Anno XX • n° 78 • Giugno 2007

TRIMESTRALE DI CULTURA RIVAROLESE

Trimestrale di cultura rivarolese a cura della Pro Loco di - Direttore responsabile: Roberto Fertonani • Autorizzazione del Tribunale di Mantova n. 06/2000 del 20 Giugno 2000 • Direzione, redazione, amministrazione: via Mazzini, 89 - Rivarolo Mantovano • Progetto e stampa: Eurograf srl - Canneto sull’ - MN

1928 - “Bambine Rivarolesi con cane” Rosanna Gorni, Bianca Bresciani e il cane Zar

ARREDAMENTI BETTINELLI BETTINELLI SERGIO srl - S.da Provinciale per - 46017 RIVAROLO MANTOVANO (MN) PREMIO Tel. 0376.99289 - fax 0376.959084 - [email protected] QUALITÀ E CORTESIA Zibaldone Editoriale

La Scoperta del passato Anche quest’anno la manifestazione del Lizzagone Rivarolese, la grandiosa festa rinascimentale magistralmente organizzata dalla Pro Loco e dai molti volontari che si sono prestati per la realizzazione, ha riscosso un grande successo ed ha riempito la piazza di gente per tre lunghe giornate. La piazza di Rivarolo è diventata fi nalmente il cuore del paese, l’agorà come l’intendevano gli antichi greci: non solo un luogo urbano ma il centro vitale del borgo, il sito dove pulsa l’esistenza di una comunità, dove le persone La piazza di Rivarolo è possono incontrarsi, parlare, discutere, diventata fi nalmente il vivere anche dal punto di vista umano. I Gonzaga, guerrieri ma anche amanti del cuore del paese, l’agorà classicismo e dell’umanesimo, hanno da sempre concepito i loro paesi come luoghi come l’intendevano gli di raccolta della gente, non solo in occasione antichi greci delle feste, ma quotidianamente, uno spazio per la comunità, un punto di riferimento ineludibile. Ora, dopo la solenne ubriacatura del Lizzagone, rimane diffi cile tornare a vedere la nostra piazza gremita di automobili, senza più slancio vitale, senza umanità, senza anima, senza voce, senza vita. Se le ragioni dei commercianti possono essere valide e in parte condivise in questo nostro tempo dominato dall’economia, non si comprende perché nemmeno di domenica, nei giorni festivi, o alla sera dopo la chiusura dei negozi, almeno nei mesi estivi e primaverili, la nostra piazza deve essere ostaggio di auto e fuoristrada, sacrifi cando il centro storico di un luogo sorto attorno ad essa, che per secoli è vissuto avendo per riferimento questo largo spazio in cui le persone possono vivere. Il parcheggio poi è situato a pochi metri dalla piazza, e in questa epoca dove la sedentarietà è ormai la prima causa di malattie e disturbi fi siologici, una piccola camminata non può che fare bene. Il fatto poi che si pensi che sotto l’asfalto della nostra piazza esista ancora l’antico pavimento gonzaghesco, non può che riempire di orgoglio tutti coloro che amano il nostro paese, e che prima o poi si dovrà tornare a quelle pietre, al nostro passato. Rivarolo ha in programma, nel prossimo anno, una grande esposizione di dipinti e materiale gonzaghesco, una mostra che probabilmente richiamerà visitatori dall’Italia e dall’estero, una mostra HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: iconografi ca intitolata “I Gonzaga delle nebbie”, ideata e curata dal rivarolese Roggero Giovanni Galetti, Ernesto “Gioe” Gringiani, Emilio Roggeri, e in futuro il nostro paese diverrà un centro permanente di esposizioni, mostre Digiuni, Claudio Fraccari, Roberto Fertonani, Rosa che dureranno mesi. Riportare Rivarolo alla bellezza originaria non è solo una mania Manara Gorla, Davide Zanafredi, Dario Sanguanini, di sciocco conservatorismo, ma un trampolino che permetterà a tutta la comunità di Francesco Bresciani, Attilio Pedretti. balzare verso un futuro incentrato su servizi, sul turismo, sull’ospitalità, su percorsi eno- gastronomici, su sentieri paesaggistici. Ricercare solo la comodità dell’auto pensando Le foto dell’inserto sul Lizzagone sono di Anna che il passato non ha nulla da off rire è una visione limitata e sterile. Nella rinascita del Manfredi. passato sta il nostro futuro, e le scelte di chi può infl uire sulla vita del paese saranno nei ? prossimi anni decisive. Il nostro paese non è un luogo anonimo, non è un dormitorio di periferia, non è un luogo che si abbandona facilmente per un altro posto qualsiasi; come testimoniano le centinaia di rivarolesi che hanno lasciato il paese e che sognano ogni giorno di ritornare, il nostro paese ha un’anima, una propria identità, un soffi o vitale donato dalle molteplici generazioni che si sono succedute. Verrà forse il tempo in cui TRIMESTRALE DI CULTURA RIVAROLESE l’ultimo rivarolese lascerà spazio ai nuovi immigrati, ma quel momento non è ancora ANNO XX - N°78 giunto, e un paese che si arrende è un paese senza futuro. Per questo nei prossimi anni si dovrà decidere se lasciare svanire le nostre possibilità, arrendersi ad un paese anonimo Pubblicazione locale della Pro Loco di Rivarolo senza passato dove la gente va e viene senza più fermarsi in piazza, un luogo di rifugio Mantovano come tanti per nuove migrazioni, o mantenere una precisa identità, appropriarsi ancora Esce grazie al sostegno della della nostra storia, vivere con gioia nel centro della nostra comunità. La sfi da è aperta, FONDAZIONE SANGUANINI RIVAROLO ONLUS le pietre che dormono sotto il nero asfalto ci chiamano, tocca a noi rispondere al loro silenzio. La Lanterna è dedicata alla memoria di Rosetta Finardi BUONA LETTURA. ROBERTO FERTONANI

2 GIUGNO 2007 Gente di Rivarolo

Ricordo del barbiere Gianni Soana

Caro Gianni, in paese è sempre stata discreta per oltre trent’anni la tua bottega di e il tuo comportamento educato, barbiere, condotta con tuo fratello rispettoso, mai invadente! La tua Emilio, era diventata a Rivarolo una bottega era un punto di riferimento istituzione. Come spesso accade, però, e di aggregazione, quasi un centro col passare del tempo le istituzioni sociale per coloro che cercavano la diventano norma e consuetudine, e ci si compagnia di un certo livello. I clienti accorge di loro solo quando vengono a in attesa del proprio turno potevano mancare. essere i più disparati, ma chi entrava Caro Gianni, ci hai lasciati e ci era sicuro di trovare te, involontario manchi! Al tuo funerale ho visto conduttore e pacifi catore di opinioni tante persone sconosciute, segno e di idee. Spesso si spettegolava, si evidente che avevi clienti anche nei rideva, si parlava dei problemi del paesi vicini e insieme ti abbiamo reso paese, mentre tu imperturbabile l’estremo saluto. Nell’omelia funebre, fi duciosi; partecipavi alle discussioni senza il parroco don Luigi ha sottolineato il mettevano la loro testa nelle tue scomporti, continuando il tuo lavoro tuo attaccamento al lavoro! Ebbene, mani magiche ed esperte, si rilassavano, con la professionalità che ti ha sempre pochi sanno che eri un appassionato si confi davano e tu diventavi il contraddistinto. Ora la tua bottega apicoltore e l’ape, nel regno animale, depositario dei loro segreti e dei loro è chiusa e con essa è scomparsa a è il simbolo della laboriosità, quella problemi e conoscevi le trame e le Rivarolo, dopo sessant’anni, l’onorata laboriosità che ha sempre caratterizzato tresche del paese. Tu sapevi ascoltare bottega “Soana”. Il tempo con il la tua vita insieme all’amore per tua ma sapevi anche dare consigli, perciò suo ineluttabile velo ne off uscherà il moglie e la tua casa. posso aff ermare, senza errore, che eri ricordo, ma non per noi che ti abbiamo Anticamente il barbiere collaborava diventato il nostro psicologo! A chi conosciuto. col medico e lo speziale nella cura mi chiedeva perché mi abituassi a A nome di tutti e mio personale ti degli ammalati, poi i ruoli si sono venire da te come cliente a Rivarolo, giunga un saluto aff ettuoso e un sincero separati e defi niti come li conosciamo rispondevo che solo tu conoscevi la mia ringraziamento! Addio Gianni, sei attualmente. Il tuo ruolo però, caro testa…fuori e dentro. stato un vero signore! Gianni, è andato oltre! I clienti che si Alla domenica e al lunedì, quando sedevano alla tua poltrona venivano non eri in bottega, la tua presenza GIOVANNI GALETTI

Note d’Archivio NEGLI ARCHIVI DELLA FONDAZIONE DI BOZZOLO Ritrovato il primo discorso di Don Primo Mazzolari

A Bozzolo, nei mesi scorsi, presso l’archivio della attraverso alcuni alti prelati, al vescovo di anni prima”. Il titolo Fondazione Mazzolari diretta da don Giuseppe Cremona Giovanni Cazzani venne chiesto se dell’intervento al Giussani, è stato ritrovato il primo nastro inciso don Primo poteva parlare in pubblico, lui rispose Ponchielli è “ Questo dalla voce di Don Primo Mazzolari. ridendo: “Certo che può, anzi, è lui la persona più è il mio sangue”. “Risistemando alcuni documenti ci è capitata tra indicata”. “Ora cercheremo le mani la registrazione audio del primo discorso La registrazione ritrovata, la prima in assoluto di diff ondere questo documento nella maniera tenuto da don Mazzolari, un documento di cui del sacerdote di Bozzolo e Cicognara, si trovava in più opportuna”- aggiunge Ghidorsi. “La cosa più si ignorava l’esistenza”-, dice emozionato don condizioni assai critiche. “Era quasi inascoltabile” importante è salvarlo dall’oblìo defi nitivo, ed è già Giuseppe Giussani. Si tratta del discorso che don – racconta Giancarlo Ghidorsi (segretario della stata fatta”. Primo tenne al Teatro Ponchielli di Cremona il 25 Fondazione bozzolese)-; “ho cercato di pulire il “Quando abbiamo sentito la registrazione, febbraio del 1951, invitato in qualità di relatore a suono più possibile e ne ho creato una copia su in cui è contenuta la voce di don Primo, celebrare la prima giornata nazionale dell’AVIS. CD”. non nascondo che l’emozione provata è stata “Prima di accettare l’invito don Primo disse di La cosa che più ha colpito don Giussani è la grandissima”- conclude don Giussani, che assieme aver bisogno del permesso del vescovo –prosegue data dell’intervento: “Credevamo che i discorsi all’amministratore della Fondazione Carlo Bettoni don Giussani-, perché era il periodo in cui, a registrati di don Primo iniziassero dal 1955. Da sta lavorando in maniera egregia alla valorizzazione causa del suo carattere innovativo e coraggioso, quel momento in avanti, infatti, ne abbiamo del grande patrimonio documentaristico lasciato il quindicinale ADESSO da lui creato era stato conservati più di una cinquantina. Questo discorso da don Primo. ANDREA COSTA chiuso per intervento del Vaticano. Quando, fatto per l’AVIS, invece, è addirittura di quattro ( articolo tratto da “ La Provincia” del 17-02-2007)

