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Regione Provincia di

Comune di

RAPPORTO AMBIENTALE - VAS

(Titolo II artt. 11-18 D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii.)

PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO COMUNALE (PAT)

PROPONENTE: di Monte di Malo (VI)

RESPONSABILE DEL RAPPORTO: dr. Marco Zecchinato, urbanista - pianificatore territoriale e ambientale

MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 1 di 194 Sommario

Premessa ...... 4 La metodologia procedurale ...... 5 Contestualizzazione geografica ...... 8 Descrizione del Documento Preliminare al Piano di Assetto del Territorio ...... 9 Descrizione del Piano di Assetto del Territorio (PAT) del Comune di Monte di Malo ...... 23 Il percorso partecipativo ...... 28 Quadro di riferimento pianificatorio e programmatico ...... 37 Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) ...... 37 Il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC) ...... 48 Il Piano Tutela delle Acque ...... 52 Il Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico (PAI) ...... 54 Il Sito di Importanza Comunitaria “Buso della Rana” e Biotopo “Le Poscole” ...... 55 Limite quantitativo massimo di consumo di suolo – L.R. 14/2017 ...... 56 Altri piani o progetti che interessano il Comune di Monte di Malo ...... 57 Valutazione di coerenza ...... 59 Coerenza degli obiettivi di piano rispetto alle strategie dello stesso ...... 60 Coerenza rispetto alla pianificazione sovraordinata e dei comuni limitrofi ...... 60 Coerenza rispetto ai principali obiettivi di sostenibilità ...... 60 La metedologia di valutazione ...... 64 Analisi dello stato attuale dell’ambiente ...... 66 Aria...... 67 Clima ...... 80 Acqua ...... 84 Suolo e sottosuolo ...... 90 Flora, fauna e biodiversita’ ...... 103 Paesaggio e patrimonio ...... 112 Popolazione ...... 124 Economia e societa’ ...... 131 Agenti fisici ...... 135 Sintesi della valutazione sullo stato attuale dell’ambiente ...... 150 Matrice di valutazione dello stato attuale ...... 152 Alternative di sviluppo: alternativa zero e primo scenario di piano ...... 154

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MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 3 di 194 Premessa L’attenzione nei confronti del problema della protezione dell’ambiente è andata decisamente aumentando negli ultimi trenta anni ed è sfociata nella previsione di diversi strumenti di tutela, la cui diffusione ed implementazione testimonia l’esistenza di un impegno serio e concreto per individuare i problemi e cercare di risolverli all’origine. L’obiettivo di questo tipo di approccio è di assicurare nel contempo l’impiego delle risorse naturali disponibili e la loro trasmissione alle generazioni future, in modo da garantire il mantenimento delle condizioni che garantiscono lo sviluppo economico e sociale e la qualità della vita. Il presente elaborato rappresenta il Rapporto Ambientale relativo alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) applicata al Piano di Assetto del Territorio (PAT) del Comune di Monte di Malo, valutazione necessaria secondo quanto previsto dal D.Lgs. n. 152 del 2006 e s.m.i. e dalla LR 11/04 della Regione Veneto. L’obbligo di tale valutazione deriva infatti dalla recente Direttiva Europea 42/2001/CE la quale prevede che la VAS venga effettuata su tutti i piani e programmi finalizzati alla pianificazione territoriale e, pertanto, anche sui PAT previsti dalla legislazione regionale. La finalità di questo strumento è riconducibile alla promozione di uno sviluppo sostenibile e durevole e l’assicurazione di un elevato livello di protezione dell'ambiente, attraverso la valutazione della congruità delle scelte degli strumenti di pianificazione in raffronto agli obiettivi di sostenibilità, esaminando le possibili alternative individuate nell’elaborazione del piano, determinando gli impatti potenziali, nonché le misure di mitigazione e/o di compensazione da adottare. In parole più semplici la VAS costituisce un valido supporto per l’individuazione della soluzione ottimale per soddisfare sia i fabbisogni urbanistici sia le esigenze ambientali, valutando le ricadute sull’ambiente, evitando situazioni di impatto ambientale, limitando, attraverso opportune misure di mitigazione e/o compensazione, gli eventuali effetti negativi prodotti dagli interventi previsti, promuovendo prioritariamente soluzioni che comportino un sostanziale miglioramento generale dell’ambiente e il risanamento di eventuali situazioni di degrado esistenti, in modo che l’intervento possa risultare effettivamente “sostenibile”. Non si tratta quindi di una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) di un progetto, effettuata a seguito della redazione dello stesso, a fronte del quale devono essere previste e progettate opere di mitigazione e/o compensazione (valutazione ambientale consuntiva), bensì di una valutazione ambientale in corso d’opera (valutazione ambientale preventiva), utilizzata in forma strategica, allo scopo di identificare la migliore soluzione non in relazione a uno specifico progetto, ma a un’intelaiatura di pianificazione territoriale, sulla quale si fonderanno i successivi piani di dettaglio (Piani d’Intervento). Il presente elaborato è redatto ai fini della procedura di VAS del PAT del Comune di Monte di Malo, sulla base del Rapporto Ambientale Preliminare al Documento Preliminare del PAT di cui al parere motivato della Commissione Regionale VAS n. 241 del 7 dicembre 2016.

MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 4 di 194 Tale Rapporto ambientale emerge dalla composizione di due parti essenziali nel processo di valutazione: la valutazione dello Stato Attuale e quella dello Stato Futuro. Il primo costituisce lo scenario di partenza attraverso la riproduzione delle criticità e delle risorse del territorio. Lo stato futuro è invece la rappresentazione dinamica di quest’ultimo e risponde all’esigenza di valutare più alternative, per meglio definire e motivare le scelte di assetto del territorio in funzione di una maggiore sostenibilità ambientale In particolare, per il territorio in questione, si è operato attraverso il confronto di due alternative di sviluppo: la prima denominata Alternativa 0, corrispondente alla situazione futura che si verrebbe a determinare in assenza di intervento, la seconda rappresentate invece l’ipotesi di sviluppo prefigurata dal PAT. L’esito del confronto di queste alternative si concretizza nella scelta di quella che minimizza gli impatti negativi e massimizza quelli positivi. La scelta dell’alternativa migliore non determina però l’assenza di impatti e la risoluzione di tutte le criticità presenti sul territorio, per questo motivo il Rapporto prevede specifiche Mitigazioni, azioni dirette quindi alla minimizzazione delle interazioni potenzialmente negative. Il processo di valutazione si conclude dunque con la definizione di uno strumento di monitoraggio che si configura come un mezzo in grado di controllare le dinamiche relative alle componenti ambientali, in particolare quelle maggiormente critiche, in modo tale da consentire la verifica dell’efficacia di Piano nonché l’eventuale “correzione” delle linee di sviluppo durante l’attuazione dello stesso.

La metodologia procedurale La piena integrazione della dimensione ambientale nella pianificazione implica un evidente cambiamento rispetto alla concezione derivata dall’applicazione della Valutazione di Impatto Ambientale dei progetti. Tale cambiamento consiste soprattutto nel fatto che l’integrazione della dimensione ambientale nel piano e la valutazione del suo livello di efficacia devono essere effettive a partire dalla fase di impostazione del piano fino alla sua attuazione e revisione. Il filo che collega le analisi/elaborazioni del piano e le operazioni di Valutazione Ambientale appropriate per ciascuna fase rappresenta la dialettica tra i due processi e la stretta integrazione necessaria all'orientamento verso la sostenibilità ambientale. Tale dialettica tra analisi e proposte del piano e Valutazione Ambientale deve essere reale: entrambe dovrebbero godere di pari autorevolezza e di comparabile capacità di determinazione. Sembra opportuno sottolineare tre elementi che caratterizzano lo schema proposto: - la presenza di attività che tendenzialmente si sviluppano con continuità durante tutto l'iter di costruzione e approvazione del piano. Si tratta della costruzione della base di conoscenza e della partecipazione, intesa in senso ampio per comprendere istituzioni, soggetti con competenze e/o conoscenze specifiche nonché il pubblico e le sue organizzazioni;

MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 5 di 194 - la considerazione della fase di attuazione del piano come parte integrante del processo di pianificazione, in tal senso accompagnata da attività di monitoraggio e valutazione dei risultati; - la circolarità del processo di pianificazione, introdotta attraverso il monitoraggio dei risultati e la possibilità / necessità di rivedere il piano qualora tali risultati si discostino dagli obiettivi di sostenibilità che ne hanno giustificato l'approvazione.

Ciò comporta che l'integrazione debba essere effettiva e continua e che si sviluppi durante tutte le quattro fasi principali del ciclo di vita di un piano: a. Orientamento e impostazione b. Elaborazione e redazione c. Consultazione e adozione/approvazione d. Attuazione, gestione e monitoraggio La figura seguente rappresenta la sequenza delle fasi di un processo di piano nel quale l'elaborazione dei contenuti di ciascuna fase è sistematicamente integrata con la Valutazione Ambientale

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MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 6 di 194 Il procedimento di VAS ha accompagnato la redazione del PAT sin dalle sue fasi iniziali: in sede di definizione degli obiettivi e delle linee strategiche contenute all’interno del Documento Preliminare e stata predisposta una Relazione Ambientale contenente una descrizione preliminare dello stato dell’ambiente in ambito comunale, utile per una prima valutazione della coerenza tra gli obiettivi del Piano e le problematiche ambientali individuate. In fase di elaborazione dello strumento urbanistico si è proceduto quindi ad un approfondimento dell’analisi delle componenti ambientali e socio-economiche di interesse e sono state individuate le criticità-vulnerabilità e le emergenze (intese come elementi di pregio meritevoli di particolare cura) che caratterizzano il territorio comunale di Monte di Malo. Tutte le informazioni man mano raccolte ed elaborate (vincoli, prescrizioni, criticità ed emergenze che avrebbero potenzialmente influenzato le scelte di Piano) sono state poi condivise con i progettisti e l’Amministrazione Comunale, allo scopo di procedere di pari passo alla formazione del nuovo strumento urbanistico. Le fasi propedeutiche alla sua redazione hanno riguardato oltre che attività di analisi, anche una serie di incontri con l’Amministrazione Comunale, con il gruppo di lavoro dei professionisti incaricati per la stesura del PAT e delle indagini specialistiche e con i soggetti portatori di conoscenze a livello locale. Nel presente Rapporto, gli esiti di tali attività sono riportati in uno specifico paragrafo, tuttavia già in queste premesse si evidenzia che in linea generale gli obiettivi espressi dall’Amministrazione Comunale risultano in linea con le attese emerse nel corso degli incontri con i soggetti portatori di conoscenze a livello locale. In particolare ci si riferisce ai seguenti macro obiettivi individuati già in fase preliminare: • valorizzazione del territorio (edificato e non edificato) al fine di attrarre popolazione; • valorizzazione delle tipicità ambientali, delle valenze culturali e produttive; • incentivazione degli interventi di riqualificazione e riuso dell’edificato in zona collinare (contrade); • incentivazione e promozione dell’escursionismo, dello sport all’aria aperta, di attività turistiche e ricettive; • prevenzione del dissesto idrogeologico; • mantenimento e consolidamento dei servizi alla persona. Gli elaborati di piano contengono in modo più esaustivo gli obiettivi generali che si intendono perseguire con lo stesso e le scelte strategiche di assetto del territorio, anche in relazione agli strumenti di pianificazione sovraordinati.

MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 7 di 194 Contestualizzazione geografica Il Comune di Monte di Malo è ubicato lungo la dorsale dei Monti Lessini, sulle propaggini delle prealpi vicentine che si estendono fino al territorio a nord di Vicenza e che separano la valle dell’Agno e la val Leogra. Appartiene all’area geografica del bacino idrografico del fiume Brenta-Bacchiglione e fa parte dell’Unione Montana Pasubio – Alto Vicentino (ex Comunità Montana Leogra Timonchio). Dal punto di vista agrario ricade nella Regione Agraria n. 5 Colline dell’Agno. La superficie comunale è pari a 23,75 kmq, con una latitudine che varia dai 118 ai 781 m s.l.m. (monte Faedo). Confina con i Comuni di , Malo, , , .

