P.05.1 Descrizione Ambienti Insediativi Locali
Il presente elaborato è stato ultimato prima dell’entrata in vigore della Legge 7 aprile 2014, N. 56 istitutiva delle Città Metropolitane, pertanto tutti i riferimenti alla “Provincia di Napoli” sono da intendersi alla “Città Metropolitana di Napoli”. Inoltre la denominazione “Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)” è da intendersi come “Piano Territoriale di Coordinamento (PTC)”. Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
1 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Descrizione Ambiente Insediativo
1. Caratteristiche del territorio L’isola di Ischia si caratterizza per l’eccezionale varietà del paesaggio; presenta una morfologia varia e complessa che si articola su alcune principali emergenze orografiche e su una costa molto incisa e frastagliata, con promontori estesi e baie profonde. Le aree ad elevata naturalità, fortemente caratterizzate da boschi, si configurano come fondali ancora integri per le estese aree terrazzate coltivate prevalentemente a vigneto e ad alberi da frutto, e per la fitta rete di insediamenti che si addensa prevalentemente lungo la costa. La morfologia complessa, la forte caratterizzazione geologica, la rilevanza delle aree verdi, la struttura insediativa storica conferiscono al paesaggio una forte riconoscibilità. Negli ultimi decenni, l’equilibrio delle diverse componenti del territorio e del paesaggio sono state in parte compromesse da una diffusa edificazione, nelle aree costiere e nelle aree agricole ai margini del monte Epomeo, prevalentemente caratterizzata da residenze stagionali e attività turistico- ricettive. Dal punto di vista geomorfologico, l’isola d’Ischia nell’insieme rappresenta un’unica unità costituita da sei macrozone: a) la prima macrozona, presente nel settore sud-occidentale dell’isola d’Ischia, è costituita in prevalenza dal Tufo Verde di Monte Epomeo e dai Tufi di Citara con brecce associate, ricadenti in una fascia altimetrica compresa tra 0 - 600 m (s.l.m.). Tale macrozona ha una permeabilità variabile dipendente dal grado di diagenesi e fratturazione del tufo. E’ caratterizzata dalla presenza di orli craterici, quali elementi morfologici strutturanti e dai duomi lavici ubicati in località Capo Negro e Punta Chiarito; b) la seconda macrozona, situata nel settore occidentale dell’isola d’Ischia, è caratterizzata da depositi piroclastici a matrice prevalente misti a frammenti di depositi sedimentari con tessitura caotica ricadente in una fascia altimetrica compresa tra 0 e 100 m (s.l.m.). La permeabilità varia in funzione della granulometria prevalente; c) la terza macrozona, localizzata nel settore occidentale dell’isola d’Ischia, è costituita da depositi piroclastici a matrice prevalente misti a frammenti di depositi sedimentari con tessitura caotica a cui sono stati accorpate aree di limitata estensione del Tufo Verde di Monte Epomeo. Tale area ricade in una fascia altimetrica compresa tra i 100 ed i 600 m (s.l.m.) ed è caratterizzata da una permeabilità variabile legata alla granulometria prevalente. Comprende il rilievo più significativo dell’isola, Monte Epomeo, e tutto il bacino idrografico ubicato sul suo versante meridionale; d) la quarta macrozona si sviluppa nel settore orientale dell’isola d’Ischia, essa è costituita da depositi piroclastici, cupole laviche e dicchi ricadenti in una fascia altimetrica compresa tra 0 e 600 m (s.l.m.). Ha una permeabilità variabile legata alla granulometria prevalente nei depositi piroclastici sciolti; permeabilità medio-alta nelle lave. Il settore occidentale, spostandosi da sud verso nord, è caratterizzato dalla presenza dei seguenti elementi morfologici: duomi lavici, orli craterici e limite morfologico esterno degli edifici, e dalla falesia; e) la quinta macrozona, limitata al settore nord-orientale dell’isola d’Ischia, è costituita in prevalenza da alternanza di siltiti biancastre localmente fossilifere ricadenti in una fascia altimetrica compresa tra i 100 ed i 600 m (s.l.m.). Questo ambito è caratterizzato da alcune aste fluviali, profondamente incise, in cui l’erosione ed il trasporto solido è rilevante; f) la sesta macrozona, presente in tre zone dell’Isola di Ischia in cui affiorano rispettivamente le colate laviche dell’Arso, della Scrofa e di Zaro, è compresa in un intervallo altimetrico di 0 – 200 m. La vulnerabilità di tali unità è connessa prevalentemente ai fenomeni di scorrimento-colata dei materiali sciolti e da crolli in tufo e lava, all’elevata erosione e trasporto solido lungo i rami profondamente incisi del bacino idrografico presente sul versante meridionale di Monte Epomeo.
Il PTCP articola l’AIL nelle seguenti aree di specifico interesse: AIL A – Ischia Ha % Aree e componenti d'interesse naturalistico 1170 25,2% Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 256 5,5% Aree e componenti d'interesse rurale 2526 54,4% Aree e componenti d'interesse urbano 677 14,6% Aree di criticità e degrado 4 0,1% Nodi e reti per la connettività territoriale 10 0,2% Aree complessive*** 4642 100,0%
(***) Le aree calcolate sono indicative e rappresentano i luoghi che sicuramente hanno i caratteri identitari dell’AIL tralasciando le aree a margine dove i caratter identitarii si fondano con quelli degli AIL vicini
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2. Aree di interesse naturalistico e rurale L’isola presenta prevalentemente suoli ad alta sensibilità ambientale (49.7%), a basso sviluppo pedogenetico caratterizzati da una permeabilità molto elevata: le falde idriche poste sotto questi suoli non beneficiano del normale effetto filtrante delle coperture pedologiche. In questa unità troviamo, soprattutto nel corpo centrale dell’Isola d’Ischia, anche suoli sottili ai primi stadi di pedogenesi (13%), che hanno limitate capacità di tamponare effetti di degrado fisico e chimico. Agronomicamente trattasi di suoli a bassa produttività ma dove si possono ottenere produzioni di alta qualità (es. vini di pregio) per le specifiche condizioni pedoclimatiche.
FATTORI STRUTTURANTI AREE DI INTERESSE NATURALISTICO
Boschi (1360 ha pari al 29% della superficie)
ALTRE AREE DI INTERESSE
Altre aree naturali (325 ha pari al 7% della superficie)
FATTORI STRUTTURANTI AREE DI INTERESSE RURALE
Vigneti (331 ha pari al 7% della superficie)
Sistemi colturali complessi (1042 ha pari al 22% della superficie)
ALTRE AREE DI INTERESSE
Terrazzamenti (975 ha pari al 21% della superficie)
Per quanto riguarda le caratteristiche delle superfici agricole e naturali, prevalgono nettamente gli usi del suolo ad alta ed altissima biodiversità (72% della superficie territoriale), rappresentati principalmente da boschi nella zona centrale del monte Epomeo, e da vigneti e sistemi colturali complessi nella fascia degradante verso la costa. I vigneti in particolare rientrano nell’area di produzione del DOC Ischia. Il disciplinare di produzione prevede che la massima produzione non deve superare i 3 kg di uva per pianta e pertanto sono colture non soggette ad una particolare intensificazione (input chimici) e quindi con una buona compatibilità ambientale, ma che presentano una bassa sostenibilità economica e quindi sono a rischio di abbandono. Tale fenomeno potrebbe essere particolarmente preoccupante per la difesa del suolo realizzata con i terrazzamenti. La vite. La vite nell’isola d’Ischia è prevalentemente coltivata sui terrazzamenti che si arrampicano sulle pendici del Monte Epomeo. Il vino “Ischia” è tra i primi vini italiani a potersi fregiare della Denominazione di Origine Controllata (D.P.R. 03.03.1966 e D.M. 31.07.1993). La zona di produzione coincide con i confini dell'isola di Ischia, dove la vite fu introdotta da antichi greci, provenienti dalla Calcide. Dai Romani Ischia era denominata Enaria, terra del vino. In alcune aree la vite è ancora allevata a curruturu, forma arcaica, strettamente vincolata alla tradizione: tradizione che in questo caso è garanzia di qualità superiore. Si ottiene da uve Biancolella, Forastera e Per 'e palummo, allevate solo in Campania e sapientemente vinificate sull'isola da moderne strutture enologiche. Il Disciplinare impone vincoli rigorosi a tutela della qualità del prodotto; la produzione di uva ad ettaro non può superare i 90-100 quintali di uva e i tre chili per ceppo. Per tutti i vini è inoltre previsto Per tutti i vini è previsto un affinamento in bottiglie da effettuarsi obbligatoriamente nell'isola di Ischia
I terrazzamenti. I terrazzamenti sono sistemazioni del terreno che seguono lo sviluppo della collina e realizzano il più antico ed efficace dei sistemi per il contenimento dell’erosione dei terreni, riducendo la pendenza dei versanti e rallentando così la velocità dei flussi delle acque di scorrimento superficiale. Si tratta di un’opera monumentale la cui realizzazione risale sicuramente ad epoche anteriori al XIX secolo. Tradizionalmente le scarpate dei terrazzi erano consolidate da siepi di arbusti antierosivi, come la ginestra e varie specie di cannucce (Arundo, spp.), che spesso venivano utilizzati per la produzione artigianale di piccoli manufatti (ceste, stuoie, recipienti in vimini,…).
La coltivazione del terrazzo risulta fondamentale per la sua conservazione, sia come testimonianza storica, sia come sistema di difesa del suolo. L’abbandono della coltivazione, infatti, comporterebbe la mancanza di regimazione delle acque che progressivamente grazie al trasporto di terreno eroso porterebbero ad un aumento progressivo delle pendenze e quindi ad un progressivo aumento della suscettibilità ai fenomeni di dissesto idrogeologico. I muretti a secco, tanto comuni lungo la Penisola Sorrentina e nelle Isole del Golfo, sono spesso giustificati dalla presenza di vigneti dai quali è possibile ottenere vino di qualità. Opere come queste connotano fortemente il paesaggio, lo difendono dall’erosione e ricordano la sfida condotta per strappare il terreno alla montagna. La coltivazione, spesso manuale a causa dell’impossibilità del passaggio di mezzi meccanici, è ancora possibile solo con se i prodotti ottengono prezzi più elevati. Solo maggiori remunerazioni consentono, infatti, la manutenzione dei muretti di contenimento
3 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli e, quindi, indirettamente la difesa dall’erosione, un appropriato drenaggio ed un rallentamento delle acque meteoriche che altrimenti tenderebbero a ruscellare con tutti i danni che ne derivano al paesaggio ed ai manufatti a valle delle pendici collinari.
Le colture consociate (orti e frutteti consociati). Grazie alle straordinarie condizioni di fertilità del suolo, alle favorevoli condizioni climatiche ed alla storica penuria di terre coltivate, nel territorio della Provincia di Napoli, si è molto diffuso l’uso del suolo con più colture nel tempo (rotazioni ed avvicendamenti classici), ma anche nello spazio, con presenza di colture arboree consociate temporaneamente a colture generalmente ortive. E’ l’unica parte del mondo in cui è possibile ottenere 3 raccolti in un anno (es. pomodoro da aprile a agosto, cavolfiore da agosto a dicembre, patata novella o finocchio da dicembre a aprile). Molto nota è anche l’agricoltura “a 3 piani” costituita da fruttiferi alti (ciliegio o noce), consociati a fruttiferi bassi (agrumi o vite) ed a ortive invernali (cavoli, insalate,….). Questo uso promiscuo presenta numerosi aspetti positivi sull’ambiente e sulle condizioni socio- economiche: 1) l’elevata redditività consente di ottenere redditi soddisfacenti per il sostentamento di una famiglia contadina con soli 3000 m2 (un moggio); 2) aumenta i livelli di biodiversità dell’agro-ecosistema e quindi la sua stabilità, grazie alle maggiore presenza di uccelli e insetti utili con conseguente riduzione della necessità di fitofarmaci; 3) conferisce al paesaggio agrario una maggiore naturalità e di variabilità, in contrasto con gli appezzamenti coltivati con un'unica specie (monocoltura) che determina una maggiore monotonia del paesaggio.
3. Fattori storici e caratteri recenti dell’insediamento rurale Il paesaggio di Ischia è fortemente connotato sia dalla vegetazione naturale (pinete, macchia e prateria mediterranea) che dalle aree agricole terrazzate, che interessano in modo esteso l’intero territorio. Queste aree, coltivate prevalentemente a vigneti, hanno consolidato nel tempo uno specifico paesaggio agrario e relazioni coerenti tra nuclei insediativi e contesto territoriale e paesaggistico. Negli ultimi decenni la massiccia urbanizzazione che ha interessato l’isola, determinando una diminuzione consistente delle componenti naturali e delle superfici agricole, ha in parte compromesso tali caratteri ambientali e paesaggistici. In relazione a queste trasformazioni è possibile riconoscere dinamiche e condizioni territoriali differenti. Le aree agricole che si articolano tra la base dei versanti settentrionali e occidentali del monte Epomeo e gli insediamenti costieri di Casamicciola, Lacco Ameno e Forio si presentano attualmente fortemente segnate da un’edificazione diffusa e disordinata, sia di tipo residenziale che di tipo turistico-ricettivo, non funzionale al tessuto rurale. Allo stesso modo, ad oriente, ai margini degli insediamenti consolidati di Ischia, l’edificato recente, prevalentemente con destinazioni diverse da quelle agricole, occupa in modo allargato il territorio che fino ad alcuni decenni fa era caratterizzato da estese aree coltivate e da piccoli aggregati insediativi di tipo rurale (S.Antuono, Campagnano, Casabona). A sud, gli ambiti collinari e montani di Barano, Serrara Fontana e Buonopane presentano situazioni complessive di criticità, legate all’abbandono delle aree coltivate e dei terrazzamenti, alle consistenti espansioni edilizie caratterizzate in modo prevalente dalla presenza di residenze stagionali, al degrado degli insediamenti storici e delle case rurali, alla perdita generale di identità dei nuclei.
4. Fattori storici e caratteri recenti dello sviluppo urbanizzativi e delle centralità La struttura insediativa complessiva riflette il condizionamento esercitato dalla morfologia del territorio. Gli insediamenti sono articolati in numerosi centri e nuclei: lungo la costa settentrionale e occidentale si articolano gli insediamenti di Ischia, Casamicciola, Lacco Ameno e Forio, che rappresentano le aree più densamente popolate dell’isola. A sud, lungo il versante meridionale del monte Epomeo, in un contesto spiccatamente agricolo, sono localizzati i centri di Barano, Buonopane, Serrara Fontana. Gli insediamenti costieri maggiori si caratterizzano per tessuti storici compatti ed aree di più recente edificazione segnate da una sequenza di insediamenti continui a tratti compatti; ai margini di questi insediamenti consolidati si articolano aree di diffusione insediativa fortemente caratterizzate da attività turistico-ricettive e da residenze stagionali. L'assetto urbanistico dei centri denota condizioni abbastanza tipiche di realtà insediative consistentemente modificate nell'arco degli ultimi tre decenni: morfologie contraddittorie, congestione del traffico, riduzione delle aree verdi intercluse nell’edificato (giardini, orti, aree di bosco), squilibri funzionali per l'ineguale distribuzione di attrezzature e servizi, degrado.
5. Situazione socioeconomica e dinamica delle attività produttive L'economia dell'isola è naturalmente basata sul turismo, infatti la maggior parte del territorio è organizzato e adibito alla ricezione dei turisti. La ricettività alberghiera ed extra-alberghiera è di circa 40 mila posti letto (gli alberghi sono circa 300 e gli esercizi di fittacamera sono oltre 2 mila) pari ad oltre un terzo dell'intera ricettività turistica della Regione Campania. Altra risorsa fondamentale dell'isola è l'agricoltura intesa, a Ischia, nel senso di viticoltura, e della vite. I traffici stessi erano, in passato, in funzione dell'attività agricola: i velieri trasportavano vino da Lacco Ameno, Forio ed Ischia a Roma, attraverso Civitavecchia, ed a Genova. Con il dopoguerra, lo sviluppo del termalismo e del turismo, che era già iniziato nei primi decenni del secolo, ha mutato completamente volto all'economia dell'isola a danno dell'agricoltura che, dal canto suo, dava redditi sempre minori sottoposta com'era, oltretutto a frequenti crisi di prezzi dell'uva e dei vini.
6. Situazione della mobilità e delle infrastrutture
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Nell’attuale sistema della mobilità, viene evidenziata la carenza del trasporto pubblico di interesse locale e l’assenza di integrazione tra i diversi tipi di infrastrutture e di servizi. La rete stradale si articola sulla strada statale 270 (Ischia verde) che compie l’intero giro dell’isola e collega tutti i centri maggiori; la strada statale si connette ad una fitta rete di strade minori di interesse locale. Il sistema portuale, articolato sui porti di Ischia, Casamicciola, Forio, S.Angelo e sul porticciolo di Lacco Ameno formato da in una serie di piccole darsene divise da pontili e moli, presenta caratteri di inadeguatezza sia fisica che gestionale per carenza di servizi, scarso coordinamento tra gli approdi, degrado, problemi di insabbiamento (Forio).
7. Risorse paesistiche e ambientali La complessità del sistema ambientale, la varietà delle tipologie dei siti naturali (aree montuose, boschi, crateri vulcanici, sorgenti naturali, aree agricole terrazzate, insediamenti, costa, spiaggia), la ricchezza e l’articolazione, morfologica e funzionale, dei tessuti insediativi, la compresenza di paesaggi diversi, conferiscono al territorio nel suo complesso una forte caratterizzazione e rappresentano valori fondamentali su cui fondare strategie adeguate di tutela e valorizzazione. Per Ischia, l’indagine ha messo in evidenza la dominanza del complesso montuoso dell’Epomeo e le relazioni fondamentali tra questa emergenza e le diverse configurazioni dei versanti. In particolare, per il versante settentrionale è stata messa in evidenza la complessiva omogeneità delle aree boscate che si configurano come sfondi naturali e fondali lontani per gli insediamenti che si articolano lungo la costa (Ischia, Casamicciola, Lacco Ameno, Forio); la sequenza aree naturali/aree agricole/insediamenti/costa presenta dei margini netti solo nel passaggio dalle aree naturali alle aree del paesaggio complessivamente insediato (urbano e agricolo) e, anche se in modo più sfumato, tra le aree di spiaggia e i nuclei costieri. Ad eccezione dei tessuti storici fortemente caratterizzati e riconoscibili, il paesaggio insediato recente non presenta forti elementi distintivi, anche se risulta forte l’impatto di alcune infrastrutture ed alcuni nuclei edificati recenti. Con riferimento al versante meridionale, sono evidenti i rapporti spaziali tra le emergenze strutturali del monte Epomeo (versanti scoscesi, forti incisioni idrografiche) e i segni eterogenei complessivamente caratterizzanti del paesaggio insediato (aree terrazzate coltivate, vigneti, insediamenti disposti a corona con filtri di bosco tra un nucleo e l’altro, ..). Lungo la costa prevalentemente connotata dal paesaggio urbano, hanno forte rilevanza paesaggistica alcuni elementi puntuali che, in alcuni casi, si stagliano isolati in un contesto omogeneo come elementi dotati di grande capacità attrattiva, in altri casi, concorrono alla definizione di insiemi paesaggistici complessi e più estesi: i domi lavici, i promontori lungo le coste, le falesie, le emergenze dei castelli, delle torri, delle cappelle o di alcune ville isolate. L’intero territorio dell’AIL è stato dichiarato di “notevole interesse pubblico” in quanto costituisce nella sua unitarietà inscindibile un insieme geologico, ambientale, naturalistico, di eccezionale rilevanza nel quale si inseriscono mirabilmente ambienti di particolari valore estetico e tradizionale, che hanno fatto dell’isola d’Ischia una delle aree italiane di maggiore interesse turistico fin dal secondo XIX, celebrata sia nella letteratura che nelle arti figurative con l'appellativo di isola verde. In particolare: − con Decreto Ministeriale 9 settembre 1952 le zone dell’Isola d’Ischia site nei comuni di Ischia, Casamicciaola, Forio d’Ischia, Barano, Lacco Ameno e Serrara Fontana, indicate negli elenchi redatti dalla Commissione provinciale di Napoli, escluse le proprietà demaniali, sono state dichiarate, per i cospicui caratteri di bellezza naturale riconosciuti, di “notevole interesse pubblico”, ai sensi della legge 29 giugno 1939, n. 1497; − con Decreto Ministeriale 9 gennaio 1958 l'intero territorio del comune di Serrara Fontana è stato riconosciuto di “notevole interesse pubblico”, ai sensi della legge 29 giugno 1939, n. 1497, perchè costituisce, per la ricchezza di incomparabili paesaggi godibili dalle strade, dal mare e dai numerosi belvedere, tra i quali il suggestivo e tradizionale villaggio peschereccio e il promontorio di Sant'Angelo, un insieme di quadri naturali di non comune bellezza panoramica; − con Decreto Ministeriale 12 gennaio 1958 l'intero territorio del comune di Forio d'Ischia è stato riconosciuto di “notevole interesse pubblico”, ai sensi della legge 29 giugno 1939, n. 1497, perchè, oltre a costituire con i suoi incomparabili paesaggi un quadro naturale di non comune bellezza panoramica con caratteristici complessi di valore estetico e tradizionale, offre numerosi punti di vista accessibili al pubblico dai quali si può godere lo spettacolo di quelle bellezze; − con Decreto Ministeriale 21 aprile 1958 l'intero territorio del comune di Lacco Ameno è stato riconosciuto di “notevole interesse pubblico”, ai sensi della legge 29 giugno 1939, n. 1497, perchè costituisce un antichissimo e ridente centro di piacevole soggiorno, note per le numerose e svariate sorgenti di acque termo-minerali, ricco di incomparabili paesaggi godibili da vari punti di vista accessibili al pubblico e costituenti, a volte, caratteristici complessi aventi valore estetico e tradizionale; − con Decreto Ministeriale 23 maggio 1958 l'intero territorio del comune di Casamicciola è stato riconosciuto di “notevole interesse pubblico”, ai sensi della legge 29 giugno 1939, n. 1497, perchè, oltre a costituire con i suoi incomparabili paesaggi un quadro naturale di non comune bellezza panoramica con caratteristici complessi di valore estetico e tradizionale, offre numerosi punti di vista accessibili al pubblico dai quali si può godere lo spettacolo di quelle bellezze; − con Decreto Ministeriale 19 giugno 1958 l'intero territorio del comune di Barano d'Ischia è stato riconosciuto di “notevole interesse pubblico”, ai sensi della legge 29 giugno 1939, n. 1497, perchè, oltre a costituire con i suoi incomparabili paesaggi un quadro naturale di non comune
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bellezza panoramica con caratteristici complessi di valore estetico e tradizionale, offre numerosi punti di vista accessibili al pubblico dai quali si può godere lo spettacolo di quelle bellezze. Gli elementi con incidenza paesaggistica di seguito elencati rappresentano valore e significato di elementi costitutivi e connotativi del paesaggio storico. La loro individuazione discende dalla lettura incrociata dei seguenti dati: Valutazione della valenza paesaggistica posseduta da quei beni culturali per i quali è già riconosciuto l’interesse storico – architettonico dichiarato nei decreti ministeriali di vincolo; Individuazione tra i beni culturali appartenenti a quelli di cui all’art. 12 comma 1 del D.LGS. 22/01/2004 n. 42, di quelli significativi ai fini della conformazione del paesaggio, della connotazione della città storica ovvero della scena urbana.
Elenco dei Beni Vincolati
DENOMINAZIONE COMUNE DECRETO
Santuario di San Francesco di Forio d’Ischia D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Paola alla spiaggia di Montevergine
Villa la Mortella e Parco, collina di Forio d’Ischia Zaro
Santuario della Madonna del Forio d’Ischia D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Soccorso, piazza del Soccorso
Torre del Torrione, vico Torrione Forio d’Ischia Decreto Ministero Beni Culturali e Ambientali del 9/09/1985
Chiesa di San Gaetano – Torre Forio d’Ischia D.lgs 42/2004 - Decreto Ministero Beni Morgera Culturali e Ambientali del 26/02/1993
Torre in via Casa Patalano – S. Forio d’Ischia D.M. 21/02/1985 - D.lgs 42/2004 Maria di Loreto e Oratorio dell’Assunta
Torre Milone, in via San Vito – Forio d’Ischia D.M. 24/09/1984 - D.lgs 42/2004 Chiesa di san Vito – Torre di via Vecchia
Chiesa di San Michele, piazza Forio d’Ischia D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Maria Immacolata
Torre Aragonese, Punta di Monte Lacco Ameno Vigo - Acropoli
La Necropoli di Sasn Montano, Baia Lacco Ameno omonima
Insediamento del quartiere Lacco Ameno metallurgico greco, località Mazzola
Torre dell’Orologio – Complesso di Lacco Ameno D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Santa Restituta alla piazza omonima
Villa Arbusto – Museo archeologico Lacco Ameno Decreto Ministero Istruzione Pubblica del in contrada Arbusto 24/11/1952
Osservatorio Geofisico, via Grande Casamicciola D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Sentinella Terme
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Chiesa e Torre del Buon Consiglio Casamicciola D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Terme
Pio Monte della Misericordia – Casamicciola Decreto Ministero Beni Culturali e Ambientali Terme Gurgitiello Terme del 10/03/1998
Insediamento dell’eta del bronzo al Casamicciola promontorio del Castiglione Terme
Acquedotto romano dei Pilastri Barano D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 d’Ischia
Torre di Michelangelo alla contrada Ischia Sant’Anna
Cattedrale dell’Assunta, Chiesa Ischia dell’Immacolata e Convento delle Clarisse, Chiesa di San Pietro a Pantaniello – Castello Aragonese
Castello Aragonese, mastio e Ischia murazioni cilindriche
Ponte Aragonese al Castello Ischia D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1
Borgo Marinaro di Ischia Ponte Ischia
Chiesa dello Spirito Santo, via Ischia D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Mazzella, Torre dell’Orologio di Ischia Ponte
Vescovado con Torre Medievale, Ischia via del Seminario
Chiesa e Convento di Sant’Antonio, Ischia D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 quartiere omonimo
Chiesa di Santa Maria delle Grazie, Ischia D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 corso Vittoria Colonna
Stabilimento balneo-termale Ischia D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 militare, Villa Reale, Piazza Antica Reggia
Chiesa di Santa Maria di Porto Ischia D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Salvo, via Iasolino
Villa Dohrn, Acquario di Napoli, Ischia D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Punta San Pietro
Padiglione Reale e Parco della Ischia D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Pagoda al Porto
Insediamento greco al promontorio Forio d’Ischia di punta Chiarito
Borgo Marinaro di Monte Lacco Ameno Sant’Angelo
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Torre di Sant’Angelo Lacco Ameno
Chiesa di Montevergine allo Barano D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Schiappone d’Ischia
Eremo e Chiesa di San Nicola, alla Serrara salita all’Epomeo Fontana
Parrocchiale e Campanile di Santa Serrara D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Maria de Carmine di Serrara Fontana
Santuario rupestre di età Barano ellenistico-romana, sorgente di d’Ischia Nitrodi
Chiesa di San Sebastiano a piazza Barano D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 San Rocco d’Ischia
Torre quattrocentesca in località Barano Decreto Ministero Beni Culturali e Ambientali Testaccio d’Ischia del 26/08/1988
Sudario del Testaccio, via Corafà Barano Decreto Ministero Beni Culturali e Ambientali d’Ischia del 10/09/1985
L’Ail risulta, inoltre, interessato dalle seguenti aree di interesse naturalistico istituzionalmente tutelate: Tipo Sito Comuni interessati SIC IT8030005 Corpo centrale dell'Isola di Ischia Barano d’Ischia Casamicciola Terme Forio Ischia Lacco Ameno Serrara Fontana SIC IT8030010 Fondali marini di Ischia, Procida e Vivara Barano d’Ischia Casamicciola Forio Ischia Lacco Ameno Serrara Fontana SIC IT8030022 Pinete dell'Isola di Ischia Barano d’Ischia Ischia SIC IT8030026 Rupi costiere dell'Isola di Ischia Barano d’Ischia Forio Ischia Serrara Fontana SIC IT8030034 Stazione di Cyperus polystachyus di Ischia Barano d’Ischia Ischia ZPS-IT8030010 Fondali marini di Ischia, Procida e Vivara Barano d’Ischia Casamicciola Forio Ischia Lacco Ameno Serrara Fontana
8. Criticità ambientali e funzionali La situazione complessiva dell’area è caratterizzata da elementi di criticità connessi in primo luogo al consumo elevato di suolo per insediamenti e infrastrutture e al conseguente aumento della frammentazione ecologica; alla crescita dell’edilizia prevalentemente di tipo turistico (seconde case e attività ricettive); all’eccessivo carico antropico determinato dalla presenza di turisti (consumo di risorse energetiche, idriche; rifiuti; inquinamento acustico; aumento della domanda di mobilità) e concentrato prevalentemente lungo le aree costiere. In ambito montano e collinare, criticità specifiche sono legate all’abbandono delle aree agricole e dei terrazzamenti, ai disboscamenti, agli incendi, ai dissesti idrogeologici e al rischio frane; in ambito costiero è possibile evidenziare rischi connessi all’erosione costiera e all’inquinamento.
8 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
9. Specificazione delle linee strategiche generali per ambiente e paesaggio, insediamenti, attività, mobilità La tutela e la valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale sono gli elementi fondamentali della strategia di sviluppo proposta dal Piano per Ischia. In particolare, il Piano è orientato: − alla tutela delle componenti dotate di forte specificità e visibilità dal punto di vista paesaggistico- ambientale, nelle quali è ancora possibile riconoscere un elevato grado di naturalità e per le quali è necessario assicurare la conservazione degli equilibri naturali e avere massima attenzione per qualsiasi azione di modifica o trasformazione (aree di monte Epomeo, di monte Trippodi, di monte Rotaro; crateri vulcanici; aree di Zaro, dell’Arso e della Scrofa caratterizzate da colate laviche; le aree boscate; le aree di costa alta; i promontori); − alla tutela e valorizzazione delle aree agricole e naturali di particolare rilevanza agronomica e paesaggistica per le quali il Piano è orientato ad evitare alterazioni e trasformazioni non congruenti e a valorizzare le relazioni intercorrenti tra le diverse componenti presenti (paesaggio agricolo delle aree collinari e montane di Barano e Serrara Fontana; aree agricole diffuse di altissimo valore ambientale; terrazzamenti collinari; sequenza costa-insediamenti-aree agricole collinari, aree ad elevata naturalità;…); − alla tutela delle strutture insediative che presentano un interesse culturale e ambientale in relazione ai processi storici che le hanno prodotte (centri storici costieri di Ischia, Lacco Ameno, Forio, S.Angelo) o un valore documentario (nuclei collinari e montani) o un particolare valore paesaggistico per le relazioni che intercorrono con altre componenti territoriali; − potenziamento dell’attrattività e del ruolo degli ambiti collinari e montani anche a fini turistici; − alla riqualificazione degli insediamenti di recente edificazione; − alla tutela dei beni culturali presenti all’esterno degli agglomerati; − alla qualificazione delle attività turistiche; − al recupero e riuso, anche a fini turistici, del patrimonio abitativo esistente; − all’articolazione dell’offerta turistica integrando la fruizione delle risorse costiere con quella delle aree montane interne (turismo escursionistico; turismo enogastronomico; turismo culturale), puntando al prolungamento della stagione turistica; − al potenziamento delle dotazioni di attrezzature pubbliche sia per residenti che per turisti; − alla riorganizzazione e al potenziamento dei trasporti pubblici; − alla riqualificazione e adeguamento delle strutture portuali. In particolare il Piano nei comuni dell’isola di Ischia al fine della tutela dei valori paesaggistici, non rende ammissibile l’edificazione di nuovi volumi di edilizia privata fatta eccezione di quella necessaria ad adeguare le strutture turistico-ricettive esistenti con attrezzature di servizio e attrezzature sportive nel limite del 10% della volumetria esistente, purché compatibile con le condizioni urbanistiche e paesaggistiche. Dal punto di vista della mobilità il Piano affronta il problema del collegamento con le isole di Procida e Ischia proponendo il prolungamento della linea Circumflegrea fino al porto di Monte di Procida. L’obbiettivo è quello di aggiungere un ulteriore imbarco a quelli oggi esistenti a Napoli e Pozzuoli per alleggerire la congestione soprattutto nel periodo di punta estivo.
10. Piani e programmi in corso Nel PTR l’isola di Ischia è inserita nel STS “ISOLE” a dominante paesistico-ambientale culturale, costituito dai comuni di Anacapri, Capri, Casamicciola Terme, Barano, Forio d’Ischia, Lacco Ameno, Ischia, Serrara Fontana e Procida. Per l’STS in questione si prevede Sostegno e qualificazione delle attività turistiche, con attrezzature e riorganizzazione dell’insediamento indirizzate a scoraggiare le punte di affluenza, a rilocalizzare insediamenti ad alto impatto o rischio e viceversa a promuovere presenze nelle stagioni minori. L’isola di Ischia è interessata da alcuni progetti di programmazione negoziata per lo sviluppo locale/urbano, ed in particolare da: − PI Portualità Turistica − PI Isole del golfo − Patto territoriale della pesca e acquacoltura
9 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
1 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Descrizione Ambiente Insediativo
1. Caratteristiche del territorio
L’isola di Procida presenta una configurazione paesistica complessa esito dell’intreccio tra fattori di eccezionale valore naturalistico e insediativo. La stessa conformazione dell’isola, caratterizzata da un nucleo centrale compatto dal quale si articolano stretti promontori, esalta la sua identità e specificità. Procida è la più piccola delle isole del golfo di Napoli e si differenzia dalle altre per un assetto complessivamente più equilibrato: relativamente condizionata dalla presenza turistica e segnata dalla crescita edilizia recente in modo meno drammatico rispetto alla vicina isola di Ischia, è stata caratterizzata nel tempo da un fondamentale rispetto per i luoghi che ha portato a consolidare la sua identità e ha reso compatibili le esigenze della comunità insediata con quelle dei turisti, il paesaggio naturale con quello costruito. L’architettura procidana, d’altronde, è l’esempio più evidente di questo equilibrio per i suoi caratteri così fortemente relazionati all’ambiente e al paesaggio.
Il PTCP articola l’AIL nelle seguenti aree di specifico interesse: AIL B - Procida Ha % Aree e componenti d'interesse naturalistico 76 18,2% Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 30 7,3% Aree e componenti d'interesse rurale 232 55,7% Aree e componenti d'interesse urbano 73 17,5% Nodi e reti per la connettività territoriale 6 1,4% Aree complessive*** 417 100,0%
(***) Le aree calcolate sono indicative e rappresentano i luoghi che sicuramente hanno i caratteri identitari dell’AIL tralasciando le aree a margine dove i caratter identitarii si fondano con quelli degli AIL vicini
2. Aree di interesse naturalistico e rurale
L’ambito presenta prevalentemente suoli ad alta sensibilità ambientale (49.7%), a basso sviluppo pedogenetico caratterizzati da una permeabilità molto elevata: le falde idriche poste sotto questi suoli non beneficiano del normale effetto filtrante delle coperture pedologiche. In questa unità troviamo, soprattutto a Vivara, anche suoli sottili ai primi stadi di pedogenesi (13%), che hanno limitate capacità di tamponare effetti di degrado fisico e chimico. Agronomicamente si tratta di suoli a bassa produttività, ma dove si possono ottenere produzioni di alta qualità (vini di pregio) per le specifiche condizioni pedoclimatiche.
AREE DI INTERESSE NATURALISTICO FATTORI STRUTTURANTI
Vegetazione sclerofilla 76 ha pari al 18% della superficie
ALTRE AREE DI INTERESSE
AREE DI INTERESSE RURALE FATTORI STRUTTURANTI
Vigneti, Agrumeti, Frutteti promiscui (179 ha pari al 43% della superficie)
2 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
ALTRE AREE DI INTERESSE
Dal punto di vista vegetazionale e agrario, sono stati considerati elementi strutturanti del paesaggio di Procida, i boschi composti da vegetazione sclerofilla, che ne connotano il paesaggio soprattutto nell’isolotto di Vivara, e vigneti, agrumeti (limoneti) e frutteti, spesso allevati a pergola, che da sempre rappresentano l’uso agricolo del suolo prevalente. Nell’ambito sono diffusi i frutteti promiscui che da un lato aumentano la biodiversità della flora, dall’altro limitano l’espansione dell’agricoltura intensiva. L’Ail è sede delle produzioni tipiche Vino DOC “Campi Flegrei” e dei Prodotti Tradizionali “Limone di Procida” e “Carciofo di Procida”.
La vite. Il vino DOC Campi Flegrei (D.M. 03.10.1994) è di grande storia e tradizione, e deriva da uno dei più apprezzati prodotti enologici dell'antichità, il Falerno Gaurano, lodato da Plinio il Vecchio e, successivamente, inserito nella "carta dei vini" della corte di Napoli e di quella papale. La zona di produzione, che include 7 comuni, tutti in prossimità di Napoli, è tra le più ricche per cultura e bellezze naturalistiche, con scorci panoramici che non trovano uguali; i terreni, che derivano da un incessante succedersi di eruzioni vulcaniche e che, oggi, si adagiano su un complesso di crateri spenti, sono ricchi di tufi, ceneri, lapilli, pomici, microelementi che conferiscono alle uve e ai vini sapori e aromi del tutto originali e permettono la coltivazione della vite su piede franco. La Falanghina, antico vitigno campano di grande pregio, da cui si ottengono i tipi bianchi, ebbe in questa area la sua prima diffusione; veniva allevata con il sistema alla putuelana, ancora oggi ampiamente utilizzato nella zona, che prevedeva che le viti fossero sostenute da un palo, detto in latino phalanx, da cui deriverebbe appunto Falanghina. I tipi rossi si ottengono dai migliori vitigni campani, come il Per 'e palummo e l'Aglianico.
Le colture consociate (orti e frutteti consociati). Grazie alle straordinarie condizioni di fertilità del suolo, alle favorevoli condizioni climatiche ed alla storica penuria di terre coltivate, nel territorio della Provincia di Napoli, si è molto diffuso l’uso del suolo con più colture nel tempo (rotazioni ed avvicendamenti classici), ma anche nello spazio, con presenza di colture arboree consociate temporaneamente a colture generalmente ortive. E’ l’unica parte del mondo in cui è possibile ottenere 3 raccolti in un anno (es. pomodoro da aprile a agosto, cavolfiore da agosto a dicembre, patata novella o finocchio da dicembre a aprile). Molto nota è anche l’agricoltura “a 3 piani” costituita da fruttiferi alti (ciliegio o noce), consociati a fruttiferi bassi (agrumi o vite) ed a ortive invernali (cavoli, insalate,….). Questo uso promiscuo presenta numerosi aspetti positivi sull’ambiente e sulle condizioni socio-economiche: • l’elevata redditività consente di ottenere redditi soddisfacenti per il sostentamento di una famiglia contadina con soli 3000 m2 (un moggio); • aumenta i livelli di biodiversità dell’agro-ecosistema e quindi la sua stabilità, grazie alle maggiore presenza di uccelli e insetti utili con conseguente riduzione della necessità di fitofarmaci; • conferisce al paesaggio agrario una maggiore naturalità e di variabilità, in contrasto con gli appezzamenti coltivati con un'unica specie (monocoltura) che determina una maggiore monotonia del paesaggio. In Provincia di Napoli, si ricordano gli agrumeti e gli arboreti promiscui ad elevata complessità strutturale del pianoro ignimbritico di Sorrento; gli oliveti della collina costiera marnoso-arenacea di Massalubrense e S. Agata sui due Golfi; gli arboreti promiscui ed i vigneti dell’area pedemontana di Gragnano e Lettere; i vigneti e gli orti arborati delle aree pedemontane dell’isola d’Ischia; gli agrumeti e gli orti interclusi dell’isola di Procida, gli orti urbani delle Colline di Napoli.
3. Fattori storici e caratteri recenti dell’insediamento rurale Il territorio dell’isola, malgrado le trasformazioni recenti che hanno comportato consistenti espansioni insediative, incremento delle attività turistiche, contrazione delle superfici agricole utilizzate, si presenta ancora fortemente caratterizzato dalla stretta interdipendenza tra insediamenti e contesto ambientale. E’ ancora riconoscibile il rapporto di profondo rispetto che ha legato nel tempo gli insediamenti al territorio, alle caratteristiche orografiche, ai fattori climatici, ai luoghi produttivi (agricoltura e pesca). Le aree che hanno conservato caratteri prevalentemente rurali, anche se con un incremento degli insediamenti diffusi o legati alla viabilità, sono le aree a nord, di Pioppeto e della Starza; a sud della Punta del Solchiaro; ad ovest dell’area del Ciraccio. Ai margini degli insediamenti maggiori (Sancio Cattolico, Corricella, Chiaia, Chiaiolella) sono riconoscibili consistenti espansioni edilizie che occupano in modo allargato il territorio che fino ad alcuni decenni fa era fortemente caratterizzato da estese aree coltivate e da piccoli aggregati di tipo rurale. Sono ancora riconoscibili, nelle aree agricole, case isolate che presentano gli elementi tipologici distintivi dell’edilizia rurale procidana (atrio di accesso; scala; cellaio; volta a botte; percorsi di collegamento tra la casa, le aree agricole e la strada).
4. Fattori storici e caratteri recenti dello sviluppo urbanizzativo e delle centralità Il sistema insediativo dell’isola di Procida è organizzato su alcuni nuclei isolati, compatti e fortemente connotati per l’organizzazione e i caratteri tipo-morfologici e su una diffusa presenza di edificazione in area agricola, prevalentemente caratterizzata da addensamenti lungo la fitta rete viaria che attraversa l’isola. Negli ultimi decenni la crescita consistente delle aree urbanizzate che ha interessato con modalità differenti l’intero territorio dell’isola, ad eccezione di Vivara, ha determinato una diminuzione significativa delle superfici agricole, compromettendo in parte i caratteri ambientali e paesaggistici. I nuclei storici conservano nei caratteri dell’impianto e dell’edificato una forte riconoscibilità ed elevati valori insediativi ed ambientali.
