Comune di

D.U.P.

Documento Unico di Programmazione

2018-2020

INDICE

Premessa · L’armonizzazione dei sistemi e degli schemi contabili · Il documento unico di programmazione degli enti locali (DUP) · La composizione del DUP · Il nuovo ciclo della programmazione · Il DUP semplificato

Sezione Strategica (SeS) 2018-2020

1. LINEE PROGRAMMATICHE DI MANDATO, POLITICHE DI MANDATO, VALORI

2. QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO 2.1 Scenario e legislazione europea 2.1.1 Patto di stabilità e crescita europea, fiscal compact e pareggio di bilancio 2.1.2 Europa 2020 e fondi europei 2014-2020 2.2 Scenario nazionale, legislazione e obiettivi dell’azione di governo 2.2.1 Delega fiscale 2.2.2 La revisione del prelievo fiscale 2.3 Gli obiettivi della Regione Emilia Romagna e il riordino istituzionale 2.3.1 Il percorso di riordino istituzionale 2.3.2 Gli obiettivi della Regione Emilia Romagna

3. ANALISTI STRATEGICA DELLE CONDIZIONI ESTERNE 3.1 Il concorso delle autonomie locali agli obiettivi di governo 3.1.1 Abolizione del Patto di stabilità interno e pareggio di Bilancio 3.1.2 Il saldo di finanza pubblica per il triennio 2017-2019 3.1.3 Le spese di personale 3.1.4 Le società partecipate 3.2 Situazione socio-economica del territorio 3.2.1 Il contesto territoriale 3.2.2 Struttura della popolazione e dinamiche demografiche 3.2.3 Contesto economico-sociale 3.2.4 Sistema infrastrutturale 3.2.5 Tessuto produttivo

3.2.6 Organizzazioni no-profit 3.3 Parametri economici essenziali

4. ANALISTI STRATEGICA DELLE CONDIZIONI INTERNE 4.1 Organizzazione e modalità di gestione dei servizi pubblici locali 4.2 Indirizzi generali sul ruolo degli enti ed organismi partecipati 4.2.1 Società ed enti partecipati 4.3 Risorse finanziarie 4.3.1 Indirizzi generali in materia di tributi e tariffe dei servizi pubblici 4.3.2 Spesa corrente per l’esercizio delle funzioni fondamentali 4.3.3 Indirizzi generali in materia di gestione del patrimonio 4.3.4 Il reperimento e l’impiego di risorse straordinarie ed in conto capitale 4.3.5 Indebitamento 4.4 Equilibri di parte corrente e generali di bilancio ed equilibri di cassa 4.4.1 Equilibri di parte corrente 4.4.2 Equilibrio finale 4.4.3 Equilibri di cassa 4.5 Risorse umane 4.5.1 Struttura organizzativa 4.5.2 Dotazione organica 4.6 Coerenza patto di stabilità e vincoli di finanza pubblica

5. LE MODALITÀ DI RENDICONTAZIONE

Sezione Operativa (SeO) 2018-2020 – Parte prima 1. ENTRATA: FONTI DI FINANZIAMENTO 1.1 Quadro riassuntivo 1.2 Valutazione generale sui mezzi finanziari 1.3 Analisi delle risorse 1.3.1 Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa (titolo 1.00) 1.3.2Trasferimenti correnti (titolo 2.00) 1.3.3 Entrate extratributarie (titolo 3.00) 1.3.4 Entrate in conto capitale (titolo 4.00) 1.3.5 Entrate da riduzioni di attività finanziarie (titolo 5.00) 1.3.6 Accensione di prestiti (titolo 6.00) 1.3.7 Anticipazioni da istituto tesoriere (titolo 7.00)

2. INDIRIZZI GENERALI IN MATERIA DI TRIBUTI E TARIFFE DEI SERVIZI

3. INDIRIZZI SUL RICORSO ALL’INDEBITAMENTO PER IL FINANZIAMENTO DEGLI INVESTIMENTI 3.1 Debito consolidato e capacità di indebitamento 3.2 Gli indirizzi in materia di indebitamento 3.3 La compatibilità con gli equilibri finanziari e con i vincoli di pareggio finanziario

4. DIMOSTRAZIONE DELLA COERENZA DELLE PREVISIONI DI BILANCIO CON GLI STRUMENTI URBANISTICI VIGENTI 4.1 Strumenti urbanistici generali e attuativi vigenti 4.2. Coerenza delle previsioni di bilancio con le previsioni degli strumenti urbanistici vigenti

5. SPESA: RIEPILOGO GENERALE DEGLI OBIETTIVI OPERATIVI PER MISSIONI E PROGRAMMI

6. ORGANISMI GESTIONALI ESTERNI 6.1 Situazione economico-finanziaria degli organismi partecipati

Sezione operativa (SeO) 2018-2020 – Parte seconda 1. PIANO DELLE ALIENAZIONI E VALORIZZAZIONI DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE

L’armonizzazione dei sistemi e degli schemi contabili

Per armonizzazione contabile si intende il processo di riforma degli ordinamenti contabili pubblici diretto a rendere i bilanci delle Amministrazioni Pubbliche omogenei, confrontabili ed aggregabili ed è il cardine della riforma della contabilità pubblica (legge n. 196/2009) e della riforma federale prevista dalla legge n. 42/2009.

Nel 2015 la riforma è entrata in vigore in via generalizzata per tutti gli Enti Locali, pur con una disciplina transitoria graduale che si completerà, per la maggior parte di essi, nel 2017.

Con questa riforma – meglio nota come “armonizzazione” – si è voluto perseguire lo scopo di: − consentire il controllo dei conti pubblici nazionali (tutela della finanza pubblica nazionale); − verificare la rispondenza dei conti pubblici alle condizioni dell’articolo 104 del Trattato istitutivo dell’Unione Europea.

Uno dei cardini della nuova contabilità è rappresentato dal principio della “competenza finanziaria potenziata”, il quale prevede che tutte le obbligazioni giuridicamente perfezionate, che danno luogo ad entrate e spese per l’ente, devono essere registrate in contabilità nel momento in cui sorgono, con imputazione all’esercizio in cui vengono a scadenza. E’ comunque fatta salva la piena copertura degli impegni a prescindere dall’esercizio in cui essi sono imputati, attraverso l’istituzione del Fondo pluriennale vincolato. La nuova configurazione del principio contabile della competenza finanziaria potenziata: a) impedisce l’accertamento di entrate future, rafforzando la valutazione preventiva e concomitante degli equilibri di bilancio; b) evita l’accertamento e l’impegno di obbligazioni inesistenti, riducendo in maniera consistente l’entit à dei residui attivi e passivi; c) consente, attraverso i risultati contabili, la conoscenza dei debiti commerciali degli enti, che deriva dalla nuova definizione di residuo passivo conseguente all’applicazione del principio della competenza finanziaria potenziata; d) rafforza la funzione programmatoria del bilancio; e) favorisce la modulazione dei debiti finanziari secondo gli effettivi fabbisogni degli enti; f) avvicina la competenza finanziaria alla competenza economica; g) introduce una gestione responsabile delle movimentazioni di cassa, con avvicinamento della competenza finanziaria alla cassa (potenziamento della competenza finanziaria e valorizzazione della gestione di cassa); h) introduce con il fondo pluriennale vincolato uno strumento conoscitivo e programmatorio delle spese finanziate con entrate vincolate nella destinazione, compreso il ricorso al debito per gli investimenti.

L’avvio a regime della riforma degli enti territoriali, attuato anche per il di a partire dal 1° gennaio 2015, secondo quanto disposto dal decreto legge 102/2013 (L. n. 124/2013), costituisce una tappa fondamentale nel percorso di risanamento della finanza pubblica e favorirà il coordinamento della stessa, il consolidamento dei conti delle Amministrazioni Pubbliche anche ai fini del rispetto delle regole comunitarie, le attività connesse alla revisione della spesa pubblica e alla determinazione dei fabbisogni e costi standard.

Il Comune di Verghereto, secondo quanto previsto dal D.Lgs. 118/2011 integrato dal D.Lgs. 126/14, ha introdotto gradualmente la riforma e dal 2016 i nuovi schemi di Bilancio sono divenuti obbligatori.

1 L'anno 2016 1, per la gran parte degli Enti Locali è l'anno della piena attuazione del principio contabile applicato concernente la contabilità economico-patrimoniale degli enti in contabilità finanziaria che, secondo le Linee guida Arconet, implica l'applicazione del: «[…] • piano dei conti integrato di cui all'allegato n. 6 al D.Lgs. n. 118/2011; • principio contabile generale n. 17 della competenza economica di cui all'allegato n. 1 al D.Lgs. n. 118/2011; • principio applicato della contabilità economico patrimoniale di cui all'allegato 4/3 al D.Lgs. n. 118/2011, con particolare riferimento al principio n. 9, concernente "L'avvio della contabilità economico patrimoniale armonizzata" […]».

Per il Comune di Verghereto l’applicazione di tale normativa è rinviata all’anno 2017.

In particolare i passi operativi necessari per la piena attuazione della messa a regime del sistema di reporting economico patrimoniale sono stati i seguenti: • «riclassificazione delle voci dello stato patrimoniale chiuso il 31 dicembre dell'anno precedente nel rispetto del DPR 194/1996, secondo l'articolazione prevista dallo stato patrimoniale» proprio del Dlgs 118/2011; • «applicazione dei criteri di valutazione dell'attivo e del passivo previsti dal principio applicato della contabilità economico patrimoniale all'inventario e allo stato patrimoniale riclassificato».

L'inventario

Al fine dell'applicazione dei nuovi criteri di valutazione, l'ente locale deve dotarsi di uno strumento che permetta l'individuazione analitica di ogni bene sui cui adottare tali criteri. Questo strumento è l'inventario, strumento contabile atto a esplicitare il sistema del patrimonio del Comune, quale insieme organico volto alla massimizzazione del bene Comune riconducibile al dettato degli articoli 822 e seguenti del codice civile articolato in patrimonio demaniale, indisponibile e, in via residuale, disponibile. La finalità generale dell'inventario consistente nell'individuazione, descrizione, classificazione, e valutazione di tutti gli elementi attivi e passivi del patrimonio dell'ente al fine di permettere, in sede di rendiconto, di quantificare il netto patrimoniale dell'ente. Data l'importanza strategica del documento, il legislatore ne obbliga almeno l'aggiornamento annuale propedeutico alla stesura dell'allora conto del patrimonio, oggi sostituito dallo stato patrimoniale armonizzato.

Bilancio consolidato

Dal 2018, con riferimento all’esercizio 2017, entro il 30 settembre il Comune di Verghereto sarà tenuto a redigere il bilancio consolidato con i propri enti, organismi e società partecipate, secondo le modalità D. Lgs. 118/2011 se risulteranno Enti o Società oggetto di consolidamento. Il bilancio consolidato è costituito dal conto economico, stato patrimoniale, relazione gestione consolidata e relazione revisore relativa agli enti e società oggetto di consolidamento.

1 http://www.quotidianoentilocali.ilsole24ore.com/art/fisco-e-contabilita/2016-01-15/il-patrimonio-enti-locali-sfida- 2016-183633.php?uuid=AByAp93

2 Il Documento unico di programmazione degli Enti Locali (DUP)

Il principio contabile della programmazione all. 4/1 al d.Lgs. n. 118/2011 prevede un nuovo documento unico di programmazione, il DUP, in sostituzione del Piano Generale di Sviluppo e della Relazione Previsionale e Programmatica. La programmazione nelle pubbliche Amministrazioni garantisce l’attuazione del principio costituzionale del buon andamento (art. 97) in quanto è diretta ad assicurare un ottimale impiego delle risorse pubbliche secondo i canoni della efficacia, efficienza ed economicità.

La programmazione inoltre rende concreto il principio della democrazia partecipativa, in quanto fornisce gli strumenti per “valutare” l’operato dell’azione amministrativa conoscendo preventivamente gli obiettivi dichiarati e, successivamente, i risultati raggiunti. In sostanza, dunque, un corretto processo di programmazione è espressione di una amministrazione moderna che intende fronteggiare in modo permanente, sistemico e unitario le discontinuità ambientali e organizzative ed anche finanziarie.

La riforma intende rafforzare il ruolo della programmazione attraverso: • l’anticipazione e l’autonomia del processo rispetto a quello di predisposizione del bilancio. L’art. 170 del Tuel prevede che il DUP venga presentato entro il 31 luglio dell’anno precedente a valere per l’esercizio successivo. Questo evita di ricadere nell’errore di invertire il processo di programmazione ed appiattirlo su quello della predisposizione del bilancio, come accaduto in passato. Il DUP infatti non costituisce più un allegato al bilancio come la RPP - ma piuttosto

3 costituisce la base di partenza per l’elaborazione delle previsioni di bilancio, da formularsi nei mesi successivi; • la riduzione dei documenti di programmazione, che da cinque diventano principalmente tre: il DUP, il bilancio di previsione ed il PEG.

Il successo della riforma è tuttavia strettamente correlato ad un parallelo processo di riforma della finanza locale necessario per restituire certezza sulle risorse disponibili e garantire in questo modo efficacia ed efficienza del processo di programmazione.

PIANO RELAZIONE BILANCIO BILANCIO GENERALE DI PREVISIONALE ANNUALE PLURIENNALE SVILUPPO PROGRAMMATICA

DOCUMENTO UNICO BILANCIO di DI PROGRAMMAZIONE PREVISIONE FIANANZIARIO DI PROGRAMMAZIONE 3 anni (1° anno anche per cassa)

Parte strategica 5 anni

Parte operativa 3 anni

PEG/PIANO PERFORMANCE 3 anni (1° anno anche per cassa)

4 La composizione del DUP

Il DUP si compone di due sezioni: una Strategica (SeS) e una Operativa (SeO). La prima ha un orizzonte temporale di riferimento che coincide con quello del mandato amministrativo, la seconda pari a quello del bilancio di previsione. In particolare:

La Sezione Strategica sviluppa e concretizza le linee programmatiche di mandato e indirizzi strategici dell’ente, in coerenza con la programmazione di Governo e con quella regionale. Tale processo è supportato da un’analisi strategica delle condizioni interne ed esterne all’ente, sia in termini attuali che prospettici, così che l’analisi degli scenari possa rilevarsi utile all’amministrazione nel compiere le scelte più urgenti e appropriate.

La Sezione Operativa ha carattere generale, contenuto programmatico e costituisce lo strumento di supporto al processo di previsione di indirizzi e obiettivi previsti nella Sezione Strategica. Questa infatti, contiene la programmazione operativa dell’ente, avendo a riferimento un arco temporale triennale. Per ogni programma, e per tutto il periodo di riferimento del DUP, sono individuati gli obiettivi operativi annuali da raggiungere. I programmi rappresentano dunque il cardine della programmazione, in quanto, costituendo la base sulla quale implementare il processo di definizione degli indirizzi e delle scelte, sulla base di questi verrà predisposto il PEG e affidati obiettivi e risorse ai responsabili dei servizi. La Sezione Operativa infine comprende la programmazione in materia di lavori pubblici, personale, patrimonio e acquisti.

5 Il nuovo ciclo di programmazione degli Enti Locali

Il nuovo ciclo di programmazione e rendicontazione disegnato dal principio all. 4/1 e dal nuovo Tuel, prevede, in particolare le seguenti attività e scadenze: a) entro il 31 luglio presentazione al Consiglio Comunale del DUP per il triennio successivo; b) entro il 15 novembre la nota di aggiornamento al DUP e l’approvazione dello schema di bilancio; c) entro il 31 dicembre l’approvazione del bilancio di previsione; d) entro 20 giorni dall’approvazione del bilancio l’approvazione del PEG; e) entro il 31 luglio la salvaguardia degli equilibri e l’assestamento generale di bilancio; f) entro il 30 aprile l’approvazione del rendiconto della gestione; g) entro il 30 settembre l’approvazione del bilancio consolidato (dal 2017).

6 Il DUP semplificato

Per quanto riguarda gli Enti locali con popolazione fino a 5000 abitanti, l’art.170 del TUEL prevede la predisposizione di un DUP semplificato ai sensi di quanto previsto dall’allegato 4/1 del D.Lgs 119/2011 e ss.mm.ii..

Il Documento unico di programmazione semplificato, predisposto dagli enti locali con popolazione fino a 5.000 abitanti, individua, in coerenza con il quadro normativo di riferimento e con gli obiettivi generali di finanza pubblica, tenendo conto della situazione socio economica del proprio territorio,le principali scelte che caratterizzano il programma dell’amministrazione da realizzare nel corso del mandato amministrativo e gli indirizzi generali di programmazione riferiti al periodo di mandato. Ogni anno sono verificati gli indirizzi generali e i contenuti della programmazione con particolare riferimento al reperimento e impiego delle risorse finanziarie e alla sostenibilità economico – finanziaria, come sopra esplicitati. A seguito della verifica è possibile operare motivatamente un aggiornamento degli indirizzi generali approvati. In considerazione degli indirizzi generali di programmazione al termine del mandato, l’amministrazione rende conto del proprio operato attraverso la relazione di fine mandato di cui all’art. 4 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 149, quale dichiarazione certificata delle iniziative intraprese, dell’attività amministrativa e normativa e dei risultati riferibili alla programmazione dell’ente e di bilancio durante il mandato. Il DUP semplificato, quale guida e vincolo ai processi di redazione dei documenti contabili di previsione dell’ente, indica, per ogni singola missione/programma del bilancio, gli obiettivi che 1 Paragrafo inserito dal decreto ministeriale 20 maggio 2015. Per ciascuna missione/programma gli enti possono indicare le relative previsioni di spesa in termini di competenza finanziaria. Per ogni singola missione/programma sono altresì indicati gli impegni pluriennali di spesa già assunti e le relative forme di finanziamento. Gli obiettivi individuati per ogni missione / programma rappresentano la declinazione annuale e pluriennale degli indirizzi generali e costituiscono indirizzo vincolante per i successivi atti di programmazione, in applicazione del principio della coerenza tra i documenti di programmazione. L’individuazione delle finalità e la fissazione degli obiettivi per ogni missione / programma deve “guidare”, negli altri strumenti di programmazione, l’individuazione dei progetti strumentali alla loro realizzazione e l’affidamento di obiettivi e risorse ai responsabili dei servizi. Gli obiettivi devono essere controllati annualmente a fine di verificarne il grado di raggiungimento e, laddove necessario, modificati, dandone adeguata giustificazione, per dare una rappresentazione veritiera e corretta dei futuri andamenti dell’ente e del processo di formulazione dei programmi all’interno delle missioni. Il DUP semplificato comprende inoltre, relativamente all'arco temporale di riferimento del bilancio di previsione: a) gli obiettivi degli organismi facenti parte del gruppo amministrazione pubblica; b) l’analisi della coerenza delle previsioni di bilancio con gli strumenti urbanistici vigenti; c) la programmazione dei lavori pubblici, d) la programmazione del fabbisogno di personale; e) la programmazione delle alienazioni e della valorizzazione dei beni patrimoniali. La realizzazione dei lavori pubblici degli enti locali deve essere svolta in conformità ad un programma triennale e ai suoi aggiornamenti annuali che sono ricompresi nel DUP. I lavori da realizzare nel primo anno del triennio sono compresi nell’elenco annuale che costituisce il documento di previsione per gli investimenti in lavori pubblici e il loro finanziamento. Infine, nel DUP devono essere inseriti tutti quegli ulteriori strumenti di programmazione relativi all’attività istituzionale dell’ente richiesti dal legislatore.

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DUP

Documento Unico di Programmazione

Sezione Strategica (SeS)

Periodo 2018-2020

9 10 1- LINEE PROGRAMMATICHE DI MANDATO

Di seguito verranno riportate le linee programmatiche di mandato, approvate durante la seduta di Giunta Municipale del 43 del 19.08.2015:

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14 2. QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO

2.1 Scenario e legislazione europea

L’economia mondiale negli ultimi 5 anni continua ad espandersi ad un ritmo moderato. Nel 2016 si è attestato sul 3%, dato che sarebbe estremamente lusinghiero per l’economia italiana ma che invece, per quella mondiale, è il più basso dal 2009. Si è ridotto in particolare il commercio mondiale, a causa sia del rallentamento della crescita economica che della riduzione dei prezzi delle materie prime; tutto ciò ha contribuito a ridurre la crescita dell’occupazione, della produttività e dei salari. Sono rallentate in particolare le economie di molti paesi avanzati, mentre si è interrotta la pluriennale tendenza negativa per le economie emergenti. Infine, lo scenario attuale e futuro dell’economia mondiale risulta ancora condizionato dai rischi collegati alle tensioni geopolitiche in diverse parti del mondo; permangono preoccupazioni sulle conseguenze di medio termine della Brexit, acuite dalle politiche commerciali protezionistiche promosse dalla nuova amministrazione Trump 2.

Tab.1 Previsioni del tasso di crescita del PIL mondiale del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE)

2.1.1 Patto di stabilita e crescita europea, fiscal compact e pareggio di bilancio

Con la stipula nel 1992 del Trattato di Maastricht la Comunità Europea ha gettato le basi per consentire, in un contesto stabile, la nascita dell’EURO e il passaggio da una unione economica ad una monetaria (1° Gennaio 1999). La convergenza degli stati verso il perseguimento di politiche rigorose in ambito monetario e fiscale era considerata condizione essenziale per limitare il rischio di instabilità della nuova moneta unica. In quest'ottica, venivano fissati i due principali parametri di politica fiscale al rispetto dei quali era vincolata l'adesione all'unione monetaria. L’articolo 104 del Trattato prevede che gli stati membri debbano mantenere il proprio bilancio in una situazione di sostanziale pareggio, evitando disavanzi pubblici eccessivi (comma 1) e che il livello del debito pubblico deve essere consolidato entro un determinato valore di riferimento. Tali parametri, definiti periodicamente, prevedono: a) un deficit pubblico non superiore al 3% del Pil; b) un debito pubblico non superiore al 60% del Pil e comunque tendente al rientro;

L’esplodere della crisi della finanza pubblica e il baratro di un default a cui molti stati si sono avvicinati ha fatto emergere tutta la fragilità delle regole previste dal patto di stabilità e crescita

2 http://finanze.regione.emilia-romagna.it/defr/approfondimenti/defr-2018

15 europeo in assenza di una comune politica fiscale. E’ maturata di conseguenza la consapevolezza della necessità di giungere ad un “nuovo patto di bilancio”, preludio di un possibile avvio di una Unione di bilancio e fiscale. Il 2 marzo 2012 il Consiglio europeo ha firmato il cosiddetto Fiscal Compact (Trattato sulla stabilità, coordinamento e governante nell’unione economica e monetaria), tendente a “potenziare il coordinamento delle loro politiche economiche e a migliorare la governance della zona euro, sostenendo in tal modo il conseguimento degli obiettivi dell'Unione europea in materia di crescita sostenibile, occupazione, competitività e coesione sociale”. Il fiscal compact, entrato ufficialmente in vigore il 1° gennaio 2013 a seguito della ratifica da parte di 12 stati membri (Italia, Germania, Spagna, Francia, Slovenia, Cipro, Grecia, Austria, Irlanda, Estonia, Portogallo e Finlandia), prevede: – l’inserimento del pareggio di bilancio (cioè un sostanziale equilibrio tra entrate e uscite) di ciascuno Stato in «disposizioni vincolanti e di natura permanente – preferibilmente costituzionale» (in Italia è stato inserito nella Costituzione con una modifica all’articolo 81 approvata nell’aprile del 2012); – il vincolo dello 0,5 di deficit “strutturale” – quindi non legato a emergenze – rispetto al PIL; – l’obbligo di mantenere al massimo al 3 per cento il rapporto tra deficit e PIL, già previsto da Maastricht; – per i paesi con un rapporto tra debito e PIL superiore al 60 per cento previsto da Maastricht, l’obbligo di ridurre il rapporto di almeno 1/20esimo all’anno, per raggiungere quel rapporto considerato “sano” del 60 per cento. I vincoli di bilancio derivanti dalle regole del patto di stabilità e crescita ed i conseguenti condizionamenti alle politiche economiche e finanziarie degli stati membri sono da tempo messi sotto accusa perché ritenuti inadeguati a far ripartire l’economia e a ridare slancio ai consumi, in un periodo di tensione come quello attuale. In realtà, nessun paese finora è stato sanzionato per aver violato le regole imposte dal PSC. Tuttavia, sin dall’inizio della crisi dell’Eurozona sussiste un alto grado di disaccordo in materia di interpretazione di queste regole. La presa di posizione più dura è stata da parte della Germania3. Contro la rigida posizione dei Paesi nord europei, un’altra coalizione di Stati membri dell’Unione europea ha avanzato richieste di maggiore flessibilità. Negli ultimi due anni i leader socialisti di tutta Europa hanno richiesto meno vincoli di bilancio. Un giusto equilibrio tra il rigore e la crescita è sicuramente la chiave di svolta di questa situazione, che tuttavia stenta a trovare una sua composizione nell’ambito della politica europea. L’Italia sta chiedendo maggiore flessibilità sull’attuazione delle misure di rigore dei conti pubblici e di convergenza verso gli obiettivi strutturali (deficit debito) giustificata con l’attuazione delle riforme strutturali che la stessa Unione Europea ci ha chiesto.

2.1.2 Europa 2020 e fondi europei 2014-2020

Nel 2010 l’Unione Europea ha elaborato “ Europa 2020 ”, una strategia decennale per la crescita che non mira soltanto a uscire dalla crisi che continua ad affliggere l'economia di molti paesi, ma vuole anche colmare le lacune del nostro modello di crescita e creare le condizioni per un diverso tipo di sviluppo economico, più intelligente, sostenibile e solidale. Cinque sono le strategie e gli obiettivi di EU2020, da realizzare entro la fine del decennio. Riguardano l'occupazione, l'istruzione, la ricerca e l'innovazione, l'integrazione sociale e la riduzione della povertà, il clima e l'energia.

3 http://www.eunews.it/2017/01/10/briefing-tematico-il-patto-di-crescita-e-stabilita/74922

16 Le strategie di EU2020 N. Strategie Obiettivi 1 Occupazione innalzamento al 75% del tasso di occupazione (per la fascia di età compresa tra i 20 e i 64 anni) 2 Ricerca e sviluppo aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo al 3% del PIL dell'UE 3 Cambiamenti climatici e • riduzione delle emissioni di gas serra del 20% (o persino del 30%, se le sostenibilità energetica condizioni lopermettono) rispetto al 1990 • 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili • aumento del 20% dell'efficienza energetica 4 Istruzione o Riduzione dei tassi di abbandono scolastico precoce al di sotto del 10% o aumento al 40% dei 30-34enni con un'istruzione universitaria 5 Lotta alla povertà e almeno 20 milioni di persone a rischio o in situazione di povertà ed all'emarginazione emarginazione in meno

La strategia comporta anche sette iniziative prioritarie che tracciano un quadro entro il quale l'UE e i governi nazionali sostengono reciprocamente i loro sforzi per realizzare le priorità di Europa 2020, quali l'innovazione, l'economia digitale, l'occupazione, i giovani, la politica industriale, la povertà e l'uso efficiente delle risorse.

