COMMITTENTE:

APPALTATORE: A.T.I.

PROGETTAZIONE:

DIREZIONE DEI LAVORI:

PROGETTO ESECUTIVO

LINEA FERROVIARIA -TARANTO RADDOPPIO IN VARIANTE DEL TRATTO DI LINEA FERROVIARIA BARI S.ANDREA – BITETTO ARCHEOLOGIA Relazione archeologica Verificato Data Approvato Data SCALA:

- COMMESSA LOTTO FASE ENTE TIPO DOC.OPERA/DISCIPLINA PROGR. REV. L 0 2 5 0 0 E Z Z R G A H 0 0 0 0 0 0 1 A

Revis. Descrizione Redatto Data Verificato Data Approvato Data Autorizzato / Data

E.Vitale R.V.Loliva G.Loliva A Emissione 23/07/2012 23/07/2012 23/07/2012 C. Listorti

File: L02500EZZRGAH0000001A : n. Elab.: RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 2 DI 70

I N D I C E

1 PREMESSA ...... 3

2 INQUADRAMENTO STORICO ...... 4 2.1 VIABILITÀ IN ETÀ PREROMANA E ROMANA ...... 10 2.2 LA CENTURIAZIONE IN ETÀ ROMANA ...... 16

3 CATALOGO DEI SITI SEGNALATI ...... 20 3.1 SEGNALAZIONI ARCHEOLOGICHE ...... 20 3.2 ANALISI TOPONOMASTICA E NOTIZIE STORICHE ...... 30 3.3 LA RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA DEL PROGETTO DEFINITIVO ...... 34 3.4 LA LETTURA DELLE FOTO AEREE ...... 42 3.5 GLI IPOGEI ...... 44

4 LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO ARCHEOLOGICO ...... 51 4.1 VALUTAZIONE DI RISCHIO ASSOLUTO ...... 53 4.2 VALUTAZIONE DI RISCHIO RELATIVO ...... 54

5 ARCHIVI CONSULTATI E BIBLIOGRAFIA CITATA ...... 64 5.1 ARCHIVI CONSULTATI ...... 64 5.2 BIBLIOGRAFIA ...... 64

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 3 DI 70

1 PREMESSA

Il progetto per il tratto di linea ferroviaria che va da Bari S.Andrea a Bitetto rientra nel progetto di completamento della linea ferroviaria Bari-Taranto. Superata la Stazione di Bari S.Andrea la linea prevista si distacca dall’attuale asse ferroviario Bari-Taranto e, attraversando l’area artigianale di Bari e terreni agricoli, si dirige verso Bitetto dove, prima dell’ingresso in stazione, si raccorda alla linea esistente. La realizzazione prevede un’alternanza di tratti in trincea e gallerie artificiali ed un viadotto dalla km 10+500,63 a 10+818,63 (Viadotto della Cava). Al fine di raccordare la nuova linea con l’esistente, gli scavi previsti vanno da una profondità minima in occasione dei tratti in rilevato ad una profondità massima in occasione dei tratti in galleria artificiale. La seguente relazione generale ripropone l’impostazione, i contenuti e i risultati di analisi della Relazione Archeologica del Progetto Definitivo. Essa è suddivisa in diversi capitoli. Il capitolo 2 riguarda l’inquadramento storico; il capitolo 3 esamina le segnalazioni nell’area in esame, descrivendo: - i rinvenimenti archeologici sulla base della documentazione bibliografica e dalle ricerche effettuate presso l’Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto, - i toponimi individuati nell’area in esame in gran parte sulla base di notizie bibliografiche, - i risultati dell’analisi delle ortofoto e quelli della ricognizione archeologica, - gli ipogei che caratterizzano il territorio. A seguito della raccolta di tutti i dati sono state redatte due planimetrie: • la prima mostra i siti localizzati nell’area in esame; • la seconda analizza il grado di rischio relativo, cioè rispetto alla tipologia di tracciato previsto, alle aree di cantiere e alle viabilità interferite. Le planimetrie riguardanti i potenziali rischi archeologici assoluto e relativo sono analizzate in dettaglio nel capitolo 4. A questo capitolo sono anche allegate le tabelle riassuntive. Il capitolo 5 presenta la bibliografia citata e gli archivi consultati.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 4 DI 70

2 INQUADRAMENTO STORICO

Il territorio nel quale si inserisce il progetto di raddoppio della linea ferroviaria Bari-Taranto, nel caso specifico la tratta tra Bari S.Andrea e Bitetto, si estende nell’area nota con la definizione di “Conca di Bari” a SW della città stessa e ricade nella fascia costiera delle Murge. In particolare il raddoppio della linea ferroviaria attraversa la zona industriale della città di Bari ed il territorio dei Comuni di e di Bitetto, ed insiste su di un’area geologicamente definita Calcarenite di Gravina, risalente al Pleistocene Inferiore “… una formazione costituita da strati e banchi di rocce calcaree granulari, porose, in genere poco cementate e quindi tenere, con abbondanti resti fossili, comunemente conosciuta col termine locale di tufo calcareo”1 e che affiora nella Conca di Bari formando coperture tabulari, in strati orizzontali, spesse fino a 20 m. Proprio al Pleistocene Inferiore risale lo scheletro fossilizzato di una balenottera trovato lungo il canale deviatore Lama Sinata in località Balsignano (nel territorio del Comune di Modugno), noto localmente come “Canalone” e scavato artificialmente nel 1968 per lo smaltimento delle acque dell’omonima lama. Questa presenza si inserisce nel più ampio contesto di una serie di rinvenimenti di resti di pachidermi da Torre a Mare (Bari) e nel Salento2. Il più antico popolamento umano in Puglia è documentato da una diafisi femorale destra rinvenuta nella Grotta di S. Croce, presso Bisceglie (Bari) nel 1955 e risalente alla fine del Wurm I- inizio Wurm II3. Per il Paleolitico Inferiore le testimonianze più cospicue provengono da Forchione, dal Gargano e dalla Foresta Umbra, ove sono stati individuati manufatti riferibili all’Acheuleano arcaico4; ugualmente numerosi sono i siti attribuiti nell’area pugliese al Paleolitico Medio, in particolare nel Salento, nel Gargano e nel territorio di Bari. Al Paleolitico Superiore è riconducibile la frequentazione della Grotta delle Mura e della

1 ANDREASSI-RADINA 1988, p.8, fig.2. 2 GUIDI-PIPERNO 1992, p.80. 3 CARDINI 1955, p.312; MALLEGNI et al. 1987 pp. 421-429. 4 GUIDI-PIPERNO 1992, pp.152-154.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 5 DI 70

Grotta di S. Croce (Bari), in cui sono state rinvenute tracce di industria litica dell’Epigravettiano finale5; nelle più celebri Grotta Paglicci, Grotta Romanelli e Grotta di Parabita, in seguito detta “delle Veneri”, frequentate sin dal Paleolitico Inferiore, compaiono le prime espressioni di arte parietale e di scultura antropomorfa6. Per il Mesolitico non esistono attestazioni in area pugliese mentre proprio in quest’area sono state localizzate le prime testimonianze di insediamenti di altura risalenti al Neolitico, alternativi alle grotte, tra i quali è da segnalare, per la straordinaria importanza, il sito di Coppa Nevigata, dal quale provengono numerosissimi frammenti di ceramica impressa. Sempre in località Balsignano, presso il canale Lamasinata, il rinvenimento di un villaggio neolitico documenta la frequentazione umana dell’area sin dal V millennio a.C. Tale insediamento sembra testimoniare un tipo di occupazione territoriale che interessa anche aree più interne e la cui natura potrà essere precisata solo da ulteriori ricerche. La successiva età del Bronzo presenta due modelli insediativi: l’uno costiero su punti e promontori facili all’approdo e l’altro nella fascia più interna fino ai primi rilievi murgici, i cui siti sono caratterizzati da una frequentazione circoscritta ad un arco cronologico più breve, che in taluni casi si riduce ad un’unica fase, come accade nell’insediamento di Bitetto, Cantiere Lapalombella, che rappresenta un aspetto evoluto del Protoappenninico7. Una notevole omogeneità culturale connota la facies appenninica e sub-appenninica della Media e Tarda Età del Bronzo (XVI – XII sec.), durante la quale si riscontrano contatti con la civiltà micenea8.

5 GUIDI-PIPERNO 1992, p.212. 6 GUIDI-PIPERNO 1992, p.218; pp. 220-222. 7 RADINA 1985, pp. 37-44. 8 VAGNETTI 1982, pp.233-237.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 6 DI 70

Fig. 1 La fine del XII sec., caratterizzata dall’abbandono e dalla distruzione degli abitati e dalla formazione di nuovi insediamenti, segna la scomparsa della civiltà appenninica e l’inizio della cultura regionale iapigia documentata dai villaggi all’interno della città di Bari9. A partire dalla fondazione di Taranto (708 a.C.) da parte di genti greche provenienti da Sparta i contatti tra la cultura greca e quella iapigia si intensificano; quest’ultima perde il carattere unitario e comincia ad articolarsi nelle sue tre principali regioni storiche: la Messapia, la Peucetia e la Daunia (fig. 1). Per tutta l’età arcaica la civiltà greca si diffonde in particolare nella Messapia e nella Peucetia, fino al 473 a.C., data che segna la sconfitta subita da Taranto e da Reggio da parte dei Messapi e dei Peucetii, tra loro alleati. Ascrivibili ad età preromana sono le tombe individuate nel centro urbano di Bitetto, mentre al “periodo classico” sono datate le due sepolture rinvenute nell’area industriale ALCO. Al IV-II sec. a.C. sembra risalire la necropoli peuceta venuta alla luce agli inizi del 190010 nell’area del centro urbano di Modugno. La romanizzazione della Puglia ha inizio già con la terza guerra sannitica (298-290 a.C.),

9 ANDREASSI-RADINA 1988, pp. 169-175.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 7 DI 70

ma è con la guerra tarantina (287-272 a.C.) che si completa la definitiva espansione di Roma verso Sud e quindi anche nell’area peuceta. In questo periodo il modulo insediativo – di cui allo stato attuale delle ricerche non si rinvengono tracce cospicue – è caratterizzato dal sistema vicano-paganico comune a varie zone della penisola. Con la seconda guerra punica (218-202 a.C.) il sistema di alleanze di Roma in Italia entra in crisi a causa delle numerose defezioni degli Italici a favore di Annibale; anche il centro urbano di Barium, la cui formazione risale al IV-II sec. a.C., dovette fornire il proprio appoggio, in qualità di scalo portuale, alle truppe cartaginesi, come deducibile dalla notizia del Liber coloniarum11, che registra assegnazioni graccane anche nell’Ager Varinus, i cui confini sembrano essere segnati dal mare a Nord, da Butuntum (l’odierna ad W) e da Caelia (l’attuale Ceglie sul Campo) ad Est12. Dopo la guerra sociale (91-89 a.C.), ottenuta la cittadinanza romana, Barium divenne municipium (Tacito, Annales, XVI, 9, 1) insieme a Butuntum e Caelia e con questi ultimi fu inserita nella tribù Claudia. Nello stesso periodo fu realizzata la Via publica Gellia, che collegava il centro di Canusium, quindi la Puglia settentrionale interna, con il porto di Barium13. In età imperiale, con la divisione augustea dell’Italia in regiones, l’area fu inserita nella Regio II, et Calabria14, che comprendeva però un territorio molto più vasto dell’attuale Puglia, includendo anche parti della Campania, del Molise e della Basilicata. Nel territorio gli interessi romani erano essenzialmente volti allo sfruttamento agricolo, favorito dalle maglie della centuriazione e dagli interventi connessi; tuttavia i dati in nostro possesso rinviano ad una realtà socio-economica modesta15. Nel II sec. d.C., infine, venne realizzata, su percorsi preesistenti e con una serie di collegamenti secondari, la Via Traiana, che metteva in comunicazione i centri costieri più

10 JATTA 1914, p.243. 11 LACHMANN, pp. 211 e 261-262. 12 RUTA 1981, 1983; UGGERI 1983. 13 Di uno scalo marittimo a Barium parla Livio, cfr. LIVIO, XL, 10, 8. 14 PLINIO, Nat. Hist., II, 1, 1, 103. 15 ADREASSI-RADINA 1988, p. 377.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 8 DI 70

importanti ed offriva nel contempo un itinerario alternativo a quelli interni ed alla Via Appia. In età tardoantica la crisi economica che investe la penisola interessa solo marginalmente l’area barese, che continua nei suoi secolari contatti e traffici con l’area greco-orientale, come attestato dalla circolazione delle merci ed in particolare delle anfore e delle ceramiche di produzione italica16.

Fig. 2 L’età altomedioevale, pur essendo la documentazione archeologica ancora limitata a poche ricerche, sembra attestare un modello di insediamento caratterizzato da una città di successo, Bari, con il suo territorio, che conserva le caratteristiche urbane dell’età romana17; infatti le testimonianze archeologiche offerte dai rinvenimenti di ceramica e da scavi recenti18 e le fonti letterarie sembrano avvalorare l’ipotesi di un centro vitale, per il suo status confrontabile con altri siti dell’Italia meridionale altomedioevale, quali Otranto, Benevento e Reggio Calabria19 (figg. 2 e 3).