LA LANTERNA * GENTE DI RIVAROLO 3 Gente di Rivarolo IL MUSICISTA RIVAROLESE AL PRESTIGIOSO ORGANO SETTECENTESCO Memorabile concerto del rivarolese Lorenzo Bonoldi È uno dei fi ori all’occhiello del panorama musicale Vallelonga e, sempre cpme organista, il 2° premio rivarolese, certamente uno dei maggiori talenti al Concorso internazionale “Valentino Bucchi” di dell’ultima generazione. Lorenzo Bonoldi, rivarolese, Roma. Ha partecipato a vari corsi di perfezionamento, 29 anni, è da ormai due anni l’organista studiando con organisti di fama internazionale come È uno dei fi ori titolare della Filarmonica della Scala Ghielmi, Schnorr e Roth. Oltre a concerti in qualità di Milano, una istituzione orchestrale di solista e in collaborazione con gruppi strumentali e all’occhiello del prestigiosa del nostro Paese e tra le principali vocali, ha inciso per Edizioni Cappella Sistina un CD panorama musicale d’Europa. Il 29 aprile scorso, il maestro con musiche organistiche di Domenico Bartolucci. Bonoldi ha suonato l’antico organo Serassi È organista delle chiese parrocchiali di Rivarolo rivarolese, certamente del Duomo di Guastalla, uno degli organi Mantovano e Martignana Po, oltre che del Santuario uno dei maggiori più belli e rinomati d’Italia. Il concerto Madonna della Fontana di Casalmaggiore. Nel 2005 rientrava nella rassegna “Musica intorno ha vinto il concorso do organista della Filarmonica talenti dell’ultima al Fiume”, organizzata dall’associazione della Scala di Milano. Il meraviglioso concerto di generazione. Serassi, manifestazione che si è articolata Lorenzo Bonoldi include anche la valorizzazione nei territori delle province di Reggio Emilia, dell’organo Serassi di Guastalla. La storia di questo Mantova e Cremona. Il programma del organo inizia con la costruzione della chiesa intorno concerto di Bonoldi è stato interamente dedicato a al 1575. Al momento non si conosce l’artefi ce del Dietrich Buxtehude (Oldesloe 1637-Lubecca 1707), primo strumento, dovette tuttavia essere un eccellente uno dei padri della scuola organistica del Nord organaro, a giudicare dal nucleo di canne sopravvissute Europa, nel terzo centenario della morte. Lorenzo (duemila ) attraverso i vari rifacimenti, ancora presenti Bonoldi ha conseguito il diploma in organo con il nell’organo Serassi. Nel 1726 Giuseppe Monatti massimo dei voti e la lode al Conservatorio di Milano, trasportò lo strumento dalla posizione d’origine a dove ha studiato sotto la guida di Giancarlo Parodi. mezza chiesa alla collocazione attuale sopra la porta Nello stesso anno si è diplomato in pianoforte. principale d’ingresso. In tale circostanza, fu costruita Vincitore di una borsa di studio indetta dalla SIAE la cassa in muratura, una delle uniche nel suo genere. per gli allievi dei Conservatori, ha ottenuto diversi La costruzione del Serassi, deliberata nel Capitolo premi e riconoscimenti tra i quali il 1° premio al nel 1790, si concluse soltanto nel 1794. Il ritardo Concorso organistico nazionale “Monserrato” di fu causato principalmente dai numerosi impegni di Giuseppe Serassi (1750-1817), in particolar modo dalla costruzione dell’organo della Cappella ducale di San Liborio a Colorno, commissionato dal duca di Parma, l’Infante Ferdinando di Borbone. I documenti rivelano che il Capitolo, stanco di attendere, avesse deciso di rescindere il contratto e si fosse rivolto al Duca per ottenerne l’eff etto. Giuseppe Serassi allora cercò di mitigare la comprensibile irritazione del Capitolo off rendo “senza crescita di spesa” di realizzare l’organo con due tastiere con l’aggiunta dell’organo Eco. Lo strumento è di straordinario interesse storico-artistico, sia per l’antichità sia per le dimensioni e caratteristiche sonore. Sul prezioso strumento, Lorenzo Bonoldi ha impressionato il pubblico presente eseguendo i seguenti brani di Dietrich Buxtehude: “Toccata in Re minore”, “Ciaccona in do minore”, “Praeludium in fa”, Corale ”Nun komm, der Haiden Heiland”, Corale ”Puer natus in Bethlehem”, Corale “ In dulci jubilo”, “Praeludium in re”, “Ciacona in mi minore”, “Canzonetta in sol”, “Fuga in do”, “Praeludium in sol minore”. 4 GIUGNO 2007 Incontri culturali RIPETUTO L’ANNUALE INCONTRO CON IL PRESTIGIOSO PENSATORE CATTOLICO rivarolesi Enzo Bianchi a Rivarolo: la forza di Dio nella debolezza della fede In questa epoca attuale in cui il Cristianesimo attraversa temere nulla, dobbiamo avere la consapevolezza di un chiaro sintomo di debolezza, devono i credenti essere ancora un “piccolo gregge”. In questi giorni c’è arrendersi alla società laicizzata, alle religioni emergenti, la ripresa di un ateismo militante, come nei primi anni alla fede smarrita? Sicuramente no, ha esortato nel suo ’50. Un ateismo che mette in crisi i nostri valori; si incontro a Rivarolo Mantovano Enzo Bianchi, grande sprecano libri contro il Cristianesimo e la Chiesa, che testimone del nostro tempo, saggista, scrittore, pensatore, diventano immancabilmente best-seller, con critiche esperto in Sacre Scritture, priore del monastero di Bose, alla Bibbia e alla Chiesa chiaramente false, calunniose, in cui ha fondato una propria comunità di discepoli. ma vengono letti da milioni di persone. I cristiani Da cinque anni, Enzo Bianchi rinnova il suo credenti si sentono accerchiati.” “Ma forse la colpa è appuntamento annuale con la comunità rivarolese, nostra – ha puntualizzato Enzo Bianchi-, perché noi spinto dalla fraterna amicizia che lo lega al parroco di cattolici non riusciamo a spiegare bene i nostri valori, Rivarolo don Luigi Carrai. L’intervento organizzato i nostri fondamenti. C’è una sordità reciproca fra dalla parrocchia il 29 maggio scorso aveva per titolo: “ atei e cattolici oggi in Italia, un dialogo impossibile, Nei giorni cattivi, la forza della debolezza”, ed è stato un esacerbato, e questo impoverisce la nostra società. Quali incontro importante per comprendere le diffi coltà del rimedi? Innanzi tutto dobbiamo tornare a quello che Cristianesimo oggi, in una epoca più che secolarizzata, è il fondamento della fede, semplifi candola, assumere come ha spiegato il religioso di Bose. le specifi cità della nostra religione: cioè la speranza e Cosa succede in Occidente? “Succede che siamo la fede nella resurrezione, questo è il Cristianesimo. ormai una minoranza – ha spiegato Enzo Bianchi-, un Per noi cristiani la morte non avrà mai il sopravvento tempo esisteva la Cristianità, tutto era permeato dalla sull’uomo, perché Gesù è risorto non perché era il fede; oggi l’80% delle persone si dice ancora cristiana, Figlio di Dio, ma perché ha avuto il coraggio di amare ma solo il 17% riceve l’Eucarestia alla domenica, e fi no all’ultimo istante. E solo l’amore salva dalla morte, come è possibile una simile contraddizione? Nelle e chi amerà intensamente non potrà mai morire, ecco città come Milano e Torino la percentuale l’insegnamento di Gesù che ha permeato tutta la storia Da cinque anni, Enzo scivola al 2%. Il concetto di fedeltà ai del Cristianesimo. Come è scritto nel Cantico dei valori cristiani è cambiata: ora assistiamo a Cantici, “più forte della morte è l’amore”, e Gesù ha Bianchi rinnova il dei cattolici itineranti: si vai ai raduni della insegnato a tutti gli uomini come vivere solo nell’amore, gioventù, si seguono i viaggi del Papa, ci si unico modo per vincere la morte. In Occidente non si è suo appuntamento raccoglie nei grandi Santuari, ma si è persa del tutto insensibili, molti intraprendono dei cammini annuale con la la prassi domenicale e una vita scandita dalla di spiritualità, molti ricercano in altre religioni o modi di fede e dalla preghiera. Ora si inseguono solo vivere una forma di intensa vita interiore, di spiritualità. comunità rivarolese, i grandi eventi religiosi.” “ In una città come Ma questi insegnamenti sono già nel Cristianesimo, e Torino – ha fatto sapere Enzo Bianchi – ci tocca a noi renderli chiari e disponibili alle persone, spinto dalla fraterna sono solo quattro seminaristi; in Piemonte insegnare ai fedeli la specifi cità cristiana, il valore amicizia che lo lega molti seminari hanno dovuto chiudere, le spirituale delle scelte di vita cristiane. Il Cristianesimo suore stanno oramai scomparendo. I cristiani non è uguale alle altre religioni monoteiste, forse non al parroco di Rivarolo che seguono i precetti del cristianesimo è nemmeno una religione monoteista - ha sorpreso la sono ormai diventati una minoranza. Ma platea Enzo Bianchi-, perché nella nostra religione un don Luigi Carrai. non dobbiamo considerarci allo sbando, Dio si è fatto uomo, ed è morto per l’umanità, cosa perché da sempre il Cristianesimo è stato impensabile nelle altre religioni monoteiste.” una minoranza, anche nel Medioevo, che si considera “Il tanto atteso scontro tra le civiltà – ha concluso un periodo di grande fervore cattolico, solo il 40% Enzo Bianchi-, non avverrà mai, perché l’Islam e il frequentava regolarmente la Chiesa. Anche Gesù Cristianesimo possono convivere in aperta tolleranza, parlava di “piccolo gregge” quando ma il vero scontro che ci preoccupa oggi è tra cristiani e nominava i suoi discepoli, ma non credenti, tra cattolici e atei. Un tempo esisteva una nella debolezza sta anche la morale ed un’etica cristiana, sostenuta anche dai non forza di Dio, perché è nella credenti, oggi tutto è in discussione: dal matrimonio alla piccolezza dell’uomo che famiglia, dalla sessualità all’accanimento terapeutico, si staglia la forte presenza dagli embrioni ai valori cristiani. Tutto è visto da divina. La passione di due angolazioni discordanti. Ma in questo clima Cristo è stata vissuta di avversione e di debolezza, i credenti non devono nell’indifferenza abdicare, l’amore deve ispirare ogni nostro passo, ogni dei cristiani, solo pensiero. E nella debolezza mostrare sempre la forza un numero esiguo della fede”. era presente alla L’incontro è terminato tra gli applausi di un pubblico crocifi ssione, e ancora una volta testimone di una alta lezione di civiltà quello era stato il impartita da Enzo Bianchi, forse oggi la più prestigiosa momento più critico della fi gura di riferimento del cristianesimo italiano. nostra storia, ora non dobbiamo R.F.

LA LANTERNA * INCONTRI CULTURALI RIVAROLESI 5 Storia di Rivarolo LE CAUSE ECONOMICHE RESPONSABILI DELL’EMIGRAZIONE

L’esodo rivarolese negli anni tra il  e il  L’esodo rurale che prende avvio nel mantovano all’interno delle abitazioni (il pozzo era esterno) per a partire dal 1950 segna, nella storia locale, un quasi il 90% dei casi, mancava l’energia elettrica ed profondo trauma, un segnale di crisi e di frattura tra il livello di analfabetismo era elevato. due epoche. Con questo esodo possiamo I fenomeni psicologici dell’esodo traggono alimento Le ragioni economiche dire che il mantovano subisce, in forma da questa arretratezza che genera stati di disagio individuabili in diretta ed indiretta, quel processo di tali da convincere molte persone a lasciare l’attività brusca accelerazione dello sviluppo che di anni, la tradizione dei secoli, per andare allo bassi salari, un l’economia di scambio impone ai paesi del sbaraglio, alla ricerca di una sistemazione fuori dalla anacronistico modo capitalismo maturo. terra, lontano dai campi. La fuga dai campi di questi anni si inserisce di conduzione della Popolazione residente a Rivarolo Mantovano (dati uffi ciali): in un fenomeno di lungo periodo, iniziato Anno 1951 = 3.950 terra, un superato a fi ne Ottocento, che ha determinato un Anno 1961 = 3.434 processo di trasformazione agraria con Con una diminuzione di 516 abitanti (pari a -13%) sistema di mercato la diff usione delle prime rudimentali dei prodotti agricoli macchine agricole (aratri pesanti, Le ragioni dell’esodo vanno individuate sicuramente sarchiatrici, seminatrici, trebbiatrici) che in cause economiche, nel processo di Rivoluzione sono stati la molla che in quegli anni di fi ne secolo ha portato ad Agraria (iniziato a fi ne Ottocento) e successivamente hanno determinato una grande emigrazione oltre oceano. nel processo di Rivoluzione Industriale della Pianura Ma le ragioni dell’esodo di metà XX Padana che ha avuto la sua piena esplosione in questo l’esodo di quegli anni secolo, periodo temporalmente abbastanza secondo dopoguerra. vicino ai nostri giorni, non trova nelle sole Le ragioni economiche individuabili in bassi salari, “cause economiche” un quadro di per sé suffi ciente un anacronistico modo di conduzione della terra, a spiegare l’eccezionalità del fenomeno. un superato sistema di mercato dei prodotti agricoli Nella zona del mantovano tra l’Oglio e il Po sono stati la molla che hanno determinato l’esodo sicuramente la condizione dell’agricoltura è arretrata: di quegli anni, ma probabilmente non le sole cause la conduzione della terra è diretta (proprietà o a determinare un così massiccio abbandono delle affi tto), scarsa la conduzione salariale ed è a livelli campagne. normali la mezzadria. Tali condizioni generali Altre cause di natura “socio-psicologica” si sono portano a defi nire l’economia non ideali ma non tali innestate alle precedenti. da giustifi care reazioni così violente. Così appena l’industria accelera il moto e si Molto probabilmente a queste ragioni di fondo, se ne intravvedono opportunità di vita con conforts, sono aggiunte altre di natura sociale e psicologica. molte persone colgono al balzo l’occasione per Nel 1951 il 42,3% dei mantovani viveva in case allontanarsi dalla terra che vedono come causa dei sparse o in piccoli borghi privi di servizi pubblici; loro mali. Vengono abbandonate tradizioni di secoli sul complesso delle abitazioni i gabinetti erano per andare a cercar fortuna nelle grandi città del esterni o mancavano in oltre l’80%, mancava acqua Nord Italia (soprattutto a Milano). Si mette in moto l’imitazione del trasferimento da zone a basso reddito a zone ad alto reddito, dove per alcuni casi si è rivelato un errore. Questo cambiamento è costo di fatiche, privazioni, aff etti negati, sentimenti sconvolti, culture patrimoniali, morali e conoscenze tecniche resi in pochi anni senza signifi cato alla ricerca di un sogno di prosperità e benessere. EMILIO DIGIUNI

