§ 1 I L PROFILO DI COMUNITA’

§ 1.1 I L CONTESTO DI RIFERIMENTO

1.1.1 Il profilo territoriale L’Ambito Distrettuale n. 4.5 dell’Udinese è composto dai seguenti nove Comuni 1: - , che comprende le frazioni di Basaldella, Bressa e Villa Primavera; - , che comprende le frazioni di Casanova, Ceresetto, Faugnacco, Nogaredo di Prato e ; - , che comprende le frazioni di Plaino, Zampis, Lazzacco e Fontanabona; - , che comprende le frazioni di Colloredo di Prato e Passons; - Pavia di , che comprende le frazioni di Lauzacco, Chiasottis, Cortello, Lumignacco, Moretto, Percoto, Persereano, Popereacco, Risano, Ronchi e Selvuzzis; - , che comprende le frazioni di Cargnacco, Carpeneto, Sammardenchia, Terenzano e Zugliano; - , che comprende la frazione di Lovaria; - Tavagnacco , che comprende le frazioni di Adegliacco, Branco, Cavalicco, Colugna e Feletto Umberto; - Udine , che comprende 7 circoscrizioni. Incluso nella Provincia di Udine, il territorio confina con tutti gli altri Ambiti Distrettuali dell’Azienda per i Servizi Sanitari n. 4 “Medio Friuli”, ovvero a nord con l’Ambito Distrettuale n. 4.2 di , a est con l’Ambito Distrettuale n. 4.3 di Cividale e ad ovest con gli Ambiti Distrettuali n. 4.1 di San Daniele e n. 4.4 , mentre a sud tocca Comuni appartenenti all’Ambito Distrettuale n. 5.1 di Cervignano. La posizione geografica è baricentrica rispetto al territorio della Regione Autonoma e l’ambiente è caratterizzato dal vasto agglomerato urbano di Udine, attorniato da aree urbane di superficie minore, nel contesto dell’alta pianura pedemorenica friulana. La superficie totale dell’Ambito Distrettuale n. 4.5 dell’Udinese è pari a circa kmq 236, pari a circa il 5% della superficie della Provincia di Udine e circa il 3% della superficie dell’intera Regione: il con il territorio più piccolo è Pagnacco (kmq 15 circa), il Comune con il territorio più vasto è Udine (kmq 56,70 circa). Il contesto urbanistico è caratterizzato dal sistema urbano udinese, che comprende la città di Udine ed i Comuni immediatamente limitrofi ad essa collegati ed interconnessi, situato in posizione strategica rispetto dalla rete viaria del Medio Friuli, sia stradale che ferroviaria 2. Da Udine si diramano, infatti, alcuni dei principali assi stradali della Regione, ad esempio la Strada Statale n. 13 (Pontebbana) verso Pordenone e verso , la Strada Statale n. 56 verso il Manzanese e Gorizia, le Strade Statali n. 464 verso San Daniele e Spilimbergo e n. 352 verso Grado, mentre il territorio dell’Ambito è attraversato dall’Autostrada A23 -Tarvisio, che ha un’uscita a Udine Sud e una ad Udine Nord nel Comune di Tavagnacco. Lungo i principali assi viari si sono sviluppate attività produttive e commerciali, quali quelle di Tavagnacco (area commerciale), di Martignacco (polo fieristico e centri commerciali), di Pradamano (recente polo commerciale e porta verso il Distretto della sedia di - Manzano-). Udine, inoltre, rappresenta un importante scalo ferroviario

1 Si rimanda al link di ogni Comune per l’accesso ai siti istituzionali. Allegato 8.6.1. 2 Cfr. http://www.fvgstrade.it/ , http://www.autovie.it/ , http://www.fsitaliane.it/homepage.html . 14 dell’Italia Nord-Orientale, di collegamento sulla linea Venezia-Tarvisio-Austria e sulla linea Venezia- Prodenone-. Il territorio dell’Ambito, infine, dista una quarantina di km dall’Aeroporto “P. Savorgnan di Brazzà” di Trieste.

1.1.2 Il profilo demografico In premessa, si precisa che i dati di seguito illustrati sono tratti dalla documentazione resa disponibile dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e dalla Provincia di Udine per la redazione del Profilo di comunità del Piano di Zona, riportate rispettivamente negli allegati al § 8.6.2 ed al § 8.6.3. Tale documentazione è stata utilizzata per comprendere il quadro generale del profilo territoriale e, per sintesi, di essa vengono riportati alcuni aspetti particolarmente significativi, quali lenti di ingrandimento sulle peculiarità territoriali. Sono evidenziati sia gli approfondimenti che il Servizio Sociale dei Comuni ha ritenuto opportuno effettuare rispetto alle fonti sopracitate, sia le indagini statistico-demografiche ulteriori, specificando in nota le fonti di rilevazione. L’Ambito Distrettuale n. 4.5 dell’Udinese conta in totale, alla data del 31.12.2011, 159.815 abitanti 3. Rispetto alla popolazione della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, pari a 1.239.234 abitanti, quella dell’Ambito Distrettuale dell’Udinese rappresenta il 13% circa, mentre rispetto alla popolazione della Provincia di Udine, pari a 541.558 abitanti 4, quasi il 30%. La città di Udine pesa, demograficamente, per il 62%, mentre gli abitanti dei tre Comuni limitrofi più popolosi, nell’ordine Tavagnacco, Pasian di Prato e Campoformido, rappresentano rispettivamente il 9%, il 6% ed il 5% del totale della popolazione del territorio. La popolazione complessiva dell’Ambito 4.5 di Udine registra nel quinquennio 2006-2011 una crescita pari al 4,2%, esito di un aumento progressivo e costante che ha riguardato tutti i Comuni del territorio, pur con connotati differenti. Si registrano, infatti, scostamenti rilevanti, quali, ad esempio, quello macroscopico del Comune di Martignacco (+17% nel quinquennio considerato), come pure più contenuti ma significativi in rapporto alla popolazione comunale, dei Comuni di Pradamano (+7,6%), Tavagnacco (+6,1%) e Pasian di Prato (+5,4%). Pertanto, nel medesimo quinquennio 2006-2011, rispetto alla popolazione regionale e provinciale, aumentate rispettivamente del 2,2% e dell’1,9%, l’incremento della popolazione dell’Ambito Distrettuale dell’Udinese è stata più significativa. Per leggere e motivare il dato dell’aumento della popolazione, è opportuno considerare anche il saldo demografico 5: esso rimane positivo tra il 2006 ed il 2010, anche se più contenuto nell’ultimo biennio, e risulta connesso prevalentemente al saldo migratorio che si è mantenuto positivo (seppur in misura meno marcata nel 2009 e 2010), a fronte di un saldo naturale che nel periodo considerato è risultato, come nel resto della Provincia, complessivamente negativo. Nel 2010 si rileva un saldo naturale positivo nei soli Comuni di Campoformido (+7) e Martignacco (+9). I nati complessivi nei comuni dell’Ambito nel 2010 sono 1.311 e il tasso di natalità, pari all’8,2 per mille, risulta in linea con quello provinciale. Considerata la suddivisione della popolazione dell’Ambito nelle tradizionali e principali fasce d’età, “minori”, “adulti” ed “anziani” 6, al 31.12.2011 si rileva come i minori rappresentino il 15% della

3 Allegato n. 8.6.4. 4 Fonte: Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (Direzione centrale finanze patrimonio e programmazione - Servizio statistica e affari generali): Popolazione residente per Provincia al 31/12/2011 http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/GEN/statistica/SCHEDA2/ 5 In Allegato 8.6.5. Il dato del saldo demografico disponibile è quello sino all’anno 2010, fornito dall’Osservatorio Politiche Sociali della Provincia di Udine. 6 Ove non diversamente specificato, si considerano le seguenti fasce d’età: MINORI 0-17 anni, ADULTI 18-64 anni, ANZIANI 65 anni e oltre. 15 popolazione totale, gli adulti il 62% e gli anziani il 24% 7. L’andamento della popolazione tra il 2006 ed il 2010 8 evidenzia una crescita significativa della componente più anziana della popolazione dell’Ambito (+6,1%) 9, ma anche una crescita percentuale ancora più elevata della popolazione dei minori (+7% dal 2006), mentre più contenuta risulta la crescita della popolazione adulta (+2,3%). E’ una caratteristica che differenzia l’Ambito Distrettuale dell’Udinese rispetto a quasi tutti gli altri Ambiti Distrettuali della Provincia di Udine 10 e lo accomuna a situazioni di alcuni Ambiti Distrettuali in Regione 11 . Ciò assume importanza nel calcolo degli indici strutturali, importanti rilevatori di significati dei dati demografici 12 . Nel 2010 l’età media della popolazione è di 45,18 anni, sostanzialmente in linea con la media provinciale e regionale: si registrano Comuni mediamente più “giovani”, quali Campoformido, Martignacco, Pradamano e Tavagnacco, e Comuni più “vecchi”, quali , Pagnacco ed Udine. Rispetto al totale della popolazione anziana, la metà è composta da persone della fascia 65-74 anni, gli “anziani giovani”; il resto è costituito dal 34% di “anziani anziani” e dal 16% di “grandi anziani” 13 ; in valore assoluto, gli ultra-95enni sono, nell’Ambito, 498. L’indice di vecchiaia (pari a 185,91) a livello di ambito riflette la presenza di 1,85 anziani ultra- 65enni per ogni minore nella fascia 0-14 anni residente, mentre l’indice demografico di dipendenza senile (pari a 35,84) rappresenta il peso della popolazione anziana sulla popolazione in età lavorativa (ovvero quella compresa nella fascia 15-64 anni). Ritenendo l’immigrazione quale elemento significativo del processo di trasformazione sociale di una comunità, è importante considerare i dati della componente della popolazione dell’Ambito Distrettuale con cittadinanza non italiana: al 31.12.2011, essi evidenziano una presenza pari all’11,3% (17.985 persone) sulla popolazione residente totale. Dal raffronto tra il dato rilevato nel 2006 e quello del 2011 emerge un incremento della popolazione con cittadinanza non italiana pari al 56,9% 14 . Tutti i Comuni dell’Ambito hanno conosciuto un aumento di questo dato, con percentuali di variazione quinquennale che variano tra il 29,6% del Comune di Tavagnacco o il 29,7% del Comune di Pagnacco, al 56,6% del Comune di Pasian di Prato, al 61,5% del Comune di Udine ed all’89,1% del Comune di Pradamano. Con riferimento alla piramide delle età 15 , è evidente come la presenza delle persone con cittadinanza straniera è più rilevante con riferimento alle classi d’età più giovani e più produttive della popolazione: sono stranieri, infatti, il 21% dei residenti adulti tra i 18 e i 34 anni e il 16% dei residenti minori. La struttura della popolazione straniera risulta significativamente più giovane rispetto a quella degli italiani, si compone infatti del 22,1% di minori, 75,4% circa di adulti e 2,5% di anziani 16 .

7 Allegato 8.6.6. Le fonti sono le Anagrafi del Comuni dell’Ambito Distrettuale n. 4.5 dell’Udinese. 8 Allegato 8.6.7. Il dato del trend quinquennale per fasce d’età disponibile è quello sino all’anno 2010, fornito dall’Osservatorio Politiche Sociali della Provincia di Udine. 9 I dati forniti dalla Provincia di Udine rilevano che la popolazione residente nell’Ambito Distrettuale dell’Udinese risulta nel complesso caratterizzata dal noto processo di invecchiamento, seppur in misura meno marcata rispetto al resto del territorio provinciale. 10 I dati demografici pubblicati sul sito istituzionale della Provincia di Udine (Osservatorio Politiche Sociali – Materiale di lavoro per la stesura dei profili di comunità) evidenziano come tutti gli Ambiti Distrettuali hanno conosciuto, tra il 2006 e il 2010, un aumento significativo della fascia anziana della popolazione residente, fatta eccezione per l’Ambito Distrettuale n. 5.1 Cervignanese. 11 Ad esempio, Trieste, Gorizia, Sacile, San Vito al Tagliamento, Azzano X e Maniago. 12 Allegato 8.6.8. 13 Le definizioni sono tratte dall’O.M.S. – Organizzazione Mondiale per la Sanità. 14 Allegato 8.6.9. Le fonti sono le Anagrafi del Comuni dell’Ambito Distrettuale n. 4.5 dell’Udinese. 15 Allegato 8.6.10. I dati sono riferiti al 2010 ed il grafico è stato fornito dall’Osservatorio Politiche Sociali della Provincia di Udine. 16 I dati locali sono coerenti con quelli regionali, come dimostrano le tabelle n. 1.9 e n. 1.10 pubblicate in Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Annuario Statistico sull’Immigrazione 2012 , pag. 20 ( http://www.fvgsolidale.regione.fvg.it ). 16 Un’indagine puntuale effettuata nei Comuni dell’Ambito Distrettuale 17 ha evidenziato le caratteristiche della popolazione secondo i seguenti indicatori: 1. Cittadinanza: italiana, comunitaria e non comunitaria; 2. Minori: cittadinanza e fasce d’età (0-2, 3-5, 6-10, 11-13, 14-17 anni); 3. Adulti: cittadinanza e fasce d’età (18-34, 35-49, 50-64 anni); 4. Anziani. cittadinanza e fasce d’età (65-74, 75-84, 85-94 anni, 95 anni-oltre) In coerenza con l’approccio descritto nella Premessa al Piano di Zona, la rilevazione non ha riguardato esclusivamente gli individui, bensì ha cercato di rilevare anche i nuclei familiari, secondo i seguenti indicatori: 1. Totale famiglie anagrafiche; 2. Totale famiglie anagrafiche monogenitoriali; 3. Totale famiglie anagrafiche con minori, ed in particolare con minori nelle fasce d’età sopra specificate; 4. Totale famiglie anagrafiche numerose, ovvero con quattro o più figli; 5. Totale famiglie anagrafiche di soli adulti, nelle fasce d’età sopra specificate; 6. Totale famiglie anagrafiche di adulti soli, nelle fasce d’età sopra specificate; 7. Totale famiglie anagrafiche con anziani, nelle fasce d’età sopra specificate; 8. Totale famiglie anagrafiche di soli anziani, nella fascia d’età 65 anni-oltre; 9. Totale famiglie anagrafiche di anziani soli, nelle fasce d’età sopra specificate; 10. Totale famiglie anagrafiche con intestatario straniero. Nel quadro di una programmazione pluriennale, si ritiene che tale articolata rilevazione possa offrire un quadro demografico più completo della consistenza, della struttura e delle caratteristiche della popolazione dell’Ambito Distrettuale e, soprattutto, possa costituire un imprescindibile elemento di analisi dei bisogni, nonché di riflessione e valutazione sui servizi, gli interventi e i progetti attivi o da attivare, partendo da un’analisi dei caratteri quantitativi della popolazione che serva da sfondo per la riflessione e gli approfondimenti qualitativi. L’obiettivo non è meramente descrittivo, ma punta ad individuare, soprattutto con il confronto di dati storici, le trasformazioni della popolazione e le problematiche emergenti, al fine (auspicato) di cogliere i segnali dei bisogni latenti delle persone. Il Piano regionale degli interventi per la famiglia 2012/2014 18 esprime la piena convinzione dell’Amministrazione regionale che l’“istituzione famiglia”, da considerare come originale insieme di soggetti e relazioni, oltre ad essere centrale rispetto ai bisogni da soddisfare da parte dell’ampia maggioranza della popolazione, rappresenta al contempo una fondamentale risorsa per la modalità con la quale corrisponde ai bisogni dei suoi membri, nell’obiettivo generale di incrementare il capitale sociale del Friuli Venezia Giulia, presupposto e condizione per ogni azione di sviluppo e per il mantenimento della coesione sociale. Nell’ottica della promozione della “cittadinanza sociale della famiglia” 19 e in un contesto di crisi socio-economica, l’Ambito Distrettuale dell’Udinese ritiene che una

17 L’indagine statistica è stata effettuata, ai fini della redazione del presente Profilo di comunità, dal Servizio Sociale dei Comuni con la collaborazione dell’Ufficio Studi e Statistica del Comune di Udine, degli Uffici Anagrafe e Servizi Sociali dei Comuni dell’Ambito Distrettuale e dell’INSIEL, per tramite della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia - Direzione centrale salute, integrazione sociosanitaria e politiche sociali. Per il Comune di Udine i dati sono disaggregati per Circoscrizione. Le fasce d’età di seguito riportate sono quelle registrate nel sistema informatico Business Objects (BO), la cui fonte è la Cartella Sociale Informatizzata (CSI). La versione della CSI è quella attiva da luglio 2012, la versione di B.O. è quella attiva a dicembre 2012. Le schede statistiche compilate dai singoli Comuni verranno utilizzate per gli incontri territoriali, in Allegato 8.6.15 si trova il modello utilizzato per la rilevazione. 18 Approvato con Delibera della Giunta Regionale n. 1806 del 18/10/2012. 19 La definizione è tratta da Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le politiche della famiglia, Piano nazionale per la famiglia. L’alleanza italiana per la famiglia , Deliberazione del Consiglio dei Ministri del 07/06/2012. 17 più precisa conoscenza delle peculiarità dei nuclei familiari, considerati quali specchi dei processi che interessano la comunità, che vivono nei Comuni associati possa aiutare da un lato ad individuare le esigenze, soprattutto quelle nascoste, dall’altro a valorizzare le potenzialità dell’ambiente di relazioni primarie che circonda una persona, nelle sue diverse fasi di sviluppo, cronologico e di sviluppo personale e relazionale. Come opportunamente evidenzia il Piano regionale famiglia, “lo studio delle trasformazioni della famiglia consente di derivare informazioni importanti sui possibili bisogni che essa può esprimere, ma anche sulle ‘risorse umane’ su cui potrà contare in futuro”. La definizione adottata dal Piano regionale famiglia è quella dell’ISTAT: “la famiglia è costituita dall’insieme delle persone coabitanti legate da vincoli di matrimonio o parentela, affinità, adozione, tutela o affettivi”; nella rilevazione sulla popolazione dell’Ambito Distrettuale sopra riportata si adotta la definizione ISTAT di “nucleo familiare”, quale “insieme delle persone che formano una coppia con figli celibi o nubili, una coppia senza figli, un genitore solo con figli celibi o nubili. Una famiglia, quindi, può coincidere con un nucleo, può essere formata da un nucleo più altri membri aggregati, da più nuclei (con o senza membri aggregati), o da nessun nucleo (persone sole, famiglie composte ad esempio da due sorelle, da un genitore con figlio separato, divorziato o vedovo, ecc.).” Per l’Amministrazione regionale la famiglia – stante il “valore” che questa assume nella comunità regionale – rappresenta il paradigma, la misura attraverso cui vanno inquadrati non solo gli investimenti per il suo sostegno e accompagnamento, ma anche le azioni preordinate alla tutela della salute, alla protezione sociale, alle scelte per la casa, per i trasporti, per la cultura. Nella programmazione triennale, l’Ambito Distrettuale dell’Udinese sposa tale approccio, declinandolo al plurale – le famiglie – per dar conto ed evidenza alle trasformazioni in corso in questo primario nucleo sociale.