Localizzazione geografica del Comune di Monte di Malo (VI)

Dati territoriali Regione: Veneto - Provincia: Vicenza Confini: Cornedo Vicentino, Malo, San Vito di Leguzzano, Schio, Valdagno Superficie: circa 23,75 Kmq Altitudine: 374 metri s.l.m. (centro) Popolazione: 2.907 residenti (2015) C.A.P.: 36030 - Unità Locale Socio Sanitaria: Ulss n. 4 Alto Vicentino Servizi pubblici principali: Acque Vicentine (servizio idrico integrato), Alto Vicentino Ambiente (servizio raccolta e smaltimento rifiuti).

MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 8 di 194 Descrizione del Documento Preliminare al Piano di Assetto del Territorio Il Documento Preliminare al PAT prevede l’individuazione di 4 ambiti territoriali connotati di specifiche caratteristiche: 1. Faedo: comprendente il territorio nord-occidentale, con Monte Montagna, Monte Casaron, fino alle contrade Smiderle, Marcante, Masovieri, Mondini di sopra. Si tratta della parte più elevata del territorio comunale, formante una sorta di altopiano ben delimitato e difficilmente accessibile dalla Valle dell’Agno. Sono riconoscibili due sottosistemi insediativi minori: Faedo compreso tra Monte Grande e Monte Casaron, che appare relativamente più isolato, Valle dei Prà Longhi con le contrade poste in continuità con quelle facenti capo a San Vito di Leguzzano. 2. Monte di Malo che si sviluppa nell’area collinare tra la Valle Grande e la Valle Pisciolone con innumerevoli contrade a contorno del centro comunale; è facilmente accessibile dalla pianura del Leogra, ben esposto e rappresenta la fascia di transizione con la montagna del Faedo. 3. Sistema collinare di Priabona, comprendente sia gli insediamenti che prospettano la viabilità di valico e che fanno capo alla frazione principale, sia quelli più decentrati nel fondovalle ma che conservano, comunque, un rapporto con il sistema di accesso principale. Il versante più settentrionale appare integrato con il settore di Monte di Malo con il quale si pone in continuità; il versante meridionale (Monte Pulgo) appare più decentrato e gravita quasi esclusivamente su Priabona. 4. Zona di pianura delimitata tra la destra Leogra e i piedi della collina, comprende la zona industriale sviluppata organicamente a nord della strada provinciale, e un ambito prevalentemente agricolo ma con presenza di importanti attività produttive, a sud.

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Estratto cartografico dal Documento Preliminare (Progettista: dott. F. Lucato, urbanista)

MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 9 di 194 Il Documento Preliminare individua vari obiettivi per ogni sistema individuato:

Sistema Residenziale

Partendo dalla considerazione delle variazioni demografiche attese (la contrazione demografica si è interrotta negli ultimi 20 anni registrando una crescita di circa il 10% con tendenza alla stabilizzazione poco sotto le 3.000 unità, con significativi valori migratori in entrata e uscita che hanno interessato oltre il 50% della popolazione negli ultimi 15 anni denotando una certa “vivacità” demografica) si possono prefigurare i seguenti obiettivi: - tutela e valorizzazione del quadro d’insieme, come esito riconosciuto di diversi elementi che rispecchiano la storia e l’interazione tra uomo e ambiente e che, per la loro specificità, concorrono a definire l’identità culturale di un luogo; - il riconoscimento e il potenziamento del sistema di contrade e nuclei al fine di promuovere il recupero del patrimonio edilizio esistente, riordinandole e ammettendo eventuali limitate integrazioni pur evitando, al tempo stesso, eccessive densità edilizie e l’ulteriore compromissione di aree non urbanizzate; Gli obiettivi specifici che il Documento Preliminare dichiara di perseguire nel PAT, attraverso direttive e indicazioni per il successivo Piano degli Interventi, possono essere così riassunti: - il conseguimento di migliori condizioni abitative attraverso il potenziamento dei servizi alla residenza e un’attenta riconsiderazione dell’arredo urbano e degli spazi pubblici; - la riqualificazione delle frazioni e dei nuclei, valorizzando l’identità e la tipicità dei micro insediamenti, riconoscendone la matrice originaria per definirne anche le modalità dell’eventuale ampliamento /trasformazione; - il potenziamento/riqualificazione dei servizi di carattere “urbano”, in particolare quelli rivolti a specifiche componenti demografiche in quanto più sensibili alle variazioni strutturali (progressivo invecchiamento) e contingenti (perturbazione dei flussi migratori); - riqualificazione dell’edificato esistente attraverso riconversioni, indicazione di piccole aree di completamento, riperimetrazione contrade esistenti, rendendo anche possibili piccoli ampliamenti sui singoli edifici che, pur corrispondendo ad una diffusa esigenza, non risultino tuttavia in contrasto con l’esigenza primaria della riqualificazione degli insediamenti in un recepimento “dinamico” del Piano casa; - la precisazione del quadro delle regole compositive per consentire, da un lato, la semplificazione delle procedure e, dall’altro, una maggiore flessibilità sugli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente, da attuarsi prevalentemente con IED favoriti anche da incentivi e da condizioni premiali per il recupero del patrimonio edilizio, al fine di contrastare l’abbandono dei fabbricati esistenti;

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Sistema Produttivo

Obiettivi: Riconoscendo la presenza significativa dei diversi settori produttivi il PAT persegue i seguenti obiettivi specifici: - il potenziamento e il completamento della zona produttiva esistente con l’obiettivo di favorire una miglior organizzazione interna (viabilità di servizio, dotazioni di aree verdi e per la sosta, funzionalità degli accessi agli stabilimenti); - la graduale riqualificazione degli insediamenti produttivi diversamente localizzati, in funzione degli specifici contesti circostanti, mediante una più coerente tipologia edilizia e una più efficace dotazione di infrastrutture, in particolare per quanto riguarda gli accessi dalla SP 124 Priabonese; - la possibilità di riuso dei fabbricati esistenti anche con l’insediamento di funzioni artigianali compatibili con la tipologia e la dotazione infrastrutturale (ricordando l’antica e documentata presenza di telai per la lavorazione della lana e la fabbricazione “di armi e schioppi”) attraverso: o il potenziamento della rete web che favorisca il lavoro a domicilio riducendo lo svantaggio dell’insediamento decentrato; o lo sviluppo della filiera agricoltura-turismo-ospitalità; o la possibilità insediativa di piccole e compatibili attività artigianali, prevalentemente con il riuso di volumi esistenti. - il PAT censisce, inoltre, le attività localizzate fuori zona o in contesti non opportuni, verificando le condizioni per la loro permanenza o il trasferimento anche con l’attivazione di meccanismi compensativi.

Sistema Infrastrutturale

Gli obiettivi principali, che saranno perseguiti dal PAT anche mediante la formulazione di direttive e indicazioni per il successivo Piano degli Interventi, sono così sintetizzabili: - viabilità interna: il miglioramento dell’accessibilità agli insediamenti (esistenti e programmati) e il miglioramento della sicurezza stradale (in particolare per gli utenti deboli quali pedoni e ciclisti)

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Sistema Ambientale e dei territori aperti (sistema collinare e di pianura)

Il Documento Preliminare evidenzia che il PAT riconoscerà la valenza strategica di queste porzioni di territorio, sia per garantire l’equilibrio ecologico-ambientale del sistema, sia come aree da valorizzare per la fruizione e il tempo libero e la riscoperta delle eccellenze enogastronomiche locali. In questo quadro appare indispensabile il coinvolgimento degli agricoltori quali attori fondamentali per la continua manutenzione del territorio e dell’ambiente che, per molti aspetti, risultano estremamente fragili. Il Documento Preliminare definisce gli obiettivi specifici del PAT, da attuare attraverso i successivi PI, così riassunti: - la salvaguardia e la tutela le risorse ambientali e paesaggistiche di pregio e della continuità della rete ecologica locale, nonché la ri-valorizzzazione dell’antico assetto idraulico che alimentava dieci ruote di molini; - la tutela delle risorse ambientali locali da perseguire anche attraverso la valorizzazione della fruizione ecocompatibile degli spazi naturali, il recupero e il potenziamento dei volumi esistenti (per contrastare l’abbandono del patrimonio esistente che genera nel suo complesso un impoverimento del quadro sia urbano che paesaggistico) in funzione ricettivo-turistica e didattica (costruzione di una rete che comprende l’emergenza del museo Paleontologico di Priabona); - il completamento della mappatura dei sentieri (operazioni di manutenzione, miglioramenti delle segnaletiche, ecc) che permettano la fruizione del territorio dando evidenza della stratificazione insediativa ancora riconoscibile negli elementi locali quali chiese, fontane, percorsi storici; - il riconoscimento del carattere agricolo –produttivo di alcune porzioni del territorio di Monte di Malo, promuovendo il censimento degli allevamenti e delle aziende agricole, per una migliore tutela delle attività stesse e per dar maggior riconoscimento alle eccellenze locali.

Il Documento Preliminare individua inoltre le scelte strategiche e gli obiettivi di sostenibilità, che troveranno particolare e specifico sviluppo ed approfondimento nell’ambito dell’implementazione della VAS.

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La difesa del suolo Prevenzione dai rischi e dalle calamità Aree individuate a Rischio idraulico (R1) naturali, accertando la consistenza, la nella zona di pianura in destra Livergone localizzazione e la vulnerabilità delle dal Piano provinciale di emergenza (e risorse naturali, e definendo la disciplina richiamati nella carta della fragilità del per la loro salvaguardia. PTCP) e classificata come zona P1 Individuazione delle aree a maggiore nell’aggiornamento del PAI (Decreto rischio di dissesto idrogeologico, le aree segretariale n. 46 del 05.08.2014). esondabili e quelle a maggiore rischio Alcune aree a rischio frana sono sismico. individuate nella porzione nord-est del Il PAT preciserà i necessari interventi di comune, un’altra in corrispondenza di miglioramento e riequilibrio ambientale da località Ceola. realizzare o le azioni di monitoraggio Area a pericolosità idraulica in delle aree a rischio idraulico. corrispondenza del Torrente Rana e Il PAT definirà gli indirizzi e le prescrizioni area di Pianura in località Bressana. per gli interventi di trasformazione Aree collinari soggette a dissesti urbanistica ed edilizia nelle zone idrogeologici (frane, conoidi alluvionali, sottoposte a vincolo idrogeologico nelle …). aree urbanizzate o da urbanizzare anche Eventuali ambiti critici in contesti attraverso meccanismi quali il credito urbanizzati o in corso di urbanizzazione. edilizio. Il PAT accerterà la compatibilità degli interventi con la sicurezza idraulica del territorio. Il PAT verifica inoltre la sicurezza idrogeologica.

