9 novembre 1991 - 19 gennaio 1992 Le Mostre a Napoli Battistello Caracciolo e il primo naturalismo a Napoli

Sulla collina più alta della Solimena, la civiltà del Quat- le manchevolezze del versante città, nei superbi spazi se- trocento, il troppo mitizzato politico ed economico, scon- centeschi di Castel S. Elmo, ma sconosciuto e malnoto Ot- figgere con la luce le ombre, la Soprintendenza per i Beni tocento. Ospitata nel carcere dar vita ad una delle stagioni Artistici e Storici di Napoli ha basso, la mostra su Battistello più straordinarie e felici che le organizzato due grosse e inte- e il primo naturalismo a Na- diedero un’ampiezza cosmo- ressanti mostre. Il tentativo, poli, curata da Ferdinando polita e internazionale. ci ricorda Nicola Spinosa, è Bologna, presenta più di 150 quello di riproporre di Napoli opere. Appare come il tenta- La seconda mostra ospitata una immagine meno effimera tivo di delineare un profilo nel carcere alto non ha avuto e dequalificata, di concorrere quanto più aperto e compren- sugli organi di stampa lo spa- a tracciare programmi e ad sivo possibile di un periodo zio che meritava; eppure è il indicare obiettivi meno futili e artistico che va dall’originale primo serio tentativo di non precari di quelli oggi imposti momento caravaggesco, rela- considerare chiuso il discorso o suggeriti al di là dello sfor- tivo all’opera del Caracciolo a Napoli nel campo delle arti zo scientifico e ricognitivo di a partire dal 1607/1610, agli e della produzione culturale volta in volta prodotto, al di là apporti, ribereschi e fiammin- dopo il 1860-70, cioè dopo della capacità di garantire una ghi, della seconda metà del che la città dal ruolo presti- migliore tutela del patrimo- secondo decennio, fino alla gioso di capitale europea fu nio, al di là dello stesso suc- prima attività di Andrea Vac- retrocessa a quello marginale cesso di critica e di pubblico caro e . di popoloso capoluogo di pro- per ogni singolo evento. La Napoli del Seicento, gran- vincia sconvolto da immense La mostra “Battistello Ca- de città europea e mediter- e insuperabili questioni poli- racciolo e il primo Naturali- ranea che, pur nel succeder- tiche sociali ed economiche. smo “ si inserisce in quel pro- si di drammatici contrasti e E’ il tentativo di verifica se gramma che ha già prodotto conflitti sociali, pur nel per- all’immagine spettacolare del mostre sull’arte del passato sistere di miserie incredibili Vesuvio eruttante, una volta come quella sul Sei-Settecen- e soprusi insopportabili, pur simbolo di una realtà pro- to, sulla pittura da Caravag- tra calamità naturali e so- spera e felice e poi emblema gio a Giordano, sulla pittura spettabili eventi miracolistici convenzionale ed immagine della veduta o sugli argenti e e soprannaturali, seppe nella falsa della cxittà, si potesse porcellane; mostre che oltre produzione artistica vincere contrapporre una cultura fat- a Napoli sono state presenta- te in tantissime altre città, da Londra a Parigi, da Madrid a Fuori dall’ombra Edimburgo, da New York a Chicago, da Washington a Rio de Janeiro. Il programma, av- Nuve tendenze nelle arti viato e progettato dallo scom- parso Raffaele Causa, prevede per il futuro altre tappe su a Napoli dal ‘45 al ‘65 , Francesco La Rassegna d’Ischia 9/1991 25 ta di personalità e momenti di Battistello Caracciolo vita artistica non marginali e periferici. e il primo naturalismo a Napoli La mostra Fuori dall’ombra è il tentativo quindi di tirarsi fuori da quell’immagine ole- Agli inizi del secolo, mentre ancora vigeva il gusto per forme intellet- ografica sempre più cupa e tualistiche e idealizzanti caratteristiche dell’ultimo manierismo, Miche- soffocante del Vulcano per langelo Merisi detto il , con una modernissima intuizione, prospettò l’impatto emozionante di una pittura tratta dal “naturale” ossia proporre nuovi percorsi di dalla diretta visione della realtà, attraverso