©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte ELISABETTA GIFFI PONZI

DUE DIPINTI DI GERRIT VAN HONTHORST A GENOVA

Poche tracce conserva Genova della presenza di artisti regolari, ne tradiscono pur sempre una seconda e sempre ed opere di tendenza caravaggesca. Quello genovese fu affiorante vocazione alla "regola", il "temperamento in realtà un ambiente difficilmente penetra bile per la classicheggiante" per dirla con Longhi, lO) che amava pittura di più stretta ortodossia naturalistica : toscani, tanto poco questo aspetto della personalità del pittore, lombardi, fiamminghi alimentavano, alcuni già dalla fine con un occhio evidentemente agli esiti ultimi, e meno del secolo precedente, il gusto per una pittura ricca di felici, del suo tempo olandese, da arrivare a definire impasti, straordinariamente godibile nei suoi aspetti più un'opera come il • San Paolo rapito al terzo cielo' della epidermici, fatta di accensioni cromatiche, preziosi lumi­ chiesa romana di Santa Maria della Vittoria come "sco­ nismi, sottigliezze visive. lastica ". 11) Solo grazie alle ricerche d'archivio di Vincenzo Pa­ celli I) si è venuta individuando almeno una figura impor­ tante di collezionista nettamente orientata, quella di Mar­ cantonio Doria, "amico" e committente del , legatissimo a Giovanni Bernardo Azzolino che fu lunga­ mente attivo per Genova, ammiratore e collezionista anche del Ribera. Fu lui ad affidare al Gentileschi la decorazione del casino di Sampierdarena dove già nel 1618 era stato attivo Battistello Caracciolo, di cui il Doria era estimatore di antica data. Oggi sappiamo anche che, giunto nella primavera del 1621, Gentileschi soggiornò a Genova certamente fino all'agosto del 1624, 2) mentre fu più breve il passaggio di , documentato a Ge­ nova nel maggio e nel settembre del 1621. 3) Sono queste due presenze, insieme a quella di Batti­ stello Caracciolo nel 1618, ad alzare a Genova, a cavallo del secondo decennio, la " temperatura" caravaggesca 4) dopo che, nonostante la precoce presenza di opere del Merisi, 5) erano stati lasciati cadere i difficili dettami della pittura dal naturale. Il quadro si può arricchire ora di qualche elemento nuovo e di non scarsa importanza se si accetta l'attribu­ zione proposta da Gianni Papi 6) della misteriosa' Santa Teresa Incoronata da Cristo ' della chiesa di Sant' Anna (fig . 1 e TAV. V) a Gerrit van Honthorst. Il dipinto veniva ricordato dal Ratti 7) come opera di Castellino Castello j è stato il Castelnovi 8) ad escludere la paternità di un pittore genovese, mentre di recente è stato riferito da Maria Clelia Galassi ad un artista napo­ letano influenzato dall' Azzolino, 9) databile tra il quarto e il quinto decennio. La riproduzione fotografica difficilmente rende giustizia ad un dipinto di così raffinata qualità luminosa mentre ne evidenzia l'icastica, singolare semplicità di composi­ zione. Di Honthorst è certamente l'opera più estremizzata e difficile, che ne dichiara interamente le intenzioni di classicità, strane per noi a comprendersi in un pittore così felicemente versato nell'accostare tanto intense verità di luce e di sentimento. Eppure proprio la straordinaria limpidità e serenità di sguardo dell'olandese la sintassi compositiva piana, an­ che se mai banale delle sue opere, la larghezza e solidità I - GENOVA, CHIESA DI SANT'ANNA - GERRIT VAN HONTHORST: d'impianto dei suoi personaggi, la predilezione per un INCORONAZIONE DI SANTA TERESA, PARTICOLARE tipo umano ben definito, dal volto aperto, i tratti forti e (foto Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici, Genova)

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2 - GENOVA, GALLERIA DI PALAZZO REALE 3 - GENOVA, GALLERIA DI PALAZZO REALE GERRIT VAN HONTHORST: SANT' AGOSTINO DI CANTERBURY FRANCESCO RUSTICI: COMPIANTO SUL CRISTO MORTO (foto Soprintendenza per i Beni Artistici e Srorici, Genova) (foto Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici, Gellova)

