Comune di Pettorazza Grimani Provincia di

Piano di Assetto del Territorio Comunale Documento Preliminare Artt. 3, 5 e 14 L.R. 11/2004

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PREMESSA ...... 3 1. PIANO REGOLATORE COMUNALE E ASPETTI INNOVATIVI DEL P.A.T...... 6 1.1 CONCERTAZIONE E PARTECIPAZIONE ...... 7 1.2 NUOVI STRUMENTI ...... 8 1.2.1 Credito edilizio ...... 8 1.2.2 Perequazione fondiaria ...... 8 1.2.3 Compensazione urbanistica ...... 9 1.2.4 Accordi di pianificazione ...... 9 1.3 VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA ...... 10 2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE ...... 11 3. PIANIFICAZIONE DI ORDINE SUPERIORE...... 13 3.1 PIANO TERRITORIALE REGIONALE DI COORDINAMENTO ...... 14 3.2 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE ...... 16 3.3 AUTORITA’ DI BACINO E CONSORZIO DI BONIFICA ...... 19 3.3.1 Sicurezza idraulica dei corsi principali ...... 19 3.3.2 Sicurezza idraulica della rete secondaria ...... 20 4. SCELTE STRATEGICHE DEL PIANO: VIVIBILITA’ E DINAMICITA’ ...... 21 4.1 IL FIUME E GLI SPAZI APERTI ...... 23 4.1.1 Ri-Appropriarsi del fiume e della rete idrografica minore ...... 23 4.1.2 Criticità ...... 24 4.2 ECCELLENZA SOSTENIBILE ...... 26 4.2.1 Qualità del Paesaggio ...... 27 4.2.2 Valorizzare il territorio rurale ...... 28 4.3 QUALITA’ ED ESTETICA DELL’ABITARE ...... 30 4.3.1 I caratteri insediativi: il presidio del territorio ...... 30 4.3.2 Le attività produttive ...... 31 4.3.3 Le politiche per i servizi ...... 32 4.4 MOBILITA’ E NUOVE GERARCHIE ...... 33 4.4.1. Un quadro relazionale diversificato ...... 33

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PREMESSA

Come leggere il Documento Preliminare Il Documento Preliminare è il primo documento ufficiale per la redazione del Piano di Assetto del Territorio come previsto dall’art. 3, comma 5 della L.R. 11/2004 e s.m.i. Al fine di chiarire gli obiettivi generali che si intendono perseguire con il Piano è utile introdurre una chiave di lettura del Documento Preliminare, il quale è strutturato principalmente in quattro parti distinte, ma allo stesso tempo tra loro correlate.

Il primo capitolo tratta del contesto normativo a cui deve rispondere il P.A.T. e le principali novità della disciplina urbanistica introdotte dalla L.R. 11/2004, sia nella previsione di nuovi strumenti che di nuove procedure per la pianificazione del territorio. Introduce così ad una conoscenza di quegli elementi cui ci si deve conformare e di quei livelli che proprio per il fatto che sono indicati come “sovraordinati” mostrano i limiti che ogni pianificazione di livello comunale non può modificare.

Un secondo passaggio è l’inquadramento territoriale del comune di Pettorazza Grimani: la descrizione dal punto di vista geografico, di come il comune sia servito dalla rete viaria e sia costituito dalle diverse località, con proprie caratteristiche ed esigenze, permette di mettere a fuoco quali siano gli elementi strutturanti del comune stesso per avviare ogni corretta considerazione in ordine alla pianificazione territoriale.

Dopo aver fotografato sinteticamente il territorio in cui si deve intervenire, si evidenziano nel terzo capitolo le politiche urbanistiche indicate dagli strumenti urbanistici vigenti della Regione, Provincia e dall’Autorità di Bacino Interregionale, alle quali il Comune di Pettorazza Grimani si deve attenere e alle cui scelte il comune deve conformarsi nel PAT.

Solo nella quarta parte sono descritte le scelte strategiche che l’Amministrazione Comunale di Pettorazza Grimani vuole perseguire, al fine di un rilancio della propria comunità secondo le possibilità che offre lo strumento urbanistico come il P.A.T. Vivere la campagna, lo sviluppo sostenibile del territorio, la qualità dell’abitare sono i cardini su cui impostare il rilancio del Comune di Pettorazza Grimani.

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La normativa vigente La nuova Legge Urbanistica Regionale n. 11 del 23 aprile 2004 prevede all’art. 12 che la pianificazione urbanistica comunale si esplichi mediante Piano Regolatore Comunale, articolato in disposizioni strutturali, contenute nel Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) ed in disposizioni operative, contenute nel Piano degli Interventi. Non si tratta del vecchio PRG che cambia nome, ma di uno strumento completamente nuovo, che rappresenta una svolta importante nel processo di pianificazione del territorio. Il PAT costituirà la “carta dell’autonomia urbanistica comunale” mentre le scelte di dettaglio, contenute nel Piano degli Interventi, potranno essere decise e modificate dal consiglio comunale senza più la necessità di una approvazione di ordine superiore.

Per costruire il Piano di Assetto del Territorio si devono individuare i punti critici e i problemi che caratterizzano l’attuale stato del territorio e dell’ambiente e, soprattutto, avere un orizzonte verso cui orientare le scelte future per stabilire quali nuove opere dovranno essere realizzate (nuovi insediamenti, valutando il loro impatto sul territorio e sulla qualità della vita), per decidere quali parti dovranno essere riqualificate (di valore storico, ambientale, paesaggistico), quali le risorse ed i valori non sacrificabili; in definitiva come sarà o dovrà essere il paese e il territorio di domani. Per avere questa prospettiva il Piano non può essere uno strumento a se stante e svincolato dagli altri territori vicini, ma deve necessariamente rapportarsi con gli altri dei comuni limitrofi, sia con il Comune di che con e . Queste sono le principali domande cui il Piano di Assetto del Territorio dovrà rispondere e nel fare ciò si chiede per la prima volta, con lo strumento della “concertazione”, la partecipazione e “collaborazione” della cittadinanza. L’art. 5 della L.R. 11/2004 prevede che l’Amministrazione assicuri il confronto con i cittadini, le associazioni economiche, i gestori dei servizi pubblici invitandoli a concorrere alla definizione degli obiettivi e delle scelte strategiche del Piano. A questo punto al cittadino si chiede una lettura diversa del proprio paese, non più legata al catastale o mappale di proprietà bensì uno sguardo globale sul territorio partendo dall’ambiente, dal paesaggio percepiti come risorsa non rinnovabile. La qualità della vita e il rispetto dei servizi pubblici passano attraverso una condivisione comunitaria delle risorse e delle fragilità del proprio territorio, uno sviluppo sostenibile nel rispetto dell’equilibrio tra uomo e ambiente.

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In questa nuova ottica di pianificazione si capisce come mai il nel Piano di Assetto del Territorio scompare la zonizzazione (non sono individuate Zone A, B, C e D) in quanto l’individuazione delle previsioni non ha valore conformativo delle destinazioni urbanistiche dei suoli che sono demandate al Piano degli Interventi. Il P.A.T. non localizza volumi e non assegna diritti edificatori su singole proprietà, ma stabilisce le quantità generali di dimensionamento per grandi Ambiti Territoriali Omogenei (ATO): in questo modo i diritti edificatori relativi alle aree di trasformazione non sono più direttamente legati alla proprietà delle aree, ma diventano un bene comune, una risorsa della comunità che sarà puntualmente localizzata dal Piano degli Interventi, in funzione delle priorità che saranno stabilite. Non troveremo nel Piano di Assetto del Territorio le aree con vincoli finalizzati all’esproprio per la realizzazione di opere o impianti pubblici, ma solo la previsione delle quantità generali.