il guizzo ora descrittivo, ora prospettiva europea, per sal- violento della luce nell’attimo in cui si rivela. vaguardare quanto di valido e producente è stato trasmesso Caravaggio e Napoli patto sconvolgente sulla pittura dalla più fortunata tradizione napoletana che fu deviata da un Caravaggio soggiornò pochi passata. L’esposizione, che ha tranquillo corso tardo-manieri- mesi nella città partenopea e tan- sta alle durezze di uno strepitoso come sottotitolo Nuove ten- ti bastarono per lasciare un im- denze delle arti a Napoli dal naturalismo. ‘45 al ‘65, intende tracciare con vigore ed ampiezza di ma- teriale documentario, le dina- miche della vita culturale na- poletana negli anni del dopo- guerra e della ricostruzione, e come si sia venuto formando in un’area di artisti e intellet- tuali sensibili alle novità che emergevano nell’arte italiana e straniera, una nuova e più avvertita coscienza dell’insuf- ficienza dei tradizionali mezzi espressivi. Tre le sezioni su cui si artico- la la mostra: 1) Gli anni della ricostruzione e le polemiche tra astrattisti e realisti (1945-1955) a cura di Mariantonietta Picone. 2) Dal naturalismo all’infor- male e alle soglie dello speri- mentalismo oggettuale (1955- 1965) di Angela Tecce. 3) Architettura e urbanistica, dai piani della ricostruzione postbellica al piano regolatore del 1972, di Pasquale e Belfio- re. Le due mostre sono il simbolo della città che non vuole soggia- cere al peso delle difficoltà e lo fa in un modo ammirevole. Le stanze spesso vuote, ma ricche di queste grandi testimonianze del passato più o meno recente, sono un segnale poco incoraggiante. Caravaggio - Le sette opere di Misericordia, 1607 Carmine Negro Napoli, Pio Monte delle Misericordia

26 La Rassegna d’Ischia 9/1991 Alla fine di maggio del 1606 du- rante una rissa scoppiata per fu- tili motivi, il maestro viene feri- to, ma uccide a sua volta uno dei contendenti. Ricercato dalla giu- stizia, scappa precipitosamente; trova protezione presso i principi Colonna, dove dipinge “Cena di Emmaus”. In questa tela le figure umane, emergendo dall’ombra, mostrano tutto il sofferto carico interiore di passioni e di emo- zioni caratteristico del periodo trascorso al Sud, passato nell’an- sia e nella speranza di poter un giorno tornare a Roma. Caravag- gio arriva a Napoli nel settembre 1606, preceduto dal clamore e dallo scandalo sociale e morale delle opere prodotte a Roma. A Napoli, in quel periodo, coman- dava con una politica di sfrutta- mento il viceré spagnolo Juan Alfonso Pimentel de Herrera, conte di Benavente. La città con- tava 250.000 abitanti (Roma ne contava 100.000) e tirava avanti con tasse e una sorta di tolleran- za nei confronti dei soprusi dei baroni e ei feudatari. La religione era ossessiva, ma la povera gente Caravaggio - Flagellazione di Cristo le affidava le proprie speranze. Napoli, Chiesa di S. Domenico Maggiore Caravaggio a Napoli lavora alacremente e il 9 gennaio 1607 Il quadro mostra il luminoso Il caldo realismo delle composi- consegna al Pio Monte le “Sette torso di Cristo, legato alla colon- zioni, l’affettuoso interesse verso Opere di Misericordia” (vedi fi- na, con intorno gli aguzzini che un’umanità più dimessa e feriale, gura n: ). In questa tela le azioni affiorano e immergendosi a tur- il drammatico linguaggio chia- di misericordia e di solidarietà no nell’ombra, organizzano una roscurale, dove i corpi appaiono vengono realizzate nel vicolo; girandola di tormenti che sem- come folgorati da un subitaneo la luce mette in movimento una bra non poter avere fine. Il mo- incidente luminoso emergendo folla gesticolante che rappresen- dellato delle anatomie è robusto solo parzialmente dalla densità ta un’umanità costituita dalle di- e corposo come in tutte le opere delle ombre che si diffondono verse classi sociali; la Madonna “meridionali” del maestro. Nel per tutta la scena, il rapporto ha le sembianze di una