PIANO DI PROTEZIONE CIVLE SOVRACOMUNALE COMUNITA’ MONTANA FELTRINA

Premessa

L’elaborazione del Piano di Protezione Civile costituisce un importante momento di studio e di riflessione in merito alle problematiche presenti sul territorio. Una corretta analisi dei rischi, deve considerare infatti sia le problematiche più evidenti, e che sono soggette a influenzare maggiormente la “pubblica opinione”, sia quelle più “nascoste” che, per la loro natura, potrebbero mettere in condizione di grave e reale pericolo persone e strutture. Le valutazioni tecniche che emergono dall’elaborazione di un piano di protezione civile, per produrre un effetto positivo nelle dinamiche del sistema, devono pertanto essere “condivise e fatte proprie” dalle amministrazioni comunali, nonché da quella parte della comunità rappresentata da cittadini “attenti e consapevoli”. In termini generali infatti, il “rischio” presente su un determinato territorio, può essere spesso “controllato” ovvero “mitigato” nell’ambito di una corretta analisi dello stesso, mirata ad individuare cause, probabilità, azioni da intraprendere in via preventiva, ovvero attività di risposta o reazione all’evento, da porre in essere in emergenza.

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1. Normative

La centralità delle funzioni del nell’ambito delle attività di Protezione Civile, risulta ben delineata dalla Legge 24 febbraio 1992 n. 225, “Istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile”, che individua i vari soggetti deputati a “tutelare la integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente, dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi”. Il Comune quindi, ed in particolare il Sindaco, quale figura chiave del sistema, assume un ruolo fondamentale nell’ambito delle attività di protezione civile, con particolare riferimento agli aspetti di emergenza. Infatti, l’art. 15 della citata Legge 225/92 prevede che “Il sindaco è autorità comunale di protezione civile. Al verificarsi dell'emergenza nell'ambito del territorio comunale, il Sindaco assume la direzione e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite e provvede agli interventi necessari dandone immediata comunicazione al Prefetto e al Presidente della Giunta Regionale. Quando la calamità naturale o l'evento non possono essere fronteggiati con i mezzi a disposizione del Comune, il Sindaco chiede l'intervento di altre forze e strutture al Prefetto, che adotta i provvedimenti di competenza, coordinando i propri interventi con quelli dell'autorità comunale di protezione civile”. Anche il Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112, (“Bassanini”) in merito al "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59", prevede l’attribuzione al Comune di ulteriori funzioni in materia di Protezione Civile. In particolare l’art. 108 lettera c) attribuisce all’ Ente locale le funzioni relative: 1) all'attuazione, in ambito comunale, delle attività di previsione e degli interventi di prevenzione dei rischi, stabilite dai programmi e piani regionali; 2) all'adozione di tutti i provvedimenti, compresi quelli relativi alla preparazione all'emergenza, necessari ad assicurare i primi soccorsi in caso di eventi calamitosi in ambito comunale; 3) alla predisposizione dei piani comunali e/o intercomunali di emergenza, anche nelle forme associative e di cooperazione, previste dal D.lgs. 267/2000 e in ambito montano, tramite le Comunità montane , e alla cura della loro attuazione, sulla base degli indirizzi regionali; 4) all'attivazione dei primi soccorsi alla popolazione e degli interventi urgenti necessari a fronteggiare l'emergenza; agg. Dicembre 2008 pag. 2/31 PIANO DI PROTEZIONE CIVLE SOVRACOMUNALE COMUNITA’ MONTANA FELTRINA

5) alla vigilanza sull'attuazione, da parte delle strutture locali di protezione civile, dei servizi urgenti; 6) all'utilizzo del volontariato di protezione civile a livello comunale e/o intercomunale, sulla base degli indirizzi nazionali e regionali.