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I centri storici Il PAT opera la classificazione dei Centri L’Atlante dei Centri storici (Regione Storici di cui all’Atlante Regionale in Veneto, 1984) censisce per il Comune di relazione all’entità, al ruolo storico, alle Monte di Malo i seguenti centri storici: caratteristiche strutturali ed insediative Denominazione oltre ad individuare eventuali altri nuclei di - Antonella - Boro interesse storico. - Campi Pisani - Castello (C.da Per ogni centro storico il PAT individua la Guarniera) perimetrazione, ne descrive gli elementi - Chiumenti - Cà Panizza-Gentilata peculiari e le potenzialità di qualificazione (CàVetriani) e sviluppo, nonché gli eventuali fattori di - C. da Gamba - Coffe Stefani abbandono o degrado sociale, - Faedo- Maddalena ambientale ed edilizio. - Marchiori- Martini Individua inoltre la disciplina generale - Meneguzzi- Mondini di sopra – Sella diretta ad integrare le politiche di - Mondini di sotto - Monte di Malo

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Il sistema Verifica l’assetto fisico funzionale degli Tutto il territorio comunale, in particolare insediativo insediamenti e promuove il miglioramento Monte di Malo, Monte di Priabona e della funzionalità degli insediamenti Monte di Faedo. esistenti e della qualità della vita all’interno delle aree urbane, definendo per le aree degradate gli interventi di riqualificazione e di possibile di riconversione e, per le parti o elementi in conflitto funzionale, le eventuali fasce o elementi di mitigazione funzionale. Individua delle opportunità di sviluppo residenziale, definendo gli ambiti preferenziali di sviluppo insediativo, in relazione al modello evolutivo storico dell’insediamento, all’assetto infrastrutturale ed alla dotazione di servizi, secondo standard abitativi e funzionali condivisi; Stabilisce il dimensionamento delle nuove previsioni per A.T.O. e per ciascuna realtà specifica, con riferimento ai fabbisogni locali, ribadendo che la scelta strategica del PAT è prioritariamente rivolta a favorire il riuso e la riqualificazione dei tessuti già urbanizzati al fine di contenere il più possibile l’ulteriore consumo del territorio agricolo. Definisce gli standard urbanistici, le infrastrutture e i servizi necessari gli insediamenti esistenti e di nuova previsione, precisando gli standard di qualità urbana e gli standard di qualità ecologico-ambientale. Definisce gli standard abitativi e funzionali, che nel rispetto delle dotazioni minime di legge, determinino condizioni di vita decorose e coerenti con l’evoluzione

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Il territorio rurale Il PAT si pone l’obiettivo di salvaguardare Tutto il territorio rurale. anche gli aspetti storico-culturali delle attività tradizionali, e di attuare le politiche di sviluppo delle attività agricole sostenibili attraverso la promozione di specifiche azioni in funzione di due obiettivi principali: la tutela dei suoli ad elevata vocazione agricola, limitandone il consumo; la promozione dello sviluppo di una agricoltura sostenibile, improntata sull’impiego di tecnologie non inquinanti e finalizzata al risparmio di energia e di risorse non riproducibili.

Le attività Il PAT valuta la consistenza e l’assetto Ambiti specializzati per attività produttive produttive del settore secondario e terziario e ne di rilievo sovracomunale (area industriale definisce le opportunità di sviluppo, in sulla SP 124 ai confini con Malo) coerenza con il principio dello “sviluppo caratterizzati da effetti sociali, territoriali sostenibile” e della compatibilità ed ambientali, che interessano più insediativa. Comuni e indicata dal PTCP come area Il PAT individua le parti del territorio ampliabile. caratterizzate dalla concentrazione di Attività produttive/artigianali di rilievo attività economiche, commerciali e comunale, caratterizzate da minori produttive e le distingue in: dimensioni e limitati impatti come l’area - ambiti specializzati per attività produttive in località Calcara o le singole attività di rilievo sovracomunale; quali il Molino Fochesato, l’impresa in via - attività produttive/artigianali di rilievo Battistini (indicate dal PTCP come non comunale. ampliabili). In particolare il PAT nei suoi obiettivi/scelte strategiche: - definisce l’assetto fisico funzionale degli ambiti specializzati per attività produttive di rilievo sovracomunale, quantificando il fabbisogno di aree e dei relativi servizi; - stabilisce il dimensionamento e la localizzazione delle nuove previsioni produttive, commerciali e direzionali; - opera per il miglioramento della funzionalità complessiva degli ambiti specializzati per attività produttive, commerciali e direzionali;; - detta i criteri per l'individuazione di ambiti preferenziali di localizzazione delle grandi strutture di vendita e di altre strutture alle stesse assimilate favorendo prioritariamente il miglioramento dei contesti insediativi esistenti in funzione

MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 16 di 194 della più generale strategia delineata per il sistema insediativo; - definisce le direttive per l’applicazione delle procedure di Sportello Unico per le attività produttive; - precisa gli standard di qualità dei servizi, con particolare attenzione alla verifica dello stato di realizzazione degli standard e delle attrezzature pubbliche nonché l’incentivazione alla realizzazione di aree filtro; - propone un attento monitoraggio (anche in sede di VAS) delle ripercussioni ambientali delle attività produttive (emissioni, rumori, prelievi d’acqua).

L’archeologia Il PAT prevede il censimento e il recupero Mulini – filanda in località Priabona, ecc., industriale dei principali e più significativi manufatti ambiti dei percorsi del lavoro” (gli che documentano la storia della civiltà itinerari che conducevano i lavoratori, industriale di Monte di Malo, spesso le lavoratrici, alle filande dei riconoscendo i “percorsi del lavoro”, con comuni contermini). lo scopo di favorire un loro possibile recupero e riutilizzo a fini culturali e didattici, espositivi, in ogni caso prospettando destinazioni maggiormente compatibili con gli insediamenti e/o l’ambiente circostante e coerenti con le caratteristiche tipologiche originarie.

Il settore turistico- Il PAT valuta la consistenza e l’assetto Elementi degli ambiti sui quali operare gli ricettivo e delle attività esistenti e promuove opportuni approfondimenti per la loro ricreativo l’evoluzione delle attività turistiche, valorizzazione: nell’ambito di uno sviluppo sostenibile e - il sistema di emergenze ambientali e durevole, che concili le esigenze di paesaggistiche dell’altopiano del monte crescita con quelle di preservazione Faldo; dell’equilibrio ambientale, socio-culturale, - il sistema delle emergenze storico- agro-produttivo, attraverso: architettoniche costituite dall’insieme del - l’individuazione di aree e strutture patrimonio edilizio storico che idonee vocate al turismo di visitazione, caratterizza le contrade, i manufatti di all’escursionismo, all’agriturismo, particolare interesse (Chiese e Chiesette all’attività sportiva, ottimizzando e disseminate nel territorio comunale), gli riqualificando le strutture ricettivo- elementi legati all’archeologia industriale turistiche esistenti (ristorazione, (Filanda) e alle attività originarie (Molini); escursioni nel Buso della Rana, - la presenza di ristoranti, agriturismi e sentieri...) e attivando nuove strutture (es. trattorie che possono essere incentivate albergo diffuso, B&B); all’interno di programmi di valorizzazione - la verifica della dotazione di servizi ed il della filiera enogastronomica (viticoltura; rafforzamento delle attrezzature esistenti, noci; ortaggi e verdure da valorizzare, in funzione sia della popolazione locale, ecc.); che di quella legata alla fruizione turistica, - Buso della Rana. secondo modelli culturalmente avanzati;

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Il sistema dei Individuazione dei principali servizi Poli Funzionali esistenti (polo di Monte di servizi configurabili come “Poli Funzionali” Malo e di Priabona). (almeno a scala comunale), in quanto Ambiti idonei alla localizzazione di nuovi così identificati nella comune percezione Poli funzionali; per la compresenza di funzioni con capacità attrattiva non circoscritta alla singola frazione o insediamento. Il PAT: - esegue la ricognizione dei Poli Funzionali esistenti (polo di Monte di Malo e di Priabona) da consolidare, ampliare e riqualificare; - programma eventuali nuovi Poli Funzionali definendo gli ambiti idonei per la loro localizzazione; - definisce i bacini di utenza, la scala territoriale di interesse, gli obiettivi di qualità e le condizioni di sostenibilità ambientale e territoriale; - verifica, tramite il PI, il sistema dei servizi di prossimità (parcheggi e verde di quartiere) e predispone gli obiettivi per il miglioramento.

Il sistema Infrastrutture sovracomunali Il territorio comunale non è direttamente infrastrutturale Il PAT recepisce ed integra le previsioni interessato da progetti infrastrutturali della pianificazione sovraordinata e sovralocali, ma nell’ottica della provvede a definire: pianificazione e riorganizzazione dovrà - la rete di infrastrutture e di servizi per la tener conto delle ricadute derivanti dalla mobilità di maggiore rilevanza; realizzazione della Pedemontana che - le opere necessarie per assicurarne la inciderà sul traffico della SP 124 di sostenibilità ambientale e paesaggistica e Priabona. la funzionalità rispetto al sistema insediativo ed al sistema produttivo; Per quanto riguarda le infrastrutture - la dotazione di standard e servizi alla locali l’ambito di interesse è tutto il viabilità sovracomunale. territorio comunale. Le infrastrutture a scala locale Il PAT definisce, tramite il PI : - il sistema della viabilità locale e della mobilità ciclabile e pedonale, ed i collegamenti con la viabilità sovracomunale;

MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 18 di 194 - le prestazioni che le infrastrutture viarie locali debbono possedere in termini di sicurezza, geometria, sezione, capacità di carico, la definizione dei livelli di funzionalità, accessibilità, fruibilità del sistema insediativo, per gli obiettivi di qualità urbana ed ecologico-ambientale definiti; - le fasce di rispetto delle infrastrutture per la mobilità locale, ed il perimetro del “Centro Abitato” ai fini dell’applicazione del Codice della Strada; Per la viabilità di carattere locale il PAT, tramite il PI, propone i seguenti obiettivi: - il miglioramento dell’accessibilità e della viabilità interna alla zona industriale; - il riordino e ristrutturazione della viabilità interna minore promuovendo anche, ove possibile, il ripristino dei caratteri originali (alberature, fossati…); - la realizzazione di percorsi in sicurezza sia della rete pedonale che ciclabile, con l’eliminazione dei punti particolarmente critici e pericolosi, anche nell’ottica del completamento dei percorsi ciclabili sovralocali (masterplan delle piste ciclabili del PTCP di Vicenza).

Di seguito si riporta l’analisi swot stesa dal progettista.

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Settori e note forza debolezza opportunità minacce Settore demografico La contrazione demografica si è La ridotta dimensione rende Consolidare il saldo migratorio La perdurante stagnazione interrotta negli ultimi 20 anni vulnerabile il mantenumento dei positivo aumentando la capacità economica indebolendo le registrando una crescita di circa servizi, in particolare quelli rivolti attrattiva del comune (c.fr azioni componenti migratorie e il tasso il 10% con tendenza alla a specifiche componenti (scuola di piano) facendo leva di natalità, accentua la tendenza stabilizzazione poco sotto le ove la popolazione <10 anni è sull’integrazione tra settori al “degrado” demografico 3000 unità. diminuita del 14% negli ultimi 8 produttivi rischiando di innescare un La struttura demografica anni) in quanto più sensibili alle processo di progressivo (indicatori) non si discosta variazioni strutturali (progressivo abbandono. significativamente da quella invecchiamento) e contingenti provinciale con un tasso di (variazione dei flussi migratori). natalità leggermente superiore alla media. Scarsa propensione alla Significativi valori migratori in reciproca collaborazione. entrata e uscita che hanno interessato oltre il 50% della popolazione negli ultimi 15 anni. Senso di appartenenza Settori economici: presenza significativa dei diversi il reddito procapite risulta settori produttivi inferiore di circa il 9% rispetto a quello provinciale Agricoltura Presenza di aziende agricole Età dei lavoratori e ricambio Riscoprire e valorizzare le Il progressivo abbandono del radicate sul territorio con generazionale eccellenze già riconosciute e terreno coltivato, ne riduce la conduttori giovani. Agricoltura di collina comunque citate dal Maccà: vini, marroni e manutenzione aggravando il Presenza di allevamenti penalizzata nei costi noci (Priabona). dissento idrogeologico competitivi. Sviluppare le attività integrative Favorevoli condizioni del settore (ricreative, geomorfologiche ed espositive dell’ospitalità, didattiche) per prodotti di qualità e “bio” Secondario Attività concentrate in una zona Zona non integrata con le zone Riuso dei fabbricati esistenti produttiva attrezzata e di buona produttive dei comuni limitrofi. anche con l’insediamento di

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Rispetto a tali obiettivi, il PAT opera scelte progettuali di tipo: a. strutturale, ovvero orientate a conformare un'organizzazione e un assetto stabile del territorio nelle sue forme fisiche, materiali e funzionali prevalenti, nel medio e lungo periodo; b. strategico, ovvero di natura prevalentemente programmatica, per il raggiungimento, rispetto alla situazione presente, di un particolare scenario di assetto e sviluppo. Nello specifico il PAT è lo strumento di pianificazione finalizzato al coordinamento fra più comuni e può disciplinare in tutto o in parte il territorio dei comuni interessati o affrontare singoli tematismi.