I dati che confrontano il censimento del 2001 e quello del 2011 evidenziano un aumento in valore assoluto del numero di famiglie registrate nell’Ambito Distrettuale da 64.607 a 74.120, con una variazione del 14,72%. Spiccano le significative variazioni dei Comuni di Martignacco (+34,33%), Pradamano (+31,85%) e Tavagnacco (+27,15%), mentre il Comune capoluogo registra il livello di variazione più basso del decennio (+11,31%). Si rileva come per tutti i nove Comuni diminuisca il numero medio di componenti per nucleo familiare, che passa da 2,48 nel 2001 a 2,29 nel 2010. Al 31.12.2011, delle 49.533 famiglie registrate in Udine, ben 13.277, ovvero quasi il 27%, è formata da un adulto solo, mentre il 17,5% è formata da un anziano solo. Per il secondo Comune più popoloso del territorio, Tavagnacco, rispetto al totale delle famiglie registrate, il dato dei nuclei formati da una sola persona adulta rasenta il 24%, mentre quello delle famiglie composta da un anziano solo è pari quasi al 12%. Tra i Comuni limitrofi di media dimensione dal punto di vista demografico, a Campoformido i nuclei formati da una sola persona adulta rappresentano il 27%, mentre quelli composti da un anziano solo è pari quasi al 12,4%; a Pozzuolo del Friuli e Pavia di Udine i nuclei composti da un adulto solo e quelli composti da un anziano solo rappresentano, assieme, quasi il 30% del totale. Si registrano anche punte di oltre il 30% di nuclei composti da un adulto solo, come a Pasian di Prato. Per la valutazione dei servizi e degli interventi esistenti, come pure per la programmazione delle loro eventuali modifiche, è interessante rilevare anche i nuclei familiari con minori e quelli con anziani. I nuclei familiari con minori rappresentano in media il 30% del totale delle famiglie residenti nei Comuni dell’Ambito; essi superano la media nei Comuni di Pagnacco, Pozzuolo del Friuli e

18 Pradamano. Rispetto ai nuclei familiari con anziani, essi si attestano attorno ad una media del 36%, con alcuni valori più elevati per i Comuni di Pasian di Prato (44%) e Pavia di Udine (49,5%) 20 . Sono statistiche che illuminano qualitativamente i dati sulla popolazione non solo rispetto alla distribuzione territoriale, ma soprattutto rispetto ai suoi bisogni. Sui dati sopra sinteticamente riportati, in termini di trasformazioni sociali, ha ulteriormente effetto la tendenza, regionale, relativa all’aumento delle separazioni e dei divorzi, che tocca in modo analogo i Comuni dell’Ambito Distrettuale ed Udine in particolare. Tra il 1999 ed il 2009, in Regione (per 10.000 abitanti) le separazioni sono aumentate da un valore di 14 a 15,9, mentre i divorzi da 9,3 a 12,2 21 ; solo tra il 2006 ed il 2008 la variazione è stata dell’8,4% 22 . I dati puntuali di ogni Comune costituiscono una significativa fonte di informazioni per delineare un primo quadro interpretativo territoriale; essi risulteranno ancor più preziosi nel momento in cui, nel primi mesi del 2013, verranno presentati in ogni Comune e in ogni circoscrizione udinese assieme a quelli sugli interventi e servizi: lo scopo sarà quello di descrivere il contesto territoriale specifico, per raccogliere la lettura di chi lo abita ed individuare i bisogni che non arrivano ai servizi. L’auspicio è quello di trasformare la fotografia del territorio in un insieme di fotogrammi che rappresentino in modo più fedele le esigenze delle comunità locali e stimoli il sistema dei servizi a modularsi di conseguenza.

1.1.3 Il profilo socio-economico

1.1.3.a) Istruzione, formazione, cultura L’istruzione e la formazione rappresentano ambiti di cruciale importanza per la costruzione di un consapevole esercizio dei diritti di cittadinanza e per la valorizzazione del capitale umano di un territorio. Secondo la Strategia di Lisbona, successivamente ribadita in “Europa 2020” 23 , i sistemi europei di istruzione e formazione devono essere adeguati alle esigenze della società dei saperi e alla necessità di migliorare il livello e la qualità dell'occupazione, dovranno offrire possibilità di apprendimento e formazione adeguate alle persone nelle diverse fasi della vita (giovani, adulti disoccupati e persone occupate soggette al rischio che le loro competenze siano rese obsolete dai rapidi cambiamenti), attivando tre componenti principali: lo sviluppo di centri locali di apprendimento, la promozione di nuove competenze di base, in particolare nelle tecnologie dell'informazione, e qualifiche più trasparenti. Il sistema di istruzione e formazione dell’Ambito Distrettuale n. 4.5 dell’Udinese è articolato come segue 24 :

20 I totali non corrispondono alla somma algebrica dei dati rilevati per fascia d’età. Ad esempio, per le famiglie con minori, il dato di ogni fascia si riferisce alle famiglie con almeno un minore nella fascia di riferimento; pertanto, alcune famiglie possono essere contate più volte se ci sono minori appartenenti a classi d'età differenti. Lo stesso avviene per gli adulti e gli anziani. 21 Cfr. http://noi-italia.istat.it/ Parte “Popolazione – Separazioni e divorzi”. 22 Tav. 15.7 in Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Regione in cifre 2011, http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/GEN/statistica/SCHEDA34/ . 23 Cfr. Conclusioni della Presidenza del Consiglio Europeo di Lisbona, 23/24 marzo 2000. I documenti che proseguono la Strategia di Lisbona in “Europa 2020” rimarcano che livelli di istruzione più elevati favorisono l’occupabilità e i progressi compiuti nell’aumentare il tasso di disoccupazione e contribuiscono a ridurre la povertà: cfr. COM(2010)2020, Comunicazione della Commissione, “Europa 2020. Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”. 24 Dati dell’Ufficio Scolastico Regionale FVG: i dati relativi agli Istituti Scolastici sono aggiornati al settembre 2012, i dati sugli iscritti all’Anno Scolastico 2010/2011. Cfr. http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/formazione- lavoro/formazione/ per le Scuole dell’infanzia, primarie, secondarie di I grado e superiori; per i servizi per la prima infanzia, 19 - Servizi per la prima infanzia, di cui o Nidi d’infanzia (31): capienza = 965 posti, iscritti al 31/12/2011 n. 849 (di cui 10% stranieri), convenzionati = 207 posti o Servizi integrativi e sperimentali (7) capacità ricettiva = 84 posti, iscritti al 31/12/2011 n. 32 o Sezioni primavera (4 private): capacità ricettiva 36 posti - Scuole dell’infanzia (53 istituti, di cui 30 statali): n. iscritti = 4.158 - Scuole primarie (44 istituti, di cui 38 statali): n. iscritti = 6.745 - Scuole secondarie di I grado (20 istituti, di cui 16 statali): n. iscritti = 4.552 - Scuole secondarie di II grado (30 istituti, di cui 24 statali): n. iscritti = 13.904 Sul totale dei 70 nidi della Provincia di Udine, l’Ambito Distrettuale ne ospita 31 (capienza 44% del totale della Provincia; convenzionati 54% del totale della Provincia); su 32 servizi integrativi e sperimentali in Provincia, 7 sono sul territorio dell’Ambito. In totale, 29.359 bambini/ragazzi frequentano le Scuole nell’Ambito dell’Udinese: dati la presenza ed il peso delle Scuole secondarie di II grado nella città di Udine, che ospita i principali indirizzi scolastici secondari, oltre la metà di tale valore è rappresentato dagli allievi della fascia 14-18 anni, nella quale rientrano anche alunni non residenti nei nove Comuni dell’Ambito Distrettuale. Il dato però è interessante per comprendere l’offerta formativa nell’età dell’obbligo: il territorio dell’Ambito Distrettuale dell’Udinese ospita il 23% delle Scuole dell’infanzia della Provincia di Udine, il 23% delle Scuole primarie e il 22% delle Scuole secondarie di I grado. Udine è da oltre trent’anni sede universitaria, con 73 tra corsi di laurea e corsi di laurea magistrale afferenti a quattro aree (scientifica, umanistica e della formazione, economico-giuridica, medica), capace di attrarre studenti anche da fuori Regione, con collaborazioni di carattere internazionale e con sedi anche a Gorizia e Pordenone. Il settore dell’istruzione e della formazione post-diploma e post-laurea è arricchito da Istituti di ricerca e Istituti di formazione professionale. In termini di offerta di formazione professionale, nei Comuni di Udine e Pasian di Prato sono quasi 300 i percorsi formativi inseriti nel Catalogo Regionale per la Formazione Permanente, che permettono di aggiornare le proprie competenze o di approfondirne di nuove. I percorsi costituiscono prototipi attivabili dall’Ente di formazione accreditato dalla Regione ogniqualvolta siano raggiunti livelli minimi di partecipazione predefiniti e sono oggetto di valutazione da parte della Regione. Essi riguardano competenze professionali tra le più richieste dal mercato del lavoro, quali competenze linguistiche (Lingua Inglese, Tedesco, Francese, Spagnolo, Sloveno, Croato, Italiano), informatiche o altre competenze specifiche (es. Promozione e diffusione dell'innovazione, Nuovi bacini d'impiego, Gestione Aziendale, Tecniche di lavorazione industriale, Tecniche agricole). A completare questa sommaria descrizione dell’offerta di istruzione e formazione sul territorio dell’Ambito Distrettuale dell’Udinese occorre citare i percorsi di IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore) 25 , che si rivolgono a giovani e adulti, disoccupati e occupati, in possesso del diploma di scuola secondaria superiore ed hanno l’obiettivo di creare figure professionali necessarie a settori produttivi caratterizzati da profonde trasformazioni tecnologiche e professionali e

dati forniti il 29/10/2012 dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Direzione Centrale Istruzione, università, Ricerca, Famiglia, Associazionismo e Cooperazione, Servizio Politiche per la famiglia e lo sviluppo dei servizi socio-educativi, in collaborazione con i C.R.D.A. provinciali. 25 Legge 17 maggio 1999, n. 144 “Misure in materia di investimenti, delega al Governo per il riordino degli incentivi all’occupazione e della normativa che disciplina l’INAIL, nonché disposizioni per il riordino degli enti previdenziali” - Art. 69 “Istruzione e formazione tecnica superiore”. 20 dall’internazionalizzazione dei mercati, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese dei distretti industriali. Essi sono progettati e gestiti da Istituti secondari superiori, enti di formazione professionali accreditati, Università, imprese, enti di ricerca ed hanno l’obiettivo di formare tecnici specializzati, in possesso di competenze tecnico professionali specifiche, rapidamente inseribili nel mondo del lavoro. Dei cinque poli IFTS regionali, tre hanno sede nell’Ambito Distrettuale: il Polo dell’industria meccanica (presso l’I.T.I. A. Malignani di Udine), il Polo dell’industria del legno e del mobile (presso il Consorzio Friuli Formazione di Udine) ed il Polo dell’economia del mare (presso l’ENAIP FVG di Pasian di Prato). L’offerta culturale non è esclusiva della città di Udine, anche se trova qui un naturale baricentro, per la presenza della maggior parte delle librerie, dei cinema e dei teatri, dello stadio, nonché per l’organizzazione di eventi cinematografici o eno-gastronomici di rilevanza nazionale o internazionale. Un dato significativo riguarda le biblioteche: tutti i Comuni dell’Ambito sono dotati di un servizio di Biblioteca civica e 7 di essi sono inseriti nel Sistema Bibliotecario dell’Hinterland dell’Udinese (SBHU) 26 .

