Vivere e Seguire dei Ministri generali francescani

REGULA NON BULLATA 1221 - 2021

A tutti i frati del prim’Ordine nell’occasione lieta degli ottocento anni della Regola non bollata, noi Ministri generali inviamo questa lettera. Per far memoria grata.

Per rinnovare con passione la nostra sequela del Signore Gesù nella forma di vita di frate Francesco per la Chiesa e il mondo come frati minori.

A lode di Dio, «che è tutto il bene, vero e sommo bene» (Rnb XXIII,9). 2 Vivere e Seguire | Lettera dei Ministri generali francescani

PER INIZIARE IN CONTINUO ASCOLTO… Passaggi di vita secondo il Vangelo Un altro anniversario… Che non sia la nella Regola non bollata visita obbligata a un museo! Nel 1221 giungeva al termine una In presa diretta, senza data e senza delle tante “storie” che, nella tradizione autore cristiana, hanno avuto come esito finale la Proprio così! Stiamo parlando di un’opera produzione di un testo chiamato “regola”. che non ha una datazione puntuale e Qual è il “genere letterario” in gioco? A noi la precisa; o meglio: bisognerebbe richiamare parola “regola” suscita con ogni probabilità tante date, date diverse per pezzi diversi del un sussulto interiore di autodifesa, perché testo. Il 1221 è il momento in cui il processo il richiamo, più o meno consapevole, è si ferma, la “data ultima”, per così dire. E a qualcosa di fisso e schematico, forse l’autore è san Francesco? Certamente è lui anche di sterile. A ben guardare non è così. a far battere il cuore alla Regola, a iniettare Leggendo la Regola non bollata si ha infatti nel suo tessuto compositivo la linfa vitale la sensazione di orizzonti che si aprono, di dello Spirito. Ma bisognerebbe meglio dire prospettive che spalancano l’anima e fanno che si tratta di una “regola d’insieme”, di entrare nel cuore aria fresca: a distanza di un’opera pensata e stesa in dialogo con i 800 anni! frati e con i fatti. In anticipo rispetto ai tempi, Sì, 800 anni sono passati e inevitabile Francesco d’Assisi fu tra quelli che hanno è la celebrazione di un “anniversario”. E saputo dare voce a uno degli efficacissimi anche qui, subito, un altro moto – stavolta principi di papa Francesco: «La realtà è di ribellione – fa capolino in noi: “Un altro superiore all’idea» (Evangelii Gaudium, nn. anniversario! Cosa servirà mai?”. Facciamo 231-233). Non abbiamo infatti tra le mani un tentativo: non rispondiamo in anticipo un testo normativo scritto a tavolino, ma a questa domanda – “a cosa serve un qualcosa che è nato in dialogo con la vita; anniversario?” – ma lasciamola sullo sfondo. è anzi, prima di tutto, un “pezzo di vita” più Piuttosto proviamo a evitare il rischio di che un “pezzo di carta”. La parola scritta celebrare la ricorrenza con un’inclinazione cerca infatti di dare risposta a domande simile a quella di chi fa visita a un museo nate dall’ascolto continuativo della realtà senza esserne toccato, con vaga curiosità concreta. Anzi, riconosciamo nella Regola turistica, senza un minimo desiderio di non bollata la genialità di chi ha saputo essere intercettato al vivo; magari solo intercettare “in presa diretta” interrogativi perché “si deve”, perché “quel museo è veri e offrire risposte efficaci. Sì, il genio famoso”. Facciamo invece i “turisti seri”, tante volte sta qui: nell’avere la capacità di che in un museo ci entrano sapendo che cogliere domande centrali, non astratte, ma i capolavori contemplati non lasceranno, quelle più scottanti e sentite “sulla propria dopo, così come si era entrati. Stiamo pelle”, in prima persona; per dare a tali dunque davanti all’opera d’arte che è la domande risposte in grado di convincere, Regola non bollata; un’opera, ahimè, senza “convincenti” non solo perché “giuste” per data e senza autore! quel momento lì, ma anche perché hanno Vivere e Seguire | Lettera dei Ministri generali francescani 3 saputo convincere altri, nella distensione frati, se volessimo “vendere tutto” senza dei secoli, a rispondere sulla stessa essere stati prima conquistati dalla gioia lunghezza d’onda. Dopo ottocento anni di un tesoro simile, che ha superato ogni siamo ancora qui, a cercare di rispondere nostra aspettativa, il tesoro che è Gesù, il in sintonia con quelle intuizioni, perché tesoro di quello sguardo immensamente “convinti” che ne valga la pena! simpatico che il Figlio di Dio sempre rivolge a ciascuno di noi, suscitando comunione. Ciò che colpisce, di quest’opera d’arte che è la Regola non bollata, è soprattutto l’indole appassionata. A leggerla, si capisce Spiritualità e non spiritualismo subito che non dà regolette per fare cose, Lo spirito del Signore ricerca l’umiltà e la ma cerca di delineare coordinate per vivere pazienza e la pura e semplice rapporti. Non è un testo per scribi, ma e vera pace dello spirito per discepoli (cfr. Mt 13,52). E il rapporto (Rnb XVII,15-15) focale che sprigiona al massimo le sue energie vitali è quello con il Signore Gesù, Tra i “colori” e le “tonalità” più affascinanti assaporato veramente come tesoro per la di questo testo vi è senza dubbio la sua propria vita. Assaporato davvero! Corpo e semplicità. Attenzione: non la banalità anima! Lo sappiamo: l’inizio della Regola di una troppo facile semplificazione, ma non bollata dichiara senza mezzi termini l’intelligenza tagliente di chi ha colto un filo che regola e vita dei frati minori è «seguire rosso in grado di dare mordente, di tenere l’insegnamento e le orme del Signore tutto insieme. E dunque ciò che tiene nostro Gesù Cristo (Rnb I,1)», vivere il insieme il corpo della Regola non bollata Vangelo. E capitolo dopo capitolo si snoda sembra proprio essere la centralità unitaria tutta una serie di indicazioni – a volte della vita nello Spirito. Cosa significa? Anche sintetiche, altre volte espresse come con il qui, vuol dire in primo luogo dialogo con la cuore in mano – affinché questo Vangelo vita! Francesco d’Assisi non sa in anticipo sia vissuto; e per viverlo san Francesco cosa sia lo Spirito Santo e come agisca, ci invita in tanti modi a dare via tutto, a ma è la terra aspra del vivere quotidiano liberarci di quello che intralcia. Certo, ma a fargli riconoscere il timbro di quella solo se siamo stati raggiunti dalla sorpresa che è la voce dello Spirito. La voce dello e dalla consolazione del Signore Gesù Spirito ha un timbro suo inconfondibile e presente nella nostra vita ha senso vivere delicatissimo, che san Francesco ha saputo «senza nulla di proprio» (Rnb I,1); altrimenti udire con una attenzione di fede massima! è triste pauperismo. «Nient’altro dobbiamo E ha fatto sì che la Regola potesse custodire desiderare, nient’altro volere, nient’altro e consegnare percorsi buoni per tutti, per ci piaccia e diletti, se non il Creatore e vivere proprio così, avendo lo Spirito del Redentore e Salvatore nostro, solo vero Signore. Possiamo così disporre di alcune Dio, il quale è il bene pieno, ogni bene, indicazioni feconde anche per noi, dopo tutto il bene, vero e sommo bene, che solo otto secoli; indicazioni non spiritualistiche, è buono» (Rnb XXIII,9); sarebbe triste, forse vale a dire non stabilite in anticipo rispetto ci direbbe san Francesco con i suoi primi alla vita, ideologicamente; ma spirituali, perché “catturate” dalle vibrazioni del 4 Vivere e Seguire | Lettera dei Ministri generali francescani