Il dipinto di Genova, ispirato ad un'esperienza mistica San Clemente, era sotto il patronato della famiglia Chiesa. descritta dalla Santa nella sua Vita, 1 2 ) è teso, rigoroso: Risale all'ottobre 1616 l'atto di concessione a Mari:l campeggiano le figure di linee purissime del Cristo e della Pavese che, a quanto riferisce un anonimo e scrupolosis­ Santa dalle carni compatte e luminose, esaltate da lustri simo compilatore - altrove, in mancanza di dati sicuri, discreti e da ombre vellutate. Sulla destra, ancora in luce, usa regolarmente i puntini di sospensione - che scrive è l'enigmatica bellezza di una santa martire, dai capelli anteriormente al 1744, ottiene la cappella dopo che sono fulvi e il manto di broccato lucente identificabile con ogni stati già effettuati i lavori di ampliamento ed è stato sosti­ probabilità con Santa Caterina d'Alessandria, mistica a tuito il quadro d'altare raffigurante San Clemente, con cui Teresa fu particolarmente devota. 13) Dietro ancora, " quello di Santa Teresa". e purtroppo quasi completamente guasta, è una gloria di La decisione di dedicare un altare alla Santa pare angeli che accompagna il Cristo nella sua discesa su di risalire al settembre del 1614, ché con tale motivazione una nube che ha la stessa fisicità del gradino su cui poggia. richiede e ottiene la cappella Maria Pavese i Teresa viene Anche qui, dunque, Honthorst prende le distanze dai beatificata giusto il 24 aprile 1614, e dunque immedia­ virtuosismi a lume di candela e cerca invece la calibratura tamente dopo viene assunto l'impegno di dedicarle una solenne, il registro alto, come nella 'Madonna in gloria cappella e si avviano i lavorii la commissione ad Hon­ con i Santi Francesco, Bonaventura e la principessa thorst non dovette tardare molto e dovette pa sare, come Colonna Gonzaga' della chiesa dei Cappuccini di Al­ sostiene il Papi, 18) attraverso i rapporti, che erano stret­ bano, cui Gianni Papi 14) l'apparenta strettamente, credo tissimi, con le case romane dell'Ordine, Santa Maria della proprio per l'impassibile à plomb che caratterizza entrambi Scala e Santa Maria della Vittoria per cui il pittore fu i dipinti. ugualmente attivo. L" Incoronazione di Santa Teresa' Ma quello di Albano, datato 1618, sembra però più è quindi allo stato attuale delle conoscenze la prima opera maturo e complesso, anche luministicamente. L" Inco­ nota dell'olandese, anteriore pure, anche se di poco, al di­ ronazione di Santa Teresa' nella sua intransigenza ha segno dalla ' Crocifissione di San Pietro' del Caravaggio, qualcosa di acerbo i probabilmente non sarebbe piaciuto firmato e datato 1616. Credo invece più tardo un altro a Longhi che lo avrebbe definito "scolastico" come il dipinto di Honthorst conservato ugualmente a Genova: , San Paolo' di Santa Maria della Vittoria, che dovrebbe il ' Sant'Agostino di Canterbury' della Galleria di Palazzo essere più antico del dipinto di Albano perchè ne dipende Reale (fig. 2). 19) lo Spadarino nei suoi affreschi della Sala Regia al Quiri­ Il Santo - un'iscrizione nell'angolo destro ne rivela naIe, 15) anteriore dunque al 1617 e più antico anche del l'identità - è rivolto al crocifisso cui indica in un libro l" Adorazione dei pastori' degli , collocata sull'altare la carta geografica dell'Inghilterra che ha evangelizzato. di Santa Trinita giusto nel 1617.16) Gli effetti di luce - il pittore descrive una penombra A questo punto può aiutare qualche referto documen­ diffusa - sono sommessi, calibratissimi: una bolla d'om­ tario: 17) fino al settembre 1614 la cappella, dedicata a bra si allarga al centro del dipinto, tra l'ampia, tranquilla 96 TAV. V ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

