FONDAZIONE IFEL

Rassegna Stampa del 13/05/2014

La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE

IFEL - ANCI

13/05/2014 La Repubblica - Napoli 8 Città metropolitana, la mossa del sindaco

13/05/2014 La Repubblica - Roma 10 Salario accessorio, si paga il governo firma la circolare Marino: "Fatta la mia parte"

13/05/2014 Avvenire - Nazionale 12 La strage infinita nel Canale di Sicilia

13/05/2014 Il Gazzettino - Padova 14 IMPOSTA SUI SERVIZI I Comuni devono stabilire aliquote e detrazioni, e i rincari sono annunciati Ma in vista delle urne si preferisce aspettare

13/05/2014 Il Gazzettino - Treviso 15 Altra ondata di disperati «Ma Treviso è piena»

13/05/2014 Il Tempo - Roma 16 La circolare c'è. Salvo lo stipendio di maggio

13/05/2014 ItaliaOggi 17 L'esenzione dall'Imu costa cara

13/05/2014 QN - La Nazione - Pisa 18 La città sempre più eco con Enel Green Solution

13/05/2014 Il Centro - Teramo 19 Tortoreto si candida per il titolo di città e nel club dei borghi

13/05/2014 Il Tirreno - Prato 20 Dalla montagna che frana al nodo della viabilità

13/05/2014 La Voce di Mantova 23 Anci a confronto sui profughi: a Roma oggi anche il sindaco Nicola Sodano

13/05/2014 Giornale dell'Umbria 24 Reinserimento dei detenuti, oggi la firma dell'accordo

13/05/2014 Security 25 Videosorveglianza nei Comuni ecco gli standard

FINANZA LOCALE 13/05/2014 Corriere della Sera - Nazionale 28 Seconde case, il rischio beffa (con l'anticipo)

13/05/2014 Il Sole 24 Ore 29 Tasi, verso uno slittamento dell'acconto del 16 giugno

13/05/2014 Il Sole 24 Ore 31 Debiti Pa, scontro Tajani-governo

13/05/2014 Il Sole 24 Ore 33 L'inevitabile proroga per l'acconto Tasi

13/05/2014 Il Sole 24 Ore 34 Abs anche per i crediti verso la Pa

13/05/2014 Il Sole 24 Ore 35 Imu 2013, entro giugno domanda di esenzione

13/05/2014 Il Sole 24 Ore 37 Spese elettorali, rendiconti entro 45 giorni

13/05/2014 Il Sole 24 Ore 38 Salva-stipendi per le città

13/05/2014 Il Sole 24 Ore 40 Sotto esame nei Comuni gli esercizi provvisori 2013

13/05/2014 Il Sole 24 Ore 41 Bonus, cartelle scadute a compensazione dubbia

13/05/2014 La Repubblica - Nazionale 43 "Reddito minimo, Renzi prenda esempio da noi"

13/05/2014 La Repubblica - Roma 44 Supertasse sulle imprese fra Tasi, Tari e Imu rincari anche del 300%

13/05/2014 La Repubblica - Roma 46 Caserme, palazzi, magazzini, locali via al piano vendite del Demanio

13/05/2014 Avvenire - Nazionale 48 Debiti Pa, ritardi ancora a 170 giorni. Scontro Tajani-Mef

13/05/2014 Il Tempo - Nazionale 49 Tasi, caos per la scadenza di giugno

13/05/2014 ItaliaOggi 50 Il calcolo della Tari attende l'allineamento dati

13/05/2014 La Padania - Nazionale 51 Debiti PA, Tajani preannuncia procedura d'infrazi one ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE

13/05/2014 Il Sole 24 Ore 53 Case, auto, polizze: ecco la lettera del redditometro

13/05/2014 Il Sole 24 Ore 55 Il coraggio di idee forti per il rilancio dell'Unione

13/05/2014 Il Sole 24 Ore 57 Le dieci priorità per il rilancio delle costruzioni

13/05/2014 Il Sole 24 Ore 58 Dl lavoro, governo mette la fiducia

13/05/2014 Il Sole 24 Ore 59 «Sospesi» i reati economici e fiscali

13/05/2014 Il Sole 24 Ore 61 Per le case popolari vincoli rimossi con imposta fissa

13/05/2014 Il Sole 24 Ore 63 Omessi versamenti, prova dal 770

13/05/2014 La Stampa - Nazionale 65 Parisi: l'Italia non va disarmata

13/05/2014 Il Messaggero - Nazionale 66 Il rapporto choc sugli appalti: irregolare il 68%

13/05/2014 Il Messaggero - Nazionale 68 Unicredit, cadono i crediti deteriorati e i profitti volano

13/05/2014 Il Messaggero - Nazionale 69 Banche, la Bce scende in campo per uniformare gli esami europei

13/05/2014 Il Messaggero - Nazionale 70 Tassa sul fumo, stangata in arrivo

13/05/2014 Il Messaggero - Nazionale 71 I dirigenti statali: no alla licenziabilità

13/05/2014 Il Giornale - Nazionale 72 Il tesoro delle coop è al Tesoro: il maxi affare da 2,7 miliardi

13/05/2014 Il Giornale - Nazionale 74 Lagarde torna alla carica: «La Bce deve agire in fretta»

13/05/2014 Avvenire - Nazionale 75 Bonus, Ncd insiste tetti in base ai figli 13/05/2014 Avvenire - Nazionale 76 Il Fmi aiuta Draghi: «La Bce intervenga»

13/05/2014 Europa 77 Dl lavoro in dirittura d'arrivo. Emendamenti agli 80 euro. Privatizzazioni al via

13/05/2014 Libero - Nazionale 78 Renzi imbavaglia il Senato sugli 80 euro

13/05/2014 Il Tempo - Nazionale 79 Auto blu, il grande flop Ne hanno vendute solo 7

13/05/2014 Il Tempo - Nazionale 81 Padoan si prende la rivincita su Renzi

13/05/2014 ItaliaOggi 82 Voluntary al via, senza sconti

13/05/2014 ItaliaOggi 84 Convocazione da redditometro

13/05/2014 ItaliaOggi 86 Iva ko anche con credito

13/05/2014 ItaliaOggi 87 Transfer pricing con il bollino

13/05/2014 ItaliaOggi 88 Camere di commercio utili

13/05/2014 ItaliaOggi 89 Dirigenti, pronti sanatoria e concorso

13/05/2014 ItaliaOggi 90 La Giannini sfida i sindacati

13/05/2014 MF - Nazionale 91 Ecco perché il taglia-Eni non basta All'Italia serve il Tagliadebito

13/05/2014 MF - Nazionale 93 All'Italia quasi 130 mld di fondi Ue per lo sviluppo

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE

13/05/2014 Corriere della Sera - Roma 95 Sì del governo, salvi gli stipendi roma 13/05/2014 Il Sole 24 Ore 97 Una spinta alla Pedemontana

13/05/2014 Il Sole 24 Ore 98 Crisi per giochi e sigarette: «rosso» per 500 milioni

13/05/2014 La Repubblica - Nazionale 100 "Dovremo combattere un reticolo di lobby il bubbone è antico"

13/05/2014 La Repubblica - Nazionale 102 La grande colletta dei veneziani per l'isola dei tesori VENEZIA

13/05/2014 La Stampa - Nazionale 104 Pisapia: "Mai chiesto che venissero alleggeriti i controlli" MILANO

13/05/2014 Il Messaggero - Nazionale 105 Stipendi, arriva il soccorso del governo roma

13/05/2014 Il Tempo - Roma 106 Restauro Colosseo, Codacons contro Della Valle roma

13/05/2014 Il Tempo - Roma 107 La scelta per gli esuberi «in strada» o part time roma

13/05/2014 ItaliaOggi 108 Expo, Renzi ci mette la faccia MILANO

13/05/2014 ItaliaOggi 110 Rifiuti, il Sistri cambia registro

13/05/2014 ItaliaOggi 111 Alitalia trattativa prosegue roma

IFEL - ANCI

13 articoli 13/05/2014 La Repubblica - Napoli Pag. 5 (diffusione:556325, tiratura:710716) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

La politica Città metropolitana, la mossa del sindaco De Magistris lancia segnali al Pd sulla elezione del primo cittadino metropolitano e invita i colleghi al dialogo al convegno organizzato da "Bing Bang Campania" con il sottosegretario alla Pubblica amministrazione Rughetti ROBERTO FUCCILLO

UNO spettro si aggira nei dintorni di Napoli. Si chiama Città metropolitana. A settembre si dovrebbe varare lo statuto. In termini politici, con l'estate di mezzo, è un battito d'ali, ma a Napoli non si sa neanche quando sarà convocata l'adunata dei consiglieri comunali che devono eleggere la costituente statutaria. Compito che spetta a Luigi de Magistris. Il quale però non ha fornito ancora una data. Era una delle indicazioni attese al convegno organizzato ieri dalla associazione Big Bang. Un tema talmente pressante che Umberto De Gregorio, Luigi Famiglietti e Pasquale Granata, vertici dell'associazione, avevano invitato numerosi sindacie Angelo Rughetti, sottosegretario alla Pubblica amministrazione, già direttore dell'Anci, al dibattito moderato da Ottavio Ragone di "Repubblica". De Magistris ha ribadito che sta colloquiando con tutti, che c'è una cabina di regia che dialoga positivamente con la Provincia, che «finite le elezioni inizieremo il confronto per scrivere insieme le regole». C'è il voto di mezzo, insomma, anche se Milano la sua data per eleggere la costituente metropolitana l'ha fissata, il 6 luglio. La sensazione è che de Magistris non voglia strappi violenti. In platea c'è chi parla chiaro: «È ineludibile la questione della elezione diretta del sindaco metropolitano», attacca il primo cittadino di Afragola Mimmo Tuccillo, dando voce a coloro che non vogliono il sindaco di Napoli per diritto su quello scranno. Venanzio Carpentieri, sindaco di Melito e segretario provinciale del Pd, si dice d'accordoe richiama la strada aperta dalla legge: per inserire nello statuto l'elezione diretta occorre prima frazionare il capoluogo in aree omogenee. Applicata su Napoli, la formula significa riaccorpamento delle Municipalità in quattro o cinque aggregazioni territoriali della città. Ma nessuno ha notizia di un documento di tal fatta che possa essere sottoposto al consiglio comunale a breve. D'altro canto Carpentieri duetta con de Magistris. Entrambi parlano di «bicchiere mezzo pieno» a proposito della riforma. «La città metropolitana può essere primo interlocutore diretto per i fondi europei», dice Carpentieri ricalcando un vecchio cavallo di battaglia di de Magistris. Quest'ultimo è aperturista come non mai: «La riforma riguarda tutti noi, le regole vanno scritte insieme, anche quelle per la elezione diretta. E bisogna assicurare rappresentanza a tutte le forze politiche e a tutti i territori. Anche la nomina di un vicesindaco e la distribuzione di deleghe, possibili per legge, intendo farle in un'ottica di collaborazione». È forse questo il succo del dibattito. La legge impone meccanismi complessi: 1882 consiglieri e sindaci dei 92 Comuni nell'attuale provincia dovranno scegliere fra loro 24 consiglieri; i voti sono però ponderati, i Comuni sono divisi in ben nove fasce d'importanza, in rapporto alla popolazione; l'elezione diretta del sindaco, come rivelato ieri da Daniela Gasperini, segretario della commissione Affari costituzionali alla Camera, avrà comunque bisogno di una legge nazionale in materia. Forse non sono inutili accordi politici a monte, magari dando al Pd quegli incarichi e deleghe che non è stato possibile distribuire a Palazzo San Giacomo. Sempre che la scatola non si riveli vuota.È l'allarme che lancia il presidente della Provincia Antonio Pentangelo: «Qui non possiamo più amministrare, è bene che de Magistrise tuttii sindaci sappiano che quello che si sta consumando in termine di tagli alle risorse per il territorio ha del vergognoso. Auspico che anche loro intervengano sul governo perché la Provincia e la futura Città metropolitana non possono permettersi di subire questi pericolosissimi salassi». Attacca ancora de Magistris Antonio Bassolino: «Continua a persistere una crisi seria tra l'amministrazione e la città», ha sostenuto l'ex sindaco. SINDACO DI NAPOLI LUIGI DE MAGISTRIS Si apre una fase costituente e dentro dobbiamo starci tutti Napoli è il laboratorio ma non c'è conflitto con gli altri Comuni

IFEL - ANCI - Rassegna Stampa 13/05/2014 8 13/05/2014 La Repubblica - Napoli Pag. 5 (diffusione:556325, tiratura:710716) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

SINDACO DI AFRAGOLA DOMENICO TUCCILLO È indispensabile l'elezione diretta del sindaco della Città metropolitana, questa ambiguità nella legge va sciolta PER SAPERNE DI PIÙ www.provincia.napoli.it www.partitodemocratico.it

IFEL - ANCI - Rassegna Stampa 13/05/2014 9 13/05/2014 La Repubblica - Roma Pag. 2 (diffusione:556325, tiratura:710716) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato LA GIORNATA / La protesta Salario accessorio, si paga il governo firma la circolare Marino: "Fatta la mia parte" Emanato il provvedimento: in busta paga da maggio Cgil, Cisl e Uil: "Non basta per revocare lo sciopero" CECILIA GENTILE E SARA GRATTOGGI

ALLA fine la circolare è arrivata. E Marino ha convocato i sindacati per oggi alle 16. Da una parte ci sarà lui, con quel documento tanto agognato, che dà il via libera a inserire i 200 euro del salario accessorio nella busta paga di maggio. Dall'altra i sindacati confederali, appesi all'arrivo di quella circolare per tutta la giornata di ieri, fino a sera, quando la convocazione del sindaco ha confermato che il documento era stato firmato da Mef, Funzione pubblica e Affari regionali. «Io ho fatto la mia parte- dichiara Ignazio Marino al decimo giorno di ininterrotti contatti con il governo - domani (oggi, ndr ) presenterò una delibera da discutere in giunta per mantenere il salario accessorio nel mese di maggio. Questa amministrazione si è fatta carico di una vicenda che si trascinava dal 2008, con Alemanno sindaco. Roma di fatto risolve il problema dell'Italia perché la questione riguarda tanti comuni». Lo dice chiaramente la circolare: i tre ministri firmatari, Padoan, Madia e Lanzetta, sottolineano che ci sono numerose criticità nelle modalità dell'assegnazione e dell'erogazione del salario accessorio, criticità segnalate al governo dall'Anci, conseguenza di una stratificazione della disciplina legislativa di riferimento e di quella contrattuale, mai rinnovata. Per riordinare i criteri di erogazione delle indennità integrative, i tre ministri stabiliscono l'immediata costituzione di un comitato temporaneo con i rappresentati di governo, regioni e comuni che «nei tempi più rapidi possibili» possa fornire indicazioni all'Aran, l'agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni. Nel frattempo, ed è questo il passaggio fondamentale per la vertenza romana, gli organi locali possono procedere all'applicazione «in via temporanea dei contratti integrativi». In altre parole: Roma capitale può erogare il salario accessorio finché non verranno ridefinite le regole del contratto decentrato. «Adesso lavoriamo tutti insieme ad un nuovo contratto - dichiara Marino - il vicesindaco Nieri ha già preparato un progetto di adeguamento». Ma i sindacati ancora non mollano. Vogliono la garanzia che i dipendenti troveranno il salario accessorio non solo a maggio, ma per tutti i mesi in cui durerà la ridefinizione del nuovo contratto. «Revocheremo lo sciopero solo se ci saranno date adeguate assicurazioni sul futuro dei salari dei dipendenti capitolini - avvisa Giancarlo Cosentino, della Cisl - Prima di prendere decisioni, vogliamo visionare attentamente il provvedimento approvato dal governo e capire come il Campidoglio ha intenzione di recepirne le indicazioni». «In costanza di confronto il salario va garantito», ribadisce Roberto Chierchia, ancora Cisl. E Natale di Cola, Cgil: «La circolare è sicuramente una prima schiarita. Ci aspettiamo che adesso l'amministrazione garantisca il regolare pagamento degli stipendi per tutto il tempo necessario allo svolgimento del confronto. Al sindaco chiederemo questo impegno, senza il quale continuerà la mobilitazione». Intanto l'Usb conferma lo sciopero di domani. La protesta non riguarda solo il salario accessorio. Le insegnanti dei nidi e delle materne protesteranno anche contro la riforma dei servizi educativi proposta dal Campidoglio. «In sostanza - spiega Daniela Volpe dell'Usb - si vuole aumentare l'orario e il carico di lavoro delle insegnanti, che dovranno mettersi a disposizione per tre ore alla settimana in più per coprire le eventuali assenze delle colleghe. Non solo: la prima educatrice assente non si sostituirà più. Quindi si ridurrà molto anche il ricorso alle supplenti, che dopo anni di precariato potrebbero non lavorare più». «Il monte ore annuale delle insegnanti delle materne - spiegano le maestre della Vico - passerebbe da 120 a 180 ore, un carico non più sostenibile». © RIPRODUZIONE RISERVATA I NUMERI 24 mila I DIPENDENTI I dipendenti del Comune di Roma che rischiavano di vedersi decurtato lo stipendio sono 24 mila 72 milioni LA SPESA Il Campidoglio spende per pagare il loro salario accessorio circa 72 milioni di euro. Meno di Milano e Torino 200 euro IL SALARIO ACCESSORIO È il valore medio in busta paga del

IFEL - ANCI - Rassegna Stampa 13/05/2014 10 13/05/2014 La Repubblica - Roma Pag. 2 (diffusione:556325, tiratura:710716) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

salario accessorio per i dipendenti del Campidoglio 2008 L'ANNO Le irregolarità nelle modalità di assegnazione e erogazione del salario accessorio si trascinavano dal 2008 PER SAPERNE DI PIÙ www.comune.roma.it roma.repubblica.it Foto: IN PIAZZA Protesta dei dipendenti comunali in piazza del Campidoglio. Sotto, il sindaco Marino

IFEL - ANCI - Rassegna Stampa 13/05/2014 11 13/05/2014 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 5 (diffusione:105812, tiratura:151233) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Il disastro La strage infinita nel Canale di Sicilia Immediato il soccorso delle nostre unità navali che hanno inviato anche un elicottero con personale medico Domenica altra tragedia sempre al largo delle coste libiche: 42 i dispersi E sulle coste della Sicilia non cessano gli sbarchi Va a picco un altro barcone tra la Libia e Lampedusa. Centinaia di dispersi Sulla "carretta" più di 400 immigrati salpati dalle coste libiche. Circa 240 i salvati Degli altri poche tracce ALESSANDRA TURRISI

Un altro "3 ottobre", a cento miglia di distanza dal luogo della tragedia che sconvolse l'Europa e fece gridare al "mai più". Ma quell'orrore si è verificato di nuovo, lontano dagli occhi vigili delle forze militari italiane, con le stesse grida, le stesse preghiere, la stessa ingiustizia di allora. Un altro barcone carico di migranti è affondato al largo della Libia, a 50 miglia circa dalle coste nordafricane, avrebbe riferito l'equipaggio di un rimorchiatore al servizio di alcune piattaforme petrolifere, a cento miglia da Lampedusa. Ma le autorità marittime italiane, informate da quell'equipaggio, hanno fatto scattare l'allarme: la fregata Grecale e il pattugliatore Sirio della Marina Militare hanno fatto rotta "alla massima velocità" verso la zona. L'elicottero della Grecale è decollato per recarsi nel più breve tempo possibile sul luogo del naufragio e personale medico militare ha fornito assistenza ai circa 240 naufraghi soccorsi. Impossibile contare il numero dei morti, né sbilanciarsi sulle cause del naufragio. Secondo le prime testimonianze, pare che su quel barcone stracarico ci fossero 400 persone, ma i cadaveri recuperati ieri sera erano poche decine. «Non si sa ancora quante fossero le persone a bordo - spiega il comandante della capitaneria di porto di Lampedusa Giuseppe Cannarile - ma i superstiti dicono che fossero centinaia». Non si sa ancora dove saranno trasferite le vittime del naufragio, né dove saranno condotti i supersiti. «Nel caso le vittime venissero portate nell'Agrigentino - ha dichiarato il procuratore capo di Agrigento, Renato Di Natale - la Procura aprirà un'inchiesta "atti relativi" al naufragio». «Tutte le aziende sanitarie sono state allertate e sono pronte ad attivare i protocolli necessari», ha aggiunto l'assessore regionale alla Sanità, Lucia Borsellino. Ma la drammatica notizia fa il paio con ciò che era stato rivelato domenica dalle autorità libiche: un'imbarcazione carica di migranti è affondata al largo di Tripoli. Il bilancio delle vittime, ha riferito il governo libico, è di almeno 36 morti, tra cui donne e bambini. I soccorsi sono riusciti a salvare finora 52 persone, ha detto il colonnello Ayoub Kassem, precisando che, secondo le testimonianze dei sopravvissuti, «a bordo della barca viaggiavano 130 persone e al momento i dispersi sarebbero 42». Secondo le autorità libiche, l'imbarcazione è colata a picco martedì e «ancora oggi si continuano a ritrovare sulle coste oggetti e bagagli». Scene già viste tante, troppe volte, nel Canale di Sicilia. Come il 3 ottobre scorso, quando le acque di Lampedusa, al largo dell'Isola dei Conigli, furono la tomba per 366 migranti. «Il Governo Renzi deve pretendere dall'Europa soluzioni condivise, urgenti, e soprattutto diverse dalla sola sorveglianza a mare. Altrimenti le stragi in mare non si fermeranno mai», ha detto il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, riproponendo i «canali umanitari controllati». Leoluca Orlando, sindaco di Palermo e presidente di Anci Sicilia: «Tutto questo proseguirà fin quando si gestiranno i migranti come nemici da cui difendersi e oggetto di organizzazioni e criminali interessi di scafisti. Le comunità e le amministrazioni comunali siciliane continuano in un impegno che purtroppo si svolge in un quadro legislativo e finanziario del tutto inadeguato». La situazione dell'accoglienza in Sicilia, infatti, resta in emergenza. Erano in maggioranza ragazzini i somali sbarcati a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, 61 erano minori non accompagnati su 97 persone. Sull'imbarcazione dove si trovavano, c'erano anche 16 donne, comprese 5 in gravidanza di cui una al nono e un'altra all'ottavo mese. Gli immigrati erano stati recuperati dal pattugliatore "Vega" della Marina militare. In precedenza a Porto Empedocle erano giunti 423 extracomunitari prelevati dal pattugliatore "Peluso" della Guardia costiera e col traghetto di linea European Voyager da Lampedusa. A Trapani in meno di dieci giorni sono approdati circa 1.800 migranti. E sempre ieri la polizia di Ragusa ha fermato due presunti scafisti dell'imbarcazione soccorsa due giorni fa. Si tratta di due tunisini che, secondo alcuni testimoni, avrebbe ricevuto un compenso di 6.000 euro ciascuno per il viaggio, che avrebbe fruttato all'organizzazione circa 460 mila euro. Agli atti delle indagini della squadra mobile di Ragusa ci sarebbe un filmato del viaggio girato con

IFEL - ANCI - Rassegna Stampa 13/05/2014 12 13/05/2014 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 5 (diffusione:105812, tiratura:151233) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

un telefonino. Foto: TRAGEDIA Operazioni di recupero dei cadaveri in un fermo immagine del servizio andato in onda ieri sera sul Tg1

IFEL - ANCI - Rassegna Stampa 13/05/2014 13 13/05/2014 Il Gazzettino - Padova Pag. 5 (diffusione:86966, tiratura:114104) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Alberto Rodighiero IMPOSTA SUI SERVIZI I Comuni devono stabilire aliquote e detrazioni, e i rincari sono annunciati Ma in vista delle urne si preferisce aspettare

Palazzo Moroni "congela" la Tasi. A un mese dal pagamento della prima rata del nuovo tributo sui servizi "indivisibili", come l'illuminazione pubblica o lo sfalcio delle aree verdi, l'amministrazione Rossi si allinea con la stragrande maggioranza dei Comuni italiani, che hanno deciso di non decidere. Complice la campagna elettorale - chi governa non vuole infatti mettere la faccia su una nuova tassa che, di fatto, va a reintrodurre, maggiorata, l'Imu prima casa - e la mancanza di maggioranza in consiglio comunale, il vicesindaco reggente Ivo Rossi pare avere adottato una strategia precisa: attendere che qualcosa succeda, magari un bel rinvio da parte del Governo. Dal momento che le elezioni sono state fissate per il 25 maggio e che un eventuale ballottaggio si terrebbe l'8 giugno, è evidente che il candidato non gradisca affatto stabilire alcun aumento. «Nessuna sorpresa - commenta per tutti Stefano Pieretti, dell'Adl Cobas -: in campagna elettorale di preferisce attendere di comunicare decisioni poco "popolari", per altro già prese. In realtà tutti sanno che la mazzata Tasi per molti azzererà di fatto i famosi 80 euro in più in busta paga». Stessa linea anche per Monselice e Cadoneghe, Comuni al voto e superiori ai 15 mila abitanti, e quindi suscettibili di ballottaggio: nessuna decisione. Mentre invece a Selvazzano - altro grande Comune al voto - c'è già stata una delibera di giunta che ha stabilito l'innalzamento da 1,8 a 2,5 per mille per la prima casa, 2 per mille per la seconda e 3 per mille per altri immobili, ma la delibera non è ancora approdata in Consiglio, e i tempi tecnici non lo consentirebbero nemmeno più. Idem per l'ultimo dei Comuni padovani superiori ai 15 mila residenti al voto: delibera approvata (1,7 per mille per la prima casa, 1 per mille per altri fabbricati) ma non passata in Consiglio. Per quanto riguarda gli altri Comuni, secondo l'Anci ce ne sarebbero sì e no dieci già "in regola". Rimane un fatto, però: la Tasi sarà una stangata per tutti i padovani. Nel 2012, quando fu reintrodotta l'Imu prima casa, il Comune incassò 61 milioni e 50 mila euro. Quest'anno, grazie alla Tasi, la rata di giugno dovrebbe superare i 70 milioni di euro. Un tributo che rischia di diventare particolarmente oneroso per le abitazioni non di residenza. Creef-Federconsumatori calcola per esempio che la Tasi per le seconde case a Padova potrebbe toccare una media di 2 mila euro, un salasso. Tributo che, elezioni o non elezioni, dovrà essere pagato entro il 16 di giugno dai proprietari delle case date in affitto (parte dei tributo deve essere corrisposto anche dai conduttori, ma ancora non si sa in che misura). Nel caso in cui, come accade a Padova, la giunta non abbia già deliberato in materia, dovrà essere corrisposto il 50% del valore catastale dell'immobile, a cui sarà applicata un'aliquota dell'1 per mille. Su questo importo, una quota che varia dal 10% al 30% deve essere corrisposto dagli inquilini, ma anche in questo caso non c'è una legge che specifichi la percentuale esatta.

IFEL - ANCI - Rassegna Stampa 13/05/2014 14 13/05/2014 Il Gazzettino - Treviso Pag. 5 (diffusione:86966, tiratura:114104) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato EMERGENZA PROFUGHI Ieri mattina in un vertice in Prefettura a Venezia l'annuncio di nuovi arrivi Altra ondata di disperati «Ma Treviso è piena»

«Arriveranno altri profughi». Ieri mattina in Prefettura a Venezia, l'annuncio è stato dato in modo molto chiaro. Nessuno si illuda che la situzione possa migliorare. Anzi: nelle prossime settimane è destinata a peggiorare. E nuovi profughi da ospitare sono previsti anche a Treviso, "saltata" dall'ultima ondata di arrivi. Il probema è dove metterli e come accoglierli. A Venezia, in Prefettura, si è riunito il tavolo regionale per far fronte all'emergenza. Ma è stato un mezzo flop. Erano convocati i sindaci dei comuni capoluogo, l'Anci, le Province e la Regione. Di politici se ne sono visti pochissimi, tra cui l'assessore al sociale Liana Manfio, tutte le altre istituzioni hanno preferito mandare dei tecnici, nessuno che avesse la possibilità di decidere qualcosa. E infatti non è stato deciso niente. Ma, in compenso, sono emersi molti problemi. «Abbiamo detto con molta chiarezza che non abbiamo più strutture per l'accoglienza - sottolinea l'assessore Manfio - potremmo, forse, fare fronte a qualche altro arrivo grazie alla collaborazione di alcune cooperative. Ma nulla di più. L'incontro di oggi è stato comunque interlocutorio. Dovremo per forza rivederci. È necessario che anche gli altri comuni si muovano». L'appello è, per il momento, caduto nel vuoto. Anzi, nel corso della riunione, c'è stato chi ha invitato a rinviare ogni ulteriore decisione a dopo le elezioni. «Non sono stati fatti numeri di eventuali arrivi sul nostro territorio - fa sapere la Manfio - da parte nostra la disponibilità a collaborare con la Prefettura è piena. Resta però il fatto che il Comune di Treviso ad oggi non dispone di luoghi dove poter accogliere queste persone. Così se sul piano della collaborazione siamo pronti a fare la nostra parte, su quello dell'ospitalità dobbiamo fare i conti con la mancanza di spazi». Il Comune ha comunque intenzione di chiedere al Prefetto di Treviso di convocare tutti i Comuni della provincia per affrontare la situazione: tutto da vedere chi risponderà.

IFEL - ANCI - Rassegna Stampa 13/05/2014 15 13/05/2014 Il Tempo - Roma Pag. 1 (diffusione:50651, tiratura:76264) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Campidoglio Il sindaco Marino: ora tutti al lavoro per risolvere il problema. Lo sciopero però non sarà revocato La circolare c'è. Salvo lo stipendio di maggio Il via libera di Palazzo Chigi è arrivato in serata. Oggi la giunta per recepire la «sanatoria» Susanna Novelli [email protected]

L'annuncio è arrivato alle 21. Quando da Palazzo Chigi hanno confermato che, dopo il ministro Madia, anche il quello all'Economia Padoan, aveva firmato la circolare che sblocca l'erogazione del salario accessorio dei 24 mila dipendenti capitolini. Tecnicamente mancava ancora la firma del ministro agli Affari Regionali, Lanzetta, in rientro nella Capitale nottetempo. «Il Governo ha approvato la circolare. Stipendi salvi per maggio. Ora tutti al lavoro per risolvere questa vertenza, questo documento può garantire ai dipendenti e a me un senso di sollievo all'ansia e ai timori che ci sono stati», commenta ancora a caldo il sindaco Marino. Nel dettaglio il documento impone un «percorso guidato» per recuperare in via graduale «le forme attribuite al di fuori dei vincoli economici e normativi prescritti per la contrattazione integrativa - si legge nell'atto - questo interviene a fronte di criticità connesse all'applicazione delle disposizioni di legge e dei contratti collettivi nazionali in sede di contrattazione integrativa nelle Regioni e negli Enti locali». Cverrà dunque istituito «immediatamente» un comitato in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni con i rappresentanti dei comuni interessati per risolavere le numerose le criticità, segnalate al governo anche dall'Anci sul problema della corretta costituzione, quantificazione e l'erogazione delle indennità accessorie riguarda circa 60 comuni. Il problema insomma c'è e va risolto in tempi rapidissimi, dice il governo. Tuttavia non è possibile consentire «l'interruzione dei servizi necessari e indispensabili». Si concede dunque una "sanatoria" in via temporanea «salvo recupero delle clausole del contratto integrativo - recitano le ultime righe del testo - ritenute indispensabili a tal fine». Alla giunta capitolina di oggi recepire la circolare e darne la giusta interpretazione. La notizia dell'arrivo della circolare non è servito tuttavia a placare i sindacati che, come sostiene il segretario Uil Fpl Roma, Francesco Croce, restano sul piede di guerra. Lo sciopero generale del 19 maggio, con tutta probabilità, non verrà revocato ma sospeso nell'attesa di capire le intenzioni sulla trattativa da portare avanti. L'arrivo della circolare insomma, regala un po' di ossigeno ma non scrive affatto la parola «fine».

IFEL - ANCI - Rassegna Stampa 13/05/2014 16 13/05/2014 ItaliaOggi Pag. 20 (diffusione:88538, tiratura:156000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato ALLOGGI SOCIALI L'esenzione dall'Imu costa cara MATTEO BARBERO

L'esenzione Imu prevista a favore degli alloggi sociali potrebbe applicarsi a tutte le case popolari, aprendo una falla nei bilanci dei comuni. L'allarme arriva dall'Anci, che ha posto la questione in sede di esame del dm chiamato a ripartire fra i sindaci i circa 75 mln stanziati dall'art. 3, comma 1, del dl 102/2013 per compensare il mancato gettito derivante dall'esonero dall'imposta municipale di alcune tipologie di immobili . Fra queste, anche i fabbricati di civile abitazione destinati ad alloggi sociali, come definiti dal decreto del ministero delle infrastrutture 22/04/2008. Rientrano nella categoria gli alloggi realizzati o recuperati da operatori pubblici e privati con il ricorso a contributi o agevolazioni pubbliche e destinati a ridurre il disagio abitativo per coloro che non sono in grado di accedere alla locazione di alloggi nel libero mercato. A prima vista, tale defi nizione comprende anche gli immobili degli Istituti autonomi case popolari (Iacp) o degli enti di edilizia residenziale pubblica con analoghe fi nalità. Ai fi ni Imu, questi immobili (a differenza di quelli delle cooperative edilizie a proprietà indivisa assegnati ai soci) non sono di per sé pienamente assimilati ad abitazione principale (e quindi esenti), potendo solo usufruire della relativa detrazione. Tuttavia, se essi fossero considerati alloggi sociali, rientrerebbero in pieno nel regime prima casa. Secondo l'Anci, il Mef non ha smentito, in sede tecnica, tale possibile interpretazione estensiva. Tuttavia, nel quantifi care i rimborsi ai comuni, ha ipotizzato una platea di 40 mila immobili, mentre il patrimonio abitativo degli Iacp è di circa 700 mila. Da qui, il rischio che il contributo compensativo risulti insuffi ciente a tappare i buchi che si creeranno nei bilanci comunali. A detta dell'Anci, lo stesso problema si pone anche per i fabbricati merce, ossia quelli realizzati da imprese costruttrici e rimasti invenduti: anche in tal caso, i mancati incassi sarebbero stati fortemente sottostimati. Nel caso degli alloggi sociali, inoltre, l'incertezza sulla portata dell'esenzione rischia di aprire nuovi contenziosi con gli enti proprietari.

IFEL - ANCI - Rassegna Stampa 13/05/2014 17 13/05/2014 QN - La Nazione - Pisa Pag. 17 (diffusione:136993, tiratura:176177) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

La città sempre più eco con Enel Green Solution

NOVEMILA visite in pochi giorni. Grande successo per la tappa pisana di «Enel Green Solution», il tour nazionale dedicato all'efficienza energetica di Enel Energia, un grande villaggio itinerante di 400 metri quadrati che, installato in piazza Vittorio Emanuele II, dall'8 all'11 maggio, ha fatto registrare, appunto, più di 9.000 visite. La struttura di Enel Energia simulava una vera e propria casa efficiente con sale dedicate ai diversi ambienti domestici e alle soluzioni efficienti per studio, soggiorno, bagno e terrazzo. All'interno, attraverso infografiche, video e touch screen, i visitatori hanno potuto conoscere tutte le innovative tecnologie per risparmiare (fotovoltaico, solare termico, led, pompe di calore, caldaie a condensazione, climatizzatori) anche attraverso un laboratorio interattivo. All'esterno la possibilità di un test drive sull'auto elettrica e di un giro sulla bici elettrica. Ad animare la quattro giorni anche il Trio Medusa con uno show divertente sull'energia e Masterchef con Enrica Della Martira, terza classifica nell'ultima edizione, che ha sfidato i pisani ai fornelli. Molto interessante il dibattito svoltosi alla Camera di Commercio di Pisa su "Efficienza energetica per una nuova crescita. Le sfide per un'energia accessibile, sicura e sostenibile" a cui sono intervenuti l'assessore regionale Bramerini, il sindaco di Pisa Filippeschi, quello di Livorno e presidente Anci Toscana, Cosimi, Gianfilippo Mancini di Enel e il vicepresidente di Legambiente nazionale Edoardo Zanchini. Info al Punto Enel di Pisa in via Battisti 69, aperto dal lunedì al venerdì dalle 8:30 alle 15.

IFEL - ANCI - Rassegna Stampa 13/05/2014 18 13/05/2014 Il Centro - Teramo Pag. 19 (diffusione:24265, tiratura:30718) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Tortoreto si candida per il titolo di città e nel club dei borghi consiglio comunale Tortoreto si candida per il titolo di città e nel club dei borghi

Tortoreto si candida per il titolo di città e nel club dei borghi consiglio comunale TORTORETO Tortoreto vuole essere sia "città" che "borgo tra i più belli d'Italia". Nell'ultimo consiglio comunale prima delle elezioni comunali di fine maggio, che si terrà questa sera alle ore 20, saranno infatti ufficializzate le due richieste che partiranno da Tortoreto alla volta di Roma. La prima, quella di assumere ufficialmente il titolo di "città", sembra possibile dopo il superamento della soglia dei 10 mila abitanti, che Tortoreto ha raggiunto dopo l'ultimo censimento nazionale del 2011. A concedere il titolo, che prevede l'aggiunta di una corona d'oro nello stemma comunale, però, è il presidente della Repubblica su proposta del ministero degli Interni, che dovrà vagliare la richiesta. Diventare una città, per Tortoreto potrebbe voler dire avere diversi vantaggi, sia dal punto di vista burocratico, che quello di marketing e promozione del territorio. La promozione è sicuramente anche il fine dell'altra richiesta che Tortoreto girerà questa volta al Club dei Borghi più Bell'Italia, un'associazione privata, nata dall'Anci, che concede grande visibilità ai comuni con «spiccato interesse artistico e storico». Tra i 206 borghi del club, finora solo tre nella Provincia di Teramo: Castelli, Pietracamela e Civitella del Tronto. Così Tortoreto proverà a mettere sul piatto gli angoli medievali del suo centro storico che si affaccia sul mare Adriatico e che nasconde resti di diverse epoche, ma soprattutto opere artistiche di grande rilievo, come la pala d'altare "Battesimo di Sant'Agostino" di Mattia Preti. Nell'ultimo consiglio comunale, però, in scena anche altri due temi importanti: la convenzione con Alba Adriatica, Giulianova e Martinsicuro per il posto stagionale di polizia, ma soprattutto la relazione finale sul lavoro della commissione consiliare di vigilanza.(l.t.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA

IFEL - ANCI - Rassegna Stampa 13/05/2014 19 13/05/2014 Il Tirreno - Prato Pag. 19 (diffusione:80832, tiratura:102004) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Dalla montagna che frana al nodo della viabilità Filippo Bernocchi, Franco Castorina e Giovanni Morganti ospiti del Tirreno Ecco le loro proposte che, se eletti sindaco, si impegnano a realizzare Dalla montagna che frana al nodo della viabilità

Dalla montagna che frana al nodo della viabilità Filippo Bernocchi, Franco Castorina e Giovanni Morganti ospiti del Tirreno Ecco le loro proposte che, se eletti sindaco, si impegnano a realizzare di Alessandra Agrati wPRATO Filippo Bernocchi, Franco Castorina e Giovanni Morganti, rispettivamente candidati sindaci per la lista Libera Vernio, Vernio in movimento (lista civica che non ha nessun riferimento al movimento 5 stelle) e Centrosinistra per Vernio, ieri mattina si sono confrontati nella redazione del Tirreno sui rispettivi programmi elettorali. Tanti i temi affrontati dal dissesto idrogeologico, alle partecipate, alle infrastrutture fino all' emergenza povertà. Il dissesto idrogeologico della montagna è una piaga che sembra difficile da estirpare: quali provvedimenti adotterà se diventerà sindaco? Filippo Bernocchi. «Il territorio italiano ha grossi problemi idrogeologici e Vernio non ne è esente. Purtroppo è stato costruito molto, anche in zone dove non era lecito farlo. Negli ultimi anni è stato fatto qualche intervento, ma non è assolutamente sufficiente. Servono più risorse e per ottenerle ci sono varie strade percorribili, oltre ad un maggiore coinvolgimento della Regione: tagliare la spesa corrente, sul modello di quello che è stato fatto a Prato e quindi reinvestire le risorse, intercettare finanziamenti a livello regionale anche se questo territorio non è molto rappresentato visto che ha perso diverse occasioni per diventare più visibile, mi riferisco ad esempio all' alta velocità, e infine devolvere i compensi di assessori e sindaco verso interventi specifici. In questo caso si potrebbero liberare risorse per 60mila euro l'anno. E' necessario anche fare una convenzione con Anas per terminare i lavori sulla 325». Franco Castorina. «Il nostro simbolo è stato concepito con tanto verde perché siamo la speranza e l'energia, siamo interessati al territorio , non alle poltrone. Va benissimo come siamo, infatti siamo riusciti a creare velocemente una lista civica che faccia risonanza alle esigenze della popolazione. In sessantanni il territorio è diventato di terza categoria, ma ora siamo alle porte con i sassi dovuta ad una crisi economica che ha acutizzato lo scollamento fra cittadini e amministratori, ora dobbiamo ricostituire questo tessuto e per farlo, una volta che avrò letto tutti gli atti firmati dai due partiti presenti a Vernio, sceglierò quali sono le urgenze su cui intervenire. I primi lavori saranno a spot poi faremo controlli sui movimenti franosi che hanno creato problemi alla viabilità lavoreremo anche sulla pulizia del sottobosco perché ci sono troppi fenomeni di ruscellamento e sul decoro urbano». Giovanni Morganti. «Concordo con Bernocchi sul coinvolgimento maggiore della Regione, a cui aggiungo anche lo Stato e l' Europa, e quindi mi auguro che in questo senso si possa collaborare. A proposito di Regione chiederemo a Rossi di destinare a Vernio 500 mila euro, l'1% dei 50 milioni di euro che ha annunciato di voler destinare agli interventi di prevenzione. Con questi finanziamenti in 10 anni riusciamo a creare un piano serio di prevenzione che faccia anche risparmiare risorse. Metteremo anche in sicurezza gli edifici e strade utilizzeremo anche bandi per progettare insieme lavori che interessano il pubblico. Cercheremo di coinvolgere anche i privati quando le frane interessano dei loro terreni per trovare una soluzione in comune. Io non rinuncio all' indennità perché sarò sindaco a tempo pieno. Piano strutturale proposto è stato boicottato dall'opposizione: sono contento che siano cambiate le prospettive». Che rapporto avrete con le aziende partecipate? Franco Castorina. «La mia posizione sulle partecipate è un ni. Siamo perché certi servizi siano e rimangano pubblici. Publiacqua è gestita al 40% da privati fra cui multinazionali, il 4% delle quote è in mano al vice presidente Mps che gravita nell' area del Pd, dobbiamo rompere questo sistema lavorando con uno schema che porti al raggiungimento degli obiettivi senza aumentare le tariffe. Penso anche ad altre forme societarie come le cooperative e le onlus dove si possa dare lavoro alla gente di Vernio. Aggiungo anche che l'acqua a Vernio non è così buona come sostiene Publiacqua e questo deve far pensare». Filippo Bernocchi. «Estra non ha metanizzato perché è buona, ma perché è un suo obbligo, anzi rispetto ad altri territorio in quello di Prato è inadempiente visto

IFEL - ANCI - Rassegna Stampa 13/05/2014 20 13/05/2014 Il Tirreno - Prato Pag. 19 (diffusione:80832, tiratura:102004) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

che ci sono vaste aeree che non sono metanizzate. La gara di ambito che verrà fatta ma a cui Prato non parteciperà perché l'ha già fatta e ha fatto incassare diversi soldi, cosa che non ha mai fatto con Consiag, obbligherà i gestori a metanizzare tutte le frazioni. Per una società con le casse piene è più facile portare il gas dove passano le strade piuttosto che arrivare alle frazioni. Bisognerebbe che qualcuno che ha la stessa tessera di partito di quelli che attualmente sono ai vertici di Estra, dicesse loro di procedere con questi investimenti che hanno un costo pari allo zero. Publiacqua è stata una greppia a cui si sono abbeverati tutti e hanno aumentato le bollette». Giovanni Morganti. «Le partecipate sono una risorsa per Vernio. La metanizzazione del territorio che è stata fatta da Estra, solo un consorzio di comuni può realizzare queste opere, ci ha permesso di riasfaltare le strade, per quanto riguarda Publiacqua ci gestisce l'acquedotto ed è bene che resti così perché non avremmo la forza in termini di operai e di tecnici di dare questo servizio a questo di aggiunge che su questi temi si investe su larga scala, sarebbe assurdo fermare acquedotto alle Confina». Capitolo infrastrutture: quali sono gli investimenti più urgenti da realizzare a Vernio? Franco Castorina. «Sicuramente bisogna potenziare i rapporti con Anas per quanto riguarda i lavori sulla 325, sfruttare la vecchia direttissima per creare una metropolitana di superficie e infine per quanto riguarda il collegamento con l' A1 invece di creare una nuova strada utilizzerei le due già presenti sul territorio cioè quella della Mangona che per 1800 metri hanno speso 220 mila euro ,altra quelal che passa da Montecuccoli. Bisogna fare lavori, ma del resto è possibile con lo stesso procedimento che è stato utilizzato per l'ampliamento della terza corsia dell' A1.Approveremo ogni idea valida per la comunità che possa collegarci non solo con Prato ma anche Firenze». Filippo Bernocchi. «Potenziare i collegamenti via rotaia fra Vernio e Prato e Firenze. Ripenso al progetto della metropolitana leggera che era già stato finanziato con 36 milioni di euro e poi sospeso dalla stessa Regione. Per quanto riguarda la 325 bisogna aprire una trattativa diretta con Anas, a meno che Rossi non decida di finanziarla definitivamente comunque Provincia e comuni non possono farsene carico. Passando invece al collegamento con A1 penso che si siano perse delle grandi occasioni: per scelte fatte in passato siamo fuori dai traffici di merci e trasporto merci. Bisogna quindi collegare Vernio con Barberino, per questo confido anche nella collaborazione del presidente commissione infrastrutture Altero Matteoli che verrà a Vernio il 16 maggio. Sicuramente è una soluzione costosa, 150 milioni, ma bisogna intervenire e cercherò di far sposare l'idea a Matteoli e spero che sarà condivisa anche dagli altri parlamentari pratesi». Giovanni Morganti. «I collegamenti via ferrovia negli ultimi tempi sono decisamente migliorati, ora abbiamo un treno ogni ora. Ovviamente si può fare di più anche con nuovi treni predisposti per essere una metropolitana di superficie. Questo però non basta, bisogna lavorare sull' interscambio ferro gomma, così stiamo pensando di collegare le frazioni con la stazione tramite dei minibus. Abbiamo più volte fatto richieste in Regione che venisse messo nel piano dei trasporti. Contemporaneamente vogliamo ampliare anche i parcheggi, siamo in trattativa con Fs per prendere un terreno dove attualmente c'è un binario morto. Per quanto riguarda il collegamento con A1 non ci sono soluzioni proponibili, più volte abbiamo chiesto un casello alla Mangona ma non ci è stato concesso per questione economiche. Inoltre deviare sul territorio il traffico pesante avrebbe sicuramente un grosso impatto ambientale». In che modo l'amministrazione comunale può venire incontro alle famiglie che vivono situazioni di disagio sociale ed economico? Franco Castorina. «Purtroppo anche a Vernio aumenta la povertà, dobbiamo cercare di sostenere da una parte le associazioni di volontariato dall' altra le famiglie, evitando però che arrivino a Vernio nuovi poveri. Ci deve essere un principio di uguaglianza fra italiani e stranieri. Dobbiamo ripartire dal lavoro, solo se riusciamo a far ripartire l'economia siamo in grado di arginare questo fenomeno. Credo molto nell' informatica e soprattutto nella green economy. Bisogna partire da qui sfruttando le innumerevoli risorse naturali che il nostro territorio offre.Come amministrazione applicheremo il principio del padre di famiglia: se una cosa non ci si può permettere, non si acquista, ma del resto cercheremo anche di creare opportunità di lavoro per i nostri concittadini». Filippo Bernocchi. «E' necessario che venga rifinanziata la cassa integrazione in deroga e questo è una scelta del Governo. Per quanto riguarda invece l'amministrazione punteremo sulla razionalizzazione della spesa pubblica, diminuzione della tassazione anche sui capannoni in modo da

IFEL - ANCI - Rassegna Stampa 13/05/2014 21 13/05/2014 Il Tirreno - Prato Pag. 19 (diffusione:80832, tiratura:102004) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

incentivare gli imprenditori a spostarsi a Vernio e ad una maggiore equità fiscale avvantaggiando i cittadini in base agli anni di residenza nel comune: da più tempo vivono a Vernio, maggiori agevolazioni avranno. Non esiste una ricetta unica, ma piccoli investimenti costanti». Giovanni Morganti. «Innanzitutto realizzeremo un nuovo distretto socio sanitario che sarà funzionale a tutta l'alta val di Bisenzio. La progettazione è già stata fatta insieme agli operatori di Asl. La nuova struttura sorgerà dove ha attualmente sede il deposito comunale. Realizzeremo nuove scuole potenziando il complesso in zona Ceraio, smantellando così i vecchi edifici. Inoltre cercheremo di potenziare il livello di digitalizzazione appoggiandoci ad un progetto dell' Anci». La prima azione che, una volta eletto sindaco, intenderebbe adottare. Franco Castorina. «Ringrazierei tutte le persone che mi hanno data fiducia». Filippo Bernocchi. «Delibera per cui la giunta sarà a costo zero». Giovani Morganti. «Convocazione del tavolo di lavoro a e Asl per la rcui farei sedere anche Regione realizzazione del distrett o socio sanitario». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

IFEL - ANCI - Rassegna Stampa 13/05/2014 22 13/05/2014 La Voce di Mantova Pag. 6 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Anci a confronto sui profughi: a Roma oggi anche il sindaco Nicola Sodano

Il sindaco di Mantova Nicola Sodano parteciperà oggi alla riunione dell'ufficio di presidenza dell'Anci che si terrà a Roma nella sede di via dei Prefetti 16. L'organismo che guida l'Associazione dei Nazionale dei Comuni Italiani analizzerà il decreto legge governativo numero 66 riguardante le misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale. All'ordine del giorno ci sono anche le riforme della Pubblica Amministrazione che sono in discussione. L'Anci esaminerà pure le proposte relative all'emergenza profughi dal momento che questo tema continua ad essere di attualità in quanto l'esodo dalle coste africane non si è arrestato e gli enti locali regolamentare gli arrivi e di sapere come gestire l'accoglienza sui territori.

IFEL - ANCI - Rassegna Stampa 13/05/2014 23 13/05/2014 Giornale dell'Umbria Pag. 10 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Reinserimento dei detenuti, oggi la firma dell'accordo

PERUGIA - Realizzare e promuovere misure alternative alla detenzione attraverso azioni orientate al reinserimento del detenuto nel tessuto sociale ed economico-produttivo della realtà esterna: è questa la finalità del protocollo d'intesa che ministero della Giustizia, Regione, Tribunale di sorveglianza di Perugia e Anci Umbria sottoscriveranno oggi alle 12, presso la sede del ministero, in via Arenula, a Roma. L'accordo è il primo di una serie di intese analoghe che il ministero si appresta a siglare con Regioni ed enti locali e punta a migliorare le condizioni del sistema detentivo, sia dell'area penale interna che esterna, in vista di una più accurata integrazione con il territorio.

IFEL - ANCI - Rassegna Stampa 13/05/2014 24 13/05/2014 Security - N.4 - aprile 2014 Pag. 32 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato SICUREZZA URBANA Videosorveglianza nei Comuni ecco gli standard L'ANCI (ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEI COMUNI ITALIANI) È STATA RITENUTA LA SEDE IDEALE PER LA DEFINIZIONE DI UNA PIATTAFORMA IN GRADO DI ASSICURARE LA INTEROPERABILITÀ TRA I DIVERSI SOGGETTI COINVOLTI, AL FINE DI DEFINIRE UNO STANDARD APPLICABILE A TUTTI. MARIA LUISA FELICI

Nell'ambito della sicurezza civile e urbana, i sistemi di videosorveglianza rappresentano una delle possibili misure di controllo del territorio a cui i Comuni rivolgono una particolare attenzione. Le relative disposizioni normative fanno capo a disposizioni generali contenute nella circolare del Ministero dell'Interno dell'8 febbraio 2005, n. 558/A/421.2/70/456 con le quali sono state definite le linee guida alla luce dei provvedimenti del Garante per la protezione dei dati e della privacy con le norme del 29 novembre del 2000 e poi con il provvedimento del 29 aprile 2004. Successivamente, in data 8 aprile 2010, il Garante, facendo seguito a nuove disposizioni legislative e alla notevole quantità di quesiti e segnalazioni ricevuti, ha provveduto ad emanare nuove norme più dettagliate. In particolare in esse il Garante fa riferimento alle funzioni assegnate sia al sindaco, quale ufficiale del Governo, sia ai comuni in materia di videosorveglianza, per cui i citati soggetti possono utilizzare sistemi di videosorveglianza in luoghi pubblici o aperti al pubblico al fine di tutelare la sicurezza pubblica urbana nonché per la prevenzione, l'accertamento o repressione dei reati (vedi punto 5.1 del Provvedimento in materia di videosorveglianza dell'8 aprile 2010). Inoltre, il medesimo punto 5.1 riporta che altre norme statali e regionali prevedono forme di incentivazione economica a favore delle amministrazioni pubbliche e di soggetti privati al fine di incrementare l'utilizzo della videosorveglianza quale forma di difesa passiva, controllo e deterrenza di fenomeni criminosi e vandalici. Un'analisi delle principali applicazioni dimostra che la videosorveglianza è utilizzata a fini molteplici, cornea titolo esemplificativo: • protezione e incolumità degli individui, sia per i profili attinenti alla sicurezza urbana, all'ordine e sicurezza pubblica, alla prevenzione, accertamento o repressione dei reati, sia alla razionalizzazione e miglioramento dei servizi al pubblico volti anche ad accrescere la sicurezza degli utenti, nel quadro delle competenze ad essi attribuite dalla legge; • protezione della proprietà; • rilevazione, prevenzione e controllo delle infrazioni da parte dei soggetti pubblici, nel quadro delle competenze ad essi attribuite dalla legge; • acquisizione di prove. La raccolta, la registrazione, la conservazione e, in generale, l'utilizzo di immagini configura, ai sensi del Provvedimento in materia di videosorveglianza, un trattamento di dati personali, questi ultimi definiti come qualunque informazione relativa a persona fisica identificata o identificabile, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione. L'installazione di sistemi di rilevazione delle immagini deve quindi avvenire nel rispetto, oltre che della disciplina in materia di protezione dei dati personali, anche delle altre disposizioni dell'ordinamento, quali ad esempio le vigenti norme dell'ordinamento civile e penale in materia di interferenze illecite nella vita privata, sul controllo a distanza dei lavoratori in materia di sicurezza presso stadi e impianti sportivi, o con riferimento a musei, biblioteche statali e archivi di Stato, in relazione ad impianti di ripresa sulle navi da passeggeri adibite a viaggi nazionali e, ancora, nell'ambito dei porti, delle stazioni ferroviarie, delle stazioni delle ferrovie metropolitane e delle linee di trasporto urbano. L'angolo visuale delle riprese deve essere tale da non raccogliere immagini non pertinenti o inutilmente dettagliate. Le norme del Garante prevedono che i Comuni rendano noto alla cittadinanza l'adozione di misure come l'installazione di sistemi di videosorveglianza diretti alla protezione delle persone e al controllo del territorio attraverso specifiche informative e/o sistemi segnalatori come cartelli segnaletici. L'IMPORTANZA DI DEFINIRE UNO STANDARD Al fine di definire uno standard applicabile a tutti i Comuni, l'ANCI, l'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, è stata ritenuta la sede ideale per la definizione di tutte le procedure da seguire ai fini della definizione di una piattaforma in grado di assicurare la interoperabilità tra i diversi soggetti coinvolti nell'attività di sicurezza urbana. Mediante la definizione e l'adozione da parte di tutti i Comuni italiani di una Piattaforma integrata di videosorveglianza, frutto del lavoro congiunto del Dipartimento della pubblica sicurezza, del

IFEL - ANCI - Rassegna Stampa 13/05/2014 25 13/05/2014 Security - N.4 - aprile 2014 Pag. 32 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Comando generale dell'Arma dei Carabinieri e di ANCI, sono state definite alcune indicazioni di massima per l'attività di vantazione dei progetti di videosorveglianza. Infatti, prima di attivare un sistema di questo tipo, occorre avere indicazioni riguardanti la dimensione del contesto territoriale cui è riferito il progetto e la presenza evidente di una sottolineatura dell'ambito ambientale e della sua influenza sulla percezione della sicurezza in rapporto ad una serie di situazioni, a volte gestibili anche con strumenti alternativi d'intervento. I sistemi di videosorveglianza devono infatti trovare rispondenza e giustificazione all'interno di una politica integrata di sicurezza ed essere coerenti con altre risposte messe in atto localmente. La valutazione di merito a priori deve quindi riguardare: le risorse locali disponibili, umani e strumentali e i dispositivi esistenti; una diagnosi preliminare che definisca i fabbisogni locali; gli obiettivi, i vantaggi ed i risultati attesi dal sistema; la tipologia di sistema che può permettere di ottenere gli obiettivi in maniera realistica ed appropriata. Successivamente occorrerà coinvolgere il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica e verificare la corrispondenza delle caratteristiche del sistema alle specifiche tecniche che ne permettano l'impiego da parte delle Forze di polizia e delle Autorità giudiziarie. Alla Piattaforma intergrata di videosorveglianza è allegato un documento tecnico in cui sono state definite le linee guida per il trasferimento delle immagini rilevate da un generico impianto di videosorveglianza ad un sistema di memorizzazione delle stesse e le caratteristiche tecniche di riferimento per gli impianti di videosorveglianza. TELECAMERE E APPARECCHIATURE Le telecamere per videosorveglianza possono essere di contesto e di osservazione. Le prime sono fisse, tali da permettere una visione il più possibile ampia dell'area di ripresa, le seconde sono brandeggiabili, con completa visione a 360° sul piano orizzontale e 180° sul piano verticale e non devono permettere ad un osservatore esterno di individuare l'area inquadrata. Per le telecamere di contesto e di osservazione sono previste caratteristiche tecniche minime, come, ad esempio, telecamere native IP, aggiornamento via IP, condizioni di esercizio, alimentazione, grado di protezione, tipo di ottica, flusso video, e altro, II sistema di videosorveglianza si basa su una architettura di rete IP che permette la connessione tra gli apparati di campo e le sale apparati/sale controllo. In relazione ai mezzi trasmissivi da utilizzare (fibra ottica, apparati wireless, ...) l'architettura deve comunque disporre di una capacità di banda ottimale al trasferimento delle immagini, di crittografia dei flussi video, affidabilità, eventuale ridondanza. I video server devono utilizzare una alimentazione ridondata ed essere in grado di acquisire in contemporanea tutti i flussi provenienti dalle telecamere e il loro convogliamento nel sistema rispettando determinati requisiti, tra cui gestione camere di differenti produttori in piattaforma aperta, gestione mappe, esportazione di file archiviati con crittografia e altro. Il sistema di registrazione e conservazione dei filmati, anche nell'ottica del possibile impiego da parte dell'Autorità Giudiziaria, deve consentire numerose funzionalità, come la capacità di registrazione per singola camera con gestione del pre e post allarme, registrazione delle immagini in forma cifrata, capacità di Storage dimensionata per la registrazione contemporanea di tutte le telecamere al massimo frame rate consentito dalla connettività, per un periodo di almeno 7 giorni/24 ore. I sistemi di videosorveglianza devono trovare rispondenza e giustificazione, all'interno di una politica integrata di sicurezza ed essere coerenti con altre risposte messe in atto localmente.. • LE NORME DEL GARANTE PREVEDONO CHE I COMUNI RENDANO NOTO ALLA CITTADINANZA L'ADOZIONE DI MISURE COME L'INSTALLAZIONE DI SISTEMI DI VIDEOSORVEGLIANZA

IFEL - ANCI - Rassegna Stampa 13/05/2014 26

FINANZA LOCALE

17 articoli 13/05/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 27 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Seconde case, il rischio beffa (con l'anticipo) LORENZO SALVIA

Se l'anno prossimo il 730 arriverà direttamente a casa, per il momento la Tasi continua ad essere un rebus. Per l'acconto di giugno della nuova tassa sulla casa il bollettino precompilato resta un miraggio: i contribuenti saranno chiamati ancora una volta al «fai da te» calcolando da soli la somma da pagare. Inevitabile, visto che meno di mille Comuni su 8 mila hanno preso una decisione su aliquote e detrazioni. Un ritardo che rischia di creare una beffa per i proprietari di seconde case, che potrebbero pagare più del dovuto. Per questa categoria di immobili a giugno va pagata sia la vecchia Imu sia la Tasi al 5 per mille, la metà dell'aliquota standard. Ma se poi i Comuni ritardatari dovessero esentare dalla Tasi le seconde case, come alcuni sarebbero orientati a fare, quello 0,5 per mille andrebbe restituito o almeno scalato dai versamenti successivi. Il presidente della commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia chiede il rinvio a settembre della scadenza. Forse emendando il decreto Irpef o quello sulla casa. © RIPRODUZIONE RISERVATA

FINANZA LOCALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 28 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 1 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato TASSE LOCALI Tasi, verso uno slittamento dell'acconto del 16 giugno Marco Mobili Gianni Trovati

Marco Mobili e Gianni Trovati u pagina 40, commento u pagina 24 ROMA L'acconto «fai-da-te» da versare a giugno per la Tasi non piace nemmeno al Governo e alla stessa maggioranza parlamentare. In prima fila per cambiare le regole e cercare di aggirare il caos che regna intorno al debutto della nuova tassazione sugli immobili (si veda Il Sole 24 Ore di domenica scorsa) spiccano il sottosegretario all'Economia, Enrico Zanetti (Sc), che vuole rinviare i versamenti al 16 dicembre nei Comuni che non decidono in tempo, e il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia (Pd), che chiede invece di spostare l'appuntamento al 16 settembre in tutti i Comuni. L'obiettivo di entrambi, anche se con sfumature differenti, è quello di spostare in avanti il pagamento dell'acconto Tasi di giugno perché il quadro delle regole fatica a chiarirsi. Stretti fra modifiche continue ed elezioni imminenti, solo 683 Comuni fino a oggi hanno deciso le aliquote, secondo il censimento ufficiale del dipartimento Finanze, e i tempi si annunciano lunghi. Il sottosegretario Zanetti ha già messo nero su bianco un emendamento da presentare, anche subito, a uno dei provvedimenti urgenti all'esame del Senato: il decreto casa su cui da oggi si pronuncerà l'Aula di Palazzo Madama, oppure il decreto Irpef su cui le commissioni di merito entreranno ora nel vivo. La proposta Zanetti, attualmente in discussione tra i tecnici dell'Economia, prevede di spostare direttamente a dicembre il versamento della Tasi su tutti gli immobili nei Comuni che non inviano entro il 23 maggio le delibere al dipartimento Finanze, chiamato a pubblicare la decisione locale entro il 31 maggio. Un intervento di questo tipo finirebbe quindi per estendere agli altri immobili la regola già inserita nella legge di conversione del «salva-Roma» ter per quel che riguarda l'abitazione principale (articolo 1, comma 1, lettera b della legge 54/2014). Per gli altri immobili, infatti, le regole oggi in vigore prevederebbero, nei Comuni "ritardatari", il versamento della Tasi a parametri standard, in pratica dividendo per due l'aliquota base dell'1 per mille. Una via d'uscita solo apparentemente semplice, perché i problemi sarebbero enormi: prima di tutto, non esiste un parametro standard per i 3 milioni di case affittate, perché la quota a carico degli inquilini va decisa dal Comune in un range fra il 10 e il 30% del tributo totale sull'immobile. In molti casi, per immobili affittati o no, la richiesta ad aliquota standard finirebbe per far pagare anche quote d'imposta non dovuta, soprattutto nei Comuni in cui l'Imu ha già raggiunto il massimo del 10,6 per mille. Nell'emendamento in via di perfezionamento al momento non è ancora definito come i Comuni faranno fronte all'ammanco di cassa fino a dicembre prossimo. Problema questo che per il presidente della Commissione Bilancio della Camera, può essere superato direttamente con anticipazioni di cassa. «Così come abbiamo modificato i termini per l'approvazione del bilancio degli enti locali al 31 luglio 2014 - sottolinea Boccia - è opportuno, come chiesto più volte dal Pd in Parlamento, adeguare le scadenze relative al pagamento della Tasi all'approvazione dei bilanci stessi». A differenza di Zanetti, però, Boccia ipotizza di «allineare in tutti i Comuni, senza se e senza ma, il pagamento del nuovo tributo sulla casa al prossimo 16 settembre». Per il presidente della commissione Bilancio «è inammissibile che ci sia ancora caos sul tema. I Comuni che opportunamente hanno approvato i bilanci preventivi, riformando anche i regolamenti tributari, sono purtroppo solo meno del 10 per cento». Il rischio caos è più che una certezza visto che «si potrebbero ipotizzare almeno sulla carta 8mila modelli e tempi differenti per versare l'acconto Tasi di giugno». Su come intervenire la strada dell'emendamento ai due provvedimenti al Senato è più che fattibile e arriva anche a ipotizzare, senza però voler scomodare i cultori delle norme, un possibile intervento anche solo in via amministrativa.

FINANZA LOCALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 29 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 1 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

© RIPRODUZIONE RISERVATA L'allarme Sul Sole 24 Ore di domenica 11 maggio è stata pubblicata una pagina sul complesso dei problemi che restano aperti in vista del pagamento della Tasi previsto per ora a giugno Il calendario LE ATTUALI SCADENZE PER IL VERSAMENTO 23 maggio L'approvazione È la data entro la quale deve essere approvata dal consiglio comunale la delibera con le aliquote della Tasi affinché queste siano efficaci fin dall'acconto del 16 giugno. Fino ad oggi i parametri del tributo sono stati approvati solo in 683 Comuni 31 maggio La pubblicazione Entro la fine di maggio la delibera deve essere pubblicata sul sito istituzionale del dipartimento Finanze, che censisce le decisioni locali sulla Iuc. Senza la pubblicazione, anche l'approvazione entro il 23 maggio perde di efficacia per l'acconto 16 giugno L'acconto Per il 16 di giugno è in programma l'acconto. Con le regole oggi in vigore, nei Comuni che non hanno deliberato in tempo occorre pagare l'Imu con le aliquote del 2013 e la Tasi sugli immobili diversi dall'abitazione principale in base ai parametri standard (1 per mille) 16 dicembre Il saldo È la data del saldo, in cui si conguagliano gli acconti in base alle aliquote nel frattempo decise dai Comuni. Con le regole oggi in vigore, si paga interamente a dicembre la Tasi sull'abitazione principale nei Comuni che non deliberano in tempo le aliquote

FINANZA LOCALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 30 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 12 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Il nodo degli arretrati. Per il vicepresidente della Commissione Ue è «inevitabile a questo punto l'apertura della procedura d'infrazione» Debiti Pa, scontro Tajani-governo Secondo Bruxelles è «evidente e chiara la volontà politica di non pagare le imprese» LA RISPOSTA Secca la replica del ministero dell'Economia: varate tutte le norme utili per accelerare il versamento delle somme dovute M.Rog.

ROMA Sale la tensione sul nodo dei pagamenti dei debiti arretrati della pubblica amministrazione alle imprese. Con un duro botta e risposta a distanza tra il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, e il ministero dell'Economia che assume la fisionomia di uno scontro. Ad accendere la miccia è in mattinata Tajani che definisce a questo punto «inevitabile l'apertura della procedura di infrazione Ue» nei confronti dell'Italia sull'attuazione della direttiva europea entrata in vigore il 1° gennaio 2013 in materia di ritardi nei pagamenti dei debiti della Pa. Il vicepresidente della Commissione Ue sostiene che l'ultima riunione del 5 maggio tra la Commissione europea e il Governo italiano «non è andata bene». E aggiunge: «Ho dato mandato per preparare la lettera di messa in mora» da inviare dopo le elezioni europee. La secca replica del ministero guidato da Pier Carlo Padoan non si fa attendere. «Il Governo è intervenuto d'urgenza sull'intera materia dei debiti della pubblica amministrazione e con il decreto legge n. 66 del 24 aprile 2014 (quello sul bonus Irpef ndr) ha varato tutte le norme utili per accelerare il pagamento degli arretrati ed impedire che si formi un nuovo stock di debito», si legge in una nota del ministero dell'Economia diffusa in serata proprio in risposta alle dichiarazioni di Tajani. Quello del vicepresidente della commissione europea, del resto, è una sorta di atto di accusa nei confronti del ministero di via XX settembre. Secondo Tajani, «è evidente e chiara la volontà politica di non pagare, il Mef non vuole pagare i debiti Pa». E così - sottolinea il vicepresidente della Commissione europea - «è stato impedito» a Matteo Renzi «di tenere fede alle promesse fatte nel suo primo discorso pubblico». Tajani sostiene che al premier italiano «è stato impedito di fare un decreto e quindi ha dovuto fare un disegno di legge». In realtà il decreto sul bonus Irpef si occupa anche dei debiti Pa. Ma, come emerge dalla relazione tecnica, sblocca per il 2014 in via prudenziale soltanto ulteriori 5 miliardi (si veda Il sole 24 Ore del 24 aprile). Complessivamente le risorse liberate dal Dl per il pagamento di una nuova tranche di debiti Pa ammontano a 8,77 miliardi (comunque al di sotto dei 13 miliardi indicati nel Def presentato a inizio aprile) ma - si legge sempre nella relazione tecnica - va considerata «l'eventualità che il patto di stabilità interno, in particolare per le Regioni, possa non consentire un pieno utilizzo di tali risorse». Questa mini-tranche che si va ad aggiungere ai 47 miliardi già stanziati per il 2013 e 2014 con i decreti 35 e 102 del 2013 (dei quali fino a metà aprile risultavano effettivamente giunti ai creditori 21 miliardi relativi a crediti commerciali e 2,5 miliardi di rimborsi fiscali). Quanto all'eventuale procedura d'infrazione, Tajani, a margine di un confronto organizzato dall'Ance sul ruolo del settore delle costruzioni in Europa, la motiva con parole chiare: «A quanto mi dicono non è andato bene» l'incontro tra la commissione Ue e il governo italiano del 5 maggio. E aggiunge che invierà la lettera di messa in mora dopo la tornata elettorale delle europee. A partire dal 26 maggio, dunque, potrebbe essere recapitata a palazzo Chigi e al Mef la missiva che potrebbe aprire la strada a un iter insidioso per la gestione del "nodo debiti Pa", con l'elevato rischio per il Governo italiano di dover far fronte anche al pagamento di multe salate. Più volte Tajani nei mesi scorsi ha messo in guardia l'esecutivo da questi pericoli. Il primo avvertimento è arrivato a gennaio con l'avvio di una pre-procedura, la cosiddetta "Eu pilot". Secondo Tajani, la situazione sarebbe precipitata dopo il summit del 5 maggio. Bruxelles contesta a Roma la violazione della direttiva, recepita lo scorso anno, sui tempi di pagamento che fissa il limite massimo a 30 giorni, con la deroga a 60 per alcuni settori come la sanità.

FINANZA LOCALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 31 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 12 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Ma il ministero dell'Economia non ci sta e sottolinea di essere intervenuto con urgenza con il recente decreto Irpef sia sul versante del "saldo" di una nuova fetta di debiti arretrati sia su quello dei tempi di pagamento. Nella nota diffusa in serata il Mef evidenzia che fin qui sono stati stati stanziati «complessivamente 60 miliardi di euro». E fa notare che il decreto Irpef offre «la garanzia dello Stato e la disponibilità della Cassa Depositi e Prestiti quale compratore di ultima istanza per favorire la cessione immediata di crediti agli intermediari finanziari, così da offrire a tutti i creditori in crisi di liquidità un'alternativa tempestiva ed efficace all'incasso diretto». © RIPRODUZIONE RISERVATA

FINANZA LOCALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 32 13/05/2014 Il Sole 24 Ore - Meccanica & automazione Pag. 24 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato EVITARE IL CAOS È COSA MOLTO SAGGIA L'inevitabile proroga per l'acconto Tasi

Proroga. La parola magica delle norme all'italiana si affaccia per l'acconto della Tasi, il nuovo tributo sui servizi indivisibili, ed è inevitabile. Tra continui ritocchi e compromessi, le regole per la rata di giugno possono mettere in crisi anche i contribuenti più pazienti, come raccontato sul Sole 24 Ore di domenica. I Comuni non sono nelle condizioni di decidere le aliquote, e i proprietari (con l'unica eccezione di chi ha solo la propria abitazione) dovrebbero versare l'acconto ad aliquota standard, con il risultato di dover spesso pagare di più di quanto risulterà dovuto in base ai parametri definitivi. Evitare questo caos è un atto di civiltà, e bene fanno il sottosegretario all'Economia Enrico Zanetti e il presidente della commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia a lavorare in questa direzione. Si mettano d'accordo in fretta sulla nuova data da individuare e, già che ci sono, mettano mano a un altro problema: la legge di stabilità parlava di bollettini precompilati, per ora non ce n'è traccia (e non sembrano esserci le condizioni), ma si faccia di tutto per semplificare al massimo calcoli che si annunciano cervellotici.