3 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Il nucleo più antico dell’isola è quello di Terra Murata costituito da un tessuto di origine medioevale molto articolato, di forma ellittica, posto su un alto banco di tufo. Il nucleo si configura come un’area di eccezionale interesse paesaggistico per il valore storico-architettonico e la forte caratterizzazione morfologico-percettiva. Come elementi di specifico interesse paesaggistico e storico-architettonico è possibile considerare: l’abbazia di S.Michele, il santuario di S. Maria delle Grazie, il complesso del Castello, i ruderi di S. Margherita vecchia. Terra Murata, per la sua posizione strategica, per secoli è stato l’unico centro abitato dell’isola; dal 1600 il sistema insediativo diventa più articolato e sorgono diversi nuclei per lo più nelle aree costiere di facile accesso e nelle aree agricole. Nei pressi di Terra Murata sorgono alcuni nuclei compatti, in origine isolati, denominati casali che si caratterizzano come costruzioni rurali fortificate, articolate intorno ad uno spazio centrale scoperto e chiuso, nelle quali i contadini hanno la possibilità di risiedere, lavorare e difendersi. I principali casali, ancora riconoscibili anche se inglobati nei tessuti urbani più recenti, sono quelli del Vascello, di S. Maria delle Grazie, di S.S. Annunziata, della Madonna della Libera. Il nucleo di Marina di Sancio Cattolico presenta un tessuto storico caratterizzato da un impianto urbano compatto costituito da un fronte continuo di edifici a schiera affacciati verso la costa con aree estese retrostanti sistemate ad orti e giardini. Le aree di recente edificazione, a nord del nucleo storico di Marina, sono estese e presentano caratteri non sempre compatibili con il contesto ambientale. Come per Marina di Sancio Cattolico, il nucleo della Corricella si estende tra la spiaggia e il costone retrostante in forte pendenza, ma rispetto al primo, presenta una maggiore complessità e articolazione spaziale: gli edifici con fronti liberi, prevalentemente esposti a mezzogiorno, sono disposti su piani differenti, in relazione alla pendenza dell’area, sono collegati da un articolato sistema di percorsi e scale e sono fortemente caratterizzati dagli elementi tipologici dell’architettura procidana (ampio arco esterno, terrazzo, scala scoperta a becco d’oca, colorazioni a tinte tenui). Ad ovest dell’isola, il nucleo della Chiaiolella presenta eccezionale valore paesaggistico per la unitarietà dell’impianto e per la forte caratterizzazione tipologica con edifici a schiera che presentano ampi archi esterni, parapetti pieni, scale articolate e volte estradossate. Il nucleo delle Centane, a sud dell’isola, come area originariamente rurale, si distingue dagli altri nuclei per la presenza di una tipologia edilizia varia e di diffuse aree destinate ad orti e giardini. Tra il nucleo delle Centane e quello della Chiaiolella si estendono aree consistenti di espansione insediativa recente, localizzate lungo la viabilità di collegamento tra i centri.
5. Situazione socioeconomica e dinamica delle attività produttive L'economia di Procida tradizionalmente si fonda sulle risorse naturali e sulle antiche tradizioni marinare. Il mite clima dell'isola favorisce la coltivazione dei limoni e della vite che produce un'ottima qualità di uva che dà vita all'ottimo vino locale, l'Aglianico. Per quel che riguarda la pesca, secoli d'esperienza fanno dei pescatori procidani degli esperti uomini di mare. Una parte del pescato è destinata alla vendita sul posto, mentre l'altra viene portata e venduta nel grandissimo mercato ittico di Pozzuoli. Piuttosto sviluppata è anche l'attività marittima, che a Procida ha origini antichissime nascendo nel XIX secolo la regia scuola di formazione nautica, l'Istituto "F. Caracciolo". Il turismo rappresenta invece un'attività in crescita: hotels, pensioni, ristoranti, mezzi di trasporto, agenzie sono sempre più organizzati per accogliere un numero sempre maggiori di visitatori. Adesso, più che in passato, si sta cercando di sviluppare e salvaguardare il turismo privilegiando la qualità piuttosto che la quantità. La pedonalizzazione di alcune zone, la limitazione al traffico degli autoveicoli, il divieto di sbarco degli stessi nel periodo estivo, il recupero di spazi verdi attrezzati e la valorizzazione del patrimonio architettonico oltre alla lotta all'abusivismo edilizio che in varie zone ha deturpato il paesaggio, sono i punti fondamentali con i quali le amministrazioni locali intendono regolare e soprattutto selezionare l'affluenza del turismo estivo sull'isola.
6. Situazione della mobilità e delle infrastrutture Nell’attuale sistema della mobilità, viene evidenziata la carenza del trasporto pubblico di interesse locale e l’assenza di integrazione tra i diversi tipi di infrastrutture e di servizi. La rete stradale si articola su un asse principale, che attraversa longitudinalmente l’intera isola e collega i diversi nuclei da Sancio Cattolico alla Chiaiolella, e su una fitta rete di strade minori di interesse locale. Il sistema portuale si articola sul porto di Marina, che si divide in porto turistico e porto commerciale, e su quello della Chiaiolella esclusivamente di tipo turistico. L’approdo della Corricella è esclusivamente destinato alle imbarcazioni dei pescatori locali.
7. Risorse paesistiche e ambientali Le strette relazioni intercorrenti tra le diverse risorse storiche, insediative, naturalistiche e agrarie hanno nel tempo consolidato per Procida una forte identità paesaggistica e, malgrado la complessità
4 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli ambientale e la varietà delle componenti, il paesaggio si presenta dotato di forte unitarietà e riconoscibilità. Per Procida l’indagine ha messo in evidenza la costa come uno degli elementi dominanti del paesaggio: l’irregolarità e la varietà della costa lungo la quale si alternano punte, promontori, baie, spiagge e pareti ripide; la specificità e rarità di alcune conformazioni che derivano dalla natura vulcanica dell’isola (gran parte delle baie sono localizzate nei resti di antichi crateri: Chiaiolella, Genito, Carbogno, Pozzo Vecchio); la forte rilevanza di alcuni elementi antropici che potenziano la capacità attrattiva della costa: le chiese localizzate sui promontori, le cortine edificate continue che definiscono margini netti lungo le baie, l’emergenza di Terra Murata. La complessità della costa, nella percezione del paesaggio, è resa più netta dalla contrapposizione con la regolarità del territorio interno prevalentemente pianeggiante, fortemente connotato dalla presenza di vigneti e agrumeti. All’interno di questo territorio gli insediamenti storici assumono il ruolo di elementi strutturanti per la eccezionale caratterizzazione tipo-morfologica e la forte integrazione nel contesto. Con il Decreto Ministeriale 26 marzo 1956 è stata dichiarata di notevole interesse pubblico l’intero territorio di Procida, incluso l’isolotto di Vivara. Con il D.M. 24.06.02 l ’isola di Vivara risulta inoltre protetta come Riserva Naturale Statale
Gli elementi con incidenza paesaggistica di seguito elencati rappresentano valore e significato di elementi costitutivi e connotativi del paesaggio storico. La loro individuazione discende dalla lettura incrociata dei seguenti dati: Valutazione della valenza paesaggistica posseduta da quei beni culturali per i quali è già riconosciuto l’interesse storico – architettonico dichiarato nei decreti ministeriali di vincolo; Individuazione tra i beni culturali appartenenti a quelli di cui all’art. 12 comma 1 del D.LGS. 22/01/2004 n. 42, di quelli significativi ai fini della conformazione del paesaggio, della connotazione della città storica ovvero della scena urbana.
Elenco dei Beni Vincolati
DENOMINAZIONE COMUNE DECRETO
Insediamento Miceneo di punta Procida d’Alanca a Vivara
Postazione difensiva di Vivara Procida
Santa Margherita Vecchia alla Procida Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Chiaiolella
Borgo Marina alla Chiaiolella Procida
Belvedere Pensione Eldorado con Procida giardino
Chiesa di San Giacomo, largo San Procida Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Giacomo
Torre di Pozzo Vecchio in località Procida Decreto Ministero Beni Culturali e Ambientali omonima del 17/02/1996
Torre Annicchino alla Punta Ottimo Procida
Casa Catena alla Marina di Sancio Procida Decreto Ministero Beni Culturali e Ambientali Cattolico del 12/11/2004
Marina di Sancio Cattolico Procida
Chiesa di Maria Santissima della Procida Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Pietà alla Marina
5 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Sborgo Marina della Corricella Procida
Chiesa di Maria Santissima delle Procida Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Grazie alla Corricella
Santa Margherita Nuova, salita Procida Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Castello
Murazioni della cittadella fortificata Procida Decreto Ministero Beni Culturali e Ambientali rinascimentale (D’Avalos) del 23/01/1999
Compendio carcerario, opificio e Procida Decreto Ministero Beni Culturali e Ambientali tenimento agricolo – Borgo della del 29/01/1999 Terra murata
Palazzo d’Avalos alla Terra murata Procida Decreto Ministero Beni Culturali e Ambientali del 23/01/1999
Abbazia di San michele alla Terra Procida Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 murata – Conservatorio delle orfane e Santa Maria Vergine della Purità
L’Ail risulta, inoltre, interessato dalle seguenti aree di interesse naturalistico istituzionalmente tutelate: Tipo Sito Comuni interessati ZPS IT8030010 Fondali Marini di Punta Campanella e Capri. Procida
SIC IT8030010 Fondali Marini di Ischia, Procida e Vivara Procida
8. Criticità ambientali e funzionali
La situazione complessiva dell’area è caratterizzata da elementi di criticità connessi all’eccessivo carico antropico determinato dalla presenza di turisti (consumo di risorse energetiche, idriche; rifiuti; congestione del traffico automobilistico; aumento della domanda di mobilità).Molti elementi di criticità possono essere rilevati, per gli insediamenti storici, nel degrado architettonico e, per le aree di recente edificazione, ai margini degli insediamenti maggiori dove la qualità e l’equilibrio delle diverse componenti ambientali sono state in parte compromesse da una diffusa edificazione.Criticità specifiche sono legate alla riduzione e all’abbandono delle aree agricole; in ambito costiero è possibile evidenziare rischi connessi all’erosione costiera e all’inquinamento.
9. Specificazione delle linee strategiche generali per ambiente e paesaggio, insediamenti,attività, mobilità La tutela e la valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale sono gli elementi fondamentali della strategia di sviluppo proposta dal Piano per Procida. In particolare, il Piano è orientato: • alla tutela delle componenti dotate di forte specificità e visibilità dal punto di vista paesaggistico-ambientale, nelle quali è ancora possibile riconoscere un elevato grado di naturalità e per le quali è necessario assicurare la conservazione degli equilibri naturali e avere massima attenzione per qualsiasi azione di modifica o trasformazione (isola di Vivara; promontorio del Solchiaro; Punta Pizzaco; Punta dei Monaci; Punta S. Angelo; Punta Lingua; Punta del Pioppeto; Punta Serra; Capo Bove; Santa Margherita e Chiaiolella); • alla tutela e valorizzazione delle aree agricole e naturali di particolare rilevanza agronomica e paesaggistica per le quali il Piano è orientato ad evitare alterazioni e trasformazioni non congruenti e a valorizzare le relazioni intercorrenti tra le diverse componenti presenti; • alla tutela delle strutture insediative che presentano un interesse culturale e ambientale in relazione ai processi storici che le hanno prodotte o un particolare valore paesaggistico per le relazioni che intercorrono con altre componenti territoriali;
6 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
• alla riqualificazione degli insediamenti di recente edificazione; • alla tutela dei beni culturali presenti all’esterno degli agglomerati; • alla qualificazione delle attività turistiche; • al recupero e riuso, anche a fini turistici, del patrimonio abitativo esistente; • al potenziamento delle dotazioni di attrezzature pubbliche sia per residenti che per turisti; • alla riorganizzazione e al potenziamento dei trasporti pubblici; • alla riqualificazione e adeguamento delle strutture portuali. In particolare il Piano nel comune di Procida al fine della tutela dei valori paesaggistici, non rende ammissibile l’edificazione di nuovi volumi di edilizia privata fatta eccezione di quella necessaria ad adeguare le strutture turistico-ricettive esistenti con attrezzature di servizio e attrezzature sportive nel limite del 10% della volumetria esistente, purché compatibile con le condizioni urbanistiche e paesaggistiche. Dal punto di vista della mobilità il Piano affronta il problema del collegamento con le isole di Procida e Ischia proponendo il prolungamento della linea Circumflegrea fino al porto di Monte di Procida. L’obbiettivo è quello di aggiungere un ulteriore imbarco a quelli oggi esistenti a Napoli e Pozzuoli per alleggerire la congestione soprattutto nel periodo di punta estivo.
10. Piani e programmi in corso L’isola di Procida è interessata da alcuni progetti di programmazione negoziata per lo sviluppo locale/urbano, ed in particolare da: • PI Portualità Turistica • PI Isole del golfo • Patto territoriale della pesca e acquicoltura Nel PTR l’isola di Procida è inserita nell’STS ISOLE A DOMINANTE PAESISTICO-AMBIENTALE CULTURALE costituito dai comuni di Anacapri, Capri, Casamicciola Terme, Barano, Forio d’Ischia, Lacco Ameno, Ischia, Serrara Fontana e Procida. Per l’STS in questione si prevede: Sostegno e qualificazione delle attività turistiche, con attrezzature e riorganizzazione dell’insediamento indirizzate a scoraggiare le punte di affluenza, a rilocalizzare insediamenti ad alto impatto o rischio e viceversa a promuovere presenze nelle stagioni minori.
7 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
1 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Descrizione Ambiente Insediativo
1. Caratteristiche del territorio
Il territorio dell’AIL Litorale Domizio è parte di un’unità territoriale più ampia e complessa che comprende anche le aree della pianura costiera ricadenti, a sud, nei territori di Pozzuoli e Bacoli (Ambito Cuma e Fusaro - Ail Campi Flegrei) e a nord, nella provincia di Caserta (pianura costiera del Garigliano). Le superfici urbanizzate non sono concentrate in grossi insediamenti e rappresentano il 27% della superficie totale: lungo il litorale da Licola a Varcaturo si estende una edificazione consistente e disordinata, mentre intorno al Lago Patria è presente una zona densamente edificata. Oltre la fascia costiera caratterizzata dalla spiaggia, dai complessi dunali e dalla vegetazione naturale (pinete, leccete), nelle aree più interne sono presenti aree agricole prevalentemente destinate a sistemi colturali orticoli. Queste aree agricole sono ad alto impatto ambientale e normalmente richiedono alti input agro-chimici ed intense lavorazioni del suolo che stimolano la degradazione della sostanza organica, con liberazione di azoto nitrico che rappresenta uno dei problemi principali di inquinamento delle acque di falda. Il problema risulta aggravato anche dalla presenza di suoli permeabili, dalla falda molto superficiale e dalla vicinanza ad aree naturali protette. Nelle aree agricole è possibile ottenere differenti prodotti tipici (DOP “Mozzarella di Bufala campana”, “Ricotta di bufala campana”, IGP “carne di bufalo campana”, vino DOC “Asprinio di Aversa” e “Campi Flegrei”). Dal punto di vista geomorfologico, il territorio dell’Ail è costituito da depositi alluvionali, palustri e di spiaggia delle piane costiere ed intracrateriche compresi in un intervallo altimetrico di 0-100 m (s.l.m.) ed è caratterizzato da permeabilità per pori, in genere piuttosto bassa, e da una vulnerabilità della falda medio–alta. In quest’area ritroviamo i principali corpi d’acqua del territorio provinciale. Il PTCP articola l’AIL nelle seguenti aree di specifico interesse: AIL C - Litorale tirreno Ha % Aree e componenti d'interesse naturalistico 687 25,1% Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 95 3,5% Aree e componenti d'interesse rurale 1366 49,9% Aree e componenti d'interesse urbano 514 18,8% Aree di criticità e degrado 73 2,7% Aree complessive*** 2736 100,0%
(***) Le aree calcolate sono indicative e rappresentano i luoghi che sicuramente hanno i caratteri identitari dell’AIL tralasciando le aree a margine dove i caratter identitarii si fondano con quelli degli AIL vicini
2. Aree di interesse naturalistico e rurale
Nell’AIL sono presenti suoli in precario equilibrio con l’ambiente: si tratta di tipologie pedologiche particolarmente vulnerabili, quali suoli di ambienti di dune costiere e retrodune. Questi sono suoli a bassa resilienza, molto sensibili ai fenomeni di degrado chimico, fisico e biologico. Un eventuale processo di degrado può portare queste tipologie di suoli a processi di desertificazione e di perdita permanente della fertilità degli ecosistemi.
AREE DI INTERESSE NATURALISTICO FATTORI STRUTTURANTI
Laghi e aree umide (256 ha pari al 10% della superficie) Boschi litoranei (143 ha pari al 6% della superficie)
ALTRE AREE DI INTERESSE
Aree a pascolo naturale (24 ha)
AREE DI INTERESSE RURALE FATTORI STRUTTURANTI
2 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Vigneti (25 ha pari all’1% della superficie) Frutteti (465 ha pari al 18% della superficie)
ALTRE AREE DI INTERESSE
Orticoltura e colture erbacee (901 ha pari al 35% della superficie) Serre orticole e floricole (17 ha pari all’1% della superficie)
Sono stati considerati strutturanti del paesaggio del litorale tirreno i boschi costieri di conifere, I laghi e le aree umide, la vegetazione dunale e retrodunale. Sono anche stati considerati strutturanti i vigneti ed i frutteti che da un punto di vista agricolo sono in continuazione dell’area viticola e frutticola dei C ampi Flegrei.
La vite . La vite nel napoletano viene tipicamente maritata al pioppo: si ottengono, quindi, alberate di altezze anche di 10-15 metri, in cui le viti, libere di crescere senza forti restrizioni di potatura, rendono completamente verde lo spazio lungo il filare di pioppi. Questa sorta di parete completamente inverdita in primavera, generalmente in prossimità delle vie di comunicazione, ha anche colpito i viaggiatori del settecento, che la rappresentarono come un insieme di festoni o archi trionfali che sembravano preparati per il passaggio di un potente monarca. In questo caso, però, l’aspetto economico è in contrasto con il significato storico e paesistico della conservazione. La raccolta e la potatura, infatti, sono molto onerose per l’altezza che raggiungono i tralci ed è, quindi, sempre più difficile scorgerle nel paesaggio.
I frutteti. L’uso del suolo prevalente della nostra provincia è costituito da arboree da frutto. Prevalgono i peschi ed i meli nel Giuglianese, l’albicocco e il ciliegio alle falde del Vesuvio ed il nocciolo nel nolano.
Il pesco è stato da sempre caratterizzato dalla forma di allevamento a vaso ed è rappresentato quasi esclusivamente dalla varietà percoca recentemente oggetto della istruttoria regionale per il riconoscimento del marchio IGP. L’albicocco è stato introdotto in Italia per la prima volta nell’area vesuviana e le prime tracce risalgono al IV secolo. Le prime trattazioni sistematiche risalgono al 1500 e sono dovute a Gian Battista della Porta al quale si deve anche la loro definizione come cisomele da cui deriva il termine dialettale cisommele. Il ciliegio è da secoli diffuso in Campania e nella nostra provincia è presente soprattutto nell’area flegrea e nelle colline napoletane. Alle falde del Vesuvio-monte Somma sono ancora presenti una moltitudine di cultivar che al momento non risultano ancora del tutto censite e che rappresentano un preziosissimo serbatoio di biodiversità. La coltivar simbolo è “Della Recca” che deriva il suo nome dalla contrada Recca in comune di Marano. La mela annurca è presente da secoli nella nostra provincia ed attualmente è diffusa soprattutto nel Giuglianese, nell’area Flegrea e nell’agro Nolano. Deriva il suo nome da annorcola ed è citata sia da Plinio il vecchio (Mala Orcula) che da Gian Battista della Porta (Orcola) proprio in riferimento alla sua origine nella zona di Pozzuoli vicino all’ingresso negli inferi (Orco). Il nome annurca è stato utilizzato per la prima volta nel 1876 nel manuale di Arboricoltura da G.A. Pasquale. E’ tipica non solo per la forma di allevamento (vaso), ma anche per la tecnica di arrossamento post-raccolta che viene realizzato in 50-60 giorni stendendo all’aperto i frutti sulla paglia (generalmente nell’interfila del frutteto stesso) e proteggendoli con reti o pagliarelle ombreggianti. Il kaki fu introdotto in Italia negli anni 20 e la regione Campania è stata per decenni il principale bacino di produzione europea. La provincia di Napoli in particolare detiene ancora il primato nazionale. E’ particolarmente diffuso nelle aree flegrea, vesuviana, acerrana e nolana, spesso allevato in sistemi colturali complessi (orti e frutteti consociati) caratterizzati da elevata biodiversità.
3. Fattori storici e caratteri recenti dell’insediamento rurale
L’intero territorio dell’AIL è stato dal 1855 ad oggi sottoposto a diversi e consistenti interventi di bonifica idraulica e agraria; solo negli ultimi decenni nella zona è stato possibile uno sviluppo razionale dell’agricoltura e delle attività economiche legate al turismo e alla balneazione. Negli anni più recenti però il territorio è stato stravolto da una espansione insediativa non pianificata, priva di regole e coerenza con il contesto paesaggistico. Sono ancora riconoscibili, come componenti del sistema territoriale storico, i piccoli nuclei rurali sparsi, le masserie, il sistema delle canalizzazioni, il percorso storico della via Domiziana.
4. Fattori storici e caratteri recenti dello sviluppo urbanizzativo e delle centralità
L’Ail dal punto di vista insediativo si presenta come un territorio fortemente compromesso dalle consistenti espansioni insediative determinate dall’abnorme sviluppo edilizio-turistico che negli anni più recenti ha interessato l’intera fascia costiera occidentale. E’ possibile riconoscere due diverse condizioni insediative: la prima, che riguarda le aree agricole più interne, si caratterizza per la presenza discontinua di aggregati insediativi di diversa densità ed estensione, variamente organizzati e prevalentemente privi di
3 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli connotati tipologici riconoscibili; la seconda si riferisce agli insediamenti lineari e compatti che occupano la fascia litoranea tra Licola e Varcaturo e alle numerose attività di ristoro e di supporto alla balneazione che si articolano lungo l’intero tratto di costa. In entrambi i casi si evidenziano condizioni ambientali complessivamente compromesse e presenza diffusa di elementi di degrado e casualità. Come ulteriore elemento di incompatibilità con i rilevanti valori paesaggistici dell’AIL, va menzionata la presenza diffusa di attività estrattive illegali che hanno creato in pochi decenni un esteso sistema di specchi d’acqua artificiali in stretta connessione con la falda idrica.
5. Situazione socioeconomica e dinamica delle attività produttive
Gran parte del territorio dell’AIL è interessata, con intensità variabile, dalla presenza delle coltivazioni agricole: nonostante siano state abbandonate negli ultimi decenni molte aree, sono presenti molte aziende agricole a conduzione familiare.
6. Situazione della mobilità e delle infrastrutture
Le direttrici viarie principali che interessano l’AIL sono : − la S.S. 7 quater Domiziana con andamento nord-sud; − la “circumvallazione esterna” che collega i comuni a nord di Napoli con l’insediamento di Lago Patria e si connette alla Variante alla S.S. 7 quater con andamento est- ovest,. Per quanto riguarda i trasporti su ferro, il territorio è servito, fino al Lido di Licola, dalla linea Circumflegra.
7. Risorse paesistiche e ambientali
L’Ail presenta elevati valori ambientali e, in contrasto con la costa frastagliata e alta del litorale flegreo meridionale, si caratterizza per la costa bassa e regolare. Il paesaggio è caratterizzato dalla sequenza tipica dei litorali tirrenici sabbiosi in cui si articolano, dal mare verso l’interno, le spiagge, i sistemi dunali, le aree di macchia mediterranea, le pinete, le zone umide. Le dune costiere del litorale domiziano sono formate da sabbia fine, hanno una altezza di 8 o 10 metri e ospitano una ricca vegetazione spontanea. Allo stato naturale queste dune sono mobili, ma sono state stabilizzate attraverso la realizzazione delle pinete litoranee retrostanti, formate per lo più da pini marittimi. Le zone umide sono composte prevalentemente di stagni, acquitrini e canali artificiali in genere poco profondi (aree paludose di Licola). Parte dell’AIL ricade nella Riserva Regionale di Foce Volturno e Costa di Licola che è compresa tra Licola e l’estuario del fiume Volturno. Nell’area sono presenti due SIC “Foce di Licola” e “Lago di Patria”. − con Decreto Ministeriale 12 settembre 1957 l ’intero territorio del comune di Pozzuoli è stato riconosciuto di “notevole interesse pubblico”, ai sensi della legge 29 giugno 1939, n. 1497; − con Decreto Ministeriale 12 settembre 1957 l ’intero territorio del comune di Bacoli è stato riconosciuto di “notevole interesse pubblico”, ai sensi della legge 29 giugno 1939, n. 1497;
Gli elementi con incidenza paesaggistica di seguito elencati rappresentano valore e significato di elementi costitutivi e connotativi del paesaggio storico. La loro individuazione discende dalla lettura incrociata dei seguenti dati: Valutazione della valenza paesaggistica posseduta da quei beni culturali per i quali è già riconosciuto l’interesse storico – architettonico dichiarato nei decreti ministeriali di vincolo; Individuazione tra i beni culturali appartenenti a quelli di cui all’art. 12 comma 1 del D.LGS. 22/01/2004 n. 42, di quelli significativi ai fini della conformazione del paesaggio, della connotazione della città storica ovvero della scena urbana. Elenco dei Beni Vincolati
DENOMINAZIONE COMUNE DECRETO
Casina Vanvitelliana del Fusaro Bacoli Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1
Anfiteatro di Cuma Bacoli Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1
Acropoli di Cuma Pozzuoli Acropoli di Cuma
Villa di Servilio Vatia, località Bacoli Tt 4 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Torregaveta
Area Archeologica di Liternum Giugliano di Napoli
L’AIL risulta, inoltre, interessato dalle seguenti aree di interesse naturalistico istituzionalmente tutelate: Tipo Sito Comuni interessati SIC IT8030009 Foce di Licola Bacoli e Pozzuoli
SIC IT8030018 Lago Patria Giugliano di Napoli
8. Criticità ambientali e funzionali
La situazione complessiva dell’area è caratterizzata da elementi di criticità legati in modo prevalente alla presenza di insediamenti abusivi in aree rilevanti dal punto di vista paesaggistico; alla scarsa qualità degli insediamenti; allo stato di abbandono di alcuni beni ambientali (pineta, laghi); all’abbandono delle aree agricole; alla presenza diffusa di cave illegali; ai problemi di inquinamento dei suoli per un uso eccessivo di concimi e fitofarmaci e allo smaltimento illegale di rifiuti anche tossici.
9. Specificazione delle linee strategiche generali per ambiente e paesaggio, insediamenti,attività, mobilità
Nella strategia di sviluppo proposta dal Piano per il territorio dell’Ail Litorale Domizio l’orientamento progettuale punta alla tutela e alla valorizzazione del sistema costiero, delle aree naturali e delle aree agricole, alla riqualificazione delle componenti insediative e al raggiungimento di condizioni di maggiore equilibrio ambientale. In particolare, il Piano è orientato: − alla tutela delle componenti dotate di forte specificità e visibilità dal punto di vista paesaggistico-ambientale, nelle quali è ancora possibile riconoscere un significativo grado di naturalità e per le quali è necessario assicurare la conservazione degli equilibri naturali e avere massima attenzione per qualsiasi azione di modifica o trasformazione (spiaggia, sistema dunale, aree di macchia mediterranea, pinete); − alla tutela e valorizzazione delle aree agricole di particolare rilevanza agronomica e paesaggistica per le quali il Piano è orientato ad evitare alterazioni e trasformazioni non congruenti e a valorizzare le relazioni intercorrenti tra le diverse componenti presenti; − al potenziamento dell’attrattività del Litorale Domizio attraverso la localizzazione di nuove funzioni (polo sportivo di rilevanza metropolitana; centro di servizi rari); − alla creazione di un Parco agricolo integrato con le aree residenziali e i servizi; − alla tutela dei beni culturali e delle strutture insediative di interesse storico-culturale, anche quando soltanto di valore documentario e/o paesaggistico per le relazioni che intercorrono con altre componenti territoriali; − alla riqualificazione urbana, morfologica e paesaggistica degli insediamenti di recente edificazione; − al sostegno e alla qualificazione delle attività turistiche; − al recupero e riuso, anche a fini turistici, del patrimonio abitativo esistente; − all’articolazione dell’offerta turistica integrando la fruizione delle risorse costiere con quella delle aree archeologiche; − al potenziamento delle dotazioni di attrezzature pubbliche sia per residenti che per turisti; − al potenziamento del sistema di trasporto pubblico lungo la direttrice flegrea-domizia, attraverso il prolungamento della linea ferroviaria della circumflegrea dal nodo di Quarto (interscambio con linea FS Villa Literno-Salerno), a servizio degli insediamenti di Monteruscello e di Varcaturo e delle aree per le quali si ipotizza una densificazione abitativa, e delle risorse ambientali ed archeologiche della fascia litoranea, del sito di Cuma e del lago Patria; − al potenziamento delle aree di sosta e dei percorsi ciclopedonali.
In particolare, in relazione alla costituzione del parco agricolo denominato “Parco Liternum”, il Piano, comprendendo zone con diversa caratterizzazione (aree agricole, zone di pineta, aree archeologiche, cave a cielo aperto, piccoli laghi formatisi in cave dimesse, aggregati edilizi con residenze stabili e di tipo turistico, attrezzature ricreative) persegue i seguenti obiettivi: a) riqualificazione ambientale e paesaggistica di un territorio che benché fortemente compromesso conserva elevati valori ambientali e storico-culturali; b) riconversione dell’attuale modello turistico-balneare con la promozione di attività turistiche qualificate legate principalmente alla fruizione delle risorse paesaggistico-ambientali e storico-cu turali; c) realizzazione di un sistema ambientale di connessione e qualificazione degli insediamenti esistenti nella fascia occidentale del territorio flegreo, configurandolo come struttura complessa che ne organizza le relazioni, qualificando nel contempo i ruoli e gli sviluppi residenziali previsti dal PTCP, degli insediamenti della zona di Varcaturo.
Il “Parco Liternum” è definito e si attua attraverso un programma operativo promosso dalla Provincia e redatto di concerto con i Comuni interessati e con la Soprintendenza ai beni archeologici. Ai fini del perseguimento degli obiettivi sopra indicati, il Programma dovrà definire prestazioni ed interventi che riguarderanno, in particolare: a) l’incremento del livello di biodiversità ; b) l’eliminazione degli elementi e dei fattori che interrompono la continuità dei corridoi ecologici o la mitigazione degli effetti; c) la salvaguardia e valorizzazione della rete viaria di impianto storico, degli edifici e dei manufatti storici;
5 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
d) la ricostituzione delle relazioni ambientali attraverso il progressivo trasferimento dei volumi residenziali esistenti con rilocalizzazione all’interno delle aree di sviluppo residenziale di Varcaturo, con priorità per i volumi presenti lungo la linea di costa, godendo delle premialità di cui all’art. 52 delle Norme del PTCP; e) la ricomposizione ambientale delle aree di sedime degli edifici demoliti con il potenziamento della fruibilità degli arenili e della continuità delle aree dunali e retrodunali; f ) il restauro ambientale e paesaggistico dei siti interessati dalla presenza di cave e discariche; g) la verifica della possibilità di riconversione delle aree di cava con la realizzazione di attrezzature e servizi per il tempo libero e di supporto al turismo ambientale e culturale, nonché, per le aree di cava prossime agli insediamenti di Varcaturo, per la realizzazione di attrezzature collettive di livello locale e territoriale, privilegiando per queste ultime le aree di cava prossime alle previste stazioni del prolungamento della linea Circumflegrea; h) la sostituzione dell’edilizia residenziale turistica (seconde case) con strutture ricettive a rotazione d’uso, attraverso il riuso, la ristrutturazione, la sostituzione dell’edilizia esistente esterna alla fascia di cui alla precedente lettera d); i ) la riconversione sostenibile delle strutture balneari esistenti, con materiali di bioarchitettura, assetti ecocompatibili, massimizzazione della rinaturalizzazione; j ) il disinquinamento del Lago Patria con la revisione del regime idrico e la dotazione di impianti di depurazione privilegiando i metodi naturali della fitodepurazione; k) la sistemazione del lungolago dotandolo di percorsi pedonali protetti e di piste ciclabili per assicurare l’accesso agli scavi di Liternum e alle attrezzature degli sport acquatici esistenti, prevedendo aree di soste con verde attrezzato; l ) il recupero degli impianti sportivi di Lago Patria (Stadio del Remo e Circolo Nautico) con lo sviluppo degli sport d’acqua; m) l’integrazione degli scavi archeologici nel sistema del parco con il miglioramento del contesto e di restauro e conservazione dei resti; n) la dotazione di attrezzature all’aperto per lo svago e l’esercizio fisico dei residenti; o) la mitigazione degli impatti ambientali e paesaggistici prodotti dalla presenza di attività e manufatti di tipo economico- produttivo, tecnologico o di servizio quando non sia possibile una loro delocalizzazione nonché di quelli prodotti dalle infrastrutture di collegamento.
10. Piani e programmi in corso
Nel PTR L’AIL Litorale Tirreno ricade in parte nel STS “AREA GIUGLIANESE” a dominante Rurale- Manifatturiera e in parte nel STS “AREA FLEGREA” a dominante Paesistico – Ambientale – Culturale; il primo è costituito dai comuni di Calvizzano, Giugliano di Napoli, Marano, Mugnano, Qualiano e Villaricca e il secondo è costituito dai comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto Per l’STS “AREA GIUGLIANESE” si prevede:
“Incremento dell’offerta di servizi urbani di livello superiore in una logica di complementarietà con il rafforzamento del centro maggiore e di integrazione con la riqualificazione delle aree già compromesse da un’edificazione disordinata conferendo un ordine riconoscibile alla struttura fisica, anche attraverso operazioni di ristrutturazione radicale; promozione di attività produttive e servizi innovativi con la proposta, da verificare, della realizzazione nell’area Asi di un polo produttivo di alta qualificazione “città della produzione” (incubatore; incentivazione di produzioni eco-compatibili). Per l’area di Varcaturo in relazione alla prospettiva di potenziamento residenziale per rilocalizzazione dalle aree sature e a rischio, realizzazione di attrezzature pubbliche e promozione di servizi privati, in particolare di servizi di supporto alla fruizione ambientale della fascia costiera e del lago Patria e del patrimonio archeologico (Cuma). Necessario supporto è l’integrazione del sistema dei trasporti, con la proposta della tramvia nell’area settentrionale e del prolungamento della circumflegrea ad ovest, nonché la valorizzazione del tratto ferroviario Villa Literno-Pozzuoli dell’attuale linea RFI.” Per l’STS “AREA FLEGREA” si prevede “Sostegno alla presenza di funzioni rare e di servizi urbani di livello superiore e riduzione della polarizzazione su Pozzuoli promuovendo l’insediamento di funzioni complementari (di tipo urbano ed economico-produttivo) negli altri ambiti del sistema. Qualificazione delle attività turistiche nell’ambito meridionale, attraverso la riqualificazione delle forme di fruizione turistico-balneare e la valorizzazione delle risorse storico-culturali ed ambientali, anche attraverso la grande opportunità del Parco dei Campi Flegrei e di un potenziamento della fruibilità del sistema archeologico Cuma- Pozzuoli-Capo Miseno.”
6 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
1 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Descrizione Ambiente Insediativo
1. Caratteristiche del territorio
Il termine “Campi Flegrei” si riferisce ad un’area vulcanica complessa che comprende il territorio ad occidente della città di Napoli relativo ai territori dei comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida nonchè alle isole vulcaniche di Ischia, Procida e Vivara (che però costituiscono altri AIL).
I rilevanti caratteri geomorfologici e naturalistici, la presenza di numerosi crateri vulcanici, l’eccezionale patrimonio storico-culturale e archeologico, la presenza di aree ad elevata biodiversità conferiscono al territorio flegreo una forte identità e configurano un paesaggio estremamente singolare.
Negli ultimi decenni, l’equilibrio delle diverse componenti del territorio e del paesaggio sono state in parte compromesse da una diffusa edificazione che ha interessato tanto le aree costiere che quelle interne, nella più completa indifferenza ai caratteri eccezionali del contesto.
Dal punto di vista geologico, l’Ail individua l’area interna alla caldera flegrea; essa è costituita da tre macrozone: a) la prima macrozona è caratterizzata da depositi alluvionali, palustri e di spiaggia delle piane costiere ed intracrateriche compresi in un intervallo altimetrico di 0-100 m (s.l.m.) e da una permeabilità per pori, assai variabile ma in genere piuttosto bassa. La vulnerabilità di tale macrozona e legata alla propagazione di materiale franato nelle zone prossime ai rilievi; vulnerabilità della falda medio-alta; pericolosità vulcanica medio - alta. b) la seconda macrozona è costituita dalle coperture di prodotti piroclastici eterometrici, a luoghi rimaneggiati ed a matrice prevalente compresi in un intervallo altimetrico di 0–600 m (s.l.m.) caratterizzati da una permeabilità che varia in funzione della granulometria prevalente.
Gli elementi morfologici strutturanti il paesaggio visivo di tale area sono: l’orlo di cratere e limite morfologico esterno degli edifici vulcanici, la morfologia craterica a luoghi modificata da collassi gravitativi e/o vulcano tettonici, l’orlo di versante legato a collasso vulcano-tettonico. La vulnerabilità di tale macrozona è legata ai fenomeni di erosione e di trasporto solido e fenomeni di scorrimento- colata nei terreni piroclastici sciolti e crolli in tufo lungo i corsi d’acqua profondamente incisi del versante settentrionale della Collina dei Camaldoli, del versante della Collina di Posillipo che si affaccia sulla Piana di Fuorigrotta e lungo la falesia di Nisida; Vulnerabilità della falda medio-bassa, pericolosità vulcanica medio–alta. c) la terza macrozona, localizzata nei Campi Flegrei (Capo Miseno, Gauro, Nisida) in un intervallo altimetrico di 0-600 m (s.l.m.), è costituito dal Tufo Giallo Napoletano (11.000 y.b.p.) e da Tufi Gialli (<10.000- 3500 y.b.p.). La vulnerabilità di tale macrozona è legata ai crolli di blocchi tufacei; vulnerabilità della falda bassa per il Gauro, media per Capo Miseno; pericolosità vulcanica medio alta.
Il PTCP articola l’AIL nelle seguenti aree di specifico interesse: AIL D - Campi Flegrei Ha % Aree e componenti d'interesse naturalistico 1634 17,0% Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 400 4,2% Aree e componenti d'interesse rurale 3651 37,9% Aree e componenti d'interesse urbano 3399 35,3% Aree di criticità e degrado 516 5,4% Nodi e reti per la connettività territoriale 26 0,3% Aree complessive*** 9626 100,0%
(***) Le aree calcolate sono indicative e rappresentano i luoghi che sicuramente hanno i caratteri identitari dell’AIL tralasciando le aree a margine dove i caratter identitarii si fondano con quelli degli AIL vicini
2. Aree di interesse naturalistico e rurale
2 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Dal punto di vista pedologico, l’area è caratterizzata dalla presenza di suoli ad alta biodiversità (35.1%) e da suoli ad alta sensibilità ambientale (24.1%). I primi sono prevalentemente presenti sui rilievi collinari: sono suoli vulcanici andici, generalmente profondi con orizzonti di superficie ricchi di sostanza organica e molto fertili. Questi suoli sono riportati tra i geositi di interesse internazionale. I suoli ad alta sensibilità ambientale si rinvengono nei paesaggi pedologici colluviali del comprensorio; si tratta di suoli che rendono molto delicati l’ambiente in cui essi sono inseriti.
Per quanto riguarda gli aspetti vegetazionali e agrari, i sistemi frutticoli occupano il 14 % della superficie, mentre quasi assenti risultano sistemi colturali a bassa biodiversità.
E’ presente un’agricoltura pregiata, con produzione di vino DOC “Campi flegrei” e di mele IGP “Melannurca Campana”. In corso di registrazione sono anche IGP “Kaki napoletano”, IGP “Noce di Sorrento”.
L’area è caratterizzata da numerose superfici naturali e ad elevata biodiversità in intimo collegamento con zone densamente abitate. Per la maggior parte ricade nella zona protetta del Parco regionale dei campi Flegrei e comprende numerosi SIC (Siti di interesse comunitario).
E’ una zona particolarmente vulnerabile ai dissesti idrogeologici e presenta un rischio di incendi particolarmente alto.
AREE DI INTERESSE NATURALISTICO FATTORI STRUTTURANTI
Laghi e aree umide (111 ha pari all’1% della superficie) Boschi (1026 ha pari all’11% della superficie)
ALTRE AREE DI INTERESSE
Aree a pascolo, con vegetazione rada, cespuglieti, vegetazione sclerofilla, rocce nude (396 ha pari al 4% della superficie)
AREE DI INTERESSE RURALE FATTORI STRUTTURANTI
Vigneti (146 ha pari al 2% della superficie) Frutteti (1466 ha pari al 16% della superficie) Sistemi colturali complessi (678 ha pari a 7% della superficie) Terrazzamenti (433 ha pari a 5% della superficie)
ALTRE AREE DI INTERESSE
Orticoltura e colture erbacee in genere (336 ha pari al 4% della superficie)
Sono stati considerati strutturanti del paesaggio dei Campi Flegrei, i laghi e le aree umide, la vegetazione dunale e retrodunale. Sono anche stati considerati strutturanti i vigneti, i frutteti, molto spesso promiscui e su superfici terrazzate.
La vite. La presenza dei grandi festoni di «vite maritata» al pioppo, più di rado all’olmo, era in passato tanto caratteristica dell’agro di Caserta e di Aversa, nel fertile Piano Campano, che veniva resa dall’I.G.M. con un apposito simbolo sulle «tavolette» 1:25 000. Della civiltà etrusca pochi sono i resti e per questo la conservazione della tradizione della vite maritata assume un’importanza notevole. Accanto al significato storico, rilevante è anche quello paesistico.
La vite nel napoletano viene tipicamente maritata al pioppo: si ottengono, quindi, alberate di altezze anche di 10-15 metri, in cui le viti, libere di crescere senza forti restrizioni di potatura, rendono completamente verde lo spazio lungo il filare di pioppi. Questa sorta di parete completamente inverdita in primavera, generalmente in prossimità delle vie di comunicazione, ha anche colpito i viaggiatori del settecento, che la rappresentarono come un insieme di festoni o archi trionfali che sembravano preparati per il passaggio di un potente monarca.
3 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
In questo caso, però, l’aspetto economico è in contrasto con il significato storico e paesistico della conservazione. La raccolta e la potatura, infatti, sono molto onerose per l’altezza che raggiungono i tralci ed è, quindi, sempre più difficile scorgerle nel paesaggio.
Il pesco. Da sempre caratterizzato dalla forma di allevamento a vaso ed è rappresentato quasi esclusivamente dalla varietà percoca recentemente oggetto della istruttoria regionale per il riconoscimento del marchio IGP.
L’albicocco. Introdotto in Italia per la prima volta nell’area vesuviana, le prime tracce risalgono al IV secolo mentre le prime trattazioni sistematiche risalgono al 1500 e sono dovute a Gian Battista della Porta al quale si deve anche la loro definizione come cisomele da cui deriva il termine dialettale cisommele.
Il ciliegio. Da secoli diffuso in Campania e nella nostra provincia, è presente soprattutto nell’area flegrea e nelle colline napoletane. La coltivar simbolo è “Della Recca” che deriva il suo nome dalla contrada Recca in comune di Marano.
La mela annurca. Presente da secoli nella nostra provincia, attualmente è diffusa soprattutto nel Giuglianese, nell’area Flegrea e nell’agro Nolano. Deriva il suo nome da annorcola ed è citata sia da Plinio il vecchio (Mala Orcula) che da Gian Battista della Porta (Orcola) proprio in riferimento alla sua origine nella zona di Pozzuoli vicino all’ingresso negli inferi (Orco). Il nome annurca è stato utilizzato per la prima volta nel 1876 nel manuale di Arboricoltura da G.A. Pasquale.
E’ tipica non solo per la forma di allevamento (vaso), ma anche per la tecnica di arrossamento post-raccolta che viene realizzato in 50-60 giorni stendendo all’aperto i frutti sulla paglia (generalmente nell’interfila del frutteto stesso) e proteggendoli con reti o pagliarelle ombreggianti.
Il kaki. Introdotto in Italia negli anni 20 e la regione Campania è stata per decenni il principale bacino di produzione europea. La provincia di Napoli in particolare detiene ancora il primato nazionale. E’ particolarmente diffuso nelle aree flegrea, vesuviana, acerrana e nolana, spesso allevato in sistemi colturali complessi (orti e frutteti consociati) caratterizzati da elevata biodiversità.
Le colture consociate (orti e frutteti consociati). Grazie alle straordinarie condizioni di fertilità del suolo, alle favorevoli condizioni climatiche ed alla storica penuria di terre coltivate, nel territorio della Provincia di Napoli, si è molto diffuso l’uso del suolo con più colture nel tempo (rotazioni ed avvicendamenti classici), ma anche nello spazio, con presenza di colture arboree consociate temporaneamente a colture generalmente ortive. E’ l’unica parte del mondo in cui è possibile ottenere 3 raccolti in un anno (es. pomodoro da aprile a agosto, cavolfiore da agosto a dicembre, patata novella o finocchio da dicembre a aprile). Molto nota è anche l’agricoltura “a 3 piani” costituita da fruttiferi alti (ciliegio o noce), consociati a fruttiferi bassi (agrumi o vite) ed a ortive invernali (cavoli, insalate,….). Questo uso promiscuo presenta numerosi aspetti positivi sull’ambiente e sulle condizioni socio-economiche: 1. l’elevata redditività consente di ottenere redditi soddisfacenti per il sostentamento di una famiglia contadina con soli 3000 m2 (un moggio); 2. aumenta i livelli di biodiversità dell’agro-ecosistema e quindi la sua stabilità, grazie alle maggiore presenza di uccelli e insetti utili con conseguente riduzione della necessità di fitofarmaci; 3. conferisce al paesaggio agrario una maggiore naturalità e di variabilità, in contrasto con gli appezzamenti coltivati con un'unica specie (monocoltura) che determina una maggiore monotonia del paesaggio.
I terrazzamenti sono sistemazioni del terreno che seguono lo sviluppo della collina e realizzano il più antico ed efficace dei sistemi per il contenimento dell’erosione dei terreni, riducendo la pendenza dei versanti e rallentando così la velocità dei flussi delle acque di scorrimento superficiale. Si tratta di un’opera monumentale la cui realizzazione risale sicuramente ad epoche anteriori al XIX secolo. Tradizionalmente le scarpate dei terrazzi erano consolidate da siepi di arbusti antierosivi, come la ginestra e varie specie di cannucce (Arundo, spp.), che spesso venivano utilizzati per la produzione artigianale di piccoli manufatti (ceste, stuoie, recipienti in vimini,…). I terrazzamenti ancora oggi rivestono questo fondamentale ruolo di difesa del suolo e sono in parte utilizzati per colture arboree quali vite, orti erborati, frutteti, oliveti. La coltivazione del terrazzo risulta fondamentale per la sua conservazione, sia come testimonianza storica, sia come sistema di difesa del suolo. L’abbandono della coltivazione, infatti, comporterebbe la mancanza di regimazione delle acque che progressivamente grazie al trasporto di terreno eroso porterebbero ad un aumento progressivo delle pendenze e quindi ad un progressivo aumento della suscettibilità ai fenomeni di dissesto idrogeologico.
3. Fattori storici e caratteri recenti dell’insediamento rurale Il paesaggio dell’Ail Campi Flegrei è fortemente connotato sia dalla vegetazione naturale che dalle aree agricole prevalentemente terrazzate che interessano in modo diffuso l’intero territorio. Queste aree, coltivate prevalentemente a frutteti e vigneti, hanno consolidato nel tempo uno specifico paesaggio agrario e condizioni ambientali di grande equilibrio. I terrazzamenti (tipici dell’area flegrea sono i terrazzamenti ciglionati, cioè privi di muretti a secco) hanno svolto nel tempo una duplice funzione rendendo coltivabili in modo esteso le pendici collinari e, allo stesso tempo, realizzando un sistema di contenimento dell’erosione dei terreni riducendo la pendenza dei versanti e rallentando la velocità dei flussi delle acque superficiali. Negli ultimi decenni la diffusa urbanizzazione e l’abbandono delle aree agricole hanno in parte compromesso le condizioni di stabilità e i caratteri paesaggistici dell’area. L’abbandono diffuso delle coltivazioni agricole ha comportato infatti condizioni di rischio generalizzato venendo a mancare la fondamentale difesa del suolo realizzata con i terrazzamenti: molte aree, in particolare le pendici dei rilievi che circondano la conca di Agnano e le pendici nord- occidentali della collina di Posillipo, presentano fenomeni di erosione superficiale, per la natura e leggerezza dei terreni piroclastici e per la mancanza di adeguate opere di irregimentazione delle acque piovane.
4 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
In relazione alle trasformazioni insediative è possibile riconoscere dinamiche e condizioni territoriali differenti. Le aree agricole che si articolano lungo i rilievi collinari di Monte di Procida e di Baia, quelle tra il lago del Fusaro e il lago D’Averno, e le aree coltivate lungo i versanti craterici di Fondi di Cigliano, del cratere degli Astroni e di quello del Gauro si presentano attualmente fortemente segnate da un’edificazione diffusa e disordinata di tipo residenziale, prevalentemente non funzionale al tessuto rurale. Con caratteri differenti per densità, estensione e tipologia, nelle aree interne a monte della Tangenziale, nell’ampio territorio compreso tra la costa di Licola, il lago D’Averno e il cratere di Gauro, nonché ai margini degli insediamenti consolidati di Pozzuoli, Quarto, Pianura, l’edificato recente prevalentemente caratterizzato da numerosi e consistenti insediamenti di edilizia residenziale pubblica (Monterusciello, Rione Toiano, Pianura) e da estese aree produttive (agglomerato di Quarto, area di Pisciarelli), occupa in modo allargato e casuale il territorio che fino agli anni ’Sessanta era caratterizzato da estese aree coltivate, da piccoli aggregati insediativi di tipo rurale e da masserie.
4. Fattori storici e caratteri recenti dello sviluppo urbanizzativo e delle centralità La struttura insediativa dell’Ail riflette il condizionamento esercitato dalla morfologia del territorio e dalla singolare caratterizzazione del paesaggio. Nell’antichità la forte attrattività delle componenti naturalistiche, la particolare posizione geografica, la presenza di approdi naturali hanno favorito l’antropizzazione del territorio flegreo e il consolidarsi di un ruolo strategico per i collegamenti e gli scambi sia via mare che via terra. La realizzazione di un efficace e articolato sistema viario di collegamento tra l’area flegrea, Roma Napoli, e gli altri centri della Campania ha promosso la localizzazione di diversi insediamenti che fin dalle origini si sono distinti per ruoli e caratteri diversi: i centri costieri di Cuma, Pozzuoli, Miseno come nodi principali del sistema insediativo fortemente caratterizzato dalla presenza dei porti; i centri agricoli interni di Quarto, Soccavo e Pianura localizzati lungo gli assi principali di collegamento viario e strettamente dipendenti dal punto di vista funzionale e commerciale da Pozzuoli; i nuclei sparsi e le ville lungo la costa di Baia, Miseno e la collina di Posillipo. Attualmente l’Ail Campi Flegrei rappresenta uno dei territori più densamente abitati della provincia di Napoli, nonostante l’area sia fortemente caratterizzata dalla frammentazione con intervalli diffusi di zone naturali e aree colturali ad alta biodiversità all’interno del tessuto urbano. Gli insediamenti sono articolati in numerosi centri e nuclei: lungo la costa meridionale ed occidentale si articolano gli insediamenti di Bagnoli, Pozzuoli, Arco Felice, Baia, Bacoli, Miseno e Monte di Procida che, con caratteri, ruoli e dimensioni differenti, rappresentano le aree urbane più articolate e complesse dell’Ail. Gli insediamenti presentano condizioni abbastanza tipiche di realtà insediative consistentemente modificate nell'arco degli ultimi tre decenni con morfologie contraddittorie, congestione del traffico, riduzione delle aree verdi intercluse nell’edificato, squilibri funzionali per l'ineguale distribuzione di attrezzature e servizi, degrado, insediamenti diffusi in area agricola. A Pozzuoli la complessità storico-insediativa e la concentrazione della maggior parte delle funzioni superiori determina accentuati fenomeni di polarizzazione a livello subprovinciale. Nella zona settentrionale dell’Ail, a monte della Tangenziale, all’interno in un contesto meno caratterizzato dal punto di vista paesaggistico e fino ad alcuni decenni fa fortemente connotato dalla attività agricola, sono localizzati gli insediamenti di Monterusciello, Quarto, Pianura . Nell’area è inclusa anche l’area dismessa dell’Italsider, in corso di bonifica ai fini della programmata riconversione. I processi di espansione urbana degli ultimi decenni, con la realizzazione di insediamenti residenziali nel contesto extraurbano, la formazione spontanea di aggregati e l’accentuazione della dispersione edilizia nel territorio agricolo hanno sensibilmente compromesso la coerenza delle relazioni tra le diverse componenti del sistema territoriale-paesistico, producendo quadri territoriali in cui i sistemi degli insediamenti urbani, delle aree agricole, delle zone di elevata naturalità si presentano sensibilmente frammentati. Nelle cartografie storiche del 1936 gli insediamenti, che si presentano compatti e ancora contenuti, sono localizzati lungo la costa (Pozzuoli, Coroglio, Baia, Bacoli, Monte di Procida) e in area agricola lungo la viabilità principale di collegamento territoriale (casali di Pianura, Soccavo e Quarto). Ad occidente è nettamente riconoscibile la grande area industriale di Bagnoli e lungo la fascia costiera di Pozzuoli gli insediamenti dei cantieri Amstrong. Il territorio interno si caratterizza prevalentemente come territorio agricolo con coltivazioni sistemate a terrazzamenti e una fitta rete di percorsi interpoderali. Fino agli anni ‘Sessanta le espansioni insediative si concentrano prevalentemente ai margini dei nuclei storici dei centri maggiori mentre sono assolutamente poco significative le edificazioni sparse in area agricola. Negli anni ‘Settanta e ‘Ottanta, in conseguenza della saturazione del capoluogo e dei centri maggiori dell’area flegrea (Pozzuoli, Arco Felice) e soprattutto in conseguenza dei fenomeni bradisismici e del terremoto, l’area flegrea comincia ad essere interessata da profonde trasformazioni e da una forte accelerazione delle espansioni urbanizzative verso le aree interne con la realizzazione, in un primo tempo, di estesi quartieri di edilizia privata (parco Fiorito, parco Cuma, parco Solfatara) e pubblica (Rione Toiano) ai margini delle aree urbane consolidate, in seguito di nuovi insediamenti abitativi “satellite” (Monterusciello I, Monterusciello II).
5. Situazione socioeconomica e dinamica delle attività produttive
5 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Indici di specializzazione per addetti: solo Bacoli risulta specializzato nel totale dell’industria manifatturiera, mentre solo Quarto è specializzato nelle costruzioni, nel commercio e nei servizi alla persona. Pozzuoli presenta un indice di specializzazione in “altre industrie”, nel Turismo, nei servizi alle imprese. Nel turismo risultano specializzati anche Bacoli e Monte di Procida il quale lo è anche nel commercio e nei servizi alle imprese e alla persona. Pertanto, questi comuni confermano la vocazione culturale e ambientale, abbandonando definitivamente la precedente vocazione industriale legata alle politiche precedenti. Nonostante ciò, dai calcoli degli indici di specializzazione rispetto al totale dell’industria manifatturiera, risulta rilevante la specializzazione di Pozzuoli nella fabbricazione della carta (DE), nella produzione di metallo (DJ), nella fabbricazione di macchine elettriche (DL). Dinamiche temporali: 1991-2001: si è verificato un decremento tanto nelle industrie manifatturiere che in “altre Industrie”; viceversa si è avuto un balzo esponenziale nelle costruzioni; un incremento nel commercio dovuto all’aumento nel comune di Pozzuoli (contro un calo negli altri tre comuni); un aumento nel turismo e nei servizi alle imprese (specie a Bacoli e a Pozzuoli); un decremento nei servizi alla persona nonostante l’aumento registrato a Pozzuoli. Come si nota, quindi, l’andamento nei diversi settori è stato molto discontinuo e disordinato. 2001 -2011 Tenuto conto delle politiche in atto previste dalla regione Campania, nel 2011 si dovrebbero registrare dei cambiamenti consistenti relativamente al turismo che dovrebbe crescere molto di più incrementando il numero di addetti; lo stesso dovrebbe verificarsi per i servizi alla persona che dovrebbero registrare un miglioramento consistente nei quattro Comuni. Viceversa il settore delle costruzioni dovrebbe segnare un freno se non addirittura un blocco. Nell’ambito delle industrie manifatturiere potrebbero incrementarsi quei settori non inquinanti legati alle attività turistiche e alle attività portuali. Dnamiche demografiche: dal 1981 al 1991 la popolazione si incrementa in modo significativo in tutti i centri dell’Ail e in particolare i comuni di Pozzuoli e Quarto registrano una crescita molto elevata. Nel decennio successivo, mentre nei comuni minori di Bacoli e Monte di Procida, la crescita rimane abbastanza stabile, sia Pozzuoli che Quarto mantengono ritmi di crescita ancora molto sostenuti.
6. Situazione della mobilità e delle infrastrutture La rete stradale principale è costituita dalla SS 7 quater Domitiana. che proviene dalla costa di Mondragone, serve Pozzuoli e prosegue verso Napoli nel quartiere di Fuorigrotta, e dalla sua variante parallela, tra lago Patria e Pozzuoli che si innesta sulla Tangenziale di Napoli. A queste si aggiungono la SP Bacoli-Pozzuoli-Bagnoli e la SP Montagna Spaccata che attraversa il comune di Quarto. Le linee ferroviarie a servizio del territorio sono: • la Napoli-Pozzuoli-Villa Literno con le stazioni di Pozzuoli-Solfatara e Quarto di Marano; • la linea Cumana della SEPSA con le stazioni di Dazio, Terme, Accadia, Gerolomini, Cappuccini, Pozzuoli, Cantieri, Arco Felice, Lucrino, Baia, Fusaro, e Torregaveta; • la linea Cirumflegrea della SEPSA con le stazioni di Quarto Centro, Quarto, Quarto Officine, Grotta del Sole, Licola, Marina di Licola, Cuma, Lido Fusaro e Torregaveta in comune con la Cumana. Il sistema portuale è articolato su quattro porti: il porto di Pozzuoli, fortemente integrato al centro abitato e caratterizzato da attività terziarie e commerciali; i porti di Baia e Miseno caratterizzati dalla presenza di rilevanti risorse archeologiche; gli approdi di Torregaveta e di Acquamorta.
7. Risorse paesistiche e ambientali La complessità del sistema ambientale, la varietà delle tipologie dei siti naturali (aree collinari, boschi, crateri vulcanici, laghi, aree agricole terrazzate, insediamenti, costa alta, spiaggia), la ricchezza e l’articolazione, morfologica e funzionale, dei tessuti insediativi, la compresenza di paesaggi diversi, conferiscono al territorio nel suo complesso una forte caratterizzazione e rappresentano valori fondamentali su cui fondare strategie adeguate di tutela e valorizzazione. Per l’Ail, l’indagine ha messo in evidenza la dominanza delle componenti naturali della costa, delle formazioni vulcaniche, dei laghi e dei rilievi collinari fortemente caratterizzati dalla presenza di ampie aree boscate alternate a terrazzamenti coltivati. La costa si presenta molto articolata e diversificata: al litorale sabbioso e regolare di Cuma e della marina del Fusaro, ad occidente, e alla costa bassa e prevalentemente antropizzata, a sud, si contrappone la costa alta e frastagliata, caratterizzata da pareti ripide intervallate da ampie insenature, di Monte di Procida, Bacoli, Baia e Posillipo. Rispetto alla costa altrettanto complesse si presentano le aree interne caratterizzate da rilievi, crateri e laghi che nel complesso creano un singolare ecosistema di rilevante interesse paesaggistico e ambientale. Fin dall’antichità, oltre che per i numerosi laghi che occupavano la caldera dei crateri spenti (Averno, Fusaro, Lucrino, Maremorto, Agnano e Astroni), il territorio flegreo si caratterizzava fortemente per la presenza di estese aree boscate (i boschi del lago d’Averno e la Silva Gallinara a nord di Cuma), attualmente sensibilmente ridotte. Nell’area flegrea è possibile riconoscere le aree boscate (castagno, acero, carpinella, orniello) lungo i versanti interni delle caldere, lungo le pendici settentrionali del massiccio del Gauro, del cratere Senga, del Monte Nuovo e dei Fondi di Cigliano. Il patrimonio storico-culturale è di eccezionale rilevanza, il territorio dell’area è infatti ricco di importanti testimonianze sia archeologiche che storico-architettoniche, presenti negli insediamenti e diffuse nel territorio extraurbano ove stabiliscono spesso strette relazioni con il contesto paesaggistico (Cuma, Baia, Pozzuoli).
6 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Ad eccezione dei tessuti storici fortemente caratterizzati e riconoscibili, il paesaggio insediato recente non presenta forti elementi distintivi, anche se risulta forte l’impatto di alcune infrastrutture, di alcuni aggregati insediativi recenti e dell’accentuata dispersione dell’edificato in area agricola. Lungo la costa prevalentemente connotata dal paesaggio urbano, hanno forte rilevanza paesaggistica, alcuni elementi puntuali che, in alcuni casi, si stagliano isolati in un contesto omogeneo come elementi dotati di grande capacità attrattiva., in altri casi, concorrono alla definizione di insiemi paesaggistici complessi e più estesi: i promontori lungo le coste, le falesie, le emergenze dei castelli, delle torri, dei resti delle ville romane. L’intero territorio del Comune di Pozzuoli è vincolato dal Decreto Ministeriale 12 settembre 1957, lo stesso territorio di Bacoli è vincolato dal Decreto Ministeriale 12 settembre 1957. mentre il territorio del Comune di Monte di Procida, ad eccezione dell’area del porticciulo di Acquamorta- è vincolato dal Decreto Ministeriale 20 gennaio 1964.
Nel 2002 è stato istituito Parco Sommerso di Baia.
Gli elementi con incidenza paesaggistica di seguito elencati rappresentano valore e significato di elementi costitutivi e connotativi del paesaggio storico. La loro individuazione discende dalla lettura incrociata dei seguenti dati: Valutazione della valenza paesaggistica posseduta da quei beni culturali per i quali è già riconosciuto l’interesse storico – architettonico dichiarato nei decreti ministeriali di vincolo; Individuazione tra i beni culturali appartenenti a quelli di cui all’art. 12 comma 1 del D.LGS. 22/01/2004 n. 42, di quelli significativi ai fini della conformazione del paesaggio, della connotazione della città storica ovvero della scena urbana.
Elenco dei Beni Vincolati
DENOMINAZIONE COMUNE DECRETO
Chiesa di Santa Maria Assunta Monte di Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Procida
Cava di Tufo a Casale Schiavo Monte di Procida
Villa di Servilio Vatia, località Bacoli Torregaveta
Torre bassa di Miseno Bacoli Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1
Ninfeo di Capo Miseno Bacoli
Strutture portuali di Miseno Bacoli
Teatro di Miseno Bacoli
Villa di Punta Pennata Bacoli
Chiesa di sant’Anna, Gesù e Maria Bacoli Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 in via Sant’Anna
Ninfeo di Bacoli Bacoli
Sepolcro di Agrippina Bacoli
Cava in località Fondi di Baia Bacoli
Castello di Baia Bacoli Decreto Ministero Beni e Attività Culturali del 25/02/2005
7 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Parco archeologico di Baia Bacoli
Cava in località Baia Bacoli
Terme di Baia Bacoli
Casina Vanvitelliana del Fusaro Bacoli Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1
Anfiteatro di Cuma Bacoli Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1
Area panoramica comprendente la Pozzuoli DM 03/01/1957 zona a valle della SPPozzuoli- Miliscola, località Arcofelice
Acropoli di Cuma Pozzuoli
Masseria Gazzella a via Bacoli Scalandrone
Torre Poerio all’Averno Bacoli
Tempio di Apollo all’Averno Pozzuoli
Masseria Varriale a via Vecchia Pozzuoli Campana
Necropoli di via Celle Pozzuoli
Macellum o Serapeo Pozzuoli
Palazzo –Torre di Don Pedro di Pozzuoli Toledo
Rione Terra Pozzuoli Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1
Terme imperiali a via Terracciano Pozzuoli
Anfiteatro Flavio Pozzuoli
Anfiteatro Minore Pozzuoli
Cava di Monte Barbaro Pozzuoli
Necropoli di San Vito Pozzuoli
Torre di Sabina allo Sperone Pozzuoli
Masseria di San Martino a Via Pozzuoli Pietrearse
Torre Poerio a Senga Pozzuoli
Montagna Spaccata Pozzuoli
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Cava di Castagnaro Pozzuoli
Masseria pantaleo alla via omonima Quarto
Cava di Maranese Quarto
Cava di Poggio Spinelli Quarto
Masseria Spinelli a Poggio Spinelli Quarto
Cava di tufo in località Monticelli Quarto
Cava di pozzolana in località Quarto Monticelli
Masseria Steccone in via Casa Quarto Lanno
Chiesa di Santa Maria alla via Quarto Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 omonima
Eremo di Santa Maria di Marano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Pietraspaccata in località Pietraspaccata
Torre Santa Chiara a Monteruscello Pozzuoli
Terme e Ippodromo in Conca Napoli Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 d’Agnano
Carcere di Nisida Napoli Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1
Faro di Nisida Napoli Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1
Complesso della Mostra Napoli Decreto legislativo 442/1999 d’Oltremare
Politecnico di Napoli Napoli Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1
L’Ail risulta, inoltre, interessato dalle seguenti aree di interesse naturalistico istituzionalmente tutelate: Tipo Sito Comuni interessati SIC IT8030009 Foce di Licola Bacoli e Pozzuoli
SIC IT8030015 Lago del Fusaro Bacoli
SIC IT8030013 Isolotto di San Martino e dintorni Monte di Procida
SIC IT8030017 Lago di Miseno Bacoli
SIC IT8030002 Capo Miseno Bacoli
SIC IT8030016 Lago di Lucrino Pozzuoli
9 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
SIC IT8030020 Monte Nuovo Pozzuoli
SIC IT8030014 Lago d’Averno Pozzuoli
SIC IT8030019 Monte Barbaro e Cratere di Campignone Pozzuoli
SIC IT8030032 Stazione di Cyanidium Caldarium Pozzuoli
SIC IT8030007 Cretere di Astroni Pozzuoli
SIC IT8030001 Aree Umide del Cratere di Agnano Napoli
SIC IT8030023 Porto Paone di Nisida Napoli
ZPS IT8030014 Lago d’Averno Pozzuoli
ZPS IT8030007 Astroni Pozzuoli
8. Criticità ambientali e funzionali
La situazione complessiva dell’area è caratterizzata da elementi di criticità connessi in primo luogo al consumo elevato di suolo per insediamenti e infrastrutture e al conseguente aumento della frammentazione ecologica; alla scarsa qualità dell’ambiente urbano (disordine, degrado, congestione del traffico, inquinamento acustico); alla carenza del trasporto pubblico e alla insufficiente integrazione delle reti; allo stato di relativo abbandono dei centri storici e dei beni culturali; alla scarsa integrazione tra le diverse risorse; alla crisi e alla dismissione di molte aree industriali; al rischio idrogeologico.
Criticità specifiche, in ambito agricolo, sono legate all’abbandono delle aree coltivate e dei terrazzamenti, ai disboscamenti, agli incendi, ai dissesti idrogeologici e al rischio frane; in ambito costiero è possibile evidenziare rischi connessi all’erosione costiera e all’inquinamento.
9. Specificazione delle linee strategiche generali per ambiente e paesaggio, insediamenti,attività, mobilità
La tutela e la valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale sono gli elementi fondamentali della strategia di sviluppo proposta dal Piano per l’Ail Campi Flegrei
In particolare, il Piano è orientato:
• alla tutela delle componenti dotate di forte specificità e visibilità dal punto di vista paesaggistico-ambientale, nelle quali è ancora possibile riconoscere un elevato grado di naturalità e per le quali è necessario assicurare la conservazione degli equilibri naturali e avere massima attenzione per qualsiasi azione di modifica o trasformazione (i crateri vulcanici di Agnano, degli Astroni, di Monte Nuovo, dei Fondi di Baia; il massiccio del Gauro; le aree del litorale di Cuma, della marina del Fusaro; la costa alta di Monte di Procida, di Capo Miseno e di Baia; i promontori; gli isolotti; le aree boscate);
• alla tutela e valorizzazione delle aree agricole e naturali di particolare rilevanza agronomica e paesaggistica per le quali il Piano è orientato ad evitare alterazioni e trasformazioni non congruenti e a valorizzare le relazioni intercorrenti tra le diverse componenti presenti (paesaggio agricolo terrazzato; aree agricole di altissimo valore ambientale di Monte di Procida, Baia, Bacoli; aree agricole prossime alle aree archeologiche di Cuma, al lago d’Averno, al cratere degli Astroni);
• alla tutela delle strutture insediative che presentano un interesse culturale e ambientale in relazione ai processi storici che le hanno prodotte (il Rione Terra di Pozzuoli; i centri storici di Monte di Procida, Bacoli; i casali di Pianura e Quarto; il quartiere Giusso a Bagnoli ) o un valore documentario (piccoli nuclei rurali) o un
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particolare valore paesaggistico per le relazioni che intercorrono con altre componenti territoriali;
• al consolidamento della centralità dell’insediamento di Pozzuoli come nodo di riferimento a scala provinciale e alla valorizzazione delle risorse insediative e produttive già esistenti;
• all’incremento e alla diffusione in tutti i centri dell’Ail delle funzioni rare e dei servizi urbani di livello superiore, puntando alla diversificazione, alla complementarietà e alla riduzione della polarizzazione su Pozzuoli;
• alla qualificazione e al potenziamento delle attività turistiche attraverso la riqualificazione delle forme di fruizione turistico-balneare e la valorizzazione delle risorse storico-culturali e ambientali;
• alla riqualificazione degli insediamenti di recente edificazione;
• alla tutela dei beni culturali presenti all’esterno e all’interno degli agglomerati;
• al recupero e riuso, anche a fini turistici, del patrimonio abitativo esistente;
• alla riorganizzazione e al potenziamento dei trasporti pubblici;
• alla riqualificazione e adeguamento delle strutture portuali.
In particolare il Piano nel comune di Pozzuoli, in relazione all’elevato rischio vulcanico e al fine della tutela dei valori paesaggistici, punta al netto contenimento insediativo non rendendo ammissibile l’edificazione di nuovi volumi di edilizia privata.
Dal punto di vista della mobilità, in sintesi gli interventi ritenuti prioritari dal Piano per realizzare il programma di ottimizzazione della rete esistente e di integrazione territoriale possono essere così riassunti:
• potenziamento della direttrice flegrea-domizia, attraverso il prolungamento della linea ferroviaria della Circumflegrea dal nodo di Quarto (interscambio con la linea FS Villa Literno- Salerno) al servizio degli insediamenti di Monterusciello e di Varcaturo e delle aree adiacenti per le quali si ipotizza una densificazione insediativa, ma anche a vantaggio della valorizzazione delle risorse ambientali ed archeologiche della fascia litoranea, del sito di Cuma e del lago Patria;
• messa in rete dell’area collinare di Napoli con l’area flegrea-domizia e con le isole flegree, attraverso il nuovo nodo intermodale di Cilea, la Circumflegrea, l’approdo di Torregaveta (da potenziare) per i collegamenti marittimi con le isole. Questo sistema potrebbe garantire una valida alternativa, in termini di tempi di percorrenza e di costi, per i collegamenti tra Ischia e Procida (ed i Campi Flegrei) ed un cospicuo bacino residenziale (Vomero-Arenella) che può esprimere una forte domanda escursionistica, innescando, tra l’altro, dirette relazioni anche tra un bacino turistico maturo (Ischia) e un bacino turistico da consolidare (area flegrea) con la presenza di ingenti risorse culturali.
10. Piani e programmi in corso
Il territorio dei Campi Flegrei è interessato da alcuni progetti di programmazione negoziata per lo sviluppo locale/urbano, ed in particolare da:
• PI Portualità Turistica
• PI Grande attrattore culturale Campi Flegrei
11 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
• Patto Territoriale Campi Flegrei
Nel PTR L’AIL Campi Flegrei ricade nel STS “AREA FLEGREA” a dominante Paesistico-Ambientale- Culturale costituito dai comuni di. Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto Per l’STS in questione si prevede: “Sostegno alla presenza di funzioni rare e di servizi urbani di livello superiore e riduzione della polarizzazione su Pozzuoli promuovendo l’insediamento di funzioni complementari (di tipo urbano ed economico-produttivo) negli altri ambiti del sistema. Qualificazione delle attività turistiche nell’ambito meridionale, attraverso la riqualificazione delle forme di fruizione turistico-balneare e la valorizzazione delle risorse storico-culturali ed ambientali, anche attraverso la grande opportunità del Parco dei Campi Flegrei e di un potenziamento della fruibilità del sistema archeologico Cuma- Pozzuoli-Capo Miseno. ”
Il territorio dell’Ail ricade nel Parco Regionale dei Campi Flegrei istituito nel 1995.
12 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
1 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Descrizione Ambiente Insediativo
1. Caratteristiche del territorio L’area comprende il complesso sistema collinare, localizzato nella parte nord-occidentale dell’area urbana napoletana, fortemente caratterizzato dalla presenza di estese aree boscate e di aree agricole prevalentemente arborate. L’Ail, che corrisponde per gran parte della sua estensione al Parco Regionale Metropolitano delle Colline di Napoli recentemente istituito con legge regionale (L.R. 17/2003), confina ad occidente con il Parco regionale dei Campi Flegrei, con i comuni di Pozzuoli, Quarto e Marano e interessa le circoscrizioni di Napoli di Pianura, Soccavo, Arenella, Chiaiano, Piscinola-Marianella, Miano, S.Carlo all’Arena e Vomero. L’Ail si configura come un’area complessa dal punto di vista geomorfologico caratterizzata dalla presenza di rilievi collinari, valloni, ampie conche ed estese aree coltivate prevalentemente terrazzate. Nell’area è possibile riconoscere ambiti diversamente caratterizzati dal punto di vista naturalistico, insediativo e funzionale: la conca dei Pisani, le colline dei Camaldoli, la Selva di Chiaiano, le aree delle masserie di Chiaiano, il Vallone San Rocco, lo Scudillo. A scala metropolitana l’area nel suo sviluppo complessivo e per le sue valenze ecologiche e paesaggistiche si configura come elemento di riconnessione e riequilibrio tra aree fortemente urbanizzate, in particolare tra la città di Napoli (aree centrali e periferia settentrionale) e i territori comunali che formano la conurbazione nord-occidentale, rappresentando una forte discontinuità nel tessuto urbanizzato ed impermeabilizzato degli ambiti circostanti. Dal punto di vista geomorfologico l’Ail è costituito prevalentemente da prodotti piroclastici eterometrici, a luoghi rimaneggiati ed a matrice prevalente compresi in un intervallo altimetrico di 100-600 m (s.l.m.) caratterizzati da una permeabilità che varia in funzione della granulometria prevalente. I versanti delle colline che si affacciano sulle piane di Soccavo e Pianura sono costituiti dal tufo giallo napoletano e da colate laviche ed hanno una permeabilità medio-alta nelle lave, di norma ridotta nei tufi. Tali versanti sono legati a collasso vulcano-tettonico e costituiscono degli elementi morfologici strutturanti il paesaggio visivo. La vulnerabilità di tale macrozona è determinata da fenomeni di erosione e di trasporto solido e da fenomeni di scorrimento-colata nei terreni piroclastici sciolti e da crolli di blocchi tufacei. Nell’area sono presenti numerose cave di tufo a cielo aperto, molte delle quali oramai dismesse.
Il PTCP articola l’AIL nelle seguenti aree di specifico interesse: AIL E - Colline di Napoli Ha % Aree e componenti d'interesse naturalistico 877 20,7% Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 383 9,0% Aree e componenti d'interesse rurale 1587 37,4% Aree e componenti d'interesse urbano 1289 30,4% Aree di criticità e degrado 104 2,5% Aree complessive*** 4239 100,0%
(***) Le aree calcolate sono indicative e rappresentano i luoghi che sicuramente hanno i caratteri identitari dell’AIL tralasciando le aree a margine dove i caratteri identitari si fondono con quelli degli AIL vicini
2. Aree di interesse naturalistico e rurale Dal punto di vista pedologico l’area è caratterizzata dalla forte presenza di suoli ad alta sensibilità ambientale (34.4%), a basso sviluppo pedogenetico, fortemente influenzati dall’elevato contenuto in scheletro calcareo. Si tratta di suoli a permeabilità molto elevata, bassa capacità di ritenere sostanze xenobiotiche e bassa capacità di ritenere acqua, si tratta quindi di suoli molto delicati rispetto all’ambiente in cui essi sono inseriti. Per quanto riguarda le caratteristiche delle superfici agricole e naturali, l’Ail rappresenta l’area caratterizzata dalla maggiore incidenza di aree naturali (oltre il 52%) frammentate da superfici urbanizzate che coprono il 29% dell'area. Ben rappresentati sono i sistemi colturali arborei ad alta biodiversità (soprattutto vigneti) che coprono quasi il 15% della superficie.
AREE DI INTERESSE NATURALISTICO FATTORI STRUTTURANTI
583 ha di Bosco pari al 30% della superficie
2 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
ALTRE AREE DI INTERESSE
Aree a pascolo, a ricolonizzazione naturale pari a 70 ha (4% della superficie)
AREE DI INTERESSE RURALE FATTORI STRUTTURANTI
Vigneti (9 ha pari all’1% della superficie) Frutteti (217 ha pari all' 11% della superficie), Frutteti promiscui (95 ha pari al 5% della sup.), Terrazzamenti (28 ha pari al 2% della superficie)
ALTRE AREE DI INTERESSE
Sono stati considerati strutturanti del paesaggio delle Colline di Napoli i boschi ed i frutteti, spesso promiscui, che sono da tutelare in pieno accordo con gli obiettivi di conservazione dei sistemi naturali e dei paesaggi agrari riportati nel Documento d’indirizzi e delle Norme di salvaguardia (art. 1) del Parco Regionale Metropolitano delle Colline di Napoli (LR n.17 del 17.10.03). Il pesco è stato da sempre caratterizzato dalla forma di allevamento a vaso ed è rappresentato quasi esclusivamente dalla varietà percoca recentemente oggetto della istruttoria regionale per il riconoscimento del marchio IGP. L’albicocco è stato introdotto in Italia per la prima volta nell’area vesuviana e le prime tracce risalgono al IV secolo. Le prime trattazioni sistematiche risalgono al 1500 e sono dovute a Gian Battista della Porta al quale si deve anche la loro definizione come cisomele da cui deriva il termine dialettale cisommele.La coltivazione copre attualmente circa 2000 ha e fornisce oltre 400.000 t di prodotto. La recente istituzione del marchio IGP, non ancora pienamente decollato, si propone di valorizzare le albicocche vesuviane che al momento sono vendute sul mercato senza riconoscimento della propria origine. Il ciliegio è da secoli diffuso in Campania e nella nostra provincia è presente soprattutto nell’area flegrea e nelle colline napoletane. Alle falde del Vesuvio-monte Somma sono ancora presenti una moltitudine di cultivar che al momento non risultano ancora del tutto censite e che rappresentano un preziosissimo serbatoio di biodiversità. La coltivar simbolo è “Della Recca” che deriva il suo nome dalla contrada Recca in comune di Marano. La mela annurca è presente da secoli nella nostra provincia ed attualmente è diffusa soprattutto nel Giuglianese, nell’area Flegrea e nell’agro Nolano. Deriva il suo nome da annorcola ed è citata sia da Plinio il vecchio (Mala Orcula) che da Gian Battista della Porta (Orcola) proprio in riferimento alla sua origine nella zona di Pozzuoli vicino all’ingresso negli inferi (Orco). Il nome annurca è stato utilizzato per la prima volta nel 1876 nel manuale di Arboricoltura da G.A. Pasquale.E’ tipica non solo per la forma di allevamento (vaso), ma anche per la tecnica di arrossamento post-raccolta che viene realizzato in 50-60 giorni stendendo all’aperto i frutti sulla paglia (generalmente nell’interfila del frutteto stesso) e proteggendoli con reti o pagliarelle ombreggianti. Il kaki fu introdotto in Italia negli anni 20 e la regione Campania è stata per decenni il principale bacino di produzione europea. La provincia di Napoli in particolare detiene ancora il primato nazionale. E’ particolarmente diffuso nelle aree flegrea, vesuviana, acerrana e nolana, spesso allevato in sistemi colturali complessi (orti e frutteti consociati) caratterizzati da elevata biodiversità. I sistemi naturali (boschi) e l’agricoltura dell’area collinare napoletana rappresentano una fascia di elevato valore ambientale compresa tra ambiti fortemente urbanizzati (I -Napoli e G-Nord di Napoli). I sistemi agricoli conservano ancora le tracce della frutticoltura (ciliegio, melo, noce, albicocco, vite,….) che da secoli strutturano il paesaggio di questo AIL. In questo AIL va strettamente vincolato tutto il territorio rurale ed aperto in quanto rappresenta una forte discontinuità nel tessuto urbanizzato ed imprermeabilizzato degli AIL circostanti.
3. Fattori storici e caratteri recenti dell’insediamento rurale I sistemi naturali (boschi) e l’agricoltura dell’area collinare napoletana rappresentano una fascia di elevato valore ambientale compresa tra ambiti fortemente urbanizzati (Ail Napoli e Ail Nord di Napoli). I sistemi agricoli conservano ancora le tracce della frutticoltura (ciliegio, melo, noce, albicocco, vite,….) che da secoli struttura il paesaggio di questo AIL.
3 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Nonostante le trasformazioni più recenti, è ancora possibile riconoscere numerose masserie risalenti all’Ottocento e diffuse su tutto il territorio collinare. Alcune di esse sono state inglobate nelle aree di recente edificazione, altre sorgono ancora isolate nelle aree agricole: sono caratterizzate dagli elementi tipici dell’architettura rurale con impianto a corte, la scala esterna per l’accesso ai piani superiori, il pozzo, la cantina, la stalla e in alcune di esse vasche per la raccolta dell’acqua piovana. Alcune masserie sono state recentemente recuperate e destinate ad attrezzature pubbliche (masseria della Luce; masseria della Parrocchia) altre sono in stato di degrado e abbandono (masseria Le Cesinelle).
4. Fattori storici e caratteri recenti dello sviluppo urbanizzativo e delle centralità Nell’AIL si riconoscono aggregati insediativi recenti anche di dimensioni consistenti che, per la maggior parte dei casi, si articolano ai margini dell’Ail diramandosi dai nuclei insediativi maggiori (Quarto, Marano, Chiaiano) verso le aree collinari, o lungo la viabilità di collegamento: le aree sono prevalentemente connotate da edificazione a bassa densità, priva di qualità e con caratteri congruenti con il contesto ambientale.
5. Situazione socioeconomica e dinamica delle attività produttive Gran parte del territorio dell’AIL è interessato, con intensità variabile, dalla presenza delle coltivazioni agricole: nonostante siano state abbandonate negli ultimi decenni molte aree, sono presenti moltissime aziende agricole a conduzione familiare. L’attività estrattiva delle cave di tufo è quasi del tutto cessata.
6. Situazione della mobilità e delle infrastrutture L’AIL è attraversato da strade di collegamento tra il centro di Napoli, le aree collinari e il più ampio contesto metropolitano nord-occidentale (via Nuova S. Rocco, via Nuova Cascanella, via Guantai). Per quanto riguarda i trasporti su ferro, la linea della Metropolitana offre un servizio soddisfacente sia per il tipo di percorso che per il numero di stazioni ma solo nel settore orientale dell’ambito considerato.
7. Risorse paesistiche e ambientali Le diverse aree dell’AIL costituiscono un sistema articolato di risorse all’interno del quale è possibile riconoscere una forte specificità paesaggistica e valori differenziati. La conca dei Pisani al margine occidentale dell’AIL si caratterizza come area prevalentemente agricola articolata su estesi terrazzamenti che seguono l’andamento delle pendici collinari molto acclivi, con ampie aree boscate intercluse; l’ambito dei Camaldoli, nella parte centrale dell’Ail, Sito di interesse comunitario e parco pubblico dal 1996, è fortemente caratterizzato da eccezionali valori botanici e avi-faunistici e connotato dalla presenza di estese aree boscate con esemplari di castagni di notevoli dimensioni; più a nord, la Selva di Chiaiano si caratterizza per la presenza di aree coltivate prevalentemente a frutteti (ciliegi) alternate ad estese aree di boschi di castagno con la presenza di masserie ancora in buono stato di conservazione; il Vallone San Rocco è un impluvio naturale che si articola per alcuni chilometri da monte a valle (Secondo Policlinico-Ponti Rossi) ed è caratterizzato da aree agricole e boscate; l’ambito dello Scudillo si caratterizza per i versanti terrazzati coltivati con ampie aree boscate intercluse ed i fronti tufacei di antiche cave; sono presenti numerosi sentieri che nel passato collegavano il centro storico di Napoli con le aree collinari e le ville storiche localizzate nei pressi del Parco di Capodimonte. Gli elementi con incidenza paesaggistica di seguito elencati rappresentano valore e significato di elementi costitutivi e connotativi del paesaggio storico. La loro individuazione discende dalla lettura incrociata dei seguenti dati: Valutazione della valenza paesaggistica posseduta da quei beni culturali per i quali è già riconosciuto l’interesse storico – architettonico dichiarato nei decreti ministeriali di vincolo; Individuazione tra i beni culturali appartenenti a quelli di cui all’art. 12 comma 1 del D.LGS. 22/01/2004 n. 42, di quelli significativi ai fini della conformazione del paesaggio, della connotazione della città storica ovvero della scena urbana.
4 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Elenco dei Beni Vincolati
DENOMINAZIONE COMUNE DECRETO
Villa e Parco della Floridiana Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1
Castello Aselmeyer Napoli
Tomba di Virgilio Napoli
Certosa di San Martino Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1
Castel Sant’Elmo Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1
Torre Caracciolo Marano Decreto del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali
La Decina Marano Decreto del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali
Eremo dei Camaldoli Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1
Castello Scilla Marano Decreto Ministero Pubblica Istruzione del 11/10/19
Reggia e Parco di Capodimonte Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1
L’Ail risulta, inoltre, interessato dalle seguenti aree di interesse naturalistico istituzionalmente tutelate: Tipo Sito Comuni interessati SIC IT8030003 Collina dei Camaldoli Napoli
8. Criticità ambientali e funzionali
La situazione complessiva dell’area è caratterizzata da elementi di criticità legati in modo prevalente alla presenza di numerose cave dismesse a cielo aperto, all’abbandono dell’agricoltura, alla scarsa qualità degli insediamenti recenti, allo stato di isolamento e degrado di alcune masserie, ai dissesti idrogeologici.
9. Specificazione delle linee strategiche generali per ambiente e paesaggio, insediamenti,attività, mobilità
La tutela e la valorizzazione del patrimonio ambientale e la tutela e il miglioramento del paesaggio sono elementi fondamentali della strategia di sviluppo proposta dal Piano per l’AIL.
In particolare, sotto questo profilo il Piano è orientato:
• alla tutela delle componenti dotate di forte specificità e visibilità dal punto di vista paesaggistico-ambientale, nelle quali è ancora possibile riconoscere un significativo grado di naturalità e per le quali è necessario assicurare la conservazione degli equilibri naturali e avere massima attenzione per qualsiasi azione di modifica o trasformazione;
• alla tutela e valorizzazione delle aree agricole di particolare rilevanza storica e paesaggistica per le quali il Piano è orientato ad evitare alterazioni e trasformazioni non congruenti e a valorizzare le relazioni intercorrenti tra le diverse componenti presenti;
5 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
• alla tutela dei beni culturali e delle strutture insediative di interesse storico-culturale, anche quando soltanto di valore documentario e/o paesaggistico per le relazioni che intercorrono con altre componenti territoriali;
• alla riqualificazione urbana, morfologica e paesaggistica degli insediamenti di recente edificazione.
10. Piani e programmi in corso
L’AIL, comprendendo quasi del tutto il territorio ricadente nel Parco Regionale Metropolitano delle Colline di Napoli e dunque aree del comune capoluogo, vede intrecciarsi una serie di discipline territoriali, fra cui spiccano in particolare quella derivante dalla recente approvazione del nuovo PRG del Comune di Napoli, in cui le aree ricadenti nell’AIL considerato sono assoggettate alla disciplina della zona F (Parco Territoriale), Fa (componenti strutturanti la conformazione naturale del territorio destinate a parco territoriale), Fb (abitati nei parchi), Fc (parco di nuovo impianto).
Nel PTR L’AIL Colline di Napoli ricade quasi completamente nel STS “NAPOLI” sistema urbano, costituito dal solo comune di Napoli. Per l’STS in questione si prevede:
“Razionalizzazione e decongestione dell’area centrale di Napoli attraverso il decentramento di funzioni di livello superiore pubbliche e private e l’incremento e qualificazione dei servizi al turismo. Realizzazione delle nuove centralità di Bagnoli attraverso il Programma di interventi previsto dal PUE; dell’area nord-Scampia con la promozione di servizi pubblici e privati di livello superiore (formazione universitaria, cultura, tempo libero); dell’area orientale attraverso l’integrazione dei servizi pubblici e privati di livello superiore, la qualificazione/riconversione e promozione delle attività produttive e la promozione di servizi alle imprese, cogliendo in particolare le opportunità offerte dalle aree industriali dismesse”
6 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
1 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Descrizione Ambiente Insediativo
1. Caratteristiche del territorio Il territorio dell’AIL Giuglianese, ubicato a nord dell’area flegrea e strettamente connesso all’Ail Nord di Napoli, si caratterizza, nonostante i fenomeni recenti di intensa urbanizzazione, come uno degli ambiti agricoli più estesi e fertili della provincia. L’area, prevalentemente pianeggiante, si estende oltre il sistema dei rilievi che, partendo, a sud, dai ridossi intercraterici dei Campi Flegrei e delle colline dei Camaldoli, degrada, a nord, verso la piana dell’Aversano e, ad ovest, verso il mare. I caratteri dominanti dell’area sono individuati, oltre che nella presenza di ampie superfici destinate alla produzione agricola (in prevalenza da colture frutticole), nell’accentuata dispersione insediativa, nella presenza di agglomerati urbani recenti, di sedi industriali (agglomerato Asi di Giugliano) e di aree produttive diffuse nel territorio (strutture della grande distribuzione commerciale, depositi, attività di ristoro). Sono numerose le masserie presenti nel territorio risalenti alla fine del ‘600, nella maggior parte dei casi in stato di abbandono e in condizioni di avanzato degrado. Dal punto di vista geomorfologico, l’area è costituita dalle coperture di prodotti piroclastici eterometrici, a luoghi rimaneggiati ed a matrice prevalente compresi in un intervallo altimetrico di 0- 120 m s.l.m. ed è caratterizzata da una permeabilità che varia in funzione della granulometria prevalente e da una vulnerabilità della falda medio-alta.
Il PTCP articola l’AIL nelle seguenti aree di specifico interesse: AIL F - Area Giuglianese Ha % Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 170 1,5% Aree e componenti d'interesse rurale 7238 65,8% Aree e componenti d'interesse urbano 3359 30,5% Aree di criticità e degrado 238 2,2% Aree complessive* 11004 100,0%
(***) Le aree calcolate sono indicative e rappresentano i luoghi che sicuramente hanno i caratteri identitari dell’AIL tralasciando le aree a margine dove i caratter identitarii si fondano con quelli degli AIL vicini
2. Aree di interesse naturalistico e rurale In relazione ai caratteri pedologici, la quasi totalità della superficie dell’Ail presenta suoli ad alta biodiversità, ad elevata reattività ambientale, con un’elevata capacità di interagire con xenobiotici. Per quanto riguarda la produttività, sono suoli molto fertili ed unici nel territorio nazionale e campano: infatti combinano un’elevata fertilità fisica (ad es. elevata porosità) con un’elevata fertilità chimica. Purtroppo detti suoli sono spesso mal gestiti ed in alcuni contesti territoriali possono evidenziare marcati segni di degrado sia in ambiente forestale (erosione, frane) che agrario (bassa attività biologica). In relazione alle caratteristiche delle superfici agricole e naturali, l’Ail si caratterizza per l’estensione dei terreni coltivati prevalentemente a frutticoltura specializzata ed a viticoltura (pesco, melo, susino; IGP Melannurca, DOC Asprinio di Aversa) ed a colture erbacee; è presente anche la produzione di Mozzarella di bufala campana DOP, che ha determinato un aumento delle superfici coltivate a foraggere per sostenere la discreta zootecnia presente nell’Ail, con benefici effetti sulla fertilità del suolo, dovuti alla presenza di sostanza organica (letame e deiezioni degli allevamenti avicoli). Dal punto di vista ambientale è presente anche un'agricoltura a bassissima biodiversità ed ad alto impatto ambientale (serre), ma soprattutto sono diffuse in maniera preoccupante superfici degradate o in via di degrado e superfici illegalmente destinate allo smaltimento di rifiuti anche tossici. Particolare importanza assume il sistema idrografico costituito dagli alvei Camaldoli-Quarto, un tempo sistema irriguo determinante per l’agricoltura, ridotti oggi ad una rete di scarichi fognari in parte a cielo aperto per l’immissione di reflui sia civili che agricoli ed industriali. La parte della collina dei Camaldoli nel comune di Marano è interessata da problematici dissesti di frana.
AREE DI INTERESSE NATURALISTICO FATTORI STRUTTURANTI
Boschi (7 ha pari allo 0.1% della superficie)
2 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
ALTRE AREE DI INTERESSE
Aree a pascolo, a ricolonizzazione naturale (6 ha pari allo 0.1% della superficie)
AREE DI INTERESSE RURALE FATTORI STRUTTURANTI
Vigneti (126 ha pari al 2% della superficie) Frutteti (4478 ha pari al 65% della superficie) Frutteti promiscui (37 ha pari all'1% della superficie) Oliveti (84 ha pari all'1% della superficie)
ALTRE AREE DI INTERESSE
Colture erbacee (639 ha pari al 9% della superficie) Serre (166 ha pari al 2 % della superficie
E' un'area prevalentemente agricola dedicata quasi alla frutticoltura specializzata, con piccole rimanenze di aree naturali, che da secoli ne struttura il paesaggio. Discreta importanza hanno le colture erbacee, prevalentemente utilizzate per la produzione di foraggi, e le serre che spesso presentano alto impatto ambientale e paesaggistico. Il pesco è stato da sempre caratterizzato dalla forma di allevamento a vaso ed è rappresentato quasi esclusivamente dalla varietà percoca recentemente oggetto della istruttoria regionale per il riconoscimento del marchio IGP. L’albicocco è stato introdotto in Italia per la prima volta nell’area vesuviana e le prime tracce risalgono al IV secolo. Le prime trattazioni sistematiche risalgono al 1500 e sono dovute a Gian Battista della Porta al quale si deve anche la loro definizione come cisomele da cui deriva il termine dialettale cisommele. Il ciliegio è da secoli diffuso in Campania e nella nostra provincia è presente soprattutto nell’area flegrea e nelle colline napoletane. La coltivar simbolo è “Della Recca” che deriva il suo nome dalla contrada Recca in comune di Marano. La mela annurca è presente da secoli nella nostra provincia ed attualmente è diffusa soprattutto nel Giuglianese, nell’area Flegrea e nell’agro Nolano. Deriva il suo nome da annorcola ed è citata sia da Plinio il vecchio (Mala Orcula) che da Gian Battista della Porta (Orcola) proprio in riferimento alla sua origine nella zona di Pozzuoli vicino all’ingresso negli inferi (Orco). Il nome annurca è stato utilizzato per la prima volta nel 1876 nel manuale di Arboricoltura da G.A. Pasquale. E’ tipica non solo per la forma di allevamento (vaso), ma anche per la tecnica di arrossamento post-raccolta che viene realizzato in 50-60 giorni stendendo all’aperto i frutti sulla paglia (generalmente nell’interfila del frutteto stesso) e proteggendoli con reti o pagliarelle ombreggianti. Il kaki fu introdotto in Italia negli anni 20 e la regione Campania è stata per decenni il principale bacino di produzione europea. La provincia di Napoli in particolare detiene ancora il primato nazionale. E’ particolarmente diffuso nelle aree flegrea, vesuviana, acerrana e nolana, spesso allevato in sistemi colturali complessi (orti e frutteti consociati) caratterizzati da elevata biodiversità. La vite. La presenza dei grandi festoni di «vite maritata» al pioppo, più di rado all’olmo, era in passato tanto caratteristica dell’agro di Caserta e di Aversa, nel fertile Piano Campano, che veniva resa dall’I.G.M. con un apposito simbolo sulle «tavolette» 1:25 000. Purtroppo esso non compare nella serie più recente, ma ridotto a pochi campi residui fino a qualche anno fa, si va di nuovo diffondendo, grazie al successo commerciale del vino DOC «Asprinio» di Aversa, un bianco asciutto di eccellenti qualità organolettiche, da cui si ricava anche un ottimo spumante. Questo vino, che interessa solo per una piccola area il napoletano (Giugliano, Qualiano e Sant’Antimo) è strettamente legato al paesaggio ed alla storia dei luoghi. Le condizioni di coltivazione, infatti, devono essere quelle tradizionali. Fra queste viene anche compresa, affinché venga salvaguardata, la tipica “alberata aversana” che rappresenta, il residuo della influenza etrusca in Campania che introdussero la tecnica della potatura lunga e dell’allevamento su tutore vivo, al contrario della tradizione greca che teneva la vite bassa con una potatura corta. Della civiltà etrusca pochi sono i resti e per questo la conservazione della tradizione della vite maritata assume un’importanza notevole. Accanto al significato storico, rilevante è anche quello paesistico. La vite nel napoletano viene tipicamente maritata al pioppo: si ottengono, quindi, alberate di altezze anche di 10-15 metri, in cui le viti, libere di crescere senza forti restrizioni di potatura, rendono
3 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli completamente verde lo spazio lungo il filare di pioppi. Questa sorta di parete completamente inverdita in primavera, generalmente in prossimità delle vie di comunicazione, ha anche colpito i viaggiatori del settecento, che la rappresentarono come un insieme di festoni o archi trionfali che sembravano preparati per il passaggio di un potente monarca. In questo caso, però, l’aspetto economico è in contrasto con il significato storico e paesistico della conservazione. La raccolta e la potatura, infatti, sono molto onerose per l’altezza che raggiungono i tralci ed è, quindi, sempre più difficile scorgerle nel paesaggio.
3. Fattori storici e caratteri recenti dell’insediamento rurale
La crescita urbanizzativa degli ultimi decenni ha interessato le aree al margine degli antichi nuclei rurali di Giugliano, Villaricca, Marano, Qualiano, Calvizzano, Mugnano e ha investito in modo intenso e disordinato la piana agricola con la realizzazione di numerose strade e superstrade, edifici industriali, grandi strutture commerciali, estese aree residenziali. L’intenso processo di urbanizzazione ha modificato drasticamente il rapporto dei centri con il contesto rurale di cui erano parte, rendendo debolmente riconoscibili le preesistenze di tipo storico-culturale. Attualmente possono essere riconosciuti come elementi della struttura insediativa rurale originaria, le tracce della suddivisione delle aree agricole secondo le reti centuriate romane con i nuclei storici prevalentemente organizzati su assi ortogonali e con aggregazioni di tipologie edilizie a corte, la viabilità di connessione tra i centri, le canalizzazioni storiche dei Regi Lagni e dell’Alveo dei Camaldoli, le masserie e i piccoli nuclei rurali sparsi (masseria Regina, masseria Casola Grande a Villaricca; borgo di Casacelle a Giugliano), i resti delle antiche costruzioni difensive (torre normanna a Villaricca; castelli di Monteleone e Torre Caracciolo a Marano).
4. Fattori storici e caratteri recenti dello sviluppo urbanizzativo e delle centralità
L’Ail dal punto di vista insediativo si presenta come un territorio complesso e problematico, interessato negli ultimi decenni da una massiccia crescita demografica ed edilizia, da fenomeni di degrado e abbandono, di abusivismo edilizio, di complessivo disagio sociale. Le aree urbanizzate risultano concentrate nella parte sud-est dell’Ail e si configurano come un continuum insediativo che dalla periferia settentrionale di Napoli e dai comuni a nord di essa, si estende verso nord-ovest congiungendosi con la conurbazione aversana. L’intenso sviluppo urbanizzativo dell’Ail è stato fortemente condizionato da una serie di fattori: dalla prossimità a Napoli, dall’offerta di abitazioni a costi contenuti rispetto a quelli del capoluogo, dalla presenza di attività produttive di un certo rilievo (agglomerato industriale Asi di Giugliano-Qualiano, ipermercati e centri commerciali), dalla realizzazione di una serie di infrastrutture viarie (Circonvallazione esterna, Asse mediano, Asse di supporto) che hanno dato vantaggi localizzativi e promosso l’espansione di nuove aree residenziali e produttive. Nonostante i tessuti storici presentino elevati valori insediativi con una significativa articolazione tipo-morfologica e la presenza diffusa di emergenze storico-architettoniche, nei centri urbani dell’Ail prevalgono condizioni urbane complessivamente critiche per assenza di qualità urbana, carenza di attrezzature e servizi di interesse locale e territoriale, per i caratteri prevalenti di disordine e casualità delle aree di recente edificazione, per la presenza diffusa di edilizia abusiva, per il carattere poco integrato delle recenti infrastrutture viarie che compromettono fortemente l’ambiente e il paesaggio. Lungo la “circonvallazione esterna”, che percorre il territorio da est ad ovest, è possibile riconoscere una quantità consistente di funzioni tradizionalmente considerate periferiche che, anche se si configurano come attività non marginali ai fini economici, determinano effetti negativi sul territorio amplificandone i caratteri di marginalità e disordine. La carenza di funzioni qualificate sia di livello locale che di livello territoriale comporta per l’Ail in esame, da una parte, la dipendenza forte dal capoluogo e, dall’altra, all’interno dello stesso Ail la forte gravitazione dei comuni minori sul centro egemone di Giugliano dove sono localizzate la maggior parte delle attrezzature e dei servizi.
5. Situazione socioeconomica e dinamica delle attività produttive
Per quanto riguarda la struttura economica dell’area, negli ultimi decenni, ad un decremento delle attività e degli addetti del settore agricolo (che comunque rimane determinante) ed in quello industriale (nel quale rimangono stabili le specializzazioni manifatturiere relative all’attività conciaria e ai prodotti in pelle e alcune attività “superiori” dei servizi, localizzate nell’agglomerato ASI) si accompagnano corrispondenti fenomeni di potenziamento delle attività commerciali e delle costruzioni direttamente connesse alla crescita insediativa e demografica.
4 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
6. Situazione della mobilità e delle infrastrutture
Il territorio in esame è attraversato, da est verso ovest, dalla Circonvallazione nord di Napoli, sulla quale si va ad inserire, dopo aver aggirato il centro di Giugliano, la SS 162; da sud proviene la variante alla SS 7 quater, prolungamento della Tangenziale di Napoli, che percorre il territorio in direzione Lago Patria, parallelamente alla SS 7 quater Domitiana che costeggia il mare. Il territorio è attraversato dalla linea ferroviaria Napoli-Pozzuoli-Villa Literno con la stazione di Giugliano-Qualiano. Inoltre, molto prossima al confine sud del sistema territoriale, vi è la linea Circumflegrea con le stazioni di Quarto Centro, Quarto, Quarto Officine e Grotta del Sole.
7. Risorse paesistiche e ambientali
Per quanto riguarda la parte sud-est dell’Ail, prevalentemente connotata da un’urbanizzazione estesa, compatta e disordinata, risultano poco evidenti, perché inglobati negli insediamenti più recenti, gli elementi di interesse paesaggistico presenti riferibili alla struttura insediativa degli antichi casali, al sistema viario storico di interesse territoriale, ai beni culturali isolati, alle aree archeologiche. Di particolare interesse sono invece le estese aree agricole che, nonostante le trasformazioni recenti, mantengono una forte connotazione per i rilevanti valori di tipo ambientale, agronomico, pedologico, paesaggistico (colture arboree specializzate, elevata fertilità dei suoli, bassa frammentazione, contiguità con aree agricole estese di territori provinciali limitrofi, limitate trasformazioni antropiche non agricole) e una valenza determinante sia dal punto di vista produttivo che dal punto di vista ecologico-ambientale per l’intera area metropolitana. Particolarmente interessante dal punto di vista paesaggistico nella piana giuglianese è la presenza dei grandi festoni di «vite maritata» al pioppo che, dopo un periodo di assenza, ritornano ad essere diffusi, grazie al successo commerciale del vino DOC «Asprinio» di Aversa. Gli elementi con incidenza paesaggistica di seguito elencati rappresentano valore e significato di elementi costitutivi e connotativi del paesaggio storico. La loro individuazione discende dalla lettura incrociata dei seguenti dati: Valutazione della valenza paesaggistica posseduta da quei beni culturali per i quali è già riconosciuto l’interesse storico – architettonico dichiarato nei decreti ministeriali di vincolo; Individuazione tra i beni culturali appartenenti a quelli di cui all’art. 12 comma 1 del D.LGS. 22/01/2004 n. 42, di quelli significativi ai fini della conformazione del paesaggio, della connotazione della città storica ovvero della scena urbana. Elenco dei Beni Vincolati
DENOMINAZIONE COMUNE DECRETO
Cava di Tufo, in località San Giugliano di Severino Napoli
Masseria e Torre di San Severino, Giugliano di in località San Severino Napoli
Masseria Vecchia, in località Giugliano di omonima Napoli
Mulino a vento, in località omonima Giugliano di Napoli
Torre Incurabili, in località Giugliano di omonima Napoli
Torre Romano alla circumvallazione Giugliano di esterna Napoli
Masseria Tranga, circumvallazione Giugliano di esterna Napoli
Masseria Mazzella a Lago Patria Giugliano di Napoli
5 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Grancia di Casacelle, in località Giugliano di Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Casacelle Napoli
Castello di Monteleone, alla Cupa Marano Decreto Ministero Pubblica istruzione del omonima 30/10/1917
Masseria Dentice di sopra e di Marano sotto
Masseria Faragnano di sopra e di Marano sotto, in località omonima
Chiesa di San Castrese Marano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1
Mausoleo di Ciaurro, in località Marano omonima
Chiesa di San Giacomo, alla via Calvizzano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 omonima
Chiesa e Campanile di San Biagio, Mugnano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 alla via omonima
Chiesa e Campanile di San Nicola, Giugliano di Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 al corso Campano Napoli
Palazzo Colonna di Stigliano, Giugliano di Decreto Ministero Pubblica istruzione del Piazza Santa Sofia Napoli 16/01/1913
Chiesa e Campanile di Santa Sofia, Giugliano di Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 alla piazza omonima Napoli
Chiesa e Convento dell’Annunziata, Giugliano di Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 alla piazza omonima Napoli
L’Ail risulta, inoltre, interessato dalle seguenti aree di interesse naturalistico istituzionalmente tutelate: Tipo Sito Comuni interessati SIC IT8030018 Lago di Patria Giugliano di Napoli
8. Criticità ambientali e funzionali
La situazione complessiva dell’area è caratterizzata da elementi di criticità legati in modo prevalente alla scarsa qualità degli insediamenti recenti; alle alterazioni subite dagli edifici storici; alla carenza di attrezzature e servizi; all’abbandono delle aree agricole; alla presenza di insediamenti diffusi in area agricola. Ulteriori elementi di criticità possono essere riconosciuti nelle numerose discariche presenti nel territorio, nello smaltimento illegale di rifiuti anche tossici., nell’inquinamento dei suoli per un uso eccessivo di concimi e fitofarmaci.
6 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
9. Specificazione delle linee strategiche generali per ambiente e paesaggio, insediamenti,attività, mobilità
Nella strategia di sviluppo per l’Ail Giuglianese l’orientamento progettuale punta alla tutela e alla valorizzazione delle risorse agricole, al potenziamento della centralità dell’ambito di Giugliano con ruolo di rilievo nelle relazioni sovraprovinciali, al miglioramento dell’accessibilità, alla riqualificazione, anche attraverso interventi di integrazione/densificazione, delle componenti insediative e al raggiungimento di condizioni di maggiore equilibrio ambientale. In particolare, il Piano è orientato: − alla tutela e valorizzazione delle aree agricole di particolare rilevanza agronomica e paesaggistica per le quali il Piano è orientato ad evitare alterazioni e trasformazioni non congruenti (vigneti; frutteti); − al recupero delle matrici storiche del paesaggio rurale (centuriazioni, canalizzazioni, reticolo idrografico); − alla tutela delle aree agricole intercluse negli insediamenti; − alla realizzazione del “Parco Nord” con il ruolo fondamentale di ambito di riconnessione urbanistica e di riqualificazione ambientale e paesaggistica del territorio, come componente rilevante della rete ecologica provinciale in relazione alle altre risorse esistenti o previste (piana giuglianese, parco metropolitano delle colline, parco di Lago Patria, parco agricolo dei Regi Lagni); − a potenziare la centralità dell’insediamento di Giugliano attraverso interventi orientati a consolidarne l’immagine e il ruolo; a valorizzare e recuperare la struttura insediativa storica; a riqualificare gli insediamenti di recente edificazione incrementando l’offerta di servizi e di funzioni urbane di livello superiore; a migliorare l’accessibilità; − ad incrementare nei diversi centri dell’Ail le funzioni urbane di livello superiore in una logica di complementarità; − della realizzazione nell’area Asi di un polo produttivo di alta qualificazione “città della produzione” (incubatore; incentivazione di produzioni eco-compatibili); − alla tutela delle strutture insediative che presentano un interesse culturale e ambientale in relazione ai processi storici che le hanno prodotte o un valore documentario; − alla riqualificazione delle espansioni edificate recenti in modo da migliorare la qualità del paesaggio edificato, attraverso interventi orientati alla riqualificazione e all’incremento degli spazi pubblici percorribili e delle aree verdi come elementi di raccordo con le altre componenti dotate di maggiore identità e valore paesaggistico (insediamenti storici, beni culturali, paesaggio agricolo, aree di verde attrezzato,..); − alla riqualificazione delle aree già compromesse da un’edificazione disordinata conferendo un ordine riconoscibile alla struttura fisica, attraverso operazioni di ristrutturazione radicale.
Il Piano individua nell’Ail due delle cinque aree all’interno delle quali procedere all’individuazione di “ambiti di densificazione residenziale”: l’incremento insediativo vi è giudicato compatibile in rapporto alla disponibilità di adeguate infrastrutture per la mobilità, specie su ferro, alla presenza di aree urbanizzate suscettibili di integrazioni/ampliamenti, alla possibilità di costruire – nel processo di densificazione – nuove centralità urbane e nuovi paesaggi. In particolare nell’area occidentale si fa riferimento all’esteso aggregato residenziale di Varcaturo, ed a un gruppo di aggregati presenti nella fascia interna della costa domitia per i quali il piano rende ammissibili opportune intensificazioni insediative e integrazioni adeguate di attrezzature e servizi al fine di trasformare tali aggregati in entità urbane; a nord-ovest nell’area giuglianese si fa riferimento a interventi di densificazione che interessano aree già compromesse da urbanizzazione estesa e disordinata e che sono orientati alla ristrutturazione – favorendo sviluppo in altezza – al fine di recuperare spazi aperti, verde pubblico ed attrezzature capaci di riqualificare i tessuti urbanizzati. Per quanto riguarda la mobilità il Piano punta alla valorizzazione della tratta ferroviaria della linea Villa Literno/Napoli, con caratteristiche di metropolitana, tra Bagnoli e l’area Asi di Giugliano, anche come sistema di connessione tra l’area occidentale, con la presenza di attività ad alto contenuto tecnologico (CNR, Rai, Politecnico, Città della scienza, Bagnoli etc.), ed aree potenzialmente caratterizzabili con nuove funzioni produttive, di servizio o ludiche (nodo intermodale di Quarto, cave dismesse, nuova “città della produzione” nell’area Asi di Giugliano).
10. Piani e programmi in corso
Nel PTR L’AIL Area Giuglianese ricade quasi completamente nel STS “AREA GIUGLIANESE” a dominante rurale-manifatturiera, costituito dai comuni di. Calvizzano, Giugliano di Napoli, Marano, Mugnano, Qualiano e Villaricca. Per l’STS in questione si prevede: “Rafforzamento dell’offerta di servizi pubblici rari (Formazione universitaria e ricercacon relativi servizi) ed incremento e integrazione tipologica di servizi urbani di livello sovracomunale in un a logica di complementarietà con il rafforzamento del centro maggiore; integrazione funzionale del CIS con il sistema insediativo; promozione di servizi per la fruizione del patrimonio archeologico e delle risorse ambientali (Parco del Partenio, Parco Nolano ed aree adiacenti)”
7 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
L’ AIL è interessato dai seguenti progetti di programmazione negoziata per lo sviluppo locale/urbano: − PIT 11 - Area Giuglianese. Il PIT è orientato alla realizzazione di poli integrati destinati alla creazione di attività industriali, artigianali e di servizio. Significativo è anche l'investimento nella riqualificazione/ristrutturazione della viabilità esistente e nella realizzazione di nuova viabilità per favorire il decongestionamento del traffico e la riduzione dei tempi di percorrenza.
8 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
1 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Descrizione Ambiente Insediativo
1. Caratteristiche del territorio
L’AIL si estende nel vasto territorio della piana flegrea a nord di Napoli e si identifica con il complesso di insediamenti più rilevanti della provincia per estensione e densità dell’edificato, per numero di abitanti, per presenza di attività industriali e commerciali, per criticità della situazione abitativa, per la carenza di attrezzature e di qualità urbane, per rischi ambientali.
L’Ail si relaziona strettamente oltre che all’Ail Area Napoletana, a quelli, ad ovest, dell’Area Giuglianese e, ad est, della Piana Acerrana, comprendendo i territori comunali di Casoria, Arzano, Casavatore, Caivano, Crispano, Cardito, Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano, Calandrino, S.Antimo, Melito e parte del comune di Napoli con il quartiere di Scampia.
Dal punto di vista geomorfologico, l’area è costituita da prodotti piroclastici eterometrici, a luoghi rimaneggiati ed a matrice prevalente compresi in un intervallo altimetrico di 100-600 m (s.l.m.) e caratterizzati da una permeabilità che varia in funzione della granulometria prevalente.
Il PTCP articola l’AIL nelle seguenti aree di specifico interesse: AIL G - Area Nord di Napoli Ha % Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 605 8,9% Aree e componenti d'interesse rurale 1711 25,1% Aree e componenti d'interesse urbano 4226 62,1% Nodi e reti per la connettività territoriale 265 3,9% Aree complessive*** 6806 100,0%
(***) Le aree calcolate sono indicative e rappresentano i luoghi che sicuramente hanno i caratteri identitari dell’AIL tralasciando le aree a margine dove i caratter identitarii si fondano con quelli degli AIL vicini
2. Aree di interesse naturalistico e rurale
Per quanto riguarda i caratteri pedologici e le caratteristiche delle superfici agricole e naturali, la tipologia di suolo più rappresentata nell’Ail è quella ad alta sensibilità ambientale caratterizzata da basso sviluppo pedogenetico.
L’agricoltura viene effettuata in aree residuali ormai comprese all’interno di un tessuto prevalentemente urbanizzato. In molti casi, a causa dell’abbandono dell’attività agricola, molte superfici si presentano incolte e degradate: solo nella parte occidentale dell’AIL (comune di S.Antimo) sono presenti ampie superfici coltivate a frutteti (11% del totale), nella parte centrale e orientale invece le ridotte aree agricole sono caratterizzate da sistemi colturali orticoli (4%), con forte incidenza di serre (comune di Caivano).
AREE DI INTERESSE RURALE FATTORI STRUTTURANTI
Frutteti e Frutti Minori (1593 ha pari al 21% della sup.) Sistemi colturali complessi (473 ha pari al 6% della sup.)
ALTRE AREE DI INTERESSE
Colture erbacee (394 ha pari al 5% della superficie) Serre (90 ha pari all’1 % della superficie)
Sono stati considerati strutturanti del paesaggio della piana a Nord di Napoli, gli usi agricoli del suolo relativi ai prodotti tipici tutelati da marchio riconosciuto dalla UE, o in via di tutela, in quanto sono ammessi alla tutela solo i prodotti che hanno radici storiche nel territorio e che riguardano frutteti e frutti minori che in quest’area sono rappresentati prevalentemente da pesco e melo. Sono stati considerati strutturanti anche gli usi agricoli del suolo caratterizzati da elevata biodiversità della flora, quali gli orti arborati ed in genere gli arboreti promiscui, che rappresentano una peculiarità dell’agricoltura Campana.
2 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Il pesco è stato da sempre caratterizzato dalla forma di allevamento a vaso ed è rappresentato quasi esclusivamente dalla varietà percoca recentemente oggetto della istruttoria regionale per il riconoscimento del marchio IGP.
L’albicocco è stato introdotto in Italia per la prima volta nell’area vesuviana e le prime tracce risalgono al IV secolo. Le prime trattazioni sistematiche risalgono al 1500 e sono dovute a Gian Battista della Porta al quale si deve anche la loro definizione come cisomele da cui deriva il termine dialettale cisommele.
Il ciliegio è da secoli diffuso in Campania e nella nostra provincia è presente soprattutto nell’area flegrea e nelle colline napoletane. La coltivar simbolo è “Della Recca” che deriva il suo nome dalla contrada Recca in comune di Marano.
La mela annurca è presente da secoli nella nostra provincia ed attualmente è diffusa soprattutto nel Giuglianese, nell’area Flegrea e nell’agro Nolano. Deriva il suo nome da annorcola ed è citata sia da Plinio il vecchio (Mala Orcula) che da Gian Battista della Porta (Orcola) proprio in riferimento alla sua origine nella zona di Pozzuoli vicino all’ingresso negli inferi (Orco). Il nome annurca è stato utilizzato per la prima volta nel 1876 nel manuale di Arboricoltura da G.A. Pasquale. E’ tipica non solo per la forma di allevamento (vaso), ma anche per la tecnica di arrossamento post-raccolta che viene realizzato in 50-60 giorni stendendo all’aperto i frutti sulla paglia (generalmente nell’interfila del frutteto stesso) e proteggendoli con reti o pagliarelle ombreggianti.
Il kaki fu introdotto in Italia negli anni 20 e la regione Campania è stata per decenni il principale bacino di produzione europea. La provincia di Napoli in particolare detiene ancora il primato nazionale. E’ particolarmente diffuso nelle aree flegrea, vesuviana, acerrana e nolana, spesso allevato in sistemi colturali complessi (orti e frutteti consociati) caratterizzati da elevata biodiversità.
Le colture consociate (orti e frutteti consociati). Grazie alle straordinarie condizioni di fertilità del suolo, alle favorevoli condizioni climatiche ed alla storica penuria di terre coltivate, nel territorio della Provincia di Napoli, si è molto diffuso l’uso del suolo con più colture nel tempo (rotazioni ed avvicendamenti classici), ma anche nello spazio, con presenza di colture arboree consociate temporaneamente a colture generalmente ortive.
E’ l’unica parte del mondo in cui è possibile ottenere 3 raccolti in un anno (es. pomodoro da aprile a agosto, cavolfiore da agosto a dicembre, patata novella o finocchio da dicembre a aprile). Molto nota è anche l’agricoltura “a 3 piani” costituita da fruttiferi alti (ciliegio o noce), consociati a fruttiferi bassi (agrumi o vite) ed a ortive invernali (cavoli, insalate,….).
Questo uso promiscuo presenta numerosi aspetti positivi sull’ambiente e sulle condizioni socio- economiche: • l’elevata redditività consente di ottenere redditi soddisfacenti per il sostentamento di una famiglia contadina con soli 3000 m2 (un moggio); • aumenta i livelli di biodiversità dell’agro-ecosistema e quindi la sua stabilità, grazie alle maggiore presenza di uccelli e insetti utili con conseguente riduzione della necessità di fitofarmaci; • conferisce al paesaggio agrario una maggiore naturalità e di variabilità, in contrasto con gli appezzamenti coltivati con un'unica specie (monocoltura) che determina una maggiore monotonia del paesaggio.
3. Fattori storici e caratteri recenti dell’insediamento rurale L’AIL comprende numerosi centri di origine rurale che negli ultimi decenni hanno subito trasformazioni radicali e modificato drasticamente il loro rapporto con il contesto rurale, di cui originariamente erano parte, di grande rilevanza per la fertilità dei terreni, per le condizioni climatiche favorevoli, per l’uso agricolo intensivo (frutteti, vigneti e coltivazioni erbacee), per la prossimità a Napoli.
La debolezza strutturale dell’agricoltura campana caratterizzata dal forte frazionamento e dalle ridotte dimensioni delle proprietà fondiarie ha facilitato, anche in questa area, il processo di trasformazione verso l’urbanizzazione. Nell’AIL Nord di Napoli negli ultimi quarant’anni è avvenuto un completo ribaltamento delle condizioni territoriali: le aree agricole oggi risultano assolutamente residuali all’interno di una conurbazione fitta, segnata da un indiscriminato spreco di suolo, da infrastrutturazioni ed edificazioni disordinate e prive di qualità, dall’assenza di regole urbane riconoscibili, da carenza di servizi, da aree agricole abbandonate.
Attualmente possono essere riconosciuti come elementi della struttura insediativa rurale originaria, le tracce della suddivisione delle aree agricole secondo le reti centuriate romane con i nuclei storici organizzati su assi ortogonali e con aggregazioni di tipologie edilizie a corte, la viabilità storica di connessione tra i centri, che costituisce ancora una componente territoriale riconoscibile, e alcune superstiti masserie e piccoli nuclei rurali sparsi.
3 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
4. Fattori storici e caratteri recenti dello sviluppo urbanizzativo e delle centralità
L’area si configura complessivamente come un’estesa conurbazione, nella quale ad eccezione dei nuclei storici e delle aree urbane consolidate risalenti alla prima metà del secolo scorso, prevalgono condizioni di disordine e congestione.
Nell’AIL è possibile riconoscere due distinti ambiti: il primo è costituito dagli insediamenti di Arzano, Casavatore, Casoria, Afragola che configurano un’estesa area densamente edificata in continuità e stretta dipendenza da Napoli; più a nord, il secondo ambito configura un’area urbanizzata che si estende con un edificato pressoché continuo da est a ovest in prossimità del confine provinciale, saldandosi in alcuni tratti con gli insediamenti del Casertano. Tra le due distinte conurbazioni si estendono grandi aree industriali e spazi agricoli residuali.
L’intenso sviluppo urbanizzativo dell’AIL è stato fortemente condizionato negli anni ‘70 dalla localizzazione degli agglomerati industriali Asi (realizzazione ex novo dell’agglomerato industriale di Caivano e potenziamento dell’area industriale di Casoria-Arzano-Frattamaggiore) e dalla realizzazione della fitta rete di infrastrutture viarie (Asse mediano, Asse di supporto) che hanno dato una forte accelerazione alle successive espansioni insediative, caratterizzate, in un primo tempo, dalla realizzazione di grandi quartieri di edilizia residenziale prevalentemente isolati nel contesto e con una edificazione ad alta densità, negli anni più recenti da una crescita dispersa di edilizia privata legale e illegale, prevalentemente a bassa densità e priva di regole che ha determinato la formazione di spazi interstiziali e ampie zone di degrado e abbandono.
Caratteri di centralità di livello sub-provinciale possono essere riconosciuti nei centri maggiori di Afragola e Frattamaggiore e nei numerosi centri commerciali realizzati lungo gli assi infrastrutturali più recenti.
5. Situazione socioeconomica e dinamica delle attività produttive Il STS E2 Napoli Nord (comuni Casoria, Arzano, Frattamaggiore,S:Antimo, Casavatore, Melito,Grumo, Frattaminore, Casandrino) comprende il Distretto di Grumo Nevano, specializzato sia nel Tessile abbigliamento sia nel calzaturiero e si estende anche ad altri comuni del Casertano.
Per il resto si rileva una forte presenza del settore costruzioni e indotto, in ragione anche della crescita esponenziale del volume costruito nell'ultimo trentennio.
Non sono rilevanti le attività turistiche e gli addetti per servizi sono sottodimensionati rispetto al resto della conurbazione napoletana.
6. Situazione della mobilità e delle infrastrutture La faticosa mobilità costituisce il fattore critico determinante per la dipendenza territoriale da Napoli e il disagio provocato dalla difficile accessibilità interna ai servizi e ai luoghi di lavoro. Negli ultimi decenni la viabilità interurbana è stata potenziata per tratti, con aggiustamenti progressivi senza un disegno compiuto, e non consente una buona accessibilità ad intere parti del territorio, compresi molti dei centri storici inizialmente polarizzanti.
All’Asse di Supporto, al margine nord del territorio interessato dall’AIL, progettato negli anni ’70 come spina strutturale del comprensorio dell’Asi che collega Nola a Villa Literno, si sono aggiunte le opere post-terremoto dell’Asse Mediano e della bretella di raccordo nord-sud tra l’Asse Mediano e l’Asse di Supporto ad est di Aversa. Queste infrastrutture caratterizzate prevalentemente da viadotti che si sovrappongono al tessuto urbano senza mai integrarsi ad esso, determinano condizioni diffuse di degrado e notevole impatto ambientale.
Il territorio è attraversato dalla linea ferroviaria Napoli-Aversa, con le stazioni di Casoria-Afragola, Frattamaggiore-Grumo e S. Antimo-S. Arpino.
Le strade principali che attraversano il sistema territoriale sono: • la SS 7 bis di Terra di Lavoro; • la variante alla SS 87; • la SS 87 Sannitica; • l’Asse Mediano (SS 162), che incrocia il raccordo autostradale A1-A3. • la Circumvallazione nord di Napoli.
7. Risorse paesistiche e ambientali La connotazione prevalente dell’AIL è quella dell’urbanizzazione estesa e disordinata e risultano dunque scarsamente leggibili gli elementi di interesse paesaggistico presenti riferibili alle citate sopravvivenze delle antiche trame agrarie, alla presenza di masserie isolate, ai tessuti storici che insieme al sistema viario storico di interesse territoriale definiscono una struttura continua e articolata ancora riconoscibile nel suo insieme, nonostante sia inglobata nell’urbanizzazione caotica degli anni più recenti.
4 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
I nuclei storici conservano nei caratteri dell’impianto e dell’edificato una forte riconoscibilità e significativi valori insediativi per le caratteristiche morfologiche e tipologiche (presenza di case a corte disposte su trame viarie ortogonali all’interno delle più ampie e antiche reti centuriate), per la diffusione delle emergenze storico-architettoniche (chiese, palazzi, conventi), per la presenza ancora caratterizzante di aree organizzate a giardino o ad orto. Di particolare importanza sono le relazioni di continuità che questo AIL ha con l’area della antica città osca di Atella, della quale attualmente è possibile riconoscere l’impianto viario, tratti di mura di fortificazione, i ruderi di una costruzione militare. Gli elementi con incidenza paesaggistica di seguito elencati rappresentano valore e significato di elementi costitutivi e connotativi del paesaggio storico. La loro individuazione discende dalla lettura incrociata dei seguenti dati: Valutazione della valenza paesaggistica posseduta da quei beni culturali per i quali è già riconosciuto l’interesse storico – architettonico dichiarato nei decreti ministeriali di vincolo. Individuazione tra i beni culturali appartenenti a quelli di cui all’art. 12 comma 1 del D.LGS. 22/01/2004 n. 42, di quelli significativi ai fini della conformazione del paesaggio, della connotazione della città storica ovvero della scena urbana. Elenco dei Beni Vincolati
DENOMINAZIONE COMUNE DECRETO
Cappella di Santa Maria la Bruna, Arzano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 in località San Severino
Chiesa e Campanile di San Casavatore Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Giovanni Battista
Complesso ecclesiastico di Arzano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Sant’Agrippino – Torre dell’Orologio, piazza R. Cimmino
Chiesa di San Benedetto, alla Casoria Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 piazza omonima
Chiesa del Carmine, piazza Cirillo Casoria Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1
Chiesa del Santissimo Sacramento, Casoria Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 piazza Cirillo
Colleggiata di San Mauro, alla Casoria Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 piazza omonima
Basilica, Convento e Campanile di Afragola Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Sant’Antonio da Padova, viale Sant’Antonio
Chiesa e Campanile di Sant’Giorgio Afragola Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Martire, piazza Sant’Giorgio
Castello a piazza Castello Afragola Decreto Ministero Pubblica istruzione del 5/03/1913
Palazzo Comunale, piazza del Afragola Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Municipio
Complesso ecclesiale e Campanile Afragola Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 di Santa Maria di Ajello, piazza Santa Maria
Chiesa di San Marco in Sylvis, via Afragola Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 San Marco
5 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Palazzo Ducale, Frazione Casolla Caivano Valenziana
Chiesa e Convento del Caivano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Campiglione, in località omonima
Chiesa e Campanile di San Pietro, Caivano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 via Don Minzoni
Torre Civica, piazza C. Battisti Caivano Decreto legislativo 42/2004 – DM 20/11/1915 Castello Medievale p.za Municipio
Chiesa e Convento dei Cappuccini, Cardito Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 via Diaz
Villa Caracciolo, via Donadio Cardito Decreto Ministero Beni Culturali del 9/10/1995
Casa Municipale, piazza Garibaldi Cardito Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1
Chiesa e Campanile di San Biagio, Cardito Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 piazza Garibaldi
Castello Loffredo, piazza Garibaldi Cardito Decreto Ministero Pubblica istruzione del 13/10/1913
Chiesa di Sant’Eufemia, in località Cardito Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Carditiello
Chiesa e Campanile di San Crispano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Gregorio Magno, via Lutraio
Torre e Municipio Vecchio, piazza Crispano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Trieste e Trento
Palazzo Baronale Ambrosino, Frattaminore Decreto Ministero Beni Culturali e Ambientali piazza Atella del 25/08/1992
Parrocchia di San Simeone, piazza Frattaminore Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Umberto I
Castello Carafa di Policastro, Frattaminore Decreto Ministero Beni Culturali e Ambientali piazza Crispi del 25/08/1992
Chiesa e Convento di San Maurizio, Frattaminore Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 via Marconi
Cordificio Capasso, via don Frattamaggiore Minzoni
Chiesa e Campanile di San Sossio, Frattaminore Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 piazza Umberto I
Cordificio Ferro, via Monte Grappa Frattamaggiore
Canapificio Pezzullo, via Pezzullo Frattamaggiore
Opificio Alicana Sud, via Vittorio Frattamaggiore Emanuele
6 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Cordificio in via Pezzullo Frattamaggiore
Chiesa e Convento di Santa Grumo Nevano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Caterina, piazza San Pasquale
Chiesa di San Vito, località Nevano Grumo Nevano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1
Chiesa e Campanile di San Grumo Nevano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Tommaso, piazza PioXII
Chiesa e Campanile di Santa Maria Casandrino Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Assunta, alla piazza omonima
Colonne di Giugliano, via Roma – Sant’Antimo Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 via Colonne
Parrocchia di Sant’Antimo, piazza Sant’Antimo Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Repubblica
Castello Feudale di Sant’Antimo, Sant’Antimo piazza Repubblica
Chiesa di Santa Maria delle Grazie, Melito Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 via Roma
8. Criticità ambientali e funzionali La situazione complessiva dell’area è caratterizzata da elementi di criticità legati in modo prevalente alla scarsa qualità degli insediamenti recenti; alle alterazioni subite dagli edifici storici; alla carenza di attrezzature e servizi; all’abbandono delle aree agricole e, in quelle residue, alla presenza di serre.
Le numerose cavità presenti nel sottosuolo (comuni di Cardito, Afragola, Casoria, Casavatore, Grumo Nevano) rappresentano un ulteriore elemento di criticità determinando dissesti e complessivi problemi di sicurezza.
9. Specificazione delle linee strategiche generali per ambiente e paesaggio, insediamenti,attività, mobilità
Nella strategia di sviluppo proposta dal Piano per il territorio dell’AIL Nord di Napoli l’orientamento progettuale punta alla tutela e alla valorizzazione delle superstiti risorse agricole, al potenziamento delle centralità esistenti, al miglioramento dell’accessibilità, alla riqualificazione delle componenti insediative e al raggiungimento di condizioni di maggiore equilibrio ambientale.
In particolare, il Piano è orientato: • a potenziare la centralità degli insediamenti maggiori dell’Ail attraverso interventi orientati a consolidarne l’immagine e il ruolo; a qualificare la struttura insediativa storica e a riqualificare gli insediamenti di recente edificazione incrementando l’offerta di servizi e di funzioni urbane di livello superiore; a migliorare l’accessibilità. In particolare per Afragola il piano è orientato alla realizzazione di servizi di supporto alla stazione di porta dell’Alta velocità; all’incremento di servizi pubblici e privati di livello superiore; all’integrazione funzionale delle attività della grande distribuzione; per Frattamaggiore e gli insediamenti del sistema frattese, il piano punta all’incremento di servizi pubblici e privati di livello superiore in una logica di complementarietà con il rafforzamento del polo attuale di Frattamaggiore anche in connessione con la fruizione delle nuove aree di parco (Parco Nord e Parco dei Regi Lagni) e con l’integrazione funzionale delle strutture commerciali per la grande distribuzione; • alla realizzazione nell’area di Napoli-Scampia di un ambito di centralità metropolitana, con forte strutturazione e specificità funzionale e relazionale, con ruolo di cerniera territoriale tra il capoluogo e il resto del territorio provinciale e la promozione di servizi pubblici e privati di livello superiore (formazione universitaria, cultura, tempo libero); • alla realizzazione del “Parco Nord” con il ruolo fondamentale di ambito di riconnessione urbanistica e di riqualificazione ambientale e paesaggistica del territorio, come componente rilevante della rete ecologica provinciale in relazione alle altre risorse esistenti o previste (parco metropolitano delle colline, parco di Lago Patria, parco agricolo dei Regi Lagni). In
7 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
particolare alle aree agricole che costituiscono il Parco Nord, il Piano attribuisce un ruolo multifunzionale che si identifica e si realizza attraverso:la permanenza ed il miglioramento delle condizioni di biodiversità;la tutela dei residui valori del paesaggio agrario ed il recupero delle matrici storiche (centuriazioni, canalizzazioni, reticolo idrografico);la riqualificazione e valorizzazione delle relazioni interne ai sistemi insediativi;la fruizione sociale, configurando il parco sia come dotazione territoriale che amplia l’offerta di servizi per il tempo libero sia come elemento che struttura ed organizza in sistema l’insieme di attrezzature e servizi collettivi di interesse sovra-comunale. • alla tutela delle strutture insediative che presentano un interesse culturale e ambientale in relazione ai processi storici che le hanno prodotte o un valore documentario; • alla riqualificazione delle espansioni edificate recenti in modo da migliorare la qualità del paesaggio edificato, attraverso interventi orientati alla riqualificazione e all’incremento degli spazi pubblici percorribili e delle aree verdi come elementi di raccordo con le altre componenti dotate di maggiore identità e valore paesaggistico (insediamenti storici, beni culturali, paesaggio agricolo, aree di verde attrezzato,..); • alla tutela delle aree agricole intercluse negli insediamenti; • alla tutela e valorizzazione delle aree agricole di particolare rilevanza agronomica e paesaggistica per le quali il Piano è orientato ad evitare alterazioni e trasformazioni non congruenti (frutteti; tracce di centuriazione); • alla riorganizzazione del sistema della mobilità dell’AIL, articolata sul ruolo di cerniera territoriale di Scampia, con la previsione di un sistema tramviario al servizio degli insediamenti locali e di connessione tra le linee dell’Alifana e del Metrò collinare (nodo Scampia-Piscinola), quella FS Aversa-Napoli nonché di adduzione alla linea dell’A.V nella “stazione di porta” di Afragola.
10. Piani e programmi in corso
Nel PTR L’AIL Area Nord di Napoli ricade in parte nel STS “NAPOLI NORD-EST” a dominante urbano- industriale, costituito dai comuni di Acerra, Afragola, Brusciano, Caivano, Cardito, Casalnuovo di Napoli, Castello di Cisterna, Crispano, Pomigliano d’Arco ed in parte nel STS “NAPOLI NORD” a dominante urbano-industriale, costituito dai comuni di Arzano, Casandrino, Casavatore, Casoria, Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano, Melito di Napoli, Sant’Antimo . Per il primo STS si prevede: “Realizzazione di servizi di supporto alla stazione di porta dell’Alta velocità; incremento di servizi pubblici e privati di livello superiore; integrazione funzionale delle attività della grande distribuzione. Valorizzazione del ruolo legato alle attività di produzione e ricerca del triangolo Pomigliano-Acerra- Casalnuovo attraverso la “messa in rete” e l’integrazione dei servizi; incremento delle funzioni urbane di livello superiore in una logica di complementarietà tra i diversi centri/ambiti del sistema.” Per il secondo STS si prevede: “Incremento di servizi pubblici e privati di livello superiore in una logica di complementarietà con il rafforzamento del polo attuale di Frattamaggiore anche in connessione con la fruizione delle nuove aree di parco e con l’integrazione funzionale delle strutture commerciali per la grande distribuzione; riqualificazione delle aree della produzione manufatturiera”
L’AIL è interessato da alcuni progetti di programmazione negoziata per lo sviluppo locale/urbano, ed in particolare dal PIT Città del fare, che riguarda oltre ad Afragola e Caivano, i comuni di Acerra, Cardito, Brusciano, Casalnuovo di Napoli, Castello di Cisterna, Mariglianella, Pomigliano d'Arco. Il PIT è diretto a rafforzare la capacità competitiva del Sistema Locale dell'area a Nord-Est di Napoli, attraverso la valorizzazione delle risorse umane ed imprenditoriali presenti sul territorio, la promozione del miglior utilizzo delle significative aree industriali esistenti e la costituzione di un sistema integrato di servizi alle imprese.
L’are è oggetto di un importante intervento di realizzazione:la Stazione di Porta della linea Alta Velocità ad Afragola e la sistemazione ambientale dell'area circostante, approvato con Accordo di Programma nel 1997.
8 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
1 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Descrizione Ambiente Insediativo
1. Caratteristiche del territorio La piana acerrana si estende a nord del complesso vulcanico del Somma Vesuvio, in una vasta conca a basso gradiente verticale caratterizzata fortemente come territorio agricolo e solcata dalla fitta rete di canali del sistema dei Regi Lagni. L’Ail si relaziona strettamente sia all’Ail Casalnuovo-Pomigliano che all’Ail Nord di Napoli comprendendo, oltre all’intero territorio comunale di Acerra, parte dei territori di Caivano, di Afragola e di Marigliano. Ad eccezione dell’insediamento di Acerra e degli agglomerati industriali di Caivano e Acerra, l’Ail si caratterizza fortemente come territorio aperto, poco eroso da edificazioni, nel quale i segni dell’agricoltura, determinati dal complesso sistema dei canali e dalla rete delle strade interpoderali, definiscono una tessitura territoriale a trama fitta e assumono una caratterizzazione dominante sulle altre componenti ambientali. Nell’ Ail ulteriori elementi di elevato interesse storico e paesaggistico possono essere riconosciuti nelle tracce, particolarmente evidenti in questo territorio, della suddivisione delle aree agricole secondo le reti centuriate romane (centuriazione Acerra-Atella I). I filari di alberi presenti fino ad alcuni decenni fa lungo i confini degli appezzamenti, utilizzati oltre che per demarcare le proprietà anche per riparare le coltivazioni dal vento, e che rappresentavano elementi di forte valore paesaggistico e vantaggio ecologico come elementi di supporto alla biodiversità, sono quasi del tutto scomparsi. Anche i canali del sistema idrografico artificiale dei Regi Lagni, realizzato tra il 1600 e il 1900 per drenare e convogliare al mare le acque della ampia e paludosa piana a nord di Napoli, versano attualmente in stato di abbandono e di degrado per l’accumulo di detriti e l’immissione di scarichi anche inquinanti. Dal punto di vista geomorfologico, l’area è costituita dalle coperture di prodotti piroclastici eterometrici, a luoghi rimaneggiati ed a matrice prevalente e nella sua parte alta da un affioramento di travertino caratterizzato da una quota altimetrica <100 m (s.l.m.). L’area è caratterizzata da una permeabilità variabile per pori in genere media e da una vulnerabilità della falda medio–alta. Sono presenti suoli ad alta biodiversità (46.2%), suoli ad alta sensibilità ambientale (17.9%) e suoli a moderato sviluppo pedogenetico degli ambienti alluvionali dei Regi Lagni e del Sarno (21.2%). Questi ultimi sono caratterizzati da alta reattività ambientale sia per la granulometria fine che per le proprietà andiche; inoltre, le peculiari proprietà fisiche e chimiche di questi suoli li rendono molto importanti nella mitigazione del rischio idrogeologico. Il PTCP articola l’AIL nelle seguenti aree di specifico interesse: AIL H - Piana Acerrana Ha % Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 69 0,8% Aree e componenti d'interesse rurale 7041 82,4% Aree e componenti d'interesse urbano 1437 16,8% Aree complessive* 8547 100,0%
(***) Le aree calcolate sono indicative e rappresentano i luoghi che sicuramente hanno i caratteri identitari dell’AIL tralasciando le aree a margine dove i caratter identitarii si fondano con quelli degli AIL vicini
2. Aree di interesse naturalistico e rurale Per quanto riguarda le caratteristiche delle superfici agricole e naturali, la piana acerrana è la seconda più importante zona agricola della provincia (oltre 7700 ha di superfici coltivate), in cui sono presenti sistemi colturali orticoli a bassa biodiversità (circa il 50% della superficie totale) e sistemi colturali ad alta biodiversità che insieme alle residue aree naturali rappresentano il 30% della superficie. Grazie alle caratteristiche pedoclimatiche eccellenti, l’Ail è caratterizzato da estesa orticoltura intensiva, anche di pregio (IGP Pomodoro San Marzano, DOP Mozzarella di bufala campana), con forte presenza di serre nella zona occidentale. La vocazione agricola è anche data dalla forte incidenza della superficie agraria su quella territoriale (il 67% del territorio comunale di Acerra è destinato all’agricoltura) e dalla percentuale della popolazione che è dedita all’agricoltura (per Acerra il 15%) con retribuzioni medie interessanti. E’ una delle poche zone della provincia che vede crescere la superficie agraria nell’ultimo decennio. Va segnalata anche la presenza di numerosi allevamenti avicoli che determinano una grande disponibilità di sostanza organica necessaria a mantenere o ripristinare la fertilità dei suoli. Nell’Ail vengono evidenziati come rischi per la qualità dei suoli e dei prodotti destinati all’alimentazione la presenza di aree dismesse ed in via di dismissione, lo smaltimento illegale di rifiuti anche tossici, la presenza di insediamenti industriali e di impianti tecnologici inquinanti.
FATTORI STRUTTURANTI
2 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
AREE DI INTERESSE NATURALISTICO
ALTRE AREE DI INTERESSE Acque, aree a pascolo, a ricolonizzazione naturale, boschi (59 ha pari l'1% della superficie)
AREE DI INTERESSE RURALE FATTORI STRUTTURANTI Frutteti (159 ha pari al 2% della superficie) Sistemi colturali complessi, Frutteti promiscui (949 ha pari al 13% della superficie)
ALTRE AREE DI INTERESSE Colture erbacee (1445 ha pari al 19% della superficie) Ortive (3200 ha pari al 42% della superficie) Serre (32 ha pari allo 0.5 % della superficie)
Sono stati considerati strutturanti del paesaggio della Piana Acerrana, i frutteti, prevalentemente all'interno di sistemi colturali complessi e le superfici con tracce della centuriazione. Questo AIL infatti è la zona provinciale che ne conserva maggiormente la leggibilità dei tracciati. Le piccolissime aree naturali sopravvissute devono essere strettamente tutelate e dove possibile rafforzate. Le colture consociate (orti e frutteti consociati). Grazie alle straordinarie condizioni di fertilità del suolo, alle favorevoli condizioni climatiche ed alla storica penuria di terre coltivate, nel territorio della Provincia di Napoli, si è molto diffuso l’uso del suolo con più colture nel tempo (rotazioni ed avvicendamenti classici), ma anche nello spazio, con presenza di colture arboree consociate temporaneamente a colture generalmente ortive. E’ l’unica parte del mondo in cui è possibile ottenere 3 raccolti in un anno (es. pomodoro da aprile a agosto, cavolfiore da agosto a dicembre, patata novella o finocchio da dicembre a aprile). Molto nota è anche l’agricoltura “a 3 piani” costituita da fruttiferi alti (ciliegio o noce), consociati a fruttiferi bassi (agrumi o vite) ed a ortive invernali (cavoli, insalate,….). Questo uso promiscuo presenta numerosi aspetti positivi sull’ambiente e sulle condizioni socio- economiche: • l’elevata redditività consente di ottenere redditi soddisfacenti per il sostentamento di una famiglia contadina con soli 3000 m2 (un moggio); • aumenta i livelli di biodiversità dell’agro-ecosistema e quindi la sua stabilità, grazie alle maggiore presenza di uccelli e insetti utili con conseguente riduzione della necessità di fitofarmaci; • conferisce al paesaggio agrario una maggiore naturalità e di variabilità, in contrasto con gli appezzamenti coltivati con un'unica specie (monocoltura) che determina una maggiore monotonia del paesaggio. La rete centuriata romana, che rappresenta il sistema agrimensorio più caratteristico di tutta l’antichità classica (Gentile, 1955), ha fornito la trama su cui si sono insediate numerosissime masserie e casali che hanno costituito i capisaldi intorno ai quali è stato organizzato fino al dopoguerra tutto l’assetto territoriale dell’intera Piana campana (De Seta et al., 1984), caratterizzando il paesaggio con le linee impresse dalla divisione geometrica degli antichi agrimensori militari romani per l’assegnazione di terre ai legionari veterani, rimarcate da filari di alberi frangivento e delimitatori (Manzi, 1974). Le tre pianure ai piedi del Vesuvio (napoletana, sommese e sarnese) rappresentano un ottimo esempio della complessità delle tecniche di suddivisione del territorio in epoca romana. Infatti, sono state rinvenute ben 7 reti centuriate differenti per modulo e per estensione, tra le quali sono riconoscibili ancora delle tracce nella centuriazione Acerra-Atella (AA.VV., 1987), che hanno conferito ai paesaggi agrari del territorio la caratteristica suddivisione ortogonale.
3. Fattori storici e caratteri recenti dell’insediamento rurale Le cartografie dei primi del ‘900 presentano la piana come un esteso territorio agricolo destinato prevalentemente a frutteti, caratterizzato dalla fitta rete di canalizzazioni dei Regi Lagni, dall’insediamento di Acerra che si presenta isolato nel contesto agricolo, da una presenza diffusa di masserie e piccoli casali. Dagli anni ’70 i processi di sviluppo industriale danno inizio anche nella piana acerrana a trasformazioni territoriali consistenti con il progressivo insediamento degli agglomerati industriali Asi di Caivano e di Acerra, la realizzazione di infrastrutture viarie di notevole impatto ambientale (Asse di supporto; Asse mediano; bretella di raccordo tra Asse mediano e strada statale 7 bis; autostrada A30), la localizzazione di alcuni impianti tecnologici di grande dimensione (impianti di depurazione e,
3 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli ancora in fase di realizzazione, il termovalorizzatore), l’espansione del centro di Acerra, la densificazione dell’edificato lungo la viabilità di collegamento tra i centri maggiori. Nonostante le trasformazioni, nella piana acerrana attualmente è ancora possibile riconoscere la permanenza di alcuni elementi peculiari del paesaggio agrario storico: le ampie superfici destinate alla produzione agricola prive di insediamenti (aree a nord di Acerra e aree lungo il raccordo autostradale Napoli-Caserta); le masserie risalenti alla fine dell’800 e diffuse nel territorio di Acerra e in quello di Caivano (casa Spinelli; masseria Buonocore; masseria Sanganiello; masseria Lizzi); manufatti diffusi nel territorio agricolo di grande interesse documentale (mulini, vasche per la macerazione della canapa, ponti); le siepi e i filari di alberi che fiancheggiano gli appezzamenti agricoli e, con maggiore continuità, il canale principale dei Regi Lagni.
4. Fattori storici e caratteri recenti dello sviluppo urbanizzativo e delle centralità L’insediamento consolidato di Acerra si presenta con una struttura complessa e compatta: il tessuto storico, di rilevante interesse storico e culturale, è caratterizzato da un impianto urbano di forma quadrilatera, da un sistema viario ortogonale e da edifici di elevato valore architettonico; le espansioni realizzatesi fino agli anni ’70 si sono articolate con continuità e coerenza lungo i tracciati viari ortogonali; le espansioni più recenti invece sono estese e frammentate e presentano nella maggior parte dei casi impianti incompiuti, scarsa qualità urbana, sia dal punto di vista morfologico che funzionale, e un’accentuata frammentazione dei margini. Si riconoscono sviluppi insediativi di una certa rilevanza lungo gli assi locali di collegamento ai centri maggiori e alla viabilità di interesse territoriale, a nord-est verso la strada statale 7 bis, a sud verso la strada statale 162 e l’area industriale di Pomigliano. Gli agglomerati industriali di Acerra e Caivano realizzati negli anni ’80 con il piano di sviluppo industriale dell’Asi, si caratterizzano come aree autonome e isolate dagli insediamenti urbani non presentando elementi di continuità fisica o attrezzature e servizi di interesse urbano. Di elevato interesse storico-archeologico e paesaggistico, sono i ruderi dell’antica città aurunca di Suessola presso i quali sono stati rinvenuti i resti di una necropoli con tombe e corredi funerari risalenti a periodi diversi, dal sec.VIII al IV a.Cristo.
5. Situazione socioeconomica e dinamica delle attività produttive La piana acerrana rappresenta la seconda più importante zona agricola della provincia con oltre 7700 ha di superfici coltivate. La vocazione agricola è anche data dalla forte incidenza della superficie agraria su quella territoriale (il 67% del territorio comunale di Acerra è destinato all’agricoltura) e dalla percentuale della popolazione che è dedita all’agricoltura (per Acerra il 15%) con retribuzioni medie interessanti. E’ una delle poche zone della provincia che vede crescere la superficie agraria nell’ultimo decennio. Dagli anni ’70 è comunque iniziato un processo di sviluppo industriale che ha dato inizio anche nella piana acerrana a trasformazioni territoriali consistenti. Il progressivo insediamento degli agglomerati industriali Asi di Caivano e di Acerra, la realizzazione di infrastrutture viarie di notevole impatto ambientale (Asse di supporto; Asse mediano; bretella di raccordo tra Asse mediano e strada statale 7 bis; autostrada A30), la localizzazione di alcuni impianti tecnologici di grande dimensione (impianti di depurazione e, ancora in fase di realizzazione, il termovalorizzatore), l’espansione del centro di Acerra, la densificazione dell’edificato lungo la viabilità di collegamento tra i centri maggiori, hanno sottratto territorio agrocolo e rafforzato un’idendità anche industriale dell’area che comunque dal 2001 registra un calo degli addetti nell’industria, nel commercio e nelle costruzioni mentre sono cresciuti gli addetti nei servizi alle imprese e nel comparto ‘altre industrie’.
6. Situazione della mobilità e delle infrastrutture L’AIL è interessato, nel suo settore occidentale, dalla linea AV-AC Roma-Napoli-Battipaglia, in corso di realizzazione, con la “stazione porta” ad Afragola. La realizzazione della linea AV-AC e la conseguente riorganizzazione complessiva del trasporto su ferro comporterà, nel territorio dell’Ail in esame, la deviazione del tracciato della tratta ferroviaria RFI Cancello-Napoli finalizzata ad eliminare l’attraversamento in superficie del centro di Acerra e, di conseguenza, tutte le interferenze che non sono compatibili su una linea di raccordo ad un servizio ad alta frequenza. Per quanto riguarda i trasporti su ferro, l’Ail è servito dalla la linea FS Napoli-Cancello, con andamento nord-sud, che attraversa il centro urbano di Acerra.
Le direttrici viarie principali che interessano l’Ail sono : • con andamento nord-sud, l’autostrada A1 Milano-Napoli che attraversa trasversalmente l’Ail e segna il confine tra Caivano e Acerra; • la strada statale 162 che attraversa l’insediamento di Acerra da est a ovest; • l’ “asse mediano”, superstrada est-ovest che segna il limite sud dell’AIL; • l’”asse di supporto”, strada a scorrimento veloce che collega Nola a Villa Literno, realizzata come sostegno infrastrutturale agli agglomerati industriali delle aree napoletana e casertana; • l’autostrada A30 che segna il confine orientale dell’Ail e non ha svincoli sul territorio di Acerra.
4 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
7. Risorse paesistiche e ambientali Oltre alla disponibilità sull’intero territorio dell’Ail, e sui territori ad esso prossimi, di aree e beni archeologici, culturali, storici e ambientali di rilievo, l’Ail dispone di emergenze paesaggistiche significative che fanno riferimento alle citate sopravvivenze delle antiche trame agrarie, alla presenza diffusa di masserie isolate, al paesaggio agrario ancora fortemente caratterizzato dall’estensione di campi coltivati a frutteti.
Gli elementi con incidenza paesaggistica di seguito elencati rappresentano valore e significato di elementi costitutivi e connotativi del paesaggio storico.
La loro individuazione discende dalla lettura incrociata dei seguenti dati: Valutazione della valenza paesaggistica posseduta da quei beni culturali per i quali è già riconosciuto l’interesse storico – architettonico dichiarato nei decreti ministeriali di vincolo; Individuazione tra i beni culturali appartenenti a quelli di cui all’art. 12 comma 1 del D.LGS. 22/01/2004 n. 42, di quelli significativi ai fini della conformazione del paesaggio, della connotazione della città storica ovvero della scena urbana. Elenco dei Beni Vincolati
DENOMINAZIONE COMUNE DECRETO
Strutture del Teatro Romano del Acerra Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Castello di Acerra – Castello Cardenas, piazza Castello
Convento e Chiesa dell’Annunziata Acerra Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 – Chiesa e Campanile del Suffragio, via Purgatorio al Castello
Duomo e Palazzo Vescovile di Acerra Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Acerra, piazza Duomo
Chiesa Vecchia, frazione Casolla Caivano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Valenzana
Castellone, in località Caivano Sant’Arcangelo
Area Archeologica di Suessola, Acerra località omonima
Casina Cardenas – Spinelli e Torre Acerra Decreto Ministero Beni Culturali e Ambientali Longobarda di Suessola, località del 21/07/1994 Suessola
8. Criticità ambientali e funzionali La situazione complessiva dell’area è caratterizzata da elementi di criticità legati in modo prevalente alla scarsa qualità degli insediamenti, allo stato di isolamento e degrado dei beni culturali, alla presenza diffusa nelle aree agricole di serre e ai problemi di inquinamento dei suoli per un uso eccessivo di concimi e fitofarmaci e per lo smaltimento illegale di rifiuti anche tossici.
9. Specificazione delle linee strategiche generali per ambiente e paesaggio, insediamenti,attività, mobilità
Nella strategia di sviluppo proposta dal Piano per il territorio dell’Ail Piana Acerrana l’orientamento progettuale punta alla tutela delle aree agricole, alla riqualificazione delle componenti insediative e al raggiungimento di condizioni di maggiore equilibrio ambientale.
In particolare, il Piano è orientato:
• a potenziare la centralità dell’insediamento di Acerra attraverso interventi orientati a consolidarne l’immagine e il ruolo legato alle attività di produzione e ricerca; a qualificare la struttura insediativa storica;
5 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
• a riqualificare gli insediamenti di recente edificazione rafforzando l’offerta di servizi e di funzioni urbane di livello superiore; • alla tutela delle strutture insediative che presentano un interesse culturale e ambientale in relazione ai processi storici che le hanno prodotte o un valore documentario; • riqualificare le espansioni edificate recenti in modo da conferire connotazioni compatibili con i caratteri paesaggistici del contesto e migliorare la qualità del paesaggio edificato, anche attraverso interventi orientati alla riqualificazione e all’incremento degli spazi pubblici percorribili e delle aree verdi come elementi di raccordo con le altre componenti dotate di maggiore identità e valore paesaggistico (insediamenti storici, beni culturali, paesaggio agricolo,..); • al potenziamento delle relazioni tra beni archeologici e culturali e beni ambientali e ad agevolare l’accessibilità e la fruizione delle risorse dell’intero ambito attraverso la realizzazione di una rete integrata di servizi e di aree attrezzate; • alla costituzione del “Parco agricolo dei Regi Lagni”, e dunque alla riqualificazione ambientale e paesaggistica del territorio attraverso la tutela e valorizzazione delle canalizzazioni storiche, il mantenimento del loro ruolo idraulico attivo, il recupero della qualità delle acque e della vegetazione presente lungo le sponde; il restauro ambientale e paesaggistico dei siti interessati dalla presenza di cave e discariche; la mitigazione degli impatti ambientali e paesaggistici prodotti dalla presenza di attività e manufatti di tipo economico-produttivo, tecnologico o di servizio quando non sia possibile una loro delocalizzazione. • alla tutela delle aree agricole intercluse negli insediamenti; • alla tutela e valorizzazione delle aree agricole di particolare rilevanza agronomica e paesaggistica per le quali il Piano è orientato ad evitare alterazioni e trasformazioni non congruenti (frutteti; tracce di centuriazione).
10. Piani e programmi in corso
L’AIL è interessato da alcuni progetti di programmazione negoziata per lo sviluppo locale urbano, ed in particolare dal − PIT - Città del fare, che riguarda oltre ad Acerra, i comuni di Afragola, Caivano, Cardito, Brusciano, Casalnuovo di Napoli, Castello di Cisterna, Mariglianella, Pomigliano d'Arco.Il Pit è diretto a rafforzare la capacità competitiva del Sistema Locale dell'area a Nord-Est di Napoli, attraverso la valorizzazione delle risorse umane ed imprenditoriali presenti sul territorio, la promozione del miglior utilizzo delle significative aree industriali esistenti e la costituzione di un sistema integrato di servizi alle imprese. − Il progetto della Stazione di porta della linea Alta Velocità ad Afragola e della sistemazione ambientale dell'area circostante, approvato con l’Accordo di Programma del 1997, è in corso di realizzazione. La stazione Napoli-Afragola, posta ai margini dell'ambiente insediativo, ma influente su di esso per gli effetti indotti, viene interpretata come una grande infrastruttura- attrezzatura di carattere metropolitano, motore per la realizzazione di interventi tesi allo sviluppo dell’area, secondo principi di riqualificazione ambientale. Il piano conseguente all'accordo di programma definisce, infatti, oltre alla realizzazione della linea TAV, della stazione TAV di Napoli Afragola e della nuova connessione con Napoli centrale, il recupero della rete idrografica storica; la sistemazione di un nuovo parco (agricolo dei Regi Lagni) centrato sul Comune di Caivano; la sistemazione del parco archeologico nell’area dell’antica città di Suessola. Tra le proposte di progetti urbani avanzati su questa parte del territorio, si ricorda quello relativo al “Parco pubblico Bosco di Calabricito” nell’ambito del territorio comunale di Acerra e l’idea-progetto del “Programma integrato per lo sviluppo dell’area dei Regi Lagni come Business Park per l’agricoltura e le connesse attività di trasformazione”, elaborato nell’ambito del progetto-pilota per l’adeguamento della strumentazione tecnico-urbanistica ed economicaprogrammatoria (PON “Assistenza tecnica e azioni di sistema” del QCS Italia Obiettivo 1 2000-2006) su commissione dei Comuni di Acerra, Brusciano, Caivano, Cardito, Casalnuovo di Napoli, Castello di Cisterna, Mariglianella e Pomigliano d’Arco, che interpreta il sistema dei Regi Lagni come “un fattore d’ordine e di razionalizzazione delle strutture insediative, un elemento di riequilibrio ambientale e di rifondazione del rapporto9tra spazi apoerti e città”. Inoltre, si ricorda che il comune di Acerra è interessato alla localizzazione di carattere sovracomunale del Polo Pediatrico Mediterraneo che interesserà un’area pari a 180.000 mq ad est dell’abitato di Acerra. Nel PTR L’AIL Piana Acerrana ricade quasi completamente nel STS “NAPOLI NORD-EST” a dominante urbano-industriale, costituito dai comuni di Acerra, Afragola, Brusciano, Caivano, Cardito, Casalnuovo di Napoli, Castello di Cisterna, Crispano, Pomigliano d’Arco. e in piccola parte nel STS “NOLANO”.Per il primo STS in questione si prevede: “Realizzazione di servizi di supporto alla stazione di porta dell’Alta Velocità; incremento di servizi pubblici e privati di livello superiore; integrazione funzionale delle attività della grande distribuzione. Valorizzazione del ruolo legato alle attività di produzione e ricerca del triangolo Pomigliano-Acerra- Casalnuovo attraverso la “messa in rete” e l’integrazione dei servizi; incremento delle funzioni urbane di livello superiore in una logica di complementarietà tra i diversi centri/ambiti del sistema”
6 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
1 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Descrizione Ambiente Insediativo
1. Caratteristiche del territorio L’AIL “Area napoletana” si presenta come un territorio complesso e fortemente urbanizzato che comprende l’ambito di paesaggio del Centro Storico, quelli collinari del Vomero e di Posillipo, e quello dell’Area Orientale di Napoli. L’AIL in esame, che risulta in parte compreso nella regione vulcanica dei Campi Flegrei, confina ad ovest con la piana alluvionale di Bagnoli-Fuorigrotta, a nord-ovest con il sistema collinare dei Camaldoli, a nord con quello dei Colli Aminei, di Capodichino e Poggioreale, ad est con i territori dei comuni finitimi di Volla, Cercola e San Giorgio a Cremano. È composto da una parte collinare (Posillipo, Vomero), propaggine del sistema di alture culminanti nei Camaldoli (che territorialmente ricadono nell’AIL Colline di Napoli), da una serie di conche degradanti verso il mare contornate dalle colline già citate (quelle che costituiscono il margine settentrionale appartengono all’AIL Nord di Napoli), e da una parte pianeggiante di origine alluvionale (piana del Sebeto) che, a oriente (quartieri di Barra e Ponticelli), inizia a risalire verso le pendici del Vesuvio. L’originaria morfologia della costa è difficile da ricostruire in seguito ai fenomeni alterni del bradisismo flegreo nonché in rapporto alle imponenti trasformazioni antropiche. Alle spalle del litorale, fra le conche già richiamate si distinguono quelle di Chiaia e di Neapolis, resti della parte più orientale dei sistemi craterici flegrei. Dal punto di vista geologico, l’AIL è costituito da depositi alluvionali, palustri e di spiaggia delle piane costiere ed intracrateriche e da coperture di prodotti piroclastici eterometrici, a luoghi rimaneggiati ed a matrice prevalente, con aree di limitata estensione costituite da tufo, compresi in un intervallo altimetrico di 0-500 m s.l.m. L’AIL è caratterizzato da una permeabilità per pori, assai variabile ma in genere piuttosto bassa per i depositi alluvionali ed una permeabilità variabile in funzione della granulometria prevalente nei depositi piroclastici. La vulnerabilità di tali unità è connessa prevalentemente alla vulnerabilità medio-alta della falda, ad una pericolosità vulcanica medio-bassa ed a fenomeni di crolli di blocchi tufacei lungo il versante sud-occidentale della Collina di Posillipo.
Il PTCP articola l’AIL nelle seguenti aree di specifico interesse: AIL I - Area Napoletana Ha % Aree e componenti d'interesse naturalistico 51 0,7% Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 1902 27,6% Aree e componenti d'interesse rurale 852 12,4% Aree e componenti d'interesse urbano 3931 57,0% Aree di criticità e degrado 13 0,2% Nodi e reti per la connettività territoriale 142 2,1% Aree complessive*** 6890 100,0%
(***) Le aree calcolate sono indicative e rappresentano i luoghi che sicuramente hanno i caratteri identitari dell’AIL tralasciando le aree a margine dove i caratter identitarii si fondano con quelli degli AIL vicini
2. Aree di interesse naturalistico e rurale Il 73% della superficie di questa area è urbanizzata. I suoli sono per il 13.9% ad alta biodiversità, per il 6.6% ad alta sensibilità ambientale e per il 5.8% sono in precario equilibrio con l’ambiente. In particolare in questi ultimi un’eventuale processo di degrado può portare queste tipologie di suoli a processi di desertificazione e di perdita permanente della fertilità. Caratteristiche delle superfici agricole e naturali Naturalmente è la zona più urbanizzata della provincia, in cui residuali appaiono le aree naturali nella zona occidentale (Posillipo) per poco più del 4% della superficie e quelle agricole, soprattutto nella parte orientale, per circa il 13 % della superficie totale.
AREE DI INTERESSE NATURALISTICO FATTORI STRUTTURANTI
2 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Boschi di latifolie e boschi misti, cespuglieti e vegetazione sclerofilla 304 ha pari al 6% della superficie
ALTRE AREE DI INTERESSE
AREE DI INTERESSE RURALE FATTORI STRUTTURANTI
Frutteti e Frutti Minori (19 ha pari allo 0.4% della superficie) soprattutto verso la zona vesuviana. Sistemi colturali complessi (143 ha pari al 3% della superficie)
ALTRE AREE DI INTERESSE
Colture erbacee (201 ha pari al 4% della superficie) Terrazzamenti (16 ha pari allo0.3% della superficie). Sono da considerarsi aree di criticità e di degrado, le serre con una superficie di 38 ha pari all’1 % della superficie.
