Condannati Canfora e Di Nesta, tagliola Severino per il sindaco di di Andrea Pellegrino

Due anni per l’ex presidente: ora c’è il rischio Severino. Per l’allora dg comminata una pena a un anno e 4 mesi di Andrea Pellegrino Sono stati condannati Giuseppe Canfora e Bruno Di Nesta, rispettivamente ex presidente della provincia di (attuale sindaco di Sarno) ed ex direttore generale di Palazzo Sant’Agostino. Condannati per tentata concussione nei confronti di Gigi Cassandra, all’epoca dei fatti presidente dell’Asi di Salerno. Pressioni sulle nomine del Cgs, società partecipata proprio dell’Asi. Due anni per Giuseppe Canfora (difeso dall’avvocato Raffaele Franco) e un anno e quattro mesi per l’ex dg Bruno Di Nesta (assistito dall’avvocato Massimiliano Marotta), le pene inflitte dal Tribunale di Salerno. IL FATTO. La vicenda ha inizio il 12 ottobre del 2014, pochi giorni dopo la proclamazione di Canfora alla presidenza della Provincia di Salerno. L’Asi aveva provveduto ad indicare i nomi per il collegio dei revisori del Cgs (società partecipata dell’Asi) per il rinnovo dell’organo scaduto. Nomi non graditi a Canfora che, da presidente eletto, avrebbe voluto “mettere le mani” sulla partecipata. Tant’è che Cassandra riceve la prima telefonata: è Di Nesta che gli passa il presidente. Canfora chiede che le nomine sospese o revocate. Cassandra rispedisce al mittente la richiesta e chiede un appuntamento, fissato per qualche giorno dopo. La mattina dell’assemblea che avrebbe dovuto ratificare le nuove nomine è sempre Di Nesta a contattare Cassandra. Questa volta attraverso un sms: «Buongiorno Gigi, mi riferiscono che questa mattina il consigliere Gambardella parteciperà all’assemblea Cgs per completare il processo di nomina del Collegio sindacale. Ti rinnovo, dunque, l’invito del presidente Canfora a sospendere tali nomine, per ragioni di correttezza istituzionale. Saluti Bruno Di Nesta». Invito che cade nel vuoto anche stavolta con la ratifica, poi, delle nomine. Tant’è che nel pomeriggio arriva il secondo sms di Di Nesta: «Il presidente Canfora non ritiene più necessario l’incontro di domani mattina. Saluti, Bruno Di Nesta». è il 16 ottobre del 2014. Giorno precedente a un decreto di Canfora che sospende tutte le nomine e le designazioni del Consiglio generale e del comitato direttivo. Da qui l’apertura del contenzioso amministrativo che, nel corso del tempo, ha dato ragione a Cassandra e torto all’amministrazione provinciale. Condotte, queste, che hanno portato a processo Canfora e Di Nesta. IL RISCHIO SEVERINO. Ora rischia la sospensione dalla carica Giuseppe Canfora, attuale sindaco del di Sarno. La condanna in primo grado per tentata concussione potrebbe mettere in moto nelle prossime ore la macchina per la sospensione, per diciotto mesi, dalle funzioni di primo cittadino per effetto della legge Severino.

