Al Parco Rignon

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Al Parco Rignon La sera del 23 giugno 1987 si inaugurava il Cen- servizio nei confronti della popolazione torinese, pro- tro per la Danza Documentazione e Ricerca e, contem- ponendo le esperienze più significative sia nel campo poraneamente, al parco Rignon aveva luogo la serata della ricerca, sia in quello della tradizione ballettistica d'apertura del suo fratello gemello, il Festival Torino- con le grandi stelle della danza. Danza. Da allora, nel lungo cammino che ha portato Per farla scoprire al maggior numero possibile di al traguardo del decimo anno consecutivo, il Centro si persone, così da arrivare a un pubblico sempre più va- è assestato nelle sue strutture, ha accolto nuovi fondi, sto e appassionato. In questo senso, la nuova collabo- si è arricchito di nuovi acquisti, ed è ora una realtà con- razione con la Regione Piemonte non può che essere sistente presso la Biblioteca Musicale Della Corte. accolta con entusiasmo. Perché uno solo è l'obiettivo Il Festival, d'altro canto, ha saputo non solo portare di TorinoDanza con il Regio: offrire spettacolo, ma an- nella nostra città oltre ottanta compagnie, fra italiane che cultura, come ogni grande, vero appuntamento in- e straniere, ma anche conquistare un prestigio ormai ternazionale. indiscutibile nel panorama internazionale delle attivi- Elda Tessore Ugo Perone tà di danza. L'edizione 1993, caratterizzata dalla pre- Sovrintendente Teatro Regio Assessore per le Risorse Culturali senza per la prima volta del Teatro Regio come sede e la Comunicazione degli spettacoli e referente organizzativo dell'intera ras- segna, ha rappresentato poi un momento importante Nato nel 1987, TorinoDanza si è configurato come nel percorso di crescita della manifestazione, un 'salto un appuntamento artistico culturale dell'estate torine- di qualità' che ha assunto sin dall'edizione del 1994 le se e, nel corso di questi dieci anni, le presenze registra- caratteristiche della coproduzione. te nel suo cartellone e non meno le varie iniziative col- laterali hanno suscitato aspettative e creato consensi. Questo decennale riveste quindi un particolare si- Queste le ragioni che hanno motivato la sinergia ope- gnificato: è un 'ponte' fra passato e futuro, fra quanto è rativa della Regione Piemonte, della Città di Torino e stato fatto e quanto di più si può e si vuole fare per del Teatro Regio, che sta attivando su più fronti profi- favorire la creatività giovane, per porsi come promoto- cui momenti di collaborazione, nel comune intento di re di nuove produzioni, per proporre infine autori e opere offrire al pubblico una stimolante occasione d'incontro che solo un Festival di alto profilo è in grado di ospita- con le espressioni più rappresentative di un'arte com- re. Ma più di tutto esso garantisce l'impegno della Cit- plessa e raffinata qual è la danza. tà a preservare, anche per il futuro, la fondamentale caratteristica del Festival, che è quella di porsi come Regione Piemonte TorinoDanza: decimo anno. Un traguardo e una sfida in- in Italia, ad aprire la prima edizione, ad Angelin Preljocaj, oggi sieme, un anniversario che dà il senso compiuto di un legame il più conteso coreografo d'oltralpe, in scena al Parco Rignon ormai solido con la città e con il pubblico e invita ad andare quando era ancora agli esordi, a Jean Claude Gallotta con il avanti, a costruire un progetto ancora più forte e più ambizioso suo 'Don Juan' rock, a Philippe Decouflé, talento immaginoso per gli anni a venire. Se la nascita di questo Festival, subito della nuova generazione francese, a Maguy Marin, a Vicente riconosciuto come uno tra i pochi di autentico rilievo artistico Sàez, figlio del duende iberico rivisto con occhi postmoderni. nel panorama italiano, fu voluta dieci anni fa dall'Assessorato Non sono mancate le migliori compagnie italiane, dall'Ater- comunale per la Cultura, oggi TorinoDanza raccoglie, intorno balletto al Balletto di Toscana, all'Ensemble di Micha van Hoecke, all'idea di offrire ai suoi spettatori il meglio della danza interna- a MaggioDanza, ai gruppi e ai coreografi che si sono saputi zionale, partner come il Teatro Regio, che garantisce un suppor- conquistare uno spazio di attenzione con proposte intelligenti: to di assoluta qualità, e da quest'anno la Regione Piemonte, la porta è rimasta chiusa, e giustamente, a ogni velleitarismo, a che giunge così a riconoscere la centralità del Festival torinese, ogni espressione non professionale, a ogni passatismo e manie- come punto forte di aggancio all'Europa e alla cultura di punta rismo. Non perché pensiamo che la cultura si identifichi solo in campo coreutico. TorinoDanza si è proposto, fin dall'inizio, con la storia, cioè con il 'buon tempo andato' da rimpiangere l'obiettivo di portare sui suoi palcoscenici il balletto classico al sempre e comunque, ma perché invece siamo convinti che l'oggi suo livello più al- possa essere me- to, dal Royal Bal- glio