S.A.Bro.M S.p.A.

AUTOSTRADA REGIONALE INTEGRAZIONE DEL SISTEMA TRANSPADANO DIRETTRICE --MORTARA

PROGETTO DEFINITIVO

PARTE GENERALE CAVE E DISCARICHE CAVA DI CARBONARA AL TICINO FUTURA STAZIONE DI SERVIZIO

STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE SINTESI NON TECNICA

A Febbraio 2013 Emissione B. CIPULLO P. FERRARI D. SPOGLIANTI Rev. Data Descrizione Redatto Controllato Approvato Attività: A.131.S.101.D1 Documento: GN_CAV_CA05_SD_003_A

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INDICE

1. PREMESSA ...... 3 2. QUADRO PROGRAMMATICO ...... 4 2.1 LOCALIZZAZIONE DELL ’AREA DI INTERVENTO ...... 4 2.2 PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ...... 5 2.3 VINCOLI E INFRASTRUTTURE ...... 6 3. QUADRO PROGETTUALE ...... 8 3.1 ANALISI DELLE SOLUZIONI ALTERNATIVE ...... 8 3.2 DESCRIZIONE DEL PROGETTO ...... 9 4. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE ...... 10 4.1 ATMOSFERA ...... 10 4.2 LITOSFERA : SUOLO E SOTTOSUOLO ...... 10 4.3 IDROSFERA ...... 11 4.4 BIOSFERA : VEGETAZIONE E FLORA ...... 11 4.5 BIOSFERA : FAUNA ...... 12 4.6 ECOSISTEMI ...... 13 4.7 AMBIENTE FISICO ...... 13 4.8 PAESAGGIO ...... 13 4.9 ASSETTO TERRITORIALE E USO DEL SUOLO ...... 14 5. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE ...... 15

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1. PREMESSA La presente documentazione costituisce una sintesi dello Studio di Impatto Ambientale elaborato a corredo del progetto di coltivazione e recupero di una cava di sabbia e sabbia-ghiaiosa, ubicata n nei comuni di Carbonara al Ticino e , in prossimità della futura stazione di servizio autostradale, i cui materiali estratti saranno interamente ed esclusivamente destinati alla realizzazione di parte del collegamento autostradale Broni-Mortara. Il progetto preliminare dell’opera autostradale è stato sottoposto a Conferenza di Servizi, favorevolmente conclusasi con la sessione del 7 febbraio 2007, le cui determinazioni furono successivamente assunte da parte della Giunta regionale, con deliberazione n. VIII/4659 del 4 maggio 2007. Trattandosi di rete viaria di interesse regionale il progetto definitivo dell’opera, acquisito il parere favorevole della valutazione dell’impatto ambientale rilasciato dal Ministero dell’ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, è approvato nel suo complesso, ai sensi della delle Legge regionale della Lombardia n. 9 del 4 maggio 2001 e del relativo regolamento di attuazione n. 4 dell’8 luglio 2002, da specifica Conferenza di Servizi indetta dalla Regione Lombardia.

L’istanza è presentata dalla Società SABROM S.p.A., con sede legale in via Felice Casati 1/a, 20124 Milano, che è è la concessionaria individuata, a seguito della conclusione della procedura ad evidenza pubblica per la progettazione, realizzazione e gestione della nuova Autostrada Regionale Broni - Mortara, dalla concedente Infrastrutture Lombarde S.p.A. mediante convenzione in data 16 settembre 2010.

La relazione tratta le caratteristiche tecnologiche dell’opera in progetto e dei dati prodotti nell’ambito dello Studio di Impatto Ambientale ed è articolato nelle seguenti sezioni:

• quadro di riferimento programmatico: programmazione territoriale a carattere pubblico ed inquadramento dell’attività; • quadro di riferimento progettuale: alternative progettuali esaminate, motivazioni delle scelte effettuate, descrizione degli interventi in progetto e dei rischi connessi; • quadro di riferimento ambientale: analisi delle condizioni attuali della zona, previsione e valutazione degli effetti positivi e negativi determinati dall’intervento in progetto.

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2. QUADRO PROGRAMMATICO

2.1 LOCALIZZAZIONE DELL ’AREA DI INTERVENTO 3 Il sito in oggetto è ubicato a cavallo tra i territori comunali di Carbonara al Ticino e Zinasco (PV), immediatamente a SE della futura area di servizio. L’area estrattiva è caratterizzata da una morfologia di tipo pianeggiante, debolmente degradante verso SE, con quote dell’ordine degli 84 m s.l.m.