16 GIARDINA-SCHIAVONE, 1999, pp.406-456. 17 ARTHUR-PATTERSON 1994, p.412-413. 18 ADREASSI-RADINA 1988, p.499-505. 19 ARTHUR-PATTERSON 1994, p.425.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 9 DI 70

Fig. 3

Al periodo bizantino risalgono probabilmente il casale fortificato di Balsignano – il meglio conservato, distrutto dai Saraceni nel 988 ed in seguito ricostruito - e l’insediamento altomedioevale di Misciano, entrambi nel territorio del Comune di Modugno (Tav. 1, n.12- 13), ai quali si aggiungono i casali di Bitetto, , Sao e Capurso20. I castra, ossia casali fortificati, collegati tra loro ed il centro urbano più vicino, con il quale i rapporti si mantengono comunque vitali e frequenti, hanno dato origine ai paesi intorno a Bari, tra i quali Modugno, Bitetto, , Mola, , Valenzano, Triggiano. Questo complesso sistema di insediamenti, purtroppo, non è stato adeguatamente tutelato nel corso del processo di formazione e sviluppo del territorio barese, dalle lame al borgo, dalle grotte alle case della città medioevale. Nell’organizzazione del villaggio rurale, centrale è la posizione della chiesa che, a seconda della frequentazione dei residenti (insieme ai “greci” e “latini” si registra anche la presenza di “siriaci”, “armeni” ed orientali in genere), si configura come chiesa di rito greco o latino. All’incirca contemporaneo sembra essere l’insediamento monastico basiliano nell’area del

20 CDB I, 1897, p.32.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 10 DI 70

santuario di S. Maria della Grotta. In età medievale sorge, dunque, il borgo di Midunium (Modugno), la cui più antica menzione è contenuta in un documento del maggio 1021, in cui si parla di una vigna sita in loco Medunium. Sull’origine del nome sono state avanzate diverse ipotesi, nessuna delle quali documentata scientificamente21. Infine, per quanto riguarda Bitetto, tra le righe di una pergamena del Codice Diplomatico Barese dell’anno 959 si legge dell’esistenza di tre cappelle in loco di Bitetto o Vitecte e quindi di un luogo con questo nome ove erano delle case. Le sorti del centro dovettero mutare rapidamente se nel 1009 circa Bitecte era divenuta una civitas e pertanto in grado di partecipare con pari dignità alla lega delle città di Bari, Bitonto e Trani, ribellatesi ai dominatori bizantini e che fecerunt bellum in Bitete nel 1011.22

2.1 VIABILITÀ IN ETÀ PREROMANA E ROMANA

Solo con la progressiva conquista romana della Magna Grecia, a partire dalla fine del IV - inizio III sec. a.C., si può parlare di una definizione stradale organica, che potesse assicurare il trasferimento di persone e di merci dall’area laziale e campana fino all’estremità penensulare brettia. Nel periodo precedente, anche nel contesto peucezio, veniva utilizzata una rete viaria costituita da piste e tratturi, delineatasi per rapporti e scambi in ambito eminentemente locale, ma adatta anche alla transumanza e capace di coordinare i collegamenti tra la costa adriatica e le colline murgiane, fino a raggiungere, più a sud, lo Ionio. Questi percorsi si adattano alle caratteristiche geomorfologiche del territorio e sfruttano le traiettorie naturali delineate dal diffuso fenomeno carsico delle lame.23 La viabilità preromana dell’area peucezia si configura secondo due fondamentali e concomitanti fattori: 1) i caratteri geomorfologici del territorio, che potevano impedire o consentire collegamenti sicuri, stabili o stagionali;

21 MACINA 1993, pp. 9-12. 22 MANGIALARDI 1990; ANTONACCI DE MARCO 1990.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 11 DI 70

2) le condizioni sociali delle popolazioni che le utilizzavano, in quanto esse potevano regolare variabilmente le esigenze culturali, politiche ed economiche del collegamento. Anche se manca ancora un preciso inquadramento di questa viabilità tuttavia, attraverso lo studio comparato delle carte topografiche, delle foto aeree e dei dati archeologici, si possono avanzare ipotesi di riconoscimento di almeno due percorsi che attraversano il territorio in esame. Il primo, che si configura come una biforcazione della pista che univa Palese alle propaggini murgiane attraverso Palombaio, Malnome e Bellaveduta, aveva origine presso Torre di Brencola, procedeva verso sud superando la Lama Balice, e raggiungeva il territorio di Bitetto e quindi quello di Cassano. Il secondo partiva dalla costa a Palese, attraversava l’area ora occupata dall’aeroporto di Bari-Palese, e, passando da Quattro Strade e Via le Carrare toccava Modugno, quindi Balsignano, S. Michele e S. Marco Vecchio, per raggiungere Sannicandro e Cassano da dove si dirigeva verso lo Ionio.24 Questa situazione viaria, di cui riconosciamo sul terreno scarse testimonianze, e che comunque consentì ai centri peucezi di aprirsi agli influssi esterni, soltanto con l’avvento romano conobbe una “riconversione” regolare e stabile, frutto di un piano stradale organico.

23 FIORIELLO 2002, p. 75, con ampia bibliografia precedente. 24 FIORIELLO 2002, pp. 75-79.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 12 DI 70

Fig. 4 Roma definì l’articolazione stradale inizialmente per esigenze prettamente militari e commerciali, ma la prima grande via romana del Mezzogiorno italico, la via Appia, costruita per tratti successivi a partire dal 312 a.C., a mano a mano che la conquista romana avanzava e si consolidava, non interessò direttamente l’area adriatica peucezia.25 E’ solo a partire dal II secolo a.C. che per l’area in esame le fonti testimoniano l’esistenza di almeno due tracciati viari importanti mentre un terzo verrà realizzato solo dall’imperatore Traiano all’inizio del II sec. d.C., in realtà risistemando in tutto o in parte una delle precedenti arterie (fig. 4).

Via Gellia L’esistenza di una via con questo nome è attestata dal ritrovamento di una pietra miliare in granito, ora dispersa, avvenuto nel 1970 tra Bari e Modugno, nel sito del costruendo stabilimento Fiat Altecna.26 Il cippo miliare portava il nome del magistrato L. Gellius L. f. che aveva fatto costruire, con parere del Senato romano, una via pubblica pretoria che raggiungeva Bari da una località verosimilmente situata nella Puglia settentrionale. Il

25 Essa infatti partendo da Roma passava per Capua, Benevento, Venosa, Taranto e raggiungeva Brindisi.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 13 DI 70

numero delle miglia riportato sul cippo, cioè 52, fa pensare che la strada conducesse da Canosa almeno fino a Bari e che essa dovesse costituire uno dei vari tronconi stradali esistenti nel II-I sec. a.C. nel comprensorio apulo - come la via Aemilia – poi unificati e risistemati nella via Minucia, che assicurava il collegamento tra Benevento e la costa adriatica, fino a Brindisi, e che agli inizi del II secolo d.C. sarà sistemata da Traiano27 (vedi oltre). Per quanto riguarda la datazione del miliare il pretore può essere identificato con L. Gellius L. f. Poplicola, praetor peregrinus nel 94 a.C., governatore forse della provincia d’Asia nel 93 a.C. , console nel 72 a.C.28 Per quanto riguarda il tracciato di questa arteria essa probabilmente si staccava dal percorso seguito dalla minucia a SE di Bitonto, verosimilmente in contrada Cagnano, dirigendosi verso Bari parallelamente alla Lama Balice , toccando Monteladrone, Via la Marina, Masseria Sagarica, Masseria Rosa Gravina, per identificarsi forse solo a questo punto con la futura Traiana.29

Via Minucia Strabone nella sua Geografia30 afferma che i viaggiatori sbarcati a Brindisi e provenienti quindi dalla Grecia o dall’Asia, per recarsi a Roma hanno a disposizione due strade: la Minucia che passa per il territorio dei Peucezi, dei Dauni e dei Sanniti fino a Benevento, toccando i centri di Egnazia, Kelia (Ceglie), Netion ( di discussa interpretazione), Canusium e Herdonia e l’Appia che passa per Taranto ed è meglio praticabile per i carri. Il passo straboniano riveste una notevole importanza, infatti costituisce la fonte più diretta per l’attestazione di una via Minucia che probabilmente permetteva di coprire il percorso fra

26 SILVESTRINI 1988b, pp. 454-455 con bibliografia precedente. 27 FIORIELLO 2002, p. 89 con ampia bibliografia precedente. 28 BROUGHTON 1986, p. 99. 29 FIORIELLO 2002, p. 98. 30 Strab., 6,3,7, 283. La fonte di Strabone sembra essere Artemidoro di Efeso, la cui maturità si pone alla fine del II sec. a.C. Infatti sia la designazione della regione attraverso il nome dei popoli (Peucezi, Dauni) che la abitavano, definizione che lo stesso Strabone dice non essere più usata alla sua epoca, sia il calcolo delle distanze espresso non in miglia ma in giorni di viaggio, inducono a ritenere che la fonte di Strabone sia piuttosto risalente nel tempo.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 14 DI 70

Benevento e Brindisi in età tardorepubblicana, attraverso Canosa-Ruvo-Bitonto-Ceglie- Egnazia. La sua esistenza è chiaramente documentata da Orazio31 quando si chiede Brundisium Minuci melius via ducat an Appi, ma sul suo andamento non ci aiutano, perché vaghe, le altre poche testimonianze di cui disponiamo. Cicerone in due diverse lettere ad Attico32 parla rispettivamente di spostamenti di truppe da Alba Fucens a Brindisi lungo la via Minucia nel 49 a.C. e di una strada, della quale però tace il nome, che da Aequum Tuticum33 raggiungeva Brindisi. Cicerone, Strabone e Orazio concordano nel confermare l’esistenza tra I sec. a.C. e I sec. d.C. di due diverse strade in grado di collegare Roma e Brindisi. Ma, secondo alcune interpretazioni, mentre l’Appia è normalmente nota ai tre autori, soltanto Strabone proporrebbe in alternativa una “mulattiera”, una ημιονική (οδός) - emendamento proposto da Xylander nel 1571 all’inconprensibile †ημινοικηδια† tradito dai codici e adottato dagli editori per sottolineare la posizione ossimorica dell’Appia, che è invece più comoda, carreggiabile. Questa integrazione non è accettabile, infatti Strabone difficilmente avrebbe indicato per prima una strada scomoda e malmessa, addirittura una mulattiera a quanti, approdati a Brindisi dall’Oriente, volessero raggiungere Roma. Inoltre difficilmente si sarebbe preoccupato più avanti di specificare il nome della via più adatta ai carri l’Αππία appunto, se prima non ne avesse ricordato anche un altro cioè η Μινουκία, la più breve via Minucia.34 La straboniana via Minucia rientra, quindi, nell’ambito della viabilità locale della tarda età repubblicana e risulterebbe l’antecedente della via Appia Traiana, su tutto o parte del percorso Benevento-Canosa-Brindisi. Essa evitava Bari e si teneva poco lontano dalla costa (per raggiungerla solo presso Egnazia), toccando invece importanti centri dauni e peucezi. E’ probabile che questa arteria abbia unificato e risistemato vari tronconi stradali preesistenti, come la via Aemilia, datata al 126 a.C. e la via Gellia, di poco posteriore. É inoltre plausibile che Strabone attribuisca il nome

31 Hor., Ep., 1,18, 19-20. 32 Cic., ad Att., 6,1,1; 9, 6, 1. 33 Da identificare con la loc. S. Eleuterio di Ariano Irpino (AV). 34 Sulla correzione di ημιονική in η Μινουκία vedi PANI 1990, pp. 171-173 con bibliografia precedente; VOLPE 1990, p. 88, nota 25.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 15 DI 70

di una strada, la via Minucia, ai suoi tempi organizzata ed efficiente, ad un percorso già sistemato in età più antica che la Minucia ricalcava ancora alla fine dell’età repubblicana e all’inizio dell’età imperiale. Per quanto riguarda il tracciato della via nell’area di studio le notizie storico-documentarie, le fotografie aeree e la cartografia storica suggeriscono l’ipotesi che la Minucia, da Bitonto raggiungesse Ceglie attraversando le località Difesa, Cagnano, Santa Croce, Madonna delle Grazie, Paganello, Casino le Tacche, Macchia di Chianca, Masseria Copiana, Casino Torrice.35

Via Appia Traiana Questa arteria abbandonava a Benevento il percorso dell’Appia e si dirigeva verso Bitonto toccando Canosa e Ruvo. Essa ricalcava, in tutto o in parte, almeno fino a Bitonto, il tracciato della più antica via Minucia, per poi discostarsene puntando verso Bari attraverso un percorso che toccava le località S. Lorenzo, Misciano, Masseria Caffariello, Masseria Forges, il Tesoro, Masseria Prete, l’Addolorata. Raggiunta Bari la strada, con un percorso costiero, si dirigeva verso Egnazia.36 La costruzione di questa strada iniziò nel 109 d.C. e fu promossa dall’imperatore Traiano: si trattava di una strada “costruita” e munita di colonne miliari anche se forse non integralmente pavimentata dato che in taluni tratti il fondo di roccia calcarea può aver reso superflua la pavimentazione.37 Secondo molti studiosi38 in realtà a Bitonto la via Traiana si divideva in due tronconi, uno che puntava a Bari attraverso il percorso appena descritto e uno “interno” che tagliava direttamente in direzione di Egnazia ricalcando in sostanza il precedente percorso della via Minucia. Tuttavia, mentre il percorso costiero è attestato sia dalle fonti itinerarie che dal rinvenimento di miliari, quello interno è documentato dalla sola Tabula Peutingeriana (copia medievale

35 FIORIELLO 2002, p. 98. 36 ASHBY, GARDNER 1916, p. 163; RADKE 1981, pp. 146, 149, 180; RUTA 1984, pp. 276-277; FIORIELLO 2002, pp. 102-105. 37 SILVESTRINI 1988a, pp. 379-380.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 16 DI 70

di una carta figurata risalente probabilmente al IV secolo d.C.) e dall’Anonimo Ravennate (IV, 35), il quale dipende largamente dalla Tabula Peutingeriana39 (fig. 5).

Fig. 5

2.2 LA CENTURIAZIONE IN ETÀ ROMANA

Nell’area oggetto di studio insistono i territori (agri) di due diverse civitates, entrambi centuriati: l’ager Varinus e l’ager Botontinus relativi rispettivamente a Barium e a Butuntum, anche se quest’ultimo solo in maniera marginale.

Ager Varinus Si può dedurre l’estensione dell’ager Varinus in età imperiale grazie ai numerosi toponimi prediali presenti nei catasti onciari del Settecento, relativi al territorio di Bari: Triggiano, Valenzano, , , , Cassano, ecc. Interessante è anche la

38 LUGLI 1963, pp. 28-29; MORETTI 1972, p. 177; MARIN 1982, pp. 11 e 35; UGGERI 1983, pp. 235-237. 39 SILVESTRINI 1988a, p. 379; FIORIELLO 2002, p. 103.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 17 DI 70

presenza del termine “casa” che in età classica aveva il significato di abitazione del colono o “casarius”, mentre con “villa” si intendeva la dimora padronale. Il termine “casa” si ritrova spesso in toponimi quali “” o in località denominate “cassali”.40 Il Kardo Maximus scende dal centro di Bari e prosegue lungo la strada Bari-Ceglie, in cui si inserisce per un tratto, per poi proseguire parallelamente tra le strade Bari – Ceglie e Bari – Carbonara. Esso taglia poi la strada Bitetto - - Loseto - Valenzano, che potrebbe costituire il Decumano massimo, e scende a sud verso Canneto, diventando una corda della strada che si incurva leggermente ad arco. A questo che, come abbiamo detto potrebbe costituire il K. M. si affiancano alla distanza di 710/711 metri una serie di limites costituiti da strade, viottoli, sentieri campestri e allineamenti di pietre. I limites a Est rispetto al K. M. sono : - primo limes: strada che scende quasi rettilineo, taglia la Loseto – Valenzano e prosegue verso Lamia del Medico, s’interrompe a Cas. Collenza e poi riprende con un viottolo rettilineo, in località “pezza Canneto Vergini”, raggiungendo infine Canneto. - secondo limes: passa a est di Carbonara, coincide per due km con la strada Bari- Valenzano sino al bivio per Ceglie, prosegue poi, a sud di Valenzano, con un pezzo di viottolo non segnato sulla tavoletta I.G.M., sul lato destro della strada Valenzano - , e a nord di Montrone viene a coincidere con un altro sentiero, anch’esso non segnato sulla carta I.G.M., a forma di L. Quasi tutte le cappellette e le edicole segnate con una croce sulla tavoletta I.G.M. “Triggiano”, si trovano agli incroci delle centurie o sui “limites” e nelle loro immediate adiacenze e hanno dunque sostituito termini lapidei abbattuti41 . I limites a Ovest rispetto al K. M. sono: - primo limes: strada che, scendendo dalla piantata di Ceglie, subito a Ovest del paese scompare per un tratto e poi riprende a N.O. di torre Fascina e Torre Romita, diventando un viottolo lungo più di mezzo kilometro, non segnato sulla carta I.G.M., che scende in direzione di Loseto, che verrebbe a trovarsi all’incrocio di due limites42.