È fondamentale che i cittadini, e tutti i portatori di interessi, comprendano che il Piano di Assetto del Territorio è uno strumento programmatico di Pianificazione del Territorio Comunale: deve quindi individuare le problematiche di carattere generale. Il Piano di Assetto del Territorio non ha il compito di raccogliere i bisogni e le necessità individuali dei cittadini, ma deve concentrare l’attenzione sulle priorità e sui temi generali e sullo sviluppo del Comune di Pettorazza Grimani. L’obiettivo è di far riflettere i cittadini sui problemi del proprio paese e di raccogliere le proposte di sviluppo da essi individuate, in modo che l’Amministrazione comunale possa ricevere delle indicazioni sull’orientamento della popolazione in merito alle problematiche del territorio e alle loro possibili soluzioni. Sarà quindi importante la condivisione del Piano con tutte le forze e le componenti del territorio che vi operano, come le categorie economiche, i singoli operatori ed artigiani e tutte le associazioni del Comune di Pettorazza Grimani. In un momento difficile in cui lo spopolamento della campagna è un fenomeno apparentemente inarrestabile, basti pensare cha all’inizio degli anni ’50 la popolazione a Pettorazza Grimani era di circa 3.970 abitanti e ora raggiunge i 1.670 residenti, occorre creare sinergia tra enti e popolazione per mettere in moto una nuova programmazione del territorio che porti benefici alla collettività.

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1. PIANO REGOLATORE COMUNALE E ASPETTI INNOVATIVI DEL P.A.T.

Come già ricordato il nuovo Piano Regolatore Comunale (P.R.C.) non è il vecchio Piano Regolatore Generale (P.R.G.) che cambia nome ma di uno strumento completamente nuovo, che rappresenta una svolta importante nel processo di pianificazione del territorio. Il Piano Regolatore Comunale si sdoppia in due strumenti: Il Piano di Assetto del Territorio (PAT) articolato in disposizioni strutturali e il Piano degli Interventi (PI) articolato in disposizioni operative.

Iter procedurale del nuovo Piano Regolatore Comunale

Il PAT costituisce la “carta dell’autonomia urbanistica comunale”. Le scelte di dettaglio, contenute nel successivo Piano degli Interventi, potranno essere decise e modificate dal consiglio comunale senza più la necessità di un’approvazione di ordine superiore.

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Per costruire il PAT bisogna individuare i punti critici e i problemi che caratterizzano l’attuale stato del territorio e dell’ambiente. Bisogna soprattutto avere una “visione” verso cui orientare le scelte future tramite direttive, prescrizioni e vincoli che il PI farà poi proprie. Il Piano di Assetto del Territorio rappresenta quindi il piano nel quale in soli quattro elaborati cartografici confluiscono i vincoli (nessun aggiuntivo ma ricognitivi dello stato di fatto e subordinati alla pianificazione di ordine superiore), le invarianti (parti del territorio dotate di valore particolare), le fragilità (parti del territorio dotate soggette a pressioni e a rischi) e le trasformabilità (ambiti del territorio ove è possibile la trasformazione urbanistica). Oltre ai nuovi elaborati grafici, a Norme di Attuazione fondate principalmente su direttive, il PAT disciplina in modo diverso il dimensionamento. Sulla base di valutazioni di carattere geografico, storico, paesaggistico ed insediativo, vengono individuati gli Ambiti Territoriali Omogenei (ATO), ai quali sono attribuite volumetrie, attrezzature di carattere territoriale e servizi da realizzare: è assente la zonizzazione legata al vecchio P.R.G. e la disciplina di zona ad essa relativa.

1.1 CONCERTAZIONE E PARTECIPAZIONE

Un processo partecipativo finalizzato alla costruzione delle politiche di sviluppo del territorio deve porsi alcuni principali obiettivi tra i quali quello di: coinvolgere le comunità locale nella costruzione di una visione comune dello sviluppo. Il PAT, attraverso la partecipazione, diventa il luogo preposto per l‘interrelazione tra sapere tecnico e sapere comune, dove si costruisce quindi un nuovo rapporto tra conoscenza ed azione. A questo fine il percorso deve essere sempre chiaro e realistico perché l‘assunzione delle reciproche responsabilità si basi su un terreno di fiducia. Il PAT diventa così un input per innescare od implementare la democrazia diretta creando un effetto moltiplicatore che si diffonde sulle politiche del paese. Rapportarsi con gli altri Enti territoriali significa aprire un tavolo delle trattative per poter conoscere i programmi futuri di questi enti, per poter far presenti le scelte progettuali del comune e per poter condividere la fase del progetto finale.

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1.2 NUOVI STRUMENTI

Con il PAT sono introdotte nuove modalità di intervento nel territorio, previste dalla Legge Regionale 11/2004, tra le quali le più importanti sono il credito edilizio, la perequazione fondiaria, la compensazione urbanistica e gli accordi di pianificazione.

1.2.1 Credito edilizio Il credito edilizio è uno strumento che consente di utilizzare in ambiti urbani specifici il credito edilizio maturato rimuovendo manufatti che deturpano l’ambiente (art. 36 della LUR 11/04). Infatti, ai fini del corretto utilizzo del credito edilizio derivante dalla demolizione di edifici esistenti che presentano motivi di turbativa ambientale o gravi problemi ineliminabili di inquinamento del territorio potrà essere prevista l’istituzione di un pubblico registro che riporti i singoli crediti edilizi, distinti per ogni singolo soggetto titolare di tale credito. Si tratta di un’iniziativa che corrisponde ad una generale necessità di riqualificazione ambientale, vista l’impossibilità di ricostruire in loco una parte degli edifici non più funzionali a certe attività (allevamenti intensivi, specifiche attività produttive) o di assegnarne una nuova funzione compatibile con l’ambiente. Il terzo comma dell’art. 36 della LUR 11/04 consente di utilizzare il credito edilizio esplicitamente per la realizzazione di interventi di miglioramento della qualità urbana, paesaggistica, architettonica ed ambientale. Come si vede si tratta di un’azione di perequazione di carattere territoriale, che associa il credito edilizio ad una nozione ampia e significativa di riqualificazione ambientale, che dovrà essere definita fin da subito in sede di PAT e costituirà uno degli elementi fondamentali per la costruzione del nuovo paesaggio urbano di Pettorazza Grimani.

1.2.2 Perequazione fondiaria La perequazione fondiaria, estesa non solo all’interno dei perimetri degli strumenti attuativi ma ad un ambito più ampio, consentendo di assicurare un’equa ripartizione dei diritti edificatori e dei relativi oneri tra tutti i proprietari delle aree e degli edifici interessati dagli interventi di trasformazione urbanistica, anche se non contigui, indipendentemente dalle specifiche destinazioni d’uso assegnate alle singole aree.

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1.2.3 Compensazione urbanistica Prevista dall’art. 37 della LUR 11/04 consente di associare diritti edificatori ad aree ed edifici oggetto di vincolo finalizzato all’esproprio, utilizzando sia il credito edilizio, sia la perequazione fondiaria, sia la disponibilità di aree e/o edifici di proprietà pubblica. Si tratta di una procedura concertata che, attuandosi mediante Accordi di Programma, Piani Urbanisti Attuativi o Comparti urbanistici, trasforma il tradizionale indennizzo monetario in capacità edificatoria assegnata ai proprietari di aree con vincolo finalizzato all’esproprio, previa cessione all’amministrazione pubblica dell’area oggetto di vincolo.