L’ubicazione del sito è cartografata, in scala 1:10.000, alla sezione B7A5 della Carta Tecnica Regionale, edita dal Servizio Cartografico della Regione Lombardia ed evidenziata nelle seguenti carte:

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2.2 PIANIFICAZIONE TERRITORIALE Per la redazione del seguente progetto sono state prese in considerazione le principali normative nei diversi settori ambientali:

NORMATIVA GENERALE: ⇒ Legge Regionale 2 febbraio 2010 n. 5, “Norme in materia di valutazione di impatto ambientale”

ATTIVITÀ ESTRATTIVA: ⇒ D.P.R. 9 aprile 1959 n. 128 “Norme di polizia delle miniere e delle cave” ⇒ D. G. R. 30 dicembre 2009 – n. 8/10964 “Nuove determinazioni in materia di attività estrattiva di cava, relativamente alle procedure per le verifiche di assoggettabilità a VIA di cave e torbiere, all’autorizzazione all’esercizio di cave per opere pubbliche e al funzionamento del Comitato tecnico consultivo per le attività estrattive” ⇒ Legge Regionale 8 agosto 1998 n. 14 “Nuove norme per la disciplina della coltivazione di sostanze minerali di cava” ⇒ Piano cave della provincia di Milano

AMBIENTE IDRICO Acque superficiali e sotterranee ⇒ Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale”.

LITOSFERA Suolo, sottosuolo, assetto idro-geomorfologico ⇒ Normativa sismica di cui all’ordinanza n. 3274 del 20/03/2003 e s.m.i. ⇒ D.M. 14 gennaio 2008 “Testo unico sulle le costruzioni”

AMBIENTE FISICO Rumore ⇒ D.P.C.M. 10 marzo 1991 “Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitati e nell’ambiente esterno” ⇒ Legge 26 ottobre 1995 n. 447 “Legge quadro sull’inquinamento acustico” ⇒ D.P.C.M. 14 novembre 1997 “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore”

Vibrazioni ⇒ Normative di carattere generico in tema di danno ambientale e patrimoniale.

BIOSFERA E AMBIENTE ANTROPICO ⇒ Decreto Ministeriale 3 aprile 2000 “Elenco dei siti di importanza comunitaria e delle zone di protezione speciali, individuati ai sensi delle direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE”;

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⇒ Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002 n. 137”; ⇒ Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale”.

2.3 VINCOLI E INFRASTRUTTURE Vincoli L’area in esame non è compresa in zone sottoposte a vincolo idrogeologico (R.D. n. 3267/1939), militare, né appartiene ad aree di interesse archeologico. L’area risulta interna al Parco lombardo della Valle del Ticino e dunque interessata dal vincolo ambientale-paesaggistico ex D.Lgs. n. 42/2004 , ma esterna a SIC e ZPS. L’area di intervento non interferisce con le aree di salvaguardia di pozzi idropotabili, definite ai sensi del D.lgs. 152/06 ed è esterna alle fasce del P.A.I. (Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico). All’ allegato 5 – Carta dei vincoli sono riportati i vincoli ricadenti sull’area alla scala 1:5.000.

Infrastrutture Nell’immediato intorno dell’area di scavo sono presenti le seguenti infrastrutture:  il Colatore (o Cavo) Cavour che scorre con andamento da O verso E, delimitando il margine settentrionale dell’area;  il Cavo Brielli che scorre con andamento da O verso E, delimitando il margine meridionale dell’area;  la S.P. 193bis “ della Stazione ” che corre in direzione N÷S delimitando il margine orientale dell’area;  la linea ferroviaria Vercelli-Pavia che corre con andamento NO÷SE a circa 400 m a SO dell’area. Oltre alle suddette infrastrutture già esistenti, a N dell’area sarà realizzata la nuova autostrada ed in particolare lo spigolo nordoccidentale del sito di intervento sarà delimitato proprio dalla nuova stazione di servizio di Carbonara al Ticino. Il presente progetto garantirà il mantenimento delle seguenti distanze minime: • distanza minima di 20 m: o dal limite della futura stazione di servizio; • distanza minima di 10 m: o dal Colatore Cavour; o dal Cavo Brielli; o dalla S.P. 193bis:

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Sarà garantito il rispetto di una distanza minima di 20 m dal limite della futura stazione di servizio e di 10 m dal Colatore Cavour, dal Cavo Brielli e dalla S.P. 193bis. Sarà infine garantito, nei confronti dei terreni confinanti di proprietà di terzi, il mantenimento di una distanza minima almeno pari alla profondità di scavo (distanza solonica) ai sensi dall’art. 891 del Codice Civile.