40 RUTA 1982, pp. 363-365. 41 RUTA 1982, p. 362 42 RUTA 1982, p. 363

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 18 DI 70

- secondo limes: scende parallelo di qualche decina di metri ad un lungo viottolo che dalla via vecchia Ceglie - Bitritto taglia la strada Bitritto – Loseto e continua in località Portone Rosso. I Decumani, a differenza dei cardini che persistono nella direzione delle strade che dal mare scendono verso l’interno, sono meno conservati.43 E’ possibile riconoscerne uno che, partendo da Villa Frammarino proseguiva per Masseria La Calamita e continuava per Masseria Forges e Masseria Prete, innestandosi poi nella via Traiana.44 Il reticolo appena descritto aveva una inclinazione di 2° NE rispetto ai meridiani e confinava a ovest con l’ager Botontinus che aveva un’inclinazione di 2° 30’ NE. Tra le due centuriazioni si trovava così una striscia limitata di subsicivum nella quale sono presenti numerosi termini romani, fittoni medievali e cippi monumentali della fine del XVI secolo che portano da un lato l’iscrizione Barum dall’altro Bitontum. Essi stanno ad indicare il persistere nel tempo dei confini tra i due agri oltrechè le liti per i continui spostamenti di confine tra le due comunità, testimoniate dal Libro Rosso di Bitonto. La linea di demarcazione correva forse a 1Km a Ovest da Modugno passando per due cippi che si trovano a circa 100 m di distanza uno dall’altro in località S. Andrea, uno romano, l’altro rinascimentale, e scendeva verso la spiaggia di Palese, dove si trovano altri due cippi analoghi.

Ager Botontinus La centuriazione dell’ager Botontinus aveva invece nel cippo Lo Monaco un termine finale. A sud di questo correva una parete ai cui margini erano collocate le pietre di confine degli agri attuali di Modugno e Bitonto, oggi sostituite da un muro di cinta di un capannone industriale. Il limes continua subito dopo con un sentiero, che sboccca sulla via vecchia Modugno-Bitonto incontrando un cippo rinascimentale, che si trova a 710 m di distanza dal cippo Lo Monaco, all’incrocio con il decumano successivo. Questo cippo rinascimentale può aver sostituito un preesistente termine romano. A nord invece il viottolo

43 RUTA 1982, p. 363

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 19 DI 70

che partiva dal cippo Lo Monaco incontrava un fittone medievale all’incrocio con il primo decumano a m 70/80 ad est, si inerpicava poi per un viottolo che porta a Torre di Monsignore e proseguiva per l’Annunziata, dopo aver attraversato la contrada Misciano.45

44 RUTA 1982, pag. 367 45 RUTA 1982, pag. 367-369.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 20 DI 70

3 CATALOGO DEI SITI SEGNALATI

3.1 SEGNALAZIONI ARCHEOLOGICHE

Tra parentesi viene indicato il numero di sito corrispondente nelle planimetrie. Le fonti sono costituite essenzialmente da: - Archivi della Soprintendenza per i beni archeologici di Taranto - Archivio Corrente - Archivio di Deposito - Archivio Storico La bibliografia è sempre riportata in nota nella relazione.

E’ necessario precisare che sono assolutamente certi e attendibili solo i dati e i rinvenimenti la cui fonte è costituita dagli archivi della Soprintendenza per i Beni archeologici della Puglia. In caso di solo riferimento bibliografico i dati riguardanti localizzazione, tipologia, cronologia dei rinvenimenti potrebbero non essere sempre esatti ed attendibili.

1) Bari, Località S. Andrea Segnalazione di una colonna miliare, mutila, citata da M. Silvestrini nell’ambito di uno studio dei miliari della Via Traiana.46 La sua esistenza era stata registrata nell’agro di Bari dal Pratilli47: “Nelle vicinanze di Bari in un podere del Capitolo, o sia nella mensa arcivescovile, vi ha qualche segnale dell’antica selciata con un tronco di colonna miliaria”; la dott.ssa Silvestrini individua tale zona in località S. Andrea. Sulla colonna vi era la seguente iscrizione: “[mancano 8 linee] viam a Benevento Brundusium pecun(ia) sua fecit”. La colonna risulta attualmente dispersa.

4) Bari, Stabilimento La Rocca (ALCO) Nel 1967 sulla strada di S. Maria della Grotta, che si stacca dalla provinciale Bari -

46 SILVESTRINI 1983, pag. 106.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 21 DI 70

Modugno, a sinistra, immediatamente prima dello stabilimento Pignone Sud, è stata spianata una vasta zona, per la costruzione del nuovo stabilimento ALCO e sono state evidenziate due tombe ad una profondità di 0.90 m rispetto al piano di campagna. Le due sepolture erano a fossa scavata nel banco tufaceo, distanti circa 3 metri fra loro, orientate quasi ugualmente NW-SE ma non allineate.48 Durante il sopralluogo del 19 ottobre 1967 da parte del funzionario della Soprintendenza competente non furono rinvenuti oggetti di corredo indicati dalla segnalazione anonima. Le dimensioni e la tipologia della sepoltura rimandano ad epoca “classica”49.

5) Bari, fabbrica “Nuovo Pignone” Segnalazione del 17/10/1979 durante alcuni lavori di sbancamento nella zona industriale della città, in una località occupata dalla fabbrica “Nuovo Pignone” nelle vicinanze di Modugno, del rinvenimento di una sepoltura di età medievale. La tomba era a fossa, ricavata nel banco calcareo affiorante e orientata in senso Est-Ovest, il lato est misurava 0.32 m; il lato Ovest 0.67 m; mentre il lato nord 1.50 m e quello a sud 1.10 m; la sepoltura aveva una forma trapezoidale allungata come il lastrone di copertura. La testa dell’inumato era posta a Ovest.50

10) Modugno, Santuario S. Maria delle Grotte Il Santuario si trova a tre chilometri da Modugno, sulla strada provinciale per Carbonara, sorge sul ciglio di un vallone carsico, laddove la Lama Lamasinata forma una piccola insenatura. L’insediamento religioso rupestre, prima chiesa di Modugno,51 meta di pellegrinaggio nel Medioevo, era stato abbandonato ad un completo degrado fino a

47 PRATILLI 1745, pag. 533. 48 Archivio di Deposito della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto, Busta 26, fasc. 28, sottofascicolo 1, 1982, G. Andreassi. 49 ANDREASSI-RADINA 1988, p.293. 50 Archivio di Deposito della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto, Busta 6, fascicolo 6, sottofascicolo 33, 1980, Radina.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 22 DI 70

quando i Padri Rogazionisti del Villaggio del Fanciullo di Bari, nel 1974, subentrarono nel possesso del luogo. Rimosse le strutture ottocentesche, vennero alla luce tre affreschi di stile bizantino, risalenti al XIII secolo, nonché lo speco in cui visse S. Corrado e lacerti di pavimento musivo policromo, composto da tesseroni formanti disegni geometrici, e da malta con incisi lettere e simboli.52 Dal 1990 al 2004, l’insediamento è stato oggetto di restauri durante i quali, nel 2002, sono emersi materiali litici, raschiatoi, strumenti in selce e altro materiale databile al Paleolitico.53 Nel 1983-1984, durante una precedente campagna di scavo, è stato rilevato un sepolcreto di età alto-medievale e, al di sotto del piano pavimentale della chiesa, sono emerse basi di colonne del precedente impianto,54 probabilmente riconducibile all’insediamento monastico basiliano dell’VIII sec. la cui esistenza è ipotizzata dal Macina55.

18) Bitetto, Via Palo Rinvenimento fortuito nel 1938 di una tomba classica dal ricco corredo, durante la costruzione di due vani nel giardino della signora Apice Porzia.56

19) Bitetto, centro urbano Un insediamento protoappenninico, risalente al Bronzo Finale – prima età del Ferro, occupa una zona di recente espansione del centro urbano, tra Via Beato Giacomo e la chiesa di S. Maria La Veterana. Già nel 1980 erano stati rinvenuti nell’area, e precisamente in via Tratta, un grande pithos ad impasto ed uno scodellone. L’anno successivo, nel

51 MILANO 1984. 52 DELL’AQUILA 1977, pag. 11. 53 Archivio Corrente della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto, cartella “Modugno – S.Maria della Grotta 2002, Cinquepalmi; gli scavi sono stati condotti dalla dott.ssa A.Cinquepalmi in collaborazione con l’Università degli Studi di Siena – Dipartimento di Archeologia e Storia delle arti – Sez. Preistorica. 54 Archivio Corrente della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto, cartella Modugno – S.Maria della Grotta, 1983- 1984, Lavermicocca. 55 MACINA 1993, pp.9-12.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 23 DI 70

cantiere Lapalombella, in Via De Robertis, fu rinvenuto un deposito archeologico riferito all’insediamento; durante gli scavi furono individuati resti attribuibili a capanne a pianta ovale e frammenti dell’intonaco di rivestimento dell’elevato. Inoltre furono riconosciuti due suoli antichi a 0.75 m – 1.00 m dal piano di campagna e frammenti di ceramica protoappenninica57. Tombe di età ellenistica sono venute alla luce nel maggio del 1992 durante lavori di sterro di un cantiere edile in Via P. Martino, nel settore meridionale del centro urbano di Bitetto. Le due tombe, ad una profondità di 1 m circa dal piano di calpestio erano affiancate ed orientate E-W. Il corredo di una delle sepolture era costituito da ceramica locale a fasce, a vernice nera, di stile Gnathia e a figure rosse riferibili agli ultimi decenni del IV sec. a.C.; il corredo della seconda sepoltura, formato da ceramica acroma, da un cratere a mascheroni, da un kantharos, da due piatti su piede e da un collo di oinochoe, risale agli inizi del III sec. a.C.58. Nella stessa area, in Via Sterlacci, nel 1996 sono state individuate delle tombe a fossa scavate nel banco calcareo con orientamento E-W, ad una profondità di 1 m circa dal piano di campagna. Mentre due di esse sono state depredate, la terza sepoltura è ascrivibile anch’essa, come la tomba di Via P. Martino, al III sec. a.C., in quanto il corredo, parzialmente conservato, era composto da due crateri scialbati, del tipo a mascheroni con corpo buccellato59. Sempre nell’area meridionale del centro di Bitetto in Via Turchiano, nel settembre 1998, è stata rinvenuta a 1,20 m di profondità dal piano di campagna un’altra tomba a fossa, ricavata nel banco roccioso, contenente i resti di tre individui adulti. La deposizione più recente presentava lo scheletro in posizione supina con il cranio ad ovest. Il corredo era costituito da otto unguentari e da un anello in ferro. In base al tipo di struttura, al rito ed alla composizione dei corredi, la sepoltura costituisce un’importante testimonianza del processo di romanizzazione in atto nella Peucetia fra il III ed il II sec. a.C.60.

56 Archivio Storico della Soprintendenza Archeologica della Puglia, busta 2, fasc. 73. 57 RADINA 1985, pp.37-44. 58 DESANTIS 1992, pp.258-259. 59 RICCARDI, 1997, p.53. 60 RICCARDI 1999, p.53; De Santis 1998.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 24 DI 70

In Piazza Kennedy, nella zona periferica ad E del centro abitato, durante lavori edili effettuati nel maggio 1993 sono state rinvenute tre sepolture a sarcofago in tufo, con orientamento E-W, contenenti resti ossei molto consunti. Una deposizione esterna era databile al IV sec. a.C., mentre i corredi delle tre tombe, datate alla fine dello stesso secolo, sono composti da frammenti di ceramica acroma, d’impasto, a decorazione lineare ed a vernice nera. Dalla tomba 1, appartenente a due individui, provengono uno skyphos di Gnathia e due cinturoni di bronzo, una spada, tre puntali e tre cuspidi di giavellotto in ferro; nella tomba 2 era un kantharos sovradipinto in rosso e nella tomba 3 un piccolo strigile in ferro61. Un intervento d’urgenza è stato effettuato in via Goldoni nei primi giorni di novembre del 2001 durante dei lavori di sbancamento per civili abitazioni. Sono emerse due sepolture: la prima era del tipo ad enchytrismos mentre la seconda era una tomba a fossa, ricavata nel banco calcareo, dal ricco corredo. Entrambe sono ascrivibili al periodo classico.62 Nell’ultima metà dei marzo del 2004, durante dei lavori di sbancamento per la realizzazione di un’abitazione privata in via Bellini, angolo via Meucci, è emersa una struttura tombale di età classica, parzialmente distrutta dal mezzo meccanico.63

21) Modugno, Balsignano Agli inizi degli anni ’90, su di un pianoro a 82 m s.l.m. delimitato su due lati del fianco ripido di Lama Lamasinata, è stato individuato un villaggio neolitico. I saggi di scavo, condotti in quattro campagne successive, dal 1993 al 1998, dalla Soprintendenza Archeologica della Puglia e finanziati dal comune di Modugno, hanno portato alla luce due fondi di capanne, di cui una con sviluppo planimetrico di 7 x 4 m circa, che conserva sul lato occidentale parte di un lastricato a basole regolari ricoperto dal crollo di un elevato in

61 RICCARDI 1994, pp. 97-98. 62 Archivio Corrente della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto, “Concessioni di scavo; Bitetto; Via Bellini – Via Meucci”, 2002, G. De Santis e F. D’Angelo. 63 Archivio Corrente della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto, “Concessioni di scavo; Bitetto;