Bibliografi a: “L’esodo dalle campagne del Mantovano” di G. Cavicchioli (disponibile presso la Biblioteca Fondazione Sanguanini di Rivarolo Mantovano)

6 GIUGNO 2007 Artisti rivarolesi LO STUDIO D’ARTE RIVAROLESE HA RESTAURATO 14 DIPINTI PER IL MUSEO CASALASCO Marco e Dario Sanguanini e le opere restaurate presso il Museo Diotti di Casalmaggiore Sono state 14 le opere d’arte della scomparsa chiesa di Santa Lucia, ed è databile restaurate dai rivarolesi Dario attorno alla seconda metà del Cinquecento. Dopo Sanguanini e il fi glio Marco su l’ottimo restauro dello studio rivarolese, gli esperti incarico del Museo Diotti di potranno essere senza dubbio più precisi circa Casalmaggiore. Mercoledì l’attribuzione dell’opera. 13 giugno sono state Complessivamente i restauri hanno impegnato presentate due fra le più lo studio per sei mesi, a cavallo tra la fi ne del 2006 rappresentative: un ovale e l’inizio del 2007. Il di Casalmaggiore che raffi gura la “Trinità” intende ora recuperare i dipinti del Ghislina fi rmato da Marcantonio conservati nella chiesa del Vecchio Ospedale. Gli Ghislina, e una antica altri dipinti restaurati dai Sanguanini sono stati: tela raffi gurante i santi “S. Nicolò, S. Andrea, S. Francesco da Paola” di “ Simone e Giuda Marcantonio Ghislina ( prima metà secolo XVIII), Taddeo” attribuibile a “Ritratto di Sibilla Persica” ( copia del Guercino, Camillo Rama. prima metà secolo XVII), sei ritratti provenienti Le opere sono pregevoli dalla Fondazione Conte Busi Onlus ( Gentildonna testimonianze del disperso con cappello, Anna Maria Faita Porcelli, ritratto patrimonio d’arte del di gentiluomo, ritratto di gentildonna, Lorenzo Comune, appartenenti a Badalotti, Luigi Chiozzi). Poi una serie di quattro chiese soppresse e conservate dipinti raffi guranti Mosé, Aronne, Giosué e “Trinità” presso la scuola di disegno G. Bottoli Davide, del secolo XVIII. Marcantonio Ghislina di Casalmaggiore. La serata è stata sec.XVIII prima metà cm 145 x 105 introdotta dall’assessore alla cultura Francesco Sanfi lippo, e poi hanno preso la parola Giovanni Rodella, funzionario di zona della Soprintendenza delle province di Brescia, Cremona e Mantova. “Simone e Giuda Taddeo” Rodella ha apprezzato la qualità del museo intestato attribuibile a Camillo Rama, pittore nato a Brescia e morto intorno al 1622. Fu il migliore allievo di Palma il Giovane. Lavorò per numerosi a Giuseppe Diotti, sottolineando la sua importanza edifici di Brescia, per il refettorio dei Carmelitani e le chiese di S. per far risplendere le dispersioni artistiche della Gioseffo e S. Francesco. zona. In seguito sono intervenuti i restauratori di Rivarolo Dario e Marco Sanguanini, che con le stagiste Elisa Raschi di S. Michele in Bosco e Sara Sarzi Amadè di Breda Cisoni hanno curato i restauri delle opere. Dario Sanguanini ha illustrato le varie fasi e i relativi restauri ( dalla fase diagnostica, agli esami rifl ettografi ci, agli interventi specifi ci attuati). L’attenzione maggiore, fra le Le opere sono pregevoli 14 opere, è stata dedicata al dipinto della Trinità, un ovale di cm. 145 x testimonianze del 105, opera giovanile di marcantonio disperso patrimonio Ghislina, e una tela di cm. 176 x 152, raffi gurante i santi Simone e Giuda d’arte del Comune, Taddeo, attribuibile a Camillo Rama, appartenenti a chiese un noto pittore nato a Brescia e morto intorno al 1622, il quale fu il miglior soppresse e conservate allievo di Palma il giovane, e lavorò presso la scuola di per numerosi edifi ci di Brescia: per il disegno G. Bottoli di Refettorio dei Carmelitani e le chiese di San Gioseff o e San Francesco. Casalmaggiore Questo dipinto è legato all’altare

LA LANTERNA * ARTISTI RIVAROLESI 7 Storia di Rivarolo CENTO ANNI FA IL PAESE CAMBIAVA IL SUO NOME Giugno : da Rivarolo Fuori a Rivarolo Mantovano Il 30 giugno del 1907 Rivarolo Fuori assume la al centro, che fu detto Riparolo Dentro”. nuova denominazione di Rivarolo Mantovano. Il La nostra zona è stata sempre ricca di acqua per consiglio comunale di allora, in data 26 novembre la mancanza di arginature a governo del corso del 1905, delibera il cambiamento per darsi una chiara Po e dell’Oglio. Ricordiamo i ritrovamenti di resti distinzione dall’altro paese, Rivarolo di palafi tte nei campi adiacenti Dentro, appartenente alla provincia Il decreto del il Molino della Pieve. Pensiamo di Cremona. anche al reticolato della seconda Questa località, solo con il 1907 sancisce centuriazione dell’agro cremonese decreto del 13 aprile 1915, cambia che comprendeva il nostro territorio denominazione per chiamarsi defi nitivamente dissolvendosi nei terreni paludosi . l’appartenenza di non coltivabili. Infi ne ricordiamo Ritornando a Rivarolo Fuori, quanto aff ermato dallo storico possiamo dire che il decreto del Rivarolo Fuori alla cremonese Giuseppe Bresciani, 1907 sancisce defi nitivamente di aver appreso dai documenti l’appartenenza alla provincia di provincia di Mantova antichi che la bassa cremonese, Mantova. Infatti non sono stati era attraversata ancora nel secolo dimenticati 350 anni di storia gonzaghesca che XI da un corso d’acqua parallelo al Po ( forse un ha lasciato nel borgo segni indelebili nella cultura, ramo o prolungamento dell’Adda?). Questo fi ume, Lapide in marmo nell’urbanistica, nei monumenti. L’appartenenza nella nostra zona si apriva formando un lago che posta sul torrione di Rivarolo Fuori a Mantova è durata anche sotto raggiungeva e comprendeva tutto il viadanese. di Porta Mantova e la dominazione austriaca, regalando alla stagione Verosimilmente un evento catastrofi co ha distrutto Porta Palma risorgimentale alcuni patrioti l’originario Rivarolo lasciando emergere solo di spicco, come Giuseppe due parti dell’abitato: l’una su un’isola o motta Finzi. all’interno del lago (Riparolo dentro), l’altra Da quando Rivarolo porta sulla parte alta a settentrione (Riparolo fuori). La l’appellativo “Fuori” e l’altro toponomastica dei due paesi si adegua alla nuova “Dentro” non è possibile situazione fi sica del territorio. Esempio analogo si stabilirlo con certezza, perché ha in provincia di Bergamo dove esistono i paesi non esiste un documento di Rota Dentro e Rota Fuori, divisi da un corso specifi co. L’occasione del d’acqua . Pensiamo pure alla analoga situazione centenario dell’abbandono creatasi a Torricella dove il Po, deviando il corso, di questo termine ci porta a ha spaccato il paese dando origine a Torricella del rovistare negli studi di molti Pizzo (Cremona) e a Torricella Parmense (Parma). storici locali per cucire una spiegazione plausibile. Gli storici ci raccontano di una grande inondazione La condivisione o meno di questo articolo, del Po avvenuta nel 1085, seguita poi dalla carestia. Cippo con indicazione mi auguro, solleciti ricerche più approfondite Che sia stato questo il momento fatale? Sta di fatto stradale esistente per soddisfare la curiosità inevitabile su questo che proprio con il secolo seguente cominciano ad accanto alla chiesa argomento. In origine, possiamo azzardare questa essere diff erenziati i due Rivarolo. Questa situazione del Vho di ipotesi, esisteva una unica trova nel secolo successivo una collocazione località chiamata Rivarolo, politica: Rivarolo Dentro rimane incorporato al o meglio Riparolo, situata territorio della bassa cremonese sotto l’infl usso di in riva ad un corso d’acqua. Milano; l’altro Rivarolo ne rimane fuori perché Il dizionario toponomastico ne fu investito il Marchese Cavalcabò il 4 ottobre della Utet aff erma: “Rivarolo 1366. vuol dire piccolo luogo Questi signori, nel secolo XV, vendono Rivarolo sulla riva”. Padre Serafi no Fuori a Gianfrancesco Gonzaga (1420), primo Zaff anella, competente in marchese di Mantova. L’interesse dei Gonzaga toponomastica, ci fornisce per Rivarolo Fuori era dato dalla presenza del la spiegazione della parola castello, punto strategico di confi ne. Entrambi i “riparolo” : parte radicale –ripa Rivarolo rimasero comunque soggetti alla Diocesi -, suffi sso primario –ar -, più la di Cremona, che acconsentiva il mantenimento desinenza –olo- , che signifi ca dell’antica giurisdizione abbaziale di Leno. agglomerato di abitazioni Il confi ne dei due stati, segnato dal corso d’acqua poste lungo la riva. “L’abitato che scorreva tra i due Rivarolo, è riconoscibile pure posto lontano dal centro della ai giorni nostri nel tracciato del cavo Spinospesso, valle –dice lo Zaff anella-, fu che diventa canale Navarolo vicino a Villanova, denominato Riparolo Fuori segnando per un lungo tratto il confi ne attuale tra in contrapposizione all’altro la provincia di Mantova e quella di Cremona. Riparolo, situato più prossimo FRANCESCO BRESCIANI