« non può essere la pattumiera della Piana del Sele» di Erika Noschese

Il “caso” Battipaglia approda a Palazzo Sant’Agostino. Nella giornata di ieri, infatti, in occasione del consiglio provinciale è stata portata all’attenzione dei consiglieri di maggioranza e di minoranza la delibera inerente ai fattori di pressione del comune guidato dalla sindaca Cecilia Francese. Il presidente Michele Strianese, nel corso del suo intervento, ha infatti sottolineato come la Provincia stia lavorando – anche in virtù di un accordo sotto – scritto con l’Asi e con la sindaca Francese – per salvaguardare non solo il territorio di Battipaglia ma tutti quelli della provincia di Salerno che trattano aziende delicate. Infatti, è in programma questa mattina presso la sede della Regione la conferenza di servizi istruttori che darà, di fatti, inizio alla fase istruttoria mentre spetterà all’ente Provincia seguire i provvedimenti amministrativi. «A nome mio, dei consiglieri di maggioranza e di minoranza esprimo solidarietà alla sindaca di Battipaglia e a tutti quei sindaci della Piana del Sele», ha dichiarato il presidente Michele Strianese. A fare il punto della situazione il consigliere provinciale Antonio Sagarese secondo cui il problema Battipaglia trascina dietro di sé una serie di scelte fatte in passato. «Battipaglia quest’anno è stata colpita da una serie di incendi – ha detto il consigliere – Bisogna ora capire se dietro c’è o meno un disegno criminale» proprio in virtù della sua posizione strategica nella Piana del Sele. «Bisogna fare qualcosa di concreto e dare delle risposte ai cittadini», ha poi aggiunto Sagarese che parla di un «territorio già saturno» ragion per cui chiede l’intervento della Provincia e della Regione Campania affinché si strutturino delibere mirate alla tutela del territorio. Intanto, proprio nella mattinata di ieri il comitato “Battipaglia dice no” ha chiesto, per la prima volta dopo due anni di amministrazione Francese, le dimissioni della sindaca per poi inviare al presidente di Palazzo Sant’Agostino e ai consiglieri una serie di indicazioni che andrebbero seguite. Parla di unità, ma solo nel documento finale per tentare di dare delle risposte ai cittadini, il consigliere provinciale di Forza Italia Roberto Celano: «la Piana del Sele è la pattumiera d’Italia a causa di un presidente della Regione che di rifiuti non ne capisce nulla», ha detto il forzista secondo cui De Luca avrebbe cambiato il piano regionale dei rifiuti nonostante ci sia come unico impianto funzionante solo quello di Acerra. Attacchi anche da parte del consigliere Dante Santoro secondo cui «la provincia di Salerno non può essere un immondezzaio. Si parlava di rivoluzione ma dopo 10 anni si parla di nuovo di emergenza rifiuti». Santoro infatti si dice pronto alle barricate per tutelare i cittadini. Difende, invece, il lavoro dell’ente ambito il consigliere socialista Giovanni Guzzo che propone di censire le aziende che smaltiscono i rifiuti. Secondo la maggioranza, inoltre, spetterebbe al Comune trovare un accordo con l’Asi relativo alla zona Pip. Per Giuseppe Ruberto, capogruppo di Forza Italia a Palazzo Sant’Agostino, «la città in questo momento è messo a dura prova e non si parla più solo di problematica ambientale ma sociale». Per Strianese però il Comune – dal punto di vista urbanistico – può fare qualcosa, senza attendere la delibera dell’ente provinciale che impediva nuovi ingressi nello Stir di Battipaglia. Intanto, in merito ai roghi tossici che si sono sviluppati nelle scorse settimane l’avvocato Paola Contursi, nella giornata di lunedì, scortata all’Ufficio del Comandante del nucleo investigativo interprovinciale ha depositato denuncia per “disastro ambientale” per conto dell’onorevole Paolo Bernini, ex portavoce parlamentare del M5S, salernitano d’adozione. Obiettivo della denuncia a carico di Comune, Provincia e Regione è quello di arginare -con l’ausilio della Magistratura- il susseguirsi di roghi tossici nella città di Battipaglia. I roghi, sembrano versosimilmente tutti di natura dolosa ed è ancora sconosciuta la matrice di tali azioni. Si pretendono quindi chiarezza su tutta la vicenda, oltre che punizioni severe per tutti coloro che, anche con condotte omissive, si sarebbero dimostrati incapaci di tutelare la salute dei cittadini e l’ambiente. I roghi all’attenzione della Magistratura sono quelli che hanno interessato negli anni Sele Ambiente – Nappi – New Rigeneral Plast ed Mgm. La denuncia riguarda anche gli affidamenti diretti fatti dal Comune nei confronti di queste società. «È inaccettabile che la gente continui ad ammalarsi per via delle esalazioni tossiche perché nessuno ha il coraggio di opporsi a tutto ció. Basta con gli slogan sui social e le sceneggiate, è il momento dei fatti concreti e dei risultati concreti», ha dichiarato infatti Paolo Bernini.

