Battistello Caracciolo E Il Primo Naturalismo a Napoli
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9 novembre 1991 - 19 gennaio 1992 Le Mostre a Napoli Battistello Caracciolo e il primo naturalismo a Napoli Sulla collina più alta della Solimena, la civiltà del Quat- le manchevolezze del versante città, nei superbi spazi se- trocento, il troppo mitizzato politico ed economico, scon- centeschi di Castel S. Elmo, ma sconosciuto e malnoto Ot- figgere con la luce le ombre, la Soprintendenza per i Beni tocento. Ospitata nel carcere dar vita ad una delle stagioni Artistici e Storici di Napoli ha basso, la mostra su Battistello più straordinarie e felici che le organizzato due grosse e inte- e il primo naturalismo a Na- diedero un’ampiezza cosmo- ressanti mostre. Il tentativo, poli, curata da Ferdinando polita e internazionale. ci ricorda Nicola Spinosa, è Bologna, presenta più di 150 quello di riproporre di Napoli opere. Appare come il tenta- La seconda mostra ospitata una immagine meno effimera tivo di delineare un profilo nel carcere alto non ha avuto e dequalificata, di concorrere quanto più aperto e compren- sugli organi di stampa lo spa- a tracciare programmi e ad sivo possibile di un periodo zio che meritava; eppure è il indicare obiettivi meno futili e artistico che va dall’originale primo serio tentativo di non precari di quelli oggi imposti momento caravaggesco, rela- considerare chiuso il discorso o suggeriti al di là dello sfor- tivo all’opera del Caracciolo a Napoli nel campo delle arti zo scientifico e ricognitivo di a partire dal 1607/1610, agli e della produzione culturale volta in volta prodotto, al di là apporti, ribereschi e fiammin- dopo il 1860-70, cioè dopo della capacità di garantire una ghi, della seconda metà del che la città dal ruolo presti- migliore tutela del patrimo- secondo decennio, fino alla gioso di capitale europea fu nio, al di là dello stesso suc- prima attività di Andrea Vac- retrocessa a quello marginale cesso di critica e di pubblico caro e Massimo Stanzione. di popoloso capoluogo di pro- per ogni singolo evento. La Napoli del Seicento, gran- vincia sconvolto da immense La mostra “Battistello Ca- de città europea e mediter- e insuperabili questioni poli- racciolo e il primo Naturali- ranea che, pur nel succeder- tiche sociali ed economiche. smo “ si inserisce in quel pro- si di drammatici contrasti e E’ il tentativo di verifica se gramma che ha già prodotto conflitti sociali, pur nel per- all’immagine spettacolare del mostre sull’arte del passato sistere di miserie incredibili Vesuvio eruttante, una volta come quella sul Sei-Settecen- e soprusi insopportabili, pur simbolo di una realtà pro- to, sulla pittura da Caravag- tra calamità naturali e so- spera e felice e poi emblema gio a Giordano, sulla pittura spettabili eventi miracolistici convenzionale ed immagine della veduta o sugli argenti e e soprannaturali, seppe nella falsa della cxittà, si potesse porcellane; mostre che oltre produzione artistica vincere contrapporre una cultura fat- a Napoli sono state presenta- te in tantissime altre città, da Londra a Parigi, da Madrid a Fuori dall’ombra Edimburgo, da New York a Chicago, da Washington a Rio de Janeiro. Il programma, av- Nuve tendenze nelle arti viato e progettato dallo scom- parso Raffaele Causa, prevede per il futuro altre tappe su a Napoli dal ‘45 al ‘65 Jusepe de Ribera, Francesco La Rassegna d’Ischia 9/1991 25 ta di personalità e momenti di Battistello Caracciolo vita artistica non marginali e periferici. e il primo naturalismo a Napoli La mostra Fuori dall’ombra è il tentativo quindi di tirarsi fuori da quell’immagine ole- Agli inizi del secolo, mentre ancora vigeva il gusto per forme intellet- ografica sempre più cupa e tualistiche e idealizzanti caratteristiche dell’ultimo manierismo, Miche- soffocante del Vulcano per langelo Merisi detto il Caravaggio, con una modernissima intuizione, prospettò l’impatto emozionante di una pittura tratta dal “naturale” ossia proporre nuovi percorsi di dalla diretta visione della realtà, attraverso il guizzo ora descrittivo, ora prospettiva europea, per sal- violento della luce nell’attimo in cui si rivela. vaguardare quanto di valido e producente è stato trasmesso Caravaggio e Napoli patto sconvolgente sulla pittura dalla più fortunata tradizione napoletana che fu deviata da un Caravaggio soggiornò pochi passata. L’esposizione, che ha tranquillo corso tardo-manieri- mesi nella città partenopea e tan- sta alle durezze di uno strepitoso come sottotitolo Nuove ten- ti bastarono per lasciare un im- denze delle arti a Napoli dal naturalismo. ‘45 al ‘65, intende tracciare con vigore ed ampiezza di ma- teriale documentario, le dina- miche della vita culturale na- poletana negli anni del dopo- guerra e della ricostruzione, e come si sia venuto formando in un’area di artisti e intellet- tuali sensibili alle novità che emergevano nell’arte italiana e straniera, una nuova e più avvertita coscienza dell’insuf- ficienza dei tradizionali mezzi espressivi. Tre le sezioni su cui si artico- la la mostra: 1) Gli anni della ricostruzione e le polemiche tra astrattisti e realisti (1945-1955) a cura di Mariantonietta Picone. 