dolcis- 1608 si trasferisce a Malta e pro- fra lo spazio e le figure nonché sima popolana come popolani segue, poi, per la Sicilia. Dal 20 la ricerca di un colore più “vero” sono gli angeli che sorreggono ottobre 1609 fino al luglio suc- influenzano fortemente l’arte in il bambino. L’artista lavora poi cessivo è di nuovo a Napoli. In- Italia ed in Europa. Scuole “ca- alla “Flagellazione” (vedi figura siste sul tema ossessivo del capo ravaggesche” nascono un po’ n...) che, partendo per Malta, la- mozzato, dipingendo due versio- ovunque, prima fra tutte Napoli: scia probabilmente incompiuta. ni della Salomè con la testa del Battistello Caracciolo, Jusepe de Infatti la radiografia eseguita a Battista e un patetico Davide con Ribera, Massimo Stanzione sono Parigi nel settembre 1988 ha mo- la testa di Golia, adombrando nei fra i principali esponenti di un strato che, al posto del flagellato- lineamenti stravolti del gigante ambiente vivacissimo e ricco di re di destra, che ha somiglianze ucciso un estremo autoritratto. personalità di spicco. strettissime con i fossori del Sep- Morì a Port’Ercole, mentre cer- pellimento di S. Lucia dipinti più cava di raggiungere Roma, il 18 tardi in Sicilia, c’era nella prima Battistello Caracciolo luglio 1610, colpito da un attacco stesura un forte ritratto d’uomo di febbre perniciosa all’età di soli rivolto verso il Cristo. Di Battistello Caracciolo, nato 39 anni. nel 1578 e morto nel 1635, la La Rassegna d’Ischia 9/1991 27 mostra presenta molte opere, partendo da uno dei suoi primi quadri che rappresenta l’ “Im- macolata Concezione con i santi Domenico e Francesco di Paola” (vedi figura a lato). Come si legge già nella descrizione di De Dominici del 1742 il pittore ha rappresentato la Vergine in piedi sulla testa del drago; in basso è Adamo che reca in una mano la mela, simbolo del peccato ori- ginale, mentre con l’altra indica la firma del pittore. Al centro si vedono i gigli, lo specchio, le rose e una fronda di palma; in alto si vede Dio Padre, mentre in basso sono raffigurati S. Francesco di Paola e S. Domenico. Considera- to posteriore al viaggio romano di Battistello, il Longhi nel 1915 sottolinea la stretta parentela con le opere napoletane del Ca- ravaggio. Con le scoperte docu- mentarie sui pagamenti Michael Stoughton accerta che il dipinto è del 1607, considerandolo il più immediato segno di ricevuta del- le novità caravaggesche. Gli im- pacci disegnativi e compositivi di origine tardo-manierista della sua formazione vengono quasi del tutto superati dall’uso profon- damente rinnovato della luce cui viene affidata una funzione uni- ficatrice. “L’impegno di modelli vivi, la complessità iconografica della scena, la vera miniera di particolari e di spunti rendono la pala della Chiesa di Santa Maria della Stella un quadro pilota per Caravaggio - Immacolata Concezione con i Santi Domenico e un’intera generazione di pittori Francesco di Paola - Napoli, Chiesa di Santa Maria della Stella napoletani dal Sellitto al Ditale” (catalogo mostra, p. 210). figure singole sul fondo scuro, ( pag.29 ) solo nel 1978 è stata In “Madonna col Bambino e San pura ideazione dell’autore. “Per assegnata da Vincenzo Pacelli al Giovannino (fig. 29) del Museo l’intensità del lume e per l’ese- Battistello collocandola al perio- di S. Martino, l’intenso dialogo cuzione rapidissima evidente do precedente del “Battesimo di di sguardi e di gesti, la perfetta in certe scorrette abbreviazioni Cristo”. Nel quadro del Museo struttura piramidale, il giuoco formali che si fanno sorpren- Civico di Castelnuovo, il Cristo chiaroscurale “risentito ma av- denti nell’ombra portata dalla è ripreso in iscorcio e appare il- volgente” fanno di questo qua- canna sul petto del Battistello o luminato da sinistra, ai piedi un dro, che ha affinità con le opere sul torso del Cristo, il dipinto in gruppo di dolenti appena in om- del secondo Caravaggio, uno