La Legislazione Albanese in Materia Religiosa
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA Facoltà di Giurisprudenza ISTITUTO DI STORIA, FILOSOFIA DEL DIRITTO E DIRITTO ECCLESIASTICO DOTTORATO DI RICERCA IN SCIENZE CANONISTICHE ED ECCLESIASTICISTICHE XXIII CICLO LA LEGISLAZIONE ALBANESE IN MATERIA RELIGIOSA. FRA PASSATO E PRESENTE . Tutor: Chiar.mo Prof. Daniele Arru Dottoranda: Dorentina Merkuri Coordinatore: Chiar.mo Prof. Paolo Picozza 0 Indice INTRODUZIONE p. 3 CAPITOLO I L’ALBANIA DALLA PROCLAMAZIONE DELL’INDIPENDENZA NEL 1912 ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE 1. Il sofferto percorso dell’Albania verso l’Indipendenza p. 6 2. Il caso dell’Albania nella Conferenza degli Ambasciatori a Londra p.14 3. La successione di governi e il Regno d’Albania p.18 4. Le religioni in Albania in seguito all’Indipendenza p.21 5. La posizione Zogista in materia religiosa p.27 6. L’unione al Regno d’Italia p.33 CAPITOLO II LA LEGISLAZIONE IN MATERIA RELIGIOSA NELL’ALBANIA COMUNISTA 1. Premessa. L’avvento del regime comunista in Albania. p. 39 2. La Costituzione del 1946. p. 41 3. Il Decreto sulle confessioni religiose del 1949. p. 47 1 4. Il Decreto abrogativo della libertà religiosa del 1967 p. 51 5. I Decreti sulla nuova onomastica del 1975 p. 56 6. La Costituzione del 1976 p. 58 7. Il Codice penale del 1977 p. 62 8. La fase finale del regime comunista. p.64 CAPITOLO III LA LEGISLAZIONE IN MATERIA RELIGIOSA NELL’ALBANIA DEMOCRATICA 1. Premessa. L’avvento del regime democratico in Albania. p. 67 2. La Legge Costituzionale numero 7491 del 1991 p. 74 3. La legge sui Diritti e Libertà dell’Uomo del 1993 p. 77 4. La Costituzione del 1998 p. 81 5. La condizione giuridica delle confessioni religiose p. 90 6. Gli Accordi fra la Repubblica d’Albania e Santa Sede p. 100 7. Gli Accordi tra lo Stato albanese e le Comunità religiose del 2008 p.107 8. Le minoranze religiose in Albania. p.112 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE p. 121 APPENDICE NORMATIVA p.124 BIBLIOGRAFIA p.193 INTRODUZIONE . 2 La legislazione albanese in materia religiosa, costituisce oggetto del presente studio, a partire dal 1912, anno in cui l’Albania si è costituita come Stato indipendente e sovrano. Vista l’ampiezza della legislazione in materia religiosa, il lavoro si dividerà in tre capitoli. Il primo capitolo comprende la storia dell’Albania dall’Indipendenza fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, soffermandosi su vicende importanti e indispensabili per una più corretta informazione e comprensione del fenomeno religioso albanese. Ricorderemo come l’Albania è riuscita ad acquistare la sua indipendenza nel 1912. E parleremo delle quattro correnti religiose presenti nel territorio albanese, del principato d’Albania, della Repubblica d’Albania e del Regno di Zogu. Concluderemo il capitolo parlando dell’unione dell’Albania al Regno d’Italia (1939-1943). Il secondo capitolo si occupa della legislazione comunista albanese in materia religiosa, tenendo presente il fatto che mi riferirò a testi normativi da me tradotti, in quanto non ho trovato quasi nessun autore albanese o straniero che abbia scritto sulla suddetta legislazione, se non in linea generale. Vedremo come Hoxha attraverso la sua politica antireligiosa riuscirà a dichiarare e a fare della Repubblica Popolare Socialista d’Albania, l’unico Stato ateo al mondo. Vedremo come nonostante ciò, egli non riuscisse a sradicare del tutto le 3 religioni dagli albanesi ed altresì avremo modo di richiamare la crisi e il declino del regime comunista in Albania e la lenta riapertura dell’Albania ai diritti e alle libertà fondamentali, quali la libertà di pensiero, il diritto di associazione, la libertà religiosa ecc. Nel terzo capitolo ci occuperemo della lenta costituzione dello Stato democratico albanese, con il riaffermarsi di principi quali la divisione dei poteri, il multipartitismo, la libera iniziativa economica e la riammissione della proprietà privata. Vedremo come lo Stato albanese in questi vent’anni di transizione democratica si è del tutto distaccato dalla precedente politica comunista in materia religiosa. Sin da subito, infatti, fu affermata costituzionalmente la libertà di coscienza e di religione e furono ripristinati gli edifici di culto. La riapertura di questi edifici fu accolta con entusiasmo dalla popolazione e le chiese e le moschee furono da subito affollate dai fedeli. L’Albania fu inoltre invasa da missionari religiosi che avevano lo scopo di svolgere attività di proselitismo. Vedremo inoltre, come il legislatore albanese abbia provveduto in questi ultimi anni a colmare le lacune della legislazione in materia religiosa, con particolare attenzione alla stipula degli Accordi con la Santa Sede e con le altre tre maggiori confessioni religiose del Paese. Da ultimo il lavoro si propone di considerare se ed in quale modo il principio 4 della libertà di coscienza e di religione, oramai costituzionalmente garantito, trovi applicazione nella attuale legislazione albanese, con riferimento anche alle minoranze religiose, entrate nella realtà albanese in seguito al riconoscimento del diritto della libertà religiosa. 