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 25 DI 70

argilla, con impronte dell’incannucciato. La seconda capanna, di dimensioni più modeste, presenta resti di vespaio pavimentale in pietra. Inoltre sono state individuate tre sepolture e numerosissimi reperti databili tra la fine del VI e gli inizi del V millennio a.C. Il materiale rinvenuto consiste in percussori, macine, frammenti di selce, ossidiana, frammenti di vasi ed argilla di copertura delle capanne. Non mancano, inoltre, resti paleobotanici ed antropologici64. Area soggetta a vincolo ex D.M. del 06/11/1995.65 Il villaggio si trova nei pressi dei resti del Casale medievale fortificato di Balsignano. Tale casale è uno degli esempi più illuminanti di quel processo di trasformazione del panorama agrario dell’Italia bizantina che trasformò molti piccoli centri rurali in luoghi fortificati. Distrutto una prima volta nel 988 in seguito ad una scorreria saracena, Balsignano fu subito ricostruito e donato nel 1092 dal duca normanno Ruggero alla lontana abbazia benedettina di S. Lorenzo Aversa. Nel settembre del 1349, il Casale fu teatro di guerra fra il partito “filoangioino” e quello “filoungherese” che furono impegnati nella complicata lotta di successione dinastica nel Regno di Napoli dopo la morte di Roberto d’Angiò. Infine, Balsignano fu nuovamente devastato e distrutto nel XVI secolo dalle truppe francesi e spagnole che si contendevano l’egemonia dell’ltalia meridionale. Attualmente nel Casale di Balsignano, vi sono: la Chiesa di S. Felice (S. Pietro) del sec. XI, esempio di edificio ecclesiastico di tradizione bizantina od orientale ad una navata con cupola centrale all’interno della quale sono visibili tracce di affreschi che un tempo ricoprivano le sue pareti; i resti del castello, del quale si conserva ancora quasi l’intera struttura perimetrale munita di torri quadrate disposte a distanze regolari., mentre alcuni soffitti e le due torri normanne sono crollate; un alto muro a secco di recinzione che chiude al suo interno una corte e la chiesa di S. Maria di Costantinopoli (sec. XIV).66 Nella stessa area della chiesa di San Felice sono state individuate tracce di un piccolo

Via Bellini – Via Meucci”, 2004, G. De Santis e F. D’Angelo. 64 RADINA 1994, pp.39-40; RADINA 1997, pp.19-21; RADINA 1999, pp.29-30. Nelle stessa località è stato rinvenuto lo scheletro fossilizzato di una balenottera; MUNTONI 2002; MUNTONI - FIORENTINO 2002; RADINA 2002. 65 Archivio Corrente della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto, Sezione “Vincoli – Modugno”, cartella “Balsignano”.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 26 DI 70

edificio di culto ad una sola navata, monoabsidato, intorno al quale si sviluppa un’area sepolcrale. I materiali provenienti dalla chiesa e dal sepolcreto, riferibili all’Alto Medioevo, anticipano dunque l’epoca della frequentazione dell’insediamento rispetto alla data tradizionale, 940 circa, attestata dalla documentazione scritta. Nel 1991 sono stati effettuati nella chiesa di Santa Maria di Costantinopoli scavi e lavori che hanno rivelato una “notevole stratificazione di fasi costruttive, strettamente legate alla configurazione orografica del luogo. Il casale, infatti, è posto sul ciglio di una lama e la chiesa di Santa Maria si attesta proprio a cavallo di un salto di quota della roccia” 67. Anche nei pressi della seconda chiesa, risalente al XIV sec., sono state individuate sepolture e strutture di fondazione di età medievale.

23) Modugno Presso l’abitato di Modugno, agli inizi del ‘900, in seguito a scavi fortuiti, è stata scoperta una necropoli attualmente non più visibile sul terreno68. Vennero alla luce numerosissime tombe a fossa rettangolare scavate a poca profondità dal piano di campagna. Il corredo di tali tombe era costituito da brocche, scodelle, tazze, pentole ed olle ed inoltre asce ed armi69, di età ellenistica (materiale peucetico dei secc. IV-II a.C.)70.

24) Modugno Nel 2001 in via Carmine, durante la sistemazione della rete fognaria, sono emerse le fondazioni della chiesetta di S. Michele, ex chiesa di S. Pietro Apostolo (menzionata da alcune fonti nel 1500) demolita quarant’anni fa, e alcune strutture tombali alloggiate nell’edificio.71

66 MILANO 1984. 67 PELLEGRINO 1992, p.322. 68 JATTA 1914, p.82. 69 JATTA 1914, p.25. 70 Dizionario di toponomastica 1990, p. 398.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 27 DI 70

25) Modugno, via dei Gladioli Un cippo-fitta di presunta età romana, meglio noto come “Menhir fondo la Cornola”, è ubicato nel Foglio 9 del catasto, particelle 138/139/148, presso la zona del Consorzio per lo Sviluppo Industriale di Bari72 . Nel 2004 ne è stata denunciata la sparizione ad opera di ignoti.73

26) Modugno, località Lo Monaco74 Poco più a sud della località Misciano è posto il Menhir il Monaco che dà il nome alla località in cui è posto. Dichiarato monumento nazionale il 28/04/1972,75 esso è citato nella relazione del sopralluogo effettuato dall’ispettore della Soprintendenza per i Beni Archeologici nelle campagne di Modugno nel febbraio 1982, dove in seguito alla segnalazione del sig. Mastrandrea, vengono schedati altri sei Menhir.76

27) Modugno, Area industriale Fiat Altecna Nel 1970 durante la costruzione del sito industriale Fiat Altecna, a 2.5 km a N di Modugno, vennero alla luce due cippi di granito locale rossastro, l’uno anepigrafe, l’altro con l’indicazione miliaria, accuratamente trascritta da A. Favuzzi: L. GELLIVS. L. F PR. D. SS. Milia passuum LII I due cippi sono attualmente irreperibili.

71 Archivio Corrente della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto, “Concessioni di scavo; Modugno; Via Carmine”, 2001, Radina. 72 Archivio di Deposito della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto, Busta 26, fasc. 28, sottofascicolo 1, 1982, G. Andreassi. 73 Archivio Corrente della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto, Sezione “Varie; Modugno; Menhir la Cornola” anno 2004. 74 MILANO 1984. 75 Archivio Corrente della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto, Sezione “Vincoli – Modugno” – “Menhir Monaco” 76 Archivio di Deposito della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto, Busta 26, fasc. 28, sottofascicolo 1, 1982, G. Andreassi.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 28 DI 70

Lucio Gellio quindi costruì intorno alla prima metà del I sec. a.C. una strada sulla quale si percorrevano 52 miglia fino al punto di rinvenimento del cippo e quindi in totale 57 miglia fino a Bari. La via Gellia, dunque, era probabilmente una diramazione dalla via Appia di una via preesistente77.

28) Modugno, S. Simeone e c. da Liuzzi (zona industriale) Insediamento rupestre caratterizzato da un nucleo centrale ad anello circolare di cunicoli cui ne sono collegati altri che si sviluppano radialmente per alcuni metri prima di interrompersi con una parete muraria; ad un centinaio di metri in linea d’aria, sempre nello stesso appezzamento, vi sono altri ipogei costituiti da singole sale rettangolari. Sono presenti anche due sepolture; dalla presenza di alcune croci incise sulle pareti a dai resti del sistema di illuminazione, il complesso è databile al periodo paleocristiano – medievale.78

29) Bari, masseria Milella Complesso ipogeo che insiste su un insediamento protostorico attestato dalla presenza di una grotta naturale e da reperti vari (selci, ceramiche, ecc.). La planimetria del complesso si adatta all’ambiente in cui lo stesso si inserisce: infatti l’atrio è costituito da una dolina preesistente. Nel lato sud vi è la chiesa a pianta trapezoidale e quattro absidi, sulle cui pareti restano alcuni brandelli di affreschi che si possono far risalire al XIII secolo. Il lato est, che è il più antico, è formato da un ampio corridoio con alcuni vani nella parte più interna. Sul lato ovest si riconoscono le zone dove c’era il frantoio e diversi locali per i servizi, rimaneggiati nei secoli con ampliamenti e l’erezione di murature.79

35) Modugno, Cippo S. Andrea

77 ANDREASSI-RADINA 1988 78 Archivio Corrente della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto, segnalazione fornita dal sig. Carbone nell’ottobre 1995, catalogata nella cartella “Varie – Modugno”, anno 1994-95. 79 DELL’AQUILA 1977, pag. 20; Segnalazione archeologica del P.U.T.T./P, Approvato con Deliberazione di Giunta Regionale del 15/12/2000, n. 1748; codice SAK08.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 29 DI 70

La località deve il suo nome dalla presenza di cippo-fitta.80

36) Bari, località Misciano In seguito al rinvenimento (nel 1995) dei resti di una necropoli di età alto-medievale e dell’annesso edificio cultuale, databili tra il VII e il X secolo, la località è stata sottoposta a vincolo archeologico con decreto ministeriale del 06/06/1996.81 Gli scavi hanno portato alla luce 17 tombe del tipo a fossa scavata nel banco calcareo, con scarsi elementi di corredo databili tra il VI ed il X sec. Dell’edificio di culto sono state messe in luce le fondazioni dell’abside e di uno dei muri perimetrali82. Inoltre, durante una ricognizione nell’ambito della normale attività didattica dell’Università degli Studi di Bari, Dipartimento di Paletnologia e Scienze del Linguaggio nel 2003, è stato segnalato il basolato di un’antica strada.83

37) Bari, quartiere S.Paolo, Lama Balice E’ datata 26 marzo 1993 la segnalazione da parte di alcuni ragazzi del rinvenimento, nel corso di una passeggiata, di frammenti ceramici in superficie all’interno della Lama Balice, all’altezza delle case del quartiere S. Paolo. I frammenti non sono datati ma vengono definiti “di antica età”.84

47) Bari, masseria Caffariello La costruzione della Masseria è ascrivibile al 1754 riconducibile al conte Gaetano Majorano, detto Caffariello. Vi è segnalato un insediamento di età romana nel P.U.T.T./P, Approvato con Deliberazione di Giunta Regionale del 15/12/2000, n. 1748; codice

80 RUTA 1984, p. 367 81 Archivio Corrente della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto, Sezione “Vincoli – Modugno” – “Misciano”. 82 DEPALO 1995, 124-125. 83 Archivio Corrente della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto, cartella “Varie; Modugno; strada basolato a Misciano”, 2003, Radina. Segnalazione fornita da R. Sanseverino, notificata dalla dott.ssa Radina. 84 Archivio di Deposito della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto, Busta E, Fascicolo 6,

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 30 DI 70

SAK05. Probabilmente la segnalazione dovrebbe essere relativa ad un monolite considerato dalla tradizione un “menhir-cippo” ma che la dott.sa Radina, funzionario della Soprintendenza per i Beni Archeologici, non ritiene tale, quindi di alcun interesse archeologico. La zona comunque è d’interesse archeologico per la sua vicinanza al sito di Misciano e per il transito in zona della strada romana.85

3.2 ANALISI TOPONOMASTICA E NOTIZIE STORICHE

Vengono qui presentati, i toponimi e le notizie storiche individuati nell’area esaminata. Tra parentesi viene indicato il numero di sito nelle cartografie.

7) Bari, masseria Madia Diana Il toponimo Lucignano potrebbe essere associato al nome Licinius. Lucignano viene localizzato all’antico centro di “Due Torri”, oggi denominata “Madia Diana”, una masseria fortificata nei pressi dell’Alco, posta tra le due vie che conducevano da Bari a Modugno. Il Ruta consulta a proposito alcune pergamene del Codice Diplomatico Barese dove risulta che alla località Lucignano sono collegate un trappeto, la chiesa di S.Pietro e le chiese di S. Felice e di S. Simeone. 86

15) Modugno, Palmento Abbazia Esistono lungo la via per Modugno alcuni toponimi come Palmento Abbazia e Palmento Maiulli riconducibili alla presenza di palmenti: strutture a pianta quadrangolare con aperture su tre lati, volta a botte e cisterna al centro, utilizzati per pigiare l’uva.87 In particoalre, Palmento Abbazia testimonia la presenza delle suore della Santissima Trinità fuggite da Bari quando Guglielmo I, detto il Malo, rase al suolo la città, nel 1156. Secondo

Sottofascicolo 225, 1993, Radina. 85 RUTA 1984, p.273; FIORIELLO 2002, pp. 98 e 132; SANSEVERINO 2002, pp.105-110., Archivio Corrente della Soprintendenza Archeologica di Taranto, Cartella “Bari”, anno 2002. 86 RUTA 1984, p.272 87 DE MARCO 1990, pp. 15-16

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 31 DI 70

la Iacovelli, le suore dunque si stabilirono in città e costruirono la cappella di S.Michele e il monastero, in seguito adattato ad episcopio88. Questa ricostruzione è contestata dalla De Marco, in quanto in quel periodo il castello di Bitetto era abitato da un feudatario fedele ai Normanni, la studiosa però ritiene sia vero che le Suore abbiano soggiornato in Bitetto, vista la presenza di casali in cui gli abitanti si dedicavano completamente alla vita religiosa (per esempio il casale dell’Arcidiacono).89

19) Bitetto Sorge sul luogo di un piccolo insediamento apulo (tombe del IV sec. a.C.) ed è ricordato dal sec. IX; fu distrutto due volte dai Saraceni, poi da Guglielmo il Malo nel 1164 e, per aver parteggiato per papa Innocenzo IV, da Corrado IV nel 1251; è stato sede vescovile dal sec. IX al 1818. Dall’anno 958 è presente nelle fonti come Vitecte, Bitecte e Butecte90.

20) Bitritto, Prisciano Potrebbe trattarsi di un toponimo prediale da Priscus.91

21) Modugno, Balsignano Sul codice diplomatico barese è citato come Basilianus locus, è dunque da rapportare a Basilius. 92

22) Bari, Carbonara di Bari, Ceglie del Campo La cittadina occupa il sito dell’acropoli dell’antica città messapica Caelia o Caelium, ricordata da Plinio (Nat. Hist. III, 101). Il toponimo Ceglie pare fondato su un *kailia da cfr. con Kailo-, Kail-, elemento attestato in iscrizioni e monete messapiche, ma anche con i personali latini Kailius, Caelius e caile in area etrusca; alla base di tale elemento messapico

88 IACOVELLI 1959, p. 21 89 DE MARCO 1990, pp. 20-21 90 Dizionario di Toponomastica 1990, p. 81. 91 RUTA 1984, p. 273. 92 RUTA 1984, p. 271.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 32 DI 70

e dei nomi latini ed etruschi può esserci una forma con un originario valore oronimico riferito a ‘dosso’ e simili. Attualmente a Ceglie si conserva un castello edificato dai Sanseverino, duchi di Ceglie, alla fine del 1300 attorno ad una più antica torre normanna. L’edificio fu ampliato nel 1492 e convertito in dimora signorile nel 1525. 93

24) Modugno Modugno è sorto probabilmente sul sito di un antico insediamento Apulo, a cui apparterrebbero le tombe di cui al sito 23. Il toponimo è documentato come “Meduneo, castro Medunii” negli anni 10255-1178 e successivamente come Modunium, ma nel 1310 è Clerici Mundini. Viene ritenuta plausiile una etimologia da un personale latino *Medinius o simile.94

36) Bari, località Misciano Toponimo prediale a conferma del fatto che l’area al confine tra l’ager Varinus e l’ager Botuntinus, doveva essere centuriata.95

40) Bari La città vecchia sorge su un luogo già abitato nell’età del Bronzo. Bari fu centro peucetico, ma acquistò importanza dopo la conquista romana nel sec. III a.C. come porto e nodo stradale e divenne municipio in età imperiale. Il nome Bari corrisponde a Barium degli scrittori latini (Livio XL, 18; Plinio Nat. Hist. III, 102). Barium è stato attribuito alla lingua dei Messapi e se ne conosce il significato attraverso delle glosse, in particolare da Esichio e Stefano Bizantino dalle quali risulta che questa voce è riconducibile ad un tema messapico *baur-, *bur- che significa essenzialmente casa ed anche riparo, luogo munito, porticato. La forma messapica originaria dovrebbe essere stata *baorra.96

93 Dizionario di Toponomastica 1990, p. 187. 94 Dizionario di Toponomastica 1990, p. 398. 95 RUTA 1984, pp. 269-274.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 33 DI 70

43) Il toponimo Scorcia potrebbe derivare dal germanico *skulk – “vedetta, posto di guardia”. Nell’Italia centro meridionale la distribuzione di tale toponimo è concentrata sulle linee più note di confine tra i domini longobardi e quelli bizantini e anche lungo il litorale adriatico.In questo caso il termine *skulk può essere stato usato dai Goti nel VI secolo durante la guerra greco-gotica.97

49) Bari, Villa Frammarino La Villa Framarino è localizzata sullo spalto sinistro di lama Balice. Nei pressi della Villa è stato riconosciuto uno dei decumani della centuriazione dell'ager Varinus. Gli stessi toponimi ancora in uso nella zona (Parco Camerato e Arco Camerata), fanno identificare il sito con l'antico casale di Cammarata, uno dei tanti choria (villaggi) bizantini che circondavano il capoluogo; il casale era posto su un tracciato stradale medievale parallelo alla Via Traiana, che connetteva Bitonto con la via costiera per Salapia, e comprendeva in origine numerosi ipogei e trappeti e le chiese di S.Angelo, S.Benedetto e S.Giovanni (è probabile che ricadessero nella sua estensione anche le vicine chiese dell'Annunziata, di S.Andrea e di S.Martino di Balice). Dai documenti si suppone che il casale di Cammarata sia stato distrutto dai Saraceni nel 992, poi ripopolato nel 1172; è ancora menzionato in un documento del 1343. Di certo l'area fu ininterrottamente feudo della nobile famiglia barese degli Effrem dal XIII al XVIII secolo. Al 1738 risale una dettagliata pianta del Feudo e Masseria di Cammarata. La Villa passò alla nobile famiglia Framarino di nel 1835 e nel 1852 lavori di ampliamento e soprelevazione gli dettero le sembianze attuali. Sono ancora parzialmente visibili le tracce del volume quadrato realizzato in conci calcarei ben ammorsati che doveva essere la preesistente torre isolata cinque – seicentesca.

51) Bitetto, Chiusura

96 Dizionario di Toponomastica 1990, p. 63.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 34 DI 70

Contrada Chiusure, sito rurale “tuttora esistente“ pur se abbandonato, poco lontano dal feudo delle suore di Santa Scolastica dove lo Iacovelli98 localizzò i resti di un antico tempio pagano trasformato poi in edificio di culto cristiano.99

3.3 LA RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA DEL PROGETTO DEFINITIVO

La ricognizione è stata effettuata lungo il tracciato relativo al progetto definitivo di raddoppio della linea ferroviaria Bari – Taranto, tratta Bari S. Andrea – Bitetto, per un’ampiezza di circa 60 mt rispetto allo stesso tracciato. La ricognizione è partita dall’attuale stazione ferroviaria di Bitetto evidenziando una situazione caratterizzata da una massiccia presenza di aree coltivate, ad eccezione di un primo tratto di circa 0.5 Km a est dal tracciato, interessato dall’espansione della città nei pressi dell’attuale stazione ferroviaria e dal quartiere artigianale, posto a circa 200 mt a est dal tracciato e a 2 Km dalla stazione. Il grado di visibilità dei terreni, coltivati per lo più ad uliveto e molto più raramente a vigna o ad ortaggi, è definibile medio/- medio/alto, soprattutto nella zona che va da Bitetto fino a Modugno, ovvero fino al punto in cui il tracciato incrocia la SP 1 (strada provinciale Modugno – Bitetto). Per il successivo chilometro, ovvero fino al cantiere operativo n. 3, l’area è caratterizzata da una certa antropizzazione, si tratta infatti di una zona interessata da un cantiere in disuso, una cava e da proprietà privata per cui il grado di visibilità è nullo. Da tale area fino al cantiere n. 2, la visibilità torna ad essere medio/medio – alta, tranne nel punto in cui dovrebbe sorgere il cantiere operativo n. 2, ovvero dove è stato segnalato un tratto della via Traiana, infatti l’area è in parte delimitata da proprietà privata e in parte è caratterizzata da terreni coltivati a uliveto con erba alta. Il grado di visibilità diventa medio/medio – scarso, a partire da questo punto fino a Bari - stazione S. Andrea, infatti il tracciato interessa sia l’area meridionale della zona industriale di Modugno, area dunque altamente antropizzata, che il quartiere Stanic di Bari,

97 SABATINI 1963-64, p. 141 ss. 98 IACOVELLI 1959, p.21

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 35 DI 70

caratterizzato da un forte degrado. Durante la survey sono emerse alcune evidenze archeologiche caratterizzate soprattutto dalla dispersione di materiale in superficie, in particolare sui fianchi della stazione di Bitetto, nei pressi di alcuni trulli tra il Km 7 e 9, del Km 10 e della stazione S. Andrea, in quest’ultima località è stato evidenziato anche un infossamento del terreno coperto da vegetazione. Alcune di queste zone sono poste nelle immediate vicinanze di aree archeologiche già note dalle fonti come ad esempio il complesso ipogeo di S. Maria delle Grotte100 (a 300 mt dal tracciato, Km 7) e Balsignano101 (a circa 700 mt dal tracciato, KM 9 - 10), infine la località S. Andrea si trova in un area dove, nel raggio di circa 1 Km, sono state segnalate più volte grotte, ipogei e insediamenti rupestri102. Vengono qui presentati, i toponimi e le notizie storiche individuati nell’area esaminata. Tra parentesi viene indicato il numero di sito nelle cartografie.

99 ANTONACCI DE MARCO 1991, pp. 11-12. 100 MILANO 1984, pag.15; DELL’AQUILA 1977, pag. 11, pp. 20-21; DELL’AQUILA 1985, pp. 68-70; Archivio Corrente della Soprintendenza Archeologica di Taranto, Cartella “Modugno-S. Maria della Grotta anno 1983-84, G. Lavermicocca; Cartella “Modugno-S. Maria della Grotta”, anno 2002, A. Cinquepalmi. 101 MUNTONI 2002, pp. 159-165; MUNTONI - FIORENTINO 2002, pp. 167-173; RADINA 2002, pp. 143-156; Milano 1984. 102 DELL’AQUILA 1977.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 36 DI 70

2) Bari, Stazione S.Andrea

Nei pressi dell’attuale stazione S. Andrea è stato individuato un leggero infossamento del terreno (profondo circa 70 cm) ricoperto di massi; nei pressi è stata segnalata della dispersione di materiale ceramico. E’ stata dunque effettuata la raccolta di alcuni frammenti: 1 fr. di tegolone romano ad aletta; 1fr. di orlo invetriato di epoca medievale, 2 frr. di anse acroma indeterminata. L’infossamento del terreno potrebbe far riferimento ad una sepoltura o meglio ad una cavità carsica nel sottosuolo. La presenza di ceramica conferma la frequentazione di tale sito in epoca medievale.

3) Bari, est di Strada Statale n.16

Nei pressi dell’area di cantiere n.1 è stato individuato un infossamento del terreno, coperto da fitta vegetazione. L’avvallamento del terreno è di circa 3-4m. Nel punto più profondo.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 37 DI 70

L’area è nota per essere interessata da numerosi ipogei, che non sono stati rintracciati, tuttavia tale infossamento del terreno potrebbe essere riconducibile proprio ad un ipogeo.

9) Bari, zona artigianale, tra il raccordo A14 e la strada vic. S.Giorgio Martire Nell’ambito di un tratturo, sono stati rilevati i resti di una probabile sistemazione stradale fatta di conci calcarei, dell’ampiezza di circa 50 x 70 cm. Non è stato rinvenuto alcun frammento ceramico.

11) Modugno, Cas.o Le Tacche, strada vicinale Le Tacche

Rinvenimento superficiale di frammenti ceramici ascrivibili al periodo tardoantico/altomedievale, indicativo della frequentazione dell’area in detto periodo

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 38 DI 70

storico. Si sottolinea che la zona del rinvenimento è poco distante dal toponimo Sottomura, sito nei pressi del castello di Balsignano. Raccolta dei seguenti frammenti: 2 frr. di orlo di ceramica invetriata medievale; 2 anse di ceramica indeterminata 3 frammenti di parete invetriata altomedievale; 1 scarto di fornace.

12) Modugno, Paganello, Strada vicinale Paganello

In un’ampia area sono stati rinvenuti alcuni sporadici frammenti ceramici attribuibili ad un arco temporale dal tardoantico al medievo. In particolare sono stati campionati: 2 frr. di ansa di medie dimensioni in ceramica acroma indeterminata; 1 fr. d’ansa di piccole dimensioni invetriata medievale; 1 frammento di parete acroma con decorazione incisa; 2 frr. di parete ceramica invetriata; 1 frammento di parete acroma indeterminata. Si sottolinea che la zona del rinvenimento è poco distante dai toponimi Sottomura e Sopracastello, siti nei pressi del castello di Balsignano.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 39 DI 70

13) Modugno, Pigna, Strada comunale Lamarisotti

E’ stato notato un cippo, alto circa 50 cm e dal diametro di 25 cm, il cui lato superiore presenta un’incisione che lo divide perfettamente a metà. Non vi sono iscrizioni né sono stati rinvenuti frammenti ceramici nei dintorni. Potrebbe trattarsi di una fitta di delimitazione dei campi centuriati, data l’incisione sul suo lato superiore, e la totale assenza di iscrizioni. Ma la totale assenza di frammenti ceramici in zona, ne mette in dubbio l’interpretazione.

14) Modugno, Pigna

Sono stati rinvenuti frammenti ceramici nei pressi del trullo n. 19 (vd. in “carta

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 40 DI 70

posizionamento trulli”). Essi sono attribuibili ad epoca altomedievale, indicando la frequentazione dell’area in detta epoca storica. 16) Bitetto, stazione ferroviaria, ad ovest della linea ferroviaria

Nel terreno di un uliveto posto tra la stazione ferroviaria e la S.S. 206, sono stati rinvenuti numerosi frammenti ceramici (ceramica d’impasto e da fuoco). In particolare sono stati raccolti 6 frammenti di parete di ceramica d’impasto protostorico, un frammento di ceramica invetriata medievale, un frammento di ceramica acroma indeterminata ed uno scarto di fornace. Data l’elevata presenza di ceramica da fuoco e di impasto, potrebbe trattarsi di un sito frequentato ad uso abitativo.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 41 DI 70

17) Bitetto, cimitero, ad est della linea ferroviaria In un campo tra il cimitero e la stazione ferroviaria, sono stati rinvenuti sporadici frammenti ceramici di epoca non determinabile. Non si esclude una correlazione con il sito segnalato 16, situato dall’altra parte della linea ferroviaria.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 42 DI 70

3.4 LA LETTURA DELLE FOTO AEREE

L'elaborazione aerofotografica a scopo archeologico è metodologia tecnica preliminare e preventiva atta a localizzare siti archeologici. Condizione indispensabile per la localizzazione di un sito archeologico dal materiale aerofotografico è la sua superficialità (gli strati e le strutture antiche devono essere raggiunti dal vomere con spargimento superficiale del materiale) e l'assenza sul sito stesso di colture "coprenti" (ad esempio erba medica, prato stabile, vigneto, mais, ecc.) che annullano o limitano grandemente la leggibilità delle "anomalie antropiche/archeologiche". La quasi totalità delle unità colturali risulta interessata da coltivazioni di ulivi, rendendo possibile una discreta visibilità delle caratteristiche cromatiche dei suoli. Il livello di scala è risultato buono per il grado di definizione che richiede la normale ricerca aerofotografica: nel nostro caso le scale di restituzione delle ortofotografie sono 1.5.000. Nonostante queste note favorevoli, lo studio delle ortofoto ha restituito solo una segnalazione, relativa ad una linea chiara con andamento SW/NE leggermente incurvato, della larghezza di circa 40m. Se l’allinamento continuasse, intercetterebbe la linea in progetto intorno alla chilometrica 6+860. La notevole ampiezza della traccia non consente peraltro di interpretarlo come antico percorso andato in disuso.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 43 DI 70

Traccia in ortofoto

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 44 DI 70

3.5 GLI IPOGEI

La maggior parte del territorio del Comune di Bari è interessato dalla presenza di due differenti substrati geologici, i cosiddetti tufi e il calcare. I tufi sono costituiti da depositi calcareo - arenacei e calcareo - arenaceo - argillosi risalenti al Pleistocene e ricoprenti tre quarti del territorio comunale (ad eccezione della zona più interna, a sud - ovest del centro abitato). I calcari detritici risalgono invece al Cretaceo, molto più antichi dei tufi e di conseguenza anche molto più duri e meno lavorabili. La stratificazione delle differenti rocce è perfettamente leggibile in alcuni tratti delle lame che strutturano il territorio di Bari. Il sistema delle lame di Bari è stato profondamente compromesso ed alterato dall’espansione urbana della città e dalla realizzazione dei principali assi viari, come per esempio la tangenziale, localizzati in maniera assolutamente indifferente alle caratteristiche e ai valori naturalistici, ambientali e storico – culturali del territorio che attraversano (vedi per esempio il caso dell’insediamento rupestre di Santa Candida, parzialmente distrutto durante la costruzione del raddoppio della tangenziale). Nel territorio di Bari le lame si sviluppano come una sorta di ventaglio, che partendo dalla Murgia confluisce verso il centro urbano. Da nord - ovest a sud - est si incontrano le seguenti lame: Balice, Lamasinata, Villa Lamberti, Picone, Fitta, Valenzano, S.Marco, S.Giorgio e Giotta. Il valore delle lame in genere, ed di quelle presenti nel territorio della città metropolitana di Bari in particolare, è connesso alla presenza di numerose emergenze storico - culturali e al valore di rete ecologica che ancora esercitano. Tra le lame di Bari meritano una descrizione più dettagliata almeno le più importanti: - Lama Lamasinata: è costituita da più rami e dopo aver attraversato il territorio dei Comuni di , Bitetto e Modugno e il quartiere San Paolo a Bari, sfocia in corrispondenza del molo san Cataldo. L’ultimo tratto, all’interno della città di Bari, è completamente cementificato a protezione degli insediamenti residenziali ed industriali posti nelle vicinanze. Anche questa lama si caratterizza per la ricchezza delle tracce dell’antica frequentazione antropica: su un pianoro che si affaccia sulla lama, nei pressi

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 45 DI 70

del casale medievale di Balsignano, è stato individuato un esteso abitato risalente al periodo neolitico (quinto millennio avanti Cristo); sulla lama, dopo Modugno, si affaccia la chiesa rupestre della Madonna della Grotta e l’insediamento rupestre di S.Caterina. - Lama Picone: anch’essa costituita da due rami, uno proveniente da Adelfia, il torrente Baronale, e l’altro da Sannicandro. Arrivata in città, all’altezza di Parco Domingo (periferia di Poggiofranco), la lama scompare, cancellata dalla città; originariamente sfociava a mare tra via Brigata Bari e via Fieramosca, creando una vasta area paludosa. Lungo la lama sono localizzati alcuni tra gli insediamenti rupestri più interessanti di Bari (Santa Candida e la Caravella). - Lama San Giorgio: è la più estesa tra quelle che attraversano il territorio di Bari, nascendo nel territorio di e sfociando a mare a San Giorgio, dopo aver attraversato il territorio di numerosi Comuni. Alcuni tratti della lama presentano ancora caratteristiche di rilevante valore naturalistico ed ambientale tanto da essere inclusa tra le aree protette individuate dalla legge regionale 19 del 1997. Anche in questo caso la lama si dimostra essere oltremodo ricca di segni dell’antica frequentazione antropica. - Lama Giotta: è l’ultima delle lama che interessano il territorio di Bari, sfociando a mare in corrispondenza dell’abitato di Torre a Mare. Interessantissimi alcuni tratti, in particolare nel territorio di Noicattaro, da un punto di vista naturalistico, in particolare per la presenza di estese e fitte aree a macchia mediterranea. A ulteriore dimostrazione dell’importanza delle lame per l’antropizzazione del territorio nelle epoche antiche, anche a Lama Giotta sono stati scoperti importanti giacimenti archeologici, per esempio la grotta della Tartaruga, con ricche testimonianze del periodo neolitico. - Lama Balice: il corso di Lama Balice ha origine dalle Murge nel territorio del Comune di Ruvo e, dopo aver lambito l’abitato di Bitonto, sfocia a mare in corrispondenza di Fesca dopo 37 chilometri. La lama corrisponde al corso prosciugato dell’antico torrente Tiflis. Nel territorio del Comune di Bitonto la lama presenta due differenti configurazioni morfologiche, una meno incisa e con andamento maggiormente sinuoso e l'altra in cui l'incisione aumenta sensibilmente, tratto caratterizzato quindi da pareti subverticali in cui è facile leggere la stratificazione della roccia. Nel tratto maggiormente inciso sui fianchi

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 46 DI 70

della lama si aprono numerose cavità naturali che conservano evidenti tracce dell'antica frequentazione antropica, cui si sommano numerose grotte scavate dall'uomo. Lungo il suo corso esistevano numerosi casali medievali (casale di Cammarata) e chiese di anti-ca fondazione (sono ancora visibili la chiesa dell'Annunziata e la chiesa in grotta di S.Angelo); oggi sono ancora presenti lungo il suo corso, seppure spesso in uno stato di avanzato degrado, numerose masserie (Caggiano, Maselli, Framarino, Triggiano, Caffariello), in origine importanti centri di produzione e spesso anche di controllo del territo-rio. La lama costituisce quindi un ambiente di indubbio valore sia per le caratteristiche ambientali e naturalistiche che per la presenza di tracce del passato di questo territorio, valore implementato dal fatto di essere in una zona fortemente antropizzata, dove gli insediamenti hanno aggredito il territorio risparmiando pochissime aree. L’area della lama è stata individuata come Parco Naturale Attrezzato dalla legge regionale n.21 del 24 marzo 1980 e ricompresa nell’elenco delle aree protette regionali della legge 19 del 1997. Di estremo interesse il sistema di masserie che punteggiano il corso della lama Balice o il suo immediato intorno, che per quanto spesso in avanzato stato di degrado, permettono di leggere gli originari principi insediativi di quest'area. Vengono qui segnalati gli ipogei più prossimi all’area interessata dal progetto. Tra parentesi viene indicato il numero di sito nelle cartografie.

6) Bari, zona industriale Ipogeo segnalato nel P.U.T.T./P.103

7) Bari, masseria Madia Diana Masseria fortificata “abbandonata e diruta”104 con complesso ipogeo sottostante, posto nei pressi della Masseria Gambetta.105

103 Segnalazione archeologica del P.U.T.T./P, Approvato con Deliberazione di Giunta Regionale del 15/12/2000, n.1748; scheda n. 13, codice comune VAK113, Fg. 2126. 104 RUTA 1984, pag. 272. 105 Segnalazione archeologica del P.U.T.T./P, Approvato con Deliberazione di Giunta Regionale del 15/12/2000,n.1748;

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 47 DI 70

8) Bari, Torre Massarelli Ipogeo segnalato nella zona industriale.106

30) Bari, Ipogeo S. Caterina Complesso situato sul bordo dell’antica strada Bari – Modugno. Si presenta diviso in tre parti; si tratta di un grosso complesso ipogeo che apparteneva ai Cavalieri Gerosolomitani come si rileva da alcuni documenti angioini.107

31) Bari, Ipogeo Seminario II Complesso ipogeo posto a circa 50 mt di distanza dall’Ipogeo Seminario I (sito 32), era forse una chiesa dotata di ambienti adiacenti.108

32) Bari, Ipogeo Seminario I Nei pressi dell’omonima masseria, vi è un complesso ipogeo che si sviluppa su una superficie di circa 100 mq. La planimetria mette in evidenza come si sia partiti da un impianto base ampliato successivamente con l’aggiunta di ambienti e corridoi. Nei pressi vi sono altre grotte, come quella detta Seminario II (sito 31), da notare è la presenza di tombe al di sopra dell’insediamento ipogeo, una di esse sembra risalire al V – VI secolo in base ai frammenti ceramici ivi ritrovati.109

33) Bari, Ipogeo Villa Costantino Insieme ipogeo dalla complessa planimetria: un criptoportico a forma di otto circonda i due atri e comunica con vari ambienti intorno. La presenza di varie croci incise sulle pareti del

codice SAK07. 106 Segnalazione archeologica del P.U.T.T./P, Approvato con Deliberazione di Giunta Regionale del 15/12/2000,n.1748; codice SAK36. 107 DELL’AQUILA 1977, pag. 19; Segnalazione archeologica del P.U.T.T./P, Approvato con Deliberazione di Giunta Regionale del 15/12/2000, n. 1748; codiceVAK123. 108 DELL’AQUILA 1977 pag. 20; Segnalazione archeologica del P.U.T.T./P, Approvato con Deliberazione di Giunta Regionale del 15/12/2000, n. 1748; codice SAK09.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 48 DI 70

corridoio posto verso est indica la possibile esistenza di una chiesa, oggi non più visibile a causa di un crollo. Interessante la presenza di un sarcofago greco (V - III sec. a.C.), in tufo e con copertura, sezionato trasversalmente durante lo scavo di un corridoio. Intorno a questo complesso vi erano numerose altre “grotte”, oggi purtroppo interrate, formanti forse un casale di cui non ci è giunta notizia.110

34) Bari, via di Carbonara Ipogeo rinvenuto durante lo scavo delle fondamenta di un villino sulla via di Carbonara nel 1925.111 Inizialmente si pensò che fosse una catacomba ebraica – da cui il nome “ipogeo ebraico”112, ma secondo l’ispettore archeologo Lavermicocca, non andrebbe definito ebraico: è costituito da due androni di forma subcircolare, segnato all’ingresso da una vistosa “croce” e collegati da uno strettissimo cunicolo-rifugio. Non ci sono tracce di natura funeraria: si tratta dunque di un ipogeo senza alcuna precisa tipologia e cronologicamente indefinibile, creato probabilmente per servizio della vicina masseria. E’ sottoposto a vincolo archeologico con decreto ministeriale del 18/11/1987.113

37) Bari, quartiere S.Paolo, Lama Balice

109 DELL’AQUILA 1977 pp.19–20; Segnalazione archeologica del P.U.T.T./P, Approvato con Deliberazione di Giunta Regionale del 15/12/2000, n. 1748; codice SAK09. 110 DELL’AQUILA 1977, pag. 25; Segnalazione archeologica del P.U.T.T./P, Approvato con Deliberazione di Giunta Regionale del 15/12/2000, n. 1748; codice SAK37; il complesso ipogeo viene segnalato anche in una nota di sospensione dei lavori per un impianto commerciale del 12/11/1995: cartella “Varie - Modugno”, anno “1995” in Archivio Corrente della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto. 111 DELL’AQUILA 1977; pag. 26. 112 CASSUTO 1933, pp. 167-173. 113 Archivio di Deposito della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto, Busta 7, Fascicolo 6, sottofascicolo 110, 1987, Guzzo – Lavermicocca. Descrizione desunta da una denuncia del 21/10/1989 di inadempienza del vincolo storico cui è sottoposto l’ipogeo, compromesso dai lavori dell’attuale stadio S.Nicola. Segnalazione archeologica del P.U.T.T./P, Approvato con Deliberazione di Giunta Regionale del 15/12/2000, n. 1748; codice VAK105.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 49 DI 70

In zona vengono segnalati ipogei senza nome.114

38) Bari, Masseria Gambetta Masseria con sottostante ipogeo posto nella zona industriale.115 Nella zona sono segnalati anche il Trappeto ipogeo Torrente Gambetta e gli Ipogei Lamasinata.116

39) Bari, San Giorgio Si tratta di una chiesa costruita su un complesso ipogeo, ha una sola abside ed è sormontata da una cupoletta; entra nella tipologia delle chiese romaniche rurali, numerose nelle campagne pugliesi, databile al XI secolo. Il complesso ipogeo sottostante, in origine, era più esteso e si sviluppava specialmente verso nord. Nel 1930 circa, quando fu venduto parte del terreno nel quale si trova l’ipogeo, venne murato l’ingresso all’ipogeo sito in quella porzione di terreno.117

41) Bari, Villa di Cagno Segnalato un ipogeo nel P.U.T.T./P, Approvato con Deliberazione di Giunta Regionale del 15/12/2000, n. 1748; codice SAK34.

42) Bari, Masseria Prete Segnalato un trappeto ipogeo nel P.U.T.T./P, Approvato con Deliberazione di Giunta Regionale del 15/12/2000, n. 1748; codice SAK04.

43) Bari, Torre Rossa Segnalato un ipogeo nel P.U.T.T./P, Approvato con Deliberazione di Giunta Regionale del

114 Segnalazione archeologica del P.U.T.T./P, Approvato con Deliberazione di Giunta Regionale del 15/12/2000, n. 1748; codice SAK28. 115 DELL’AQUILA 1985, pp.68-70; Segnalazione archeologica del P.U.T.T./P, Approvato con Deliberazione di Giunta Regionale del 15/12/2000, n. 1748; codice SAK06. 116 Segnalazioni archeologiche del P.U.T.T./P, Approvato con Deliberazione di Giunta Regionale del 15/12/2000, n. 1748; rispettivamente codici SAK33 e SAK23. 117 DELL’AQUILA 1977, pp. 11 e 26.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 50 DI 70

15/12/2000, n. 1748; codice SAK03.

44) Bari, masseria Scorcia Segnalate rovine con ipogei nel P.U.T.T./P, Approvato con Deliberazione di Giunta Regionale del 15/12/2000, n. 1748; codice SAK31.

45) Bari, masseria Scorcia Segnalato un ipogeo nel P.U.T.T./P, Approvato con Deliberazione di Giunta Regionale del 15/12/2000, n. 1748; codice SAK30.

46) Bari, masseria Triggiano Segnalato un ipogeo nel P.U.T.T./P, Approvato con Deliberazione di Giunta Regionale del 15/12/2000, n. 1748; codice SAK29.

48) Bari, Masseria Fenicia Segnalato un trappeto ipogeo nel P.U.T.T./P, Approvato con Deliberazione di Giunta Regionale del 15/12/2000, n. 1748; codice SAK27.

49) Bari, Villa Frammarino Segnalato un ipogeo nel P.U.T.T./P, Approvato con Deliberazione di Giunta Regionale del 15/12/2000, n. 1748; codice SAK26.

50) Bari, S.Angelo di Camarata Segnalato un ipogeo nel P.U.T.T./P, Approvato con Deliberazione di Giunta Regionale del 15/12/2000, n. 1748; codice SAK32.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 51 DI 70

4 LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO ARCHEOLOGICO

La “carta dei siti segnalati”, in scala adeguata, rappresenta un’area più vasta rispetto a quella strettamente interessata dalle opere previste, al fine di consentire un inquadramento generale dal punto di vista archeologico. La carta archeologica così costituita consente una rappresentazione dell’evoluzione storica della zona, permettendo di valutare l’antropizzazione del territorio nel corso dei secoli, individuando particolari concentrazioni che possano indicare aree dove, sebbene non vi siano particolari segnalazioni, sia alta la probabilità di riscontrare rinvenimenti archeologici. Infatti l’assenza di rinvenimenti archeologici in un determinato territorio non vuol significare necessariamente un basso rischio di rinvenimenti, ma più probabilmente la mancanza di studi e ricerche sull’area. Si possono distinguere, fondamentalmente, tre gradi di antropizzazione antica del territorio: • alta: aree con numerose presenze attestate di siti archeologici, incluse in un contesto paleoambientale favorevole all’insediamento antico con presenza di toponimi significativi e relitti significativi di persistenze viarie. • media: aree con scarsità di rinvenimenti archeologici, ma che hanno goduto di una condizione paleoambientale e geomorfologica favorevole all’insediamento antico, presenza di toponimi significativi. • bassa: aree con scarsa presenza di rinvenimenti archeologici, assenza di toponimi significativi, con situazione paleoambientale difficile. Sulla scorta dei dati raccolti, è pertanto possibile effettuare una valutazione del potenziale rischio archeologico assoluto. Esso consiste in un rischio areale e non puntuale e quindi non strettamente collegato all’opera in progetto. Attraverso campiture di colori differenti, vengono distinti cinque gradi di rischio: - rischio molto alto, in presenza di aree sottoposte a vincolo archeologico diretto e quando le opere progettate interferiscono direttamente con siti archeologici segnalati. - rischio alto (colore rosso), nelle aree di alta antropizzazione antica, indipendentemente

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 52 DI 70

dalla distanza dalle opere e quando i siti sono localizzati entro un raggio di 200 m rispetto alle opere in progetto. - rischio medio, nelle aree di media antropizzazione antica e quando i siti segnalati sono localizzati entro un raggio compreso fra 200 e 500 m rispetto alle opere in progetto. - rischio basso, per le aree a bassa antropizzazione e quando i siti segnalati sono localizzati ad una distanza superiore ai 500 m rispetto alle opere previste. - rischio zero, quando non esistono elementi di rischio.

Correlando ed incrociando tra loro le aree a diverso rischio assoluto con le tipologie delle opere in progetto, considerando anche le aree di cantiere e le viabilità interferite, si ottiene la valutazione di potenziale rischio archeologico relativo. Esso consiste in un rischio puntuale e quindi strettamente collegato all’opera in progetto, pertanto bisogna tenere conto di elementi quali: - distanza dell’opera dal sito archeologico segnalato; - esistenza di dati riconducenti alla profondità del piano di campagna antico (ad esempio in età romana) rispetto all’attuale piano di campagna; - profondità degli scavi a cielo aperto previsti per le diverse opere in progetto. Vengono distinti cinque gradi di rischio: - rischio molto alto, quando le opere progettate interferiscono direttamente con aree sottoposte a vincolo archeologico diretto o con siti archeologici segnalati. - rischio alto, in presenza di area a rischio assoluto alto, quando i siti segnalati sono localizzati in adiacenza alle opere in progetto e quando la profondità degli scavi previsti si avvicina a quella del piano di campagna antico. - rischio medio, in presenza di area a rischio assoluto medio, quando i siti sono localizzati entro un raggio compreso fra 100 e 200 m rispetto alle opere in progetto e la profondità degli scavi previsti si avvicina a quella del piano di campagna antico. - rischio basso, in presenza di area a rischio assoluto basso, quando i siti sono localizzati ad una distanza superiore ai 200 m rispetto alle opere previste, quando a causa della notevole profondità il piano di campagna antico non può essere raggiunto, come nel caso

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 53 DI 70

di scavi superficiali o scotici. - rischio zero, quando non esistono elementi di rischio e quando le opere in progetto sono previste in galleria naturale e conseguentemente la profondità dello scavo non interferisce con l’eventuale presenza di deposito archeologico in superficie. Questa seconda elaborazione è qui di seguito esaminata in dettaglio ed illustra sia la valutazione di rischio assoluto sia la valutazione di rischio relativo.

4.1 VALUTAZIONE DI RISCHIO ASSOLUTO

Il più antico rinvenimento archeologico nell’area in esame risale al Pleistocene Inferiore e si riferisce allo scheletro fossilizzato di una balenottera trovato lungo il canale deviatore Lama Sinata in località Balsignano (Modugno). Dal territorio di Modugno proviene la più antica attestazione umana nel territorio in esame, data dai materiali litici databili al Paleolitico emersi presso Santuario S. Maria delle Grotte. Sempre nella zona di Balsignano, su un pianoro delimitato su due lati dalla Lama Lamasinata, è stato individuato un villaggio neolitico. Un insediamento protoappenninico, risalente al Bronzo Finale – prima età del Ferro, occupa una zona di recente espansione del centro urbano di Bitetto, tra Via Beato Giacomo e la chiesa di S. Maria La Veterana. Ad epoca protostorica appartengono cronologicamente l’insediamento indagato a masseria Milella (Bari) ed i reperti ceramici individuati in corso di ricognizione superficiale presso la stazione di Bitetto. Nei pressi di questo sito viene inoltre supposto il transito di una viabilità preromana che dalla zona di Torre di Brencola, passando per il territorio di Bitetto, raggiungeva quello di Cassano. Nell’area in esame viene inoltre supposto il transito di un’altra strada preromana che partendo dalla costa in loc. Palese, toccava Modugno, quindi Balsignano per raggiungere Sannicandro e Cassano da dove si dirigeva verso lo Ionio. Ascrivibili ad età preromana sono le tombe individuate nel centro urbano di Bitetto, mentre al “periodo classico” sono datate le due sepolture rinvenute nell’area industriale ALCO (Bari). Al IV-II sec. a.C. sembra risalire la necropoli peuceta venuta alla luce agli inizi del

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 54 DI 70

1900 nell’area del centro urbano di Modugno, come Bitetto sorto probabilmente sul sito di un antico insediamento Apulo. Per quanto concerne il periodo romano, l’area in esame risulta centuriata e sulla base dei dati bibliografici, si è cercato di riprodurre in cartografia la maglia di centuriazione di ca. 710 m di lato. Si può dedurre l’estensione della centuriazione grazie ai numerosi toponimi prediali (ad esempio Misciano e Prisciano). Il paesaggio agrario dei territori centuriati doveva essere caratterizzato da piccole proprietà, qua e là aggregate secondo la più antica struttura rurale articolata in vici e in pagi. Non si esclude pertanto la presenza nel tratto in esame di edifici di epoca romana, sebbene allo stato attuale delle ricerche non si rinvengono tracce cospicue: i rinvenimenti riconducibili alla centuriazione sono infatti limitati a cippi-fitta (Cippo S. Andrea, Menhir fondo la Cornola e Menhir Lo Monaco, in comune di Modugno). Sempre su dati bibliografici si è cercato di riportare in cartografia i tratti di strade romane. Transitano nel territorio esaminato la via Traiana, la via Gellia e in particolare la via Minucia che nel tratto da Bitonto a Ceglie probabilmente attraversava le località Difesa, Cagnano, Santa Croce, Madonna delle Grazie, Paganello, Casino le Tacche, Macchia di Chianca, Masseria Copiana e Casino Torrice. Nella zona sono segnalati tre miliari, uno rinvenuto in loc. S.Andrea (Bari) e due nell’area industriale Fiat Altecna di Modugno. Alla luce degli elementi sopra esposti, l’area oggetto dell’indagine risulta a potenziale rischio archeologico alto.

4.2 VALUTAZIONE DI RISCHIO RELATIVO

Nonostante la presenza di toponimi prediali e di cippi-fitte nel territorio, allo stato attuale delle indagini non sono stati individuati nel territorio attraversato dall’opera in progetto reperti archeologici riconducibili ad insediamenti rurali di età romana. Non è da escludere per altro il rinvenimento di siti ad essi riconducibili, sebbene esista la possibilità che detta area fosse destinata esclusivamente alle coltivazioni e non ad insediamenti. I capisaldi per la localizzazione del piano di campagna preromano sono dati dai siti: 4 - Area artigianale di Bari: tombe di età ellenistica a 0,90m di profondità dal piano di

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 55 DI 70

campagna; 19 – Bitetto: tombe di età ellenistica tra 1m e1,2m dal piano attuale e di piani d’uso coevi a 0.75 m – 1.00 m dal piano di campagna. Di particolare importanza, per la valutazione del rischio archeologico relativo, sono i punti di probabile contatto tra le viabilità preromane e romane e le opere in progetto, oltre al rinvenimento di reperti protostorici (sito 16) nei pressi della stazione di Bitetto che, per le loro caratteristiche, non si esclude possano essere riferibili ad un insediamento.

Tenendo conto dei risultati ottenuti nella elaborazione dello studio in oggetto e delle caratteristiche del progetto che prevede, tranne per i due tratti alle estremità di adeguamento a porzioni di linea attuali, alternanze di scavi in trincea e gallerie artificiali, si presenta la seguente valutazione di potenziale rischio relativo.

Rischio archeologico basso Tratto da km 3+969 a 4+410, dove è prevista la sistemazione della tratta attuale. Tratto da km 12+129 a 13+830, dove è prevista la sistemazione della tratta attuale. Tratto da km 14+170 a 14+460, dove è prevista la sistemazione della tratta attuale. NV06 per quanto insistente sul tratto stradale esistente.

Rischio archeologico medio Tratto da km 4+410 a 4+830 dove sono previsti: tratto a raso, Fermata Villaggio dei Lavorati, IN04. L’area era centuriata in età romana e si segnala il rinvenimento in corso di survey (sito 3) di un avvallamento nel terreno forse riconducibile alla presenza di un ipogeo.

Tratto da km 4+770 a 4+830 dove sono previsti: GA01, NV01, tratto in trincea e pista di cantiere. L’area era centuriata in età romana e si segnala il rinvenimento in corso di survey (sito 3) di un avvallamento nel terreno forse riconducibile alla presenza di un ipogeo.

Tratto da 5+110 a 5+830 dove sono previsti: GA03, area di stoccaggio. Rientrano in

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 56 DI 70

questa fascia di rischio anche le porzioni centrale e nord di NV03. L’area era centuriata in età romana e le opere sopra descritte risultano piuttosto lontane dai siti segnalati 4 e 5.

Tratto da 5+830 a 6+670 dove sono previsti: tratto in trincea, GA04, NV04, NV05. L’area era centuriata in età romana. Piuttosto distante dalle lavorazioni citate è il sito segnalato 9, relativo all’individuazione in corso di survey di un tratto di sistemazione stradale di epoca non determinabile.

Tratto da 6+670 a 7+030 dove sono previsti: GA05, GA06, NV05, pista di cantiere. Rientra in questa fascia di rischio anche la parte dell’intervento previsto NV06 esterno a quanto già occupato dal tracciato stradale attuale. L’area era centuriata in età romana. Piuttosto distante dalle lavorazioni citate è il sito segnalato 10, relativo ai rinvenimenti archeologici paleolitici ed altomedievali presso S.Maria delle Grotte.

Tratto da 7+030 a 7+540: sono previsti: tratto in trincea, GA07, IN08. L’area era centuriata in età romana. Lungo la tratta sono stati individuati in corso di survey reperti sporadici di epoca altomedievale e medievale, presumibilmente riconducibili alla frequentazione dell’area per scopi agricoli (sito 11).

Tratto da 8+050 a 9+250: sono previsti: tratto in trincea, GA09, area stoccaggio e pista di cantiere. L’area era centuriata in età romana. Lungo la tratta sono stati individuati in corso di survey reperti sporadici di epoca altomedievale e medievale, presumibilmente riconducibili alla frequentazione dell’area per scopi agricoli (sito 12).

Tratto da 9+519 a 10+410. sono previsti: trincee, stazione di Modugno, GA11, GA12, IN01, IN02. L’area era centuriata in età romana. Lungo la tratta sono stati individuati in corso di survey reperti sporadici di epoca altomedievale e indeterminata, riconducibili presumibilmente alla frequentazione dell’area per scopi agricoli (sito 13 e 14).

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 57 DI 70

Tratto da 10+410 a 12+129: sono previsti: tratto in trincea, GA13, GA14, GA15, NV10, IN03, VI01, C.O.4. L’area era centuriata in età romana.

La porzione nord di NV02.

Rischio archeologico alto Tratto da 4+770 a 5+260: sono stati previsti: tratto in trincea, GA02, area di stoccaggio, C.O.1. Rientra in questa fascia di rischio anche la porzione sud e centrale di NV02. L’area era centuriata in età romana. In zona sono segnalati: rinvenimenti di tombe ellenistiche (sito 4) e tombe medievali (sito 5).

Tratto da km 7+910 a 8+050: sono previsti: tratto in trincea, GA08, Cantiere base e operativo 2, NV07. L’area era centuriata in età romana. Viene supposto il transito di una strada romana (via Minucia) che potrebbe insistere nella zona dell’attuale Strada Sottomura.

Tratto da 9+250 a 9+520: sono stati previsti: tratto in trincea, GA10, NV08, NV09, NV12. Rientra in questa fascia di rischio anche la porzione ovest di C.O.3. L’area era centuriata in età romana. Viene supposto il transito di una strada preromana che potrebbe insistere nella zona dell’attuale S.P. 167.

Tratto da 13+830 a 14+170: sono previsti l’adeguamento della tratta esistente e l’ampliamento del sottopasso SL01. L’area era centuriata in età romana. In corso di survey sono stati individuati, oltre a reperti ceramici medievali e di epoca indeterminata, frammenti ceramici protostorici forse riconducibili alla presenza in area di un insediamento (sito 16). Viene supposto il transito di una strada preromana che potrebbe insistere nella zona dell’attuale S.P.1.

La porzione est di NV03.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 58 DI 70

TABELLA 1

PRESENZE ARCHEOLOGICHE RILEVATE NELL’AREA DI STUDIO

Vengono presentati i tabella i siti presenti nell’area cartografica rappresentata nelle carte “valutazione del rischio archeologico relativo”.