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3. QUADRO PROGETTUALE

3.1 ANALISI DELLE SOLUZIONI ALTERNATIVE Le soluzioni alternative al progetto presentato sono state valutate all’interno di un apposito Piano di reperimento dei materiali litoidi (Piano Cave), predisposto nel contesto della progettazione definitiva dell’opera autostradale. Nel Piano Cave sono stati individuati i fabbisogni complessivi di materiali litoidi occorrenti per la realizzazione del collegamento autostradale Broni-Mortara a seguito del completamento della progettazione definitiva dell’opera autostradale. Successivamente è stata predisposta una cartografia complessiva dei vincoli insistenti sul territorio in esame, che ha messo in relazione le caratteristiche geogiacimentogiche e le caratteristiche territoriali ed ambientali del territorio indagato. Inoltre il Piano propone un mix di modalità, di approvvigionamento che comprende tra gli altri il sito in esame (§13.5 – Altre modalità), poiché è posto in corrispondenza dell'area di servizio, prevista al km 17+860, in modo da ipotizzare e sviluppare una reambientazione complessiva del "nodo" ed un progetto di inserimento di questi manufatti nel contesto paesaggistico e morfologico circostante. In particolar modo, si intendono qui sottolineare i seguenti aspetti analizzati dal Piano e che hanno avuto un peso determinante nella scelta operata: • esigenza di dislocare i siti estrattivi lungo il tracciato, in relazione alle esigenze di approvvigionamento delle singole tratte, al fine di ridurre l’impatto sulla viabilità e sui costi di realizzazione dell’opera e, contestualmente, al fine di non concentrare i diversi impatti legati all’approvvigionamento dei materiali inerti in un’area ristretta; • scelta dei siti in funzione della distanza dalle aree di cantiere. Una scelta di questo genere permette di contenere gli impatti (non solamente quelli relativi al trasporto dei materiali, ma anche quelli di carattere ambientale, in senso più generale) e, nello stesso tempo, di ridurre i costi; • contenimento nel numero dei siti di cui è prevista l'attivazione, attribuendo nel contempo un ruolo marginale alle cosiddette "bonifiche agrarie", in quanto per il reperimento dei volumi occorrenti sarebbe stato necessario "mettere in gioco" - e contemporaneamente - superfici troppo estese; • privilegiare, nei limiti del possibile, la localizzazione dei potenziali siti estrattivi quali cave di prestito in adiacenza alle aree-ATE esistenti, al fine di limitare l'apertura di nuovi "scenari" estrattivi sul territorio e sul paesaggio ed al fine di massimizzare gli aspetti legati alla logistica (impiantistica, viabilità di accesso alle aree estrattive, ecc.); • dimensionamento della proprietà fondiaria, al fine di ridurre il numero dei siti complessivamente da attivarsi ad un numero ragionevole e sostenibile, sotto il profilo ambientale e paesaggistico, sotto il profilo dell’ottimizzazione delle attività di cantiere e logistiche, sotto il profilo amministrativo.

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3.2 DESCRIZIONE DEL PROGETTO Il progetto di scavo prevede la realizzazione di una cava a fossa sopra falda, con una profondità massima di escavazione di 10,0 m dal piano di campagna attuale, condotta mediante l’utilizzo di escavatori idraulici a benna rovescia, che sarà completamente ritombata al termine dei lavori.. L’area di intervento interessa una superficie totale di 106.830 m 2, dei quali 86.860 m2 circa saranno quelli direttamente interessati dalle operazioni di escavazione, per un volume totale lordo di circa 712.450 m3 di cui 674.700 m3 circa di sabbie e sabbie-ghiaiose e 37.750 m 3 circa di terreno vegetale. I lavori di escavazione saranno suddivisi in 3 fasi evolutive, ciascuna delle quali inizierà con lo scotico del terreno vegetale per uno spessore medio di 0,40 m mediante l’utilizzo di pala meccanica; i lavori di scavo veri e propri saranno condotti mediante la realizzazione di successive strisciate parallele, allineate grossomodo secondo la direttrice N÷S, di circa 5,0 m di ampiezza e 2,5 m di altezza, con un arretramento del fronte di scavo verso O. Il piano di fondo scavo si attesterà ben al di sopra del livello minimo di soggiacenza della falda freatica, garantendo in tal modo il rispetto di un franco di 6,0÷7,0 m al termine dei lavori di recupero ambientale. La modalità di escavazione adottata consentirà peraltro di poter lavorare contemporaneamente su più fronti di coltivazione in modo da garantire una maggiore produttività giornaliera in funzione delle esigenze di approvvigionamento del cantiere autostradale.