dei esame resta il tentativo più luci- bra e lo scherano che porge la più riusciti del Battistello. do e chiaramente formulato da spugna imbevuta di aceto. Anche Il “Battesimo di Cristo ( fig. parte del Caracciolo di ripensare in questo quadro si notano quelle pag. 20), datato nel 1610, è con- ad opere del secondo tempo na- tipiche abbreviazioni formali ca- siderato uno dei capisaldi della poletano del Merisi” (catalogo ratteristiche delle opere del Ca- pittura napoletana del Seicento mostra, p. 212). racciolo dopo il ‘10. per l’audace invenzione delle due Attribuita erroneamente a Per la definizione anatomica “La Crocifissione” del corpo del Cristo e per il senso 28 La Rassegna d’Ischia 9/1991 La Rassegna d’Ischia 9/1991 29 Caravaggio - Madonna col Bambino in gloria - Catanzaro, Museo Provinciale corale dell’evento sacro, il Carac- ciolo si rifà alla Crocifissione di S. Andrea del Caravaggio, ma l’aver smorzato certi toni “espressioni- stici” del Merisi porta il Battistel- lo ad una rappresentazione più composita e patetica. In “Madonna col Bambino in gloria” (fig in alto) del Museo Provinciale di Catanzaro, lo schema compositivo ricalca in modo approssimativo la prima idea del Caravaggio per le Opere di Misericordia, come si è potuto verificare da una radiografia del pio Monte del 1970. Questo por- tò a pensare che l’artista napole- tano abbia seguito di persona le fasi di realizzazione della grande tela caravaggesca. Del periodo toscano del Carac- ciolo è “Salomè con la testa del Battista” caratterizzato da par- ticolari stilistici estremamente raffinati che lasciano intendere, come suggerisce il Bolognini, l’influsso sul nostro della pittura del Gentileschi. “Liberazione di San Pietro” ( fig. a lato) è senza dubbio uno dei dipinti più importanti del primo Caravaggio - Liberazione di San Pietro Seicento italiano. Commissiona- Napoli, Chiesa del Pio Monte delle Misericordia to dal Pio Monte della Misericor- 30 La Rassegna d’Ischia 9/1991 l’Eterno Padre portato da angeli, il quale con lo Spirito Santo pare che accompagni il suo diletto fi- gliuolo” (De Dominicis - Vite, III, p. 43, Edizione 1844). “.. Il perfetto impianto compositivo, la concitazione drammatica ed espressiva dei gesti accentuata dalla rinuncia alla visione fronta- le per il taglio in diagonale prelu- dono alle imminenti formulazio- ni del soggiorno fiorentino” (Bo- logna, catalogo mostra, p. 221) e collocano l’opera al ritorno dal viaggio di Roma. Del periodo fiorentino l’unica opera documentata è “Riposo nella fuga in Egitto” solo dopo molte peripezie definitivamente attribuita al Caracciolo. De le versioni de “I santi Cosma e Damiano” ( pag32 ) presenti alla mostra, la prima di una col- lezione privata di Padova e l’altra del Museum Preussicher Kultur- besitz di Berlino. Cosma e Damiano furono due medici arabi che convertitisi alla religione cristiana operarono cure miracolose; avendo rifiutato di adorare gli dei pagani patirono Caravaggio - Cristo conffortato dall’Angelo il martirio nel 287, sotto l’impe- Vienna, Pio Kunsthistoriche Museum ratore Diocleziano. Nel dipinto padovano i due santi sono inten- dia, una delle più ricche e provvi- dall’Angelo” (foto in alto). Il Ca- ti a discutere come due dotti del de associazioni assistenziali pre- racciolo riporta l’episodio sacro tempo; sulla tavola scabra vi è un senti nel viceregno della prima ad una estrema intensità di rac- teschio riverso vicino al quale si metà del ‘600, in un primo mo- conto sopprimendo ogni orpel- vede il calamaio ed altri strumen- mento al Sellitto (2 luglio 1613) e lo retorico, eliminando la serie ti di scienza medica. Nella versio- poi per la prematura scomparsa degli apostoli e concentrandosi ne berlinese il taglio fortemente di questo (l’anno dopo) al Carac- esclusivamente sul Cristo e l’An- sbilanciato e la difficile torsione ciolo. Rappresenta S. Pietro che, gelo. Questo quadro documenta del