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Stagione Sinfonica Auditorium Parco della Musica Orchestra Sala Santa Cecilia dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia giovedì 2 marzo 2017 ore 19.30 turno G-G1 Andris Poga* venerdì 3 marzo 2017* direttore ore 20.30 V-V1

sabato 4 marzo 2017 Bertrand Chamayou ore 18 turno S-S1 pianoforte

*Per motivi di salute Andrés Orozco-Estrada non ha potuto mantenere il suo impegno

*Il concerto è trasmesso in diretta da Rai Radio 3 il 3 marzo e ripreso dalla Terza Rete Televisiva per successive trasmissioni

poga-strauss-zarathustra-pds.indd 3 01/03/17 16:00 Prima parte

durata: 20' circa Richard Wagner (Lipsia 1813 - Venezia 1883)

Siegfried-Idyll (Idillio di Sigfrido) Ruhig bewegt (Tranquillamente mosso)

durata: 25' circa Camille Saint-Saëns (Parigi 1835 - Algeri 1921)

Concerto n. 2 in sol minore per pianoforte e orchestra op. 22 Andante sostenuto Allegro scherzando Presto

poga-strauss-zarathustra-pds.indd 4 01/03/17 16:00 Seconda parte

durata: 35' circa (Monaco 1864 - Garmisch-Partenkirchen 1949)

Also sprach Zarathustra (Così parlò Zarathustra) poema sinfonico (liberamente ispirato a Nietzsche ) op. 30

Introduzione (Einführung) Di coloro che vivono fuori dal mondo (Von den Hinterweltlern) Dell’aspirazione suprema (Von der großen Sehnsucht) Delle gioie e delle passioni (Von den Freuden und Leidenschaften) Il canto dei sepolcri (Das Grablied) Della scienza (Von der Wissenschaft) Il convalescente (Der Genesende) Il canto della danza (Das Tanzlied) Il canto del viandante notturno (Das Nachtwandlerlied)

Roberto González-Monjas violino

poga-strauss-zarathustra-pds.indd 5 01/03/17 16:00 L'Idillio di Sigfrido di Wagner di Franco Serpa

Nel 1870 l’amore di Richard Wagner e di Cosima Liszt, signora von Bülow in precedenza, era ormai un lega- me fermo, familiare, ornato da tre figli, l’ultimo dei quali (dopo due bimbe un maschio finalmente, un atteso e adorato Siegfried) era nato il 6 giugno dell’anno pre- cedente. Il mirabile Idillio sinfonico fu il dono di sposo e di padre felice che Wagner offrì a Cosima il giorno del compleanno di lei, con una festosa sorpresa preparata in segreto. Leggiamo dai Diari (Tagebücher) di Cosima. «Domenica 25 [dicembre 1870]: Di questa giornata, bimbi miei, non posso dirvi niente, niente dei miei sen- timenti, niente del mio umore, niente, niente. In modo sobrio e asciutto voglio dirvi solo che cosa è accaduto: come mi sono destata, al mio orecchio giunse un suono che sempre più si espandeva, non poteva più essere un mio sogno ingannevole, era musica quella che risonava, e che musica! Quando l’eco cessò, nella stanza è entra- to R. con i cinque bambini e mi ha donato la partitura del “Saluto sinfonico per il compleanno” –, io ero in lacrime, ma anche tutta la casa; R. aveva collocato l’orchestra Idillio di Sigfrido sulle scale e così il nostro Tribschen è consacrato per sempre! L’Idillio di Tribschen, il lavoro si chiama così. – – data di composizione 1870 – A mezzogiorno è venuto il dottor Sulzer, forse il primo degli amici di R.! Dopo il pranzo l’orchestra ha ripreso prima esecuzione posto, e di nuovo è risonato l’Idillio, con nostra emozio- Tribschen, ne (avevo invitato per l’occasione anche la contessa 25 dicembre 1870 B.); quindi la marcia nuziale del Lohengrin, il Settimino di Beethoven, e per finire un’altra volta la musica mai udita organico Flauto, Oboe, abbastanza! – Comprendo ora il lavoro segreto di R., e 2 Clarinetti, Fagotto, anche la tromba del buon Richter (ha lanciato con im- 2 Corni, Tromba, peto magnifico il tema di Siegfried e aveva imparato la Archi tromba apposta), che gli ha procurato tanti rimproveri

