COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

PARERE n. 75 del 14 Ottobre 2010 (o.d.g. 1 del 14 Ottobre 2010)

OGGETTO: di Malo (VI). Rapporto Ambientale al Piano di Assetto del Territorio.

PREMESSO CHE – ai sensi dell’art. 4 della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11, in attuazione della direttiva comunitaria 2001/42/CE, i Comuni, le Province e la Regione, nell’ambito dei procedimenti di formazione degli strumenti di pianificazione territoriale, devono provvedere alla valutazione ambientale strategica (VAS) dei loro effetti sull’ambiente al fine di “promuovere uno sviluppo sostenibile e durevole ed assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente”; – La Commissione Regionale VAS, individuata ex art.14 della LR n.4/2008, si è riunita in data 14.10.2010, come da nota n. 537379/45.06 del 13.10.2010 del Dirigente della Unità di Progetto Coordinamento Commissioni (VAS – VINCA – NUVV), Segretario della Commissione; – Il Comune di Malo (VI), con note n. 25549 del 16.12.09, n. 4929 del 05.03.2010 n. 11533 del 21.05.2010 n. 273199 del 14.05.2010. e n 0019386 del 10.09.2010, ha fatto pervenire la documentazione necessaria per ottenere il parere della Commissione VAS; – Il Comune di Malo ha approvato con DGC n. 55 del 20.05.08 – Proposta di Documento preliminare del PAT e di schema di accordo di pianificazione, ai sensi dell’art. 15 della legge urbanistica regionale, per la formazione del piano di assetto del territorio comunale. Con successiva deliberazione n. 3 del 13:01.09, La Giunta Comunale ha stabilito di procedere alla formazione del PAT con procedura ordinaria ai sensi dell’art. 14 della LR 11/2004. In applicazione dell’art. 5 della legge urbanistica regionale 11/2004 è stata avviata la fase di concertazione e partecipazione con gli enti territoriali e le Amministrazioni interessate alla tutela degli interessi pubblici coinvolti nella redazione del PAT, oltre che con le associazioni economiche, sociali e politiche portatrici di interessi diffusi nel territorio comunale, mediante incontri di lavoro e pubbliche assemblee. Il Comune di Malo con DGC n. 7 del 10.02.10 dà atto dell’avvenuto espletamento della fase di concertazione e partecipazione ai fini della redazione del Piano di Assetto del Territorio Comunale ai sensi dell’art. 15 della Legge Regionale n. 11 del 23 aprile 2004 e successive modificazioni, prendendo atto degli esiti dell’avvenuta concertazione e valutando le comunicazioni ed i contributi – diversamente pervenuti – da parte degli enti, amministrazioni, associazioni e soggetti interessati, intervenuti alla concertazione. Il Comune di Malo con DCC n. 62 del 27.11.09, ha adottato il Piano di Assetto del Territorio Comunale secondo quanto previsto dall’art. 15 della LR n. 11 del 23.04.04. Come da documentazione presentata, l’avviso dell’avvenuta adozione del Piano in parola è stato affisso all’albo pretorio del Comune, Bur n. 101 dell’11.12.09 e sui quotidiani: “Il Corriere ” e nel “Il Giornale di ” del 03.12.09; Come emerge dalle note inviate dal Responsabile dei Servizi Tecnici del Comune di Malo n. 3320 del 31.03.2010 e n. 4276 del 26.02.2010, risultano pervenute complessivamente n. 92 osservazioni di cui nessuna attinente con questioni ambientali.

− PARERE DELLA COMMISSIONE VAS SUL RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE La Commissione Regionale VAS, con parere n. 129 del 12 novembre 2008, aveva espresso giudizio positivo di compatibilità ambientale sul Rapporto Ambientale Preliminare del Documento Preliminare del PAT di Malo, a condizione che nel Rapporto Ambientale venissero ottemperate alcune prescrizioni.

− INQUADRAMENTO TERRITORIALE Il territorio di Malo si colloca geograficamente nell’Alto Vicentino, nella zona pedecollinare e pedemontana della Val Leogra. Si sviluppa verso Ovest, contenuto dalla dorsale collinare che separa la stessa Valle da quella dell’Agno-, e scende in direzione Est verso l’alta pianura vicentina.

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Il comune di Malo si estende su una superficie di circa 30 kmq a ovest del centro urbano di Vicenza e confina a nord con il Comune di e , a sud con , e , a est con il comune di e e a ovest con . Sistema insediativo Il Comune di Malo si presenta come un territorio in cui è possibile distinguere in modo netto il consolidato urbanizzato dal territorio agricolo e collinare. I centri abitati si attestano perlopiù lungo la SP46 senza soluzione di continuità. Malo e San Tomio (una delle tre frazioni) sono divenuti un’unica realtà urbana dal punto di vista morfologico-insediativo per l’azione di cucitura svolta dalla zona commerciale lungo la SP46. Si riconoscono altre due frazioni: Case di Malo a nord del capoluogo verso il confine con il comune di San Vito di Leguzzano, che a seguito delle espansioni di Malo con esso forma quasi un’unica entità urbana, e Molina di Malo ad est verso il confine con Thiene, la più lontana dal capoluogo e quella che apparentemente risulta come un’entità urbana autonoma dal punto di vista morfologico. Il comune di Malo sorge originariamente lungo l’asse Vicenza--Rovereto fondando le prime basi insediative sulle prime pendici collinari ed estendendosi successivamente verso l’attuale SP46 andando a formare quello che oggi è riconoscibile come centro storico. Quest’ultimo si presenta come un tessuto compatto costituito di piccole strade su cui si affacciano edifici continui e singoli che costituiscono un continuum visivo intervallato in alcune occasioni da aperture verso giardini privati e piazze, racchiuso tra le barriere più significative costituite dalle colline a sud e da largo Trieste e la SP46 ad est. Immediatamente a nord del centro storico si sono formate negli anni le prime aree esterne all’area storica con un impianto urbanistico geometricamente delimitato da una viabilità ad angolo retto che contrasta nettamente con l’impianto del nucleo più antico. Tale espansione primaria si è protesa fino i piedi del colle “Montecio” al cui lato ovest si riconosce una struttura o maglia ortogonale mentre al lato est la trama appare più irregolare. Le più recenti previsioni di espansione sono state sviluppate da un lato con azioni di ricucitura tra i tessuti esistenti, dall’altro con uno sviluppo non sempre ordinato verso est ed oltre la SP46. Nella collina si possono riconoscere alcuni nuclei rurali ed altri e residenziali. Generalmente il tessuto edilizio complessivo appare denso ma non completamente saturo per via degli ampi spazi verdi sia nell’area storica che in quella dell’espansione. Più a nord del colle “Montecio” si è significativamente espanso anche il centro urbano della frazione di Case di Malo che è cresciuta attorno l’originario nucleo storico con maglie stradali in gran parte ortogonali. Le espansioni più recenti interessano una zona immediatamente a sud del centro storico e un’ampia area ed est di via Giovanni XXIII (SP114). La struttura urbana non risulta particolarmente densa e denota allo stesso tempo una buona porosità. A sud, verso Isola Vicentina, la frazione di San Tomio si è sviluppato attorno al nucleo storico, ad est creando un tessuto più irregolare e ristretto per la presenza del torrente Orolo-Giara e Livergone, ad ovest con maglie più regolari contenute nella loro espansione dalla presenza delle prime pendici collinari. Il tessuto più recente inizia ad interessare le prime pendici collinari. Il tessuto edilizio è denso e mediamente poroso. Verso Thiene (est) la frazione di Molina, attraversata dalla vecchia SP48, si è sviluppata per successive addizioni attorno il nucleo storico in due modi distinti: a sud della strada provinciale con una trama irregolare che denota una scarsa viabilità di quartiere; a nord della strada provinciale il tessuto è più regolare per la presenza di una viabilità ortogonale. Le più recenti espansioni sono nate in adiacenza al tessuto esistente sia a nord che a sud della SP48. La densità edilizia non è molto elevata ma il tessuto appare piuttosto saturo. L’impianto complessivo sembra ben definito a nord dalla nuova viabilità provinciale (SP48). Sistema infrastrutturale Malo è sorto sul punto d’incontro di due itinerari importanti in ambito locale: la direttrice nord sud (oggi coincidente con la SS46 del Pasubio ma su percorso più antico) che pone in relazione Vicenza con Rovereto passando per Schio e Pian delle Fugazze; la direttrice est-ovest che congiunge, tramite Priabona, la valle dell’Agno con la vecchia pedemontana (Bassano, , Thiene). In rapporto al sistema Altovicentino, Malo è interessato da forti flussi di traffico a medio e breve raggio ed e nel contempo caratterizzato da una carenza di infrastrutture viarie correttamente gerarchizzate.

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Il PTCP della Provincia di Vicenza riporta che la mobilità di persone e merci, su tutto il territorio provinciale è affidato in modo predominante al vettore stradale. Secondo i dati relativi al censimento della popolazione del 2001 la maggior parte degli spostamenti per motivi di lavoro da Malo verso gli altri comuni avviene sempre con mezzo privato mentre il mezzo pubblico è quasi inutilizzato se non per gli spostamenti interni al comune. la maggior parte degli spostamenti per lavoro avviene da e verso i comuni contermini ossia Isola Vicentina, Marano Vicentino, Monte di Malo, San Vito di Leguzzano, Schio e Thiene e sempre con l’auto. Mentre per motivi di studio la maggior parte degli spostamenti avviene verso i comuni di Schio, Thiene, Vicenza e con l’utilizzo del trasposto pubblico Attualmente le strategie relative alla mobilità stradale prevedono due opere di grande importanza a livello sovracomunale: la variante alla ex-strada statale 46 (ora SP46) in direzione nord-sud, e la pedemontana in direzione est-ovest con la realizzazione del casello autostradale A differenza della configurazione attuale, che colloca il fitto tessuto produttivo di Malo in affaccio sulla percorrenza principale, si viene delineando uno spostamento dei baricentri di traffico sui poli esterni (Vicenza, Schio, Thiene). Mentre a livello comunale le maggiori opere di riorganizzazione infrastrutturale riguarda: le rotatorie sulla SS Pasubio e sulla Strada Provinciale che insieme ridisegnano l’assetto della circonvallazione nord, la bretella che mette in comunicazione Malo con il casello autostradale di Thiene e il tratto viario che collega la zona produttiva di Molina con la strada provinciale. La rete ciclabile Il sistema ciclabile percorre principalmente i percorsi viari del centro storico ed in parte si sviluppa lungo i corsi d’acqua principale e attraversa elementi morfologici che caratterizzano il territorio comunale di Malo. In alcuni tratti presenta un sistema frammentato dovuto alla presenza dell’edificato produttivo e residenziale. Servizi Il comune di Malo è servito da tre scuole materne una in località Malo, una in località Molina e l’altra in località S. Toma, da quattro scuole primarie localizzate indicativamente nelle principali frazioni del territorio e da una scuola media ubicata nel centro di Malo. Per quanto riguarda le scuole secondarie principalmente il comune di Malo si appoggia agli istituti presenti nei comuni di Thiene, Schio e Vicenza. Il territorio comunale è servito da parchi e attrezzature per lo sport di dimensioni differenti dislocate sul territorio all’interno delle singole frazioni. Nelle vicinanze del centro di Malo è presente la collina Montecio destinata a parco urbano e ai confini con il comune di Monte di Malo è presente un ambito destinato a impianti sportivi di base. Il sistema per la sosta (parcheggi) non appare molto articolato e si limita ad alcune aree variamente sparse. Il comune di Malo per le attrezzature di grande interesse come Ospedali, Istituti d“istruzione superiore, Università, centri commerciali e grandi strutture di vendita fa riferimento ai grandi centri urbani distribuiti sul territorio del vicentino. Provando ad integrare le diverse tipologie di urbanizzato (residenziale storico residenziale recente – produttivo) con alcuni servizi per lo svago ed il tempo libero, con i percorsi verdi presenti e i parchi fluviali derivanti dalle sommità arginali ed annessi, è possibile avere un riscontro sulla qualità dell’offerta ricreativa tra sport tempo libero e sfruttamento della risorsa verde. Rifiuti Il Piano per la Gestione dei Rifiuti Urbani della Regione Veneto adottato dalla Giunta Regionale del Veneto con Delibera n. 59 del 22 novembre 2004 ha organizzato il territorio in bacini di utenza per la gestione dei rifiuti. Il comune di Malo rientra all’interno del Bacino VI 2. Le ipotesi del Piano prevedevano la realizzazione dei seguenti impianti: • impianto di incenerimento e un impianto di compostaggio in Comune di Schio (2 a linea); • discarica (sito da individuarsi) a servizio del suddetto impianto. E’ stata realizzata la seconda e la terza linea dell’impianto di incenerimento. Il Bacino VI 2 conferisce con metodi tradizionali i propri RSU presso l’impianto di Bacino in Comune di Schio smaltendo le eccedenze e le fermate tecniche dell’impianto presso discariche fuori Bacino.

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L’Amministrazione Comunale di Malo ha iniziato la raccolta differenziata nel 2001 ed i risultati sono stati buoni. Il Comune di Malo esegue la raccolta rifiuti nel seguente modo: • Frazione umida: sistema domiciliare; • Rifiuto urbano indifferenziato: domiciliare; • Rifiuto differenziato carta, plastica e vetro: sistema stradale. In comune di Malo inoltre è attiva un’ecostazione per la raccolta differenziata ubicata in Via Fermi, Zona industriale, dove si possono conferire rifiuti riciclabili, ingombranti e pericolosi e in particolare sfalci e ramaglie, inerti di piccole demolizioni, beni durevoli (frigoriferi, televisori, lavatrici, lavastoviglie, monitor, computer). Il comune di Malo per lo smaltimento rifiuti secchi non riciclabili, trovandosi all’interno del bacino VI2, si appoggia all’inceneritore di Schio un impianto ”a tecnologia complessa”, per l’incenerimento, anche di rifiuti ospedalieri, con recupero del calore e produzione di energia elettrica. Mentre per tutti gli altri rifiuti prodotti sono smaltiti in impianti di altri bacini di riferimento. È importante sottolineare che il PTCP di Vicenza segnala l’urgenza di dare avvio alle procedure di ampliamento dell’inceneritore di Schio e della realizzazione di una nuova discarica provinciale. Senza tali interventi la situazione provinciale nello smaltimento rifiuti potrebbe già entrare in crisi da quest’anno. Energia Nel territorio comunale le fonti di energia utilizzate sono principalmente quelle tradizionali ma è fondamentale l’apertura verso le fonti rinnovabili che possono essere l’energia idroelettrica, l’energia eolica, le biomasse, i residui zootecnici e coltivazioni energetiche, l’energia solare e l’energia geotermica. Affidarsi alle fonti alternative, superando le difficoltà legate ai maggiori costi di produzione, sembra essere la strada imboccata dall’Amministrazione provinciale, che ha dato il via all’istituzione dell’Agenzia Vicentina per l’Energia e l’Innovazione Tecnologica, che avrà il compito di progettare e mettere in atto azioni di risparmio energetico e di promuovere e diffondere tecnologie pulite. L’amministrazione comunale di Malo ha già adottato campagne di sensibilizzazione della riduzione dei rifiuti e della promozione dell’utilizzo di fonti di energia alternativa adottando la politica ambientale delle”4R”: • Ridurre : intervenire alla fonte del problema diminuendo i consumi di certi prodotti (ad esempio gli usa e getta) e di certi sprechi (ad esempio l’energia elettrica degli apparecchi elettronici); • Riutilizzare : evitare di trasformare continuamente ciò che non usiamo più, risparmiando l’energia del riciclaggio o dello smaltimento del rifiuto; • Riciclare : dare nuova vita alle cose attraverso la loro trasformazione fisica in alternativa all’inceneritore o alla discarica; • Recuperare : valorizzare il rifiuto riutilizzandolo in un nuovo processo produttivo. Turismo Secondo il PTCP il comune di Malo rientra all’interno dell’ambito turistico dell’Alto Vicentino il quale è caratterizzato da un flusso turistico molto ridotto rispetto ad ambiti fortemente turistici quali Montagna e il Vicentino Il comune di Malo secondo i dati dell’anno 2005 è stato interessato da 4.092 presenza in 5 strutture ricettive e da circa 10.200 arrivi turistici.

− INQUADRAMENTO SOCIO-ECONOMICO Popolazione e caratteristiche demografiche e anagrafiche La popolazione di Malo all’anno 2007 è pari a 14.137 abitanti (fonte anagrafe comunale) ed è in costante aumento dal 1975 senza, in oltre un trentennio, registrare una pur minima flessione. La presenza femminile è di 7.088 unità, mentre quella maschile è pari a 7.049 unità. L’andamento della popolazione è principalmente spiegabile in due motivi: • un numero di nati sempre maggiore rispetto al il numero dei morti che consente un andamento largamente positivo del saldo naturale (eccezion fatta per gli anni 1984 e 1985 in cui i morti eguagliano il numero dei nati ed il saldo è nullo);

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• un continuo afflusso di immigrazione (iscritti stranieri ed italiani) maggiore rispetto alle cancellazioni che consentono un saldo sociale ampiamente positivo nell’intervallo di tempo considerato con l’eccezione dell’anno 1987. Istruzione Secondo i dati del quadro conoscitivo della Regione Veneto nel 2001 la popolazione residente nel comune di Malo con età superiore ai 6 anni era pari a 11.506 abitanti di cui il 4% con laurea, il 24% in possesso di un diploma di suola secondaria superiore, il 37% con licenza media, il 29% con licenza elementare mentre il rimanente 6% è rappresentato da alfabeti privi di titolo di studio e analfabeti. Salute e sanità Secondo una ricerca sulla soddisfazione dei cittadini eseguita sul territorio del comune di Malo per il Piano Regolatore Generale è emerso che i maladensi percepiscono una carenza significativa rispetto all’area salute ossia individuano una forte necessita di potersi curare vicino a casa (76,5%). Attività economiche Fino il 1981 la popolazione attiva sia sempre stata numericamente inferiore a quella non attiva (circa 1000 1500 unità) mentre, al 2001, la situazione oltre ad avere registrato un’inversione di tendenza ha registrato un incremento degli attivi in numero superiore al 50% rispetto ai non attivi. Ciò può voler dire un costante apporto di forza lavoro anche nelle attività produttive locali ed un possibile incontro tra domanda e offerta. Il settore agricolo è in difficoltà sia in termini di Unità Locali (6%) che di addetti (11%) contrariamente a quanto registrato nell’ambito provinciale dove si sono registrati incrementi per entrambi gli indicatori. Diversamente per l’industria, a Malo il trend è in linea con quello provinciale (seppur con minor variazione percentuale – 5% contro 10%) per quanto riguarda il numero di UL mentre registra una importante contrazione dal punto di vista occupazionale. Gli addetti si riducono da 3.739 a 3.466 (7,3%) nonostante nella provincia di Vicenza gli addetti sono aumentati del 6,8%. Il settore che mostra nel decennio considerato (1991-2001) più vivacità è certamente quello dei servizi. A Malo c’è stato un forte incremento delle UL (da 557 a 616 +10,6%) che non è comunque pari a quello avvenuto in provincia dove la variazione 1991-2001 è stata più marcata (+31%). Sorpassa, invece, il trend provinciale il dato relativo agli addetti ai servizi. Se la provincia ha fatto registrare un balzo in avanti del 25,4%, a Malo la percentuale sale di un punto attestandosi al 26,4% (2173 addetti contro 1719). Emerge con chiarezza come nel settore agricoltura un calo delle Unità Locali sia allo stesso modo accompagnato dal fisiologico calo degli addetti, fenomeno che è probabile conseguenza sia di abbandono della pratica agricola ma anche, ed è auspicabile, di una riconversione verso produzioni più specializzate. Diversamente è avvenuto per il settore dell’industria, dove all’aumento delle Unità Locali non è seguito un aumento degli addetti bensì un calo piuttosto marcato. Questo trend può spiegarsi da un lato in una rifunzionalizzazione di alcuni settori della produzione facenti capo alle strutture grandi e piccole che ha visto perdere una quota di lavoratori, dall’altro dalla nascita di piccola imprenditoria unipersonale che va ad alimentare la quantità di nuove attività. Il settore dei servizi è quello che ha maggiormente mostrato capacità di crescita (in termini di Unità Locali) e di attrazione di forza lavoro. È ipotizzabile che una quota dei lavoratori “usciti” dall’industria possa essere stata riassorbita dai servizi. Va considerato che alcune UL non hanno la propria sede principale nel luogo in oggetto ossia non sono “sedi” dal punto di vista giuridico.

− STATO DELL’AMBIENTE – CRITICITÀ Per quanto concerne lo stato dell'ambiente, il Rapporto Ambientale approfondisce le matrici ambientali indicate nel Rapporto Ambientale Preliminare allegato al Documento Preliminare del PAT, concludendo con una più dettagliata analisi delle criticità. Si individuano, sulla scorta della analisi dello stato attuale compiuta nel Rapporto Ambientale Preliminare, le criticità e le azioni necessarie per calare nella realtà locale gli obiettivi generici di sostenibilità ambientale più volte evidenziati nei documenti nazionali ed internazionali. Criticità Aria

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Gli inquinanti monitorati (monossido di carbonio, anidride solforosa, biossido di azoto, metano ed idrocarburi non metanici, PM 10 , benzene, toluene, etilbenzene, oxilene, mxilene, pxilene) non riportano superamenti dei valori limite fissati dalla normativa vigente. Fa eccezione l’ozono con un unico superamento annuo (anno 2007) da parte della massima media mobile giornaliera della “soglia di protezione della salute”. E’ rilevante anche la presenza di PM 10 che risulta più alta che a Schio ma meno di quanto riscontrato per gli stessi periodi a Vicenza. Clima Dal punto di vista climatico, come si riscontra anche a livello globale, negli ultimi sono stati evidenti i mutamenti del clima. Il territorio comunale di Malo risulta caratterizzato da valori di piovosità media annua compresi tra 900 mm, sulle zone più sud, e 1200 mm circa su quelle più nord occidentali. La distribuzione delle velocità media del vento su 10 minuti dal 2001 al 2007 secondo gli standard internazionali indica una prevalenza di calma di vento e vento debole. Mediamente l’umidità relativa massima si attesta mediamente all’91% mentre la minima è pari al 50%. A livello locale non sono rilevabili particolari criticità. Acqua Il regime dei corsi d’acqua del comune di Malo è molto variabile, con rapide transizioni dallo stato di magra a quello di piena. L’intensa e diffusa escavazione di questi ultimi anni ha intaccato il sistema di drenaggio secondario, modificando i livelli naturali di scolo, deviando e/o ostruendo i fossi di raccordo e collegamento. I dati relativi al alla qualità chimica delle acqua per il torrente Timonchio hanno fatto rilevare uno stato ambientale buono mentre per quanto riguarda la qualità biologica dei corsi d’acqua, l’IBE del torrente Giara Orolo ha rilevato nel tratto del comune di Malo un ambiente non inquinato. Emerge tuttavia una alta concentrazione dell’azoto ammoniacale, del fosforo e del escherichia-coli inquinanti che indicano la presenza di reflui di origine civile dovuti principalmente da attività agrozootecnica e industriale, mentre il fosforo è prodotto quasi esclusivamente dall’attività agrozootecnica. Lo Stato Chimico delle Acque Sotterranee i valori di conducibilità elettrica, dei solfati, dei cloruri, dei nitrati, dello ione ammonio e del ferro hanno consentito l’individuazione della classe di appartenenza relativa allo stato chimico ossia la classe I; anche tutti gli altri valori monitorati sono al di sotto dei valori soglia per la classe 1 prevista dal D.Lgs. 152/99. La percentuale della popolazione allacciata alla rete di acquedotto è pari al 100% mentre la percentuale della popolazione allacciata alla rete di fognatura è pari al 80%. Suolo e sottosuolo Il territorio di Malo è composto da una parte collinare e da una zona di pianura su cui si concentrano le principali attività antropiche. Il drenaggio sotterraneo è indirizzato prevalentemente verso SE, in conformità con la giacitura media degli strati e lo sviluppo dei versanti. La circolazione idrica sotterranea viene però complicata dal carsismo, fenomeno particolarmente sviluppato in tutte le formazioni carbonatiche. Lo scolo delle acque meteoriche è realizzato settorialmente e non in modo soddisfacente. Va segnalata tuttavia una migliorata situazione idraulica rispetto agli anni ‘90, dovuta all’azione del Consorzio Argille nelle singole aree di cava ripristinate, e soprattutto ai lavori di bonifica eseguiti sui torrenti Leogretta e Trozzo Marano. La presenza di intensa attività estrattiva principalmente di argilla rappresenta da sempre una delle cause di degrado ambientale a maggiore impatto in quanto modificano la morfologia dei luoghi in modo spesso irreversibile. Per quanto riguarda l’aspetto sismotettonico il comune di Malo ricade in area considerata a basso rischio sismico: è classificata in classe 3. Biodiversità Per questa componente si rilevano alcune peculiarità del territorio, che sono aree non assimilabili come critiche ma di certo da evidenziare come vulnerabili. Le analisi disponibili consentono di mettere in evidenza nel territorio comunale i diversi tipi di habitat, le unità ecosistemiche del territorio e le categorie forestali presenti in particolare nell’area collinare che poco al di fuori del territorio comunale è catalogata come SIC. Dal PTCP viene rilevata la presenza di un corridoio ecologico primario della rete ecologica regionale lungo il torrente Timonchio e della stepping stone “Fossi di Vallugana”, assimilata ad un

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COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA nucleo di connessione, che dalla zona collinare del comune si espande anche fuori dal territorio maladense verso Isola Vicentina. Paesaggio Il paesaggio di Malo risulta suddivisibile in due tipologie: quella prevalentemente agraria tipica della fascia pedemontana della pianura veneta, con un’area pianeggiante coltivata eminentemente a seminativo, solcata da corsi d’acqua e con presenza di elementi vegetali lineari e storico- pasaggistici (centuriazioni); mentre l’area collinare, vede la presenza di boschi, pascoli, prati- pascoli, seminativo non particolarmente diffuso, vigneti e altre colture legnose di pregio, cospicua presenza di alberate e piantate. Le centuriazioni romane sono ancora visibili su parte del territorio, sia nella porzione nord- orientale con il “cardo quintario” del Vedesai, con i decumani (“decumano della pontara”), sia sul territorio di Molina, con il “cardo maximo”, probabilmente rappresentato dal Trozzo Marano. Patrimonio culturale, architettonico e archeologico A Malo ci sono opere architettoniche, di scultura, di pittura ed espressioni delle altre arti, rappresentative di ciascun periodo dal Trecento ai nostri giorni. Vi sono presenze storico- architettoniche rilevanti ed il centro storico è oggetto di uno specifico piano di recupero. La presenza dei broli (aree aperte, pertinenti a palazzi storici, destinati, nel passato, a giardini, orti “arborato e vitato”) si inserisce nei 9 edifici significativi segnalati dall’Istituto Regionale Ville Venete. Dal PTCP si rilevano tre siti a rischio archeologico: un vasto complesso abitativo rustico di epoca romana in località Visan, un antico insediamento dell’età del bronzo e frequentazione perdurante nell’età del ferro in località San Tomio e un rinvenimento di tombe legate ad insediamento rustico di età romana in località Molina di Malo. Inquinanti fisici I risultati dell’Indagine regionale per l’individuazione delle aree ad alto potenziale di radon nel territorio Veneto, individuano preliminarmente il Comune di Malo tra quelli "ad alto potenziale di radon" avendo 200 Bq/mc il livello di riferimento di radon nelle abitazioni (DR n. 79/02). Un'analisi Regionale più dettagliata che ha compreso 3 scuole situate in ATO 1 riscontra che i valori rilevati sono al di sotto dei livelli fissati dalla normativa o al limite (necessità di tenere monitorata l'area). L’inquinamento elettromagnetico è da considerarsi anche in base all’elevato livello di attenzione che gli impianti emittenti generano nell’opinione pubblica, dovuto in parte anche a preoccupazioni di tipo sanitario. Attualmente mancano studi universalmente accettati dalla comunità scientifica internazionale, anche se l’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) sostiene che i dati scientifici disponibili non forniscano alcuna prova conclusiva che l’esposizione alle alte frequenze (RF), per intensità tipiche degli ambienti di vita, induca o favorisca il cancro, né che abbrevi la durata della vita. Nel comune di Malo sono presenti tre linee elettriche con cavi aerei per l’alta tensione: due da 132 kV ed uno da 220 kV e quattro stazioni radiobase (telefonia mobile). Dal confronto tra i dati della classificazione acustica comunale appare come la situazione attuale presenti alcune problematiche legate alla presenza di fonti di rumore dovuto e traffico veicolare oltre che la vicinanza di classi non acusticamente omogenee. Si può notare che gran parte del territorio vicentino ed anche il comune di Malo presenta un aumento della luminanza totale rispetto la naturale compresa tra il 300% ed il 900% Come già riportato per la componente acqua si rileva il peso dell’attività zootecnica, sia per dimensioni medie degli allevamenti e per qualità degli animali allevati. Nel considerare infatti i carichi di azoto di origine zootecnica, il comune di Malo rientra tra le zone vulnerabili. Economia e società Per questa componente, che si stacca dalle classiche indagini ambientali, si rilevano alcune caratteristiche emergenti dalle varie analisi condotte in modo da evidenziare criticità e punti di forza presenti nel territorio. L’andamento della popolazione è principalmente spiegabile in due motivi: un numero di nati sempre maggiore rispetto al il numero dei morti che consente un andamento largamente positivo del saldo naturale (eccezion fatta per gli anni 1984 e 1985 in cui i morti

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eguagliano il numero dei nati ed il saldo è nullo); un continuo afflusso di immigrazione (iscritti stranieri ed italiani) maggiore rispetto alle cancellazioni che consentono un saldo sociale ampiamente positivo nell’intervallo di tempo considerato con l’eccezione dell’anno 1987. La densità abitativa, ossia il rapporto tra abitanti residenti e superficie territoriale, denota dall’anno 1981 all’anno 2007 una notevole crescita ed infatti il territorio maladense è in costante crescita in termini di popolazione residente (nel quinquennio 2004-2007 di circa 300 unità annue). Emerge con chiarezza come nel settore agricoltura un calo delle Unità Locali sia allo stesso modo accompagnato dal fisiologico calo degli addetti, fenomeno che è probabile conseguenza sia di abbandono della pratica agricola ma anche, ed è auspicabile, di una riconversione verso produzioni più specializzate. Diversamente è avvenuto per il settore dell’industria, dove all’aumento delle Unità Locali non è seguito un aumento degli addetti bensì un calo piuttosto marcato. Questo trend può spiegarsi da un lato in una rifunzionalizzazione di alcuni settori della produzione facenti capo alle strutture grandi e piccole che ha visto perdere una quota di lavoratori, dall’altro dalla nascita di piccola imprenditoria unipersonale che va ad alimentare la quantità di nuove attività. Il settore dei servizi è quello che ha maggiormente mostrato capacità di crescita (in termini di Unità Locali) e di attrazione di forza lavoro. È ipotizzabile che una quota dei lavoratori “usciti” dall’industria possa essere stata riassorbita dai servizi. Il sistema ciclabile percorre principalmente i percorsi viari del centro storico ed in parte si sviluppa lungo i corsi d’acqua principale e attraversa elementi morfologici che caratterizzano il territorio comunale di Malo. In alcuni tratti presenta un sistema frammentato dovuto alla presenza dell’edificato produttivo e residenziale.

− IL PROCESSO DI CONCERTAZIONE/PARTECIPAZIONE Il valutatore evidenzia come il processo partecipativo alla costruzione del Piano sia avvenuto in due fasi differenti: la prima tra Aprile-Settembre 2008 attraverso un bando pubblicato dall’Amministrazione Comunale di Malo per tutti coloro che avessero interesse a presentare proposte in merito al PAT per far conoscere le proprie esigenze e di conseguenza aiutare l’Amministrazione ad individuare le linee guida e definire gli obiettivi per la redazione del PAT; la seconda fase svolta tra Febbraio-Settembre 2009 è stata strutturata in 3 diverse fasi di ascolto a più livelli, che si sono coerentemente susseguite durante l’intera redazione del PAT, fino alla scelta dello scenario di riferimento. Le diverse fasi in cui si è strutturato il processo condiviso per la redazione del PAT possono essere così riassunte e sintetizzate, mettendo in evidenza le finalità che si volevano perseguire, gli esiti attesi e la metodologia con cui sono state svolte: Fase informativa/attiva Interlocutori Istituzioni, enti, associazioni, associazioni di categoria e popolazione finalità ricerca/conoscenza degli attori attivati/attivabili e delle politiche in corso o in programma esiti attesi introduzione ai processi di pianificazione e ruolo della VAS; presentazione del Documento Preliminare; presentazione della Relazione Ambientale. metodologia rilascio di un modulo contributi per poter formulare i propri pareri scritti periodo 03 febbraio 2009 Fase consultativa Interlocutori Istituzioni, enti, associazioni, associazioni di categoria finalità ricerca/conoscenza degli attori attivati/attivabili e delle politiche in corso o in programma esiti attesi presentazione Analisi di Rango (analisi d’area vasta delle dinamiche territoriali) presentazione degli scenari di Piano; periodo 07 aprile 2009 Fase conclusiva Interlocutori Istituzioni, enti, associazioni e associazioni di categoria, popolazione.

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finalità integrare l’informazione e i valori territoriali ed ambientali ai fini della decisione esiti attesi disamina delle richieste e contributi pervenuti presentazione degli obiettivi e strategie del piano individuazione dei criteri per la trasformabilità chiusura fase consultativa periodo Malo e Case: 01 settembre 2009, San Tomio 10 settembre 2009, Molina 15 settembre 2009 La fase di concertazione e partecipazione non ha portato alla modifica del Documento Preliminare e del Rapporto Ambientale Preliminare, ma ha permesso all’Amministrazione Comunale di confrontarsi nei contenuti e nelle strategie con enti e società civile e dall’altro ha contribuito a suggerire azioni di grande interesse per il progetto di piano e per la definizione degli scenari alternativi di sviluppo per la VAS. L’ultima fase della consultazione è coincisa con la presentazione degli scenari di Piano e con la relativa scelta dello scenario di riferimento. Gli scenari di Piano hanno rappresentato alternative ragionevoli da attuarsi in considerazione agli obiettivi e all’ambito territoriale del piano stesso e la scelta dello scenario più ragionevole è stata il frutto delle opinioni e proposte degli stakeholders che hanno partecipato attivamente al processo di consultazione. La fase di ascolto della cittadinanza attraverso i suoi attori e l’attivazione degli strumenti di informazione è avvenuta con la pubblicizzazione del processo di formazione del piano e la consegna di un modulo contributi per poter formulare i propri pareri scritti. La pubblicizzazione degli incontri di consultazione è avvenuta anche attraverso il sito internet dell’amministrazione comunale ( www.comune.malo.vi.it ) che ha dedicato una pagina dove scaricare il documento preliminare, il Rapporto Ambientale Preliminare e il modulo per gli Enti per esprimere i propri contributi al Piano. Inoltre, la pubblicità dell’ultimo incontro di consultazione, svolto nel settembre 2009 nelle frazioni del comune di Malo, è avvenuta sia attraverso la pubblicità sul sito internet del comune sia con l’affissione di volantini. Gli esiti della consultazione Dalla fase di consultazione non sono emersi significativi interventi tali da produrre modifiche al Documento Preliminare, ma sono emerse molteplici indicazioni per strutturare gli scenari alternativi di Piano. Il confronto istituzionale, la concertazione, si è sviluppato attraverso incontri, assemblee e la verifica dei contributi e/o osservazioni pervenuti da parte degli interlocutori cosiddetti istituzionali: enti pubblici, amministrazioni preposte alla cura degli interessi pubblici coinvolti e associazioni economiche e sociali portatrici di rilevanti interessi sul territorio ed interessi diffusi. I contributi e/o osservazioni giunti si possono distinguere in due raggruppamenti: osservazioni a contenuto prettamente tecnico e contributi-richieste utili alla definizione delle scelte strategiche del PAT. L’apporto è stato significativo soprattutto per la pertinenza e la competenza di alcuni interventi pervenuti, formulati anche da singoli cittadini. Se da un lato i contenuti hanno trovato un riscontro nelle scelte strategiche dell’Amministrazione Comunale, dall’altro hanno suggerito azioni di grande interesse per la redazione del PAT e la scelta dello scenario di riferimento. La fase relativa all’ascolto della cittadinanza attraverso i suoi attori e all’attivazione degli strumenti di informazione, è avvenuta con la pubblicizzazione del processo di formazione del piano e la consegna di un questionario. Un percorso che si è svolto parallelamente agli incontri organizzati con associazioni ed enti istituzionali. Il questionario ha avuto la duplice funzione di informare e conoscere. Informare per mettere a conoscenza dell’avvio, dei modi e dei tempi del nuovo piano, per esplicitare gli obiettivi con i quali e come si vuole perseguire questi e per creare una rete di attori che parteciperanno al percorso condiviso. Conoscere per approfondire, attraverso l’interazione, la conoscenza del luogo e determinare i valori che potranno accrescere la qualità del piano. La partecipazione della popolazione e degli enti La popolazione è stata coinvolta preliminarmente attraverso un bando pubblicato nella aprile 2008 con scadenza settembre 2008 nel quale si richiedeva a tutti i cittadini, qualora ne avessero l’interesse,

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possono presentare delle proposte in merito, al fine di consentire all’Amministrazione di conoscere le esigenze, valutare le condizioni di sostenibilità degli interventi e delle trasformazioni proposti, individuare le linee guida e definire gli obiettivi per la redazione del PAT. In risposta al bando sono arrivate presso l’Amministrazione Comunale di Malo 173 richieste la maggior parte delle quali richiedono la trasformazione da zona agricola a zona residenziale. Tali richieste sono state cartografate e valutate dall’Amministrazione Comunale in termini di fattibilità e sostenibilità, decidendo in una fase successiva l’accettabilità o meno della richiesta. A seguito di questa prefase di ascolto della cittadinanza nel febbraio 2009 è stata data avvio alla fase di consultazione proponendo agli enti e alla popolazione degli incontri di discussione e un modulo contributi per esprimere eventuali osservazioni e richieste. I contributi era possibile presentarli entro il 5 marzo 2009 e entro quella data il Comune di Malo ha ricevuto 25 risposte di cui 14 di carattere puntuale, le quali sono state cartografate allo stesso modo delle richieste del bando, mentre 11 richieste, per la maggior parte di enti e associazioni, hanno riportato un parere su come dovrebbe essere strutturato il PAT e quali dovrebbero essere gli argomenti di maggiore attenzione.

− GLI OBIETTIVI STRATEGICI DEL PIANO Gli obiettivi strategici adottati dal Piano, coerentemente all’articolo 13 della LR 11/2004, riguardano prevalentemente i seguenti temi: • valorizzazione dei centri storici; • salvaguardia dei beni ed ambiti di valore storico-testimoniale; • riqualificazione delle aree urbanizzate esistenti; • riconversione urbanistica-funzionale di zone o ambiti; • riorganizzazione (riordino) e valorizzazione del territorio agricolo; • nuova edificazione in continuità con i tessuti esistenti; • attuazione degli accordi tra soggetti pubblici e privati; • miglioramento dei servizi a scala locale e sovracomunale. È pertanto un PAT “conservativo” (contenitivo nei volumi assegnati), coerente (rispetta la pianificazione in atto e futura) e, soprattutto, di “responsabilità sociale” (attenzione alle problematicità e criticità spontanee emerse). La parola “conservativo” non viene utilizzata con accezione vincolistica, ma in contrapposizione allo scenario di sviluppo che prevede un forte insediamento produttivo (inteso nella accezione ampia del termine) attorno al nuovo casello autostradale. Dando attuazione agli obiettivi generali del PAT, la scelta progettuale è stata orientata dalla volontà dell’Amministrazione comunale di rispondere ad una domanda sociale forte e ad un contenimento del consumo di suolo (rispettando i limiti imposti all’utilizzo di SAU), anche in termini di sostenibilità ambientale. Ciò non toglie che il “piano conservativo” sia un piano statico, anzi. Il termine è stato utilizzato per evidenziare la forte continuità con i caratteri del territorio esistente e di mantenimento delle dinamiche in atto. La sostenibilità economica delle scelte strutturali Il PAT assume quale criterio cardine per le nuove previsioni il principio della sostenibilità economica, da realizzarsi principalmente attraverso forme perequative o la definizione di accordi pubblico-privati come previsti dalla LR 11/2004: • perequazione urbanistica, integrata, territoriale e ambientale (articolo 35 LR 11/2004); • credito edilizio (articolo 36 LR 11/2004); • compensazione urbanistica (articolo 37 LR 11/2004); • accordi tra soggetti pubblici e privati (articolo 6 LR 11/2004); • accordi di programma (articolo 7 LR 11/2004). L’utilizzo di tali strumenti consente di perseguire l’interesse collettivo per la costruzione della “città pubblica”, realizzando con contributi privati le Dotazioni Territoriali necessarie (infrastrutture, servizi, opere, etc…). È importante precisare e definire alcuni criteri e parametri relativamente ad alcuni di tali strumenti, innovativi sia nella forma che nei contenuti per la legislazione urbanistica veneta, ai fini di un corretta e trasparente gestione del processo di Piano avviato con il PAT. Primi indirizzi per gli accordi tra soggetti pubblici e privati

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Tali accordi, finalizzati alla determinazione di alcune previsioni dal contenuto discrezionale degli atti di pianificazione territoriale ed urbanistica, possono essere conclusi dall’Amministrazione Comunale nel rispetto della legislazione e della pianificazione sovraordinata. La formalizzazione dell’accordo, costituendo parte integrante dello strumento di pianificazione cui accede, può essere attivata: • per la formazione del PAT. Gli accordi sottoscritti nella fase formativa del PAT, comportano comunque titolo di priorità per un recepimento ragionato dei relativi programmi nella pianificazione degli interventi; • per la predisposizione del PI e per dare attuazione agli strumenti urbanistici, al fine di rendere efficaci e condivise le fasi di pianificazione operativa. Nel PAT non sono stati inseriti accordi ai sensi dell’articolo 6 della LR 11/2004, rimandando l’attivazione di tali strumenti alla successiva fase operativa. Primi indirizzi per il credito edilizio In prima ipotesi, per credito edilizio si intende una quantità volumetrica riconosciuta a seguito della realizzazione degli interventi di: • demolizione di opere incongrue; • eliminazione di elementi di degrado; • realizzazione degli interventi di miglioramento della qualità urbana, paesaggistica, architettonica e ambientale; • riordino della zona agricola; • compensazione di cui all’articolo 37 della LR 11/2004. Il PAT ammette, comunque, il ricorso a tale strumento nelle operazioni di riqualificazione e riconversione urbanistica ed ambientale meglio definite nella successiva fase operativa con il PI. Il valore ed il riconoscimento del credito edilizio potrà essere scomposto in relazione alle azioni previste del PAT e ai diversi tessuti su cui si “riscuote ed esercita” secondo indirizzi meglio sviluppati successivamente dal PI, e, soprattutto, nel riconoscimento di due sistemi caratterizzanti il Piano: l’urbanizzazione consolidata ed il territorio agricolo.

− IL DIMENSIONAMENTO DEL PIANO Il percorso di revisione per il nuovo dimensionamento residenziale Il PRG vigente è entrato in vigore nel luglio 2008 (approvato il 26.05.2008 con DGR n. 1306), pur essendo stato adottato nel dicembre 2003 (adottato il 13.12.2003 con DCC n. 66) per il complesso iter affrontato. Questo significa che, le stime previste nel 2003 hanno potuto avere attuazione solo dal 2008 “trascinandosi” una notevole quota volumetrica residua. Il PRG vigente ha ipotizzato 18.207 abitanti teorici totali derivanti da un incremento di 4.883 degli abitanti al 2003 (13.325), utilizzando il dato di 150 mc/ab (riferimento di legge), mentre, in un rapporto più realistico di 250 mc/ab (previsione correttiva), ha stimato che l'incremento teorico previsto fosse pari a 2.930 abitanti. L’incremento volumetrico corrispondente risultava pari a 719.231 mc, distribuito per il 34% dalle zone di espansione già programmate, per il 18% dalle zone a progettazione coordinata, per il 19% dalle zone di ristrutturazione (fonte tavola 14 PRG vigente). Da una verifica condotta con l’Ufficio di Piano, la volumetria derivante dalle aree non attuate del PRG è pari a 375.537 mc. Tale volumetria sarà pertanto fatta propria dal PAT e costituirà parte dell’incremento volumetrico stimato dalle previsioni del Piano. Il fabbisogno residenziale Come riconosciuto anche dal PTRC, il fabbisogno abitativo è la risultante di un complesso di fattori mutevoli nel tempo e differenziati da luogo a luogo che non può essere predeterminato in modo certo. Per il dimensionamento del fabbisogno residenziale si è partiti dai seguenti dati rilevati in fase di analisi: il volume medio per unità immobiliare e la contrazione della dimensione familiare. Tenendo conto della tendenza analizzata e della particolare consistenza dell’attuale valore rapportato a quelli di altri contesti territoriali, può essere stimato che il numero medio dei componenti della famiglia scenda, al limite estremo della proiezione, a 2,3 abitanti.

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Considerando che l'incremento demografico previsto è di 2.557 abitanti, che l'attuale popolazione residente è di 14.386 abitanti con 5.513 nuclei familiari e vista la costante diminuzione del numero degli abitanti per famiglia, tendente appunto verso i 2,3 componenti, si presume, per il prossimo decennio, un incremento 1.854 famiglie. Sono stati valutati tre diversi scenari per definire la corretta ipotesi di sviluppo per il decennio di riferimento del Piano. Il primo (lineare) deriva da un’analisi delle dinamiche demografiche verificatesi nel corso degli anni nel territorio (1989-2008), prendendo in considerazione i principali indicatori demografici ed articolando il lavoro in due fasi, una di analisi e una di previsione della popolazione all’anno 2019, mentre gli altri due corrispondono a previsioni formulate dal PTCP (prudenziale e di sviluppo). • crescita lineare : viene confermata la tendenza degli ultimi anni (crescita del 17,8%); la popolazione si attesterà su 16.943 abitanti (+2.557) e 7.367 famiglie (+1.854). Il conseguente fabbisogno volumetrico “ lordo ” risulterà di 889.920 mc; • scenario prudenziale del PTCP : viene assunta la previsione relativa allo scenario del PTCP che stima una evoluzione della popolazione maggiormente prudente rispetto all’ipotesi "di sviluppo" e considera per l’ambito in questione un incremento demografico nel medio-lungo periodo corrispondente al 22,4%. In questa ipotesi la popolazione si attesterà su 17.608 abitanti (+3.222) e 7.557 famiglie (+2.044). Il conseguente fabbisogno volumetrico per il comparto abitativo risulterà di 981.120 mc; • scenario di sviluppo del PTCP : viene assunta la previsione del PTCP che rappresenta uno scenario di sviluppo molto significativo della popolazione residente e considera per l’ambito in questione un incremento demografico nel medio-lungo periodo corrispondente al 29,2%. In questa ipotesi la popolazione si attesterà su 18.587 abitanti (+4.201) e 7.977 famiglie (+2.464). Il conseguente fabbisogno volumetrico “ lordo ” risulterà di 1.182.720 mc. Valutate le tre ipotesi di sviluppo, coerentemente con gli obiettivi preliminari definiti, il PAT ha fatto proprio lo scenario di crescita lineare. Il volume lordo necessario, comprese le funzioni compatibili (mix funzionale), per soddisfare la domanda di alloggi nel decennio dovuta da un lato all'incremento delle famiglie e dall’altro alla volontà di definire una strategia territoriale sostenibile, sarà di complessivi 889.920 mc. Detto fabbisogno sarà soddisfatto dalle previsioni del PAT che comprendono: • la volumetria residua del PRG vigente confermata; • le nuove previsioni del PAT rispetto al PRG vigente. In particolare, la volumetria residua del PRG vigente, è valutata: • considerando il volume edificabile nelle aree libere, di completamento o espansione prive di strumento urbanistico attuativo qualora richiesto; • escludendo il volume edificabile negli strumenti urbanistici attuativi collaudati o in fase di realizzazione. Il fabbisogno di nuovi spazi commerciali e direzionali Il PAT considera il fabbisogno complessivo di nuovi spazi per il commerciale ed il direzionale, alla luce di quanto detto in precedenza, quale unione di due componenti: • una componente di servizio alla residenza, rappresentata da attività commerciali al dettaglio quali uffici, studi professionali, artigianato di servizio, pubblici esercizi, agenzie, banche, assicurazioni, luoghi di svago, etc…, ovvero destinazioni d'uso integrate con le abitazioni e funzionali al ruolo urbano dei centri, funzionali alla costruzione del “mix funzionale”; • una componente slegata dalla residenza, rappresentata dal commercio all’ingrosso e direzionale in senso stretto, che va a collocarsi, prevalentemente, negli opportuni ambiti funzionali. Il fabbisogno di nuovi spazi commerciali/direzionali di cui si è manifestata esigenza, andrà a collocarsi prevalentemente negli ambiti di aree a funzione specializzata così come indicato nella tavola 4 – Carta delle Trasformabilità. Il fabbisogno complessivo di nuovi spazi commerciali/direzionali è, pertanto, stimato in 50.000 mq di superficie lorda di pavimento. Il fabbisogno per gli insediamenti produttivi. Industria e artigianato Per quanto riguarda il settore produttivo, non sono previste ulteriori espansioni. Conseguentemente il PAT si prefigge l’obiettivo di completare e migliorare gli insediamenti esistenti, ammettendo, quale fabbisogno complessivo di nuovi spazi per attività produttive, un ampliamento fisiologico delle proprie aree industriali esistenti nei limiti e condizioni previsti dal PTCP. UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS – VINCA - NUVV) 12

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Il fabbisogno per il comparto turistico Il PAT per perseguire il rafforzamento del settore turistico, quale attività complementare alla valorizzazione del territorio naturale e agricolo, non prevede volumetrie specifiche aggiuntive ma riconosce le quantità ammesse ai sensi della vigente legislazione in materia. L’articolazione nel periodo di riferimento del PAT Con riferimento alle specificazioni riportate per ogni singolo sistema precedentemente trattato, il dimensionamento del PAT con riferimento al PRG vigente può essere riassunto come alla tabella sottostante: Capacità residua carico aggiuntivo totale PAT PRG residenziale 375.537 mc 514.383 mc 889.920 mc commerciale/direzionale --- 50.000 mq (slp) 50.000 mq (slp) quantità ammesse produttivo 5.483 mq --- PTCP Si può quindi evidenziare come nel PAT: • la capacità residua del PRG per il sistema residenziale ricopre un elevata quantità di metri cubi disponibili, visto che il PRG è di recente approvazione; • le nuove previsioni per il sistema commerciale e direzionale sono legate soprattutto all’insediamento di medie strutture di vendita (la componente legata alla residenza è stata integrata al comparto residenziale quale “mix funzionale”); • le nuove previsioni per il sistema produttivo rientrano all’interno dei limiti previsti dal PTCP, secondo previsioni di eventuali ampliamenti fisiologici delle aree esistenti, conformemente al piano provinciale. La suddivisione per ATO Di particolare importanza nel determinare le scelte future del Piano Regolatore Comunale risultano i temi della ripartizione del fabbisogno tra i diversi Ambiti Territoriali Omogenei (ATO). volumetri volumetri superficie a volumetria a commercia superficie residenzi residenzial residenzi le produttiva

ale e ale direzionale residua da residua aggiuntiva complessi aggiuntiva PRG da PRG va (slp) AT 283.287 495.705m 212.418 mc ------O 1 mc c AT 238.065 57.400 mc 180.665 mc 50.000 mq --- O 2 mc AT 26.450 mc 59.300 mc 85.750 mc --- 5.483 mq O 3 AT 5.400 mc 15.200 mc 20.600 mc ------O 4 AT 3.000 mc 46.800 mc 49.800 mc ------O 5 375.537 889.920 514.383 mc 50.000 mq 5.483 mq mc mc Ambito Territoriale Omogeneo 1 Descrizione L’ambito si caratterizza per essere la parte del territorio di Malo maggiormente urbanizzato nel quale sono presenti il capoluogo Malo e la frazione Case di Malo. L’ambito comprende il centro storico di Malo nella zona sud e il centro storico di Case di Malo nella zona nord est. Il sistema insediativi si sviluppa attorno al centro storico in direzione nord e ad est della SP46. il tessuto edilizio complessivo del capoluogo si sviluppa quasi senza soluzione di continuità con la frazione di San Tomio a sud e Case di Malo a nord, appare abbastanza denso ma non completamente saturo per via di alcuni spazi verdi sia nell’area storica che in quella di espansione. Più a nord del colle “Montecio” si è significativamente espanso anche il centro urbano di Case di Malo che è cresciuta attorno all’originale nucleo storico con maglie stradali in gran parte ortogonali. UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS – VINCA - NUVV) 13