Il recupero ambientale , effettuato contestualmente alle operazioni di scavo e che si concluderà entro i cinque anni di autorizzazione previsti, consisterà nel completo ritombamento seguito dal rimboschimento dell’area. La configurazione morfologica che l’area assumerà al termine dell’intervento sarà pertanto del tutto analoga all’attuale. In considerazione di quanto sopra esposto, il progetto di recupero ambientale costituisce il primo e più importante intervento di compensazione degli impatti negativi. Nel complesso l’area oggetto di recupero ambientale, che sarà destinata a rimboschimento, ammonta a circa 103.210 m 2. Gli interventi che saranno realizzati sono i seguenti: a) Ritombamento riporto di circa 674.700 m 3 di terre da scavo; b) Riporto terreno vegetale circa 37.750 m 3, potenza media di circa 0,40 m ; c) Impianto arboreo-arbustivo (Querco-carpineto della bassa pianura) si prevede di mettere a dimora complessivamente 19.060 arbusti e 4.760 alberi . d) Inerbimento Complessivamente saranno necessari circa 41,2 q di semente su circa 10,3 ha .

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4. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Nell’ambito dello studio è stata analizzata con cura la situazione ambientale entro cui si inserisce l’attività estrattiva, prendendo in considerazione le componenti e i fattori principali, quali: • atmosfera (clima e qualità dell’aria); • litosfera (suolo e sottosuolo); • idrosfera (acque superficiali e sotterranee); • biosfera (vegetazione e flora, fauna, ecosistemi); • ambiente fisico (rumore e vibrazioni, radiazioni ionizzanti e non ionizzanti); • ambiente antropico (paesaggio e assetto territoriale).

Per ciascuna componente sono state valutate le condizioni attuali e sono state effettuate una previsione ed una stima degli effetti e delle modificazioni che possono derivare dalle azioni di progetto. L’analisi è stata condotta all’interno dell’area che si ritiene possa risentire degli effetti indotti dalle operazione svolte nel sito di cava.

4.1 ATMOSFERA Sono state analizzate le principali caratteristiche climatiche dell’area di intervento che possono condizionare gli interventi di ripristino della vegetazione e le caratteristiche dell’aria. I potenziali impatti sull’atmosfera sono dati dall’utilizzo di macchine a gasolio per la coltivazione sia per quanto riguarda l’inquinamento da emissioni che il sollevamento delle polveri. Per quanto riguarda il clima il progetto determinerà impatti negativi legati alle emissioni in atmosfera che saranno completamente compensati, per quanto riguarda la CO 2, dalle operazioni di rimboschimento dell’area. Per quanto riguarda la qualità dell’aria , per cercare di mitigare gli impatti si è previsto: • l’utilizzo di mezzi meccanici a norma riguardo ai gas di scarico che saranno periodicamente sottoposti a manutenzione; • la bagnatura delle piste usate dai mezzi di cantiere e dei materiali trasportati; • l’impiego di mezzi telonati.

4.2 LITOSFERA : SUOLO E SOTTOSUOLO Nello studio del suolo si è classificata l’area di cava e ne sono state determinate le caratteristiche peculiari, indicandone le attitudini, al fine di effettuare un efficace progetto di recupero ambientale. I suoli presenti nell'area sono ascrivibili alla terza classe di capacità d’uso del suolo e sono definiti “suoli che presentano severe limitazioni, tali da ridurre la scelta delle colture e da richiedere speciali pratiche conservative”. Essi verranno accantonati con l’inizio

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AU TOSTRADA REGIONALE BRONI -PAVIA -MORTARA Parte Generale Cave e discariche Cava di Carbonara al Ticino – Futura stazione di servizio Studio di impatto ambientale – Sintesi non tecnica della coltivazione all’interno dell’area in disponibilità non interessata dall’escavazione e poi completamente riutilizzati nelle fasi di recupero ambientale. Per quanto riguarda il sottosuolo si è studiato il tipo di giacimento e la caratterizzazione geotecnica del sito attraverso carte geologiche e sondaggi specifici realizzati in prossimità dell’area di intervento, spinti a profondità superiore a quella di scavo. L’intervento estrattivo comporterà un impatto negativo elevato sul sottosuolo poiché determinerà l’asportazione di una risorsa naturale non rinnovabile. L’azione di scotico e accantonamento del terreno vegetale e lo scavo agiscono negativamente sulle componenti della litosfera. Il recupero ambientale che prevede il ritombamento dell’area e la redistribuzione del suolo, ricrea le condizioni necessarie per ospitare la vegetazione.

4.3 IDROSFERA La componente idrosfera è costituita dalle acque superficiali e da quelle sotterranee. Per quanto riguarda le acque superficiali si è analizzata l’interferenza dello scavo con il reticolato idrografico presente sull’area mentre per questo riguarda le acque sotterranee si è proceduto alla valutazione delle caratteristiche idrogeologiche della falda superficiale, la quale non sarà tuttavia interessata dallo scavo durante l’attività estrattiva. I risultati ottenuti hanno portato alle conclusioni: • che l’attività estrattiva interferirà in alcuna maniera con la rete irrigua locale, e non pregiudicherà quindi l’approvvigionamento idrico dei settori di territorio posti a valle dell’area di intervento; • che l’incremento della vulnerabilità della falda freatica aumenterà limitatamente in fase di coltivazione ma sarà ripristinata ai valori attuali al termine dei lavori; • non vi sarà alcuna interferenza degli scavo con la falda freatica, garantendo il mantenimento di un franco minimo di 6-7 m tra la quota di fondo scavo e la quota di minima soggiacenza della falda stessa..

4.4 BIOSFERA : VEGETAZIONE E FLORA L'area di intervento è attualmente destinata ad uso agricolo con presenza di alberate/filari lungo gli adiacenti canali irrigui e le strade (latifoglie miste alloctone e conifere alloctone). La realizzazione del progetto non comporterà l'abbattimento di vegetazione rientrante nella definizione di bosco ex D.lgs. n. 227/2001. La vegetazione arborea-arbustiva presente lungo i confini dell’area non sarà interessata dall'intervento in progetto. Gli effetti sulla vegetazione circostante riguardano la temporanea presenza di un sottile strato di polveri sulle foglie e sulla cotica erbacea esterne al sito, che ostruisce le aperture stomatiche che garantiscono gli scambi gassosi con l’atmosfera e limita l’accesso della radiazione

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AU TOSTRADA REGIONALE BRONI -PAVIA -MORTARA Parte Generale Cave e discariche Cava di Carbonara al Ticino – Futura stazione di servizio Studio di impatto ambientale – Sintesi non tecnica fotosintetica nei fotosistemi fogliari; ciò comporta uno stato di stress per le piante interessate, dato che ne vengono rallentati sia i processi di traspirazione che di fotosintesi, principali meccanismi fisiologici di tutti gli organismi vegetali. In considerazione di quanto sopra esposto, il progetto di recupero ambientale costituisce il primo e più importante intervento di compensazione degli impatti negativi; nel complesso si prevedono infatti modificazioni consistenti delle condizioni ecologiche (che determinano l’affermazione e l’equilibrio delle cenosi vegetali) presenti allo stato attuale: verranno create superfici boscate, ora non presenti, e verrà del tutto abbandonata la normale pratica agricola nell’area. Il progetto di recupero ambientale prevede, infatti, la creazione di un’area boscata caratterizzata dal Querco-carpineto della bassa pianura . Verranno messi a dimora ben 4.760 esemplari arborei e 19.060 esemplari arbustivi, rimboschendo complessivamente una superficie di 10,3 ha. Per quanto riguarda invece le misure di mitigazione, verranno attuate le seguenti modalità operative: verrà evitato il taglio degli esemplari arborei ed arbustivi non direttamente coinvolti dall’intervento; varranno periodicamente (nei periodi più secchi) effettuate operazioni di bagnatura delle piste che ridurranno il sollevamento di polveri; saranno impiegati autocarri telonati che contribuiranno a limitare l’impatto legato al sollevamento delle polveri per la vegetazione posta a ridosso della viabilità utilizzata.

4.5 BIOSFERA : FAUNA La fauna è data dall’insieme degli animali che vivono in un determinato territorio: la presenza di una specie è legata, in particolar modo, alle caratteristiche dell’ambiente stesso e all’attività dell’uomo che è in grado di apportare modifiche più o meno profonde agli habitat naturali. L’area oggetto di intervento presenta un grado di naturalità medio, essendo caratterizzata soprattutto da aree agricole contraddistinte prevalentemente da vegetazione erbacea, con composizione influenzata dall’attività antropica di tipo agrario intensivo. Gli impatti più rappresentativi che si possono ripercuotere sulla fauna a seguito dell’attività estrattiva sono costituiti principalmente dall’effetto barriera e di frammentazione dell’ecosistema costituito dalla presenza fisica dell’area di cava: tale impatto sarà del tutto temporaneo e tamponato comunque dalla presenza di altri corridoi ecologici che potranno garantire la normale frequentazione faunistica del territorio senza causare nette interruzioni. La perdita, comunque temporanea, di porzioni di habitat a causa dell’occupazione di superfici legata all’attività estrattiva influirà in maniera estremamente ridotta sulle popolazioni animali esistenti, in quanto trattasi, allo stato attuale, di aree agricole inserite in un contesto prettamente agrario, caratterizzate da una ridotta frequentazione da parte della fauna. Gli interventi di recupero ambientale costituiranno, invece, un’importante misura di compensazione, che andrà ad incrementare in maniera consistente la quantità e la qualità di habitat utilizzabili per l’alimentazione e la nidificazione

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AU TOSTRADA REGIONALE BRONI -PAVIA -MORTARA Parte Generale Cave e discariche Cava di Carbonara al Ticino – Futura stazione di servizio Studio di impatto ambientale – Sintesi non tecnica rispetto alla situazione preesistente, mediante la creazione di 10,3 ha di aree boscate.

4.6 ECOSISTEMI Gli ecosistemi presenti nell’area per cui si richiede l’intervento di estrazione di materiale ghiaioso e l’immediato intorno di 200 metri dai confini della stessa si possono distinguere nelle seguenti categorie o sistemi: - ecosistema agrario , largamente dominante, è costituito da seminativi; - ecosistema antropico , costituito dalla SP 193 bis e dai vicini capannoni; - ecosistema seminaturale , rappresentato da limitate aree boscate; - ecosistema acquatico , rappresentato dai canali irrigui. Le azioni di progetto relative al recupero ambientale, che comprendono gli interventi di ritombamento e riporto del terreno vegetale e il rimboschimento di tutta l'area, rappresentano la mitigazione a tutti gli impatti dotati di carattere temporaneo che interferiscono con la componente in esame. Il progetto di recupero ambientale prevede, infatti, la destinazione ad uso naturalistico dell’area.

4.7 AMBIENTE FISICO Gli elementi presi in considerazione in questa componente sono le vibrazioni, il rumore e le radiazioni ionizzanti e non ionizzanti. Le vibrazioni e il rumore sono prodotti principalmente dai mezzi utilizzati per la coltivazione, mentre le radiazioni ionizzanti e non ionizzanti sono dovute le prime al decadimento del radon e le seconde sono comprese nello spettro elettromagnetico. Dopo uno studio di impatto acustico si è arrivati alla conclusione che il rumore prodotto durante l’attività estrattiva, non comporterà problemi ai ricettori analizzati, analogo discorso vale per le vibrazioni; inoltre non saranno prodotte radiazioni.

4.8 PAESAGGIO Il paesaggio è dato dall’insieme delle forme del territorio e dalla disposizione e alternanza degli organismi viventi che lo popolano ed è strettamente influenzato dall’attività dell’uomo che è in grado di modificarlo con cambiamenti più o meno profondi. Il Piano Territoriale Paesistico Regionale colloca l’area di intervento all’interno dell’Ambito geografico e dell’Unità tipologica di paesaggio Fascia bassa pianura . Il sito oggetto di intervento rientra nei confini del Parco lombardo della Valle del Ticino. All’interno dell’area di intervento non sono presenti edifici classificati tra i beni storico-architettonici.