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poga-strauss-zarathustra-pds.indd 6 01/03/17 16:00 CD da parte mia. “Lascia ch’io muoia [Laß mich sterben]” ho gridato a R. “Era più facile morire per me che per me vi- Wagner: Idillio di Sigfrido; vere” ha replicato lui». Schubert: Sinfonia n. 8 È una pagina piena di commozione (le lacrime di tutti, "Incompiuta" la citazione del Tristano) e di umorismo (Hans Richter Beethoven: Sinfonia n. 2 Chamber Orchestra che si esercita con la tromba), scritta, si vede, nella feli- of Europe, cità di ore uniche. Quel giorno, dunque, fu una festa, che Wiener Philharmoniker doveva essere intima, un’amorevole serenata, e si era Claudio Abbado direttore fatta celebrazione, cerimonia di ringraziamento di un Audite 2014 amore familiare. Sebbene suonata in privato, sulle scale di casa (in famiglia era chiamata, per scherzo, Treppen- Wagner: Idillio di Sigfrido; Musik, musica per le scale), era pur sempre la “prima” di Tannhäuser: Preludio una musica di Wagner, “e che musica!”: musica, tramata Tristano e Isotta: Preludio e morte di Isotta di immagini, di ricordi, di richiami segreti, l’eco delicata di Herbert von Karajan direttore una passione. Jessye Norman Ma in che senso ne è solo l’eco; e la passione quando mezzosoprano era cominciata? È strano, ma noi conosciamo, con una DGG 1988 certa sicurezza, la data dell’inizio, poi così grave di effetti: a Berlino il 28 novembre 1863 Cosima ventiseienne (e da LIBRI sei anni signora von Bülow, già madre di due figlie) e Wa- gner, ospite in casa dell’amico Hans von Bülow, giurano George Bernard Shaw Il wagneriano perfetto l’una all’altro, “tra lagrime e singhiozzi”, amore e fedeltà EDT, Torino 2017 in eterno (ce lo racconta Wagner stesso nell’Autobio- grafia). Un adulterio e un tradimento di amicizia, causa di Richard Wagner inganni e sofferenze, di esaltazioni e anche di ipocrisie, Scritti teorici e polemici insomma un romanzo passionale come altri. Solo che in Torino, EDT 2016 questo i personaggi sono Wagner e Cosima, figlia di Liszt e moglie di Bülow: e se sappiamo di dover mettere ordine Richard Wagner nelle notizie esterne, ma anche intime, di questa musica La mia vita Milano, Ghibli 2013 meravigliosa, sentiamo anche con disagio che la musica, nella quale i fatti si sono consacrati, poco ne è chiarita (anzi, in parte ne è intralciata, come da indiscrezioni). Il mio Wagner L’anno seguente, 1864, per tutta l’estate, Cosima è Venezia, Marsilio 2006 ospite di Wagner nella villa in Baviera sul lago di Starnberg (presa in affitto per Wagner dall’adorante sovrano Luigi Friedrich Nietzsche, II, ignaro di tutto). L’amore ebbe l’ultima conferma e due Richard Wagner idee musicali, che entreranno nel terzo atto del Siegfried Carteggio MIlano, SE 2003 e saranno il nucleo generatore del Siegfried-Idyll, nac- quero in Wagner allora. In questo senso l’Idillio è, come ho detto, musica dei ricordi e dei richiami segreti*, – che Wagner trasferì in un appunto di due temi già nel 1864,

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poga-strauss-zarathustra-pds.indd 7 01/03/17 16:00 L'Idillio di Sigfrido raffigurato su ben prima del III atto del Siegfried (1869-71). I due temi, una figurina Liebig. destinati a un poema lirico di musica pura, forse un Quar- tetto (progetto poi scartato), ricomparvero nel Siegfried e nell’Idillio, ma entrando, diciamo così, nel Siegfried dall’I- dillio, o almeno dalla commossa memoria che chiudeva in sé questa musica di ‘idillio’: è essa il prima del dramma musicale, non viceversa. Di un breve poema sinfonico, o di una lirica rievoca- zione di affetti e di momenti familiari, l’Idillio ha carattere inimitabile nella grande libertà della forma e nello stile rapsodico, governato, certo, da una sapienza costruttiva suprema. Difficile fissare, se non per approssimazioni,

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poga-strauss-zarathustra-pds.indd 8 01/03/17 16:00 uno schema sinfonico tradizionale, perché i temi, quasi tutti brevi, si avvicendano rapidamente e si sottraggono alla tipica elaborazione sinfonica per una sorta di fervida urgenza emotiva, dalla passione alla paterna tenerezza, dal trasporto amoroso all’immaginazione fiabesca (il cin- guettio dell’uccellino di Siegfried: ma di quale Siegfried, l’eroe nel bosco o il bimbo in culla?). Dieci anni prima (in una lettera a Mathilde Wesendonck, del 29 ottobre 1859) Wagner aveva scritto: «Oggi direi che la mia arte più raffi- nata e più profonda è l’arte della transizione (Übergang), perché tutto il mio tessuto artistico consiste in queste transizioni: ciò che è rigido (das Schroffe) e improvviso (das Jähe) mi è divenuto odioso». Parlava del Tristano. Ma la sapienza magica di colorire e velare i passaggi, le transizioni da un sentimento a un altro, da un’immagi- ne a un’altra, rapidamente e senza rudezze, ha nel breve e raccolto Siegfried-Idyll un documento forse superiore. Non a caso Wagner disse una volta a Cosima che questa era la sua musica preferita.

* – Isolde, la prima dei figli di Wagner e Cosima, nata il 10 aprile 1865, fu concepita a Starnberg. Cinque anni dopo, ottenuto il divorzio da Bülow, Cosima sposò Wagner il 25 agosto 1870: Siegfried, terzo figlio, era nato, come si è già detto, il 6 giugno 1869. La genesi dei due temi dell’Idillio e la loro destinazione originaria, studiate con scrupolo da E. Newman nella sua voluminosa biografia di Wagner (The Life of R.W., London 1940, vol. III, pp. 271 ss.), è stata messa in dubbio da Martin Gregor-Dellin (Wagner, trad. ital. Milano 1983, p. 453). Ma persuasiva è l’analisi di Newman delle modifiche fatte da Wagner ai versi già scritti del Siegfried per adattarli ai due temi prima non previsti (e fino a quel momento non presenti nel Ring).