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Le espansioni più recenti interessano una zona immediatamente a sud del centro storico e a nord in un’ampia area di via Giovanni XXIII. Lungo la SP46 si attesta un ambito produttivo che si distingue in due zone produttive, una a ovest della SP46 più a carattere commerciale direzionale e una a est della SP46 a carattere maggiormente produttivo. Per quanto riguarda i servizi il territorio del capoluogo presenta un sistema di parcheggi non molto articolato costituito da aree di sosta poco articolate ad eccezione di due parcheggi di grandi dimensioni. Le aree verdi sono costituite dal parco urbano del Montecio e da una serie di giardini pubblici di quartiere e di dimensioni ridotte. Inoltre sono presenti impianti sportivi non agonistici e due scuole. Parte del territorio più a nord a confine con il comune di San Vito di Leguzzano è ancora ad uso agricolo. Obiettivi Malo capoluogo manterrà l’attuale differenziazione funzionale e morfologica, impostata sull’asse est- ovest, confermando l’attuale impianto urbanistico. Un ruolo fondamentale riveste la realizzazione della variante alla SP46. Se fino a pochi anni fa la SP46 (attuale sedime) rappresentava un limite insuperabile da parte dello sviluppo residenziale, già con il nuovo piano regolatore tale limite sembra riconfigurarsi contestualmente al tracciato della nuova bretella. Lo sviluppo residenziale è previsto, ad est del capoluogo oltre l’attuale SP46, completando un disegno ed un impianto urbano già avviato dalla recente variante al PRG confermandone anche i contenuti gestionali (forme perequative). Tale progetto si tradurrà con azioni volte al recupero di importanti aree degradate presenti o di futura dismissione all’interno del tessuto urbano, allo sviluppo di aree residenziali con livelli elevati di qualità urbana tipologico-morfologica e funzionale, definite a seguito di una attenta valutazione delle aree vuote, e alla riqualificazione di aree produttive la cui destinazione produttiva interferisce con lo sviluppo urbano, e sarà contenuto idealmente dal “segno antropico” che si verrà a definire con il tracciato della nuova bretella (variante SP46). Per l’asse corrispondente all’attuale sedime della SP46, principale elemento di criticità del sistema stradale, il Piano predispone le condizioni per il relativo superamento, confermando lo specifico “Progetto speciale SP46”. L’attivazione di tale intervento coordinato, congiuntamente alle previsioni di riorganizzazione viabilistica previste con il programma complesso, intende dare un forte impulso per ripensare alla funzione del vecchio tracciato accentuandone il carattere di “cerniera urbana” a discapito della mera funzione di collegamento intercomunale. In conformità alle indicazioni della pianificazione provinciale lo sviluppo a nord del comune sarà limitato ed in adiacenza ai tessuti esistenti per evitare la saldatura con i tessuti urbani del comune limitrofo e per preservare l’area a nord caratterizzata da segni di agro-centuriazione e strategica per avviare un progetto di riqualificazione ambientale. Inoltre, nel capoluogo, costituito da un tessuto urbano idealmente corrispondente alla città storica e consolidata, sarà perseguito il rafforzamento ed il consolidamento delle funzioni urbane di rango elevato, confermando da un lato le previsioni di recupero e valorizzazione del Centro Storico, avviate e definite dal PRCS del 2007, e dall’altra quelle di completamento delle aree residenziali previste; azioni che in fase operativa dovranno assicurare specifica attenzione alla qualità della vita nelle aree urbane (dotazione di servizi, aree verdi, standard elevati). L’area produttiva ad est della SP46 non subirà ampliamenti ma potrà usufruire della possibilità di espansione come previsto dal PTCP della Provincia di Vicenza. Il PAT in questo ambito prevedere alcune zone di riqualificazione e il miglioramento della qualità urbana dove si promuove il recupero edilizio del patrimonio esistente anche attraverso la trasformazione d’uso. Sono presenti nella zona più agricola dell’ambito, degli interventi indirizzati a dare risposta alla domanda insediativa di carattere “diffuso”. L’ambito nella zona est è interessato dal progetto infrastrutturale della variante alla SP46 con la relativa viabilità di collegamento con l’attuale strada provinciale. Per l’attuale viabilità è stato ripreso il progetto speciale della SP46 che si sviluppa tra l’ATO 1 e 2 il quale ha come obiettivo la riqualifica dell’asse stradale e delle sue pertinenze attraverso il coordinamento di interventi pubblico-privati. L’ambito è, altresì, interessato dalla previsione del tracciato alternativo della circonvallazione ovest. Intervento viario da ritenersi strategico per la risoluzione di alcune criticità infrastrutturali presenti nel territorio e per il rafforzamento delle sinergie intercomunali Ambito Territoriale Omogeneo 2

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Descrizione È un ambito prevalentemente urbano caratterizzato da un tessuto edilizio abbastanza denso ma non completamente saturo. Il sistema insediativo residenziale si sviluppa ai piedi del monte Pian mentre il sistema produttivo è insediato lungo via Pasubio (SP46). Il sistema produttivo è caratterizzato a est da funzioni prettamente industriali e a ovest da quelle commerciali. Vi è la presenza di attività industriali dedite all’estrazione e lavorazione delle argille che occupano aree dimensionalmente significative alla destra della SP46 in direzione Schio. Un ruolo importante, volto alla fruizione collettiva del territorio è rappresentata dal torrente Giara- Livergon che corre nella zona ovest dell’ambito e lungo il quale si sviluppa un percorso ciclo-pedonale che mette in connessione le aree sportive con il parco urbano del Montecio nel capoluogo. Obiettivi Il PAT prevede contestualmente alla valorizzazione dell’impianto storico presente, la tutela di due importanti ambiti destinati a “contesti figurativi dei complessi monumentali”, corrispondenti rispettivamente a Villa Checcozzi-Reghellini (ora Dalle Rive Carli Valentino) e al Barco di Villa Ghellini. Il PAT prevede alcuni interventi di espansione residenziale a ridosso del costruito di San Tomio e in un ambito in prossimità della SP46. Tali interventi avverranno come ricucitura e completamento del tessuto edilizio esistente. Il Piano individua, inoltre, un’importante area di riqualificazione corrispondente ad un importante allevamento per il quale ambito propone interventi di riconversione, oltre ad altre piccole aree per le quali prevedere forme di riorganizzazione del tessuto esistente. Sono presenti limitati interventi di edificazione diffusa alle quali il piano cercherà, coerentemente agli obiettivi generali definiti, di dare risposta nella fase operativa. È prevista la realizzazione della “porta sud di Malo” con un intervento di commerciale direzionale, mentre il comparto produttivo esistente potrà essere soggetto a una significativa riorganizzazione che potrà tradursi in una eventuale riduzione in fase di operativa della superficie destinata a fornace. Nel medio-lungo periodo il PAT ammette, nei limiti delle quantità previste dal PTCP, un ampliamento fisiologico delle proprie aree industriali esistenti. L’ATO è interessata soprattutto da interventi infrastrutturali visto il passaggio della nuova SPV e del relativo casello autostradale che sarà localizzato all’incrocio con la nuova SP46. A livello locale è prevista (protocollo di intesa intercomunale) la realizzazione di una nuova arteria, comprensiva della costruzione di un nuovo ponte, per il collegamento di S.Tomio di Malo a via Giare di Isola V.na al fine di collegare l’area di “Vallugana” alla SP46 mediante un percorso che eviti l’attraversamento dei centri abitati di San Tomio di Malo e di Via Giare di Isola Vicentina da parte del traffico pesante generato dalle attività produttive collocate sulla destra Giara. Ambito Territoriale Omogeneo 3 Descrizione L’ambito è caratterizzato da un centro storico minore attorno al quale si sviluppa un sistema insediativo compatto di recente costruzione. Il tessuto edilizio è denso e mediamente poroso. La frazione di Molina si è sviluppata per successive addizioni attorno al nucleo storico in due modi distinti: a sud della strada provinciale con una trama irregolare che denota una scarsa viabilità di quartiere; a nord della strada provinciale il tessuto è più regolare per la presenza di una viabilità ortogonale. Le più recenti espansioni sono nate in adiacenza al tessuto esistente sia a nord che a sud della Sp 48. la densità edilizia non è molto elevata ma il territorio appare piuttosto saturo. L’impianto complessivo sembra ben definito a nord della nuova viabilità provinciale. La zona nord dell’ambito a confine con il comune di Marano Vicentino è presente una zona produttiva di medie dimensioni quasi completamente satura. Il territorio ovest dell’ambito ha carattere prettamente agricolo. Obiettivi Per tale ambito si propongono interventi di completamento del tessuto edilizio esistente e alcuni ambiti, prevalentemente a sud, per una contenuta espansione residenziale. Nell’ambito sono stati perimetrati alcuni ambiti di edificazione diffusa per i quali prevedere, nella fase operativa, interventi indirizzati a dare risposta alla domanda insediativa di carattere diffuso.

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Per il comparto produttivo il Piano affronta, nel breve periodo, situazioni di regolarizzazione e riorganizzazione dei tessuti esistenti, nello specifico l’ambito produttivo esistente da integrare in zona conforme in località Molina, da annettere all’adiacente tessuto produttivo. Dal punto di vista viabilistico, il tracciato è interessato dal progetto della SP349 proveniente da Villaverla. Ambito Territoriale Omogeneo 4 Descrizione È il territorio a est dei centri urbanizzati di Malo e San Tomio caratterizzato da un paesaggio prettamente agricolo contraddistinto dalla presenza del torrente Timonchio. Il territorio è caratterizzato dalla presenza di edilizia sparsa che in molti casi costituisce piccoli borghi. Tutto il territorio è segnato dalla presenza di un sistema di filari alberati che si distribuiscono principalmente in direzione nord-sud. Obiettivi In questo ambito gli interventi principali riguardano il rafforzamento delle componenti naturali e paesaggistiche, da attuarsi come progetto concreto di tutela dei caratteri agricoli e di valorizzazione di alcune componenti del paesaggio. Su tutto il territorio sono, altresì, presenti interventi finalizzati alla creazione di una rete ciclo pedonale che migliori la connessione nel territorio delle diverse frazioni e si integri al tempo stesso con il territorio agricolo. Il rafforzamento della componente residenziale avverrà in prossimità di quegli aggregati urbani che costituiscono i borghi storici, per i quali il Piano persegue obiettivi di “risposta sociale”, di rafforzamento del “presidio sul territorio” e di rafforzamento dell’identità locale. La zona sud dell’ambito è interessata dal passaggio del tracciato delle Pedemontana Veneta e dall’insediamento del nuovo casello autostradale. Ambito Territoriale Omogeneo 5 Descrizione Il territorio di questo ambito è prevalentemente collinare dove è prevalente la messa a coltura di frutteti ed uliveti che vanno ad integrarsi con il contesto ambientale boschivo, che a sua volta tende ad insinuarsi anche negli anfratti ormai abbandonati un tempo coltivati. Il paesaggio appare condizionato dalla presenza dei terrazzamenti. Nel territorio sono presenti le così dette “contà” ossia edifici, per lo più con grado di protezione e classificati come beni ambientali, che formano piccole aggregazioni edilizie. Obiettivi In questo ambito, come nell’ambito 4, gli interventi principali riguardano il rafforzamento delle componenti naturali e paesaggistiche. Il Piano prevede interventi da attuarsi come progetto concreto di tutela dei caratteri peculiari collinari, in linea con la normativa sovraordinata vigente, e di valorizzazione delle componenti paesaggistiche. Nell’ambito sono, altresì, previste azioni finalizzati al rafforzamento della rete ciclo pedonale e alla sua integrazione con i percorsi storici presenti. Per tale ambito l’obiettivo principale è quello di recuperare il patrimonio edilizio esistente, per lo più fatiscente, per rafforzare la componente residenziale dando risposta alla domanda insediativa e al tempo stesso rafforzare il presidio sul territorio e l’identità locale. Inoltre sono previsti alcuni interventi di riqualificazione in aree che sono di fatto interessate da processi di dismissione, degrado e trasformazione e che mediante la riqualificazione e riconversione condurranno al riassetto del tessuto urbano e all’integrazione con le previsioni di sviluppo, definendo situazioni consone all’ambiente collinare.

− METODOLOGIA DI VALUTAZIONE E IMPRONTA AMBIENTALE La metodologia utilizzata fa ricorso al principio dell’ Impronta Ecologica per la valutazione dello stato dell’ambiente e delle azioni di Piano. Il valutatore chiarisce che lo scopo non è il calcolo tradizionale dell’Impronta Ecologica dei cittadini del territorio in esame, bensì esprimere la sostenibilità nello sfruttamento delle singole Risorse o Componenti Ambientali. Il punto di partenza dell’analisi è il calcolo della Condizione Ambientale Iniziale (CAI) e degli effetti delle singole azioni di Piano. Con una seconda elaborazione viene calcolata la Condizione Ambientale

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Trasformata, che comprende il confronto tra gli scenari alternativi e l’applicazione delle ipotesi di mitigazione e compensazione. Condizione Ambientale Iniziale La Condizione Ambientale iniziale viene calcolata a partire da tre indici che caratterizzino ogni singola pressione nel territorio: • il Coefficiente di Impronta , espresso in global hectars , o ettari globali (quantità di territorio necessaria a sostenere un determinato consumo di beni); viene calcolato utilizzando gli indicatori relativi alle risorse ambientali e secondo dei coefficienti assunti dal valutatore; • l’indice Ψ, espressione degli indicatori di stato del tematismo all’interno della componente ambientale individuati mediante la metodologia DPSIR, a cui viene dato un valore compreso tra 0 e 1 (da pessimo a buono); • l’indice E, che rappresenta quanto la componente investe il territorio, in una scala da 0 a 1, rapportando l’area coinvolta nel tematismo o, nell’indicatore di stato, alla superficie intercomunale. I valori degli indici Ψ ed E, sulla base della disponibilità dei dati, sono stati in parte calcolati ed in parte stimati rimanendo sempre e comunque in una scala di riferimento compresa tra 0 e 1. Il fine del processo consiste nella creazione di una serie di coefficienti che, componente ambientale per componente ambientale, esprimano la sostenibilità legata al godimento dei beni che ne fanno consumo. Una volta stabilita, tramite la metodologia DPSIR e il calcolo dei Coefficienti di Impronta, la Condizione Ambientale Iniziale, questa si presenta come una matrice con tante colonne quante sono i tematismi considerati e tante righe quanti gli ambiti di analisi che si è scelto di considerare. Per il comune di Malo i tematismi nelle componenti ambientali sono 74 e gli ambiti i 5 ATO. Gli ATO sono stati perimetrati in funzione dell’organizzazione urbanistico-ediliza, della caratterizzazione paesaggistico-ambientale ed in base alle risorse identitarie proprie dei luoghi. Valutazione degli effetti Il modello di stima degli effetti delle azioni di Piano si pone come un’analisi a modello multicriterio basato sul metodo DPSIR, che utilizza gli indicatori: Determinanti, Pressioni, di Stato, di Impatto e di Risposta . Ogni strategia di piano viene esplicitata nelle azioni che vengono dapprima espresse tramite gli indicatori di pressione ed in seguito caratterizzate con dei valori numerici coerenti con gli indici di caratterizzazione della Componente Ambientale Iniziale (CAI). Vengono quindi definiti tre parametri: • il Valore Impronta (V.I.) che inserisce nella trattazione delle azioni il concetto di Impronta Ecologica; • il Perseguimento degli obiettivi di sostenibilità (P) che modula la teoria della sostenibilità ove l’impronta non può essere espressa o dove, riferita tramite il consumo di beni, non sia sufficiente alla valutazione dell’azione; • l’Entità (E) , mantiene la stessa descrizione di quanto espresso per la caratterizzazione della CAI. Questi tre parametri vengono accorpati per ogni indicatore di pressione individuato nell’azione di piano facendone il prodotto e giungendo quindi a definire un indice che li sintetizzi. Il Valore d’Impronta (VI), ricalcando lo spirito della creazione dei Coefficienti d’Impronta, valuta, dal punto di vista dell’Impronta Ecologica, l’importazione di Sostenibilità (o di non Sostenibilità) dell’azione di piano. La scala di valori che ricopre va da 0,5 a 1,5 ove i valori più bassi indicano una diminuzione della biocapacità o la creazione di una tensione legata all’incremento di consumi esprimibili mediante il principio dell’Impronta, mentre, viceversa, i valori più alti indicano un effetto positivo sulla bioproduttività o sulla riduzione di consumi. La scala entro cui variano i giudizi è stata scelta in maniera da oscillare attorno al valore neutro per la moltiplicazione, in maniera tale da stimare, sotto il punto di vista considerato, minori di uno gli interventi negativi e maggiori i positivi, con la libertà di astenersi dal giudicare strategie che non sono stimabili col metodo dell’impronta, assegnando il valore neutro di 1. Nel metodo di valutazione gli effetti vengono quantificati numericamente e vengono analizzati effetti diretti, indiretti e cumulativi.