L'Unione Europea fornisce finanziamenti e sovvenzioni per un'ampia gamma di progetti e programmi nei settori più diversi (istruzione, salute, tutela dei consumatori, protezione dell'ambiente, aiuti umanitari). Tali fondi rappresentano la principale fonte di investimenti a livello di UE per aiutare gli Stati membri a ripristinare e incrementare la crescita e assicurare una ripresa che porti occupazione, garantendo al contempo lo sviluppo sostenibile, in linea con gli obiettivi di Europa 2020. Cinque sono i fondi gestiti dall’UE:

• Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR); • Fondo sociale europeo (FSE); • Fondo di coesione;

17 • Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) • Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP).

Nonostante la difficoltà dimostrata dall’Italia e da alcune regioni a spendere i fondi europei, i finanziamenti comunitari rappresentano una importantissima occasione di reperire le risorse necessarie per il territorio. La regione Emilia Romagna, dal canto suo, ha dimostrato la capacità di saper utilizzare al meglio tali fondi .

La tabella successiva riporta, per ciascuno degli otto indicatori elencati, i target individuati per l’Europa nel suo complesso, per l’Italia, e il posizionamento attuale dell’Emilia-Romagna rispetto all’Italia e ai 28 Stati membri dell’Unione Europea (UE28). La Regione Emilia Romagna presenta indicatori migliori, rispetto ai target nazionali fissati, per il tasso di occupazione (relativo alla popolazione nella fascia d’età 20-64 anni), l’abbandono scolastico e la spesa in Ricerca e Sviluppo. Presenta inoltre una situazione molto favorevole per quanto riguarda la percentuale di persone a rischio povertà ed esclusione sociale. Non sono invece disponibili dati a livello regionale sugli obiettivi di risparmio ed efficienza energetica e di riduzione delle emissioni inquinanti. 4

4 http://finanze.regione.emilia-romagna.it/defr/approfondimenti/defr-2018

18 2.2 Scenario nazionale, legislazione e obiettivi dell’azione di governo

Il nostro paese ha attraversato un periodo di profonda crisi economica, con recessione del PIL e conseguente aumento della disoccupazione. Dal 2015 ci sono segnali di ripresa, il PIL è tornato a crescere, con aumento della domanda interna ed un tasso di inflazione che ha ricominciato a crescere. La flessione dei prezzi del petrolio favorisce il miglioramento delle ragioni di scambio, l’aumento del reddito disponibile delle famiglie e dei margini di profitto delle imprese. Ma al di là dell’evoluzione del costo delle materie prime, è il clima in Europa a essere cambiato, crescita e occupazione sono stati posti al centro del dibattito europeo. Si è consolidata una convergenza su una strategia basata su i) una politica di responsabilità fiscale, attenta alla crescita pur nel rispetto della disciplina di bilancio; ii) la necessità di accelerare in tutti i paesi le riforme strutturali; iii) la priorità da dare al rilancio degli investimenti pubblici e privati. Da questo nuovo clima sono scaturiti nuovi impegni e iniziative, sia a livello nazionale che a livello europeo, con il lancio del Piano Juncker e con il Quantitative Easing della BCE. Il Quantitative Easing della BCE – che ha aggiunto gli acquisti del debito sovrano ai programmi di acquisto di attività del settore privato ha consentito un miglioramento delle condizioni del credito grazie al mantenimento di condizioni finanziarie accomodanti. Garantendo l’ancoraggio delle aspettative d’inflazione su livelli compatibili con l’obiettivo della BCE, il programma conterrà l’aumento dei tassi d’interesse reali provocato da una debole dinamica dei prezzi. Al contempo, la divergenza dei cicli economici tra le diverse aree valutarie si è associata a un forte deprezzamento dell’euro: la maggiore competitività delle aziende europee sui mercati globali potrà sostenere la domanda di esportazioni e la dinamica dei prezzi interni. La ripresa nell’area resta tuttavia diseguale ed esposta a numerosi rischi. Le tensioni geopolitiche, la decelerazione delle economie emergenti costituiscono elementi d’incertezza. Dal 2014 gli interventi di politica economica del Governo hanno mirato a rilanciare l’economia mediante azioni di sostegno dei redditi e di riduzione del carico fiscale, progredendo inoltre verso la soluzione al problema dei debiti arretrati delle Amministrazioni pubbliche. Per sostenere la ripresa nascente e l’occupazione è necessario: i) perseguire una politica di bilancio di sostegno alla crescita, nel rispetto delle regole comuni adottate nell’Unione europea; ii) proseguire nel percorso di riforma strutturale del Paese per aumentarne significativamente le capacità competitive; iii) migliorare l’ambiente normativo delle imprese e le condizioni alla base delle decisioni d’investimento. Queste azioni si rafforzano a vicenda e tracciano una strategia coerente, in cui le riforme – nei mercati del lavoro, dei prodotti e dei servizi, in campo finanziario e fiscale – rilanciano la competitività e creano un clima più favorevole per le opportunità di investimento. Gli investimenti svolgono un ruolo centrale: nel breve periodo promuovono nuove opportunità di lavoro e sostengono la domanda, ponendo le basi per l’incremento del potenziale di crescita nel medio periodo; al tempo stesso consolidano l’attuazione e il dispiegarsi degli effetti delle riforme.

Il PIL del nostro Paese è cresciuto nel 2016 dello 0,9%in termini reali . Per il 2017 viene previsto nel DEF nazionale un aumento del PIL dell’1,1%. Il valore è lo stesso sia nel quadro programmatico che in quello tendenziale, perché come vedremo gli aggiustamenti previsti nella politica fiscale sono di portata limitata e, sebbene complessivamente di segno espansivo, non avranno effetti apprezzabili sulla dinamica del PIL. Per il 2018 e il 2020 invece la previsione aggiornata è lievemente inferiore rispetto alla precedente, che vedeva per il biennio una crescita del PIL pari all’1,2%. Per il 2018 viene previsto l’1% e per il 2019 l’1,1%. Il settore primario, che però ha un peso marginale nel complesso dell’economia, ha registrato una contrazione. L’industria manifatturiera si è confermata in ripresa. Il settore industriale in senso stretto è cresciuto dell’1,7%; si è finalmente invertita la tendenza del settore delle costruzioni:

19 per la prima volta, dal 2007 viene registrato un aumento dell’1,1%, grazie all’andamento positivo degli investimenti in abitazioni. E’ invece cresciuto meno rapidamente il settore terziario (+0,6%); in particolare, sono cresciuti il settore del commercio, dei servizi di alloggio e ristorazione, trasporto e magazzinaggio (+1,7%) e il settore delle attività immobiliari e professionali (rispettivamente +0,8 e 1,3%), mentre risulta in contrazione il settore delle attività finanziarie e assicurative (-2,3%). Complessivamente, il reddito disponibile delle famiglie a livello italiano è aumentato dell’1,6% in termini reali (0,8% nel 2015), 0,7% in più rispetto al PIL, a causa della ridotta pressione fiscale. Ciò ha comportato una crescita dei consumi privati, in particolare per beni durevoli. Le esportazioni sono cresciute del 2,4% anche grazie al deprezzamento dell’euro 5. La ripresa economica che si è avuta nel 2016 ha avuto effetti positivi anche sulle condizioni del mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione è sceso all’ 11,7%, contro l’11,9% dell’anno precedente e il 12,7% del 2014. La dinamica salariale è proseguita su ritmi moderati, in linea col 2014 e il 2015. I redditi pro- capite da lavoro dipendente sono cresciuti dello 0,3%, mentre la produttività del lavoro è diminuita dello 0,5%. La dinamica dei prezzi risente dei bassi del perdurare dei bassi prezzi dei beni energetici, generando un tasso di inflazione prossimo allo zero. Per la prima volta dal 1959 l’indice dei prezzi al consumo si è ridotto, seppure di poco (-0,1%) Il Documento di Economia e Finanza 2017 (DEF6), approvato l’11 aprile 2017 dal Consiglio dei ministri, offre l’opportunità di valutare il percorso compiuto e i risultati finora conseguiti, in base ai quali orientare anche le future scelte di politica e di governo. Come già detto, dopo una crisi lunga e profonda, nel 2014 l’economia italiana si è avviata su un sentiero di graduale ripresa andata via via rafforzandosi nel biennio successivo. Il livello del PIL del 2014 è stato rivisto al rialzo, quello del 2015 di oltre 9 miliardi rispetto alle stime di un anno fa 7. Si tratta di una ripresa più graduale rispetto ai precedenti cicli economici, susseguenti crisi meno profonde e prolungate, ma estremamente significativa in considerazione innanzitutto dell’elevato contenuto occupazionale: in base ai più recenti dati disponibili il numero di occupati ha superato di 734 mila unità il punto di minimo toccato nel settembre 2013. Il miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro italiano si è riflesso in una contrazione del numero degli inattivi, del tasso di disoccupazione, del ricorso alla CIG - cassa integrazione guadagni; ne hanno beneficiato anche i consumi delle famiglie, in crescita dell’1,3 per cento nel 2016. Ci sarebbe anche un recupero di capacità competitiva dell’economia italiana: nello scorso biennio l’avanzo commerciale ha raggiunto livelli elevati, ed è tra i più significativi dell’Unione Europea. Le prospettive dei settori rivolti alla domanda internazionale restano favorevoli anche nel 2017.

5 In termini settoriali, l’incremento più rilevante si è registrato per i prodotti farmaceutici; a seguire prodotti chimici e alimentari. Le importazioni sono aumentate in volume del 3,2% (+6%)12. L’avanzo commerciale del nostro Paese nel 2016 ha raggiunto quota 51,5 miliardi (41,8 miliardi nel 2015), contribuendo in misura ragguardevole al surplus del saldo corrente della bilancia dei pagamenti, che è stato pari al 2,6% del PIL. Tale surplus si colloca fra i più elevati tra i paesi della UE, dietro solamente a quelli tedesco e olandese. In particolare è da segnalare il netto miglioramento della bilancia energetica, che nel corso del 2016 ha ridotto il deficit di 7,6 miliardi di euro, passando dagli oltre 34 miliardi del 2015 agli attuali 26,4. Documento di economia e finanza regionale 2018 approvato con DGR n. 960/2017) 6 Il Documento di economia e finanza è il principale strumento della programmazione economico-finanziaria in Italia. Proposto dal governo e approvato dal Parlamento, indica la strategia economica e di finanza pubblica nel medio termine. Introdotto nel 1988 come Dpef l’attuale denominazione deriva dalla legge 39/2011, che ha adeguato tempistica e contenuti al nuovo modello di governance economica Ue. Si compone di tre parti: il Programma di stabilità, le tendenze di finanza pubblica e il Programma nazionale di riforma (Pnr). http://argomenti.ilsole24ore.com/parolechiave/def.html 7http://www.dt.tesoro.it/modules/documenti_it/analisi_progammazione/documenti_programmatici/def_2017/Sez. 1_-_Programma_di_Stabilita_2017.pdf

20 Il disavanzo è sceso dal 3,0 per cento del PIL nel 2014 al 2,7 nel 2015 fino al 2,4 nel 2016; l’avanzo primario (cioè la differenza tra le entrate e le spese al netto degli interessi sul debito pubblico) è risultato pari all’1,5 per cento del PIL nel 2016. Per apprezzare appieno lo sforzo prodotto dal Paese in termini di aggiustamento fiscale negli anni passati, va considerato che tra il 2009 e il 2016 l’Italia risulta il Paese dell’Eurozona che assieme alla Germania ha mantenuto l’avanzo primario in media più elevato e tra i pochi ad aver prodotto un saldo positivo, a fronte della gran parte degli altri Paesi membri che invece hanno visto deteriorare la loro posizione nel periodo. La politica di bilancio ha dato priorità agli interventi che favoriscono investimenti, produttività e coesione sociale. La scelta di impiegare l'incremento di gettito prodotto dal contrasto all'evasione fiscale per la riduzione di imposte ha consentito, insieme al rafforzamento della crescita, di ridurre la pressione fiscale. La somma delle diverse riduzioni d’imposta o misure equivalenti, a partire dalla riduzione dell'Irpef di 80 euro mensili per i lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi, ha già portato la pressione fiscale al 42,3 per cento nel 2016 (al netto della riduzione Irpef di 80 euro), dal 43,6 nel 2013. In aggiunta agli sgravi a favore delle famiglie, si è decisamente abbassata l’aliquota fiscale totale per le imprese tramite gli interventi su IRAP (2015), IMU (2016) e IRES (2017). Il rapporto debito/PIL dopo essere aumentato di oltre 32 punti percentuali tra il 2007 e il 2014, negli ultimi due anni si è sostanzialmente stabilizzato, un risultato tanto più importante alla luce della limitata dinamica dei prezzi nel periodo.

Le prospettive di crescita e delle finanze pubbliche, nel solco della strategia finora adottata

L’obiettivo dichiarato della politica di bilancio delineata nel DEF – resta quello di innalzare stabilmente la crescita e l’occupazione, nel rispetto della sostenibilità delle finanze pubbliche. L’evoluzione congiunturale dell’economia italiana è favorevole. Nella seconda metà del 2016 la crescita ha ripreso slancio, beneficiando del rapido aumento della produzione industriale e, dal lato della domanda, di investimenti ed esportazioni. La fiducia delle imprese italiane sta aumentando notevolmente in un contesto europeo che si fa via via più solido. Restano sullo sfondo preoccupazioni connesse a rischi geopolitici e alle conseguenze di eventuali politiche commerciali protezionistiche promosse dalla nuova amministrazione statunitense. Tra i diversi fattori alla base dell’accresciuta incertezza hanno acquisito un ruolo crescente anche i risultati delle consultazioni referendarie o elettorali in Europa e negli USA, che in questa fase sembrano non soltanto prospettare l'avvicendamento tra visioni politiche alternative ma rischiano anche di innescare effetti sistemici di instabilità. Rispetto alle previsioni precedenti, il quadro odierno beneficia dell’espansione dei mercati di esportazione dell’Italia e del deprezzamento del cambio. Il miglioramento dei dati economici e delle aspettative nelle economie avanzate, Italia compresa, potrebbe giustificare una significativa revisione al rialzo della previsione di crescita del PIL per il 2017. Il Governo ha tuttavia scelto di adoperare valutazioni caute, ponendo la previsione di crescita programmatica per il 2017 all’1,1 per cento. Nello scenario programmatico prosegue la discesa dell’indebitamento netto al 2,1 per cento nel 2017, quindi all’1,2 nel 2018, allo 0,2 nel 2019 fino a raggiungere un saldo nullo nel 2020; le previsioni incorporano le misure di politica fiscale e controllo della spesa, in via di definizione, che ridurranno l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche dello 0,2 per cento del PIL nel 2017. La variazione del saldo strutturale è in linea con il braccio preventivo del Patto di Stabilità e Crescita in tutto il triennio 2018-2020. Il pareggio di bilancio strutturale verrebbe pienamente conseguito nel 2019 e nel 2020.

21 In merito alle clausole di salvaguardia tuttora previste in termini di aumento delle aliquote IVA e delle accise, nel Def si legge che il Governo intende sostituirle con misure sul lato della spesa e delle entrate, comprensive di ulteriori interventi di contrasto all’evasione. Tale obiettivo sarà perseguito nella Legge di Bilancio per il 2018, anche sulla scorta della riforma delle procedure di formazione del bilancio che faciliterà la revisione della spesa. La previsione del rapporto debito/PIL formulata per il 2017 è pari al 132,5 per cento. Dopo la stabilizzazione conseguita negli ultimi esercizi, si tratterebbe del primo lieve decremento dell’indicatore dall’avvio della crisi. Prioritario sarà proseguire nell’azione di rilancio degli investimenti pubblici. Per conseguire una maggiore efficienza e razionalizzazione della spesa per investimenti occorre riattivare un corretto percorso di programmazione e valutazione delle opere, fornendo certezze procedurali e finanziarie indispensabili all’attività di investimento. Accanto al rilancio degli investimenti pubblici proseguirà l’azione di rafforzamento della capacità competitiva delle imprese italiane. Le misure intraprese per sostenere tutti i fattori produttivi hanno canalizzato le energie delle imprese italiane verso la crescita dimensionale e l’internazionalizzazione, aprendo in modo decisivo il sistema Italia per attrarre capitali, persone e idee dall’estero. Le misure di ‘Finanza per la Crescita’ stanno aiutando le imprese a migliorare la governance e ad accedere al mercato dei capitali; la recente riforma dei Piani Individuali di Risparmio fornisce, per la prima volta, uno strumento che permette di canalizzare risparmio privato verso l’economia reale italiana. Gli incentivi alla produttività del lavoro hanno completato l’azione del Jobs Act, mentre le misure di agevolazione degli ammortamenti stanno sostenendo la ripresa degli investimenti privati, in particolare quelli in tecnologia. Il credito d’imposta per ricerca e sviluppo e il patent box sono ulteriori misure di incentivo alle imprese italiane a posizionarsi nella parte più alta della catena del valore. Inoltre, il taglio delle imposte ha consentito alle imprese italiane di migliorare la propria posizione competitiva, in particolare verso i principali Paesi europei; più in generale gli interventi sulla fiscalità d’impresa ne hanno favorito la patrimonializzazione, rendendo la tassazione neutrale rispetto alla forma giuridica prescelta.

Quanto alla situazione della finanza pubblica, il Governo nel DEF di aprile ha confermato gli obiettivi di programma di deficit pubblico in graduale calo verso lo zero negli anni a venire e di stabilizzazione e progressiva ridiscesa del debito pubblico in rapporto al PIL. A seguire una tabella riassuntiva della Tavola I.3 del DEF.

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Come si osserva, il deficit si è attestato nel 2016 al 2,4% 8. Nello scenario programmatico si ferma al 2,1% nel 2017 (la differenza per quest’anno essendo spiegata dalla manovra correttiva di cui in premessa), scende all’1,2% nel 2018 per azzerarsi nel 2020. Ricordiamo che alla riduzione del deficit ha contribuito per più della metà il calo della spesa per interessi, scesa dai 74 miliardi del 2014 ai 66,3 del 2016.

Il Programma Nazionale di Riforma

Le misure di impulso alla crescita, agli investimenti e all’occupazione si accompagnano agli sforzi promossi dal Governo centrale in questi anni per rimuovere gli impedimenti strutturali alla crescita su molti fronti, quali ad esempio il mercato del lavoro, il settore bancario, il mercato dei capitali, le regole fiscali, la scuola, la pubblica amministrazione, la giustizia civile 9.

8 Questa stima attesta il conseguimento dell’obiettivo fissato nella Nota di Aggiornamento del DEF dello scorso autunno. 9 Il Programma Nazionale di Riforma 2017 intende proseguire nell’azione riformatrice avviata nel 2014 per il cambiamento strutturale del tessuto economico e sociale del Paese; una parte significativa del programma iniziale di interventi è stata realizzata, come riconosciuto anche dal recente Rapporto sull’Italia redatto dalla Commissione Europea. http://www.mef.gov.it/focus/article_0031.html

23 Tra i principali interventi adottati negli ultimi mesi, si sono poste le basi per una PA più efficiente, semplice e digitale, parsimoniosa e trasparente; sono stati individuati strumenti operativi per fronteggiare la mole dei crediti in sofferenza frutto della crisi, sono stati forniti al sistema bancario gli strumenti per massimizzare le soluzioni di mercato con il supporto della garanzia dello Stato; si è ultimata la riforma del mercato del lavoro, che sta favorendo la crescita dell’occupazione e della qualità del lavoro; per la prima volta il Paese si è dotato di uno strumento nazionale e strutturale di lotta alla povertà – il Sostegno per l'inclusione attiva che verrà sostituito dal Reddito di Inclusione – che mira a promuovere il reinserimento nella società e nel mondo del lavoro di coloro che ne sono esclusi. A misure di sostegno dei redditi e di modernizzazione del sistema continuerà a essere affiancata una strategia organica di revisione della spesa pubblica; la prosecuzione dell’opera di risanamento dei conti pubblici poggerà anche su una nuova fase della spending review, che dovrà essere più selettiva e al tempo stesso coerente con i principi stabiliti dalla riforma del bilancio. Tale obiettivo passa anche per un più esteso utilizzo degli strumenti per la razionalizzazione degli acquisti di beni e servizi da parte della PA. Per i conti pubblici, quello appena cominciato è un semestre ad alta densità di impegni e scadenze. Ci si muove su un sentiero stretto, per mutuare la metafora più volte evocata dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, non privo di incognite, che solo in parte è reso meno angusto dalla nuova flessibilità chiesta a Bruxelles per il 2018. Si parte dalla riforma della riscossione, che da questo mese vede Equitalia confluire formalmente nell’Agenzia delle Entrate, ma anche dagli incassi attesi dalla voluntary disclosure-bis: 1,6 miliardi 10 sui quali al momento non vi è certezza assoluta . Prima la ridefinizione del quadro macroeconomico di riferimento, dunque Pil, debito, deficit, che sarà possibile una volta acquisito dall’Istat il dato più aggiornato relativo alle principali variabili in campo. Poi il passaggio in Consiglio dei ministri della manovra, entro il 20 ottobre, e l’avvio della discussione in Parlamento. Con due caveat non da poco. Il primo attiene all’esito della trattativa in corso con Bruxelles. Il responso è atteso in autunno, in particolare per quel che riguarda la richiesta avanzata dal Governo di dimezzare (dallo 0,6 allo 0,3% del Pil) l’entità della correzione 2018 del deficit strutturale. Un indicatore che non tiene conto degli effetti della congiuntura e delle una tantum, e dunque proprio quegli incassi one off che il Governo ha affidato alle varie sanatorie in corso. Anche le somme impegnate per le crisi bancarie sono assimilate da Bruxelles a uscite una tantum con impatto sul debito. Il secondo caveat si concentra interamente sulla variabile politica interna, poiché la prossima legge di Bilancio cadrà a poca distanza dalle elezioni, e dovrà fare i conti con le inevitabili tensioni dovute alla campagna elettorale.

2.2.1. Delega fiscale

Di particolare interesse per gli Enti Locali è la riforma della riscossione , da tempo attesa nel panorama normativo in quanto l’attuale sistema di riscossione alternativo ad Equitalia è fondato sul Regio Decreto del 1939, del tutto inadeguato a rispondere all’esigenza di garantire celerità, efficacia della riscossione e tutela del contribuente. L’improrogabilità e l’urgenza di un riordino della materia è tanto maggiore con l’entrata a regime della riforma dell’ordinamento contabile (cosiddetta “ armonizzazione ”), prevista dal d.Lgs. n. 118/2011, la quale limita la spendita di

10 Gettito da verificare in corso d’opera, con effetti sul 2017 e sui prossimi anni, e dunque sulla predisposizione della prossima manovra, i cui contenuti verranno definiti nel dettaglio solo a partire da fine settembre, quando verrà presentata in Parlamento e alla Commissione Ue la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2017-07-02/per-conti-italiani-e-semestre-verita-170714.shtml?uuid=AEuWBKpB

24 risorse degli Enti Locali a quelle che effettivamente vengono riscosse in un arco temporale di cinque anni. Migliorare la capacità di riscossione equivale quindi a garantire maggiori risorse ai bilanci comunali per assicurare lo svolgimento dei servizi cui sono preposti. In quest’ottica sono stati emanati i seguenti atti normativi:

V D.Lgs. 128/2015 relativo alla certezza del diritto nei rapporti tra fisco e contribuente; V D.Lgs. 156/2015 riguardo la revisione del contenzioso tributario e degli interpelli; V D.Lgs. 158/2015 circa la revisione sistema sanzionatorio; V D.Lgs. 159/2015 inerente la semplificazione della riscossione; V D.L n. 193/2016 convertito con modificazioni dalla L. 1 dicembre 2016, n. 225, relativo a soppressione di Equitalia S.p.A. e passaggio ad Agenzia delle entrate-Riscossione delle competenze su riscossione coattiva.

È infine da ricordare che il Regolamento Comunale per l’applicazione del ravvedimento operoso, approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 10 del 29/04/2016, ha introdotto, recependolo, il cd. “ ravvedimento lungo ” tramite il quale è possibile regolarizzare l’omesso o ritardato versamento di tributi, sanato successivamente al novantesimo giorno e fino al quinto anno dal versamento omesso, pagando la sanzione in misura ridotta.

2.2.2. La revisione del prelievo locale

Il prelievo sugli immobili è stato interessato, negli ultimi anni, da frequenti modifiche normative. La Legge di Stabilità per il 2014 ha introdotto una revisione della tassazione degli immobili introducendo un nuovo tributo IUC (Imposta Unica Comunale) articolato su una componente di natura patrimoniale (IMU- Imposta Municipale Propria) e una relativa ai servizi fruiti dal proprietario o dal possessore dell’immobile (TASI – Tributo per i Servizi Indivisibili e TARI – Tassa sui Rifiuti). Il quadro dei tributi locali sugli immobili si presenta quindi estremamente articolato e prevede, oltre alle imposte sulle proprietà e sui servizi e a una addizionale comunale all’IRPEF, anche una serie di tributi minori e canoni sull’occupazione di spazi e aree pubbliche e sulla diffusione dei messaggi pubblicitari. A regime, le risorse a disposizione degli Enti Locali per il finanziamento della spesa non dipenderanno più dai costi effettivamente sostenuti, che possono inglobare inefficienze, ma da quelli che dovrebbero sostenere se si allineassero a un fabbisogno standard. I fabbisogni standard, assieme alle capacità fiscali (ovvero il gettito che ciascun ente potrebbe ottenere applicando un’aliquota standard alle proprie basi imponibili) rappresentano i cardini dei nuovi meccanismi per la perequazione delle risorse per assicurare il finanziamento integrale delle funzioni fondamentali e dei livelli essenziali delle prestazioni inerenti i diritti civili e sociali. Nel 2015, il 20%, nel 2016 il 30% e nel 2017 il 40% delle risorse agli Enti Locali è stato ripartito sulla base di capacità fiscali e fabbisogni standard, superando gradualmente il precedente criterio di riparto basato sulla spesa storica, fonte di distorsioni e inefficienze. Nel 2018 tale percentuale salirà al 55% fino ad arrivare al 100% nel 2021. Con l’obiettivo di assicurare maggiore equità ed efficienza al sistema della riscossione, il decreto fiscale D.L. 193/2016 cvt in L. n.225/2016 ha avviato il riordino delle agenzie fiscali , stabilendo la cancellazione del Gruppo Equitalia e l’attribuzione delle sue funzioni a un nuovo ente controllato dall’Agenzia delle Entrate a partire dal 1° luglio 2017. Al fine di garantire la continuità e la funzionalità delle attività di riscossione Equitalia verrà sostituita da un ente pubblico economico, denominato ‘Agenzia delle Entrate-Riscossione’, strumentale all’Agenzia dell'entrate, favorendo quindi lo sfruttamento di sinergie e l’interoperabilità delle banche dati, assicurando una riscossione più veloce ed efficiente. Tale intervento verrà completato attraverso una

25 riorganizzazione delle agenzie fiscali, tesa a garantire maggiore autonomia alle stesse, in linea con le indicazioni dell’OCSE e del FMI. Gli enti locali, con delibera consiliare da adottarsi entro il 30 settembre di ogni anno, potranno affidare al soggetto preposto alla riscossione nazionale le attività di riscossione, spontanea e coattiva, le entrate tributarie o patrimoniali proprie e delle società da essi partecipate 11 .