FINANZA LOCALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 33 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 33 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Finanza pubblica. Accelera la discussione in Parlamento Abs anche per i crediti verso la Pa Mara Monti

MILANO Sono ferme al palo le cartolarizzazione dei crediti che le imprese vantano nei confronti della pubblica amministrazione, ma un'accelerazione è attesa con la conversione in legge del decreto (n.66 del 24 aprile 2014) sulle misure urgenti sulla competitività, attualmente in discussione in Parlamento. Si attendono i chiarimenti sull'articolo 37 che riguardano «gli strumenti per favorire la cessione dei crediti certificati». La misura è destinata a favorire il collocamento da parte delle banche di prodotti strutturati con sottostante i crediti che le aziende vantano nei confronti della pubblica amministrazione, quei 70 miliardi di euro di crediti commerciali illiquidi di cui circa 15 miliardi sono stati certificati e ritenuti «certi, liquidi ed esigibili», dunque più facilmente utilizzabili come sottostante delle cartolarizzazioni. L'obiettivo è riuscire a fare affluire alle imprese quella liquidità rimasta ingessata dal momento che la ricerca di rendimenti da parte degli investitori istituzionali è ancora un driver cruciale nelle scelte di allocazione delle risorse. Titoli favoriti dalla decisione della Bce di renderli elegibili a garanzia dei prestiti richiesti dagli istituti di credito alla Banca centrale europea. Una delle ultime operazioni di cartolarizzazione di crediti verso la Pa ha riguardato l'Enel, che nell'ambito di un programma di un importo fino a 500 milioni di euro, ha la possibilità di smobilizzare i crediti scaduti derivanti dalla fornitura di energia elettrica e gas. Dall'avvio del programma ad oggi sono stati emessi titoli per circa 200 milioni di euro. «Si tratta di una classica operazione di cartolarizzazione che prevede la cessione a sconto del portafoglio ad una società veicolo, che ne finanzia l'acquisto attraverso l'emissione di titoli senior e junior poi collocati ad investitori specializzati sul mercato dei capitali", ha spiegato Biagio Giacalone, responsabile Credit solutions group del capital markets di Banca Imi. I titoli sono stati collocati alla pari e la cessione a sconto a permesso di riconoscere agli investitori senior un rendimento superiore ai titoli di stato di pari scadenza ed agli investitori dei titoli junior un rendimento compreso tra il 10% e il 15%. In questo caso, il rendimento dei titoli ha tenuto conto anche del rischio legato al potenziale dissesto finanziario degli enti della pubblica amministrazione destinatari delle forniture Enel. Se nel caso della cartolarizzazione Enel il prezzo ha tenuto conto del rischio, nel caso, invece, del provvedimento attualmente in discussione, l'orientamento è di fissare per legge lo sconto massimo applicabile al portafoglio; secondo le ipotesi al momento in discussione questo sconto potrebbe essere del 2%, portando così il prezzo di cessione del portafoglio nell'intorno del 98% del valore nominale. Troppo poco secondo gli operatori in quanto queste valorizzazioni non coprirebbero i rischi sottostanti nonostante il provvedimento introduca sia la garanzia dello Stato di "ultima istanza" sia un fondo con una dotazione di partenza (150 milioni di euro), peraltro molto limitata rispetto al monte crediti da smobilizzare (20 - 30 miliardi di euro potenziali). Ad ulteriore garanzia entra in gioco il ruolo della Cdp nel caso in cui gli enti debitori risultassero avere problemi di liquidità: in questo caso è previsto l'intervento della Cassa Depositi e Prestiti che può decidere di acquistare i crediti nei limiti comunque di un plafond da determinare. La garanzia statale del fondo peraltro potrebbe rivelarsi incapiente, ipotesi plausibile visto l'esiguo plafond, e così la banca dovrebbe attendere il momento in cui lo Stato decide di rifinanziare il fondo per ottemperare alla garanzia rilasciata. Tutti elementi di indeterminatezza che rischiano di affievolire la portata del provvedimento e quindi l'interesse delle operazioni per le banche. Di fatto è prevedibile che gli istituti di credito continueranno ad operare come fanno già oggi: anticiperanno i crediti delle Pa più virtuose che non presentano grandi ritardi nei pagamenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

FINANZA LOCALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 34 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 40 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

L'adempimento. Interessate le imprese di costruzione, le cooperative a proprietà indivisa e gli addetti al comparto sicurezza Imu 2013, entro giugno domanda di esenzione L'IMPOSTA I fabbricati costruiti e invenduti possono essere esclusi dal pagamento della seconda rata dovuta per l'anno scorso Maurizio Bonazzi

Il 30 giugno è una data che le imprese di costruzione, le cooperative a proprietà indivisa e gli addetti al «comparto sicurezza» faranno bene a segnare in rosso sul calendario. Scade infatti il termine per la presentazione di una «apposita dichiarazione», la cui omissione fa venir meno l'esenzione dall'Imu concessa dall'articolo 2 del decreto legge 102/2013, convertito con modificazioni dalla legge 124/2013. Tale norma ha infatti escluso dal pagamento della seconda rata dell'Imu dovuta per l'anno 2013, i fabbricati costruiti e destinati dall'impresa costruttrice alla vendita, fintanto che sia verificata tale destinazione e a condizione gli stessi immobili non siano stati locati. Sull'agevolazione in questione è intervenuto anche il ministero delle Finanze precisando, con la risoluzione n. 11 dell'11 dicembre 2013, che il concetto di "fabbricati costruiti", contenuto nella norma in esame, ricomprende anche quelli acquistati dall'impresa costruttrice e sui quali la stessa ha realizzato incisivi interventi di recupero edilizio (e segnatamente quelli previsti dall'articolo 3, comma 1, lettere c), d) e f), del Dpr 380/2001) e che poi, una volta ultimati i lavori, siano rimasti invenduti e non siano stati concessi in locazione. Lo stesso articolo 2 del Dl 102/2013, in virtù di un'assimilazione ex lege all'abitazione principale, ha di fatto riservato la stessa agevolazione - ossia l'esclusione dall'imposta a far tempo dal 1° luglio 2013 - alle unità immobiliari appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa, adibite ad abitazione principale e relative pertinenze dei soci assegnatari (comma 4), oltre che a un solo immobile -iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare purché con categoria catastale diversa da A/1, A/8 o A/9 - posseduto, e non concesso in locazione, dal personale in servizio permanente nel cosiddetto comparto sicurezza (forze armate, forze di polizia, vigili del fuoco, personale della carriera prefettizia), a prescindere dal luogo della dimora abituale e da quello di residenza anagrafica del contribuente (comma 5). L'articolo 2 del Dl 102/2013 si chiude (al comma 5-bis) precisando che ai fini dell'esclusione dall'Imu, il contribuente è tenuto a presentare, entro il 30 giugno e a «pena di decadenza», un'apposita dichiarazione, utilizzando il modello ministeriale predisposto per le variazioni Imu, con la quale deve essere attestato il possesso dei requisiti e indicati gli identificativi catastali degli immobili per i quali si applica il beneficio. Nelle more di un'auspicabile precisazione ministeriale, è da ritenere che l'apposita dichiarazione richiesta dalla norma, altro non sia che un'attestazione, da riportare nelle annotazioni poste in calce all'ordinaria dichiarazione Imu, con la quale il contribuente indica, relativamente ai fabbricati esposti nella denuncia stessa, la sussistenza delle condizioni richieste dalla legge. Trattandosi quindi di un'attestazione da riportare nell'ordinaria dichiarazione Imu, l'esenzione non dovrebbe venire meno nel caso in cui il contribuente si ravveda entro novanta giorni dalla scadenza (quindi entro il 29 settembre, essendo il 28 una domenica) presentando al Comune la dichiarazione omessa e pagando una sanzione di 5 euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA PAROLA CHIAVE Fabbricati costruiti Il concetto di «fabbricati costruiti» è contenuto nella risoluzione n. 11/E dell'11 dicembre 2013. In questo concetto l'agenzia delle Entrate ha ricompreso anche i fabbricati che sono stati acquistati dall'impresa costruttrice e sui quali la stessa ha realizzato incisivi interventi di recupero edilizio (e, segnatamente, quelli previsti dall'articolo 3, comma 1, lettere c, d ed f, del decreto del Presidente della Repubblica 380/2001) e che poi, una volta ultimati i lavori, siano rimasti invenduti e non siano stati

FINANZA LOCALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 35 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 40 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

concessi in locazione

FINANZA LOCALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 36 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 42 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato AMMINISTRATIVE Spese elettorali, rendiconti entro 45 giorni G.Tr.

I rappresentanti delle liste elettorali nei 242 Comuni con più di 15mila abitanti impegnati nelle amministrative del 25 maggio dovranno presentare alle sezioni regionali di controllo i rendiconti per attestare di non aver superato i limiti alle spese elettorali fissati dalle nuove regole sull'ex finanziamento pubblico ai partiti. Le indicazioni sono state fornite dalla sezione Autonomie della Corte dei conti nella delibera 12/2014, in cui i magistrati contabili hanno fatto il punto sugli effetti applicativi degli incroci di norme nate dalla legge 96/2012 (quella che ha ridotto il finanziamento pubblico ai partiti) e dal Dl 149/2013 (quello che l'ha abolito). I tetti si spesa sono indicati dalla legge, e dividono i Comuni in tre fasce a seconda della consistenza demografica, e prevedono sanzioni fino a 516.456 euro per chi non le rispetta. La delibera estende in via applicativa agli enti locali il termine dei 45 giorni, a partire dall'insediamento dei consigli, per presentare i rendiconti, mentre sezioni regionali e collegi di controllo avranno sei mesi di tempo per le verifiche. Con altre due delibere la sezione Autonomie ha diffuso le istruzioni per le relazioni dei Governatori sui controlli interni (delibera 9/2012) e sulle relazioni dei revisori sui preventivi 2014 delle Regioni (delibera 10/2014). © RIPRODUZIONE RISERVATA

FINANZA LOCALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 37 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 42 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Enti locali. Un testo di Mef, Funzione pubblica e Affari regionali prova a liberare i cedolini di maggio Salva-stipendi per le città Circolare per evitare il blocco delle buste paga e lo sciopero a Roma IL PROGETTO Via libera «salvo recupero» agli integrativi contestati dalle verifiche della Ragioneria e riscrittura rapida di regole e direttive Gianni Trovati

Il «salva-Roma» quater, che in realtà è ancora una volta un «salva-città», prende la forma di circolare. L'obiettivo principale è evitare il blocco della Capitale proprio nei giorni delle elezioni con il pagamento "normale" degli stipendi di maggio, ma alla partita degli integrativi giudicati fuori regola sono interessati parecchi capoluoghi: le contestazioni della Ragioneria generale - con i conseguenti rilievi di danno erariale e il rischio-recuperi a carico dei dipendenti che hanno percepito quote di stipendio illegittime - sono arrivate già a Vicenza, Firenze, Siena, Reggio Calabria e in altri Comuni. E le situazioni a rischio sono ancora di più. A Milano, per esempio, si discute del rinnovo di alcuni integrativi anche perché non sarebbero mai stati adeguati alla riforma Brunetta, il che rappresenta esattamente uno dei problemi di Roma. Il testo, che traduce in pratica l'opzione anticipata sul Sole 24 Ore di sabato, porta i timbri di tre ministeri: l'Economia, gli Affari regionali e il dipartimento della Funzione pubblica, che hanno lavorato, con la regia del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio. La circolare, in pratica, concede una sorta di moratoria sugli stipendi attuali (in modo da far partire i pagamenti ed evitare gli scioperi come quello già proclamato per lunedì prossimo dai 24mila dipendenti del Campidoglio), motivandola con «la particolare complessità» delle regole, e chiede di mettere in piedi a stretto giro un comitato ristretto per riscrivere le «norme» e le «direttive» (all'Aran) sui contratti integrativi negli enti locali. La moratoria, almeno nelle intenzioni, non si traduce in un via libera generalizzato: la circolare, nell'attesa delle nuove regole consentirebbe il pagamento degli integrativi che servono «ad assicurare lo svolgimento dei servizi necessari e indispensabili». Calata nella realtà, questa clausola fatica a trovare confini certi, perché a Roma, per esempio, la battaglia annunciata dai sindacati sembrerebbe destinata a scoppiare in ogni caso di riduzioni, anche selettive, delle buste paga. Sempre nelle intenzioni ufficiali, l'intervento non sarebbe assimilabile a una sanatoria, perché l'erogazione degli stipendi chiamata a salvare i servizi indispensabili avverrebbe «salvo recupero» successivo. Difficile, del resto, fare di più con una circolare, dal momento la Ragioneria generale, nei Comuni che ha messo sotto esame, ha contestato maxi-danni. E ha individuato indennità mai previste dai contratti nazionali, come quella per i vigili urbani che lavorano in strada, oppure meccanismi difficili da difendere perché erogati a pioggia, senza che nemmeno la presenza di provvedimenti disciplinari basti ad escludere dai "premi". Dall'altro lato, ci sono i forti rischi di tenuta di uno stop che taglierebbe anche 2-300 euro a stipendi da 1.500 euro al mese, imponendo inoltre recuperi a rate che possono durare anni. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA La querelle sugli integrativi Sul Sole 24 Ore dell'8 maggio è stato anticipato il progetto del Governo per il varo di un «salva-Roma» quater, dopo che il «ter» non è riuscito nel tentativo di evitare i problemi generati dai contratti integrativi presenti nelle città e contestati dagli ispettori della Ragioneria generale. Per le sue dimensioni, Roma ha la situazione più delicata (i sindacati avevano programmato uno sciopero per il 19), ma la questione riguarda anche altre città 01 | IL PROBLEMA Le ispezioni condotte dalla Ragioneria generale dello Stato hanno scoperto che i contratti integrativi in molte città sono fuori regola, e hanno determinato contestazioni per danno erariale a carico dei dirigenti e obbligo di recuperi a carico dei dipendenti

FINANZA LOCALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 38 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 42 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

02 | IL PRIMO TENTATIVO Nel «salva-Roma» ter, la cui legge di conversione è appena stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale, è stato introdotto un primo tentativo di sanatoria, che in realtà non risolve i problemi della maggioranza dei Comuni coinvolti 03 | IL SECONDO TENTATIVO La circolare governativa eviterebbe il blocco delle quote «variabili» di stipendio in attesa di una riscrittura delle regole da effettuare a breve I PASSAGGI L'ANTICIPAZIONE

FINANZA LOCALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 39 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 42 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Corte dei conti. I questionari sui consuntivi Sotto esame nei Comuni gli esercizi provvisori 2013 IL FENOMENO Il rinvio fino al 30 novembre dei termini per approvare i bilanci preventivi ha creato disavanzi in molte amministrazioni G.Tr.

La Corte dei conti prova a mettere ordine nella pioggia di regole che si abbatte sulla finanza locale, e mette sotto esame gli «esercizi provvisori» diffusissimi fra Comuni e Province nel 2013. Lo fa con i nuovi questionari sui bilanci consuntivi 2013 (delibera 11/2014 della sezione Autonomie), che in realtà si trasformano in una verifica dell'intera gestione dell'anno scorso dal momento che, proprio a causa della produzione normativa incessante, per la prima volta dal debutto del 2006 i questionari sui preventivi dell'anno scorso non hanno mai visto la luce. Parlare di "preventivi", nel 2013, sarebbe stato del resto audace, perché di proroga in proroga lo scorso anno il termine è slittato al 30 novembre, con undici dodicesimi dell'esercizio finanziario ormai conclusi. Proprio l'incertezza perenne che ha accompagnato i bilanci, e che sembra riproporsi anche per quest'anno a causa dei contorcimenti della Tasi, ha moltiplicato gli «esercizi provvisori», con una dinamica perversa che ha messo a rischio gli equilibri di molti enti. Con l'esercizio provvisorio, infatti, si definisce anche «gestione in dodicesimi» le amministrazioni locali possono impegnare, oltre alle spese obbligatorie, appunto fino a un dodicesimo degli stanziamenti complessivi dell' anno prima: nel 2013, però, le risorse certe a disposizione degli enti locali sono diminuite (la spending review, da sola, ha tagliato di 2,25 miliardi il fondo di solidarietà), e le possibilità di spesa parametrate a un livello di entrate non più attuale hanno potuto aprire squarci profondi nei conti degli enti (il primo capitolo del nuovo allarme-Roma è nato da lì). Sulla base di questi presupposti, la sezione Autonomie della magistratura contabile ha costruito nella nuova edizione dei questionari un'appendice inedita dedicata proprio all'esercizio provvisorio. I magistrati chiedono prima di tutto ai revisori dei conti quali misure l'amministrazione abbia adottato per la salvaguardia degli equilibri anche in assenza del preventivo, ma vanno anche nel dettaglio e per esempio impongono di indicare gli impegni di spesa più importanti che l'ente ha deciso di escludere dai limiti dell'esercizio provvisorio. La situazione, naturalmente, si complica quando l'amministrazione è entrata nel labirinto del 2013 gravata anche da disavanzi di gestione o debiti fuori bilancio relativi all'anno precedente, e anche a questi temi i questionari dedicano domande specifiche. Una seconda appendice è invece dedicata ai Comuni e alle Province che già nel 2013 hanno sperimentato la riforma della contabilità. Le domande, che chiedono ai revisori di indicare gli effetti del riaccertamento straordinario dei residui e le modalità di costituzione del fondo pluriennale vincolato, riguardano al momento solo i 61 enti (49 Comuni e 12 Province) che hanno avviato la sperimentazione nel 2013, ma già quest'anno la platea si è molto allargata e dal 2015 abbraccerà tutti gli enti locali. © RIPRODUZIONE RISERVATA

FINANZA LOCALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 40 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 43 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Bonus Irpef. Se il dovuto supera 1.500 euro a rischio l'utilizzo del credito Bonus, cartelle scadute a compensazione dubbia Luca De Stefani

La compensazione in F24 del bonus Irpef degli 80 euro per i dipendenti spiazza i sostituti d'imposta che hanno già utilizzato il plafond annuale dei 700mila euro per le compensazioni in F24 (ad esempio, con il credito Iva) ovvero quelli che hanno cartelle esattoriali scadute per 1.500 euro. Nel primo caso, dovrebbe essere chiarita dalle Entrate la non applicazione del limite per il bonus dipendenti (si veda il Sole 24 Ore del 9 maggio 2014), mentre nel secondo è a rischio l'utilizzo del credito degli 80 euro per compensare le vecchie cartelle, perché il decreto Renzi consente solo la compensazione di debiti per «ritenute» o «contributi previdenziali dovuti per il medesimo periodo di paga». Il credito d'imposta degli 80 euro mensili per i lavoratori dipendenti e assimilati, in vigore per ora solo per il 2014, va erogato dal sostituto a partire dalle retribuzioni erogate a maggio 2014 (giugno, se vi sono problemi esclusivamente tecnici). La norma prevede che il sostituto utilizzi questo credito, fino a capienza, per non pagare «l'ammontare complessivo delle ritenute disponibile in ciascun periodo di paga» (ritenute Irpef, addizionali regionale e comunale, ritenute per l'imposta sostitutiva sui premi di produttività o per il contributo di solidarietà) e, «per la differenza, i contributi previdenziali dovuti per il medesimo periodo di paga» (articolo 1, comma 5, Dl 66/14). Non è consentito, quindi, utilizzare il credito per non pagare i premi Inail o le imposte diverse dalle ritenute, come l'Irap, l'Ires, le imposte sostitutive, l'Imu. Inoltre, nella norma non si parla di compensazione in F24, anche se la risoluzione 7 maggio 2014, n. 48/E, «al fine di consentire ai sostituti d'imposta il recupero delle somme erogate» ha istituito il codice tributo 1655 da utilizzare nel modello unificato. Nonostante la poca aderenza con il dettato normativo, quindi, la compensazione esterna in F24 sembra obbligatoria (com'è accaduto in altre occasioni, articolo 44, Dl 159/ 2007 e risoluzione 1/E/2008). Dovrebbe essere chiarito, però, se il passaggio obbligatorio in F24 (prima scadenza il 16 giugno 2014), consentirà di compensare anche debiti diversi dalle "ritenute" o dai "contributi previdenziali", ampliando così i limiti della norma agevolativa Il decreto, poi, limita i debiti compensabili solo a quelli «dovuti per il medesimo periodo di paga», cioè per lo stesso mese e non lo stesso anno, in quanto il «primo periodo di paga utile» è il mese di maggio 2014 e non l'anno 2014 (circolare 28 aprile 2014, n. 8/, paragrafo 2). Va chiarito, quindi, se con il passaggio obbligatorio dalla compensazione interna a quella con F24 la regola del recupero con i debiti dello stesso mese sia stata superata, almeno per la prassi, consentendo quindi di riportare in avanti il credito d'imposta non utilizzato nel mese. Questo problema d'incapienza con le ritenute da versare si avrà soprattutto con le buste paga di luglio, dove già i rimborsi Irpef dei 730 potrebbero, da soli, azzerare l'Irpef che il sostituto deve versare per i dipendenti. Se, poi, questi sono apprendisti, con contributi bassi, si rischia di non poter recuperare il credito. Anche se le Entrate dovessero dire che i debiti compensabili non sono solo quelli «dovuti per il medesimo periodo di paga», dovrebbero anche confermare che al credito degli 80 euro non si applica il limite annuale dei 700mila euro di compensazioni in F24. Il problema non è tanto quello di raggiungere da maggio a dicembre 2014 questo limite con le sole compensazioni degli 80 euro per dipendente (ci vorrebbero 1.094 dipendenti), ma quello di aver già compensato un altro credito in F24 per questa cifra, come spesso accade per molti esportatori abituali, che accumulano ingenti crediti Iva e ogni anno superano questo limite. Infine, dovrà essere risolto il problema dei sostituti che hanno debiti scaduti e «iscritti a ruolo per imposte erariali e relativi accessori», in quanto per questi soggetti non è possibile la compensazione in F24 di crediti per imposte erariali (Irpef compresa) prima del pagamento delle suddette cartelle esattoriali. Si auspica che venga concessa la possibilità di utilizzare il credito degli 80 euro per effettuare queste compensazioni, seppur di debiti diversi dalle «ritenute» e dai «contributi previdenziali» e nonostante si tratti di debiti non relativi al «medesimo periodo di paga», ma siano sorti in precedenza.

FINANZA LOCALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 41 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 43 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

© RIPRODUZIONE RISERVATA Le criticità 01|IL LIMITE A decorrere dall'1 gennaio 2014 il limite massimo dei crediti di imposta e dei contributi compensabili, per ciascun anno solare, in F24 (o rimborsabili in conto fiscale, tramite la procedura semplificata), è di 700mila euro (516.456,90 euro dal 1º gennaio 2001 al 31 dicembre 2013). L'eccedenza può essere chiesta a rimborso con la procedura ordinaria (non con quella semplificata), ovvero può essere portata in compensazione nell'anno solare successivo. 02|TETTO MASSIMO Dall'1 gennaio 2011 è vietata la compensazione di crediti relativi a imposte erariali, in presenza di debiti «iscritti a ruolo per imposte erariali e relativi accessori« di ammontare superiore a 1.500 euro e «per i quali è scaduto il termine di pagamento», cioè dopo 60 giorni dalla notifica della cartella

FINANZA LOCALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 42 13/05/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 26 (diffusione:556325, tiratura:710716) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato L'INTERVISTA/ UGO ROSSI, PRESIDENTE DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO "Reddito minimo, Renzi prenda esempio da noi" ROBERTO MANIA

ROMA. «Il presidente Renzi faccia come noi: introduca un reddito minimo di garanzia contro la povertà. L'Italia non può, essere insieme alla Grecia, il solo Paese europeo a non avere un istituto di questo tipo». Ugo Rossi è il presidente della Provincia autonoma di Trento dove dal 2009 esiste un reddito di garanzia per ridurre le aree del disagio sociale.È l'unico caso in Italia. Potrebbe essere un modello da copiare su scala nazionale. Tanto che proprio ieri il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha detto che in futuro la garanzia di un reddito minimo dovrà essere presa in considerazione. Qual è il bilancio di applicazione del reddito minimo? «Il reddito di garanzia è stato utilizzato da circa il 3,5% delle famiglie trentine (circa 7 mila famiglie) e ha consentito di dimezzare il tasso di povertà». Quali sono i requisiti necessari? «Ne hanno diritto coloro che non arrivano a un determinato livello di reddito annuale in relazione alla composizione del nucleo familiare. Per esempio: ad una famiglia composta dai genitori e un figlio si garantisce un reddito minimo di 7.600 (950 euro al massimo per otto mesi all'anno)». Nella concessione dell'assegno tenete conto anche del patrimonio delle famiglie? «Nella valutazione della condizione si tiene conto del patrimonio, del reddito al netto delle imposte, delle spese mediche, degli eventuali interessi passivi sul mutuo ma anche dei consumi. Verifichiamo il possesso dell'auto, le dimensioni dell'abitazione, l'ammontare dell'affitto per verificare i consumi incompatibili con uno stato di indigenza». Per quanto tempo viene erogato l'assegno? «Per quattro mesi e può essere rinnovato per non più di tre volte in due anni. Ma c'è un vincolo importante: chi riceve l'integrazione al redditoè obbligato ad accettare qualunque offerta di lavoro. Perché l'obiettivo è quello di evitare che una situazione di povertà possa aggravarsi e non quello di erogare un assegno vita natural durante. Se non si interviene in tempo nelle situazione di disagio, queste rischiano poi di degenerare. E alla fine sono processi che costano di più, proprio in termini finanziari, alla comunità». Chi sonoi destinatari? Le famiglie di immigrati? Le famiglie più giovani? «Intanto per averne diritto si deve essere residenti nella provincia da almeno tre anni in maniera consecutiva. C'è una prevalenza di famiglie giovani. Direi, infine, che per metà sono famiglie trentine e per l'altra metà famiglie di immigrati da paesi dell'est Europa, dalla e dal Marocco». Quanto costa alla Provincia il reddito di garanzia? «La spesa annua è di circa 21 milioni di euro l'anno. Sono interamente a carico della Provincia e dunque sono risorse che arrivano totalmente dal pagamento delle tasse dei trentini e non dai trasferimenti dallo Stato centrale. Non utilizziamo soldi "nazionali"». Foto: Con questa misura abbiamo dimezzato nella nostra provincia il tasso di povertà

FINANZA LOCALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 43 13/05/2014 La Repubblica - Roma Pag. 8 (diffusione:556325, tiratura:710716) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato La stangata fiscale Supertasse sulle imprese fra Tasi, Tari e Imu rincari anche del 300% Il Campidoglio applica l'aliquota massima consentita su negozi, attività artigianali e capannoni industriali DANIELE AUTIERI

IL DIFFICILE rebus della tassa sugli immobili che mette insieme Tasi (l'imposta sui servizi indivisibili pagata dai proprietari e dagli inquilini degli immobili in affitto), Tari (tassa sui rifiuti) e Imu (imposta sulla proprietà) offre una sola certezza: il conto finale sarà salatissimo, soprattutto per le attività commerciali. Saranno negozi, artigiani e capannoni a dover sostenere la maggior parte del peso finanziario del nuovo mix di tasse che, senza tagliare le detrazioni previste sulla prima casa, deve comunque garantire al Campidoglio le entrate necessarie per far quadrare il bilancio. E proprio il Comune di Roma ha deliberato in Giunta che l'aliquota su cui calcolare Tasi e Imu sarà la massima prevista dal ministero dell'Economia, quindi 2,5 per mille sulle prime case e 11,4 sulle seconde e, ovviamente, sulle attività commerciali. Nell'attesa che l'Assemblea capitolina ratifichi il provvedimento contenuto nel SalvaRoma (passaggio che dovrebbe concludersi entro la fine di maggio), Repubblica ha calcolato, con il supporto dell'ufficio studi della Cna, il peso della nuova tassazione per le imprese. Considerando Imu e Tasi insieme, una carrozzeria di 3.500 metri quadri sarà chiamata a pagare rispetto al 2013 l'11% in più, da 33.280 a 33.734 euro. Un laboratorio artigiano di 361 metri quadri dovrà invece versare circa 400 euro in più, da 6.208 a 6.677 euro, mentre un negozio di 40 metri quadri pagherà nel 2014 739 euro contro i 688 del 2013. In tutti i casi gli aumenti sono nell'ordine dell'11% rispetto all'esercizio precedente, ma il conto presentato alle attività commerciali diventa un salasso se paragonato a quello che accadeva ancora nel 2011 con la vecchia Ici. Nel giro di tre anni (2011-2014) la solita carrozzeria di 3.500 metri quadri ha infatti assistitoa un boom della tassa del 247%, mentre sia per il laboratorio artigiano che per il negozio l'aumento è stato ancora più pesante e pari al 300,9%. Rincari pesantissimi che sono intervenuti proprio nel momento di maggiore debolezza economica per le aziende romane, molte delle quali hanno trovato grosse difficoltà a rimanere a galla. «Con questo nuovo balzello - attacca oggi il presidente della Cna di Roma, Erico Colombi - si massacrano le attività produttive. Così facendo si tolgono risorse agli investimenti, allo sviluppo e all'occupazione, per pagare i costi dell'inefficienza delle pubbliche amministrazioni». Ed ecco la proposta della Cna per tutelare le realtà imprenditoriali più a rischio. «Chiediamo- spiega Colombi- che sui laboratori di proprietà di chi vi esercita l'attività venga applicata la stessa aliquota prevista sulla prima casa». Proprio questa rimane la grande distanza tra il proprietario di casa e quello di un immobile adibito ad attività commerciale. Mentre il Campidoglio sembra intenzionato a confermare le detrazioni previste per i proprietari di prima casa e quindi l'esenzione quasi totale dall'Imu, questa garanzia non esiste nelle attività commerciali ai quali spetta invece l'aliquota più elevata. «Per noi - commenta Massimo Marciano, titolare di un capannone industriale nell'area di Ostiense - è veramente difficile andare avanti. La nostra è un'attività logistica, di stoccaggio e trasporto merci, e quindi abbiamo bisogno di grandi spazi. Ma con la crisi economica e gli affari in calo, a stento riusciamo a coprire le spese e le tasse sulla gestione del capannone. E senza la struttura la nostra attività muore». Tutto questo in un panorama di grande confusione legislativa perché, sebbene la prima rata dovrà essere saldata entro il 16 giugno, ancora manca l'approvazione dell'Assemblea capitolina. Se questa non dovesse arrivare entro i termini previsti, la legge di Stabilità prevede che si versi intanto il 50% dell'aliquota base per poi saldare il resto una volta arrivata l'approvazione definita del Campidoglio. Un'incertezza che rende ancora più penosa l'attesa per le migliaia di commercianti e artigiani che temono l'arrivo della nuova tassa. © RIPRODUZIONE RISERVATA I RINCARI RISPETTO ALLAVECCHIA ICI L'AUMENTO DELLE TASSE A ROMA FONTE: UFFICIO STUDI CNA AZIENDE LAZIO PER CLASSI DIMENSIONALI FONTE: UNIONCAMERE LAZIO CENSIS

FINANZA LOCALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 44 13/05/2014 La Repubblica - Roma Pag. 8 (diffusione:556325, tiratura:710716) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Foto: IL SINDACO Il sindaco di Roma, Ignazio Marino: applica le aliquote massime sulle tasse per le imprese

FINANZA LOCALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 45 13/05/2014 La Repubblica - Roma Pag. 9 (diffusione:556325, tiratura:710716) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Caserme, palazzi, magazzini, locali via al piano vendite del Demanio Si parte con i beni di valore inferiore ai 400mila euro di proprietà dell'Agenzia Con le tranche dei prossimi anni si arriverà a 1300 beni immobiliari per 450 milioni Una serie di proprietà da cedere anche in provincia, da Trevignano a Pescorocchiano (Rieti) SALVATORE GIUFFRIDA

PARTE il piano dismissioni del patrimonio immobiliare demaniale nel Lazio. Caserme, palazzi, locali, magazzini, beni patrimoniali dello stato centrale, gestiti dall'Agenzia del Demanio e da non confondere con i beni di proprietà degli enti locali come scuole ed edifici vari, o gli immobili di enti pubblici come l'Inps o l'Inail. E neanche con il demanio militare, portuale e aeroportuale, gli immobili all'estero e i beni amministrati dal ministero dei beni culturali: l'Agenzia diretta da Stefano Scalera ne rappresenta la proprietà ma è esclusa dalla gestione. Il piano di dismissione nel Lazio appena avviato comprende solo i beni gestiti dall'Agenzia. Si parte dai beni immobiliari dal valore stimato inferiore ai 400mila euro: nei giorni scorsi sono stati pubblicati i bandi che riguardano 12 lotti tra Roma, Latina e Rieti. La vendita, gestita dalla direzione centrale del patrimonio alla guida di Paolo Maranca, avverrà su base d'asta e la scadenza per presentare domanda è il 14 maggio. Le buste saranno aperte il giorno dopo in seduta pubblica. Il patrimonio da privatizzare comprende un discreto numero di appartamenti, ad esempio uno di 94 metri quadrati in via Cappellini vicino Termini dal valore di 355mila euro, uno in zona Capannelle di 87 mq (213mila euro), uno a Tivoli in piazza del Plebiscito, uno a Ferentino, due al centro di Latina. In vendita non sono solo appartamenti: c'è un terreno a Tor San Lorenzo di 940 metri quadrati valutato 70.800 euro e un magazzino al centro di Trevignano Romano dal prezzo di base di 32mila euro. Saranno venduti poi due locali commerciali in via dei Banchi Vecchi, uno in zona Colli Albani, un altro attualmente adibito a deposito nel quartiere Trieste. Infine sarà privatizzata metà di Palazzo Antoninia Pescorocchiano, in provincia di Rieti, edificio di rilevanza storica. I beni inferiori a 400mila euro da mettere sul mercato sono oltre 400, per un valore complessivo di 9 milioni. Questa tranche è solo l'inizio. Toccherà poi ai beni superiori a 400mila euro, che saranno venduti non con prezzo a base d'asta ma a offerta libera. Sono 45 gli immobili da privatizzare nel 2014. In tutto i beni demaniali disponibili alla vendita nel Lazio sono 1300, per un totale di circa 450 milioni. Includendo gli immobili occupati per uso governativo, il patrimonio gestito dall'Agenzia nel Lazio è di 15,5 miliardi, mentre a livello nazionale è di 58,5 miliardi. Oltre a tutto questo a fine 2013 l'Agenzia ha ultimato la vendita alla Cassa depositi e Prestiti di 33 immobili in tutta Italia, in base al piano di dismissioni per 500 milioni, di cui 320 dal Demanio e il resto da enti locali, voluto dalla legge di stabilità. A Roma gli edifici venduti con questa operazione sono il palazzo degli Esami e il complesso di via Guido Reni. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL PATRIMONIO DEL DEMIANO FONTE: AGENZIA DEL DEMIANO LE DATE Oggi UNICREDIT Convegno su "Stabilità e sviluppo in Europa". Interviene il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli (foto in basso ). Ore 15,30, piazza del Gesù 49. Oggi UNICREDIT Presentazione del Rapporto immobiliare residenziale di Abi e Agenzia delle Entrate con il direttore dell'Abi, Giovanni Sabatini (ore 10,15, via di Santo Stefano del Cacco, 1). Oggi UNICREDIT Forum Nord Africa e Emirati Arabi, in collaborazione con Network Globale, Agenzia per l'internazionalizzazio ne, P&A Legal e Diacron. Ore 9,30, Camera di Commercio di Roma. Domani AGRINSIEME Convegno organizzato dalla Confagricoltura e dalle Cooperative agricole sul tema "Proposte per l'Europa" (ore 11,30, corso Vittorio Emanuele II, 101). Lunedì EDILIZIA Presentazione della periodica analisi congiunturale sull'edilizia romana con il presidente della Cna, Erino Colombi (foto sotto ), e il direttore Ater Roma Claudio Rosi (ore 11, v.le G. Massaia 31).

FINANZA LOCALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 46 13/05/2014 La Repubblica - Roma Pag. 9 (diffusione:556325, tiratura:710716) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Lunedì ELEZIONI EUROPEE Incontro "L'Europa delle persone" su integrazione, mobilità e trasparenza, con Goffredo Bettini (ore 16, Roma Scout Center, largo dello Scoutismo 1).

FINANZA LOCALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 47 13/05/2014 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 8 (diffusione:105812, tiratura:151233) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Debiti Pa, ritardi ancora a 170 giorni. Scontro Tajani-Mef

Roma. Nonostante gli sforzi per rientrare da buona parte dei debiti accumulati in questi ultimi anni, nel 2013 la pubblica amministrazione italiana ha pagato i suoi fornitori mediamente dopo 170 giorni: 10 giorni in meno rispetto al 2012. Lo rileva la Cgia di Mestre, aggiungendo che la Pa italiana è quella che ha realizzato lo sforzo maggiore ma continua a essere la peggiore pagatrice d'Europa. Anche la Grecia, sottolinea l'indagine della Cgia, salda i propri debiti in tempi più brevi, mediamente dopo 159 giorni. La media Ue, invece, si attesta sui 61 giorni: 60 in Francia, 41 nel Regno Unito e 36 in Germania. Un dato non certo positivo in previsione del fatto che, all'indomani delle elezioni europee, scatterà la procedura di infrazione contro il nostro Paese a seguito dei forti ritardi nei pagamenti da parte della Pa. Ieri il vice presidente della commissione Ue, Antonio Tajani, ha confermato che «l'apertura della procedura è inevitabile» e che dopo il voto partirà la lettera di messa in mora. Tajani ha messo sotto accusa il ministero dell'Economia: «È evidente e chiara la volontà di non pagare: il Mef non vuole pagare i debiti della pubblica amministrazione ed è stato impedito anche a Matteo Renzi di mantenere la promessa fatta nel primo discorso pubblico. Gli è stato impedito - ha spiegato - di fare un decreto e quindi è stato fatto un disegno di legge perché manca la volontà politica». Accuse seccamente respinte dal ministero: «Il governo è intervenuto d'urgenza sull'intera materia dei debiti della Pubblica amministrazione e con il decreto legge 66 ha varato tutte le norme utili per accelerare il pagamento degli arretrati ed impedire che si formi un nuovo stock di debito». Foto: Antonio Tajani Foto: (LaPresse)

FINANZA LOCALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 48 13/05/2014 Il Tempo - Ed. nazionale Pag. 13 (diffusione:50651, tiratura:76264) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Immobili Le aliquote per Roma devono ancora essere approvate dall'Assemblea Tasi, caos per la scadenza di giugno Laura Della Pasqua [email protected]

È caos per il versamento della Tasi la nuova imposta sui servizi indivisibili a carico dei proprietari e degli inquilini di appartamenti in affitto. Manca circa un mese dalla scadenza del pagamento fissato per metà giugno e solo 900 municipi su 8 mila hanno individuato aliquota e detrazioni. Dal momento che la legge affida ampia discrezionalità ai Comuni, c'è il rischio che vi siano 75 mila Tasi diverse. Peraltro nell'approvazione del decreto Salva Roma non è passato l'emendamento che prevedeva un controllo sulla corrispondenza tra aumento dell'aliquota e introduzione delle detrazioni. Ricapitoliamo come si articola la nuova imposta. La Tasi si paga in due rate: entro il 16 giugno e entro il 16 dicembre. Molti comuni però non hanno ancora fissato l'aliquota; non hanno deliberato la possibilità di aumentare l'aliquota base dello 0,8 per mille. Per Roma la decisione c'è maper renderla operativa deve essere approvata dall'Assemblea che si riunirà presumibilmente dopo le europee, per il varo del bilancio previsionale 2014. L'aliquota è stata fissata al 2,5 per mille per le prime case mentre per le seconde è all'11,4 per mille (0,8 in più rispetto alla vecchia Imu che era al 10,6). La differenza dovrebbe essere destinata a coprire le detrazioni. Cosa succederà se l'Assemblea dovesse riunirsi dopo la scadenza del 16 giugno? La legge di Stabilità stabilisce che in assenza di delibera comunale si paga il 50% dell'aliquota base pari all'1 per mille. Il resto si pagherà a dicembre. Il problema si pone per gli inquilini di case in affitto. La quota della Tasi per loro è compresa tra il 10% e il 30%. E questa decisione la devono prendere i Comuni.

FINANZA LOCALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 49 13/05/2014 ItaliaOggi Pag. 21 (diffusione:88538, tiratura:156000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Il calcolo della Tari attende l'allineamento dati Matteo Barbero

L'obbligo di utilizzare le superfi ci catastali per il calcolo della Tari relativa alle unità immobiliari a destinazione ordinaria scatterà solo a decorrere dal 1° gennaio successivo alla data di emanazione del provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate che attesterà il completamento del lavoro di allineamento dei dati catastali con quelli toponomastici. Lo ha disposto l'art. 2 del dl 16/2014 (convertito dalla legge 68/2014), modifi cando la formulazione dell'art, 1, comma 645, della legge 147/2013. Anche la nuova tassa rifi uti, infatti, come già la Tares in vigore lo scorso anno, si applica con modalità differenziate, rispettivamente, per le unità immobiliari a destinazione e per quelle a destinazione speciale. Per queste ultime (che sono quelle incluse nelle categorie catastali D ed E), la superfi cie imponibile è a regime quella calpestabile. Viceversa, per le unità a destinazione ordinaria (cui corrispondono le categorie catastali A, B e C) sono previsti un regime transitorio e uno permanente. In via transitoria, si utilizzano le superfi ci calpestabili, ma non appena sarà completato l'allineamento dei dati catastali e toponomastici, si dovranno utilizzare quelle catastali, nella misura forfettaria dell'80%. Il testo iniziale della legge di stabilità 2014 aveva posto alcuni dubbi sulla decorrenza del criterio basato sulla superfi cie catastale, che ora sono stati risolti dall'art. 2 del dl 16: esso scatterà solo dal 1° gennaio successivo al momento in cui l'Agenzia delle entrate avrà attestato il completamento del predetto lavoro di allineamento. A tal fi ne, si utilizza il portale Sister gestito dall'Agenzia: attraverso tale piattaforma, vengono forniti i dati relativi a ciascuna unità immobiliare, con quantificazione della superficie catastale determinata ai sensi del dpr 138/1998. I comuni dovranno però porre particolare attenzione ai dati resi disponibili tramite detto Portale: da una parte vengono forniti i dati Tares, dall'altra quelli Tarsu. Con una importante differenza: i primi contengono «tutte» le superfi ci dell'unità immobiliare, calcolate secondo i dettami del citato dpr 138/1998, i secondi le superfi ci che partono dal calcolo dello stesso decreto, ma che seguono le istruzioni della determinazione emessa dall'Agenzia del territorio nell'agosto del 2005. La differenza sta nelle superfi ci scoperte pertinenziali delle abitazioni, escluse dal calcolo delle superfi cie catastali fornite ai fi ni Tarsu. Pertanto, le superfi ci dei dati metrici ai fi ni Tares sono al lordo delle superfi ci scoperte pertinenziali, mentre le superfi ci dei dati metrici ai fi ni Tarsu sono al netto delle superfi ci scoperte pertinenziali. Nella sezione del Portale dedicata ai dati Tares, è stata inserita, inoltre, la procedura con la quale i comuni che evidenziano discordanze rispetto ai dati in proprio possesso, possono inviare all'Agenzia le proprie informazioni, fi nalizzate appunto al corretto allineamento dei dati tra i due enti.

FINANZA LOCALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 50 13/05/2014 La Padania - Ed. nazionale Pag. 9 (tiratura:70000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Debiti PA, Tajani preannuncia procedura d'infrazi one

E«inevitabile» l'avvio della procedura di infrazione nei confronti dell'Italia sull'attuazione della direttiva europea in vigore dal 1 gennaio 2013 in materia di ritardi dei pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione. Ad annunciarlo è stato il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Taj ani, riferendo che la decisione verrà assunta dopo le elezioni europee. «Il 5 maggio scorso - ha spiegato Taj ani intervenendo ad un confronto organizzato dall'Ance sul ruolo del settore delle costruzioni in Europa - si è svolto un incontro con il governo italiano e, come mi è stato riferito, non è andata bene. Pertanto al mio ritorno poiché ora sono sospeso si avrà una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia perché è inammissibile che la risposta che viene data sia sempre al stessa e perché è evidente la volontà di non pagare». «In Italia - ha detto Taj ani - i burocrati hanno fatto di tutto per non applicare la direttiva. Il ministero dell'Economia non vuole pagare i debiti della Pa. e allo stesso premier Renzi è stato impedito di mantenere fede alla promessa fatta nella sua prima uscita pubblica, cioè quella di emanare un decreto, ed è stato fatto soltanto un disegno di legge». «La direttiva Ue va rispettata e - ha ammonito Taj ani non ci può essere la scusa del patto di stabilità interno».

FINANZA LOCALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 51

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE

30 articoli 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 1 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

I CONTROLLI DEL FISCO SUL TENORE DI VITA Case, auto, polizze: ecco la lettera del redditometro Rosanna Acierno Giovanni Parente

«Gentile contribuente...». Comincia così la lettera che molti stanno ricevendo in questi giorni dall'agenzia delle Entrate. È la lettera che - dopo i tanti annunci e successivi rinvii - fa entrare nel vivo l'operazione "nuovo redditometro". Tecnicamente è un «invito al contraddittorio», dove il Fisco chiede al contribuente di giustificare la differenza tra il reddito dichiarato e le spese sostenute. Spese tutte elencate in un allegato alla lettera. È così che case, auto, polizze e spese per consumi finiscono sotto osservazione. Acierno, Deotto e Parente u pagina 5 La difesa dal nuovo redditometro comincia già dalla lettera del Fisco. Gli inviti al contraddittorio, che stanno arrivando in questi giorni e che riguarderanno 20mila contribuenti per il 2014 (si veda «Il Sole 24 Ore» di domenica), offrono già lo spazio per replicare alle spese messe in fila dagli uffici dell'agenzia delle Entrate per ricostruire il reddito e verificarne lo scostamento rispetto a quello dichiarato. Per ogni tipologia di esborso (da quella per l'abitazione ai trasporti) di fianco alle colonne delle «spese certe» (i valori che risultano dall'Anagrafe tributaria) e per «elementi certi» (connesse alla disponibilità di beni risultanti da Anagrafe, come per esempio una casa o un'automobile), il soggetto raggiunto dall'invito può appuntare quali sono, invece, gli importi che ritiene ed è in grado di dimostrare di aver effettivamente speso. Ma facciamo un passo indietro. La lettera vera e propria riporta le indicazioni di massima al contribuente, tra cui il giorno e l'ora in cui presentarsi all'appuntamento con l'agenzia delle Entrate con la possibilità di fissare un'altra data ma comunicandolo ai recapiti indicati entro i 15 giorni successivi dal ricevimento della missiva. C'è però una seconda parte rappresentata dagli allegati, ossia il core dell'invito al contraddittorio. Il Fisco, infatti, riporta il reddito dichiarato dal contribuente e dal nucleo familiare e indica tutte le spese e gli investimenti con cui ha ricostruito il suo reddito. Oltre ai campi per gli appunti alle singole spese, l'allegato consente anche di indicare i dati finanziari: saldi iniziali e finali di conti correnti e dei conti titoli così come risultano dagli estratti conto. Un'informazione che potrebbe risultare importante a partire dal primo incontro con l'ufficio delle Entrate per spiegare di essere in regola e quindi evitare di andare all'accertamento vero e proprio. Le disponibilità sul conto corrente potrebbero, infatti, spiegare le spese per incrementi patrimoniali. Da una delle lettere realmente inviate che «Il Sole 24 Ore» ha avuto il modo di consultare e che viene riproposta a lato con valori arrotondati per garantire la non individuabilità del contribuente, risulta come il «peso» degli investimenti possa determinare uno scostamento molto notevole (superiore di oltre tre volte) rispetto al reddito dichiarato. Questo è sicuramente in linea con la sensazione che sarebbero stati considerati casi ben oltre la soglia di tolleranza del 20% rispetto a quanto indicato in Unico, ma è anche l'effetto della modifica normativa del nuovo redditometro. A differenza del passato, infatti, lo strumento attuale non "spalma" più gli investimenti su cinque anni (quello di sostenimento e i quattro precedenti) ma li carica solo nell'anno in cui le spese vengono effettuate. Naturalmente potrebbe trattarsi di un caso particolare, ma va comunque ricordato che l'incremento - come indicato nel Dm Economia del 24 dicembre 2012 - va considerato al netto dei disinvestimenti nell'anno e nei quattro precedenti e del totale dell'eventuale mutuo contratto. Non mancano, però, margini per dimostrare l'eventuale regolarità fin dal primo incontro. Spesso il prezzo indicato nell'atto di acquisto di un immobile non corrisponde alla spesa effettivamente sostenuta nell'anno di acquisto dell'immobile. Può accadere, infatti, che nel contratto preliminare di acquisto il contribuente abbia versato parte dell'importo contestato dall'ufficio. Inoltre, si potrebbero far valere eventuali disinvestimenti patrimoniali (immobiliari e/o finanziari) fatti nell'anno e nei quattro anni precedenti, attraverso l'esibizione delle distinte bancarie da cui si evince l'accredito delle somme disinvestite. Una volta giustificata anche se in parte

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 53 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 1 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

la spesa contestata per l'acquisto dell'immobile, occorrerà poi verificare se permane sempre lo scostamento del 20% tra il maggior reddito sinteticamente accertabile e il reddito dichiarato. Se il divario rimanesse, si potrebbe dimostrare che il finanziamento della spesa o la capacità contributiva desunta dal redditometro derivano da risparmi di annualità precedenti, redditi esenti (come borse di studio), redditi assoggetti a tassazione alla fonte con ritenuta, o ancora che le spese sono state sostenute in virtù di smobilizzi patrimoniali come la vendita di un immobile. Ma la spesa potrebbe anche essere stata sostenuta da terzi. Però bisogna dimostrarlo. Un'indicazione viene dalla giurisprudenza. Diventa utile aver conservato e quindi presentare copia degli assegni circolari emessi a favore dei venditori e gli estratti conto intestati a chi ha effettuato la spesa. Da questo si può trarre anche un insegnamento per il futuro: come ulteriore cautela è consigliabile che da ora in poi venga evidenziato nell'atto di compravendita se l'immobile è stato acquistato grazie alle dazioni di denaro di terzi, in genere familiari. © RIPRODUZIONE RISERVATA 1Reddito dichiarato dal contribuente: 90.000 1Reddito familiare dichiarato: 150.000 LE SPESE Abitazione e altri immobili Acqua e condominio Manutenzione ordinaria Totale Combustibili ed energia Gas Sanità Medicinali e visite mediche Trasporti Assicurazione Rc auto Bollo Pezzi di ricambio, olio e lubrificanti, carburanti, manutenzione e riparazione Totale Istruzione Libri e tasse scolastiche, rette e simili Altri beni e servizi Assic. danni, infortuni e malattia Contributi previdenziali obbligatori Totale Totale complessivo GLI INVESTIMENTI Contributi previdenziali volontari Importo Immobili Valore dichiarato in base agli atti del registro Totale complessivo IL REDDITO RICOSTRUITO Spese certe Spese per elementi certi Investimenti TOTALECOMPLESSIVO L'esempio - Reddito dichiarato dal contribuente: 90.000 Reddito familiare dichiarato: 150.000 UN CASO CONCRETO L'esempio qui sotto ricalca il caso di una lettera del nuovo redditometro. Il contribuente ha più immobili (sia in comproprietà che al 100%, alcuni a disposizione e altri no) e un'auto. Nell'anno considerato ha acquistato un immobile e l'incremento patrimoniale determina uno scostamento di oltre tre volte rispetto al reddito dichiarato. I valori sono riportati in euro e sono stati arrotondati per garantire la non riconoscibilità 20 mila I controlli programmati Le lettere del nuovo redditometro che saranno inviate nel 2014

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 54 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 1 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato IL SEMESTRE ITALIANO Il coraggio di idee forti per il rilancio dell'Unione Alberto Quadrio Curzio

Le elezioni europee sono imminenti e tra poco più di un mese inizia il semestre di presidenza italiana del Consiglio europeo. Sono due appuntamenti che segneranno i 5 anni di durata delle istituzioni europee le cui cariche vengono rinnovate. L'Italia dovrebbe fare delle proposte forti per lasciare un segno politico ed economico di coraggio della sua presidenza. Se il coraggio non avrà effetti subito, sarà tuttavia meglio di una routine che la tecnocrazia di Bruxelles può benissimo gestire. La storia europea mostra tanti casi di coraggio che hanno avuto successo perché la loro razionale visione ha prevalso sul realismo immobilista. Consideriamo alcuni passaggi di questa proposta. Le elezioni europee. Non crediamo che porteranno a un Parlamento bloccato dagli antieuropeisti perché i due grandi partiti su cui la Ue è costruita sono molto forti e, se necessario, sapranno trovare quell'accordo "alla tedesca" per governare l'Europa. I due candidati alla presidenza della Commissione - Martin Schulz per i socialisti (Pse) e Jean-Claude Juncker per i popolari (Ppe) - sono dei seri europeisti con grande esperienza e potranno avere un ruolo determinante anche per la presidenza semestrale italiana. Il prossimo quinquennio non potrà però essere una replica del precedente, nel quale la sostanziale passività della Commissione europea e il dogma del rigore fiscale hanno bloccato la crescita portando la disoccupazione a livelli record in Europa. È stata una scelta sbagliata su cui è inutile adesso recriminare perché ciò che importa è cambiare. Sia nella Ue che nella Uem. Le istituzioni europee. La necessità di una riconfigurazione della Ue è chiara. Va rilanciato l'ideale di unità nella diversità per un semi-federalismo della sussidiarietà dove popoli e Stati si complementino, dove le istituzioni comunitarie (Commissione e Parlamento) e quelle intergovernative (Consiglio e Consigli) si ripartiscano meglio i livelli di governo. Dal 1992 sono stati varati 4 Trattati (Maastricht, Amsterdam, Nizza, Lisbona) con un ciclo medio di 5 anni. L'Italia dovrebbe proporre adesso una revisione per chiarire(almeno) molte ambiguità del Trattato di Lisbona e per rilanciare la "Carta dei diritti fondamentali" della Ue, varata nel 2000 quando Prodi era presidente della Commissione, che non è stata poi adeguatamente valorizzata per rafforzare l'identità europea. Poiché il Trattato di Lisbona, in vigore dal 1° dicembre 2009, prevede anche la "Convenzione" per avviare le procedure di modifica dei Trattati, è giunto il momento di usarla almeno per rafforzare valori e principi su cui è stata fondata l'Europa, tra i quali spiccano la solidarietà per lo sviluppo fatto di crescita e occupazione. Lo esige innanzitutto la disoccupazione totale Ue all'11% (pari a 26,4 milioni) e quella giovanile al 23,4% (pari a 5,6 milioni), aggravata dai giovani rinunciatari (Neet) ormai a 7,3 milioni, pari al 13% della popolazione tra i 15 e i 25 anni. L'economia europea. La disoccupazione impone di rilanciare subito la crescita usando gli strumenti di politica economica disponibili. Si tratta del Qfp (quadro finanziario pluriennale) che pianifica l'impiego di 960 miliardi ripartiti su 7 anni (2014-2020) e su 4 filiere di spesa (più una quinta per l'amministrazione). Per la prima volta questo Qfp, soprattutto per merito di Schulz in quanto presidente del Parlamento europeo, contiene importanti innovazioni. E cioè: una clausola di revisione dopo due anni (cioè nel 2016) con una prospettiva di allineamento ai 5 anni dei cicli istituzionali europei; una clausola di flessibilità tra capitoli di spesa; l'istituzione di un gruppo di lavoro (pro tempore presieduto da Mario Monti) per riconsiderare gli accordi sulle fonti di finanziamento del Qfp. Usando queste clausole va accelerato ed eventualmente riorientato l'uso delle risorse in investimenti comunitari secondo i progetti di Europa 2020 e quelli delle Ten (Trans-European Networks) in energia, trasporti, infotelematica per costruire l'unione di economia reale, non bastando il mercato interno fatto solo di regole. L'eurozona. Suo compito è quello di completare il ruolo della Bce (che ha limiti statutari pur flessibilmente interpretati da che tuttavia non può continuare a fare miracoli) per rilanciare la crescita. Questo

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 55 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 1 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

può essere fatto usando il Fondo Esm (che ha soccorso Spagna e Cipro, mentre l'Efsf lo ha fatto per Grecia, Irlanda e Portogallo), che ha tuttora una capacità di emissioni obbligazionarie garantite di circa 450 miliardi. Lo stesso potrebbe finanziare investimenti infrastrutturali materiali (comprendendovi anche la tutela ambientale e territoriale), immateriali (comprendendovi anche programmi europei di apprendistato da svolgere in Paesi diversi da quelli di propria cittadinanza per favorire l'integrazione comunitaria), misti (comprendendovi anche la crescita dimensionale delle Pmi). Questo Fondo, già governato dall'Eurogruppo, potrebbe collaborare con la Bei (ed eventualmente con le Casse depositi e prestiti nazionali) per spingere la crescita. Una modifica del Trattato internazionale istitutivo dell'Esm non è irrealistica (mentre lo è quella del fiscal compact al quale si opporrebbe la Germania). Se poi vi si incorporassero quegli "accordi contrattuali" per vincolare le riforme degli stati membri, verrebbe rafforzato anche il progetto "Verso un'autentica Unione economica e monetaria" al quale ha dato un contributo importante nel 2012 Juncker, allora presidente dell'Eurogruppo e adesso candidato del Ppe alla presidenza della Commissione. Questa proposta è più debole di quella fatta a suo tempo da Romano Prodi e da me sugli EuroUnionBond ma è anche più fattibile al presente. In conclusione. Abbiamo parlato spesso di Schulz e Juncker, oggi candidati del Pse e del Ppe alla presidenza della Commissione europea, che nei loro precedenti ruoli istituzionali europei si sono spesso espressi per il rilancio della crescita e per le riforme. Il presidente Renzi deve dialogare con loro per impostare un semestre di presidenza italiana che abbia una visione progettuale alta. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 56 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 10 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Ance. Manifesto in vista delle elezioni europee Le dieci priorità per il rilancio delle costruzioni LE RICHIESTE Tra gli interventi proposti: difesa del suolo, manutenzione delle scuole, housing sociale e sviluppo della banda larga Mauro Salerno

Invertire la rotta della politica economica seguita finora a Bruxelles. Basta politiche di rigore monetario e di bilancio, più investimenti. È quello che i costruttori italiani hanno chiesto ieri in un incontro con i candidati capilista alle europee del prossimo 25 maggio. «L'austerità seguita pervicacemente in Europa - ha detto il presidente dell'Ance Paolo Buzzetti - è stata per noi la tempesta perfetta. Ha riportato il settore indietro di 30 anni, causando la perdita di oltre 740mila posti di lavoro». Le richieste dei costruttori sono sintetizzate in un "decalogo" che articola le «10 proposte per tornare a crescere». Al primo punto c'è l'inversione a "U" rispetto alla politica basata sul taglio della spesa per investimenti, passata dal 2,8% del 2009 al 2,1% del 2013 in Europa e crollata dal 2,5% all'1,8% nello stesso periodo in Italia. Golden rule sulle opere pubbliche, addio al fiscal compact e riforma del patto di stabilità interno sono le tre misure chiave sollecitate per ridare benzina ai cantieri. Non è più tempo di grandi opere tracciate su cartine. Lo sanno anche i costruttori. E infatti le proposte sanno guardare a obiettivi più generali. Accanto alla realizzazione delle reti europee ci sono le infrastrutture per la «qualità della vita»: difesa del suolo, manutenzione delle scuole, housing sociale, banda larga. Al terzo punto c'è il rilancio del credito per imprese e le famiglie (-60% i finanziamenti per le abitazioni, anche se nei primi mesi del 2014 c'è stata un ripresa). «Anche con deroghe ai vincoli di Basilea 3 per le banche - ha proposto Paolo Astaldi, vicepresidnte Fiec - altrimenti avremo banche solidissime, ma zero imprese». Poi la richiesta di rendere pienamente operativa la direttiva pagamenti (mentre l'edilizia attende ancora 10 miliardi di arretrati) e temi che sono anche di casa nostra come la riduzione del cuneo fiscale, la semplificazione normativa, la promozione dell'efficienza energetica e la riqualificazione delle città. Non manca l'appello all'armonizzazione della normativa tributaria e lo stop agli appalti in house delle concessionarie autostradali. Buzzetti non si è sottratto all'argomento Expo. «Dobbiamo imparare a seguire le procedure ordinarie come è accaduto con il Giubileo e le Olimpiadi di Torino - è il commento-. Senza perdere tempo all'inizio e poi correre con i bandi credendo di poter recuperare così gli anni perduti». Niente nuove normative, ma due proposte concrete: aggiudicazione basata sulla media delle offerte e creazione di liste di esperti regionali da cui estrarre a sorte i commissari di gara. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 57 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 13 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Riforme. Oggi la votazione alla Camera Dl lavoro, governo mette la fiducia NORME PIÙ CHIARE Gli emendamenti erano oltre 200; il ministro Poletti: è una buona soluzione, ci saranno minori problemi di interpretazione Claudio Tucci

ROMA Il governo decide di blindare il decreto lavoro e alla Camera ricorre nuovamente alla questione di fiducia. L'annuncio è arrivato ieri pomeriggio dal ministro per i Rapporti con il parlamento, Maria Elena Boschi, intervenuta in Aula a Montecitorio al termine della discussione generale sul provvedimento. Sul dl erano piovuti oltre 200 emendamenti. La capigruppo ha stabilito che il voto sulla fiducia avrà inizio oggi nel tardo pomeriggio. Mentre il varo definitivo del decreto arriverà, probabilmente, domani. La strada dell'urgenza decisa dall'esecutivo è stata criticata dalle opposizioni (Fi, Lega Nord e M5S). Ma per il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi (Ncd), è fondamentale una «tempestiva conclusione dell'esame parlamentare del testo per mettere a disposizione dei datori di lavoro norme più semplici e certe». Il decreto che si accinge a diventare legge (il dl va convertito entro il 19 maggio) è quello uscito dal Senato, dopo le correzioni su contratti a termine e apprendistato apportate d'intesa con i partiti di maggioranza. Per il ministro Giuliano Poletti si è arrivati «a una buona soluzione» e ora agli imprenditori «potremmo dire di assumere senza preoccupazioni perchè ci saranno meno problemi di interpretazione». L'obiettivo, ha spiegato il relatore ed economista del lavoro, Carlo Dell'Aringa (Pd), è quello di «agganciare la futura ripresa economica sperando che possa anche trasformarsi in un allentamento delle pressioni che gravano sul mondo del lavoro». Del resto le nuove regole saranno oggetto di monitoraggio dopo 12 mesi e se non funzioneranno il governo non ha escluso un nuovo intervento per rimetterci mano. Sul fronte dei contratti a termine la misura più rilevante è l'allungamento dell'acausalità da 12 a 36 mesi, comprensivi di un massimo di cinque proroghe (nel testo originario si saliva a otto). Restrittiva è invece l'introduzione di un "tetto" del 20% all'utilizzo dei rapporti a tempo. Il superamento di tale limite comporta una sanzione pecuniaria che oscilla dal 20% al 50% della retribuzione (non c'è più l'obbligo di stabilizzazione). Per i datori che occupano fino a cinque dipendenti è comunque sempre possibile stipulare un contratto a termine. Il limite del 20% non si applica nel settore della ricerca. Sull'apprendistato la quota di stabilizzazione del 20% di apprendisti (per poterne assumere di nuovi) viene circoscritta alle sole aziende con oltre 50 addetti (prima il riferimento era a 30 addetti). E viene ripristanto l'apprendistato stagionale. Per il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd), è importante anche la norma sui contratti di solidarietà (si porta al 35% la riduzione della contribuzione previdenziale e assistenziale): «Si tratta - spiega - di un miglioramento che può agevolare l'utilizzo di questo strumento». Per Confprofessioni infine sono positivi gli interventi sui contratti a termine. Ma sull'apprendistato c'è ancora «troppa burocrazia che complicherà la vita ai datori di lavoro-professionisti». © RIPRODUZIONE RISERVATA

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 58 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 39 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Giustizia. Da sabato possibile chiedere l'affidamento al servizio sociale nei procedimenti per delitti con pene fino a quattro anni «Sospesi» i reati economici e fiscali La messa alla prova sarà applicabile alle omesse dichiarazioni e al falso in bilancio LE CONSEGUENZE Al termine del percorso il reato si estingue Richiesta della parte durante le indagini e nel dibattimento Giovanni Negri

MILANO Bollarlo come colpo di spugna sarebbe azzardato. Di certo è una via d'uscita che mette d'accordo i colpevoli e lo Stato, quella prevista dalla legge 67/2014, in vigore da sabato prossimo: per un nutrito elenco di reati (a fianco gli esempi più significativi per quanto riguarda la criminalità dei "colletti bianchi") scatterà la possibilità della messa alla prova. Sulla falsariga di quanto previsto nel caso dei minori, ma con caratteristiche peculiari, per i reati sanzionati con un massimo di 4 anni di detenzione, è prevista la chance di sospendere il processo e avviare un percorso di servizio e risarcimento, di durata massima 2 anni, al termine del quale il reato si estingue. Nella lista dei delitti finiscono sia l'omessa dichiarazione sia la truffa, sia il falso in bilancio sia il furto. Con l'avvertenza che la sospensione può essere concessa solo una volta e ne sono esclusi comunque i delinquenti abituali. A dovere presentare la richiesta è sempre la parte interessata. Che potrà farlo sia durante il dibattimento, sino al momento della formulazione delle conclusioni, sia durante la fase delle indagini preliminari. Ma in quest'ultimo caso è previsto l'intervento del pubblico ministero per un parere da rendere entro un arco di 5 giorni. Insieme alla richiesta va presentato un programma concordato con l'ufficio dell'esecuzione. La messa alla prova prevede la prestazione di condotte indirizzate all'eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose derivanti dal reato, e, se possibile, al risarcimento del danno. L'imputato è affidato al servizio sociale, per svolgere un progetto che può prevedere anche attività di volontariato di rilievo sociale. La concessione della messa alla prova è inoltre subordinata alla prestazione di lavoro di pubblica utilità. Il lavoro di pubblica utilità consiste in una prestazione non retribuita di durata non inferiore a 10 giorni, anche non continuativi, a favore della collettività. La prestazione è svolta con modalità che non devono pregiudicare le esigenze di lavoro, studio, famiglia e salute dell'imputato e la sua durata giornaliera non può superare le otto ore. Il giudice, se non deve pronunciare sentenza di proscioglimento, decide con ordinanza. Può farlo nella medesima udienza, sentite le parti e la persona offesa (che non ha però il potere di bloccare la concessione del beneficio), o in una specifica udienza in camera di consiglio, della cui fissazione è dato contestuale avviso alle parti e alla persona offesa. Il giudice, se ritiene opportuno verificare la volontarietà della richiesta, dispone la comparizione dell'imputato. La sospensione del procedimento con messa alla prova è disposta quando il giudice considera idoneo il programma di trattamento presentato e ritiene che l'imputato si asterrà dal commettere ulteriori reati. A tal fine, il giudice valuta anche che il domicilio indicato nel programma dell'imputato sia tale da assicurare le esigenze di tutela della persona offesa dal reato. Durante il periodo di sospensione, per scongiurare condotte dilatorie, è bloccato anche il decorso della prescrizione. Il beneficio è revocato nel caso di grave e ripetuta violazione del programma di trattamento o dei compiti previsti o quando, nel corso del periodo di messa alla prova, l'interessato commette un nuovo delitto non colposo oppure un reato dello stesso tipo per il quale si sta procedendo. © RIPRODUZIONE RISERVATA I punti-chiave 01|REATI TRIBUTARI 8Dichiarazione infedele

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 59 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 39 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

8Omessa dichiarazione 8Omesso versamento di ritenute certificate 8Omesso versamento Iva 8Indebita compensazione 8Sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte 02|REATI SOCIETARI 8False comunicazioni sociali 8False comunicazioni sociali in danno della società, dei soci o dei creditori (con l'esclusione del caso del grave danno ai risparmiatori) 8Impedito controllo 8Illecite operazioni sulle azioni o quote sociali o della società controllante 8Operazioni in pregiudizio dei creditori 8Illecita influenza sull'assemblea 8Corruzione tra privati 8Infedeltà patrimoniale 03|REATI FALLIMENTARI 8Bancarotta semplice 8Ricorso abusivo al credito 8Denuncia di creditori inesistenti 8Mercato di voto I REATI PIÙ IMPORTANTI 04 | I REATI INTERESSATI 8 Reati con pena pecuniaria o detenzione sino a 4 anni (si vedano i più importanti qui a sinistra) 8 Reati previsti dal comma 2 dell'articolo 550 del Codice di procedura penale, tra cui furto, rissa e ricettazione 05 | LA RICHIESTA 8 Presentabile, anche oralmente, sia nelle indagini sia in dibattimento (fino alle conclusioni). Va allegato un programma, fatto d'intesa con l'ufficio dell'esecuzione 06 | IL CONTENUTO 8 Condotte per rimuovere le conseguenze del reato 8 Risarcimento, se possibile, del danno 8 Lavoro di pubblica utilità 07 | LA DURATA 8 Non più di 2 anni se il reato prevede pena detentiva 8 Non più di un anno in caso di sola pena pecuniaria 08 | GLI EFFETTI 8 Sospensione della prescrizione 8 Con esito positivo, estinzione del reato 09 | LA REVOCA 8 In caso di trasgressione del programma 8 In caso di nuovo reato L'IDENTIKIT

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 60 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 40 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Registro. L'interpretazione del Notariato Per le case popolari vincoli rimossi con imposta fissa L'ALTRA FATTISPECIE In caso di trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà l'atto sconta l'aliquota del 9% Angelo Busani

Imposta fissa per l'atto con cui si rimuove il vincolo sul prezzo massimo di cessione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (Erp); aliquota del 9% per gli atti coi quali il diritto di superficie degli alloggi Erp si "trasforma" in diritto di proprietà. È la risposta elaborata dal settore Studi del Consiglio nazionale del Notariato nel quesito tributario n. 210-2014/T. L'articolo 31, comma 49-bis, della legge 448/1998 dispone che i vincoli contenuti nelle convenzioni di edilizia residenziale pubblica (inerenti il prezzo massimo di vendita degli alloggi e i canoni massimi applicabili per la loro locazione) possono essere rimossi, trascorsi almeno cinque anni dalla data del primo trasferimento, con convenzione in forma pubblica stipulata a richiesta del singolo proprietario e soggetta a trascrizione, mediante il pagamento di un corrispettivo (proporzionale alla quota millesimale di riferimento del richiedente) determinato con il meccanismo di calcolo previsto nella legge stessa. Sempre verso il pagamento di un corrispettivo calcolato come per legge (articolo 31, comma 48, legge 448/1998), si può procedere alla "trasformazione" in diritto di proprietà piena degli alloggi Erp realizzati in diritto di superficie. La convenzione di rimozione dei vincoli inerenti il prezzo massimo di cessione degli alloggi e i canoni massimi per la loro locazione non dovrebbe essere interessata dalla riforma dell'imposta proporzionale di registro dovuta per i trasferimenti di beni immobili a titolo oneroso, disposta con l'articolo 10 del Dlgs 23/2011 ed entrata in vigore il 1° gennaio 2014: questa convenzione di rimozione dei vincoli di prezzo e di canone, infatti, non è qualificabile in termini di atto traslativo a titolo oneroso, in quanto consiste nell'espressione di consenso del Comune a non ritenere più applicabili i predetti limiti di prezzo o di canone. Quanto al corrispettivo che il Comune percepisce, lungi dal ritenerlo rilevante ai fini Iva (non essendo dovuto in relazione a una cessione di beni o a una prestazione di servizi), esso potrebbe in effetti dar luogo a una sua considerazione in termini di prestazione patrimoniale, soggetta a imposta di registro del 3% (ai sensi dell'articolo 9 della tariffa parte prima allegata al Dpr 131/1986, Testo unico dell'imposta di registro); l'imposta ipotecaria infine sarebbe da applicare in misura fissa. Senonché, secondo il Notariato, è possibile ritenere che la convenzione modificativa dei limiti di prezzo e di canone rientri tra quelle di cui all'articolo 20 della legge 10/1977, con l'effetto che l'imposta di registro sarebbe applicabile in misura fissa e l'imposta ipotecaria si renderebbe esente, ai sensi dell'articolo 32 del Dpr 601/1973 (resterebbero dovute l'imposta di bollo e le tasse ipotecarie): questa disciplina fiscale è ancor oggi vigente, in quanto le agevolazioni "tagliate" dall'articolo 10, comma 4, del Dlgs. 23/2011 sono quelle afferenti i trasferimenti immobiliari. Proprio per quest'ultima ragione, invece, la "trasformazione" in proprietà del diritto di superficie deve scontare la nuova aliquota del 9% con un minimo di 1.000 euro (oltre che le imposte ipotecaria e catastale nella nuova misura fissa di 50 euro cadauna, con esenzione da bollo e tasse ipotecarie): è la cessione, pro quota millesimale, di un diritto reale immobiliare e non può più applicarsi il beneficio fiscale (imposta di registro in misura fissa) che per questi atti era previsto fino al 31 dicembre 2013 (dall'articolo 3, comma 81, della legge 549/1995) né quello di cui all'articolo 32 del Dpr 601/1973. Resta fermo che sono atti irrilevanti ai fini Iva. © RIPRODUZIONE RISERVATA Registro Ipotecaria Catastale Bollo e tasse ipotecarie Convenzione di rimozione dei vincoli di prezzo e di canone Imposta fissa di 200 euro Esente No 320 euro Trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà 9% Imposta fissa di 50 euro Imposta fissa di 50 euro Esente Il quadro Le imposte sugli atti che

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 61 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 40 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

riguardano gli alloggi Erp

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 62 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 41 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Cassazione. Le indicazioni sui criteri per individuare il reato di mancato pagamento di ritenute Omessi versamenti, prova dal 770 Non necessarie le certificazioni rilasciate dal sostituto d'imposta Antonio Iorio

Per provare il reato di omesso versamento di ritenute effettivamente operate è sufficiente la loro indicazione nella dichiarazione del sostituto di imposta, non essendo necessarie le certificazioni rilasciate ai sostituiti. A precisarlo è la Corte di Cassazione, sezione III penale con la sentenza 19454 depositata ieri Un contribuente veniva denunciato per il delitto previsto dall'articolo 10 bis del Dlgs 74/2000 in base al quale è punito con la reclusione da sei mesi a due anni chiunque non versa entro il termine previsto per la presentazione della dichiarazione annuale di sostituto di imposta ritenute risultanti dalla certificazione rilasciata ai sostituiti, per un ammontare superiore a 50mila euro per ciascun periodo d'imposta. Nella specie egli aveva omesso di versare le ritenute operate sulle retribuzioni dei propri dipendenti. Si difendeva così eccependo, tra l'altro, che non vi fosse prova in ordine alla consegna delle certificazioni relative alle somme trattenute e da versare all'erario, per cui, in mancanza di tale presupposto, non era configurabile il reato contestato Nel corso delle indagini, infatti, il pm ne aveva fatto espressa richiesta all'agenzia delle Entrate, la quale però aveva comunicato di essere impossibilitata a verificare se il sostituto di imposta avesse provveduto a rilasciare le certificazioni. La condanna in primo grado era parzialmente ridotta in appello e il contribuente ricorreva per Cassazione. Tra le varie eccezioni evidenziava l'assenza delle certificazioni che avrebbero dovuto provare il delitto. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso. In particolare, la sentenza ha preliminarmente ribadito che non c'è dubbio che il legislatore, nel reintrodurre la sanzione penale di cui all'articolo 10 bis del Dlgs 74/2000, abbia esplicitato in modo assolutamente chiaro che esso trova applicazione soltanto sulle ritenute effettivamente operate sulle retribuzioni corrisposte ai dipendenti. Da qui, continua la Suprema Corte, il riferimento alle «certificazioni rilasciate ai sostituiti» in luogo della più generica formula contenuta nella precedente versione del delitto (articolo 2, legge 516/82) che faceva riferimento alle ritenute effettivamente operate. Poiché la norma si propone di sanzionare l'omesso versamento nel termine previsto dalle ritenute operate dal datore di lavoro sulle somme effettivamente corrisposte, non vi è ragione per ritenere che la prova di ciò debba ricavarsi solo dalle "certificazioni" senza possibilità di ricorrere ad "equipollenti". Trattandosi di elemento costitutivo del reato, grava l'onere della prova sulla pubblica accusa anche se può assolverlo mediante il ricorso a prove documentali o testimoniali oppure attraverso la prova indiziaria. La Corte di Appello ha correttamente ritenuto, secondo i giudici di legittimità, che la prova del rilascio della certificazione e quindi dell'effettiva corresponsione delle somme potesse ricavarsi dalla dichiarazione 770 dello stesso datore di lavoro, non essendo necessario verificare per ciascun sostituito se questi abbia ricevuto l'attestazione da parte del datore di lavoro poiché la presentazione della dichiarazione è indice inequivocabile delle operate ritenute e delle rilasciate certificazioni. L'interpretazione dei giudici si basa, in sostanza, sulla idoneità dei mezzi di prova e segnatamente sulla ritenuta equipollenza della dichiarazione rispetto alle certificazioni. Tuttavia non si tiene presente che l'articolo 10 bis non fa riferimento alle ritenute risultanti dalla "dichiarazione" ma dalle "certificazioni" che sono due documenti differenti che assolvono a funzioni differenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA I precedenti 01|CASSAZIONE 5467/2014 L'elemento soggettivo del reato di omesso versamento di ritenute certificate è integrato dal dolo generico, richiedendosi la coscienza e volontà di non versare all'erario le ritenute effettuate (coscienza e volontà che

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 63 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 41 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

deve investire anche la soglia dei 50mila euro che fonda la rilevanza penale), essendo irrilevante dunque il fine perseguito dall'agente e non richiedendosi (... ) che il comportamento illecito sia dettato dallo scopo specifico di evadere le imposte 02|CASSAZIONE 5905/2014 Il contribuente-imprenditore potrà andare esente da responsabilità penale qualora dimostri che l'omesso versamento delle ritenute certificate non sia dipeso da una sua scelta, ma da una crisi di liquidità dell'impresa concreta e reale 03|CASSAZIONE 33187/2013 Nel reato di omesso versamento di ritenute certificate, la prova delle certificazioni attestanti le ritenute operate dal datore di lavoro... può essere fornita dal pm anche mediante prove documentali, testimoniali o indiziarie 04|CASSAZIONE 37425/2013 Il reato di omesso versamento di ritenute certificate entrato in vigore il 1/01/2005, che punisce il mancato adempimento dell'obbligazione tributaria entro il termine stabilito per la presentazione della dichiarazione annuale (...) è applicabile anche alle omissioni dei versamenti relativi all'anno 2004 (...)

