Francis Alÿs Reel-Unreel Francis Alÿs Reel-Unreel
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Between 2010 and 2014, Francis Alÿs traveled extensively to Afghanistan fol- lowing his invitation to participate in dOCUMENTA(13). This publication is a compilation of the films, paintings, drawings, collages, postcards, notebooks and other documents that make up his “Afghan Projects.” Like a storyboard or archive, their documentary yet narrative structure emerges like a travel journal with images and annotations. Including texts by Alÿs, dOCUMENTA FRANCIS ALŸS (13) curator Carolyn Christov-Bakargiev, and several of the artist’s main col- FRANCIS ALŸS REEL-UNREEL laborators, it offers rare insights into a country in transition, so often misrep- resented in the media, as well as a nuanced debate about the relevance of contemporary art in the context of war. Alÿs’s engagement with Afghanistan has continued past the opening of dOCUMENTA (13)—in Spring 2013, he served as embedded war artist with UK’s Task Force Helmand, and the Afghan Projects continue to occupy an important part of his practice. This publication accompanies the exhibition Francis Alÿs: REEL-UNREEL at Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina-Madre (14 June - 22 Septem- ber 2014) and Centre for Contemporary Art Ujazdowski Castle (10 October 2014 - 11 January 2015). List of contributors: Francis Alÿs, Fabio Cavallucci, REEL-UNREEL Carolyn Christov-Bakargiev, Mariam Ghani, Ewa Gorza˛dek, Ajmal Maiwandi, Amanullah Mojadidi, Robert Slifkin, Michael Taussig, Mario Garcia Torres, and Andrea Viliani. Tra il 2010 e il 2014, dopo aver accettato l’invito a partecipare a dOCUMENTA (13), Francis Alÿs ha viaggiato a lungo in Afghanistan. In questo libro sono raccolti i film, i dipinti, i disegni, i collage, le cartoline e i taccuini che compongono i suoi Afghan Projects. Come in uno storyboard o in un archivio, la struttura documentaria e al contempo narrativa di questi lavori emerge come una sorta di diario di viaggio fatto di immagini e annotazioni. I testi dello stesso Alÿs, della curatrice di dOCUMENTA (13) Carolyn Christov- Bakargiev e di alcuni dei principali collaboratori dell’artista offrono visioni inedite di un paese in transizione, rappresentato troppo spesso in modo fuor- viante dai media, e uno sfumato dibattito sul ruolo dell’arte contemporanea nei contesti di guerra. Il coinvolgimento di Alÿs per l’Afghanistan è continuato dopo l’inaugurazione di dOCUMENTA (13): nella primavera del 2013 egli ha partecipato in qualità di artista di guerra embedded nelle operazioni della Task Force britannica Helmand, e gli Afghan Projects costituiscono tuttora un parte importante della sua pratica artistica. La presente pubblicazione accompagna la mostra Francis Alÿs: REEL- UNREEL presso il Madre - Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina (14 giugno - 22 settembre 2014) e il Centre for Contemporary Art Ujazdowski Castle (10 ottobre 2014 - 11 gennaio 2015). Contributi di: Francis Alÿs, Fabio Cavallucci, Carolyn Chirstov-Bakargiev, Mariam Ghani, Ewa Gorządek, Ajmal Maiwandi, Amanullah Mojadidi, Robert Slifkin, Michael Taussig, Mario Garcia Torres e Andrea Viliani. FRANCIS ALŸS REEL-UNREEL Concept Francis Alÿs Edited by / A cura di Andrea Viliani Design and Cover / Progetto grafico e copertina Cristina Paoli · Periferia Translation / Traduzioni Johanna Bishop Valentina Palombi Barbara Kopec´-Umiastowska Stefano Salpietro Editing of English texts / Redazione testi inglesi Louise Sørensen This book is published in conjunction with the exhibition / Questo volume è pubblicato in occasione della mostra Francis Alÿs: REEL-UNREEL (Afghan Projects, 2010-14) coproduced by / coprodotta da Museo Madre, Napoli 14.06 – 22.09.14 Centre for Contemporary Art Ujazdowski Castle, Warsaw 10.10.14 – 11.01.15 All artworks / tutte le opere © Francis Alÿs All images / tutte le immagini courtesy David Zwirner, New York/London Texts by / testi di Robert Slifkin and / e Carolyn Christov-Bakargiev © Mondadori Electa S.p.A. Text by / testo di Michael Taussig © Centre for Contemporary Art Ujazdowski Castle, Warsaw Text by / testo di Ajmal Maiwandi © Ajmal Maiwandi / Fondazione Donnaregina, Napoli / Centre for Contemporary Art Ujazdowski Castle, Warsaw © 2014 Fondazione Donnaregina, Napoli and / e Centre for Contemporary Art Ujazdowski Castle, Warsaw An editorial realization / una realizzazione editoriale Mondadori Electa S.p.A., Milano All rights reserved / tutti i diritti riservati www.madrenapoli.it www. csw.art.pl www.electaweb.com This volume was printed for Mondadori Electa S.p.A. by Elcograf S.p.A. Via Mondadori, 15 – Verona in 2014 Questo volume è stato stampato per conto di Mondadori Electa S.p.A. presso lo stabilimento Elcograf S.p.A. via Mondadori, 15 - Verona, nell’anno 2014 1943, I think about Morandi painting on top of a hill surrounded by fascism, I think about Picabia finding inspiration in soft porn magazines on the Côte d’Azur, I think about Marinetti returning sick from the Russian Front, I think about