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Lo sviluppo degli effetti ambientali viene successivamente esplicitato a mezzo di una struttura ad albero, che lega ciascuna azione ai suoi possibili effetti i quali, al loro volta, possono essere la causa di ulteriori effetti ecc. Questo strumento consente di comunicare le modalità con cui ogni azione dispiega i suoi effetti attraverso una serie di relazioni causa-condizione-effetto senza dover entrare nella complessità delle matrici di analisi. In fase di partecipazione del pubblico questo aspetto diventa particolarmente importante visto che la scelta di utilizzare metodologie complesse e di non immediata comprensione come quelle matriciali tende a non essere accessibile al personale non tecnico. Con le strutture ad albero è possibile inoltre intravedere (e a far comprendere) dove il piano apporterà le maggiori variazioni e in che misura sarà opportuno l’intervento di mitigazioni o di monitoraggio. La valutazione degli scenari Gli scenari alternativi Gli scenari futuri esaminati in VAS presentano ipotesi per diversi futuri assetto del territorio, quali potrebbero derivare dalla variazione di alcune scelte all’interno del PAT e considerano le varie azioni appena esaminate. Al di là di cosa nel concreto differenzia i vari scenari, si intendono prendere in considerazione alternative di visioni strategiche della città, idee di fondo da cui derivano scelte successive che vengono strutturate nel PAT e definite nei futuri Piani degli Interventi. Nel Rapporto Ambientale in esame sono stati considerati scenari alternativi di piano che danno compimento alle alternative riguardanti i vari sistemi che sono stati discussi negli incontri di consultazione svolti presso il Comune di Malo. Come richiesto dalla direttiva europea 42/01/CE e dal Codice dell’Ambiente devono essere definite delle ragionevoli alternative da adottarsi in considerazione degli obiettivi e dell’ambito territoriale del piano. Gli scenari di piano individuati sono stati due: • scenario A : scenario conservativo; • scenario B : scenario di sviluppo. Ad essi si è poi aggiunto lo studio di un ulteriore scenario definito come alternativa a variazione definita (lo Scenario C) che prende in considerazione una specifica variazione dello scenario A e per questo è stato studiato e valutato a parte. Scenario A Sia lo scenario A che il B sono nati a seguito dell’analisi di rango (vedi allegato P.01c al PAT) nel quale sono state analizzate le dinamiche in atto nel comune di Malo e sono state messe a confronto con il contesto territoriale più ampio, per identificare il ruolo e i condizionamenti che Malo subisce o impone, dovuti ai processi strutturali in atto e che determinano gli equilibri e le dinamiche nell’assetto attuale. Da tale analisi è emerso che la densità abitativa di Malo, pur essendo al di sotto della media dei comuni limitrofi, è comunque tra i comuni con maggiore crescita nell’ultimo quindicennio insieme a Isola Vicentina e Villaverla. Le dinamiche socioeconomiche vedono una netta prevalenza dei comuni di Schio e Thiene, ma comunque Malo si attesta mediamente come terzo comune del comparto analizzato acuendo la forte e comune predominanza di Unità locali ed addetti nel settore dell’industria sui settori del commercio e dei servizi. La maggiore offerta di servizi scolastici è data da Schio che, in particolare per il comparto delle scuole primarie, risulta il comune maggiormente dotato (per la scuola secondaria di secondo grado vi sono numerosi istituti anche a Thiene). Malo risulta avere comunque una buona offerta scolastica per le scuole primarie. Il mercato delle abitazioni risulta fortemente sbilanciato su Thiene: nonostante la già alta densità di popolazione, il costo al metro cubo per il valore di mercato è un terzo sopra la media degli altri comuni e ancora più alto se si considerano i valori di locazione. Malo si attesta poco sotto Schio in un range di riferimento molto definito. Lo scenario A e lo scenario B sono stati ampiamente discussi con l’Amministrazione Comunale e negli incontri di consultazione e sono stati alla base della definizione dello scenario di piano discusso. Lo scenario A, creato sulla base di queste indagini preliminari, è stato definito come “conservativo” inteso come mantenimento del trend di crescita nelle dinamiche della popolazione, delle attività produttive e delle abitazioni e di conseguenza ha l’obiettivo principale di creare le opportunità per sostenere le tendenze in atto.

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Lo scenario prevede per il sistema infrastrutturale il recepimento di azioni di carattere sovraordinato quali la realizzazione della SPV-Superstrada Pedemontana Veneta, la variante alla SP46 viabilità fortemente congestionata che attraversa il centro di Malo e attualmente rappresenta un elemento di cesura del territorio, la SP349 Villaverla che permette di sgravare il traffico dai centri abitati, la circonvallazione ovest prevista dal Piano Urbano del Traffico, una nuova viabilità in accorda con Isola Vicentina per sgravare il centro di San Tomio dall’attraversamento dei mezzi pesanti. Per quanto riguarda lo scenario del produttivo, non essendo sorte esigenze di ampliamento delle zone produttive esistente si è previsto solo il recepimento dell’art. 16 bis del PTCP sempre conformemente alla superficie trasformabile di Malo. Inoltre è prevista la realizzazione di strutture commerciali nella zona sud di Malo denominata “porta commerciale sud”. Il sistema dei servizi, riprende una indicazione del PRG vigente, ossia la realizzazione dei progetti speciali Livergon-Giara, SP46 e Proa per il quale si prevede azioni di rifunzionalizzazione. Il sistema residenziale, strettamente dipendente da quello produttivo, prevede il completamento delle indicazioni del PRG per le zone di espansione, azioni di espansione del residenziale intese anch’esse come aree di perequazione. Tra le azioni considerate è presente l’azione di edificazione diffusa differenziata in pianura e collina, tale azione ha l’obiettivo di recuperare il patrimonio edilizio esistente, per lo più fatiscente, per rafforzare la componente residenziale dando risposta alla domanda insediativi e al tempo stesso rafforzando il presidio sul territorio e l’identità locale. Oltre alla nuova residenza, sono state individuate azioni di recupero e valorizzazione del tessuto edilizio esistente e del centro storico. Per quanto riguarda il sistema ambientale è stato ripreso il disegno della rete ecologica previsto dal PTCP ed integrata con la rete a livello locale ed i percorsi ciclo pedonali di connessione del territorio. Tutte le azioni sono rappresentate graficamente nella tavola degli scenari allegata alla VAS. Scenario B Lo scenario B definito di “sviluppo” considera una forte espansione della zona produttiva in prossimità del casello autostradale in quanto questo rappresenta una opportunità da sfruttare soprattutto in termini di accessibilità. Lo sviluppo del produttivo, secondo l’articolo 16bis del PTCP prevede anche lo sviluppo di un'unica zona produttiva alla quale si va ad aggiungere anche la superficie di espansione possibile della altre aree produttive presenti nel comune. Nel caso di Malo, sfruttando un elevato sviluppo produttivo, la superficie agricola trasformabile viene sfruttata maggiormente per questo uso e di conseguenza è necessario ridurre in modo significativo l’espansione delle zone residenziali in particolar modo mantenendo solo l’edificazione diffusa di pianura e collina prevista dal PRG ed una riduzione significativa delle frecce di espansione limitatamente al capoluogo e alle frazioni. Inoltre dal punto di vista del sistema infrastrutturale non è stata considerata l’azione della circonvallazione ovest in quanto è stata una delle azioni maggiormente discusse nella fase di consultazione del piano. Tutte le azioni sono rappresentate graficamente nella tavola degli scenari allegata alla VAS (vedi allegato 06). Confronto tra le alternative La metodologia di analisi degli effetti consente di valutare gli effetti cumulativi e di confrontare gli scenari alternativi proprio sulla loro sostenibilità quantificata tramite l’utilizzo dell’impronta ambientale.

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Grafico di Confronto tra gli scenari

240.000

230.000

220.000

210.000

200.000 SOSTENIBILITA'

190.000 I m p r o n t a A m b i e n t a l e l ta n e i b m A a t n ro p m I

180.000

SCENARIO A SCENARIO B

Dal confronto dei valori di Impronta Ambientale globali (che considerano dunque effetti diretti, indiretti e cumulativi per ciascuno scenario) emerge come lo scenario A sia maggiormente impattante dello scenario B. Com’era d’attendersi dalle azioni previste, entrambi gli scenari considerati sono contrari alla linea della sostenibilità alzando quindi la curva dell’impronta ambientale. Lo scenario A pur essendo definito come “conservativo” porta con sé alcuni cambiamenti che pesano maggiormente nel calcolo della sostenibilità del Piano ed in particolare: • lo sviluppo, seppur maggiormente contenuto, di tre aree produttive invece che la sola prevista dallo scenario B a San Tomio; • una nuova strada prevista, la circonvallazione ovest localizzata in ATO 1; • maggiore sviluppo residenziale sia per quanto riguarda gli ambiti urbanizzati che l’edificazione diffusa in pianura e collina. La differenza tra i due scenari è di circa 4.800 GHa di IA ma in entrambi i casi si è comunque distanti dall’ipotesi Brundtland (non peggiorare la situazione iniziale) per cui sarà necessario intervenire con le opportune azioni di mitigazione e compensazione in modo da abbassare la curva d’impronta ed adottare un Piano maggiormente sostenibile. E’ questo in particolare il caso dello scenario A, prescelto dall’Amministrazione per poter conseguire gli obiettivi posti già nel Documento Preliminare: sarà necessario un maggiore sforzo mitigativo e compensativo che consenta di ridimensionare gli effetti negativi che gli interventi sul territorio comportano. A questo proposito, si rende necessaria un’analisi dettagliata degli effetti positivi e negativi di ogni singola azione, così come indagati nelle strutture ad albero e riportati nelle matrici per la stima degli effetti. Ad essa segue un’analisi territoriale che evidenzia le criticità ambientali componente per componente ed infine la quantificazione globale nel territorio suddiviso per ATO di riferimento. Solo in seguito a questi approfondimenti, sviluppati appositamente per lo scenario prescelto, si procede con l’azione mitigativa e la sua quantificazione per le varie azioni del Piano e con le proposte di compensazione individuate per l’intero territorio comunale.

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Alternativa a variazione definita: lo Scenario C Lo scenario C è stato definito “scenario a variazione definita”, in quanto, rispetto allo scenario A è stata tolta un’azione specifica ossia l’azione di sviluppo del produttivo nei limiti del 7% consentito dal PTCP e presente nel solo scenario A (lo scenario B infatti prevede lo sviluppo della zona del produttivo di San Tomio ed in prossimità del casello con percentuali consentite dal PTCP del 7% +10% +10%. Al confronto delle alternative precedentemente descritto può essere ora aggiunto il risultato ottenuto nella generazione di questo terzo scenario ottenendo così una nuova quantificazione degli effetti ambientali che mette in risalto il contributo in termini di Impronta Ambientale della variazione definita ovvero lo sviluppo del produttivo nelle sue tre aree esistenti.

Grafico di Confronto tra gli scenari

240.000

230.000

220.000 2019

210.000

200.000 2009 SOSTENIBILITA' 190.000 I mnopI m n tr A e e a i bt l a

180.000

SCENARIO A SCENARIO B

SCENARIO C

Lo scenario C si attesta tra i due precedentemente descritti evidenziando quale sia il contributo specifico nello sviluppo del produttivo nei limiti del 7% consentito dal PTCP nel territorio di Malo. La quantificazione degli effetti porta una differenza tra scenario A e scenario C di circa 3.200 GHa di IA; questo significa che se non avvenisse nessuno sviluppo del sistema produttivo il comune non sopporterebbe lo stress territoriale dato dagli effetti già individuati nell’albero dell’azione relativa allo sviluppo del produttivo nei limiti del 7% consentito dal PTCP nel territorio di Malo dello scenario A. Dall’analisi delle tre curve della sostenibilità emerge che lo scenario A è quello maggiormente impattante per il territorio di Malo, ma si può anche affermare che tale rappresentazione mostra una situazione altamente cautelativa in quanto attualmente nelle intenzioni dell’Amministrazione Comunale non vi è la necessità di uno sviluppo ulteriore del produttivo. Partendo da questa ipotesi è stata sottratta l’azione dello sviluppo del 7% delle tre zone produttive di Malo e come si vede dalla rappresentazione precedente secondo questa alternativa la curva della sostenibilità si abbassa ulteriormente arrivando quasi a coincidere con quella dello scenario B. La situazione di quasi coincidenza tra lo scenario C “a variazione definita” e B “scenario di sviluppo” è dovuta alle seguenti motivazioni: • nello scenario C, compare l’azione della realizzazione della circonvallazione ovest, azione impattante soprattutto in termini di consumo di suolo e di peggioramento della qualità di salubrità dei

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luoghi (qualità dell’aria, rumore, inquinamento luminoso ecc). Tali tematismi nella quantificazione dell’impronta ambientale hanno un peso molto elevato; • nello scenario C rimane un espansione residenziale maggiore e più diffusa nel territorio rispetto allo scenario B. In termini di consumo di suolo in entrambi gli scenari si sfrutta completamente la superficie agricola utilizzabili che il comune ha a disposizione in un caso maggiormente per il residenziale (scenario A e C) e nell’altro maggiormente per il produttivo (scenario B). Le aree di criticità delle componenti ambientali Tramite lo studio degli effetti cumulativi è possibile dare una quantificazione globale degli effetti positivi e negativi del Piano sul territorio. La totalità degli effetti è quella di riferimento per il confronto tra gli scenari tramite impronta ambientale; si esaminano di seguito gli effetti dello scenario prescelto A, individuando le criticità che il territorio in esame presenta allo stato futuro per ciascuna componente ambientale considerata, in modo da focalizzare l’attenzione sulle problematiche che il Piano può comportare e guidare l’impostazione delle mitigazioni e dello stesso monitoraggio. Schede degli effetti per componente ambientale Si riportano di seguito le analisi degli effetti sintetizzate in schede per ciascuna componente ambientale: dapprima si valuta il contributo alla variazione globale che la C.A. subisce a causa della azioni di piano, successivamente si localizzano le aree di maggiore trasformazione riconducendo gli effetti alle trasformazioni previste. Tali sintesi derivano dall’analisi delle singole strutture ad albero e delle successive matrici di stima degli effetti che sono allegate al Rapporto Ambientale. Effetti ambientali componente Aria ATO interessate da criticità Tutte, tenendo conto che la componente aria può difficilmente essere ristretta dentro a confini territoriali, soprattutto alla scala locale come quella comunale. Nello stato dell’ambiente è stato visto come la qualità dell’aria per Malo non presenta particolari superamenti dei valori limite ma il comune soffre comunque la sua localizzazione nella pianura. Ai fini della valutazione dei cambiamenti prodotti, si considera la variazione in termini d’impronta causata dal Piano in esame ed in particolare le aree in cui gli effetti cumulativi portano un peggioramento della situazione esistente. La principale variazione è localizzata nelle ATO 1 e 2 cioè quelle in cui vi è maggiore pressione dei sistemi infrastrutturale e produttivo ovvero quelli tipicamente responsabili delle principali emissioni in atmosfera. Effetti ambientali componente Clima ATO interessate da criticità 1 Ambito urbanizzato del capoluogo 2 Ambito urbanizzato di San Tomio 3 Ambito della frazione Molina Per la componente acqua le variazioni di rilievo sono previste conseguentemente alle espansioni di nuove aree produttive, tuttavia le aree sono compromesse principalmente per esistenza di allevamenti zootecnici per i quali è già prevista adeguata normativa al cui adeguamento dovrebbero conseguire miglioramenti dello stato delle acque superficiali. Inoltre peggioramenti della qualità delle acque superficiali sono dovuti alle azioni di edificazione diffusa che avvengono in zone attualmente non servite dalla rete fognaria. Effetti ambientali componente Suolo e sottosuolo ATO interessate da criticità 1 Ambito urbanizzato del capoluogo 2 Ambito urbanizzato di San Tomio 4 Ambito naturale della pianura Gli effetti relativi alla componente Suolo e Sottosuolo interessano l’intero territorio comunale ma in particolare le aree in cui è presente espansione insediativa (residenziale, produttiva, dei servizi) e occupazione di suolo per nuove reti infrastrutturali; questo è dovuto al fatto che molte azioni prevedono occupazione di suolo più o meno spinta o variazioni dell’uso del suolo e della sua capacità; l’impronta