Sono stati considerati strutturanti del paesaggio dell'area Napoletana, i frutteti spesso promiscui e tutte le residue aree naturali. L’agricoltura dell’area napoletana viene effettuata in aree residuali ormai comprese all’interno di un tessuto variamente urbanizzato che vanno assolutamente tutelate in quanto rappresentano le uniche discontinuità nel tessuto urbano impermeabilizzato. La conservazione all'uso agricolo di tali aree è particolarmente importante anche in considerazione della bassa presenza di verde urbano nell'area Napoletana. L’attività agricola con alto rischio di impatto ambientale (colture ortive intensive e serre che normalmente richiedono alti input agro-chimici ed intense lavorazioni del suolo che stimolano la degradazione della sostanza organica), deve essere indirizzata verso forme eco-compatibili con maggiore biodiversità.
3. Fattori storici e caratteri recenti dell’insediamento rurale È nota la storia degli insediamenti nel territorio napoletano, dalla prima fondazione greca di Parthenope sul monte Echia (Pizzofalcone) a quella successiva di Neapolis sui terrazzamenti culminanti con il dosso di Caponapoli, alla evoluzione della città in epoca romana e, poi, nel Medio Evo, alla sua crescita in superficie e densità nell’età moderna. I fattori determinanti dell’insediamento antico nella logica dell’emporio sono certamente da riconoscere nelle favorevoli opportunità di approdo su una costa dotata di un retroterra ricco di risorse agricole e di opportunità di scambio con le popolazioni osco-sannite. Ma giocò presto un ruolo rilevante l’amenità e la fertilità dei luoghi: in epoca imperiale si moltiplicarono nella fascia costiera le ville per il soggiorno di ricchi romani (si ricordano soprattutto quella di Licinio Lucullo sul monte Echia e quella di Vedio Pollione a Posillipo), mentre nell’ager ad oriente si realizzavano colonizzazioni agricole attraverso delimitazioni centuriate. In epoca bizantina iniziò la storia di Napoli capitale, prima, di un piccolo ducato, poi, di un regno di importanza crescente anche alla scala europea, con le ovvie trasformazioni urbane che la resero una delle città di ancienne regime più significative dell’intero continente. Dopo l’unificazione nazionale le trasformazioni infrastrutturali e le ristrutturazioni urbanistiche, anche estese, non sono riuscite a contrastare il declino materiale ed immateriale della città, costante nonostante la crescita quantitativa dell’urbanizzato intorno al nucleo storico. La presenza di castelli e fortezze, palazzi e chiese, teatri e conventi testimonia ancora oggi lo splendore del passato, con il quale ancor più stridente è il contrasto della scarsa qualità delle edificazioni del secondo dopoguerra che – obbedendo quasi sempre a incontenibili logiche affaristiche – hanno soffocato i tessuti antichi cementificando intensivamente la cornice collinare e intasando ulteriormente il contesto urbano, con grave pregiudizio anche per le diverse opportunità
3 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli economico-sociali dello sviluppo capitalistico, dalla fase dell’industrializzazione fordista a quella della globalizzazione.
4. Fattori storici e caratteri recenti dello sviluppo urbanizzativo e delle centralità L’AIL comprende soltanto una parte dell’aggregato urbano napoletano: le dinamiche recenti individuabili in tale parte dipendono spesso da più vasti meccanismi evolutivi. La conferma negli anni ’50 delle presenze industriali di base (siderurgia/cemento a ovest e raffinazione del petrolio ad est) ha condizionato per alcuni decenni le relazioni fra città e contesto “metropolitano”: la città si fregiava di una apparenza industriale, che mascherava la sua realtà fatta di produttivo sommerso e, soprattutto, di attività del settore edilizio-immobiliare e di terziario tradizionale. Sotto il profilo materiale, la crescita edilizia ha prima saturato gli spazi interni al territorio comunale, poi si è saldata all’analoga crescita nei comuni contermini della fascia costiera vesuviana, dei territori flegrei, della “galassia” settentrionale, sfruttando il reticolo stradale e la significativa rete di collegamenti ferroviari locali come supporto della trasformazione insediativa. Negli anni ’60 sono stati programmati gli interventi più cospicui: la grande viabilità (un sistema di autostrade urbane articolate intorno alla “tangenziale”) e il centro direzionale (un intensivo riuso di aree industriali dismesse a ridosso del centro storico), che hanno ulteriormente contribuito alla congestione della parte centrale della città in direzione della quale hanno continuato a gravitare flussi motorizzati da una più estesa periferia metropolitana. L’unica centralità “nuova” alla scala urbana è emersa nell’area di Fuorigrotta per la concentrazione in un breve raggio di grandi servizi (attività ricreative e fieristiche nella ex Mostra d’Oltremare, impianti sportivi e per lo sport-spettacolo di rango sovracomunale, sedi universitarie, centro Rai, Istituto Motori CNR ecc.), anche grazie alla presenza di efficienti collegamenti “metropolitani” su ferro. Sul finire del secolo XX la dismissione delle industrie di base ha aperto la strada alla prefigurazione di nuove centralità sia a Bagnoli-Coroglio che a Poggioreale-San Giovanni a Teduccio, in vista delle quali sono in corso operazioni di riassetto infrastrutturale, che coinvolgono anche la parte orientale del porto. Il miglioramento della mobilità su ferro con l’ammodernamento e la interconnessione delle linee “storiche” e la realizzazione di nuove linee (metro collinare, nuova alifana) hanno favorito anche la concentrazione del commercio in alcuni quartieri, come il Vomero, in precedenza quasi solo residenziali.
5. Situazione socioeconomica e dinamica delle attività produttive Dato che l’AIL costituisce gran parte del comune di Napoli, possono essere significative per esso le indicazioni di scala comunale sulle tendenze demografiche: la popolazione residente diminuisce nell’intera città (oltre 60mila abitanti in meno fra 1991 e 2001; oltre 9mila abitanti in meno nel solo 2006) evidentemente per negatività dei saldi migratori, dal momento che l’indice di vecchiaia della popolazione napoletana è pari a poco più di 91, laddove la media nazionale supera il valore di 131 (va tuttavia segnalato che negli ambiti del Vomero e di Posillipo, nei quali si registrano prodromi di gentryfication, la popolazione è mediamente più anziana che nel resto dell’AIL).
Per quel che riguarda gli indici di specializzazione per addetti, essi risultano maggiori di uno nei settori “altre industrie”, “servizi alle imprese” e “servizi alla persona”. Le trasformazioni in atto sono abbastanza confuse e non riferibili ad un modello schematico di de-industrializzazione/ terziarizzazione: nel decennio 1991-2001 si è registrato infatti un decremento nell’industria manifatturiera (-34,95%) contro un aumento nelle “altre industrie” (93,27%) e un aumento ridotto nelle costruzioni (8%); nel terziario, poi, colpisce il decremento nel commercio (-16,32%), probabilmente legato alla chiusura di piccoli negozi in seguito all’apertura di grandi centri commerciali, e impressiona negativamente il decremento dei servizi alla persona (-75,12) mentre il turismo mostra un netto aumento, pari al 24,96%. Rimane perciò aperta la questione dell’identità economico-sociale che la città di Napoli intende proporre. Alcune tendenze potrebbero rafforzarsi: dovrebbero, infatti, potenziarsi quelle attività legate al porto di Napoli, il cui rilancio non riguarda solo il flusso turistico delle grandi navi da crociera, ma anche il movimento delle merci containerizzate specie di provenienza asiatica. In questo contesto potrebbe aversi un aumento più deciso dei servizi alle imprese. Per il settore delle costruzioni, dovrebbero costituire un volano stabilizzante le necessarie attività di manutenzione/ riqualificazione del patrimonio edilizio e delle dotazioni infrastrutturali. Anche le attività del turismo potrebbero espandersi e diversificarsi, specie se si realizzeranno gli interventi previsti per la valorizzazione di nuovi beni culturali, ma preoccupano molto a tali fini la peggiorata condizione ambientale e la insoddisfacente qualità della vita (di cui può essere segnale anche il decremento dei servizi alla persona), nonché la perdurante microcriminalità.
6. Situazione della mobilità e delle infrastrutture Com’è noto, il processo urbanizzativo napoletano, molto mal governato negli anni della grande crescita edilizia, ha prodotto una struttura insediativa asfittica, che rende assai difficile la mobilità
4 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli urbana. Il tessuto storico, strutturalmente inadatto a sopportare intensi flussi di traffico nelle modalità contemporanee, continua ad ospitare funzioni rare e di rango non locale; le espansioni recenti hanno sfruttato fino all’inverosimile la scarsa accessibilità fornita dalle arterie preesistenti, integrandole solo con il reticolo minimale dei percorsi di lottizzazione, e ciò non ostante ospitano a loro volta funzioni polarizzanti: concentrazioni di attività commerciali, servizi pubblici e/o privati anche di rango più che locale. I grandi interventi stradali degli anni ’70 (tangenziale ecc.) hanno migliorato la situazione per gli spostamenti a medio-lungo raggio, producendo indirettamente, tuttavia, due tipi di contraddizioni: hanno ampliato il bacino gravitazionale sul centro di Napoli, incrementando così i flussi di traffico; vengono fortemente penalizzati da alcuni insediamenti polarizzanti al loro margine (centro direzionale) non ancora adeguatamente serviti dal ferro, che inducono proprio sulla tangenziale carichi di punta spesso insostenibili. Nei lustri più recenti si è prodotto un grande sforzo per il miglioramento della mobilità che comincia a dare frutti positivi: si è potenziata e interconnessa la rete del trasporto collettivo su ferro, si è razionalizzato il trasporto collettivo su gomma, si è operata una gerarchizzazione di base del reticolo stradale, si sono realizzate alcune importanti zone a traffico limitato e aree pedonali. Il bilancio è abbastanza positivo nel centro storico e sulla collina vomerese; lo è meno per quanto riguarda Posilllipo, penalizzata dal condizionamento geomorfologico e dalla difficoltà di interconnessione con la rete del ferro; è ancora negativo nella parte centro-orientale, per la disorganicità del sistema infrastrutturale-insediativo, su cui tardano ad incidere le progettate riorganizzazioni strategiche.
7. Risorse paesistiche e ambientali Non occorre spendere molte parole per confermare lo straordinario valore paesaggistico del territorio incluso nell’AIL, sia per la ricchezza delle articolazioni morfologiche correlate con la natura vulcanica, profondamente rimodellata, della maggior parte di esso, sia per la rilevanza del patrimonio storico-culturale, sia per il peculiare rapporto con il mare. Né va sottovalutato – al di là degli stucchevoli stereotipi o delle deteriori banalizzazioni – l’originalissimo rapporto fra ambiente e paesaggio napoletani e cultura tradizionale della popolazione, che concorre a rendere quanto mai riconoscibile il paesaggio come fattore decisivo per l’identità locale, in tal senso – naturalmente – registrando con adeguata attenzione tanto gli aspetti positivi prodotti da natura e storia quanto gli aspetti negativi da attribuire alla massiva speculazione edilizia contemporanea. Sotto questo profilo, ad un’osservazione di lungo raggio emergono con tutta evidenza gli elementi strutturanti, nel loro chiaroscuro: la costa, disordinatamente artificializzata dal confine orientale dell’AIL fino al centro cittadino, poi connotata da un water front urbano di grande valore formale, infine articolata in uno straordinario intreccio natura-artificio da Mergellina a Capo Posillipo; la cornice collinare, contrappunto a Posillipo di verde e di costruito (anche di mal costruito), totalmente cementificata nel tratto del Vomero (ma con le due straordinarie isole verdi della Floridiana e del colle di San Martino), aggredita ancora, sul margine Scudillo-Capodimonte, dall’edificazione dequalificata che non è riuscita però a cancellare alcuni fondali tufacei e alcuni relitti verdi intorno al parco della Reggia di Capodimonte o all’Osservatorio; i tessuti storici compatti, punteggiati di cupole e campanili e segnati dalle emergenze dei castelli superstiti, ma anche violentati dai “grattacieli sui vicoli”, dal Rione Carità al centro direzionale; il conglomerato ex industriale della piana, repertorio di tipologie e stilemi riconoscibili e di sedimenti indistinti, in cui cominciano a emergere nuove forme cui potrebbe agganciarsi la costruzione di un nuovo paesaggio; le grandi infrastrutture, incerte fra inserimenti violenti e peculiari matrici paesaggistiche (si pensi al porto). In una realtà siffatta, si percepisce con eccezionale evidenza la inseparabilità fra ambiente, paesaggio e urbanistica. Risulta, inoltre, vincolato l’intero territorio di Portici dal D. M. 4/10/1961 e l’intero territorio di San Giorgio a Cremano dal D. M. 28/03/1985. Gli elementi con incidenza paesaggistica di seguito elencati rappresentano valore e significato di elementi costitutivi e connotativi del paesaggio storico. La loro individuazione discende dalla lettura incrociata dei seguenti dati: Valutazione della valenza paesaggistica posseduta da quei beni culturali per i quali è già riconosciuto l’interesse storico – architettonico dichiarato nei decreti ministeriali di vincolo; Individuazione tra i beni culturali appartenenti a quelli di cui all’art. 12 comma 1 del D.LGS. 22/01/2004 n. 42, di quelli significativi ai fini della conformazione del paesaggio, della connotazione della città storica ovvero della scena urbana.
Elenco dei Beni Vincolati
DENOMINAZIONE COMUNE DECRETO
Villa e Parco della Floridiana Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1
Castello Aselmeyer Napoli
5 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Tomba di Virgilio Napoli
Certosa di San Martino Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1
Castel Sant’Elmo Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1
La Gaiola Napoli
Area archeologica di Villa Napoli Pausillypon
Torre Ranieri Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e Ambientali del 8/03/1982
Borgo di Marechiaro Napoli
Villa Rosbery Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1
Villa Gallotti a Riva Fiorita Napoli Decreto Ministero Pubblica Istruzione del 21/11/1922
Villa Volpicelli Napoli
Palazzo Donn’Anna Napoli Decreto Ministero Pubblica Istruzione del 12/02/1928
Villa Pignatelli e Parco Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1
Villa Comunale Riviera di Chiaia Napoli
Palazzo Cellammare Napoli Decreto Ministero Pubblica Istruzione
Castel dell’Ovo Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1
Borgo Marinaro Napoli
Lungomare Partenope - Nazario Napoli Sauro
Accademia della Nunziatella Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1
Chiesa e Colonnato di San Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Francesco di Paola
Palazzo Reale Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1
Galleria Umberto I Napoli Decreto del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali del 12/08/1997
Castel Nuovo Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1
Stazione Marittima Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1
Chiesa dell’Immacolatella al Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Porto
6 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Chiesa Convento e Campanile di Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Santa Chiara
Chiesa Convento e Campanile Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 del Gesù Nuovo e Guglia dell’Immacolatella
Port’Alba Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1
Guglia e Chiesa di San Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Domenico Maggiore
Museo Archeologico Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1
Porta San Gennaro Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1
Chiesa della Madre del Buon Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Consiglio a Capodimonte
Osservatorio astronomico Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1
Duomo e Cappella di San Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Gennaro- Guglia del Duomo e P.tta Riaro Sforza
Chiesa e Campanile di Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Sant’Agostino alla Zecca
Chiesa e Campanile di Santa Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Maria del Carmine
Porta del Carmine, mura e torri Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 aragonesi
Porta Nolana Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1
Chiesa dell’Annunziata Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1
Castel Capuano Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1
Chiesa e Convento di santa Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Caterina a Formiello – Porta Capuana
Torri Aragonesi in Caserma Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Garibaldi
Orto Botanico Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1
Real Albergo dei Poveri Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1
Mercato Ittico Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1
Caserma Bianchini Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1
Chiesa di Santa Maria del Pianto Napoli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 a Poggioreale
7 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Forte Vigliena Napoli
Villa Raiola Scarinzi e Villa Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e Vittoria al c.so San Giovanni n. Ambientali del 19/10/1976 732, 752
Palazzo Procaccini al c.so San Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e Giovanni n. 711 Ambientali del 19/10/1976
Villa Vignola, via Lieto n. 14 Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e Ambientali del 19/10/1976
Villa Giulia o De Gregorio di Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e Sant’Elia, via Tropeano n. 68 Ambientali del 19/10/1976
Villa Salvetti, via Martucci n. 55 Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e Ambientali del 19/10/1976
Villa Spinelli di Scalea e Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e Dipendenza, c.so Sirena n. 165 Ambientali del 19/10/1976 e via G. B. Vela n. 23
Palazzo Bisignano e Villa Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e Filomena, c.so Sirena n. 67 e 55 Ambientali del 19/10/1976
Villa Pignatelli di Monteleone, Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e c.so Sirena n. 7 Ambientali del 19/10/1976
Villa Nasti, ora Letizia, via G. Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e Battista Vela n.110 Ambientali del 19/10/1976
Villa Amalia, via G. Battista Vela Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e n.273 Ambientali del 19/10/1976
Villa Sant’Anna, via Volpicelli n. Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e 310 Ambientali del 19/10/1976
Villa Volpicelli I e Villa Volpicelli Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e II, C.so San Giovanni n. 827 e Ambientali del 19/10/1976 835
Villa Cristina, C.so San Giovanni Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e n. 879 Ambientali del 19/10/1976
Villa Papa, Villa Paupice, Villa Napoli Decreto Ministero dei Beni Culturali e Percuoco, C.so San Giovanni n. Ambientali del 19/10/1976 88, 893 e 901
Villa Pignatelli di Montecalvo, San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e largo Arso Cremano Ambientali del 19/10/1976
Villa Ammarino, via Gramsci San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Cremano Ambientali del 19/10/1976
Villa Carsana e Chiesa San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e dell’Addolorata, via Pessina Cremano Ambientali del 19/10/1976
Villa Cerbone, Villa Leone (ex San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Berio, ex Vacca Macchucca), via Cremano Ambientali del 19/10/1976 Pessina
8 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Villa Caracciolo di Forino, Villa San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Menale, Villa Righi, Villa Cremano Ambientali del 19/10/1976 Zampagliene, via Pessina
Villa Lignola, via Galante San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Cremano Ambientali del 19/10/1976
Villa Avallone (ora Tufarelli), San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Villa Galante, Villa Giarrusso Cremano Ambientali del 19/10/1976 Maria, Villa Olimpia, via Pessina
Villa Borrelli, Villa Carafa San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Percuoco, Villa Galante, via Cremano Ambientali del 19/10/1976 Buozzi
Villa Tanucci, via De Gasperi San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Cremano Ambientali del 19/10/1976
Villa Vanucchi, via Roma San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Cremano Ambientali del 19/10/1976
Villa Cosenza (ex-Vanucchi), San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Villa Giulia o De Marchi, via Cremano Ambientali del 19/10/1976 Cavalli di Bronzo
Villa Bruno, via Cavalli di San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Bronzo Cremano Ambientali del 19/10/1976
Villa Salvetella, via Sant’Anna San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Cremano Ambientali del 19/10/1976
Villa Pizzicato, via Pittore San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Cremano Ambientali del 19/10/1976
Villa Siniscropi, via Pittore San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Cremano Ambientali del 19/10/1976
Villa Bonocore, via Manzoni San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Cremano Ambientali del 19/10/1976
Villa Tufarelli di sotto, via San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Tufarelli Cremano Ambientali del 19/10/1976
Villa Marulli, via Bernabò San Giorgio A Decreto Ministero dei Beni Culturali e Cremano Ambientali del 19/10/1976
8. Criticità ambientali e funzionali Ad alcune criticità funzionali di fondo della città di Napoli si è già fatto in certo senso riferimento nel paragrafo precedente: carenza di spazi pubblici attrezzati, specie a verde; disorganica rete stradale; squilibrata distribuzione di attività polarizzanti e di pregio. Ad esse si accompagnano questioni ambientali molto gravi, per ciò che riguarda – oltre al ben noto problema dei rifiuti – l’inquinamento atmosferico e l’inquinamento acustico. Vanno poi segnalati più specifici elementi di criticità, quali, ad esempio, quelli legati ai dissesti idrogeologici e al rischio di frana (coperture piroclastiche incoerenti delle colline) o di crollo, che interessano prevalentemente i costoni tufacei, non solo costieri: fenomeni di erosioni evidenti si rilevano infatti sulle pareti tufacee a ridosso del Castel Sant’Elmo e di Monte Echia e sul versante della collina del Vomero lungo Corso Vittorio Emanuele. È inoltre necessario un continuo monitoraggio del sottosuolo, costellato di cavità prodotte nei secoli per realizzare infrastrutture o per cavare tufo e più volte interessato da crolli improvvisi: il rischio di collasso di vuoti sotterranei,
9 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli spesso sconosciuti, è aggravato dallo stato insoddisfacente delle reti idriche, le cui perdite incrementano instabilità, dilavamenti e scorrimenti. La presenza di falde superficiali in terreni limosi e le carenze delle reti fognarie sono fattori di criticità nella zona pianeggiante orientale, dove eventi meteorici concentrati possono determinare allagamenti anche cospicui. Nel medesimo territorio un elemento che produce peculiari forme di criticità è rappresentato dalla presenza estesa di serre, che determinano sia negativi effetti paesaggistici per le grandi superfici riflettenti, generalmente in materiali plastici, sia preoccupanti concentrazioni di reflui inquinanti per fitofarmaci e fertilizzanti. La permanenza di depositi petroliferi sempre nella zona orientale costituisce un grave fattore di criticità sia sotto il profilo paesaggistico che in termini di sicurezza.
9. Specificazione delle linee strategiche generali per ambiente e paesaggio, insediamenti,attività, mobilità Le strategie generali del PTCP (tutela del patrimonio naturalistico e culturale del territorio, riassetto policentrico dell’armatura urbana, potenziamento dell’intermodalità e sviluppo della mobilità sostenibile ecc.) intrinsecamente affrontano le questioni cruciali dell’AIL, tanto in termini diretti (conservazione e valorizzazione sostenibile dei beni culturali e dei tessuti storici come delle superstiti risorse naturali/agricole) quanto in forme indirette (la promozione di nuove centralità esterne può decongestionare i centri tradizionali). In termini più specifici il piano propone la riqualificazione strategica dell’area orientale di Napoli per una trasformazione da area industriale degradata a nuova centralità urbana integrata, nel contesto della riorganizzazione policentrica e reticolare del territorio provinciale, in accordo con la vision preferenziale del PTR. Così come definite dagli indirizzi relativi alla “Valorizzazione e riarticolazione del sistema urbano” le priorità che il PTCP indica per il sistema napoletano sono le seguenti: “Razionalizzazione e decongestione dell’area centrale di Napoli attraverso il decentramento di funzioni di livello superiore pubbliche e private e l’incremento e la qualificazione dei servizi al turismo. Realizzazione delle nuove centralità: (...) dell’area orientale attraverso l’integrazione dei servizi pubblici e privati di livello superiore, la qualificazione/riconversione e promozione delle attività produttive e la promozione di servizi alle imprese, cogliendo in particolare le opportunità offerte dalle aree industriali dismesse; ….” Per l’AIL sono inoltre di primaria importanza le linee strategiche relative alla conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale, culturale e paesaggistico e alla riqualificazione e tutela della linea di costa. Vanno inoltre sottolineate le scelte del PTCP per mobilità e trasporti. In accordo con la prospettiva strategica regionale e con i criteri che sono stati definiti nel Piano di Bacino dei Trasporti già adottato dalla Provincia di Napoli, il PTCP intende attuare tutte quelle politiche capaci di trasferire il più alto numero di spostamenti possibile dal trasporto automobilistico individuale/privato a quello collettivo/pubblico. Inoltre si richiedono vettori con impatto ambientale minimizzato, come la trazione elettrica o il metano, in attesa della possibilità di utilizzazione sistematica dell’idrogeno. Alla scala più vasta, si riconosce il merito di operare già in questa direzione al programma della metropolitana regionale, le cui previsioni sono pertanto ritenute elementi di base rispetto ai quali disegnare il sistema di trasporto di livello provinciale. E nel settore il PTCP ha incluso tra i progetti di interesse prioritario i due seguenti: - logistica intermodale, che punterà a rafforzare le comunicazioni con le isole e gli interporti prioritariamente per il trasporto merci. Saranno messe in rete, ampliate e rifunzionalizzate una serie di infrastrutture esistenti (porti, linee ferroviarie, tronchi stradali) dotandole dei servizi per la gestione delle informazioni e degli strumenti di gestione dei flussi. Il sistema dovrà essere orientato all’utenza della piccola e media impresa dei settori turistici e manifatturieri e dovrà essere programmato in sinergia con le prospettive dei distretti industriali e delle autorità di trasporto, nonché con il programma nazionale delle Autostrade del mare; - rete delle piste ciclabili, che provvederà prioritariamente a connettere i tratti già esistenti e quelli realizzati dai singoli comuni. In base agli indirizzi del Piano, saranno dotate di queste piste le aree naturalistiche accessibili dai visitatori e le zone di maggior valore paesaggistico. Le norme per la progettazione delle piste si danno cura del contesto sia per un armonioso inserimento che per tracciare itinerari da cui sia possibile percepire nel modo migliore le qualità dell’ambiente e del paesaggio. La tutela e la valorizzazione del patrimonio ambientale e la tutela e il miglioramento del paesaggio sono poi elementi fondamentali della strategia di sviluppo proposta dal Piano per il capoluogo. In particolare, sotto questo profilo il Piano è orientato: • alla tutela delle rare componenti dotate di forte specificità e visibilità dal punto di vista paesaggistico-ambientale, nelle quali è ancora possibile riconoscere un significativo grado di naturalità e per le quali è necessario assicurare la conservazione degli equilibri naturali e avere massima attenzione per qualsiasi azione di modifica o trasformazione; • alla tutela e valorizzazione delle superstiti aree agricole di particolare rilevanza storica e paesaggistica per le quali il Piano è orientato ad evitare alterazioni e trasformazioni non congruenti e a valorizzare le relazioni intercorrenti tra le diverse componenti presenti;
10 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
• alla tutela dei beni culturali e delle strutture insediative di interesse storico-culturale, anche quando soltanto di valore documentario e/o paesaggistico per le relazioni che intercorrono con altre componenti territoriali; • alla riqualificazione urbana, morfologica e paesaggistica degli insediamenti di recente edificazione e a delle infrastrutture di maggior impatto; • alla riprogettazione degli aggregati insediativi nella zona industriale orientale, con la tutela dei “casali” e degli edifici produttivi significativi in termini di archeologia industriale, con la riqualificazione del paesaggio agrario nelle zone agricole superstiti, anche riducendo/ migliorando l’impatto degli impianti a serra, e la ricerca di nuove configurazioni insediative paesaggisticamente qualificate.
10. Piani e programmi in corso L’AIL, coincidendo quasi con l’area del comune capoluogo, vede intrecciarsi una serie di discipline territoriali, fra cui spiccano quella derivante dalla recente approvazione del nuovo PRG del Comune di Napoli e quella contenuta nel PTR, secondo il quale l’Area Napoletana è inserita nell’STS D3 – Sistema urbano di Napoli. A norma del PRG, nel centro storico l’intervento mediante piani attuativi riguarda innanzitutto ambiti dove la valorizzazione di rilevanti emergenze archeologiche richiede una nuova sistemazione urbana complessiva. Per la massima parte del tessuto antico il PRG ha operato una classificazione per tipologie dei fabbricati e degli spazi liberi - le unità di spazio - associando a ognuna di esse un articolo della normativa che stabilisce, mediante intervento diretto, le operazioni edilizie e le utilizzazioni consentite. L'obiettivo é di conservare gli immobili antichi, adeguandoli agli standard di vita moderni senza comprometterne però, con opere sbagliate o con usi impropri, le caratteristiche distintive e gli elementi tipologici essenziali. Le tipologie individuate sono 53, raggruppate per epoca in una delle due grandi famiglie: dell'edilizia di base, ovvero essenzialmente residenziale, o dell'edilizia speciale, ovvero essenzialmente collettiva, sia civile che religiosa. Una classificazione a parte è stata approntata per gli spazi aperti: i giardini, i chiostri, i cortili, le piazze ecc. (nel complesso sono state classificate e normate 16.124 unità di spazio, tra fabbricati e spazi scoperti). La novità che la variante presenta è la definizione di una soluzione urbanistica di dettaglio che consente l'esecuzione immediata di molti interventi. Un dispositivo economico ad hoc consente di concentrare nella realizzazione di queste urbanizzazioni i contributi dei singoli interventi, alleviando notevolmente il carico economico del Comune. Nei diversi quartieri, in particolare in quelli periferici, sono stati individuati ambiti rinviati a piani attuativi perché coincidenti con complessi insediativi dismessi da precedenti utilizzazioni o per esigenze di riordino urbanistico. La realizzazione del nuovo sistema di trasporto su ferro costituisce poi l'occasione per più ampi interventi di riqualificazione nei contesti urbani delle nuove stazioni e dei nodi d'interscambio, per ciascuno dei quali è previsto un piano urbanistico esecutivo. Tra i restanti PUA previsti nel PRG (il piano di Bagnoli-Coroglio, l'università ad Agnano, il recupero della Mostra d'Oltremare, il completamento del centro direzionale, lo studio di fattibilità di aree ex ferroviarie, il centro commerciale di via Argine, l'area polifunzionale di via Galileo Ferraris, il porto turistico a San Giovanni a Teduccio) hanno rilevanza provinciale solo quelli delle zone industriali storiche, a est e a ovest della città, destinate ad accogliere trasformazioni radicali: il rinnovamento della destinazione produttiva di quella orientale, la riconversione a nuovi usi urbani dell'area ex- siderurgica a occidente. L’AIL è interessato da numerosi progetti integrati (insiemi di azioni che attraversano diversi settori, ma puntano a un obiettivo comune di sviluppo del territorio e necessitano di un approccio attuativo unitario e coerente); essi sono, in particolare: - il Progetto integrato Grandi Attrattori Culturali; - il PI Città di Napoli; - il PI Portualità Turistica; - il PI Filiera Termale; - il PI Polo Orafo Campano.
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1 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Descrizione Ambiente Insediativo
1. Caratteristiche del territorio Il territorio comprende il sistema insediativo pedemontano a nord del monte Somma (San Sebastiano,. Pollena Trocchia, Massa di Somma, Cercola, Sant’Anastasia, Somma Vesuviana, Pomigliano d’Arco, Marigliano) con gli insediamenti sviluppatisi a corona lungo le pendici del Vesuvio, fino a pochi decenni fa ancora fortemente caratterizzati dall’attività agricola e da complessive condizioni di riconoscibilità e stabilità insediativa, ma interessati negli anni più recenti da fenomeni di crescita che hanno portato a saldare i centri lungo la viabilità principale e ad incrementare le aree di diffusione insediativa. L’area vesuviana interna, nei primi decenni del secolo, si configura come un territorio paesaggisticamente omogeneo, fortemente caratterizzato dal punto di vista agricolo, in cui si articola un sistema di centri di media e piccola dimensione, collegati da un’unica strada con orientamento est- ovest (SS 268) e da una viabilità secondaria trasversale di collegamento con la Via Appia (SS 7 bis). L’area presenta una sua riconoscibilità e si differenzia nettamente dall’area vesuviana costiera, anche perché poco relazionata all’area urbana napoletana; più forti appaiono infatti le relazioni tra i comuni vesuviani con quelli dell’area pomiglianese - nolana e con quelli dell’area dell’agro nocerino- sarnese. Dal punto di vista geomorfologico il versante settentrionale del Somma-Vesuvio è costituito da coperture di prodotti piroclastici eterometrici e lave affioranti in aree di limitata estensione compresi in un intervallo altimetrico di 100–1000m (s.l.m.). Tale area è caratterizzata da una permeabilità variabile legata alla granulometria prevalente e da una vulnerabilità connessa prevalentemente all’erosione, al trasporto lungo gli impluvi fortemente incisi nelle coltri piroclastiche, alla vulnerabilità della falda medio–alta e all’alta pericolosità vulcanica. Per quel che riguarda il Sistema geomorfologico ed idrogeologico le componenti che lo costituiscono sono: − le emergenze geomorfologiche costituite dal cratere e dal cono vulcanico del Vesuvio, dalle bocche eruttive affioranti e sepolte, dalle colate e dai banchi di lava affioranti, dall’orlo calderico del Somma affiorante e sepolto, dagli ulteriori orli craterici e calderici, dalle fratture eruttive affioranti e sepolte, dai colli, dai poggi e dalle creste, da valli e valloni, dal mare, dalla costa e dagli arenili; − le acque e la rete idrografica costituita dal sistema morfologico dei bacini e delle incisioni fluviali e comprendente gli acquiferi superficiali e profondi, le sorgenti, il reticolo di drenaggio superficiale delle acque (alvei, lagni, torrenti, fossi) e le vasche di raccolta delle stesse. Per quel che riguarda il Sistema agricolo-forestale costituiscono componenti strutturali: − i boschi costituiti da pinete, castagneti, boschi misti a dominanza di latifoglie decidue, leccete,querceti, arbusteti,
− le aree agricole di elevato valore storico-culturale, comprensive delle sistemazioni agrarie tradizionali (terrazzamenti), e quelle frammentarie delle fasce periurbane e urbane. L’area presenta suoli ad alta biodiversità, vulcanici andici, generalmente profondi con orizzonti di superficie ricchi di sostanza organica, ad elevata reattività ambientale e con un’elevata capacità di interagire con xenobiotici. Sono i suoli più fertili delle pianure della regione Campania. Per quanto riguarda le caratteristiche delle aree naturali e agrarie, l’area è caratterizzata da un elevato valore naturalistico, con una forte incidenza di zone naturali ad altissima biodiversità , nella zona centrale dei rilievi del Vesuvio-Somma, circondata da una fascia coltivata a frutteti. Risultano quasi assenti sistemi colturali ad alto impatto ambientale e bassa o bassissima biodiversità. La presenza di agricoltura di pregio caratterizzata da numerosi prodotti tipici (Vigneti DOC “Vesuvio”, “Albicocca vesuviana” IGP, Pomodorino “Piennolo del Vesuvio” DOP) potrebbe essere ulteriormente diffusa dall’utilizzazione del marchio “Parco del Vesuvio”. Le aree naturali godono già di ampia tutela grazie alla presenza del Parco Nazionale del Vesuvio, e di un SIC. A causa delle pendenze e delle caratteristiche geo-litologiche, il territorio dell’Ail è vulnerabile ai dissesti idrogeologici.
Il PTCP articola l’AIL nelle seguenti aree di specifico interesse: AIL L - Vesuvio nord Ha % Aree e componenti d'interesse naturalistico 10 0,1% Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 152 1,9% Aree e componenti d'interesse rurale 5662 69,3% Aree e componenti d'interesse urbano 2345 28,7% Aree di criticità e degrado 3 0,0% Aree complessive* 8171 100,0%
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2. Aree di interesse naturalistico e rurale
L’agricoltura dell’area a nord del Vesuvio è caratterizzata da estesa frutticoltura con prevalenza dell’albicocco nella parte meridionale e con discreta presenza di ciliegio, melo e kaki. Si tratta di sistemi colturali ad alta biodiversità, che consentono lo sviluppo di flora spontanea e la presenza di avifauna e di piccoli mammiferi. In quest’AIL i frutteti sono considerati fattori strutturanti del paesaggio in quanto ne caratterizzano non solo l’aspetto, ma anche l’economia da secoli, praticamente sin dalla comparsa dai primi insediamenti umani, come testimoniano ritrovamenti archeologici e numerose testimonianze storiche. Predomina l’albicocco nella parte meridionale. Sono presenti estese aree naturali nella parte meridionale sulle pendici del Monte Somma.
AREE DI INTERESSE NATURALISTICO FATTORI STRUTTURANTI
Boschi di conifere, di latifolie 825 ha pari al 10% della superficie
ALTRE AREE DI INTERESSE
Aree a ricolonizzazione, cespuglieti, rocce affioranti 124 ha pari all’1 % della superficie
AREE DI INTERESSE RURALE FATTORI STRUTTURANTI
Frutteti e frutti minori 3858 ha pari al 45% della superficie Sistemi colturali complessi 470 ha pari al 5% della superficie Vigneti 48 ha pari all’1 % della superficie Terrazzamenti 186 ha pari all’2% della superficie
ALTRE AREE DI INTERESSE
Colture erbacee 239 ha pari al 3 % della superficie
L’albicocco è stato introdotto in Italia per la prima volta nell’area vesuviana e le prime tracce risalgono al IV secolo. Le prime trattazioni sistematiche risalgono al 1500 e sono dovute a Gian Battista della Porta al quale si deve anche la loro definizione come cisomele da cui deriva il termine dialettale “crisommole”. Il territorio di questo AIL è prevalentemente interessato alla produzione di albicocche. Infatti la Campania è la regione più importante, nella coltivazione di albicocche, con quasi 50.000 tonnellate di prodotto, proveniente per la maggior parte dall'area vesuviana, che rappresenta circa l'80% della produzione regionale. Nell'area dei comuni vesuviani attualmente vi sono circa 2000 ettari di albicoccheti, con una produzione che in condizioni climatiche normali si dovrebbe attestare sui 400.000 quintali. La maggior parte è destinata al consumo fresco. Una quota variabile di anno in anno viene trasformata in nettari, ossia in succo e polpa, mentre una piccola parte viene trasformata in confetture, essiccati e canditi, e in ultimo una quota molto limitata è trasformata in prodotti surgelati e sciroppati. Ancora oggi nell’area vesuviana si produce oltre la metà della produzione regionale e il 20% di quella nazionale. Nell’area vesuviana è presente un’elevatissima biodiversità genetica in quanto sono ancora diffuse oltre 70 varietà ed ecotipi locali tra i quali si ricordano Barracca, Boccuccia Ntruppecosa, Ceccona, Monaco Bello, Portici, Palummella, S. Castrese, Vitillo, Fracasso, Pellecchiella, Boccuccia Liscia e Boccuccia Spinosa, Portici, Vitillo, molti dei quali dall’inequivocabile origine dialettale partenopea. Il ciliegio è da secoli diffuso in Campania e nella nostra provincia è presente, oltre che nell’area flegrea e nelle colline napoletane, anche alle falde del Vesuvio-monte Somma, dove sono ancora presenti una moltitudine di cultivar che al momento non risultano ancora del tutto censite e che rappresentano un preziosissimo serbatoio di biodiversità. La coltivar simbolo è “Della Recca” che deriva il suo nome dalla contrada Recca in comune di Marano.
3 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
3. Fattori storici e caratteri recenti dell’insediamento rurale I paesaggi agrari sono caratterizzati dalla interazione di diverse componenti relative alle caratteristiche colturali tipiche dell’area vesuviana, alle sistemazioni tradizionali che producono conformazioni del suolo di elevato valore storico-culturale (terrazzamenti e ciglionamenti), ai caratteri dell’infrastrutturazione rurale (strade poderali, siepi, muretti, pozzi e fossi di drenaggio) e ai modi dell’urbanizzazione agraria legata al presidio produttivo storico (l’architettura rurale di masserie, ville rustiche, “torrette”) e contemporaneo (residenze agrarie diffuse). Tali paesaggi, soprattutto nei versanti più bassi del Vesuvio, sono stati modificati dall’espansione dei centri urbani pedemontani determinando fenomeni di frammentazione e insularizzazione delle aree agricole, di trasformazione delle qualità estetiche ed ecologico-ambientali tradizionali. La presenza differenziata di tali componenti caratterizza i paesaggi del versante vesuviano e di quello sommano. In particolare si riconoscono: • i pettini ambientali della produzione agricola di qualità del versante sommano • le matrici agrarie del versante vesuviano I pettini ambientali della produzione agricola di qualità del versante sommano connotano il paesaggio agrario del versante medio e basso sommano, incardinato sulle trame forti dei terrazzamenti, delle infrastrutture rurali (strade poderali, delimitazioni fondiarie), delle vie d’acqua e delle confinazioni colturali e costituito dalla presenza rilevante di territori agricoli, senza forti cesure rispetto ai centri urbani, la cui conservazione è legata alla conduzione nel tempo di interventi assidui di manutenzione attiva da parte dell’uomo. La salvaguardia fisica di tale paesaggio è fortemente ancorata alla valorizzazione della centralità produttiva dell’agricoltura in relazione alle sue enormi potenzialità di affermazione sui mercati e alle straordinarie opportunità per le produzioni di qualità di origine controllata. Le matrici agrarie del versante vesuviano connotano il vasto settore agricolo del Vesuvio meridionale ed orientale, in forte continuità con il manto boschivo delle leccete e delle pinete di impianto postbellico dei versanti alti, ancora integro nella sua qualità e continuità e fortemente segnato dalla matrice del palinsesto eruttivo che ne ha storicamente e ciclicamente modificato le forme e gli usi. La valorizzazione della individualità produttiva ed economica dell’agricoltura di questo versante, intrecciandosi con le istanze di manutenzione delle trame storiche e delle matrici agricole dell’organizzazione del suolo, dei complessi e sapienti sistemi di governo delle acque, è fortemente orientata alla tutela dell’integrità fisica, con l’obiettivo di rafforzarne la resistenza al processo di frammentazione e compromissione dei suoli che ha investito i territori immediatamente a valle. I luoghi storici dell’identità locale sono rappresentati dai centri, nuclei ed edifici storici che nella loro dinamica evolutiva e nel rapporto con il complesso dei segni permanenti e persistenti del territorio storico, svolgono un ruolo di particolare rilevanza nella costruzione dell’identità del sistema insediativo sommano-vesuviano.