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 64 13/05/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:309253, tiratura:418328) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato INTERVISTA Parisi: l'Italia non va disarmata L'ex ministro della Difesa sugli F35: si relegherebbe il Paese a ruoli marginali Carlo Bertini

Parisi: l'Italia non va disarmata/ A PAGINA 11 «Se si decidesse di disarmare l'Italia, si relegherebbe il paese ad un ruolo marginale e all'interno dell'Onu, Ue e Nato verremmo considerati inaffidabili.». L'ex ministro della Difesa Arturo Parisi teme che prevalga la linea che sembra emergere nel Pd sulla vicenda degli F35, tanto più in una fase in cui gli scenari di crisi nello scacchiere geopolitico sono molteplici, «con il Mediterraneo in tempesta, dalla Libia all'Egitto, dalla Siria al Libano, ai mai placati Balcani». Di qui a poco andrà presa una decisione, ma che linea ha assunto il partito democratico sugli F35? «Chi non si ferma ai titoli può solo dire che il discorso è aperto. Certo c'è il "no" del gruppo in Commissione Difesa della Camera. Non mi sembra tuttavia lo stesso per le altre voci che hanno competenza sul tema. Penso al dissenso di Latorre che al Senato presiede la stessa Commissione. Ma soprattutto alla Ministra Pinotti, che ha seguito finora una linea chiarissima, quella di affrontare il tema nell'ordine giusto. Parlando prima dei fini, degli scenari, e delle minacce e solo dopo dei mezzi. Una posizione condivisa da Guerini, che come vice, segue il Partito per incarico di Renzi». Eppure sembra che nel Pd stia prevalendo la linea più pacifista. Secondo lei risponde solo al bisogno di coprirsi a sinistra e non farsi scavalcare dai grillini? «Che nel Partito la linea della "testimonianza" tenda a sostituirsi a quella della "responsabilità" mi sembra evidente. Ma i grillini c'entrano poco. La verità è che in tutte le aree politiche si registra da tempo l'assenza, se non addirittura il rifiuto di una cultura della Difesa, cioè della capacità di spiegare innanzitutto a noi stessi perchè mai la Repubblica abbia ancora bisogno della forza armata. Solo questo può spiegare questa allegra e irresponsabile corsa verso il disarmo che attraversa il Paese. Il caso della componente aereotattica del nostro dispositivo militare è solo quello più evidente. Mi sa dire perchè, dopo aver immaginato di passare da 254 aerei a 45, dovremmo fermarci qui? Sa quante belle cose diranno che si possono ancora fare con i soldi risparmiati sui carri armati, sulle navi o sui sommergibili? "Tagliamo le ali alle armi", lo slogan che guida la campagna dei pacifisti non è tanto contro gli F35, ma oggi contro le "ali" e domani contro ogni arma». Passiamo al governo: il suo successore e il premier certo condividono il timore che la nostra immagine internazionale esca ferita. Ma hanno una posizione univoca nel merito sugli F35? «Non credo che tra il premier e il ministro della Difesa possano esistere divergenze sulla linea da tenere. Certo le responsabilità che abbiamo con gli altri alleati per la difesa comune contano. Ma contano ancora di più la credibilità e affidabilità che dobbiamo a noi stessi. Nessun governo può pretendere che i cittadini gli riconoscano il monopolio della forza se non spiega che uso ne farà, cioè chi e come assicurerà la sicurezza interna e li difenderà dalle minacce esterne. A meno che non vogliamo metterci semplicemente in mani altrui limitandoci magari ad offrire il nostro territorio per basi e poligoni». Quale politica di difesa andrebbe pianificata, in una visione strategica di medio­lungo termine a suo avviso? «Questa è appunto la domanda alla quale è chiamato a rispondere il Libro Bianco pensato dalla Ministra della Difesa per consentire al Parlamento di decidere a ragion veduta. Essa ha tuttavia un senso solo se si riconosce che purtroppo i conflitti armati e la guerra non sono ancora usciti dal nostro orizzonte. Per chi, chiudendo gli occhi perfino di fronte alla tempesta del nostro Mediterraneo, si illudesse che violenza e guerra sono invece lontane, o che la nostra comunità abbia maturato solidamente la determinazione a rispondere coi fiori alle aggressioni anche se ingiuste, ogni domanda sulla difesa armata sarebbe senza senso». Ha detto Certo, c'è il no del gruppo alla Camera. Ma la ministra Pinotti ha seguito la via giusta I grillini c'entrano poco. La verità è che in tutti c'è il rifiuto di una cultura della Difesa Renzi? Non credo che tra premier e ministro della Difesa possano esistere divergenze Arturo Parisi Foto: Gli F35, i cacciabombardieri al centro di un'accesa polemica politica in Italia

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 65 13/05/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:210842, tiratura:295190) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Guardia di Finanza Il rapporto choc sugli appalti: irregolare il 68% Silvia Barocci

Come prima, più di prima. Con il traino dell'Expo 2015, il volume d'affari nel settore degli appalti pubblici, nel primo trimestre 2014, è stato di 6,8 miliardi di euro ed è aumentato dell'82,7% rispetto a un anno prima. Ma con esso è lievitato il numero delle irregolarità: su 820 milioni di euro di appalti controllati dalla Guardia di Finanza, il 68% è risultato irregolare. A pag. 5 ROMA Come prima, più di prima. Col traino dell'Expo 2015, il volume di affari nel settore degli appalti pubblici, nel primo trismestre del 2014, è stato di 6,8 miliardi di euro ed è aumentato dell'82,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma con esso è lievitato il numero delle irregolarità: su 820 milioni di euro di appalti controllati dalla Guardia di Finanza, tra gennaio e aprile 2014, ben il 68% (pari a 560 milioni di euro) è risultato irregolare. E' l'allarmante - e inedito - bilancio che il comandante generale della Guardia di Finanza, Saverio Capolupo, farà stamane alla Scuola di perfezionamento per le forze di polizia per fare il punto sulle «opportunità e micacce» nel settore degli appalti pubblici. Una stima che può considerarsi "al ribasso", visto che ancora non comprende i risultati di maggio dell'indagine sul mega appalto dell'Expo 2015. Dove corrono fiumi di denaro sono in molti a darsi da fare, il più delle volte corrompendo, per aggiudicarsi gare nei prosperosi settori pubblici della sanità, dei rifiuti, dell'urbanistica. In quattro mesi le Fiamme Gialle hanno denunciato 290 persone (74 pubblici ufficiali) per frode nelle pubbliche forniture e turbativa d'asta, di queste 26 sono state arrestate, mentre alla Corte dei Conti ne sono state segnalate 200 per oltre 108 milioni di danno erariale accertato. CARTELLI Con un ammontare di circa 100 miliardi di euro l'anno (pari al 6% del pil), gli appalti possono garantire tra 11.700-15.600 posti di lavoro per ogni miliardo di euro investito. Ma l'illegalità, la mazzetta, il tornaconto personale alterano il mercato e avvelenano il pozzo della ripresa economica. La Guardia di Finanza e l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici hanno focalizzato quattro diverse tipologie di illecito. I "cartelli preventivi" tra imprese per la spartizione degli appalti e il "confezionamento su misura" di bandi di gara con la complicità di funzionari pubblici corrotti restano i sistemi più frequenti e collaudati. Anche a dispetto della crisi che - come dimostra la tangente dello 0,80% imposto dalla "cupola" per l'Expo - ha fatto calare i prezzi rispetto all'epoca di Mani Pulite. A Brindisi, ad esempio, cinque dirigenti Asl, in cambio di gioielli, viaggi e denaro, fornivano i contenuti delle offerte ai titolari di imprese amiche per l'aggiudicazione di appalti ospedalieri. Le buste venivano aperte e richiuse con "precisione chirugica", utilizzando addirittura un bisturi da sala operatoria. COMPLICITÀ E MAFIE Le gare su "misura", invece, hanno portato la procura di Monza a scoprire un giro di tangenti da 14milioni di euro versati a politici e funzionari di mezza Italia per vincere appalti nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti: i requisiti erano talmente stringenti da far vincere commesse per oltre 260 milioni di euro sempre la stessa impresa, la Sangalli Giancarlo & C. srl. Ma è l'attività di una 'ndrina calabrese in Lombardia che, appena un mese fa, ha fatto scattare l'operazione "Metastasi" della dda di Milano scoperchiando le connivenze con politici locali per la concessione del 'Lido Mare' sul lago di Como. In carcere sono finite dieci persone, tra cui il presunto boss Mario Trovato, il consigliere comunale di Lecco Ernesto Palermo e il sindaco di Valmadrera Marco Rusconi. SENZA GARA Ci sono infine lavori che vengono affidati senza gara, sebbene sia prevista. Con prezzi gonfiati e assolutamente ingiustificati. Basti pensare che alla Asl di Foggia, "oliando" chi di dovere, un flacone di disinfettante per sale operatorie veniva pagato 1.920 euro, mentre il valore d'acquisto del prodotto all'ingrosso non arrivava a 60 euro. 820 mln Da maggio ad aprile la Guardia di Finanza ha controllato appalti per 820 milioni di euro. 560 mln Il valore degli appalti irregolari scoperti dalla GdF nello stesso periodo di tempo.

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 66 13/05/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:210842, tiratura:295190) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

290 Le persone denunciate nell'ambito dei controlli. 26 di queste sono state arrestate. Foto: Un controllo della Guardia di Finanza

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 67 13/05/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 16 (diffusione:210842, tiratura:295190) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato I CONTI Unicredit, cadono i crediti deteriorati e i profitti volano NEL PRIMO TRIMESTRE GLI UTILI (712 MILIONI) BATTONO LE ATTESE GHIZZONI: «FIDUCIOSI DI SUPERARE SENZA PROBLEMI I TEST UE» Roberta Amoruso

ROMA Un colpo di spugna da 1,1 miliardi di euro ai crediti deteriorati. E il miglioramento del Core tier 1 di 11 punti base (al 9,5%). Sono questi i punti di forza dei conti del primo trimestre 2014 per il ceo di Unicredit, Federico Ghizzoni. Anche più dell'utile netto del gruppo cresciuto, anno su anno, del 58,8% (a 712 milioni con un Rote al 7%) ben oltre le attese degli analisti (il consensus era di 550 milioni). Già perché i crediti deteriorati dell'istituto non vedevano il segno meno dal 2008. E non poteva arrivare notizia migliore mentre è in corso il famoso Asset quality review (Aqr) della Bce e in vista degli stress test. L'esame Bce è solo all'inizio e «non è facile immaginarne i risultati», ha ammesso lo stesso Ghizzoni nel briefing con la stampa seguito alla conference call sui conti, ma «siamo fiduciosi che il gruppo supererà senza problemi» questo passaggio. IL FARO SULLA CRISI Intanto i numeri «incoraggianti» dei primi tre mesi dell'anno sono la conferma «dei buoni risultati attesi dalla divisione tra la banca core e la banca non core» (a cui è stata affidata la gestione separata di crediti difficili). E anche se per Ghizzoni «è difficile dire se questo è davvero l'inizio di un trend», il rallentamento nella crescita dei crediti deteriorati registrato nei trimestri precedenti «fa sperare che sia così». Nel dettaglio, la Banca core ha registrato un utile netto di 1 miliardo, di cui 500 milioni (+10,6%) dall'Italia dove sono stati erogati nuovi crediti per 2,7 miliardi (+63,2% su base annua). Quanto alla riduzione del portafoglio non core, i crediti lordi sono in diminuzione a 83,6 miliardi (- 2 miliardi solo nel trimestre). Più in generale, il tasso di copertura dei crediti deteriorati si conferma al 52,4%, il più alto tra le banche italiane e tra i migliori in Europa. E con l'utile del primo trimestre è già quasi a metà strada rispetto all'obiettivo «più vicino» di 2 miliardi fissato nel piano. Di qui all'estate non c'è solo l'appuntamento Aqr, tra quelli in agenda del gruppo. FINECO IN PIAZZA AFFARI «Sarà chiusa entro luglio la quotazione di una partecipazione di minoranza di FinecoBank», che ha chiuso il primo trimestre con vendite per 1,1 miliardi (+72% rispetto al quarto trimestre) e un utile di 37 milioni (+37% su trimestre). Poi a settembre si capirà il nodo stress test definito dal ceo «tutt'altro che una passeggiata per tutte le banche Ue». I criteri Bce resi noti il 29 aprile sono per alcuni aspetti «positivi» per le banche italiane (per quanto riguarda la valutazione dei prezzi sul real estate) e alcuni altri «meno positivi» (per il potenziale impatto sui titoli di Stato o sulla valutazione delle monete non euro). È in corso invece un confronto sui derivati. Ma Ghizzoni è «sufficientemente tranquillo». Quanto all'effetto Ucraina, l'impatto sul gruppo «è quasi nullo», anche se è senz'altro da monitorare l'impatto geopolitico sulla ripresa europea. È certo, invece che dall'aumento della tassazione sulle quote di Bankitalia arriveranno un conto da pagare al fisco più alto per 215 milioni. C'è poi un capitolo tutto italiano con cui Unicredit deve fare inevitabilmente i conti: il futuro di Alitalia con Etihad. «Siamo disposti a fare quello che è possibile, che non vuole dire tutto, per aiutare la risoluzione della trattativa», ha chiarito il ceo. Il piano sembra «interessante», «di crescita industriale» con decisioni importanti su rotte, aerei, sinergie. Dunque, «vediamo se sulle richieste di Etihad si riuscirà a trovare una risposta coerente per tutte le parti». Infine, sul fronte Mediobanca è attesa una proposta di governance entro giugno, ma «l'orientamento del management è di andare verso un patto meno complicato e più snello». Che per Unicredit «va bene». Foto: Federico Ghizzoni durante la conferenza stampa

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 68 13/05/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 16 (diffusione:210842, tiratura:295190) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato VALUTAZIONI Banche, la Bce scende in campo per uniformare gli esami europei Vertice a Parigi fra i capi delle Autorità di Vigilanza degli istituti sotto check up DALL'AFFLUSSO DEI DATI A FRANCOFORTE EMERGE CHE IN FRANCIA I VIGILANTI APPLICANO IL MANUALE CON CRITERI MENO RIGIDI RISPETTO ALL'ITALIA Rosario Dimito

ROMA C'è un'Europa bancaria a due velocità che la Bce deve tentare di ricomporre per non trovarsi spiazzata con la Vigilanza unica che partirà a novembre. Dalle ispezioni in corso (asset quality review) sulle 130 banche del vecchio continente sta venendo a galla, infatti, che soprattutto in materia di valutazioni di crediti, i principi fissati da Francoforte vengono applicati in maniera disomogenea dalle singole banche centrali che stanno coordinando i monitoraggi. Per questo motivo ieri a Parigi lo staff di Vítor Manuel Ribeiro Constâncio, vicepresidente della Bce ha convocato i project manager officer (pmo), cioè i responsabili presso le varie banche centrali dei 18 paesi aderenti al check up su crediti e rischi, allo scopo di uniformare l'applicazione delle regole. «Era una riunione informale» fanno sapere fonti istituzionali, «per uno scambio di vedute sul progetto». Per l'Italia c'era Enzo Serata, responsabile della vigilanza sulle 15 banche sottoposte all'esercizio. LE FORME DI RIMBORSO C'è da dire che in vista della vigilanza unica, la banca guidata da Mario Draghi ha promosso sulle principali banche europee, il comprehensive assessment, cioè la valutazione globale del loro stato di salute di cui l'asset quality review (aqr) costituisce una delle tre gambe (le altre due sono la raccolta dei primi dati mediante loan tape avvenuta a dicembre scorso e gli stress test partiti da poco). All'esercizio concorrono anche l'Eba, la Super Autorità europea che ha emanato gli scenari e Oliver Wayman, consulente che ha sviluppato le metodologie sulle valutazioni dei crediti. Dall'afflusso dei dati relativi agli esami sui crediti in Bce, il team di Constâncio ha rilevato che in Francia, gli uomini della vigilanza non sarebbero così rigidi nell'applicazione del manuale dell'aqr così come lo sono gli ispettori di Bankitalia su Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps, tanto per citare solo alcuni dei nostri istituti sotto indagine. E l'attuazione troppo severa delle regole, molte delle quali affidate a criteri interpretativi, costringe le banche a effettuare accantonamenti fuori misura che finiscono per strozzare gli impieghi a famiglie e imprese. Ai fini dell'accantonamento richiesto, il manuale Bce prevede due strade alternative. Il metodo Going Concern che fa riferimento a uno scenario in cui siano prefigurabili i flussi di cassa del debitore in un'ottica di continuità da destinare al rimborso del debito. In questa ipotesi è necessario che i collaterali (garanzie) siano liquidabili senza pregiudicare la capacità di generazione di cassa futura. All'interno di questo scenario in continuità possono essere adottate due specifiche metodologie di determinazione del cash flow aziendale: a) in assenza di un piano finanziario attendibile, si stima il flusso di cassa operativo di un solo esercizio e si determina il valore attuale dei flussi futuri sulla base di alcuni calcoli; b) in presenza di un piano finanziario attendibile, si stimano i flussi di cassa del periodo del piano e si applica, all'ultimo anno, uno specifico moltiplicatore. Il secondo scenario è chiamato Gone concern e fa riferimento a un'azienda i cui flussi di cassa sono inadeguati e le garanzie liquidabili. In questo caso il credito va valutato sulla base del valore delle garanzie esistenti: il rimborso avverrà solo escutendo il pegno. Foto: Il presidente della Bce, Mario Draghi A sinistra la prima pagina delle istruzioni sugli stress test in corso attualmente presso le grandi banche europee

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 69 13/05/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 11 (diffusione:210842, tiratura:295190) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato IL PROGETTO Tassa sul fumo, stangata in arrivo Allo studio del Tesoro un rincaro di 0,2 punti del prelievo fiscale sulle sigarette. Rischio aumenti soprattutto le bionde «low cost» Per rimodulare le accise pronto un provvedimento attuativo della delega fiscale. Intanto il governo pone la fiducia sul dl lavoro IL MINISTERO DELL'ECONOMIA: «SULLE PRIVATIZZAZIONI VALUTIAMO OGNI IPOTESI» VENERDÌ SI PARTE CON POSTE E ENAV Andrea Bassi

ROMA Seicento milioni di euro letteralmente andati in fumo. Nel 2013 le tasse sul tabacco, quelle che tecnicamente si chiamano accise, per la prima volta hanno portato nelle casse dello Stato meno soldi dell'anno precedente. Da tempo al ministero del Tesoro è suonato un campanello d'allarme, anche perché dalla tassazione dei prodotti da fumo ogni anno lo Stato incassa più di 14 miliardi di euro. A lungo ci si era cullati su un principio, ossia che la domanda di sigarette fosse «anelastica». Significa che se aumentano i prezzi i consumi non calano. Così il governo è andato avanti, tra Iva e accise, a colpi di rincari nella speranza di incassare più soldi per le casse pubbliche. Ma non è stato così. Per correre ai ripari e provare a recuperare la perdita di gettito, il Tesoro sta mettendo a punto un provvedimento, un decreto legislativo di attuazione della delega fiscale, per rimodulare tutta la tassazione sui tabacchi. Il testo dovrebbe essere trasmesso nei prossimi giorni al comitato ristretto costituito dalle commissioni finanze di Camera e Senato per essere discusso. LE IPOTESI Quello paventato da molti esperti del settore è il rischio che, tuttavia, sul fumo arrivi una nuova stangata. Già nei mesi scorsi, quando al governo c'era Enrico Letta, il Tesoro aveva lavorato ad una bozza di provvedimento che potrebbe essere ripresa nella sua sostanza e che potrebbe portare ad aumenti record nel prezzo delle bionde. In che modo? L'accisa totale sui tabacchi è già al 58,5 per cento. Sarà alzata almeno di altri due decimali, fino al 58,7 per cento. Il punto è come avverrà l'aumento. L'accisa è costituita da tre parti, una «minima», che sarà confermata per evitare che i prezzi scendano troppo, una cosiddetta «specifica», che è fissa e uguale per tutti i produttori, e una cosiddetta «ad valorem» che invece è proporzionale al prezzo di vendita. L'intenzione del governo sarebbe quella di aumentare l'accisa specifica, attualmete al 7,5 per cento e calcolata sul prezzo medio ponderato delle sigarette. Questo meccanismo potrebbe avere un effetto collaterale: far aumentare il prezzo soprattutto delle sigarette meno care, quelle low cost, che secondo alcune stime potrebbero salire fino a 40 centesimi. All'ombra del provvedimento governativo, dunque, si starebbe combattendo anche una guerra sotterranea tra produttori di bionde, proprio in considerazione che il nuovo meccanismo di tassazione potrebbe cambiare il mercato portando tutti i prezzi a ridosso dei 5 euro. Ci sono poi anche alcuni studi, come quello del Casmef della Luiss, che stimano che un ulteriore aumento delle accise potrebbe deprimere ulteriormente le entrate dello Stato, facendole scendere da più di 14 miliardi a meno di 12 miliardi. Un vero rebus. Intanto ieri il ministro Pier Carlo Padoan commentando l''ipotesi eventuale di privatizzazione di Ene ed Eni, ha detto che iul governo «valuta tutte le ipotesi». Infine il governo ha deciso di porre la fiducia sul decreto lavoro del ministro Giuliano Poletti. Il voto ci sarà questa sera alla Camera. Foto: In arrivo l'aumento delle accise sulle sigarette

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 70 13/05/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 11 (diffusione:210842, tiratura:295190) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato LA RISPOSTA I dirigenti statali: no alla licenziabilità IL SINDACATO UNADIS SULLA RIFORMA: È GIÀ POSSIBILE ALLONTANARE CHI SBAGLIA, IL RISCHIO È CHE CONTI SOLO LA TESSERA POLITICA

ROMA I sindacati dei dirigenti della pubblica amministrazione rompono il silenzio e dicono la loro sulle linee guida della riforma della pubblica amministrazione presentata dal governo due settimane fa. I punti di disaccordo sono pochi ma delicati. Il primo riguarda la licenziabilità per coloro che restano privi di incarico oltre un determinato periodo. Per il segretario generale di Unadis, Barbara Casagrande, in gioco ci sarebbe l'indipendenza del dirigente, il cui destino diventerebbe strettamente legato alla «tessera di partito». Le preoccupazioni non finiscono qui e sono state messe nero su bianco in un documento firmato oltre che da Unadis, l'Unione nazionale dei dirigenti di Stato, anche da Direr in rappresentanza dei vertici regionali, da Direl per il management locale e da Fedir Sanità per i responsabili tecno-amministrativi del settore. In tutto quattro sigle sindacali fatte esclusivamente da dirigenti (ad eccezione di medici e presidi) che fanno riferimento a una platea di sei mila persone. I SUGGERIMENTI I no secchi sono solo 2 sui 44 punti in cui si snoda la riforma: la licenziabilità che, spiegano, «già esiste in caso di reati o valutazioni negative»; e l'abolizione del segretario comunale, ritenuta invece una figura «da rafforzare». Ma tante sono le osservazioni e quella più sentita è la reintroduzione del ruolo unico della dirigenza, oggi divisa in fasce. Le quattro sigle si dicono a favore degli incarichi a termine, ma avvertono come si debba evitare «la generalizzazione dello spoil system». Ecco che, suggeriscono, nel ruolo unico «devono essere compresi solo i dirigenti vincitori di concorso». Quanto al dimezzamento dei permessi sindacali, fanno notare che il risparmio potrebbe essere di «90 milioni di euro», mentre molto di più frutterebbe «un taglio del 30% della politica», calcolato intorno «ai 2 miliardi di euro». Insomma, mettono in guardia, «ci opporremo ad ogni forma di addomesticamento politico» e «di precarizzazione illegittima». Nessuna risposta ufficiale arriva per ora dal governo, che si è impegnato ad approvare la complessa riforma il prossimo 13 giugno, dopo un mese di consultazione on line con cittadini e dipendenti della stessa pubblica amministrazione, sulla base delle proposte rese pubbliche il 30 aprile.

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 71 13/05/2014 Il Giornale - Ed. nazionale Pag. 3 (diffusione:192677, tiratura:292798) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato ASSALTO GIUDIZIARIO L'inchiesta di Milano il reportage Il tesoro delle coop è al Tesoro: il maxi affare da 2,7 miliardi Manutencoop, coinvolta nell'inchiesta su Expo 2015, spera di aggiudicarsi il ricco bando di gara del ministero. Come già successo nel 2013, con 446 milioni incassati Stefano Sansonetti

Un Tesoro di appalti, sembra il caso di dire. È proprio dalle parti del ministero di via XX Settembre che spunta fuori una delle maggiori fonti di business per Manutencoop. Un canale da sempre poco pubblicizzato, che però fa affluire alle casse della cooperativa rossa della zona di Bologna, finita nel vortice dell'appaltopoli di Expo 2015, una montagna di soldi. Numeri da capogiro, che rischiano di far sembrare marginali le cifre delle commesse entrate nel mirino dalla procura di Milano che sta indagando su alcune operazioni legate all'Esposizione. Per capire quali e quanti affari faccia Manutencoop con il ministero dell'Economia bisogna partire dalla Consip, la società del Tesoro che si occupa di approvvigionamento di beni e servizi per la pubblica amministrazione. In questo caso non parliamo di inchieste in corso, ma di fiumi di denaro pubblico che scorrono alla grande. Nel settembre del 2013, con Fabrizio Saccomanni al timone del dicastero, la cooperativa presieduta da Claudio Levorato ha messo a segno un colpo non da poco. La Consip, a seguito di una procedura di gara, le ha infatti aggiudicato tre lotti geografici di un maxi appalto per servizi di pulizia nelle scuole. Il valore massimo dei lotti incassati da Manutencoop è della bellezza di 294 milioni di euro. Che poi le coop rosse, quando si muovono, lo fanno spesso in compagnia delle «colleghe». All'interno dello stesso pacchetto, per esempio, ancora 3 lotti sono stati assegnati a un'altra affiliata alla Legacoop, ovvero Cns- Consorzio nazionale servizi (sempre di Bologna), che in base ai valori massimi riportati nella documentazione di gara può portarsi a casa fino a 415 milioni di euro. Ma attenzione, perché non è certo finita qui. Finora infatti la Consip, guidata dall'ad Domenico Casalino, ha aggiudicato 10 lotti sui 13 complessivi (di cui 6, come abbiamo visto, a coop rosse). Gli altri tre rimasti in lizza valgono altri 460 milioni. E c'è da scommettere che Manutencoop e Cns siano pronte a giocarsi ancora una volta le loro carte. Da rilevare che lo schema è quello della convenzione: le aziende vincitrici stipulano con la società del Tesoro un accordo a valle del quale verranno attivate le forniture da parte delle singole amministrazioni (in questo caso le scuole). Per questo si parla di valori massimi dei lotti. Arriva Padoan Il fatto è che il piatto è molto più ricco di quanto si possa immaginare. A fine febbraio 2014 si è insediato il governo di Matteo Renzi, con Pier Carlo Padoan al timone del ministero dell'Economia. A metà marzo la Consip ha predisposto uno dei bandi di gara più costosi nella storia della pubblica amministrazione: 2,7 miliardi di euro per il cosiddetto facility management , ovvero la manutenzione degli immobili di Stato. Il tutto per una durata della convenzione di 36 mesi. In questo caso la partita è ancora apertissima, visto che la procedura è stata appena attivata. Ma si può riuscire a individuare chi ambisce a metterci le mani sopra. Basta andare a vedere che si è aggiudicato la supercommessa nell'edizione precedente del facility management , sempre organizzata dalla Consip. Ebbene, c'è naturalmente Manutencoop, che nel maggio del 2012 ha messo in cascina il lotto Toscana-Umbria per 70,5 milioni di euro. Anche in questo caso, naturalmente, gli altri raggruppamenti vincitori pullulavano di coop rosse: il lotto Emilia Romagna-Liguria è andato alla Coopservice (91,5 milioni), il lotto Lazio-Sardegna ancora alla Cns (52 milioni) e quello Abruzzo-Marche alla Copma (69,5 milioni). Certo, va detto che la Consip ha come obiettivo principale quello di spuntare risparmi per le pubbliche amministrazioni attraverso il suo sistema di bandi. Ma qui interessa proprio far vedere quali società alla fine riescono a mettere le mani sulle fette della torta. Altri soldi E che dire della supercomessa Consip per il global service energetico? Si tratta di un bando da 8 lotti geografici per la fornitura di servizi tecnologici ed energetici ad Asl e ospedali italiani. In palio un valore massimo di 679 milioni di euro. Il solito piatto ricco, nel quale Manutencoop nel gennaio del 2013 è riuscita a infilarsi aggiudicandosi un lotto da 81,6 milioni di euro. Anche qui, peraltro, replicando l'accoppiata vincente. Un lotto da 163 milioni, infatti, è andato all'altra coop rossa Cns. Insomma, se non è una cuccagna poco ci manca. Dalla quale Manutencoop incassa un bottino davvero consistente. Se si

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 72 13/05/2014 Il Giornale - Ed. nazionale Pag. 3 (diffusione:192677, tiratura:292798) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

sommano i singoli lotti delle maxicommesse assegnate dalla Consip ai raggruppamenti in cui era presente la coop di Levorato (pulizia scuole, facility management e global service energetico) scopriamo che il gruppo può incassare fino a un massimo di 446 milioni di euro. Altro che Expo. Le cifre 294 milioni Il valore dell'appalto vinto nel 2013 da Manutencoop per servizi di pulizia nelle scuole in tre lotti geografici 679 milioni Il valore massimo del bando per la fornitura di servizi a ospedali e Asl che Manutencoop spera di aggiudicarsi 36 mesi La durata della convenzione per la manutenzione degli immobili di Stato: un appalto da 2,7 miliardi di euro Foto: NUMERO UNO A sinistra Claudio Levorato: è presidente di Manutencoop dal 1984 A destra il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 73 13/05/2014 Il Giornale - Ed. nazionale Pag. 28 (diffusione:192677, tiratura:292798) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato FMI Nuove pressioni su Draghi da parte del Fondo Lagarde torna alla carica: «La Bce deve agire in fretta» L'ex falco Nowotny convinto che un taglio dei tassi non sarebbe sufficiente. Meno liquidità nell'eurozona: sale il rendimento dei Bot OPZIONI In giugno probabile un calo di costo del denaro e tassi sui depositi Rodolfo Parietti

Mario Draghi mal sopporta di essere tirato per la giacchetta. L'autonomia decisionale della Bce è considerata sacra, essendo un caposaldo previsto dallo statuto. I lunghi mesi in cui la barra della politica monetaria è stata mantenuta dritta nonostante le avvisaglie di deflazione, la forza dell'euro e una ripresa fiacca, hanno però esposto Francoforte alle sollecitazioni esterne di quanti invocavano un'azione. In quest'opera di moral suasion si è particolarmente distinta la direttrice del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde. Decisa, a quanto pare, a non mollare la presa, forse in ossequio al principio che repetita juvant : «La politica monetaria in Europa dovrebbe dare ulteriori impulsi per la crescita, perchè l'inflazione così bassa comporta ulteriori rischi», ha detto ieri. L'ennesima invasione di campo destinata, prima o poi, a essere stigmatizzata dal capo dell'Eurotower? «Lo so che a Draghi non piacciono i consigli, ma cosa dovremmo fare? Noi diciamo la nostra opinione quando è necessaria». È comunque singolare che l'Fmi torni alla carica proprio ora. La scorsa settimana la Bce ha infatti lasciato intendere l'intenzione di intervenire in giugno con misure di stimolo. È la prima volta che viene indicato un elemento temporale preciso. Seppur la mossa sia legata all'andamento di due variabilichiave come l'andamento dei prezzi e del Pil, ciò è bastato per stabilizzare l'euro sotto quota 1,38. Un segnale preciso della credibilità e del carisma che l'ex governatore di Bankitalia ha saputo costruirsi durante il suo mandato. Questa doppia dote gli viene peraltro riconosciuta anche dalla stessa Lagarde: «In modo molto abile lui ha trovato le parole giuste al momento giusto. Nessuna parola è stata lasciata al caso». Già. L'impressione, tuttavia, è che stiamo assistendo a una sorta di tregua armata in attesa dello sviluppo degli eventi, con qualche segnale di nervosismo quasi impercettibile. Ieri, per esempio, il Tesoro ha collocato 6,5 miliardi di Bot annuali. Buona la domanda, ma i tassi sono saliti allo 0,65%, sei punti base in più rispetto all'asta precedente. Il fenomeno, spiegano gli esperti, è legato a una riduzione della liquidità nel circuito euro, destinata a rientrare non appena la Bce chiarirà la natura degli interventi. Che farà Draghi? L'interrogativo è, per ora, senza risposta. L'ex falco Ewald Nowotny, governatore della Banca d'Austria, è convinto che un taglio dei tassi non sarebbe un segnale abbastanza forte: «Meglio un pacchetto articolato di misure». Ma è difficile che Draghi cali sul tavolo tutte le carte. Più probabile la riduzione del costo del denaro abbinata a una manovra tesa a portare sotto zero i tassi sui depositi. Poi, dopo l'estate, e se la situazione economica e lo stato di salute delle banche lo richiederanno, si potrà ricorrere all'arsenale delle armi non convenzionali. E, per la prima volta, si vedrà in azione il quantitative easing in salsa europea. Foto: CONTRASTI Christine Lagarde, numero uno del Fmi, e Mario Draghi, presidente della Bce. L'Fmi continua a sollecitare un'azione da parte della Bce [Epa]

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 74 13/05/2014 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 8 (diffusione:105812, tiratura:151233) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato La proposta Bonus, Ncd insiste tetti in base ai figli L'obiettivo del Nuovo Centrodestra: tutelare anche le partita Iva e soprattutto differenziare il trattamento a seconda dei carichi familiari dei lavoratori, innalzando opportunamente le soglie previste finora Chiavaroli: le coperture ci sono allarghiamo la platea dei beneficiari FRANCESCO RICCARDI MILANO

ono sicuri di farcela e oggi, dopo le ultime verifiche sulle coperture, presenteranno il loro piano per allargare la platea dei beneficiari del bonus fiscale da 80 e uro. Obiettivo: tutelare anche i lavoratori a partita Iva e soprattutto differenziare il trattamento a seconda dei carichi familiari dei lavoratori, innalzando opportunamente i tetti previsti finora. Deputati e senatori del Nuovo Centrodestra cercheranno insomma di bissare il risultato ottenuto al Senato sul Decreto Lavoro, dove sono riusciti a "imporre" al resto della maggioranza e al governo emendamenti significativi. «Dobbiamo partire dall'assunto che non è la stessa cosa ricevere il bonus per un single o per una famiglia. E che, all'interno stesso delle famiglie con figli, i nuclei monoreddito risultano penalizzati - sostiene la senatrice Federica Chiavaroli, che sta mettendo a punto gli emendamenti da presentare in Commissione Finanze entro il 27 maggio -. Attualmente il bonus è riservato ai lavoratori dipendenti che guadagnano fino a 1.500 euro netti al mese, cioè meno di 25mila euro lordi l'anno. La nostra idea, che presenteremo domani (oggi per chi legge, ndr) è quella di elevare il tetto a 1.600-1.700 euro per chi ha un figlio a carico, 1.7001.800 euro con due figli a carico e tra 1.800 e 2.000 euro netti per chi ha tre o più figli a carico. Stiamo verificando ancora in queste ore l'impatto economico e le compatibilità, ma le coperture sono possibili». L'impegno aggiuntivo, secondo i primi calcoli effettuati dal Ncd si aggirerebbe sui 120 milioni (poco più dell'1% del totale), ma c'è chi pensa che in realtà l'operazione potrebbe essere ben più onerosa. E lo stesso ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, non ha nascosto nei giorni scorsi le perplessità: «Stiamo valutando tutte le richieste nell'ambito del dibattito parlamentare, ma poiché vogliamo conservare la coerenza delle misure - ha puntualizzato il ministro - ricordo che l'obiettivo è di ridurre il cuneo fiscale per famiglie e imprese». E dopo lo scontro, che ancora brucia, tra i tecnici del Senato e il premier sulla copertura dell'attuale versione del dl, non sarà facile far passare un ulteriore allargamento della platea dei beneficiari e ovviamente dei costi per l'erario. «Noi però andiamo avanti e siamo certi di trovare le coperture necessarie - ribadisce la senatrice Chiavaroli -. Lo dobbiamo alle famiglie e lo dobbiamo a quei lavoratori autonomi che ogni giorno subiscono gli effetti della crisi e ciò nonostante continuano a portare sviluppo. Stiamo studiando tutte le pieghe del lavoro di revisione della spesa approntato dal commissario Cottarelli: c'è spazio per ulteriori tagli e risparmi da utilizz are per finanziare l'aumento dei soggetti beneficiari degli sgravi». La senatrice non vuole (o non può) sbilanciarsi ulteriormente sulle poste eventualmente da utilizzare, ma assicura che «ci sono ancora parecchi privilegi che possono essere eliminati per utilizzare risorse a favore delle famiglie. È una questione di scelte politiche».