Duchamp playing chess in his New York apartment, I think about Ronald Searle P.O.W. in the Kwai jungle, I think about Ensor sitting at home in bombarded Ostend, I think about Otto Dix watching his works being destroyed by the Nazis, I think about Beckmann under siege in Amsterdam, I think about Dali, Ernst and Breton re-united in their New York exiles, I think about Magritte painting Fantômas stepping over Paris, I think about Mondrian painting Broadway BoogieWoogie, I think about Derain much courted by the Nazis in Paris, I think about Tatlin observing bird flights from his garden in Moscow, I think about Beuys flying his Stuka dive-bomber over Crimea, I think about de Chirico copying himself in a corner of his studio, I think about Matisse “painting with scissors” on the French Riviera, I think about Soutine dying from an ulcer in Paris while escaping Gestapo, I think about Grosz repudiating his past from his new home in Long Island, I think about Lee Miller photographing English women driving tractors, I think about Kandinsky in the suburbs of Paris ceasing to write, I think about Paul Nash once again War Artist for the British Army, I think about Leni Riefenstahl filmingTiefland with extras from concentration camps, I think about Schlemmer forbidden to paint and dying in an hospital of Baden-Baden, I think about Picasso making a sculpture out of a bicycle in occupied Paris, I think about Hannah Höch painting the Totentanz triptych in Nazi Germany, I think about Camille Claudel dying forgotten in the asylum of Montdevergues, I think about Siqueiros publishing In War, Art of War from his Cuban exile, I think about Emil Nolde painting “unpainted pictures” in Seebüll, I think about Schwitters learning from Norway that his Merzbau had been destroyed, I think about Cartier-Bresson escaping from a German labor camp, I think about Blinky Palermo born in the rubbles of Leipzig, 1943, penso a Morandi che dipinge in cima a una collina accerchiata dai fascisti, penso a Picabia che si ispira alle riviste porno in Costa Azzurra, penso a Marinetti che ritorna malato dal fronte russo, penso a Duchamp che gioca a scacchi nel suo appartamento di New York, penso a Ronald Searle prigioniero di guerra nella giungla lungo il fiume Kwai penso a Ensor seduto, a casa, in una Ostenda bombardata, penso a Otto Dix che guarda le proprie opere mentre vengono distrutte dai nazisti, penso a Beckmann sotto assedio ad Amsterdam, penso a Dalí, Ernst e Breton di nuovo riuniti nell’esilio newyorchese, penso a Magritte che ritrae Fantomas con un piede su Parigi, penso a Mondrian che dipinge Broadway Boogie Woogie, penso a Derain che fu molto corteggiato dai nazisti a Parigi, penso a Tatlin mentre osserva il volo degli uccelli dal suo giardino di Mosca, penso a Beuys che sorvola la Crimea al comando di uno Stuka, penso a de Chirico che ritrae se stesso in un angolo del suo studio, penso a Matisse che “dipinge con le forbici” sulla riviera francese, penso a Soutine che mentre cerca di sottrarsi alla Gestapo muore d’ulcera a Parigi, penso a Grosz che rinnega il passato dalla sua nuova casa a Long Island, penso a Lee Miller che fotografa donne inglesi alla guida di un trattore, penso a Kandinskij che smette di scrivere nella periferia parigina, penso a Paul Nash ancora una volta artista di guerra per l’esercito britannico, penso a Leni Riefensthal che gira Tiefland con comparse prese dai campi di concentramento, penso a Schlemmer, al divieto di dipingere e alla sua morte in un ospedale di Baden-Baden, penso a Picasso che nella Parigi occupata realizza una scultura con parti di una bicicletta, penso a Hannah Höch che dipinge il trittico Totentanz nella Germania nazista, penso a Camille Claudel che muore in solitudine nel manicomio di Montdevergues, penso a Siqueiros che pubblica In guerra, Arte della guerra nell’esilio cubano, penso a Emil Nolde che dipinge “immagini non dipinte” a Seebüll, penso a Schwitters che dalla Norvegia viene a sapere che il suo Merzbau è stato distrutto, penso a Cartier-Bresson che scappa da un campo di lavoro tedesco, penso a Blinky Palermo nato fra le macerie di Lipsia, The first casualty when war comes is truth / Quando comincia una guerra, la prima vittima è la verità. Senator Hiram Johnson, 1917 Untitled, 2011, oil on canvas on wood / olio su tela su legno, 19 × 15.5 × 1.5 cm 4 1943, FRANCIS ALŸS 9 DIRECTORS’ FOREWORD / INTRODUZIONE DEI DIRETTORI ANDREA VILIANI & FABIO CAVALLUCCI 19 AFGHANISTAN: LOST IN TRANSITION / AFGHANISTAN: PERDUTO NELLA TRANSIZIONE AJMAL MAIWANDI 63 SOMETIMES DOING RIGHT GOES WRONG, AND SOMETIMES DOING WRONG TURNS RIGHT / TALVOLTA FACENDO LA COSA GIUSTA SI SBAGLIA E TALVOLTA SBAGLIANDO SI FA LA COSA GIUSTA FRANCIS ALŸS 69 THE FILM / IL FILM 71 CONVERSATION / CONVERSAZIONE FRANCIS ALŸS, AJMAL MAIWANDI, ANDREA VILIANI 86 THE PAINTINGS / I DIPINTI 89 PAINTING/WITHDRAWING / DIPINGERE/RITIRARSI ROBERT SLIFKIN 119 POLITICS, PLAY, AND ART. DOCUMENTING “AFGHANISTAN” / POLITICA, GIOCO E ARTE CHE DOCUMENTANO L’“AFGHANISTAN” MICHAEL TAUSSIG 153 FRANCIS ALŸS.