L'analisi Della Situazione
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CAPITOLO 1 L’analisi della situazione CAPITOLO 1 Premessa storica A partire dal XIII secolo la stabilizzazione della popolazione rurale ha comportato la realizzazione di canali irrigui che percorrono la pendici di intere vallate, scavati con mezzi rudimentali dai contadini valdostani dopo avere ottenuto le concessioni a de- rivare dai corsi d’acqua dai titolari di diritti feudali: il duca di Savoia, gli Challand, il Vescovo, Collegiate, i Signori di Nus, i Vallaise. Alla fine del 1700 i Comuni valdostani, a perfezionamento e imposizione del pro- cesso di affrancamento dei diritti feudali, acquistano la proprietà delle acque e dei boschi pagando la somma complessiva di 800.000 franchi oro, versati in parte ai si- gnori feudatari e in parte alla Regia Tesoreria dello Stato Sabaudo. In questo modo veniva proclamato non il semplice diritto di pieno uso delle acque, ma quello della proprietà per diritto regolare e legale di acquisto (atti di affranchissements). Con l’approvazione del testo unico sulle acque del 1933, funzionale alla nascente industria idroelettrica, questi diritti sono progressivamente disconosciuti fino ad es- sere del tutto estinti. Lo Statuto regionale ha restituito alla Regione la proprietà delle acque ad uso po- tabile e irriguo, ma non quelle per altri usi, che vengono cedute in concessione gra- tuita novantanovennale, alla Regione con possibilità per questa di subconcederle. Lo Statuto, inoltre, disciplina i casi di cessazione e di non utilizzazione di conces- sioni poste in essere prima del 7 settembre 1945: nel primo caso, è stato previsto che la Regione ottenga la concessione all’atto della cessazione della precedente; nel se- condo, che la Regione provochi la decadenza della concessione e vi subentri. È stato altresì stabilito che “la concessione è subordinata, in ogni caso, alla condizione che lo Stato non intenda fare oggetto le acque di un piano di interesse nazionale”. In materia di “disciplina di utilizzazione delle acque pubbliche ad uso idroelettri- co” la Regione dispone della potestà legislativa prevista dall’articolo 3 dello Statuto. Tuttavia, la disciplina delle acque pubbliche della Valle d’Aosta destinate ad uso idroelettrico venne modificata dalla legge 6 dicembre 1962, n. 1643, istitutiva dell’ENEL, la quale creò un monopolio a favore di quell’ente, con la conseguenza di togliere alla Valle la potestà di utilizzare direttamente o di subconcedere sulla base della libera concorrenza le acque pubbliche ( ad uso idroelettrico) avute in conces- sione. La legge 1643/62, inoltre, stabilì che anche le concessioni e le autorizzazioni amministrative in corso di attuazione attinenti alla produzione di energia elettrica venissero trasferite al nuovo ente pubblico e che le concessioni di derivazioni per forza motrice trasferite all’ente medesimo e quelle successivamente accordategli non avessero scadenza. Seguirono, così, una serie di leggi e decreti legislativi dello Stato, fra cui la legge dello Stato 5 luglio 1975, n. 304, le quali, oltre a risolvere alcune questioni finan- ziarie in sospeso, statuiscono e disciplinano il rapporto di subconcessione fra Regione e ENEL, disponendo altresì che lo strumento della subconcessione sia adot- tato anche per la regolarizzazione delle utilizzazioni di acqua per produzione di energia elettrica mancanti di titolo giuridico. Successivamente, la legge 29 maggio 1982, n. 308, ha dato facoltà alla Regione Valle d’Aosta di subconcedere acque relative a derivazioni idroelettriche con po- tenza fino a 30.000 kw anche ai comuni o altri enti locali e loro consorzi. 13 CAPITOLO 1 La legge 14 novembre 1995, n. 481, ha istituito l’Autorità per l’energia elettrica e il gas, organo collegiale operante “in piena autonomia e con indipendenza di giu- dizio e di valutazione “ cui sono trasferite tutte le funzioni amministrative già eser- citate da organi statali e da altri enti e amministrazioni pubblici, anche a ordina- mento autonomo, relative alle sue attribuzioni propositive, indirizzo vincolante, di verifica, di controllo, specie in ordine a concessioni e tariffe; ma il sedicesimo com- ma dell’articolo 2 precisa che in Valle d’Aosta si applicano le disposizioni degli ar- ticoli 7,8,9,10 dello Statuto speciale dando in tal modo la possibilità alla Regione di riappropriarsi di quanto le era stato sottratto in materia dalla legislazione ordina- ria statale sovrariportata. La legge 9 gennaio 1991, n. 9, recante norme per l’attuazione del Piano energe- tico nazionale, ha quindi stabilito un nuovo regime giuridico, per gli autoprodutto- ri e le imprese elettriche degli enti locali, degli impianti di produzione di energia a mezzo di fonti rinnovabili o assimilate, fra le quali l’energia idraulica, rimuovendo la riserva in favore dell’ENEL e la sottoposizione alle autorizzazioni previste in ma- teria di energia elettrica. A seguito dell’entrata in vigore della legge 15 marzo 1997, n. 59 e successive mo- difiche, recante norme in materia di "Delega al Governo per il conferimento di fun- zioni e compiti alle Regioni