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 75 13/05/2014 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 17 (diffusione:105812, tiratura:151233) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Il Fmi aiuta Draghi: «La Bce intervenga» Un assist per l'allentameno quantitativo «Diciamo la nostra opinione quando è necessaria» dice Lagarde all'Handelsblatt, sapendo quanto il suo parere peserà nel dibattito interno al direttivo di Francoforte PIETRO SACCÒ

Se la Banca centrale europea non ha ancora aperto i suoi rubinetti non è certo perché Mario Draghi sta facendo ostruzionismo. Il banchiere centrale italiano, al contrario, da mesi lavora per vincere le resistenze dei più rigidi tra i membri del consiglio direttivo della Bce e sta ottenendo qualche concreto successo: è arrivato a ottenere l'unanimità sulla possibilità di stampare moneta per comprare titoli di Stato e debiti delle imprese nel caso che le prospettive europee di bassa inflazione dovessero peggiorare. In questo contesto le critiche di Christine Lagarde, direttore del Fondo monetario internazionale, sono in realtà un bel aiuto per il presidente della Bce. «La politica monetaria in Europa dovrebbe dare impeto alla crescita» ha detto Lagarde durante una lunga intervista al periodico tedesco Handelsblatt . Il giornalista le ha fatto presente che Draghi non sarebbe contento di sentirglielo dire. «Lo so, ma cosa dovremmo fare? Noi diciamo la nostra opinione quando è necessaria» ha risposto il direttore del Fmi. Poche righe sotto, Lagarde si complimentava per quel «faremo tutto il necessario...» con cui Draghi, nell'estate del 2012, ha avviato il crollo dei rendimenti dei titoli di Stato dei paesi "periferici" («Ha trovato un modo molto intelligente le parole giuste al momento giusto») e sposava completamente la linea della Bce sulla gestione della crisi: i governi devono sfruttare questa fase di bassi rendimenti per riformare il mercato del lavoro, rimuovere le barriere nei mercati delle merci e dei servizi, gestire con più lungimiranza la sfida rappresentata da un continente in cui la popolazione è sempre più vecchia (e quest'ultima è una critica esplicita al passo indietro sulle pensioni voluto dal governo di Berlino). Nel complesso il messaggio che arriva da Washington è chiaro: il Fondo monetario sta con Draghi, cioè vuole una Bce più interventista e quindi, questo è il "non detto", si augura che a giugno il consiglio direttivo della Banca centrale annunci davvero un piano di espansione monetaria pensato per favorire la crescita. Serve una leva monetaria perché, ha spiegato Lagarde, questa mini-ripresa non convince: «Il recupero va avanti, è vero. Ma questo non significa che la crisi sia finita a la nostra missione compiuta». Foto: Mario Draghi e Christine Lagarde Foto: (Ansa)

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 76 13/05/2014 Europa Pag. 2 (diffusione:15000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Dl lavoro in dirittura d'arrivo. Emendamenti agli 80 euro. Privatizzazioni al via RAFFAELLA CASCIOLI

Procede a tappe forzate l'avanzata delle riforme economiche in parlamento. Ieri è iniziato il rush finale del decreto Poletti alla camera. dove è arrivato in terza lettura. Dopo il parere favorevole senza osservazioni della commissione Bilancio della camera, il provvedimento è approdato in aula dove il governo con il ministro Boschi in serata ha posto la fiducia per consentire la conversione in legge entro il 19 pena la decadenza. Contro la fiducia ha protesto Massimiliano Fedriga della Lega lamentando che per l'ennesima volta viene maltrattato il parlamento. Sulla stessa linea d'onda si sono attestati Forza Italia e i Cinquestelle che in precedenza avevano chiesto il rinvio del decreto in commissione, senza tuttavia ottenerlo. Come si ricorderà il testo è già stato approvato con fiducia sia alla camera che al senato dove, secondo il parere del relatore Carlo dell'Aringa, il provvedimento è stato migliorato. Per il ministro del lavoro Poletti il provvedimento migliora le condizioni di lavoro: «È meglio avere la possibilità di stare 36 mesi in un posto di lavoro piuttosto che avere sei ragazzi che cambiano il loro lavoro ogni sei mesi perché l'imprenditore, preoccupato di dover formalizzare una causale, preferisce interrompere il contratto e prenderne un altro». Per Dell'Aringa palazzo Madama ha messo in chiaro alcune norme «che avevano bisogno di essere precisate, visto il poco tempo a disposizione per elaborare un testo efficace e vincente» e ha anche aumentato il grado di semplificazione e di flessibilità a vantaggio delle imprese con l'introduzione della sanzione pecuniaria per le aziende che superano il 20% dei contratti a tempo determinato. Se dunque per oggi è atteso il voto di fiducia sul testo licenziato dal senato, un altro provvedimento in giornata finirà sotto i riflettori: scade infatti il termine per la presentazione degli emendamenti da parte dei senatori al decreto Irpef, meglio noto come decreto 80 euro. Un testo che sembra essere il catalizzatore di proposte elargitive in periodo di campagna elettorale. Se infatti sempre per oggi è prevista una conferenza stampa di Alfano che dovrebbe illustrare gli emendamenti di Ncd a favore di «famiglia, autonomi e partite Iva», il governo fa capire, sia con il premier Renzi che con il ministro dell'economia Padoan, che non si può andare oltre quanto già disposto. Semmai, ha anticipato, il viceministro Morando si punta con la legge di stabilità a un consistente taglio dell'Irap per il prossimo anno tanto da raggiungere i 10 miliardi. E sempre la legge di stabilità potrà contenere un eventuale ampliamento della platea degli 80 euro. Altro punto su cui si concentreranno le proposte di modifica sarà l'intervento sui pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione per i quali ieri il Mef è intervenuto smentendo le critiche avanzate dal commissario Ue Tajani secondo cui Renzi è stato fermato da via Venti Settembre. E se oggi è atteso al voto dell'aula del senato il dl su piano casa ed Expo, il governo è alle prese con il nodo delle privatizzazioni. In settimana il consiglio dei ministri dovrebbe occuparsi delle dismissioni di Enav e Poste, ma dovrebbe anche valutare l'ipotesi di scendere sotto il 30% di Eni e Enel al fine di abbattere il debito come chiesto dall'Ue, concependo un meccanismo per evitare di perdere il controllo delle aziende qualora scendesse al 20%. @raffacascioli Il governo ha posto la fiducia sul decreto Poletti. Oggi atteso il voto finale

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 77 13/05/2014 Libero - Ed. nazionale Pag. 12 (diffusione:125215, tiratura:224026) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Continua la battaglia su coperture ed emendamenti Renzi imbavaglia il Senato sugli 80 euro Il governo chiude il dibattito in Commissione, ma il decreto rischia di slittare. Alla Camera fiducia sul dl lavoro ANTONIO CASTRO

Oggi alle 14 scade il termine per presentare gli emendamenti al decreto Irpef, quel provvedimento del governo che, con la busta paga di maggio, dovrebbe portare nelle tasche degli italiani i promessi 80 euro. Peccato che la chiusura dei termini formali non coincida con la fine delle polemiche. A cominciare dal braccio di ferro istituzionale tra i tecnici del Senato e Palazzo Chigi. Gli esperti del Servizio bilancio la scorsa settimana avevano lanciato l'allarme sulle coperture ballerine. Apriticielo. Renzi, a stretto giro, aveva derubricato le critiche con uno sprezzante: «Hanno detto il falso». Ed è scoppiato il finimondo. Anche perché il provvedimento subisce ora l'assalto alla diligenza degli emendamenti pre europee. Si stima infatti che saranno ben più di mille quelli che verranno depositati a Palazzo Madama. Ieri il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha tentato di smussare i toni: «Rispetto moltissimo gli uffici del servizio Bilancio del Senato. A breve saranno disponibili tutte le risposte alle osservazioni», ha assicurato, promettendo un dibattito ampio. («È un decreto complesso, ci sarà un dibattito parlamentare complesso», ha garantito. L'aspetto inedito per un provvedimento tanto importante è che solitamente le commissioni convocano in audizione (consultiva e non vincolante), associazioni di categoria, istituzioni ed esperti in materia per avere un parere autorevole sui provvedimenti. Questa volta no. E gli esperti di dietrologia leggono in questo inconsueto orientamento di silenziare le eventuali voci critiche - la volontà di evitare altre critiche. Cosa succederebbe, ad esempio, se il presidente della Corte dei Conti dovesse fare le pulci al decreto? Oppure se gli autorevoli esperti del Centro studi Confindustria rifacessero i calcoli sulle coperture? Del resto entro questa settimana le commissioni dovrebbero esaurire l'illustrazione degli emendamenti per poi rinviare ammissibilità e voto a dopo le elezioni europee. Tecnicamente - secondo i rumors di commissione - durante la sospensione dei lavori per il voto del 25 maggio, relatori e governo dovrebbero comunque continuare a limare gli emendamenti e le proposte (anche di maggioranza) per valutare quali ammettere e quali no (discernimento ovviamente basato proprio sull'eventuale copertura) ed essere pronti così per la ripresa dei lavori. Ma questo slittamento per le elezioni europee potrebbe portare in avanti la scadenza per il dovuto passaggio in commissione E quindi l'obiettivo di chiudere entro il 27 maggio sembra sempre più destinato a slittare in avanti. Ma considerando che entro il 24 giugno il decreto deve essere convertito in legge (e che manca ancora il passaggio alla Camera), dopo il voto europeo bisognerà correre per evitare la decadenza (entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale). Per un decreto che viene (Irpef), un altro che va. Il decreto Poletti (Lavoro), alla Camera rischia la stessa sorte. A Montecitorio si è scelto di imboccare il percorso blindato del voto di fiducia proprio per evitare la decadenza. Il 19 maggio il decreto Poletti va convertito in legge e i 201 emendamenti presentati avrebbero sicuramente fatto slittare l'approvazione. Un rischio enorme dopo la faticosa mediazione raggiunta sulle modifiche. Quindi la decisione per l'ennesima blindatura. Questa sera dopo le 18 quindi il voto di fiducia.

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 78 13/05/2014 Il Tempo - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:50651, tiratura:76264) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Il governo prepara altre vendite Auto blu, il grande flop Ne hanno vendute solo 7 Antonio Angeli Fabrizio dell'Orefice

Auto blu, il grande flop Ne hanno vendute solo 7 a pagina 4 Recita un comunicato stampa di palazzo Chigi del 18 aprile scorso: «Si è conclusa la prima fase d'asta delle auto blu del governo avviata il 26 marzo scorso su eBay con il negozio on-line aperto dalla presidenza del Consiglio dei ministri. A oggi sono state assegnate 52 auto. La base media di partenza dell'asta per ogni automobile è stata di 4.065 euro e quella conclusiva di 7.142 euro, passando dai 211.400 euro iniziali ad un totale conclusivo di 371.400 euro». Assegnate, dunque, 52 auto. Ma assegnate non vuol dire realmente vendute. Quelle che lo Stato ha realmente ceduto sono 7. Anche se alcune trattative sono ancora in corso. È fallita insomma l'operazione "asta delle auto blu"? Forse è presto per dirlo, e comunque la speranza per le casse dello Stato è sempre quella che almeno riprenda quota. Ma di certo le aspettative sono andate un po' deluse. E soprattutto l'entusiasmo iniziale dovuto ai continui rilanci è andato in parte scemando. Che cosa è successo, allora? È accaduto che il problema maggiore incontrato dall'operazione sono state le burle. Sì, le prese in giro. Molti di coloro che hanno partecipato alle aste, lo hanno fatto per gioco. A palazzo Chigi se ne sono resi conto quando sono scattate le prime assegnazioni e da queste bisognava passare all'acquisto vero e proprio. Sono cominciate a piovere scuse per tirarsi indietro: «Non ho più i soldi», «Pensavo si potesse pagare a rate», «Credevo che potessi vedere prima l'auto». Il punto è che eBay non garantisce alcuna sanzione per chi vince un'asta e poi si tira indietro, salvo un giudizio pubblico (tecnicamente si chiama feedback) negativo. Ma nessuno è obbligato a procedere poi materialmente all'acquisto. Così si scopre che gli italiani si sono divertiti a fare offerte e a partecipare alla gara più famosa d'Italia, visto il grande spot che è arrivato direttamente dal presidente del Consiglio. Nella seconda fase dell'asta on line, palazzo Chigi è corso ai ripari imponendo regole più stringenti. Chi partecipa alla gara deve firmare una «proposta irrevocabile di acquisto», e dunque non si può tirare più indietro se risultasse assegnatario. Per fare le sue offerte deve firmare una vera e propria autocertificazione, in caso di dichiarazioni mendaci può scattare anche una condanna a due anni. Ma un altro ostacolo si è presentato davanti ai funzionari governativi che hanno preparato le gare: siamo sicuri di chi compra? Una domanda divenuta piuttosto inquietante visto che il secondo lotto riguardava anche auto blindate, le famose Maserati di La Russa (un acquisto piuttosto costoso fu deciso quando l'esponente di FdI era ministro della Difesa). Quel genere di autovetture sono particolarmente appetibili da personaggi poco raccomandabili o appartenenti alla malavita organizzata. All'autocertificazione perciò sono state applicate le regole previste dal codice degli appalti pubblici che prevede, tra l'altro, l'esclusione per «coloro che si trovano in stato di fallimento, di liquidazione coatta, di concordato preventivo, o nei cui riguardi sia in corso un procedimento per la dichiarazione di una di tali situazioni», quelli che si sono beccati una diffida del questore «quando siano pericolose per la sicurezza pubblica o per la pubblica moralità», oppure abbiano avuto una condanna passata in giudicato. In altre parole, la "pratica" è passata sotto la giurisdizione del Viminale, che ovviamente ha messo in campo le norme più cautelative, in pratica quelle di una vera gara d'appalto. La procedura seguita per l'acquisto si complica (basta leggere il modulo delle domande frequenti che si trova sul sito) ha aggiunto regole e quindi complicazioni. Per esempio, il vincitore di un'asta riceve una comunicazione, deve fare il bonifico e una volta ricevuta la quietanza può andare a prendere l'auto. Ma la deve prima rilevare con un carro attrezzi o una targa prova, portasela a casa, immatricolarla come fosse nuova e quindi pagare la tassa di proprietà. In compenso le auto all'asta adesso sono visibili prima della gara vera e propria, anche se su appuntamento e solo per poche ore a settimana. Poca roba per chi era tentato. Alla fine le complicazioni sopraggiunte e i prezzi di partenza più alti (le Maserati blindate partivano da 90mila euro) hanno scoraggiato i più e così le auto della Difesa non hanno ottenuto alcuna offerta. Zero. La gara è andata deserta. Adesso restano in lizza quelle del ministero dell'Interno. Tre offerte sono arrivate per una Bmw 525D del 2011 (il prezzo è ora di 15.650 euro), una invece per una Bmw 525D, ma stavolta del 2009 (11.000 euro). Nessuna

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 79 13/05/2014 Il Tempo - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:50651, tiratura:76264) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

offerta, invece, per altre tre auto stessa marca e stesso modello ma in migliori condizioni e che infatti partono da una base d'asta sopra i 20mila euro. Siamo a zero per tutte le auto messe in pista dal ministero della Giustizia. Si tratta di Citroen C8 3.0 24v (si parte da 6.150 euro), due Lancia Lybra (appena 800 e 400 euro), due Subaru (Impreza da cinquemila, Outback da quattromila). A questo punto il governo pensa di scegliere un'altra strada visto che eBay è stata poco efficace. Più probabile che i prossimi lotti vengano ceduti in blocco magari a professionisti del settore che conoscono meglio come piazzarle sul mercato. Perché anche vendere un'auto non è un gioco. Ed è anche un'operazione politica, infatti negli Stati Uniti i vari candidati spesso indicano il diretto concorrente e chiedono: «Comprereste un'auto usata da lui?». INFO Operazione autoblu Il premier l'ha annunciata il 12 marzo, è partita il 26. La prima fase si è chiusa il 18 aprile, il governo quel giorno annuncia: «52 auto sono state assegnate». Solo che solo 7 sono state realmente vendute, in gran parte chi ha vinto le aste s'è poi tirato indietro. Nella seconda fase, zero offerte per le Maserate blindate; solo 4 per le BmwSul web Zero offerte Una delle Masererti ritirate senza alcuna proposta di acquisto Negozio virtuale La schermata del sito eBay che offre le auto blu del governo in vendita Burocrazia Il documento di autocertificazione necessario per ritirare l'auto

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 80 13/05/2014 Il Tempo - Ed. nazionale Pag. 4 (diffusione:50651, tiratura:76264) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Padoan si prende la rivincita su Renzi Il ministro dell'Economia bacchetta il premier: «Rispetto i tecnici del Senato A breve le risposte alle osservazioni». Il governo pone la fiducia sul dl lavoro Laura Della Pasqua [email protected]

Il ministro Padoan si prende una rivincita su Renzi. «Rispetto moltissimo gli uffici del servizio Bilancio del Senato. A breve saranno disponibili tutte le risposte alle osservazioni» dei tecnici circa le coperture del decreto Irpef. Sono parole che hanno il tono di una puntura al premier che venerdì scorso aveva replicato alle perplessità sollevate dai tecnici del Senato sulle risorse per finanziare il bonus da 80 euro, con tono di sfida di aver visto «i primi cedolini» e di «non aver intenzione di mediare con tutti o di chiedere il permesso». Una dichiarazione urticante che non deve aver fatto piacere al presidente di Palazzo Madama Grasso e dalla quale ieri Padoan ha voluto prendere le distanze ribadendo l'importanza del ruolo svolto dal servizio Bilancio del Senato. Che tra i due non ci sia un gran feeling, è stato chiaro sin dall'inizio della legislatura, con Renzi che ha accentrato a sé ogni decisione, azzerando la concertazione con le parti sociali e riducendo al minimo quella con i suoi ministri. E il premier ha intenzione di continuare dritto per la sua strada senza «chiedere permesso a nessuno», tant'è che ieri per l'ennesima volta, nonostante la pioggia di critiche, ha posto la fiducia sul decreto lavoro. Il ministro del Lavoro Poletti, mutuando i toni del premier, ha giustificato la scelta dicendo che «l'intesa nel merito c'è e con la fiducia si evita una discussione improduttiva». E poi: «So che che ci sono molte imprese che stanno aspettando di di poter applicare con certezza questa legge quindi prima arriva meglio è». Il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta rivela invece cosa c'è dietro tanta fretta. «Il governo è costretto a porre la terza fiducia sullo stesso provvedimento, per imbrigliare la sua riottosa maggioranza. Il dl è stato modificato nei contenuti, dopo la prima fiducia alla Camera il 23 aprile e la seconda, su un testo cambiato, il 7 maggio al Senato». Intanto Renzi toglie ai pensionati la speranza di avere il bonus da 80 euro. Se ne riparla il prossimo anno, promette nel corso dell'intervento a «Quinta Colonna» su Rete4, «prima non ce la fo. Non faccio promesse che non sono in grado di mantenere». A chi critica e fa il gufo dice: «non sopporto più quelli che dicono che l'Italia non ce la farà mai». Poi scherza: «Oggi sono andato alla sede del Pd da Palazzo Chigi ho trovato 20 euro per terra. Non si butta via nulla in questo periodo». Foto: Festa Renzi con una scolaresca a palazzo Chigi

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 81 13/05/2014 ItaliaOggi Pag. 1 (diffusione:88538, tiratura:156000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Voluntary al via, senza sconti L'Agenzia delle entrate sta facendo partire gli accertamenti sulle domande già presentate senza aspettare le nuove regole (più vantaggiose per i contribuenti) DI VALERIO STROPPA E CRISTINA BARTELLI

Per la voluntary disclosure accertamenti con le vecchie regole. In attesa che governo e parlamento traccino la strada da seguire per disegnare la nuova procedura di regolarizzazione dei capitali all'estero, l'Agenzia delle entrate sta procedendo con la lavorazione delle istanze già presentate nei mesi scorsi. Ma i contribuenti che si sono autodenunciati sperano in una norma transitoria che consenta loro di poter accedere alle eventuali agevolazioni di futura emanazione. Stroppa e Bartelli a pag. 23 Per la voluntary disclosure accertamenti con le vecchie regole. In attesa che governo e parlamento traccino la strada da seguire per disegnare la nuova procedura di regolarizzazione dei capitali all'estero, chi ha già presentato domanda ai sensi dell'ex articolo 1 del dl n. 4/2014 (poi stralciato) va avanti con quest'ultimo. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, l'Agenzia delle entrate sta procedendo con la lavorazione delle istanze già presentate nei mesi scorsi. Una volta emesso l'avviso di accertamento, per poter avvalersi degli effetti premiali della sanatoria, bisogna pagare entro al massimo 60 giorni. Ma i contribuenti che si sono autodenunciati sperano in una norma transitoria che consenta loro di poter accedere alle eventuali agevolazioni di futura emanazione. Sia in termini di costo complessivo della procedura, sia in termini penali e antiriciclaggio.E per arrivare «puliti» all'appuntamento con Unico 2014, quando cioè dovrà essere correttamente compilato il quadro RW riferito all'anno 2013 (non sanabile con l'autodenuncia spontanea), la procedura rischia di trasformarsi in una corsa contro il tempo. La nuova voluntary, attualmente contemplata in due diversi disegni di legge depositati alla camera, potrebbe prevedere infatti una semplifi cazione nel calcolo del quantum dovuto al fi sco: non più un dettaglio analitico sui rendimenti conseguiti anno per anno, bensì un'aliquota fi ssa al di sotto di determinate soglie. La forfetizzazione potrebbe portare un costo più basso della procedura in sé, ma anche semplifi care notevolmente il lavoro dei professionisti che assistono i contribuenti, alleggerendo quindi la parcella a carico del cliente. Conseguenze identiche a quelle di un'eventuale di riduzione dei periodi d'imposta accertabili (per esempio passando dagli attuali 10 a un massimo di 6, come previsto dalla proposta Capezzone). In questo momento, senza una tutela penale garantita a livello normativo, è diffi cile ipotizzare che i soggetti interessati alla disclosure svelino le proprie carte al fi sco. Chi ha già sottoposto la domanda all'Ucifi sulla base del dl n. 4/2014, invece,è al lavoro per completare la procedura secondo i vecchi «patti». La regolarizzazione dei capitali detenuti all'estero in violazione della normativa sul monitoraggio fi scale passa da una puntuale ricostruzione temporale delle attività fi nanziarie. Compito, questo, che può richiedere anche diversi mesi di lavoro e l'assistenza di una vero e proprio team di consulenti (se non altro per reperire presso le banche straniere tutta la documentazione utile). In questi casi il rischio (al momento solo teorico, va detto) è quello di pagare oggi più di quanto farà chi aderirà alla disclosure in futuro. In compenso chi è già partito ha la possibilità di mettersi in regola in tempo per la dichiarazione dei redditi. Il 30 settembre 2014 scade infatti il termine per la presentazione del modello Unico-Pf relativo all'anno d'imposta 2013. Il primo, cioè, non coperto dalla voluntary disclosure: sia la vecchia procedura ex dl n. 4/2014, sia quelle contenute nei ddl all'attenzione di Montecitorio consentono di regolarizzare le violazioni commesse fi no al 31 dicembre 2013. L'ultimo anno interessato dall'autodenuncia è quindi il 2012, posto che per le persone fisiche il periodo d'imposta coincide con l'anno solare. Erano stati gli stessi professionisti, in vigenza della norma poi decaduta, a evidenziare la necessità, in un'ottica di coerenza, di chiudere la procedura entro l'estate (si veda ItaliaOggi del 1° marzo 2014). Ferma restando la possibilità del ravvedimento operoso, anche avvalendosi della sanzione light di 258 euro per chi integra il quadro RW entro 90 giorni dalla scadenza, la fi nestra temporale per l'adesione fi no al 30 settembre 2015 era stata giudicata dagli operatori poco funzionale a chi intende impostare per il futuro la propria strategia fi scale su basi condivise con le amministrazioni, eliminando il fattore di rischio di incertezza

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 82 13/05/2014 ItaliaOggi Pag. 1 (diffusione:88538, tiratura:156000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

normativa e interpretativa. In questo contesto, infine, un'ulteriore spinta alla trasparenza è data dai diversi accordi che regolamentano lo scambio di informazioni: l'attuazione delle direttive Ue sulla cooperazione fi scale e sulla tassazione del risparmio, dell'accordo Fatca con gli Usa e del nuovo Common reporting standard dell'Ocse.

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 83 13/05/2014 ItaliaOggi Pag. 19 (diffusione:88538, tiratura:156000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato L'Agenzia delle entrate ha spedito le comunicazioni sulle anomalie dei redditi 2009 Convocazione da redditometro La lettera è un mix tra questionario e contraddittorio ANDREA BONGI

Nuovo redditometro per l'anno 2009: ecco l'avviso di convocazione del fi sco. L'operazione parte proprio con l'invio di una prima missiva a circa 35 mila contribuenti con la quale l'uffi cio controlli dell'Agenzia delle entrate li invita a recarsi presso le sedi locali competenti al fi ne di chiarire l'apparente non compatibilità fra le spese sostenute nell'anno 2009 e i redditi dichiarati. L'invito a comparire, di persona o a mezzo di rappresentante, è emesso ai sensi e per gli effetti dell'articolo 32 del dpr 600/1973 e costituisce un vero e proprio mix fra un questionario esplorativo e un primo approccio di contraddittorio. Non è un questionario vero e proprio perché al contribuente non è richiesta l'indicazione di dati e la semplice restituzione all'ufficio nel termine ordinatorio di 15 giorni dal ricevimento dell'invito. Non è nemmeno un vero e proprio invito al contraddittorio perché in questa prima fase la pretesa impositiva non è enunciata e l'uffi cio si limita a precisare, testualmente, che sulla base dei dati presenti in Anagrafe tributaria, le spese sostenute dal contribuente nell'anno 2009 risultano «apparentemente» non compatibili con il reddito dichiarato. Stando a quanto risulta a ItaliaOggi le prime missive giunte a destinazione riguardano contribuenti con evidenti scostamenti fra spese sostenute e ammontare dei redditi dichiarati. Questo lascerebbe intendere che dall'Agenzia delle entrate si è proceduto alla selezione delle posizioni a più eclatante rischio di evasione e per le quali sussistono fondati indizi di sottodimensionamento dei redditi dichiarati. Ciò premesso la missiva lascia intendere che l'incontro sarà estremamente importante per entrambe le parti in gioco: il contribuente e l'uffi cio. Il primo avrà infatti la possibilità di chiarire la sua posizione attraverso la prova documentale del possesso di redditi per i quali non vi era obbligo di dichiarazione o il fi nanziamento delle spese sostenute attraverso dismissioni, risparmi accumulati nel tempo ecc.; il secondo avrà invece la possibilità di verificare ed affinare la bontà dei dati contenuti nell'anagrafe tributaria evitando il rischio di accertamenti non esatti e a rischio di successiva rettifi ca. Perché l'incontro non sia una mera formalità in calce alla missiva viene allegato un vero e proprio prospetto che costituirà l'argomento all'ordine del giorno sul quale le parti dovranno confrontarsi. Il prospetto in questione è costruito su tre distinte colonne nelle quali sono contenute le spese che si presumono sostenute nel 2009 dal contribuente. Nella prima colonna vengono indicate le spese certe, nella seconda le spese che si basano su dati certi quali il possesso dell'abitazione o di un'autovettura mentre nella terza colonna il contribuente potrà integrare o modifi care gli importi indicati sulla base delle risultanze in suo possesso. In altra sezione del prospetto allegato il contribuente potrebbe inoltre indicare anche i saldi iniziali e fi nali dei suoi conti bancari relativi all'annualità 2009 al preciso fine di segnalare l'accumulo di risparmio o eventuali disinvestimenti. Qualora le argomentazioni e la documentazione fornita dal contribuente fossero esaustive e arrivasse a giustificare l'apparente scostamento alla base dell'invito, l'attività di controllo, recita testualmente la missiva del fi sco, potrebbe chiudersi già in questa prima fase senza ulteriori sviluppi. Se invece le argomentazioni del contribuente non fossero esaustive è chiaro che le attività di controllo procederanno anche dopo il primo incontro e con tutta probabilità il contribuente verrà raggiunto da un vero e proprio accertamento sintetico. La mancata risposta all'invito da parte del contribuente, oltre che dare via libera alle ulteriori attività di controllo da parte dell'uffi cio, potrebbe anche essere fonte di irrogazione di sanzioni specifi che per mancata comparizione o omessa e incompleta risposta a questionari di cui all'articolo 11 del dlgs 471/1997 (da 258 a 2.065 euro). La mancata partecipazione non dovrebbe invece pregiudicare la possibilità di fornire dati ed elementi giustifi cativi a favore del contribuente in una seconda fase sia amministrativa che contenziosa. Infatti pur essendo richiamato espressamente l'articolo 32 del dpr 600/73 l'agenzia delle entrate ha avuto modo di chiarire nel corso del Videoforum 2014 di ItaliaOggi che il settimo comma dell'art. 38 del dpr n. 600/73 prevede un ulteriore momento obbligatorio di confronto secondo le modalità dell'art. 5 del dlgs n. 218/97 durante il quale il contribuente potrà presentare nuovi elementi giustifi

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 84 13/05/2014 ItaliaOggi Pag. 19 (diffusione:88538, tiratura:156000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

cativi non forniti nella prima fase di confronto. Dal tenore letterale della missiva emergono due ulteriori considerazioni: non vi è nessun riferimento al nucleo familiare del contribuente mentre sempre rispuntare il c.d. fi tto fi gurativo che dopo le osservazioni del Garante della privacy sembrava invece destinato ad uscire defi nitivamente di scena.

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 85 13/05/2014 ItaliaOggi Pag. 20 (diffusione:88538, tiratura:156000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato La Corte di cassazione sull'onere della prova a carico dell'imprenditore Iva ko anche con credito Il fi nanziamento non obbliga al versamento DEBORA ALBERICI

La crisi di liquidità della società che non versa l'Iva può far cadere il reato a carico del suo vertice solo nel caso in cui l'imprenditore abbia provato che, neppure con il credito bancario, l'Imposta sarebbe stata versata e soprattutto che il dissesto dell'azienda non è dipeso da lui. Lo ha sancito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 19426 del 12 maggio 2014, ha confermato la condanna a otto mesi a carico di un imprenditore di Brescia accusato di non aver versato 53 mila euro di Iva. Affinché il reato venga scriminato, quindi, è necessario perché in concreto ciò si verifi chi, che siano assolti gli oneri di allegazione che, per quanto attiene alla lamentata crisi di liquidità, dovranno investire non solo l'aspetto della non imputabilità a chi abbia omesso il versamento della crisi economica che ha investito l'azienda o la sua persona, ma anche la prova che tale crisi non sarebbe stata altrimenti fronteggiabile tramite il ricorso, da parte dell'imprenditore, ad idonee misure da valutarsi in concreto (non ultimo, il ricorso al credito bancario). In altri termini, il contribuente che voglia giovarsi in concreto di tale esimente, evidentemente riconducibile alla forza maggiore, dovrà dare prova che non gli sia stato altrimenti possibile reperire le risorse necessarie a consentirgli il corretto e puntuale adempimento delle obbligazioni tributarie, pur avendo posto in essere tutte le possibili azioni, anche sfavorevoli per il suo patrimonio personale, atte a consentirgli di recuperare la necessaria liquidità, senza esservi riuscito per cause indipendenti dalla sua volontà e a lui non imputabili. «Ciò risponde al principio generale per cui la scriminante della crisi di liquidità», spiega ancora la terza sezione penale, «non può essere invocata, per escludere la colpevolezza soggetto attivo, al momento della scadenza del termine lungo, ove non si dimostri che la stessa non dipenda dalla scelta (protrattasi, in sede di prima applicazione della norma, nella seconda metà del 2006) di non far debitamente fronte alla esigenza predetta (per l'esclusione del rilievo scriminante di impreviste difficoltà economiche in sé considerate». Anche la Procura generale del Palazzaccio ha concluso la sua requisitoria chiedendo la conferma della condanna. www.cassazione.net

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 86 13/05/2014 ItaliaOggi Pag. 21 (diffusione:88538, tiratura:156000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Nota interpretativa della Fondazione accademia romana fa il punto sulla procedura Transfer pricing con il bollino La strada per trovare un accordo bilaterale con il fi sco FABRIZIO G. POGGIANI

Prezzi di trasferimento infragruppo validati dall'amministrazione fi nanziaria con specifi co interpello. Questa la novità, introdotta dalle disposizioni contenute nell'art. 8, dl 269/2003, trattata, tra le altre inerenti agli strumenti de attivi del contenzioso tributario, dalla Fondazione Accademia Romana di Ragioneria, diretta da Paolo Moretti, nella nota operativa n. 7/2014. Come indicato in premessa della nota, al fi ne di consentire ai contribuenti di conoscere preventivamente la corretta applicazione di una disposizione tributaria, il legislatore ha introdotto una pluralità di forme di interpello; ordinario, antielusivo, internazionale (ruling di standard internazionale) e l'attività di consulenza giuridica. La nota ricorda che l'istituto in commento (interpello) è finalizzato a conoscere preventivamente l'idea (parere) dell'amministrazione finanziaria, con riferimento a qualsiasi tipo di norma tributaria, ma per fattispecie esistenti e ben indicate in sede di redazione della stessa istanza. In via generale, l'interpello può essere inquadrato come interpretativo, quando lo stesso è fi nalizzato all'ottenimento di un assenso sulla soluzione prospettata dal contribuente, mentre si deve intendere disapplicativo e/o autorizzativo quando l'obiettivo è quello di ottenere la convalida alla disapplicazione di talune disposizioni (quelli più noti riguardano, per esempio, la disciplina delle società non operative). Nelle tabelle allegate alla nota in commento viene evidenziato che la risposta, a cura dell'amministrazione finanziaria e per entrambe le tipologie, deve essere resa entro 120 giorni dalla presentazione dell'istanza a cura del contribuente, riguarda esclusivamente il caso concreto prospettato e la stessa non vincola il contribuente ma solo gli uffi ci periferici della stessa amministrazione fi nanziaria. Naturalmente, la fattispecie indicata deve coincidere con quella realizzata e, in presenza di una questione sollecitata da più contribuenti, l'amministrazione fi nanziaria può fornire la propria interpretazione con un documento di prassi (risoluzione e/o circolare) destinato alla generalità dei contribuenti stessi. Un'ulteriore modalità prevista è quella con la quale il contribuente chiede un'interpretazione all'amministrazione fi nanziaria, prospettando una propria soluzione, sullo sviluppo di determinate operazioni potenzialmente di natura elusiva. Inoltre, l'istanza può essere presentata anche con l'obiettivo di chiedere la disapplicazione di talune norme antielusive che, in via generale, possono trovare applicazione al caso o fattispecie sviluppata dal contribuente, con conseguente limitazione di deduzioni, detrazioni e crediti d'imposta. Con l'interpello internazionale (o ruling di standard internazionale) le imprese, residenti o meno, che esercitano la propria attività in un ambito internazionale, possono trovare una vera e propria intesa (atto bilaterale) con l'amministrazione fi nanziaria, su temi come la disciplina dei prezzi di trasferimento, i dividendi, gli interessi e le royalties internazionali o la stabile organizzazione; la procedura viene attivata su istanza del contribuente, prosegue con una fase di contraddittorio e si conclude, potenzialmente, con un accordo tra l'ufficio, territorialmente competente, e il contribuente stesso. Conclude la carrellata, la consulenza giuridica che è, di fatto, un'ulteriore attività conoscitiva che l'amministrazione fi nanziaria svolge a favore dei contribuenti, fi nalizzata all'individuazione del corretto trattamento fi scale di fattispecie aventi complicazioni d'interesse generale.