1.1.3.b) Servizi sociali e sanitari Rimandando al § 1.3 la descrizione specifica dei servizi sociali e sanitari dell’Ambito Distrettuale n. 4.5 dell’Udinese, si citano di seguito le principali strutture che programmano, gestiscono ed erogano servizi e interventi socio-sanitari. Ai sensi dell’art. 18 della L.R. 6/2006, la forma di collaborazione tra gli Enti Locali per la realizzazione del Servizio Sociale dei Comuni è stata la delega al Comune di Udine, che è pertanto Ente Gestore del Servizio Sociale dei Comuni dell’Ambito Distrettuale. La struttura è costituita dagli uffici tecnico-amministrativi e dalle sedi del Servizio Sociale nelle 7 circoscrizioni udinesi e negli 8 Comuni dell’Ambito, dal Servizio minori e dal Centro servizi domiciliari territoriali, dal Centro Servizi per Stranieri. Dal punto di vista sanitario, Udine è sede dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “S. Maria della Misericordia”, con carattere di rilievo nazionale e di alta specializzazione, dell’Istituto di Medicina Fisica e Riabilitativa “Gervasutta” e di una struttura ospedaliera privata convenzionata, la Casa di cura “Città di Udine”. Il Distretto Sanitario di Udine ha sede in città ed ha centri territoriali a Campoformido e Feletto Umberto di Tavagnacco. Hanno sede in Udine l’Azienda per i Servizi Sanitari n. 4 “Medio Friuli” ed i suoi Dipartimenti di Salute Mentale, delle Dipendenze e di Prevenzione, oltre ai Servizi sociosanitari per l’handicap. Sei dei nove Comuni dell’Ambito, ovvero Martignacco, Pavia di Udine, Pozzuolo del Friuli, Pradamano, Tavagnacco ed Udine, aderiscono alla rete regionale “Città sane – FVG”, contesto istituzionale in cui si promuovono progetti ed iniziative per la salute, nel rispetto degli indirizzi dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità sul benessere delle comunità.

1.1.3.c) Lavoro e occupazione Il Programma triennale regionale di politica del lavoro 2012/2014 27 , nell’analizzare le dinamiche del mercato del lavoro regionale, evidenzia che, tra il 2007 e il 2011, l’occupazione in Regione diminuisce di oltre 14.000 unità, pari a –2,2%. La contrazione occupazionale colpisce di più la

26 Sono dati parziali che rilevano solo alcuni degli aspetti relativi all’area culturale. Esula infatti dalle finalità del presente Profilo di comunità un’analisi dettagliata di tutti gli aspetti sociali di un territorio, di cui fa parte integrante anche l’offerta culturale, se per cultura si intende il patrimonio di una comunità, che concorre a formare il suo ben-essere. 27 Approvato con Deliberazione della Giunta Regionale 8 giugno 2012, n. 1049. 21 componente giovanile della forza lavoro, in particolare le fasce 15-24 e 25-34 anni, che subiscono, in totale una diminuzione del 36,7% nel quinquennio considerato. Per l’Ambito Distrettuale dell’Udinese, ciò trova conferma se si considera l’indice demografico di dipendenza (o indice di carico sociale), che esprime il carico di persone dipendenti sulla popolazione presunta attiva e misura la sostenibilità della struttura di una popolazione: riferito al 2010, esso evidenzia una situazione di squilibrio generazionale, in quanto il valore è pari a 55,12. Per stimare il grado di invecchiamento della popolazione presunta attiva occorre considerare invece l’indice di struttura della popolazione attiva, che per la popolazione dell’Ambito è pari a 133,59: ciò dimostra che una popolazione in cui la fascia in età lavorativa non è in prevalenza giovane. Il Rapporto 2012 sul mercato del lavoro in Friuli Venezia Giulia 28 registra un quadriennio di crisi economica ed occupazionale in Regione e prefigura un periodo piuttosto lungo di riaggiustamento. I caratteri principali della crisi riguardano, tra l’altro, la diminuzione dell’occupazione (-2,2% tra il 2007 ed il 2011) e l’andamento altalenante del tasso di occupazione (drasticamente sceso nel 2009 ed in ripresa nel 2011), la crescita della disoccupazione nel quinquennio 2007/2011, la diminuzione delle assunzioni (-17,6% tra il 2007 ed il 2011) e l’aumento degli ingressi nelle liste di mobilità. In Provincia di Udine, la crisi iniziata a livello globale nel 2007, evidenziata dalla contrazione dei volumi produttivi e la riduzione dei flussi occupazionali in ingresso nel mercato del lavoro e pur con un lieve miglioramento nel 2010, ha interrotto la fase di crescita dei primi anni del decennio. Rispetto al totale della Regione, la Provincia di Udine ospita oltre il 47% delle imprese e presenta un peso maggiore per quanto riguarda le imprese attive nel settore primario e un’incidenza leggermente inferiore del commercio e dei servizi 29 . Il dato provinciale del saldo tra le iscrizioni nel Registro delle Imprese e le cessazioni (al lordo delle cessazioni d’ufficio 30 ) risulta decisamente negativo tra il 2007 e il 2009, segnalando – con un certo anticipo rispetto alla piena manifestazione degli effetti della crisi economica – una situazione (condivisa a livello regionale) di difficoltà del tessuto imprenditoriale (Graf. 2 Provincia). Il 2010 fa registrare un sostanziale equilibrio tra iscrizioni e cessazioni, mentre il 2011 si chiude nuovamente con una differenza negativa. In effetti, tra il 2010 e il 2011 si è verificata una ripresa dell’economia regionale e provinciale, seppure molto modesta, confermata anche dai dati sull’occupazione relativi al 2011, che vedono un contenuto incremento degli occupati e un parziale riassorbimento dell’ormai molto elevato numero di disoccupati. Le prospettive e le attese degli operatori per il 2012 sono invece purtroppo nuovamente negative. L’Ambito Distrettuale dell’Udinese è l’unico in tutta la Provincia che negli ultimi anni ha mantenuto costante il numero di imprese attive, registrando addirittura un lieve incremento tra il 2007 e il 2011 (+0,7%, Graf. 1 Provincia). Tale risultato positivo è ascrivibile alle caratteristiche economiche del territorio locale, connotato da una netta prevalenza del settore terziario, ossia di quello che ha retto di più in questi anni il pesante impatto della crisi: esso, infatti, rappresenta il 35,5% del totale, seguito dal commercio, che registra un valore di 26,5%; quasi il 70% delle aziende attive nel territorio è dato sommando commercio, alberghi e ristorazione ed altri servizi, mentre, dato il peso del contesto urbano, le imprese operanti nel settore agricolo hanno un’incidenza molto modesta (8%). Nel 2011, oltre al capoluogo, che registra 8.538 imprese, il Comune di Tavagnacco conta il maggior numero di aziende