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poga-strauss-zarathustra-pds.indd 9 01/03/17 16:00 Il Secondo Concerto per pianoforte di Saint-Saëns di Carlo Maria Cella

Servito per natura di un talento musicale quasi inso- lente, Camille Saint-Saëns non ebbe vita facile, come persona e come autore. La storia lo ha trattato male e ancor oggi, nonostante un lavoro musicologico di riscoperta e rivalutazione, la sua fortuna critica non è delle migliori. Ombroso ma onesto, generoso e severo con gli altri e con se stesso, non pensò mai di scrivere le sue memorie, per non essere costretto “come tanti altri, a tessere abili menzogne e coprire di fiori abissi d’ingiustizie”. L’aspirazione più alta fu di essere eseguito e la soddisfazione più grande, da maestro dotato di ca- pacità di lettura prodigiose e non meno prodigiose mani da pianista e organista, di sentirsi eseguito bene: “non Concerto n. 2 ho avuto altre felicità – scriveva in una lettera a Gabriel

anno di composizione Renoud nel 1915 –; una gioventù malaticcia, una carrie- 1868 ra conquistata con una lotta continua che dura tuttora, nonostante la mia età e il posto che occupo nel mondo prima esecuzione musicale; il dolore, che lei non ha conosciuto, di essere Parigi, Salle Pleyel, indegnamente tradito nei suoi affetti; un figlio morto in 13 maggio 1868 un incidente; tutto ciò non significa una vita felice, ma non mi lamento, ho potuto coltivare l’arte che amavo…”. direttore Anton Rubinstein Il “brutto carattere”, per il quale non si sentiva né pre- occupato né in colpa, stava in compagnia di una ironia

pianoforte tagliente che non risparmiava nessuno. In un’altra lette- Camille Saint-Saëns ra, ad Auguste Durand, Saint-Saëns finge di schizzare l’autoritratto che non scrisse mai. “C’era una volta un organico compositore – scrive – che aveva una grande reputa- Pianoforte solista, zione come organista e la cui musica strumentale era 2 Flauti, 2 Oboi, apprezzata da tutti; ma ciò non gli bastava, e s’innervo- 2 Clarinetti, 2 Fagotti, 2 Corni, 2 Trombe, siva per essere arrivato alla cinquantina e non entrare Timpani, Percussioni all’Opéra, quando vi vedeva tanta mediocrità. Scrisse Archi un Samson, ma l’Opéra non voleva saperne a causa del

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poga-strauss-zarathustra-pds.indd 10 01/03/17 16:00 soggetto biblico; e quando, per finire, si rappresentò un’altra sua , fu accolta molto male. Quando lo si incontrava per strada, sembrava uscire da un sogno e le persone dovevano spesso presentarsi per essere riconosciute da lui”. Ma è un gioco d’inganno: “questo compositore non si chiamava Saint-Saëns, ma Rame- au”, corregge due righe dopo. Autoironico, con un po’ di autocommiserazione. Nato nella Francia di Luigi Filippo, delle rivoluzioni borghesi e delle nostalgie ancien régime, dei cavalli e Saint-Saëns, seduto a delle carrozze – come l’amico e allievo Fauré, però dieci sinistra, con il pianista Ignacy anni prima – Saint-Saëns viaggiò per tutto il mondo e Paderewski e il compositore e non visse con ansia la modernità quando arrivò, ai primi direttore Gustav Doret, in piedi. del Novecento, né con sospetto le nuove scoperte e

poga-strauss-zarathustra-pds.indd 11 01/03/17 16:00 la “tecnologia”. Al contrario. Per l’elettricità scrisse una cantata, Le Feu céleste; del cinema fu curioso e “colla- borativo”, fino a comporre nel 1908 una delle prime co- lonne sonore (per il film L’assassinat du Duc de Guise). Lo vediamo anche, vivo e attivo, in un filmato che Sacha Guitry montò nel 1915 con audio e video del 1905 che lo ritraggono direttore, di fronte, e pianista mentre esegue la sua Valse Mignonne, agilissimo. Non si nega l’assag- gio dei primi sistemi di registrazione audio: il 16 giugno 1904, in una prima seduta fissa su fonografo nove brani; nel 1919, sempre a Parigi, ne registra altri otto. Lo dob- biamo ringraziare, perché dalla prima di queste sessioni possiamo attingere oggi, in mp3, un saggio tecnico del pianista che fa rizzare i capelli: un minuto e trentacinque secondi della Rhapsodie d’Auvergne op. 73, sul piano- forte solo, in cui Saint-Saëns esegue scale di terze a una velocità (se giusta sull’originale) che non si riesce a immaginare possibile se non forse al più grande di tutti, a Liszt “dita sovrumane” (parole di Camille). Nel 1904 Saint-Saëns aveva settant’anni!

Saint-Saëns fotografato a Luxor, in Egitto, durante uno dei suoi numerosi viaggi.