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 87 13/05/2014 ItaliaOggi Pag. 25 (diffusione:88538, tiratura:156000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Per i consulenti del lavoro vanno, però, rivisti i costi e le modalità di funzionamento Camere di commercio utili Abolire le loro funzioni sarebbe un danno per l'economia

Snellire e razionalizzare le procedure proprie delle camere di commercio si può e si deve, ma senza pensare minimamente ad abolirne le funzioni. Nel pacchetto «spending review» dell'Esecutivo in carica rientrano infatti anche le camere di commercio. Tra le righe del provvedimento sulla pubblica amministrazione, anche se passato inosservato, è stato inserita anche l'eliminazione dell'obbligo di iscrizione per le società alle Cciaa svuotando, di conseguenza, quel ruolo pubblicistico che fi no ad ora gli enti camerali hanno avuto nel nostro sistema giuridico. Eliminare una struttura che, ad oggi, garantisce la regolarità delle contrattazioni commerciali visto che l'opponibilità a terzi di qualunque negozio giuridico si fonda su dati,e notizie, delle imprese iscritte alle Cciaa territorialmente competenti, sarebbe un errore gravissimo. Ci si troverebbe , d'improvviso, nella condizione di non avere la certezza che l'impresa con la quale si pone in essere un contratto sia esistente e che il rappresentante ne abbia i poteri con la conseguenza dell'aumento di procedimenti contenziosi, laddove una delle esigenze del Paese è quella di de azionarli. L'eliminazione, inoltre, non andrebbe nella direzione della spending review, visto che le stesse sono enti pubblici dotati di autonomia funzionale, ma anche di autonomia patrimoniale che si reggono cioè sul contributo annuale obbligatorio di ogni operatore economico; quindi non maturano oneri aggiuntivi nel bilancio statale. L'eliminazione produrrebbe solamente un irrigidimento della struttura camerale, visto che nell'intenzione del governo diverrebbero organi dei comuni con relativo appesantimento della macchina burocratica comunale. Più che all'eliminazione si potrebbe magari pensare ad una rivisitazione delle funzioni camerali, nonché dei relativi adempimenti e costi nei confronti delle imprese; cioè uno snellimento delle procedure camerali ed un livellamento di comportamenti uniforme sull'intero territorio nazionale. Ad oggi infatti le camere di commercio nella loro autonomia gestionale hanno regolamenti propri che si differenziano a seconda del territorio in cui operano. Un intervento in tal senso potrebbe rendere più effi cace l'azione camerale e ridurre i costi a carico delle imprese. Puntare su una riduzione dei costi per le variazioni che le imprese sono tenute a trasmettere alla Cciaa o, ancora meglio, ipotizzare un numero di adempimenti gratuiti legati al versamento del diritto annuale sarebbe una strada utile da seguire. Ogni passaggio che semplifica e comporta economie per la vita delle imprese è sempre utile, ma l'intenzione di eliminare le Cciaa non va in questa direzione. Inevitabilmente produrrebbe un caos giuridico e una giungla nei rapporti commerciali, con l'unico risultato del decuplicarsi delle controversie e dei contenziosi . «Siamo favorevoli a ogni intervento che riduca i costi pubblici improduttivi e che vada in direzione dei cittadini e delle aziende», commenta Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro. «Ma bisogna stare attenti a non scivolare su provvedimenti che mettono a repentaglio la necessaria garanzia che bisogna dare a chi opera sul mercato. Le camere di commercio, cosi come gli ordini professionali, tutelano la fede pubblica e sono garanti nei confronti dei cittadini. Pensare a un intervento di snellimento delle procedure è certamente utile e necessario, ma senza andare oltre».

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 88 13/05/2014 ItaliaOggi Pag. 29 (diffusione:88538, tiratura:156000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato DECRETO SCUOLA, CORREZIONI IN CORSO Dirigenti, pronti sanatoria e concorso Alessandra Ricciardi

La mediazione tra le diverse richieste dei gruppi è stata fatta dalla relatrice, Francesca Puglisi (Pd). L'obiettivo dell'emendamento presentato in V commissione al senato, al disegno di legge di conversione del dl sulla scuola, è «salvaguardare la continuità della dirigenza didattica, rispettare le sentenze della magistratura che impongono la rinnovazione del concorso e dare certezza a coloro i quali sostengono le prove concorsuali», ha spiegato la Puglisi. La strada è un nuovo reclutamento, entro il 31/12/2014, attraverso le modalità del corso-concorso previsto dal dl n. 104/2013. Un concorso nel quale una quota di posti, da decidersi con bando, sarà riservata ai soggetti già vincitori oppure «utilmente collocati nelle graduatorie successivamente annullate in sede giurisdizionale, nonché ai soggetti che hanno un contenzioso pendente... Lo stesso bando disciplina i titoli valutazioni tra i quali l'aver svolto le funzioni di dirigente scolastico». I dirigenti che intanto sono sotto giudizio resteranno sulla loro sede «fi no al termine dell'anno scolastico», se la procedura si dovesse concludere ad anno già avviato. Sempre con emendamento del relatore, si fanno salvi «i dirigenti scolastici della Campania e della Sicilia, nelle quali non è ancora disponibile una convenzione Consip, dalle pressioni per l'aggiudicazione delle gare». Le scuole potranno rinnovare gli attuali contratti svolti dalle imprese di pulizia. Il termine per i subemendamenti alle proposte del relatore scade oggi. Foto: Francesca Puglisi

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 89 13/05/2014 ItaliaOggi Pag. 29 (diffusione:88538, tiratura:156000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Il ministro, incalzata su graduatorie e scatti, ora rilancia. Risorse, poi si vede La Giannini sfida i sindacati Il prossimo mese il contratto: valutazione, merito, premi ALESSANDRA RICCIARDI

Sarà la strategia renziana, sarà la campagna elettorale. Sta di fatto che il ministro Stefania Giannini sul contratto della scuola è decisa a non farsi dettare i tempi dai sindacati che, a fronte della marginalizzazione subita sulla riforma della pubblica amministrazione dal premier Matteo Renzi, rivendicano maggiore coinvolgimento. Il ministro, incalzata proprio in questi giorni dalle sigle sindacali sulle graduatorie dei docenti e sul recupero degli scatti, che hanno fatto registrare ritardi, incertezze e una certa confusione, anche informatica, da parte dell'amministrazione nistrazione, è andata all'attacco annunciando che a breve, già il prossimo mese, potrebbe essere presentata al consiglio dei ministri la proposta contrattuale. Una «rivisitazione del contratto degli insegnanti», all'insegna di tre parole d'ordine «valutazione, merito e premialità». Un capitolo sul quale, tra l'altro, è al lavoro il primo cantiere per le riforme aperto la scorsa settimana al ministero, i cui tempi però sono più lunghi, tre mesi. Negli ambienti ministeriali si parla di un progetto che, pur se non ancora defi nito nei particolari, è più avanti di una semplice idea. Una riforma della scuola che, attraverso la via del contratto, e non di una legge, riveda l'impianto della professione docente sarebbe un bel colpo per (ri)affermare la portata «di rottura» dell'azione del governo. Si tratterebbe infatti di mettere in campo una delle riforme che da tempo chiedono dall'Unione Europea e dalla stessa scuola, per evitare l'appiattimento anche economico a cui soprattutto gli insegnanti, categoria affatto impiegatizia per natura e missione, è contrattualmente ad oggi relegata. Resta sullo sfondo il problema di come dare alla diversa articolazione professionale un equivalente corrispettivo economico. Certamente fi no a fi ne anno non potranno esserci stanziamenti. Sarà la legge di stabilità a scoprire le carte per il 2015. E a confermare o meno quanto previsto nel Def, il documento economico fi nanziario che fi no al 2019 prevede, «a legislazione vigente», retribuzioni congelate per i dipendenti pubblici, ad esclusione dell'indennità di vacanza contrattuale. Nessuno però vieta di avviare intanto la trattativa sul fronte normativo, è il ragionamento a viale Trastevere, per definire l'impalcatura della professione secondo i pilastri di«valutazione merito e premi» su cui la Giannini ha più volte insistito. Le risorse, e la loro decorrenza, possono essere definite in un secondo momento. Una scelta che servirebbe tra l'altro a dare rilievo alle questioni di merito liberando il terreno di confronto dalla mina economica. Foto: Stefania Giannini

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 90 13/05/2014 MF - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:104189, tiratura:173386) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato PRIVATIZZAZIONI Ecco perché il taglia-Eni non basta All'Italia serve il Tagliadebito Guido Salerno Aletta

Ecco perché il taglia-Eni non basta All'Italia serve il Tagliadebito ( a pag. 4) Se è vero, come sembra, che a via XX Settembre stanno seriamente pensando a cedere il 10% di Eni e di Enel per fare cassa e ridurre il debito pubblico, si tratterebbe di una toppa peggiore del buco: un rimedio inutile rispetto alla dimensione del problema, perché i proventi sarebbero davvero ben poca cosa, ma soprattutto dannoso perché così facendo si perderebbe il controllo di due asset industriali, e quindi la quota residua varrebbe proporzionalmente molto di meno. Non solo, ma si pregiudicherebbe il conferimento di queste quote di controllo, insieme alle altre partecipazioni mobiliari ed immobiliari, in un unico Fondo patrimoniale di cui abbiamo più volte auspicato la costituzione al fine di swappare debito con titoli di proprietà indivisa. Al ministero dell'economia stanno finalmente facendo i conti, purtroppo tardi, con gli errori di previsione a breve termine compiuti con i Documenti di economia e finanza: in quello approvato dal Governo presieduto da Mario Monti nell'aprile 2012, dopo la tempesta di decreti che ci avrebbero allontanato dal baratro finanziario, dal salva-Italia al cresci-Italia, si indicava che il 2013 si sarebbe chiuso con un rapporto debito/ pil del 121,5% mentre il 2014 si sarebbe stato ancora meglio, con il 118,2%. Mai previsioni furono meno azzeccate: a fine 2013 il rapporto debito pubblico pil è stato del 132,6% (con un errore di ben 11,1 punti) e se tutto va bene il 2014 dovrebbe segnare un altro record storico, con il 134,9% (con un errore di 16,7 punti). La divaricazione proseguirebbe ancora visto che, secondo il Def appena varato dal Governo Renzi, nel 2015 il rapporto debito/pil si assesterebbe al ribasso per toccare il 133,3% sul pil, un rapporto di 18,9 punti superiore rispetto a quello stimato dal Governo Monti, che nell'aprile 2013 prevedeva appena un 114,4%. Come nelle diete dei golosi, quelle che cominciano sempre dal giorno dopo, così accade per il rapporto debito/pil nei Documenti del Mef: la riduzione è sempre rinviata di un anno, quale che sia il Governo in carica. Così, per il Governo Monti, nel Def dell'aprile del 2012 si affermava che il peggio era ormai passato: nel 2013 le cose già sarebbero andate meglio, scendendo da 123,4 a 121,5%. Salvo a ricredersi a settembre successivo, visto che sempre per il Governo Monti il picco del rapporto debito/pil si sarebbe spostato al 2013 con il 127,1%, mentre dal 2014 in poi la strada sarebbe stata in discesa: 125,1%. Il Governo Renzi, almeno per il momento, non sembra aver cambiato verso rispetto al passato: il 2013 è stato peggiore rispetto alle previsioni varate a settembre passato dal Governo Letta, visto che invece del 129,3% sul pil siamo arrivati al 132,6%, ed anche stavolta l'anno in corso sarà peggiore del precedente con il 134,9% (invece di ridursi al 129% netto) ma dal 2015 la strada è finalmente in discesa con il 133,3%. Si va a tentoni: il ministro dell'Economia Vittorio Grilli aveva previsto dismissioni per un importo annuo dell'1%, e già sembrava una inezia. Poi il Ministro Saccomanni ha dimezzato questo impegno. Intanto, sembra impantanata la prima valorizzazione immobiliare che doveva fare perno sulla Invimit, visto che la retrocessione a quest'ultima degli immobili già venduti l'anno scorso dal Demanio alla Cassa Depositi e Prestiti farebbe aumentare nuovamente il debito pubblico: mentre la Cassa è esterna all'area di consolidamento, la Invimit è integralmente del Tesoro. Sono anni che nel Def si sbagliano regolarmente le previsioni: l'economia reale è stata bastonata inutilmente, mentre il debito pubblico è cresciuto a dismisura. Ora si vorrebbe scendere sotto il 30% in Eni ed Enel: per fare cassa si perde più valore di quanto si introita, è una scemenza. Altro che «cambiare verso» sul debito pubblico: a via XX Settembre è tutto come prima. Anzi, molto peggio. (riproduzione riservata) IL DEBITO DELLA REPUBBLICA ITALIANA AL LORDO DEGLI AIUTI ESM Ciascun nuovo def sposta il picco del debito in avanti - Dai in % sul pil GRAFICA MF-MILANO FINANZA 120,5 117,3 116,6 125,1 8,5 7,8 121,4 121,4 129,8 8,4 8,4 114,4 122,9 125,5 125,7 133,3 7,6 7,8 10,4 18,9 118,2 125,1 129 129 134,9 5,9 5,9 9,8 16,7 121,5 127,1 130,4 129,3 132,6 3,3 2,2 5,5 11,1 123,4 126,4 127 124,3 120,1 120,7 120,8 120 Def aprile 2012 Agg. Def settembre 2012 Def aprile 2013 Agg Def settembre 2013 Def aprile 2014 in 6 mesi in 12 mesi in 18 mesi in 24 mesi Monti Monti Monti Letta Renzi Differenza Differenza Differenza Differenza

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 91 13/05/2014 MF - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:104189, tiratura:173386) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Renzi apr 2014/ Letta set 2013 Renzi apr 2014/Monti apr 2013 Renzi apr 2014/Monti set 2012 Renzi apr 2014/Monti apr 2012 Governo Documento 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 92 13/05/2014 MF - Ed. nazionale Pag. 8 (diffusione:104189, tiratura:173386) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

All'Italia quasi 130 mld di fondi Ue per lo sviluppo Stefania Peveraro

L'Italia avrà a disposizione poco meno di 130 miliardi di euro da spendere nei prossimi sette anni per sostenere lo sviluppo economico. Cifra enorme, ma che potrebbe persino moltiplicarsi, se rispetto a quanto fatto nel periodo 2007-2013 aumentasse la quota di fondi destinata a garanzie su finanziamenti, prestiti, investimenti in fondi di debito, venture capital o private equity, e ridotta quella dei finanziamenti a fondo perduto. Di questi temi e del modo più efficiente con cui Regioni e lo Stato centrale possono impiegare i capitali messi a disposizione dall'Ue per i prossimi sette anni si parlerà oggi e domani a Roma, in un incontro promosso dal dipartimento Affari Regionali della Presidenza del Consiglio insieme a Studiare Sviluppo srl, in collaborazione con Fondazione Rosselli. La cifra monstre di 130 miliardi per l'Italia è data dai 32 miliardi circa di fondi strutturali dell'Unione europea assegnati all'Italia su un totale di 350 per il periodo 2014-2020, cui vanno aggiunti altri 10 miliardi circa del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale. A questo importo, ha spiegato a MF-Milano Finanza Marco Nicolai direttore scientifico dell'Istituto per la finanza pubblica innovativa di Fondazione Rosselli, che presiederà i lavori dei due giorni di convegno a Roma, «va aggiunto il cofinanziamento nazionale a carico del Fondo di rotazione (legge n. 183 del 1987, ndr) preventivato dalla legge di Stabilità per il 2014 in 24 miliardi di euro. E a questo va aggiunta la quota di cofinanziamento di fonte regionale da destinare ai Por, quantificabile nel 30% del cofinanziamento complessivo del programma, che consentirà, in pratica, di raddoppiare il volume di risorse assegnato dall'Ue. Alle risorse appena accennate si sommano quelle del Fondo Sviluppo e Coesione, il cui rifinanziamento per il periodo 20142020 è previsto nel disegno di legge di Stabilità per il 2014 per un importo totale nei sette anni di programmazione di circa 54 miliardi». Ma un conto è se queste risorse sono versate a fondo perduto, un altro se poi tornano indietro, con un profitto. «I regolamenti Ue prevedono la possibilità di erogare risorse tramite strumenti finanziari, cioè investimenti azionari o quasi-azionari, prestiti o garanzie o altri strumenti di condivisione del rischio e possono, se del caso, essere associati a sovvenzioni», ha spiegato Nicolai. Secondo i calcoli più accurati, le risorse per i prodotti finanziari a valere sui fondi strutturali 20072013 assegnati all'Italia sono circa 3,6 miliardi, un po' più dei 2,9 miliardi calcolati dall'Ue, ma sempre una quota minima sul totale dei fondi disponibili. Soprattutto se si pensa, sottolinea Nicolai, che in quel caso «sono risorse in gran parte veicolate da intermediari, che possono coinvolgere altri investitori moltiplicandone il valore e l'efficienza d'impiego. Inoltre, le risorse destinate a prestiti e garanzie, a differenza del fondo perduto, seppur erogate a costi competitivi sono restituite dai beneficiari e ciò ne garantisce il reimpiego a favore di altri operatori». (riproduzione riservata) Foto: Marco Nicolai

ECONOMIA PUBBLICA E TERRITORIALE - Rassegna Stampa 13/05/2014 93

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE

12 articoli 13/05/2014 Corriere della Sera - Roma Pag. 1 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

roma

Irritazione di Palazzo Chigi con il Campidoglio: «Non possiamo essere sempre noi a trovare un rimedio» Sì del governo, salvi gli stipendi Salario accessorio: pronta la norma. Favorevole anche il Mef Ernesto Menicucci

Firmano, non firmano, ma sì che alla fine firmano. Dopo l'ennesima giornata estenuante, cominciata di buon mattino (ore 8.30) con la riunione dei tecnici del ministero dell'Economia, arriva la sospirata fumata bianca: gli stipendi dei dipendenti comunali sono salvi. Il salario accessorio, quei 2-300 euro (a seconda dei casi) che trasformano una busta paga da povera ad appena sufficiente, verrà erogato anche a maggio. E forse anche a giugno. O, comunque, fino a che sindacati e il Campidoglio - o più in generali gli enti locali italiani, visto che la vicenda tocca 60 comuni - non riscriveranno le regole del contratto decentrato, mettendo fine alla «giungla delle indennità» concesse a pioggia. Per ora, comunque, i circa 24 mila «capitolini» tirano un sospiro di sollievo. L'annuncio, all'ora di cena, lo dà Ignazio Marino: «Il governo ha approvato la circolare. Stipendi salvi per maggio». Marino aggiunge: «Già questa notte (ieri, ndr) metto al lavoro per scrivere la delibera per attenermi alle decisioni del governo». E, oggi, il provvedimento potrebbe essere varato dalla giunta. Il sindaco carica i toni. Parla di «senso si sollievo, per me e i lavoratori», di «una questione che mi ha fatto passare notti insonni. Per la prima volta mi è successo di alzarmi alle 4 del mattino pensando a come risolvere il problema di una famiglia che si trova da 1.100 a 900 euro e ha il mutuo da pagare». A catena, fioccano le reazioni. Anche se, a seconda della parte in causa, le sfumature fanno la differenza. I deputati Pd di «area riformista» (renzian/dalemiana/popolare), con in testa Umberto Marroni ed Enrico Gasbarra, plaudono a palazzo Chigi: «Positivo l'intervento del governo Renzi. Il Comune ora garantisca le risorse». Se non è una stoccata a Marino, poco ci manca. Anche perché il pressing dei deputati è stato fortissimo: colloqui con Delrio, con Legnini, col capogruppo Pd Speranza, con gli uomini più vicini al premier. Il concetto, sempre lo stesso: «Non possiamo aprire un fronte così, a pochi giorni dalle Europee». I 24 mila del Campidoglio, infatti, sono anche 24 mila (con annessi e connessi) che votano. E, alla fine, anche nell'esecutivo si sono convinti. La circolare (o direttiva) è firmata da tre ministri diversi: il ministro della Funzione pubblica Marianna Madia, la «collega» degli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta, il titolare dell'Economia Per Carlo Padoan. Il suo è «l'autografo» più pesante: era stato proprio il Mef, infatti, a bocciare il sistema di erogazione del salario accessorio dei comunali. Per far passare la circolare, si è chiesto anche un parere alla Corte dei Conti: che, cioè, il pagamento non costituisse danno erariale. A questo punto, i dirigenti comunali sono «coperti»: possono firmare i mandati le buste paga senza rischi (che, peraltro, sono coperti da assicurazione personale...). Tecnicamente, la nuova normativa verrà discussa in conferenza Stato-Regioni, con un comitato di tecnici che poi fornirà le indicazioni all'Aran (l'agenzia per la contrattazione pubblica). E se anche il centrosinistra locale respira, ma anche qui con accenti diversi («dal governo iniziativa decisiva», dice Mirko Coratti; di «leale sinergia tra governo e Comune» parla Fabrizio Panecaldo; «soluzione auspicata fin dall'inizio», insiste Francesco D'Ausilio), i sindacati - che oggi vedranno Marino - ancora aspettano l'ultima parola: «Vogliamo garanzie precise per revocare lo sciopero del 19», dicono Giancarlo Cosentino (Cisl) e Natale Di Cola (Cgil). Tutto bene quel che finisce bene? Insomma. Perché il lungo tira e molla lascia uno strascico aperto con palazzo Chigi. Chi è intorno a Renzi, infatti, riferisce di un premier piuttosto «seccato», dal «dover sempre togliere le castagne del fuoco al sindaco di Roma». Aggiungendo, coi fedelissimi: «Certo che così non funziona...». Anche i toni, e i modi, usati da Marino hanno indispettito la compagine governativa: «Sembrava quasi che il problema l'avessimo creato noi...», la battuta. Da parte sua, anche il sindaco si era detto «irritato» da questa

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE - Rassegna Stampa 13/05/2014 95 13/05/2014 Corriere della Sera - Roma Pag. 1 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

vicenda. Non solo perché «dal 2008 esisteva questo problema, ma nessuno ha fatto niente». Ma anche perché si aspettava dal suo vice Nieri una soluzione più rapida. E anche di questo, domani, si parlerà nella «verifica» di maggioranza con Sel, in grande fibrillazione. Tanto che, a palazzo Senatorio, circolerebbe anche un «piano B»: se i vendoliani «strappano», Marino vorrebbe cooptare i Cinque Stelle, coi quali ci provò anche ad inizio mandato (e fu Grillo a dire no). Fantapolitica? Chissà. © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Soluzione In primo piano il ministro della Funzione pubblica Marianna Madia. E, alle sue spalle, il premier Matteo Renzi

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE - Rassegna Stampa 13/05/2014 96 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 10 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Infrastrutture. L'appello di De Albertis (Assimpredil Ance): il processo di modernizzazione non si esaurisca dopo l'Expo 2015 LOMBARDIA Una spinta alla Pedemontana Lupi: il prossimo Cipe inserirà il progetto tra le opere completamente defiscalizzate Marco Morino

MILANO Il governo dà una spinta a una delle grandi opere lombarde: la Pedemontana, la futura autostrada che collegherà l'area della Bergamasca all'aeroporto di Malpensa scavalcando, a nord, l'imbuto di Milano. «Il Cipe la settimana prossima inserirà l'intera Pedemontana tra le opere completamente defiscalizzate». Lo assicura il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, al convegno promosso ieri a Milano da Assimpredil Ance per presentare il II rapporto Cresme sul mercato delle opere pubbliche nelle province di Milano, Lodi e Monza- Brianza. La Pedemontana è una delle opere collegate all'Expo a rischio paralisi. La defiscalizzazione dell'intera infrastruttura - invocata dal presidente della Regione, Roberto Maroni - avrà un valore di circa 400 milioni di euro. «Il primo impegno del mio ministero - dice Lupi - è favorire la realizzazione delle grandi reti di trasporto che collegano il sito Expo. La linea 5 della metropolitana milanese sta andando avanti, la linea 4 è in ritardo e per questo dobbiamo lavorare sodo con il Comune di Milano per realizzare un opera che collega la periferia della città con il city airport di Linate». Secondo il rapporto del Cresme è di 9,6 miliardi il valore dei grandi cantieri per opere legate a Expo 2015. Al 2014 risulta ultimato il 46% degli investimenti infrastrutturali mentre restano da realizzare lavori per oltre cinque miliardi di euro. Le grandi opere per Expo rappresentano il 63% degli investimenti in grandi lavori per infrastrutture per il trasporto nelle tre province (oltre 15 miliardi). Molti lavori connessi all'Expo e che il territorio attendeva da tempo sono partiti e ciò si è riflesso positivamente sul mercato delle opere pubbliche di Milano, Lodi, Monza-Brianza. Ma l'emergenza resta. Il primo luglio 2014 sarà inaugurata la Brebemi, ma della Tangenziale est esterna di Milano (Teem) sarà pronto solo il cosiddetto arco Teem, utile a connettere la Brebemi alle strade provinciali Rivoltana e Cassanese; si tratta però di arterie che sono già oggi sature e che saranno potenziate solo in parte entro il primo luglio: è quindi urgente completare quanto prima, e necessariamente entro Expo, l'intera Teem. Da qui il richiamo di Claudio De Albertis, presidente di Assimpredil Ance: «Per l'entità delle cifre in gioco, per la complessità degli interventi, per i risvolti di politica economica, per il numero delle responsabilità istituzionali coinvolte è impensabile che il processo di modernizzazione e razionalizzazione infrastrutturale che si è avviato in questi ultimi tempi possa esaurirsi con il 2015 e con lo smantellamento dell'evento espositivo». Il timore dei costruttori milanesi è che dal 2015 si ritorni a navigare a vista. Per un'azione di lungo periodo sono invece imprescindibili continuità e adeguatezza dei flussi di finanziamento. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cantieri di importo superiore ai 50 milioni in corso di realizzazione in Lombardia a partire dal 2000. Dati in milioni di euro Fonte: rapporto Cresme; Assimpredil Ance Gli investimenti in opere pubbliche in Lombardia Cantieridiimportosuperioreai50milioniincorsodirealizzazioneinLombardiaapartiredal2000.Datiinmilionidieuro INVESTIMENTI TOTALI 25.321 12.999 (51,3%) di cui Expo Totale Investimenti LEGENDA 15.188 (60%) Milano/Monza/ Lodi Prima del 2009 2009-2011 2012-2014 Oltre il 2014 10.133 (40%) Altre province lombarde 0 1000 2000 3000 4000 5000 6000 9.637 (63,4%) 3.363 (33,2%) di cui Expo di cui Expo FINO AL 2014 4.410 (45,8%) OLTRE 2014 5.227 (54,2%) 4.271 (28,1%) 177 (4,1%) 1.864 (12,3%) 3.576 (23,5%) 3.353 (93,8%) 880 (47,2%) 5.227 (95,4%) 5.477 (36,1%) Investimenti destinati all'expo Foto: - Fonte: rapporto Cresme; Assimpredil Ance

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE - Rassegna Stampa 13/05/2014 97 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 42 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Il dossier 2013. Le cifre nel «Libro blu» dell'agenzia delle Dogane e dei Monopoli Crisi per giochi e sigarette: «rosso» per 500 milioni BATTUTA D'ARRESTO Incassi in diminuzione di oltre 680 milioni per l'imposta sui tabacchi I giochi segnano un avanzo di 100 milioni Marco Mobili

Da "tabacco e venere" lo Stato ha incassato nel 2013 oltre 21,7 miliardi di euro. Ma la crisi non ha risparmiato neanche i business dei Monopoli. Dopo anni di crescita costante. tra sigarette e giochi il piatto piange e fa segnare un rosso di oltre 500 milioni. I giochi hanno comunque tenuto, assicurando 100 milioni in più rispetto agli 8 miliardi del 2012, ma a far segnare una perdita di gettito di oltre 680 milioni è l'imposta sui tabacchi scesa dagli oltre 14,2 miliardi di accisa+Iva incassati due anni fa ai 13,5 dello scorso anno. Il dettaglio di quello che è il mondo del tabacco e del gioco è nel "Libro blu" 2014 pubblicato ieri sul sito dall'Agenzia delle dogane e dei Monopoli di Stato. La fotografia consente di analizzare l'andamento dei mercati del gioco e del fumo, su cui il Governo è pronto a intervenire nei prossimi mesi attuando la delega fiscale. Entro fine maggio potrebbe arrivare il decreto delegato sulla nuova tassazione dei tabacchi (si veda Il Sole 24 Ore del 4 maggio) e da giugno si aprirà il "cantiere sui giochi". Un mercato, quest'ultimo, che anche dai numeri snocciolati dai Monopoli, ha crepe preoccupanti per Erario, concessionari e giocatori. Se gli incassi dell'Erario hanno tenuto, sul fronte della raccolta gli italiani hanno giocato quasi 4 miliardi in meno: dagli oltre 88,5 miliardi del 2012 si è passati a 84,7 miliardi, anche in termini di recuperi di vincite si è passati dai 70,2 miliardi del 2012 ai 67,6 del 2013. Se si guarda alla spesa (differenza tra raccolta e vincite) gli italiani in lotto, gratta e vinci, scommesse e apparecchi da intrattenimento, hanno ridotto del 6,6% gli investimenti nella "dea bendata", attestandosi a poco meno di 17,1 miliardi di euro, contro i 18,3 miliardi del 2012. A soffrire maggiormente è stato il settore degli apparecchi da intrattenimento (new-slot e Vlt) sulle quali gli italiani hanno speso quasi un miliardo di euro in meno (-9,7%), da poco meno di 10 miliardi del 2012 ai 9 miliardi del 2013. Eppure la possibilità di giocare certo non manca. Nel 2013 erano installate 410.688 new- slot, divise su 96.245 esercizi. Quasi 4 macchinette per esercizio con la Lombardia al primo posto con il più alto numero di slot operative oltre 71.140, seguita da Campania (39.786) e Veneto e Trentino Alto Adige (38.710). Spesa in calo anche per i gratta e vinci, con 2,6 miliardi (-4,6%). Perdite a due cifre percentuali per il Superenalotto: spesi circa 800 milioni (-23,3%). Prosegue il momento negativo dei giochi a base ippica, con una spesa di 241 milioni (-19,4%). Sono tre, invece, i giochi in controtendenza. Su tutti le scommesse sportive: la spesa è stata pari a 782 milioni (+11,7%), seguite dal bingo, con 622 milioni (+7,6%). Anche il Lotto con segno positivo, nel 2013 ha registrato il +4,4%, con una spesa di 2,2 miliardi. Il dossier evidenzia anche che il gioco illegale in Italia non molla la presa. Dai controlli su oltre 23mila esercizi sono emersi 22,3 milioni di euro di imposta accertata ma, soprattutto, 530 persone denunciate all'autorità giudiziaria. In Lombardia il maggior numero di verifiche, 3.087 nel 2013 per 1,8 milioni di euro di imposta accertata e 23 soggetti denunciati. Poi la Campania con 2.243 esercizi controllati per 3,2 milioni di imposta accertata e 76 persone denunciate. Nel Lazio i controlli nel 2013 sono stati 2.166 (99 denunce e 3,5 milioni di imposta accertata). Sono 1950 le verifiche sulle agenzie di raccolta scommesse non autorizzate collegate a bookmaker esteri (Ctd) nel corso del 2013 in Italia. Ben 642 sono state effettuate nel Lazio. Sul divieto al gioco minorile su 68 violazioni accertate in 56 casi hanno dato luogo a sanzioni che, inasprite con il decreto Balduzzi, hanno portato a un costo per i gestori di oltre 394mila euro, 37 esercizi sospesi e 402 giorni di attività sospesa. La caccia ai siti illegali con relativa chiusura ha portato a oscurare 4737 siti cosiddetti ".com". Sul fronte dei tabacchi il mercato soffre e dal confronto tra il 2012 e il 2013 emerge che sono state vendute 4mila tonnellate in meno. Salgono solo i trinciati, passati dai 190.629 kg del 2012 ai 230.162 del 2013, ma i trinciati per le sigarette "fai da te" perdono circa 68mila chilogrammi. Una flessione complessiva del tabacco

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE - Rassegna Stampa 13/05/2014 98 13/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 42 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

che in termini di minor gettito per l'Erario è stata pari a oltre 680 milioni di euro. Tra le cause certamente l'arrivo sul mercato della sigaretta elettronica ma anche e soprattutto il contrabbando. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il contrabbando 3 milioni Pacchetti sequestrati Il contrabbando resta una piaga e fa segnare numeri significativi. Sono stati poco meno di 3 milioni i pacchetti di sigarette di contrabbando sequestrati durante i controlli, ai quali vanno aggiunti almeno altri 707mila contraffatti 3.252 Verbali effettuati I controlli messi a segno contro il mercato illegale delle sigarette di contrabbando hanno fatto segnare in dodici mesi un aumento in termini di verbali effettuati. Infatti, dai 3.208 del 2012 si è passati ai 3.252 dello scorso anno

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE - Rassegna Stampa 13/05/2014 99 13/05/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 9 (diffusione:556325, tiratura:710716) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

"Dovremo combattere un reticolo di lobby il bubbone è antico" Parla Cantone, commissario anticorruzione dell'Expo: politica servente, gente distratta, non ci sono gli anticorpi MITO FALLACE Ci siamo illusi dopo Tangentopoli che affidare gli appalti a società private risolvesse i problemi Un mito fallace LEGGI AD PERSONAM Interventi come quello sul falso in bilancio sono stati chiesti da una parte che non voleva farsi controllare TASK FORCE Non abbiamo interesse a una vigilanza formale, ma l'Authority avrà bisogno di tecnici e investigatori LIANA MILELLA

ROMA. Raffaele Cantone. L'uomo del momento. Il "salvatore" di Expo. L'ex pm anti-camorra e oggi commissario anti-corruzione dice: «Il bubbone era lì. Lo abbiamo ignorato». Dice Renzi "non fermiamoi lavori, ma i delinquenti". Non è tardivo? «Certo, alcune cose dovevano essere fatte prima. Ma non possiamo dimenticare la forte instabilità politica e tre governi durati poco tempo. E poi adesso guardare indietro non serve, toccherà agli storici individuare le responsabilità». Conoscendo l'Italia criminale non era meglio assicurare severi meccanismi di vigilanza sugli appalti? «Probabilmente sì, se siamo arrivati al punto di oggi. A Milano c'è stata grande attenzione ad evitare le infiltrazioni mafiose. Si è generato una sorta di strabismo, si è guardato molto a questo pericolo, ma non si è alzata la guardia sulla corruzione con la stessa forza e puntigliosità». In concreto, lei che può fare? «Dipende da cosa ci chiedono. Per ora il premier ha parlato di una disponibilità del nostro ufficio a lavorare su Expo, che non poteva che essere data. Per la semplice ragione che stiamo parlando degli appalti più importanti in Italia e che la mia struttura si chiama Anti-corruzione. È altrettanto evidente che non abbiamo interesse a una vigilanza formale e inutile». La legge Severino, dicembre 2012, metteva dei paletti. Evidentemente violati. Si può raddrizzare la situazione? «Non so se la legge è stata rispettata. La maggior parte degli appalti è stata data da una società privata, Infrastrutture, che non aveva obblighi di rispettare quella legge». Già, proprio Infrastrutture. È stato un errore seguire la via legge anti-corruzione. Esiste un sistema per bloccare i furfanti? «Quelle regole possono essere meri adempimenti burocratici o disposizioni concrete. Poi ci vogliono i tempi fisiologici e la mentalità giusta. La trasparenza può essere finta, non di qualità, oppure l'opposto, per cui il cittadino va sul sito e capisce se c'è qualcosa che non va e se c'è stato un imbroglio». Per Expo questi controlli sono possibili? «Si può far conoscere ciò che è stato fatto e che si farà». Lei potrà farlo? «Io e l'Anac, l'Autorità nazionale anti-corruzione, non lavoreremo nell'interesse di qualcuno, di un partito o di un gruppo, ma di tutti. Lavoreremo per conto delle istituzioni». Ha poteri sufficienti? «Oggi l'Anac non si può occupare di singoli appalti, per lavorare su Expo avrà bisogno di personale, tecnici e investigatori, di strutture, di poteri specifici e speciali di controllo. Non a caso Renzi parla di una futura task force». Le carte di Milano: da ex pm che impressione le fanno? «Vedo un reticolo di interessi e una lobby di potere che lavorava per impossessarsi degli appalti. Proprio le lobby rappresentano la novità, mentre la politica ha un ruolo serventee non di primo attore. Un gruppo usa la politica o pezzi della politica e dei partiti per interessi personali». La politica in questi anni è stata complice? «Non ha fatto nulla sulla prevenzione. Ma ha trovato terreno fertile in un opinione pubblica per la stragrande maggioranza distratta. La corruzione non usciva sui giornali, non faceva cassetta. Parliamoci chiaro, interventi come quello sul falso in bilancio sono stati chiesti da una parte della classe dirigente che non aveva voglia di farsi controllare. E gli imprenditori di certo non amano i reati fiscali o tributari. Quando Frigerio è stato rieletto deputato c'è stata indifferenza». Tangentopoli è tornata? «Abbiamo creato le condizioni perché accadesse, non generando anticorpi. Mi stupisco che le persone si stupiscano. Oggi nonè scoppiato il bubbone, è sempre stato lì, e non l'abbiamo visto. O peggio, lo abbiamo ignorato». di una società privata? «Dalla metà degli anni '90, proprio per Tangentopoli, s'è affermato

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE - Rassegna Stampa 13/05/2014 100 13/05/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 9 (diffusione:556325, tiratura:710716) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

l'uso di società private che in alcuni casi hanno garantito più efficienza, ma in altri più prebende e poltrone, con un evidente arretramento della situazione. Enti pubblici, anche piccoli, hanno ritenuto conveniente esternalizzarei servizi.È un mito fallace perché queste società moltiplicano i centri di spesa edè sotto gli occhi di tutti che aver ripreso schemi del privato calandoli nel pubblico non si è rivelata una scelta vincente, ma ha portato ad opacità». Lei ha scritto in buona parte la PER SAPERNE DI PIÙ www.repubblica.it www.interno.it Foto: IL COMMISSARIO Raffaele Cantone commissario anti-corruzione chiamato da Renzi a vigilare sull'Expo Foto: FOTO:FOTOGRAMMA

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE - Rassegna Stampa 13/05/2014 101 13/05/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 22 (diffusione:556325, tiratura:710716) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

VENEZIA

Il reportage. All'asta per l'oasi di Poveglia si sfidano Davide e Golia Un comitato si è autotassato per battere l'offerta di una ricca società anonima "Quel pezzo di paradiso è di tutti, non permetteremo che diventi un albergo per pochi" VENEZIA La grande colletta dei veneziani per l'isola dei tesori JENNER MELETTI