soffio dello Spirito nell’aria respirata quello di chiamare “profezia” quello che abitando in mezzo agli umani. Quali sono è soltanto vetrina scintillante. Ma san queste indicazioni spirituali? Almeno le Francesco lo sapeva: la profezia non è più preziose? Potrebbero forse essere palcoscenico, e domanda tanta umiltà, sintetizzate attorno ad alcuni punti tanta trepidazione… se non altro perché nevralgici: i profeti, generalmente, fanno una brutta • Ordinaria concretezza: la Regola non fine. bollata affonda le dita nella pasta • Una gran perdita di tempo: è dell’esistenza, con i suoi fermenti a volte sovrabbondante la profusione di parole contraddittori e a volte promettenti; in spese dalla Regola non bollata per fare ogni caso non si perde nella precisazione in modo che i frati non siano avari nello di norme asettiche, e la sua più grande spendere tempo per la preghiera: «Tutti preoccupazione è quella di prendersi noi frati, custodiamo attentamente noi cura della vita, in tutte le sue forme. stessi, perché, sotto pretesto di qualche Ha a cuore il cammino della vita! Non ricompensa o di opera da fare o di aiuto, la preservazione ostinata di strutture. non ci avvenga di perdere o di distogliere E anche qui si potrebbe citare: avvia la nostra mente e il cuore dal Signore. processi, non si impossessa di spazi! (cfr. Ma, nella santa carità, che è Dio, prego EG 223) tutti i frati, sia i ministri sia gli altri, che, • Senza smanie di applausi: in mille modi allontanato ogni impedimento e messa – e a volte, su questo, sembra quasi da parte ogni preoccupazione e ogni che san Francesco parli mettendosi in affanno, in qualunque modo meglio ginocchio – siamo esortati a prestare possono, si impegnino a servire, amare, attenzione, affinché siamo significativi, adorare e onorare il Signore Iddio, con sì; ma non preda di una significatività cuore mondo e con mente pura, ciò che che sia esibizionismo. Ben sapeva il egli stesso domanda sopra tutte le cose. nostro santo quanto sottile e subdolo E sempre costruiamo in noi un’abitazione sia il confine: illudersi che “si stia vivendo e una dimora permanente a lui» (XXII,25- il Vangelo” perché si ha molto seguito 27). Invito, questo, davvero spirituale: e molti applausi e molti like o followers quello alla gratuità, alla generosità di sui nostri social network. Necessaria è abitare tempi apparentemente sterili ma l’umile vigilanza, dunque, poiché «lo che, in realtà, nutrono la vita spirituale. spirito della carne vuole e si preoccupa Senza l’ostinazione di questa fedeltà alla molto di possedere parole, ma poco di preghiera per san Francesco tutto rischia attuarle, e cerca non la religiosità e la di diventare farsa, o, nel migliore dei casi, santità interiore dello spirito, ma vuole sforzo volontaristico senza letizia. e desidera una religiosità e una santità che appaia al di fuori agli uomini» (Rnb XVII,11-12). A volte, forse, il rischio è Vivere e Seguire | Lettera dei Ministri generali francescani 5