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COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA peraltro tiene in forte considerazione le variazioni di questo tipo che, tra le più tipiche dei piani di assetto del territorio, incidono in maniera particolarmente significativa nel conteggio globale. Effetti ambientali componente Biodiversità ATO interessate da criticità 1 Ambito urbanizzato del capoluogo 2 Ambito urbanizzato di San Tomìo 3 Ambito della frazione Molina 4 Ambito naturale della pianura 5 Ambito naturale della collina Gli effetti relativi alla componente Biodiversità interessano l’intero Comune anche in relazione alla vulnerabilità che assumono i sistemi ecologici in un territorio naturale come quello di Malo che varia da ambiti agricoli ad ambiti collinari variamente attraversati da corsi d’acqua e aree boscate; l’effetto rilevante è dovuto al fatto che molte azioni prevedono occupazione di suolo più o meno spinta o cesure della continuità territoriale con particolare riferimento al sistema infrastrutturale. Effetti ambientali componente Paesaggio ATO interessate da criticità 1 Ambito urbanizzato del capoluogo 2 Ambito urbanizzato di San Tomio 3 Ambito della frazione Molina 4 Ambito naturale della pianura 5 Ambito naturale della collina La dislocazione delle criticità per la componente Paesaggio evidenzia le principali variazioni in ATO 1, dovute alla trasformazione concentrata nell’area delle tre principali modifiche: residenziale, produttiva ed infrastrutturale, tuttavia gli effetti negativi sono preponderanti su tutto il territorio s’ebbene con incidenze diverse: in particolare si rileva l’importanza che assume la componente Paesaggio per l’ATO 5 che è necessario preservare nel tempo dai maggiori cambiamenti locali. Effetti ambientali componente Patrimonio culturale, architettonico ed archeologico ATO interessate da criticità 1 Ambito urbanizzato del capoluogo 2 Ambito urbanizzato di San Tomio 3 Ambito della frazione Molina 4 Ambito naturale della pianura Considerando la presenza di ville venete e di beni culturali diffusi su tutto il territorio ogni variazione che il territorio subisce comporta un peggioramento delle condizioni di una componente così legata alla storicizzazione e alla conservazione dell’esistente. Si consideri inoltre che il territorio maladense vede la presenza di zone di interesse archeologiche e molte ville venete. Effetti ambientali componente Inquinanti fisici/salute umana ATO interessate da criticità 1 Ambito urbanizzato del capoluogo 2 Ambito urbanizzato di San Tomio Le variazioni sono presenti in particolare nelle aree maggiormente urbanizzate e quindi più vulnerabili tuttavia emergono significative concentrazioni nelle ATO 1 e 2 con particolare importanza al centro di Malo. Si tenga presente che la componente in oggetto tratta alcuni fattori propri dell’inquinamento e della salute umana (inquinamento acustico, luminoso, radiazioni, etc.) non compresi in altre componenti ambientali (la qualità dell’aria è espressa nella matrice aria, così l’acqua, etc.). Questo significa che gli effetti ambientali considerati sono relativamente poco significativi rispetto alle variazioni apportate dal Piano perché da inquadrare nelle variazioni complessive delle specifiche matrici ambientali considerate. Effetti ambientali componente Economia e società ATO interessate da criticità 1 Ambito urbanizzato del capoluogo 2 Ambito urbanizzato di San Tomio Gli effetti negativi sulla componente Economia a Società sono principalmente da attribuirsi all’aumento di rifiuti e consumo energetico dovuto alle nuove espansioni insediative. Per questa componente

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ambientale è ragionevole considerare la somma algebrica delle variazioni di impronta positive e negative, che quasi vanno a compensarsi e come riportato nello studio delle esternalità positive, le variazioni di impronta negative vengono compensate dei valori di positività emergenti dal bilancio globale degli effetti di Piano. Effetti ambientali componente Pianificazione e vincoli Le variazioni della componente Pianificazione e vincoli non si considerano come criticità poiché inserite nel quadro normativo volto alla tutela del territorio. Gli effetti provocati da interventi su questa componente sono comunque evidenziati nelle altre componenti interessate secondo quanto illustrato dalle strutture ad albero e trovano riscontro nella Tavola dei Vincoli dello stesso PAT.

− SOSTENIBILITA’ ECONOMICA E SOCIALE Tra le varie componenti ambientali esaminate, è stata considerata separatamente la matrice “economia e società” che, coniugandosi nei suoi 18 fattori ambientali descritti dalle schede DPSIR fino ai cumuli finali degli scenari, ha fornito indicazioni sulle utilità economiche e sociali che il piano produce e può orientare la valutazione degli obiettivi di sostenibilità economica e sociale del PAT. Dei risultati riconducibili a questa matrice si distinguono effetti positivi ed effetti negativi poiché gli effetti positivi che indicano il perseguimento degli obiettivi economici e sociali del piano meritano una trattazione a parte in quanto vanno ad esprimere le esternalità positive del Piano. Le “esternalità positive” In generale una esternalità si manifesta quando l’attività di produzione o di consumo di un soggetto influenza, negativamente o positivamente, il benessere di un altro soggetto, senza che quest’ultimo riceva una compensazione (nel caso di impatto negativo) o paghi un prezzo (nel caso di impatto positivo) pari al costo o al beneficio sopportato/ricevuto. Due elementi caratterizzano quindi le esternalità: Interdipendenza (delle attività economiche individuali) Assenza di un mercato (assenza di uno scambio volontario; assenza di prezzi regolatori degli scambi) Nel campo della pianificazione, come nel campo economico/produttivo, si possono definire: Esternalità negative quando all’azione/attività di un soggetto sono associati effetti negativi nei confronti di altri soggetti e il soggetto responsabile degli impatti non corrisponde al danneggiato un prezzo pari al costo subito, anche per l’impossibilità di quantificarne il costo o di individuare il soggetto responsabile. Esternalità positive : quando all’azione/attività di un soggetto sono associati effetti positivi nei confronti di altri soggetti e questi ultimi non pagano un prezzo pari ai benefici ricevuti ovvero quando le esternalità risultanti sono obiettivi perseguiti per il benessere collettivo (il cui ipotetico “costo” è latente nella contribuzione ordinaria) In quest’ultimo caso è interessante valutare gli effetti positivi individuati dall’analisi dell’impronta ambientale, per lo scenario di Piano (scenario A). il contributo delle esternalità positive causate dalla totalità della azioni del PAT è significativo ed incide di circa 3.600 GHa di IA nella potenziale variazione che il Piano comporta. Questo ha consentito di stimare, quantificandolo in termini di Impronta, quanto il Piano sia comunque rivolto al perseguimento di quella parte di obiettivi socio-economici che emergono negli obiettivi di Piano e ampliano il valore intrinseco degli interventi come benessere generale della collettività.

− MITIGAZIONI E COMPENSAZIONI Interventi di mitigazione Il Rapporto Ambientale individua gli effetti positivi e negativi che le azioni di Piano generano nel territorio e definisce, dove possibile, quali interventi di mitigazione sono necessari per ridurre o eliminare gli effetti negativi. Vengono definite per "opere di mitigazione" delle misure dirette sottoforma di provvedimenti e/o di interventi che servono a ridurre gli effetti negativi nell’ambiente dello scenario di piano prescelto. Le mitigazioni sono definite solamente dopo la caratterizzazione e stima degli effetti negativi sull’ambiente, solo cioè dopo aver conosciuto l’entità e l’estensione complessiva degli effetti negativi e la loro propagazione ed estensione. Gli interventi di mitigazione possono essere di tipo fisico-territoriale, naturalistico e paesaggistico. Gli interventi di mitigazione individuati sono i seguenti: canalizzazioni e vasche di raccolta e decantazione

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COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA delle acque (recupero acque meteoriche), drenaggi per il mantenimento dei flussi e delle portate di falda (risparmio idrico), consolidamento e rinverdimento spondale, ricostituzione e ripiantumazione della vegetazione danneggiata, ricostituzione dei percorsi abituali della fauna, barriere arboree, misure di inserimento paesaggistico, interventi a verde, schermature e zone tampone, contenimento del consumo di suolo, ripristino della funzionalità e della fruibilità delle aree, uso di fonti energetiche rinnovabili, edilizia ecosostenibile, coperture, terrazzi e pareti verdi, interventi per illuminazione e rumore. Tali interventi sono stati inseriti nelle norme tecniche di riferimento. Le compensazioni potranno essere molteplici e saranno valutate secondo le risorse e le opportunità che il territorio possiede e può investire coerentemente con le indicazioni contenute nel prontuario delle compensazioni allegato al rapporto ambientale. In fase di definizione del piano strutturale è prevista, in via preliminare, quale misura di compensazione da attuare sul territorio la realizzazione un impianto di biogas. Le opere e gli interventi di mitigazione, individuati nelle norme tecniche come “prescrizioni ambientali” dovranno essere effettuati almeno contemporaneamente, ma non successivamente, alla realizzazione delle azioni strategiche di piano che sono state all’origine degli effetti ambientali negativi che, a loro volta hanno richiesto tali mitigazioni. Le opere e gli interventi di mitigazione e di compensazione di cui al comma 9 e 10 del presente articolo, dovranno seguire le disposizioni contenute sul Rapporto Ambientale – Mitigazioni e Rapporto Ambientale – Compensazioni, le quali costituiscono parte integrante delle NTA. Il rapporto ambientale ai sensi delle linee guida VIA, appendice 3.B prevede che le misure di compensazione nascano dal confronto tra le differenti istanze e dalla negoziazione tra i vari soggetti interessati: pubblico o portatori di interesse in generale, la pubblica amministrazione e il proponente dell’opera. Interventi di compensazione Le compensazioni ambientali rivestono il ruolo fondamentale di migliorare l’ambiente preesistente, attraverso interventi che non sono strettamente legati alle azioni di piano. Le compensazioni sono delle innovative e concrete opportunità per ridare al territorio e all’ambiente ciò che “viene tolto” in termini sia quantitativi e sia qualitativi. L’obiettivo è di suggerire l’attuazione di specifiche forme di compensazione rivolte a sostituire le risorse ambientali sottratte con altre risorse considerate equivalenti. Di seguito si riportano delle possibili opere compensative che potrebbero essere attuate nel territorio del comune di Malo: • realizzazione di aree boscate; • realizzazione di fasce tampone; • aree di fitodepurazione; • impianti a biomassa. Per ognuna il valutatore fornisce gli effetti compensativi derivanti dalla loro realizzazione, le tecniche di realizzazione, ecc. Quantificazione delle compensazioni previste dal PAT Nello scenario delle varie ipotesi avanzate che l’Autorità Procedente potrà prendere in esame nel corso dell’attuazione del Piano per garantirne la sostenibilità (grazie al piano del monitoraggio), il PAT prevede l’attuazione di una specifica azione compensativa già localizzata sull’elaborato 4 “Carta delle trasformabilità” nell’ATO 1. L’azione di compensazione viene riportata nella tavola delle trasformabilità sotto la denominazione “Servizi e attrezzature di interesse comune di maggior rilevanza” e prevede un impianto a biogas le cui specifiche sono da definire secondo le necessità e le opportunità offerte dal territorio. Gli effetti previsti dalla compensazione sono primariamente positivi e riportati, coerentemente a quanto sviluppato per la stima degli effetti delle singole azioni di Piano, nella valutazione degli effetti derivanti dall’attuazione del Piano (cfr. “Albero degli effetti per l’azione di compensazione”) . Il valutatore ritiene che la realizzazione di un impianto a biogas, pur essendo inquadrata come compensazione, non è esente da effetti negativi: vista la componente strategica della valutazione, si rimanda ad altre sedi relative ad eventuali valutazioni preliminari degli effetti ambientali (per esempio, studio di prefattibilità ambientale) l’analisi più dettagliata e puntuale dei specifici impatti (rimandando a fasi in cui il progetto e le scelte sono maggiormente definite).

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Gli effetti positivi messi in evidenza riguardano primariamente i consumi energetici derivanti dal nuovo impianto produttivo e lo smaltimento locale dei rifiuti organici. Affianco a questi si generano effetti positivi sulla qualità delle acque superficiali per abbattimento dei carichi zootecnici e, a fronte di una buona gestione, un minore stoccaggio nelle aziende oltre che un contributo locale al miglioramento della qualità dell’aria per i minori inquinanti immessi in atmosfera ma anche in riferimento ai bilanci di emissione di CO 2. Gli effetti ambientali generati dalla compensazione in esame possono essere calcolati tramite la metodologia dell’Impronta Ambientale, come sviluppato in tutto il Rapporto Ambientale in esame, al fine di individuare il contributo in sostenibilità globale che tale azione fornisce. Trattandosi di una singola azione di carattere puntuale,ha certamente effetti meno significativi delle tipiche azioni strategiche del PAT, tuttavia è inserendo buone pratiche ed azioni specifiche che si innescano percorsi virtuosi per la sostenibilità. Rimane ad opera dell’Autorità Procedente monitorare l’andamento della sostenibilità man mano che il Piano si attua e impegnare le risorse disponibili per una maggiore compensazione degli effetti apportati dalle variazioni territoriali introdotte.

− COERENZA ESTERNA ED INTERNA Di seguito si riportano le sintesi relative alle analisi svolte sia in sede di PAT che di VAS riguardanti la coerenza esterna ed interna del Piano. Coerenza esterna Per effettuare l’analisi di coerenza degli obiettivi del piano con i principi generali di sostenibilità ambientale, ad ogni obiettivo previsto dal PAT, vengono attribuite le azioni strategiche che il piano stesso prevede per il raggiungimento degli obiettivi. È stata valutata quindi la coerenza degli obiettivi rispetto alle indicazioni dei piani e programmi sovraordinati (PTRC, PTCP, piani di settore, ecc.) e ai principi generali di sostenibilità. Dalla definizione degli scenari di piano fino alla scelta dello scenario è stata condotta una analisi approfondita sulla coerenza del PAT di Malo con gli strumenti pianificatori sovraordinati. L’iter seguito per la redazione del PAT è stato conforme alla procedura ordinaria dell’articolo 14 della LR 11/2004 producendo particolari elaborati per verificare nello specifico la coerenza con gli strumenti di pianificazione sovraordinata. Rispetto alle previsioni urbanistiche dei comuni contermini non si evidenziano azioni specifiche che riscontrino conflittualità, sia riguardanti Malo nei confronti di altri comuni che esterna per ciò che concerne gli altri comuni nei confronti di Malo. Viene sottolineato, al contrario, come il PAT abbia favorito integrazioni con gli altri comuni. Ne è esempio il piccolo intervento infrastrutturale concordato tra i comuni di Malo e Isola Vicentina che ha lo scopo di consentire un nuovo e diverso accesso al mangimificio presente a sud del torrente Giara e che ora si appoggia alla viabilità esistente nella parte sud-ovest dell’ATO 2. Sempre per quanto riguarda il sistema infrastrutturale della mobilità, si sottolinea come il PAT recepisca azioni previste dal PTCP, ed influenti a livello intercomunale. Si evidenziano a riguardo: la Superstrada Pedemontana Veneta e la Variante SP349 – Villaverla. Sono azioni che “coinvolgono” l’ambito intercomunale e che il Rapporto Ambientale ha valutato inserendole nella stima degli effetti ambientali di tutti gli scenari di piano considerati. Coerenza interna La valutazione della coerenza interna del piano rispetto agli obiettivi di sostenibilità è presente nella valutazione di ogni singola azione di Piano all’interno del Rapporto Ambientale in esame. Nella tabella delle azioni di piano si individua quali obiettivi di sostenibilità persegue l’azione attribuendo un valore compreso tra 0,5 e 1,5 in relazione al perseguimento o all’impedimento dell’obiettivo individuato. Si riporta di seguito la lista degli obiettivi di sostenibilità utilizzati e l’estratto della tabella delle azioni che individua quali obiettivi sono perseguiti e quali ostacolati: • ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili; • impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione; • uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosi/inquinanti; • conservare e migliorare lo stato della fauna e flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi;

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• conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche; • conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali; • conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale; • protezione dell’atmosfera (riscaldamento del globo); • sensibilizzare maggiormente alle problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione in campo ambientale; • promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile.

− VALUTAZIONE D’INCIDENZA Il Comune di Malo non presenta nel suo territorio siti della Rete Natura 2000, ma esternamente a distanza di circa 300 m dal confine sud-ovest, è presente il SIC IT3220039 “ Biotopo Le Poscole ”. La stesura della Valutazione d’Incidenza, è avvenuta nell’osservazione delle disposizioni di cui alla DGR n. 3173 del 10 ottobre 2006 della Regione Veneto. A seguito delle indagini eseguite il valutatore ha scelto di considerare solo il SIC del biotopo “Le Poscole” in quanto il più prossimo al territorio comunale di Malo, mentre gli altri si trovano ad una distanza tale da escludere già a priori possibili incidenze rispetto agli habitat e alle specie. Al termine delle valutazioni eseguite, dopo aver valutato le caratteristiche del piano, le caratteristiche del sito Natura 2000, i potenziali impatti del piano e la loro significatività sia in fase di cantiere che in fase di esercizio, si conclude che non è probabile che possano verificarsi effetti significativi sul sito Natura 2000 in esame per i lavori previsti dal ”Piano di Assetto del Territorio per il Comune di Malo”. Sulla base delle informazioni acquisite, non si rilevano possibili incidenze per entrambi i siti analizzati e, pertanto, il valutatore ha dedotto la non necessità di procedere all’ulteriore fase di valutazione appropriata per le azioni previste dal PAT. Il preposto Comitato VIncA, con parere URB/2010/26 del 28.04.2010, ha preso atto delle dichiarazioni dell’estensore della relazione di screening con la seguente prescrizione: “La progettazione definitiva di ogni singolo intervento, come previsto dalla Direttiva Habitat 92/43/CEE, dovrà contenere lo studio sulla valutazione di incidenza ambientale con il quale verranno considerati tutti i disturbi arrecati alla zona protetta, le eventuali azioni di mitigazione proposte e/o le eventuali alternative proposte.” .