1.2.4 Accordi di pianificazione Conseguenza diretta dell’assegnazione dei diritti edificatori e dei corrispondenti vincoli finalizzati all’esproprio agli Ambiti Territoriali Omogenei e non alle singole particelle catastali risulta la possibilità e l’opportunità per le amministrazioni comunali di attivare procedure di evidenza pubblica per individuare le aree nelle quali realizzare gli interventi di nuova urbanizzazione o di riqualificazione, finalizzati al soddisfacimento degli obiettivi di qualità urbana ed ambientale del PAT. Gli accordi di pianificazione (di cui all’art. 6 della LUR 11/04) costituiranno pertanto un nuovo strumento significativo, non solo per attuare gli interventi previsti dal PAT ma per definire il tema della riqualificazione del centro urbano (delocalizzazione dei volumi incongrui in aree idonee) e della creazione di habitat naturalistici.

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1.3 VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

La direttiva CEE n° 42/2001 introduce l'obbligo dell'applicazione di tale nuova forma di valutazione ai piani ed ai programmi. "La VAS evidenzia la congruità delle scelte degli strumenti di pianificazione di cui al comma 2 rispetto agli obiettivi di sostenibilità degli stessi, alle possibili sinergie con gli altri strumenti di pianificazione individuando, altresì, le alternative assunte nella elaborazione del piano, gli impatti potenziali, nonché le misure di mitigazione e/o di compensazione da inserire nel piano" (articolo 4.3 della LR 11). La formazione del PAT deve avvenire secondo la logica della VAS, che in definitiva è uno strumento per l'applicazione del principio di prevenzione, con l'obiettivo della sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Nel caso della VAS di un piano urbanistico, gli indicatori rispetto ai quali si deve valutare la sostenibilità saranno sia "globali" sia "locali". Nel caso che il territorio oggetto del piano rientrasse in quello d'un area (vasta) della quale il Piano fosse costruito nell'ottica della VAS (l'ipotesi metodologica alla base della legge 308/2004) gli indicatori sarebbero prevalentemente locali. La formazione di una VAS, come si comprende, è un esercizio complesso, che richiede l'ampia partecipazione e il coinvolgimento di tutti i soggetti/attori del territorio. Si opererà nel modo seguente:

a) definire scenari alternativi di assetto del territorio comunale in sé ed in rapporto a macrovariabili di contesto (da desumersi dalle tendenze in atto del territorio, dai piani regionali e provinciali, dai piani di settore e da quelli dei comuni contermini); b) individuare una lista di indicatori strategici globali (rinvenibili negli accordi internazionali, nelle politiche, nelle leggi e nei piani regionali e locali), intermedi (cioè dell'area vasta di riferimento) e locali (cioè specifici del territorio di Pettorazza Grimani) Gli indicatori in questione non dovranno essere solo quelli ambientali; la VAS si basa, infatti, su tre "pilastri"che sono l'ambiente, il sociale e l'economico. Gli scenari alternativi da comparare tra loro debbono essere "fattibili": non può darsi cioè uno scenario che non sia sostenibile, sia socialmente, sia economicamente.

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2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE

La progettazione territoriale del comune di Pettorazza Grimani deve tener conto in modo prioritario della conformazione geografica nel Basso Polesine e della sua posizione strategica tra i vicini comuni di Rovigo e Cavarzere. Di fatto nel comune sono presenti due centri abitati a ridosso dell’argine destro del fiume Adige (Pettorazza e Papafava), mentre il restante territorio è caratterizzato dalla presenza di una fitta rete di canali di bonifica strutturanti la campagna polesana.

Il territorio si estende per circa per 21,51 Km² e viene delimitato a nord dal fiume Adige, a ovest in parte dalla Fossa Stella e a sud/est dal Naviglio Adigetto. Oltre ad essere attraversato longitudinalmente dal Canale Bresega e dagli scoli Tron e Cesarolo, è evidente come il Comune di Pettorazza Grimani sia legato agli interventi di bonifica che nei secoli ne hanno determinato la conformazione. Il comune viene a trovarsi così lungo la direttrice est-ovest del territorio polesano a poca distanza dal Delta del Po, caratterizzato da ambienti di rara importanza e pregio paesaggistico-naturalistico.

Per quanto riguarda l’inquadramento a grande scala, il comune si attesta sulle Strade Provinciali a nord dalla n. 29, mentre ad est dalla SP. N. 30 ed a ovest dalla S.P. n. 61 che permettono di accedere ai vicini centri di Cavarzere e poi , Adria e a Rovigo. Il Comune di Pettorazza Grimani viene quindi a trovarsi su un asse strategico, a ovest il capoluogo provinciale con i principali insediamenti industriali, commerciali e legati ai servizi, mentre a est la vicina città di Chioggia legata al settore turistico e all’attività di pesca.

Il Comune di Pettorazza Grimani è formato da piccoli borghi disseminati lungo la rete viaria principale costituita principalmente dalle Strade Provinciali che attraversano longitudinalmente il territorio. Lungo la Strada Provinciale n. 29, che mette in comunicazione Cavarzere a San Martino di Venezze/Rovigo, si incontrano le seguenti località: Giaron, il centro comunale di Pettorazza Grimani e Papafava. Il resto della campagna è invece presidiato da case coloniche e/o contadine legate all’attività primaria.

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Fig. 1 Inquadramento territoriale a scala vasta

Fig. 2 Inquadramento territoriale

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3. PIANIFICAZIONE DI ORDINE SUPERIORE

Si è visto come il territorio di Pettorazza Grimani si trovi nelle Bonifiche del Polesine Orientale, ambito caratterizzato da un paesaggio prevalentemente rurale dal quale emergono piccoli centri, e che conserva un certo grado di integrità naturalistica lungo i corsi d’acqua. Gli andamenti insediativi e socio-economici, che si sono palesati a partire dal 1960, dimostrano come questo ambito regionale non ha subito quello sviluppo esponenziale che ha caratterizzato altre aree, dove le principali città si sono ampiamente espanse verso la campagna. Lo spopolamento del Polesine è avvenuto durante gli anni in cui il nord-est cresceva esponenzialmente sotto il profilo edilizio/industriale determinando in questo modo una diminuzione del 30% degli abitanti. Un ruolo chiave può essere svolto dall’assetto agricolo e dalle sue vocazioni naturali, le quali rappresentano un modello alternativo di sviluppo territoriale. I possibili scenari di sviluppo da perseguire per una crescita del territorio sono tracciati dai Piani Sovraordinati come il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC), il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) e il Piano Generale di Bonifica e di Tutela del Territorio (PGBTT). Il PAT nella definizione dei propri obiettivi non può non essere in sintonia alle principali politiche delineate dai piani suddetti al fine di costruire un quadro logico misurato sui fatti delle dinamiche comunali, ma anche sulle principali relazioni tra struttura urbana e gli ambiti di riferimento provinciale e regionale.

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3.1 PIANO TERRITORIALE REGIONALE DI COORDINAMENTO

Il Primo Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) è stato adottato con DGR n. 7090 in data 23.12.1986 ed approvato con DCR n. 250 in data 13.12.1991. Dopo 20 anni circa la Regione del ha avviato il processo di aggiornamento del P.T.R.C. come riformulazione del vigente strumento generale relativo all’assetto del territorio, in linea con il nuovo quadro programmatico previsto dal Programma Regionale di Sviluppo (P.R.S.) approvato con Legge Regionale 9 marzo 2007 n.5. Il processo di revisione ha portato all’adozione del nuovo P.T.R.C. con D.G.R. n, 372 del 17.02.2009, nel quale vengono indicate le finalità e gli obiettivi per ogni singolo sistema. Con D.D.R. n. 15 del 6 aprile 2012 è stato adottato il Documento Preliminare alla Variante n.1 con attribuzione della Valenza Paesaggistica del PTRC al fine della tutela e valorizzazione del paesaggio veneto salvaguardandone i valori che esso esprime.