GENOVA, CHIESA DI SANT' ANNA - GERRlT VAN HONTHORST: INCORONAZIONE DI SANTA TERESA (foto Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici, Genova) ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte mole©Ministero del Santo pere il grandebeni e volumele attività aperto; culturali-Bollettino intorno ombre d'ArteI) V. PACELLI, F . BOLOGNA, Caravaggio 1610: la 'Salll'Orsola morbide e profonde scivolano tra il calamaio, i libri, il confitta dal Tiranno' per MarcanlOnio Doria, in Prospettiva, 1980, crocifisso in controluce. Nel volto il pittore intesse la sua 23, pp. 24-45· materia di pagliuzze dorate che ne rialzano la lumino­ 2) PACELLI, BOLOGNA, op. cit., p. 27 e ss. sità, ma un'incipiente barba grigia e rughe profonde 3) Le date indicate si riferiscono a due lettere inviate da Genova svelano un Agostino non più giovane e stanco. a Cassiano dal Pozzo. Cfr. G. BOTTARI, S. TICOZZI, Raccolta di lettere sulla pittura, scultura ed architettura, Milano 1822, 1, pp. I! dipinto appartiene all'Honthorst di timbro malin­ 331-333, e quindi W.R. CRELLY, The painting 01 Simon Vouet, conico, assorto, che affonda il suo scandaglio in complesse Yale 1962, pp. 28-32, 276-278. vicende psicologiche, cui corrisponde anche un luminismo Il problema del soggiorno genovese di Vouet è sintetizzato effi­ dagli effetti più sobri e meditati, come nel dipinto dei cacemente da G.V. CASTELNOVI, La prima metà del Seicento: dal­ l'Ansaldo a Orazio De Ferrari, in La pittura a Genova e in Liguria. Cappuccini di Albano, vicino al quale, sul finire del tempo Dal Seicento al primo Novecento, II'' ed., Genova 1987, p. 132. italiano, collocherei questo 'Sant' Agostino'. 4) Di una congiuntura caravaggesca a Genova intorno al 1620 Le dimensioni originali della tela sono alterate dalle si era avveduto chiaramente Gian Vittorio Castelnovi, che già nella aggiunte fatte per adattarla alla cornice settecentesca in prima edizione (1971) del volume La pillura ... , cit., aveva dedicato cui fu inserito come sovraporta insieme ad altri tre dipinti un paragrafo - 6. Intorno al 1620 - alle presenze caravaggesche, di notevole interesse. Su uno di essi è il caso di soffer­ e più latamente romane, a Genova. Si veda la già citata riedizione marsi in questa occasione, dal momento che si tratta di del 1987 dell'opera, con gli aggiornamenti di F. Boggero. un 'Compianto sul Cristo morto' 20) a lume di candela 5) Mi riferisco essenzialmente al 'Martirio di Sant'Orsola ' della Banca Commerciale Italiana di Napoli, nel 1610 a Genova, (fig· 3)· nella collezione di Marcantonio Doria (cfr. PACELLI, BOLOGNA, op. cit., Fu collocato nella posizione attuale più tardi rispetto p. 25) i ma sono da valutare anche i rapporti strettissimi con un altro agli altri, dopo l'acquisto del palazzo da parte dei Savoia, committente genovese, seppure stabilito a Roma, Ottavio Costa, avvenuto nel 1824. 21) individuati da L. SPEZZAFERRO, Ottavio Costa e Caravaggio : certezze e problemi, in Novità sul Caravaggio, Milano 1975, pp. 103-118. I! Ratti, 22) che ricorda già il 'Sant' Agostino' - lo Era poi a Genova già nel '600 la • Conversione di Saulo ' Odescal­ dice però San Bernardo - come opera dello Spagnoletto, chi, menzionata nel testamento di Francesco Maria Balbi del 1701 e gli altri due sovraporta, un 'Sant' Antonio abate', di­ (cfr. M. CINOTTI, G. A. DELL'ACQUA, Caravaggio, Bergamo 1983, pinto tuttora problematico, e un ' San Giovanni Battista' 540 ). dell' Assereto, menziona al posto del • Compianto sul 6) G. PAPI, in La Pittura in Italia. il Seicento, s.v. Van Honthorst, Gerrit, voI. 2, Milano 1988, p. 9II, cui si rimanda per la bibliografia Cristo morto' un ' Ritratto con turbante' del . completa su Honthorst, limitandoci a segnalare quale riferimento In una nota apposta all'Inventario dei quadri della Gal­ più completo per la conoscenza dell'Honthorst italiano E.K.J. leria del 183623) il dipinto citato come Rembrandt risulta REZNICEX, in Italia, in Caravaggio e i Cara­ spostato a Torino. I! ' Compianto' potrebbe essere iden­ vaggeschi, colloqui sul tema, Accademia Nazionale dei Lincei, Roma 1974, pp. 105-II l. L'attribuzione a Honthorst è riportata tificato forse con il 'Cristo morto deposto dalla Croce' daUo stesso Papi in La vocazione caravaggesca di Giovanni Antonio detto di Michelangelo da Caravaggio che nel suddetto Galli detlO lo Spadarino, in Arte Cristiana, 1989, 7~4, p. 384 nota inventario risulta nel salotto dell'Aurora. 