28 Agenzia regionale del lavoro della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (a cura di), Il mercato del lavoro in Friuli Venezia Giulia. Rapporto 2012 , Franco Angeli, 2012. 29 Cfr. Allegato 8.6.3, anche per i dati di seguito elencati. 30 A partire dal 2005, in applicazione del D.p.r. 247 del 23/07/2004 e successiva circolare n° 3585/C del Ministero delle Attività Produttive, le Camere di Commercio possono procedere alla cancellazione d’ufficio dal Registro delle Imprese di aziende non più operative da almeno tre anni. 22 attive (1.193); seguono gli altri sette Comuni dell’Ambito Distrettuale, con un numero che si attesta tra le 350 aziende attive del Comune di Pagnacco e le 689 del Comune di Pasian di Prato. Il periodo 2007-2009, anche nell’Ambito Distrettuale dell’Udinese, è stato caratterizzato da saldi negativi tra iscrizioni nel Registro delle Imprese e cessazioni (-61, -159 e -95), mentre gli anni più recenti (2010-2011) hanno registrato dei valori nuovamente positivi (rispettivamente +130 e +70). Il tasso di natalità delle imprese dell’Ambito Distrettuale dell’Udinese, pur avendo subito un calo sia nel 2009 sia nel 2011, negli ultimi cinque anni si è sempre mantenuto su valori decisamente più elevati rispetto alla media provinciale e regionale. Rispetto, invece, ai dati sulle imprese in fallimento o liquidazione, nell’Ambito Distrettuale sono quasi 1.000 alla fine del 2011, pari al 6,2% del totale delle imprese registrate; quasi il 34% delle imprese in fallimento o liquidazione apparteneva al settore terziario, mentre il 22% al commercio, in coerenza con le caratteristiche del tessuto imprenditoriale dell’Ambito Distrettuale. In relazione al mercato del lavoro, i dati forniti dalla Provincia di Udine hanno utilizzato l’archivio unico informatizzato regionale Ergon@t, aggiornati al 2 aprile 2012, relativi ai movimenti di assunzione, alle cessazioni e alle richieste di ingresso in mobilità 31 . Al fine di cogliere le ricadute a livello occupazionale sui residenti dei diversi territori, si è utilizzato, per l’estrazione dei dati, un criterio diverso da quello adottato dai Servizi del Lavoro, non ragionando quindi per sede dell’azienda, ma per domicilio del lavoratore, buona approssimazione della residenza, non disponibile. I dati provinciali e regionali relativi ad assunzioni e cessazioni mostrano una ripresa, seppur modesta, del mercato del lavoro nel 2010 e ancor più nel 2011, con una progressiva riduzione del saldo tra assunzioni e cessazioni, precedentemente pesantemente negativo. Le assunzioni registrate in favore di lavoratori domiciliati in Provincia di Udine sono cresciute dal 2010 al 2011 del 5,5%, mentre quelle riferite ai domiciliati nell’ambito di Udine, che rappresentano un terzo circa del dato registrato a livello provinciale, evidenziano una crescita leggermente più significativa (+7,3%) e permettono il raggiungimento, nel 2011, di un saldo positivo tra assunzioni e cessazioni. Le assunzioni si concentrano prevalentemente nel settore dei servizi, evidenziano inoltre un maggior peso della componente femminile e delle fasce d’età intermedie, in linea con quanto riscontrato a livello provinciale. Superiore, rispetto alla media provinciale, il peso degli avviamenti riferiti a cittadini non italiani, in linea con la maggiore presenza di stranieri in questo territorio. Per quanto riguarda le tipologie contrattuali, le assunzioni a tempo indeterminato costituiscono appena l’11,2% del totale delle assunzioni del 2011, in netto calo rispetto agli anni precedenti, si evidenzia, di contro, la crescita negli anni di assunzioni con contratti a tempo determinato, somministrato e intermittente o “a chiamata”. Nelle cessazioni si ritrovano le stesse dinamiche, prevale la componente femminile e le fasce d’età medio alte. Le cessazioni relative a contratti di lavoro a tempo indeterminato rappresentano, con riferimento ai domiciliati nell’ambito il 14,7% del totale, ma sono in calo rispetto agli anni precedenti. Allo stesso modo, i dati relativi alle richieste di ingresso in mobilità si riducono dal 2009. E’ importante rilevare che la maggior parte degli ingressi in mobilità (con un’incidenza più significativa rispetto al resto della provincia e pari al 77% circa) riguarda lavoratori licenziati da aziende con meno di 15 dipendenti (L. 236/93) e che quindi non prevedono alcuna indennità: è un dato di cui tener conto nel momento in cui si analizzano le richieste di contributo o di accesso a servizi ed interventi sociali.