ALLE 17.35 la Costa Fascinosa occupa il canale della Giudecca davanti alla Palanca (bar, osteria e soprattutto quartier generale dell'associazione "Poveglia per tutti") e oscura come in un'eclissi totale la Salute e il campanile di San Marco. «Ecco, questa è la Venezia che non vogliamo più». È nata in questa osteria, a marzo, la prima protesta che forse riuscirà a cambiare la città di San Marco. «Non vogliamo - dicono Andrea Barina e Lorenzo Pesola, fra le guide dell'associazione - che un'isola che è sempre stata "nostra" diventi proprietà privata, aperta a pochi ricchi e chiusa a tutti gli altri. Con la nostra protesta abbiamo toccato un nervo scoperto. I veneziani sono saturi di un certo tipo di turismo e non vogliono più una città assuefatta e rassegnata». Si deciderà oggi - forse - il destino di un'isola bellissima, famosa «per la fertilità della terra e la salubrità dell'aria». C'è infatti la seconda puntata di un'asta assurda, che potrebbe mettere nelle mani di Mister 513 (così viene chiamato l'ignoto imprenditore che dopo la prima asta risulta in testa con un'offerta di 513 mila euro) un vero gioiello: sette ettari di terreno ed edifici storici, sia pure cadenti, con un volume di 42 mila metri cubi. Con mezzo milione di euro, nel centro storico veneziano, compri un appartamento di 60 metri quadri. Con la stessa cifra puoi diventare padrone di mezzo ettaro di vigneto nel Barolo o mezzo ettaro di meleto in Alto Adige. «Ci sentiamo dentro a un assurdo paradosso: dovremmo svenarci per poter comprare un bene demaniale, cioè statale, cioè nostro». L'asta si riaprirà alle 11. «Finora abbiamo raccolto 400 mila euro e nella notte ci potrebbero essere sorprese. Ma abbiamo un forte dubbio: anche se superassimo i 513 mila euro, sarebbe giusto rilanciare? Mister 513 potrebbe farlo a sua volta, diventando così padrone di Poveglia. Se non c'è rilancio, il demanio potrebbe ritenere incongrua l'offerta e fermare tutto. Potrebbero intervenire le istituzioni, Comune in testa. Finalmente si potrebbe discutere di Venezia e del suo futuro, smettendo di vendere a pezzi e bocconi un patrimonio costruito nei secoli». Tanti dubbi in testa, una sola certezza. «Anche se perdiamo l'asta, non sarà la fine ma un nuovo inizio. I veneziani, quelli nati qui e quelli che lo sono diventati, adesso vogliono contare davvero». Non a caso la protesta è nata alla Giovecca. «Siamo l'unico pezzo di città - raccontano Barina e Pesola - dove gli abitanti sono in aumento. Qui cerchiamo di vivere in modo normale e il canale della Giovecca è il nostro "Mar Rosso" che ci divide e ci protegge dal turismo delle comitive e del mordi e fuggi. Ci siamo ribellati perché Poveglia è davvero nel nostro Dna». Nella luce del tramonto l'isola mette in mostra tutti i suoi colori. «Nei primi anni '70 è stato chiuso l'ospedale geriatrico, costruito lì per l'aria buona e nel 1978 se n'è andato anche l'ultimo custode. L'isola è diventata il nostro fuori porta. Ci sono decine di barchini, il sabatoe alla domenica. Si vaa fare la grigliata, si va passeggiare con i bambini nei sentieri ormai nascosti dalla selva. Per decenni un pezzo dell'isola ha sfamato centinaia di famiglie che andavano là a coltivare un orto. Per questo, quando sulla Nuova Venezia abbiamo letto che il nostro posto era in vendita, ci siamo organizzati. Novantanove euro a testa, per partecipare all'asta. Soldi sono arrivati anche da mezzo mondo. Gli iscritti a Poveglia per tutti sono 3.500 e solo la metà sono veneziani». Troppe isole, fino ad oggi, sono diventati l'isola che non c'è. «Se parti in barca da San Marco e vai verso Poveglia, trovi San Clemente, isola ex manicomio. Nel 2003 è stato costruito un mega hotel di lusso, fallito due anni fa. A Sacca Sessola (ex sanatorio) si sta costruendo un resort di lusso che però ancora non riesce ad essere inaugurato. Le Grazie sono state comprate nel 2007 per costruire anche qui appartamenti per

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE - Rassegna Stampa 13/05/2014 102 13/05/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 22 (diffusione:556325, tiratura:710716) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

ricchi. Altri 60 appartamenti sono previsti a Santo Spirito ma i lavori sono fermi a metà. Fra fallimenti e difficoltà una sola cosa è sicura: in tutte queste isole c'è il divieto di accesso. Non sono più isole veneziane». Poveglia non deve diventare un'altra isola proibita. «Abbiamo messo al lavoro architetti e ingegneri e soprattutto abbiamo raccolto le idee dei cittadini. Se l'isola diventerà nostra cioè di tutti, potremo fare subito un restauro del verde. Torneranno gli orti. Ci sarà posto - queste alcune proposte già ricevute - per una scuola di vela tradizionale, per una piccola cantieristica, per congressi... L'isola dovrà tornare alla vita. Nei secoli scorsi lì c'era una Pieve con mille persone. Ora è rimasto solo il campanile, fra l'altro bellissimo. Siamo veneziani, e non siamo certo contrari al turismo di chi ha soldi. Ma non è possibile che un solo ricco compri un'isola al prezzo di un piccolo appartamento. E poi chiuda i cancelli in faccia a un'intera comunità». LE TAPPE LA PROPOSTA L'ignoto imprenditore chiamato Mister 513 è per ora in testa all'asta con un'offerta di 513 mila euro LA RISPOSTA Finora i veneziani hanno raccolto 400 mila euro. Con mezzo milione di euro, nel centro storico si compra una casa di 60 metri quadrati L'AGGIUDICAZIONE Oggi alle 11 si conoscerà forse l'esito dell'asta. Se i cittadini non rilanceranno, il demanio potrebbe fermare tutto PER SAPERNE DI PIÙ facebook.com/povegliapertutti www.repubblica.it Foto: L'EDEN CONTESO Anticamente chiamata Popilia, Poveglia è una delle più belle e grandi isole della Laguna

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE - Rassegna Stampa 13/05/2014 103 13/05/2014 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 4 (diffusione:309253, tiratura:418328) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

MILANO

Intervista Pisapia: "Mai chiesto che venissero alleggeriti i controlli" Il sindaco di Milano: il Comune da questa storia non è stato sfiorato e si costituirà parte civile «Il prezzo dei terreni? La Corte dei Conti ha detto che è congruo» PAOLO COLONNELLO MILANO

Nei saloni e nei corridoi che precedono l'anticamera del sindaco Giuliano Pisapia, fervono i lavori come in un cantiere dell'Expo: oggi arriva il presidente del Consiglio Matteo Renzi e in ballo ci sono 80 milioni di euro da far mettere sul tavolo di Milano. Ma tra corruzione e appalti truccati, c'è poco da star allegri. Il sindaco però, mostra serenità olimpica. Non è allarmato per quanto sta succedendo in Expo? «C'è allarme, certo. Ma non bisogna fare allarmismo». Il suo ex assessore Boeri dice che il male originario di questa storia è aver comprato i terreni di Expo dai privati pagandoli 16 volte il loro valore anziché scegliere aree comunali già esistenti. È d'accordo? «L'ex assessore Boeri dimentica che la Corte dei Conti ha detto che il prezzo è congruo e che l'acquisto è stato deciso ben prima che io diventassi sindaco, mentre lui collaborava già con il sindaco Moratti per l'Expo». Di fatto, Expo per ora è solo un cantiere, per giunta già infiltrato da corruzione e faccendieri. Come ne usciamo? «Expo è molto di più. È un cantiere, per il momento, ma perché deve ospitare 20 milioni di visitatori, 140 paesi, Slow Food, la Fao, la Ue e l'Onu. E sarà un luogo dove i Paesi che hanno aderito si potranno parlare. Ma soprattutto lascerà un'eredità che farà di Milano un centro della lotta agli sprechi e alla fame nel mondo». A proposito di fame, qui finora sembra che mangino sempre gli stessi. «Purtroppo è davvero sconfortante. Non avrei mai pensato che persone già condannate tornassero a commettere reati e soprattutto ad avere capacità d'incidere sugli appalti che, bisogna dire, per il 90 per cento riguardano la sanità e non Expo. Del resto, si è sempre detto che c'era un rischio d'infiltrazioni mafiose e di corruzione. Noi abbiamo attivato tutti gli anticorpi possibili e questa indagine dimostra che se i controlli ci sono è possibile individuare le "mele marce"». «Mele marce» o sistema? «Per Expo, su migliaia di persone impegnate ogni giorno, finora è stato individuato un solo "traditore", purtroppo con un ruolo apicale. Il Comune da questa storia non è stato nemmeno sfiorato. E se si arriverà a un processo, ci costituiremo parte civile». In commissione antimafia, il Commissario Sala avrebbe detto che aveva ricevuto spinte da Comune e Regione per fare in fretta, anche a scapito dei controlli... «Escludo nella maniera più assoluta che da parte del Comune ci sia stata un'indicazione del genere. Nelle due occasioni in cui ho incontrato il Ministro degli Interni, ho detto espressamente che bisognava aumentare i controlli e soprattutto renderli noti. Cosa che è stata fatta». Oggi arriva il Premier Renzi, quanti soldi gli chiederete? «Per quanto riguarda Milano, crediamo che la cifra possa aggirarsi sugli 80 milioni di euro. Che verranno ricompensati ampiamente dal turismo di cui si calcola indotto per 10 miliardi di euro. Expo darà lavoro a 200 mila persone e avrà ripercussioni sul Paese per 20 miliardi di euro. La visita di Renzi oggi è molto importante, sono convinto che prenderà impegni che manterrà» Ce la farete? «Bisogna farcela. Con Expo ci giochiamo la credibilità e il futuro del Paese». Foto: Mele marce Foto: Per il sindaco di Milano è proprio grazie ai controlli che si sono scoperte le «mele marce»

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE - Rassegna Stampa 13/05/2014 104 13/05/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 33,35 (diffusione:210842, tiratura:295190) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

roma

Stipendi, arriva il soccorso del governo Proroga concessa per scongiurare lo sciopero dei dipendenti del 19. Il sindaco: ora ci adegueremo in fretta alle nuove norme Via libera alla direttiva da tre ministeri. Gelo di Palazzo Chigi Ma dopo maggio dovrà arrivare lo stop alle indennità a pioggia IL PLAUSO DEL PD ALLO SBLOCCO DELLA SITUAZIONE: «ADESSO TROVARE INSIEME LA RISPOSTA AI RILIEVI DEL TESORO» Fabio Rossi

` IL CAMPIDOGLIO L'AGITAZIONE Gli stipendi di maggio dei dipendenti capitolini saranno pagati ancora con il vecchio sistema, comprese le indennità a pioggia bocciate dagli ispettori del Mef, in attesa delle nuove norme che dovranno legare il salario accessorio ad aumenti di produttività e mansioni extra. Ieri sera è stata trasmessa a Palazzo Senatorio la direttiva - firmata dai ministri Marianna Madia (Pubblica amministrazione), Pier Carlo Padoan (Economia) Maria Carmela Lanzetta (Affari regionali) - che sblocca la situazione, di fatto scongiurando (almeno per ora) lo sciopero dei dipendenti comunali, proclamato dai sindacati confederali per lunedì 19. Oggi la giunta capitolina dovrà formalmente recepire il testo del Governo, per poter dare il via all'emissione delle buste paga. «Tutti al lavoro per risolvere questa vertenza - sottolinea Ignazio Marino - Questo documento può garantire ai dipendenti e a me un senso di sollievo, dopo l'ansia e i timori che ci sono stati». La direttiva, che è stata inviata alla Corte dei conti per un vaglio preventivo, rimanda la definizione dei salari accessori, da farsi «nel più breve tempo possibile», alla conferenza unificata Stato-Regioni-Comuni, con la supervisione dell'Aran. La situazione si è sbloccata nonostante la freddezza di Palazzo Chigi, dove c'erano forti dubbi sull'emanazione di un nuovo provvedimento ad hoc per la Capitale, dopo il decreto Salva Roma. La proroga del salario accessorio si basa soprattutto sulla necessità di non interrompere i servizi pubblici per i cittadini. Una definizione che implica una trattativa a monte, tra Campidoglio e sindacati, per revocare lo sciopero del 19. «Vogliamo visionare attentamente il provvedimento approvato dal Governo e capire come il Campidoglio ha intenzione di recepirne le indicazioni», dice Giancarlo Cosentino (Cisl). Ma prima dell'arrivo della direttiva c'erano già state chiare aperture: «In caso di pagamento, ovviamente si sospende lo sciopero di lunedì», aveva spiegato Pierpaolo Bombardieri (Uil). La soluzione trovata riscuote il plauso del Pd: «Il Comune adesso potrà provvedere a garantire il pagamento del salario accessorio, evitando che siano i dipendenti e i cittadini a pagare le conseguenze di un'eccessiva confusione che si è registrata in questi mesi si legge in una nota diffusa da un gruppo di deputati democrat, tra cui Enrico Gasbarra e Umberto Marroni - Dopo l'impegno del governo, l'amministrazione capitolina si dia dei tempi per mettere ordine alla materia con le forze sociali». «Il prossimo mese sarà determinante e perciò sarà necessario che ciascuno faccia la propria parte per trovare insieme la risposta ai rilievi mossi dal Mef», commenta Fabrizio Panecaldo, coordinatore della maggioranza capitolina. Le europee incombono ma subito dopo la giunta dovrà adeguarsi alla legge e legare i salari accessori alla produttività. Altre deroghe non saranno concesse. 72,4 mln I fondi a disposizione nel bilancio comunale per il salario accessorio dei dipendenti 24 mila Il numero complessivo dei dipendenti dell'amministrazione capitolina Foto: Il Campidoglio dovrà lavorare per mettersi in regola con le nuove norme che impongono lo stop alle indennita a pioggia

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE - Rassegna Stampa 13/05/2014 105 13/05/2014 Il Tempo - Roma Pag. 3 (diffusione:50651, tiratura:76264) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

roma

Battaglia Rienzi: «Per la presidenza del Consiglio l'Anfiteatro Flavio non è un bene paesaggistico e ambientale» Restauro Colosseo, Codacons contro Della Valle L'associazione dei consumatori si oppone alla «sponsorizzazione d'oro» e il governo fa ricorso Dario Martini [email protected]

Renzi contro Rienzi. Non è un gioco di parole, ci riferiamo alla battaglia all'ombra del Colosseo tra il premier Matteo Renzi e il presidente del Codacons Carlo Rienzi. I due contendenti non si sono battono nell'arena dei gladiatori, ma di fronte alla Cassazione. A scatenare l'ultima polemica è stato il contro-ricorso dell'Avvocatura dello Stato a favore dei lavori di restauro dell'Anfiteatro Flavio da parte della Tod's di Diego Della Valle. L'associazione dei consumatori, infatti, aveva presentato un proprio ricorso contro la sentenza del Consiglio di Stato che di fatto rigettava le obiezioni sulla sponsorizzazione del Colosseo. Sponsorizzazione che, fa notare il Codacons, è stata prolungata «inspiegabilmente di quindici anni rispetto al bando iniziale». In ballo ci sono i diritti, da parte dell'associazione «Amici del Colosseo» che fa capo a Della Valle, di poter utilizzare il marchio del monumento oltre la semplice durata del restauro. Diritti che permettono di realizzare in esclusiva un logo raffigurante il Colosseo, di gestire l'attività di comunicazione e pubblicità relativa al restauro e, infine, di realizzare un centro per l'accoglienza dei sostenitori dell'Associazione». Secondo il Codacons, è singolare che «il premier Matteo Renzi si schieri apertamente a favore di Diego Della Valle nella vicenda dei lavori di restauro del Colosseo. La presidenza del Consiglio non ritiene l'Anfiteatro Flavio un bene ambientale e paesaggistico tutelato dalla legge 349/86 riportante le norme in materia di danno ambientale». Per capire questo aspetto occorre leggere attentamente il controricorso: «Si desume - scrive l'Avvocatura - la netta distinzione esistente tra campi d'azione e relative competenze in materia di beni culturali e paesaggistici e dell'ambiente che impedisce la promiscuità di interpretazione posta a fondamento degli assunti dell'associazione ricorrente. La declaratoria di difetto di legittimazione ad agire del Codacons è stata confermata in appello nonostante la sottolineatura della connotazione "ambientalista" da parte dell'associazione ricorrente, poiché la materia dei "beni culturali" - alla quale potrebbero afferire le questioni oggetto del presente ricorso - è ormai nettamente distinta dalla materia dell'ambiente». In sostanza, significa che un bene culturale come il Colosseo non è assimilabile a un bene ambientale e, quindi, il Codacons non sarebbe legittimato ad opporsi. L'associazione dei consumatori, infatti, può condurre una battaglia di questo genere solo per questioni strettamente "ambientali". Il contenzioso si riduce così ad una mera disquisizione tecnica sulla legittimità del ricorso e non sul merito dello stesso. A difendere la presidenza del Consiglio, ci ha pensato il coordinatore della maggioranza in Campidoglio, Fabrizio Panecaldo, il quale fa notare che è «uno strano Paese quello in cui i monumenti cadono a pezzi perché mancano risorse per tutelarli e, ove si trovino fondi per farlo, c'è sempre un leguleio di turno che si mette di traverso. Da questo punto di vista è ineccepibile la scelta del Capo del Governo di schierarsi con Diego Della Valle». Ma Carlo Rienzi non si dà per vinto e ironizza: «Speriamo che almeno la Fontana di Trevi sia ritenuta da Renzi bene ambientale prima che possa essere venduta dal principe De Curtis». INFO Il ricorso del Codacons contro il restauro del Colosseo affidato all'associazione che fa capo a Diego Della Valle è stato respinto dal Tar e dal Consiglio di Stato. Secondo i giudici il Codacons non è legittimato a presentare questo tipo di contestazione La scontro legale Foto: Lavori in corso Il Colosseo circondato dalle impalcature

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE - Rassegna Stampa 13/05/2014 106 13/05/2014 Il Tempo - Roma Pag. 5 (diffusione:50651, tiratura:76264) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

roma

La scelta per gli esuberi «in strada» o part time Riqualificarsi controllori, bigliettai, ausiliari sosta Orario ridotto dal 50 all'80%: salari penalizzati La polemica Gli interinali sbagliano a compilare il modulo: esclusi dal concorso Via d'uscita Trovato l'accordo per i 323 esuberi che rischiano il posto Vin. Bis.

Scegliere entro il 29 maggio fra il trasferimento «in strada» e la riduzione dell'orario di lavoro (e dello stipendio). L'alternativa, qualora i numeri non dovessero essere soddisfacenti, è il proseguimento delle procedure di esubero, che ad oggi, in base alla legge 223/91, culminano con il licenziamento collettivo di 323 persone. È questo l'aut-aut di fronte al quale quadri e impiegati di Atac sono stati messi dopo l'accordo firmato ieri a Via Prenestina da vertici aziendali e sigle sindacali. Atac e le controllate Atac Patrimonio e Ogr danno 17 giorni di tempo ai loro dipendenti amministrativi per effettuare la scelta; i 323 esuberi non hanno ancora nome e cognome, ci sono solo dei numeri, ufficio per ufficio, da sfoltire. Dunque, chi teme di vedersi inserito nella «black-list», potrà chiedere in maniera volontaria di essere «riqualificato» scegliendo fra le mansioni di operatore scambi e cabina, operatore di stazione, macchinista, addetto alla biglietteria, addetto alla verifica titoli di viaggio e ausiliario della sosta, mantenendo per 30 mesi lo stipendio da amministrativo . L'alternativa è optare per un part-time orizzontare o verticale, dal 50 all'80%, che però provocherebbe anche un alleggerimento della busta paga. Il 30 maggio, quindi, Atac e sindacati si rivedranno per fare il punto della situazione: qualora l'iniziativa non avrà suscitato il riscontro auspicato dall'azienda, si proseguirà con la procedura. Il licenziamento collettivo, a quel punto, non potrà essere escluso, anche se pare certo che verranno messe in campo altre iniziative, come il trasferimento obbligato o la mobilità interaziendale in altri organi e partecipate del Comune di Roma. «Ma a quel punto bisognerà vedere se gli esuberi verranno confermati», affermano ottimisti i sindacalisti appena conclusa la riunione. INTERINALI Intanto, una nuova polemica scuote Atac sotto il profilo occupazionale. Il caso riguarda il concorso per 350 autisti a tempo determinato, bandito nelle settimane scorse dagli uffici di Via Prenestina. Una procedura per la quale i 115 interinali che negli anni scorsi avevano svolto il servizio stagionale estivo dovevano avere, «un canale preferenziale». Ebbene, pare che molti di loro siano stati tratti in inganno da una domanda contenuta nel modulo di ammissione («dichiara di non avere carichi pendenti?») alla quale la stragrande maggioranza ha risposto in maniera errata, venendo esclusi dalle selezioni. Nei giorni scorsi, il sindacato Cambia-Menti di Micaela Quintavalle ha cercato di rimediare, collezionando un faldone con i certificati legali di ciascuno di loro, ma l'agenzia Orienta che gestisce il concorso ha negato qualsiasi riammissione in extremis. «È una vergogna - afferma Alessandro Neri, vicepresidente di Cambia-Menti - La domanda non era chiara e poteva portare in errore, infatti è stata modificata successivamente. Ancora più grave che non si sia fatto niente per riammettere queste persone». ADDETTI PULIZIE Giornata difficile, quella di ieri, anche in Commissione Mobilità. Le aule di Largo Loria sono state occupate da un gruppo dei 310 addetti alle pulizie ex Lucentissima, oggi messi in solidarietà da Manutencoop e Roma Multiservizi. L'appalto, pari a 30,3 milioni in 3 anni, era stato ceduto a queste ultime dopo il ritiro improvviso della precedente Ati. La Cisl, però, ritiene che non ci siano i margini per la solidarietà e sta chiedendo in maniera veemente che i lavoratori possano riprendere l'orario di lavoro prestabilito dai contratti. Alla Commissione di ieri avrebbe dovuto partecipare anche l'assessore capitolino alla Mobilità, Guido Improta, che invece era impegnato altrove. Condizione che ha mandato su tutte le furie il sindacato. «È necessario rivedere modi e termini dell'appalto e assicurare il salario ai lavoratori», tuona Anna Maria Cesaretti (Sel) presidente della Commissione.

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE - Rassegna Stampa 13/05/2014 107 13/05/2014 ItaliaOggi Pag. 3 (diffusione:88538, tiratura:156000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

MILANO

Il premier: non bisogna fermare i lavori, ma i delinquenti. Il commissario Sala si difende Expo, Renzi ci mette la faccia Riforme, Fi pronta a mollare. Fiducia sul dl lavoro DI EMILIO GIOVENTÙ

«Non bisogna fermare i lavori, ma i delinquenti». Così il premier Matteo Renzi reagisce al terremoto giudiziario che sta facendo tremare le impalcature dell'Expo 2015. E le sue parole arrivano alla vigilia dell'incontro con i vertici e le istituzioni per il rilancio di Expo. Renzi spiega che «Expo è una grandissima iniziativa per l'Italia». Il premier sottolinea che «tanti mi stanno dicendo chi te lo fa fare, non ti conviene mischiare la tua faccia pulita con quell'immagine di problemi, ma io penso che Expo sia una grandissima opportunità per l'Italia e preferisco rischiare di perdere qualche punto nei sondaggi che perdere un'opportunità di investimenti». L'Italia, continua Renzi, «è un grande paese e ha il diritto di provarci e di farcela». L'inchiesta, piena fi ducia a Sala Renzi, comunque, ribadisce la sua «assoluta» fi ducia nel commissario Giuseppe Sala, che ieri ha negato qualsiasi contatto con i personaggi coinvolti nell'inchiesta sulle presunte tangenti e gli appalti di Expo 2015. «Non ho mai parlato in vita mia con i personaggi dell'inchiesta: sarebbe perlomeno un'ingenuità parlare con persone tristemente note sul territorio lombardo e non solo», dice nell'audizione alla Commissione antimafi a. Primo Greganti? «Mai visto né sentito in vita mia». «Giovedì scorso», dice, «abbiamo consegnato» alla polizia giudiziaria «tutta una serie di documentazione relativa non solo agli atti di gara ma sullo stato di avanzamento delle gare stesse e sulle procedure per gli appalti già concluse». Ma «ad oggi», tiene a precisare il Commissario, «noi non abbiamo avuto indicazione dalla Procura di fermare o rivedere alcuna gara assegnata». Intanto, oggi sarà comunicato il nome del sostituto dell'ex direttore generale Angelo Paris, arrestato nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Milano. «Abbiamo un nome del sostituto, abbiamo visto delle persone, ma ne parleremo domani quando verrà il presidente del Consiglio», dice il Commissario Sala. Poi Sala si è pronunciato sui ritardi nei lavori. «Il principale» motivo del ritardo dei lavori «è dovuto dal maltempo, fa sapere, «e «stiamo pensando di illuminare il cantiere e lavorare su turni prolungati 24 su 24»; anche se «siamo in una fase abbastanza avanzata di infrastrutturazione dell'area». Infi ne, Sala dà alcuni numeri dell'evento: 1,3 miliardi di investimenti pubblici, 400 milioni da privati e fi no a 1 miliardi dagli Stati partecipanti. Il tutto si dovrebbe tradurre in posti di lavoro e 20 milioni di visitatori. Intanto, si sono difesi negando le accuse, Primo Greganti e Gianstefano Frigerio, interrogati dal gip Fabio Antezza dopo l'arresto avvenuto giovedì' scorso nell'ambito dell'inchiesta su Expo. A quanto si è appreso, gli ex esponenti di Pci e Dc, ritenuti tra i referenti politici della «cupola degli appalti», hanno respinto le contestazioni, senza nessuna, seppur minima, ammissione di responsabilità. La camera: nessun conto Tesoreria intestato a deputati Intanto interviene anche la camera dei deputati per smentire le voci che fanno da contorno all'inchiesta giudiziaria. «Non esiste alcun conto corrente gestito dalla Tesoreria della Camera che sia intestato a singoli deputati o ex deputati». A precisarlo sono ambienti della Camera, a proposito di alcune notizie sull'inchiesta che vede coinvolti Caludio Scajola e Amedeo Matacena. «I conti correnti bancari gestiti dal Servizio Tesoreria della Camera dei deputati sono intestati alla Camera dei deputati medesima e sono utilizzati esclusivamente per la regolazione di partite contabili connesse all'attività istituzionale di quest'ultima». Ancora una fi ducia Il governo blinda il dl lavoro Avanti a fiducia. Avanti con la fi ducia. Questa volta il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, prendendo la parola in aula alla Camera pone, a nome del Governo, la questione di fi ducia sul decreto lavoro «nel testo della commissione identico a quello già approvato dal Senato». Voto previsto per oggi. L'aula della Camera, prima della richiesta di fi ducia da parte del Governo, aveva respinto a maggioranza la proposta di rinvio in commissione del decreto lavoro, avanzata dal deputato del Movimento 5 stelle Walter Rizzetto e sostenuta dal relatore di minoranza, il leghista Massimiliano Fedriga, e da Giorgio Airaudo di Sinistra ecologia libertà.

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE - Rassegna Stampa 13/05/2014 108 13/05/2014 ItaliaOggi Pag. 3 (diffusione:88538, tiratura:156000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Contro si era espresso il rappresentante del Partito democratico Ettore Rosato. Forza Italia avverte Renzi Intanto, c'è una campagna elettorale che va avanti. E nella quale Silvio Berlusconi si muove con la solita naturalezza. Forza Italia potrebbe decidere di non seguire più il premier Matteo Renzi sulla strada delle riforme. Questo è l'ultimo, in ordine temporale, monito arrivato dal leader del partito, che ai microfoni di Tgcom 24 afferma come «dopo le cose che ha fatto Renzi, come gli 80 euro solo ai dipendenti e nulla per i pensionati, noi stiamo ritenendo di non poter seguire la strada di queste proposte di riforme». Berlusconi punta il dito anche contro la Legge elettorale, su cui il Governo ha «cambiato l'accordo mettendo il ballottaggio, una cosa inaccettabile». L'ex premier è «molto pessimista» sulle prospettive del Governo Renzi, «il terzo non eletto dai cittadini, con un premier passato dalla segreteria del Pd a palazzo Chigi: se lo avessi fatto io ci sarebbe stata la rivoluzione». A detta del leader Forza Italia, «Renzi è il presidente di un governo tutto di sinistra, perché Angelino Alfano, eletto con il nostro simbolo dove c'era il mio nome, con il mandato di contrastare la sinistra e' diventato la stampella del Governo». Insomma, Berlusconi non rinuncia agli evergreen, al canovaccio affi dabile. La colpa di Renzi dice Berlusconi, infatti, è che «fi nora ha solo aumentato le tasse: l'Imu sulla prima casa era di 11 miliardi in totale con il governo Monti, il prossimo anno sarà di 34 miliardi e l'Iva e' stata aumentata di un punto». Rimanendo sempre in tema di fi sco poi, l'ex premier è tornato a ribadire la necessità di abolire Equitalia. Di qui le promesse. Tipo: se Forza Italia dovesse andare al Governo, «alle casalinghe» andrebbe «una pensione fi no a 1.000 euro al mese, di cui 800 sono la minima più 200 che arriveranno dal fondo per le casalinghe che sosterremo: in questo modo esse potranno guardare con serenità al futuro». Nei pensieri di berlusconi anche le recenti vicende giudiziarie che hanno colpito l'Expo 2015 (per Berlusconi un «evento importantissimo» visto che «il mio Governo ha chiesto a diversi Paesi di partecipare», dunque, guai se le cose non fossero perfette per l'apertura»). Berlusconi difende «la nostra parte politica» che «non c'entra nulla con questi scandali, che coinvolgono persone protagoniste della vecchia Tangentopoli». Non è solo l'Italia «ma in tutto il mondo non dobbiamo scandalizzarci, molte cose sono millantate e non vere: affrontiamo il problema ma senza pensare che ci sia uno scandalo che faccia pensare a Tangentopoli», pensa Berlusconi. Infi ne, la solita stoccata al leader del M5S, Beppe Grillo, con l'invito ad «aprire gli occhi e non assecondare Grillo nelle sue aspirazioni da dittatore». Immigrati, nuova strage Un altro barcone carico di immigrati è affondato al largo di Lampedusa: 14 morti già stati recuperati, salvati 210 profughi dei 400 complessivi a bordo. Una nuova tragedia che inevitabilmente riapre le polemiche. «L'Europa non ci sta aiutando a soccorrere queste persone, si faccia carico di accogliere i vivi», dice il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, «Quelli ai quali l'Italia riconoscerà il diritto d'asilo saranno mandati in Europa, se ci vogliono andare e l'Italia non può' diventare la prigione dei rifugiati politici». Una risoluzione riguardante il contrasto al traffi co di migranti è stata presentata dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, all'Onu. Il nuovo naufragio al largo di Lampedusa è uno degli «episodi non sostenibili» che l'Italia affronta avendo come «priorità' quella di salvare vite umane» ma che «debbono essere affrontati dall'Unione europea». Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ne ha parlato con i colleghi europei in occasione del Consiglio e ha annunciato: «Lavoriamo perché al Consiglio europeo di giugno ci siano passi avanti».

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE - Rassegna Stampa 13/05/2014 109 13/05/2014 ItaliaOggi Pag. 22 (diffusione:88538, tiratura:156000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Aggiornate le schede di movimentazione. Codice fiscale per la ricerca anagrafica Rifiuti, il Sistri cambia registro

Per il Sistri aggiornata l'applicazione della scheda «area movimentazione» e la sezione delle guide e dei documenti. Ottimizzate le ricerche in anagrafi ca Sistri utilizzando come chiave il codice fi scale per reperire la scheda movimentazione. È stata rilasciata la nuova relase dell'applicazione movimentazione che rende disponibili le funzioni relative alla memorizzazione del pin per la fi rma dei documenti e la precompilazione delle schede in bianco per la microraccolta. Nella sezione manuali e guide sono stati pubblicati gli aggiornamenti dei documenti relativi ai trasportatori, ai produttori, ai recuperatori-smaltitori, agli intermediari, alla regione Campania e microraccolta. Il tutto è contenuto nel sito del ministero dell'ambiente www.sistri.it.e aggiornato al 9 maggio scorso. La nuova funzionalità «memorizzazione del pin per la fi rma dei documenti» permette all'utente, previa esplicita accettazione, di memorizzare lo stesso, digitandolo una sola volta all'avvio di ogni sessione operativa, senza doverlo nuovamente inserire in occasione della fi rma di ogni scheda o registrazione. Per poter utilizzare la soluzione l'utente deve provvedere all'aggiornamento del dispositivo Usb. L'altra applicazione rubricata «schede in bianco per la microraccolta» consente di pre-compilare e stampare schede in bianco inserendo le informazioni desiderate nella sezione produttore (dati rifi uti, dati produttore, dati trasportatore e dati destinatario) e/o nella sezione trasportatore. Al momento della riconciliazione l'utente potrà decidere se confermare le informazioni precedentemente inserite o meno. Inoltre sono stati effettuati interventi di ottimizzazione delle ricerche in anagrafica sistri che consentono la ricerca delle schede di movimentazione utilizzando come chiave il codice fi scale e consentono la ricerca delle registrazioni di carico e scarico collegate ad una scheda di movimentazione utilizzando come chiave il codice della scheda di movimentazione. La scheda sistri area movimentazione è un documento informatico costituito da varie sezioni che vanno compilate a cura dei soggetti che intervengono nelle diverse fasi del ciclo di gestione dei rifi uti. È possibile vedere la scheda come costituita da tre distinte sezioni: produttore, trasportatore e destinatario. La sezione «produttore» contiene i dati anagrafi ci del produttore, le informazioni qualitative e quantitative del rifi uto e i dati identifi cativi di tutti gli altri soggetti coinvolti. Quella del «trasportatore» contiene i dati anagrafi ci di tutti i soggetti coinvolti nel trasporto del rifi uto, le info identifi cative del mezzo e del percorso, le date di presa in carico e consegna. Infi ne la sezione «destinatario» contiene i dati anagrafi ci del destinatario e l'esito della movimentazione con l'indicazione della quantità accettata. Semplifi cazione Sistri area movimentazione e relative guide Sezione manuali e guide Novità ricerche in anagrafica sistri Nuove due funzioni area movimentazione Memorizzazione del pin per la firma dei documenti: permette all'utente Pubblicati gli aggiornamenti delle guide rapide: - produttori - trasportatori - recuperatori- smaltitori - intermediari - regione Campania Queste guide sono state integrate con la soluzione per la memorizzazione del pin per la fi rma dei documenti. Pubblicato l'aggiornamento della guida «caso d'uso microraccolta». Integrato la soluzione per la precomiplazione delle schede in bianco per la microraccolta. - ricerca delle schede di movimentazione utilizzando come chiave il codice fi scale; - ricerca delle registrazioni di carico e scarico collegate ad una scheda di movimentazione utilizzando come chiave il codice della scheda di movimentazione. Memorizzazione del pin per la fi rma dei documenti: permette all'utente, previa esplicita accettazione, di memorizzare il pin, digitandolo una sola volta all'avvio di ogni sessione operativa, senza doverlo nuovamente inserire in occasione della fi rma di ogni scheda o registrazione. Schede in bianco microraccolta: consente di pre-compilaree stampare schede in bianco inserendo le informazioni desiderate nella sezione produttore (dati rifi uti, dati produttore, dati trasportatore e dati destinatario) e/o nella sezione trasportatore.

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE - Rassegna Stampa 13/05/2014 110 13/05/2014 ItaliaOggi Pag. 38 (diffusione:88538, tiratura:156000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

roma

GOVERNO Alitalia trattativa prosegue

Si è svolto ieri un nuovo vertice a palazzo Chigi su Alitalia, presenti, per l'esecutivo, il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Graziano Delrio, il ministro delle infrastrutture, Maurizio Lupi in contatto telefonico da Milano e i rappresentanti del ministero dell'economia. L'indicazione che ne è emersa è stata precisa: a Etihad non c'è alternativa. Il governo, gli azionisti e le banche creditrici hanno infatti convenuto che la trattativa con Etihad dovrà proseguire e condurre a un esito positivo. Il governo ha invitato il management di Alitalia a continuare la trattativa sulla base delle positive indicazioni espresse da parte degli azionisti e delle banche. Sulla base di ciò, nei prossimi giorni ci saranno nuovi contatti tra le due compagnie. L'a.d. di Unicredit, Federico Ghizzoni, nella conferenza stampa al termine della conferenze call con gli analisti sui risultati del primo trimestre, nel pomeriggio, aveva assicurato che l'istituto è «disposto a fare quello che è possibile per aiutare questa trattativa. Vedremo le novità che ci sono nelle prossime giornate». Il piano di Etihad per Alitalia, aveva aggiunto Ghizzoni, «non lo abbiamo visto direttamente, ma è stato illustrato a grandi linee da Alitalia stessa. Sembra un piano interessante, perché è di crescita industriale. Sono previste decisioni importanti su rotte, aerei, sinergie con Alitalia». Ghizzoni ha poi sgombrato il campo anche sull'ipotesi di creare una bad company in cui far con uire debiti e contenziosi di Alitalia per arrivare all'alleanza con Etihad: «Non mi sembra sia mai stata discussa». In particolare, «sono state discusse varie formulazioni di governance, ma non una bad company», ha concluso il manager.

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE - Rassegna Stampa 13/05/2014 111