personaggio di destra inse- liberato dall’Angelo, incede tra i in termini chiari il momento di riti nella composizione come un soldati immersi nel sonno. L’e- massimo interesse del Carac- fregio nonché la presentazione leganza di alcuni passaggi, certe ciolo per le soluzioni di Orazio aggressiva e perentoria dei due preziosità materiche nella veste Gentileschi, per il gusto della santi sono tutti elementi carat- dell’Angelo o nell’abito rosso vi- materia pittorica più preziosa teristici del momento fiorentino nato di San Pietro rammentano come si può notare nei particola- del Battistello. effetti consimili di Orazio Genti- rissimi effetti perlacei della veste In “Il seppellimento di Cristo” leschi e di Cesco del Caravaggio. dell’Angelo. databile verso la fine del viag- La con Nantes, che con Caval- In “Testa di San Gennaro nel gio a Firenze o immediatamente lino, che con Velasquez la pittura bacile” l’immagine è resa più im- dopo, il pittore usa moduli più napoletana torna spesso a medi- pressionante dall’aver lasciato gli sperimentali nella composizione tare su questo dipinto che in al- occhi del santo aperti. che conquista ritmi più mossi e cune opere ripropongono tracce In “Trinità terrestre” Gesù linee diagonali con risultati di compositive di questo quadro. Bambino è tenuto per mano dal- sicuro effetto drammatico. Proviene da Vienna dal Kunsthi- la Beata Vergine e da S. Giuseppe Sempre al mondo figurativo fio- storische Museum Gemaeldega- quasi che dall’Egitto facessero rentino, per la resa dei particola- lerie di Vienna “Cristo confortato ritorno a Nazareth. “Vi è sopra ri, per la preziosità materica, con cui è condotta la pittura dei broc- La Rassegna d’Ischia 9/1991 31 Caravaggio - I Santi Cosma e Damiano (Berlino) cati e delle stoffe è “San Giuseppe quadri in cui il Battistello adot- fasi barocca che caratterizza le e la moglie di Putifarre”, vendu- ta una particolare prospettiva opere mature del Caravaggio. to a Londra il 15 maggio 1988 al orientata su tagli in diagonale e Tra le altre numerose opere pre- Sothebys ed ora della fondazione predilige una visione dal basso senti ricordiamo “Lot e le figlie” Rass di Zurigo. Questo quadro ricca di effetti. Caratteristico il utilizzato in parte per la pre- racconta (Genesi 39,6-20) di vistoso pentimento nella mano sentazione della mostra stessa. Giuseppe, giovane di bell’aspetto sinistra del Cristo venuto fuori Il passo biblico racconta che in che viveva in casa di Putifarre, con il lavoro di pulizia del qua- seguito alla distruzione di So- eunuco del Faraone e capo delle dro. doma e Gomorra le figlie di Lot guardie; la moglie di Putifarre Del “Miracolo di S. Antonio si sarebbero rifugiate in una ca- tentò di sedurlo ma lui non vol- di Padova” (Museo di Capodi- verna con il padre e quivi dopo le cedere: “un giorno Giuseppe monte), che come De Dominici averlo ridotto in stato di ebbrez- entrò in casa per eseguire il suo racconta (Vite, III, p. 43) “del za, avrebbero giaciuto con lui. Il lavoro mentre non c’era in casa miracolo che fa il Santo nella re- frutto di questo duplice incesto nessuno dei domestici. Ed essa lo surrezione del morto ucciso, per sarebbero stati i figli fondatori di afferrò per la veste dicendo “Gia- liberare dal patibolo della forca Moab e di Ammon. Il dipinto di ci con me!. Ma egli le abbandonò il proprio padre” vi è un bozzet- Caracciolo dalla carica fortemen- tra le mani le proprie vesti e fuggì to di una collezione privata privo te sensuale della composizione. e uscì di casa”. dell’Angelo l’elemento più visto- L’inclinazione delle figure rende Dal Museo Civico di Prato pro- samente caravaggesco. Donato le forme monumentali e consen- viene “Noli me tangere”. Illustra dal conte Giuseppe Zurlo alla te di indugiare in particolari son- il passo tratto dal vangelo (Gio- Chiesa di S. Michele Arcangelo di tuosi come la veste della donna vanni 20, 1-8) dove si narra che Baranello (CB) “Compianto sul sulla destra e la natura molta al la Maddalena avendo incontrato Cristo morto” per la combinazio- centro. Gesù le si rivelò chiamandola per ne dei chiari e degli scuri, per la Inedito è il dipinto “Sacra Fa- nome e aggiungendo: “Non mi ricchezza della materia pittorica miglia con San Giovannino”. Il toccare, perché non sono ancora e dello svolgersi dei personaggi modulo compositivo e la luce asceso al Padre mio”. Questo di- impregnato di luce, il quadro ap- più morbida e diffusa fanno ca- pinto fa parte di quel gruppo di pare orientato già verso quell’en- talogare l’opera alla produzione 32 La Rassegna d’Ischia 9/1991 dell’ultimo periodo dell’artista. nette della Chiesa di San Diego inedito che nella parte superiore Interessante è una piccola tela all’Ospedaletto gli affreschi che del quadro rappresenta un an- proveniente dal Museo Correale De Dominici così descrive: “Per gelo che nel gesto di spingere le di Terranova: “Sant’Ignazio in ultimo divenuto infermiccio, due braccia nell’atto di fermare gloria e le opere dei Padri Gesu- Giovanni Battista poco operava, il sacrificio, si rifà chiaramente iti”. Nella parte superiore è rap- alla quale cagione si appropria- all’angelo del Caravaggio e poi presentato Sant’Ignazio mentre rono da alcuni le pitture deboli ancora “Fuga in Egitto” e “S. Pie- nella parte inferiore sono rap- che fece in una cappella dell’O- tro liberato” del Musée d’Art et presentate le opere di misericor- spedaletto che esprimono alcuni d’Archéologie di Aurillac. dia. Il tono quasi monocromo profeti dipinti a fresco ed azioni Un altro inedito “Bacco ebbro” è della tavolozza che s’accende per della Beata Vergine. Situate tra il attribuito dal Bologna a Giovan- improvvisi bagliori di giallo nel- 1633 3 il 1635 le lunette stacca- ni Vincenzo Forli che, come di- la parte superiore, l’imponenza te ed esposte mostrano l’arcaica mostrano gli atti contabili del’A- dell’architettura e la sapiente severità delle ultime opere del nunziata di Capua, ha lavorato disposizione scenografica delle pittore. In esse forte è l’influsso con Battistello e il givane Filippo opere di misericordia rendono il di artisti nordici come Cornelis Vitale. quadro una delle opere più inte- van Poelenbergh e Bartolomeus Attivo a Napoli intorno al 1614 ressanti della tarda maturità del Breubera. Antonio d’Enrico, detto Tanzio pittore. Fanno parte di otto lu- da Varallo, è presente alla mo- stra con “Martirio di San Lo- Il primo naturalismo a Napoli renzo”, acquistato sul mercato antiquariale newyorchese ed attualmente di una collezione In Battistello Caracciolo si è do narra di Gesù che consegna a privata romana, “Circoncisione”, voluto vedere spesso il primo Pietro le chiavi del regno dei cieli “Miracolo della Madonna del napoletano sedotto dalla rivolu- e il compito di fondare la chiesa. Colle” ed alcuni frammenti della zione del Merisi ed il veicolo del Nelle due tele la costruzione ge- “Pentecoste”. conseguente contagio. E questo ometrica dei corpi e la piega dei Nella “Circoncisione” lo spazio soprattutto per il fatto che di lui panneggi spezzate ad angoli e fortemente sviluppato in sen- si conoscono e conservano molte minutamente disegnati riman- so verticale, l’illuminazione di opere sicure, mentre di altri se ne dano ad una formazione ma- una intensità tale da provocare hanno poche e spesso di incerta nierista e di stampo fiammingo- il violento rialto delle apparenze attribuzione. Merito di questa baroccesco, ma il fascio di luce fisiche, si rivelano come segnali mostra e del suo curatore, Fer- che illumina le figure immerse di una particolare interpretazio- dinando Bologna, è stato quello nell’oscurità provengono senza ne del naturalismo caravaggesco di sostenere che le novità del Ca- dubbio dal contatto con l’espe- innestato su un fondamento cul- ravaggio furono assunte e ritra- rienza caravaggesca. Dello stesso turale di radice