8 GIUGNO 2007 Tesi di Laurea TESI UNIVERSITARIA SULL’ENTE CULTURALE RIVAROLESE L’attività culturale della Fondazione Sanguanini di Rivarolo La dottoressa Carla Previdi, laureata nel “Corso rivarolese. Lui stesso studiò a fondo lo Statuto per la di Laurea specialistica in Giornalismo e Cultura costituzione di questo ente al fi ne di poter conseguire Editoriale “, ha discusso nello scorso mese di aprile la da subito i risultati prefi ssati. E questo suo desiderio sua tesi ( che gli ha valso il punteggio di 110 e lode) divenne subito realtà. Dopo la fi rma del decreto su “La Fondazione Sanguanini Rivarolo Onlus di regionale che ne sancì la costituzione, il consiglio di Rivarolo Mantovano: inizi e attività: 1992-2005”. amministrazione comunale diede il via alla nuova Gli esaminatori erano il relatore prof. Arnaldo Ganda struttura denominata “Fondazione Sanguanini e il correlatore Dott. Antonio Aliani. La tesi di laurea Rivarolo”. Terminati i lavori di ristrutturazione (disponibile presso la biblioteca della Fondazione e completate le relative pratiche, la Fondazione Sanguanini), inquadra la Fondazione ha sottoscritto il 4 aprile 1994, con il Comune di Nella tesi di Carla nel contesto territoriale e nello Rivarolo, una convenzione che concede alla stessa scenario delle biblioteche moderne. La l’uso gratuito, per 99 anni, dei locali usati per la Previdi viene diff usione a livello internazionale dei biblioteca. inquadrato anche il sistemi di rete per la trasmissione dei Carla Previdi poi si soff erma sullo Statuto, articolo dati e l’ampliamento della domanda per articolo, con l’atto costitutivo di fondazione e contesto territoriale di servizi richiesto dall’utenza, hanno il decreto di riconoscimento giuridico. Poi iniziano di un piccolo rivoluzionato il vecchio sistema di i primi passi della Fondazione, la sua attività, il gestione delle biblioteche: la biblioteca servizio di biblioteca che occupano la seconda parte centro, che vanta non è più intesa come contenitore del della importantissima tesi di laurea. E questa è una un considerevole patrimonio librario ma diventa un carrellata stupefacente delle molte iniziative della patrimonio storico e centro attivo di cultura, di servizi e di Fondazione, dal libro su Kramer ai concerti, incontri documentazione a disposizione degli di letteratura, poesia, cinema, rassegne teatrali, corsi artistico utenti, di ogni fascia d’età e di ogni di ogni tipo e livello, sostegno alle scuole, premio livello culturale. Istituita nel 1985 di pittura e di poesia, attività editoriali, sostegno ma aperta al pubblico nel 1994, la Biblioteca della a prestigiose riviste mantovane, e tantissime altre Fondazione Sanguanini assume immediatamente iniziative. E poi i ricordi delle persone che hanno la sua veste ambiziosa che la porterà ad essere un fatto grande la struttura rivarolese: dal primo polo di riferimento culturale per tutto il territorio presidente Prof. Roberto Fertonani a Piergiorgio limitrofo rivarolese. Nella tesi di Carla Previdi viene Bresciani, che seppe dare un indirizzo tipicamente inquadrato anche il contesto territoriale di un piccolo culturale alla biblioteca, e poi il sindaco rivarolese centro, che vanta un considerevole patrimonio storico del tempo Stefano Alquati, che si lanciò nel progetto e artistico. Ma la Fondazione deve la sua esistenza, senza esitazioni, fi no all’attuale presidente Clemente Carla Previdi in primo luogo, all’ingegner Sala, dinamico nel proiettare la Fondazione sempre Guido Sanguanini, nato a più avanti nel tempo e nei confi ni. E poi i molti Rivarolo l’11 novembre 1905, volonterosi che hanno partecipato ai consigli, spinti il quale dopo aver trascorso solo dall’amore verso la cultura e il proprio paese. quasi tutta la sua esistenza a Molto ricca anche come appendici documentarie e Milano, dove si era laureato illustrazioni, il lavoro della giovane dottoressa Carla nel 1931 in Ingegneria Previdi segna decisamente un periodo felice della Industriale Meccanica al nostra comunità, ed é ormai impensabile Rivarolo Politecnico, decide di lasciare senza la Fondazione Sanguanini. il suo patrimonio per fondare La tesi di Carla Previdi è dedicata ai suoi genitori, una biblioteca che diventasse che hanno da sempre creduto in lei, nelle sue il cuore culturale di tutta capacità. E nel momento in cui si è trovata sola, la comunità rivarolese e ha continuato con grande convinzione a credere del territorio. Sanguanini nel suo progetto, regalando a tutti i rivarolesi un si adoperò affi nché la sua dono prezioso, una cavalcata entusiasmante su di un iniziativa fosse accolta con sogno nato nel cuore di un uomo che è diventato ora fervore ed interesse dalla indelebile realtà. Amministrazione Comunale R.F.

LA LANTERNA * TESI DI LAUREA 9 Ricerche d’Archivio UN LUNGO LAVORO DI RICERCA DI RENATO MAZZA Ritrovati gli Statuti Gonzagheschi del  riguardanti Rivarolo Fuori

Il ricercatore e studioso rivarolese come da ordine del governo austriaco. generale nel Principato di Bozzolo con Renato Mazza, ha ritrovato nelle Gli Statuti contenuti in questo codice Patente 1 luglio 1610. Mentre i fi gli di sue capillari ricerche sugli antichi furono approvati nel 1483 ed ebbero Antonio, pubblico Notajo, Paolo e Gian documenti riguardanti Rivarolo, una vigore non solo in ma Maria furono poi Capitani delle Milizie copia degli Statuti Gonzagheschi del anche in Rivarolo Fuori, , San pedestri di Cividale, e Gian Maria poscia 1483, leggi ancora in vigore a Rivarolo Martino dall’Argine, Bozzolo, , anche Pretore in ed in fi no alla metà del 1700. Pubblichiamo , Isola Dovarese, Rivarolo. alcune note ed osservazioni sugli e Commessaggio. Questi Gian Maria è certamente il Statuti a cura dello stesso studioso. Sono divisi in 2 libri, con 329 capitoli nostro Ioanne Maria Del Bue che ha l’uno e 156 l’altro, oltre a vari editti, trascritto questo manoscritto. Altro INTITOLAZIONE COMPLETA ordini e grida, emanati successivamente fi glio di Antonio, altro Giovanni, fu “Statuta et Ordines ac decreta Civitatum dia Gonzaga signori di Sabbioneta, oltre Pretore in Piadena, in Ostiano ed in Bozuli, Sablonetae, Oppidi Riparolo a 3 dettagliatissimi indici per un totale Pomponesco ed infi ne Delegato della Foris, àc Terrarum S. Martini ab Aggere, di ben 109 carte sulle totali 325. Regia Giunta Governativa istituita da Insulae Dovariensis, Pomponisci, àc S.M.I.R. Maria Teresa in Bozzolo con Ostiani, Commessaddij.” Que ad propiam IL TRASCRITTORE IOANNES MARIA DEL BUE Rescritto del 14 dicembre 1767. usum, et comodum cum Indice copiosovi, Trattasi certamente di quel Giovanni quami in alijs viverim, transcripsi, et Maria del Bue che fu dal 1713 il I GONZAGA CHE VARARONO GLI STATUTI respective confeci, otiosis temporibus, ego diciannovesimo Pretore a Rivarolo Foris Il 18 giugno 1415 Rivarolo Fuori Joannes Del Bue I. V. D. Riparolo Foris dopo i primi tre vicari Pretoriali, come (con Viadana, Cividale, Cizzolo Anno Domini 1749. riportato dal Bologni nelle sue famose e Montesauro) era entrato a far Gubernante tunc, atque juradicente, Memorie Storiche di Rivarolo Fuori. parte dello stato mantovano sotto illustrissimo Pretoris titulo, Domino Iuris (Ediz. Feraboli 1847, cap. IV, Serie dei Gianfrancesco Gonzaga, venendo consulto Ianne Maria Del Bue, Nobili Parrochi, Pretori e Notaj, pag. 48). sottratto ai Cavalcabò. Con la morte Bozulensi, ac Sablonatensi, Genitore mei Il Pretore era il magistrato, ovvero il del 1° Marchese Gianfrancesco Gonzaga amatissimo. giudice ordinario civile e penale. Il primo (1444) si divenne alla prima divisione Obiit die 16 Julij 1749, hora XVI,meo dei vicari Pretoriali di Rivarolo fu Giulio dello stato mantovano tra i suoi quattro cum maximo memore. del Bo nel 1550. Il secondo Battista fi gli. A Ludovico (primogenito 5-6- Mignoni. Il terzo Cesare Magnani 1414) viene assegnato il marchesato CARATTERISTICHE DEL MANOSCRITTO nel 1567, indi li seguenti Pretori fi no costituito dal distretto mantovano, la Il manoscritto ritrovato é una copia al numero di 22 nomi, fi no a quando rocca di Borgoforte e le terre possedute del 1749-1751 da me ritrovata dopo la giurisdizione fu concentrata, il 4 nel veronese. Ludovico, che a 19 255 anni nell’archivio della Biblioteca febbraio 1772, in quella della Pretura di anni aveva sposato nel 1433 Barbara Universitaria di Pavia, Inventario dei Bozzolo. di Brandeburgo, nipote undicenne manoscritti Ticinesi, pag. 435, n° 191 ( Il Bologni, alle pagine 57-58 del libro dell’imperatore Federico III, fu un Manoscritto cartaceo del sec. XVIII). citato (capitolo V – Di alcune famiglie insigne mecenate e tra gli altri ebbe al suo È legato in pelle, 300 x 210 mm., cc. e Persone benemerite), riferendo “ La servizio Andrea Mantegna che lo ritrasse 325 (pagine 650). famiglia del Bue, altra nella Camera degli Sposi. “Com: Posteris suis descendentibus volta del Bo, il cui A Carlo (quartogenito) propriis Ioannes del Bue. stipite fu Antonio nel Gli Statuti sono la sono attribuiti i territori In frontespizio, 2 timbri con stemma 1400”, riporta i di lui fonte legislativa del cremonese, Isola sabaudo del Notajo Novaria Giuseppe. fi gliuoli Gian-Paolo, Dovarese, Rivarolo - Notajo in Bormio, provincia Angelo ed Antonio, che primaria per Fuori, Bozzolo, San Sondrio, dal 6-9-1864 al 1-8-1865 (non in data 4-12-1546 e 10- Martino dall’Argine, ha esercitato) 4-1549 ottennero per l’amministrazione Sabbioneta, Gazzuolo e - Notajo in Pavia – ha rogato in questa diploma del cardinale del comune di antico Viadana. Oltre al piccolo città dal 1865 al 1872. Ercole Gonzaga, tutore nuovo stato di Reggiolo Non è conosciuta la data in cui questo di Vespasiano, i titoli regime, ed avevano (dal 1444 al 1456) manoscritto sia fi nito alla Biblioteca di “Nobil Uomo” e di comprendente Gonzaga, Universitaria di Pavia. “Magnifi co”. valore entro i confi ni Luzzara e . Questo manoscritto, provenendo Angelo del Bue fu poi della circoscrizione Ventidue anni più da una collezione privata, a diff erenza consigliere e Decurione tardi Ludovico 2° di molti altri Statuti del Lombardo della città di Cremona territoriale per la Marchese di Mantova, Veneto contenuti nell’Inventario dei nel 1579, ed ebbe avendo nel frattempo manoscritti Ticinesi, non fu mandato un Giulio Dottor di quale erano stati ereditato tutti gli altri né a Milano nel 1816 né poi a Vienna leggi, Avvocato Fiscale emanati territori dai fratelli 10 GIUGNO 2007 SPECIALE Lizzagone Rivarolese 2007 GRANDE SUCCESSO DELLA FESTA RINASCIMENTALE Lizzagone Rivarolese, la festa al tempo dei Gonzaga manifestazione. L’epicentro è stata piazza Finzi illuminata dal fuoco con ai lati taverne, tende per armigeri, costruzioni e poi sputafuoco, trampolieri e artisti di strada. La serata conclusiva si è aperta con la sfi lata del gruppo e la proclamazione dei vincitori. A seguire la Focoleria e gli sbandieratori hanno presentato “lo transitar de le stagioni e de la vita”. ATTILIO PEDRETTI

È andato al gruppo rivarolese Animae Pravae la quarta edizione del Lizzagone Rivarolese, per l’inventiva e la fantasia con la quale il gruppo è ricorso nel riproporre giochi antichi come la trottola, il lancio dei cerchi ma soprattutto quello - ANNO XX N° 78 GIUGNO 2007 RIVAROLESE TRIMESTRALE DI CULTURA che più ha attratto: il gioco del topo. Consisteva nello scommettere in quale casetta di legno, fra otto, sarebbe andato il criceto che di volta in volta veniva liberato. Applausi anche per gli altri concorrenti: gli sbandieratori Terre dei Gonzaga, la Focoleria, il Gruppo dei Musici, i Trampolieri rivarolesi, il gruppo dei Frati Francescani. Il Lizzagone Rivarolese nasce dai grandi festeggiamenti che qui eff ettivamente si svolsero nel 1531 per il matrimonio fra Luigi “Rodomonte” Gonzaga e Isabella Colonna. La suggestione di rivivere quell’epoca e quelle atmosfere attraverso la sfi da del Lizzagone, ha portato in piazza migliaia SPECIALE DE INSERTO di persone. Circa 300 sono stati i rivarolesi coinvolti dalla Pro Loco nella