31 La Provincia di Udine ha chiarito che si tratta di dati di natura amministrativa e non di dati statistici, pertanto sono particolarmente sensibili alle modalità e tempistiche di estrazione del dato e rendono conto dei movimenti amministrativi registrati e non delle “teste”, ovvero delle persone. 23 Rispetto ad un aspetto specifico, ovvero il collocamento obbligatorio di persone con disabilità ex lege 68/99. Relativamente ai dati rilevati per l’anno 2010 si segnala che gli effetti della crisi economica, anche nella Provincia di Udine, hanno determinato, già a partire dal 2008 una significativa contrazione dell’attività di ricerca ed inserimento di lavoratori disabili da parte delle aziende obbligate. Questa situazione ha incrementato sensibilmente le richieste aziendali, nei confronti del Servizio Collocamento Mirato, di misure dilatorie degli obblighi previsti dalla L. 68/99 attraverso istanze di sospensione degli obblighi stessi (dalle 62 aziende in sospensione del 2009, si è passati ad 80 aziende nel 2010) o di proroga dei termini precedentemente fissati tramite stipula di convenzione programmatica. Oltre alla diffusa difficoltà relativa al difficile momento economico, sono molteplici i fattori che concorrono a rendere il mercato del lavoro sempre più difficilmente accessibile alle categorie protette: la sempre maggiore complessità delle mansioni, la scomparsa di occupazioni cosiddette “semplici e leggere”, l’esigenza di una produttività sempre più spinta che ritiene indispensabili capacità lavorative integre, la crescente esigenza di flessibilità che non favorisce la stabilizzazione dei rapporti di lavoro. Le difficoltà rilevate sono confermate, inoltre, dai dati relativi all’età anagrafica dei disabili inseriti nell’elenco provinciale che rende, di per sé, ancor più difficile la collocazione nel mercato del lavoro attuale e, in relazione alle persone disabili, aggrava le già pesanti difficoltà: gli iscritti agli elenchi provinciali hanno infatti in oltre il 30% dei casi più di 55 anni e circa il 30% rientra nella classe d’età dai 45 ai 55 anni.

1.1.3.d) Reddito, ricchezza e povertà Il territorio dell’Ambito Distrettuale n. 4.5 dell’Udinese è caratterizzato da un sostanziale benessere in termini di reddito e ricchezza: è un dato che, pur nella congiuntura attuale, non si può ignorare quando si considerano le risorse e le potenzialità. Se si considerano i recenti dati della Camera di Commercio per l’Industria, l’Artigianato e l’Agricoltura di Udine rispetto alla media del reddito imponibile delle persone fisiche ai fini dell’addizionale IRPEF per l’anno 2010 32 , si rileva che, dei nove Comuni dell’Ambito Distrettuale dell’Udinese, solamente due (Pozzuolo del Friuli e Pradamano) registrano un dato leggermente inferiore a quello provinciale. Il valore provinciale è di € 22.654,90, mentre la media dei nove Comuni, pari a € 24.749,10, è più vicina al dato europeo, pari a € 25.200,00. Un altro dato che merita riflessione, tratto dalla stessa fonte, riguarda il numero degli sportelli bancari presenti nei Comuni dell’Ambito Distrettuale, che sono 104, rispetto ai 474 di tutta la Provincia di Udine: ciò significa che in 9 Comuni su 136 è concentrato quasi il 32% degli sportelli bancari. Recenti ricerche della Banca d’Italia hanno evidenziato che gli effetti più drammatici della crisi economico-finanziaria sono stati sinora mitigati, a livello nazionale, grazie ai risparmi delle famiglie, ombrello necessario rispetto alle difficoltà della persona, anche se sempre meno sufficiente, dato che le stesse fonti evidenziano non solo la trasformazione della composizione dei nuclei familiari, ma anche un allargamento della forbice ricchi-poveri 33 . Nel 2011, la quota di famiglie della Regione che vive al di sotto della soglia di povertà relativa, pari a poco più di € 1.000,00 al mese per un nucleo di 2 persone, è

32 Cfr. CCIAA Udine – Sezione Studi e ricerche, “Comuni in cifre”, www.ud.camcom.it . 33 E’ quanto sottolinea la Banca d’Italia nel suo “Rapporto sulla stabilità finanziaria 2012” . L' Indagine sui bilanci delle famiglie italiane condotta dalla Banca d’Italia indica che, “con riferimento al 2010, la quota di nuclei familiari indebitati è contenuta (pari a circa un quarto del totale).” Secondo il Rapporto “le condizioni finanziarie delle famiglie rimangono nel complesso equilibrate, grazie al ridotto indebitamento e all’elevata quota di attività finanziarie a basso rischio. […] Il principale rischio è rappresentato dalla debole dinamica del reddito.” 24 pari al 5,6%, corrispondente a oltre 31mila famiglie residenti 34 . Per gli anni 2008/2009, la Regione stimava che il 10,6% della popolazione fosse a rischio di povertà.

34 Cfr. Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Direzione Centrale Finanze, Patrimonio e Programmazione, Servizio Statistica e Affari Generali, Relazione economica del Friuli Venezia Giulia 2012, in http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/GEN/statistica/SCHEDA33/ . Secondo l’ISTAT, una famiglia viene definita povera in termini relativi se la sua spesa per consumi è pari o al di sotto della linea di povertà relativa , che viene calcolata sui dati dell’indagine sui consumi delle famiglie. La soglia di povertà assoluta corrisponde, invece, alla spesa mensile minima necessaria per acquisire il paniere di beni e servizi considerati essenziali, nel contesto italiano e per una determinata famiglia, a conseguire uno standard di vita “minimamente accettabile”. Le famiglie con una spesa mensile pari o inferiore al valore della soglia (che si differenzia per dimensione e composizione per età della famiglia, per ripartizione geografica e ampiezza demografica del comune di residenza) vengono classificate come assolutamente povere. 25