso il Piano diviene lo strumento di prima gestione dell’emergenza (nell’ipotesi di esposizione al rischio di vite umane, il momento cruciale si situa nei momenti che seguono immediatamente l’evento calamitoso) ed un supporto operativo-conoscitivo per le forze esterne le quali si muovono in un contesto che potrebbe essere loro perfettamente sconosciuto. E’ evidente, quindi, che non può trattarsi di un documento “ingessato” in un profilo tecnico o amministrativo: mai definitivo, esso dovrà essere oggetto di continue revisioni, variazioni e modifiche per tener conto di ogni evoluzione normativa ma soprattutto del mutamento di condizioni che può aver luogo nell’ambito territoriale, anche per il rideterminarsi delle risorse a disposizione del Comune: si pensi all’insediamento di poli industriali, all’urbanizzazione di aree agricole, ad arginature e regimentazioni come pure alla dotazione di strumentazioni di monitoraggio o di attrezzature di pronto intervento, ecc.
A questo proposito è irrinunciabile una vasta opera di sensibilizzazione e divulgazione del Piano e dei suoi contenuti, magari in forma semplificata o mirata a particolari target di popolazione con un’ottica specifica, anche per quanto concerne eventualmente la “confezione”, l’impostazione grafica: cittadini in genere ma pure scuole di ogni ordine e grado. Manualistica, dépliants, prodotti cartacei “in proprio”, pubblicazione sul sito Internet ufficiale e quant’altro sia utile per promuovere sul territorio una cultura della protezione
3 civile incentrata soprattutto sulla previsione e sulla prevenzione, per stimolare un dibattito ed una circolarità del processo informativo che possa permeare l’intero ambito sociale persino attraverso modalità largamente informali ed assai poco burocratizzate.
Il presente Piano segue, nella sua strutturazione di base, le linee-guida emanate dalla Regione Lombardia nel corso del 2004 per la redazione degli strumenti di pianificazione d’emergenza comunali e provinciali. Si compone sostanzialmente di alcune sezioni ed è così suddiviso: