32 COME FARE RICERCA STORICO ARCHEOLOGICA NEL TERRITORIO. L’ESPERIENZA DELLA SCUOLA MEDIA DI PETTORAZZA GRIMANI

(*) (**) (*) - Scuola Media “Dante Alighieri di Pettorazza di Francesca Marzolla e Loreta Lupi Grimani (**) - Gruppo Archeologico di IL PROGETTO II progetto nasce dalle esigenze di accostarsi ad una realtà storico - culturale del passato in modo interattivo e coinvolgente, di promuovere esperienze socio - ambientali - culturali rispondenti ai bisogni formativi degli alunni, di utilizzare il territorio come campo di studio e di indagine per investire di realtà la scuola, rendendo il piccolo paese di Pettorazza un Laboratorio di archeologia sperimentale. Si procederà quindi alla ri- costruzione della storia antica del paese e successivamente, sarà attivata una ricerca archeologica di superficie su porzioni di territorio preceden- temente individuate. Per superare la separazione che caratterizza la scuola rispetto al terri- torio, si ritiene necessario aprirla a esperienze formative, in stretto rap- porto con gli enti locali e il territorio, mediante iniziative che coinvolgono il maggior numero di soggetti. RISULTATI ATTESI > Rafforzare la capacità di lavorare per gruppi, fare proposte, confron- tale, condividerle e accettare consigli. > Rafforzare un metodo di studio diacronico e sincronico. > Rafforzare la consapevolezza del necessario uso di fonti e documenti per avvicinarsi ad una realtà lontana nel tempo. > Saper comprendere, raccogliere, selezionare e riordinare dati storico - sociali riferiti al periodo considerato. > Riconoscere il valore storico di ambienti presenti nel proprio paese. > Accostarsi alla ricerca sperimentale. > Scoprire il piacere della ricerca archeologica di superfìcie. > Saper verbalizzare i risultati dell'esperienza con un linguaggio appro- priato e corretto. > Conoscere materiali e tecniche per la realizzazione di manufatti in terracotta. SOGGETTI COINVOLTI > Alunni di classe prima. > Insegnanti di Lettere e di Ed. Artistica. > Esperti del Gruppo Archeologico di Villadose. > Amministrazione Comunale. > Biblioteca Comunale. > Associazioni locali. > Parrocchia. > Abitanti del paese. ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO > Raccolta materiale bibliografico e non. > Selezione del materiale raccolto. > Raccolta di testimonianze. > Studio di fonti e bibliografie mediante lavoro dì gruppo. > Studio documenti e foto aeree con l’aiuto di esperti del Gruppo Ar- cheologico di Villadose (G.A.V.). 33

> Presentazione teorica dei concetti di base sulla metodologia di ricerca di superficie da parte degli esperti G.A.V. > Individuazione dei terreni su cui operare la ricerca. > Ricerca di superfìcie metodica su area campione, assistiti da esperti G.A.V. > Riconoscimento e catalogazione di eventuali reperti. > Verbalizzazione dei risultati ottenuti. > Visita al Museo Archeologico di Villadose. > Realizzazione di manufatti in terracotta. TEMPI DI ATTUAZIONE L’attività sarà realizzata nel corso dell’anno scolastico durante le ore curricolari di lettere. Soprattutto sarà concentrata nei mesi di Novembre, Dicembre, Gennaio, Febbraio. COSTI E FINANZIAMENTI 11 costo del progetto, a carico della scuola, si aggira intorno alle 400.000 lire- esse saranno così ripartite: > 150.000 lire per l’acquisto di testi specifici riguardanti l’archeologia sperimentale e studi effettuati nella centuriazione di Villadose; > 200.000 lire per due incontri con gli esperti del G.A.V, complessiva- mente di tre ore circa, per lo studio di documenti e foto aeree. > 50.000 lire per rimborso spese, esperto lavorazione terracotta. VERIFICA Le competenze acquisite saranno verificate mediante la verbalizzazione della ricerca effettuata; inoltre saranno valutati il coinvolgimento dimo- strato durante tutta l’attività lo spirito di iniziativa e la capacità di lavo- rare con gli altri.