Sul fronte della fiscalità locale, novità introdotta dalla Legge di stabilità 2016 (L. n. 208/2015) è l’abolizione della Tasi sugli immobili residenziali adibiti ad abitazione principale, ad esclusione degli immobili di particolare pregio, ville e castelli. La Tasi viene abolita anche per gli inquilini che detengono un immobile adibito a prima casa. Si elimina l’IMU sui terreni agricoli e sui macchinari d’impresa cosiddetti ‘imbullonati’. Riduzione delle aliquote IMU e TASI sono previste per abitazioni locate a canone concordato. A ristoro del mancato gettito derivante dalle esenzioni IMU/TASI, si dispone l'incremento (pari allo sgravio fiscale complessivo), per gli anni 2016 e successivi, della dotazione del Fondo di solidarietà comunale, da ripartirsi tra i comuni sulla base del gettito effettivo IMU e TASI derivante dagli immobili adibiti ad abitazione principale e dai terreni agricoli, relativo all'anno 2015. Si attribuisce ai comuni un contributo , c.d. fondo compensativo IMU/TASI, che verrà ripartito in proporzione alle somme già attribuite per l’anno 2014 con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 6 novembre 2014 ai sensi dell’art. 1, comma 731, della legge 147/2013. Le somme attribuite ai comuni a tale titolo non sono considerate tra le entrate finali valide ai fini del vincolo del pareggio di bilancio.

2.3 Gli obiettivi della Regione Emilia Romagna e il riordino istituzionale

2.3.1 Il percorso di riordino istituzionale

Il percorso di riordino istituzionale c he ha caratterizzato in maniera sostanziale e pregnante questa porzione di territorio nell’ultimo biennio ha avuto e sta avendo un importanza sostanziale anche per quanto riguarda le strategie politiche e conseguenti soluzioni organizzative del comune di Verghereto. Giova a tal proposito ripercorrere brevemente le tappe sostanziali di tale importante iter di riordino.

L’Unione Valle

Per questo territorio, l’ambito ottimale individuato con deliberazione della Giunta Regionale n. 286 del 18 marzo 2013 ai sensi della L.R. n. 21/2012 è stato individuato nell’ambito del distretto socio-sanitario – Valle Savio che ricomprende i seguenti sei comuni: , Cesena, , Montiano, e Verghereto, per una popolazione complessiva di circa 117.562 abitanti (al 31/12/2013) su un’estensione territoriale di 810,14 km 2.

L’Unione Valle Savio è stata costituita in data 24 gennaio 2014 tra i Comuni di Bagno di Romagna, Cesena, Mercato Saraceno, Montiano, Sarsina e Verghereto in conformità all’art. 32 del TUEL, all’art. 14 del D.L. 78/2010 ss.mm. e ii. ed alla L.R. 21/2012.

11 DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA 2017 - SEZ. III PROGRAMMA NAZIONALE DI RIFORMA http://www.dt.tesoro.it/modules/documenti_it/analisi_progammazione/documenti_programmatici/def_2017/Sez.3 _-_Programma_Nazionale_di_Riforma_2017.pdf

26 Con deliberazioni del Consiglio dell’Unione n. 5, 6, 7 e 8 del 31/03/2014 sono state approvate rispettivamente le convenzioni per il conferimento all’Unione, da parte di tutti i Comuni aderenti, delle funzioni di Protezione Civile , della gestione dei Sistemi Informatici e delle Tecnologie dell’Informazione , della funzione di progettazione e gestione del sistema locale dei Servizi Sociali ed erogazione delle relative prestazioni del cittadini e della funzione dello Sportello Unico Telematico delle attività produttive (SUAP). In un successivo periodo si è quindi proceduto al conferimento all’Unione anche della funzione di Statistica da parte di tutti i Comuni facenti parte della stessa, con la sola eccezione del Comune di Sarsina. In adempimento di quanto previsto dall’art. 14, comma 27 del D.L. n. 78/2010, convertito con modificazioni dalla L. n. 122/2010, e successive modifiche ed integrazioni, i Comuni di Montiano e Verghereto hanno altresì conferito in Unione tutte le funzioni fondamentali di cui all’art. 14, comma 27, del precitato (ad eccezione della lettera l) – anagrafe e stato civile). A far data dal 1.01.2015, si è provveduto quindi e conseguentemente, al trasferimento del personale individuato dalle singole amministrazioni all’Unione; per quanto riguarda i Comuni di Montiano e Verghereto, il trasferimento è stato complessivo.

Nella progressiva elaborazione del percorso di riordino istituzionale locale si è quindi provveduto a strutturare l’architettura organizzativa mediante il conferimento in Unione: a) delle funzioni di Stazione Unica Appaltante ai sensi dell’art. 33 comma 3 bis del D.Lgs n°163/2006; b) dell’attività del servizio di prevenzione e protezione nei luoghi di lavoro (D.Lgs 81/2008); c) della progettazione in ambito europeo. Le disposizioni di cui alle precitate convenzioni, sotto un profilo organizzativo ed operativo, sono state declinate, poi, mediante la strutturazione di specifici progetti organizzativi. In tal senso è stata individuata una duplicità di modelli, a seconda delle caratteristiche e della tipologia del servizio in questione: modello “centralizzato” e modello “a poli”. La struttura centralizzata, in relazione a un basso livello di presenza sul territorio e un alto livello di competenza specialistica, coincide con la creazione di un’unica entità, logisticamente collocata presso la sede dell’Unione ma dimensionata in modo tale da fornire servizi a tutti gli altri (es. Sistemi informatici associati). Il modello organizzativo a poli, invece, in relazione ad un medio livello di presenza sul territorio e di competenza specialistica, prevede la creazione - per lo stesso ambito di attività - di più uffici (i «poli») in grado di fornire servizi solo ad alcuni soggetti facenti parte della rete (il bacino di utenza del polo) e non a tutti (es. SUAP).

Nel quadro di questo nuovo contesto istituzionale gli Enti coinvolti hanno inteso perseguire primariamente logiche volte alla razionalizzazione dell’impiego delle risorse umane e strumentali, limitando il ricorso a nuove assunzioni. Si è voluto in tal modo ottimizzare in maniera efficace le strutture esistenti, in un’ottica di crescente specializzazione del personale coinvolto. Tale impostazione ha costituito la base organizzativa per dare vita alla stipula di specifici accordi collaborativi tra Unione e Comune di Cesena, quale ente di maggiori dimensioni nell’ambito di riferimento e dotato di unità organizzative strutturate nonché di personale specializzato.

Risultano pertanto attive, al momento, le seguenti convenzioni con ente capofila il Comune di Cesena: Servizio Segreteria Generale , Servizio Finanziario , Organizzazione e Personale , Ufficio Unico di Avvocatura Civica , Progettazione in ambito europeo , Tributi (per i comuni di Montiano e Verghereto), Polizia Municipale (solo per il Comune di Montiano), Patrimonio (solo per il Comune di Montiano) , Organizzazione e Gestione dei Servizi Scolastici (solo per il Comune di Montiano), Raccolta e smaltimenti rifiuti (per i comuni di Montiano e Verghereto) , Urbanistica ed Edilizia (solo per il Comune di Montiano), Sismica nonché la convenzione per la

27 gestione associata di alcuni servizi in ambito del settore Logistica e servizi di supporto con ente capofila l’Unione Valle Savio. È stata quindi stipulata, nel mese di luglio 2017, una specifica convenzione tra i comuni di Cesena, Montiano, Bagno di Romagna, Mercato Saraceno e l’Unione Valle Savio per la gestione associata di uno sportello polivalente rivolto ai cittadini denominato “ sportello facile ”. L’attività si svilupperà sulla base dell’esperienza svolta dal Comune di Cesena nello specifico ambito di riferimento.

In data 24/03/2015 i comuni dell’Unione hanno inoltre provveduto alla stipula di specifica convenzione per la gestione associata del Nucleo di Valutazione.

Il predetto percorso si è sviluppato sulla base di alcuni elementi chiave che costituiscono caratteristica specifica e sostanziale dell’architettura organizzativa così come delineata:

innovazione

2.3.2 Gli obiettivi della Regione Emilia Romagna

La Regione Emilia Romagna, con delibera G.R. n. 1016 del 28/06/2016, ha approvato il Documento di Economia e Finanza Regionale 2017 che delinea gli obiettivi strategici del governo regionale per il periodo 2017-2019 e per l’intera legislatura, articolati su cinque aree strategiche (Istituzionale, Economica, Sanità e Sociale, Culturale, Territoriale).

Particolarmente significativo per l’impatto e le ricadute sul contesto locale è il tema della fusione tra Enti. Il Programma di mandato della Giunta, comunicato dal Presidente della Regione all'Assemblea Legislativa il 26 gennaio 2015, indica come traguardo da raggiungere per le fusioni di Comuni “entro il 2019, quello di portare a 300 il numero dei Comuni, diminuendone quindi il numero attuale. Per arrivare a ciò, è importante svolgere una vera e propria riflessione politica,

28 dato che è una opzione che deve essere vista più come una opportunità strategica che come un approdo necessitato per ragioni contingenti. Le fusioni di Comuni saranno perciò oggetto di riflessione politica, partendo dall’assunto che la fusione è una opzione che deve essere vista più come una opportunità strategica che come approdo necessitato per ragioni contingenti. In tali processi la Regione garantirà l’attività di affiancamento e sostegno ai percorsi di fusione avviati, con la predisposizione dei relativi progetti di legge di fusione, l’organizzazione e la gestione dei referendum consultivi regionali che devono precedere l’approvazione delle leggi di fusione e con il supporto nell’iter legislativo regionale e nell’attività di riorganizzazione funzionale connessa all’avvio istituzionale dei nuovi enti nati da fusione.

Perseguendo tale obiettivo l’Unione ha intrapreso uno specifico percorso, avviato in data 11/05/2016 con la sottoscrizione da parte dei Comuni di Bagno di Romagna, Mercato Saraceno, Sarsina e Verghereto, di specifica convenzione per la realizzazione di uno studio di fattibilità volto all’approfondimento analitico di tale percorso. Dopodichè l’Unione, quale ente capofila all’uopo delegato dai comuni interessati, ha provveduto ad affidare il predetto incarico a ditta esterna specializzata. Le risultanze di tale progetto sono state esaminate in vari contesti ed occasioni, nonché presentate nel corso di dibattiti pubblici. Per uno sviluppo strutturato di tale processo si è quindi costituito un tavolo di analisi e confronto composto da rappresentati dei consigli degli Enti interessati e coordinato dalla stessa Unione. È stato formalmente richiesto alla regione supporto per l’attività di partecipazione e comunicazione. Tale elemento, di portata sostanziale, avrà ripercussioni sulla futura programmazione degli assetti istituzionali ed organizzativi a livello territoriale.

3. ANALISTI STRATEGICA DELLE CONDIZIONI ESTERNE

3.1 Il concorso delle autonomie locali agli obiettivi di governo

Gli Enti Locali sono chiamati direttamente a concorrere alla realizzazione degli obiettivi di governo principalmente attraverso: a) il rispetto dei vincoli finanza pubblica (es. pareggio di bilancio); b) i limiti in materia di spese di personale; c) i limiti in materia di società partecipate.

3.1.1 Abolizione del Patto di stabilità interno e pareggio di bilancio

La legge di stabilità 2016 (Legge n. 208/2015) ha introdotto diverse novità per le amministrazioni territoriali. In primo luogo la disapplicazione di tutte le norme concernenti il patto di stabilità interno e l’introduzione delle nuove regole sul pareggio di bilancio per le regioni e gli Enti Locali (anche per gli enti sotto i 1.000 abitanti, ad esclusione delle Unioni di comuni), in attuazione della legge costituzionale n. 243/2012. Con la recente riforma operata dalla legge 4 agosto 2016, n. 163 sulla legge di contabilità e finanza pubblica n. 196/2009, i contenuti della legge di bilancio e della legge di stabilità sono ora ricompresi in un unico provvedimento, costituito dalla nuova legge di bilancio, ossia della legge 11 dicembre 2016, n. 232, composta da 638 commi. Sul fronte dei vincoli di finanza pubblica, la legge di bilancio 2017, recependo le modifiche apportate alla legge 243/2012, conferma fino al 2019 l’applicazione delle regole del pareggio del bilancio con le stesse modalità previste per il 2016 (inclusione del fondo pluriennale vincolato in

29 entrata e in spesa escluso quello rinveniente da debito) mentre dal 2020 il fondo pluriennale vincolato è considerato voce utile ai fini del pareggio solo se finanziato da entrate finali. Revisionato il sistema sanzionatorio in caso di mancato rispetto dei vincoli del pareggio del bilancio e introdotto un nuovo sistema premiante per gli enti rispettosi del saldo. La legge di stabilità continua con la politica del contenimento della spesa prolungando ancora di un anno l’applicazione di alcuni vincoli che avrebbero dovuto terminare con il 2016 (taglio compenso organi di indirizzo, direzione e controllo organi collegiali, blocco aggiornamento Istat delle locazioni passive). Sul fronte delle assunzioni di personale, con l’esercizio 2017 termina il processo di collocamento del personale delle province dichiarato in esubero ma permangono ancora restrizioni in materia di assunzioni. Sul fronte della fiscalità locale, la legge di bilancio 2017 non apporta modifiche rispetto all’esercizio 2016, e pertanto rimangono confermate tutte le esenzioni introdotte con la legge 208/2015 nonché il blocco all’aumento dei tributi locali 12 . Si introduce uno dei saldi previsti dall’art. 9, comma 1 della legge costituzionale, ossia il saldo finale di competenza non negativo che, non considera più tra gli aggregati rilevanti la cassa in conto capitale Le regole sono accompagnate dall’introduzione di un meccanismo di compensazione per la spesa in conto capitale, sia a livello regionale che a livello nazionale, alla stregua dei precedenti patti di solidarietà, oltre che da misure sanzionatorie. Sono inoltre individuate modalità e tempi per il monitoraggio e la certificazione dell’obiettivo di saldo. Specifiche esclusioni dal saldo di riferimento per il pareggio di bilancio sono previste per le spese sostenute dagli Enti Locali per interventi di edilizia scolastica e per interventi di bonifica ambientale.

Tali disposizioni sono finalizzate in attuazione del principio del pareggio di bilancio in coerenza con gli impegni europei - ad anticipare all’anno 2016 l’introduzione dell’obbligo per gli Enti Locali, in sostituzione delle regole del patto di stabilità interno, di assicurare l’equilibrio tra entrate e spese del bilancio e a ridefinire i vincoli di finanza pubblica per le regioni. Conseguentemente, dal 2016 sono state abolite tutte le norme relative al patto di stabilità interno per gli Enti Locali, nonché le disposizioni previste dalla legge di stabilità 2015 relative ai vincoli imposti alle regioni a statuto ordinario, basati sul conseguimento del pareggio di bilancio.

12 Legge di bilancio 2017: guida all’applicazione negli Enti locali-introduzione. http://www.appaltiecontratti.it/2017/01/11/legge-di-bilancio-2017-guida-allapplicazione-negli-enti- locali/

30

Rimangono fermi gli adempimenti, per gli Enti Locali, relativi al monitoraggio e alla certificazione, nonché l'applicazione delle sanzioni in caso di mancato rispetto di tali vincoli.

Sono fatti salvi gli effetti connessi all'applicazione dei patti di solidarietà orizzontali, sia regionale che nazionale, la cui finalità era quella di rendere più sostenibili gli obiettivi individuali degli Enti Locali attraverso meccanismi di acquisizione e cessione di spazi finanziari per sostenere gli investimenti in conto capitale. Gli enti che abbiano ceduto o acquisito spazi finanziari miglioreranno o peggioreranno il proprio saldo di un importo pari al 50% degli spazi ceduti o acquisiti in ciascun anno del biennio successivo.

Le disposizioni recate dalla L. 11 dicembre 2016, n. 232 (Legge di Bilancio 2017), sono finalizzate, in attuazione dell’articolo 9 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, a disciplinare, in sostituzione delle regole di finanza pubblica per l’anno 2016, l’obbligo di assicurare l’equilibrio tra entrate e spese del bilancio. In particolare, dal 2017, ai fini del concorso al contenimento dei saldi di finanza pubblica, viene richiesto agli enti locali di conseguire l’equilibrio fra le entrate finali e le spese finali, espresso in termini di competenza. Per gli anni 2017-2019, ai fini della determinazione dell’equilibrio complessivo in termini di competenza, concorre il saldo tra il fondo pluriennale vincolato, di entrata e di spesa, al netto della quota rinveniente dal ricorso all’indebitamento. A decorrere dall’esercizio 2020, tra le entrate e le spese finali è incluso il fondo pluriennale vincolato di entrata e di spesa finanziato dalle entrate finali. In particolare il comma 463 dell’art. 1 della L. 232/2016 abroga la normativa riguardante il pareggio di bilancio, come sancito dalla Legge di Stabilità dell'anno 2016, pur confermando gli adempimenti previsti per il monitoraggio e la certificazione del saldo finale di competenza 2016 e tutti gli effetti correlati all'applicazione dei patti di solidarietà nazionale e regionali del medesimo anno. La Legge di Bilancio inoltre, provvede a sancire nuove regole del pareggio di bilancio per gli enti territoriali, in base alla legge n. 163 del 2016, ai fini del concorso alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica: t obbligo del rispetto del saldo di pareggio dal 2017 sia in fase di previsione sia in fase di rendiconto;

31 t previsione di articolato sistema sanzionatorio in caso di mancato raggiungimento del saldo di pareggio; t sistema premiale per enti che rispettano il saldo di pareggio; t conferma nel 2017 il blocco degli aumenti dei tributi e delle addizionali regionali e comunali e la maggiorazione della TASI già disposta per il 2016 con delibera del consiglio comunale; t le Unioni di Comuni non sono tenute al rispetto del vincolo del pareggio di bilancio, mentre lo sono i Comuni nati in seguito a una fusione, per i quali però è prevista l'assegnazione prioritaria degli spazi finanziari messi a disposizione dalla legge di bilancio per il triennio 2017-2019. Sono soggetti anche i Comuni fino a mille abitanti.

Il comma 140 dell’art. 1 della L. 232/2016 istituisce un Fondo con una dotazione di 1.900 milioni di euro per l’anno 2017, 3.150 milioni per l’anno 2018, 3.500 milioni per l’anno 2019 e 3.000 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2032, volto ad assicurare il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, istituito inoltre al fine di pervenire alla soluzione delle questioni oggetto di procedure di infrazione da parte dell’Unione europea. Il contributo richiesto per il risanamento dei conti pubblici, gli effetti restrittivi della nuova contabilità, il congelamento della manovrabilità della leva tributaria locale ed il concomitante avvio della perequazione, hanno concorso ad una forte compressione dell’autonomia politico amministrativa dei Comuni ed hanno altresì richiesto uno sforzo eccezionale, tuttora in atto, per l’adeguamento ai nuovi paradigmi. Si evidenzia che, pur in assenza di ulteriori tagli alle risorse, la stretta di parte corrente sta continuando a manifestarsi per effetto dell’armonizzazione contabile, dovuta in particolare al progressivo adeguamento dell’accantonamento al Fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE), per diverse centinaia di milioni annui fino al 2019. Gli accantonamenti al FCDE e agli altri fondi rischi previsti dalla normativa ammontano a fine 2016 a circa 3,5 miliardi di euro, con impatti molto differenziati per le diverse fasce di enti. La stretta recata dalle nuove regole contabili è ben visibile nell’andamento delle spese (-2,1%) e nella marcata crescita degli accantonamenti di cui è principale componente il FCDE (+1 mld. in un anno), mentre il blocco della leva fiscale contribuisce alla stagnazione delle entrate correnti che si riducono di un -1,4%.

3.1.2 Il saldo di finanza pubblica per il triennio 2017-2019

A superamento della regola della c.d. competenza finanziaria mista la legge di stabilità 2016 ha previsto la graduale introduzione del c.d. pareggio di bilancio semplificato 13 , disponendo, con un rilevante ampliamento della platea dei destinatari, che tutti gli Enti territoriali sono tenuti a conseguire un saldo non negativo, in termini di competenza, tra le entrate finali e le spese finali (cfr. art. 1, commi 710 e 711). È, quindi, a regime per gli Enti territoriali l’obbligo di conseguire un saldo non negativo, in termini di competenza, tra entrate finali (titoli 1-5 dello schema di bilancio armonizzato) e spese finali (titoli 1-3 del medesimo schema di bilancio). Sostanziale continuità con quanto previsto per l’esercizio 2016 è da rilevare, per ciò che attiene alla regolazione del FPV di entrata e di spesa atteso che, nelle more della modifica strutturale prevista a decorrere dall’esercizio 2020 dall’art. 9

13 Ai fini del concorso al contenimento dei saldi di finanza pubblica, gli enti devono conseguire un saldo non negativo, in termini di sola competenza, tra le entrate finali e le spese finali, fatti salvi gli effetti derivanti dai meccanismi di compensazione sia regionale che nazionale.

32 comma 1-bis della l. n. 234/2012, anche per il triennio 2017-2019, esso è computato nel saldo finale di competenza al netto della quota riveniente da debito 14 .

Si rammenta che il Capo IV della legge 243/2012 reca disposizioni per assicurare l’equilibrio dei bilanci delle regioni e degli Enti Locali e il concorso dei medesimi enti alla sostenibilità del debito pubblico, dando così attuazione all'articolo 119, primo e sesto comma, della Costituzione, come riformulati dalla legge costituzionale n. 1 del 2012.

La citata legge 243/2012, all’art. 9 stabiliva che i bilanci degli enti territoriali si considerano in equilibrio quando, sia nella fase di previsione che di rendiconto, registrano: a) un saldo non negativo , in termini di competenza e di cassa, tra le entrate finali e le spese finali ; b) un saldo non negativo , in termini di competenza e di cassa , tra le entrate correnti e le spese correnti , incluse le quote di capitale delle rate di ammortamento dei prestiti (la quota in conto interessi è già inclusa nell’ambito delle spese correnti). Tale formula implica che le entrate correnti debbano assicurare risorse sufficienti per rimborsare i prestiti assunti.

Il saldo è dunque ricavato dal confronto tra i seguenti aggregati: Entrate finali : -Titolo I – Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa; -Titolo II - Trasferimenti correnti; -Titolo III - Entrate extra-tributarie; -Titolo IV - Entrate in conto capitale; -Titolo V - Entrate da riduzione di attività finanziarie; Spese finali : -Titolo I – Spese correnti (al netto degli stanziamenti del fondo crediti di dubbia esigibilità e dei fondi spese e rischi futuri concernenti accantonamenti destinati a confluire nel risultato di amministrazione); -Titolo II – Spese in conto capitale; -Titolo III – Spese per incremento di attività finanziarie.

Nel nuovo saldo di competenza non sono computate quindi le spese per il rimborso delle quote capitale dei mutui (da classificare a titolo IV della spesa), alle quali occorre comunque dare copertura finanziaria con le entrate correnti, ai sensi dell’art. 162, comma 6 del TUEL. In coerenza con le disposizioni delle modifiche apportate agli enti locali alla legge 243/2012 sul pareggio di bilancio, dopo le misure transitorie previste dalla legge di stabilità 2016, la legge di stabilità 2017 prevede che “ per gli anni 2017-2019, nelle entrate e nelle spese finali in termini di competenza è considerato il fondo pluriennale vincolato, di entrata e di spesa, al netto della quota rinveniente dal ricorso all’indebitamento. A decorrere dall’esercizio 2020, tra le entrate e le spese finali è incluso il fondo pluriennale vincolato di entrata e di spesa, finanziato dalle entrate finali. Non rileva la quota del fondo pluriennale vincolato di entrata che finanzia gli impegni cancellati definitivamente dopo l’approvazione del rendiconto dell’anno precedente ”. La legge di bilancio 2017 sostanzialmente prevede la continuazione con le stesse regole tracciate nella legge di stabilità 2016. 15 Il FPV (fondo pluriennale vincolato) applicato all’entrata è conteggiato con il segno (+), ovvero si somma alle altre entrate rilevante, mentre il FPV accantonato in spesa è conteggiato con il segno

14 http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/controllo/sez_autonomie/2017/delibera_14_2017_sezaut_inpr.pdf 15 http://www.bilancioecontabilita.it/legge-di-bilancio-2017-fondo-pluriennale-vincolato-e-pareggio-di-bilancio-il-commento-di-v- giannotti.html

33 (-), ovvero si decurta dalle entrate rilevanti. Conseguenza logica del nuovo meccanismo è che si rende possibile finanziare spese rilevanti per il saldo con entrate non rilevanti - quali avanzo di amministrazione e accensioni di prestiti (iscritte al nuovo titolo 6 di entrata) - per un importo pari e non superiore al valore del titolo 4 di spesa (rimborso mutui), di tutte quelle spese che, secondo il principio contabile applicato concernente la contabilità finanziaria (allegato n. 4/2 al Dlgs 118/2011), devono essere iscritte in bilancio, ma non possono essere impegnate (quali appunto fondo crediti di dubbia esigibilità e altri fondi rischi, quota disavanzo derivante dal riaccertamento straordinario dei residui). Sempre dal 2016, gli enti dovranno allegare al bilancio di previsione un apposito prospetto contenente le previsioni di competenza triennali rilevanti ai fini della verifica del rispetto del nuovo saldo 16 .