24) 28, dove sulla base del confronto col dipinto di Genova si resti­ tuisce aU'Honthorst, mi pare correttamente, la I Santa Teresa' Lo stesso dipinto è ricordato anche dal Ratti; 25) a di coUezione privata, resa nota da C. MARSICOLA, Note allo Spadarino, identificarlo col nostro I Compianto' notturno se ne in Prospeuiva, 1979, 16, p. 46, fig. 2. ricava che quest'ultimo faceva già parte della quadreria 7) C.G. RATTI, Instruzione di quanto può vedersi di più bello in Durazzo come anche il 'Sant' Agostino' di Honthorst. Genova, Genova 1780, p. 331 i ugualmente F. ALlZERI, Guida arti­ Mi sembra comunque vi sia facilmente riconoscibile la stica per la ciuà di Genova, Genova 1847, voI. II parte II, p. 1094. mano di Francesco Rustici, il Rustichino; il lume tremulo 8) CASTELNOVI, in La pittura ... , cit., 1987, p. 122. della candela che sottolinea la fragilità sentimentale dei 9) M.C. GALASSI, Sulla produzione per Genova di Gio. Bernardino personaggi, il Cristo che offre alla luce il corpo riverso, Azzolino, dellO • il Siciliano', in Quaderni dell' Istituto di Storia le ombre che scavano i volti dolenti e contratti degli angeli dell'Arte Medievale e Moderna dell'Università di Messina, 1985- che lo piangono, hanno un riscontro preciso nei dipinti 1986, 9-10, p. 51. honthorstiani del senese, come la I Morte di Lucrezia ' e IO) R. LONGHI, Mostra del Caravaggio e dei caravaggeschi, cata­ la 'Maddalena morente' degli Uffizi. 26) logo (Milano 1951), Firenze 1951, p. 68.

Se è del Rustichino anche la I Giuditta con la testa di II) R. LONGHI, Un quadro ignorato di Gherardo delle Noui, in Oloferne ' 27) conservata come la 'Santa Teresa' nella L'Arte, 1918, p. 239. Ristampato in Opere Complete. l. Scritti gio­ chiesa di Sant' Anna, ma che soggetto e formato dicono vanili, Firenze 1961, pp. 418 e 419. di provenienza privata e sulla quale per il momento è 12) Vita di S. Teresa di Gesù scritta da lei stessa, in TERESA opportuno sospendere il giudizio in attesa di un restauro D'AVILA, Opere, ed. cons. Roma 1977, p. 378. che la liberi dall' eccesso di cattive vernici, il nucleo di 13) A Santa Caterina martire Santa Teresa dedicò anche una poesia (ibidem, p. 1528). C'è forse anche la ruota alla destra della dipinti honthorstiani conservato a Genova diviene dav­ Santa, ma è riassorbita nell'alterazione dei bruni che comprende vero consistente. anche la veste deU'angeio retrostante. II manto di broccato va inteso Sin da ora è comunque possibile constatare che quanto senza dubbio come attributo di regalità. balenava dalle ricerche d'archivio del Pacelli non era una 14) PAPI, in La pittura in Italia ... , cit., p. 91 I. situazione isolata, Marcantonio Doria non era il solo a 15) I confronti che avevo istituito con i putti affrescati dallo Spa­ Genova a coltivare la passione per la pittura caravaggesca. darino al Quirinale continuano a sembrarmi validi (cfr. E. GIFFI Anche solo a scorrere l'Instruzione del Ratti si indivi­ PONZI, Per lo Spadarino, in Prospelliva, 1987, 50, pp. 72 e 73). PAPI, in La pittura in Italia ... , cit., p. 9II, ritiene il • San Paolo' dua una ricchezza di presenze oggi non più rintraccia­ eseguito intorno al 1620. A parte il fatto che già nel luglio del '20 bile ma che, come i nuovi ritrovamenti, suggerisce pos­ Honthorst è documentato a Utrecht, va considerato che il dipinto, sibilità di ricerca fin qui trascurate. ora nel coro, fu eseguito per l'altare maggiore della chiesa, fino al1'8 maggio 1622 intitolata a San Paolo i è dunque verosimile che sia stato tra i primi ad essere commissionati. La costruzione di Santa Maria della Vittoria iniziò nel 1608 (cfr. G . MATTHIAE, S . Ringrazio Bruno CilienlO che ha messo a mia disposizione i risultati Maria della Vittoria, Roma 1965, pp. 14 e 15). delle sue ricerche relative agli inventari del Palazzo Reale di Genova, 16) E. BOREA, Caravaggio e i caravaggeschi nelle Gallerie di Firenze, ed inoltre Giuliana Algeri, Letizia Lodi e Roberto Caccamo. catalogo della mostra, Firenze 1970, pp. 48 e 49.