Il P.T.R.C. riconosce quale punto strategico per il Polesine l’individuazione di nuove prospettive per il settore primario, basate sul legame tra qualità produzioni agricole e qualità paesaggistica e ambientale. Lo sviluppo dell’agricoltura è costituito dalla “tipicità” che si intrinseca nell’individuazione di uno stretto legame tra un prodotto agroalimentare ed il territorio in cui viene realizzato. La tipicità della produzione può sussistere solo se il territorio e il paesaggio presentano caratteristiche tali da differenziarli da altri contesti produttivi. La progettualità del settore primario dovrà essere recepita dai piani urbanistici, pena la perdita di efficacia degli interventi previsti. Il P.T.R.C. individua il territorio del Comune Pettorazza Grimani come area rurale ad elevata utilizzazione agricola in presenza di agricoltura consolidata e caratterizzata da contesti figurativi di valore dal punto di vista paesaggistico e dell’identità locale. La Tavola 5b Sviluppo Economico indica l’area compresa tra l’Adige e il Po come ambito destinato per la promozione delle produzioni tipiche e le finalità da perseguire sono le seguenti: - conservare la continuità e l’estensione delle aree ad elevata utilizzazione agricola limitando il consumo possibile di suolo; - consentire gli interventi di riqualificazione ambientale e paesaggistica del territorio; - realizzare e recuperare fabbricati abitativi e agricolo-produttivi garantendo il loro armonico inserimento nel paesaggio agrario, nel rispetto della struttura insediativa esistente; - tutelare la visibilità dell’acqua superficiale nella rete idraulica naturale e di bonifica per conservare la complessità della rete ecologica; - migliorare la biodiversità attraverso la diversificazione degli ordinamenti produttivi e la realizzazione e il mantenimento di siepi e di formazioni arboree, lineari o boscate, salvaguardando la continuità eco sistemica; - garantire l’insediamento delle attività agrituristiche.

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Il Comune provvede, tramite PAT, ad organizzare il territorio rurale e la programmazione dello sviluppo insediativo (residenziale/produttivo) in modo tale da evitare il consumo di suolo e da valorizzare la rete ecologica secondo le direttive regionali.

Fig. 3 PTRC.:TAV. 5b Sviluppo economico

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3.2 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE

La Giunta Regionale del Veneto con propria deliberazione n. 683 del 17 aprile 2012 ha approvato il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) della provincia di Rovigo. La provincia ridisegna il territorio dal punto di vista urbanistico al fine di un unico grande obiettivo: vivere il Polesine in uno sviluppo sostenibile. Il PTCP punta alla ri-territorializzazione come strategia di rinascita, poiché lo sviluppo del territorio polesano passa attraverso la crescita attorno ai centri abitati esistenti, alla loro storia e cultura, valorizzandone le identità che, se riconosciute, possono costituire il motore del benessere anche per le future generazioni. Il PTCP individua un equilibrio tra vari sistemi, studiandoli e raccordandoli in un disegno coerente: il sistema insediativo residenziale e produttivo non può non tener conto della difesa del suolo (fragilità presenti), del sistema ambientale naturale (rete ecologica), del sistema infrastrutturale e del sistema primario. Si tratta ora di porre l’accento le scelte del PTCP che ricadono nel Comune di Pettorazza Grimani e nei principali centri cittadini, che sotto diversi aspetti sono in relazione con il comune stesso.

Gli obiettivi strategici – dettati dalla Provincia - per il Comune di Pettorazza Grimani possono così essere riassunti: • Sistema della difesa del suolo (TAV.2): l’obiettivo di vivibilità del Polesine prefissato dal PTCP passa attraverso il miglioramento della sicurezza, la salvaguardia del territorio, delle sue risorse e dei suoi insediamenti, intesi come tutela del rischio idrogeologico e come difesa del suolo. Nella pianificazione urbanistica del PAT bisogna tener conto delle fragilità individuate come aree esondabili o a ristagno idrico una a ovest degli allevamenti intensivi in via Maddalena e la seconda presso l’idrovora di Botti Barbariche. Un altro aspetto non secondario è la tutela dell’argine maestro del Fiume Adige dove è stata riscontrata un’infiltrazione/fontanazzo presso località Salvadega. • Sistema ambientale naturale (TAV. 3): il sistema ambientale e naturale, con la propria biodiversità, fa parte della rete ecologica provinciale e individua la “fascia naturale dell’Adigetto-Scortico” sul limite est del Comune di Pettorazza Grimani come elemento ad alta naturalità da sottoporre a regime di protezione. Il Comune, con il PAT, deve dettare disposizioni volte a preservare l’area umida nei pressi della località Boscofondi mediante la previsione di fasce tampone boscate o con il sistema della macchia-radura. • Sistema delle infrastrutture e della mobilità (TAV. 4): il sistema è principalmente basato su una rete infrastrutturale esistente e di progetto in forte evoluzione e legata sia alle vie di grande comunicazione (gomma/acqua) che alla rete della mobilità lenta (itinerari ciclopedonali e ippovia). Per quanto riguarda la rete viaria di principale importanza le azioni previste ricadono principalmente nei comuni limitrofi, ma che ugualmente porteranno benefici e opportunità al Comune di Pettorazza Grimani. Sono previsti difatto il nuovo ponte di progetto sul fiume Adige a San Martino di Venazze, che permetterà un

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miglior collegamento alla provincia di Padova e la nuova arteria autostradale Mestre- Orte-Civitavecchia, con un casello a Cavarzere, che consentirà un immediato accesso alla rete autostradale di grande comunicazione. La rete viaria definita come “slow” maggiormente concretizza gli obiettivi del PTCP legati alla vivibilità del Polesine e al suo miglioramento della qualità della vita. Pettorazza Grimani rientra in questo quadro di possibile sviluppo, anche turistico, con l’itinerario regionale della pista ciclabile lungo l’argine destro del fiume Adige, in fase di realizzazione, e dell’ippovia lungo l’itinerario “Albarella-Rosolina Mare-San Martino di Venazze”. • Sistema produttivo (TAV. 4): per quanto riguarda il sistema produttivo la provincia persegue, tra gli obiettivi di rilancio della produzione e della logistica, anche l’obiettivo del recupero della qualità delle aree, attraverso una loro ricalibratura, dato che sono state spesso il frutto di una distribuzione priva di un disegno programmatico. L’area produttiva presente nel Comune di Pettorazza Grimani è considerata “area a incremento controllato” in cui sono confermati e possono essere ammessi insediamenti artigianali e della piccola industria a basso impatto ambientale. La scelta provinciale deriva dal fatto che il comune è prossimo ai centri di Rovigo, , Adria, , e Loreo dove sono previste azioni di riordino e sviluppo delle aree produttive e/o logistiche con l’intenzione di potenziare le infrastrutture per l’interporto di Rovigo e il terminal Intermodale di Porto Viro. Il PTCP della Provincia di Venezia inoltre individua l’area artigianale del Comune di Cavarzere come Polo Produttivo Adriatico di rilievo sovracomunale in sui sono previste azioni volte a promuove il riordino e l’incremento delle aree artigianali per migliorarne la competitività territoriale. • Sistema residenziale (TAV. 4 - 5): il PTCP formula indicazioni e proposte in merito alle organizzazioni urbane al fine di tutelare e valorizzare le risorse culturali presenti nei singoli centri urbani, come forma di incentivazione della visitazione del territorio. Nel comune di Pettorazza Grimani riveste un ruolo fondamentale la Villa omonima con la sua corte tanto da rientrare tra i beni di maggior tutela secondo l’Istituto Regionale Ville Venete (IRVV). Il palazzo Grimani e i singoli manufatti isolati di pregio, legati al presidio del territorio della Bonifica Orientale del Polesine, devono essere tutelati, cercando di agevolare il ripristino e la manutenzione di tali beni, in quanto testimonianze storico- culturali presenti nel territorio. • Sistema primario (TAV. 6): il PTCP individua nel territorio a est (presso idrovora Botti Barbariche) di Pettorazza Grimani un ambito a massima tutela della capacità produttiva agraria, alla quale le previsioni urbanistiche devono tener conto al fine di ridurne le fragilità ambientali e mantenere l’elevata attitudine produttiva. La tutela e la promozione del territorio agricolo viene infine perseguita dal PTCP come linea di sviluppo del settore primario nelle produzioni locali.