3.1.3. Le spese di personale

Norma Misura di contenimento Validità temporale Art. 1, comma 562, Per gli enti non sottoposti alle regole del patto di stabilità interno , le A regime L. n. 296/2006 spese di personale, al lordo degli oneri riflessi a carico delle (Enti non soggetti amministrazioni e dell’IRAP, con esclusione degli oneri relativi ai a patto). rinnovi contrattuali, non devono superare il corrispondente ammontare dell’anno 2008.

Gli enti di cui al primo periodo possono procedere all'assunzione di personale nel limite delle cessazioni di rapporti di lavoro a tempo indeterminato complessivamente intervenute nel precedente anno.

Art 1 comma 229 Il comma 229 della Legge di Stabilità 2016 (L. 208/2015) prevede che: “A Dal 2016 Legge 208/2015 decorrere dall'anno 2016, fermi restando i vincoli generali sulla spesa di (Legge di Stabilità personale, i comuni istituiti a decorrere dall'anno 2011 a seguito di 2016) fusione nonché le unioni di comuni possono procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite del 100 per cento della spesa relativa al personale di ruolo cessato dal servizio nell'anno precedente”.

Art. 3, comma 5, A decorrere dall'anno 2014 è consentito il cumulo delle risorse destinate A regime D.L. n. 90/2014 alle assunzioni per un arco temporale non superiore a tre anni, nel (conv. in L. n. rispetto della programmazione del fabbisogno e di quella finanziaria e 114/2014) contabile; è altresì consentito l'utilizzo dei residui ancora disponibili delle quote percentuali delle facoltà assunzionali riferite al triennio precedente.

Art. 9, comma 2- La norme prevedono che: Dal 2015 bis del D.L. n. A decorrere dal 1° gennaio 2011 e sino al 31 dicembre 2014 l'ammontare 78/2010 (L. n. complessivo delle risorse destinate annualmente al trattamento 122/2010) accessorio del personale, anche di livello dirigenziale, di ciascuna delle amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del D.Lgs. 165/2001, non può superare il corrispondente importo dell'anno 2010 ed è, comunque,

16 Ai fini del rispetto del nuovo equilibrio finale di competenza, non sono computate le spese per il rimborso delle quote capitale mutui, gli stanziamenti del fondo crediti di dubbia esigibilità e dei fondi spese e rischi futuri (le cui economie confluiscono nel risultato di amministrazione), ai quali occorre comunque dare copertura finanziaria (articolo 162 comma 6 del TUEL).

34 automaticamente ridotto in misura proporzionale alla riduzione del personale in servizio. A decorrere dal 1º gennaio 2015 , le risorse destinate annualmente al trattamento economico accessorio sono decurtate di un importo pari alle riduzioni operate per effetto del precedente periodo;

Art. 9, comma 28, Tetto alla spesa sostenuta per forme flessibili di lavoro (tempi A regime D.L. 78/2010 determinati, co.co.co., comandi, tirocini formativi, ecc.), in misura pari al (L. n. 122/2010) 50% della spesa sostenuta per le stesse finalità nell’anno 2009. A decorrere dal 2013 gli enti locali possono superare il predetto limite per le assunzioni strettamente necessarie a garantire l'esercizio delle funzioni di polizia locale, di istruzione pubblica e del settore sociale nonché per le spese sostenute per lo svolgimento di attività sociali mediante forme di lavoro accessorio.

Gli enti locali in regola con l’obbligo di riduzione delle spese di personale di cui ai commi 557 e 562 dell’art. 1 della L. 296/2006 possono assumere con forme flessibili di lavoro nel limite del 100% della spesa sostenuta per le medesime finalità nell’anno 2009.

Art. 1, comma “Dopo il comma 31-quater dell'articolo 14 del decreto-legge 31 maggio 450, 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. L. 190/2014 122, è inserito il seguente: (legge di stabilità «31-quinquies. Nell'ambito dei processi associativi di cui ai commi 28 e 2015) seguenti, le spese di personale e le facoltà assunzionali sono considerate in maniera cumulata fra gli enti coinvolti, garantendo forme di compensazione fra gli stessi, fermi restando i vincoli previsti dalle vigenti disposizioni e l'invarianza della spesa complessivamente considerata»;

I processi associativi previsti da tale normativa, sono quelli legati alle funzioni fondamentali dei comuni di minori dimensioni (5.000 abitanti o 3.000 se montani), da associare obbligatoriamente, espletate tramite convenzioni o unioni.

Art. 32 c. 5 del L’ art. 32 c. 5, ultimo periodo, del TUEL prevede che, i comuni aderenti A regime D.Lgs. 267/2000 possono cedere, anche parzialmente, le proprie capacità assunzionali all'Unione di comuni di cui fanno parte.

Superamento del precariato Art. 4 comma 6 L’art. 4 c. 6 del D.L. 101/2013 convertito con modificazioni dalla legge 2016/2018 D.L. 101/2013 125/2013 prevede la possibilità di procedere, fino al 31.12.2016 (termine prorogato al 31.12.2018 dal comma 426 art. 1 L. 190/2014), nel rispetto del limite previsto dalla legge (massimo del 50% del budget assunzionale) al fine di favorire una maggiore e più ampia valorizzazione della professionalità acquisita dal personale con contratto di lavoro a tempo determinato e, al contempo, ridurre il numero dei contratti a termine, all’attivazione di procedure concorsuali, per titoli ed esami, per assunzioni a tempo indeterminato di personale non dirigenziale riservate esclusivamente a coloro che sono in possesso dei requisiti di cui all'articolo 1, commi 519 e 558, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e all'articolo 3, comma 90, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, nonché a favore di coloro che alla data di pubblicazione della legge di conversione del decreto hanno maturato, negli ultimi cinque anni, almeno tre anni di servizio con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato alle dipendenze dell'amministrazione che emana il bando,

35 con esclusione, in ogni caso, dei servizi prestati presso uffici di diretta collaborazione degli organi politici.

L’art. 20 comma 1 del D.Lgs. 75/2017 prevede che “Le amministrazioni, Art. 20 comma 1 al fine di superare il precariato, ridurre il ricorso ai contratti a termine e D.Lgs. 75/2017 valorizzare la professionalità acquisita dal personale con rapporto di lavoro a tempo determinato, possono, nel triennio 2018-2020, in coerenza con il piano triennale dei fabbisogni di cui all'articolo 6, comma 2, e con l'indicazione della relativa copertura finanziaria, assumere a 2018/2020 tempo indeterminato personale non dirigenziale che possegga tutti i seguenti requisiti: a) risulti in servizio successivamente alla data di entrata in vigore della legge n. 124 del 2015 con contratti a tempo determinato presso l'amministrazione che procede all'assunzione; b) sia stato reclutato a tempo determinato, in relazione alle medesime attività svolte, con procedure concorsuali anche espletate presso amministrazioni pubbliche diverse da quella che procede all'assunzione; c) abbia maturato, al 31 dicembre 2017, alle dipendenze dell'amministrazione che procede all'assunzione almeno tre anni di servizio, anche non continuativi, negli ultimi otto anni.”

Art. 20 comma 2 L’art. 20 comma 2 del D.Lgs. 75/2017 prevede che “Nello stesso triennio D.Lgs. 75/2017 2018-2020, le amministrazioni, possono bandire, in coerenza con il piano triennale dei fabbisogni di cui all'articolo 6, comma 2, e ferma restando la garanzia dell'adeguato accesso dall'esterno, previa indicazione della relativa copertura finanziaria, procedure concorsuali riservate, in misura non superiore al cinquanta per cento dei posti disponibili, al personale non dirigenziale che possegga tutti i seguenti requisiti: a) risulti titolare, successivamente alla data di entrata in vigore della legge n. 124 del 2015, di un contratto di lavoro flessibile presso l'amministrazione che bandisce il concorso; b) abbia maturato, alla data del 31 dicembre 2017, almeno tre anni di contratto, anche non continuativi, negli ultimi otto anni, presso l'amministrazione che bandisce il concorso.

Fondo risorse decentrate Art. 23 D.Lgs. L’art. 23 del d.lgs. 75/2017 prevede: “a decorrere dal 1° gennaio 2017, Art. 23 D.Lgs. 75/2017 l’ammontare complessivo delle risorse destinate annualmente al 75/2017 trattamento accessorio del personale, anche di livello dirigenziale, di ciascuna delle amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, non può superare il corrispondente importo determinato per l’anno 2016.

36 3.1.4 Le società partecipate

Il consolidamento dei conti

Gli enti territoriali devono garantire il rispetto degli equilibri di bilancio, in relazione al Patto di stabilità interno e ai vincoli derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea, tenendo anche conto dei risultati della gestione delle partecipazioni in società controllate. Di particolare rilievo sono le norme sul bilancio consolidato introdotte dal d.lgs. 10 agosto 2014, n. 126, integrativo del d.lgs. 23 giugno 2011, n. 118. Il bilancio consolidato consente di pervenire a un risultato economico unitario del gruppo ente locale, che tenga conto sia del risultato di amministrazione della P.A. sia dei profitti e delle perdite degli organismi partecipati. Il Comune di Verghereto, in quanto ente non sperimentatore, con Delibera di Consiglio Comunale n. 30 del 27.07.2016, si è avvalso della facoltà di rinviare l’adozione e redigere il consolidato entro il 30 settembre 2018, con riferimento all’esercizio 2017. Nelle more della piena attuazione dei principi del consolidamento, gli enti locali devono prevedere la costituzione, a partire dal bilancio di previsione 2015, di un fondo vincolato in caso di perdite reiterate nelle aziende speciali, nelle istituzioni e nelle società partecipate ai sensi dell’ art. 1, commi 551 e 552, della L. n. 147/2013. Il presupposto di applicazione della norma è la presenza, nell’ultimo bilancio disponibile, di un risultato di esercizio o un saldo finanziario negativo, non immediatamente ripianato dall’ente partecipante (art. 1, co. 551,L. n. 147/2013). A regime, l’importo accantonato nel bilancio di previsione sarà equivalente al risultato negativo non immediatamente ripianato, in proporzione alla quota di partecipazione.

L’evoluzione normativa

Con il Decreto Legislativo 175 del 19 agosto 2016 è stato approvato il nuovo Testo Unico in materia di partecipazioni societarie delle Amministrazioni Pubbliche. La possibilità di detenere partecipazioni societarie è limitata, ai sensi dell’art. 4 del suddetto decreto, alla stretta necessità e indispensabilità per il perseguimento dei fini istituzionali (vincolo di scopo) e limitata ai seguenti casi (vincoli di attività): - produzione di servizi di interesse generale, inclusa la realizzazione e la gestione delle reti e degli impianti funzionali ai servizi medesimi; - progettazione e realizzazione di opere pubbliche sulla base di un accordo di programma fra amministrazioni pubbliche; - gestione servizi di interesse generale in partenariato con privato selezionato mediante procedure di evidenza pubblica; - autoproduzione di beni e servizi strumentali agli enti partecipanti o allo svolgimento delle loro funzioni; - servizi di committenza.

L’art. 4 del Testo Unico succitato prevede inoltre specifiche deroghe per le società aventi per oggetto sociale prevalente la gestione di spazi fieristici e l'organizzazione di eventi fieristici, nonché la produzione di energia da fonti rinnovabili. La nuova normativa rafforza gli oneri motivazionali per il mantenimento di partecipazioni in società e specifica le analisi che devono essere esplicitate nell’atto di approvazione della ricognizione: - stretta necessità della società per il perseguimento delle finalità istituzionali dell’ente; - verifica che la società sia riconducibile ad una delle categorie di cui all’art 4, sopra elencate;

37 - ragioni e finalità che giustificano la scelta sotto il profilo della convenienza economica e della sostenibilità finanziaria; - valutazione make or buy (gestione diretta verso gestione esternalizzata); - rispetto dei principi di efficienza efficacia ed economicità; - compatibilità con la disciplina europea ed in particolare con la disciplina in materia di aiuti di stato. All’art. 20 sono stati introdotti inoltre nuovi limiti e condizioni per la costituzione di nuove società e il mantenimento delle partecipazioni societarie. Un ulteriore adempimento riguarda l’adeguamento degli statuti societari alle nuove norme e ciò impone una revisione complessiva degli stessi nonché la revisione dei patti parasociali o delle convenzioni fra i soci per l’esercizio del controllo analogo congiunto. Il succitato decreto infine, prevede, all’art. 19 che gli enti soci definiscano “ con propri provvedimenti, obiettivi specifici, annuali e pluriennali, sul complesso delle spese di funzionamento, ivi comprese quelle per il personale, delle società controllate, anche attraverso il contenimento degli oneri contrattuali e delle assunzioni di personale e tenuto conto di quanto stabilito all'articolo 25, ovvero delle eventuali disposizioni che stabiliscono, a loro carico, divieti o limitazioni alle assunzioni di personale tenendo conto del settore in cui ciascun soggetto opera” Va evidenziato che: • la possibilità di razionalizzare le proprie partecipazioni va oltre la volontà dei singoli enti locali, che dovranno ricercare intese con gli altri enti pubblici soci per avviare processi di fusione e trasformazione; • alcune misure, quali ad esempio le alienazioni, sono condizionate dalle caratteristiche economiche delle società, oltre che dalla appetibilità del mercato; • la diminuzione dei costi di funzionamento, già oggetto di precedenti interventi (esempio riduzione dei compensi agli amministratori), può risultare inefficace se gli spazi di manovra sono già ridotti al minimo. Per quanto concerne infine la revisione dei conti la nuova norma stabilisce all’art. 3 che nelle società a responsabilità limitata è obbligatoria la nomina di un revisore o dell’organo di controllo mentre nelle società per azioni a controllo pubblico la revisione legale dei conti non puo’ essere affidata al collegio sindacale, con una inevitabile ripercussione sui costi di funzionamento delle società. Con il Dlgs 100/2017 sono state apportate modifiche e integrazioni al Dlgs 175/2016 succitato e sono stati ridefiniti i termini per la ricognizione straordinaria, da concludersi entro il 30/9/2017 e per l’adeguamento degli statuti alle disposizioni del TU, da effettuarsi entro il 31/7/2017. Al momento della redazione del presente documento non è ancora stato pubblicato l’atteso decreto sui servizi pubblici locali a rilevanza economica, previsto dalla Legge Delega 124 del 7 agosto 2015, finalizzato al riordino delle disposizioni nazionali e alla creazione di una disciplina organica sulla materia.

Composizione degli organi e limiti ai compensi degli amministratori

La nuova normativa in tema di società partecipate stabilisce che di norma, per le società a controllo pubblico, l’organo amministrativo sia costituito da un amministratore unico. Per specifiche ragioni di adeguatezza amministrativa e tenuto conto della esigenza di contenimento dei relativi costi, è consentito che la società sia amministrata da un consiglio di amministrazione composto da 3 o 5 membri; In tal caso la delibera dell’assemblea deve essere inviata alla corte dei conti e all’ufficio istituito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Nella scelta degli amministratori deve essere garantito il rispetto del principio dell’equilibrio di genere.

38 Gli amministratori devono possedere i requisiti di onorabilità professionalità e autonomia che saranno stabiliti con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Sono fatti salvi i limiti posti dal decreto legislativo 39/2013 in tema di anticorruzione per inconferibilità e incompatibilità degli incarichi. Per le società a controllo pubblico con apposito decreto saranno definiti indicatori quantitativi e qualitativi finalizzati a individuare cinque fasce per la classificazione delle società, per ciascuna delle quali saranno definiti limiti ai compensi degli amministratori, degli organi di controllo ai dirigenti e ai dipendenti. L’art. 11 del TU prevede inoltre il divieto per i dipendenti di amministrazioni pubbliche di essere nominati quali amministratori. Sono stati invece abrogati i limiti stabiliti all’art. 1 commi da 725 a 730, 733,735 della Legge finanziaria 2007 (L 296/2006).

Spesa per il personale delle società partecipate

Il nuovo decreto in materia di società partecipate prevede la normativa in tema di personale per le società partecipate agli articoli 19 e 26. La nuova normativa impegna l’ente a ricercare intese con gli altri enti pubblici soci per la definizione di obiettivi specifici annuali e pluriennali sulle spese per il personale delle società controllate, anche attraverso il contenimento degli oneri contrattuali e delle assunzioni, tenuto conto delle disposizioni che stabiliscono divieti o limitazioni alle assunzioni di personale a loro carico. Le società a controllo pubblico, dal canto loro, dovranno recepire con propri provvedimenti tali obiettivi nella contrattazione di secondo livello e pubblicare sul loro sito sia i provvedimento di recepimento adottati che i contratti. Inoltre, per favorire la mobilità fra il personale degli enti partecipati, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del nuovo decreto, le società a controllo pubblico devono effettuare una ricognizione del personale in servizio, per individuare eventuali eccedenze; l'elenco del personale eccedente, con la puntuale indicazione dei profili posseduti dovrà essere trasmesso alla Regione in cui ha sede la società. Nel caso di reinternalizzazione di servizi o funzioni, le pubbliche amministrazioni titolari di partecipazioni di controllo in società, , prima di poter effettuare nuove assunzioni, , devono riassorbire le unità di personale già dipendenti a tempo indeterminato e transitate alle dipendenze della società interessata dal processo di reinternalizzazione, mediante l'utilizzo delle procedure di mobilità e nel rispetto dei vincoli in materia di finanza pubblica e contenimento delle spese di personale, nei limiti dei posti vacanti nelle dotazioni organiche e nell'ambito delle facoltà assunzionali disponibili.

39 3.2 Situazione socio-economica del territorio

3.2.1 Il contesto territoriale

Il Comune di Verghereto è un esteso territorio di montagna di circa 117 chilometri quadrati posto nell’Appennino Tosco-Romagnolo. La sua altitudine varia dai circa 500 metri sul livello del mare ai ben 1.400 metri del Monte Fumaiolo, la vetta più alta dell'Appennino Cesenate, dalle cui pendici nascono tre importanti fiumi quali Tevere, Savio e Marecchia. La vasta estensione territoriale comunale è, per contro, accompagnata da una bassa densità abitativa: circa 16 abitanti per chilometro quadrato (dato al 31.12.2016). In base allo statuto comunale le frazioni ufficiali sono quattro; ciascuna comprende vari nuclei abitativi:

• Verghereto (il capoluogo) Sant'Alessio, Montione, La Strada, Ronco dell'Asino

• Montecoronaro Ville di Montecoronaro, Piantrebbio

• Balze Falera, Capanna, Colorio, Ceregiacoli, Velle

• Alfero Riofreddo, Mazzi, Corneto, Pereto, Villa di Corneto, Tavolicci, Donicilio, Trappola, Pastorale, Para, Renicci, Castelpriore, Tre Cavoli, Nasseto, Castellane

Il clima è tipico delle località montane dell'Appennino: estati relativamente corte e fresche con temperature sempre gradevoli anche nei periodi più torridi a livello locale e nazionale (generalmente 30-31 °C di massima nei momenti più caldi anche se le temperature possono arrivare in alcune zone ai 37-38 °C), e inverni relativamente lunghi e rigidi accompagnati da numerose nevicate che in molti casi risultano abbondanti. Nel territorio comunale è presente una fitta rete di sentieri da percorrere a piedi, a cavallo o in mountain bike. Nel periodo invernale si può usufruire di un impianto di risalita che serve tre piste da discesa e di un anello di 5 km per gli amanti dello sci da fondo.

40 3.2.2 Struttura della popolazione e dinamiche demografiche

MOVIMENTI ANAGRAFICI DAL 01.01.2016 AL 31.12.2016

41

Popolazione

Al 31 dicembre 2016 la popolazione residente nel territorio del Comune di Verghereto, compresi gli stranieri iscritti in anagrafe, conta 1.881 abitanti. Continua ad aumentare l’incidenza della componente maschile, che al 31.12.2016, rappresenta ora il 50,80 % del totale della popolazione (maschi 956 – femmine 926).

3.2.3 Contesto economico-sociale

Il Comune di Verghereto è situato in territorio di montagna, la sua economia si basa soprattutto sul turismo, oltre che sulla zootecnia, sull’artigianato e sull’industria.

L’economia locale legata all’agricoltura offre una ricca produzione di cereali, frumento, ortaggi e foraggi; è soprattutto praticato l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli.

L’industria è costituita da aziende che operano nei comparti alimentare, estrattivo e lavorazione della pietra, edile, metalmeccanico, dell’abbigliamento e della produzione di laterizi; a queste si affianca una centrale elettrica.

Il terziario si compone di una buona rete commerciale e dell’insieme delle sedi deputate al funzionamento dei normali servizi municipali, postali e bancari.

Rilevante è la dotazione di strutture ricettive che, accanto alla ristorazione, offrono una vastissima possibilità di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico.

La stagione turistica registra un consistente movimento di turisti, in quanto il territorio offre la possibilità di trascorrere piacevoli soggiorni, godendo delle bellezze dell’ambiente naturale e praticando gli sport invernali nella stazione sciistica del Monte Fumaiolo.

42 3.2.4 Sistema infrastrutturale

Anno 2017/18 Anno 2018/19 Anno 2019/20

Asili nido posti n. 0 posti n. 0 posti n. 0 n. 0

Scuole materne posti n. 33 posti n. 33 posti n. 33 n. 2

Scuole elementari posti n. 82 posti n. 82 posti n. 82 n. 3

Scuole medie posti n. 44 posti n. 44 posti n. 44 n. 2

Strutture residenziali per anziani posti n. 17 posti n. 17 posti n. 17

Farmacie Comunali n.° 0 n.° 0 n.° 0

Rete fognaria in Km. 11,61 11,61 11,61 Bianca 3,2 3,2 3,2

Nera 4,61 4,61 4,61

Mista 3,8 3,8 3,8

Si loc Balze e zona Si loc Balze e zona Si loc Balze e zona Esistenza depuratore artigianale Alfero artigianale Alfero artigianale Alfero

Rete acquedotto in Km. 73 73 73

Attuazione servizio idrico integrato si si si

n. 12 n. 12 n. 12 Aree verdi, parchi, giardini hq. 3,78 hq. 3,78 hq. 3,78

Punti luce illuminaz. pubblica n.° 1180 n.° 1180 n.° 1180 Rete gas in Km. 48,76 48,76 48,76

1336 di cui 274 1336 di cui 274 1336 di cui 274 Raccolta rifiuti in tonnellate : differenziati differenziati differenziati

Raccolta differenziata si si si

Esistenza discarica no no no

n. 10di cui 2 API Car non n. 10 di cui 2 API Car non n. 10 di cui 2 API Car non Mezzi operativi operative operative operative Veicoli n. 7 n. 7 n. 7 Centro elaborazione dati no no no

Personal computer n. 14 n. 14 n. 14

43 3.2.5 Tessuto produttivo

La dinamica del sistema imprenditoriale della provincia di Forlì-Cesena continua a scontare gli effetti indotti del protrarsi della crisi economica generale, anche se i tassi di variazione, ancora in prevalenza negativi, riportano flessioni generalmente moderate. Nonostante tali difficoltà, la provincia si conferma un territorio con imprenditorialità altamente diffusa: il rapporto fra abitanti e imprese attive è pari ad un’impresa ogni 10,5 abitanti (10,9 in regione e 11,8 a livello nazionale). Esaminando nel dettaglio la dinamica del sistema imprenditoriale, al 31/12/2016 le localizzazioni registrate sono 51.000, di cui 45.429 attive. Complessivamente le localizzazioni registrate sono risultate in calo dello 0,4% rispetto al 2015 (-0,2% Emilia-Romagna, +0,5% Italia). Le localizzazioni attive seguono la medesima tendenza (-0,6% in provincia, -0,2% in regione e +0,4% in Italia). Il totale delle imprese attive (37.466) complessive ha fatto rilevare una flessione dell’1,1% rispetto al 2015, a fronte del -0,7% regionale e di una situazione stabile a livello nazionale.

44 17

18

17 http://www.romagna.camcom.gov.it/download/informazione_economico_statistica/Rapporto_sulleconomia_2016_e _scenari__Sezione_ForlCesena.pdf?DWN=17005

45

19

18 http://www.romagna.camcom.gov.it/download/informazione_economico_statistica/Rapporto_sulleconomia_2016_e _scenari__Sezione_ForlCesena.pdf?DWN=17005 19 http://www.romagna.camcom.gov.it/download/informazione_economico_statistica/Rapporto_sulleconomia_2016_e _scenari__Sezione_ForlCesena.pdf?DWN=17005

46 3.2.6 Organizzazioni no-profit

Il “settore” Non Profit provinciale riveste un ruolo rilevante nell'economia del territorio. Il suo ruolo è divenuto via via sempre più importante a seguito della crescente sussidiarietà tra Pubblico privato, ove si sono creati spazi nella gestione di attività e nell'erogazione di servizi sociali, che prima erano di competenza statale o che non presentavano una domanda da parte della collettività. Lo sviluppo del Non Profit si muove parallelamente ai cambiamenti della società su cui insiste e alla rimodulazione dei bisogni sociali dei singoli individui. Un inquadramento parziale degli attori del settore Non Profit della provincia di Forlì-Cesena e della loro numerosità può essere ricavato dal registro delle associazioni di promozione sociale (APS) 20 , dal registro delle organizzazioni di volontariato 21 e dall'Albo delle cooperative sociali, elenchi tenuti dalla regione Emilia-Romagna, Servizio coordinamento politiche sociali e socio educative, programmazione e sviluppo del sistema dei servizi. Al 31/12/2016, in provincia di Forlì-Cesena si contano 97 cooperative sociali (6,7% rispetto all’anno precedente), 416 APS (+2,2%) e 319 organizzazioni di volontariato (+1,6%). In totale, il settore Non Profit “registrato” si costituisce di 832 organizzazioni, pari al 10,9% del totale regionale e in aumento dello 0,8% rispetto ai dati del 2015. Forlì-Cesena si conferma un territorio ad elevata intensità di ONP. Nei confronti tra le province dell’Emilia-Romagna, la provincia risulta al primo posto per quanto riguarda la diffusione delle ONP tra i residenti (7 ogni mille) e al quinto posto per la percentuale di volontari sugli abitanti residenti (99 ogni mille, che corrisponde anche alla media regionale) soprattutto nei settori della cultura, sport e ricreazione, dell’assistenza sociale e protezione civile.