RELAZIONE SULLO SVOLGIMENTO Visionando la cartografia presente nel testo ”La centuriazione dell’agro di ” curato dal dott. Enrico Maragno, AGS edizioni, risulta facente parte del medesimo agro anche il di Pettorazza. Partendo da que- st’informazione, la classe prima della scuola media di Pettorazza si è

Alunni e ricercatori del GAV in occasione di una delle uscite in campagna 34

adoperata, avvalendosi della collaborazione del Gruppo Archeologico di Villadose (G.A.V.), per realizzare un progetto di archeologia al fine di ri- costruire la storia antica del proprio paese. Attraverso la ricerca di superficie, si è voluto dimostrare che, in seguito alla colonizzazione romana dell’Italia Settentrionale avvenuta verso il II secolo a.C. con la deduzione di colonie, la loro centuriazione e l’assegna- zione dei vasti territori ai coloni, anche sul territorio di Pettorazza era possibile riscontrare oggi la presenza dei passati insediamenti romani. In un primo momento sono state raccolte tutte le informazioni utili alla ricerca, attraverso un questionario con domande mirate da rivolgere ai proprietari di terreni situati nel Comune di Pettorazza, dal quale era pos- sibile evincere l’eventuale presenza di ritrovamenti avvenuti durante i la- vori agricoli e ricevere tutte quelle informazioni che potessero essere utili all’individuazione di zone interessanti dal punto di vista archeologico, dove poter attuare la ricerca di superficie. Gli esiti di questo primo lavoro non hanno dato i risultati sperati: nessu- n’informazione si è rivelata utile alla ricerca, eccetto il ritrovamento da parte del papà di un alunno, durante degli scavi effettuati per realizzare una costruzione nella zona centrale del paese, di una moneta ritenuta molto interessante e da analizzare. In seguito, gli alunni di classe prima si sono recati a visitare il Museo Archeologico e didattico di Villadose per conoscere, attraverso lo studio dei reperti ritrovati nell’omonima centuriazione, la vita condotta nel Polesine dagli antichi romani. Non da ultimo, prendere familiarità con gli oggetti che potevano essere ritrovati durante la ricerca di superficie. Acquisite le conoscenze e la terminologia di base utili per l’esperienza durante un incontro a scuola tenuto dal dott. Enrico Maragno, Presidente del G.A.V. e dalla signora Lupi Loretta, esperta di didattica della ricerca archeologica sperimentale, con lo studio di foto aeree, cartine e reperti vari, si è passati all’individuazione dei terreni sui quali ricercare. Non avendo avuto indicazioni utili dal questionario, sono state approfondite due interessanti ipotesi, entrambe ancora da dimostrare.

Gli alunni hanno esplorato il terreno libero da colture, disposti in gruppi e camminando allineati a circa 20 metri l’uno dall’altro. 35

Prima ipotesi: il decumano massimo passante per Villadose, subiva una deviazione verso Pettorazza? Lo studio di Rodolfo Peretto, effettuato tramite foto aeree nel 1968, evidenzia l’esistenza di una grande strada chiamata “via di Villadose”, in seguito identificata come il decumano massimo della centuriazione. Secondo l’ipotesi di Raffaele Peretto, pare che la “Via di Villadose” su- bisse, a nord della località Barbarighe, una deviazione a destra tanto da seguire l’ansa del fiume Adige, rettificata nel 1783, passando così per la località Boscofasan, oggi Fasani, per poi proseguire nel padovano (vedi cartina a fianco). In base, dunque, a quanto affermato, si è ritenuto che una zona, interes- sante dal punto di vista archeologico per attuare la ricerca di superficie, potesse essere Boscofasan e, al fine di dimostrare l’ipotesi presentata era necessario ritrovare tracce di insediamenti romani.

Il 18-02-2001 si è tenuta la prima uscita di ricerca archeologica di su- perficie , con l’intera classe prima e gli esperti del G.A.V. Parte della ricostruzione topografica della Divisi in piccoli gruppi e disposti a ventaglio, secondo un ordine centuriazione dove si nota la deviazione del prestabilito, sono stati visionati circa quarantacinque ettari di terreno nel- decumano massimo in concidenza con l’antica la tenuta Fasani. ansa dell’Adige di Pettorazza (da Raffaele Peretto in L’antico Polesine, 1986) I risultati ottenuti sono da considerarsi parziali in quanto i reperti trova- ti non sono significativi per la conferma dell’ipotesi di partenza. Questa esperienza ha portato alla successiva formulazione di tre ulterio- ri ipotesi: 1. Il territorio di Pettorazza, pur inserito nella Centuriazione dell’agro di Adria, non era presumibilmente coltivato e abitato con insediamenti consistenti, piuttosto si crede fosse lasciato a zona boschiva (lo giustifica

Durante l’uscita tutte le aree esplorate venivano immediatamente riportate in mappa.