LA LANTERNA * SPECIALE LIZZAGONE RIVAROLESE 1 Lizzagone Rivarolese

2 GIUGNO 2007 2007

LA LANTERNA * SPECIALE LIZZAGONE RIVAROLESE 3 Lizzagone Rivarolese

Arrivederci all'anno prossimo Foto di Anna Manfredi

4 GIUGNO 2007 minori, riesce a comporre l’unità cedeva a Rodolfo e Ludovico, in cambio giuridica e amministrativa. territoriale del marchesato ricorrendo di Canneto, il possesso di Luzzara e Il perno della vita amministrativa all’investitura del nonno della moglie (riacquistato nel 1480 da comunale era costituito dall’assemblea del Sacro Romano Impero Federico Federico) e a Francesco e Gian Francesco, dei capi famiglia del comune, denominata III (Neustadt, 8 ottobre 1466), che in cambio di Viadana (istrumento del 16 anche consiglio generale, vicinia, vicinia gli concederà successivamente ( Gratz, giugno 1479), le terre di San Martino, generale o arengo. In genere tale organo 22 aprile 1478)anche l’investitura Gazzuolo, Commessaggio, Rodigo e il era formato da tutti i capifamiglia del perpetuo e libero dominio dei territorio di . originari, o terrieri del comune, anche Castelli e terre possedute nel distretto Infi ne Gian Francesco nel 1483 se talvolta il numero dei suoi membri cremonese tra cui Rivarolo, Bozzolo, promulgherà gli Statuti, che rimarranno era stabilito da norme locali ovvero San Martino, Commessaggio, Gazzuolo, in vigore nel loro feudo sino all’epoca erano di nomina signorile (Viadana e Belforte, Sabbioneta, Viadana, Dosolo, Teresiana (Parazzi, 1893-1899) nelle Sabbioneta). Dalle risposte ai quesiti Pomponesco, Isola Dovarese. Ma terre di Sabbioneta, Rivarolo, Bozzolo, diramati ai cancellieri delle comunità una epidemia di peste che infestò il San Martino, Gazzuolo, Rodigo, Isola dalla regia giunta del censimento di mantovano colpì Ludovico che muore a Dovarese e Dosolo, salvolievi diff erenze Mantova, redatte tra il 1772 e il 1777, il 12 giugno 1478 a soli cinquanta di trascrizione, perfettamente eguali, con risulta che in alcuni comuni non vi fosse giorni dall’investitura imperiale. una vicinia, ma solo un consiglio Lo stato mantovano viene nominato dal magistrato camerale quindi smembrato nuovamente di Mantova (Commessaggio, e diviso tra i cinque fi gli maschi Pomponesco, Rivarolo). di Ludovico. Al primogenito Questi Statuti sono stati Federico (1441-1484) lasciò promulgati in Mantova il 22 aprile il marchesato con le terre ex 1483. Joannes Francesco Gonzaga veronesi, le terre ex bresciane (Mantova 1446 - Bozzolo 28-6- di Mariana, , 1496) fi glio terzogenito di Ludovico , e le terre ex cremonesi II Gonzaga, con un ordine diretto al di San Martino, Commessaggio, vicario generale Giampietro Bonicelli, Gazzuolo e Belforte. promulga gli Statuti civili e criminali Al secondogenito Francesco del nuovo Stato comprendente le (1444-1483), cardinale dal comunità di Sabbioneta, Bozzolo, 1461, perché governasse insieme Rivarolo Fuori, San Martino, Isola al fratello Gian Francesco (1446- Dovarese, Pomponesco, Ostiano e 1496), poi capostipite delle linee Commessaggio. Nello stesso ordina di Sabbioneta, le rimanenti terre che gli Statuti entrino in vigore ex cremonesi di Sabbioneta, “cominciando a calende di giugno”, Bozzolo, Rivarolo Fuori, Isola ovvero dal 1° giugno 1483. Dovarese, Pomponesco e Gli Statuti sono stati redatti, per Viadana, la quale ultime terra, Gianfrancesco Gonzaga, dal suo il primogenito Federico all’atto vicario generale dottor Giampietro di eseguire la volontà del padre, Bonicelli, e da Tommaso Arrivabene volle cambiare con Rodigo. A commissario generale per il fratello Rodolfo (1452-1495, morto Francesco, cardinale dal 18-12- nella battaglia di Fornovo) e 1461. a Ludovico (1458-1511) le Nella compilazione si giovarono rimanenti terre ex bresciane; a delle leggi e grida degli antichi conti Rodolfo veniva inoltre attribuito di Sabbioneta, e degli Statuti di il possesso di Suzzara (capostipite delle l’aggiunta però di qualche particolare Cremona, Mantova e Casalmaggiore. linee di Luzzara e Castiglione). disposizione relativa ai nominati luoghi. Tali Statuti, pur con varie aggiunte e Le nuove investiture concesse nel modifi cazioni, sono rimasti in vigore giugno del 1479 dall’imperatore COSA SONO GLI STATUTI sino al XVIII secolo, quando lo stato Federico III sancirono defi nitivamente Gli Statuti sono la fonte legislativa di Sabbioneta venne a far parte del lo smembramento dello Stato primaria per l’amministrazione del dominio austriaco del Lombardo mantovano. Questa divisione del comune di antico regime, ed avevano Veneto sotto l’imperatrice Maria Teresa mantovano comportò la nascita di valore entro i confi ni della circoscrizione d’Austria (21 gennaio 1741). Dal 1748 quelle signorie gonzaghesche che territoriale per la quale erano stati il Principato di Bozzolo e il ducato di saranno di coronamento dello stato emanati; diventavano il terreno di Mantova passarono sotto il dominio mantovano e questo assetto territoriale confronto tra la volontà e la capacità del austriaco, come feudi dell’impero. rimarrà sostanzialmente inalterato sino governo del Principe e la possibilità della Il Catasto Teresiano di Sabbioneta e alla fi ne della signoria gonzaghesca nel comunità di conservare una propria Rivarolo entrò in vigore nel 1774. 1797. Nel 1771 il Principato di Bozzolo identità, se non una propria autonomia. Il manoscritto degli Statuti e il ducato di Sabbioneta furono infi ne Essi defi niscono in genere la struttura e Gonzagheschi del 1483 è oggi uniti al ducato di Mantova. Dopo l’organizzazione delle comunità soggette, consultabile presso la biblioteca della la frammentazione del 1478, furono specifi cando i ruoli e le funzioni degli Fondazione Sanguanini di Rivarolo concordate fra gli eredi alcune permute organi e degli uffi ci, oltre a dettare Mantovano. in base alle quali il primogenito Federico norme per la disciplina della loro vita ( a cura di RENATO MAZZA)

LA LANTERNA * RICERCHE D’ARCHIVIO 11 Mostre IMPORTANTE MOSTRA A RIVAROLO NEL 2008: I GONZAGA DELLE NEBBIE In esposizione il dipinto di Tiziano su Giulia Gonzaga

Si stanno gettando le basi, in questi giorni, di una cadetto di Bozzolo e Sabbioneta”. grande mostra che avrà luogo a Rivarolo Mantovano Le opere che costituiranno la mostra sono state nei mesi di aprile, maggio e giugno del prossimo anno. richieste a Musei nazionali ed internazionali (Museo La mostra, ideata dal rivarolese Roggero di Palazzo Ducale di Mantova, Museo Civico di Lo scopo Roggeri, già direttore del Museo Diocesano Como, Galleria degli Uffi zi di Firenze, Galleria di Pienza, sarà intitolata “I Gonzaga Palatina di Roma, Kunsthistoriches Museum di dell’esposizione è delle Nebbie”, una mostra iconografi ca Vienna, Castello di Ambras, e molti altri). e documentaria che sarà incentrata su Tra i dipinti presenti alla mostra, sarà senz’altro di valorizzare la dipinti e documenti riguardanti le dinastie disponibile il famoso ritratto del Tiziano conoscenza dei rami cadette dei Gonzaga che regnarono nei raffi gurante Giulia Gonzaga, proveniente da una territori di Rivarolo, Sabbioneta, Bozzolo, collezione privata. Oltre ai molti dipinti, la mostra cadetti gonzagheschi Gazzuolo e San Martino dall’Argine. comprenderà medaglie, documenti, frontespizi, Organizzata dalla Pro Loco, dalla mappe, calchi di statue, bassorilievi, riproduzioni, che hanno dominato, Fondazione Sanguanini, e dal Comune stampe, tavole araldiche, incisioni e piante del per secoli, questi di Rivarolo, lo scopo dell’esposizione è di Ducato di Mantova. In preparazione un esauriente valorizzare la conoscenza dei rami cadetti catalogo della mostra curato da studiosi di grande territori gonzagheschi che hanno dominato, per esperienza e specializzazione, tra cui Leandro secoli, questi territori. Le fi gure storiche Ventura, Gianvittorio Signorotto, Raff aele Tamalio, sono molte: dal famoso Vespasiano Gonzaga ai Giovanni Sartori, Flavio Rurale. suoi genitori Isabella Colonna e Luigi Rodomonte, Un grande evento che, secondo i curatori e gli Giulia Gonzaga, considerata all’epoca la donna organizzatori della mostra, sarà la più importante più bella del mondo, di cui è prevista nella mostra mostra Iconografi ca Gonzaghesca dopo la storica e l’esposizione del suo famoso dipinto eseguito dal leggendaria edizione mantovana del lontano1937. Tiziano, Giulio Cesare Gonzaga, Ferrante Gonzaga, Tra le priorità più sentite dal comitato Isabella di Novellara, e molti altri Gonzaga famosi organizzatore vi è certamente quella di stabilire che hanno creato le loro dinastie nelle terre tra Oglio stretti rapporti di collaborazione e sinergia con tutti e Po. La mostra si prefi gge di confrontarsi con il i Comuni che condividono, in toto od in parte, con personaggio e di rendere la sua fi gura viva e vitale Rivarolo, le medesime vicende storiche, facendo in mediante dipinti, immagini, documenti originali modo che la mostra funga da polo di attrazione e sulle sue imprese e sulla sua vita. Il periodo in cui possa suscitare interesse anche nei confronti di tutte la mostra vedrà la luce è previsto nei mesi di aprile, quelle località che sono importanti copratogoniste maggio e giugno 2008, durerà tre mesi e sarà curata degli argomenti in essa trattati. La natura dell’azione da importanti studiosi del settore, quali il prof. Ugo comune tra i vari paesi potrà esplicarsi in prestiti di “Giulia Gonzaga” Bazzotti e il prof. Leandro Ventura. Molti altri storici opere d’arte o documenti, in facilitazioni e sconti Tiziano dell’arte e maestri per la visita di monumenti dietro presentazione del d’arte lavoreranno ticket d’ingresso, fi no ad arrivare alla istituzione a questo grande e gestione comune di veri e propri itinerari evento che segnerà gonzagheschi che coinvolgono le varie località. Sarà non solo Rivarolo data la dovuta importanza anche alla realizzazione ma tutto il territorio di eventi collaterali da allestire, in modo seriale, circostante. La sede durante tutto il periodo dell’esposizione, allo scopo della mostra sarà il di mantenere costante l’interesse ele motivazioni dei palazzo comunale di potenziali visitatori. Tali eventi dovranno possedere Rivarolo, al primo un carattere che si armonizzi con la manifestazione e piano, nei vasti e rappresentare i molteplici aspetti della vita di corte e suggestivi ambienti del popolo in epoca tardo rinascimentale e barocca, quattrocenteschi facendo in modo che, chi giunge a Rivarolo, possa creato dagli stessi essere accolto da un’atmosfera simile a quella che Gonzaga. Il progetto troverà durante la visita della mostra. prevede la divisione Una particolare cura sarà inoltre dedicata alla dell’esposizione preparazione ed alla promozione di attività e percorsi in due sezioni: didattici rivolti alle scuole di ogni ordine e grado, “Araldica, prevedendo un sistema di visite guidate mirate alla Topografia, didattica museale e coinvolgendo gli istituti scolastici Genealogia” e “I in attività di ricerca e approfondimento. Gonzaga del ramo R.F.