3.3 Parametri economici essenziali

I parametri economici essenziali per la formulazione delle previsioni economico- finanziarie del bilancio comunale sono rappresentati da: o il tasso di inflazione programmata (TIP) che costituisce un parametro di riferimento per l’attualizzazione di poste di bilancio e di emolumenti fissati per legge, ad esempio appalti pubblici, affitti, assegni familiari, rette mense scolastiche, ecc.. Risulta, inoltre, alla base degli aggiornamenti delle tariffe idriche e dei rifiuti. o l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) E’ un indicatore che guida la dinamica degli adeguamenti salariali all’aumento del costo della vita, depurato dei prezzi dei beni energetici importati, assunto a seguito della definizione dell’Accordo Quadro sulla Riforma degli Assetti Contrattuali siglato da Governo e Parti Sociali.

Altri indicatori significativi non tanto per l’attualizzazione delle poste di bilancio quanto piuttosto perché consentono di elaborare previsioni sulla possibile dinamica delle entrate (gettito dei tributi correlato alla capacità di assolvere agli obblighi di versamento delle tasse, proventi concessioni edilizie ecc..) e delle spese (domanda di sussidi e di servizi) sono rappresentati dal PIL e dal tasso di disoccupazione/occupazione.

20 Organizzazioni senza scopo di lucro le cui azioni sono prevalentemente rivolte al soddisfacimento dei bisogni condivisi dagli associati. La legge 383/2000 istituisce e riconosce formalmente la figura delle APS, in altre parole quelle che, pur rivolgendo azioni prevalentemente rivolte agli associati, contribuiscono alla crescita morale e culturale della società, configurandosi quale potenziale strumento per la promozione di forme attive di cittadinanza. 21 Organizzazioni liberamente costituite a fini di solidarietà e di impegno civile che operano per prevenire o rimuovere situazioni di emarginazione, disagio, bisogno socio-economico o culturale o comunque a tutela dei diritti primari.

47 Tali indicatori sono stati assunti dal DEF 2017, sez.I Programma di Stabilità dell’Italia Deliberato dal Consiglio dei Ministri l'11 aprile 2017 22 .

22 http://www.dt.tesoro.it/modules/documenti_it/analisi_progammazione/documenti_programmatici/def_2017/Sez.1 _-_Programma_di_Stabilita_2017.pdf

48 4. ANALISTI STRATEGICA DELLE CONDIZIONI INTERNE

4.1 Organizzazione e modalità di gestione dei servizi pubblici locali

Si premette che a partire dal 1° gennaio 2015 per effetto del riordino istituzionale la gestione delle funzioni fondamentali del Comune di Verghereto sono state trasferite all’Unione

t Servizio di trasporto pubblico locale

L’art.19 della L.R. n. 30/1998, così come modificata e integrata dalla L.R. 13/12/2011 n.20 prevedeva, per ciascun ambito territoriale provinciale, la costituzione di un’agenzia locale per la mobilità e il trasporto pubblico locale alla quale la legge regionale affidava i seguenti compiti: − progettazione, organizzazione e promozione dei servizi locali di trasporto integrati tra loro e con la mobilità privata; − gestione della mobilità complessiva, progettazione e organizzazione dei servizi complementari per la mobilità, con particolare riguardo alla sosta, ai parcheggi, all'accesso ai centri urbani, ai relativi sistemi e tecnologie di informazione e controllo; − gestione delle procedure concorsuali per l'affidamento dei servizi; − controllo dell'attuazione dei contratti di servizio; Sono state conferite, conformemente all’art. 19 sopra richiamato, le funzioni di agenzia locale per la mobilità ed il trasporto pubblico locale al Consorzio ATR Agenzia per la mobilità Forlì - Cesena, costituito ai sensi dell’art. 31 del D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267, successivamente trasformato in ATR Srl consortile. La L.R. n.10 del 30/06/2008 “Misure per il riordino territoriale, l'autoriforma dell'amministrazione e la razionalizzazione delle funzioni” , ed in particolare l’art. 25, prevede per le Agenzie lo scorporo delle attività gestionali non strettamente connesse con le funzioni proprie attribuite dalla legge regionale alle Agenzie stesse, con particolare riguardo alla gestione del trasporto pubblico locale, della sosta, dei parcheggi, dell'accesso ai centri urbani. Successivamente la Regione Emilia Romagna, con propria delibera n. 908 del 02.07.2012, ha individuato cinque ambiti ottimali per l’organizzazione del trasporto pubblico su gomma, fra cui l’ambito Romagna, cui confluiranno i bacini di Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna e che procederà con il relativo affidamento. Con delibera di Consiglio Comunale sono stati approvati gli indirizzi per la costituzione di un’unica Agenzia risultante dall’aggregazione delle tre agenzie di TPL dei bacini di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, come previsto dalla normativa regionale, il processo aggregativo è concluso. Dalc1° Marzo 2017 è operativa la nuova AMR srl. Attualmente il Servizio di trasporto pubblico Locale è affidato, mediante gara ad evidenza pubblica, ad A.T.G. S.p.A. consortile, partecipata da START Romagna S.p.a., società interamente pubblica di cui fanno parte tutti i Comuni delle tre provincie di Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna nonché TPER, società controllata dalla Regione Emilia Romagna e dai principali vettori privati locali. La nuova gara per i tre bacini sarà effettuata dalla Agenzia Unica.

Attualmente è in corso una convenzione stipulata dall’ATO (autorità territoriale d’ambito) con Hera S.p.a., società già quotata in borsa alla data del 1 ottobre 2003, che scadrà il 31/12/2023. Con l’art. 2, comma 186-bis della Legge 23/12/2009, n. 191 (introdotto con l’art. 1, comma 1- quinquies del D.L. 25 gennaio 2010 n.2 conv. dalla l. 26 marzo 2010, n.42) è stata disposta:

49 - la soppressione delle autorità d’ambito territoriale di cui all’art. 148 del D.Lgs 152/06 entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge; - la nullità, decorso il predetto termine, di “ogni atto compiuto dalle autorità d’ambito territoriale”; - l’attribuzione ad altri enti delle funzioni già esercitate dalle autorità d’ambito, “nel rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza”, delegando le regioni all’emanazione di apposita legge per la regolazione a livello territoriale; La L.R. n.23 23/12/2011 recante “Norme di organizzazione territoriale delle funzioni relative ai servizi pubblici locali dell’ambiente” con decorrenza 1° gennaio 2012 ha previsto: - l’istituzione dell’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti (ATERSIR), alla quale partecipano obbligatoriamente tutti i Comuni e le Province della regione, per l’esercizio associato delle funzioni pubbliche relative al servizio idrico integrato e al servizio di gestione dei rifiuti urbani; - la soppressione e la messa in liquidazione delle forme di cooperazione di cui all’art.30 della L.R. 30/6/2008, n. 10 (Autorità d’Ambito), disponendo il subentro di ATERSIR in tutti i rapporti giuridici dalle stesse instaurati; - il trasferimento ad ATERSIR delle funzioni già attribuite alle suddette forme di cooperazione;

Pertanto al momento della scadenza della convenzione sarà ATERSIR il soggetto deputato all’affidamento del servizio.

t Raccolta e smaltimento rifiuti

Il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani è disciplinato a livello nazionale dal già citato D.Lgs 152/2006, e a livello regionale dalla L.R. Emilia Romagna n.25 del 6/9/99. A decorrere dall’anno 2012 le funzioni svolte dalle ATO provinciali dell’Emilia Romagna sono confluite in ATERSIR in base alla L.R. n.23 del 23/12/2011. Il servizio è attualmente affidato ad Hera S.p.a. e il soggetto competente per l’affidamento futuro sarà ATERSIR sulla base della normativa sopra richiamata, è già stata deliberata la procedura di gara per l’affidamento del servizio, gara che sarà svolta nel 2017.

t Distribuzione del gas naturale

Il servizio è affidato ad Hera S.p.a nelle more dell’espletamento delle procedure della nuova gara per l’affidamento del servizio di distribuzione gas, curate, in qualità di Stazione appaltante, ai sensi del D.M. 226/2011, dalla società Unica Reti S.p.a., società a totale ed esclusiva partecipazione pubblica locale, con la funzione di società patrimoniale pubblica per l’amministrazione della proprietà degli asset del ciclo idrico integrato (reti ed impianti acqua, fognatura e depurazione) e del gas (reti ed impianti di distribuzione). La procedura di gara è gia definita da Unica Reti con pubblicazione nel 2017.

t Servizi Cimiteriali

Nel territorio del comune si trovano numero 11 cimiteri gestiti in forma diretta .

50 t Impianti Sportivi

Gli impianti sportivi del territorio sono gestiti dalle pro–loco e associazioni sportive presenti nel territorio.

t Illuminazione votiva

L’illuminazione votiva nei 11 cimiteri del territorio comunale è gestita in forma diretta per numero 8 cimiteri mentre i per rimanenti quattro (Alfero, Riofreddo, Verghereto, Donicilio) la gestione è effettuata da Ditte esterne. E’ intendimento di questa amministrazione procedere all’indizione di una gara per l’affidamento totale del servizio relativo alle lampade votive .

t Servizio mensa

Dall’anno scolastico 2016/2017 la gestione del servizio di refezione scolastica del Comune di Verghereto, è stata trasferita all’Unione Valle Savio e viene gestita positivamente tramite ditta esterna.

t Servizi Sociali

La gestione dei servizi sociali è stata conferita all’Unione dei Comuni della Valle del Savio con delibera Consiglio Unione n. 6 del 31.3.2014 a decorrere dal 01.06.2014 secondo quanto riportato nel progetto organizzativo approvato con delibera di Giunta Unione n. 11 del 22.05.2014.

t Manutenzione verde pubblico

Il servizio di manutenzione del verde pubblico viene svolto in forma diretta tramite Unione.

t Illuminazione pubblica

Il Servizio è gestito in amministrazione diretta mediante acquisizione della fornitura dell’energia con convenzione CONSIP. La manutenzione ordinaria è affidata a ditta esterna.

t Gestione calore

Il servizio è stato affidato ad Energie per la Città spa, congiuntamente a quello del Comune di Montiano, al fine di conseguire le necessarie sinergie. L'affidamento del servizio per un biennio, consente l’attuazione di un percorso personalizzato sulle esigenze e peculiarità di ogni ente pubblico, che può implementarsi con attività tecniche e gestionali quali: monitoraggio energetico, raccolta di dati per diagnosi energetiche, implementazione di sistemi per una gestione ottimizzata degli impianti, curriculum vitae delle azioni energeticamente efficienti, analisi e programmazione di nuovi interventi di efficienza energetica, ottimizzazione degli interventi per l’accesso a contributi e incentivi, sviluppo di un sistema di gestione dell’energia.

51

4.2 Indirizzi generali sul ruolo degli enti ed organismi partecipati

Elenco partecipazioni CODICE QUOTA % DI FISCALE PARTECIPAZIONE RAGIONE SOCIALE / DENOMINAZIONE SOCIETÀ DETENUTA PARTECIPATA DIRETTAMENTE 02143780399 AGENZIA MOBILITÀ ROMAGNOLA A.M.R. S.R.L. CONSORTILE 0,062 00358700391 ATR-SOCIETA CONSORTILE A RESPONSABILITA LIMITATA 0,163 00139940407 AZIENDA CASA EMILIA ROMAGNA DELLA PROVINCIA DI FORLI'-CESENA 0,394 03803460405 AZIENDA PUBBLICA DI SERVIZI ALLA PERSONA DEL DISTRETTO CESENA VALLE SAVIO 0,900 04245520376 HERA S.P.A. 0,0000001 02770891204 LEPIDA S.P.A. 0,00015 00337870406 ROMAGNA ACQUE - SOCIETA' DELLE FONTI S.P.A. 0,013757 03836450407 START ROMAGNA S.P.A. 0,01081 00281560409 TERME DI S. AGNESE S.P.A. . 0,17 03249890405 UNICA RETI S.P.A. 0,55947

Il Piano di razionalizzazione del Comune di Verghereto

Nel 2015, a seguito della ricognizione approvata con Delibera di Consiglio n. 9 del 26.03.2015 è stato presentato alla Corte dei Conti il Piano di razionalizzazione operativo di razionalizzazione delle società partecipate e delle partecipazioni societarie (art.1 comma 612 L. 190/2014) con il quale si è disposto il mantenimento delle partecipazioni detenute dal Comune nelle sotto riportate società, sussistendo i presupposti di cui al comma 27, art. 3 della legge 244/2007: • A.T.R. Srl Consortile • HERA Spa; • Lepida S.p.A; • ROMAGNA ACQUE - Società delle fonti S.p.A.; • Start Romagna S.p.A.; • Unica reti S.p.a; • Terme di Sant’Agnese S.p.a

Il nuovo testo unico in materia di società partecipate richiede un forte coordinamento fra i diversi enti, non solo in relazione a linee strategiche di indirizzo, obiettivi e indicatori, ma anche rispetto alla gestione del personale, alla redazione del bilancio consolidato e alla razionalizzazione; il Comune di Verghereto è pertanto impegnato in un processo volto a favorire un migliore coordinamento fra tutti i soci delle società partecipate. Per le società non soggette al controllo le proposte di obiettivi e indicatori saranno discusse con gli altri enti soci.

52 4.2.1 Società ed enti partecipati

Sono società partecipate: - AGENZIA MOBILITÀ ROMAGNOLA A.M.R. S.R.L. CONSORTILE - ATR - SOCIETA CONSORTILE A RESPONSABILITÀ LIMITATA - HERA S.P.A. - LEPIDA S.P.A. - ROMAGNA ACQUE - SOCIETA' DELLE FONTI S.P.A. - START ROMAGNA S.P.A. - TERME DI S. AGNESE S.P.A. . - UNICA RETI S.P.A.

Sono Enti partecipati diversi da società: - AZIENDA CASA EMILIA ROMAGNA DELLA PROVINCIA DI FORLI'-CESENA - AZIENDA PUBBLICA DI SERVIZI ALLA PERSONA DEL DISTRETTO CESENA VALLE SAVIO

AGENZIA MOBILITÀ ROMAGNOLA A.M.R. S.R.L. CONSORTILE

La società ha per oggetto quanto segue: a) progettare, organizzare e promuovere i servizi pubblici di trasporto, integrati tra loro e con la mobilità privata, con particolare riferimento alla mobilità sostenibile; b) esercitare tutte le funzioni amministrative spettanti agli enti soci relativamente al servizio di trasporto pubblico locale ed alle attività allo stesso connesse, ivi compresa la gestione delle procedure concorsuali per l’affidamento dei servizi, la conclusione con l’impresa affidataria dei relativi contratti di servizio, il controllo dell’attuazione dei contratti di servizio, nonché ogni altra funzione assegnata dagli enti locali so- ci, con esclusione delle sole funzioni di programmazione provinciale e comunale, ovvero di indirizzo programmatico e di gestione del trasporto pubblico locale, della sosta, dei parcheggi, dell’accesso ai centri urbani; c) amministrare, in via diretta o indiretta, il proprio patrimonio e i beni conferiti nonché, occorrendo, anche gli impianti e le dotazioni patrimoniali comunque funzionali al servizio di trasporto pubblico locale; d) progettare, ridefinire o modificare, anche in dettaglio, i servizi di TPL offerti in sede di gara e i servizi potenziati.

A.T.R SRL CONSORTILE

La Società ha scopo consortile operando per conto e nell'esclusivo interesse dei soci, con esclusione di ogni fine di lucro, sia diretto che indiretto. La Società esercita la gestione della mobilità complessiva, la progettazione e organizzazione dei servizi complementari per la mobilità, in primis con riferimento ai servizi di gestione della sosta a pagamento. La Società assume la gestione diretta di servizi pubblici locali e di attività in genere afferenti ai servizi pubblici locali da parte dei propri soci, in applicazione della normative di legge vigenti, laddove i medesimi servizi ed attività vengano dagli enti soci affidati alla società. La Società assume inoltre le funzioni di soggetto affidante per servizi pubblici locali, individuati dagli Enti Locali nell'ambito delle rispettive competenze, compresa l'eventuale gestione di dotazioni patrimoniali. In tal senso è titolata a svolgere le attività di Agenzia locale per la Mobilità

53 e il Trasporto Pubblico Locale ai sensi dell'art. 19 della L.R. Emilia Romagna n. 30 del 2 ottobre 1998 e s.m.i. La società è titolata alla detenzione in proprietà o uso delle dotazioni patrimoniali e delle reti afferenti i servizi o le attività di cui al presente articolo. La Società può compiere operazioni industriali, commerciali, finanziarie, mobiliari ed immobiliari, inclusa la prestazione di garanzie, nonché svolgere in genere ogni altra attività complementare o sussidiaria ritenuta utile agli scopi sociali. La Società può inoltre partecipare ad enti e/o società a totale partecipazione pubblica che abbiano fini connessi od accessori con quelli propri delineati nel presente Statuto.

HERA SPA

Per la società quotata in borsa sono previsti i seguenti obiettivi di sviluppo: • Partecipazione alle gare per la distribuzione del gas, con l’obiettivo di confermare la leadership in tutti gli ambiti attualmente presidiati, facendo leva sulla presenza molto compatta nei territori serviti, sulla conoscenza ed esperienza maturata negli anni, sugli elevati livelli di efficienza raggiunti e sulla rilevante capacità di investimento. • Raggiungimento di ulteriore efficienza attraverso economie di scala, sinergie legate alla contiguità territoriale e implementazione delle tecnologie innovative. • Sviluppo delle attività commerciali, con l’obiettivo di incrementare i volumi di rifiuti trattati, anche attraverso maggiore penetrazione nel mercato dei clienti industriali. • Razionalizzazione del parco impianti per adeguarlo all’evoluzione della raccolta differenziata (prevista al 64% al 2018) e agli obiettivi di recupero di materia ed energia, contenimento dei costi per il cittadino con un progressivo incremento della raccolta differenziata e della qualità del servizio erogato. • Prudenza nelle politiche di approvvigionamento di gas naturale e di energia elettrica che fino ad oggi hanno rappresentato un punto di forza rispetto ai principali concorrenti. • Aumento della competitività nel mercato dell’energia elettrica attraverso l’efficientamento dei processi di ottimizzazione della gestione clienti, che consentiranno di ridurne in termini reali il costo unitario di gestione.

LEPIDA S.P.A

Lepida Spa è una società strumentale, a totale partecipazione pubblica, di cui la Regione Emilia Romagna detiene una partecipazione del 98,85 e sulla quale gli Enti soci esercitano il controllo analogo a quello esercitato sui loro servizi attraverso il Comitato Permanente. La caratterizzazione di Lepida S.p.A. come società in-house e strumentale dei propri Enti soci, comporta il rispetto dei vincoli posti sia in riferimento alla composizione del portafoglio clienti, sia in termini di politica dei prezzi applicabili agli stessi per i singoli servizi erogati. A tal fine si precisa che, in riferimento al proprio portafoglio clienti, Lepida S.p.A. ha operato prevalentemente nei confronti dei propri Enti soci e in particolare con il socio di maggioranza al quale va imputato circa il 52% del totale. La restante quota di fatturato è ascrivibile per il 37% a ricavi per servizi erogati in favore degli altri soci, mentre circa un 11% è riferibile ai canoni di utilizzo e/o concessione della rete ad altri operatori. La società è proprietaria della Rete LEPIDA con la quale eroga i servizi di connettività a banda larga a tutti i suoi Enti soci, anche nel rispetto del disposto dell’art. 6 co.1 del D.L 259/2003. Lepida S.p.A. è, infatti, titolare dell’autorizzazione per l’esercizio di reti pubbliche (atto n. DGSCER/I/MAR/14698 del 16/02/2011) rilasciata dal Ministero delle Comunicazioni, ai sensi

54 dell’art. 25 del D.lgs 259/2003 ed è regolarmente iscritta al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) al n. 21421.

ROMAGNA ACQUE - SOCIETÀ DELLE FONTI S.P.A.

Romagna Acque-Società delle Fonti S.p.A. è la Società per azioni, a capitale totalmente pubblico vincolato, proprietaria di tutte le fonti idropotabili per usi civili della Romagna, che la fornitura all’ingrosso della risorsa per le province di Forlì-Cesena, e Rimini per mezzo di un sistema acquedottistico denominato " Acquedotto della Romagna", sinergico con le "Fonti Locali" Tale complesso acquedottistico trae origine dalla derivazione di acque pubbliche presenti nel territorio ed è costituito da opere, infrastrutture, impianti di rilievo intercomprensoriale, interprovinciale e interregionale. Gli impianti sono utilizzati per la raccolta dell’acqua (captazione), il passaggio al successivo trattamento (potabilizzazione o altro processo intermedio) e quindi la consegna, in alcuni casi anche attraverso il transito in serbatoi di accumulo (adduzione), ai gestori del servizio idrico integrato SII (Hera S.p.A. e l’Azienda Autonoma di Stato per i servizi pubblici di San Marino), i quali provvedono alla successiva distribuzione all’utente finale. Attraverso la produzione da suddetti impianti la Società garantisce al gestore del SII la copertura del fabbisogno per usi civili dell’intero territorio romagnolo, oltre ad una quota limitata destinata ad usi industriali.

START ROMAGNA S.P.A.

La società, a prevalente capitale pubblico, gestisce il trasporto pubblico locale, servizio pubblico locale a rilevanza economica, i servizi affidati alla società rientrano fra i compiti istituzionali dell’ente. Si ritiene strategica la partecipazione dell’ente in relazione all’attuale fase transitoria di proroga dell’affidamento del servizio, al fine di garantire la regolare esecuzione dello stesso, seppure attraverso risorse economiche limitate, in attesa dell’espletamento della gara unica per i tre bacini dell’area Romagna Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, a seguito della quale si rivaluterà il mantenimento della partecipazione.

UNICA RETI S.P.A

Unica Reti Spa ha assunto l’attuale configurazione in seguito alla scissione dei rami operativi gestionali dei servizi acqua,fognatura,depurazione,gas e igiene ambientale conferiti in Hera spa,dalla quale riceve un canone di affitto per le reti e gli impianti. Canone fissato dall’autorità di Ambiti ATERSIR , è per sua natura fortemente capitalizzata e rappresenta uno strumento importante per i comuni della provincia di Forlì-Cesena che hanno da tempo consolidato una scelta di gestione associata e unificata dei propri servizi pubblici a rete. Al fine di rientrare nei parametri di legge, la società attualmente con 4 amministratori e n.2 dipendenti, ha in corso la revisione statutaria; in base alle disposizioni dell’art.16 del DL 90/2014, ha ridotto il compenso dei membri del consiglio di amministrazione dl 20% rispetto al 2013 e ha un piano di contenimento dei costi operativi con previsione di una riduzione del 24% al 2017, rispetto al consuntivo 2013.

55 TERME SANT’AGNESE

L’attività svolta dalla società è considerata un fattore di sviluppo sociale ed economico della comunità locale nonché della valle del Savio e del più ampio ambito territoriale di riferimento, nell’ambito del quale rappresenta una peculiare realtà termale tra le due sole realtà termali provinciali, gestendo peraltro il più antico complesso presente sul territorio. L’attività termale è una specifica caratteristica del territorio, alla quale si deve aggiunger anche l’attività sanitaria, che in tempi recenti va a completare i servizi dell’area vasta romagnola. La gestione di dette attività avviene proprio tramite la società, che risulta uno strumento indispensabile e non sostituibile da altre forme, quali la gestione in economia esercitata direttamente da parte degli enti soci ed in particolare da parte del Comune di Bagno di Romagna. La società Terme di S. Agnese rappresenta quindi la forma di gestione di una serie di servizi di interesse pubblico e generale ed altresì una forma di attività strumentale per il perseguimento del fine istituzionale dell’ente locale (con particolare riferimento al Comune di Bagno di Romagna), quale soggetto che si fa carico di promuovere e gestire il complesso infrastrutturale più antico nell’ambito dell’attività termale, che è la risorsa economica più importante di tutto il territorio circostante, rappresentando pertanto anche un elemento di equilibrio sociale per la propria comunità amministrata. Alla luce delle ragioni di cui sopra ed attesa la rilevanza economica e di sviluppo economico- sociale che la società rappresenta per la tenuta del comparto economico locale e per la stessa comunità di riferimento, il Comune di Verghereto ritiene di mantenere la partecipazione nella società. Da rilevare infatti, che la società, oltre ad essere pienamente attiva e gestita secondo criteri di sana gestione, non ha mai gravato sul bilancio del Comune di Bagno di Romagna, così come su quello degli altri soci, avendo invece consentito all’ente pubblico locale, anche di recente, di percepire risorse fondamentali per la gestione delle proprie risorse. Si prende tuttavia atto che alcuni enti hanno deciso di dismettere la partecipazione. In ragione di tale manifestazione di volontà e, al tempo stesso, della necessità di preservare l’integrità della società, gli enti pubblici soci ed in particolare il Comune di Bagno di Romagna concordano di attivare un programma concertato per definire modalità di cessione delle partecipazioni a terzi, al fine di preservare l’integrità stessa del patrimonio sociale, evitando forme di exit che possano comprometterlo quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo il recesso, che causerebbero un danno evidente agli enti soci che invece manterranno la partecipazione nella società affinché prosegua la propria attività.

ACER - AZIENDA CASA EMILIA ROMAGNA Ente pubblico economico Sede Legale Viale G. Matteotti, 44 - 47121 Forlì

OGGETTO SOCIALE: Gestione di patrimoni immobiliari, propri e altrui, ivi compresi gli alloggi di ERP, e la manutenzione, gli interventi di recupero e qualificazione degli immobili, ivi compresa la verifica dell'osservanza delle norme contrattuali e dei regolamenti d'uso degli alloggi e delle parti comuni; l'attività di gestione condominiale; fornitura di servizi tecnici, relativi alla programmazione, progettazione, affidamento e attuazione di interventi edilizi o urbanistici o di programmi complessi; la realizzazione di detti interventi per conto degli enti locali e di altri enti pubblici e privati; gestione di servizi attinenti al soddisfacimento delle esigenze abitative delle famiglie, tra cui le agenzie per la locazione e lo sviluppo di iniziative tese a favorire la mobilità nel settore della locazione attraverso il reperimento di alloggi da concedere in locazione; prestazione di servizi agli assegnatari di alloggi di ERP e di abitazioni in locazione; offerta di servizi integrati

56 per la realizzazione e l'eventuale successiva gestione di interventi di riduzione dei consumi di energia primaria.