Le strategie di Piano La Legge Regionale 23 aprile 2004 – Norme per il governo del territorio – all’articolo 13 indica tra i contenuti del PAT la suddivisione del territorio in ambiti territoriali omogenei (ATO) ai fini della determinare “i parametri teorici di dimensionamento, i limiti quantitativi e fisici per lo sviluppo degli insediamenti residenziali, industriali, commerciali, direzionali, turistico-ricettivi e i parametri per i cambi di destinazione d’uso, perseguendo l’integrazione delle funzioni compatibili”. Nello stesso articolo specifica che gli ATO “vengono individuati per specifici contesti territoriali sulla base di valutazioni di carattere geografico, storico, paesaggistico e insediativo”; in tal modo gli ATO introducono nella legislazione regionale il superamento dello zoning, cioè della suddivisione del territorio per destinazioni funzionali. Gli ATO, quindi, rappresentano una minima unità territoriale, con spiccate caratteristiche di omogeneità, la cui ricognizione permette di ordinare le scelte di Piano per contesti univoci.

Sulla base di tali indicazioni il territorio comunale è stato suddiviso nelle ATO riportate in estratto grafico:

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ATO 1 – Faedo

2 ATO 2 – Sistema naturalistico dei boschi di versante 3

1 ATO 3 – Sistema degli insediamenti

ATO 4 – Val d’Assa – Val d’Astico 4

Di seguito vengono descritti sinteticamente i caratteri di ogni singolo ATO ed i principali obiettivi individuati dal Piano.

ATO 1 – Faedo

L’ATO 1 comprende il territorio nord-occidentale, con Monte Montagna, Monte Casaron, fino alle contrade Smiderle, Marcante, Masovieri, Mondini di sopra. Si tratta della parte più elevata del territorio comunale, formante una sorta di altopiano ben delimitato e difficilmente accessibile dalla Valle dell’Agno. All’interno dell’ATO sono riconoscibili due sottosistemi insediativi minori: - Faedo compreso tra Monte Grande e Monte Casaron, appare relativamente più isolato; - Valle dei Prà Longhi con le contrade poste in continuità con quelle facenti capo a Leguzzano.

Obiettivi strategici: - Tutela e salvaguardia del territorio agricolo e delle aree boscate - Salvaguardia degli elementi di pregio ambientale e paesaggistico - Tutela del territorio aperto - Recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente

ATO 2 – Monte di Malo

L’ATO 2 si sviluppa nell’area collinare tra la Valle Grande e la Valle Pisciolone con innumerevoli contrade a contorno del centro comunale; è facilmente accessibile dalla pianura del Leogra, ben esposto e rappresenta la fascia di transizione con la montagna del Faedo.

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ATO 3 – Sistema collinare di Priabona

L’ATO 3 comprendente sia gli insediamenti che prospettano la viabilità di valico e che fanno capo alla frazione principale, sia quelli più decentrati nel fondovalle ma che conservano, comunque, un rapporto con il sistema di accesso principale. Il versante più settentrionale appare integrato con il settore di Monte di Malo con il quale si pone in continuità; il versante meridionale (Monte Pulgo) appare più decentrato e gravita quasi esclusivamente su Priabona.

Obiettivi strategici: - Tutela e salvaguardia del territorio agricolo aperto anche attraverso la promozione di forme di tutela, valorizzazione e fruizione - Rafforzamento del ruolo residenziale delle frazioni e dei nuclei di edificazione diffusa - Completamento del tessuto urbano consolidato e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente - Riqualificazione degli spazi pubblici, dei luoghi centrali e degli spazi nelle contrade - Recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e riconoscimento degli ambiti di edificazione diffusa

ATO 4 – Zona di pianura

L’ATO 4 è delimitato tra la destra Leogra e i piedi della collina, comprende la zona industriale sviluppata organicamente a nord della strada provinciale, e un ambito prevalentemente agricolo ma con presenza di importanti attività produttive, a sud.

Obiettivi strategici: - Tutela e salvaguardia del territorio agricolo aperto con la salvaguardia delle sistemazioni agrarie tradizionali

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Il dimensionamento del Piano Il PAT è dimensionato sulla base delle esigenze di sviluppo degli insediamenti residenziali, industriali, commerciali, direzionali e turistico-ricettivi, per il decennio 2016–2026. assicurando il rispetto della dotazione minima complessiva di aree per servizi in ragione del dimensionamento teorico, secondo le disposizioni dell’art. 31 della L.R. 11/04. Le quantità, in termini di potenzialità edificatorie e di aree per servizi, sono indicate per ogni singolo ATO Nello specifico il dimensionamento tiene conto: - delle esigenze abitative ipotizzate in riferimento ai dati demografici; - della capacita insediativa residua del PRG. Per capacita insediativa residua residenziale si intende la capacita ancora disponibile sulla base delle previsioni del PRG vigente, con l’esclusione di quella legata a progetti approvati e quella legata alle possibilità di ampliamento teso al soddisfacimento di esigenze di modesta entità, anche a seguito dell’applicazione del “piano casa”. Per capacita insediativa residua produttiva si intende la capacita ancora disponibile sulla base delle previsioni del PRG vigente, con l’esclusione di quella legata a progetti approvati e quella relativa alle possibilità di ampliamento nelle aree consolidate o relative alle attività produttive esistenti in zona impropria. Il carico insediativo aggiuntivo è valutato dal PAT nelle seguenti quantità: - Per la residenza un volume di 81.600 mc. - Per le attività produttive e commerciali una superficie di 43.000 mq.

Dimensionamento residenziale La capacità edificatoria residenziale aggiuntiva prevista dal PAT è di 38.000 mc comprensivi del soddisfacimento del fabbisogno commerciale-direzionale-artigianale e ricettivo-turistico in contesti prevalentemente residenziali.

ATO Capacità residua PRG Aggiuntivo PAT Capacità complessiva Denominazione mc ab. Teor. mc ab. Teor. mc ab. Teor. 1 - Faedo 0 - 7.000 29 7.000 29 2 - Monte di Malo 35.400 148 12.000 50 47.400 198 3 - Priabona 8.200 34 11.000 46 19.200 80 4 - Pianura 0 - 8.000 33 8.000 33 Totale 43.600 182 38.000 158 81.600 340

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ATO Capacità residua PRG Aggiuntivo PAT Ordinario Deroga PTCP art. 68. Denominazione mq di S.T. (mq di S.T.) (mq di S.T.) 1 - Faedo 0 0 0 2 - Monte di Malo 0 0 0 3 - Priabona 0 0 0 4 - Pianura 41.487 23.000 20.000 Totale 41.487 23.000 20.000

Il fabbisogno dei servizi Per quanto concerne il fabbisogno dei servizi, il PAT ha garantito quella dotazione minima in termini di 30 mq/150mc di potenzialità edificatorie residenziali, anche se ciò comporta probabilmente un sovradimensionamento degli standard. Ne consegue che la dotazione complessiva in rapporto alle volumetrie residenziali risulta essere 48 mq/abitante da suddividersi ordinatoriamente nelle seguenti quantità:

Istruzione 4,5 mq/150 mc 7,2 mq/240 mc Attrezzature Interesse comune 4,5 mq/150 mc 4,5 mq/240 mc Verde 16 mq/150 mc 25,6 mq/240 mc Parcheggio 5 mq/150 mc 8 mq/240 mc Totale 30 mq/150 mc 48 mq/240 mc

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Ai fini della stesura del Documento Preliminare e dell’approntamento degli studi specialistici, si sono tenuti alcuni incontri con l’Amministrazione Comunale e l’Ufficio Tecnico ed incontri con soggetti portatori di conoscenze locali.

Il 23.12.2015 si è tenuto un incontro con la Giunta Comunale, l’Ufficio Tecnico Comunale ed il Gruppo di lavoro, il cui esito è sintetizzato nell’elenco delle principali questioni rilevate e con l’individuazione di temi/ambiti obiettivo. Questioni prioritarie per l’Amministrazione: • Attenzione ai bisogni della gente e contestuale azione a livello culturale diffondendo conoscenza e consapevolezza nella popolazione; • Tutela dell’ambiente; • Valorizzazione dell’identità e della tipicità dei micro insediamenti (contrade); • Contrastare la contrazione demografica; • Carenza dei servizi: mancano negozi, la banca ha chiuso, l’ufficio postale potrebbe essere • a rischio; • Riutilizzare i molti terreni incolti: attività agricole semi professionali, piccoli allevamenti; • La zona industriale esistente nel complesso funziona bene e le attività non mostrano segni • di particolari flessioni (gli edifici produttivi sono in gran parte occupati): puntare al miglioramento.

MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 28 di 194 Ufficio Tecnico: • Rendere appetibili i molti fabbricati abbandonati • Favorire l’applicazione del Piano casa (o comunque adottare norme flessibili) che • consentano di intervenire con maggiore efficacia nelle zona A, A1 e A2; • Riconoscere delle tipologie edilizie e urbanistiche (regole insediative ecc.) tipiche del luogo; • Coinvolgere gli agricoltori nella manutenzione continua del territorio che, oltretutto, è • estremamente fragile; • Potenzialità inesplorate per sviluppare il circuito delle MTB; • Segnala il ritorno di “microattività” agricola e artigianale da consolidare. Il gruppo di lavoro ha sintetizzato cinque ambiti con tematiche peculiari: • valico di Priabona e territori connessi: transito, visibilità, servizi di ristorazione; • centro di Monte di Malo e fascia di transizione con la pianura; • zona produttiva integrata con Malo; • 85 contrade e sistema insediativo collinare; • territorio: riconoscere le fragilità del territorio ma anche le peculiarità da valorizzare (geosito • Buso della rana, valore geologico del priaboniano da valorizzare anche in chiave turistica, • oltre che conoscitiva.

Il 9 febbraio 2016, si sono svolti gli incontri con i soggetti portatori interesse e conoscenza locale, suddivisi in gruppi e comprendenti professionisti, appassionati di storia locale, appassionati di ambiente e sport all’aria aperta, rappresentanti di associazioni, rappresentanti del museo priaboniano e della cooperativa che gestisce e promuove il geosito Buso della Rana (Biosphera). Gli argomenti emersi e le attese rispetto alla stesura del PAT sono le seguenti: Elementi da riscoprire/valorizzare: • geosito Buso della Rana e Museo Geologico Priaboniano, “cono vulcanico Granella” (piccola collina di origine vulcanica), percorsi naturalistici legati alla geologia e al carsismo; • siti della prima guerra mondiale, Forte “Buso del Soio” e gallerie costruite dal Genio Militare; • Chiesa Vecchia di Priabona; • reperti archeologici, resti del Forte Scaligero (nell’ambito della trattoria al Forte), Contrà Accademia di Monte di Malo; • vecchie valli dei mulini; • ex cava Maddalena; • aspetti culturali sulle presunte origini tedesche rintracciabili anche nella toponomastica.

MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 29 di 194 Produzioni agricole/tipiche da riscoprire e promuovere, legate al passato e alla storia di Monte di Malo: Vino Rosso di Monte di Malo (citato ai tempi di Carlo V); Cachi; Noci; Mele e Pere; Patate; Zootecnia; Prodotti tipici: “Sopressa” DeCo, piccole produzioni di Olio, Frutta e Succhi. Elementi territoriali di degrado o che rappresentano criticità: • Traffico sostenuto sulla SP Priabonese; • Cava Rossi inattiva; • Cave dismesse Brunelle Fochesati; • Degrado edilizio edifici incompleti “Ai Casoni”; • Allevamenti suinicoli, cunicoli e di vitelli da riqualificare; • Dissesto idrogeologico (presenza di frane) e scomparsa di parte del sistema idraulico storico (canalizzazioni e rogge). Rispetto all’abitare, premettendo che è riconosciuta la qualità del vivere (ambiente pulito, silenzioso e di qualità): • necessità di promuovere azioni volte ad incentivare gli interventi sulle contrade in parte abbandonate, cercando soluzioni alle criticità legate alla proprietà frammentata e talvolta al vitale reperimento di terreni coltivabili da parte di chi si insedia e permane nella contrada; • necessità di garantire una qualità degli interventi in sintonia con il territorio; • criticità del momento di crisi del mercato immobiliare; • rischio perdita di servizi, in particolare riguardo l’istruzione per mancanza di un numero sufficiente di alunni per formare le nuove classi; • vivere a Monte di Malo è più costoso rispetto ai centri di pianura vicini. In data 19.07.2016 si è svolta la fase di concertazione con la popolazione, associazioni e portatori di interesse con un incontro pubblico presso il teatro di Monte di Malo. In questo incontro è stato dapprima illustrato il processo di stesura del PAT e della VAS e quindi è stato illustrato il Documento Preliminare ed il Rapporto Ambientale Preliminare. Infine si è tenuto un dibattito ed è stato distribuito un modulo ai partecipanti (poi pubblicato anche sul web e reso disponibile per tutti i cittadini) per raccogliere contributi utili alla stesura del PAT. All’incontro hanno partecipato l’Amministrazione Comunale (sindaco, consiglieri, segretario comunale e responsabile ufficio tecnico comunale), i tecnici professionisti incaricati e oltre 60 cittadini. Il modulo conteneva una serie di quesiti atti a stimolare la segnalazione propositiva dei punti di forza e di debolezza del territorio, fornendo anche indicazioni e suggerimenti. Vi è stata un’ampia partecipazione, in particolare rispetto al sistema ambiente-territorio, sono emersi i seguenti contributi:

MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 30 di 194 - opportunità/necessità di tutelare e promuovere le peculiarità territoriali, da quelle geologico strutturali a quelle naturalistiche e produttive; - possibilità di incrementare e adeguare l’offerta di servizi alla popolazione, in particolare riguardo le aree a parco-gioco e l’istruzione; - necessità di migliorare il sistema della mobilità, privilegiando quella sostenibile; - creare una rete di percorsi pedonali per la fruizione ricreativa del territorio; - tutelare maggiormente l’ambito del SIC IT 32200008 “Buso della Rana” valorizzandone le peculiarità naturalistiche.

In data 7 dicembre 2016, la Commissione regionale VAS si esprimeva con il parere motivato n. 241 fornendo indirizzi e prescrizioni da attuare in sede di stesura del rapporto ambientale, elementi di cui si è tenuto conto nella redazione del presente elaborato. E’ inoltre importante evidenziare che il Comune di Monte di Malo ha inteso proseguire nel coinvolgimento della popolazione nell’ambito dello sviluppo locale sostenibile, attraverso un percorso volontario denominato “Carta di Monte di Malo”. Considerata l’importanza di tale iniziativa, si ritiene utile riportare di seguito il percorso intrapreso e lo stato di fatto:

Premesso che con delibera di Consiglio Comunale n. 17 del 26/05/2016 dal titolo “LA CARTA DI MONTE DI MALO: I PRINCIPI E LE AZIONI DELLO SVILUPPO ECOSOSTENIBILE E DELLA COESIONE SOCIALE” è stato dato l'avvio ad un percorso partecipativo per predisporre un documento di intenti rivolto all'Amministrazione comunale ed a tutti i cittadini residenti sul territorio.

Dato atto che successivamente ci sono stati vari incontri tra il gruppi di cittadini attivi e creati alcuni gruppi di lavoro che hanno approfondito delle sotto tematiche rispetto al tema principale della Carta, ovvero lo sviluppo eco-sostenibile e la coesione sociale.

Premesso che l'obiettivo era quello di fornire un documento che costituisse delle linee guida per un comportamento istituzionale e comunitario orientato allo sviluppo eco-sostenibile e alla coesione sociale.

Premesso che l’epoca che stiamo vivendo esige scelte diverse da quelle compiute in passato: l’emergenza ambientale, la disgregazione sociale e l’esclusione, la necessità di un turismo consapevole e della conservazione dei beni comuni, obbligano a pensare ad un nuovo modello di economia che rispetti l'ambiente, non produca rifiuti e sappia creare benessere con il riutilizzo e la rigenerazione delle risorse in un contesto sociale in evoluzione che richiede maggiore e migliore assistenza alla persona.

Visto che per rendere possibile il raggiungimento di questi obiettivi è necessario un radicale cambio di mentalità che coinvolga le istituzioni, la scuola, le imprese e le singole persone. Premesso che molteplici sono i temi: lo sviluppo agricolo, turistico e la biodiversità, la valorizzazione e lo sviluppo intelligente e sostenibile del territorio collinare e montano del comune di Monte di Malo in condivisione con il resto dell'Alto Vicentino, ai fini di renderlo attraente sotto il profilo economico, abitativo e turistico, il recupero e/o il potenziamento di attività di tipo agrituristico, di turismo diffuso, servizi turistici ed il recupero per patrimonio edilizio rurale.

MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 31 di 194 Premesso che un certo tipo di agricoltura e la lavorazione della terra in generale, rappresenta il grado di civiltà di un popolo e una “pubblica reputazione” del territorio, da sempre, il mondo agricolo è sinonimo di relazioni sociali e buone regole di vita. Inoltre, l’agricoltura e la lavorazione della terra secondo metodi ecologici mette le basi per un eco-sistema in equilibrio, preserva la biodiversità, la salute psico-fisica della popolazione, il benessere animale e il controllo del territorio.

Dato atto che buone condizioni agronomiche e ambientali perseguono dei precisi obiettivi: proteggere i terreni dall’erosione, conservare la sostanza organica, mantenere la struttura del suolo, garantire il mantenimento degli habitat, proteggere e gestire le risorse idriche.

Premesso che la Convenzione sulla Biodiversità firmata a Rio de Janeiro il 5 Giugno 1922 ha sancito formalmente come la Biodiversità, ovvero la ricchezza e la complessità dell’ambiente naturale, rappresenti un bene imprescindibile per la salute e lo sviluppo della società umana. La sua salvaguardia e il miglioramento delle condizioni naturali del pianeta, sono possibili solamente tramite il coordinamento di strategie globali e azioni locali. L’Europa, in questo contesto, riconoscendo appieno il valore della Biodiversità così come definito, ha attuato importanti programmi ed azioni specifiche, tra cui, in particolare, il progetto Rete Natura 2000.

Premesso che il territorio, l’ambiente in cui viviamo è un bene comune e non può essere considerato una merce da consumare. Nell'Alto Vicentino esistono territori collinari e montani che per le loro caratteristiche ambientali, geografiche o morfologiche sono abbandonati, non utilizzati o tenuti a prato da sfalcio. In egual modo il patrimonio immobiliare rurale sparso nelle contrade del territorio ha subito un progressivo abbandono e degrado. Questa situazione non è limitata al nostro territorio comunale ma interessa una vasta area collinare e montana del bacino idrografico della Valle dell'Agno, della Val Leogra, della Val e della Val d'Astico. Questi territori dopo la seconda guerra mondiale hanno subito una progressiva perdita di popolazione (principalmente giovanile), a favore della pianura pedemontana vicentina, per effetto dello sviluppo industriale di quest'ultima. La perdita di presidio del territorio da parte della popolazione dedita ad attività agroforestali, ha contribuito al deterioramento dell'ambiente, che sommato ai cambiamenti climatici in atto, determina l'aumento dei rischi idro-geologici per il territorio stesso.

Premesso che l’interesse turistico per tutto l’Alto Vicentino, negli ultimi anni, ha mostrato un costante aumento perché contiene in sé contemporaneamente molteplici elementi in ambito ambientale, storico e culturale. Il territorio di Monte di Malo pur avendo tutti questi elementi presenti, non ha mai avuto in passato una vocazione turistica ed ancora oggi non ha preso coscienza di queste grandi potenzialità di cui dispone.

Premesso che la cultura ambientale, intesa come conoscenza dei temi legati alla sostenibilità ambientale, é alla base delle scelte e dei comportamenti eco sostenibili.

Premesso che nella “Buona Scuola” del MIUR si parte dalla consapevolezza che “i contesti e i territori diventano parte attiva di processi di costruzione del sapere e questa dimensione territoriale dell’educazione implica da un lato l’importanza delle reti locali per l’Educazione Ambientale, dall’altra il fondamentale ruolo delle Amministrazioni centrali nell’indicare i principi guida e le priorità tematiche globali da declinare nei contesti in cui si agisce”. In questo contesto la comunità è consapevole che l’educazione ambientale, per la natura complessa dei temi e per la necessità di un approccio olistico nell’affrontarli, non può risolversi nella trattazione all’interno di una singola disciplina, da parte di un solo insegnante, ma è necessario che sia il risultato di percorsi interdisciplinari e coordinati tra loro con l’ausilio di esperti esterni, in modo da coinvolgere i ragazzi della scuola nella realizzazione di attività partecipate e laboratoriali (per esempio il ripristino di sentieri), per motivare gli allievi e renderli protagonisti consapevoli sui temi della sostenibilità e sulle realtà

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Dato atto che la promozione e l’adozione dei principi di seguito enunciati dovrebbero favorire: l’incremento della popolazione residente, sia direttamente impegnata in attività nel territorio che pendolare; l’incremento della permanenza sul territorio di persone a fini turistici, ricreativi e culturali, che determineranno anche un aumento economico e di reddito per i residenti; il recupero del patrimonio edilizio rurale al fine di stabile residenza; l’incremento dell'occupazione in attività eco-sostenibili nel territorio; la coscienza nei cittadini di risiedere in un territorio privilegiato e da preservare; la riconoscibilità del Comune di Monte di Malo, all’esterno del suo territorio, per la sua qualità della vita ed il suo benessere inteso nel suo significato completo per l’essere umano.

Per tutte queste motivazioni il Consiglio comunale di Monte di Malo, sostenuto dai testimoni che hanno contribuito alla realizzazione di questo documento, adotta la Carta e propone delle linee guida per favorire questi obiettivi, per normare e favorire le eventuali richieste di “controesodo rurale”, per promuovere e sostenere tutte quelle attività agricole delle aziende o del privato cittadino che siano rispettose dell’ambiente, con tecniche agronomiche di lavorazione e coltivazione dei terreni ecologiche, compatibili e sostenibili con un minimo impatto ambientale.

Premesso che il vero marchio è la “testimonianza diretta”

Noi tutti, comunità Montemaladense, ci impegniamo a

- mantenere elevati livelli di FORMAZIONE: promuovere tutte le forme di formazione/educazione ambientale proponendo e sostenendo (anche in collaborazione con enti pubblici e privati) corsi, incontri, eventi che permettano una maggior diffusione tra i cittadini di una cultura ambientale e sostenibile che determini una sempre maggiore presa di coscienza dell’importanza del patrimonio presente nel nostro territorio con le sue potenziali capacità attrattive e di sviluppo comprese quelle forme di agricoltura naturale, ecologica e compatibile con l’ambiente circostante, che preveda in particolar modo l’assenza di sostanze chimiche e pesticidi; approfondire la figura di ANIMATORE RURALE, con lo scopo di promuovere l’agricoltura di qualità del e nel territorio comunale, figura locale e preparata di riferimento per agricoltori e appassionati; promuovere, in ogni contesto, l’educazione, la formazione e la conoscenza della Biodiversità, in particolare nelle scuole e tra le giovani generazioni, per contribuire a sviluppare la consapevolezza tra i propri cittadini; diffondere la conoscenza del territorio sotto il profilo ambientale, storico, culturale, sportivo, attraverso la promozione sia con strumenti tradizionali che con nuovi strumenti di rete e social network; offrire alla cittadinanza opportunità di approfondimento dei temi ambientali per favorire la proliferazione di stili di vita eco-sostenibili; promuovere continuamente la corretta differenziazione dei rifiuti, con l'obiettivo di ridurre il rifiuto secco, tramite formazione annuale con le scuole per sensibilizzare i ragazzi alla raccolta differenziata, proponendo progetti di alternanza scuola lavoro legati all’ambiente (in riferimento ai ragazzi delle Scuole Superiori), installando delle telecamere in prossimità delle isole ecologiche per identificare chi abbandona i rifiuti, premiando chi differenzia i rifiuti correttamente (ad esempio riducendo la tassa sui rifiuti) e punendo chi non la esegue correttamente (ad esempio aumentando la tassazione) oppure secondo altre modalità, informando i cittadini tramite il sito web del comune sul grado di raccolta differenziata del comune, rendendo obbligatorio per le manifestazioni come le sagre, l’utilizzo di posate e piatti biodegradabili per ridurre la plastica.