“La vita e la ceramica”, a l’omaggio ad Antonio Moscariello

“Le vite e la ceramica”, omaggio ad Antonio Moscariello. Giovedì sera alle 19.00 – presso la sala consiliare di Palazzo di Città – l’amministrazione comunale guidata dal primo cittadino Giovanni De Simone, alla presenza del presidente del Consiglio comunale delegato alla ceramica Daniele Benincasa e dell’assessore al turismo, comunicazione, cultura e spettacolo, Antonello Capozzolo, consegnerà al maestro decoratore “Tonino” Moscariello un omaggio alla lunga carriera a difesa della cultura ceramista, vocazione indiscussa della città di Vietri Sul Mare porta d’ingresso della Divina Costiera. Dall’età di undici anni “Tonino” Moscariello ha coltivato il rapporto con la ceramica e la sua decorazione nel classico stile vietrese, dapprima presso la Ceramica di Raffaele Pinto, poi presso il maestro Giovannino Carrano per poi ritornare alla base, alla Ceramica Pinto. Decano dei ceramisti vietresi ancora oggi si diletta a decorare, avendo tramandato la passione ai nipoti che in città mantengono vive diverse botteghe artigiane. Tra i colleghi, anche se più giovane, di Moscariello spicca il maestro Franco Raimondi che dal maestro ha potuto carpire le particolari tecniche di decorazione che tutt’oggi rappresentano uno dei maggiori tratti distintivi della ceramica vietrese. L’appuntamento è quindi per le 19.00 al Comune per la grande festa riservata a “Tonino”. Festival Internazionale delle Mongolfiere di Paestum: il comune sposa l’iniziativa di Antonio Iovino

Il comune di sposerà quello che è definito tra i cinque festival di mongolfiere più suggestivi al mondo: questa è forse la più grande novità che caratterizzerà l’undicesima edizione del Festival Internazionale delle Mongolfiere di Paestum, manifestazione dedicata al volo in aerostato che si svolgerà dal 28 settembre al 6 ottobre e che ieri è stata presentata presso la Sala Giunta di Palazzo Sant’Agostino. Quest’anno, come anticipato, il comune di Capaccio Paestum abbraccerà l’iniziativa che per dieci anni, l’ideatore e organizzatore Michele Torlo, presidente dell’associazione “Vivere Paestum”, ha portato avanti da solo. Il tutto è avvenuto anche grazie al Poc (Programma Operativo Complementare) Campania 2014-2020 che il comune è riuscito ad aggiudicarsi, così come confermato dalle parole del sindaco Franco Alfieri: “Non potevamo fare diversamente. Questa è davvero una manifestazione interazionale perché vi sono mongolfiere provenienti da trenta paesi e l’amministrazione comunale di Capaccio Paestum ha voluto fortemente inserirla nel Poc. Nel bando, questo progetto, si è classificato al tredicesimo posto, riuscendo a capitalizza un punteggio altissimo per una serie di ragioni. Per noi è importante anche destagionalizzare la stagione turistica e infatti l’evento si svolge in pieno autunno. Ci saranno, inoltre, delle sorprese che però non vogliamo svelare”. Sempre il sindaco Franco Alfieri prosegue il suo intervento affermando: “Abbiamo voluto premiare l’intuizione di Michele Torlo che per tanti anni, tenacemente e con grandi sacrifici, ha portato avanti da solo questa manifestazione. E le cose cambiano.