AZIENDA PUBBLICA DI SERVIZI ALLA PERSONA DEL DISTRETTO CESENA VALLE SAVIO Ente pubblico Sede Legale Comune di Cesena

OGGETTO SOCIALE: L'azienda organizza ed eroga servizi alla persona in ambito multisettoriale ispirando ed orientando la propria azione alle seguenti finalità: a) fornire assistenza alle persone in condizione di non autosufficienza; b) favorire la vita autonoma e indipendente delle persone disabili e in condizione di insufficienza psico-motoria e/o in stato di disagio socio-economico; c) valorizzare il ruolo della famiglia favorendola e sostenendola nei suoi compiti di cura; d) prevenire e rimuovere lo stato di bisogno e di abbandono in cui versano i minori ed i giovani in condizioni di marginalità sociale; e) favorire e promuovere lo sviluppo educativo, sociale e psico-fisico dei minori e dei giovani, sostenendone i percorsi di istruzione, di orientamento e di inserimento sociale e lavorativo anche attraverso l'erogazione di borse di studio; f) prevenire e contrastare le condizioni sociali e culturali che possono favorire situazioni di disagio socio economico; g) realizzare eventi di natura culturale e ricreativa per favorire la crescita individuale e la socializzazione delle persone.

L'azienda organizza la propria attività nel rispetto dei seguenti principi: − flessibilità, adeguatezza e personalizzazione degli interventi, nel rispetto delle opzioni dei destinatari e delle loro famiglie; − promozione e sostegno del ruolo del volontariato e del privato-sociale; − coordinamento ed integrazione delle proprie attività con gli interventi sanitari, abitativi, educativi, formativi, di avviamento o reinserimento al lavoro.

L'azienda concorre alla definizione della programmazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali territoriali nel rispetto di quanto previsto dalla legge regionale 2 del 2003 e svolge le proprie attività secondo le esigenze della pianificazione locale.

4.3 Risorse finanziarie

4.3.1 Indirizzi generali in materia di tributi e tariffe dei servizi pubblici

In materia di tributi e di tariffe dei servizi pubblici si forniscono i seguenti indirizzi di carattere generale: ° mantenimento delle tariffe dei servizi pubblici ed utilizzo di criteri di equità sociale nella distribuzione del carico tariffario (in ragione delle situazioni reddituali e patrimoniali dei nuclei familiari); ° destinazione delle eventuali risorse disponibili per la riduzione della pressione fiscale;

57 ° sviluppo dell’azione di controllo dell’evasione dei tributi e delle tasse comunali e di recupero di basi imponibili non completamente dichiarate, in particolare per l’IMU, TASI e TARES/TARI; ° sviluppo della collaborazione con l’Agenzia delle Entrate per attuare le azioni di contrasto all’evasione dei tributi erariali acquisendo in tal modo al Comune la quota destinata delle eventuali maggiori somme riscosse dall’Agenzia sulla base di accertamenti fiscali definitivi; ° modalità di gestione TARI che consentano riduzione della tariffa agli utenti, anche in un’ottica di unica gestione con l’Unione dei Comuni Valle del Savio.

A seguito della programmazione assunta dal Consiglio dell’Unione, con propria deliberazione n. 39 del 22 dicembre 2014, è stata sottoscritta apposita Convenzione fra l’Unione Valle Savio ed il Comune di Cesena, per la gestione associata del Servizio Tributi per i Comuni di Montiano e Verghereto. Pertanto, a decorrere dal 1°gennaio 2015 i Comuni di Montiano e Verghereto hanno conferito all'Unione dei Comuni Valle del Savio la gestione delle entrate tributarie e fiscali ai sensi dell’art. art. 14 comma 27 lettera a) del D.L. 78/2010. Tale nuovo assetto ha consentito ai tre Comuni di procedere insieme all’attivazione della procedura di gara ad evidenza pubblica, per l’affidamento del servizio di bollettazione TARI, nell’intento di internalizzare la riscossione del tributo sui rifiuti, nonché il servizio di supporto per la gestione diretta del tributo. L’affidamento dei predetti servizi è finalizzato a implementare banche dati bonificate ed aggiornate, utili per le attività dell’ufficio tributi e per l’attività di contrasto all’evasione, nell’ottica di intraprendere un percorso parallelo anche con gli altri Comuni dell’Unione. L’obiettivo principe è la realizzazione di un sistema unico ed armonizzato, in ambito di fiscalità locale, per i 6 comuni dell’Unione Valle Savio finale, con lo scopo di estendere la gestione associata dell’ufficio tributi, a tutti i 6 enti appartenenti all’Unione Valle Savio. L’intento delle diverse Amministrazioni è la promozione dell’integrazione dell’azione amministrativa fra i Comuni appartenenti allo stesso territorio, da realizzarsi mediante la progressiva unificazione delle funzioni e dei servizi comunali Questa direzione, tesa a garantire una sinergia fra gli uffici, attraverso un confronto diretto fra le professionalità presenti, è finalizzata non solo a razionalizzare le procedure di competenza dei vari uffici, ma anche ad ottimizzare l’incrocio delle banche dati di tutti i tributi comunali, con l’intento di realizzare un maggior controllo del territorio e di agevolare il contribuente negli adempimenti a suo carico, derivanti dalla fiscalità locale. L’intervento ha la duplice finalità di implementare il portale per il cittadino e di valorizzare l’integrazione delle banche dati, volta ad acquisire ed elaborare un maggiore numero di informazioni, utili per tutte le attività di verifica tributaria e di contrasto all’evasione fiscale, anche in termini di attività accertativa in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate. Il progetto di internalizzazione della TARI e la realizzazione della Banca dati Unica degli oggetti imponibili, ha preso avvio al 1° gennaio 2016, riferito ai 3 Comuni in gestione associata, con l’apertura dello sportello TARI, per la gestione ordinaria del prelievo sui rifiuti. Contestualmente si è proceduto ad indire una gara ad evidenza pubblica, attraverso la quale è stato affidato il servizio di postalizzazione della TARI, nonché l’implementazione della predetta Banca Dati Unica. Le attività programmate trovano il loro fondamento negli obiettivi qui di seguito descritti: - realizzazione di una banca dati degli immobili e dei soggetti passivi, costruita in maniera neutra, ossia con caratteristiche tali che possa essere utilizzata dai vari uffici comunali e non solo dall’ufficio tributi; - integrazione fra tutte le banche dati in possesso degli enti comunali, nell’intento di conseguire la perequazione fiscale in conformità al criterio della capacità contributiva

58 sancita dall’art. 53 Cost., tesa ad una maggiore conoscenza del territorio, per controlli più efficaci ed efficienti; - ampliamento della base imponibile dei tributi locali, al fine di contenere la misura delle tariffe dei servizi pubblici, anche attraverso l’utilizzo di criteri di equità sociale per le entrate dove questo sia praticabile;, in modo da ridurre la pressione fiscale; - contrasto dell’evasione dei tributi e delle tasse comunali, finalizzata al di recupero di basi imponibili non completamente dichiarate, o totalmente omesse, in particolare per l’IMU, TASI e TARES/TARI; - affidamento in concessione dell’imposta di pubblicità e pubbliche affissioni con gara unica per gli enti dell’Unione.

In ordine all’attività di contrasto dell’evasione tributaria ha programmato le seguenti azioni: - recupero TARES/TARI: o Comuni di Verghereto: affidamento tramite MEPA per il periodo 2016-2018; - Recupero IMU/TASI/ICI: o Comuni di Verghereto: gestione appalto affidato tramite MEPA per il periodo 2016-2018;

4.3.2 Spesa corrente per l’esercizio delle funzioni fondamentali

Le funzioni fondamentali dei comuni sono state individuate dall’articolo 14, comma 32, del D.L. n. 78/2010, convertito con modificazioni dalla legge n. 122/2010, come modificato dall’articolo 19, comma 1, del D.L. n. 95/2012 (L. n. 135/2012). Si tratta nello specifico delle funzioni di: a) organizzazione generale dell'amministrazione, gestione finanziaria e contabile e controllo; b) organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito comunale, ivi compresi i servizi di trasporto pubblico comunale; c) catasto, ad eccezione delle funzioni mantenute allo Stato dalla normativa vigente; d) la pianificazione urbanistica ed edilizia di ambito comunale nonché la partecipazione alla pianificazione territoriale di livello sovracomunale; e) attività, in ambito comunale, di pianificazione di protezione civile e di coordinamento dei primi soccorsi; f) l'organizzazione e la gestione dei servizi di raccolta, avvio e smaltimento e recupero dei rifiuti urbani e la riscossione dei relativi tributi; g) progettazione e gestione del sistema locale dei servizi sociali ed erogazione delle relative prestazioni ai cittadini; h) edilizia scolastica per la parte non attribuita alla competenza delle province, organizzazione e gestione dei servizi scolastici; i) polizia municipale e polizia amministrativa locale; l) tenuta dei registri di stato civile e di popolazione e compiti in materia di servizi anagrafici nonché in materia di servizi elettorali, nell'esercizio delle funzioni di competenza statale; l-bis) i servizi in materia statistica.

Con Delibera di Consiglio Comunale n. 75 del 19.12.2014 l’esercizio di tali funzioni viene conferito dal Comune di Verghereto all’Unione dei Comuni Valle del Savio.

59 Per quanto concerne l’esercizio 2018 è previsto che la spesa corrente per tali funzioni assorba il 87,93% del totale (euro 1.462.564,00) e le previsioni sulla base del Bilancio 2017/2019 risultano essere le seguenti:

% sul Miss. Progr. Descrizione Importo 2018 totale 1 1 Organi istituzionali € 36.500,00 2,84% 1 2 Segreteria generale € 46.920,00 3,65% Gestione economica, finanziaria, programmazione e 1 3 € 56.369,00 4,38% provveditorato 1 4 Gestione delle entrate tributarie e servizi fiscali € 300,00 0,02% 1 5 Gestione dei beni demaniali e patrimoniali € 7.500,00 0,58% 1 6 Ufficio tecnico € 285,00 0,02% Elezioni e consultazioni popolari - Anagrafe e stato 1 7 € 35.240,00 2,74% civile 1 8 Statistica e sistemi informativi € 13.827,00 1,08% 1 10 Risorse umane € 407.162,00 31,66% 1 11 Altri servizi generali € 315.223,64 24,51% 3 1 Polizia locale e amministrativa € 25.928,75 2,02% 4 ------Istruzione e diritto allo studio € 3.900,00 0,30% 9 3 Rifiuti € 336.900,00 26,20% 12 ------Diritti sociali, politiche sociali e famiglia € - 0,00% tot.€ 1.286.055,39 100,00%

4.3.3 Indirizzi generali in materia di gestione del patrimonio

Le innovazioni normative che hanno interessato gli enti locali nel corso degli anni recenti hanno comportato anche un cambiamento d’ottica nella valutazione del ruolo della gestione patrimoniale. È andata consolidandosi la consapevolezza che il patrimonio rappresenti non soltanto un bene statico da conservare ma anche uno strumento dinamico da utilizzare in maniera ottimale, per il migliore perseguimento delle finalità pubbliche, in quanto gran parte degli immobili sono infatti costituiti da beni potenzialmente produttivi di un reddito o appetibili in ipotesi di dismissione. Da ciò la necessità di rivisitare il concetto di gestione del patrimonio immobiliare, considerando la gestione economica anche come strumento di riequilibrio finanziario e di promozione economica e sociale della collettività di riferimento. Nel corso degli ultimi anni è andata affermandosi la necessità di razionalizzare il patrimonio immobiliare pubblico in funzione degli scopi istituzionali dell’Ente ad esempio dismettendo alloggi, terreni agricoli. Il Comune di Verghereto è proprietario di numerosi immobili alcuni dei quali versano in condizioni di degrado e richiedono interventi di restauro e manutenzione straordinaria con ingenti risorse finanziarie di difficile reperimento da parte dell’Amministrazione Comunale, ma che possono diventare una risorsa ed uno strumento per sviluppare progettualità. In conclusione le linee guida in cui ricondurre le attività si possono sintetizzare come segue: 1. grande attenzione allo stato degli immobili al fine di mantenerne la fruibilità e di conseguenza garantire interventi manutentivi che ne garantiscano l’utilizzo;

60 2. verifica delle condizioni di vendibilità degli immobili che non sono funzionali alle esigenze pubbliche e loro utilizzo per la realizzazione di progetti strategici a favore del territorio; 3. razionalizzare l’utilizzo degli immobili al fine di ridurre i costi delle locazioni passive per un utilizzo ottimale delle risorse.

4.3.4 Il reperimento e l’impiego di risorse straordinarie ed in conto capitale

La crisi economica che ha colpito il paese si avverte in maniera ancora più forte nel settore dell’edilizia, entrato in crisi nel 2007 e ad oggi ancora in fase di stagnazione. Le stime per una ripresa del mercato prevedono tempi lunghi prima di ritornare ai livelli pre-crisi, forse non più ripetibili. Questa situazione ha determinato una forte contrazione delle risorse a disposizione dei comuni per il finanziamento degli investimenti, connesse ai proventi dell’attività edilizia (permessi di costruire) e ai proventi delle alienazioni. Difficile, oggi, vendere beni patrimoniali disponibili e farlo può significare dover accettare valori di mercato attuali sicuramente inferiori rispetto a quelli ante 2007. Al di là di quanto già detto sopra, appare quindi evidente che per il finanziamento degli investimenti sarà necessario e fondamentale attivare canali alternativi quali: • finanziamenti regionali e statali finalizzati; • fondi europei; • investimenti privati (operazioni di Partenariato Pubblico-Privato).

4.3.5 Indebitamento

Per gli anni 2017-2019 l’ammontare dei prestiti contratti per il finanziamento di spese in conto capitale risulta compatibile con il limite della capacità di indebitamento previsto dall’articolo 204 del TUEL. L’ammontare degli oneri finanziari 2018 pari ad euro 164.203,70 è stato determinato tenendo conto dell’andamento previsto dei tassi in vigore e delle nuove assunzioni di mutui previste nel corso dell’anno 2017.

QUOTA QUOTA ANNO 2018 DEBITO RESIDUO INTERESSI TOTALE CAPITALE 2018 2018 Mutui in ammortamento all'01.01.2017 € 2.217.323,26

quote capitali da rimborsare nel 2017 € 58.778,07

mutui da contrarre nel 2017 € 0,00

Rata ammortamento 2018 € 61.720,79 € 102.482,91 € 164.203,70

DEBITO TOTALE AL 31.12.2017 € 2.158.545,19

61 Dal 2018 è previsto il rimborso all’Unione dei Comuni della Valle del Savio degli oneri finanziari sostenuti per l’assunzione dei mutui per investimenti del Comune di Verghereto.

4.4 Equilibri di parte corrente e generali di bilancio ed equilibri di cassa

4.4.1 Equilibri di parte corrente

L’art. 162, comma 6, del TUEL impone che il totale delle entrate correnti (i primi 3 titoli delle entrate, ovvero: tributarie, da trasferimenti correnti ed entrate extratributarie) sia almeno sufficiente a garantire la copertura delle spese correnti (titolo 1) e delle spese di rimborso della quota capitale dei mutui e dei prestiti contratti dall’Ente. Alle entrate correnti è necessario sommare anche l’eventuale fondo pluriennale vincolato di parte corrente stanziato in entrata nonché i contributi in conto interessi che ora vengono contabilizzati al Titolo 4.02.06. L’eventuale saldo positivo di parte corrente è destinato al finanziamento delle spese di investimento. All’equilibrio di parte corrente possono concorrere anche entrate diverse dalle entrate correnti (entrate straordinarie) nei soli casi espressamente previsti da specifiche norme di legge.

62

4.4.2 Equilibrio finale

L’equilibrio finale considera il totale delle entrate e delle spese, al netto delle anticipazioni di tesoreria e dei servizi per conto di terzi. Dal 2016, in attuazione della legge n. 243/2012, così come modificato dalla legge di stabilità 2016 e dalla legge n. 164 del 12/08/2016, l’equilibrio finale è garantito senza la gestione dell’indebitamento (assunzione prestiti e rimborso di prestiti).

TIT. ENTRATE TIT. SPESE I Entrate tributarie I Spese correnti II Entrate da trasferimenti correnti II Spese in c/capitale III Entrate extra-tributarie IV Entrate da alienazioni III Acquisizione attività finanziarie V Riduzione di attività finanziarie EQUILIBRIO LEGGE 164/2016 EQUILIBRIO LEGGE 164/2016 VI Accensione mutui IV Spese per rimborso prestiti TOTALE A PAREGGIO TOTALE A PAREGGIO

4.4.3 Equilibri di cassa

Il Comune di Verghereto già da diversi anni non fa ricorso all’anticipazione di tesoreria; la gestione attiva della liquidità è stata possibile grazie al mantenimento dei residui attivi effettivi e ad una politica di finanziamento delle spese nei limiti delle entrate effettivamente riscosse. Attualmente le disponibilità di cassa si attestano intorno ai 1,2 milioni di euro. Nel periodo 2018-2020 si intende proseguire nel mantenimento degli equilibri di cassa, grazie anche all’introduzione, con il nuovo ordinamento contabile, dell’obbligo di accantonare al Fondo crediti di dubbia e difficile esazione la percentuale delle entrate non riscosse negli ultimi cinque esercizi.

63 4.5 Risorse umane

4.5.1 Struttura organizzativa

La struttura organizzativa dell’ente, approvata con deliberazione di Giunta Municipale n. 134 del 30.12.2014 è stata modificata con atto di Giunta n. 1 del 15.01.2016, ed è composta di un settore: Settore - Amministrativo /Affari Generali .

Macrostruttura del Comune di Verghereto SETTORE - AMMINISTRATIVO /AFFARI GENERALI -

Ufficio 1° - Segreteria -cultura –sport- Turismo- altro

Istruttore amministrativo

Ufficio 2° - Servizi anagrafici demografici, elettorale e statistica

Istruttore direttivo Amministrativo

Ufficio 3° Polizia Municipale

Istruttore direttivo

4.5.2 Dotazione organica

Attualmente il Comune non è dotato direttamente di personale dipendente, ma si avvale del personale comandato dall’Unione. Si richiamano allo scopo i seguenti atti: − Deliberazione di Giunta Municipale n. 130 del 19.12.2014 con la quale il Comune di Verghereto ha approvato il “Protocollo d’intesa nell’ambito dell’Unione di Comuni Valle del Savio” che contiene i criteri per il trasferimento del personale dei Comuni all’Unione a seguito del trasferimento di attività ex art. 31 D.Lgs 165/2001 a partire dall’01.01.2015. – nonché l’approvazione nuova dotazione organica” da cui evincesi che la nuova dotazione organica del Comune di Verghereto (allegato D alla deliberazione di GM n. 130/2014 prevede numero due unità 1 istruttore direttivo amministrativo e 1 istruttore amministrativo contabile ( al 50%); − deliberazione di Giunta Municipale n. 134 del 30.12.2014 con la quale è stato istituito un solo settore denominato Settore Amministrativo /Affari generali, nonchè istituito per tale settore l’area della posizione organizzativa di cui all’art. 8 e ss del CCNL 31.03.1999 per raggiungere gli obiettivi strategici annualmente definiti nel Piano Esecutivo di Gestione; − deliberazione di Consiglio Comunale n. 54 del 30.12.2014 con la quale resta in capo al comune la funzione di Polizia Municipale e di Polizia Amministrativa Locale (art. 14 comma 27 lettera i) del D.L. 78/2010 per la parte non altrimenti già conferita all’Unione; − la deliberazione di GM n. 1 del 15.01.2015 ad oggetto:” deliberazione di GM n. 34/2014 – concernente definizione della macro struttura dell’Ente” che recepisce tale decisione; − la nuova dotazione organica del Comune di Verghereto approvata in ultimo con deliberazione di GM n. 1 del 15/01/2016 prevede numero tre unità 1 istruttore direttivo amministrativo e 1 istruttore amministrativo e un istruttore direttivo di PM.

64 4.6 Coerenza patto di stabilità e vincoli di finanza pubblica

La disciplina del patto di stabilità interno, contenuta nell’articolo 31 della legge n. 183/2011, è stata superata la legge di stabilità 2016 e dalla legge n. 164/2016. Con la legge di Stabilità 2016 il meccanismo dei saldi obiettivo viene superato e sostituito dall’obbligo del rispetto dell’equilibrio fra entrate e spese finali riportate nel bilancio, con l’aggiunta del Fondo Pluriennale Vincolato di Entrate e Spese

SALDO FINALE DI COMPETENZA POTENZIATA

FPV ENTRATE ENTRATE (senza quote SPESE

CORRENTI finanziate dal CORRENTI debito) + + - - + ≥ 0 FPV SPESE ENTRATE (senza quote SPESE

C/CAPITALE finanziate dal C/CAPITALE debito)

Il Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, non essendo considerato nei saldi validi ai fini dell’obbligo di cui sopra, assume quindi importanza anche per garantire il rispetto del patto nelle nuove modalità. Con l’entrata in vigore del nuovo ordinamento, infatti, il Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE) ha assunto valori ben più consistenti rispetto alla precedente disciplina e anche gli accantonamenti di bilancio a fine esercizio, non essendo impegnati, generano un avanzo. Per garantire il prioritario rispetto del patto si dovrà quindi provvedere: a) al mantenimento dell’equilibrio di parte corrente, il quale prevede il finanziamento della spesa per rimborso di prestiti mediante entrate correnti; b) a creare un avanzo economico destinando entrate correnti a spese di investimenti; c) ad attivare gli investimenti nella misura consentita per garantire il rispetto del saldo tra entrate e spese finali; d) a realizzare operazioni di alienazione dei beni patrimoniali.

5. LE MODALITÀ DI RENDICONTAZIONE

Gli strumenti di monitoraggio e controllo permettono di comprendere se, attraverso la Pianificazione strategica, vengono rispettati gli impegni previsti nel programma di mandato. Gli obiettivi strategici dell’Ente sono dettagliati e sviluppati negli obiettivi operativi e, in applicazione del principio di coerenza tra i documenti di programmazione, collegati agli obiettivi gestionali di PEG. L'Amministrazione procederà a rendicontare il proprio operato nel corso del mandato in maniera sistematica e trasparente per informare sul grado di realizzazione degli obiettivi strategici, sul raggiungimento degli obiettivi operativi e sulle collegate aree di responsabilità politica e gestionale, attraverso i documenti e le attività informative sotto riportate:

65

- la ricognizione dello stato di attuazione dei programmi, approvata dal Consiglio Comunale; - l’approvazione, da parte della Giunta Comunale, della relazione illustrativa al rendiconto; - il report sulla performance di ente, approvato dal nucleo di valutazione, che evidenzia in particolare i risultati conseguiti in relazione agli obiettivi gestionali rilevanti ai fini della valutazione del personale; - la relazione di fine mandato, ai sensi dell’art. 4 del D.Lgs 149/2011. In tale documento è illustrata l’attività svolta durante il mandato, i risultati conseguiti rispetto agli obiettivi programmati, la situazione economico finanziaria dell'ente e degli organismi controllati, gli eventuali rilievi mossi dagli organismi esterni di controllo.

Per tutti i documenti di verifica, unitamente ai bilanci di previsione ed ai rendiconti, è prevista la pubblicazione sul sito internet del Comune, al fine di assicurarne la più ampia diffusione e conoscibilità. A queste modalità di rendicontazione verranno affiancati annualmente, incontri pubblici su temi specifici o generali (assemblee) con i cittadini, unitamente ad incontri nei quartieri, su temi di maggior interesse locale. Inoltre, sul sito del Comune in ottemperanza alle norme sulla trasparenza, saranno pubblicati lo stato di fatto degli obiettivi, dei traguardi e delle azioni svolte dall'Amministrazione.

66

DUP

Documento Unico di Programmazione

Sezione Operativa (SeO)

- parte prima -

Periodo 2018-2020

67 68 1. ENTRATA: FONTI DI FINANZIAMENTO

1.1 Quadro riassuntivo

69 1.2 Valutazione generale sui mezzi finanziari

Il quadro generale della finanza locale ha assunto, negli ultimi anni, un carattere particolare di forte instabilità, in conseguenza delle persistenti modifiche delle fonti di finanziamento decise a livello centrale. Sul fronte della tassazione immobiliare si è registrato, nel 2012 il debutto dell’IMU in luogo dell’ICI, suddivisa in quota comunale e quota statale; nel 2013 il riparto del gettito tra comuni e Stato si è modificato attraverso la devoluzione pressoché integrale del gettito IMU a favore dei comuni, fatta eccezione per gli immobili del gruppo “D”, accompagnata dalla introduzione del Fondo di Solidarietà Comunale quale strumento di compensazione delle sperequazioni a livello territoriale volto a superare il sistema dei trasferimenti erariali. Sempre nel 2013 si è assistito al graduale superamento dell’imposizione sulla prima casa e su altre fattispecie imponibili (fabbricati merce, fabbricati rurali strumentali, ecc.), il cui mancato gettito è stato sostituito dai trasferimenti compensativi statali. Sul fronte della tassazione sui rifiuti e sui servizi, sempre il 2013 ha visto – in attuazione del DL n. 2012/2011 -l’entrata in vigore della nuova TARES, composta dalla quota di prelievo sui rifiuti (sostitutiva della TARSU/TIA) e dalla quota sui servizi indivisibili dei comuni (pari a €. 0,30/mq), incassata direttamente dallo Stato. Arriviamo così al 2014, quando la legge n. 147/2013 ha introdotto la IUC, che include l’IMU, la TASI e la TARI. La Tasi, in particolare, sostituisce l’IMU sulla prima casa ed il tributo sui servizi indivisibili. La legge di stabilità 2016 ha previsto una nuova riforma della tassazione locale, all’insegna della semplificazione e riduzione delle tasse attraverso l’eliminazione della TASI sull’abitazione principale e la riduzione dell’IMU per alcune casistiche (es. comodati ai parenti, canoni locazione concordati, terreni agricoli, ecc…) con attribuzione ai comuni di risorse compensative di pari importo.