In opposizione all’«anti-Francesco». mostrarsi tristi all’esterno e rannuvolati Solo come fratelli! come gli ipocriti, ma si mostrino gioiosi nel Signore e lieti e cortesi come si Custodite le vostre anime e quelle dei vostri fratelli. conviene» (Rnb VII,16). E dunque bisogna Tutti i frati non abbiano alcun potere o sorridere sempre? Non è questo il punto! dominio, soprattutto fra di loro Non si tratta di diventare esperti nella (Rnb V,1.9) contraffazione a buon mercato di sorrisi esibiti a destra e a sinistra; ma sarà Così come c’è un «anticristo» (cfr. fondamentale non lasciarsi tiranneggiare 1Gv 2,18), così un «anti-Francesco». È la dalle pesantezze del proprio sentire, dedizione alla qualità della vita fraterna sempre mobile e inquieto. Sarà dato a fare da discriminante? Non solo la vita ascolto anche al nostro cuore quando è fraterna, ma certamente la cura o, al triste, certo, ma senza che si debba per contrario, il disinteresse nel viverla pone questo sbattere in faccia all’altro la nostra una differenza. La Regola non bollata non scontrosità nuvolosa. risparmia esortazioni affinché la sequela di • Anestesia nei confronti del “troppo Gesù sia vissuta come fratelli. E, quasi una sensibile”: tante volte ci sono dei “lebbrosi” specie di “dogma”, di condensato afferrabile da incontrare, delle prossimità aspre tra le righe del testo, si potrebbe azzardare e difficili da frequentare. Anche qui: la così: nulla è tanto “anti-francescano” (ma, Regola non bollata mette in guardia e ci bisognerebbe dire, anticristiano) quanto invita ad “anestetizzare”, a mettere a tacere uno stile di vita che prenda piede al di quelle voci che, in noi, ci porterebbero a fuori di una passione per i vincoli fraterni, scappare lontano, a prendere le distanze. l’anima-vita dei quali va custodita! L’invito rivolto ai frati, invece, è a «essere Francesco sembra proprio intenzionato lieti quando vivono tra persone di poco a far nascere in noi un sano orrore per conto e disprezzate, tra poveri e deboli, ogni forma di indifferenza verso l’altro; e infermi e lebbrosi e tra i mendicanti tratteggia mille e mille inviti, colti anch’essi lungo la strada» (Rnb IX,2). Il compito si fa dalle strade della vita, perché si possa certamente più difficile quando, il fratello mantenere accesa nel cuore la persuasione da cui non fuggire, è il povero: è la voce che l’altro è sempre per noi un “debito”, che scombina i miei piani, è la mano tesa una voce che ci chiama, qualcuno a cui che mi obbliga a escogitare inedite vie non possiamo non dedicare attenzione. di comunione, sono le piaghe che non In tantissime forme! Alcune di esse, dopo si vorrebbero guardare e che invitano ad secoli, mantengono luminosamente tutto assumere una sensibilità nuova (per nulla il loro : da anestetizzare, questa volta!): quella del cuore compassionevole di Gesù. • Amabilità senza contraffazioni: un nemico contro cui combattere è quello • Una sfacciataggine da recuperare: dei “musi lunghi”, delle chiusure ostinate, imparare dal patire. Che la vita fraterna delle pose fintamente umili (ma tediose non sia una passeggiata agevole e e opprimenti)! «Si guardino i frati dal romantica è una consapevolezza ben 6 Vivere e Seguire | Lettera dei Ministri generali francescani