- investire nella SCUOLA: promuovere e supportare le scuole del territorio, di ogni ordine e grado, nel garantire una adeguata educazione ambientale/agricola dedicata alle nuove generazioni, impegnandosi a sostenere i progetti che

MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 33 di 194 verranno proposti nel territorio da enti, associazione, aziende agricole o privati cittadini in possesso dei requisiti, per quel che riguarda Asili nel Bosco, Scuole in Fattoria, Percorsi Natura, Fattorie Didattiche, Sportive e Sociali; proporre un servizio di Pedibus per i ragazzi che vanno a scuola e che vivono nei luoghi più accessibili; proporre l'introduzione, nelle scuole, come offerta formativa, l’educazione ambientale che è diventata così parte integrante delle attività curricolari della scuola primaria e secondaria, fino a a sostenere l’istituzione di un indirizzo per tutte le classi della Scuola Primaria e della Scuola Secondaria di Monte di Malo che affronti l’Ambiente e la sua Sostenibilità, in collaborazione con gruppi di volontari ed Associazioni/Cooperative competenti in materia; identificare spazi idonei per attività all’aperto dove realizzare una serra, strutturare un orto e dove ubicare casette realizzate con legni locali che possano funzionare da piccoli laboratori e deposito materiali; collaborare alla realizzazione di corsi di formazione per docenti della scuola primaria e secondaria sui temi della sostenibilità e dell’ambiente.

- creare una RETE: promuovere e garantire RETI di aggregazione fra agricoltori e/o privati cittadini appassionati, con realtà similari e competenti del territorio per uno scambio di saperi, abilità, metodi agronomici, controllo del territorio, ma anche di cultura generale e crescita sociale; promuovere un servizio di car sharing condiviso in tutto l’Alto Vicentino in collaborazione con altri comuni; promuovere ed organizzare gruppi di acquisto per macchine elettriche; impegnare infine, in rete con altri Comuni, all’attuazione di un Centro Diurno collegato alla Casa di Riposo oltre che a promuovere la condivisione di immobili e modalità di “bassa assistenza” (come ad esempio la badante di condominio/ contrada) per una maggior sostenibilità del sistema di aiuti alla popolazione anziana.

- potenziare le ATTIVITÀ COMMERCIALI, come l'AGRITURISMO, impegnandosi e proporre, in collaborazione con enti idonei e preposti, tutte quelle attività agri-turistiche rispettose del territorio per un turismo esperienziale, consapevole, lento ed ecologico; le STRUTTURE TEMPORANEE DI ACCOGLIENZA, dove sarà valutata, basandosi su precise norme e regolamenti comunali, la possibilità di creare delle adeguate strutture mobili e servizi igienici (non impattanti e con materiali naturali – es. casette di legno, serre …) dirette a soddisfare obiettive esigenze contingenti e temporanee, che dovranno essere rimosse al cessare dell’attività, che permettano lo svolgimento di attività educative, sociali, didattiche, ludiche, in ambienti coperti e riparati (visto il nostro clima) per l’accoglienza utenti; l'IMPRENDITORIA AGRICOLA GIOVANILE E FEMMINILE dove si promuoverà e si impegnerà con formazione, incentivi e patrocini, nei limiti delle possibilità economiche, a favorire progetti agricoli ecologici e compatibili con il territorio, proposti dai giovani per un cambio generazionale, con occhio di riguardo all’imprenditoria agricola femminile; le STRUTTURE DI ACCOGLIENZA DA REDDITO dove si promuoveranno tutte quelle forme di sostegno all’agricoltura che possano portare reddito come Agriturismi, B&B, Fattorie didattiche, Fattorie Sociali … per favorire un ricambio generazionale e incentivare la permanenza nel territorio delle aziende agricole; si promuoveranno strutture e attività regolamentate da norme comunali ben precise che prevedano parcheggi idonei e luoghi d’aggregazione che non disturbino la quiete pubblica; il MARCHIO LOCALE per promuovere la possibilità di creare un marchio locale per i prodotti agricoli del territorio che rispettino una eventuale CARTA ETICA DELL’AGRICOLTURA DI TERRITORIO, un “protocollo” di agricoltura naturale, ecologica, compatibile, nella varie forme di lavorazione agronomica (es. biologica, biodinamica, sinergica).

- promuovere un TURISMO ATTENTO E RISPETTOSO: incentivare servizi di ristorazione di qualità che propongano prodotti biologici e coltivati nel territorio, meglio se guidata dalla individuazione di un prodotto tipico locale; sviluppare la disponibilità di posti letto di carattere familiare o piccola impresa, come B&B, affitti brevi, per favorire la fruibilità del territorio ad un

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- istituire ORTI SOCIALI: promuovere, garantire e mediare eventuali richieste per “orti sociali”, provenienti dai cittadini del comune o da persone abitanti in città che non possiedono terreno, identificando e mappando delle aree adatte a tale scopo, sia su terreni comunali, sia prevedendo delle Associazioni Fondiarie o Associazioni Temporali di Scopo agricolo e/o Comodati d’Uso presso privati cittadini o aziende agricole.

- regolamentare la CACCIA: valutare la possibilità di interdire o limitare la caccia nei luoghi in prossimità di sentieri segnalati, asili e scuole rurali all’aperto e nelle varie forme di turismo sostenibile per la salvaguardia e il benessere degli utenti.

- promuovere la BIODIVERSITA' come valore sia a livello locale che globale, quale bene fondamentale e imprescindibile per lo sviluppo equilibrato della società umana nel suo complesso; attivare azioni mirate e specifiche, negli ambiti di propria competenza e in linea con gli indirizzi nazionali e internazionali, per migliorare e consolidare le condizioni locali degli habitat e delle specie, in particolare mettere in campo tutti gli sforzi necessari per supportare, conservare e migliorare lo stato della Rete Natura 2000 ricadente nel proprio territorio comunale e promuovere azioni locali di studio e approfondimento riguardanti gli habitat e le specie che interessano il proprio territorio comunale; promuovere presso le sagre o eventi di spettacoli pubblici, i prodotti locali, con uso di stoviglie ed attrezzatura biodegradabile;

- sostenere e “sorvegliare” affinché il COMUNE si impegni a fornire ad amministratori e dipendenti una continua formazione in tema di sviluppo sostenibile al fine di conformare l’operato dell’ente ai principi della carta; a valorizzare il servizio bibliotecario come risorsa culturale di base fruibile da tutta la cittadinanza, cercandone il costante miglioramento e operando per l’adeguamento degli spazi ad esso adibiti; ad individuare o formare figure professionali preparate nella ricerca e preparazione di bandi e finanziamenti privati e pubblici; a permettere il recupero di strutture pubbliche inutilizzate o sottoutilizzate (esempio le ex scuole di Faedo, di Priabona) ad uso turistico, culturale, promozionale ecc.; a divulgare il progetto e le potenzialità della zona in contesti esterni, facendo conoscere e condividendo obiettivi raggiunti e buone pratiche con altre Istituzioni, diventando un paese di riferimento nel territorio per i temi ambientali.

- favorire il mantenimento della POPOLAZIONE sul territorio per garantire il recupero del patrimonio edilizio rurale delle contrade favorendo il reinserimento di nuovi residenti, possibilmente abbinato a nuove attività agricole, agrituristiche e di servizi al turista; incentivare l’utilizzo della bici come mezzo ad emissioni zero, approfittando del trend che vede una crescita dell’utilizzo delle bici elettriche; promuovere l’attività fisica come opportunità per rimanere in forma e la mobilità sostenibile; favorire la coesione sociale come forza di una comunità che si espande, si migliora, vive il territorio e lo tutela come la propria

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- tutta la comunità è consapevole che il proprio territorio, sia sotto il profilo paesaggistico, sia sotto il profilo storico, costituisce un patrimonio di inestimabile valore e si impegna, quindi, a valorizzarlo e a promuoverne in ogni ambito la sua conoscenza, in tal modo diventa fondamentale trovare le modalità per valorizzare sottolineando L'IMPORTANZA STORICA, CULTURALE DEL TERRITORIO CON CONSEGUENTE SPINTA ALLA CURA DEL PAESAGGIO E DEL BELLO: adottare tutte le iniziative più opportune volte a sensibilizzare i cittadini sull’importanza di preservare e curare il territorio affinché esso possa diventare volano di crescita economica, culturale e turistica, nel rispetto e con il bilanciamento delle esigenze individuali e collettive e ispirandosi ai principi della sostenibilità ambientale; promuovere il recupero delle aree e delle contrade abbandonate, a mantenere praticabili e rintracciabili i sentieri e le aree di sosta, a creare aree attrezzate per famiglie e sportivi; promuovere nei cittadini la ricerca della bellezza e del decoro urbanistico e paesaggistico; promuovere e sostenere le associazioni tra cittadini che abbiano quale finalità quella di curare e preservare il proprio patrimonio storico – naturalistico; sostenere, anche economicamente, quanti si dedicano alla ricerca e allo studio della storia locale, incentivando ogni iniziativa atta alla sua valorizzazione e divulgazione; promuovere la realizzazione di percorsi nei luoghi di maggiore interesse storico, l’organizzazione di conferenze a tema, la redazione e la pubblicizzazione di stampe e opuscoli informativi sui temi di interesse storico rilevanti nell’ambito del territorio comunale;

- incentivare l’utilizzo delle forme di ENERGIA RINNOVABILE e sensibilizzare i cittadini al rispetto dell’ambiente: offrire dei contributi per l’adozione di soluzioni di energie rinnovabili (ad esempio pale eoliche), informare la cittadinanza sui vantaggi economici di soluzioni di riscaldamento alternative e di energie rinnovabili; informare e sensibilizzare la cittadinanza sulle modalità di smaltimento dell’amianto;

- avviare e promuovere l' ECONOMIA SOLIDALE, intendendo con economia solidale un sistema di relazioni economiche e sociali che pongono l'uomo e l'ambiente nel suo centro, proponendo modelli di produzione e consumo che, nel perseguire finalità sociali, rispettino come principi fondamentali anche la trasparenza del sistema produttivo, la partecipazione di lavoratori e cittadini ai momenti decisionali, la buona occupazione ed il senso del limite umano e naturale; dare atto che l'economia solidale si basa sui seguenti principi: ECO-COMPATIBILITÀ, TRASPARENZA, EQUITA’ e SOLIDARIETA’, BUONA OCCUPAZIONE e PARTECIPAZIONE e che, quindi, ha un ruolo fondamentale nel raggiungimento degli obiettivi dello sviluppo sostenibile, come testimoniato dalle numerose organizzazioni della società civile impegnate nel settore e come riconosciuto anche dall’Organizzazione delle Nazioni Unite; impegnarsi a sostenere la produzione agricola locale rispettosa dell’agrosistema e dell’ambiente, anche in considerazione del forte legame tra economica solidale, territorio ed

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Anche se le attività relative alla “Carta di Monte di Malo” si sono svolte indipendentemente dalla elaborazione del PAT, è evidente che comunque hanno comportato un benefico e positivo contributo.

Va inoltre ricordata la Relazione di sintesi sulla fase si consultazione sul Rapporto Ambientale Preliminare - fase 2 della DGRV n. 791/2010, allegato B1, redatta il 29.07.2016 ed inviata alla struttura regionale competente quale integrazione al Rapporto Ambientale Preliminare, poi approvato in data 7 dicembre 2016 con parere motivato n. 241 della Commissione regionale VAS.

Quadro di riferimento pianificatorio e programmatico

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) Il PTCP di Vicenza è stato approvato con la Delibera di Giunta Regionale del Veneto n. 708 del 2012. Il piano territoriale di coordinamento provinciale è uno strumento di indirizzo e coordinamento per l’attività pianificatoria comunale finalizzato alla tutela di quegli interessi pubblici che, per loro natura, hanno una dimensione sovracomunale sia sotto il profilo urbanistico in senso stretto sia in relazione alla tutela dell’ambiente in senso ampio.

