SET. FAUNA SELVATICA SEZ. DI SEZ. DI VICENZA MOVIMENTO U.N.A SEZ. DI VICENZA. SEZ. DI VICENZA Comunicato stampa del 29 ottobre 2011.

ANIMALI D’AFFEZIONE NEL MIRINO DEI CACCIATORI VICENTINI: BEN 42 I CASI SEGNALATI ALLE ASSOCIAZIONI DI PROTEZIONE IN MENO DI DUE MESI DI CACCIA. IL COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI PROTEZIONISTICHE INTIMA “ADESSO BASTA” L’ASSESSORE SPIGOLON INTERVENGA PROPONENDO FINALMENTE UNA NORMA RESTRITTIVA ALLA REGIONE , CHE PREVEDA IL RITIRO IMMEDIATO DELLA LICENZA DI CACCIA PER I RESPOSBILI DI ATTI COSI’ GRAVI.

Mai come quest’anno si era assistito alla mattanza dei migliori amici dell’uomo: cani e gatti in particolare. Segnalazioni sono arrivate da , , Grisignano, , Barbarano, Montegaldella, Montebello, , , , , e da tanti altri paesi della provincia. La storia è sempre la stessa: gli animali fanno ritorno a casa sanguinanti, altri spariscono per sempre o vengono ritrovati con il corpo crivellato dai pallini lasciando sgomente intere famiglie. I dati, raccolti dalle associazioni protezioniste Vicentine e dalle guardie zoofile, riguardano solo i primi due mesi di caccia del 2011, ma i casi non segnalati potrebbero essere molti di più. Il dato che non lascia spazio a dubbi è quello sulla mancata identificazione dei responsabili: nessuno dei cacciatori che hanno messo in pratica questi gravi atti è stato identificato, ovvero, nessuno ha dichiarato di avere commesso un errore lasciando al proprietario dell’animale i propri dati e riferimenti assicurativi; meno che meno altri cacciatori hanno denunciato il comportamento dei loro colleghi. Come approfondimento riportiamo alcune testimonianze di cronaca degli ultimi giorni; Sabrina Favaro, che abita in zona Ca’ Vecia, ha dichiarato : “Negli ultimi quindici giorni mi hanno avvelenato e impallinato due gatti, ho tre figlie, ora abbiamo tutte paura che i nostri animali escano, potrebbero essere ammazzati, che facciamo, li teniamo rinchiusi in casa? Non capisco il comportamento di certe persone, sono ospiti in casa degli altri e si comportano come dei barbari”. Andrea Calzavara, medico veterinario residente a San Giovanni in Monte, alla sua amica micia pochi giorni fa hanno sparato. Davanti al corpo crivellato di pallini, il medico costernato ha dichiarato : “Intorno alla mia abitazione i cacciatori sparano in continuazione, non ho mai avuto contrasti o alterchi con nessuno di loro, non mi spiego comportamenti così efferati e gratuiti”. Come non ricordare poi la fine di Leo, il cane ammazzato ad Altissimo da meno di un mese: due colpi di fucile, che hanno lasciato un vuoto incolmabile in un’intera famiglia “Sì perché il piccolo Leo non era solo un cane” ha dichiarato Maria Gilda Baldo “era un compagno di vita, non capisco questi comportamenti e la mancanza totale di rispetto nei confronti degli altri: quei cacciatori ci hanno fatto del male”. Due giorni fa, ad , il caso di Attila, un gatto colpito da una fucilata e poi la scomparsa qualche giorno fa di un altro gatto i cui proprietari, Carlo Bastiani e Claudia, hanno dichiarato sconsolati: “Ogni anno quando si apre la caccia viviamo con apprensione per la sorte che potrebbe toccare ai nostri amici e puntualmente accade…” Renzo Rizzi portavoce del CPV, ha aggiunto : “Per un cacciatore abituato a uccidere per hobby, per gioco, presumo che uccidere una lepre, un gatto o un cane non faccia molta differenza. Ricordo comunque che cani e gatti non sono prede inserite nel calendario venatorio, sono protetti dalle leggi a più livelli, sono animali che devono essere rispettati in quanto di proprietà. Sono infine animali d’affezione, ammazzarli vuol dire fare del male direttamente a un nucleo famigliare: è un atto delinquenziale, una vigliaccata che non ha scusanti. All’assessore/cacciatore Spigolon, responsabile del settore caccia della provincia di Vicenza, da sempre politicamente impegnato a suonare le sirene alla lobby venatoria più estremista, chiedo una volta tanto di dare un segnale di equilibrio, condannando pubblicamente queste gesta dei cacciatori Vicentini. Inoltre, proponendo in regione una modifica della legge 50/93, con un inasprimento della pena per chi si renda responsabile di queste crudeltà gratuite, in primis con la revoca immediata della licenza di caccia e la sospensione della stessa, per almeno cinque anni”. Portavoce CPV Renzo Rizzi 348 9952822