manieristica di smesse contemporaneamente da autore ricordiamo ancora “Santa derivazione piemontese e lom- più artisti, a cominciare da quel Cecilia”, “Santa Lucia” e “Ritrat- barda. Da questa speciale com- che più giovane del to di dama come Santa Cecilia”. binazione di elementi, rilevava Battistello di due anni morì tren- Sellitto, dunque, ma insieme a ancora F. Bologna, scaturiscono taquattrenne nel 1614. lui figure tutte da decifrare come risultati totalmente inediti, dove Dei sei quadri presentati “Giu- l’esecutore della “Maddalena pe- brani pittorici di intenso natura- ditta decapita Olofrene”, di una nitente” del Museo del Prado, o lismo si configurano, per l ‘estre- collezione privata, è un inedito l’autore di quello stesso soggetto ma forzatura stilistica, attraverso ed è attribuito al Sellitto dal Bo- del . Affi- cui vengono filtrati, in termini di logna stesso per una citazione nità stilistiche ed iconografiche forte astrazione formale (Catalo- del 1624 conservata nell’Archivio hanno portato il Bologna ad uni- go mostra p. 273). di Stato di Napoli. Le due opere re gruppi di tele come nel caso di Anche nella pala di altare di Pe- “L’apostolo Pietro salvato dal- “Cenadi Emmaus”, “Santo con- scocostanzo “Miracolo della Ma- le acque” e “La consegna delle dotto al martirio” e “L’astrono- donna del Colle” Tanzio, che era chiavi” riferiscono due episodi mo”. di origine piemontese, evidenzia tratti dal Vangelo. Il primo rac- Fra gli esecutori di tutto un in- una apertura sui pittori natura- conta l’episodio miracoloso del sieme di quadri afflitti da una listi attivi a Roma nel primo de- Cristo che cammina sulle acque pletora di attribuzioni contra- cennio del secolo. La committen- del lago di Tiberiade: all’invoca- stanti non mancano forestieri di te del dipinto ex-voto vi appare zione di Pietro, che scende dalla passaggio che venivano a Napoli ritratta ai piedi di Santa Chiara. barca per la violenza del vento e dopo aver conosciuto il Caravag- Probabilmente precedenti alle la paura, Gesù stende la mano e gio romano. Tali sarebbero tele altre due opere citate i frammen- lo afferra sgridandolo; il secon- come “Sacrificio di Isacco”, un ti della “Pentecoste”, un’ulteriore La Rassegna d’Ischia 9/1991 33 testimonianza del lavoro di Tan- tinta, che mirabilmente accorda vaggesca nella versione preziosa- zio a Napoli. nel bell’impasto del suo colore, mente mondana trasmessale dal Del Tanzio si sono ipotizzati in- egli si servì in fin che visse, come padre e che in un certo modo ve- flussi su Filippo Vitali, altra figu- si osserva nel bel quadro della niva a contrapporsi alla maniera ra chiave del primo naturalismo “Nascita del Redentore” situa- “tenebrosa” e crudamente dram- a Napoli, a lungo trascurata e che to nella sagrestia della Pietà dei matica dello Spagnoletto. Delle la mostra illustra con ben nove Turchini, nel quale non ha cosa otto tele presenti di questo arti- opere tra certe e assegnate. che non sia meravigliosa, essen- sta ben tre sono inedite: “Madda- Tra queste, tre sono di partico- do bellissima la B. Vergine ingi- lena orante”, “Cupido dormiente lare bellezza: “L’Angelo custode”, nocchioni, che adora il bellissi- su un teschio” e “Martirio di S. considerato da Causa una delle mo pargoletto adattato sul fieno, Lucia”. più potenti creazioni di ambi- bellissimo quel vecchio pastore Con Pacecco de Rosa, Aniel- to caravaggesco tra Battistello e che gli presenta una ricotta nella lo Falcone, Andrea Vaccaro, Ribera, “I Santi vescovi Genna- fiscella naturalissima, e graziosa Francesco Guarino, Francesco ro, Nicola e Severo” e “Caino e quella vecchierella aggrinzita che Fracanzano ed altri nati dopo il Abele” di una collezione privata mira il celeste Bambino, come 1600, si accavalla alla prima una presentata per la prima volta alla altresì è ottimo il S. Giuseppe, seconda generazione di “natu- Mostra dell’Antiquariato a Na- gli Angeli e