Una bravata di sei minori ed un maggiorenne

Prima della denuncia da parte del primo cittadino in Procura le forze dell’ordine hanno già ottenuto il risultato dell’identificazione e denuncia a piede libero di 6 minorenni ed un maggiorenne ritenuti i responsabili del rogo del Saretto di Sarno. I ragazzi sono stati inchiodati alle loro responsabilità grazie alle telecamere di sorveglianza presenti sul territorio. Dopo le perquisizioni presso le abitazioni, effettuate, ieri mattina, i ragazzi sono stati ascoltati dagli inquirenti e e dal magistrato titolare del fascicolo, il sostituto procuratore presso il tribunale di , Fasano. Alla base del disatro vi sarebbe una semplice bravata. Ci è voluta un’intera giornata, l’ausilio di 3 elicotteri, un canadair, 8 mezzi antincendio della Protezione civile nazionale e delle associazioni presenti sul territorio e 7 autobotti dei vigili del fuoco per un complessivo di cento tra uomini e donne, per domare l’incendio al Saretto. Duecento i cittadini sfollati di cui venti sono stati ospiti del plesso scolastico “Baccelli” nei pressi di Palazzo di Città. “Balordi, cretini, stupidi ed irresponsabili, inconsapevoli del danno che potevano arrecare prima a loro stessi e poi alle persone” ha commentato amaro il primo cittadino Giuseppe Canfora che ha seguito del centro di coordinamento presso il Comune le operazioni, “Ci vogliono 40 anni per rendere un bosco rigoglioso, nel giro di una notte poi va tutto bruciato”. Non ci si spiega ancora cosa ha spinto i piromani ad appiccare le fiamme e rendere Sarno un vero e proprio inferno con la gente in strada a respirare cenere e vedere i propri monti bruciare avendo l’impressione di essere quasi inghiottiti dalle fiamme visto che l’incendio grazie alle forti raffiche di vento si è spinto a poco meno di 500 metri dal centro abitato. “Quella di venerdì è stata una notte drammatica al Saretto – ha commentato il primo cittadino – una notte intensa nel salvaguardare la popolazione e le abitazioni e per questo abbiamo evacuato circa 200 persone residenti nella fascia pedemontana più prossima alle fiamme”. Con il pericolo cessato alle prime ore del mattino: “Grazie alla forza delle braccia dei tanti volontari che ringrazio singolarmente – dice Canfora – che hanno raggiunto il mio territorio da diverse zone della provincia, che con le pale hanno arginato le fiamme, un ringraziamento alla stazione dei carabinieri, agli agenti del commissariato ai Vigili del fuoco, ai Vigili urbani ed alla Protezione civile che hanno evitato il peggio. Un atto al mille per mille doloso. Il Saretto è zona rossa, in gran parte proprietà privata, è una zona demaniale, non ci sono pascoli, non è edificabile, e quindi non è ipotizzabile nessun oscuro disegno, è solo una grande cavolata da parte di non so di chi, una balordaggine”. Domani mattina dunque le contromisure amministrative da parte di Palazzo di Città. “Ci sono delle cose molto serie da fare – conclude il primo cittadino – spenti tutti i focolai dovremo bonificare tutta l’area, circa 10 ettari e bonificata la zona passeremo agli atti amministrativi con una delibera per dichiarare lo stato di calamità e sicuramente trovando sponda in Regione per le coperture economiche per far fronte all’emergenza”.

«Abbiamo rivissuto l’ansia dell’alluvione»

“Vivere le ore dell’incendio è stato drammatico. Abbiamo rivissuto gli stessi momenti dell’alluvione del 5 maggio 1998”. Parola di Alfonso Bonaiuto, figlio di una coppia di sfollati sia undici anni fa che l’altra sera. Ieri mattina Alfonso era dinanzi Palazzo di Città a seguire le ultime fasi di spegnimento dopo una notte insieme agli anziani genitori. “E’ stato drammatico ed ancora una volta si presenta un danno alla natura ed all’uomo ad opera di delinquenti sicuramente, squallidi personaggi irrecuperabili”. Alfonso però non si scaglia solo contro i responsabili del devastante incendio ma ha da recriminare anche la mancata prevenzione all’amministrazione: “Ci sono responsabilità legate alla prevenzione che molto probabilmente né la Protezione civile né l’Ente parco di cui fa parte il Saretto e l’amministrazione comunale non hanno fatto”. Un j’accuse molto duro verso le autorità competenti che in ogni caso per tutto il corso delle operazioni di spegnimento sono state impegnate in loco ed in ogni caso non avrebbero potuto nulla contro la mano criminale che ha agito. “Devo dire che non ci sono controlli – continua Alfonso – sul territorio ci sono ancora abitazioni abusive che si costruiscono. Io non ho nulla contro l’amministrazione ma la prevenzione quando viene fatta viene fatta per salvaguardare gli interessi del territorio e del cittadino, quindi quando emergono fatti di questo tipo legati ad una situazione gravissima a danno della natura e dell’uomo bisognerebbe prendere provvedimenti, organizzare la Protezione civile in termini seri con l’Ente parco a fare prevenzione”. Alfonso ha avuto i suoi genitori sfollati l’altra sera grazie all’ordinanza sindacale firmata da Giuseppe Canfora: “Sì la mia famiglia è stata sfollata da via San Martino e via Mortari, la mia famiglia, la famiglia De Vivo, io ho cercato di ospitarli a casa mia ma per la paura hanno preferito il centro di accoglienza allestito nel presso scolastico “Baccelli” “. La paura è stata tanta dunque con le ferite del ‘98 che hanno ripreso a sanguinare anche se per poche ore, con persone che hanno preferito lasciare la città, città che è tornata a pululare di mezzi della Protezione civile e Vigili del fuoco a difesa delle abitazioni che già una volta sono state violentate dall’acqua, scampando in queste ore alla furia delle fiamme.