Tale rilevanza è stata profondamente messa in discussione dai processi urbanizzativi degli ultimi 50 anni che li ha spesso svuotati della loro “centralità” e complessità simbolica e funzionale e ne ha compromesso la riconoscibilità fisica, sociale e produttiva, con l’affermazione di nuovi modelli insediativi e abitativi, pervasivi e omologanti, ad elevato consumo di suolo e tendenzialmente monofunzionali. Nuovi processi e modelli che hanno peraltro progressivamente cancellato, pur nella indiscutibile diversità degli esiti tra i due versanti, anche la fitta e ricca rete di tracciati primari e secondari sui quali l’urbanizzazione storica ha costruito la propria ricca armatura.
Tuttavia, l’indiscutibile valore di riferimento che i centri storici continuano ad avere nella struttura e nell’immagine del territorio e nella memoria delle comunità, conduce a riconoscerne un forte peso fisico ed economico all’interno della nuova dimensione e del nuovo modello di sviluppo vesuviano, da costruire attraverso la riqualificazione e valorizzazione delle qualità fisiche e la reinvenzione di un ruolo centrale; ruolo che, all’interno dei contesti locali, passa attraverso l’introduzione di nuove funzioni di qualità e, in una più ampia dimensione territoriale, si concretizza con la costruzione di una strategia di rete connessa alla fruizione delle risorse storiche.
4. Fattori storici e caratteri recenti dello sviluppo urbanizzativo e delle centralità Il Sistema storico-insediativo è costituito dalle componenti su cui si è andata costruendo l’identità del sistema insediativo sommano-vesuviano, profondamente messa in discussione dai processi urbanizzativi degli ultimi 50 anni, ma che rappresentano ancora l’armatura portante della struttura insediativa territoriale ed in particolare: aree ed emergenze archeologiche, centri e nuclei storici, tracciati storici di interesse territoriale e locale, edifici e complessi specialistici di interesse storico, architettonico e monumentale (conventi, chiese, cappelle, santuari, castelli, palazzi reali, torri, mura, …), masserie, ville vesuviane, parchi e giardini di interesse storico. Nel trentennio 1901-1931 i centri che presentano incrementi demografici più significativi sono Cercola, San Sebastiano, Pollena; a crescere dal punto di vista demografico sono dunque i comuni più vicini all’area del capoluogo. Nelle cartografie storiche del 1936 i centri dell’area si presentano compatti e distaccati: le espansioni insediative si concentrano prevalentemente ai margini dei nuclei storici centrali; sono poco significative le espansioni sia lungo la viabilità principale di livello territoriale, sia lungo la viabilità di collegamento intercomunale. Molto diffuse sono le case rurali e le masserie nei territori agricoli che
4 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli si presentano estremamente variegati per la fitta trama dei canali, per i numerosi percorsi interpoderali, per la conformazione dei campi, per gli innumerevoli manufatti sparsi sul territorio. Dagli anni ‘60 anche nell’area vesuviana pedemontana ha inizio una crescita demografica ed edilizia significativa, in particolare per alcuni centri prossimi all’area urbana di Napoli: San Sebastiano (130%), Cercola (47%), il nucleo di Massa (128%). Abbastanza stabile nei decenni successivi è la crescita degli insediamenti della corona vesuviana: Sant’Anastasia, Somma Vesuviana. Negli anni ‘80 lo sviluppo urbanizzativo investe in modo consistente i centri: ai nuclei storici che si caratterizzavano fino agli anni ‘50 come tessuti compatti e riconoscibili fortemente connessi al contesto ambientale, si giustappongono aree edificate molto estese che spesso presentano impianti incompiuti e sono scarsamente relazionate, sia dal punto di vista morfologico che funzionale, alle aree preesistenti e al contesto. Le espansioni dalle aree centrali si diramano in modo consistente lungo la viabilità territoriale e locale e comincia a determinarsi un’edificazione diffusa nel territorio agricolo che in alcune aree si presenta particolarmente densa sia per l’ampliamento di alcuni aggregati che per l’edificazione lungo la viabilità. L’edificazione degli ultimi venti anni, dal 1980 al 2000, si caratterizza prevalentemente come densificazione degli insediamenti, sia residenziali che produttivi, lungo le strade di collegamento intercomunale: attualmente le aree edificate si estendono verso i comuni limitrofi fino a saldare quasi gli insediamenti. Prevalgono in queste espansioni più recenti le funzioni commerciali di interesse sovracomunale, le attività produttive, le strutture turistico-ricettive. Le aree agricole, soprattutto quelle più vicine agli insediamenti, si alternano in modo casuale con le aree edificate, caratterizzandosi come aree residuali. L’assetto urbanistico dei centri denota condizioni abbastanza tipiche di realtà insediative rapidamente modificate nelle parti “centrali” nell’arco degli ultimi quattro decenni: condizioni modeste di vivibilità sia nelle zone urbane consolidate per un certo livello di congestione del traffico, per condizioni di degrado e abbandono dei tessuti storici, per morfologie contraddittorie, sia nelle zone di espansione recente, soprattutto in area agricola lungo la viabilità trasversale, per la commistione assolutamente casuale di funzioni e per i caratteri poco significativi e coerenti dell’edificazione.
5. Situazione socioeconomica e dinamica delle attività produttive Le direttrici delle centralità produttive e terziarie rappresentano i diversi assetti territoriali che alcuni rilevanti luoghi destinati alla produzione, al commercio e al tempo libero, assumono sui due versanti vesuviano e sommano, strutturandosi lungo le principali infrastrutture che li attraversano linearmente: in particolare per la zona nord si riconosce il policentrismo produttivo lungo la S.S. 268. Tale policentrismo è riconoscibile nel sistema delle aree produttive, molte delle quali ricadenti in Zone PIP esistenti o programmate, che disponendosi puntualmente all’interno degli spazi agrari del versante sommano si agganciano alla S.S. 268, costruendo una costellazione di potenziali nodi, principalmente connessi alla produzione e alla trasformazione dei prodotti agricoli di qualità, ma anche ad alcune funzioni specialistiche collettive. I luoghi della diffusione produttiva fanno riferimento alla presenza di attività produttive consolidate e tradizionali, che connotano ambiti territoriali o specifici luoghi dell’area vesuviana, la cui forza identitaria ed economica ne consente una collocazione riconoscibile all’interno della struttura fisica ed economica complessiva.
6. Situazione della mobilità e delle infrastrutture Il sistema dei trasporti è presente nell’area vesuviana nel suo insieme con due componenti fondamentali: la strada e il ferro. Le componenti lineari (strada e ferro) cingono il cono del vulcano con anelli circolari alla base dei suoi versanti attraversando tutti i comuni della Zona Rossa del Vesuvio. Per ogni modalità il percorso circolare è scomponibile in due archi con caratteristiche sensibilmente diverse: l’uno, di minor lunghezza, nella stretta fascia tra il Vesuvio e il mare; l’altro, interno, ai margini della pianura tra il Vesuvio ed i primi contrafforti dell’Appennino. Le due parti si congiungono anche se non direttamente alle loro estremità occidentale ed orientale: ad occidente, in corrispondenza dell’ingresso a Napoli, ed a oriente nel triangolo tra Torre Annunziata, Striano e Scafati. Le carenze di queste “saldature” sono alla radice di quella “separatezza” che esiste tra i centri della costa e quelli interni. Nel settore stradale, che oggi permette di offrire risposta alla maggior parte della domanda di mobilità, sono presenti due livelli funzionali: il comprensoriale ed il locale. Il primo è rappresentato dalla nuova SS 268 del Vesuvio che, partendo dalla periferia orientale di Napoli, attraversa tutti i paesi a nord-ovest, a nord-est ed a sud-est del Vesuvio terminando nella zona di Pompei-Scafati. La SS 268 non è stata mai completata nel tratto terminale ad oriente dove però, sia pure con caratteristiche inferiori, raggiunge comunque l’A3 chiudendo il percorso circolare. Ne è stato di recente deciso il raddoppio. Il secondo livello è alla scala locale ed è costituito dal vecchio tarcciato della SS 268 che declassato a strada intercomunale, attraversa il tessuto edificato di tutti i comuni. L’intera circonferenza di questa viabilità locale è oggi un susseguirsi di “corsi principali” dei paesi attraversati, doppiati solo in qualche caso da circonvallazioni locali. Sono strade tipicamente urbane per giacitura, geometria,
5 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli frequentazione, attività lungo i bordi, interconnessioni con la rete viaria locale dei paesi. Il livello di servizio è molto scadente: in particolare nelle fasce orarie di punta del mattino, della sera e di mezzogiorno, la congestione è pari a quella dei centri delle grandi città. Nel settore ferroviario esiste un analogo anello rappresentato dalle tre linee della Circumvesuviana: a sudovest la Napoli-Torre Annunziata, a nord-ovest ed a nord-est la Napoli-Ottaviano-Poggiomarino ed a sudest la Torre Annunziata-Poggiomarino. Tra le tre linee non vi è continuità di binari di corsa così che non è possibile organizzare servizi che percorrino l’intero periplo del Vesuvio, mentre è possibile trasbordare da un treno ad un altro in corrispondenza di stazioni comuni alle diverse linee. I territori ricadenti in questo AIL, visti nel loro insieme e più in generale inseriti nella più vasta area vesuviana, si collocano rispetto al sistema dei trasporti di livello superiore (metropolitano e nazionale), in una posizione privilegiata. Per ciò che riguarda i collegamenti stradali, infatti lungo la costa l’A3 svolge ancora, accanto al ruolo di strada comprensoriale, anche quello di strada di collegamento con il nord ed il sud d’Italia. All’interno è la direttrice dell’A30 Caserta-Salerno che costituisce l’asse portante per le relazioni con il resto dell’Italia, collegandosi all’A1 a Caserta verso il centro e il nord, all’A3 a Salerno verso il sud e all’A16 a Nola verso la costa adriatica. In termini di collegamenti ferroviari, la situazione è analoga: lungo la costa è presente la linea FS Napoli- Salerno, tratto della linea nazionale tirrenica, utilizzata oggi anche per collegamenti metropolitani e regionali come parte della “Metropolitana regionale” della Campania. All’interno, a ridosso dei comuni vesuviani, corre il tracciato dell’Alta velocità/Alta capacità (AV/AC) che, in breve tempo, sostituirà quello costiero per i principali collegamenti nazionali, sia passeggeri che merci. Esistono inoltre altre due linee di Rete ferroviaria italiana (RFI): la Cancello-Codola-Salerno e la Cancello-Torre Annunziata. La prima è una tratta della linea nazionale Roma-Cassino-Cancello- Salerno, destinata prevalentemente al servizio merci (con lo smistamento di Maddaloni e gli interporti Sud Europa a Marcianise e Campano a Nola); la seconda è una linea molto poco usata di interesse al più comprensoriale che, con un tracciato trasversale alle principali direttrici di traffico convergenti su Napoli, attraversa una serie di comuni della Zona rossa (Ottaviano, S. Giuseppe Vesuviano, Terzigno, Boscoreale e Boscotrecase). Quest’ultima linea è dotata di semplice binario elettrificato ed è quindi di modesta potenzialità. Il tracciato interessa a raso le viabilità comunali determinando condizionamenti e disfunzioni sia al traffico stradale che a quello ferroviario. È una risorsa da valorizzare anche se pone non pochi problemi per essere la sede stretta tra gli edifici circostanti e la domanda scarsa.
7. Risorse paesistiche e ambientali
Tutti i comuni ricadenti nell’AIL sono sottoposti a vincolo gravante sull’intero territorio: • San Sebastiano al Vesuvio – D.M. 11.06.1961 • Cercola - D.M. 05.08.1961 • Pollena Trocchia – D.M. 03.10.1961 • Massa di Somma – D.M. 05.08.1961 • Sant’Anastasia- 08.08.1961 • Somma Vesuviana – 26.10.1961 Gli elementi con incidenza paesaggistica di seguito elencati rappresentano valore e significato di elementi costitutivi e connotativi del paesaggio storico. La loro individuazione discende dalla lettura incrociata dei seguenti dati: Valutazione della valenza paesaggistica posseduta da quei beni culturali per i quali è già riconosciuto l’interesse storico – architettonico dichiarato nei decreti ministeriali di vincolo; Individuazione tra i beni culturali appartenenti a quelli di cui all’art. 12 comma 1 del D.LGS. 22/01/2004 n. 42, di quelli significativi ai fini della conformazione del paesaggio, della connotazione della città storica ovvero della scena urbana. Elenco dei Beni Vincolati
DENOMINAZIONE COMUNE DECRETO
Villa Sant’Anna, via Volpicelli 310 Napoli Decreto Ministero Beni Culturali e Ambientali del 19.10.1976
Masseria Totaro, Strada Statale Cercola 162
Masseria Rutiglia in località San Cercola Gennariello
6 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Masseria Rota in località Tufarelli Cercola
Villa Pistolese, Piazza Capece Pollena Decreto Ministero Istruzione Pubblica del Minutolo Trocchia 08.01.1912
Parrocchiale di San Giacomo Pollena Trocchia
Masseria Cannello, località Lagno Pollena di Pollena Trocchia
Villa Figliola San Sebastiano al Vesuvio
Masseria Tufarelli, località Tufarelli San Sebastiano al Vesuvio
Chiesa e Campanile di Santa Maria Massa di D.LGS 42/2004 art.10 comma 1 Assunta nuova Somma
Chiesa e Campanile di Santa Maria Massa di D.LGS 42/2004 art.10 comma 1 Assunta vecchia Somma
Santuario della Madonna dell’Arco Sant’Anastasia D.LGS 42/2004 art.10 comma 1
Masseria Schioppa, via Romani Sant’Anastasia Decreto Ministero Beni Culturali e Ambientali
Masseria Marra, via Sant’Anastasia Circumvallazione
Area archeologica alla Starza della Somma Regina in località omonima Vesuviana
Chiesa e convento di Santa Maria Somma Decreto Ministero Beni Culturali e Ambientali del Pozzo in località omonima Vesuviana
Chiesa e Convento di San Sossio Somma D.LGS 42/2004 art.10 comma 1 Vesuviana
Colleggiata al borgo di Casamale Somma D.LGS 42/2004 art.10 comma 1 Vesuviana
Castello d’Alagno – De Curtis, via Somma Decreto Ministero Pubblica Istruzione del Circumvallazione Vesuviana 14.01.1974
Borgo murato del Casamale e mura Somma Decreto Ministero Pubblica Istruzione del Aragonesi Vesuviana 18.09.1936
Masseria Starza della Regina il Somma località omonima Vesuviana
Cave di sabbia al lagno di Santa Somma Teresella Vesuviana
7 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
L’Ail risulta, inoltre, interessato dalle seguenti aree di interesse naturalistico istituzionalmente tutelate: Tipo Sito Comuni interessati SIC IT8030021 Monte Somma Ottaviano San Giuseppe Vesuviano Terzigno
ZPS IT 8030037 Vesuvio e Monte Somma Boscoreale Boscotrecase Terzigno Ottaviano San Giuseppe Vesuviano
8. Criticità ambientali e funzionali
L’AIL VESUVIO NORD ricade completamente nel perimetro della Zona Rossa del Vesuvio individuata dalla L.R. 21/2003 come area a alto rischio vulcanico e sismico; l’area è quindi caratterizzata da numerosi elementi di criticità:
− Rischio vulcanico − Rischio sismico − Rischio geomorfologico e idrogeologico − Compromissione ecologico-ambientale − Degrado morfologico-insediativo − Disagio urbanistico − Disagio abitativo, sociale ed economico − Debolezza della rete infrastrutturale
Si tralascia il rischio vulcanico e il rischio sismico che sono stati specificamente trattati in appositi strumenti di pianificazione.
Il rischio geomorfologico e idrogeologico richiama le condizioni di vulnerabilità del territorio connesse alla struttura idrogeomorfologica e in particolare:
− nel versante medio-alto del Somma, il rischio idrogeomorfologico presenta una fitta struttura idrografica all’interno degli insediamenti pedemontani, che si sovrappone alla compromissione ecologico-ambientale dovuta alla presenza di alvei strada e alvei tombati;
− nel versante vesuviano pedemontano, il rischio idraulico si associa, in generale, ad una forte compromissione ambientale connessa alla frammentazione delle aree agricole e alla interruzione della continuità degli alvei; sullo stesso versante condizioni di criticità riguardano gli insediamenti periurbani fortemente interrelati al processo di consumo di suolo agricolo e dunque di interruzione della continuità ecologico-ambientale. La compromissione ecologico-ambientale si riferisce alle condizioni di alterazione ambientale connesse principalmente a processi di antropizzazione poco attenti agli equilibri ecologici. In particolare, tali condizioni riguardano la compromissione sia della continuità delle reti ecologiche ancorate al sistema delle aree agricole e degli alvei, sia di specifici siti inquinati o investiti da processi di deterioramento ambientale. Il degrado morfologico-insediativo mette in evidenza le condizioni di squilibrio dei tessuti edificati, in particolare le condizioni di squilibrio sono riconoscibili nell’assenza di una regola insediativa unitaria e la prevalente ricerca del massimo sfruttamento dei lotti edificabili, con conseguenze in termini di alta densità edilizia, strade e spazi aperti di relazione sottodimensionati rispetto all’edificato, nonché nella scarsa relazione con la struttura urbana e la prevalente tendenza alla creazione di “recinti” isolati o di sacche intercluse, indifferenti alle relazioni con il contesto o in stato di marginalità. Il disagio urbanistico ha lo scopo di mettere in evidenza i principali sintomi di criticità connessi soprattutto ad un uso intensivo del territorio, fortemente squilibrato a favore della residenza. Il disagio fisico-abitativo, sociale ed economico, mette in evidenza le principali criticità connesse soprattutto alle condizioni di inadeguatezza abitativa e socio-economica. In particolare, gli indicatori considerati sono le aree ad elevato indice di affollamento, le aree ad elevata presenza di patrimonio abitativo non utilizzato e le aree con elevata presenza di popolazione disoccupata e in cerca di prima occupazione e basso livello di istruzione della popolazione insediata. La debolezza della rete infrastrutturale, infine, mette in evidenza i punti di crisi del sistema dal punto di vista del funzionamento ottimale della rete, ma anche in relazione alle esigenze connesse all’emergenza della fuga in caso di evento.
8 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
9. Specificazione delle linee strategiche generali per ambiente e paesaggio, insediamenti,attività, mobilità
L’orientamento progettuale si fonda sulla esistenza di un piano specifico per tutta l’area vesuviana: infatti ai sensi della L.R. 21/2003, dedicata al “rischio vesuvio” è stato redatto il “Piano Strategico Operativo per i comuni del vesuviano a rischio di eruzione”che ha sancito l’immediata inedificabilità a scopo residenziale per tutti i 18 comuni ricadenti nella Zona Rossa, contestualmnete alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio esistente, prevedendo, inoltre, interventi sulla viabilità atti a migliorare le vie di fuga. Contestualmente ad interventi dffusi su tutto il territorio vesuviano (18 comuni) volti a mitigare i rischi e le criticità sopra menzionati, il PSO individua per ciascun comune delle “Aree Programma”, zone del territorio destinate alla realizzazione di interventi puntuali di rigenerazione nelle aree di trasformazione e sviluppo. L’obiettivo del PSO di mitigazione del rischio vulcanico attraverso misure di decompressione e di decongestionamento volte a promuovere attività turistiche e sociali in sostituzione di edilizia residenziale diventa linea strategica del PTC: infatti il piano destina ad altre aree del territorio provinciale (aree di densificazione), la quota residenziale sottratta ai comuni vesuviani. Il piano recepisce le aree programma del PSO come progetti attuativi e in particolare: 1. Comune di Cercola – Business Parck e Centro Sportivo di eccellenza nel nodo intermodale 2. Comune di Pollena Trocchia – Centro Servizi per la Ricerca Scientifica e l’Agricoltura di qualità 3. Comune di Massa di Somma – Centro di Accoglienza Turistica per il Parco Nazionale Vesuvio 4. Comune di San Sebastiano – Centro di Accoglienza Turistica su Via Fellapane 5. Comune di S. Anastasia – L’eccellenza del turismo religioso del santuario di Madonna dell’Arco 6. Comune di Somma Vesuviana – Il Parco Agricolo e Archeologico della Villa Augustea.
10. Piani e programmi in corso
Nel PTR l’AIL “VESUVIO NORD” ricade nel STS “COMUNI VESUVIANI” a dominante Paesistico- Ambientale-Culturale ed è costituito dai Comuni di Cercola, Massa di Somma, Pollena Trocchia, San Sebastiano al Vesuvio, Sant’Anastasia, Somma Vesuviana, e Volla. Per l’STS in questione si prevede:Incremento ed integrazione tipologica di servizi urbani di livello sovracomunale e di servizi al turismo naturalistico (parco del Vesuvio). Per l’area vesuviana interna – in considerazione anche della condizione di inedificabilità residenziale e dei programmi di decompressione insediativa previsti dal PSO – si ipotizza la riorganizzazione degli insediamenti come un sistema urbano integrato, una sorta di “città”, caratterizzata da relazioni di complementarietà tra i diversi centri del sistema – in particolare tra i centri maggiori o sede di servizi di livello sovracomunale – e quelli del vesuviano orientale. L’ AIL è interessato dai seguenti progetti di programmazione negoziata per lo sviluppo locale/urbano: Progetto Integrato Territoriale Vesevo. L’AIL ricade nel Parco Nazionale del Vesuvio, quindi è soggetto al Piano Pluriennale Economico e Sociale del Parco, finalizzato ad individuare misure di politica economica locale, azioni eprogetti di sostegno alla trasformazione e alla crescita economica che, compatibilmente con le indicazioni del Piano del Parco, possono contribuire al processo di tutela e valorizzazione dellerisorse ambientali ai fini dello sviluppo economico e sociale delle comunità locali. Infine, come già illustrato prima, l’AIL rientra nella Zona Rossa del PSO, ai sensi della L.R. 21/2003, adottato dal Consiglio Provinciale con Delibera n. 99 del 29/10/07 e in fase di approvazione definitiva presso la Regione.
9 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
1 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Descrizione Ambiente Insediativo
1. Caratteristiche del territorio L’AIL in esame si caratterizza come un’area notevolmente urbanizzata in un contesto aperto di tipo agricolo ancora significativo sia sotto il profilo produttivo che dal punto di vista del paesaggio. L’AIL è individuato nella zona di piana a nord del Somma-Vesuvio e si relaziona strettamente sia all’AIL Acerrano che all’AIL Nord di Napoli, e comprende quasi interamente i territori comunali di Brusciano, Casalnuovo di Napoli, Castello di Cisterna, Mariglianella, Marigliano, Pomigliano d’Arco, San Vitaliano e parzialmente quelli di Acerra, Afragola, Casoria e Volla. La trama insediativa dell’AIL si è andata strutturando intorno alle vie di comunicazione, essendosi la popolazione rurale accentrata in luoghi strategici in rapporto allo sfruttamento agricolo del territorio e al controllo degli itinerari locali e comprensoriali. Dal punto di vista morfologico, l’AIL si caratterizza per la presenza del complesso sistema di canali drenanti dei Regi Lagni. Questo importante sistema idrografico artificiale, realizzato tra il 1500 e il 1800 per drenare e convogliare al mare le acque della vasta e paludosa piana a nord di Napoli e delle fasce pedemontane circostanti, versa oggi in stato di abbandono e di degrado per l’accumulo di detriti e l’immissione di scarichi anche inquinanti. La rete dei canali, insieme alla rete viaria interpoderale, ha disegnato la trama territoriale delle tessiture agricole e delle maglie dell’urbanizzazione, tutt’ora riconoscibile nonostante le “rotture” delle infrastrutture di collegamento a lungo raggio e la grande estensione degli attuali insediamenti – fra i quali si contano anche cospicue aliquote di impianti industriali – organizzati in successione lineare lungo il fascio complesso composto dall’autostrada A16, Napoli-Canosa, dalla linea ferroviaria della Circumvesuviana Napoli-Nola-Baiano e dalla SS 7 bis di Terra di Lavoro. Le fasce ancora agricole si dislocano a nord e sud della direttrice insediata, presentando episodi di dispersione insediativa, più cospicui e numerosi a sud, con fasce piuttosto dense lungo la viabilità di collegamento tra Pomigliano e S.Anastasia e tra Marigliano e Somma Vesuviana. Dal punto di vista geomorfologico, l’AIL è costituito da depositi alluvionali e palustri delle piane costiere ed intracrateriche e da coperture di prodotti piroclastici eterometrici, a luoghi rimaneggiati ed a matrice prevalente, compresi in un intervallo altimetrico di 0-100 m s.l.m. I depositi alluvionali sono caratterizzati da una permeabilità per pori, assai variabile ma in genere piuttosto bassa, e le coperture piroclastiche da una permeabilità che varia in funzione della granulometria prevalente. La vulnerabilità della falda e la pericolosità vulcanica sono medio-alte.
Il PTCP articola l’AIL nelle seguenti aree di specifico interesse: AIL N - Casalnuovo-Pomigliano Ha % Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 180 3,2% Aree e componenti d'interesse rurale 2010 35,7% Aree e componenti d'interesse urbano 3416 60,7% Nodi e reti per la connettività territoriale 20 0,4% Aree complessive* 5626 100,0%
(***) Le aree calcolate sono indicative e rappresentano i luoghi che sicuramente hanno i caratteri identitari dell’AIL tralasciando le aree a margine dove i caratter identitarii si fondano con quelli degli AIL vicini
2. Aree di interesse naturalistico e rurale L’AIL è composto per il 23.2 % da suoli ad alta biodiversità ed il 14.3% da suoli affetti da alta sensibilità ambientale. I primi sono caratterizzati per la presenza nel passato di importanti ecosistemi forestali da cui deriva la loro straordinaria ricchezza; i secondi, a basso sviluppo pedogenetico, sono caratterizzati da permeabilità molto elevata. Si tratta quindi di suoli molto delicati rispetto all’ambiente in cui essi sono inseriti. Agronomicamente sono suoli a bassa produttività, ma vi si possono ottenere produzioni di alta qualità per le specifiche condizioni pedoclimatiche. Le superfici effettivamente coltivate presentano caratteristiche di biodiversità intermedie: si registrano sistemi colturali orticoli a bassa biodiversità nella parte settentrionale (27% della superficie dell’AIL) e frutticoli nella parte meridionale (13%). Dal punto di vista degli ordinamenti colturali, essendo in quest'area quasi assenti le superfici in assetto naturale, ridotte a meno di 2 ha di pascolo, sono piuttosto diffusi i sistemi colturali tradizionali con una prevalenza di colture ortive e limitata presenza distribuita di serre. In particolare si registrano circa 155 ha destinati a frutteti e frutti minori, circa 449 ha a sistemi colturali complessi, circa 512 ha adibiti a colture erbacee e 1252 ha utilizzati con colture ortive.
2 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
AREE DI INTERESSE RURALE FATTORI STRUTTURANTI
Frutteti e Frutti Minori (155 ha pari al 3% della superficie) Sistemi colturali complessi (449 ha pari al 10% della superficie)
ALTRE AREE DI INTERESSE
Colture erbacee (512 ha pari al 10% della superficie) Ortive (1252 ha pari al 27% della superficie) Serre (14 ha pari allo 0.3 % della superficie)
In quest'area sono quasi assenti superfici naturali (meno di 2 ha di pascolo), mentre l'agricoltura presenta una discreta diffusione di sistemi colturali tradizionali e una prevalenza di colture ortive, con limitata diffusione di serre. Nella parte orientale rimangono ancora leggibili, nelle trame della tessitura dei campi, della viabilità interpoderale e delle relazioni con le parti antiche degli insediamenti, alcuni tratti di centuriazioni.
3. Fattori storici e caratteri recenti dell’insediamento rurale
Nel territorio dell’AIL si riconoscono, come si accennava, tracce assai antiche di colonizzazione rurale. La conquista romana della Liburia si tradusse infatti, oltre che nei mutamenti politico- amministrativi nel governo delle città osco-sannite, in trasformazioni significative del paesaggio agrario sia con la costruzione di strade di rango non locale, sia con la suddivisione a fini di coltivazione di territori extraurbani secondo le tecniche e le procedure della limitatio centuriata. Ancora oggi nei territorio di Marigliano e San Vitaliano per una estensione di circa 50 ettari si riconosce agevolmente la suddivisione dei campi secondo maglie quadrate di 710 m circa di lato, con orientamento sostanzialmente nord-sud (cardines) e est-ovest (decumani). Un’altra serie di elementi di forte connotazione paesaggistica è correlata con il sistema idraulico della bonifica realizzata fra il XVI e il XVIII secolo attraverso la costruzione di una rete di canali,i Regi Lagni, convogliati nell’alveo radicalmente riconfigurato dell’antico Clanio. Tale rete di canali, cui si associano spesso tracciati viari con caratteri prevalentemente rurali, ha condizionato significativamente il paesaggio agrario imponendo il proprio schema alla trama dei campi ed all’andamento delle colture (molto caratterizzanti e assai diffusi, un tempo, i filari di pioppo con la vite “maritata” a festone), oppure determinando uno dei segni più caratteristici del paesaggio agrario della piana campana costituito dai filari di pino mediterraneo a fiancheggiare i principali percorsi di argine al fianco dei canali. I nuclei rurali più antichi hanno riproposto con una certa costanza la tipologia della corte campana, intrecciata con palazzi signorili e poi borghesi, lasciando agli edifici religiosi i luoghi di convergenza dei percorsi. Le strutture difensive sono state un ulteriore polo attrattore, come certi isolati luoghi di culto, ed hanno qualificato la modesta trama residenziale anche con episodi architettonici di un certo valore morfologico, oltre che per la testimonianza di storia e civiltà. Anche se l’insediamento sparso è un fenomeno in larga prevalenza piuttosto recente, abbastanza diffuse erano le case rurali e le masserie variamente distribuite in funzione della dimensione delle proprietà agrarie e delle modalità di conduzione.
4. Fattori storici e caratteri recenti dello sviluppo urbanizzativo e delle centralità Lo sviluppo urbanizzativo dell’AIL è stato fortemente condizionato dal sistema dei collegamenti che ha favorito la formazione di un continuum urbanizzato tra i vari Comuni. Nelle cartografie storiche del 1936 i centri della zona si presentano ancora compatti e distinti: le espansioni insediative si concentrano prevalentemente ai margini dei nuclei storici centrali mentre sono assolutamente poco significative le edificazioni sia lungo la viabilità principale di livello territoriale (S.S.7 bis), sia lungo la viabilità di collegamento intercomunale (Acerra-Pomigliano d’Arco; Pomigliano d’Arco-S.Anastasia; Marigliano-Somma Vesuviana).
3 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Il bacino dei Regi Lagni copre una vasta superficie delle aree provinciali di Napoli e Caserta ed è costituito da un sistema di canali e di invasi, realizzati in gran parte in epoca vicereale e borbonica, che allo stato attuale versano spesso in stato di abbandono, e talora di profondo degrado in quanto a volte utilizzati come fogne a cielo aperto. Negli anni ‘70, in conseguenza della saturazione del capoluogo e di molti centri della conurbazione vesuviana costiera (che presentano situazioni abitative problematiche per congestione, traffico, degrado) e dell’insediamento a Pomigliano dello stabilimento automobilistico dell’Alfa Sud nell’apposito agglomerato industriale dell’ASI, si ha una forte accelerazione delle espansioni urbanizzative. Nei lustri successivi nel settore nord-orientale della provincia si registrano un consistente incremento e potenziamento della rete viaria, sia di livello nazionale che di interesse provinciale, la ristrutturazione del tratto occidentale della linea della Circumvesuviana Napoli-Nola-Baiano, ulteriori insediamenti industriali (Aeritalia) e la localizzazione di grandi impianti commerciali e logistici (CIS Centro ingrosso sviluppo campano, interporto) che ulteriormente intensificano il processo di urbanizzazione delle aree lungo la direttrice da Casalnuovo a Nola sicché il sistema insediativo dell’AIL Casalnuovo-Pomigliano presenta oggi una configurazione conurbativa prevalentemente lineare. La cospicua crescita che ha portato alla saldatura dei centri ha interessato con ritmi abbastanza simili tutti i comuni: le recenti espansioni sono costituite da consistenti “addizioni” di carattere prevalentemente residenziale e dalla densificazione dell’edificato lungo la viabilità di collegamento tra i centri (Casalnuovo-Pomigliano; Marigliano-Mariglianella-Brusciano). In alcuni centri sono stati realizzati dei quartieri residenziali con cospicue aliquote di attrezzature pubbliche (poi spesso mal gestite o vandalizzate) nel quadro del PSERN, Programma Straordinario di Edilizia Residenziale per Napoli del dopo terremoto (legge 219/1981) Negli ultimi anni, nel contesto di una economia abbastanza dinamica grazie alle componenti terziarie dell’apparato produttivo locale, si sono registrati ulteriori sviluppi nei comparti dei servizi alle imprese, che prefigurano elementi rilevanti di centralità di rango metropolitano nel Pomiglianese. Nell’AIL si distinguono tre ambiti di paesaggio identitario: • l’ambito di Casalnuovo che risulta caratterizzato da una trasformazione urbanizzativa diffusa del sistema rurale ed a episodiche localizzazioni di impianti industriali e commerciali; • l’ambito di Pomigliano che si presenta come un insediamento complesso consolidato con isolate trasformazioni specialistiche; • l’ambito Marigliano-Brusciano che si presenta come raggruppamento di centri in un contesto di periferia urbanizzata ed a contatto con un paesaggio rurale consolidato e relativamente poco alterato.
5. Situazione socioeconomica e dinamica delle attività produttive
Le dinamiche demografiche sono abbastanza contraddittorie nell’AIL: in presenza di saldi naturali sempre positivi, i saldi migratori sono fortemente positivi a Casalnuovo di Napoli, abbastanza o moderatamente positivi in tutti gli altri comuni e significativamente negativi nel comune di Pomigliano d’Arco. Ciò può essere spiegato con una generale attrattività dell’AIL per i suoi dinamismi economici, con gradienti esaltati nel comune di Casalnuovo, probabilmente per la prossimità al comune capoluogo e per le “affluenti” politiche edilizie locali, e con fenomeni in controtendenza nel comune di Pomigliano, in cui il conseguimento di prestazioni di tipo urbano ha probabilmente innalzato in misura rilevante il livello dei costi insediativi. Per quel che riguarda gli indici di specializzazione per addetti, la spiccata caratterizzazione dell’ambiente Casalnuovo - Pomigliano è nel manifatturiero. Qui tutti i comuni fanno registrare indici simili. Negli altri settori la specializzazione è più bassa di quella provinciale o in linea con la stessa. Nell’ambito dell’industria manifatturiera, i settori trainanti dell’area sono quello della fabbricazione dei mezzi di trasporto (DM, grazie al ruolo predominate esercitato da Pomigliano e Mariglianella), quello della raffinazione del petrolio (DF, soprattutto a Casalnuovo e Castello di Cisterna) e quello della produzione di metallo e della fabbricazione di prodotti in metallo (DJ). Interessante è l’omogenea specializzazione di tutti i comuni nel settore dell’industria tessile e dell’abbigliamento (DB). Per quel che concerne l’analisi delle dinamiche temporali tra il 1991 e il 2001, il periodo considerato ha visto una forte perdita di occupati nell’industria manifatturiera, perdita registratasi a Pomigliano e Casalnuovo ed in parte compensata dagli aumenti nelle attività localizzate a Castello di Cisterna, Mariglianella e Marigliano. Un calo di occupati si è avuto anche nel settore dei servizi alla persona. Forti aumenti si sono avuti nei servizi alle imprese, nel turismo e nelle costruzioni (in particolare a San Vitaliano e Mariglianella). Anche il commercio ha visto crescere gli addetti, in particolare a San Vitaliano, Mariglianella e Casalnuovo.
4 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
6. Situazione della mobilità e delle infrastrutture
L’AIL è servito da linee ferroviarie e assi stradali di rango nazionale/regionale. Le quattro direttrici viarie principali sono : - con andamento nord-sud, l’autostrada A1 Milano-Napoli che delimita il territorio dell’AIL ad occidente;
- la Strada Statale 7 bis “terra di Lavoro”, che attraversa il territorio dell’AIL da est a ovest;
- sempre con andamento est-ovest, l’autostrada A16 Napoli-Avellino-Bari, che costituisce il limite meridionale dell’AIL e che, tra l’altro, collega anche l’autostrada A1 e l’autostrada A30 Caserta-Mercato San Severino1;
- l’ “asse mediano”, superstrada est-ovest che segna in parte il limite nord dell’AIL e che collega la variante alla Domiziana all’altezza di Lago Patria con Acerra e Pomigliano. Per quel che riguarda le reti ferroviarie si distinguono tre direttrici: - la linea FS Napoli-Cancello, con andamento nord-sud interessante soprattutto il territorio di Casalnuovo;
- la linea FS Torre Annunziata-Cancello2, sempre con andamento nord sud e interessante il territorio di Marigliano;
- la linea Circumvesuviana Napoli-Nola-Baiano3, che, con andamento est-ovest, interessa l’intero AIL; nel quadro del citato PSERN, il tratto fra Pomigliano e Scisciano è stato sostituito con un nuovo tracciato esterno ai centri abitati, con due ordini di problemi conseguenti: quello della eccentricità e delle condizioni di totale isolamento delle nuove stazioni, e quello del riuso del vecchio tracciato, che solo qualche Comune ha avviato a soluzione migliorando la mobilità sostenibile nel cuore dei tessuti edificati. Occorre rilevare che l’AIL è interessato, nel suo settore occidentale, dalla linea AV-AC Roma-Napoli- Battipaglia, in corso di costruzione, di cui è programmata la “stazione porta” dell’area metropolitana ad Afragola, a breve distanza, quindi, dall’AIL. La stazione di “Porta Campania-Afragola” rappresenta un nodo di grande rilevanza nel disegno di riassetto della rete ferroviaria e quindi della rete dei trasporti nazionale. All’interno della regione, alla stazione verrà affidata la funzione di connessione del sistema AV/AC con la fitta e complessa rete di infrastrutture presenti sul territorio che serve un grande bacino di utenza. La realizzazione della citata stazione impone una cospicua variante alla linea FS Napoli-Cancello cui competerà in futuro una funzione più specificatamente regionale e metropolitana. La cospicua dotazione di infrastrutture permette un buon livello di mobilità nell’AIL, nel quale tuttavia le reti per la mobilità sostenibile risultano presenti in misura e forme episodiche, laddove potrebbero fornire un contributo significativo in rapporto alla configurazione pianeggiante del territorio e al livello di congestione delle strade interne agli abitati per i flussi automobilistici sproporzionati alle morfologie insediative.
7. Risorse paesistiche e ambientali L’AIL si presenta come un comprensorio pianeggiante abbastanza esteso e riferibile in una percezione paesaggistica di lungo raggio ai fondali delle colline di Cancello-Roccarainola e nord e del cono vulcanico del Somma-Vesuvio a sud. Al suo interno, l’AIL risulta privo di emergenze geomorfologiche capaci di strutturarne il paesaggio, che invece trova i riferimenti essenziali nel citato sistema di canali di bonifica dei Regi Lagni, opera di ingegneria idraulica rinascimentale ampliata in epoca borbonica, e nelle sopravvivenze delle colonizzazioni della centuriazione romana, che hanno condizionato le trame rurali storiche e si configurano potenzialmente come riferimento ordinatore del paesaggio agrario, mentre le grandi intrusioni delle industrie e delle infrastrutture propongono il tema (la sfida, si potrebbe dire con qualche enfasi) della loro riqualificazione per la costruzione di nuovi paesaggi contemporanei. Il patrimonio insediativo e i connotati tipo-morfologici dei centri testimoniano le radici contadine a cui resta in parte legata l’identità culturale dell’area. Il valore dei tessuti risiede specialmente nella compattezza e coerenza dell’edificato, che consente di scandire gli spazi secondo precisi caratteri e con una chiara gerarchia. Riconoscibili sono sempre uno o più luoghi centrali, dominati da elementi monumentali come la basilica, la parrocchia, il castello o il palazzo baronale. La grande corte contadina ha generalmente conservato, quando non sono intervenute intensificazioni edilizie, quella riserva di spazio libero interno ancora oggi prezioso per la socialità ed in alcuni casi sono sopravvissuti i giardini interni, oggi importante riserva di verde urbano.
5 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Tra i manufatti abbandonati spiccano una serie di masserie, gli edifici delle grandi aziende di un tempo, i cui fondi sono andati frazionati tra proprietari che hanno successivamente preferito trasferirsi in paese. Va riconosciuto a molti di questi edifici, oltre alla consistenza edilizia, una certo pregio dell’architettura. Singolarmente e nel loro insieme tali manufatti costituiscono un importante patrimonio, che si presta alla riutilizzazione con usi appropriati, anche a sostegno del mondo agricolo. Gli elementi con incidenza paesaggistica di seguito elencati rappresentano valore e significato di elementi costitutivi e connotativi del paesaggio storico. La loro individuazione discende dalla lettura incrociata dei seguenti dati: Valutazione della valenza paesaggistica posseduta da quei beni culturali per i quali è già riconosciuto l’interesse storico – architettonico dichiarato nei decreti ministeriali di vincolo; Individuazione tra i beni culturali appartenenti a quelli di cui all’art. 12 comma 1 del D.LGS. 22/01/2004 n. 42, di quelli significativi ai fini della conformazione del paesaggio, della connotazione della città storica ovvero della scena urbana.