Il ruolo degli Enti Locali nella protezione civile è definito anche nella legge costituzionale 18 ottobre 2001, n.3 intitolata “Modifiche al titolo V° della parte seconda della Costituzione”. In inoltre, le Leggi Regionali n. 58 del 27.11.1984, e n. 17 del 16.04.1998, prevedono l’attribuzione di ulteriori competenze in materia di protezione civile, agli Enti locali ed in particolare ai Comuni. A tale proposito infatti la Giunta Regionale “ favorisce, l’iniziativa dei Comuni, diretta a: 1. redigere una carta del proprio territorio, con l'indicazione delle aree esposte a rischi potenziali e di quelle utilizzabili, in caso di emergenza, a scopo di riparo e protezione; 2. predisporre i piani comunali di pronto intervento e di soccorso, in relazione ai rischi possibili; 3. organizzare i propri servizi, per la trasmissione dei dati interessanti la protezione civile, nonché quelli di emergenza.” Inoltre, all’art. 16 si dispone che “Per consentire l'adozione dei provvedimenti di pronto intervento di competenza regionale, i Sindaci, i Presidenti di Comunità Montane e di Province, quando si verificano situazioni di pericolo o di danno nel territorio di rispettiva competenza, forniscono, alla Sala operativa regionale e al competente ufficio del Servizio Nazionale della Protezione Civile, tutti gli elementi utili per la conoscenza dell'evento e per i necessari interventi. La Giunta regionale emana disposizioni esecutive, ai sensi della lett. g) dell'art. 32 dello Statuto, per la trasmissione dei dati, delle informazioni e delle segnalazioni ricevute dalla sala operativa, nonché per l'individuazione delle strutture regionali e degli uffici preposti ai singoli interventi o al loro coordinamento. Comunque, nei casi di assoluta urgenza, quando il ritardo dell'intervento contribuisca, in modo determinante, al verificarsi o all'aggravarsi dell'evento, oltre alle autorità ordinarie e locali di protezione civile, gli uffici e i centri settoriali regionali provvedono all'adozione delle misure improcrastinabili di propria competenza e, quando l'evento, per localizzazione, dimensione o natura, esorbiti dalla competenza di singole autorità locali o di singoli uffici o dipartimenti regionali, la struttura designata dalla Giunta regionale è autorizzata ad assumere ogni iniziativa, di competenza regionale, al fine di assicurare i primi interventi, secondo le modalità previste dai piani provinciali e settoriali vigenti e secondo le necessità del caso, avvalendosi di tutte le strutture agg. Dicembre 2008 pag. 3/31 PIANO DI PROTEZIONE CIVLE SOVRACOMUNALE COMUNITA’ MONTANA FELTRINA

regionali e promuovendo, secondo le procedure previste dalle leggi vigenti, la collaborazione dei corpi statali e dei nuclei operativi degli Enti locali, nonché quella delle Associazioni di volontariato.” Per quanto riguarda l’attività di pronto intervento, prevista all’articolo 17, è previsto che “In caso di calamità naturale o catastrofe, il Presidente della Giunta regionale o l'assessore delegato possono autorizzare a carico del bilancio regionale, (….), sia l'intervento diretto dal Genio Civile sia l'intervento dei Comuni, singoli o associati, o di Comunità Montane, dotati di idonee strutture tecniche, quando si tratti di lavori a carattere urgente e inderogabile per la pubblica incolumità. I Comuni, singoli o associati, e le Comunità Montane, possono essere altresì autorizzati, nelle stesse circostanze e secondo le stesse modalità, ad acquistare materiali, a noleggiare macchine e attrezzature e ad assumere manodopera straordinaria secondo le necessità dell'intervento di emergenza. I lavori di pronto intervento, di cui al primo comma, consistono particolarmente in: 1) puntellamenti, demolizioni, sgomberi e altri interventi a tutela della pubblica incolumità; 2) ripristino del transito nelle strade comunali e vicinali di uso pubblico, essenziali al collegamento degli abitati e al funzionamento di importanti attività produttive o di preminente interesse sociale; 3) ripristino di acquedotti pubblici, di fognature e delle altre opere indispensabili alla salvaguardia dell'igiene pubblica; 4) ripristino dell'agibilità essenziale dei porti; 5) ripristino di opere e impianti pubblici, ove ciò sia necessario per la salvaguardia della pubblica incolumità o per garantire la funzionalità di servizi essenziali; 6) costruzione, installazione o adattamento di ricoveri temporanei per le persone rimaste senza tetto, a causa delle calamità; 7) salvaguardia essenziale, statica e strutturale,di immobili di interesse monumentale, storico e artistico, appartenenti a enti o ecclesiastici, e soggetti dalla legge 1 giugno 1939, n. 1089 e successive modifiche e integrazioni.” Va evidenziato inoltre, che il Decreto 28 maggio 1993 del Ministro dell’Interno, di concerto con il Ministro del Tesoro, in attuazione del D.L.vo 30 dicembre 1992, n.504, inserisce nell’articolo 1, tra i servizi indispensabili dei comuni, i “servizi di protezione civile, di pronto intervento e di tutela della sicurezza pubblica”; poi l’art. 54 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, “Il sindaco, quale ufficiale del Governo, adotta con atto motivato provvedimenti, anche contingibili e urgenti nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento, al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità pubblica e la sicurezza urbana. I provvedimenti di cui al agg. Dicembre 2008 pag. 4/31 PIANO DI PROTEZIONE CIVLE SOVRACOMUNALE COMUNITA’ MONTANA FELTRINA

presente comma sono preventivamente comunicati al prefetto anche ai fini della predisposizione degli strumenti ritenuti necessari alla loro attuazione”.

Infine l’articolo 108 della legge Regionale nr 11 del 13 aprile 2001 specifica i compiti affidati alle comunità montane: “Le Comunità Montane , in relazione alle funzioni loro attribuite dalla vigente normativa, provvedono: • alla raccolta ed elaborazione di dati interessanti la protezione civile, con particolare riguardo al rischio idrogeologico, al rischio incendi boschivi e al rischio valanghe, sulla base degli indirizzi regionali; • a promuovere e supportare le attività di protezione civile svolte dai comuni appartenenti alla comunità stessa, con particolare riferimento a quelle afferenti il volontariato di protezione civile, con il coordinamento delle province; • a predisporre le strutture, le attrezzature e le risorse necessarie per assolvere alle funzioni del presente articolo

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2. Descrizione dello strumento informatico

In considerazione del fatto che a è stata istituita presso la Comunità Montana Feltrina la sede del COM, e che il COM è una Struttura operativa di supporto agli organi istituzionali, cui spetta il coordinamento delle attività in emergenza, con compiti organizzativi e gestionali dei soccorsi, in particolare in occasione di situazioni di emergenza sovracomunali, si rende indispensabile lo studio delle modalità di afflusso dei soccorsi in zona. In particolare si deve predisporre un piano per la viabilità di accesso per l’area di ammassamento dei soccorritori, e individuare i siti di stoccaggio dei materiali di soccorso.

a) viabilità di accesso secondo le tre direttrici: Valsugana, , Fener.

In ogni punto nodale (Primolano, Busche, Fener) è prevista la presenza di movieri della protezione civile in grado di dare indicazioni alle colonne mobili dei soccorsi in avvicinamento

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b) viabilità nella periferia della città di Feltre: privilegiati i percorsi diretti senza semafori

Anche nei pressi della città dei movieri o personale dei vigili urbani saranno posizionati per regolare il traffico dei soccorsi

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c) la zona dell’ex Foro Boario è stata individuata come idonea alla realizzazione del campo di ammassamento dei soccorritori

Tale zona soddisfa i requisiti richiesti dalla “Scheda Ministeriale A.R.E. 2004” ed ha una capienza per accogliere fino a 500 soccorritori, è inoltre in posizione tale da poter accedere agevolmente a risorse quali distributori di benzina o supermercati inoltre è facilmente raggiungibile dal COM. E’ comunque sta individuata un’are alternativa (parcheggio birreria ) qual’ora questa non risulti agibile

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d) la sede dei nuovi magazzini del comune di Feltre, per la sua estensione e localizzazione, risulta la più idonea allo stoccaggio dei materiali di soccorso

Anche per questa necessità si è prevista un’are alternativa individuata nelle caserme del 7° reggimento Alpini

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Venendo ora allo studio degli scenari di rischio, il rischio sismico risulta sicuramente come il più rilevante per l’incolumità dei cittadini e per la portata dei danni arrecabili ale abitazioni e infrastrutture.

Infatti la nuova classificazione del grado di sismicità dei comuni prevede, per il Feltrino che solo Arsiè, Lamon e siano classificati con grado 3, per tutti gli altri è previsto il grado 2 (su una scale da 1 a 4)

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L’analisi storica del fenomeno sismico evidenzia che l’intero Feltrino ha sopportato violente scosse telluriche con una particolare accentazione nella parte “bassa”

che rimane tutt’oggi un’area attiva

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Ovviamente solo l’interazione fra evento e attività antropica, da luogo al rischio (scenario di rischio) e quindi l’effetto del sisma va valutato solo in relazione ai centri abitati

In particolar modo per quanto riguarda i centri storici

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L’analisi ha poi rilevato il numero degli abitanti e delle abitazioni (es. comune di Vas)

e in base alla probabilità del danno al patrimonio edilizio (fonte GNDT Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti)

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è stato calcolato il numero di ricoveri da reperire, confrontandoli poi, con quelli disponibili (es. Comune di Vas: Albergo Solagna, Scuola Elementare, impianti sportivi) e con la loro capacità

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In questo caso particolare, si è rilevato che i ricoveri nelle strutture esistenti, risultano insufficienti per fronteggiare la situazione di emergenza ed è quindi necessario allestire un campo di soccorso per gli sfollati (area rossa), non prima di averli raccolti nella zona di attesa (area verde) dove informare la popolazione sulle operazioni di soccorso

Anche per quest’area è necessario eseguire una verifica con la scheda A.R.E.

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Per l’analisi dello scenario di rischio dell’evento che viene maggiormente percepito dalla popolazione, in quanto di accadimento più frequente, l’evento idro-geologico , si è analizzato il quadro micro climatico della zona , tramite i dati raccolti dalle sei stazioni metereologiche locali

400 350 Feltre 1996-2005 Lamon 1992-2005 300 Monte Avena 1986-2005 Quero 2003-2005 250 S. Giustina 2005 Valpore 2004-2005 200 150 mm pioggia 100 50 0 GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC mesi

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giorni di pioggia

16 Feltre 1996-2005 14 Lamon 1992-2005 Monte Avena 1986-2005 12 Quero 2003-2005 10 S.Giustina 2005 Valpore 2005 8 6 4 numero numero di giorni 2 0 GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC mesi

I quali indicano come periodo di massima attenzione i mesi di settembre, ottobre e novembre, nei quali si verificano violenti scrosci

Per rendere agevole la consultazione si è realizzato un comando che permette di seguire graficamente lo svolgersi dell’evento, interpolando i dati forniti dall’ARPAV e messi in rete

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In accordo con quanto riportato dal PAI (piano di assetto idro-geologico) sono stati evidenziati gli scenari di rischio del Feltrino

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Anche per questo evento si è evidenziate l’interazione fra evento (esondazione) e attività antropiche (edifici, strade, manufatti ecc..), sia per il rischio esondazione

che per il rischio frane

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Per il rischio di incendio boschivo sono stati censiti tutti gli incendi storici

e ove rilevato, anche le aree percorse dall’incendio

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In base a questi dati e al potenziale pirologico stimato

sono state classificate le aree con diversa pericolosità di incendio (scenari di evento)

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Anche in questo caso si riporto lo scenario di rischio

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Non da ultimo, essendo quest’area prevalentemente montana sono stati riportati gli scenari di rischio valanghe stimati dal Centro Valanghe di Arabba

e valutata la loro interazione con le attività umane

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Per qualsiasi di questi eventi si può interrogare un data base esterno, GeriPC (gestione risorse per la protezione civile ), che l’Amministrazione provinciale di Belluno ha da tempo distribuito a tutti i comuni, cosi da poter conoscere l’entità delle risorse a disposizione per fronteggiare l’emergenza

Questa metodologia di procedere permette il mantenimento di dati aggiornati per le varie amministrazioni (comunale, comunità montana, provinciale) senza costringere i gestori del data base alla creazione di duplicati

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Nel sistema GIS è sta anche inserita la dislocazione delle associazioni di Volontariato di Protezione Civile presenti nel territorio

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Si è provveduto alla stesura della traccia delle modalità operative da attuare nelle diverse fasi dell’emergenza per i rischi incidenti sul territorio

RISCHIO IDRO-GEOLOGICO Evento PREVEDIBILE Fase ATTENZIONE/PREALLARME/EMERGENZA

FASE DI ATTENZIONE

Il Comune riceve il messaggio di avverse condizioni metereologiche:

MESSAGGIO TIPO Si comunica che per le prossime 48 ore sono previste precipitazioni molto intense sul territorio regionale per le quali si rende necessaria l’attivazione delle procedure di allerta.

Procedure : 1. Il sindaco decreta lo stato di attenzione 2. Il sindaco convoca presso la sede del Comune il responsabile delle FUNZIONE di supporto n.1 (tecnico – pianificazione), n.7 (telecomunicazioni), n.10 (sistemi operativi locali e viabilità). 3. Il Sindaco avvisa i componenti del Comitato di Protezione Civile e li aggiorna sulla situazione 4. Il Sindaco, in collaborazione con la FUNZIONE n.1 e la FUNZIONE n.10, predispone una ricognizione da parte dei Vigili Urbani e Personale tecnico del Comune, nelle zone potenzialmente inondabili o soggette a frane, preventivamente individuate, per localizzare tutte le situazioni che potrebbero determinare incremento di danno. In particolare: • cantieri in alveo ed in zone prospicienti; • scavi in area urbana; • qualunque situazione di impedimento al libero deflusso delle acque. 3. Il Sindaco provvede per quanto possibile ad eliminare gli ostacoli presenti negli alvei, qualora ciò non sia stato fatto preventivamente, soprattutto in prossimità dell’imbocco delle tombinature. 4. Il Sindaco predispone una verifica finalizzata all’identificazione di manifestazioni che comportino concentrazione straordinaria di popolazione nelle 48 ore successive. Nello specifico individua: • mercati ambulanti; agg. Dicembre 2008 pag. 26/31 PIANO DI PROTEZIONE CIVLE SOVRACOMUNALE COMUNITA’ MONTANA FELTRINA

• feste di piazza; • manifestazioni sportive; • spettacoli teatrali e cinematografici. 5. Il Sindaco, in collaborazione con la FUNZIONE n.7, predispone una verifica dei sistemi di comunicazione sia interni al Comune stesso che di interfaccia con Strutture ed Enti esterni. 6. Il Sindaco predispone una verifica delle attività operative da svolgere nelle fasi successive dello schema operativo. 7. Il Sindaco informa l’Ufficio di Protezione Civile della Regione Veneto, la Prefettura di Belluno e l’Amministrazione Provinciale delle sopraindicate attività e mantiene il sistema comunale di protezione civile in situazione di attenzione 8. Il responsabile della FUNZIONE n.1 analizza i dati provenienti dalla rete meteo- idropluviometrica a valuta la possibilità di incaricare da subito squadre di tecnici o volontari dell’attività di monitoraggio a vista dei punti critici.

Il Comune riceve il messaggio: MESSAGGIO TIPO 1 Si prevede un miglioramento della situazione meteo

Procedure 1. Il Sindaco mantiene lo stato di attenzione ed attende conferma della situazione meteorologica. 2. Dichiara conclusa l’emergenza solo a seguito di una conferma di un miglioramento meteo attraverso apposito messaggio.

Il Comune riceve il messaggio: MESSAGGIO TIPO 2 Si conferma la possibilità di forti precipitazioni dalle ore 00.00 alle ore 24.00 del giorno .....

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FASE DI PRE-ALLARME

Procedure 1. Il Sindaco dichiara le fase di pre-allarme 2. Il sindaco attiva la sala operativa, convoca e presiede il C.O.C. 3. Il Sindaco, in collaborazione con la FUNZIONE n.2 e la FUNZIONE n.13, predispone la messa in sicurezza delle persone disabili. 4. Il Sindaco, in collaborazione con la FUNZIONE n.10, predispone la limitazione dei parcheggi per le auto private lungo le strade principali del centro abitato. 5. Il Sindaco, in collaborazione con la FUNZIONE n.5, emette cautelativamente ordinanza di chiusura delle scuole presenti sul territorio comunale. L’ordinanza viene comunicata ai responsabili delle strutture superiori e trasmessa agli organi di informazione locale e regionale. 6. Il Sindaco notifica ai direttori dei lavori o chi per essi la situazione di possibile evenienza di piogge intense nelle ore successive, richiamandoli ad eseguire la messa in sicurezza dei relativi cantieri individuati come a rischio nella fase precedente. 7. Il Sindaco notifica alle principali attività del territorio comunale la possibilità di evenienza di piogge intense nelle ore successive. (Questo messaggio ha lo scopo di attivare Piani interni propri di ogni singola struttura produttiva). 8. Il Sindaco, in collaborazione con la FUNZIONE n.5, notifica al Responsabile delle scuole la possibilità di evenienza di piogge intense nelle ore successive. (Questo messaggio attiva procedure di autocomportamento e di sicurezza interna proprie della struttura stessa). 9. Il Sindaco ordina l’annullamento di tutte le manifestazioni a carattere pubblico individuate in fase di Attenzione. L’ordinanza viene inoltre comunicata attraverso i mezzi di comunicazione. 10. Il Sindaco ordina la chiusura delle strutture di interesse pubblico. In alternativa dispone la chiusura delle sole strutture che non presentano elementi e norme di sicurezza per il rischio idro-geologico ovvero notifica al Responsabile delle strutture la possibilità di evenienza di piogge intense nelle ore successive. (Questo messaggio attiva procedure di autocomportamento e di sicurezza interna proprie della struttura stessa). 11. Il Sindaco, in collaborazione con la FUNZIONE n.1, dispone ricognizioni nelle aree a rischio e attiva i presidi di vigilanza e monitoraggio dei corsi d’acqua e delle zone franose a partire dalle ore 00.00 del giorno (per il quale sono previste forti precipitazion i).