Questa ricostruzione è sufficiente a tratteggiare uno scenario in evoluzione che rende la Programmazione complessa per definire correttamente le risorse disponibili per il finanziamento delle spese sia correnti sia di investimento. Oltre a ciò, permane un’ulteriore difficoltà determinata: ° dal trascinamento degli effetti della crisi economica che, da un lato, fa aumentare la domanda di servizi, in particolare per quanto riguarda gli aiuti agli indigenti e l’emergenza abitativa, dall’altro ha privato i comuni degli oneri di urbanizzazione, che per anni hanno costituito, per lo meno nella realtà emiliano-romagnola, la fonte privilegiata di finanziamento degli investimenti e spesso anche delle spese correnti; ° dal taglio delle risorse garantite dallo Stato attraverso i trasferimenti o i fondi fiscalizzati (Fondo sperimentale di riequilibrio prima e Fondo di solidarietà comunale poi), non solo legati al processo di razionalizzazione della spesa pubblica (la cosiddetta spending review). Ai tagli già previsti dai DD.LL. 95/2012 e 66/2014, la legge di stabilità 2015 ha previsto un nuovo taglio di oltre 1,2 miliardi sul Fondo di solidarietà comunale che, dal 2015, non viene più alimentato da risorse statali bensì sono i comuni a cedere una quota di propria IMU allo Stato. Nei fatti quindi, ancora prima del completamento del processo di revisione della spesa attraverso i costi e fabbisogni standard, tutta la perequazione fiscale dei comuni viene finanziata dai comuni stessi attraverso il fondo di solidarietà comunale, che preleva una quota di gettito IMU perché venga ridistribuito in funzione anche della capacità fiscale; ° dalle riduzioni del gettito IMU derivanti da modifiche di legge che non vengono adeguatamente compensate dai trasferimenti compensativi, poiché si basano su stime mai supportate dagli effettivi incassi ° dalla riduzione del contributo compensativo IMU/TASI attribuito per il 2014, inizialmente non rifinanziato con la legge di stabilità 2015, è stato reintrodotto dal DL 78/2015. Dai 625 milioni

70 del 2014 si è scesi a 530 milioni nel 2015, mentre nel 2016 il contributo previsto nella Legge di stabilità è di 390 milioni e nel 2017 è di 300 milioni.

In prospettiva quindi, complici anche i vincoli di finanza pubblica, i comuni dovranno fare i conti con una certa e consistente riduzione di risorse a disposizione.

A fronte del taglio dei trasferimenti e della “naturale” espansione della spesa corrente connessa ai servizi a favore della collettività il mantenimento di un adeguato livello di risorse in entrata è legato alla capacità dell’ente di acquisire maggiori entrate proprie (ad esempio con attività di recupero evasione fiscale).

1.3 Analisi delle risorse

1.3.1 Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa (titolo 1.00)

Programmazione pluriennale Trend storico Bilancio di previsione finanziario Esercizio Esercizio Esercizio 1° Anno 2° Anno 3° Anno 2015 2016 ENTRATA 2017 (acc. (acc. (assestato) 2018 2019 2020 Comp.) Comp.)

1 2 3 4 5 6

101 Imposte tasse e 1.174.891,22 1.166.915,12 1.216.746,66 1.214.211,00 1.214.211,00 1.214.211,00 proventi assimilati

301 Fondi perequativi da 227.539,88 214.854,97 248.353,00 248.353,00 248.353,00 248.353,00 Amministrazioni Centrali

TOT 1.402.431,10 1.381.770,09 1.465.099,66 1.462.564,00 1.462.564,00 1.462.564,00

Imposta unica comunale

Imposta unica comunale La disciplina sulla tassazione degli immobili è stata rivista interamente dalla Legge di Stabilità 2014 che ha istituito l’imposta unica comunale (IUC). Tale imposta comprende: i) l’imposta municipale propria (IMU), di natura patrimoniale, dovuta dal possessore dell’immobile con esclusione delle abitazioni principali; ii) una componente riferita ai servizi, articolata in un tributo per i servizi indivisibili (TASI), a carico sia del possessore che dell’utilizzatore dell’immobile e una tassa sui rifiuti TARI) destinata a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, a carico dell’utilizzatore.

La Legge n. 208/2015 (Legge di Stabilità per l’anno 2016) ha introdotto, tra le altre, le seguenti novità:

71 - le abitazioni principali sono escluse dalla TASI purché non appartenenti alle categorie catastali A/1, A/8 e A/9; - i terreni agricoli posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola (già esclusi dalla TASI) sono esenti anche dall’IMU; - gli immobili locati a canone concordato godono della riduzione al 75% delle aliquote IMU e TASI stabilite dal Comune. Il testo della Legge di Stabilità 2016 permette di considerare interessate tre tipologie di contratti di locazione a questo sgravio: a) i contratti agevolati, della durata di 3 anni più 2 di rinnovo; b) i contratti per studenti universitari, di durata da 6 mesi a 3 anni; c) i contratti transitori (di durata da 1 a 18 mesi), se stipulati nei Comuni nei quali il canone deve essere stabilito dalle parti applicando gli Accordi territoriali); - gli immobili concessi a titolo di comodato gratuito ad un parente di primo grado in linea retta non possono più essere assimilati all’abitazione principale. Queste unità immobiliari sono ora soggette ad aliquota ordinaria, salvo godere di una riduzione al 50% della base imponibile se rispettate determinate condizioni (vedi “Specifiche USO GRATUITO”)

Dal 2016, quindi, l’abitazione principale non è più soggetta né a Tasi né ad Imu, salvo quelle di lusso, che continuano ad essere soggette ad Imu e per le quali spetta la detrazione di 200 euro. Le abitazioni di lusso continueranno ad essere assoggettate anche a Tasi, se già prevista nel 2015 23 .

IMU . La Legge di Stabilità 2014 ha sancito l’entrata in vigore a regime dell’IMU e la fine della sua natura sperimentale attraverso l’abrogazione dell’IMU sugli immobili non di lusso (ossia iscritti in catasto in categorie diverse da A/1, A/8, A/9) adibiti ad abitazione principale e le relative pertinenze, nonché sulle unità immobiliari delle cooperative edilizie a proprietà indivisa adibite ad abitazione principale dai soci assegnatari, degli alloggi sociali, ossia agli alloggi realizzati o recuperati da operatori pubblici o privati destinati prevalentemente alla locazione per individui e nuclei familiari svantaggiati, della casa coniugale assegnata all’ex coniuge, dell’unico immobile, posseduto e non locato, dal personale delle Forze armate e altre categorie di soggetti, pur in mancanza dei requisiti richiesti dalla legge per l’abitazione principale. Nel caso di immobili iscritti nelle categorie catastali A/1, A/8, A/9 e utilizzati come abitazione principale, si prevede l’applicazione dell’aliquota ridotta pari a 0,4 per cento (con facoltà per i Comuni di variarla in aumento o in diminuzione di 0,2 punti percentuali) e la detrazione annua pari a 200 euro. Tale detrazione per l’abitazione principale si applica anche agli alloggi assegnati dagli IACP e dagli altri Enti di edilizia residenziale pubblica aventi le stesse finalità degli IACP. Viene riconosciuta ai Comuni la facoltà di assimilare ad abitazione principale: i)gli immobili, non locati, posseduti a titolo di proprietà o di usufrutto, da anziani o disabili ricoverati in istituti di ricovero permanente; ii) gli immobili, non locati, posseduti a titolo di proprietà o di usufrutto, da cittadini italiani residenti all’estero; iii) gli immobili concessi in comodato ai parenti in linea retta entro il primo grado che la utilizzano come abitazione principale. L’ente si è avvalso di tale facoltà limitatamente alla prima ipotesi ed ha previsto un’aliquota ridotta per la terza ipotesi.

Ad agosto 2013, con il D.L. 102/2013, il Governo stabilì che la prima rata dell’IMU, relativamente agli immobili oggetto di sospensione (abitazione principale, IACP, terreni agricoli e fabbricati rurali), non era dovuta per il 2013. Nello stesso provvedimento è stata prevista l’abolizione della seconda rata dell’IMU 2013 e, a regime, l’esenzione dal pagamento dell’IMU per i fabbricati

23 http://formazione.fondazioneifel.it/index.php/materiali-didattici/Materiali-didattici/Tributi-locali/orderby,3/

72 costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita, fintanto che permanga tale destinazione e non siano in ogni caso locati. A novembre 2013, con il D.L. 133/2013, il Governo ha sancito l’abolizione della seconda rata dell’IMU per quasi tutti gli immobili già beneficiati della sospensione della prima rata.

A decorrere dal 2015, sono esentati dall’imposta i terreni agricoli nonché quelli non coltivati, ubicati nei comuni classificati dall’Istat come totalmente montani. Per gli stessi terreni ubicati nei comuni classificati come parzialmente montani, l’esenzione è riconosciuta solo se gli stessi sono posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola.

Tra le principali novità IMU del 2016:

-1. Immobili in comodato- Dal 2016 nel caso in cui si conceda un immobile a titolo di comodato a un parente di primo grado in linea retta (quindi un genitore o un figlio) il comodante gode della riduzione della base imponibile dell'IMU al 50%. Le condizioni per usufruire di questi benefici sono: • L’immobile deve essere adibito ad abitazione principale • L’immobile non deve appartenere a una delle categorie catastali cd di lusso (A/1, A/8, A/9) • Il contratto di comodato deve essere regolarmente registrato • Il comodante: o deve possedere un solo immobile in Italia oltre all’abitazione principale non di lusso sita nel territorio in cui è ubicato l’immobile concesso in comodato; o deve risiedere e avere la sua dimora abituale nello stesso Comune in cui l’immobile è concesso in comodato; o deve presentare la dichiarazione IMU che attesti il possesso dei requisiti

-2. Esenzione IMU sui terreni agricoli- Modificando la normativa prevista per il 2015, dal 2016 per determinare i criteri dell’esenzione IMU per i terreni agricoli bisogna seguire la circolare ministeriale 9/1993 .

-3. Immobili delle cooperative edilizie- La Legge di stabilità 2016 ha compreso nel novero degli immobili esenti da IMU le unità immobiliari di cooperative edilizie a proprietà indivisa, adibite ad abitazione principale dei soci assegnatari, anche se destinate a studenti universitari soci assegnatari. -4. Riduzione IMU per contratti a canone concordato- La legge di stabilità 2016 ha introdotto per gli immobili locati a canone concordato la riduzione al 75% dell’imposta dovuta in base all’aliquota comunale.

73 La valutazione del gettito è stata disposta considerando aliquote invariate e sulla base delle previsioni di bilancio 2017-2019:

2016 2017 2018

•Aliquota 1^ casa (A1, A8, A9) e alloggi assegnati dagli ex IACP se non si 0,50% 0,50% 0,50% tratta di alloggi sociali esenti IMU •Aliquota 1^ casa (no A1, A8 e A9) Esente Esente Esente •Aliquota seconde case ed altri edifici 1,06% 1,06% 1,06% •Aliquota fabbricati “D” stato 0,76% 0,76% 0,76% •Maggiorazione fabbricati “D” Comune 0,30% 0,30% 0,30% •Aliquota fabbricati rurali strumentali Esente Esente Esente •Aliquota abitazioni invendute (beni merce imprese di costruzione) Esente Esente Esente •Aliquota edifici locati 1,06% 1,06% 1,06% •Aliquota aree edificabili 1,06% 1,06% 1,06% •Aliquota terreni agricoli Esente Esente Esente

•Detrazione 1^ casa (*) 200 euro 200 euro 200 euro

(*) dal 2014 spetta ai proprietari di abitazioni di Cat. A/1, A8 e A/9.

con un gettito netto previsto per il 2018-2020 come segue:

descrizione 2018 2019 2020

GETTITO IMU € 595.000,00 € 595.000,00 € 595.000,00 Ravvedimenti e € 40.000,00 € 40.000,00 € 40.000,00 recupero IMU

TARI. La Legge di stabilità 2014 ha introdotto il tributo sulla componente relativa alla gestione dei rifiuti (TARI) in sostituzione della TARES. Il gettito TARI deve assicurare la copertura integrale dei costi d’investimento e di esercizio del servizio a esclusione del trattamento dei rifiuti speciali non assimilati o non assimilabili. La TARI è determinata per tutte le superfici, comprese le aree scoperte, in quanto suscettibili di produrre rifiuti. Ai Comuni è consentito introdurre riduzioni o esenzioni nei casi di unico occupante, locali tenuti a disposizione per utilizzo stagionale, soggetti residenti all’estero, fabbricati rurali a uso abitativo. Il Comune può deliberare, con proprio regolamento, ulteriori riduzioni e esenzioni. In questo caso la copertura deve essere assicurata attraverso il ricorso a risorse derivanti dalla fiscalità generale del Comune stesso, senza limiti percentuali. Con l’introduzione della IUC viene contestualmente soppresso l’art. 14 del D.L. n. 201/2011 che ha introdotto, dal 2013, la disciplina TARES. In attesa di conoscere il PEF relativo al 2018 del servizio rifiuti sono stati mantenuti i valori del bilancio 2017 della SGRUA ed i valori legati al servizio TARI (ordinario e recupero evasione) al

74 fine di determinare l’entrate complessiva da TARI, tale valore sarà poi rideterminato sulla base del PEF deliberato da Atersir.

TASI. La legge di Stabilità 2014 ha introdotto il tributo per i servizi indivisibili (TASI). E’ demandato al regolamento del consiglio comunale l’individuazione dei servizi indivisibili e l’indicazione analitica, per ciascuno di tali servizi, dei relativi costi alla cui copertura la TASI è diretta. Il presupposto impositivo della TASI è il possesso o la detenzione, a qualsiasi titolo, di fabbricati, ivi compresa l'abitazione principale, e di aree edificabili, come definiti ai sensi dell'IMU, a eccezione, in ogni caso, dei terreni agricoli. La base imponibile coincide con quella determinata ai fini IMU e l’aliquota è fissata in misura pari all’1 per mille, ferma restando la facoltà per i Comuni di ridurla fino ad azzerarla. Eventuali modifiche in aumento dell’aliquota sono ammesse purché la somma tra l’aliquota TASI e l’aliquota IMU non sia superiore alla misura massima consentita dalla legge in materia di IMU al 31 dicembre 2013 in relazione alle diverse tipologie di immobile. Tale aliquota massima è pari a 10,6 per mille. L’aliquota massima TASI non può eccedere la misura del 2,5 per mille. Per l’anno 2018 nel Comune di Verghereto non viene applicata la TASI. La legge di stabilità 2016 ha previsto l’abolizione della TASI sull’abitazione principale e relative pertinenze con attribuzione ai comuni di trasferimenti compensativi tramite il Fondo di Solidarietà Comunale.

Addizionale comunale IRPEF

L’addizionale comunale IRPEF è prevista dal D.Lgs. n. 360/1998, in base al quale i comuni possono variare l’aliquota fino ad un massimo dello 0,8 per cento, anche differenziata in funzione dei medesimi scaglioni di reddito IRPEF, nonché introdurre soglie di esenzione per particolari categorie di contribuenti. Le aliquote applicate dal Comune di Verghereto sono: - scaglione unico: 0,80 punti percentuali

In fase di predisposizione del bilancio 2018-2020 sono inserite le seguenti previsioni:

2018 2019 2020

€ 160.000,00 € 160.000,00 € 160.000,00

Il Fondo di solidarietà comunale

La legge di stabilità 2013 (legge n. 228/2012), nell’attribuire ai comuni la maggior parte del gettito IMU – ad eccezione degli immobili del gruppo D - ha sostituito al comma 380 il Fondo sperimentale di riequilibrio con il Fondo di solidarietà comunale, alimentato prevalentemente da una quota parte degli incassi IMU che vengono trattenuti dai comuni per poi essere ripartiti secondo criteri perequativi. Il Fondo di solidarietà comunale mantiene le stesse dinamiche del Fondo sperimentale di riequilibrio (e dei soppressi trasferimenti), nella misura in cui subisce variazioni connesse alle disposizioni di legge che impongono tagli ai comuni.

75

NOTA METODOLOGICA MEF DI RIPARTO DEL FSC

Le modalità di riparto del FSC tengono conto “della definizione di meccanismi perequativi che consentono il passaggio graduale dal criterio della distribuzione delle risorse in base alla spesa storica ad un criterio di distribuzione basato su fabbisogni e capacità fiscali (“risorse standard”). In linea con questa impostazione, negli anni recenti, la Legge ha previsto che una quota crescente del Fondo di Solidarietà Comunale venisse ripartito in base ai fabbisogni standard. Queste recenti evoluzioni normative sono in linea con i principi e criteri direttivi generali il superamento graduale, per tutti i livelli istituzionali, del criterio della spesa storica a favore del fabbisogno standard per il finanziamento delle funzioni fondamentali e della perequazione della capacità fiscale per le altre funzioni.

Il Fondo di Solidarietà Comunale è dunque lo strumento attraverso il quale lo Stato centrale realizza un prelievo delle risorse (standard) di gettito IMU per effettuare una redistribuzione attraverso un meccanismo perequativo. I fabbisogni e capacità fiscali standard costituiscono il criterio alla base di tale meccanismo per una quota pari al 40%, nel 2017, mentre a partire dal 2021 rappresenteranno l’unico criterio di riferimento. Per l’anno 2017, la metodologia di costruzione del fondo non è variata rispetto al 2016, ad esclusione della maggior incidenza nella quota perequativa del peso dei fabbisogni standard.

Il FSC è di fatto articolato in due componenti: la prima relativa al riequilibrio delle risorse che avviene attraverso la trattenuta dall’IMU (22,43% dell’IMU standard) e alla perequazione (ampliata dal 40% al 50%); la seconda costituita dal ristoro dei gettiti perduti per le esenzioni e le agevolazioni decise dalla legge di stabilità, ristori che avvengono ad aliquota effettiva e che non sono coinvolti nel processo di riequilibrio e perequazione. Questo risultato giunge alla fine di un complesso percorso di applicazione della Legge di stabilità 2013, come riformulata da norme successive, fino alla più recente legge di stabilità. In particolare, per effetto delle riduzioni fiscali introdotte dalla legge sull’IMU e sulla Tasi, dell’ampliamento della quota destinata alla perequazione correlata ai fabbisogni standard e alle capacità fiscali, nonché per la forte riduzione della trattenuta dall’IMU, la determinazione delle risorse assegnabili con l’FSC ha reso necessarie due distinte aree di attività: la stima degli effetti delle esenzioni e delle agevolazioni introdotte con riferimento a ciascun Comune e l’applicazione con le opportune modifiche dello schema perequativo, anche tenendo conto degli aggiornamenti nel frattempo definiti sui fabbisogni e sulle capacità fiscali standard. Va sottolineato che la quota di FSC ripartita secondo criteri perequativi è definita al netto delle risorse integrative che affluiscono nello stesso FSC a titolo di ristoro di gettiti aboliti per esenzioni e agevolazioni stabilite dalla legge. Nel 2017 si passa dal 30 al 40% dell’importo attribuito a titolo di FSC”, nel 2018 al 50%.

76 1.3.2 Trasferimenti correnti (titolo 2.00)

Triennio 2018-2020

Programmazione pluriennale Trend storico Bilancio di previsione finanziario

Esercizio Esercizio Esercizio 1° Anno 2° Anno 3° Anno ENTRATA 2015 2016 2017 (acc. Comp.) (acc. Comp.) (assestato) 2018 2019 2020

2 3 3 4 5 6

101 Trasferimenti correnti da amministrazioni 118.565,59 91.157.04 55.558,00 55.558,00 55.558,00 55.558,00 pubbliche

103 Trasferimenti correnti 2.500,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 da imprese

TOT 121.065,59 91.157.04 55.558,00 55.558,00 55.558,00 55.558,00

77 1.3.3 Entrate extratributarie (titolo 3.00)

Programmazione pluriennale Trend storico Bilancio di previsione finanziario

Esercizio Esercizio Esercizio 1° Anno 2° Anno 3° Anno ENTRATA 2015 2016 2017 (acc. Comp.) (acc. Comp.) (assestato) 2018 2019 2020

1 2 3 4 5 6

100 Vendita di beni e servizi e proventi derivanti 52.415,23 63.702,55 25.531,00 25.531,00 25.531,00 25.531,00 dalla gestione dei beni

200 Proventi derivanti dall'attività di controllo e 2.500,00 34.024,48 6.000,00 6.000,00 6.000,00 6.000,00 repressione delle irregolarità e degli illeciti

300 Interessi attivi 156,65 7,00 100,00 100,00 100,00 100,00

400 Altre entrate da redditi 13.322,27 11.903,33 12.000,00 12.000,00 12.000,00 12.000,00 da capitale 500 Rimborsi e altre 22.315,30 38.774,64 80.000,00 80.000,00 80.000,00 80.000,00 entrate correnti

TOT 90.709,45 148.412,00 123.631,00 123.631,00 123.631,00 123.631,00

78 1.3.4 Entrate in conto capitale (titolo 4.00)

Programmazione pluriennale Trend storico Bilancio di previsione finanziario

Esercizio Esercizio Esercizio 1° Anno 2° Anno 3° Anno ENTRATA 2015 2016 2017 (acc. Comp.) (acc. Comp.) (assestato) 2018 2019 2020

1 2 3 4 5 6

100 Tributi in c/capitale 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

200 Contributi agli 69.438,45 10.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00 investimenti 300 Altri trasferimenti in 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 c/capitale 400 Entrate da alienazione di beni materiali e 65.900,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 immateriali 500 Altre entrate in 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 c/capitale

TOT 135.338,45 10.000,00 0,00 0,00 0,00 0,00

1.3.5 Entrate da riduzioni di attività finanziarie (titolo 5.00)

Programmazione pluriennale Trend storico Bilancio di previsione finanziario

Esercizio Esercizio Esercizio 1° Anno 2° Anno 3° Anno 2015 2016 ENTRATA 2017 (acc. (acc. (assestato) 2018 2019 2020 Comp.) Comp.)

1 2 3 4 5 6

100 Alienazione di 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 attività finanziarie 300 Riscossione crediti di 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 medio-lungo termine

TOT 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

79 1.3.6 Accensione di prestiti (titolo 6.00)

Programmazione pluriennale Trend storico Bilancio di previsione finanziario

Esercizio Esercizio Esercizio 1° Anno 2° Anno 3° Anno 2015 ENTRATA 2016 2017 (acc. (acc. Comp.) (assestato) 2018 2019 2020 Comp.)

1 2 3 4 5 6

300 Accensione Mutui e altri finanziamenti a 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 medio lungo termine

1.3.7 Anticipazioni da istituto tesoriere (titolo 7.00)

Programmazione pluriennale Trend storico Bilancio di previsione finanziario

Esercizio Esercizio Esercizio 1° Anno 2° Anno 3° Anno 2015 2016 ENTRATA 2017 (acc. (acc. (assestato) 2018 2019 2020 Comp.) Comp.)

1 2 3 4 5 6

100 Anticipazioni da 0,00 0,00 100.000,00 100.000,00 100.000,00 100.000,00 istituto tesoriere/cassiere

Le giacenze di cassa dell’Ente fanno sì che non si preveda il ricorso ad anticipazioni di tesoreria nel periodo 2018-2020, previste a solo scopo prudenziale.

80 2. INDIRIZZI GENERALI IN MATERIA DI TRIBUTI E TARIFFE DEI SERVIZI (a cura dell’ufficio bilancio)

Nel triennio considerato si perseguiranno i seguenti obiettivi: • invarianza di aliquote e di tariffe dei tributi e delle tasse comunali; • sviluppo dell’azione di controllo dell’evasione dei tributi e delle tasse comunali e di recupero di basi imponibili non completamente dichiarate, in particolare per l’ICI, l’IMU, la TASI e la TARES/TARI con appalto a Ditta esterna tramite l’Unione Valle del Savio; • gestione imposta di pubblicità e affissioni con affidamento esterno tramite gara Unione. Per quanto riguarda le aliquote e le tariffe dei tributi locali, nel 2018-2020 si prevede: a) invarianza delle aliquote IMU , tenendo conto delle modifiche apportate dalla legge di stabilità 2016; b) invarianza dell’addizionale comunale IRPEF con applicazione per scaglioni e una soglia di esenzione per redditi fino a 8.000 euro; c) per la TARI , conferma della piena copertura del costo del servizio, con un riparto degli oneri del Piano Finanziario tra utenze domestiche e non domestiche.

81 3. INDIRIZZI SUL RICORSO ALL’INDEBITAMENTO PER IL FINANZIAMENTO DEGLI INVESTIMENTI

3.1 Debito consolidato e capacità di indebitamento

Nel rinviare alla sezione strategica l’analisi dell’indebitamento del Comune, si riporta di seguito il prospetto inerente la capacità di indebitamento dell’ente per gli anni 2017-2019.

ENTRATE RELATIVE AI PRIMI TRE TITOLI DELLE ENTRATE COMPETENZA COMPETENZA COMPETENZA (rendiconto penultimo anno precedente quello in cui viene ANNO ANNO ANNO prevista l'assunzione dei mutui), ex art. 204, c. 1 del 2017 2018 2019 D.L.gs. N. 267/2000

1) Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa (Titolo I) (+) 1.465.099,66 1.462.564,00 1.462.564,00

2) Trasferimenti correnti (titolo II) (+) 55.558,00 55.558,00 55.558,00

3) Entrate extratributarie (titolo III) (+) 123.631,00 123.631,00 123.631,00

TOTALE ENTRATE PRIMI TRE TITOLI 1.644.288,66 1.641.753,00 1.641.753,00

SPESA ANNUALE PER RATE

MUTUI/OBBLIGAZIONI

Livello massimo di spesa annuale (1): (+) 164.428,87 164.175,30 164.175,30

Ammontare interessi per mutui, prestiti obbligazionari, aperture di credito e garanzie di cui all'articolo 207 del TUEL autorizzati fino al 31/12/ esercizio precedente (2) (-) 105.425,63 102.482,91 99.529,25

Ammontare interessi per mutui, prestiti obbligazionari, aperture di credito e garanzie di cui all'articolo 207 del TUEL autorizzati nell'esercizio in corso (-)

Contributi erariali in c/interessi su mutui (+)

Ammontare interessi riguardanti debiti espressamente esclusi dai limiti di indebitamento (+)

Ammontare disponibile per nuovi interessi 59.003,24 61.692,39 64.646,05

TOTALE DEBITO CONTRATTO

Debito contratto al 31/12/ esercizio precedente (+) 2.217.323,26 2.158.545,19 2.096.824,40

Debito autorizzato nell'esercizio in corso (+)

TOTALE DEBITO DELL'ENTE 2.217.323,26 2.158.545,19 2.096.824,40

82 3.2 Gli indirizzi in materia di indebitamento

È prevista l’assunzione di un mutuo tramite l’Unione dei Comuni della Valle del Savio con il Credito Sportivo per il finanziamento di lavori di realizzazione di spogliatoi a servizio del campo da calcio della frazione Riofreddo, con rimborso, a partire dal 2018, degli oneri finanziari a carico del Comune.

