Settembre Musica ______1998 I Conmmiwaicin IL CONTRIBUTO DELLA J Cassa Di Risparmio Di Torino Musiverre
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venerdì 4 settembre 1998 ore 21 Conservatorio Giuseppe Verdi Ensemble TransparenceS Sophie Descombes Paul Dupuy Nicolas Le Roy Olivier Villemot Rachel Munro Jean-Claude Chapuis direttore settembre musica _______1998 I CONMMiwaicin IL CONTRIBUTO DELLA J Cassa di Risparmio di Torino Musiverre Vetro: sabbia silicea, carbonati e ossidi di sodio, potassio e piom bo variamente miscelati a temperature intorno ai 1500 °C; stra no solido trasparente bizzarramente imparentato con i liquidi; materiale in cui ci imbattiamo quotidianamente sotto le forme e per gli usi più diversi, dei cui accidentali inventori fenici, se diamo retta a Plinio, non si è tramandato il nome. Come del resto non si è conservata memoria di chi per primo pensò di farlo “suonare”. Testimonianze dell’uso di strumenti di vetro e cristallo in epo ca medievale ci giungono dalla Cina, dove un manoscritto del XIII secolo descrive l’uso di coppe di vetro in luogo di campa ne, e da una vasta area compresa tra India, Persia e Arabia, in cui sopravvivono strumenti a percussione “a bicchieri la cui intonazione è regolata modificando il livello del liquido conte nuto. Ma la vera storia dell’uso occidentale di strumenti inconsueti fatti di coppe, barre di vetro e persino bottiglie, sfregati o percos si, al di là delle antiche e autorevoli testimonianze di Gaffurio (1492) e deU’inventario di Ambras (1596), inizia nel XVIII se colo. In un periodo che può essere considerato l’età dell’oro delle “trasparenze” sonore, le dita del virtuoso Richard Pockridge fe cero vibrare in Irlanda un angelic organ formato da una ventina di mondanissimi bicchieri, che nel numero di ventisei furono anche protagonisti, nel 1746, di un memorabile concerto lon dinese tenuto da Christoph Willibald Gluck. In quegli anni i “cristallofoni” interessarono emeriti fisici acustici come Ernst F. Chladni, ideatore a fine secolo dell ’euphone e del klavicylinder, e Benjamin Franklin, che tra tante altre invenzioni annovera nel 1762 una felice meccanizzazione dell’antica pratica dello sfrega mento delle dita bagnate sul vetro: la glassbarmonica. Questo strumento, forse ancora oggi il più conosciuto della sua variegata e dimenticata famiglia, suscitò l’interesse del pubblico e di vari compositori da Hasse a Mozart, che scrisse un Adagio e Rondò K. 617a per la virtuosa cieca Marianne Kirchgàssner, da Nau- mann a Beethoven, da Saint-Saéns a Strauss, che la utilizzarono in organici da camera, orchestrali e operistici, e i suoi suoni eterei servirono persino, all’inizio del secolo scorso, per gli esperimenti ipnotici del medico-mago Messmer. Gli echi perduti di questi strumenti, insieme a sperimentazioni e progetti di congegni che sanno di volta in volta di pece greca, legno, metallo, cuoio e trementina, risuonano ancora in una serie di nomi fantasiosi: stockspiel, uranion, melodion, harmoni- con, glasscord, orpheus-harmonie, xylomelodichord, hymnerophon, transponierharmonica, mattauphone, euphotine... Erik Sade con i suoi set di bottiglie ( Parade, 1917), Cari Orff (Oedipus der Tyrann), Bruno Hoffmann con la sua glasharfe, i fratelli Bachet con il loro cristal, un pugno di musicisti d avan guardia e qualche fisico acustico sembrano essere i pochi fre quentatori novecenteschi di queste sonorità che, prodotto di frizione o di percussione di idiofoni in vetro, mai come altre hanno provocato così sovente riferimenti alle “sfere celesti” e un uso così frequente degli aggettivi arioso, scintillante, fatato, puro, luminoso oltre, naturalmente, a trasparente. A quest’ultima qualità di un materiale nato dalla sabbia e dal fuoco si è ispirato Jean-Claude Chapuis, musicista e ricercatore specializzato in organologia del XVIII secolo, progettista e co struttore di questi cristalli di cui con il suo ensemble Transpa- renceS, in laboratorio come sulle tavole del palcoscenico, ricerca i suoni dimenticati. Sergio Bonino I cristallofoni dell’ensemble Glassharmonica - Lo strumento di Franklin e costituito da una serie di coppe di cristallo rotanti su uno stesso asse che, parzialmente a contatto con l’acqua, vengono messe in vi brazione dalle dita dell’esecutore Seraphine - Conosciuto anche come vérrillon o armonica a bicchieri, il progenitore dei cristallofoni a frizione è formato da un set di 56 bicchieri che possono essere intonati modifi cando il livello del contenuto e vengono sfregati sul bordo dalle dita inumidite dello strumentista Euphone- Ernst Chladni realizzò nel 1790 questo comples so meccanismo in cui delle barrette di metallo trasmettono la vibrazione al vetro producendo un suono particolarmente puro Campane di cristallo - serie cromatica di 48 pezzi Glasscord - Fu ancora Franklin a battezzare così la versione costruita a Parigi da Beyer di questa tastiera dal suono brìi- lante che percuote barre di vetro disposte su un’estensione di 5 ottave Crystallophone - Vibrafono con barre di vetro Cymbals - Serie