poga-strauss-zarathustra-pds.indd 12 01/03/17 16:00 CD Altre testimonianze ci mettono con le spalle al muro. Wagner è stupito da un venticinquenne Saint-Saëns Saint-Saëns: Concerto n. 2 che legge con “insuperabile sicurezza e velocità le par- Čajkovskij: Sinfonia n. 4 titure orchestrali più complesse” e ha il dono di una me- Scarlatti: Sonata K. 11/L 352 Yefim Bronfman pianoforte moria colossale, perché suona a mente anche Tristan Berliner Philharmoniker und Isolde, con “grande precisione”. Liszt, con il quale direttore Saint-Saëns vive una sintonia di pensiero e un’amicizia EuroArts 2010 (dvd) senza limiti, lo ammira come pianista e lo sostiene come autore; per il Secondo Concerto per pianoforte “allunga” Saint-Saëns: Concerti nn. 2 e 5 anche consigli, peraltro non seguiti. Ancor più “totale” Jean-Yves Thibaudet Gounod: “Saint-Saëns è una delle più sorprendenti or- pianoforte ganizzazioni musicali che io conosca… Possiede il me- Orchestre de la Suisse Romande stiere come nessun altro; conosce i maestri a memoria; Charles Dutoit direttore tratta l’orchestra con disinvoltura, come il pianoforte… Decca 2007 potrebbe scrivere un’opera alla Rossini, alla Verdi, alla Schumann, alla Wagner; li conosce a fondo, ciò che è Saint-Saëns: Concerto n. 2 forse il modo più sicuro per non imitarne nessuno…”. Grieg: Concerto per pianoforte Audio, video e citazioni – queste accessibili anche in Chopin: Concerto n. 2 italiano nella monografia di Giuseppe Clericetti (Zec- pianoforte Artur Rubinstein chini Editore) – ci aiutano a vedere più chiaro davanti a London Symphony Orchestra André Previn direttore noi il musicista che, nella primavera del 1868, compone DGG 2006 (dvd) in 17 giorni il secondo dei suoi cinque Concerti per pianoforte e orchestra. Saint-Saëns fu il primo solista Concerti nn. 1-5 di se stesso, il 13 maggio alla Salle Pleyel, e il come lo Pascal Rogé pianoforte immaginiamo da un audio (YouTube) in cui esegue l’i- , nizio del Secondo Concerto, oggettivo, a tempo, senza London Philharmonic indulgere a effetti o affetti; così come, a integrazione, il Orchestra, video con la sua Valse Mignonne testimonia l’aplomb e il Royal Philharmonic Orchestra Charles Dutoit direttore perfetto stato delle agilità (ripeto, a settant’anni). Decca 1995 (2 cd) Ma ci sono anche due Rubinstein nella storia e nella fortuna del Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in sol LIBRI minore op. 22: il primo è Anton, che commissionò il pezzo all’amico Camille per dirigerlo in una “presentazione” pa- Giuseppe Clericetti rigina e lo tenne sempre in repertorio; il secondo è Arthur, Camille Saint-Saëns. che lo eseguì nel suo debutto a Berlino, nel 1900, a tredici Il Re degli spiriti musicali Varese, Zecchini 2016 anni, lo replicò a Parigi, lo conservò tra i suoi preferiti in carriera e ne rimane uno degli interpreti più felici. Che sia composto da un grande pianista per grandi pianisti, lo si nota dalle prime battute, che lasciano lo strumento solo a presentare il bel tema, espressivo ep- pure limpido, cui nulla toglie l’essere un prestito: da un

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poga-strauss-zarathustra-pds.indd 13 01/03/17 16:00 Tantum ergo scritto da Gabriel Fauré quand’era allievo, anche di Saint-Saëns, alla Scuola di Niedermeyer. Non c’è un ricalco del passato nella struttura del Con- certo: Saint-Saëns non prevede un Adagio centrale fra due movimenti veloci. Il primo è un Andante sostenuto, che sorprende perché inizia su una estesa cadenza del pianoforte solo, liquida e quasi disincarnata per neo- classica finezza. Sorprendente è anche lo strappo con cui l’Orchestra “mette voce” con due accordi mozartia- ni che sembrano citati da Don Giovanni. L’orchestra si ritira quasi immediatamente per lasciare al pianoforte ancora spazio prima di avviare un dialogo per voci sciolte, famiglie separate, contrappunti scattanti e leg- geri, in una dimensione cameristica che guida la pagina intera. Piacevano molto a Liszt la “progressione croma- tica” alla fine del preludio e il ”disegno di terze e seste in biscrome”, che Saint-Saëns amava molto. E piace ai pianisti lo spazio in cui lo strumento si muove in libertà, protagonista senza ostentazione. Di poco rispetto per i canoni formali classici, oltre all’as- senza di un tempo lento, è anche l’asimmetrico sviluppo dei movimenti: il primo è più esteso e “vale” quasi quanto gli altri due insieme; il secondo, Allegro scherzando, è il più breve, e mantiene le promesse tingendo di ironia il gioco di pause e ripartenze su ritmi serrati. Un tocco di ironia non manca nemmeno al Presto finale, piccolo festival di trilli, arpeggi, staccati velocissimi con cui il pianoforte “in fuga” costringe l’orchestra a rincorse sempre più su tempi stretti. Orchestra che profuma di Schumann. Pianisti e pubblico hanno sempre messo il Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra in cima alle loro preferen- ze nel catalogo di Saint-Saëns. Ci sono ragioni perché possano metterlo in cima al catalogo dei Concerti per pianoforte tout court.

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poga-strauss-zarathustra-pds.indd 14 01/03/17 16:00 Così parlò Zarathustra di Strauss di Carlo Maria Cella

