RASSEGNA STAMPA CINEMATOGRAFICA ALICE IN WONDERLAND Editore S.A.S. Via Bonomelli, 13 - 24122 BERGAMO ALICE IN WONDERLAND Tel. 035/320.828 - Fax 035/320.843 - Email: [email protected] 1 Regia: Interpreti: Mia Wasikowska (Alice Kingsley), Johnny Depp (Cappellaio Matto), Anne Hathaway (Regina Bianca), (Re- gina Rossa), Michael Sheen (Bianconiglio), Alan Rickman (Bruco), (Ghignagatto), Crispin Glover (Fante di Cuori), Noah Taylor (Lepre Marzolina), Marton Csokas (Charles Kingsley), Matt Lucas (Pinco Panco/Panco Pinco), Eleanor Tomlinson (Fiona Chataway), Lindsay Duncan (Helen Kingsley), (Zia Imogene), Geraldine James (Lady Ascot) Genere: Fantasy - Origine: Stati Uniti d'America - Anno: 2010 - Soggetto: tratto dai romanzi 'Alice nel paese delle meraviglie' e 'Attraverso lo specchio' di Lewis Carroll - Sceneggiatura: Linda Woolverton - Fotografia: Dariusz Wolski - Musica: Danny Elfman - Montaggio: Chris Le- benzon - Durata: 108' - Produzione: Tim Burton, Joe Roth, Jennifer Todd, Suzanne Todd, Richard D. Zanuck, Katterli Frauenfelder e Linda Woolverton per Team Todd/Tim Burton Animation Co./Walt Disney Pictures/The Zanuck Company - Distribuzione: Walt Disney Motion Pictures Italia (2010)

Per un attimo siamo stati rapiti dall'idea bini, di cui se ne ricorda uno famosis- ti che si trasformano a vista, regine fie- di scrivere una recensione non sense, simo proprio di Alice. ramente rivali, cappellai che sorbiscono fatta di giochi di parole, paradossi lin- L'Unità - 05/03/10 di continuo il tè, mostri volanti. Le cre- guistici e indovinelli stralunati, per re- Dario Zonta ature umane che abitano il paese delle stituire in questa forma caustica quel meraviglie, pur impersonate da attori di tanto di irrazionale che manca alla "A- Tim Burton è un autore di qualità. Tutti valore, compreso anche il 'mitico' lice" di Tim Burton, sottratta dal suo i suoi film sono estrosi, significativi Johnny Depp, apparso tante volte nei compito originario (prendere proprio ("Ed Wood", "Big Fish" e "La fabbrica film di Burton, sono ben guidate e per- coscienza dell'esistenza dell'irrazionale) di cioccolato") e da tempo appartengo- fettamente truccate, ma non ci paiono e condotta ad altra e più 'matura' con- no alla storia del cinema. Non è un caso quasi mai credibili. Il personaggio cen- quista: diventare se stessi uccidendo il che il regista, abbandonata Hollywood, trale del film è una fanciulla, la 19enne drago! Tim Burton il visionario, autore viva e lavori da tempo in Inghilterra. Mia Swasikowska; ossia un personag- di mondi capovolti, una volta a contatto Eppure "Alice in Wonderland" (dal 3 gio che vive, anche nell'immaginario con la 'materia di cui sono fatti i sogni', marzo in anteprima mondiale nelle sale dei sogni, di incubi e dilatazioni fanta- ovvero con il mito di Alice, rivela in italiane), ispirato al classico della lette- stiche, di tipo sensuale si potrebbe ag- prospettiva la limitatezza del suo im- ratura inglese di Lewis Carroll, un libro giungere, diverse da quelli di una coe- maginario. Come costretto a un eccesso che ha mutato per sempre la narrativa tanea piccolissima. Il libro di Carroll si di prova muscolare e maschile, per per ragazzi, un po' delude. È, per così presta così a un'interpretazione freudia- competere alla pari con l'impulso car- dire, privo di nervo. na, ricca di annotazioni curiose anche rolliano, svilisce il meraviglioso a furia Ha innegabilmente scene spiritose e i se non sempre attendibili. di eccentriche visioni, tutte cariche capitoli finali, dal tentato taglio della La polemica contro i costumi vittoriani d'eccesso, alato di magia. Una volta che testa del Cappellaio matto (con il cap- che marcano alcuni capitoli del film, Alice ricade nel buco (perché il film pello che vola in alto) alla battaglia fi- dall'inseguimento del coniglio al ritorno immagina un ritorno dell'eccentrica ra- nale tra gli eserciti delle due regine alla festa di Alice, ci pare fuori moda; e gazza nel paese delle meraviglie, attesa (Helena Bonham Carter, la