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PTCP Carta dei Vincoli e della Pianificazione Legenda

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PTCP Carta delle Fragilità Legenda

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Legenda

Confine del PTCP

Confini comunali

Idr.ografia primaria (Art.29 - Art.10)

Id.rografia secondaria (Art.29 - Art.10)

Idr.ografia secondaria (Art.29 - Art.10)

PERICOLOSITA' IDRAULICA PAI (Art.10)

.P1

P2

.P3

P4

Aree fluviali

PERICOLOSITA' IDRAULICA MONTAGNA PAI (Art.10)

P1

P2

P3

RISCHIO IDRAULICO PIANO PROVINCIALE DI EMERGENZA (Art.10)

R1

R2

R3

R4

Aree esondabili o ristagno idrico (Art.10)

CASSE DI ESPANSIONE E BACINI DI LAMINAZIONE (DCP n.110 del 30/11/2010) Art. 10

Opere esistenti

. Opere proposte

PROVINCIA DI VICENZA Piano Area LL.PP. - Ambiente e Territorio - Territoriale Settore Urbanistica Coordinamento Contrà Gazzolle 1 - Tel. 0444.908.111 Provinciale

TAVOLA 2 5 SCALA 1:60.000

CARTA del RISCHIO IDRAULICO

APPROVATA CON D.G.R. 708/2012

ENEGO PRESIDENTE PROVINCIA E CISMON ASSESSORE PIANIFICAZIONE TERRITORIALE DEL GRAPPA GALLIO Dott. Schneck Attilio POVE SAN NAZARIODEL TONEZZA GRAPPA SEGRETARIO – DIRETTORE GENERALE DEL CIMONE Dott. Ma cchia Angelo CAMPOLONGO LAGHI SUL BRENTA COGOLLO DEL CENGIO ROMANO PROGETTISTI DEL PIA NO POSINA D'EZZELINO VELO D'ASTICO BASSANO DEL GRAPPA RESPONSABILE E COORDI NATORE LUGO D I PIOVENE SALCEDO VICENZA DEL PROGETTO DI PIANO VALLI DEL ROCCHETTE FARA PASUBIO CARRE' DIRIGENTE SE TTORE URBANISTICA VICENTINO Arch. Bavaresco Roberto Josè SCHIO ZANE' MASON ROSA' ROSSANO VICENTINO VENETO TEZZE SUL UFFICIO DI PIANO RECOARO MARANO BRENTA TERME SAN VITO DI VICENTINO Arch. Pellizzari Laura, Ing. Lovison Massimo, LEGUZZANO MONTECCHIO Dott.ssa Schiavoni M. Gabriella, Salerno Davide, PRECALCINO MALO Geom. Gasparotto Renato, Arch. Zorzan Chiara, MONTE DI MA LO Ing. Nichele Renzo, Geol. Lanaro Alessandro VALDAGNO ISOLA CORNEDO VICENTINA MONTICELLO CONTRIBUTI ALLA REDAZIONE ALTISSIMO VICENTINO CONTE OTTO BOLZANO Settore Lavori Pubblici VICENTINO Settore Ambiente SAN PIETRO MUSSOLINO QUINTO NOGAROLE Settore Cave – Miniere – Via e Biodiversità VICENTINO VICENTINO Settore Caccia e Pesca Settore Avvocatura SOVIZZCOREAZZO VICENZA TORRI DI CAMISANO Servizio Risorse Idriche Energetiche Alternative – VICENTINO QUARTESOLO Beni Ambientali e Progetti Comunitari MONTECCHIO GRUMOLO MAGGIORE ALTAVILLA DELLE ABBADESSE Servizio Protezione Civile VICENTINA GRISIGNANO MONTORSO DEL ZOCCO Servizio Trasporti AGGIORNAMENTO RAPPORTO AMBIENTALE e VALUTAZIONE INCIDENZA AMBIENTALE MONTEBELLO VICENTINO Dott.ssa Meneghetti Alessandra NANTO QUADRO CONOSCITIVO Ing. Lovison Massimo, Geom. Gasparotto Renato,

BARBARANO Dott. Baccara Matteo SAN GERMANVOILLAGA VICENTINO DEI BERICI SEGRETERIA DI PIANO Baccarin Vanna, Codardini Paola ORGIANO POIANA NOVENTA MAGGIORE VICENTINA PTCP Sistema Ambientale Legenda

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Ambito n. 14 “Prealpi Vicentine”

MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 48 di 194 L’atlante definisce questo ambito in parte montano e in parte collinare, con paesaggi prealpini. comprendente la parte ovest delle Prealpi della provincia di Vicenza ed è caratterizzato dall’alternarsi dei rilievi prealpini e di ampie valli che si aprono nell’alta pianura. La rilevanza naturalistico-ambientale dell’ambito è buona e determinata da una certa varietà di ambienti che dimostrano buona qualità. Oltre alla estesa presenza di boschi di latifoglie e castagneti si riscontrano numerosi vigneti e prati da sfalcio, associati all’economia montana e alle pratiche di allevamento, come testimoniato dalla rete di malghe. Tra le aree che si distinguono per la loro rilevanza naturalistico-ecologica si rilevano in particolare: i geositi Buso della Rana e Purga di Durlo, il torrente Valdiezza, le Poscole, i fossi di Vallugana, i fossi di Tezze ad Arzignano, le Spurghe di S. Urbano, le Rotte del Guà, il Monte Nero e i laghetti di Giulietta e Romeo. Il geosito Bus della Rana è la più grande cavità carsica italiana provvista di un solo ingresso; si sviluppa con diverse gallerie nel sottosuolo e dalla cavità esce il Rio Rana, risultato della raccolta delle acque dell’altipiano del Casaron-Faedo, che nel primo tratto attraversa un’area ad elevata naturalità. Nella zona settentrionale dell’ambito, a una quota che in generale va dai 600 agli 800 metri, ma anche lungo le dorsali nella porzione inferiore, sono molto diffuse le contrade rurali (in parte di origine cimbra come in Lessinia), con una distribuzione che privilegia le aree collinari meglio esposte (le più elevate si incontrano nel Comune di Crespadoro, dove raggiungono i 900 metri).

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Obiettivi ed indirizzi di qualità e tutela paesaggistica: 11a. Incentivare le attività agricole di sfalcio, identificando delle parti di territorio sulle quali concentrare gli sforzi contro il degrado del prato e del pascolo e l’avanzamento spontaneo del bosco. 11d. Individuare e incoraggiare specifiche attività turistiche e del tempo libero che garantiscano nuove forme di presidio del territorio agropastorale in declino, soprattutto nella parte altimetricamente più elevata dell’ambito.

Il Piano Tutela delle Acque Il Piano di Tutela delle acque individua lo stato ecologico e lo stato chimico dei corpi idrici nella Tavola A del Piano di Gestione 2015. Con DGR n. 1856 del 12/12/2015, la Giunta Regionale, sulla base dei dati ARPAV ha approvato la classificazione qualitativa dei corpi idrici superficiali. La tavola non è di immediata comprensione, mancando la definizione dei confini comunali, tuttavia è possibile individuare l’area ove ricade il Comune di Monte di Malo che peraltro dimostra uno stato con valori sufficienti e buoni come evidenziato negli estratti che seguono.

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La Carta della Pericolosità Geologica (tavola 1) rileva, a nord ovest e a sud est del territorio comunale, alcune zone/punti soggetti a fenomeni di dissesto franoso e fenomeni di instabilità.

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Il SIC IT 3220008 “Buso della Rana” è un sito puntuale, che si estende nel sottosuolo e rappresenta uno dei sistemi carsici più estesi ed interessanti d’Italia. Il sito ha un’estensione di 1 ettaro ed è localizzato ad una quota media di 420 m s.l.m.. Si tratta della più estesa grotta del Veneto, la prima nota per l’Italia, con un solo ingresso. Codice sito: 8310 Denominazione: Grotte non ancora sfruttate a livello turistico % copertura: 100. La qualità ed importanza del sito è legata alla presenza di entità troglobie di notevole interesse. Per quanto riguarda la fauna, le specie faunistiche elencate in Allegato II della Direttiva 92/43/CEE, e presenti nel sito, sono da segnalare, tra i mammiferi Miniopterus schereibersi e Rhinolophus hipposideros, tra gli invertrebrati Lucanus cervus e Austropotamobius pollipes. La vulnerabilità del sito è legata ad escursionismo, prelievo di fauna e flora rara ed endemica,

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Limite quantitativo massimo di consumo di suolo – L.R. 14/2017 La Legge Regionale 6 giugno 2017, n. 14 “Disposizioni per il contenimento del consumo del suolo e modifiche della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 - Norme per il governo del Territorio e in materia di paesaggio” detta norme di programmazione dell'uso del suolo volte ad una riduzione progressiva e controllata della superficie artificiale, alla tutela del paesaggio, delle reti ecologiche e delle superfici agricole e forestali, alla rinaturalizzazione di suolo impropriamente occupato. Con l'entrata in vigore, dopo la sua pubblicazione sul BUR Veneto n. 56 del 9 giugno e successivamente con DGRV n. 668 del 15 maggio 2018, la Regione ha inteso recepire quanto ormai da tempo era divenuto un fondamento per la Comunità europea, ovvero il riconoscimento del suolo come una risorsa essenzialmente non rinnovabile, caratterizzata da velocità di degrado potenzialmente rapide e processi di formazione e rigenerazione estremamente lenti. La pianificazione territoriale e urbanistica dovrà quindi privilegiare gli interventi di trasformazione urbanistico-edilizia all'interno degli ambiti di urbanizzazione consolidata che non comportano consumo di suolo, assicurando adeguati standard urbanistici nonché il recupero delle parti in condizioni di degrado o in stato di abbandono. Obiettivi della nuova pianificazione sono: • Ridurre progressivamente il consumo di suolo; • Promuovere e favorire l'utilizzo di pratiche agricole sostenibili;

MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 56 di 194 • Individuare le parti del territorio a pericolosità idraulica e geologica incentivandone la messa in sicurezza e valutando, ove necessario, il potenziamento idraulico e favorendo la demolizione dei manufatti che vi insistono e disciplinando l'eventuale riutilizzo (totale o parziale) della volumetria o della superficie dei manufatti demoliti negli ambiti di urbanizzazione consolidata o in aree appositamente individuate nel PI, mediante il riconoscimento di crediti edilizi o altre compensazioni; • Incentivare il recupero, il riuso, la riqualificazione e la valorizzazione degli ambiti di urbanizzazione consolidata; • Valorizzare le ville venete e il loro contesto paesaggistico; • Assicurare la trasparenza amministrativa e la partecipazione informata dei cittadini alle scelte di trasformazione urbanistico-edilizia; • Attivare forme di collaborazione pubblico-privato che contribuiscano alla riqualificazione del territorio. La DGRV n. 668 del 15 maggio 2018 (Individuazione della quantità massima di consumo di suolo ammesso nel territorio regionale ai sensi dell’articolo 4, comma 2, lettera a) della legge regionale 6 giugno 2017, n. 14) ha inoltre determinato la quantità massima di consumo di suolo per ogni singolo Comune, che dovrà quindi adeguarsi tramite Variante di recepimento dei propri strumenti pianificatori. Per il Comune di Monte di Malo è stata stabilita la quota di 4,51 ha.