Ferrentino:«Ora comincerà la dura fase del monitoraggio e intervento»

Circa 200 evacuati con un territorio già fortemente a rischio idrogeologico ed ulteriormente violentato con relativa maggiorazione dei pericoli per i cittadini. La tabella di marcia è dunque scandita dall’assessore ai lavori pubblici Gaetano Ferrentino: “Adesso inizierà la dura fase di monitoraggio ed intervento tenendo presente che le competenze non sono solo del Comune ma anche della Provincia e degli uffici Regionali che insieme dovranno avviare la fase di monitoraggio e programmare gli investimenti per risanare il Saretto”. La “fortuna” della città di Sarno in questa circostanza è quella di essere già inserita all’interno della piattaforma “Italia Sicura”: “A breve ci sarà un progetto esecutivo – continua Ferrentino – per la messa in sicurezza generale del territorio visto che in ogni caso siamo ancora reduci della vicenda frana ed i fondi mano mano arrivano e speriamo adesso che ci sia un’attenzione particolare da parte della Regione in quanto al di là del Saretto e di quello che si prospetta dopo questo incendio c’è tutto il discorso manutenzione delle opere idrauliche post frana che potrebbe diventare importante dopo tutto quello che è successo che ha danneggiato l’intero arco montuoso del Sarno”. Nessun danno alle condotte idriche ed alle abitazioni, strutture salvaguardate dai Vigili del fuoco visto che il fuoco è arrivato quasi a valle. Adesso dunque la priorità è mettere in sicurezza la montagna e rimboschire onde evitare il cedimento del terreno. “Prima c’è bisogno di un monitoraggio di carattere geologico – conclude Ferrentino – per capire la tenuta e poi infine rimboschire”. A coordinare le operazioni da Palazzo di Città anche il vicesindaco Roberto Robustelli, scampato miracolosamente già all’alluvione del 5 maggio ‘98 dopo 72 ore trascorse nel fango: “Ci siamo accorti che qualcosa non andava e ci siamo preoccupati di capire cosa stesse succedendo. Sono state ore frenetiche e vista la situazione abbiamo deciso di evacuare le abitazioni della fascia pedemontana del monte Saretto”. Un ricordo indelebile quello dell’emergenza alluvione del ‘98 che ha spinto il vicesindaco ed assessore all’ambiente a lavorare alacremente per i suoi concittadini coinvolti in questo ulteriore dramma ambientale vissuto dalla città di Sarno.