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Fig. 4 PTCP: Tav. 4 Sistema Insediativo – Infrastrutturale

Fig. 5 PTCP: Particolare Tav. 4 Sistema Insediativo – Infrastrutturale

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3.3 AUTORITA’ DI BACINO E CONSORZIO DI BONIFICA

Il sistema della difesa del suolo, per garantire la sicurezza idraulica degli insediamenti del territorio provinciale, è gestita dagli enti come la Regione (Genio Civile), l’Autorità di Bacino Interregionale dei fiumi Fissero-Tartaro-Canalbianco e il Consorzio di Bonifica Adige Po. La pianificazione urbanistica del Comune di Pettorazza Grimani deve tener conto delle criticità presenti, al fine di programmare le linee di sviluppo urbanistiche in relazione agli interventi necessari alla tutela del territorio stesso.

3.3.1 Sicurezza idraulica dei corsi principali Gli aspetti relativi alla sicurezza idraulica del fiume Adige e del sistema Fissero-Tartaro- Canalbianco-Po di Levante sono analizzati e trattati in maniera molto approfondita dai Piani di Assetto Idrogeologico (P.A.I), attraverso un’azione di carattere conoscitivo, di programmazione e pianificazione degli interventi, che ha lo scopo di tutelare il territorio dal rischio idrogeologico. In generale l’Autorità di Bacino nella redazione del P.A.I. valuta la criticità connessa alla sicurezza idraulica, facendo riferimento alla capacità offerta dal sistema difensivo di sostenere con sufficienti margini di affidabilità, le sollecitazioni derivanti dal deflusso di una piena. Sulla base di tali considerazioni, l’Autorità di Bacino ha individuato degli ambiti, che sotto il profilo idraulico presentano delle criticità, e li hanno sottoposti a specifica normativa. Nel comune di Pettorazza Grimani sono state individuate delle “aree a rischio allagamento” tra lo scolo Ceresolo e il canale Bresega.

Fig. 6 Autorità di Bacino dei Fiumi Fissero–Tartaro-Canalbianco Progetto di Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico – Estratto Carta del Rischio Idraulico

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3.3.2 Sicurezza idraulica della rete secondaria Per rete idraulica secondaria, si intende il complesso sistema di canali gestiti dal Consorzio di Bonifica Adige Po, che unitamente ai vari manufatti idraulici, quali ad esempio, idrovore, opere di regolazione, garantiscono lo smaltimento delle acque in eccesso. Si tratta di un sistema delicato in quanto lo scolo delle acque è praticamente meccanico, ossia il recapito finale presenta quote idrauliche maggiori rispetto al territorio circostante. Gli allagamenti, dovuti alla rete idraulica secondaria, interessano pertanto porzioni di territorio limitate. Un elemento critico è rappresentato dalle aree soggette a inondazione periodica, ovvero a deflusso difficoltoso. Tali aree tendono ad allagarsi in occasione di eventi di pioggia intensi, principalmente a causa della loro situazione geomorfologica (aree depresse intercluse da dossi fluviali). A Pettorazza Grimani sono state individuate due aree esondabili o a ristagno idrico, una tra lo scolo Ceresolo e il canale Bresega e l’altra nei pressi della località Botti Barbarighe. Il Consorzio di Bonifica Adige Po con il proprio strumento di programmazione, Piano Generale di Bonifica e di Tutela del Territorio (PGBTT), agisce sul territorio con una serie di interventi al fine ottimizzare la rete scolante e limitare la pericolosità idraulica. Il progetto, delineato nella scheda 27 del PGBTT, “Riordino idraulico del bacino Tron nei comuni di San Martino di Venezze e Pettorazza Grimani” ha lo scopo di riordinare ed ampliare la rete pubblica di bonifica e irrigazione del bacino Tron attraverso 5 interventi: • Riordino idraulico del bacino Tron e collegamenti con il canale Ceresolo • Sistemazione idraulica sottobacino Stroppacine-Boscofondi per intercettazione e scolo delle acque di infiltrazione dal fiume Adige • Rinforzo strutturale invaso Botti Barbariche • Collegamento derivazioni Adige con canale principale Tron • Intervento di riordino del bacino Tron

Fig. 7 PGBTT – Ambito intervento Scheda n. 27

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4. SCELTE STRATEGICHE DEL PIANO: VIVIBILITA’ E DINAMICITA’

La gestione del territorio è un‘attività complessa ed articolata che mira a salvaguardare e valorizzare il territorio inteso in senso ampio, sia attraverso interventi puntuali che attraverso una programmazione più generale, che deriva da una conoscenza approfondita dei diversi aspetti che lo caratterizzano, quello ambientale, sociale, economico o culturale. Il punto di partenza è pertanto l‘individuazione delle potenzialità e delle criticità del territorio del comune di Pettorazza Grimani, rispetto alle quali costruire la programmazione urbanistica. Si tratterà ora, con il PAT, di intervenire sui nodi irrisolti e, allo stesso tempo, fornire le vocazioni del territorio fissando gli obiettivi e i possibili scenari. Il PAT deve potersi quindi plasmare alle evoluzioni future del proprio territorio, adeguandosi al mutare dei contesti socio economici e guidando nel modo corretto la pianificazione urbanistica. Come enunciato nelle linee guida del PTCP, anche per il PAT di Pettorazza Grimani non basta un’idea di Piano, ma occorre definire chiari scenari di sviluppo in cui la Comunità possa riconoscersi, visto che il “futuro non si prevede, ma si costruisce”. Gli scenari possono essere assunti come obiettivi condivisi, rispetto ai quali si articola una diffusa mobilitazione dei vari soggetti che sviluppano la vita alla realtà sociale ed economica del territorio.

L’obiettivo del Piano per Pettorazza Grimani è rendere “vivibile e dinamico” il proprio comune. La specificità del territorio polesano risiede in una dotazione naturale e paesaggistica unica ed esclusiva e nell’essere avulso dal fenomeno della “campagna urbanizzata”, che caratterizza l’area più centrale della regione. L’assenza del congestionamento e del consumo del territorio, la conservazione del paesaggio e dell’ambiente consente al Polesine e quindi al Comune di Pettorazza Grimani di essere un territorio quasi incontaminato e con una precisa identità: peculiarità naturalistiche e paesaggistiche con forti integrità, grandi spazi aperti, ritmi di vita non frenetici, immediato riconoscimento degli elementi identitari, facilità d’integrazione e relazione sociale e buona accessibilità ai centri d’interesse. Tutelare la propria specificità significa soprattutto promuoverla attraverso progetti che si fondino sul principio della vivibilità e quindi verso approcci per uno sviluppo sostenibile. Costruire il proprio futuro passa attraverso politiche di relazione con i comuni limitrofi per far rete e mettere a sistema le proprie risorse, evitando in questo modo un inutile isolamento dovuto ad una visione statica del proprio territorio. Il Piano allora dovrà poter garantire una certa dinamicità alla Comunità presente, non ingessando le scelte urbanistiche, ma attento a cogliere le opportunità offerte dalle evoluzioni, dalle innovazioni, dai mutamenti che i grandi sistemi presentano con maggiore velocità.