12 GIUGNO 2007 Cronache curiose Tra cibo e sesso al “Royal Restaurant Buffet” di Rivarolo Mantovano Metti una sera a cena nella Bassa , fra le nebbie domande su dell’Oglio e le golene del Po. Sei in cerca di tortelli bigliettini anonimi, di zucca, e ci sono. Pregusti cotechini e li trovi. alla fi ne della cena Opti per la pizza, servono persino quella. vi risponderò. E – Iniziativa Ma il sessuologo no, proprio quello non avverte il professore, promozionale te lo aspettavi. non abbiate falsi Il professore dai capelli argentei, che si pudori, la sessualità va fi n che vuoi: il aggira fra i tavoli del “Royal Restaurant trattata alla luce del sole programma Buff et” di Rivarolo Mantovano, pronto e l’educazione sessuale fra un primo piatto e un bicchiere di deve essere aff rontata prevedeva otto Lambrusco a spiegarti “tutto quello che soprattutto in famiglia”. serate, tutte di avresti voluto sapere sul sesso e che non Cala il silenzio, si hai mai osato chiedere”, è una eccentrica compilano i bigliettini e, come alla lotteria al lunedì, quando sorpresa. Iniziativa promozionale fi n che momento dell’estrazione, la tensione si fa alta. dappertutto vuoi: il programma prevede otto serate, La prima domanda delude chi si aspettava quesiti tutte di lunedì, quando dappertutto i pepati. “Ho un’infi ammazione alla prostata: mi i ristoranti ristoranti sbadigliano. Ma l’evento è di devo astenere dai rapporti sessuali?” Il dottor Bossi sbadigliano quelli che hanno le carte in regola per taglia corto e consiglia semicupi freddi. E poi spiega intrigare. cosa sono: immersioni del bacino in acqua fredda Prima sera promozionale. Poche a scopo curativo. coppie, qualche single impacciato, un gruppo Ma il bello viene mano a mano che le domande si rumoroso di locali e ragazze brasiliane, amiche tipo fanno più scabrose. Il professore non si disorienta, studentesse universitarie, jeans, pailettes e tacchi da dispensa consigli, e invita a rapporti rilassati, vertigine. Si fa strada anche la telecamera della TV rispettosi del partner, eccetera, eccetera. locale ed è subito atmosfera da talk-show televisivo. Segue una lezioncina sull’aff ettività nella coppia. Maurizio Bossi, medico e sessuologo con parecchie E si va avanti mentre i commensali si spiano frequentazioni televisive, si lancia, microfono alla per scoprire gli autori e soprattutto le autrici dei mano, in una piccola introduzione. messaggini più piccanti: “Meglio in macchina, in “Comunicare, parlare di sesso a tavola – spiega cucina o in ascensore?” il docente-, non è un controsenso. Cibo e sesso, Al caff è il ghiaccio è ormai rotto. Ci si espone. Freud insegna, sono sempre andati a braccetto.” La più coraggiosa è Giulia: “ Il mio problema è con Superato lo scoglio del primo momento di i ragazzi di cui sono innamorata, sono impacciata e imbarazzo, parte il giochino. “Scrivete le vostre non mi lascio andare. Con gli altri invece…” Il prof abbozza una spiegazione, parla di ansia da prestazione e altre possibili spiegazioni. Gli occhi di tutti cercano il viso della ragazza. Che a prima vista appare per niente imbarazzata. Vai a sapere.

PIETRO PACCHIONI (dal “Corriere della Sera” A viso aperto Tra una portata e del 25-02-2007) l’altra, la risposta del sessuologo: è la trovata del ristorante Royal di Rivarolo per rilanciare le serate del lunedì.

LA LANTERNA * CRONACHE CURIOSE 13 Gusti e sapori del nostro territorio “Dal Pescatore” di Canneto Sull’Oglio fra i  migliori ristoranti al mondo

Sono sei i ristoranti italiani nella nuovi ingressi: Combal Zero (Rivoli- Naturalmente grandissima soddisfazione classifi ca dei migliori 50 del mondo che Torino) e Cracco Peck (Milano). Fra i da parte di tutto lo staff del famoso il 23 aprile scorso sono stati “nominati” migliori al mondo, però, la sfi da è stata ristorante “Dal Pescatore” di Canneto a Londra: fra loro si conferma “Dal tra il celeberrimo Ferran Adrià di El Bulli sull’Oglio, il quale ormai ha realizzato Pescatore” di Antonio e Nadia Santini. (Spagna, già primo nel 2002 e nel 2006) una vera e propria fi losofi a della cucina. e l’iper-creativo Antonio e Nadia Santini sono partiti Heston Blumenthal, dalla tradizione di famiglia per costruire padre della cucina la loro impostazione gastronomica, molecolare, chef successivamente, attraverso contatti con del “Fat Duck” i colleghi di altre regioni e di altri paesi, (Inghilterra), le loro fi nalità si sono parzialmente arrivato secondo nel modifi cate fi no a raggiungere un 2006 e primo nel equilibrio tra tradizione e innovazione. 2005. Primarie sono la ricerca continua della L’Inghilterra è qualità, il legame al territorio senza riuscita a battere però tralasciare la creatività. Nel tempo l’Italia, piazzandosi si va sempre di più verso una sintesi di addirittura terza impostazione: la cucina che propone ora con sette ristoranti “Dal Pescatore” passa attraverso il modo segnalati, e al di cucinare della madre di Antonio per secondo posto gli arrivare alla nuova sensibilità della moglie Stati Uniti, con un Nadia. Essa mantiene un forte legame con Un passo avanti rispetto al 2006, quando i gran numero di ristoranti multietnici. la tradizione, ma è in grado di rendersene ristoranti italiani scelti erano solo quattro. La Francia è al primo posto, tempio autonoma, per non stagnare in una La conferma del ristorante cannetese si della gastronomia mondiale. L’Italia sorta di fi ssità eterna e inopportuna e aggiunge a quelle del Gambero Rosso quarta, a pari merito con la Spagna, raggiungere invece originali equilibri e (San Vincenzo), Enoteca Pinchiorri con un dignitoso totale di sei ristoranti, armonie. (Firenze) e Le Calandre (Sarmeola di che rispecchia i voti di 651 giudici delle Rubano-Padova). E poi ci sono due maggiori testate gastronomiche mondiali.

Vini del nostro territorio È tempo di Lambrusco: il Rosso del Vicariato di

Costa sotto i tre euro, è fresco e fanno ora fatica ad alzare la testa…e i la Tenuta Pederzana di Castelvetro frizzante e con la cucina della pianura prezzi. (Modena) ha creato un vino fermo, l’ Padana è indispensabile. Non c’è bisogno C’è poi un fenomeno strano: alcuni, Ubi Maior, prodotto con uve grasparossa di scomodare Guareschi per riconoscere per il motivo di cui sopra, rinunciano al e col metodo dell’Amarone. Ed ho che a leggere i dati sulle tendenze è il nome Lambrusco. Eppure il superbo Gran quasi pianto davanti alla sua perfezione. Lambrusco il vino che oggi ha le carte Rosso del Vicariato, prodotto a Quistello Ancora due cenni agli ultimi assaggi: il in regola. La rivista “Spirito di Vino” (Mantova) dalla Cantina Cooperativa lo Lambrusco di Sorbara di Bicocche di ha messo il Lambrusco in copertina nel è a tutti gli eff etti, provenendo dalla rara Redù di Nonantola, fi nissimo ed elegante; mese di marzo, ed ha azzeccato, visto che ua lambrusco Ruberti. Ed è fermentato il Lambrusco Reggiano della Cantina proprio quest’anno c’è stato un inno al naturalmente in bottiglia come si faceva Coviolo di Reggio Emilia: dall’aroma vino quotidiano. Ma c’è un problema: una volta. Il Lambrusco Mantovano, con sembra una zuppa di fragole. Wow! per tanto tempo una politica scellerata quel colore velluto rosso, ha poi una serie lo ha messo sul mercato come un vino da vinnaioli da premio e col salame e i PAOLO MASSOBRIO corrente, come se nel Lambrusco non ci piatti di queste terre si abbraccia come un ( articolo tratto da “La Stampa” fossero valenze qualitative e i produttori amore. Per dire poi che il Lambrusco “ha i del 26-04-2007) che hanno puntato su qualità e sostanza muscoli”, una delle mie cantine preferite, 14 GIUGNO 2007 Editoria LA RIVISTA ESCE COL SOSTEGNO DELLA FONDAZIONE SANGUANINI RIVAROLO

Civiltà Mantovana: una rivista tra storia ed arte Grazie al sostegno della Fondazione Sanguanini riportati attraverso le ricerche svolte in numerosi Rivarolo Onlus è uscito il numero 123 della archivi di Stato italiani. prestigiosa rivista Civiltà Mantovana, diretta da Di Eufemio Andreasi, discendente della nobile Giancarlo Malacarne. famiglia mantovana, è il contributo intitolato “Gli Grazie al sostegno Il presente fascicolo, di cui si può Andreasi di Mantova e del mantovano”, cui si unisce della Fondazione richiedere una copia gratuita presso un albero genealogico aggiornato fi no ai nostri la biblioteca della Fondazione, si apre giorni. Sanguanini con un nuovo approfondimento di Sempre in tema di nobili parentele, di Giovanni Rivarolo Onlus è Renzo Margonari nella sua rubrica Freddi è il saggio “Monsignor Guglielmo Freddi. Mantova dei pittori. Sotto la lente è Un sacerdote mantovano del Novecento.” La vita uscito il numero Alberto Martini, artista simbolista, del prelato ( 1899-1977), parroco a Formigosa, 123 della prestigiosa del quale viene presentato un disegno direttore spirituale del Seminario Vescovile, quindi appartenente alle serie dedicata alla parroco a e cappellano dell’ospedale Carlo rivista Civiltà Divina Commedia e risalente al 1936- Poma viene attentamente vagliata, in particolare Mantovana, diretta 1937. Ovviamente l’illustrazione non pe gli anni della seconda guerra mondiale e del può non raffi gurare la fi gura di Manto, dopoguerra, periodo caratterizzato dall’aiuto che da Giancarlo alla quale la tradizione attribuisce la diede ai partigiani prima, quindi ai profughi e anche Malacarne. fondazione della città. agli ex fascisti perseguitati dalla milizia partigiana. Segue uno “scambio di vedute tra Leandro Ventura approfondisce quindi la due storici collaboratori della rivista”, intorno al datazione del ciclo cavalleresco di Pisanello, in restauro della Camera degli Sposi, uno di Luigi particolare alla luce di alcuni aspetti tecnici e Bottura e l’altro di Leandro Ventura, che ha formali che conducono due fasi distinte, la prima indicato come il restauro della picta possa aver tra 1432 e 1433, la seconda intorno al 1442 avuto a nocumento la presenza di una cinquantina È quindi il saggio di Andrea Bardelli, Arturo di persone diverse al lavoro in un cantiere non Bindelli, Francesco Bindelli ed Emiliano grandissimo. Zanotti intitolato “I Bonomi a . Quindi la seconda parte del saggio di Protagonisti dell’arte del legno e dell’intaglio in Marilena Dolci dal terra mantovana” nel quale viene ricostruita la vita titolo Congiure e dell’artigiano settecentesco Giovanni Bonomi, misteri alla corte dei attivo particolarmente nell’Alto Mantovano. Suo Gonzaga. Il processo capolavoro è ritenuto la monumentale sagrestia a Francesco Sicco. di Cavriana, ma molte sue opere sono ritrovate o Documentatissimo, il segnalate attraverso i documenti. testo narra del generale Curiose sono le pagine di Chiara Fanin, dal parente dei Gonzaga titolo “ Quella di Federico I contro gli Svizzeri. Una (per il matrimonio battaglia mai avvenuta”: si prende spunto dal ciclo con Caterina, fi glia dei Fasti gonzagheschi realizzati da Tintoretto per il naturale di Ludovico Palazzo Ducale, e in particolare si pone l’accento II) già fi gura di spicco sulla tela con Federico I Gonzaga libera Legnano durante i sette anni al dall’assedio degli Svizzeri nel 1478 . Una battaglia servizio di Francesco che sembra non aver mai avuto luogo. II (1484-1491)caduta Di Alessia Bertolazzi è l’articolo “Per non poi in disgrazie, dimenticare Belfi ore. Costantino Cipolla riscrive la condannata a morte storia dei martiri”, mentre di Paola Aleotti, Alessia e fuggita a Pisa. Gli Modé e Alessia Sempreboni è “Dimissioni protette. atti del processo Analisi di un’esperienza di rete tra ospedale e territorio rivelano i piani orditi rivolta a pazienti oncologici critici.” contro Federico I e Chiudono il volume le sezioni con le recensioni Francesco II, descritti dei libri, teatro e cinema. accuratamente e qui PAOLO BERTELLI