Elenco dei Beni Vincolati
DENOMINAZIONE COMUNE DECRETO
Mulino Borbonico della Bolla, alveo Volla di Volla
Parrocchiale di san Giacomo Casalnuovo Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Maggiore
Palazzo Lancellotti, via XXV Luglio Casalnuovo Decreto Ministero Beni Culturali e Ambientali del 9/08/1989
Chiesa di Santa Maria di Afragola Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Costantinopoli, località Scafatella
Torre dell’Orologio, presso la Pomigliano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Chiesa di san Rocco d’Arco
Chiesa e Campanile di San Felice, Pomigliano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 piazza San Felice d’Arco
Palazzo Riaro Sforza, piazza Pomigliano Mercato d’Arco
Chiesa e Campanile di Santa Maria Pomigliano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 delle Grazie d’Arco
Chiesa di San Nicola di Bari Castello di Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Cisterna
Parrocchiale di San Giovanni Mariglianella Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Evangelista
Chiesa e Campanile di San Vito Marigliano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1
Palazzo Comunale (Ex Monastero Marigliano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Santa Maria delle Grazie)- Chiesa e Campanile Santa Maria delle Grazie
Palazzo Ducale Marigliano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1
Chiesa di San Vitaliano San Vitaliano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1
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8. Criticità ambientali e funzionali
Criticità funzionali sono rappresentate sia dalla carenza di spazi verdi e attrezzature sia dall’inadeguatezza del sistema viario locale.
Il verde pubblico si riduce a esigue ville comunali e solo in tempi molto recenti si sono affrontati progetti di più ampio respiro come nel caso del Parco urbano di Pomigliano, mentre l’inadeguatezza del sistema viario negli abitati e nei contesti sub-urbani produce elevati valori di congestione del traffico veicolare.
In tal senso la fusione degli abitati lungo gli assi viari, legata all’espansione edilizia degli ultimi trent’anni, non è avvenuta attraverso il potenziamento delle infrastrutture urbane, ma attraverso una successione di interventi discontinui senza una logica connessione con programmi di adeguamento delle preesistenze.
Si segnalano, come ulteriore elemento di criticità relativo ai tessuti edilizi, le alterazioni subite dal patrimonio architettonico con sopraelevazioni, inserimenti di nuovi corpi di fabbrica estranei per stile e volumetria, ricostruzioni o sostituzioni improprie, demolizioni o alterazioni dei tetti e molte altre manomissioni che hanno peggiorato e talvolta del tutto sfigurato parti di questi centri.
Un cenno va fatto anche alla sistematica presenza in ogni centro di serbatoi idrici costituiti da alte torri in cemento armato, secondo due tipologie, una meno recente con una forma a prisma poligonale, greve e sgradevole, ed una più recente a bulbo su un pilone rastremato verso l’alto, entrambe poco adatte a costituire i più vistosi riferimenti percettivi dell’ambito.
Va inoltre segnalata la presenza, nei centri storici, di numerose cavità del sottosuolo. Esse rappresentano un elemento di criticità (aggravato talora da infiltrazioni provocate da carenze del sistema fognario in presenza di accentuate concentrazioni di eventi meteorici): non sono mancati, in simili condizioni, episodi di dissesto che hanno creato rilevanti problemi di sicurezza per la popolazione.
9. Specificazione delle linee strategiche generali per ambiente e paesaggio, insediamenti,attività, mobilità
Per quel che riguarda le linee strategiche generali, particolare importanza assumono per il territorio di quest’AIL:
- la valorizzazione del ruolo legato alle attività di produzione e ricerca nei centri di Pomigliano d’Arco e Casalnuovo di Napoli attraverso la “messa in rete” e l’integrazione dei servizi;
- l’incremento delle funzioni urbane di livello superiore in una logica di complementarità tra i diversi centri/ambiti del sistema;
- un’attenta politica di valorizzazione dei poli specialistici per attività produttive;
- la valorizzazione del “parco agricolo” dei Regi Lagni.
Le ipotesi del PTCP indicano quella lungo la direttrice Pomigliano-Scisciano come una delle quattro aree all’interno delle quali procedere all’individuazione di “ambiti di densificazione residenziale”: l’incremento insediativo vi è giudicato compatibile in rapporto alla disponibilità di adeguate infrastrutture per la mobilità, specie su ferro, alla presenza di aree urbanizzate suscettibili di integrazioni/ampliamenti, alla possibilità di costruire – nel processo di densificazione – nuove centralità urbane e nuovi paesaggi.
In tal senso si prefigura un “progetto” di rafforzamento complessivo della direttrice insediativa, in una logica di integrazione e complementarità interna al sistema (in cui attualmente si distingue il ruolo forte di Pomigliano) e di relazione con l’area settentrionale della provincia, in particolare, prospettando la interconnessione del “parco agricolo” dei Refi Lagni con la nuova centralità del “cuneo verde” collegato con la stazione “porta Campania-Afragola” dell’Alta Velocità/Alta Capacità.
Per quel che riguarda le aree e complessi per insediamenti produttivi di interesse provinciale e/o sovracomunale (art. 55 della Normativa), il PTCP individua:
- tra i Poli specialistici produttivi consolidati per funzioni miste produttive, logistiche e del commercio o la cui evoluzione è indirizzabile verso funzioni miste produttive, logistiche e del commercio, il Polo integrato di Casoria/Afragola;
- tra i Poli specialistici produttivi consolidati per funzioni prevalentemente industriali, il Polo produttivo di Pomigliano d’Arco;
- tra i Poli specialistici produttivi suscettibili di sviluppo per funzioni miste produttive, logistiche e del commercio, il Polo produttivo, logistico e commerciale di Marigliano.
Per essi il PTCP persegue obiettivi specifici quali la qualificazione delle imprese e delle aree di insediamento sia sul piano delle dotazioni che su quello morfologico; la riduzione dell’impatto ambientale degli insediamenti produttivi e del loro consumo di risorse non rinnovabili; la riduzione
7 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli della dispersione dell’offerta insediativa e del consumo di territorio, mantenendo comunque un’offerta adeguata alla domanda; la concentrazione delle ulteriori potenzialità di offerta in collocazioni ottimali rispetto alle infrastrutture primarie per la mobilità e con scarse o nulle limitazioni o condizionamenti dal punto di vista ambientale ecc.
Gli interventi ritenuti dal Piano prioritari per realizzare il programma di ottimizzazione delle reti per la mobilità possono essere così riassunti:
- consolidamento della direttrice nolana, da Pomigliano d’Arco a Nola e Casamarciano, attraverso il potenziamento della tratta della Circumvesuviana Nola-Baiano al servizio degli insediamenti e dei poli produttivi esistenti (Area industriale di Pomigliano d’Arco, Cis di Nola e “vulcano buono”) e a supporto della densificazione insediativa ipotizzata, con la caratterizzazione intermodale del nodo di Marigliano (connessione con la tratta FS Torre Annunziata-San Giuseppe Vesuviano-Nola); in questo settore territoriale può sottoporsi a idonea verifica l’ipotesi di prolungamento della linea Circumvesuviana in direzione di Avellino;
- potenziamento della tratta ferroviaria da Torre Annunziata a Nola-Cancello (oggi sottoutilizzata) per la costruzione di un sistema logistico integrato (Porto commerciale di Torre Annunziata, Distretto industriale di San Giuseppe Vesuviano, interporto di Nola), a supporto della mobilità locale (con caratteristiche ferrotranviarie in ambito urbano) ed in connessione (nodo di Ottaviano con la Circumvesuviana) con la stazione dell’AV/AC di Poggiomarino-Striano;
- realizzazione di una rete ciclabile provinciale che consenta la fruibilità della linea di costa e si prolunghi ed articoli in modo da connettere i siti archeologici e, in prospettiva, da coinvolgere gran parte degli insediamenti dalla piana napoletana, con la costruzione nel breve periodo di reti corte (da Castellammare a Torre Annunziata, da Nola a Pomigliano, da Giugliano a Napoli, o nel perimetro di aree protette come i Campi Flegrei, o lungo i Regi Lagni) progressivamente attivando reti lunghe di connessione tra i diversi ambiti di pianura;
- attrezzatura prioritaria delle aree urbane raggiungibili mediante connessioni ciclopedonali dai nodi intermodali e in particolare dalle stazioni ferroviarie, localizzandovi investimenti per la riqualificazione urbana o per il completamento e la densificazione residenziale, in modo da consentire un più diretto vantaggio agli abitanti in termini di accessibilità ai trasporti collettivi su rotaia.
10. Piani e programmi in corso
Il territorio dell’AIL Casalnuovo - Pomigliano, nell’ambito delle indicazioni del PTR corrisponde in parte al STS E1-Napoli Nord-est: un territorio con presenza di aziende di grande dimensione e di settori “moderni”, nonché di settori tradizionali come l’abbigliamento e il calzaturiero, e in parte all’STS E3-Nolano: area di prevalente connotazione agroalimentare che si caratterizza per le infrastrutture moderne per la commercializzazione specie del tessile abbigliamento, proponendosi così come un importante “polo” per il commercio.
Tra i progetti maggiori incidenti su questo territorio è il già citato progetto per la stazione di “Porta Campania-Afragola” che avrà la funzione di raccordo all’area metropolitana del sistema AV/AC.
Tale progetto, in corso di realizzazione, è stato inquadrato nell’ambito del “Piano dei cinque comuni”, approvato ed in corso di attuazione, che definisce nel quadro di una riqualificazione del territorio interessato le seguenti azioni:
• la minimizzazione dell'impatto ambientale della linea AV e della linea FFSS Cancello - Napoli;
• l’organizzazione degli spazi aperti secondo un "disegno del suolo" tale da garantire la creazione di un vasto parco territoriale di respiro metropolitano;
• la realizzazione di percorsi interni al parco tali da garantire la continuità spaziale tra i diversi episodi vegetazionali ed architettonici;
• la realizzazione di aree di sosta, sia in prossimità degli accessi al parco che negli spazi al servizio degli insediamenti produttivi;
• la tutela e la valorizzazione delle fasce spondali lungo il canale artificiale Borbonico.
Si segnala, inoltre, che tale territorio è parzialmente interessato dai seguenti Progetti pilota redatti dalla Provincia di Napoli:
• il programma integrato per lo sviluppo dell’area dei Regi Lagni come Business park per l’agricoltura e le connesse attività di trasformazione che riguarda il territorio dei comuni di Brusciano, Casalnuovo di Napoli, Castello di Cisterna, Mariglianella e Pomigliano d'Arco (ma anche di Acerra, Caivano, Cardito);
8 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
• il programma integrato per la riqualificazione e il rafforzamento dei legami identitari di una rete di 13 centri storici minori a nord di Napoli4, con particolare riguardo al risanamento e alla messa in sicurezza degli spazi ipogei, nonché alla valorizzazione delle risorse territoriali e storico-artistiche.
Di grande importanza per il territorio dell’AIL è anche il progetto del parco agricolo dei Regi Lagni che completa la “cintura verde” provnciale verso est, offrendo il riferimento innovativo per la valorizzazione ed il rafforzamento delle attività di produzione e ricerca del triangolo Pomigliano- Acerra-Casalnuovo attraverso la “messa in rete” e l’integrazione dei servizi e l’incremento delle funzioni urbane di livello superiore in una logica di complementarità tra i diversi centri/ambiti del sistema.
L’AIL è interessato dal “PIT 7 - Città del fare”, riguardante i comuni di Afragola, Brusciano, Casalnuovo di Napoli, Castello di Cisterna, Mariglianella, Pomigliano d'Arco (oltre ad Acerra, Caivano, Cardito inseriti in altri AIL) che intende rafforzare la capacità competitiva del Sistema Locale dell'area a Nord-Est di Napoli attraverso la valorizzazione delle risorse umane ed imprenditoriali presenti sul territorio, la promozione del miglior utilizzo delle significative aree industriali esistenti e la costituzione di un sistema integrato di servizi alle imprese.
Si segnala infine che il Comune di Marigliano è stato candidato ad essere sede della “Città dei fiori”, il mega-progetto promosso dal Consorzio Conflomer ed inserito tra i quindici grandi interventi regionali da finanziare con i fondi strutturali europei Fesr 2007-2013.
La “Città dei fiori” si propone al settore florovivaistico nazionale ed internazionale come il luogo privilegiato della commercializzazione e della logistica, ma anche come il luogo della ricerca, dell’innovazione tecnologica e della internazionalizzazione dei mercati.
9 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
1 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
2 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Descrizione Ambiente Insediativo
1. Caratteristiche del territorio L’area Nolana presenta una conformazione particolarmente articolata dal punto di vista geo- morfologico, con ampie aree pianeggianti che si elevano dolcemente, a sud, verso il Vesuvio e a nord verso le dorsali dell’Appennino (monti del Partenio) e con una caratterizzazione geologica strettamente legata all’attività vulcanica e al dilavamento delle falde dei rilievi circostanti. L’area è costituita da depositi alluvionali e palustri, e da coperture di prodotti piroclastici eterometrici, a luoghi rimaneggiati ed a matrice prevalente compresi in un intervallo altimetrico di 0- 100 m (s.l.m.). i primi depositi sono caratterizzati da una permeabilità per pori, assai variabile ma in genere piuttosto bassa ed i secondi da una permeabilità che varia in funzione della granulometria prevalente. La vulnerabilità di tali aree è connessa, per le zone prossime ai rilievi carbonatici, alla propagazione del materiale franato; da una vulnerabilità della falda e pericolosità vulcana medio – alta. Predominano suoli ad alta biodiversità (57.0%) e suoli ad alta sensibilità ambientale (21.5%). I primi sono suoli vulcanici andici, generalmente profondi con orizzonti di superficie ricchi di sostanza organica e fertili. Questi suoli ed in particolare i suoli andici con orizzonte di superficie spesso su superfici neolitiche della pianura pedemontane sono riportati tra i geositi di interesse internazionale. I suoli ad alta sensibilità ambientale si trovano paesaggi pedologici colluviali del comprensorio. Si tratta di suoli molto delicati rispetto all’ambiente in cui essi sono inseriti. Nell’area manca una idrografia superficiale perenne e le acque che scendono dai rilievi non sono in grado di alimentare i corsi d’acqua per tutto l’anno, sia per l’irregolarità delle piogge che per la modesta capacità delle sorgenti. I corsi d’acqua più importanti che si originano da sorgenti sono quelli che provengono dai monti Avella, il torrente di Avella e quello del Gaudo.
Il PTCP articola l’AIL nelle seguenti aree di specifico interesse:
AIL O - Nolano Ha %
Aree e componenti d'interesse naturalistico 115 1,0% Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 332 3,0% Aree e componenti d'interesse rurale 7538 68,0% Aree e componenti d'interesse urbano 3030 27,4% Aree di criticità e degrado 62 0,6% Aree complessive* 11078 100,0%
2. Aree di interesse naturalistico e rurale E’ la terza zona agricola della provincia per estensione (oltre 7500 ha), in cui predominano sistemi colturali frutticoli a media biodiversità che coprono il 64% della superficie totale. Nell’ultimo decennio è da segnalare l’aumento della superficie agricola in diversi comuni ed in particolare un consistente aumento della superficie investita a frutteti in tutta l’area. Le superfici urbanizzate rappresentano il 25% del totale.
AREE DI INTERESSE NATURALISTICO FATTORI STRUTTURANTI
Boschi di conifere e di latifolie 46 ha pari all’1% della superficie
ALTRE AREE DI INTERESSE
Aree a pascolo naturale pari a 24 ha
AREE DI INTERESSE RURALE FATTORI STRUTTURANTI
3 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Frutteti e frutti minori (4578 ha pari al 51% della superficie)
Sistemi colturali complessi (651 ha pari al 7% della superficie)
ALTRE AREE DI INTERESSE
Colture erbacee (765 ha pari al 9% della superficie)
In quest’AIL i frutteti sono considerati fattori strutturanti del paesaggio in quanto ne caratterizzano non solo l’aspetto, ma anche l’economia da secoli, praticamente sin dalla comparsa dai primi insediamenti umani, come testimoniano ritrovamenti archeologici e numerose testimonianze storiche . L’agricoltura dell’area Nolana è caratterizzata da estesa frutticoltura con prevalenza del nocciolo nella parte settentrionale, con discreta presenza di melo e kaki, e dell’albicocco nella parte meridionale. Si tratta di sistemi colturali ad alta biodiversità, che consentono lo sviluppo di flora spontanea e la presenza di avifauna e di piccoli mammiferi. Il nocciolo è coltivato in Campania sin dall’antichità. Numerose testimonianze si rinvengono nella letteratura latina, già a partire dal III secolo avanti Cristo e da reperti archeologici. D'altra parte lo stesso nome del nocciolo, "Avellana", tratto da Linneo dalle antiche denominazioni, deriva la sua tipologia da un'antichissima città della Campania chiamata appunto Abella. Rientrano nel Programma Speciale di Sviluppo Locale TERRE ANTICHE DEL NOCCIOLO i comuni di Camposano, Carbonara di Nola, Casamarciano, Cicciano, Cimitile, Comiziano, Liveri, Nola, Palma Campania, Roccarainola, San Gennaro Ves., San Paolo Bel Sito, San Vitaliano, Saviano, Scisciano, Somma Ves.,Tufino, Visciano. L’albicocco viene riportato in Campania la prima volta da Gian Battista Della Porta, scienziato napoletano, che, nel 1583, nell'opera “Suae Villae Pomarium” distingue due tipi di albicocche: bericocche e crisomele, più pregiate. Da questo antico termine deriverebbe, quindi il napoletano “crisommole” ancora oggi usato per indicare le albicocche, e da cui sarebbero derivate, inoltre, le crisomele alessandrine, che ancora esistono nell'area vesuviana. La Campania è la regione più importante, nella coltivazione di albicocche, con quasi 50.000 tonnellate di prodotto, proveniente per la maggior parte dall'area vesuviana, che rappresenta circa l'80% della produzione regionale. Nell'area dei comuni vesuviani attualmente vi sono circa 2000 ettari di albicoccheti, con una produzione che in condizioni climatiche normali si dovrebbe attestare sui 400.000 quintali. La maggior parte è destinata al consumo fresco. Una quota variabile di anno in anno viene trasformata in nettari, ossia in succo e polpa, mentre una piccola parte viene trasformata in confetture, essiccati e canditi, e in ultimo una quota molto limitata è trasformata in prodotti surgelati e sciroppati. La mela annurca è presente da secoli nella nostra provincia ed attualmente è diffusa soprattutto nel Giuglianese, nell’area Flegrea e nell’agro Nolano. Deriva il suo nome da annorcola ed è citata sia da Plinio il vecchio (Mala Orcula) che da Gian Battista della Porta (Orcola) proprio in riferimento alla sua origine nella zona di Pozzuoli vicino all’ingresso negli inferi (Orco). Il kaki fu introdotto in Italia negli anni 20 e la regione Campania è stata per decenni il principale bacino di produzione europea. La provincia di Napoli in particolare detiene ancora il primato nazionale. E’ particolarmente diffuso nelle aree flegrea, vesuviana, acerrana e nolana, spesso allevato in sistemi colturali complessi (orti e frutteti consociati) caratterizzati da elevata biodiversità.
3. Fattori storici e caratteri recenti dell’insediamento rurale La rete centuriata romana, che rappresenta il sistema agrimensorio più caratteristico di tutta l’antichità classica ha fornito la trama su cui si sono insediate numerosissime masserie e casali che hanno costituito i capisaldi intorno ai quali è stato organizzato fino al dopoguerra tutto l’assetto territoriale dell’intera Piana campana, caratterizzando il paesaggio con le linee impresse dalla divisione geometrica degli antichi agrimensori militari romani per l’assegnazione di terre ai legionari veterani, rimarcate da filari di alberi frangivento e delimitatori. Le tre pianure ai piedi del Vesuvio (napoletana, sommese e sarnese) rappresentano un ottimo esempio della complessità delle tecniche di suddivisione del territorio in epoca romana. Infatti, sono state rinvenute ben 7 reti centuriate differenti per modulo e per estensione, tra le quali sono riconoscibili ancora delle tracce nella centuriazione Acerra-Atella ed in quella di Nola di Nuceria, che hanno conferito ai paesaggi agrari del territorio del Piano Campano la caratteristica suddivisione ortogonale. Negli ultimi decenni, l’equilibrio delle diverse componenti del territorio e del paesaggio è stato in parte compromesso dalla diffusa edificazione e dall’abbandono di alcune aree rilevanti dal punto di vista paesaggistico, culturale e insediativo (centri storici degradati, aree archeologiche poco valorizzate, scarsa attenzione e tutela per alcune aree naturali rilevanti,…). Nelle cartografie storiche del 1936 i centri dell’area Nolana si presentano compatti e distaccati: le espansioni insediative si concentrano prevalentemente ai margini dei nuclei storici centrali; sono poco significative le espansioni sia lungo la viabilità principale di livello territoriale (S.S.7 bis), sia lungo la viabilità di collegamento intercomunale. Molto diffuse sono le case rurali e le masserie nei territori agricoli che si presentano estremamente variegati per la fitta trama dei canali, per i numerosi percorsi interpoderali, per la conformazione dei campi, per gli innumerevoli manufatti sparsi sul territorio.
4 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
4. Fattori storici e caratteri recenti dello sviluppo urbanizzativo e delle centralità
Negli anni ‘70-80 lo sviluppo urbanizzativo investe tutti i centri dell’area nolana: la saturazione del capoluogo e di molti centri della conurbazione vesuviana costiera, che presentano situazioni abitative problematiche per congestione, traffico, degrado, la localizzazione di alcune grandi industrie a Pomigliano (Alfa sud, Alfa Romeo, Aeritalia) e di alcuni agglomerati industriali dell’Asi, il consistente incremento e potenziamento della rete viaria sia di livello nazionale che di interesse provinciale, la localizzazione di grandi insediamenti di tipo terziario (CIS Centro ingrosso sviluppo campano) accelerano il processo di urbanizzazione delle aree lungo la direttrice Nolana, da Pomigliano a Baiano. Negli ultimi vent’anni il sistema insediativo nolano registra aumenti consistenti della popolazione e delle espansioni edilizie sia lungo le infrastrutture principali di collegamento territoriale, sia in modo diffuso in area agricola. Nell’area Nolana il sistema insediativo si articola in direzione nord-sud con gli insediamenti di Roccarainola, Cicciano, Camposano, Cimitile, Nola e in direzione est-ovest con gli insediamenti di Scisciano, Saviano, Nola, S.Paolo Belsito; i centri si susseguono a catena e presentano continuità dell’edificato: ai nuclei storici che si presentano con una struttura compatta e riconoscibile, si affiancano aree edificate che, soprattutto quelle di più recente formazione caratterizzate da insediamenti di edilizia residenziale pubblica, rivelano spesso un impianto incompiuto. Nola è il centro di riferimento per tutti i comuni dell’area che in epoca romana si configuravano come casali strettamente dipendenti da Nola; nel centro sono presenti diverse attrezzature di interesse territoriale e molte attività terziarie. Negli anni più recenti Nola ha assunto un ruolo sempre più rilevante anche a livello regionale per la presenza del Cis, dell’Interporto, della sede dell’Università di Napoli. Molto interessanti sono le aree archeologiche presenti sia all’interno che all’esterno del centro urbano, anche se poco valorizzate. Il centro storico è molto interessante per complessità insediativa e presenza diffusa di manufatti di interesse storico-architettonico; è però segnato da condizioni di degrado e congestione. Strettamente connessi a Nola, sull’asse nord-sud, sono i centri di Saviano, Cimitile, Camposano e Cicciano che negli anni più recenti hanno registrato una crescita demografica consistente ed un aumento notevole del patrimonio abitativo. Di notevole interesse culturale è il complesso delle basiliche paleocristiane di Cimitile. Il centro di Saviano è strettamente connesso sia a Nola che a Marigliano che all’area vesuviana interna (S.Giuseppe Vesuviano) e fino a qualche decennio fa si caratterizzava prevalentemente come centro agricolo; negli anni più recenti ha subito profonde trasformazioni di tipo insediativo con espansioni edilizie consistenti (lungo la viabilità di collegamento tra i centri e diffusa in area agricola) sia di tipo residenziale che produttivo (centri commerciali, attività manifatturiere,...). Tufino è un piccolo centro dell’agro Nolano, a margine degli insediamenti più consistenti del sistema Nola-Roccarainola e di quello di Avella. Ha registrato negli anni più recenti una modesta crescita demografica e del patrimonio abitativo. Il paesaggio è fortemente segnato dalla presenza di cave, che sono diffuse e in alcuni casi profonde (alcune cave sono utilizzate come discariche o come siti di stoccaggio). La cava più consistente si trova in prossimità del centro abitato, la vegetazione spontanea presente la maschera e non crea un impatto negativo sul paesaggio. Il comune di Visciano forma una lunga lingua sul crinale di una delle dorsali trasversali del Preappennino, che si spinge oltre i mille metri di quota, e che penetra nel territorio avellinese separando il Vallo di Lauro dal Baianese. Il centro è compatto ed il paesaggio di grande interesse dal punto di vista naturalistico (bassa presenza antropica, presenza di boschi, versanti ad elevata pendenza, ...). Il territorio di Roccarainola ricade in parte all’interno del Parco Del Partenio (foresta demaniale di Roccarainola 900ha). L’insediamento si articola in diversi nuclei ed è strettamente collegato al centro di Cicciano. Negli anni ‘80 ha avuto un incremento significativo di abitanti e di abitazioni (edilizia residenziale pubblica rione Fellino); le aree di recente edificazione presentano una complessiva assenza di qualità urbana e carenza di attrezzature e servizi anche di tipo locale. Si riconosce una condizione di squilibrio tra Nola e i centri vicini, una concentrazione assoluta di attività e servizi nel centro maggiore (negli anni più recenti sono aumentate molto le attività commerciali solo a Cicciano). E’ possibile dunque individuare un gruppo di centri, connessi fisicamente, che configurano un’area urbanizzata compatta che ha Nola come centro di riferimento, e per i quali non è possibile riconoscere attualmente ruoli complementari o differenze rilevanti (Cimitile, Camposano, Cicciano) e una serie di centri che sono collegati a Nola dal punto di vista funzionale, ma per i quali è possibile riconoscere una maggiore caratterizzazione, relazioni ancora congruenti tra insediamento e contesto ambientale e forme di identità superstiti (Visciano, Roccarainola, Tufino, Saviano, Palma).
5. Situazione socioeconomica e dinamica delle attività produttive
Quest’area, oltre alla destinazione agro-alimentare, si caratterizza per le infrastrutture moderne, per la commercializzazione specie del tessile abbigliamento, proponendosi così come iun importante polmone per il commercio.
5 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Le trasformazioni sociali ed economiche dell’area Nolana sono avvenute principalmente nel corso degli anni settanta-ottanta. Il CIS, nato nella metà degli anni ottanta, è diventato il maggior centro di distribuzione all’ingrosso d’Europa ed oggi rappresenta una delle realtà commerciali più dinamiche dell’area Nolana e del Mezzogiorno. Il CIS, moderno centro di raccolta e smistamento merci, che, di fatto, rappresenta la rilocalizzazione di molte attività precedentemente insediate in Piazza Mercato a Napoli, occupa un’area totale di 1.700.000 mq, di cui 550.000 mq sono superfici coperte, ospita 328 aziende grossiste dislocate su otto grandi isole commerciali, i settori merceologici sono 80, gli addetti complessivi sono 3.500 unità, 200 i servizi e gli studi professionali che vi operano all’interno. Nelle immediate vicinanze del CIS è presente l’Interporto Campano, il primo e più importante polo del Centro-SudItalia per lo stoccaggio, la movimentazione e la manipolazione delle merci, dotato di strutture ed attrezzature che dovrebbero rendere più razionali le attività degli operatori. L’Interporto occupa un’area di 350.000mq: sono localizzati un terminal ferroviario ed intermodale collegato alla rete nazionale F. S. in grado di assorbire10.000 tonnellate di merci al giorno, consentendo il trasbordo dalla modalità ferroviaria a quella su strada e viceversa; magazzini frigoriferi per una superficie di oltre 30.000 mq; 75.000 mq coperti per magazzini per merci; 130.000 mq coperti per magazzini per trasportatori, spedizionieri e corrieri e, in ultimo,23.000 mq destinati all’area doganale. In fase di completamento è il Centro servizi polifunzionale “Vulcanobuono”. Il complesso logistico impegna un’area complessiva di 260 mila mq. All’interno vi sorgono impianti telematici ed informatici per il monitoraggio delle flotte dei veicoli, uffici per la fornitura di servizi di accesso alle banche dati nazionali ed internazionali, attività destinate ad un ampio pubblico ( un grande ipermercato, attività commerciali di tutti i generi e dimensioni, , alberghi, ristoranti ed attività per il tempo libero. L’Area di sviluppo industriale (ASI) sorge in località Boscofangone, nelle immediate vicinanze del Cis, dell’interporto e del Centro servizi polifunzionale “Vulcanobuono”. I quattro complessi, hanno una buona accessibilità essendo localizzati in prossimità degli assi viari principali che collegano l’area Nolana al resto della regione ed all’accesso diretto alle autostrade A16 Napoli –Bari, alla A30 Caserta – Salerno, alla A1Milano – Napoli ed alla A3 Salerno –Reggio Calabria.escita delle realtà locali.
6. Situazione della mobilità e delle infrastrutture Molti centri sono localizzati lungo la strada statale 7 bis, che attraversa tutta l’area in direzione ovest-est, da Marigliano a Tufino. Lungo la strada provinciale del Vallo di Lauro sono localizzati S. Paolo Belsito, e Liveri, vicini ai centri della provincia di Avellino (Quindici, Lauro, Moschiano). A nord della SS. 7 bis Camposano, Cimitile, Cicciano, Comiziano, Tufino e Roccarainola si collegano alla strada provinciale per Caserta. Il trasporto su ferro si articola sulla linea ferroviaria (FF.SS.) Caserta-Nola-Salerno, che assolve a funzione di trasporto passeggeri e merci e sulla tratta Napoli-Baiano della ferrovia Circumvesuviana, con funzione di collegamento di tipo metropolitano (solo trasporto passeggeri).
7. Risorse paesistiche e ambientali La morfologia articolata, la caratterizzazione geologica, la rilevanza delle aree verdi, la struttura insediativa storica, la presenza di un articolato sistema di risorse storico-culturali conferiscono al paesaggio una precisa identità. Gli elementi con incidenza paesaggistica di seguito elencati rappresentano valore e significato di elementi costitutivi e connotativi del paesaggio storico. La loro individuazione discende dalla lettura incrociata dei seguenti dati: Valutazione della valenza paesaggistica posseduta da quei beni culturali per i quali è già riconosciuto l’interesse storico – architettonico dichiarato nei decreti ministeriali di vincolo; Individuazione tra i beni culturali appartenenti a quelli di cui all’art. 12 comma 1 del D.LGS. 22/01/2004 n. 42, di quelli significativi ai fini della conformazione del paesaggio, della connotazione della città storica ovvero della scena urbana.
Elenco dei Beni Vincolati
DENOMINAZIONE COMUNE DECRETO
Parrocchiale di San Gavino a Via Camposano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Vittorio Emanuele
Chiesa di San Clemente, piazza Casamarciano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Umberto I
6 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Castello Mercogliano, Via Santa Casamarciano Decreto Ministero Beni Culturali e Ambientali Maria del 05/03/1987
Chiesa di San Pietro Apostolo Cicciano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1
Chiesa di Santa Maria degli Angeli Cicciano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1
Chiesa e Campanile Cicciano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 dell’Immacoloata Concezione, Via Roma
Chiesa di san Giacomo Apostolo, Cicciano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 piazza Giovanni XXIII
Complesso Basilicale di san Felice Cimitile Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1
Parrocchiale di san Felice Cimitile Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1
Chiesa e Convento di San Cimitile Decreto Ministero Beni Culturali e Ambientali Francesco di Paola del 28/01/1989
Parrocchiale di San Severino, Comiziano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 piazza san Severino
Palazzo D’Afflitto, piazza san Comiziano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Severino
Santuario di Santa Maria a Parete, Liveri Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Via Santa Maria a Parete
Duomo e Campanile di San felice, Nola Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 piazza Duomo
Palazzo Orsini(Tribunale), piazza Nola Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Giordano Bruno
Chiesa del Gesù, piazza Giordano Nola Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Bruno
Chiesa e Campanile Nola Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 dell’Immacolata Concezione, piazza matteotti
Convento di Sant’Angelo in Palco Nola Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1
Complesso conventuale di santa Nola Decreto Ministero Istruzione Pubblica del Chiara, via Vitale 02/03/1921
Complesso di Santa Maria degli Nola Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Angeli(Camaldolesi di Nola)
Convento dei Cappuccini o San Nola Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Francesco in località Madonna delle Grazie
Castello Cicala in località omonima Nola Decreto Ministero Educazione Nazionale del 27/11/1932
7 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Caserma Principe Amedeo, piazza Nola Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 d’Armi
Ruderi del castello in località Monte Roccarainola Decreto Ministero Beni Culturali e Ambientali Moio del 14/10/1985
Parrocchiale e Campanile di San Roccarainola Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1 Giovanni Battista
Villa Montesano in località omonima San Paolo Belsito
Chiesa di San Vitaliano San Vitaliano Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1
Chiesa di Madonna di Loreto Tufino Decreto legislativo 42/2004 – art.10 comma 1
All’interno del territorio dell’AIL, con Decreto Ministeriale 28 marzo 1985 Zona del Colle Cicala nel comune di Nola, è stata dichiarata di notevole interesse pubblico la zona del Colle di Cicala, dalla quale si gode un significativo panorama e che si estende da Nola fino al mare.in quanto rappresenta un insieme di rilevante interesse ambientale e paesaggistico nel quale si inseriscono episodi architettonici di particolare valore, quali i resti del Castello e dell'abitato di Cicala, che vi era sorto intorno. Si segnala, infine, di particolare interesse il complesso delle Basiliche Paleocristiane nel centro storico di Cimitile di epoca compresa tra il IV ed il X secolo d.C. il cui nucleo originario risale al II-III secolo d.C., comprende le basiliche di San Felice in Pincis, di San Giovanni (Basilica Nova), di San Caulonio, di San Tommaso, di Santo Stefano e dei SS. Martiri, sorte intorno al luogo dell'antico "coemeterium" nolano in cui erano sepolti il corpo di San Felice e quelli di altri martiri.
8. Criticità ambientali e funzionali
La situazione complessiva dell’area è caratterizzata da elementi di criticità connessi in primo luogo alla presenza di cave che ricadono nei comuni di Tufino e Casarmarciano. Queste segnano fortemente il paesaggio, sono diffuse e in alcuni casi profonde; spesso vengono utilizzate come discariche e come siti di stoccaggio, sebbene la presenza di vegetazione ne attenui l’impatto dal punto di vista visivo. Altro elemento di criticità è costituito dalla presenza di estese aree a rischio esondazione che si estendono tra l’area commerciale occupata dal CIS e quella individuata dal susseguirsi dei comuni del sistema nolano in direzione Nord-Sud dal centro urbano di Nola fino a Cicciano. Lo sviluppo degli insediamenti industriali e commerciali negli anni ‘70-‘80 ha trasformato profondamente la destinazione agricola originaria dei suoli creando una realtà commerciale economico-produttiva di ampio respiro, anche di livello europeo, che per contro non si è integrata funzionalmente con il sistema insediativo locale. In generale, sia per Nola che per i comuni limitrofi, i centri storici, sebbene interessanti per complessità insediativa e presenza diffusa di manufatti di interesse storico-architettonico, versano in condizioni di degrado e congestione. Di contro le espansioni edilizie di recente edificazione presentano una complessiva assenza di qualità urbana e carenza di attrezzature e servizi anche di tipo locale.
9. Specificazione delle linee strategiche generali per ambiente e paesaggio, insediamenti,attività, mobilità L’orientamento progettuale si basa sulla tutela e la valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale insieme alla implementazione di servizi di eccellenza e allo sviluppo economico produttivo dell’area già a forte vocazione commerciale nonché sul riconoscimento del valore storico dei centri e nuclei storici e delle aree urbane prevalentemente consolidate. Inoltre ha l’obiettivo di integrare le funzioni del CIS con il sistema insediativo locale. Infine il piano propone la progettazione di servizi per la fruizione del patrimonio archeologico e delle risorse ambientali (parco del Partenio ed aree adiacenti). Obiettivo del piano è il ridisegno urbano delle aree agricole compromesse: infatti la frammentazione urbana e l’assenza di un impianto urbanistico coerente e riconoscibile ha condotto alla individuazione di aree di integrazione urbanistica e riqualificazione ambientale atte a migliorare la qualità
8 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli edilizia, spaziale e funzionale. Tali aree collocate ai margini degli insediamenti urbani, sono destinate a soddisfare inoltre i fabbisogni residenziali non solo della popolazione residente ma anche di una quota destinata ai bisogni localizzativi derivanti dalle esigenze di rilocalizzazione residenziale espresse nell’ambito della strategia del PTC. L’incremento residenziale si realizza grazie all’individuazione di aree di possibile densificazione adiacenti ai centri minori sia integrando gli insediamenti di ERP sia densificando le aree parzialmente edificate. L’organizzazione complessiva del “sistema nolano”, caratterizzata attualmente dal polo di Nola e da piccoli centri, prevede il potenziamento dell’offerta di servizi pubblici rari (formazione universitaria e ricerca, con i relativi servizi) nonchè l’incremento e l’integrazione tipologica dei servizi urbani di livello sovracomunale in una logica di complementarità: i centri minori disposti lungo la direttrice nord-sud, hanno una dotazione contenuta di attrezzature di livello locale: sono luoghi marginali che possono essere riconfigurati, coinvolgendo anche gli spazi parzialmente edificati ad essi adiacenti, come nuovi luoghi centrali complementari a quelli esistenti connessi al sistema di valori urbanistico- culturali del centro storico di Nola e, in maniera diversa, di Cimitile, ed integrati in una rete che, a livello locale, si estenda a tutto il sistema insediativo nolano. Alla strutturazione del “sistema nolano” costituito dal continuum dei centri disposti lungo la direttrice nord-sud da Nola a Cicciano, il piano contrappone la presenza di fasce agricole periurbane che evitano la saldatura dei centri costituendo corridoi ecologici della più ampia rete generale. Il PTC individua tra gli altri parchi provinciali il Parco Nolano con l’obiettivo di: a) costituzione di una centralità di riequilibrio fondata sul disegno degli spazi aperti e verdi in cui vanno collocate attrezzature e servizi rari integrati in un progetto di paesaggio e con elevata qualità architettonica; b) realizzazione di una continuità paesaggisto-ambientale tra la collina di Castel Cicala e il paesaggio della piana campana; c) costituzione di un cuore verde della conurbazione nolana finalizzata ad evitare la saldatura tra i centri urbanizzati e fornire spazi aperti per la migliore abitabilità dei residenti.
Il PTCP individua inoltre nello specifico i seguenti interventi:
d) Creazione di centri di servizi rari inclusi l’alta formazione e la ricerca e) Una nuova linea di trasporto pubblico locale f) Dimensionamento delle abitazioni in relazione alla localizzazione delle nuove funzioni g) Individuazione dei corridoi ecologici locali volti ad evitare la saldatura tra centri h) Recupero delle aree degradate finalizzato alla realizzazione di attività per il tempo libero e al servizio del parco
10. Piani e programmi in corso
Nel PTR L’AIL Nolano ricade quasi completamente nel STS “NOLANO” a dominante rurale-urbano- industriale, costituito dai comuni di Camposano, Casamarciano, Cicciano, Cimitile, Comiziano, Liveri, Marigliano, Nola, Roccarainola, San Paolo Belsito, San Vitaliano, Saviano, Scisciano, Tufino e Visciano. Per l’STS in questione si prevede: “Rafforzamento dell’offerta di servizi pubblici rari (Formazione universitaria e ricercacon relativi servizi) ed incremento e integrazione tipologica di servizi urbani di livello sovracomunale in un a logica di complementarietà con il rafforzamento del centro maggiore; integrazione funzionale del CIS con il sistema insediativo; promozione di servizi per la fruizione del patrimonio archeologico e delle risorse ambientali (Parco del Partenio, Parco Nolano ed aree adiacenti)”
L’ AIL è interessato dai seguenti progetti di programmazione negoziata per lo sviluppo locale/urbano: − PIT Area Nolana.
9 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
1 Articolazione del territorio per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli
Descrizione Ambiente Insediativo
1. Caratteristiche del territorio
L’area del Partenio presenta una conformazione particolarmente articolata dal punto di vista geomorfologico, con paesaggi molto diversificati: è caratterizzata da totale assenza antropica e da aree ad elevata naturalità, con boschi nelle aree a quota più elevata e macchia mediterranea nelle aree collinari più basse.
Fa parte del Parco regionale del Partenio, istituito nel 1993, che comprende territori delle province di Avellino, Benevento, Caserta e Napoli (Comune di Roccarainola).
L’area dal punto di vista geologico è costituita prevalentemente da calcari e calcareniti con diffuse coperture di depositi piroclastici, compresi in un intervallo altimetrico di 100-600 m (s.l.m.). E’ caratterizzata da alta permeabilità dei calcari per fessurazione e carsismo e permeabilità variabile nei depositi piroclastici legata alla granulometria prevalente. Sono presenti elementi morfologici strutturanti il paesaggio visivo come i versanti di faglia ad elevata pendenza. Alla base dei versanti sono presenti depositi detritici di elementi carbonatici sciolti o poco cementati a cui sono associati depositi piroclastici sciolti talora presenti in livelli (a) passanti verso il basso a depositi ghiaioso – sabbioso - limosi e brecce di conoide (b) compresi in un intervallo altimetrico di 100-600 m (s.l.m.). La permeabilità varia da media a bassa.
E’ un territorio vulnerabile ai dissesti idrogeologici: tale vulnerabilità è dovuta a diffusi fenomeni di scorrimento-colata e crolli di roccia in pareti fortemente acclivi e lungo gli impluvi in approfondimento; la vulnerabilità della falda è medio-alta, la pericolosità vulcanica è medio–bassa.
In relazione alla tipologia dei suoli presenti, essi rientrano prevalentemente nella categoria di suoli ad alta biodiversità (66.5%) e suoli in precario equilibrio con l’ambiente (30.8%):