cromatica di 36 “pezzi di vetro” “Bass marimba” - Le virgolette mettono l’accento sull’ano malia strutturale di uno strumento che, a differenza di quel lo ordinario, ottiene i suoi suoni di registro grave da barre di cristallo Campane tubolari in cristallo - La serie copre l’estensione di 6 ottave Theremin - Realizzato all’inizio del secolo da Leon Theremin può essere considerato per le sonorità che produce un precur sore delle onde martenot e del moog Balaphon - Barre di cristallo intonate su 3 ottave dalle riso nanze africane e caraibiche Glass harp - La sua particolare struttura è nata dalle ricerche ergonomiche dei fìsici acustici del XVIII secolo Gamelan - Tubi intonati che coprono 3 ottave e creano so norità “asiatiche” Aerophone - Il contrabbasso dell’ensemble, che conta sulla risonanza di 30 colonne d’aria in vetro Pyrophone - Perfezionato a metà del secolo scorso da Ka- stner, in questo strumento il cristallo è messo in vibrazione dall’aria calda Jean-Claude Chapuis Continuum Anonimo (XVI sec.) Le Dit du Bourguignon Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) Aria di Papageno Miss Ford (1761) Psaum tradizione caraibica Sueno caribeno Henry Purcell (1659M695) Musiche per i funerali della regina Mary Jean-Claude Chapuis La Boîte à musique tradizione britannica Greensleeves Ludwig van Beethoven (1770-1827) Melodram tradizione balinese Musique de gamelan Franz Schubert (1797-1828) Momento musicale in fa Jean-Claude Chapuis Luminescences Ecole de Nótre-Dame (XIII sec.) Dominator ecce domino Johann Sebastian Bach (1685-1750) Arioso Jean “Toots” Thielemans (1922) Bluesette tradizione svedese Astradin valse Erik Satie (1866-1925) Gnosienne n. 3 tradizione africana Serangueti Maurice Ravel (1875-1937) Pavane de la Belle au Bois dormant Olivier Villemot Manège du Luxembourg tradizione rumena Suite Invirtita tradizione arabo-andalusa Pièce arabo-andalouse Jean-Claude Chapuis Attente Franz Joseph Haydn (1732-1809) Tre pezzi per orologio meccanico Il programma Viaggio nel tempo e nello spazio, il concerto che propone l’ensemble TransparenceS, attinto da un vasto repertorio “ritrovato” che comprende circa quattrocento pezzi, guida alla scoperta di una tradizione musicale dimenticata e delle potenzialità degli strumenti di vetro. Le Ditdu Bourguignon, Dominator ecce domino e Greensleeves, con il suono delle campane, ricordano che questi strumenti furono impiegati tanto nella musica religiosa quanto in quel la profana. L ’Arioso di Johann Sebastian Bach è una trasposi zione che ripara in qualche modo la lacuna della perdita dei pezzi che il figlio Cari Philipp Emanuel scrisse per glasshar- monica. L 'Aria di Papageno fu scritta da principio per campa ne di vetro e solo in seguito Mozart l’affidò a strumenti d ac ciaio. Psaum è estratto da un metodo per cristallofoni del 1761, mentre Melodram di Beethoven dà un saggio dell’im piego della glassharmonica per delle opere dai colori roman tici un po’ cupi. Haydn scrisse diverse opere per glassharmo nica fino a oggi considerate perdute; l’ensemble Transparen ceS presenta una trasposizione dei Tre pezzi per orologio mec canico. Musiche solenni e cerimoniali - Musiche per i funerali della regina Mary -, melanconiche, eteree, sospese - Gnosienne n. 3, Pavane de la Belle au Bois dormant - o dagli effetti faceti — Fellini impiegò il Momento musicale in fa nella co lonna sonora di E la nave va — danno un idea della versati lità interpretativa di questi strumenti rari, ma il repertorio classico non escude le frequentazioni etniche di varia pro venienza e i pezzi firmati dai musicisti del gruppo, che si possono definire a buon titolo “costruiti” insieme agli stru menti. Qualche curiosità Franklin così scriveva nel 1762 all’abate Beccaria: “In omag gio alla vostra lingua, l’italiano, ho mutuato da questa il nome dello strumento, chiamandolo Armonica”. Soltanto più tar di il nome venne modificato. Nella Biblioteca del Conservatorio di Torino si conserva il primo importante pezzo scritto per glassharmonica, Poesia. Ne fu autore Johann Adolf Hasse per le nozze dell’arcidu chessa d’Austria “Eccellente Sonatrice del Nuovo Instrumen- to ... Inventato Dal Celebre Dottore Franklin”, e il testo di Metastasio che la correda tesse le lodi dello strumento oltre che della dedicataria. Tra gli italiani, scrissero per la glassharmonica Padre Marti ni, Galuppi, Jommelli e Salieri, oltre a Nino Rota per i titoli felliniani E la nave va e Casanova. Jean-Claude Chapuis (trad. Sergio Bonino) I concerti precedentemente previsti all’Auditorium Rai si terranno nelle seguenti sedi: sabato 5 settembre ore 21 ( Marco Polo) Teatro Carignano venerdì 18 settembre ore 21 {Il Golem) Cinema Massimo domenica 20 settembre ore 21 ( Orchestra Internazionale d ’Italia, Lu Jia, Krystian Zimerman) Teatro Nuovo Settembre Musica ha promosso la pubblicazione dei volumi: Ligeti, Henze, Petrassi, Nono, Xenakis, Carter, Donatoni, Gubajdulina, Schnittke, Reich, Berio, Andriessene Sto ria della musica cineseediti dalla EDT e del volumeSet tembre Musica 1978-97edito da Allemandl..