rossa Regi- un po' risibile è quella partenza della ora nelle vesti di una Ginevra armata di na di Cuori, e Anne Hathaway, la dia- protagonista su un vascello che do- scudo argentato), tutto quello che acca- fana Regina Bianca), sono di buon ef- vrebbe portarla in Cina mentre i cono- de diventa nel modo di Burton ora mo- fetto. Tuttavia, nell'insieme, "Alice in scenti la salutano dalla banchina del destamente 'normale'. Certo la Regina Wonderland" poco convince. Forse porto. E veniamo agli effetti speciali, Rossa vestita da Helena Bonham Car- perché il racconto di Lewis Carroll, che che sono stati definiti l'attrazione del ter, deformata di testa, è stupenda, men- tende così scopertamente al grottesco e film. Ci sono, seppure non moltissimi, e tre il Cappellaio Magico, un concentra- piace anche a chi non ha il dono di un non sempre entusiasmanti. Tim Burton to psichedelico di tutti i Johnny Depp nativo senso umoristico, non è adatto è sembrato più inventivo quando non si della filmografia di Burton, è fin troppo alla riduzione cinematografica; si adat- usava ancora il 3D. Si ha così l'impres- iconico, totemico, una sorta di divinità ta, piuttosto, ai cartoni animati e quasi sione che questo portentoso strumento sepolta da una maschera di trucco clo- sessant'anni fa la Disney ci diede un'ot- serva se un film sfrutta un contenuto wnesco che gli impedisce di essere se tima variazione del libro. La figura- netto, preciso, magari anche un po' roz- stesso. Eppure, se vogliamo concludere guida è una bambina che, inseguendo zo. Vada benissimo per una storia che con un paradosso, è spettacolare Alice un coniglio, finisce in un buco e, giù gira intorno a un anziano assatanato dal proprio quando è nel mondo reale, reso giù, arriva nel paese delle meraviglie e lavoro ("A Christmas Carol") o, come con un giusto effetto tridimensionale, accetta come vere o verosimili tutte le in "Avatar", quando si scopra un piane- disegnato come i libri animati dei bam- cose che incontra: animali parlanti, gat- ta meraviglioso. Ma la struttura narrati-

va aerea, bizzarra, imprevedibile del cioccolato". Il nome di Tim Burton or- perché la delusione provata alla visione libro di Lewis Carroll non ha favorito mai è solo un marchio aggiunto a un (3D, ma chi l'ha notato?) di quello che la riuscita di questo atteso film. La tec- prodotto targato Disney da cima a fon- doveva essere il suo capolavoro ha del nologia non rende l'humour del roman- do. Che imponendo una logica e una clamoroso. Se si esclude qualche in- zo nonostante il grande cast, da Johnny coerenza narrativa standard ai voli di quadratura degna di nota, lo Stregatto Depp Cappellaio matto alle regine Alice ne fa un prodotto di formula tanto (da godersi in originale, con la voce di Bonham Carter e Hathaway. facile da vendere quanto difficile da ) e poco altro, infatti, ri- Avvenire - 28/02/10 amare. mane pochissimo. Tim sembra affetto Francesco Bolzoni Così lo spettatore si consola cercando da 'burtonismo' (e buonismo), sembra tracce del film che "Alice" poteva esse- un mediocre imitatore di se stesso, e ci La piccola Alice è preoccupata. 'Papà, re e non è stato (la scena in cui la Regi- offre un'Alice totalmente normalizzata, prima di addormentarmi vedo cose as- na Rossa, un'irriconoscibile Helena lieto fine (!) compreso (che però sem- surde come un coniglio con un panciot- Bonham Carter, passa in rassegna le bra essere piaciuto al pubblico, a giudi- to. Pensi che sia fuori di testa'? E il pa- rane della sua corte cercando di indivi- care dagli 1,4 milioni incassati in Italia dre, rassicurante: 'Non temere figlia duare chi si è pappato la sua torta prefe- nel primo giorno in sala). mia, tutti i migliori sono fuori di testa'. rita, è un piccolo gioiello a sé stante e Qualche speranza la si ha all'inizio, con Il prologo dell'"Alice" di Tim Burton un esempio perfetto quanto isolato di Alice-Mia Wasikowska giovane e pic- condensa le aspettative di un incontro uso creativo, leggi divertente, delle cola donna sognatrice e