le altre figure che vi ralisti”, di più eclettico profilo, poli nel 1988. sono definite, e certamente basta aperta a nuove contrastanti in- Di Filippo Vitale e Pacecco De questa opera sola a far conoscere fluenze forestiere come quella Rosa due tele in cui una, “Gloria il valore di D. Giovanni Do (Vite del Velasquez, della già citata di S. Antonio da Padova”, pre- - ed. Napoli, 1840-46, III p. 143). e Simone suppone un intervento di Didier L’assenza sulla tela attuale de- Vonet. Barra per la presenza in basso di gli angeli sta ad indicare che il Nelle tele di Andrea Vaccaro una voluta di Napoli. dipinto ha subito trasformazioni le luci spioventi non creano, ca- Un’altra e divergente interpreta- nella parte superiore. ravaggescamente, le forme, ma zione del caravaggismo fu fornita Due le tele di Antiveduto Gra- piuttosto esaltano i toni preziosi a Jusepe de Ribera detto lo Spa- matica presenti in questa esposi- di rosa, di azzurro, di giallo e i gnoletto che con il proprio tem- zione: “Sogno di San Romualdo” grigi argentei fiorenti in penom- peramento iberico deviò verso e “La morte di San Romualdo”. bra, come su un minuscolo pal- una “resa esasperante obiettiva e Come sempre nell’artista la luce coscenico. Particolarmente inte- tangibile del modello realistico... è materia e in particolare nelle ressante il “San Sebastiano” del ricercata nell’aspra ostentazione stoffe pesanti delle vesti dei fra- Museo di Capodimonte. del particolare vero e bene spes- ti la sua incidenza ne accentua il Per la larghezza dell’impianto, so volgare” (Ortolani). biancore. per l’acutezza paesistica e per All’artista spagnolo , presente Quattro le opere esposte di Pa- la ricchezza delle figure, che ai alla mostra con quattro tele, la olo Fenoglia che lavorò con Bat- primi piani hanno il risalto e Soprintendenza dedicherà una tistello a San Martino intorno al l’organicità propria della pittura grande mostra nel prossimo feb- 1632. Nelle sue tele si nota anche monumentale, “Martirio di San braio. l’influenza di quei pittori che con Gennaro nella Solfatara di Poz- Tra le opere un “S. Andrea” in lui furono attivi a Pozzuoli, come zuoli” di Aniello Falcone si se- cui nella spietata indagine di tut- Artemisia Gentileschi, nei cro- gnala fra i maggiori dei Seicento. ti gli aspetti esteriori della “vec- matismi iridescenti. Va attribuito a Guarino in uno chiezza” del santo come la pelle La mostra tenta, inoltre, di de- dei momenti più ispirati e più li- rugosa e raggrinzita e le mani finire aggregando opere o sottra- rici della sua complessa attività deformate dall’intenso gioco lu- endole all’anonimato le tantissi- la “Sant’Agnese” di una collezio- minoso Leone de Castris ravvisa me altre tele di figure incerte. E’ ne privata napoletana. l’influenza dei giovani caravagge- il caso del Maestro dell’Ultima Ci sono poi le opere di Enrico schi fiamminghi, come Baburen, Cena di Fontanarosa, cui sono Fiammingo, maestro della Ma- frequentata da Ribera intorno al attribuiti altri sei quadri e per donna Cellini, Jean Chalette, il 1615. cui è stata proposta l’identità con maestro della Giuditta di Saler- Tra le opere del valenciano Gio- Gerolamo De Magistro. no, Antonio De Bellis e tanti altri. vanni Do l’unica certa è “Adora- Sensibile all’influsso di Batti- La rassegna si chiude sul Mae- zione di pastori” che Bernardo de stello, Massimo Stanzione at- stro dell’Annuncio ai pastori del Dominici così descrisse: “diede tinse qualche elemento anche Museo di Capodimonte: un di- certe tinte alle carnagioni che ri- dall’arte di Artemisia Gentile- pinto senza confronti, di influen- uscì graziosa, come con poca tin- schi, figlia ed allieva di Orazio, la za centrale nella storia del natu- ta di nero carbone e di lacca, usa- quale, stabilitasi a Napoli dopo il ralismo napoletano. ta però con leggerezza. Di questa 1630, vi ravvivò la tendenza cara- Carmine Negro

34 La Rassegna d’Ischia 9/1991