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Le linee indicate saranno poi oggetto di maggiori approfondimenti nei paragrafi seguenti, in cui sono indicati gli obiettivi e le azioni per ogni specifico sistema. La valorizzazione e sviluppo per il Comune di Pettorazza Grimani passa attraverso i seguenti obiettivi:

• riqualificazione dei centri abitati e delle frazioni; • evitare grandi progetti strategici calati nel centro abitato; • riqualificazione degli edifici storico testimoniali (ville ed edilizia minore); • promozione di tecnologie legate alla bioedilizia e al risparmio energetico al fine di garantire uno sviluppo edilizio compatibile con l’ambiente; • saturazione delle aree produttive esistenti; • garanzia dei servizi pubblici ai cittadini (scuole, centro civico, palestra…); • sviluppo del settore primario legato alla filiera delle noci; • tutela del paesaggio e sua valorizzazione; • sviluppo del turismo legato agli agriturismi e alla mobilità lenta (ippovie e pista ciclopedonali).

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4.1 IL FIUME E GLI SPAZI APERTI

Il Comune di Pettorazza Grimani è situato nella parte a nord-est della Provincia di Rovigo, attraversata dalla Strada Provinciale n. 29, dai canali e scoli principali Scolo Tron, scolo Ceresolo, Canale Bresega, e delimitato a nord dal Fiume Adige e a sud dal Naviglio Adigetto. Il P.A.T., relativamente al Sistema Ambientale, disciplina la tutela delle risorse naturalistiche e ambientali quali componenti della “Risorsa Territorio” al fine di individuare un approccio consono alla loro valorizzazione. Pur tuttavia vanno indicate le vulnerabilità e le fragilità delle componenti ambientali intraprendendo azioni di salvaguardia sul territorio.

4.1.1 Ri-Appropriarsi del fiume e della rete idrografica minore Il Fiume Sul piano delle relazioni naturalistiche di grande scala, il territorio di Pettorazza Grimani si inserisce in due corridoi ecologici delimitati dal fiume Adige e dal Naviglio Adigetto. Il Fiume Adige è sicuramente la più rilevante componente ambientale, è una green way di scala regionale che percorre marginalmente il territorio da ovest a est. Un grande serbatoio di biodiversità, una linea di connessione ecologica che raccorda il sistema ambientale Alpino con quello del Delta del Po. L’Adige è una forte presenza ambientale anche sul piano locale, che comprende non solo le parti strettamente fluviali (area golenale), ma anche le aree agricole delle produzione e ambiti di particolare integrità e continuità ambientale che lo stesso Piano Regolatore Vigente disciplina come Aree naturalistiche (art. 36 NTA). Occorre quindi salvaguardare l’asta fluviale e le aree limitrofe in quanto corridoi ecologici di primaria importanza valorizzando l’area golenale presente e la vicina Oasi ubicata tra l’intersezione delle due Strade Provinciali n. 29 e n.30 Un primo obiettivo è assicurare la sicurezza e la fruibilità per la mobilità lenta attraverso itinerari di vasta scala, valorizzando i biotopi in esso ricompresi per finalità didattiche e ludiche. Il raccordo dei diversi sentieri con le strade sterrate marginali, permetterebbero così di rafforzare una rete escursionistica tra i diversi centri del Polesine presenti lungo il corso del fiume. E’ da valutare la previsione di un accesso/porta sul fiume, che metta in relazione vari itinerari turistici legati alla mobilità lenta. Per quest’ultima opzione è ipotizzabile un progetto dello spazio golenale.

Nel territorio di Pettorazza Grimani non sono presenti aree SIC e ZPS, se non nelle vicinanze del Comune di Cavarzere. Il PAT valuterà gli interventi più opportuni al fine di non interferire con le proprie scelte urbanistiche con la “Palude Le Marice” sito nel limitrofo comune della provincia di Venezia

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Geometrie d’acqua L’acqua da sempre è parte costituente il Polesine. Pettorazza Grimani si trova all’interno della Bonifica Orientale del Polesine, che attraverso le ingegnose opere di bonifiche ha strappato la terra dalle paludi e dalle inondazioni del fiume Po e Adige. L’acqua, nei suoi diversi usi, ha pertanto accompagnato vicende umane e crescita sociale di queste comunità. L’acqua è risorsa economica che ha creato opportunità di lavoro e di ricchezza, favorendo la coltivazione della campagna produttiva di questo territorio. L’acqua è prima di tutto una straordinaria risorsa ambientale: l’insieme dei corsi d’acqua artificiali determina una connotazione ambientale ben definita e costituisce segno visibile e memoria storica della formazione del territorio e dell’incisività dell’azione di bonifica operata dall’uomo. E’ compito del PAT individuare le tutele lungo gli argini pensili minori e valorizzare la rete idrografica minore. Da questa trama idrografica è possibile organizzare la rete ecologica secondaria in grado di raccordare i grandi ambienti naturalistici extra comunali. In questo disegno il Naviglio Adigetto con il fiume Adige diventano cerniera tra due corridoi ecologici sovracomunali, individuando nella vicina area umida il Land Marker principale. Più in generale Il reticolo idrografico diventa un’opportunità per rivitalizzare la trama ambientale. arricchendo e rafforzando le componenti vegetazionali, per altro già presenti, siepi e filari, fasce arboree, in grado di interrompere l’unicità degli ambienti.

4.1.2 Criticità La programmazione urbanistica del Comune di Pettorazza Grimani parte dalla difesa del suolo attraverso la prevenzione dai rischi e dalle calamità naturali, accertandone la consistenza, e la localizzazione delle vulnerabilità delle risorse naturali individuando la disciplina per la loro salvaguardia. In particolare il PAT definisce le aree a maggior rischio di disseto idrogeologico e le aree esondabili in riferimento agli elementi di fragilità del territorio individuati sia dalla Provincia (PTCP, cfr paragrafo 3.2) che del Consorzio di Bonifica Adige Po e dall’Autorità di Bacino dei fiumi Fissero-Tartaro-Canalbianco (cfr paragrafo 3.3).

Nel territorio comunale assumono particolare interesse: • Argini del fiume Adige Una delle caratteristiche del fiume Adige è di possedere un alveo pensile, che rende di fatto ipoteticamente vulnerabile il territorio rispetto alle esondazioni. I tratti di argine, individuati dal PTCP, come “Criticità del sistema arginale: infiltrazioni o fontanazzi” saranno pertanto oggetto di particolare attenzione e monitoraggio poiché, oltre a svolgere la funzione di difesa del territorio, costituiscono parte della rete dei percorsi ciclabili e delle ippovie. • Sistema idraulico

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Il sistema idraulico svolge un ruolo critico in tutto il territorio del polesine. Il PAT definisce la tipologia e le priorità degli interventi volti a mitigare i fenomeni di rischio esondazione, anche tramite strumenti perequativi. Oltre alle aree esondabili o a ristagno idrico già individuate (Cfr. paragrafo 3.2) occorre mettere in sicurezza il territorio con interventi diretti a salvaguardare la vivibilità di determinate aree urbane, dato che di recente si è manifestato un allagamento nelle diverse zone di Papafava, Stoppaccine, del cimitero, derivante da un deflusso difficoltoso delle acque a seguito di forti precipitazioni.

In particolare il PAT, oltre alle attività di carattere generale, affronterà a livello analitico e normativo le seguenti tematiche: • individuazione degli interventi di miglioramento e riequilibrio ambientale da realizzare; • definizione degli indirizzi e delle prescrizioni per gli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia nelle zone sottoposte a vincolo idrogeologico nelle aree urbanizzate o da urbanizzare; • verifica della compatibilità degli interventi con la sicurezza idraulica del territorio, subordinando, ove necessario, l’attuazione di talune previsioni alla realizzazione di infrastrutture, opere o servizi per il deflusso delle acque meteoriche; • individuazione degli interventi di miglioramento e di riequilibrio ambientale; • individuazione degli edifici pubblici soggetti a rischio sismico

A tal proposito la difesa, del territorio comunale, passa attraverso gli accordi presi con il Consorzio di Bonifica (Scheda 27, cfr paragrafo 3.3) al fine di creare interventi mirati per prevenire ristagni d’acqua non controllabili sul territorio. Il tutto conformemente a quanto normato dal PAI (Piano Assetto Idrogeologico).