compreso co- let alla compa- noscendo ciò che gnia dell'Opera di è accaduto ieri, Parigi e nelle sue TorinoDanza ha forme più innova- appuntato il suo tive, come il Bal- sguardo su alcuni lett Frankfurt di William Forsythe, ma anche la danza moderna momenti della vicenda delle avanguardie nella nostra città, ce- e contemporanea che ha lasciato il segno in questo secolo, come lebrando la memoria della gloriosa stagione del Teatro di Tori- nel caso di Merce Cunningham. Pur non volendo essere un fe- no negli anni Venti, purtroppo dimenticata, con evocazioni di stival 'divistico' TorinoDanza è stato il primo a richiamare in innovatori come Loie Fuller, Kurt Jooss, i Futuristi, i Ballets Russes. Italia la milanese Alessandra Ferri, stella che brillava luminosa Questo è stato fatto. Con molta cura nell'affiancare alla pro- da anni, ma lontano da casa. Pur non volendo configurarsi come grammazione degli spettacoli incontri, proiezioni, convegni, che festival di 'tendenza', TorinoDanza ha saputo registrare pun- hanno permesso a esperti italiani e internazionali di arricchirci tualmente l'attualità e la novità, non nei suoi aspetti più effime- con il loro sapere. La danza a fine secolo infatti, ha più che mai ri, ma nella prospettiva di una danza d'autore di indubbio spes- bisogno di riflessione e di pensiero. sore creativo, da Mark Morris, che fu invitato per la prima volta il Comitato Artistico di TorinoDanza 4 Un anniversario e una ri-nascita. Se dieci anni vi sembrano molti per un festival, diventano moltissimi quando si parla di danza. Per arrivare al sogno della poesia e della purezza della danza, occorre percorrere un cammino irto di dif- ficoltà e di costi, sia materiali che umani. Eppure sono dieci anni di qualità e quantità, in quel- la che fu la città del Teatro di Torino e di Guatino. Un traguardo ambito che per non ridursi unicamente a un dato cronologico celebrativo, deve essere ripropo- sto dagli organizzatori con più forza al pubblico tori- nese, chiedendogli di dare di più. Perché TorinoDanza merita più affetto, più atten- zione e più presenza. Per questo da parte di chi ricorda con nostalgia i difficili inizi e gli antichi collaboratori, va al Festival l'augurio di un rinnovato secondo decennio e agli at- tuali responsabili l'invito a riprendere con lena il cam- mino superando ostacoli vecchi e nuovi per servire me- glio la Danza e, soprattutto, la Città. Marziano Marzano I^ieci anni di TorinoDanza: il senso della scoper- KJualche serata senza pubblico, qualche spetta- ta e il significato di una avventura continua. coloaeludente: sono queste le cose che da sempre mi Dal parco Rignon al Teatro Regio dieci anni di spet- affascinano in TorinaDanza. tacolo hanno arricchito le conoscenze culturali di una Perché sono cose che pochi festival possono per- città troppo a lungo distratta sul valore di un fenome- mettersi, segnali che chi mette insieme il cartellone si no artistico vecchio quanto l'uomo: perché è certo che prende ogni volta la briga di rischiare, gioca sull'in- gli uomini hanno danzato prima ancora di parlare... certo, forse esplora persino il futuro. Dopo dieci anni, che cosa è cambiato. Ahimè: pro- Per chi, come me, approfitta ogni anno di quindici babilmente non molto. Continuano le incomprensioni giorni eccezionali per scoprire cosa capita in giro, que- di un pubblico che si vorrebbe più curioso (i primi sta diventa una garanzia: TorinoDanza è un posto in deliziosi Preljocaj trascurati; la mai amata Maguy cui vai a incontrare cose certamente bellissime mesco- Marin -ma perché?-; il fascinoso recupero di Auric- late ad altre che chissà, forse, andiamo a vedere insie- Cocteau per pochi che diventarono immediatamente me. E questo mi piace molto. 'eletti'...): e, naturalmente, gran folla per nacchere, Nicola Campogrande tacchi spagnoli e castagnette crepitanti. Bisogna ringraziare l'ostinazione (della competen- I^ieci anni di TorinoDanza sono pieni di ricordi za non si dubita nemmeno) di un Assessorato che as- belli e di tanti amici. seconda una Commissione splendidamente testarda. Dai primi tempi al Parco Rignon, col tassista che Speriamo che Torino valga tutto questo. si chiedeva sempre cosa ci andassi a fare a quell'ora Almeno, nei confronti della danza. della sera nel Parco, agli anni più recenti al Regio. Piero Ferrerò Il ricordo più bello è anche quello interrotto a metà: Neumeier, il "Requiem" di Mozart, una pioggerellina fastidiosa e poi un diluvio; e il pubblico tutto lì a ripa- rarsi come poteva e ad applaudire come se nulla fosse. E, come sempre, pochi minuti dopo aver deciso di sospendere lo spettacolo, dispettosissima, una serata meravigliosa. Francesco Giambrone ...Cominciò con un grande azzardo TorinoDan- za. Per il debutto del festival, il 23 giugno 1987, non fu scelta la strada più facile: ad esempio un grande spettacolo di repertorio, con le punte e i tutù che piac- ciono sempre e garantiscono il tutto esaurito.
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