97 ©Ministero17) "La cappe perlla beni di S .e Teresa le attività è della culturali-BollettinoSig.ra Mria Pavese come d'Arte 2 l ) La costruzione del palazzo inizia nel 1643 per volontà di appare nell'istromento fatto l'anno 1616 del mese di ottobre. Si Stefano Balbi i nel 1657 viene ereditato dai Durazzo che lo ampliano deve però notare che questa è quella cappella che si chiamava di nel 1685 e nel 1705 ne affidano la ristrutturazione globale a Carlo S. Clemente, la quale da n.ri primi Padri fu data al Medico Chiesa Fontana, quindi, nel 1824, il passaggio ai Savoia. Cfr. CILIENTO, per gratitudine e benemerito della Sanità che faceva di curare (... ) op. cit., pp. 7-9. ma perchè poi la Sud.ta Sig.ra Maria Pavese la desiderava per fab­ bricarvi la cappella della n.ra S.ta M.re Teresa, p.ciò l'anno 1614 22) RATTI, op. cit., p. 213. nel mese di s.bre fu domandata ad esso Sig.r Mag.a (sic) Chiesa e si 23) Torino, Archivio di Stato, Sezioni Riunite, 137 A, Inventario ottenne e levatosi il Q.uadro di S. Clemente, se vi pose quello di del 1836 del Reale Palazzo di Genova, Specchio della consistenza dei S. Teresa, e si edificò IO più ampia formai e nell'anno sud.o si con­ quadri, nn. 123-124. cesse alla Sig.ra Maria Pavese quale la dotò di messa perpetua p.essa, p.suo marito, e suoi ". Genova, Archivio della chiesa di Sant'An­ 24) IDEM, ibidem, n. 145 . na, Necrologium ... rilegato l'anno 1744, c. 15r. 25) RATTI, op. cit., p. 188. Come .. del Caravaggio ", Ratti ri­ 18) PAPI, in La pittura in Italia ... , cit, p. glI. corda nella collezione dei Durazzo anche un'" Ancilla con S. Pietro" Ig) P. TORRITI, Il Palazzo Reale di Genova e la sua Galleria, e Il l'altro d'alcuni giocatori ". Genova Ig63, p. 72, dava l'opera ad " un caravaggesco fra il Maestro del Giudizio di Salomone e " i cfr. anche B. CI­ 26) BOREA, op. cit., pp. 55-58, nn. 33-35. L1ENTO, Visita alla Galleria di Palazzo Reale, Genova Ig86, p. 28. 27) Del dipinto non è fatta menzione nelle fonti. Sembra pre­ 20) TORRITI, op. cit., p. 70: .. pittore fiammingo della seconda cedere, per l'artificio del lume di candela, l'accensione cromatica, metà del sec. XVII " i CILIENTO, op. cit., p. 20: .. seguace dell'Hon­ il tono melodrammatico, un'opera inusuale come' La regina d'Ara­ thorst ". G. J. HOOGEWERFF, Gherardo Delle Notti, Roma Ig24, gona Violante de Bar sorprende San Vincenzo Ferrer in estasi' p. IO, inserisce il dipinto nel catalogo deU'Honthorst. di Andrea Ansaldo in Santa Maria di Castello a Genova.

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