LA LANTERNA * EDITORIA 15 Recensioni librarie

Drammatiche caratterizzazioni della realtà umana Mi riesce diffi cile nella crisi della nostra tutto. società, soggetta a discontinuità epocali, con Nell’analisi acuta del suo stato si convincerà che tutto il culmine di violenza, prevaricazione e “la vecchiaia non è una battaglia: la vecchiaia è un individualismo sfrenato, evitare di recensire testi massacro” (pag. 106). Non trova certo conforto nei di serio impegno culturale che quella realtà di riti ebraici della sua religione a cui ha rinunciato fi n prefi ggono d’interpretare. dall’età di 13 anni; “non credeva nell’al di là e sapeva E il tema dominante è la crisi religiosa che toglie con certezza che Dio era un’invenzione e che questa ispirazione di ben operare per il prossimo e che getta era l’unica vita che avrebbe mai avuto” (pag. 116). l’uomo nella disperazione per la visione del nulla e Di fronte alla consapevolezza del suo declino fi sico della morte. Questa precaria e dolorosa situazione trova solo sollievo nella “nostalgia per i momenti è aff rontata nel romanzo del più noto più belli dell’infanzia” (pag. 86), mentre spesso Il tema dominante è e premiato scrittore statunitense, sotto le forme del sogno o negli ammonimenti di Philip Roth, “Everyman” (Einaudi, un becchino, intento a scavare fosse per i defunti, la crisi religiosa che 2007). Il titolo signifi ca “Ogni rivive le fasi dolorose e ammonitrici del suo fatale toglie ispirazione uomo” a indicare la globalità del destino di morituro. destino umano nella sua versione più Ben più tragico e denso di dolorose analisi di ben operare per naturale, quando lo si colga nell’arco psicanalitiche è il romanzo di Irvin D. Yalom il prossimo e che dell’intera esistenza, specie nel tratto “Le lacrime di Nietzsche” (Neri Pozza, 2006). Il fi nale della vecchiaia e delle malattie e racconto verte sulle vicende del fi losofo tedesco della getta l’uomo nella in prossimità del baratro della morte. “morte di Dio” e del “Superuomo” che, abbandonato disperazione per la Le vicende del protagonista sono e tradito dalla sua donna Lou Salomé, cade in una percorse a ritroso dalla sua sepoltura acuta prostrazione, prossima alla pazzia, spesso visione del nulla e con il relativo ossequio delle sue rivolta a manie suicide e aggravata da gravi malattie della morte benemerenze di pubblicitario e pittore, e da un’incipiente cecità. Le tristi condizioni di al riepilogo dei suoi tumultuosi Nietzsche ( 1844-1900) suggeriscono a Lou Salomé rapporti di fi glio, di padre e di sposo, attraverso di rivolgersi al celebre psicanalista e terapeuta J. tre matrimoni e relativi divorzi. E’ aff ascinato Breuer per tentare di guarirlo. Qui si inserisce un dalle giovani donne e vive intenso dialogo-scontro tra i due, entrambi coinvolti in un clima di esasperato in un identico dramma amoroso. Il romanzo è erotismo, divenuto spesso fi tto di crisi esistenziali, di reciproci suggerimenti l’attrattiva più appagante, di cure con scarse prospettive di risoluzione. Il quasi a voler soff ocare fi losofo nella sua disperata solitudine, la cui “unica l’onda dei rimorsi per la autorità da seguire è la ragione” (pag. 153) è alla trascuratezza grave verso ricerca della sua verità che lo aff ermi nella sua moglie, fi gli e amanti. caratterizzazione umana e individuale. Nietzsche si Lo aiuta in tale crisi prospetta il fi losofo del futuro con un’ardita tesi l’amore per la fi glia Nancy di un ipotetico “eterno ritorno”, pur rendendosi e la devozione, seppure conto, nel gioco esasperato di odio e amore, che invidiosa, per il fratello anche la verità, come Lou, è una illusione. Nel maggiore Howie. Ma il terrore di morire giovane come il padre, “incapace dramma che lo perseguita di credere alle favole della religione” (pag. 252), il e che diventa il centro della fi losofo è colto spesso da crisi di pianto e cerca di sua condizione umana superarsi ricercando una sua libertà assoluta. Come è il senso di precarietà estremo tentativo di guarigione Nietzsche parte della vita a causa delle per l’Italia verso “l’appuntamento con il profeta di varie malattie e delle nome Zarathustra”, il protagonista della sua opera numerose gravi operazioni più famosa. a cui è sottoposto e che lo portano a confrontarsi ERNESTO “GIOE” GRINGIANI con il “nulla” come fi ne di

16 GIUGNO 2007 Editoria UNA IMPORTANTE PUBBLICAZIONE STORICO-ARCHEOLOGICA

La riscoperta del castello di Piadena Nell’alto Medioevo a Piadena sorgeva un villaggio illustri ospiti con i loro seguiti ai tempi dei Canossa, tutto in legno che si estendeva su una superfi cie di lo si può supporre di ragguardevoli dimensioni. 85.800 metri quadrati. Il castello, che appartenne anche Almeno ai tempi del vescovo Sicario (sec. XIII), ma a Matilde di Canossa, ne occupava 6.000. Di tutto ciò sicuramente anche prima, possedeva strutture murarie è stato possibile solo studiarne una piccola che resistettero, almeno in parte, fi no alla fi ne del 1400 I piadenensi possono parte periferica nel 1984. I risultati di quella (in proposito Mons. Feudatari annunciò anni fa di aver storica campagna di scavi archeologici sono trovato il rogito di acquisto da parte del Platina e del andare fi eri di ora confl uiti in una pubblicazione intitolata fratello di una casa proprio all’interno del castello). “Scavi al Castello di Piadena”, a cura del In una carta militare del 1628 non c’è più traccia del una costruzione di Civico Museo Archeologico Platina, del castello. Comune e della Provincia, curato da Gian Oltre agli scavi relativi al castello, durante la ricerca cui si sa poco, ma Pietro Brogiolo e Nicola Mancassola. archeologica si è messo in luce un insediamento abitativo che certamente Il tema è aff ascinante: pur essendo sparito ben strutturato ai lati di un fossato centrale, con due da secoli e cancellate le tracce in tempi schiere di edifi ci in legno, paralleli tra loro e separati da visse momenti recenti per i lavori per la circonvallazione ristretti corridoi esterni. La disposizione delle abitazioni del paese, i piadenensi possono andare fi eri si mantenne pressoché inalterata nel corso del tempo, di splendore con di una costruzione di cui si sa poco, ma che con piccoli aggiustamenti e spostamenti di scarsa entità certamente visse momenti di splendore con che non cambiarono la topografi a generale d’insieme. A Matilde di Canossa, Matilde di Canossa, che qui ospitò Papi e fronte di questa staticità topografi ca, si nota una forte Imperatori, ed emanò numerosi documenti. attività costruttiva, con continue fasi di demolizione e di che qui ospitò Papi e Quello della Grancontessa è oggi un nome ricostruzione, realizzate mediante il riporto di livelli di Imperatori, ed emanò magico che fa sognare amministratori e terreno limo-sabbioso. In alcuni casi i vecchi perimetrali volonterosi animatori della Pro Loco, per (soprattutto le travi orizzontali) vennero lasciate in numerosi documenti organizzare percorsi, feste, mostre e giostre situ o tagliati alla base, mentre in altri casi vennero matildiche. Gli studiosi intervenuti nello completamente asportati e forse riutilizzati nei nuovi scorso mese di ottobre per la presentazione edifi ci, pratica questa ben nota dalle fonti medioevali. del libro, si sono distinti per la sobrietà dei loro Tutti gli edifi ci furono costruiti in materiali deperibili, interventi, consapevoli che la complessità della materia con abbondante uso di legno per i perimetrali, paglia lascia poco spazio alla fantasia. Il volume esce a distanza per il tetto e ramaglie intrecciate forse unite ad argilla di ben 22 anni da uno scavo eff ettuato in condizioni di per le possibili divisioni interne. Complessivamente, gli emergenza: gli scarsi fi nanziamenti e la fretta dei lavori scavi hanno documentato due tipi edilizi interamente in per la circonvallazione hanno imposto tempi brevi per legno: la casa quadrangolare con pali portanti collegati indagare un’area di 85.000 metri quadrati. a travi dormienti, prevalentemente monovano, solo in A proposito dell’altura scavata a Piadena, il prof. limitati casi con divisorio interno. Un secondo modello, Brogiolo ha lanciato un appello affi nché la Provincia senza altri confronti nel contesto scavato a Piadena, si faccia carico di conservare le ultime motte rimaste, contraddistinto da sei pali verticali lungo ciascuno dei risultati di stratifi cazioni che possono rivelare molto del lati maggiori. nostro passato. Solo in due edifi ci di Piadena è attestato un pavimento Il materiale recuperato durante ligneo e in questo caso i focolai sono all’esterno. Negli lo scavo tornerà a Piadena: sono altri edifi ci il pavimento è in terra battuta ed i focolari frammenti di suppellettili in accesi direttamente sui piani d’uso. Impossibile è invece ceramica grezza e pietra olliare ricostruire le vicende del dosso fl uviale prima del IX e manufatti in vetro, osso e secolo, anche se i ritrovamenti sporadici suggeriscono metallo, testimonianze della vita che il villaggio si sia sviluppato, plausibilmente senza quotidiana. soluzione di continuità, su una preesistenza di età Utile l’ultimo capitolo del romana. Per Piadena, la distruzione del sito non libro della dottoressa Bacchi sembra off rire ulteriori prospettive di ricerca; possiamo che ha lo scopo di inquadrare la solo ipotizzare che le sepolture alla cappuccina prive di situazione di Piadena nel contesto corredo, che rimandano ad un orizzonte cronologico territoriale del basso Cremonese altomedioevali, fossero forse in rapporto con la chiesa ed evidenziarne la felice posizione di S. Michele Arcangelo, ricordata nel documento del dal punto di vista strategico. Un 990. elemento, questo,che nel corso Il volume in oggetto riporta poi interessanti rilevazioni del tempo ne ha favorito lo sulla ceramica grezza rinvenuta, a cura di Nicola sviluppo urbanistico, economico Mancassola, e la pietra olliare grazie al contributo di e sociale. Chiara Malaguti. Poi in conclusione del volume, Il castello era probabilmente l’evoluzione di una villa importanti studi di Alessandra Marcante sul materiale romana del tardo impero. Sorgeva in una zona strategica, vitreo ritrovato, e sulle strutture territoriali tra antichità e sopraelevata, all’interno di un’ansa dell’Oglio. Al tempo Medioevo nel basso cremonese di Giuseppina Bacchi. del primo documento giunto fi no a noi, anno 900, il Il volume sugli scavi del castello di Piadena è complesso è una realtà ben strutturata e fortifi cata con disponibile presso la biblioteca della Fondazione una cappella dedicata a San Michele Arcangelo. Se ebbe Sanguanini. LA LANTERNA * EDITORIA 17 Gente di Cividale