Incendio Sarno: sindaco, chiediamo pene severissime

“Sono dei giovanissimi ad aver incendiato il Saretto. La verita’ di oggi brucia quanto il fuoco che ha distrutto il nostro amato Monte”. Sono parole amare quelle che il sindaco di Sarno (SALERNO), Giuseppe Canfora pronuncia in merito all’incendio del monte Saretto ad opera di un gruppo di ragazzi, cinque dei quali minorenni. “Faccio una riflessione: i giovani piromani da una parte ed i giovani volontari dall’altra. Sembra – continua il primo cittadino dal suo profilo Fb – una lotta tra il bene ed il male; tra barbarie ed umanita’; tra superficialita’ e generoso sacrificio. Sono stati giorni convulsi, difficili, complicati. Oggi si sta ricostruendo un mosaico di pezzi di verita’ che lascia sgomenti per i danni, le modalita’, il coinvolgimento di giovani della nostra citta’, le confessioni rilasciate. Non parlero’ di “una generazione” nel grande rispetto dei tanti figli di Sarno che sono il nostro orgoglio, il nostro futuro ed invito anche voi, miei cari concittadini, a non farlo. Chi ha distrutto la nostra terra “per uno scherzo” (cosi’ avrebbero motivato tutto), merita di essere identificato, giudicato e condannato nella sua singola responsabilita’ e non generalizzando. Confidiamo nella giustizia alla quale chiediamo pene severissime, esemplari, senza sconti, nella piena consapevolezza del grave crimine commesso”. Infine, Canfora ha voluto “ringraziare gli investigatori per il lavoro rapido ed incessante. Attendiamo fiduciosi ulteriori chiarimenti dalle indagini”.

Sarno, indagate 6 persone, 5 sono minorenni

Sono tutti giovanissimi i presunti responsabili dell’incendio del monte Saretto a Sarno . Le indagini dei carabinieri Reparto Territoriale di Nocera Inferiore (SALERNO) con il supporto della Stazione Carabinieri Forestale di Sarno, hanno consentito di focalizzare l’attenzione su sei giovani, cinque dei quali minorenni, già identificati e le cui posizioni sono rispettivamente al vaglio della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni e della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore. Gli elementi raccolti, derivanti da rilievi tecnici effettuati sul territorio, il sequestro di alcuni oggetti rinvenuti presso le abitazioni e le dichiarazioni rese hanno consentito di individuare il gruppo di ragazzi, tutti del posto, come possibili autori dell’incendio. Le responsabilità individuali sono ora oggetto di verifica al pari del movente.

Rogo devasta il monte Saretto, la denuncia di Anna Robustelli

“L’ambiente rappresenta la criticità assoluta di questa città e quanto accaduto al monte Saretto ne è la dimostrazione. Se il tavolo permanente sull’ambiente si fosse insediato, senza aspettare il consiglio monotematico di mercoledì, sicuramente l’incendio ci sarebbe stato lo stesso anche se almeno si sarebbe potuto lavorare sulla prevenzione. Questo spiega solo una cosa: nonostante il famoso programma dei primi 100 giorni questa amministrazione comunale è ferma a Sarno”. Così Anna Robustelli, consigliera comunale di opposizione, interviene sul rogo che ha devastato il monte Saretto portando all’evacuazione di una parte della città di Salerno. “Di solito, la sera quando rincaso, mi fermo a pensare alla mia giornata e ad ammirare il panorama – ha affermato – Ier sera, ancora una volta, la mano umana, anzi la stupidità, si è resa artefice di un disastro immane. Su questo non ho dubbi: serve prevenzione e linea dura contro i piromani. Continuo a dirmi disponibile a fare un’opposizione costruttiva, ma su basi concrete e non sulle solite frasi fatte. Se necessario si chieda lo stato di calamità, perché tra veleni nel fiume e montagna incendiata rischiamo di diventare una bomba ecologica all’aperto. Nel consiglio comunale monotematico sull’ambiente previsto mercoledì mi aspetto concretezza da parte della Giunta. Solo così potremo evitare di rivedere scene drammatiche come quelle di ieri sera”.

Sarno, fiamme domate le famiglie tornano a casa

Sono state domate le fiamme in località Saretto a Sarno, nel salernitano. Già in mattinata le famiglie hanno potuto far rientro nelle proprie abitazione. Si tratta di circa 200 persone che sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni la scorsa notte dopo il vasto incendio che ha interessato la collina a ridosso del Comune di Sarno. Una ventina di persone ha trovato sistemazione nell’istituto scolastico messo a disposizioni dal Comune di Sarno. Impegnate diverse squadre dei vigili del fuoco e numerosi volontari e mezzi della protezione civile regionale. Associazioni attivate dalla Sala operativa regionale sono arrivate da Cercola, Massa di Somma, Palma Campania, Pollena Trocchia, Somma Vesuviana, Gragnano, Siano, , Castellammare, .