2) Dal naturalismo all’infor- male e alle soglie dello speri- mentalismo oggettuale (1955- 1965) di Angela Tecce. 3) Architettura e urbanistica, dai piani della ricostruzione postbellica al piano regolatore del 1972, di Pasquale e Belfio- re. Le due mostre sono il simbolo della città che non vuole soggia- cere al peso delle difficoltà e lo fa in un modo ammirevole. Le stanze spesso vuote, ma ricche di queste grandi testimonianze del passato più o meno recente, sono un segnale poco incoraggiante. Caravaggio - Le sette opere di Misericordia, 1607 Carmine Negro Napoli, Pio Monte delle Misericordia 26 La Rassegna d’Ischia 9/1991 Alla fine di maggio del 1606 du- rante una rissa scoppiata per fu- tili motivi, il maestro viene feri- to, ma uccide a sua volta uno dei contendenti. Ricercato dalla giu- stizia, scappa precipitosamente; trova protezione presso i principi Colonna, dove dipinge “Cena di Emmaus”. In questa tela le figure umane, emergendo dall’ombra, mostrano tutto il sofferto carico interiore di passioni e di emo- zioni caratteristico del periodo trascorso al Sud, passato nell’an- sia e nella speranza di poter un giorno tornare a Roma. Caravag- gio arriva a Napoli nel settembre 1606, preceduto dal clamore e dallo scandalo sociale e morale delle opere prodotte a Roma. A Napoli, in quel periodo, coman- dava con una politica di sfrutta- mento il viceré spagnolo Juan Alfonso Pimentel de Herrera, conte di Benavente. La città con- tava 250.000 abitanti (Roma ne contava 100.000) e tirava avanti con tasse e una sorta di tolleran- za nei confronti dei soprusi dei baroni e ei feudatari. La religione era ossessiva, ma la povera gente Caravaggio - Flagellazione di Cristo le affidava le proprie speranze. Napoli, Chiesa di S. Domenico Maggiore Caravaggio a Napoli lavora alacremente e il 9 gennaio 1607 Il quadro mostra il luminoso Il caldo realismo delle composi- consegna al Pio Monte le “Sette torso di Cristo, legato alla colon- zioni, l’affettuoso interesse verso Opere di Misericordia” (vedi fi- na, con intorno gli aguzzini che un’umanità più dimessa e feriale, gura n: ). In questa tela le azioni affiorano e immergendosi a tur- il drammatico linguaggio chia- di misericordia e di solidarietà no nell’ombra, organizzano una roscurale, dove i corpi appaiono vengono realizzate nel vicolo; girandola di tormenti che sem- come folgorati da un subitaneo la luce mette in movimento una bra non poter avere fine. Il mo- incidente luminoso emergendo folla gesticolante che rappresen- dellato delle anatomie è robusto solo parzialmente dalla densità ta un’umanità costituita dalle di- e corposo come in tutte le opere delle ombre che si diffondono verse classi sociali; la Madonna “meridionali” del maestro. Nel per tutta la scena, il rapporto ha le sembianze di una dolcis- 1608 si trasferisce a Malta e pro- fra lo spazio e le figure nonché sima popolana come popolani segue, poi, per la Sicilia. Dal 20 la ricerca di un colore più “vero” sono gli angeli che sorreggono ottobre 1609 fino al luglio suc- influenzano fortemente l’arte in il bambino. L’artista lavora poi cessivo è di nuovo a Napoli. In- Italia ed in Europa. Scuole “ca- alla “Flagellazione” (vedi figura siste sul tema ossessivo del capo ravaggesche” nascono un po’ n...) che, partendo per Malta, la- mozzato, dipingendo due versio- ovunque, prima fra tutte Napoli: scia probabilmente incompiuta. ni della Salomè con la testa del Battistello Caracciolo, Jusepe de Infatti la radiografia eseguita a Battista e un patetico Davide con Ribera, Massimo Stanzione sono Parigi nel settembre 1988 ha mo- la testa di Golia, adombrando nei fra i principali esponenti di un strato che, al posto del flagellato- lineamenti stravolti del gigante ambiente vivacissimo e ricco di re di destra, che ha somiglianze ucciso un estremo autoritratto. personalità di spicco. strettissime con i fossori del Sep- Morì a Port’Ercole, mentre cer- pellimento di S. Lucia dipinti più cava di raggiungere Roma, il 18 tardi in Sicilia, c’era nella prima Battistello Caracciolo luglio 1610, colpito da un attacco stesura un forte ritratto d’uomo di febbre perniciosa all’età di soli rivolto verso il Cristo. Di Battistello Caracciolo, nato 39 anni. nel 1578 e morto nel 1635, la La Rassegna d’Ischia 9/1991 27 mostra presenta molte opere, partendo da uno dei suoi primi quadri che rappresenta l’ “Im- macolata Concezione con i santi Domenico e Francesco di Paola” (vedi figura a lato). Come si legge già nella descrizione di De Dominici del 1742 il pittore ha rappresentato la Vergine in piedi sulla testa del drago; in basso è Adamo che reca in una mano la mela, simbolo del peccato ori- ginale, mentre con l’altra indica la firma del pittore.