3.3 La compatibilità con gli equilibri finanziari e con i vincoli di pareggio finanziario

EQUILIBRI DI BILANCIO

COMPETENZA COMPETENZA COMPETENZA EQUILIBRIO ECONOMICO-FINANZIARIO ANNO ANNO ANNO 2017 2018 2019

Fondo di cassa all'inizio dell'esercizio 1.299.171,61

A) Fondo pluriennale vincolato di entrata per spese correnti (+) 28.012,00 0,00 0,00

AA) Recupero disavanzo di amministrazione esercizio precedente (-) 0,00 0,00 0,00

B) Entrate Titoli 1.00 - 2.00 - 3.00 (+) 1.644.288,66 1.641.753,00 1.641.753,00 di cui per estinzione anticipata di prestiti 0,00 0,00 0,00

C) Entrate Titolo 4.02.06 - Contributi agli investimenti direttamente destinati al rimborso dei prestiti da amministrazioni pubbliche (+) 0,00 0,00 0,00

D)Spese Titolo 1.00 - Spese correnti (-) 1.603.522,59 1.570.032,21 1.576.693,29 di cui: - fondo pluriennale vincolato 0,00 0,00 0,00 - fondo crediti di dubbia esigibilità 71.711,00 77.011,00 84.210,00

E) Spese Titolo 2.04 - Altri trasferimenti in conto capitale (-) 0,00 0,00 0,00

F) Spese Titolo 4.00 - Quote di capitale amm.to dei mutui e prestiti obbligazionari (-) 58.778,07 61.720,79 55.059,71 di cui per estinzione anticipata di prestiti 0,00 0,00 0,00

di cui Fondo anticipazioni di liquidità (DL 35/2013 e successive modifiche e rifinanziamenti) 0,00 0,00 0,00

G) Somma finale (G=A-AA+B+C-D-E-F) 10.000,00 10.000,00 10.000,00

ALTRE POSTE DIFFERENZIALI, PER ECCEZIONI PREVISTE DA NORME DI LEGGE E DA PRINCIPI CONTABILI, CHE HANNO EFFETTO SULL’EQUILIBRIO EX ARTICOLO 162, COMMA 6, DEL TESTO UNICO DELLE LEGGI SULL’ORDINAMENTO DEGLI ENTI LOCALI

H) Utilizzo risultato di amministrazione presunto per spese correnti (2) (+) 0,00 - - di cui per estinzione anticipata di prestiti 0,00

83 I) Entrate di parte capitale destinate a spese correnti in base a specifiche disposizioni di legge o dei principi contabili (+) 0,00 0,00 0,00 di cui per estinzione anticipata di prestiti 0,00 0,00 0,00

L) Entrate di parte corrente destinate a spese di investimento in base a specifiche disposizioni di legge o dei principi contabili (-) 10.000,00 10.000,00 10.000,00

M) Entrate da accensione di prestiti destinate a estinzione anticipata dei prestiti (+) 0,00 0,00 0,00

(3) EQUILIBRIO DI PARTE CORRENTE

O=G+H+I-L+M 0,00 0,00 0,00

P) Utilizzo risultato di amministrazione presunto per spese di investimento (2) (+) 45.000,00 - -

Q) Fondo pluriennale vincolato di entrata per spese in conto capitale (+) 37.515,96 0,00 0,00

R) Entrate Titoli 4.00-5.00-6.00 (+) 0,00 0,00 0,00

C) Entrate Titolo 4.02.06 - Contributi agli investimenti direttamente destinati al rimborso dei prestiti da amministrazioni pubbliche (-) 0,00 0,00 0,00

I) Entrate di parte capitale destinate a spese correnti in base a specifiche disposizioni di legge o dei principi contabili (-) 0,00 0,00 0,00

S1) Entrate Titolo 5.02 per Riscossione crediti di breve termine (-) 0,00 0,00 0,00

S2) Entrate Titolo 5.03 per Riscossione crediti di medio-lungo termine (-) 0,00 0,00 0,00

T) Entrate Titolo 5.04 relative a Altre entrate per riduzioni di attività finanziaria (-) 0,00 0,00 0,00

L) Entrate di parte corrente destinate a spese di investimento in base a specifiche disposizioni di legge o dei principi contabili (+) 10.000,00 10.000,00 10.000,00

M) Entrate da accensione di prestiti destinate a estinzione anticipata dei prestiti (-) 0,00 0,00 0,00

U) Spese Titolo 2.00 - Spese in conto capitale (-) 92.515,96 10.000,00 10.000,00 di cui fondo pluriennale vincolato di spesa 0,00 0,00 0,00

V) Spese Titolo 3.01 per Acquisizioni di attività finanziarie (-) 0,00 0,00 0,00

E) Spese Titolo 2.04 - Altri trasferimenti in conto capitale (+) 0,00 0,00 0,00

EQUILIBRIO DI PARTE CAPITALE

Z = P+Q+R-C-I-S1-S2-T+L-M-U-V+E 0,00 0,00 0,00

S1) Entrate Titolo 5.02 per Riscossione crediti di breve termine (+) 0,00 0,00 0,00

84 S2) Entrate Titolo 5.03 per Riscossione crediti di medio-lungo termine (+) 0,00 0,00 0,00

T) Entrate Titolo 5.04 relative a Altre entrate per riduzioni di attività finanziaria (+) 0,00 0,00 0,00

X1) Spese Titolo 3.02 per Concessione crediti di breve termine (-) 0,00 0,00 0,00

X2) Spese Titolo 3.03 per Concessione crediti di medio-lungo termine (-) 0,00 0,00 0,00

Y) Spese Titolo 3.04 per Altre spese per acquisizioni di attività finanziarie (-) 0,00 0,00 0,00

EQUILIBRIO FINALE

W = O+Z+S1+S2+T-X1-X2-Y 0,00 0,00 0,00

85 Si riporta, di seguito, la tabella riassuntiva del rispetto degli obiettivi e dei vincoli di finanza pubblica per gli anni 2017-2019 sulla base della normativa vigente:

86 4. DIMOSTRAZIONE DELLA COERENZA DELLE PREVISIONI DI BILANCIO CON GLI STRUMENTI URBANISTICI VIGENTI

4.1 Strumenti urbanistici generali e attuativi vigenti a) Piano strutturale Comunale (PSC ) approvato con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 70346/146 del 19/07/2010. b) Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 64 del 28.11.2014. c) Piano Attività Estrattive (PAE) approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 20 del 30.05.2003.

4.2. Coerenza delle previsioni di bilancio con le previsioni degli strumenti urbanistici vigenti

Le previsioni di bilancio sono coerenti con le previsioni degli strumenti urbanistici vigenti.

87 5. SPESA: RIEPILOGO GENERALE DEGLI OBIETTIVI OPERATIVI PER MISSIONI E PROGRAMMI (a cura dell’ufficio bilancio)

MISSIONE 1 Servizi istituzionali e generali e di gestione

MISSIONE 1 PROGRAMMA 1: Organi istituzionali Tit. Descrizione 2018 2019 2020 I Spese correnti 36.500,00 36.500,00 36.500,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 1 PROGRAMMA 2: Segreteria generale Tit. Descrizione 2018 2019 2020 I Spese correnti 46.920,00 46.920,00 46.920,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 1 PROGRAMMA 3: Gestione economica, finanziaria, programmazione e provveditorato Tit. Descrizione 2018 2019 2020 I Spese correnti 46.369,00 46.369,00 46.369,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale 10.000,00 10.000,00 10.000,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

88 MISSIONE 1 PROGRAMMA 4: Gestione delle entrate tributarie e servizi fiscali Tit. Descrizione 2018 2019 2020 I Spese correnti 300,00 300,00 300,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 1 PROGRAMMA 5: Gestione dei beni demaniali e patrimoniali Tit. Descrizione 2018 2019 2020 I Spese correnti 7.500,00 7.500,00 7.500,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 1 PROGRAMMA 6: Ufficio tecnico Tit. Descrizione 2018 2019 2020 I Spese correnti 285,00 285,00 285,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 1 PROGRAMMA 7: Elezioni e consultazioni popolari - Anagrafe e stato civile Tit. Descrizione 2018 2019 2020 I Spese correnti 35.240,00 35.240,00 35.240,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

89 MISSIONE 1 PROGRAMMA 8: Statistica e sistemi informativi Tit. Descrizione 2018 2019 2020 I Spese correnti 13.827,00 13.827,00 13.827,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 1 PROGRAMMA 10: Risorse umane Tit. Descrizione 2018 2019 2020 I Spese correnti 407.162,00 407.162,00 407.2162,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 1 PROGRAMMA 11: Altri servizi generali Tit. Descrizione 2018 2019 2020 I Spese correnti 315.223,64 336.123,64 336.123,64 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

90

MISSIONE 3 Ordine pubblico e sicurezza

MISSIONE 3 PROGRAMMA 1: Polizia locale e amministrativa Tit. Descrizione 2018 2019 2020 I Spese correnti 25.928,75 6.650,00 6.650,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 4 Istruzione e diritto allo studio

MISSIONE 4 PROGRAMMA 1: Istruzione Prescolastica Tit. Descrizione 2018 2019 2020 I Spese correnti 800,00 800,00 800,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 4 PROGRAMMA 2: Altri ordini di istruzione Tit. Descrizione 2018 2019 2020 I Spese correnti 1.600,00 1.600,00 1.600,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

91 MISSIONE 4 PROGRAMMA 6: Servizi ausiliari all’istruzione Tit. Descrizione 2018 2019 2020 I Spese correnti 1.500,00 1.500,00 1.500,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 6 Politiche giovanili, sport e tempo libero

MISSIONE 6 PROGRAMMA 1: Sport e tempo libero Tit. Descrizione 2018 2019 2020 I Spese correnti 550,00 550,00 550,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale

Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 7 Turismo

MISSIONE 7 PROGRAMMA 1: Sviluppo e la valorizzazione del turismo Tit. Descrizione 2018 2019 2020 I Spese correnti 4.050,00 4.050,00 4.050,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

92

MISSIONE 9 Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente

MISSIONE 9 PROGRAMMA 3: Rifiuti Tit. Descrizione 2018 2019 2020 I Spese correnti 336.900,00 336.900,00 336.900,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 9 PROGRAMMA 4: Servizio idrico integrato Tit. Descrizione 2018 2019 2020 I Spese correnti 0,00 0,00 0,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale

Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 9 PROGRAMMA 5: Aree protette, parchi naturali, protezione naturalistica e forestazione Tit. Descrizione 2018 2019 2020 I Spese correnti 0,00 0,00 0,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale

Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

93

MISSIONE 10 Trasporti e diritto alla mobilità

MISSIONE 10 PROGRAMMA 5:Viabilità e infrastrutture stradali Tit. Descrizione 2018 2019 2020 I Spese correnti 100.000,00 100.000,00 100.000,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 16 Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca

MISSIONE 16 PROGRAMMA 1: Sviluppo del settore agricolo e del sistema agroalimentare Tit. Descrizione 2018 2019 2020 I Spese correnti 2.184,00 2.184,00 2.184,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 20 Fondi e accantonamenti

MISSIONE 20 PROGRAMMA 1: Fondo di riserva Tit. Descrizione 2018 2019 2020 I Spese correnti 5.998,91 6.793,40 6.793,40 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

94 MISSIONE 20 PROGRAMMA 2: Fondo svalutazione crediti Tit. Descrizione 2018 2019 2020 I Spese correnti 77.011,00 84.210,00 84.210,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 20 PROGRAMMA 3: Altri fondi Tit. Descrizione 2018 2019 2020 I Spese correnti 1.200,00 1.200,00 1.200,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 50 Debito pubblico

MISSIONE 50 PROGRAMMA 1: Quota interessi ammortamento mutui e prestiti obbligazionari Tit. Descrizione 2018 2019 2020 I Spese correnti 102.482,91 99.529,25 99.529,25 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere

95 MISSIONE 50 PROGRAMMA 2: Quota capitale ammortamento mutui e prestiti obbligazionari Tit. Descrizione 2018 2019 2020 I Spese correnti di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti 61.720,79 55.059,71 55.059,71 V Anticipazioni tesoriere

MISSIONE 60 Anticipazioni finanziarie

MISSIONE 60 ROGRAMMA 1: Restituzione anticipazione di tesoreria Tit. Descrizione 2018 2019 2020 I Spese correnti 500,00 500,00 500,00 di cui Fondo Pluriennale Vincolato II Spese in conto capitale di cui Fondo Pluriennale Vincolato III Spese per incremento di attività finanziarie IV Spese per rimborso prestiti V Anticipazioni tesoriere 100.000,00 100.000,00 100.000,00

96 6. ORGANISMI GESTIONALI ESTERNI

QUOTA SOCIETÀ DI CAPITALI PARTECIPATE DIRETTAMENTE PARTECIPAZIONE (%)

Agenzia Mobilità Romagnola A.M.R. s.r.l. consortile 0,062

ATR-SOCIETA CONSORTILE A RESPONSABILITA LIMITATA 0,16

HERA S.P.A. 0,00000001

LEPIDA S.P.A. 0,00156

ROMAGNA ACQUE – SOCIETA’ DELLE FONTI S.P.A. 0,013757

START ROMAGNA S.P.A. 0,01081

TERME DI S. AGNESE S.P.A. . 0,17

UNICA RETI S.P.A 0,55947

QUOTA AZIENDE PUBBLICHE ED ENTI PARTECIPAZIONE (%)

AZIENDA CASA EMILIA ROMAGNA DELLA PROVINCIA DI FORLI'-CESENA 0,394

AZIENDA PUBBLICA DI SERVIZI ALLA PERSONA DEL DISTRETTO VALLE DEL SAVIO 0,9

97 6.1 Situazione economico-finanziaria degli organismi partecipati

ATR Società Consortile a r.l. Funzioni attribuite e attività svolte in favore Agenzia locale per la Mobilità e il Trasporto dell’Amministrazione Pubblico Locale ai sensi dell¿art.19 della L.R. n. 30 del 2 ottobre 1998. Tipologia della società 100% pubblica COMUNE DI VERGHERETO 0,16% Enti Locali Comune di Cesena 24,897% Comune di Forlì 34,717% Provincia di Forlì-Cesena 24,914% Comune di 2,130% Comune di 2,057% Comune di 1,117% Comune di Bagno di Romagna 1,006% Comune di 0,924% Comune di Mercato Saraceno 0,913% Comune di 0,842% Comune di 0,831% Comune di 0,826% Comune di Santa Sofia 0,782% Comune di 0,636% Comune di 0,487% Comune di 0,401% Comune di Catrocaro 0,381% Comune di Sarsina 0,339% Comune di 0,333% Comune di 0,322% Comune di 0,305% Comune di 0,217% Comune di Montiano 0,011% Comune di 0,142% Comune di 0,084% Comune di 0,083% Comune di 0,064% Comune di Portico San Benedetto 0,051% Comune di 0,025%

Parametri di riferimento Anno 2016 Anno 2015 Anno 2014 Patrimonio Netto 16.535.834 16.550.778 12.925.737 Capitale Sociale 2.400.819 2.400.819 2.400.819 Risultato d’esercizio 0 0 0 Utile netto incassato dall’Ente ======Risorse finanziarie erogate dall’Ente all’organismo partecipato 2.725.032 2.721.479 2.683.402

HERA S.p.A. Funzioni attribuite e attività svolte in favore Gestione integrata delle risorse idriche; dell’Amministrazione energetiche; gestione dei servizi ambientali. Tipologia della società Società quotata COMUNE DI VERGHERETO 0,000001% Enti Locali Comuni della Romagna 18,11895% Comuni della Prov. di 12,95676% Comuni della Prov. di Modena 8,57323% Comuni della Provincia di Padova 3,11564% Comuni della Provincia di Trieste 4,24669% Comuni della Prov. di Udine 2,97018% Comuni della Prov. di Ferrara 1,96950%

98 Soci Privati Azioni sul mercato 64,8238% Parametri di riferimento Anno 2016 Anno 2015 Anno 2014 Patrimonio Netto 2.260.942.880 2.260.919.117 2.208.386.106 Capitale Sociale 1.489.538.745 1.489.538.745 1.489.538.745 Risultato d’esercizio 144.687.056 171.977.932 134.514.196 Utile netto incassato dall’Ente 1.836.843 2.093.393 2.093.397 Risorse finanziarie erogate dall’Ente all’organismo partecipato 19.365.922 12.856.306 17.956.116

LEPIDA S.p.A. Funzioni attribuite e attività svolte in favore La società è strumento esecutivo e servizio dell’Amministrazione tecnico per l'esercizio delle funzioni e dei compiti regionali e del sistema delle autonomie locali, diretti al perseguimento delle finalità indicate dalla legge regionale n. 11/2004 ed in particolare la società espleta il servizio pubblico d'interesse regionale e locale concernente l'impianto, lo sviluppo, la manutenzione e la gestione delle reti e dei sistemi a banda larga regionale delle Pubbliche Amministrazioni, nonché l'erogazione degli inerenti servizi alle Amministrazioni Pubbliche collegate alle reti stesse. Tipologia della società 100% pubblica COMUNE DI VERGHERETO 0,0015% Enti Locali Enti Locali 0,5861% Enti Pubblici Regione Emilia-Romagna 99,3010% Altri Enti Pubblici 0,0763% Altri Soggetti Lepida spa 0,0351% Parametri di riferimento Anno 2016 Anno 2015 Anno 2014 Patrimonio Netto 67.490.699 62.248.499 62.063.580 Capitale Sociale 65.526.000 60.713.000 60.713.000 Risultato d’esercizio 457.200 184.920 339.909 Utile netto incassato dall’Ente ======Risorse finanziarie erogate dall’Ente all’organismo partecipato == 28.598 71.669

ROMAGNA ACQUE - SOCIETA' DELLE FONTI S.p.A. Funzioni attribuite e attività svolte in favore Gestione degli impianti, delle reti e dei dell’Amministrazione serbatoi costituenti il complesso acquedotti stico denominato "ACQUEDOTTO DELLA ROMAGNA" che trae origine dalla derivazione di acque pubbliche presenti nel territorio, nonché di altre opere, infrastrutture, impianti, afferenti al servizio di captazione, adduzione e distribuzione primaria, quale fornitore all'ingrosso del servizio idrico integrato. Tipologia della società 100% pubblica COMUNE DI VERGHERETIO 0,013757% Enti Locali

99 Provincia di Ravenna 5,192% Provincia di Forlì-Cesena 4,732% Provincia di Rimini 2,574% Comuni della Provincia di Forlì-Cesena 22,024% Comuni della Provincia di Ravenna 28,940% Comuni della Provincia di Rimini 22,531% Enti Pubblici Camera di Commercio Forlì-Cesena 0,275% Consorzio Bonifica Romagna Centrale 0,137% Altri soggetti pubblici UNICA RETI S.p.A. 0,365% Amir S.p.A. 0,994% S.I.S. S.p.A. 0,800% TE.AM. S.p.A. 0,461% Area Asset S.p.A. 1,695%

Parametri di riferimento Anno 2016 Anno 2015 Anno 2014 Patrimonio Netto 409.323.521 408.162.244 408.566.073 Capitale Sociale 375.422.521 375.422.521 375.422.521 Risultato d’esercizio 6.255.682 6.865.320 9.335.705 Utile netto incassato dall’Ente 472.325 674.150 694.318 Risorse finanziarie erogate dall’Ente all’organismo partecipato ======

START ROMAGNA S.p.A. Funzioni attribuite e attività svolte in favore Gestione del trasporto pubblico locale dell’Amministrazione Tipologia della società Mista pubblico/privata COMUNE DI VERGHERETO 0,01081% Enti Locali Ravenna Holding S.p.a. 22,573% Rimini Holding S.p.A. 21,977% Livia Tellus Governance S.p.A. 17,061% PROVINCIA DI RIMINI 2,488% PROVINCIA DI RAVENNA 1,756% PROVINCIA DI FORLI-CESENA 1,692% Comuni della Provincia di Rimini 1,382% Comuni della Provincia di Forlì-Cesena 1,016% Comuni della Provincia di Ravenna 0,671% Altri soci pubblici TPER Spa 13,794% Parametri di riferimento Anno 2016 Anno 2015 Anno 2014 Patrimonio Netto 27.469.921 26.781.337 26.285.876 Capitale Sociale 29.000.000 29.000.000 29.000.000 Risultato d’esercizio 868.586 495.238 128.946 Utile netto incassato dall’Ente ======Risorse finanziarie erogate dall’Ente all’organismo partecipato 454.771 383.590 334.337

TERME SANT’AGNESE S.p.A. Funzioni attribuite e attività svolte in favore Gestione del trasporto pubblico locale dell’Amministrazione Tipologia della società Mista pubblico/privata COMUNE DI VERGHERETO 0,017%

100 UNICA RETI S.p.a. Funzioni attribuite e attività svolte in favore Amministrazione delle reti e impianti del dell’Amministrazione ciclo idrico integrato e della distribuzione del gas naturale. ai sensi dell'art.113 comma 13 del D. Lgs. 267/2000. Attribuzione del ruolo di stazione appaltante per le gare distribuzione del gas naturale per ATEM (Ambito Territoriale Minimo) della Provincia di Forlì-Cesena Tipologia della società 100% pubblica COMUNE DI VERGHERETO 0,55947% Enti Locali Livia Tellus Governance S.p.a. 51,4283% Altri Comuni della Prov. FC 16,2475%

Parametri di riferimento Anno 2016 Anno 2015 Anno 2014 Patrimonio Netto 217.813.462 217.728.025 217.682.308 Capitale Sociale 70.373.150 70.373.150 70.373.150 Risultato d’esercizio 2.526.668 2.245.722 2.446.895 Utile netto incassato dall’Ente 646.485 711.134 711.134 Risorse finanziarie erogate dall’Ente all’organismo partecipato == == 75.210

AZIENDA PUBBLICA DI SERVIZI ALLA PERSONA DEL DISTRETTO CESENA-VALLESAVIO Funzioni attribuite e attività svolte in favore 1) Gestione in convenzione dei servizi dell’Amministrazione culturali socio didattici educativi: "Istituto A. Corelli"; scuole comunali dell'infanzia "Case Finali", "Ippodromo", "Vigne c.s." e "Fiorita"; nido "Case Finali" e sezione "primavera" nido "San Mauro" 2) Attuazione e coordinamento di progetti e servizi nell'ambito delle politiche sociali, socio-sanitarie e socio-educative secondo le linee programmatiche definite nei Piano Distrettuale per la salute e il Benessere Sociale (PBS) per le aree d'intervento famiglia e minori; giovani; immigrazione. Tipologia Azienda 100% pubblica COMUNE DI VERGHERETO 0,900% Enti Locali Comune di Mercato Saraceno 9,60000% Comune di Bagno di Romagna 3,00000% Comune di Sarsina 1,60000% Comune di Montiano 0,700% Comune di Cesena 84,2000% Parametri di riferimento Anno 2016 Anno 2015 Anno 2014 Patrimonio Netto 13.011.095 13.760.958 14.343.660 Fondo di dotazione 446.188 446.188 446.188 Risultato d’esercizio 7.741 19.634 21.359 Utile netto incassato dall’Ente ======Risorse finanziarie erogate dall’Ente all’organismo partecipato 1.430.736 1.177.061 3.578.811

101 ACER - AZIENDA CASA EMILIA ROMAGNA DELLA PROVINCIA DI FORLI'-CESENA Funzioni attribuite e attività svolte in favore Gestione in convenzione degli immobili dell’Amministrazione E.R.P. (Edilizia Residenziale Pubblica) Tipologia Ente pubblico COMUNE DI VERGHERETO 0,394% Enti Locali Comune di Cesena 19,616% Comune di Forlì 23,905% Provincia di Forlì-Cesena 20,000% Comune di Cesenatico 5,230% Comune di Savignano sul Rubicone 3,602% Comune di Forlimpopoli 2,694% Comune di S.Mauro Pascoli 2,370% Comune di Bertinoro 2,242% Comune di Gambettola 2,161% Comune di Meldola 2,021% Comune di Gatteo 1,838% Comune di Longiano 1,445% Comune di Mercato Saraceno 1,396% Comune di Castrocaro Terme e Terra del Sole 1,303% Comune di Predappio 1,287% Comune di Bagno di Romagna 1,222% Comune di Modigliana 0,924% Comune di Santa Sofia 0,839% Comune di Civitella 0,768% Comune di Sarsina 0,699% Comune di Roncofreddo 0,686% Comune di Sogliano al Rubicone 0,648% Comune di Borghi 0,576% Comune di Galeata 0,510% Comune di Rocca S. Casciano 0,387% Comune di Montiano 0,347% Comune di Dovadola 0,335% Comune di 0,246% Comune di Premilcuore 0,162% Comune di Portico di Romagna 0,153%

Parametri di riferimento Anno 2016 Anno 2015 Anno 2014 Patrimonio Netto 8.624.698 8.747.285 8.724.073 Fondo di dotazione 4.412.295 4.412.295 4.412.295 Risultato d’esercizio 45.171 23.212 30.321 Utile netto incassato dall’Ente ======Risorse finanziarie erogate dall’Ente all’organismo partecipato 2.003.353 1.092.295 1.879.699

102

DUP

Documento Unico di Programmazione

Sezione Operativa (SeO)

- parte seconda -

Periodo 2018-2020

103

104

1. PIANO DELLE ALIENAZIONI E VALORIZZAZIONI DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE

VALORE MINIMO PROGRAMMA DI IN CASO RIF. DESTINAZIONE VALORE IMMOBILE UBICAZIONE CLASSIFICAZIONE VALORIZZAZIONE NOTE DI CATASTALI D’USO STIMATO /ALIENAZIONE OFFERTE AL RIBASSO Catasto fabbricati Da alienare con Ex aula Patrimonio Loc. Pereto Foglio n. 20 , Servizi procedura di evidenza € 12.000 € 10.000 scolastica disponibile Part. 491 sub pubblica 3 Catasto Ex fabbricati Da alienare con Patrimonio ambulatorio Loc. Pereto Foglio n. 20 , servizi procedura di evidenza € 12.000 € 10.000 disponibile medico Part. 491 sub pubblica 4 Catasto Fabbricato fabbricati Da alienare con Patrimonio civile Loc. Trappola Foglio n. 28, abitativa procedura di evidenza € 35.000 € 30.000 disponibile abitazione Part. 196 - pubblica 270 Catasto Fabbricato Da alienare con fabbricati Patrimonio civile Loc. Mazzi abitativa procedura di evidenza € 35.000 € 30.000 Foglio n. 8 , disponibile abitazione pubblica Part. 162 € 94.000 € 80.000

È intendimento dell’Amministrazione comunale procedere anche alla vendita di alcuni frustoli di terreno, tale integrazione avverrà, in sede di aggiornamento, a seguito di individuazione catastale e determinazione di valore.

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