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4.2 ECCELLENZA SOSTENIBILE

Il comune di Pettorazza Grimani, come sì è potuto constatare, si inserisce in un ambito geografico compreso tra l’Adige e il Po, le due catene fluviali a nord e a sud e il litorale adriatico a est. I suoi confini naturali incorniciano un paesaggio disteso, piatto, sotto il livello delle acque, murato dagli argini rialzati dei fiumi e dei canali. Un territorio tenuto in vita da numerose idrovore di sollevamento a conferma delle origini paludose del territorio di bonifica del polesine orientale. Aree che tuttora sono in parte a rischio di allagamento, costantemente sotto controllo e a presidio idraulico. La fragilità idrico-territoriale ha però il suo riflesso nell’aspetto paesaggistico. L’intero ambito geografico è rigato da un fitto e capillare sistema canalizio, analogo ad un sistema venoso sottocutaneo, il quale, proprio per la sua natura, genera una ricca varietà di orizzonti, traguardi. Pur essendo un paesaggio di superficie proietta le sue ombre negli andamenti sinuosi e ramificati dei paleo-alvei. Il territorio, pur nella sua fragilità, è comunque una risorsa primaria per i cittadini che lo abitano: la sua vastità, con il suo paesaggio deve ritornare ad essere considerato una ricchezza per la collettività tanto da permettere varie possibilità di sviluppo ed iniziative. Il ricorso alle pratiche agricole sostenibili e allo sviluppo turistico legato alla fruibilità ciclopedonale o agli agriturismi possono essere due strade da percorrere per la conservazione e il presidio del territorio stesso.

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4.2.1 Qualità del Paesaggio La qualità di questo paesaggio è condizione essenziale per attivare una politica di frequentazione turistico/ricreativa del territorio e per sviluppare forme aggiuntive di reddittività legate alla commercializzazione in loco dei prodotti della campagna. Il paesaggio di Pettorazza Grimani è il frutto di una commistione di elementi geomorfologici (dossi fluviali, argini), di ambienti naturali come l’area umida, il fiume, e di fabbricati storico-culturali come corti e chiese. Ai tasselli, che compongono il mosaico del paesaggio, è affidata la qualità che deve essere perseguita secondo i seguenti obiettivi: • conservazione o ricostruzione del paesaggio agrario, del relativo patrimonio di biodiversità e dei relativi habitat; • programmare il ripristino di alcuni edifici storico testimoniali (corti), sulla base di adeguati studi preliminari; • incoraggiare specifiche attività turistiche e del tempo libero (agriturismo) che garantiscano nuove forme di presidio del territorio; • salvaguardare i fondali scenici di particolare importanza morfologica , garantendo la leggibilità dell’insieme e i singoli valori panoramici presenti; • promuovere la conoscenza e attrezzare i percorsi di fruizione della campagna come le piste ciclopedonali lungo l’argine destro del fiume Adige e gli itinerari delle ippovie di livello provinciale; • prevedere indirizzi per il recupero di qualità dell’edilizia rurale tradizionale preservandone le caratteristiche architettoniche tipiche; • favorire l’accesso e la fruizione delle testimonianze che segnano la memoria collettiva come le chiese, i capitelli, idrovore e gli edifici storico testimoniali presenti sul territorio comunale.

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4.2.2 Valorizzare il territorio rurale In riferimento alle direttive provinciali (cfr paragrafo 3.2), che vedono nel comune Pettorazza Grimani un ambito a massima tutela della capacità produttiva agraria, la tutela e la promozione del territorio agricolo risulta essere una delle linee principali per mantenere il presidio del territorio nel Polesine e per dar slancio a nuove attività di sviluppo economico. Il P.A.T. si pone quindi, rispetto agli obiettivi sopraelencati, di salvaguardare gli aspetti storico- culturali delle attività tradizionali e di attuare le politiche di sviluppo delle attività agricole sostenibili attraverso le seguenti azioni:

• Potenziamento dei fattori di sostenibilità del settore primario Si tenderà al sostegno di forme di reddito integrative legate a forme di turismo rurale ed enogastronomico che possono rappresentare uno sviluppo alternativo per il settore. La valorizzazione dei i prodotti tipici locali (noci) può favorire la nascita di attività legate all’attività agrituristica. Inoltre le produzioni di nicchia (ortaggi) e di autoconsumo possono svolgere una reale attività di presidio del territorio congiuntamente alla coltivazione del biologico. Lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile sarà improntata sull’impiego di tecnologie non inquinanti finalizzata al risparmio di energia e di risorse non riproducibili.

• Disciplina del patrimonio edilizio rurale e delle Ville Storiche Occorre pensare al recupero dell’architettura rurale e di bonifica, mantenendo integri gli aspetti compositivi e la scelta dei materiali, assicurando per contro un adeguamento funzionale dell’edificio stesso. Sarà previsto il riutilizzo dei fabbricati rurali non più funzionali all’attività agricola e quelli abbandonati, incentivandone il recupero con usi e modalità compatibili e sostenibili. Per gli edifici saranno così individuati, attraverso una categoria definita, una gamma degli interventi possibili necessari alla tutela degli elementi di pregio e per la disciplina delle possibili variazioni al grado di protezione dei singoli immobili.

Saranno oggetto di una valorizzazione anche il complesso delle ville esistenti e delle relative pertinenze (Villa Grimani, Corte Bernarda), in quanto punti di riferimento in un sistema di rete di visitazione legata alla fruizione del territorio.

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• Strutturazione del sistema turistico e delle funzioni di accoglienza del territorio L’obiettivo di promuovere il territorio primario attraverso i suoi prodotti tipici e la tradizione enogastronomica si concretizza in un sostegno all’imprenditorialità che tradizionalmente opera in tale settore. Sarà quindi favorita la fruibilità pedonale, ciclabile e lungo la via d’acqua dell’asta dei corsi d’acqua, in particolare lungo l’argine destro del fiume Adige e dei canali principali (Naviglio Adigetto, Canale Ceresolo e scolo Tron). Verranno potenziati itinerari e percorsi legati al sistema delle ippovie prevedendo aree di sosta e ristoro.

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4.3 QUALITA’ ED ESTETICA DELL’ABITARE

La realtà di Pettorazza Grimani è fortemente segnata, in termini di organizzazione territoriale, dalla vocazione agricola. È, infatti, una realtà costituita principalmente dal capoluogo e dalla frazione Papafava a ridosso dell’argine maestro del fiume Adige e delimitato a sud dalla Strada Provinciale n. 29, mentre il restante vasto territorio di bonifica è presieduto da piccoli nuclei rurali (Fasana, Botti Barbariche, Bagnara, Munega…) a carattere agricolo. Il P.A.T. dovrà strutturare il sistema insediativo riconoscendo le diverse peculiarità, recuperando soprattutto il patrimonio esistente, l’identità dei singoli luoghi e intervenendo con il completamento dei nuclei urbani esistenti.