Nel 1923 Richard Strauss scattava di sé una fotogra- fia critica: “Dapprima mi trovavo in una posizione di avanguardia, ora invece sono quasi alla retroguardia… Ma questo in fondo mi è indifferente. In ogni momento della mia vita sono stato sincero e non ho mai scritto un’opera con l’intenzione di passare per futurista o rivoluzionario. Però non sono affatto sicuro che i cosid- detti futuristi musicali siano egualmente sinceri quando compongono le loro opere atonali e antimelodiche o se piuttosto cercano di portare a spasso il pubblico e acquistare fama nel modo di Erostrato. Si trovano nella musica molti pazzi che lo sono soltanto nella loro imma- Così parlò Zarathustra ginazione; ma io apprezzo solo i pazzi autentici”. Per quanto privo di nomi e indirizzi, questo fermo-im- data di composizione magine del ‘23, maturato già alla fine della Prima Guerra 1896 Mondiale, è anche uno “stato delle cose” che Strauss comincia a soffrire: in Europa, cioè nel mondo, la musica prima esecuzione vola in cento direzioni. La Musa comincia a gradire altri Francoforte, passaporti oltre a quelli nobili di regni e imperi di lingua 27 novembre 1896 tedesca, e se pure mantiene residenza viennese, ha volti nuovi, strani, estranei. Non parliamo poi di Berlino: lì direttore Richard Strauss cominciano a suonare perfino il jazz e sono pronti a scri- vere opere nere (Krenek) o anti-opere (Weill). Il passato organico risente anche in musica della metamorfosi letteraria da Ottavino, 3 Flauti, memoria a rimpianto. Dagli ultimi anni dell’Ottocento ai 3 Oboi, Corno inglese, primi venti del Novecento, il linguaggio di Strauss non 2 Clarinetti, Clarinetto piccolo, è profondamente mutato: è solo transitato nella sua Clarinetto basso, 3 Fagotti, complessità e irrequietezza dalla musica pura (o quasi) Controfagotto, 6 Corni, 4 Trombe, 3 Tromboni, al teatro. Ma il mondo sta cambiando, e in un modo che 2 Tube, Timpani, a Richard pare un dérapage incontrollato. Percussioni, Organo, Quando compone Also sprach Zarathustra, nel 1896, 2 Arpe, Archi anno in cui muore Brahms e il secolo (“lungo”?) sta per

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poga-strauss-zarathustra-pds.indd 15 01/03/17 16:00 Nei film del regista americano congedarsi, Richard Strauss è ancora un genio in asce- Stanley Kubrick la musica è sa; nel suo stile il distacco dal passato è più visibile di una presenza determinante. quel che ad esso lo lega. Il poema sinfonico è in Strauss Nell'immagine, un molto più che l’evoluzione del genere consegnatogli da fotogramma della celebre scena iniziale del film Berlioz e Liszt: è un mezzo nuovo, colossale ma anche 2001 Odissea nello spazio, flessibile, mosso da una sceneggiatura implicita. Una per la quale Kubrick ha Sinfonia geneticamente modificata. utilizzato l'inizio di Così parlò Nel lungo corso di questa mutazione, Also sprach Zarathustra. Zarathustra sembra una piccola reazione nucleare. Bastano poca memoria e scarsi ascolti per ricordare che nei suoi primi quattro minuti (glorificati in un film di genio non per caso) è concentrato un gesto di propor- zioni enormi, che quasi mette in ombra i trenta minuti dei complicati sviluppi successivi. Un gesto che ha un significato impressionante nella musica tra i due secoli e nell’evoluzione della Nuova Orchestra che rompe l’ordine costituito. In ventidue battute, grancassa,

16 Poga/Chamayou

poga-strauss-zarathustra-pds.indd 16 01/03/17 16:00 controfagotto, archi in tremolo e, su tutto, il ripieno dell’organo, annunciano un deflagrare di luce che, più di un’aurora, è il nascere di un mondo. Un incipit che “ha in sé - come annota Quirino Principe – la memoria di una vibrazione primordiale con cui si apre Das Rheingold”, L’oro del Reno e l’intero Ring di Wagner. In questo clamoroso incipit, Strauss e Nietzsche sono allineati. Lo sono sulla Vorrede, sulla Prefazione del poema di Nietzsche che Richard volle riprodotta, a programma, sulla prima pagina della partitura e in cui si legge: “Giunto a trent’anni (Strauss nel 1896 ne ha 32), Zarathustra lasciò il suo paese e il lago del suo paese e andò sui monti. Qui godette del suo spirito e della sua solitudine, né per dieci anni se ne stancò. Alla fine si trasformò il suo cuore, - e un mattino si alzò insieme all’aurora, si fece al cospetto del sole, e così parlò: Astro possente! Che sarebbe la tua felicità, se non avessi coloro ai quali tu risplendi”. Alba, dunque, origine del mondo, fremito primordiale. Ma da quel primo allineamento, le due vie, musicale e letteraria, divergono. E non poteva essere diversamen- te. Anche perché le parole con cui il passo si chiude, e anticipano il senso dell’intero libro, sono queste: “Za- rathustra vuol tornare uomo. Così cominciò il tramonto di Zarathustra”. Consapevole dei rischi che si andava assumendo, Strauss pianificò un “Poema sinfonico (liberamente da Nietzsche), per grande Orchestra”, scandito in nove parti altrettanto liberamente scelte dal modello letterario e prudentemente organizzate in: “1, Prefazione di Zarathustra; 2, Di coloro che abitano in un mondo dietro l’altro; 3, Del grande anelito; 4, Delle gioie e delle passioni; 5, Il canto dei sepolcri; 6, Della scienza; 7, Il convalescente; 8, Il canto della danza; 9, Il canto del viandante notturno”. E mise in chiaro: “non ho mai avuto l’intenzione di scrivere musica filosofica, o dipingere musicalmente la grande opera di Nietzsche. Ho voluto piuttosto dare in musica un’idea dell’evoluzione della razza umana, dalle sue origini, attraverso varie fasi di sviluppo, fino all’idea nietzschiana del Superuomo”. Ma questi non sono i messaggi più profondi che attri- buiamo al testo di Nietzsche. Così parlò Zarathustra non