presente nella Regola. Ciò che colpisce, a ascetica solitaria, vale a dire un insieme proposito di vita fraterna, è che le difficoltà di opzioni comportamentali – col rischio sperimentate, a volte taglienti, sono che siano mortificanti e riduttive; scelte in per Francesco anch’esse accolte come proprio, quasi alla ricerca di una “interiore opportunità; egli direbbe addirittura perfezione personale”. È piuttosto un “una grazia”! La sfida (e questa volta è modo di stare nella vita; e in tal senso davvero tale!) è quella di lasciarsi toccare è un modo di stare in relazione: con le dalle persone che più si temono o che persone, con il creato, con Dio. Minore più infastidiscono, senza che sempre le è chi non si stanca mai di riconoscere, si debba fuggire; può essere che si riesca a pieni polmoni, che tutto ciò che è a imparare qualcosa di nuovo, almeno proviene da Dio, e dunque non può fare un pizzico di quella libertà che si gusta a meno di vivere in “stato di gratitudine”. quando, forse balbettando appena, • Sinodalità, discernimento comunitario: riusciamo a “morire per risorgere”. sono forse tra le espressioni più ricorrenti nella chiesa di oggi. Lo sappiamo: Meno di chi conta meno. Per dire della quando si parla molto di qualcosa è “minorità” probabilmente perché se ne sente la E nessuno sia chiamato priore, ma tutti allo mancanza, l’urgenza. Oppure perché si stesso modo siano chiamati frati minori ha paura di essere davvero sinodali o si (Rnb VI,3) teme il fatto che, facendo discernimento insieme, sempre si deve perdere qualcosa Frati minori. Ecco il nome di battesimo di sé. I termini in gioco sono moderni; che san Francesco vuol dare a coloro che san Francesco non li ha conosciuti o scelgono di fidarsi e di vivere secondo usati, e tuttavia i frequentissimi richiami questa Regola. Minorità! Parola dai alle varie forme di obbedienza trovano mille significati e dalle inimmaginabili spazio nella Regola non bollata su uno sfaccettature. Possibile trovare una sfondo di ascolto e servizio reciproco: formula sintetica che le racchiuda tutte? «per la carità che viene dallo Spirito, di Molti ed efficaci sono i tentativi messi in buon volere si servano e si obbediscano atto per questo sforzo di sintesi. E, senza vicendevolmente» (Rnb V,14). Minorità è pretesa di esaustività, probabilmente si anche questo: non siamo noi a produrre potrebbe ipotizzare che “minorità” sia la in proprio la “verità”, ma ci viene sempre scelta di volere contare “meno di chi conta donata “da fuori”, dall’ascolto vicendevole meno”. Questa sì è profezia! Questo sì è «per la carità che viene dallo Spirito». un nucleo quasi impossibile da vivere, ma che mantiene intatta la sua capacità di • La sintesi vitale ed effettiva della minorità metterci in guardia di fronte a ogni rischio andrebbe forse riconosciuta nella logica di grandiosità o di possesso. Si tratta di una dell’espropriazione, che nella Regola virtù? non bollata compare declinata secondo prospettive molteplici e complementari, • Più giustamente, forse andrebbe detto tutte a qualificare l’atteggiamento di che minorità non è tanto una attitudine una persona che, per sé, non trattiene Vivere e Seguire | Lettera dei Ministri generali francescani 7