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La qualità del paesaggio durante i lavori sarà lievemente peggiorata dalla presenza di elementi di degrado quali superfici ribassate prive di vegetazione, presenza dei mezzi in movimento e dei cumuli di terreno accantonato e di materiali estratti. Tale alterazione negativa non appare peraltro rilevante in relazione alla temporaneità che la contraddistingue ed all’assenza di possibili ricettori. Il progetto di recupero ambientale, che prevede il completo ritombamento dell’area seguito dal rimboschimento potrà garantire il ritorno alle condizioni iniziali, ma la vicina realizzazione dell’infrastruttura autostradale con la stazione di servizio proprio in adiacenza al sito di intervento ne abbasserà il valore paesaggistico complessivo.

Le mitigazioni previste, che riguarderanno solamente il periodo necessario all’esecuzione dei lavori, l’unico in cui saranno presenti effetti negativi, consisteranno nella realizzazione di cumuli di terreno vegetale aventi altezza massima pari a circa 3 m. Come già descritto, essi verranno inerbiti al fine anche di limitarne l’impatto paesaggistico.

4.9 ASSETTO TERRITORIALE E USO DEL SUOLO In questa sezione si sono studiate le attività svolte intorno al sito per un raggio di 1 chilometro e ci si è soffermati sull’area dell’intervento; quest’ultima si pone nel contesto di una pianura estremamente antropizzata occupata principalmente dall’utilizzazione agricola (risaie). I principali effetti che le azioni di progetto possono causare all’assetto territoriale attuale, ad eccezione degli interventi di recupero ambientale, consistono negli impatti dovuti ai consumi di aree: si sostituiranno aree estrattive ad aree agricole. Per quanto concerne la valutazione del traffico indotto il sito estrattivo è collocato immediatamente a ridosso del cantiere autostradale e non sarà quindi necessario l’utilizzo della viabilità ordinaria per il trasporto del materiale. Al termine della realizzazione del presente progetto verrà eliminato l’attuale uso agricolo e sarà introdotto l’uso naturalistico prima non presente.

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AU TOSTRADA REGIONALE BRONI -PAVIA -MORTARA Parte Generale Cave e discariche Cava di Carbonara al Ticino – Futura stazione di servizio Studio di impatto ambientale – Sintesi non tecnica

5. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Lo scopo dello studio di impatto ambientale presentato come elemento integrante il progetto per la coltivazione della cava di sabbia e ghiaia nei Comuni di Carbonara al Ticino e Zinasco è stato quello di fornire una valutazione sugli impatti che le attività proposte potevano apportare nei riguardi dell’ambiente. Una volta stabiliti gli obiettivi principali che dovevano essere raggiunti con gli interventi proposti, rappresentati non soltanto dall’estrazione del materiale, ma anche dalla restituzione dell’area nel modo più adeguato all’ambiente e al paesaggio, sono state valutate tutte le possibili alternative di realizzazione per raggiungerli. Le varie alternative sono state rapportate con tutte le categorie ambientali con cui potevano interagire e per ognuna di esse è stata effettuata una valutazione in base a parametri quali l’intensità (effetto più o meno negativo), la durata temporale e la scala spaziale (effetti sull’ambiente su piccole o su ampie aree), in modo da poter paragonare i risultati e optare per la soluzione che meglio si adattasse alle specifiche prefissate. Tra tutte le opzioni analizzate, quella presentata è quella caratterizzata dal miglior quadro globale generale. La maggior parte degli impatti causati dall’attività estrattiva con la metodologia scelta, infatti, è di tipo temporaneo e ridotto, soprattutto in virtù del fatto che l’area sarà completamente ritombata e che si inserisce in un ambiente in cui è già evidente l’impronta dell’uomo. In conclusione, è stato possibile esprimere un giudizio positivo nei confronti dell’opera circa la compatibilità dell’intervento con le esigenze di salvaguardia dell’ambiente: infatti come prestabilito sin dalle prime fasi della progettazione le attività sono state proposte in maniera tale da raggiungere condizioni analoghe o migliori a quelle attuali sia per quanto riguarda l’ambiente fisico e biologico (relazioni di interscambio tra gli ecosistemi, caratteristiche fisiche, organismi viventi ed emergenze naturalistiche) sia per quanto riguarda l’ambiente antropizzato (paesaggio, uso del suolo).

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