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poga-strauss-zarathustra-pds.indd 17 01/03/17 16:00 LIBRI è veramente la santificazione di un “superuomo”, ch’è un mito evanescente più che una realtà possibile, bensì Mario Bortolotto la fantasia celebrativa di un profeta (persiano, ma c’è chi La serpe in seno. suggerisce greco in incognito), che, uso alla più alta e Sulla musica di Richard Strauss mistica forma di conoscenza, può amare solo gli uomini Milano, Adelphi 2007 “che non sanno vivere se non tramontando”; perché l’uomo è una “transizione, non uno scopo”. C’è anche Quirino Principe la tragedia dell’Uomo che non sa conoscere e vivere Strauss. La musica nello il suo destino, in Nietzsche, e altre premonizioni al di là specchio di Eros dell’invettiva anticristiana (“Dio è morto”). I pensieri più Milano, Bompiani 2004 oscuri non trovano posto in Strauss. Ed è meglio così. Nella musica di Also sprach Zarathustra si troverà Richard Strauss Note di passaggio. altro, molto altro. Si incontreranno i caratteri nuovi di Riflessioni e ricordi uno Strauss in movimento verso spazi più estesi ed Torino, EDT 1991 elaborazioni più complesse del suo linguaggio, perché con Zarathustra, forse proprio per l’astrattezza del CD tema, Strauss consolida mezzi espressivi inediti. Fino a Till Eulenspiegel, nessun poema sinfonico supera i Strauss: Così parlò Zarathustra; Don Juan; Till Eulenspiegel; venti minuti; da Also sprach Zarathustra (più di trenta), Berliner Philharmoniker le durate crescono fino ai cinquanta minuti della Alpen- Gustavo Dudamel direttore sinfonie. Sono numeri glabri, ma riflettono sicurezza e DGG 2013 qualità di pensiero. Nello Zarathustra sinfonico si riconoscerà il senso Strauss: Così parlò Zarathustra; della forma cui Strauss non può rinunciare: due poli Don Juan; Till Eulenspiegel armonici e tematici, il do maggiore della Natura e il si City of Birmingham Symphony Orchestra maggiore dell’Uomo, tengono legati i quattro Episodi Andris Nelsons direttore più cinque Sviluppi, e danno unità al flusso massivo del Orfeo 2012 materiale. Con senso della simmetria e del contrasto, il motto do-sol-do squillato dalle trombe all’inizio, riappa- "Richard Strauss. Tone Poems" re, ma quasi in controluce. Nello Zarathustra di Strauss Philadelphia Orchestra si troveranno virtuosismi strumentali anche destabi- Wolfgang Sawallisch , lizzanti, e sorprese come la serie di dodici note che Klaus Tennstedt direttori giudicava “la prima esplicita e con- Warner Classics 2010 sapevole”, dieci anni prima di Schönberg; dove? nella Strauss: Così parlò Zarathustra; sesta sezione “Von der Wissenschaft” (Della Scienza). Don Juan; Till Eulenspiegel; E troveremo l’episodio del grande valzer nella quarta Danza dei sette veli da Salome sezione, Il canto della danza, che lascia ancora molti Berliner Philharmoniker perplessi, perché privo degli accenti ambigui che tra Herbert von Karajan direttore pochi anni caricheranno lo spirito del Valzer di nostalgia DGG 1983 e decadenza, come un tic nervoso dettato dalla storia. Der Rosenkavalier compreso.

poga-strauss-zarathustra-pds.indd 18 01/03/17 16:00 Richard Strauss davanti alla Quattro anni dopo, a Parigi, allo scoccare del ‘900, di Dresda in una Strauss incontra Hugo von Hofmannsthal. E lì, nella fotografia degli anni Trenta. città che sta per essere scossa dalle convulsioni sin- fonico teatrali dei Ballets Russes di Diaghilev, dopo l’episodio “wagneriano” di Guntram (1893), Strauss apre definitivamente la porta del teatro, che irromperà sulle scene con Salome nel 1905 e con Elektra nel 1909. Ma non sarà la conversione in altro da sé: considerare il monumento dei poemi sinfonici come preparatorio alla stagione dell’opera, è uno schematismo inefficace. In Strauss, i due mondi erano comunicanti fin dall’inizio. Aspettavano differenti rivelazioni.

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poga-strauss-zarathustra-pds.indd 19 01/03/17 16:01 Le esecuzioni a Santa Cecilia

L'Idillio di Sigfrido di Wagner 1905 Arturo Toscanini; 1908 Max Fiedler; 1909 Micha- el Balling, Guido Alberto Fano; 1910 ; 1912 Siegfried Wagner; 1913 Selmar Meyrowitz, An- tonio Guarnieri; 1914 Enrique Fernández Arbós; 1920 Arturo Toscanini; 1921 Vittorio Gui; 1922 Victor De Sa- bata; 1923 Albert Coates; 1925 Alexander von Zem- linsky; 1926 Sergio Failoni; 1930 Alberto Erede; 1932 Victor De Sabata; 1933 Willem Mengelberg; 1934 Al- ceo Toni; 1936 Giuseppe Del Campo, Giuseppe Ba- roni; 1937 Victor De Sabata; 1938 Riccardo Zandonai; 1939 Oliviero De Fabritiis, Roberto Caggiano, Anto- nio Guarnieri; 1940 Antonio Guarnieri; 1941 Bernar- dino Molinari; 1943 Antonio Guarnieri; 1944 Roberto Caggiano; 1945 Vincenzo Bellezza, Luigi Colonna; 1946 Antonio Guarnieri; 1947 Victor De Sabata; 1948 Georges Sebastian; 1949 Herbert Albert; 1950 Hans Rosbaud, Hermann Scherchen; 1952 Victor De Saba- ta; 1953 Paul van Kempen; 1954 Sergiu Celibidache, Herbert Albert; 1956 Vincenzo Bellezza; 1958 Fer- nando Previtali; 1959 Pierre Monteux; 1962 Vincenzo Bellezza; 1968 Franco Capuana; 1970 Pierre Dervaux; 1971 Pierluigi Urbini; 1983 Lovro von Matačić; 1988 Kenneth Montgomery; 1996 Manlio Benzi; 2000 Da- vid Robertson; 2012 Donald Runnicles, Carlo Rizzari; 2013 (Concerto a Catania), Gustavo Dudamel.