Territorio esplorato durante le due uscite in campagna cui hanno partecipato gli esperti del GAV e la classe divisa in quattro gruppi di esplorazione. I campi evidenziati in scuro sono stati esplorati metodicamente. 36

il toponimo Boscofasan), sfruttato per la caccia e la raccolta di legna, molto usata presso i romani, oppure adibito a pascolo. 2. La presenza di terreno argilloso, solcato da strisce di sabbia molto fine, soprattutto in prossimità dello scolo Tron e del Ceresolo, lascia pen- sare ad una vasta zona paludosa bonificata solo recentemente data l’as- senza, per larghi tratti, di qualsiasi reperto. 3. Le numerose rotte dell’Adige, fenomeno assai frequente prima del- la rettifica dell’ansa presso Pettorazza Papafava, avvenuta nel 1783, e il successivo innalzamento degli argini, hanno sicuramente trasportato grandi quantità di fango e ricoperto le tracce del passato romano. Solo scavando in profondità potrebbe essere possibile il ritrovamento di signi- ficativi reperti, come la moneta di cui si è già parlato in precedenza e ri- sultata di epoca romana..

Seconda ipotesi: i resti costituiti da laterizi romani ritrovati in loca- lità “la PiIotta”, durante un sopralluogo effettuato nel ’39 da Alessio De Bon, sono ancora presenti? L’archeologo di sicura fama e attendibilità, Alessio de Bon, afferma che “Adria romana era legata alla potente città di Patavium da una grande Interpretazione di Alessio De Bon sul percorso arteria nella quale alcuni studiosi intendono riconoscere la stessa della via Annia da Adria a Padova nell’attraver- sare il territorio di Pettorazza (da Alessio De Bon Popilia.[…]. Di un gruppo di strade che da Padova si dirigevano verso in Il Polesine nell’antico Impero, 1939) sud, ci rimane nel medioevo la documentazione del nome antico Agna per Annia Via.[…] E’ questa la via che congiungeva nell’antichità romana Padova ad Adria.[..] Sembra però probabile che l’indirizzo sia stato Adria-Traghettin- Fasana-Pettorazza Grimani.[…]. Per quanto meno ricca delle aree vicine, questa a nord ovest di Adria presenta al pari delle altre, le macerie dei manufatti romani che vi sorgevano.

Alcuni reperti rinvenuti durante la ricerca e pronti per la catalogazione

Il materiale raccolto durante l’uscita viene sottoposto ad una prima osservazione. Fra i vari cocci raccolti non era presente materiale romano. 37

Lezione finale in classe da parte dei soci del GAV con valutazione del materiale raccolto durante le uscite

Così si dica alla ”Motta”…, alla Rotta e presso Botti Barbariche. [Miei sopraluoghi nell’aprile-maggio 1939-XVII. Alla Pilotta, altri resti presso il ponte della Turbina, lungo il Bresega, alla “Macchina Pilotta”].

Il 25-02-2001 si è tenuta la seconda uscita presso le località Botti Barbarighe e la Pilotta, sulle tracce di quanto affermato dall’archeologo De Bon. La classe prima, sempre condotta dagli esperti del G.A.V. e di- visa per piccoli gruppi, ha esplorato circa cinquanta ettari di terreno. Non sono stati ritrovati resti di macerie dei manufatti romani, tutto è Gli alunni riproducono con l’argilla di campo e secondo la tecnica antica dei manufatti, sotto la scomparso. Rimane da ipotizzare che il materiale trovato da De Bon sia guida dell’esperta di laboratorio ceramico, stato asportato durante i successivi lavori di spianamento avvenuti nella Claudia Cristi. zona in tempi recenti da parte dei proprietari dei terreni. Si deve comunque precisare che l’ipotesi prospettata da De Bon secon- do la quale la via Annia seguiva l’indirizzo Adria-Traghettin-Fasana- Pettorazza Grimani è errata in quanto, successivamente, attraverso foto aeree, è stato dimostrato che questa importante via seguiva una traccia più a est verso . Il progetto si è concluso con un ulteriore incontro a scuola degli esperti G.A.V. per un momento di verifica. In quell’occasione è emerso il coinvolgimento positivo dell’intera scolaresca e l’utilità del progetto per una maggiore conoscenza del territorio in cui la scuola opera. A conclusione di ogni attività si è proceduto al lavaggio e alla cataloga- zione del materiale trovato, che è stato esposto nella biblioteca scolastica a disposizione di tutti gli interessati. Al termine del progetto è stato somministrato agli alunni un questiona- Elaborazione grafica dei questionari con i livelli di rio che ha dimostrato eccellenti livelli di gradimento e di apprendimento. gradimento e di apprendimento.