− PARERE AUTORITA’ AMBIENTALI Con dichiarazione prot. n. 25263 del 14.02.2009 il Responsabile dei Servizi Tecnici del Comune di Malo ed il Valutatore del Piano attestano quanto segue: • “sono pervenuti i seguenti pareri dei soggetti competenti in materia ambientale:  Autorità di Bacino fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave e Brenta-Bacchiglione prot. n. 3081 del 11.02.2009;  Azienda ULSS n. 4 «Alto Vicentino» prot. n. 6413 del 25.03.2009;  Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto prot. n. 7371 del 08.04.2009. • Le indicazioni pervenute dai soggetti competenti in materia ambientale sono state valutate nell’iter di formazione del PAT” .

− COERENZA DELLE LINEE PREFERENZIALI DI SVILUPPO INSEDIATIVO CON EVENTUALI PROGETTI DI OPERE/INFRASTRUTTURE LA CUI APPROVAZIONE È DI COMPENTENZA DELLA REGIONE/PROVINCIA NONCHE’ AGGIORNAMENTO CARTOGRAFICO È stata elaborata apposita cartografia sulla base della tavola del mosaico degli strumenti di pianificazione comunale presente tra gli elaborati di analisi del PRG alla quale è stata sovrapposta la carta delle trasformabilità del PAT, con evidenziato l’uso attuale del territorio relativamente alle tematiche trattate, suddiviso con le relative destinazioni (abitative, produttive, infrastrutture e servizi), quello derivante dalla scelta di Piano nonché l’uso attuale del territorio dei Comuni limitrofi limitatamente alla fascia interessata. Prima dell’adozione del Piano è stata effettuata la verifica delle eventuali variazioni di destinazione, rispetto al vigente strumento urbanistico comunale, delle aree su cui siano in corso autorizzazioni regionali e/o provinciali.

− IL MONITORAGGIO UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS – VINCA - NUVV) 27

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Al fine di assicurare il controllo sugli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall‘attuazione del Piano nonché la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, così da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e, quindi, adottare le opportune misure correttive, è stato redatto il Piano di Monitoraggio. Piano del monitoraggio Il valutatore per il PAT di Malo prevede due tipi di monitoraggio: • il monitoraggio istituzionale-amministrativo; • il monitoraggio del Piano. Questo consente di seguire l’evolversi dei processi sia nel controllo dei singoli dati che dalla loro interazione e sinergicità. Monitoraggio istituzionale- amministrativo Il monitoraggio istituzionale e amministrativo, consiste nell’integrazione procedurale del monitoraggio nel sistema di pianificazione territoriale dopo l’approvazione del piano, al fine di adottare azioni e misure correttive, per rendere efficaci le strategie e le direttive del Piano. Il monitoraggio non riguarda solo la raccolta di dati e informazioni durante la procedura di realizzazione del piano, ma svolge un ruolo di controllo sull’efficacia del piano durante il periodo di validità. Il territorio e le politiche economiche e sociali, sono caratterizzate da una forte dinamicità, che potrebbero causare l’inadeguatezza del piano. Un piano inadeguato è un piano che non risponde alle richieste e alle necessità della popolazione e del territorio, con il verificarsi quindi di nuove esigenze che il piano non prevede. A questo livello il monitoraggio nel verificare eventuali scostamenti dalla traiettoria del piano può rendere giustificabili interventi correttivi che mantengono attivo il percorso verso la sostenibilità. E’ di supporto quanto viene elaborato dalla Provincia di Vicenza che, in particolare per alcune matrici difficilmente monitorabili a livello locale, fornisce informazioni utili sulle variazioni delle varie componenti ambientali, riconducibili a quanto elaborato nel presente lavoro. Non fornendo elaborati complessivi sulle matrici ambientali, si rimanda ai documenti elaborati secondo le varie componenti pubblicati man mano in internet dal Dipartimento provinciale (DAP) ARPAV di Vicenza. Monitoraggio alle diverse scale Un primo livello di monitoraggio istituzionale e amministrativo è verticale verso il basso, ovvero deriva dalla attuazione del Piano di Assetto Territoriale (PAT) tramite il Piano degli Interventi (PI), previsto dalla legge regionale n. 11 del 2004. La legge 11 stabilisce che “ il piano degli interventi è lo strumento urbanistico che, in coerenza e in attuazione del PAT, individua e disciplina gli interventi di tutela e valorizzazione, di organizzazione e di trasformazione del territorio programmando in modo contestuale la realizzazione di tali interventi, il loro completamento, i servizi connessi e le infrastrutture della mobilità ”. Il piano degli interventi si configura dunque, come documento programmatico e progettuale, delle indicazioni contenute nel PAT, deve diventare quindi un mezzo di controllo operativo del territorio e svolge indirettamente la funzione di monitoraggio del piano. Per come è strutturata l’analisi degli effetti, già il presente Rapporto ambientale riesce a fornire indicazioni sui parametri da monitorare anche in relazione alla territorialità del dato (si veda capitolo seguente), ma solo una volta quantificati gli interventi nei rispettivi piani degli interventi sarà possibile definire con precisione le misure correttive e conseguenti monitoraggi per il PI rispetto alle porzioni di territorio comunale occupato. Un secondo livello di monitoraggio istituzionale e amministrativo è verticale verso l’alto cioè deriva dai piani sovraordinati al PAT come il PTCP, che svolge funzione di indirizzo e coordinamento nei confronti degli strumenti urbanistici comunali e poi nella sua attitudine a disciplinare l’uso del territorio quando ciò sia rivolto a soddisfare interessi pubblici aventi una dimensione sovracomunale. Secondo l’art. 22 della LR 11/2004, il PTCP deve prestare specifica attenzione alla “ caratteristiche geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche, paesaggistiche ed ambientali ” del territorio, definite quindi da PAT e PATI. Un ruolo di questo tipo lo rivestono anche altri piani, come il PTRC, (” che disciplina l’uso del territorio e definisce le modalità per una sua utilizzazione equilibrata e sostenibile; nelle sue specifiche finalità costituisce quadro di riferimento sovraordinato alla restante pianificazione di settore ”), i piani di settore, piani d’area, il piano del Consorzio di Bonifica ecc. Uno dei ruoli chiave dell’osservazione costante è quello di permettere un controllo in retroazione ovvero valutare se le prestazioni previste in fase di pianificazioni sono state raggiunte.

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Le schede di monitoraggio per le componenti ambientali In questa fase si osservano i risultati ottenuti dallo studio degli effetti ambientali: da essi risultano i fattori ambientali maggiormente sollecitati ed anche, grazie alla suddivisione dell’analisi per ambiti di indagine, in quali specifiche aree del territorio. La localizzazione geografica degli effetti è un’informazione rilevante perché guida il monitoraggio sui luoghi maggiormente coinvolti dalle azioni di Piano e dunque dove la sensibilità è maggiore. Di seguito si riporta l’esame delle aree maggiormente sollecitate dalle negatività del Piano per ogni componente ambientale, ove è possibile evidenziare quali fattori per quali aree vanno monitorate. Gli effetti a cui viene data importanza sono quelli specifici di piano che evidenziano quindi le singole variazioni apportate dal PAT a prescindere dalla situazione ambientale iniziale: questo per consentire che le risultanze ottenute per la predisposizione del monitoraggio riguardino specificatamente il Piano, dando indicazioni coerenti ed efficaci. Per le componenti ambientali che variano tipicamente su vasta scala la localizzazione del monitoraggio per specifiche aree del territorio (per coerenza con tutta la struttura analitica della VAS e con lo stesso Piano, le stesse ATO) ha il significato di fornire informazioni utili per la scelta delle centraline di riferimento, oppure per l’ubicazione di analisi o campionamenti, o guidare studi specialistici ad una maggiore attenzione in quelle aree. Monitoraggio componente ARIA

1 Ambito urbanizzato del capoluogo Attenzioni particolari a specifiche aree del territorio 2 Ambito urbanizzato di San Tomìo (ATO): 3 Ambito della frazione Molina fattori ambientali: qualità dell’aria periodicità: annuale Studi specifici Dipartimento Provinciale ARPAV Vicenza fonte dei dati *: ARPA Regione Veneto Monitoraggio componente ACQUA

3 Ambito della frazione Molina Attenzioni particolari a specifiche aree del territorio 4 Ambito naturale della pianura (ATO): 5 Ambito naturale della collina

qualità delle acque superficiali (con particolare riferimento fattori ambientali: all’inquinamento da zootecnia) qualità delle acque sotterranee periodicità: annuale

Studi specifici Dipartimento Provinciale ARPAV Vicenza fonte dei dati *: ARPA Regione Veneto Consorzio Consorzio Medio Astico Bacchiglione

Monitoraggio componente SUOLO E SOTTOSUOLO

1 Ambito urbanizzato del capoluogo Attenzioni particolari a specifiche aree del territorio 2 Ambito urbanizzato di San Tomìo (ATO): 4 Ambito naturale della pianura permeabilità fattori ambientali: capacità d'uso dei suoli/uso del suolo attività di cava periodicità: biennale Studi geologici specifici fonte dei dati *: ARPA Regione Veneto

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Censimento Generale dell’Agricoltura ISTAT Monitoraggio componente BIODIVERSITA’

2 Ambito urbanizzato di San Tomìo Attenzioni particolari a specifiche aree del 3 Ambito della frazione Molina territorio (ATO): 4 Ambito naturale della pianura unità e connessioni ecosistemiche fattori ambientali: vegetazione (aree boscate, vegetazione ripariale e delle aree residuali) periodicità: biennale

Relazioni Agronomiche e Ambientali specifiche fonte dei dati *: Studi specifici Dipartimento Provinciale ARPAV Vicenza ARPA Regione Veneto

Monitoraggio componente PAESAGGIO

1 Ambito urbanizzato del capoluogo 2 Ambito urbanizzato di San Tomìo Attenzioni particolari a specifiche aree del territorio 3 Ambito della frazione Molina (ATO): 4 Ambito naturale della pianura 5 Ambito naturale della collina fattori ambientali: unità di paesaggio e ambiti di percezione periodicità: biennale Relazioni Agronomiche e Ambientali specifiche o studi paesaggistici anche di scala sovraordinata fonte dei dati *: Studi specifici Dipartimento Provinciale ARPAV Vicenza ARPA Regione Veneto

Monitoraggio componente PARTIMONIO CAA

Attenzioni particolari a specifiche aree del territorio 1 Ambito urbanizzato del capoluogo (ATO): 4 Ambito naturale della pianura patrimonio insediativo storico e tradizionale sparso fattori ambientali: patrimonio archeologico periodicità: annuale Studi sullo stato dei beni culturali, archeologici, architettonici anche di scala sovraordinata fonte dei dati *: Studi specifici Dipartimento Provinciale ARPAV Vicenza ARPA Regione Veneto Monitoraggio INQUINANTI FISICI/SALUTE UMANA

1 Ambito urbanizzato del capoluogo Attenzioni particolari a specifiche aree del territorio 2 Ambito urbanizzato di San Tomìo (ATO): 3 Ambito della frazione Molina inquinamento luminoso fattori ambientali: rumore rischio radon periodicità: annuale Studi specifici Dipartimento Provinciale ARPAV Vicenza fonte dei dati *: ARPA Regione Veneto Monitoraggio componente ECONOMIA E SOCIETA’

Attenzioni particolari a specifiche aree del territorio 3 Ambito della frazione Molina (ATO): 4 Ambito naturale della pianura

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densità di popolazione fattori ambientali: consumi energetici mobilità (flussi e reti di trasporto) periodicità: biennale Studi specifici Dipartimento Provinciale ARPAV Vicenza fonte dei dati *: SISTAR * Gran parte dei dati utilizzati provenienti dal Quadro Conoscitivo sono forniti e quindi monitorati da ARPAV, dalla Provincia di Vicenza e dalla Regione Veneto. I dati rimanenti, sono forniti da studi specifici di componenti ambientali, realizzati per il piano, quindi non soggetti ad controllo o monitoraggio svolto da Enti o da istituzioni. Il Rapporto sullo stato dell’ambiente precedentemente descritto, essendo impostato coerentemente con i fattori ambientali utilizzati nella metodologia consente di valutare i fattori sopra riportati per ciascuna componente ambientale secondo le variazioni che si prevede il Piano apporti. Monitoraggio del Piano Il monitoraggio del Piano consiste nel definire quali effetti ambientali del PAT devono essere verificati in relazione ai sistemi che esprimono le azioni valutate. La prospettiva risulta quindi strategica e si concentra su aspetti derivanti dall’attuazione del Piano che spesso possono includere aspetti che non erano manifesti nella valutazione delle componenti ambientali. Si tratta di un’analisi dinamica poiché prende in considerazione le sinergie presenti nel territorio e consente la visione delle dinamiche presenti nei sistemi, sempre allo stato futuro previsto per il territorio. La possibile integrazione dei sistemi favorisce visioni d’insieme utili alla definizione delle strategie o azioni correttive o di ri-orientamento del Piano. A questo scopo si predispongono due passaggi: il primo riguardante l’attuazione del piano ed il conseguente calcolo della sostenibilità raggiunta ed il secondo legato ad indicatori prestazionali che indicano, per sistema, alcuni fattori chiave per comprendere le dinamiche territoriale in attuazione. L’utilità di questa duplice impostazione deriva dall’eterogeneità degli indicatori di riferimento: mentre i primi sono fattori endogeni e quindi si rifanno alla stessa metodologia utilizzata per la valutazione degli effetti tramite l’Impronta Ambientale, i secondi sono fattori esogeni che fanno riferimento a parametri esterni alla valutazione che monitorano. La sostenibilità dell’attuazione del Piano Tramite il modello di stima degli effetti ambientali è possibile seguire passo passo l’attuazione del Piano definendo in ogni istante il grado di sostenibilità sottratta o raggiunta. Al di là delle previsioni elaborate dal PAT e dalle stime della VAS, è necessario seguire i processi man mano che si realizzano: seguire il Piano significa garantire che le trasformazioni siano fatte secondo quanto programmato e condiviso e che la visione di città proposta sia il più possibile vicina alla realtà del prossimo futuro; per come è strutturata la Valutazione della sostenibilità del Piano, la corretta attuazione del Piano consente ai risultati della VAS di trovare riscontro effettivo nello scenario analizzato senza quindi richiedere ulteriori analisi. Tuttavia nei sistemi complessi le variabili in campo sono moltissime e il livello di pianificazione in cui viene svolta l’analisi è ancora strategico (non ci sono ancora le conformazioni delle previsioni sulle proprietà, la quantificazione con limiti precisi degli interventi, etc). C’è inoltre da considerare come la stessa attuazione non sia scevra da possibili modifiche: anche nel solo arco temporale del decennio è possibile che alcune condizioni vengano a mancare e così alcune ipotesi precedentemente valide perdono di significato incidendo sulle scelte e di conseguenza sulle conclusioni elaborate in fase di progettazione e valutazione del Piano. Risulta quindi facile il verificarsi di uno scostamento dal quadro atteso che, s’ebbene possa portare ad uno scenario valido urbanisticamente, non garantisce la sostenibilità del nuovo assetto configuratosi. Si rende necessario quindi un monitoraggio che possa entrare nel merito della sostenibilità raggiunta dal Piano così come impostato e nelle variazioni che può subire man mano che viene realizzato. Questo è possibile a due livelli di indagine tramite l’elaborazione fornita dal modello per l’Impronta Ambientale elaborato dal presente Rapporto Ambientale. Entrambi i livelli saranno necessariamente da integrare nella definizione del Piano degli Interventi poiché l’attuazione del Piano al quale il monitoraggio fa riferimento si concretizza proprio a questo livello della pianificazione. attuazione del Piano e raggiungimento della sostenibilità prevista indice di la realizzazione delle azioni e la sostenibilità raggiunta o sottratta dalle stesse nel monitoraggio quadro globale dello scenario futuro variabili gli interventi realizzati tra quelli previsti e l’ ordine temporale in cui vengono attuati frequenza aggiornamento semestrale/annuale

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La percentuale 0% REALIZZAZIONE della sostenibilità 100% fa riferimento alle percentuale di realizzazione del Piano stime degli effetti esemplificazione elaborate nel grafica Rapporto 0% SOSTENIBILITA’ Ambientale a 100% seconda delle Sostenibilità conseguente alle azioni realizzate singole azioni realizzate. In questo primo livello si considera globalmente l’attuazione su tutto il territorio comunale ovvero la percentuale di realizzazione delle azioni previste; è possibile indagare nello specifico anche le diverse aree del territorio, evidenziando i risultati parziali nelle singole zone da indagare. Questo consente un diverso tipo di elaborazione del dato rappresentante l’attuazione progressiva del piano ed un conseguente approfondimento del dettaglio del monitoraggio. Gli indicatori prestazionali Al fine di monitorare le criticità emergenti dalle azioni di Piano nel Rapporto Ambientale, viene prevista un’analisi che si stacchi dalle singole componenti ambientali ma che consideri la dinamicità del territorio comprendendo le variazioni di sistema che spesso il singolo indicatore relativo alla componente ambientale non riesce ad evidenziare. Per questo mediante il sottoriportato core set di indicatori per la programmazione del monitoraggio, si definiscono la fonte dei dati ed il calcolo previsto per l’indicatore nonché il trend di monitoraggio. Si noti come ogni indicatore si rifà ad obiettivi ambientali generali, poiché sono essi il quadro generale di riferimento e trovano riscontro negli obiettivi di sostenibilità sui quali l’intero processo di VAS si è svolto. Per maggiore facilità di gestione gli indicatori prestazionali si riportano accorpati secondo tre grandi temi: • le modifiche che il territorio può subire dal punto di vista fisico; • i servizi alla popolazione; • l’esposizione a fattori inquinanti. Il popolamento degli indicatori di monitoraggio dovrà essere effettuato a cura del Comune, che potrà avvalersi delle risorse informative messe a disposizione dal Sistema Informativo Territoriale della Regione Veneto. Modifiche del territorio M1. Superficie Agricola Utilizzabile Fonte dati Comune di Malo Calcolo metri quadri di SAU trasformata dal PI Periodicità biennale M2. Frammentazione del territorio Fonte dati Comune di Malo Calcolo densità di infrastrutture di trasporto (km rete/kmq) Periodicità biennale M3. aree dismesse sul territorio comunale Fonte dati Comune di Malo Calcolo Aree da bonificare sul territorio comunale Calcolo Aree da bonificare Periodicità biennale M4. Gestione sostenibile delle foreste e del verde pubblico Fonte dati Regione Veneto, Comune di Malo Calcolo variazioni della superficie forestale e del verde pubblico, differenziate per tipologia Periodicità biennale