Il Concerto per pianoforte n. 2 di Saint-Saëns 1909 direttore , pianoforte Edoar- do Celli; 1911 direttore Bernardino Molinari, pianoforte Arthur Rubinstein; 1914 direttore Bernardino Molinari,

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poga-strauss-zarathustra-pds.indd 20 01/03/17 16:01 pianoforte Moriz Rosenthal; 1920 direttore Bernardi- no Molinari, pianoforte Paul Loyonnet; 1922 direttore Bernardino Molinari, pianoforte Tina Filipponi Sini- scalchi; 1926 direttore , pianoforte Arthur Rubinstein; 1935 direttore Bernardino Molinari, piano- forte Renzo Silvestri; 1937 direttore Ferruccio Calusio, pianoforte Arthur Rubinstein; 1939 direttore Bernardi- no Molinari, pianoforte Bruno Rigacci; 1964 direttore Alberto Zedda, pianoforte Laura De Fusco; 1965 diret- tore Francesco Cristofoli, pianoforte Lya De Barberiis, 1972 direttore Eliahu Inbal, pianoforte Israela Margalit.

Così parlò Zarathustra di Strauss 1909 Georg Schnéevoigt; 1911 Michael Balling; 1912 Willem Mengelberg; 1913 Oskar Nedbal; 1914 Bruno Walter; 1920 Bernardino Molinari; 1921 Franz Schalk; 1922 Richard Strauss, Ernst Wendel; 1925 Michael Balling; 1926 Sergio Failoni; 1931 ; 1934 Gino Marinuzzi Sr.; 1939 Alceo Toni; 1941 Willy Ferrero; 1947 Jonel Perlea; 1948 Clemens Krauss; 1962 Ferdinand Leitner, Franco Mannino; 1964 Elio Boncompagni; 1969 Ferdinand Leitner; 1974 Zdenek Macal; 1977 Georges Prêtre; 1980 Gary Bertini; 1985 Franco Mannino; 1986 Giuseppe Sinopoli; 1991 Anto- ni Wit; 1994 Georges Prêtre; 1998 Giuseppe Sinopoli; 1999 Ivan Fischer; 2004 Antonio Pappano; 2008 Pin- chas Steinberg; 2012 Daniel Harding.

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poga-strauss-zarathustra-pds.indd 21 01/03/17 16:01 Andris Poga direttore

Andris Poga, al debutto sul podio dell'Orchestra dell'Ac- cademia di Santa Cecilia, si è diplomato in direzione d’orchestra all’Accademia di Musica “Jazeps Vitols” in Lettonia. Ha inoltre studiato filosofia all’Università della Lettonia e, dal 2004 al 2005, direzione con Uros Lajovic a Vienna. Durante gli anni di studio ha anche partecipato a masterclass tenute da direttori del calibro di Mariss Jan- sons, Seiji Ozawa e Leif Segerstam. Dal 2007, anno in cui ha ricevuto il Latvia Great Music Award, intrattiene una stretta collaborazione con le mag- giori orchestre del suo Paese d’origine: Orchestra Sinfo- nica Nazionale Lettone, Opera Nazionale di Lettonia e la Professional Symphonic Band di Riga, di cui è stato diret- tore musicale dal 2007 al 2010. Nel maggio del 2010 è stato insignito del primo pre- mio al Concorso Internazionale "Evgeny Svetlanov" di Montpellier. In seguito a questa importante vittoria, Andris Poga è stato nominato nel 2011 assistente di Paavo Järvi all’Orchestre de Paris per un triennio e, nel 2012, Diretto- re assistente della Boston Symphony Orchestra (che ha diretto sia in stagione sia al Festival di Tanglewood). Nel 2013 è stato nominato direttore musicale dell’Orchestra Sinfonica Nazionale di Lettonia. Nel 2013 Andris Poga ha sostituito, all’ultimo momento, Georges Prêtre e Mikko Franck con l’Orchestre de Paris mentre nel 2014 ha sostituito Lorin Maazel e Valery Ger- giev con l’Orchestra Filarmonica di Monaco in occasio- ne di una tournée in Asia. Lo scorso gennaio si è esibito al Folle Journée de Nantes in occasione della chiusura del Festival. Nel corso di questa stagione Andris Poga andrà in tour- née in Francia con la sua orchestra lettone; dirigerà inoltre l’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo, le Orchestre sinfoniche di Sydney e Shanghai e l’Orchestra NHK.