LEGAMBIENTE: PAURA RISCHIO IDROGROLOGICO

«Dopo le fiamme, ora è il momento di intervenire nella messa in sicurezza della montagna, intervenire presto e bene – sostiene n una nota Mariateresa Imparato presidente Legambiente Campania -. Con l’arrivo delle prime piogge autunnali, che in seguito anche ai cambiamenti climatici in atto, negli ultimi anni si presentano in modo violento e rapido, la reale preoccupazione è che si possano generare potenziali eventi franosi ancor più visto la mancanza di copertura vegetale distrutta dal fuoco che ha colpito il monte Saretto”.

“Si convochi in tempi brevi un tavolo istituzionale tra Ministero Ambiente, Regione Campania, comune e protezione civile per mettere in atto tutte le procedure e le azioni per bonificare l’area colpita dalle fiamme e mettere in sicurezza la montagna. Prevenire per tutelare e garantire la sicurezza dei cittadini di Sarno. A partire dalla memoria, dalle immagini e dalla lezione di Sarno di 21 anni fa”. Impatto fatale per un 15enne Sgomento per la morte di Vincenzo di Cinzia Forcellino

Tragedia a Cetara che piange un ragazzo di soli 16 anni, deceduto in seguito a un incidente stradale nella notte tra sabato e domenica scorsi. Stando alle prime ricostruzioni, tutte comunque in fase di accertamento dagli inquirenti, il giovane, Vittorio Senatore, era in sella al suo scooter insieme a un altro amico, sempre originario di Cetara, F. G., di 15 anni. I due stavano rientrando a casa dopo una serata a Salerno passata in compagnia di altri amici. Un preserata trascorso prima tra i bar di Cetara e poi un cambio di programma e un giro in città, per vivere i propri sedici anni in maniera spensierata. Vittorio e l’amico erano all’altezza del Llyod’s Baia Hotel, in via Benedetto Croce, nei pressi di Vietri sul Mare, quando il mezzo ha perso aderenza alla strada, forse a causa dell’alta velocità con cui viaggiavano. L’impatto è stato talmente violento da far ribaltare i ragazzi sull’asfalto. Vittorio, che era alla guida dello scooter, ha battuto violentemente la testa a terra, forse proprio sul marciapiede che costeggia la strada, mentre l’amico – che era dietro – non ha riportato danni significativi, ma soltanto qualche escoriazione e il segno indelebile di una serata finita male. Gli altri amici, che erano dietro di loro, hanno immediatamente allertato il 118 e il giovane è stato trasportato, già in gravi condizioni, all’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, dove è stato operato d’urgenza. Le ferite riportate, purtroppo, si sono rivelate più gravi di quanto si pensasse e avevano coinvolto anche gli organi interni, presumibilmente a causa dell’impatto col mezzo che, cadendo, gli si è ribaltato addosso. La corsa in ospedale, l’operazione immediata e tutte le cure ricevute, tuttavia, sono state inutili per Vittorio che è deceduto in mattinata, lasciando tutti attoniti. Sotto shock F. G. che, dopo tutti gli accertamenti dei medici, è stato dimesso e riportato a casa. Sotto shock i familiari e l’intera comunità che ieri mattina si è svegliata in un profondo silenzio e lutto. Vittorio era il primo di quattro fratelli, un po’ ribelle come tutti i sedicenni e amante delle due ruote e della Salernitana, passione probabilmente trasmessa anche dal nonno materno, Ernesto Ferraro, allenatore e scopritore di grandi portieri della Seria A, tra cui Gigio Donnarumma. Stasera la curva sud di cui era abbonato gli dedicherà uno striscione in suo ricordo. Legatissimo a Cetara e ai suoi amici, che sono ancora increduli e distrutti dal dolore, quando la famiglia si era trasferita a Cava de’ Tirreni un paio di anni fa, Vittorio ha mantenuto i rapporti, continuando a tornare nel paese costiero. In ospedale, in primissima mattinata, è arrivato anche il Sindaco Fortunato Della Monica, in qualità di amico dei genitori dei ragazzi coinvolti nel sinistro. Intanto, presso la Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli è stata allestita la camera ardente in attesa dei funerali che si svolgeranno questo pomeriggio.