La famiglia patriarcale di Lucia Zanassi Il “mestiere di genitore”, per parecchi motivi, pronte al bisogno di ognuno se era necessario. Durante è sempre più diffi cile e impegnativo. Si ha sempre la bella stagione si andava a lavorare in campagna e più paura di sbagliare, sia nel concedere che nel già da piccoli svolgevamo lavori come lo spannocchiare, pretendere e nel proibire.Certi complessi, si sa, vendemmiare, raccogliere l’erba, e si tirava avanti senza possono anche nascere da condizionamenti subiti troppe pretese. Ci si alzava al mattino presto, le classiche nell’infanzia, nella fanciullezza. levatacce: la scuola, le fatiche e la suddivisione delle Ora che siamo entrati nel terzo attività tra i fratelli, i lavori nella stalla. Poi la bellezza Oggi è tutto molto millennio, padri e madri, per quanto delle lunghe placide serate invernali, le feste ricorrenti, diverso, però rimane giovani, hanno l’idea di una gioventù i balli, i riti religiosi, il piacere di stare insieme, la che gli è sfuggita di mano, diffi cile da sistematica abbandona della prole. Le donne, talvolta sempre la nostalgia comprendere rispetto a quella di venti o “schiavizzate”, condividevano la sorte dei mariti, dei verso quelle grandi trenta anni fa. padri e dei fratelli; qualche volta si andava a ballare, Oggi c’é sempre anta fretta, i fi gli in qualche casa vicina, e con una sola fi sarmonica che famiglie patriarcali a scuola e i genitori al lavoro; questi, suonava ci si divertiva molto, facendo anche tardi. Un che hanno segnato rincasando tardi e stanchi, non hanno modo di vivere ben diverso da quello di oggi, ci si voleva voglia di preparare la cena, consumarla bene e quel poco che avevamo si apprezzava di più.” la storia del nostro assieme seduti ad un tavolo. Uno si Un tempo non tanto remoto, l’obbedienza era prepara un panino e se lo mangia sicuramente frutto dell’autoritarismo. L’esempio, il territorio fi no alla davanti al televisore, magari guardando convincimento, il ragionamento regolavano i rapporti seconda metà del la partita, o ascoltando la musica. Una reciproci in famiglia, meglio ancora se numerosa. La tavola imposta a tutta la famiglia, in famiglia Zanassi era sicuramente uno degli esempi secolo scorso. questi tempi, è considerata un supplizio, di famiglia che corrisponde alla descrizione. Il padre un’insoff erenza. Ma ogni tavola che Luigi e la moglie Angela Cipriani con otto fi gli, manca in una casa, è una intesa che cede, perché cinque nuore e tanti nipoti, vissero per parecchi attorno alla tavola ci si parla, ci si scambiano gesti e lustri tutti assieme nella cascina alla “ Val dal Fét”. parole anche aff ettuose. Nella foto scattata nella seconda metà degli anni Questo non succedeva alla famiglia Zanassi nella ’20, li ritrae nel cortile della cascina col patriarca prima metà del secolo scorso. A raccontarci un po’ Luigi al centro; alla sua sinistra la moglia Angela, della sua infanzia, vissuta in una grande famiglia la “risdura”; dietro gli otto fi gli: sette maschi e una patriarcale, è la signora Lucia Zanassi di Cividale, femmina (Giovanni, Attilio, Enrico, Guelfo, Lucia, classe 1931. Pierino, Giuseppe detto Pino e Albino); sedute “Quando ero ragazzina – dice-, nonostante tutto, davanti ai propri mariti le cinque nuore; in primo non ho mai sentito la solitudine, perché nella “ Val piano i diciassette nipoti, e negli anni successivi ne dal Fét”, in una delle cascine vicino al fi ume Oglio, nasceranno altri ancora… nel territorio di Gazzuolo, dove sono nata, le famiglie Enrico (terzo da sinistra col foulard nero al collo) erano pressoché tutte uguali: povere in canna, ma sposa Santina (terza da sinistra col piccolo Annibale sulle ginocchia e Ruggero e Dirce davanti), e dalla loro unione nascono otto fi gli: Ruggero nel 1924, Dirce nel 1925, Annibale nel 1927, Olga nel 1929, Lucia nel 1931(la quale nel 1955 sposerà Efrem Braga e sarà l’unica che rimarrà ad abitare a Cividale), Primo nel 1940, Luigi nel 1942 e Angiolina nel 1944. Nei simpatici ricordi di Lucia Zanassi è ancora vivo e nitido il rigore di nonna Angela Cipriani, che ubbidendo al marito era rispettosa degli orari dei pasti e specialmente della cena: “Alle sette di sera dovevamo tutti essere a letto. Prima, tutti attorno ad un grande tavolo, la nonna ci scodellava la

18 GIUGNO 2007 minestra, un po’ di pane e pietanza e via…Dovevamo alcuni anni a San Michele in Bosco, dove continua lasciare lo spazio ai grandi che tornando dal lavoro il suo lavoro nei campi. Poi i fi gli ormai grandi per consumare la cena, cosa primaria, non volevano decidono, assieme al padre, di cambiare attività e nel urla di bambini attorno al tavolo, dove, mangiando, 1950 tutta la famiglia si trasferisce a Cividale dove si scambiavano gli argomenti della giornata. Nonna per tre anni gestisce un’osteria al centro del paese. Angela preparava spesso la sfoglia per le tagliatelle, In quegli anni, dopo la guerra, comincia a riprendere impastando uova e farina fi no ad ottenere un fagotto la vita normale. Alcuni fi gli di Enrico iniziano una liscio e compatto che stendeva poi col matterello nuova attività inerente l’agricoltura. A Cividale riducendola a una sfoglia sottile, alternando spruzzi di furono i primi a portare l’innovazione delle ruspe farina perché non si attaccasse. Era bello osservare quei coi cingoli e con questi potenti mezzi lavoreranno suoi scatti di gomiti e di polsi: premeva, alleggeriva, per alcuni anni nei campi del circondario livellando distendeva e riaccorpava, poi la faceva riposare, terreni, bonifi candone la produzione. Le macchine quindi asciugare per poi passare alla seconda, rapida ingombranti costringono la famiglia a traslocare di operazione che consisteva nel piegamento della stessa e nuovo e per quindici anni andranno ad abitare nella ricavarne i tagliolini con un lungo coltellaccio. Quante corte Ercole, ora scomparsa e sostituita con nuove cose faceva mia nonna! Ricordo quando provvedeva case, sempre a Cividale, in via Vittorio Veneto. a comprarci al mercato i “sgalmarén” per noi nipoti. Sicuramente anche allora ci saranno state tra Non erano certo calzature morbide e colorate, bensì genitori e fi gli tante incomprensioni, ma certamente di legno, che camminando producevano un rumore meno traumatiche di oggi, perché i giovani non simile a quello dei ballerini di tip tap; queste calzature conoscevano alternativa rispetto alla dipendenza dovevano durare parecchio e spesso venivano passate ai della casa d’origine. Oggi è tutto molto diverso, fratelli minori. Nella bella stagione andavamo tutti a però rimane sempre la nostalgia verso quelle grandi piedi scalzi.” famiglie patriarcali che hanno segnato la storia del Col passare degli anni la famiglia si allarga sempre nostro territorio fi no alla seconda metà del secolo più e papà Enrico coi suoi otto fi gli decide di uscire scorso. dal nucleo ormai troppo numeroso stabilendosi per ROSA MANARA GORLA

Curiosità botaniche del nostro territorio ARISTOLOCHIA

Famiglia: Aristolochiacee Apuleio ne raccomandava l’utilizzazione dei semi e in genere in tutta la famiglia delle Araceae. come rimedio contro i malefi ci mentre in molte Nomi botanici: Aristolochia clematitis parti degli Stati Uniti, specie nel Middle West, si usa Dove si trova: la pianta è molto diff usa. È appendere fasci di questa pianta fuori dalle porte possibile osservarla lungo le sponde dei canali e Descrizione: pianta di 30- 70 cm di altezza; fusto quale rimedio contro il malocchio e la sfortuna. lungo i margini dei fossi. non ramifi cato e fl essuoso; foglie ovato-cuoriformi, Nel medioevo, poiché sia il fi ore che le radici DAVIDE ZANAFREDI verde chiaro, lunghe 6-10 cm; fi ori in gruppi di 2- ricordano rispettivamente la lingua e il corpo di 8 alle ascelle fogliari, con tubo ricurvo e rigonfi ato un serpente sinuoso, la si utilizzava, per l’antica alla base, giallastri; stami 6; il frutto è una capsula dottrina della segnatura, come rimedio contro i ovoidale che ricorda un piccolo melone o una pera. morsi di serpente. In genere con scarso successo ! Fioritura: da Maggio a Luglio. Nonostante la sua importante azione sulle partorienti, negli anni ’80 si è scoperto che uno dei Etimologia: il nome del genere deriva dal greco suoi principi attivi, l’acido aristolochico, possiede àristos che signifi ca “ottimo” e da lochéia che un’azione cancerogena. Per questo motivo è signifi ca “parto” in riferimento alle sue proprietà stata bandita sia da ogni uso erboristico sia come medicinali. Poiché spesso si sostiene su altre piante, componente dagli integratori alimentari. il nome della specie la collega alle clematidi. Particolare è il sistema di fertilizzazione dei fi ori. L’impollinazione è eff ettuata a opera dei moscerini Curiosità: l’aristolochia è stata usata nell’antico e altri piccoli insetti: all’interno del calice piccoli peli Egitto, nell’Europa medievale e dagli Indiani rigidi rivolti verso il basso impediscono al moscerino d’America per diversi secoli come pianta in grado di entrato di uscirne. A impollinazione avvenuta, i favorire le contrazioni uterine e dunque per facilitare peli interni si affl osciano permettendo così la fuga il parto. dell’insetto il quale verrà attratto da altri fi ori di Il nome corrente è dovuto a Paracelso che sembra aristolochia. Tale meccanismo di impollinazione è utilizzasse moltissimo tale erba. possibile riscontrare anche negli Arum e nelle Calle

LA LANTERNA * CURIOSITÀ BOTANICHE DEL NOSTRO TERRITORIO 19 Il nostro dialetto

LESSICO RIVAROLESE (43)

36. murbèn: s.m. ~ “brio, allegria, buonumore” / LOC avìg al murbèn, ‘essere sovreccitato, avere buon tempo‘, detto di altri con tono di riprovazione; cavas al murbèn, ‘togliersi lo sfizio‘, ma cavà al murbèn vale ‘far passare la voglia di scherzare‘ • Voce diffusasi a partire dall’ant. agg. sett. morbio ‘morbido, tenero, allegro‘ (lat. mŏrbidus), cui può essersi incrociato il termine morbo ‘malattia, contagio‘ (lat. mŏrbus) // Cfr. mant. ven. trent. friul. morbìn ‘vivacità, brio, voglia di far festa‘. [DEDI 288]

37. muscaröla: s.f. ~ “arnese per proteggere i cibi dalle mosche”, a forma di gabbia appesa al soffitto e ricoperta di una rete a maglie sottili • Lat. muscāriu(m) ‘scacciamosche‘, da mŭsca(m) // Cfr. ital. moscaiola. [DEI 2515]

38. mantèn: s.m. ~ “tovagliolo” • Lat. mantēle ‘salvietta‘, composto di mănus (‘mano‘) e tērgere (‘detergere‘) // Cfr. ital. mantile, crem. e venez. mantìl, lig. mantìlu (‘fazzoletto’), piem. mantilòtt, mil. e mant. mantìn, cremon. mantéen, parm. mantén. [DEI 2355; DEDC 133]

39. maràsa: s.f. ~ “grossa accetta dalla punta a roncola” / DER (dimin.) s.f. marasöla, attrezzo di forma analoga ma di minore dimensione • Lat. marra(m) ‘sarchiello‘, da cui il lat. mediev. maraciu(m) ‘coltellaccio‘ // Crf. ital. di area tosc. marazza ‘coltello‘ e marrancio ‘mannaia‘, ital. merid. marrazzu ‘grossa zappa‘, provz. mod. marras e spagn. marrazo ‘ascia da legnaiolo‘; nei dial, cfr. cremon. maràs ‘ferro da taglio‘, mant. maras ‘accetta‘, crem. marasc / marascia e piac. marazza ‘id‘, lig. or. maràzu ‘grosso coltello‘. [DEDC 133; DEI 2372-3]

40. marübèn: s.m. (invariabile nel numero) ~ “specie di raviolo, tortellino cremonese” • Lat. marrubiu(m) ‘marrobbio‘, cioè un’erba perenne che cresce spontanea ai lati delle strade: i suoi steli frastagliati avrebbero ispirato la denominazione di questo tipo di tortellino, che in effetti presenta bordi seghettati e conformazione simile ad un bocciolo contornato da foglie // Voce esclusivam. cremon. (marübèen). [DEDC 138]

41. màsa: s.f. ~ “massa, mucchio, gran quantità” / LOC. màsa dal rüt ‘letamaio, concimaia‘ (vd. rüt) • Lat. massa(m) ‘pasta‘, poi passato ad indicare ogni cosa che costituisse un muccio o un cumulo, e di nuovo specializzatosi in ‘podere‘ (da cui una lunga serie di toponimi) // Voce di area romanza occid. (cfr. fr. masse) penetrata anche nelle lingue germaniche (cfr. ted. Masse e ingl. mass). CLAUDIO FRACCARI

La Fondazione Sanguanini Rivarolo Onlus comunica che i futuri corsi organizzati presso la biblioteca saranno certifi cati dall’Istituto Statale di Istruzione Tecnico Scientifi ca “E. Sanfelice” di Viadana, con validità per ogni uso consentito dalla legge.

ARREDAMENTI BETTINELLI BETTINELLI SERGIO srl - S.da Provinciale per Bozzolo - 46017 RIVAROLO MANTOVANO (MN) PREMIO Tel. 0376.99289 - fax 0376.959084 - [email protected] QUALITÀ E CORTESIA