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12. Il Sindaco, in collaborazione con la FUNZIONE n.1, la FUNZIONE n.2, la FUNZIONE n.4,, la FUNZIONE n.5, la FUNZIONE n.7, 1a FUNZIONE n.10, la FUNZIONE n.13, verifica il dispiegamento delle strutture operative incaricate dell’attuazione dei provvedimenti di evacuazione 13. Il Sindaco verifica le attività da attuare nella fase successiva ed informa l’Ufficio di Protezione Civile della Regione Veneto, la Prefettura di Belluno e l’Amministrazione Provinciale delle sopraindicate attività e mantiene in stato preallarme il centro operativo comunale.

FASE DI ALLARME

Il Comune mantiene lo stato di massima allerta proseguendo le attività della fase precedente, con particolare riguardo al monitoraggio dei corsi d’acqua e alle zone franose. Il Sindaco rimane in stretto e continuo contatto con la Prefettura, l’Amministrazione Provinciale e/o, laddove attivo, con il Servizio Meteo Regionale (via radio e/o telefonica) per acquisire elementi sull’evoluzione della situazione metereologica. Il Sindaco rimane in stretto e continuo contatto con i presidi sul campo (via radio) per acquisire elementi sull’evoluzione della situazione dei torrenti. Il Sindaco verifica le condizioni di imminente pericolo grave.

Procedure: 1. Il Sindaco ordina la chiusura al transito delle strade ed impedire l’accesso ai ponti nelle zone strategiche del territorio individuate dal Piano, avendo disposto precedentemente la viabilità alternativa. 2. Il Sindaco informa l’Ufficio di Protezione Civile della Regione Veneto, la Prefettura di Belluno e l’Amministrazione Provinciale delle sopraindicate attività. 3. Il Sindaco comunica alla Prefettura di Belluno e all’Amministrazione Provinciale lo stato di allarme ed indica le reti di servizio e di comunicazione che possono essere interessate dall’evento. 4. Il Sindaco chiede l’appoggio dei VV.F e delle altre strutture eventualmente necessarie per fronteggiare la situazione.

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RISCHIO SISMICO

Evento NON PREVEDIBILE Fase EMERGENZA

Procedura: 1. La FUNZIONE n.1 esamina il bollettino dell’ Istituto di Oceanografia e Geofisica Sperimentale per verificare la posizione dell’epicentro e l’intensità dell’evento e ne comunica i risultari al Sindaco

Intensità MCS< 5° 2. La FUNZIONE n.9 organizza la ricognizione dei tecnici per la valutazione dei danni, in particolare negli edifici realizzati prima del 1982 o comunque censiti come sismicamente critici 3. Il SINDACO informazione alla popolazione sull’intensità limitata del sisma

Intensità MCS>5° 2. Il SINDACO attiva la sala operativa, convoca e presiede il C.O.C. 3. Il SINDACO raduna la popolazione nelle aree di attesa e la informa sull’evolversi della situazione 4. Il SINDACO emana ordinanza di sgombero per gli edifici considerati inagibili. 5. La FUNZIONE n.2 invia le squadre sanitarie nei punti in cui necessita assistenza sanitaria, invia le squadre di assistenza nelle abitazioni in cui sono state censite persone non autosufficienti, predispone la presenza di un medico nelle aree di emergenza 6. La FUNZIONE n.13 coordina le squadre di volontari incaricate di fornire assistenza alla popolazione lungo le vie di esodo e presso le aree di emergenza e ricoveri 7. La FUNZIONE n.4 mette a disposizione le squadre di volontari per le esigenze delle altre funzioni 8. La FUNZIONE n.9 organizza la ricognizione dei tecnici per la valutazione dei danni 9. La FUNZIONE n.1 delimita le aree a rischio e la FUNZIONE n.10 ne organizza un sistema di sorveglianza 10. La FUNZIONE n.1 e la FUNZIONE n.4 predispongono le aree di ricovero e ammassamento 11. La FUNZIONE n.5 mobilita i mezzi necessari all’evacuazione, invia nelle are di ricovero i materiali richiesti, mobilita le imprese private preventivamente convenzionate.

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12. La FUNZIONE n.8 verifica la messa in sicurezza delle reti di servizi essenziali, predispone gli allacciamenti nelle aree di emergenza, contatta le società distributrici per l’invio di squadre specializzate.

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