M5. Tutela del paesaggio Fonte dati Regione Veneto, Provincia di Vicenza, Sovrintendenza ai beni paesaggistici Calcolo superficie degli ambiti paesaggistici tutelati Periodicità biennale

M6. Indice di ecosostenibilità UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS – VINCA - NUVV) 32

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Fonte dati Comune di Malo Calcolo numero di nuove residenze-ristrutturazioni-ricostruzioni con classificazione A-B- C/numero totale nuove residenze-ristrutturazioni-ricostruzioni Per la classificazione, fino all’emanazione di una specifica normativa regionale si fa riferimento al DPR 59/2009. Periodicità biennale

Servizi alla popolazione S1. Domanda di trasporto e ripartizione modale Fonte dati Regione Veneto, Provincia di Vicenza, Comune di Malo 1° Calcolo numero di passeggeri per km nel trasporto pubblico locale 2° Calcolo numero di spostamenti giornalieri casa-scuola/lavoro e modalità di trasporto 3° Calcolo incremento dei km di piste ciclabili Periodicità biennale S2. Utenze allacciate all’acquedotto Fonte dati Comune di Malo, Ente Gestore Calcolo numero utenze complessive/numero utenze allacciate Periodicità annuale S3. Utenze allacciate alla rete fognaria Fonte dati Comune di Malo, Ente Gestore Calcolo numero utenze complessive/numero utenze allacciate Periodicità annuale S4. Recupero di rifiuti mediante riciclo, reimpiego e riutilizzo Fonte dati Consorzio di gestione rifiuti locale, ARPAV Calcolo t / anno e percentuale di rifiuti recuperati per tipologia di recupero Periodicità annuale S5. energia Fonte dati Comune di Malo Calcolo Installazione di solare fotovoltaico Periodicità annuale Esposizione a fattori inquinanti E1. Emissioni di sostanze inquinanti nell’atmosfera (emissioni distinte per fonte di diversi parametri) Fonte dati Rete di monitoraggio della Qualità dell’aria dell’ARPAV Calcolo kg e multipli-sottomultipli/anno Periodicità annuale E2. Inquinamento dei corpi idrici superficiali Fonte dati Rete di monitoraggio delle acque superficiali dell’ARPAV Calcolo valori SECA dei corsi d’acqua Periodicità annuale E3. Inquinamento acque sotterranee Fonte dati Rete qualitativa delle acque sotterranee dell’ARPAV Calcolo valori SCAS dei corsi d’acqua Periodicità annuale E4. Contaminazione del suolo e delle acque Fonte dati Provincia di Vicenza, ARPAV Calcolo ettari di zone vulnerabili da nitrati di origine agricola Periodicità biennale E5. Inquinamento acustico Fonte dati ARPAV. Provincia di Vicenza, Comune di Malo Calcolo sorgenti controllate e percentuale di queste per cui si riscontra almeno un superamento dei limiti Periodicità annuale E6. Esposizione all’inquinamento acustico Fonte dati ARPAV, Provincia di Vicenza, Comune di Malo Calcolo percentuale della popolazione residente in ciascuna zona acustica Periodicità biennale E7. elettromagnetismo Fonte dati Comune di Malo Calcolo Sorgenti di radiazione non ionizzanti Calcolo Superamenti dei limiti in aree campione UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS – VINCA - NUVV) 33

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Periodicità biennale Alla luce delle valutazioni effettuate potrà essere utile la redazione periodica di un rapporto di monitoraggio ambientale che darà conto delle prestazioni del Piano, rapportandole anche alle previsioni effettuate. Tale rapporto dovrà avere la duplice funzione di informare i soggetti interessati ed il pubblico in generale sulle ricadute ambientali che la pianificazione sta generando, ed inoltre di fornire al decisore uno strumento in grado di individuare tempestivamente gli effetti negativi imprevisti e dunque di consentire l’adozione delle opportune misure correttive. Come già evidenziato, il dettaglio di analisi necessario per una pianificazione del monitoraggio, in particolare di alcune componenti ambientali, è la dimensione attuativa del Piano perché le quantificazioni degli effetti può essere determinata con riferimento alle indicazioni specifiche delle azioni (le superfici occupate, i volumi introdotti, gli interventi a verde, etc.). Questo sarà importante non tanto per la parte di monitoraggio istituzionale-amministrativo, già portata avanti da più soggetti e che monitorano lo stato del territorio, ma per la parte di monitoraggio del Piano, poiché il Piano degli Interventi concretizzerà le azioni fin qui considerate a livello strategico che determineranno le effettive realizzazioni di quanto previsto. Infatti, a fronte della possibile mancata attuazione di alcune azioni o di modifiche significative delle stesse, potranno essere apportate azioni correttive al fine di mantenere il raggiungimento di quanto previsto in termini di sostenibilità e rappresentato dai risultati del presente Rapporto Ambientale. Il monitoraggio, in particolare la parte concernente il Piano, sarà inoltre utile per valutare tempestivamente la modifica delle previsioni e/o il cambiamento di condizioni strutturali che necessitano il ri-orientamento del PAT o la variazione degli aspetti funzionali ad esso legati.

− OSSERVAZIONI Come emerge dalle note inviate dal Responsabile dei Servizi Tecnici del Comune di Malo n. 3320 del 31.03.2010 e n. 4276 del 26.02.2010, risultano pervenute complessivamente n. 92 osservazioni di cui nessuna attinente con questioni ambientali.

− L’Unità di Progetto Coordinamento Commissioni (VAS – VINCA – NUVV), esaminati i documenti trasmessi ha elaborato la propria istruttoria dalla quale emerge che: Il Rapporto Ambientale ha opportunamente considerato le criticità presenti sul territorio nonché quelle derivanti dalle scelte di Piano. La metodologia risulta correttamente impostata e rispetta tutti i passaggi necessari alla Valutazione. Il processo di VAS si è integrato a quello di pianificazione fin dalle prime fasi dell’iter di Piano ed entrambi sono costantemente interagenti con il processo condiviso elaborato in fase di consultazione. Premesso che uno degli aspetti fondamentali del processo integrato di pianificazione e valutazione consiste nella definizione delle criticità del territorio oggetto di pianificazione, le stesse hanno rappresentano gli elementi che hanno meritato una particolare attenzione in fase di pianificazione. La verifica della coerenza esterna è stata fatta sia in relazione alla pianificazione sovraordinata, segnatamente in rapporto all’adottato PTRC con DGR 372/2009, al PTCP di Vicenza ed al Piano stralcio di Assetto Idrogeologico. Sono state valutate tutte le singole azioni di piano in riferimento al loro raggiungimento degli obiettivi del PAT, definendo lo strumento di pianificazione a cui fanno riferimento. Per quanto riguarda i contesti territoriali destinati alla realizzazione di programmi complessi, va detto che allo stato non si hanno elementi sufficienti per valutare gli effetti negativi (ma anche quelli positivi) che potrebbero derivare dalla loro attuazione, né, peraltro, vengono evidenziate con certezza le funzioni che vi saranno inserite. Pertanto si ritiene che i contesti territoriali destinati alla realizzazione di programmi complessi individuati sull’elaborato 04 “Carta delle Trasformabilità” , così come gli Accordi tra soggetti pubblici e privati di cui all’art. 6 della LR 11/2004, debbano essere sottoposti a Verifica di Assoggettabilità alla procedura VAS. Si ritiene opportuno, altresì, prima dell’approvazione del Piano, che debbano essere verificati gli ambiti ad edificazione diffusa riportati nell’elaborato 04 “Carta delle Trasformabilità” che non presentano i requisiti minimi per essere considerati ambiti di edificazione diffusa in quanto aventi una densità abitativa piuttosto bassa ed , inoltre, in parte contermini agli ambiti individuati quali “Stepping stone” .

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Il Rapporto Ambientale conferma i criteri assunti dal PAT, che, con le azioni individuate e descritte nella presente relazione, conduce agli obiettivi di sostenibilità posti dalla LR 11/2004 e fatti propri dalla stesso PAT. Come emerge dal Rapporto Ambientale, una delle criticità più rilevanti è dovuta alla presenza di una intensa attività estrattiva, principalmente di argilla, che rappresenta da sempre una delle cause di degrado ambientale a maggiore impatto in quanto modificano la morfologia dei luoghi in modo spesso irreversibile. Relativamente al dimensionamento del Piano si rileva come venga confermata la tendenza degli ultimi anni e, coerentemente con gli obiettivi preliminari definiti, il PAT ha fatto proprio lo scenario di crescita lineare.

VISTE - la Direttiva 2001/42/CE ; - la LR 11/2004; - il D.Lgs. n.152/2006; - la LR 4/2008; - le DDGR 791/2009 e 1587/2010

RITENUTO che dalle analisi e valutazioni effettuate, nel suo complesso, la proposta di Rapporto Ambientale sia correttamente impostata e contenga le informazioni di cui all’allegato I della Direttiva 2001/42/CE, nonché la descrizione e la valutazione degli effetti significativi che l’attuazione del PAT potrebbe avere sull’ambiente come prescritto dall’art. 5 della medesima Direttiva.

TUTTO CIÒ CONSIDERATO LA COMMISSIONE REGIONALE VAS ESPRIME PARERE POSITIVO sulla proposta di Rapporto Ambientale del Piano di Assetto Territoriale del Comune di Malo (VI) a condizione che siano ottemperate le seguenti

PRESCRIZIONI 1. prima dell’approvazione del Piano : 1.1. le Norme Tecniche di Attuazione dovranno essere integrate con tutte le prescrizioni poste dalle competenti Autorità Ambientali nonché con le seguenti ulteriori disposizioni: 1.1.1. alla fine dell’art. 68 dovrà essere inserito la seguente norma: L’amministrazione comunale attiva il processo di verifica del monitoraggio delle varie azioni ed in considerazione degli obiettivi di sostenibilità ambientale e socio-economica, provvede a redigere ogni tre anni specifico rapporto al fine di verificare come le azioni operino nei confronti del Piano. Nella fase di attuazione del PAT tuttavia si potranno ridefinire il numero e la tipologia degli indicatori ora individuati per il monitoraggio. 1.1.2. per quanto riguarda la valutazione dell’incidenza che l’attuazione del Piano potrebbe avere sul SIC IT3220039 “Biotopo: Le Pascole” , dovrà essere inserito uno specifico articolo riportante la seguente prescrizione: “La progettazione definitiva di ogni singolo intervento, come previsto dalla Direttiva Habitat 92/43/CEE, dovrà contenere lo studio sulla valutazione di incidenza ambientale con il quale verranno considerati tutti i disturbi arrecati alla zona protetta, le eventuali azioni di mitigazione proposte e/o le eventuali alternative proposte.”. 1.1.3. per quanto riguarda il contenimento dell’inquinamento luminoso e l’incremento del risparmio energetico occorre inserire un articolo riportante le seguenti prescrizioni: • Per l'illuminazione di impianti sportivi e grandi aree di ogni tipo devono essere impiegati criteri e mezzi per evitare fenomeni di dispersione di luce verso l'alto e al di fuori dei suddetti impianti. • Fari, torri faro e riflettori illuminanti parcheggi, piazzali, cantieri, svincoli, complessi industriali, impianti sportivi e aree di ogni tipo devono avere, rispetto al terreno,

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un'inclinazione tale, in relazione alle caratteristiche dell'impianto, da non inviare oltre 0 cd per 1000 lumen a 90° ed oltre. • È fatto divieto di utilizzare per fini pubblicitari fasci di luce roteanti o fissi di qualsiasi tipo, anche in maniera provvisoria. • Per l'illuminazione di edifici e monumenti, gli apparecchi di illuminazione devono essere spenti entro le ore ventiquattro. • L'illuminazione delle insegne non dotate di illuminazione propria deve essere realizzata dall'alto verso il basso. Per le insegne dotate di illuminazione propria, il flusso totale emesso non deve superare i 4500 lumen. In ogni caso, per tutte le insegne non preposte alla sicurezza, a servizi di pubblica utilità ed all'individuazione di impianti di distribuzione self service è prescritto lo spegnimento entro le ore 24 o, al più tardi, entro l'orario di chiusura dell'esercizio. • E' vietato installare all'aperto apparecchi illuminanti che disperdono la luce al di fuori degli spazi funzionalmente dedicati e in particolare, verso la volta celeste. • Tutti gli impianti di illuminazione pubblica devono utilizzare lampade a ristretto spettro di emissione; allo stato attuale della tecnologia rispettano questi requisiti le lampade al sodio ad alta pressione, da preferire lungo le strade urbane ed extraurbane, nelle zone industriali,nei centri storici e per l'illuminazione dei giardini pubblici e dei passaggi pedonali. Nei luoghi in cui non é essenziale un’accurata percezione dei colori, possono essere utilizzate, in alternativa, lampade al sodio a bassa pressione (ad emissione pressoché monocromatica). • E’ vietata l’installazione all’aperto di apparecchi illuminanti che disperdono la loro luce verso l’alto. 1.1.4. relativamente ai contesti territoriali destinati alla realizzazione di programmi complessi, alla fine dell’art. 42 va aggiunto il seguente comma: “Ai fini dell’assoggettamento alla procedura VAS detti Programmi complessi dovranno essere sottoposti, ai sensi dell’art. 12 del D.Lgs. 152/2006, alla Verifica di Assoggettabilità” . 1.1.5. relativamente agli accordi con soggetti pubblici e privati per assumere nella pianificazione proposte di progetti ed iniziative di rilevante interesse pubblico di cui all’art. 6 della LR 11/2004, alla fine dell’art. 56 va aggiunto il seguente comma: “Ai fini dell’assoggettamento alla procedura VAS detti Accordi dovranno essere sottoposti, ai sensi dell’art. 12 del D.Lgs. 152/2006, alla Verifica di Assoggettabilità” . 1.1.6. atteso il livello di riferimento di radon esposto nel Rapporto Ambientale, le NTA del Piano dovranno essere integrate, in ordine al principio della precauzione, con appropriate disposizioni per gli insediamenti residenziali (DGR 79/2002 ). 1.2. dovranno essere verificati gli ambiti ad edificazione diffusa riportati nell’elaborato 04 “Carta delle Trasformabilità” che non presentano i requisiti minimi per essere considerati ambiti di edificazione diffusa in quanto aventi una densità abitativa piuttosto bassa ed , inoltre, in parte contermini agli ambiti individuati quali “Stepping stone” ed in cui sono ubicati “Edifici e complessi di valore monumentale e testimoniale”. . 1.3. La Dichiarazione di Sintesi va redatta ai sensi dell’art. 17 del D.Lgs. 152/2006 come modificato con D.Lgs. 4/2008, tenendo conto delle su riportate prescrizioni. 1.4. Il provvedimento di approvazione dovrà essere pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione con l’indicazione della sede ove si possa prendere visione del Piano approvato e di tutta la documentazione oggetto di istruttoria. 1.5. Il Comune di Malo deve provvedere alla pubblicazione nel proprio sito web dell'atto di approvazione del Piano, del Piano, del Rapporto Ambientale, del presente parere, della Sintesi Non Tecnica, della Dichiarazione di Sintesi, delle misure adottate per il monitoraggio. 2. in sede di attuazione del Piano : 2.1. il Piano degli Interventi dovrà garantire la contestualità degli interventi previsti dal PAT in ambito urbano con carattere di perequazione ambientale in ambito rurale. 2.2. in sede di monitoraggio, dando applicazione alle modalità e criteri contenuti nell’art. 68, così come integrato nel precedente punto 1.1.1, dovranno essere misurati gli effetti cumulativi nonché quelli

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derivanti dalle scelte di Piano per verificare gli effetti previsti in relazione agli obiettivi descritti nel Rapporto Ambientale.

FIRMATO FIRMATO Il Presidente Il Vice Presidente della Commissione Regionale VAS della Commissione Regionale VAS (Segretario Regionale per le Infrastrutture) (Dirigente della Direzione Urbanistica e Paesaggio) Ing. Silvano Vernizzi Arch. Vincenzo Fabris

FIRMATO Il Segretario della Commissione Regionale VAS (Dirigente della U. P. Coordinamento Commissioni (VAS – VINCA – NUVV) Avv. Paola Noemi Furlanis

Il presente parere si compone di 37 pagine

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