4.3.1 I caratteri insediativi: il presidio del territorio Nell’arco di attuazione del PAT l’obiettivo principale è garantire un graduale e significativo miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Una progressiva trasformazione degli spazi urbani è possibile attraverso il mantenimento e poi il potenziamento delle funzioni centrali in Pettorazza Grimani, dei servizi e valorizzando anche gli edifici storici presenti. Nel paese è collocata la splendida struttura di Villa Grimani, che può attraverso accordi tra pubblico-privato, disciplinati dal PAT, trovare nuove possibili funzioni per il territorio. La valorizzazione degli elementi peculiari nel centro storico, come per esempio Villa Chiorboli, e la riqualificazione delle aree che versano in uno stato di degrado edilizio sono altri aspetti che il PAT deve prendere in considerazione. La riqualificazione del centro cittadino deve tuttavia tener conto della presenza e dell’utilità delle attività commerciali e artigianali già presenti nel paese. Le azioni di tutela e valorizzazione urbanistica sono rivolte anche alla frazione di Papafava, in cui è situato il Santuario Madonna delle Grazie, e agli edifici di valore storico-architettonico, rappresentati dalle corti rurali, numerose nella campagna polesana. Occorre quindi promuovere il recupero del patrimonio edilizio esistente attraverso il riutilizzo dei fabbricati rurali non più funzionali all’attività agricola e di quelli abbandonati, valutando l’opportunità di inserire destinazioni residenziali o turistico-ricettive. Il recupero del patrimonio edilizio sparso, con politiche di trasformazione e ammodernamento a destinazioni compatibili degli edifici ora in disuso, sarà disciplinato dal PAT attraverso direttive volte all’utilizzo di fonti alternative di energia e della bioedilizia.

Il sistema insediativo, più in generale disciplinato dal Piano, non può non prendere atto che le iniziative dovranno essere finalizzate principalmente sul recupero del patrimonio edilizio esistente e sulla realizzazione delle aree a nuova edificazione già previste dal PRG. Si prediligerà una politica per l’edificazione di case nei lotti rimasti che saranno individuati senza puntare eccessivamente su un carico insediativo derivante da numerose nuove lottizzazioni. In particolar modo le azioni di piano sono le seguenti: • miglioramento edilizio e urbano all’interno degli insediamenti residenziali esistenti anche

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attraverso lo strumento del credito edilizio; • individuazione di limitati sviluppi residenziali, definendo gli ambiti preferenziali in relazione al modello evolutivo storico dell’insediamento, alla dotazione dei servizi e alla tutela da fenomeni di instabilità o rischio di natura idrogeologica e idraulica; • riconsiderazione di aree già individuate a sviluppo residenziale anche secondo il credito edilizio; • riutilizzo di aree previste produttive con ulteriori definizioni per la loro destinazione, visti i cambiamenti socio economici in cui versa l’intero Paese; • riorganizzazione delle aree adiacenti alla viabilità principale con insediamento di servizi richiesti dalla popolazione; • perseguimento alla riqualificazione urbana favorendo l’insediamento o il mantenimento degli elementi attrattori e di servizio (attività commerciali, servizi e spazi pubblici); • incentivazione per gli edifici costruiti o ristrutturati con principi di bio-edilizia rivolti alla riduzione dei consumi energetici e delle emissioni inquinanti.

4.3.2 Le attività produttive Il P.A.T. individua le parti del territorio caratterizzate dalla concentrazione di attività economiche, commerciali e produttive o da destinare a tale scopo o da insediare. L’attenzione sul patrimonio immobiliare esistente deve avere la maggior attenzione in modo tale da non generare, con la crisi economica attuale, aree che potrebbero essere abbandonate e dove vi è la possibilità intervenire su le destinazioni di zona possibile. La strategia da perseguire è la necessità di mantenere la presenza delle piccole attività artigianali di servizio alla persona (valutandone anche il positivo ruolo sociale per la conservazione delle reti relazionali della comunità) ed al mantenimento del patrimonio edilizio locale. Inoltre dovranno essere previste politiche di coordinamento e dei collaborazione fra l’amministrazione e le imprese al fine di aspirare a nuove modalità di collaborazione fra gli stessi artigiani. Il P.A.T. prevede in parte il mantenimento dell’area produttiva/artigianale a Salvadega al fine di una sua possibile saturazione, evitando la previsione di altre nuove aree. Tra le attività produttive, legate al settore primario, occorre ricordare gli allevamenti zootecnici presenti a Bagnara che rappresentano un’attività economica significativa presente nel territorio. Sarà compito del PAT prima e poi del Piano degli Interventi individuare la loro incidenza ambientale e le eventuali fasce di rispetto se ricadenti nella categoria degli allevamenti intensivi.

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4.3.3 Le politiche per i servizi Una dotazione idonea, efficiente ed accessibile di servizi viene ritenuta obiettivo strategico del P.A.T. al fine di contrastare le dinamiche di migrazione verso comuni più grandi e con più risorse rispetto a Pettorazza Grimani. In particolare il poter garantire dei servizi minimi ai cittadini può essere la strada per rivitalizzare il paese. Mantenere e sostenere le scuole, dalla scuola parrocchiale materna, elementari fino alle medie è uno degli obiettivi da perseguire nella politica legata ai servizi. Non è di minore importanza continuare in una politica di servizi sempre più vicino al cittadino com’ è stato nella realizzazione di una nuova palestra e del nuovo centro civico: poli di eccellenza per un piccolo comune che vede garantire adeguati standard urbanistici al territorio. Dotare infine il territorio di una rete digitale estesa (banda larga), utilizzando le diverse tecnologie disponibili (ADSL, Satelliatre, WI-FI…) permetterebbe ai giovani e alla popolazione di rimanere sul proprio comune oltre ad offrire un servizio migliore ai cittadini.

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4.4 MOBILITA’ E NUOVE GERARCHIE

Rendere stabile i propri residenti contrastando il continuo spopolamento del paese sarebbe il primo passo da cui partire per uno sviluppo del comune stesso. I fattori su cui intervenire sono garantire la qualità del sistema afferente alla viabilità locale e lo sviluppo degli itinerari legati al turismo sostenibile. Se il turismo è concepito come una risorsa, bisogna pensarlo favorendo azioni di accessibilità e fruizione al basso polesine, visto il quadro infrastrutturale in evoluzione pensato dalla Regione Veneto. I grandi corridoi fluviali (navigabilità del Fissero-Tartaro-Canal Bianco-Po di Levante), la rete viaria autostradale di progetto (Superstrada Nogare-Mare; autostrada Mestre-Orte-Civitavecchia), la rete ferroviaria SFMR (Adria-Mestre) permettono delle porte di accesso al Polesine e quindi delle opportunità anche per il Comune di Pettorazza Grimani.

4.4.1. Un quadro relazionale diversificato Il PAT avrà il compito di mettere in relazione ed integrare le varie componenti che strutturano il sistema della mobilità del Comune di Pettorazza Grimani. Per quanto riguarda la viabilità locale bisogna portare a compimento le rotatorie in corrispondenza degli incroci in via U. Maddalena e via Papafava con la S.P. n. 29 e in via Botti Barbarighe con la S.P. 29 e la S.P. 30 al fine di ridurre le intersezioni pericolose. Il PAT detta infine le direttive necessarie a garantire in termini di sicurezza, geometrie e accessibilità alla rete viaria comunale esistente. Un altro aspetto da considerare è la progettazione di un disegno unitario delle piste turistico- ciclabili in grado di fornire una reale mobilità alternativa, in grado di percorrere l’intero territorio comunale connettendosi alla rete sovracomunale. Lungo l’argine destro del Fiume Adige bisogna dar compimento al lungo itinerario ciclopedonale denominato “Albarella-Rosolina Mare-San Martino di Venezze”, che vede tra i vari punti di sosta la Villa Grimani. Gli itinerari ciclopedonali possono poi essere integrati da itinerari legati alla via d’acqua e alle ippovie. L’approdo in area golenale può diventare una porta di accesso all’idrovia rappresentatala dall’asta fluviale dell’Adige.

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