e agli Enti locali per la riforma della pubblica ammini- strazione e per la semplificazione amministrativa", nonchè del decreto legislativo 31 marzo 1998, n.112, recante “Norme per il conferimento di funzioni e compiti am- ministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali in attuazione del capo 1 della legge 15 marzo 1997, n.59”, ed in particolare l'articolo 10 dello stesso, che prevede: "Con le modalità previste dai rispettivi statuti si provvede a trasferire alle regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e Bolzano, in quanto non siano già attribuite, le funzioni e i compiti conferite dal presente decreto legislativo alle Regioni a statuto ordinario", è stato emanato il D.Lgsl. 16 marzo 1999 n° 89, recan- te le norme di attuazione della Valle d'Aosta in materia di acque pubbliche. Con tale norma di attuazione dello Statuto speciale sono trasferiti alla Regione tutti i corsi d’acqua e le relative pertinenze utilizzati a scopo irriguo e potabile, nonché la gestione amministrativa dell’intero demanio idrico presente in regione. Tale decreto ha altresì chiarito che anche le concessioni novantanovennali si estendono agli alvei e alle pertinenze relative. L’idrografia e la pluviometria regionali La regione Autonoma della Valle d’Aosta ha una superficie complessiva di circa 3.270 kmq di cui il 90% circa in ambito montano. Le aree glaciali occupano com- plessivamente 237 kmq. Lo spartiacque corre quasi sempre la di sopra dei 3000 m s.l.m. con tratti non trascurabili oltre i 4000 m s.m. ed un’altitudine media di circa 2100 m s.m. L’elevata altimetria del territorio valdostano ha permesso il mantenersi di una grande estensione di territorio allo stato naturale, nonostante l’intensa occupazio- ne del fondovalle della Dora Baltea e di alcune valli laterali. Il territorio di fondo- 14 CAPITOLO 1 valle presenta generalmente un elevato grado di antropizzazione; qui si concen- trano infatti la maggior parte della popolazione, la principali vie di traffico e le at- tività economiche più rilevanti. Ciò si rende evidente in corrispondenza dei centri e nuclei storici, localizzati in orlo al bordo di terrazzo, lasciando pressoché inedi- ficata l’originaria fascia golenale del fiume. Questo assetto insediativo antico, con centri e percorsi storici piuttosto distanti dall’asta fluviale e un esiguo numero di collegamenti tra le due sponde, ha caratterizzato anche l’assetto agricolo dei terri- tori intermedi, al punto da rendere ancora leggibili i segni della centuriazione ro- mana, favorendo una diffusa infrastrutturazione idraulica del territorio con nume- rosi canali artificiali, tuttora visibili e funzionanti, di cui i più antichi risalgono al XV secolo. Il corso d’acqua principale è la Dora Baltea che ha origine con i suoi due rami, Dora di Veny e Dora di Ferret, dai ghiacciai del Monte Bianco. Dalla confluenza del- le due Dore al confine valdostano ha una lunghezza di circa 100 km. La Dora Baltea presenta un bacino piuttosto complesso caratterizzato da una serie di numerosi e importanti affluenti e caratteri tipicamente montani. Il tracciato è inizialmente diretto da nord-ovest a sud-est, poco prima di Aosta assume andamento ovest-est fino a Saint-Vincent dove assume la direzione sud-est, mantenuta fino alla confluenza. Nel percorso valdostano la Dora riceve su entrambi i lati numerosi affluenti e scorre con andamento sinuoso a tratti sub-rettilineo in un fondovalle inciso, con versanti in roccia piuttosto acclivi. Gli affluenti di destra discendono tutti dal ver- sante settentrionale del massiccio del Gran Paradiso: Dora di la Thuile, Dora di Valgrisanche, Dora di Rhemes, Savara, Grand’Eyvia, Clavalité, Chalamy e Ayasse. Sul lato sinistro i tributari principali, che discendono dai massicci del Monte Cervino e del Monte Rosa, sono i torrenti Buthier, St. Barthelemy, Marmore, Evancon e Lys. L’andamento del fiume è morfologicamente caratterizzato dalla presenza di un marcato orlo di terrazzo, che tende a configurare un alveo piuttosto inciso rispetto al circostante territorio. Il fondovalle è interessato da estesi depositi alluvionali ter- razzati, in cui si innestano numerosi coni di deiezione (torrenti Marmore, Evancon, Beaucqueil, Valleille, Ayasse). Nel tratto da Chatillon a Montjovet i depositi di fon- dovalle sono invece di tipo lacustre. Il substrato è costituito pressoché esclusiva- mente da rocce cristalline impermeabili. Le alluvioni di fondovalle sono molto per- meabili ma coprono una parte molto limitata del territorio. Al loro interno vi sono delle falde acquifere anche ricche ma di limitata per estensione. La presenza dei ghiacciai condiziona notevolmente il regime di deflusso, con mi- nimi accentuati invernali e massimi estivi in accordo con il periodo di massima ablazione dei ghiacciai. Le catene montuose offrono una protezione diretta nei confronti dell’aria umida dall’Atlantico e si hanno di conseguenza precipitazioni piuttosto modeste sia in ter- mini di valori totali che di intensità. Nel bacino idrografico le precipitazioni medie variano da 600 mm/anno in pia- nura a oltre 1800 mm/anno nelle zone di alta.