Legenda: * Segnalazione: arch: archivio bibl: bibliografia sur: ricognizione superficiale top.: toponomastica PUTT: P.U.T.T./P, Approvato con Deliberazione di Giunta Regionale del 15/12/2000, n. 1748

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 59 DI 70

num. Comune Località kilom. dist. dal tipologia segnal. oggetto datazione rischio sito tracciato tracciato tracciato assoluto

1 Bari S.Andrea 3+969 126m rilevato bibl Miliario romana alto 2 Bari S.Andrea 4+110 contatto rilevato sur reperti sporadici indeterminata alto Avvallamento 3 Bari Est S.S. 16 4+600 contatto rilevato sur (ipogeo?) indeterminata alto 4 Bari Stab. La Rocca 4+900 45 m rilevato arch tombe ellenistica alto Stab. Nuovo 5 Bari Pignone 5+110 15m rilevato arch tombe medievale alto 6 Bari Zona industriale 5+150 680 m rilevato PUTT ipogeo indeterminata alto bibl 7 Bari Madia Diana 5+310 400m G.A. PUTT ipogeo indeterminata alto 8 Bari Torre Massarelli 5+590 41 m bibl ipogeo indeterminata alto Racc. A14/ 9 Bari Str.S.Giorgio 6+540 236 m rilevato sur strada indeterminata alto S.Maria delle bibl Tombe paleolitico 10 Modugno Grotte 6+730 194 m rilevato arch insediamento altomedievale alto 11 Modugno Cas.o Le Tacche 7+430 contatto rilevato sur reperti sporadici altomendievali alto altomedievale 12 Modugno Paganello 8+420 contatto rilevato reperti sporadici medievale alto Pigna – S.C. 13 Modugno Lamarisotti rotatoria 7 m rilevato sur reperti sporadici indeterminata alto 14 Modugno Pigna rotatoria contatto rilevato sur reperti sporadici altomendievali alto Palmento 15 Modugno Abbazia 12+300 452 m rilevato top/bibl toponimo indeterminata alto Stazione 16 Bitetto ferroviaria 14+130 contatto rilevato sur reperti sporadici protostorica alto 17 Bitetto Cimitero 14+190 14 rilevato sur reperti sporadici indeterminata alto

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 60 DI 70

TABELLA 2

RISCHIO ARCHEOLOGICO RISPETTO AL TRACCIATO

Legenda:

*Tipologia dell’opera: C.B. Cantiere base C.O. Cantiere operativo

**Segnalazione: A: archivio B: bibliografia S: survey

***Fattore di rischio: A = evidenze archeologiche attestate o ipotizzate D = situate in zone a rischio toponomastico E= situate in zone geomorfologicamente adatte all’insediamento F= concomitanza di più fattori

Grado di rischio archeologico assoluto: Med-alt = medio e alto a seconda dei settori Med-bas= medio e basso a seconda dei settori

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 61 DI 70

Grado Progressiva Grado Schede di Fattore rischio tracciato o Tipologia Segnal. rischio dell’opera riferimento di rischio archeol Osservazioni aree di * ** archeol *** . servizio assol. relativo da km 3+969 a Raso 1, 2 B, S A, A Alto Basso Sistemazione di tratta attuale. 4+410 Raso Alto Media da km 4+410 Fermata a Villaggio dei 3 S E Area centuriata in età romana 4+830 Lavoratori Alto Media IN04 Alto Media GA01 Alto Media da 4+770 a NV01 Alto Media 3 S E Area centuriata in età romana 4+830 Trincea Alto Media Pista cantiere Alto Media Trincea Alto Alto GA02 Alto Alto Area centuriata in età Da 4+770 a NV02 4, 5 A, B A, A Alto med-alt romana. Tombe ellenistiche e 5+260 Area Alto Alto medievali in zona stoccaggio Alto Alto C.O.1 GA03 Alto Media Da 5+110 a Area 8 B E Alto Media Area centuriata in età romana 5+830 stoccaggio Alto med-alt NV03 Trincea Alto Media Da 5+830 a GA04 Alto Media 9 S A Area centuriata in età romana 6+670 NV04 Alto Media NV05 Alto Media GA05 Alto Media Area centuriata in età Da 6+670 a GA06 Alto Media romana. Rinvenimenti 10 B A 7+030 NV05 Alto Media paleolitici e altomedievali a NV06 Alto med- S.Maria delle Grotte

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 62 DI 70

Pista cantiere Alto bas Media Area centuriata in età Trincea Alto Media romana. Rinvenuti reperti Da 7+030 a GA07 11 S A Alto Media ceramici altomedievali in 7+540 IN08 Alto Media survey indizio di frequentazione

Grado Progressiva Grado Tipologia Schede di Fattore rischio tracciato o Segnal. rischio dell’opera riferimento di rischio archeol Osservazioni aree di * ** archeol *** . servizio assol. relativo Trincea Alto Alto Area centuriata in età Da 7+910 a GA08 Alto Alto romana.

8+050 C.B. e C.O.2 Alto Alto Transito strada romana in NV07 Alto Alto zona. Trincea Area centuriata in età Alto Media GA09 romana. Rinvenuti reperti Da 8+050 a Alto Media Area 12 S A ceramici altomedievali in 9+250 Alto Media stoccaggio survey indizio di Alto Media Pista cantiere frequentazione Trincea Alto Alto GA10 Alto Alto Area centuriata in età Da 9+250 a NV08 Alto Alto romana. 9+520 NV09 Alto Alto Strada preromana in zona NV12 Alto Alto C.O.3 Alto Med-alt Trincea Alto Media Area centuriata in età Staz. Modugno Alto Media romana. Rinvenuti reperti Da 9+520 a GA11 Alto Media 13, 14 S, S A, A ceramici altomedievali in 10+410 GA12 Alto Media survey indizio di IN01 Alto Media frequentazione IN02 Alto Media Da 10+410 a Trincea Alto Media Area centuriata in età

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 63 DI 70

12+129 GA13 Alto Media romana. GA14 Alto Media GA15 Alto Media NV10 Alto Media IN03 Alto Media VI01 Alto Media C.O.4 Alto Media Da 12+129 a Raso Alto Basso Adeguamento tratto esistente 13+830 Viadotto Alto Basso

Progressiva Grado Grado Tipologia Schede di Fattore tracciato o Segnal. rischio rischio dell’opera riferimento di rischio Osservazioni aree di * ** archeol archeol. *** servizio assol. relativo Ampliamento nord. Area centuriata in età romana. Da 13+830 a Raso Alto Alto Transito strada preromana in 16 S A 14+170 SL01 Alto Alto zona Reperti protostorici in survey forse attribuibili a insediamento Da 14+170 a Alto Basso Raso 17 S A Sistemazione di tratta attuale. 14+460 Alto Basso

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 64 DI 70

5 ARCHIVI CONSULTATI E BIBLIOGRAFIA CITATA

5.1 ARCHIVI CONSULTATI

Archivio Corrente della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto Archivio di Deposito della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto Archivio Storico della Soprintendenza Archeologica della Puglia, busta 2, fasc. 73. P.U.T.T./P, Approvato co Deliberazione di Giunta Regionale del 15/12/2000, n. 1748

5.2 BIBLIOGRAFIA

ANDREASSI-RADINA 1988 G. Andreassi - F. Radina (a cura di), Archeologia di una città. Bari dalle origini al X sec. a.C., (catalogo della mostra), Bari 1988.

ANTONACCI DE MARCO 1990 R. Antonacci De Marco, Realtà di Bitetto racchiuse in atti noti e meno noti, Bari 1990.

ARTHUR-PATTERSON 1994 P. Arthur - H. Patterson, Ceramics and early Medieval central and Southern : “a potted History, in R. Francovich - G. Noye (a cura di), La storia dell’Alto Medioevo italiano (VI-X sec.) alla luce dell’archeologia, Convegno Internazionale, Siena 2-6 dicembre 1992, Firenze 1994, pp.409-441.

ASHBY-GARDNER 1916 S. Ashby- R. Gardner, The via Traiana, in PBSR VIII, 1916, pp. 104-171.

BROUGHTON 1986

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 65 DI 70

T.R.S. Broughton, The magistrates of the roman republic, III, Atlanta 1986

CARDINI 1955 L. Cardini, Giacimento musteriano della Grotta Santa Croce in Risceglie e scoperta di un femore umano neandertaliano, in Quaternaria, II, 1955, p.312. CDB I, 1897 Catasto di Bari, 1987, p.32.

CASSUTO 1933 U. Cassuto, Sepolcri e iscrizioni sepolcrali degli Ebrei di Bari, in Japigia, IV, 1933.

DELL’AQUILA 1977 F. Dell’Aquila, Bari. Ipogei ed insediamenti rupestri, Bari, 1977.

DELL’AQUILA 1985 F. Dell’Aquila, F. Carofiglio, Bari extra – moenia. Insediamenti rupestri ed ipogei, Bari, 1985.

DEPALO 1984 M. R. Depalo, Alcuni rinvenimenti tombali a Bitetto Bari, in Taras IV, 1984, pp.175-188.

DEPALO 1995 M. R. Depalo, MODUGNO (BARI), Misciano, in Taras XV, 1, 1995 pp.124-125.

DESANTIS 1992 G. Desantis, BITETTO (BARI), via P. Martino, in Taras XII, 2, 1992, pp.258-259.

Dizionario di Toponomastica 1990. AA.VV, Dizionario di Toponomastica, Torino 1990

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 66 DI 70

FIORIELLO 2002 C. S. Fioriello, Le vie di comunicazione in Peucetia: il comparto Ruvo – Bitonto, in Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia di Bari, 51, 2002, pp. 75 – 135.

GIARDINA-SCHIAVONE 1999 A. Giardina - R. Schiavone, Storia di Roma, Roma 1999.

GUIDI-PIPERNO 1992 A. Guidi - M. Piperno (a cura di), Italia preistorica, Roma-Bari 1992.

IACOVELLI 1959 R. Iacovelli, Cronologia dei vescovi bitettesi, p. II (verso), Massari – Fazio “Vitetum”, Tivoli, 1959.

LACHMANN 1848 K. Lachmann, Liber coloniarum, in F. Blume, K. Lachmann, Th. Mommsen, A. Rudorff, Die schriften Römischen Feldmesser (Gromatici Veteres), Berlino 1848-1852.

LUGLI 1963 G. Lugli, Il sistema stradale della Magna Grecia, in Vie di Magna Grecia. Atti del secondo Convegno di Studi sulla Magna Grecia, Taranto 14-18 ottobre 1962, Napoli 1963, pp. 23-37.

JATTA 1914 A. Jatta, La Puglia preistorica, Trani 1914.

MACINA 1993

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 67 DI 70

R. Macina, Modugno nell’età moderna, Bari 1993.

MALLEGNI et al. 1987 Mallegni et al, New European Fossil Hominid Material From anAcheulean Site Near Rome (Castel di Guido), in AJPA, 62, 1987, pp.263-274.

MANGIALARDI 1990 N. Mangialardi, Bitetto: la storia, Bari 1990

MARIN 1982 M.M. Marin, in Ceglie Peuceta I, Bari, 1982

MILANO 1984 N. Milano, Modugno. Memorie storiche, Bari, 1984.

MORETTI 1972 L. Moretti, Epigraphica. Miliario d’età repubblicana trovato presso Bari, in Rivista di Filologia e di Istruzione classica, 100, 1972, pp. 172-180.

MUNTONI 2002 I. M. Muntoni, Materie prime, forme e decorazioni nella produzione ceramica del villaggio neolitico di Balsignano, in AA. VV., La preistoria della Puglia. Paesaggi, uomini e tradizioni di 8000 anni fa, Bari, 2002.

MUNTONI - FIORENTINO 2002 I. M. Muntoni - G. Fiorentino, Le capanne di Balsignano: materiali e tecniche costruttive, in AA. VV., La preistoria della Puglia. Paesaggi, uomini e tradizioni di 8000 anni fa, Bari, 2002.

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 68 DI 70

PANI 1990 M. Pani, La tradizione letteraria, in M. Chelotti, V. Morizio, M. Silvestrini (a cura di), Le epigrafi romane di Canosa. II, Bari, 1990, pp. 169-173.

PELLEGRINO 1992 E. Pellegrino, MODUGNO (BARI), Balsignano, in Taras XII, 2, 1992, pp.321-323.

PRATILLI 1745 F.M. Pratilli, Della Via Appia riconosciuta e descritta da Roma a Brindisi, Napoli, 1745.

RADINA 1985 F. Radina, L’insediamento protoappenninico di Bitetto (Bari), in Taras V, 1985, pp.37-44.

RADINA 1994 F. Radina, MODUGNO (BARI), Balsignano, in Taras XIV, 1, 1994, pp.39-40

RADINA 1997 F. Radina, MODUGNO (BARI), Balsignano, in Taras XVII, 1, 1997, pp.19-21

RADINA 1999 F. Radina, MODUGNO (BARI), Balsignano, in Taras XIX, 1, 1999, pp.29-30.

RADINA 2002 F. Radina, L’insediamento di Balsignano, in AA. VV., La preistoria della Puglia. Paesaggi, uomini e tradizioni di 8000 anni fa, Bari, 2002.

RADKE 1981

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 69 DI 70

F. RADKE, Viae publicae romanae, Roma 1981.

RICCARDI 1994 A. Riccardi, BITETTO (BARI), Piazza Kennedy, in Taras XIV, 1, 1994 1994, pp. 97-98.

RICCARDI 1997 A. Riccardi, BITETTO (BARI), Via Sterlacci, in Taras XVII, 1, 1997, p.53.

RICCARDI 1999 Riccardi, BITETTO (BARI), Via Turchiano, in Taras XIX, 1, 1999, p.53.

RUTA 1967 R. Ruta,

RUTA 1981 R. Ruta, La Puglia romana: un paesaggio pietrificato, in Archivio Storico Pugliese 34, 1981, pp. 329-381.

RUTA 1982 R. Ruta “La Puglia romana: un paesaggio pietrificato”, in Archivio Storico Pugliese 21, Bari 1982.

RUTA 1983 R. Ruta, La via Traiana tra Canosa ed Egnazia: problemi di topografia e toponomastica, in Atene e Roma 28, 1983, pp. 174-179. RUTA 1984 R. Ruta, Modugno e il suo Umland: approccio ad un metodo di ricerca, in Archivio Storico Pugliese 37, 1984, pp. 270-280. SABATINI 1963-64

RADDOPPIO BARI - TARANTO TRATTA BARI S. ANDREA – BITETTO

PROGETTO ESECUTIVO

TITOLO COMMESSA LOTTO FASE CODIFICA DOCUMENTO REV. FOGLIO

RELAZIONE ARCHEOLOGICA L025 00 E ZZ RG AH0000001 A 70 DI 70

F. Sabatini, Riflessi linguistici della dominazione longobarda nell’Italia mediana e meridionale, in Atti e Memorie dell’Accademia Toscana di Scienze e Lettere La Colombaria, XXVIII, 1963-64, pp. 123-249.

SANSEVERINO 2002 R. Sanseverino, Basolato di antica strada in località Misciano, Bitonto: nota topografica, in Studi Bitontini 74, 2002, pp.105-110

SILVESTRINI 1983 M. Silvestrini, Miliari della via Traiana, in AA:VV., Epigrafia e territorio. Politica e società. Temi di antichità romane, Bari, 1983.

SILVESTRINI 1988a M. Silvestrini, La viabilità, in G. ANDREASSI, F. RADINA (a cura di), Archeologia di una città. Bari dalle origini al X secolo. Catalogo della mostra (Bari, S. Scolastica, 6 marzo – 23 dicembre 1988), Bari 1988, pp. 379-383.

SILVESTRINI 1988b M. Silvestrini, Zona industriale: stabilimento Fiat. 913. Miliario, in G. ANDREASSI, F. RADINA (a cura di), Archeologia di una città. Bari dalle origini al X secolo. Catalogo della mostra (Bari, S. Scolastica, 6 marzo – 23 dicembre 1988), Bari 1988, pp. 454-455.

UGGERI 1983, G. Uggeri, La viabilità romana nel Salento, Mesagne 1983.

VAGNETTI 1982 L. Vagnetti (a cura di), Magna Grecia e mondo miceneo. Nuovi documenti, Taranto 1982. VOLPE 1990 G. Volpe, La Daunia nell’età della romanizzazione, Bari 1990.