nulla: restituire, donare, rendere, lodare, ma accogliendo senza amarezza la propria ringraziare, benedire (Rnb XXIII). condizione di poveri, tutti chiamati prima di tutto a ricevere. Si annuncia il messaggio In santa estroversione. Andare per il della salvezza mostrando, sulla propria mondo carne, la radicale condizione di limitatezza, sempre bisognosa di misericordia: «Poiché Quando vedranno che piace a Dio, tutti noi miseri e peccatori non siamo annunzino la parola di Dio (Rnb XVI,7) degni di nominarti, supplici preghiamo che il Signore nostro Gesù Cristo Figlio Essersi donati al Signore, anzi, essersi tuo diletto, nel quale ti sei compiaciuto, abbandonati interamente a lui – «E tutti i insieme con lo Spirito Santo Paraclito ti frati, dovunque sono, si ricordino che hanno renda grazie» (Rnb XXIII,5). donato se stessi e hanno abbandonato i loro corpi al Signore nostro Gesù Cristo» (Rnb XVI,10) – rappresenta un movimento PER CONCLUDERE costitutivo nella vita dei minori, chiamati a gioire della loro appartenenza al Signore Un sigillo mai posto non singolarmente o cercando comunioni di spirito soltanto intracomunitarie (sempre Non bollata: l’espressione serve a precisare precarie); ma assecondando l’invito del che ci troviamo di fronte a un testo che mai Signore a essere missionari, a percorrere ha ricevuto il sigillo di un’approvazione le strade del mondo per annunciare la ufficiale, mediante bolla papale; per tante Parola di Dio. Nella Regola non bollata non ragioni. Vale forse la pena profittare di tale si incontrano tante parole che dicano in mancanza di bolla per richiamarla non solo che cosa consista la predicazione; non vi come dato formale e giuridico, ma anche sono istruzioni analitiche sulle “cose” da per valorizzarne la portata esistenziale. dire. Si può essere sicuri, tuttavia, che nelle Vogliamo cioè rendere grazie al Signore intenzioni di san Francesco vi sia il desiderio per il dono di una testimonianza – più che di favorire una predica fatta con le opere; di un testo – che rimane “senza confini”, innanzitutto mediante la rinuncia a ogni ancora aperto e “generativo”. Sulla carta, la forma di rivendicazione presso coloro Regola non bollata non può avere seguito, cui ci si troverà. L’annuncio esplicito della ma può trovarlo nel tessuto vivo di chi parola di Dio rimane importante, ma nella accoglie, per «divina ispirazione» (Rnb II,1), consapevolezza della responsabilità a non l’invito a vivere la propria fede in sintonia tradire, mediante lo stile dei propri rapporti, con la genialità di san Francesco. il Vangelo proclamato verbalmente. In mezzo ai tanti travagli del nostro Anzi, ancor più radicalmente, forse tempo, partecipi degli affanni di tanti non si è lontani dal vero se si evidenzia uomini e donne nelle più diverse parti del nella Regola non bollata un fatto di per sé mondo, desideriamo tuttavia mantenere liberante e sorprendente: tante volte si accesa la fiamma ottimistica della speranza annuncia il Vangelo senza dire o senza fare, cristiana, accogliendo di cuore l’impeto grato di san Francesco che, tra le miserie del 8 Vivere e Seguire | Lettera dei Ministri generali francescani

mondo, mai rinuncia a benedire il Signore commemorare l’invito di san Francesco, «che solo è buono, pio, mite, soave e dolce, espresso chiaramente nella Regola non che solo è santo, giusto, vero e retto, che bollata, a vivere una vita guidata dallo solo è benigno, innocente, puro, dal quale Spirito di Dio, radicata nell’esperienza e per il quale e nel quale è ogni perdono, umana e aperta alle sorprendenti amore e ogni grazia, ogni gloria» (Rnb XXIII,9). vicinanza che Dio offre a coloro che sono disposti a permettere a Lui di essere al Invitiamo tutti i membri della centro di tutta la vita. famiglia francescana ad unirsi a noi per

Onnipotente, santissimo, altissimo e sommo Dio, Padre santo e giusto, Signore Re del cielo e della terra, per te stesso ti rendiamo grazie! (Rnb XXIII,1)

Roma, 4 ottobre 2020 Solennità di San Francesco d’Assisi

Fr. Michael A. Perry Fr. Roberto Genuin Fr. Carlos A. Trovarelli Minister generalis OFM Minister generalis OFMCap Minister generalis OFMConv

Prego tutti i frati di imparare la lettera e il significato delle cose che in questa vita sono state scritte a salvezza della nostra anima, e di richiamarle frequentemente alla memoria (Rnb XXIV,1)

Prot. 009/2020 Copertina: Giotto, Innocenzo III conferma la Regola francescana, Basilica Superiore di Assisi. www.ofm.org www.ofmcap.org www.ofmconv.net