ribelle, poi il che si annunciava epocale. Da una par- nuove tecnologie). O magari finisce per film precipita con lei nella tana del te il più grande creatore di sogni degli dare una lettura metaforica di spunti bianconiglio. E non troviamo né l'Alice ultimi vent'anni, uno dei pochi veri arti- appena accennati. Come i cortigiani di Disney (lo è anche questa, ma della sti attivi oggi nel cinema di serie A, l'u- della Regina Rossa, irascibile e macro- major che è diventata negli ultimi de- nico in grado di incantare e terrorizzare cefala, che usano protesi non per imbel- cenni), che si perde per ritrovarsi conti- grandi e piccoli scardinando logica, e- lirsi ma per simulare difetti fisici e de- nuamente, rutilante e musicale, né quel- stetica e anatomia. Dall'altra il bizzarro formità, ironico ribaltamento della ma- la caotica e rivoluzionaria di Carroll, universo partorito da un reverendo ma- nia per la chirurgia estetica. O l'epilogo nonostante Burton attinga pesantemente tematico pudibondo e forse perverso che proietta a sorpresa Alice verso i a 'Le avventure di Alice nel paese delle come molti eminenti vittoriani, una sfi- commerci con la Cina, una trovata che meraviglie' e ad 'Attraverso lo specchio da al senso (e alla morale) comune che come ha notato maliziosamente Variety e quel che Alice vi trovò'. Spunti si tro- in quasi 150 anni non ha perso un sembra alludere all'appetito della Di- vano in qualche battuta della sceneg- grammo di fascino. Invece tutta la fan- sney verso nuovi mercati - o dio non giatura di Linda Woolverton, ma anne- tasia di Burton e della sua troupe si voglia a un indesiderabile sequel. Non gati in un'estetica che non è mai nean- ferma ai costumi, ai trucchi, alle par- disperiamo comunque. Alice avrà altre che filologica, che si cerchi l'immagina- rucche, ai rari momenti riusciti di un occasioni, Tim Burton pure. rio dello scrittore o quello del regista. E film che normalizza sia l'universo pa- Il Messaggero - 03/03/10 così si finisce, incredibile a dirsi, per rallelo di Alice che quello del suo Pig- Fabio Ferzetti annoiarsi, a rimpiangere il 'Buon non malione in 3 D. Valeva la pena scomo- compleanno', ad augurarci il colpo di dare tanti talenti se il risultato somiglia Anche Tim Burton sbaglia. Sembra dif- scena sulla vera natura del rapporto del- ai troppi fantasy visti in questi anni (al- ficile crederlo, ma è così. Solitamente le sorelle terribili, la Regina Bianca la fine Alice affronta perfino un drago- lo fa per troppo amore: se "Il pianeta (Anne Hathaway, inquietante, ma solo ne), già destinati a moltiplicarsi con le delle scimmie" (unica pellicola vera- per il trucco) e la Regina Rossa (Helena nuove tecnologie? mente sbagliata del cineasta di Bur- Bonham Carter), che invece si dissolve Il primo problema è lo script. Trasfor- bank) aveva la giustificazione che pro- nella banalità più sconcertante. Dimen- mare la bambina di Lewis Carroll in prio su quel set aveva incontrato la mo- ticavamo Johnny Depp (lo farete anche un'adolescente problematica alle soglie glie Helena Bonham Carter - memora- voi, vedendo il film), Cappellaio Matto di un matrimonio combinato poteva es- bile la sua dichiarazione d'amore, da lei volenteroso che nei momenti migliori sere un'idea. Catapultarla in un sotto- recentemente svelata, 'vuoi essere la ricorda il Mago Galbusera. mondo fatto di bruchi parlanti, topi mia scimmia?' - nel caso di "Alice in Liberazione - 05/03/10 spadaccini, regine capoccione, gatti che Wonderland", forse, la colpa è di Lewis Boris Sollazzo galleggiano a mezz'aria, traducendo in Carroll. Il geniale e rivoluzionario scrit- fantasticherie infantili il soffocante gio- tore sembra, da sempre, legato da affi- co di obblighi sociali del mondo adulto, nità elettiva al regista più visionario e poteva ancora funzionare. Ma non sono dark dell'era cinematografica moderna. più i tempi di "Nightmare Before Chri- E lo sa anche quest'ultimo, se è vero stmas" e nemmeno di "La fabbrica di che Alice la corteggia da sempre. Ecco