5 CAPITOLO I L’ALBANIA DALLA PROCLAMAZIONE DELL’INDIPENDENZA NEL 1912 ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE 1. Il sofferto percorso dell’Albania verso l’Indipendenza All’espansione turca, in seguito alla sconfitta dell’alleanza antiottomana nella battaglia detta del Kosovo Polje del 1389 1, fece da scudo anche la lunga resistenza albanese. Nonostante la dura lotta del popolo albanese, guidata dal principe di Kruje Gjergj Kastrioti Skenderbeu 2 dal 1443 al 1479, anche il principato dell’Albania era destinato a cadere definitivamente nelle mani degli invasori ottomani. Questo accade esattamente 10 anni dopo la morte dell’eroe albanese Scanderbeg 3. L’Albania sarà invasa dai turchi e devastata, e ciò segnerà l’inizio del blocco di ogni forma di progresso civile ed economico del Paese che durerà cinque lunghi secoli. 1 Alleanza composta da ungheresi, bulgari, rumeni, polacchi, serbi e albanesi che diede luogo alla famosa battaglia del Kosovo nel 1338. Vista la consistenza delle armate turche le truppe dell’alleanza saranno sconfitte senza difficoltà. 2Eroe nazionale albanese, Giorgio Castriota Scanderbeg (1405-1468), nacque a Kruje città nel cuore dell’odierna Albania, che era allora sotto il dominio turco del sultano Murat II. Figlio del principe di Kruje Gjon Kastrioti diresse la guerra degli albanesi contro l’impero ottomano per un quarto di secolo. Sotto la sua direzione la lotta degli albanesi si caratterizzò per l’alto livello di organizzazione, segnando lo sviluppo politico del paese e l’identità nazionale degli albanesi. 3 Nella letteratura di alcuni Paesi, nei poemi e nelle parole, Scanderbeg e gli albanesi erano visti come difensori dell’Europa. Non vi sono dubbi che la guerra albanese del XV secolo, capeggiata da Scanderbeg, divenne ostacolo alla deportazione ottomana verso l’Europa, fatto riconosciuto dai contemporanei., . SULSTAROVA E., “Arratisje nga lindja: orienalizmi ne Shqiperi nga Naimi te Kadare”, Globic Press 2006, p. 4 [Scappando dall’est: l’orientalismo in Albania da Naim Frasheri a Ismail Kadare]. 6 Si ebbero vari tentativi insurrezionali contro il dominio Ottomano, inizialmente con Ali Pashe Tepelena (1740-1822), seguite poi da altri tentativi tra il 1830 e il 1847, ma prima che l’Albania avesse la sua indipendenza dovettero passare altri settant’anni. Le scintille iniziali della guerra balcanica del 1912 4 furono innescate anche dalle rivolte albanesi dirette a contrastare la politica rivoluzionaria dei “Giovani Turchi”5, che mirava al consolidamento dell’ Impero ottomano. Nello stesso anno susseguì una crisi balcanica, dovuta all’indebolimento della Turchia in seguito anche alla guerra italo-turca (1911-1912) 6. L’indebolimento dei turchi portò al riavvicinamento della Serbia e della Bulgaria sotto la spinta della Russia e alla creazione della prima Lega Balcanica a cui aderirono il Montenegro e la Grecia. La nuova lega dichiarò guerra all’impero ottomano dando inizio alla Prima Guerra Balcanica. L’inizio della guerra creava per gli albanesi una condizione contraddittoria e paradossale. Da un lato era imminente la fine della lunga oppressione ottomana, tanto desiderata dagli albanesi, d’altro canto sembrava chiudersi la strada per la liberazione definitiva del paese, in quanto la Serbia e la Grecia miravano ad espandersi nei territori albanesi. 4 In seguito al riconoscimento ottomano dell’autonomia amministrativa albanese, la Serbia, la Grecia, la Bulgaria formarono l’Alleanza Balcanica. Questi erano concordi circa la divisione degli territori albanesi e in seguito, l’8 ottobre 1912, dichiararono guerra alla Turchia. 5 Movimento composto da intellettuali ed ufficiali che volevano trasformare l’impero, molto arretrato dal punto di vista economico, in una moderna monarchia costituzionale. Nell’estate del 1908 alcuni ufficiali marciarono con il loro esercito contro Istanbul, costringendo il Sultano a concedere una Costituzione. 6 La guerra per il possesso della Tripolitania e Cirenaica. L’Italia, governata all’epoca da Giovanni Giolitti, inviò un contingente di 100.000 uomini e nel 1912 i Turchi furono costretti a firmare la pace di Losanna, con la quale cedevano il territorio libico all’Italia, mantenendo però una sovranità religiosa sulle popolazioni musulmane del luogo. 7 Le vittorie degli stati balcanici sull’impero ottomano, obbligarono le Grandi Potenze a rivedere la loro decisione sul mantenere inalterato lo status quo dei Balcani. Alla fine di ottobre, nei circoli diplomatici e nella stampa europea, si discuteva di necessità di revisione dei confini territoriali degli Stati della penisola balcanica, a favore degli Alleati. 7 In questo quadro europeo, i patrioti albanesi all’estero decisero di intraprendere una nuova azione politica accanto alla “Società nera per la Salvezza” 8. Il fine di questa iniziativa era la salvezza dell’Albania, la conservazione della sua integrità territoriale e la costituzione di un’Assemblea Costituente per decidere le sorti del Paese. L’azione fu intrapresa da Ismail Qemali e Luigj Gurakuqi, convinti di avere l’appoggio della Triplice Alleanza (Germania, Austria-Ungheria, Regno d’Italia). I patrioti albanesi andarono da Istanbul a Bucarest, dove il 5 Novembre del 1912 si riunì la rappresentanza albanese presente nella città.