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poga-strauss-zarathustra-pds.indd 22 01/03/17 16:01 Bertrand Chamayou pianoforte

Il pianista francese Bertrand Chamayou, al suo debutto con l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, si esi- bisce regolarmente con l'Orchestre de Paris, London e Rotterdam Philharmonic Orchestra, Deutsche Kam- merphilharmonie Bremen, con la hr-Sinfonieorchester, WDR Sinfonieorchester di Colonia, Orchestre National de France e Danish National Symphony Orchestra e ha collaborato con i direttori Pierre Boulez, Leonard Slatkin, Sir Neville Marriner, Semyon Bychkov, Michel Plasson, Louis Langrée, Stephane Denève e Andris Nelsons. In questa stagione tornerà a suonare con la Indianapolis Symphony Orchestra, Orchestre National de France e Orchestre de Paris. Bertrand Chamayou si esibisce regolarmente in pro- getti di musica da camera, con partner del calibro di Renaud e Gautier Capuçon, Quartetto Ebène, Antoine Tamestit e Sol Gabetta. Ha al suo attivo numerose regi- strazioni di successo, incluso un cd Naïve con musiche di César Franck che ha ricevuto diversi riconoscimenti tra cui l’Editor’s Choice della rivista Gramophone. Nel 2011 ha festeggiato il duecentesimo anniversario di Liszt con una registrazione dell’integrale degli Années de Pèlerina- ge: l’album ha ottenuto critiche entusiastiche e un Gra- mophone Choice. Unico artista ad aver vinto per quattro volte il presti- gioso premio francese Victoires de la Musique, attual- mente Bertrand Chamayou ha un contratto di esclusiva discografica con Warner/Erato e ha ricevuto un ECHO Klassik 2016 per la sua registrazione dell’integrale delle opere di Ravel per pianoforte solo.

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poga-strauss-zarathustra-pds.indd 23 01/03/17 16:01 Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Sir Antonio Pappano Direttore musicale Mikko Franck Direttore ospite principale Yuri Temirkanov Direttore onorario Carlo Rizzari Direttore assistente

◊ Roberto González-Monjas Violini primi Carlo Maria Parazzoli*, Roberto González-Monjas*◊, suona un Giuseppe Guarneri Ruggiero Sfregola, Marlène Prodigo, Elena La Montagna, ’filius Andreae’ del 1710, grazie Margherita Ceccarelli, Roberto Saluzzi, Fiorenza Ginanneschi, alla generosità dei Guarneri- Roberto Granci, Paolo Piomboni, Barbara Castelli, Kaoru Kanda, Gönner del Musikkollegium Silvana Dolce, Jalle Feest, Daria Leuzinger, William Esteban Winterthur e della Fondazione Chiquito Henao, Soyeon Kim, Ylenia Montaruli, Cristiano Rychenberg. Giuseppetti, Roberto Baldinelli

Violini secondi Alberto Mina*, David Romano*, Ingrid Belli, Rosario Genovese, Leonardo Micucci, Lavinia Morelli, Pierluigi Capicchioni, Riccardo Piccirilli, Daniele Ciccolini, Andrea Vicari, Maria Tomasella Papais, Cristina Puca, Giovanni Bruno Galvani, Manuela Costi, Brunella Zanti, Svetlana Norkina, Annamaria Salvatori, Marco Mazzucco

Viole Raffaele Mallozzi*,Simone Briatore*, Sylvia Mayinger, Stefano Trevisan, Sara Simoncini, Carla Santini, Fabio Catania, Ilona Balint, Andrea Alpestre, Lorenzo Falconi, David Bursack, Luca Manfredi, Federico Marchetti, Elena Favilla, Marco Venturi

Violoncelli Luigi Piovano*, Gabriele Geminiani*, Carlo Onori, Diego Romano, Francesco Storino, Bernardino Penazzi, Francesco Di Donna, Matteo Michele Bettinelli, Sara Gentile, Giacomo Menna, Danilo Squitieri, Roberto Mansueto, Giuseppe Scaglione, Barbara Guerra

Contrabbassi Antonio Sciancalepore*, Libero Lanzilotta*, Anita Mazzantini, Paolo Marzo, Andrea Pighi, Piero Franco Cardarelli, Enrico Rosini, Paolo Cocchi, Nicola Cascelli, Simona Iemmolo

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poga-strauss-zarathustra-pds.indd 24 01/03/17 16:01 Flauti Carlo Tamponi*, Andrea Oliva*, Nicola Protani, Claudia Bucchini Ottavino Davide Ferrario

Oboi Paolo Pollastri*, Francesco Di Rosa*, Anna Rita Argentieri, Ida Gianolla Corno inglese Maria Irsara

Clarinetti Stefano Novelli*, Alessandro Carbonare*, Simone Sirugo Clarinetto piccolo Joshua Fortunato Clarinetto basso Dario Goracci

Fagotti Francesco Bossone*, Andrea Zucco*, Fabio Angeletti, Achille Dallabona, Paolo Dutto Controfagotto Alessandro Ghibaudo

Corni Alessio Allegrini*, Guglielmo Pellarin*, Marco Bellucci, Fabio Frapparelli, Luca Agus, Alessio Bernardi, Giuseppe Accardi, Sabino Allegrini, Federica Bazzini

Trombe Andrea Lucchi*, Ermanno Ottaviani, Antonio Ruggeri, Alex Cesare Elia

Tromboni Andrea Conti*, Enzo Turriziani*, Agostino Spera, Sergio Bernetti Trombone basso Maurizio Persia

Tube Gianluca Grosso, Antonio Belluco

Timpani Antonio Catone*

Percussioni Edoardo Albino Giachino, Andrea Santarsiere, Michele Camilloni

Organo Daniele Rossi

Arpe Cinzia Maurizio*, Augusta Giraldi

Prime parti soliste. NB: Le prime parti del concerto odierno sono evidenziate in neretto

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