Altri piani o progetti che interessano il Comune di Monte di Malo Il territorio comunale di Monte di Malo è interessato da alcuni piani-progetti che risulta importante evidenziare: - Parco ambientale in località Scarsi: sito individuato con la Variante al PRG 1/2014 (approvata), interessa un’area in passato interessata da concessione mineraria (miniera Canova) e di cava (Cava Scarsi) per l’estrazione di terre da sbianca e argille ferrifere. Il sito ha visto il susseguirsi di diversi provvedimenti da parte degli enti competenti per l’esatta ubicazione delle due attività che in un certo periodo risultavano parzialmente sovrapporsi. Nel tempo, i vari cantieri aperti per le attività sono stati in parte ricomposti ed in parte sono stati oggetto di naturale spontanea ricomposizione ambientale, ove le specie vegetali, colonizzando la superficie hanno posto rimedio agli scassi ed estrazioni di terreno praticati dalle attività. Nella porzione della cava Scarsi, oggi inattiva e con termine di ricomposizione 31/12/1989 i versanti risultano oramai rinaturalizzati e sul fondo cava si è formato un bacino lacustre che raccoglie le acque di sgrondo della cava e del vicino ex cantiere minerario. In quest’area trovano rifugio diverse specie di avifauna e, all’interno dell’invaso, di fauna ittica. La miniera Canova con Delibera di Giunta Regionale n. 1277 del 3 luglio 2012 è stata presa

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Da quanto sopra riportato si evince che la progettualità attiva sul territorio trova condivisione nei contenuti del PAT elaborato, dimostrandosi pienamente coerenti.

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Il presente capitolo sarà quindi strutturato in tre parti: l’analisi di coerenza interna, quella di coerenza esterna ed infine la verifica di sostenibilità degli obiettivi di piano. Si tratta di tre passaggi che possono essere interpretati in maniera “scalare”. La prima verifica di inquadra, infatti, in un contesto locale, allo scopo di comprendere come il piano interpreti gli obiettivi preposti. La seconda verifica, definita di coerenza esterna, si configura invece come un inquadramento del piano nel processo di gestione del territorio a scala territoriale, mentre la terza fase valutativa si colloca in un contesto globale di coerenza con i principi emergenti delle grandi tematiche e problematiche connesse al concetto di sviluppo sostenibile.

L’analisi della coerenza interna rappresenta un primo passo verso la valutazione dell’efficacia del piano. Tale valutazione parte infatti dall’analisi della corrispondenza tra criticità ambientali emergenti e obiettivi di piano. Si tratta quindi di un primo confronto tra gli obiettivi del piano e le azioni prefigurate. Questo tipo di valutazione assume una valenza cruciale proprio in relazione al fatto che da tale corrispondenza dipende l’efficacia del piano, quindi la sua valutazione positiva in merito alla risoluzione di problematiche ambientali concrete e documentate nel processo di VAS.

L’analisi della coerenza esterna si configura, invece, come un momento di confronto con la pianificazione sovraordinata o di settore, così da mettere in evidenza come lo strumento di governo del territorio locale si pone nei confronti delle strategie definite a livello territoriale, le eventuali sinergie o al contrario le possibili incoerenze. Si tratta di un’analisi che risulta implicita nel processo di piano, ma la cui verifica risulta in ogni caso fondamentale.

La verifica della sostenibilità degli obiettivi di piano costituisce un momento in cui andrà valutata la considerazione e lo spazio che il piano e l’organizzazione della città garantiranno alle tematiche emergente su scala globale. Si tratta quindi di verificare se e come il piano contribuisce alla risoluzione delle grandi problematiche e come si pone nel dibattito sulle emergenze non solo ambientali, ma anche economiche e sociali.

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Coerenza degli obiettivi di piano rispetto alle strategie dello stesso

La verifica della coerenza interna e della sostenibilità ambientale delle azioni di piano viene effettuata attraverso la valutazione della coerenza delle azioni di piano con gli obiettivi fissati nel PAT. La coerenza fra le azioni proposte dal piano e gli obiettivi costituisce il nesso logico tra l'interpretazione del contesto e le previsioni del PAT.

Le azioni di piano risultano coerenti con gli obiettivi definiti nella fase preliminare

Coerenza rispetto alla pianificazione sovraordinata e dei comuni limitrofi

Il quadro di riferimento della pianificazione urbanistica a scala territoriale deve essere analizzato, oltre che attraverso le direttive e norme che vengono direttamente indicate dagli strumenti di pianificazione regionale, provinciale e di settore, anche considerando le scelte effettuate dai comuni contermini. Tali scelte, infatti, richiedono coerenza e coordinamento e necessitano inoltre di una valutazione in termini di impatti indiretti, cioè generati esternamente al comune. Come dimostrato dall’analisi delle azioni previste dal piano, nessuna di queste si configura come capace di generare interferenze verso i comuni limitrofi; la scelta di operare in pianificazione concertata garantisce anche la coerenza delle scelte di Piano rispetto alle strategie identificate dagli strumenti di pianificazione sovralocale e dei comuni limitrofi rispetto ai quali non si rilevano elementi di contrasto o criticità.

Le azioni di piano risultano coerenti con gli obiettivi definiti dagli strumenti urbanistici sovralocali e con la pianificazione dei comuni limitrofi.

Coerenza rispetto ai principali obiettivi di sostenibilità

Questo tipo di valutazione assume come obiettivo la verifica della coerenza tra obiettivi, quindi azioni di piano, e i più generali principi di sostenibilità dello sviluppo. Questo tipo di valutazione è indipendente dai caratteri del territorio, ma risulta tra quelle preliminari in quanto costituisce la prima garanzia del rispetto di principi e standard non solo ambientali, ma anche sociali ed economici oggi irrinunciabili.

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Ridurre al minimo l’impiego di risorse energetiche non rinnovabili Un principio chiave dello sviluppo sostenibile afferma che le risorse non rinnovabili, quali combustibili fossili, giacimenti minerari e conglomerati, debbano essere utilizzate con saggezza e con parsimonia, ad un ritmo che non limiti le opportunità delle generazioni future.

Impiegare risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione L’impiego di risorse rinnovabili nelle attività antropiche è legato al grado di sostenere un carico massimo oltre il quale la risorsa si inizia a degradare. Se l’utilizzo delle risorse va oltre tale capacità e oltrepassa il limite di autogenerazione, si ha un degrado a lungo termine della risorsa. L’obiettivo di ogni azione di sviluppo deve pertanto mirare all’impiego delle risorse rinnovabili allo stesso ritmo (o possibilmente ad un ritmo inferiore) a quello della loro capacità di rigenerazione spontanea, in modo da conservare o anche aumentare le riserve di tali risorse per le generazioni future.

Gestire correttamente le sostanze e i rifiuti tossici e pericolosi In molte situazioni, è possibile utilizzare sostanze meno pericolose dal punto di vista ambientale, ed evitare o ridurre la produzione di rifiuti, in particolare quelli pericolosi. Un approccio sostenibile consisterà nell’impiego di fattori produttivi meno pericolosi dal punto di vista ambientale e nel ridurre al minimo la produzione di rifiuti adottando sistemi efficaci di progettazione di processi, gestione e controllo dell’inquinamento.

Conservare e migliorare lo stato della fauna e flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi Il principio fondamentale consiste nel conservare e migliorare le riserve e le qualità delle risorse del patrimonio naturale, a vantaggio delle generazioni presenti e future. Le risorse naturali in questione comprendono la flora e la fauna, le caratteristiche geologiche e geomorfologiche, le bellezze e le opportunità ricreative legate alla natura.

Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche Il suolo e le acque sono risorse naturali rinnovabili essenziali per la salute e la ricchezza dell’umanità. Esse possono essere seriamente minacciate a causa di attività estrattive, dell’erosione o dell’inquinamento. Il principio chiave consiste pertanto nel proteggere la quantità e qualità delle risorse esistenti e nel migliorare quelle che presentano allo stato attuale elementi di degrado.

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Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale La qualità di un ambiente locale è definita dalla qualità dell’aria, dal rumore ambiente, dalla gradevolezza paesaggistica. La qualità dell’ambiente locale è importantissima per le aree residenziali e per i luoghi destinati ad attività ricreative o di lavoro. Essa può cambiare rapidamente a seguito di cambiamenti del traffico, delle attività industriali, di attività edilizie o estrattive, della costruzione di nuovi edifici e infrastrutture e da aumenti generali del livello di attività, ad esempio da parte di visitatori. È inoltre possibile migliorare sostanzialmente un ambiente locale degradato con l’introduzione di nuovi sviluppi.

Proteggere l’atmosfera Uno degli elementi che hanno portato all’emergenza di uno sviluppo sostenibile è rappresentato dai problemi globali e regionali causati dalle emissioni nell’atmosfera. Le connessioni tra emissioni derivanti dalla combustione, piogge acide e acidificazione dei suoli e delle acque, come pure tra clorofluocarburi (CFC), distruzione dello strato di ozono ed effetti sulla salute umana sono state studiate negli anni Settanta e nei primi anni Ottanta. Successivamente è stato individuato il nesso tra anidride carbonica e altri gas di serra e cambiamenti climatici. Quelli derivanti dalle elevate concentrazioni di questi inquinanti, rappresentano impatti a lungo termine e pervasivi, che costituiscono una grave minaccia per le generazioni future.

Sensibilizzare alle tematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione in campo ambientale Il coinvolgimento di tutte le istanze economiche ai fini di conseguire uno sviluppo sostenibile è un elemento fondamentale dei principi istituiti a Rio (Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo, 1992). La consapevolezza dei problemi e delle opzioni disponibili è d’importanza decisiva: l’informazione, l’istruzione e la formazione in materia di gestione ambientale costituiscono elementi fondamentali ai fini di uno sviluppo sostenibile. Li si può realizzare con la diffusione dei risultati della ricerca, l’integrazione dei programmi ambientali nella formazione professionale, nelle scuole,

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Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile La dichiarazione di Rio (Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo, 1992) afferma che il coinvolgimento del pubblico e delle parti interessate dalle decisioni è un cardine dello sviluppo sostenibile. Il principale meccanismo a tal fine è la pubblica consultazione in fase di controllo dello sviluppo, e in particolare il coinvolgimento di terzi nella valutazione ambientale. Oltre a ciò, lo sviluppo sostenibile prevede un più ampio coinvolgimento del pubblico nella formulazione e messa in opera delle proposte di sviluppo, di modo che possa emergere un maggiore senso di appartenenza e di condivisione delle responsabilità.

Gli obiettivi e le azioni di piano risultano coerenti con gli obiettivi di sostenibilità riconosciuti a livello internazionale

MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 63 di 194 La metedologia di valutazione La determinazione e la valutazione di stato delle componenti ambientali, effettuata nel Quadro Conoscitivo, permettono di identificare le informazioni in grado di rappresentare e valutare lo stato del territorio e dei processi evolutivi che lo caratterizzano, costituendo al contempo il riferimento indispensabile per la definizione degli obiettivi e dei contenuti di piano per la valutazione di sostenibilità. In tale procedimento il Quadro Conoscitivo costituisce una sorta di catalogo delle informazioni, organizzato e sistematizzato al fine di documentare il complesso delle conoscenze territoriali disponibili. Come indicato nell’art. 50 - lettera f) della L.R. 11/04, la formazione del quadro conoscitivo deve necessariamente esplicitarsi nelle forme e nei contenuti, secondo le caratteristiche di ogni singolo ambito e livello territoriale esaminato, proponendo una lettura del territorio e delle sue componenti attraverso l’analisi di specifiche matrici ambientali, così individuate: 1) Aria 2) Clima 3) Acqua 4) Suolo e sottosuolo 5) Flora, fauna ed ecosistemi 6) Paesaggio e patrimonio 7) Agenti fisici 8) Economia e società

A ciascuna matrice sono stati associati specifici indicatori ambientali con lo scopo di rappresentare singolarmente, o in combinazione con altri parametri, gli aspetti strategici dell'organismo ambientale. La scelta degli indicatori ambientali rappresenta una fase delicata della procedura VAS, dalla quale dipende il successo del processo di valutazione stesso. In alcuni casi gli indicatori risultano comuni e il loro utilizzo consolidato, in altri si tratta di indicatori costruiti ad hoc per registrare peculiarità della realtà in esame. La suddivisione dei paragrafi corrisponde dunque alla descrizione di ciascuna componente ambientale considerata attraverso l’analisi di specifici indicatori, strutturati secondo il modello DPSIR (Driving forces, Pressures, States, Impact, Responses), utile anche per l’individuazione delle tendenze in atto. Tale schema, sviluppato in ambito EEA (Eupopean Enviroment Agency) ed adottato dall’ANPA (Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) per lo sviluppo del Sistema conoscitivo e dei controlli in campo ambientale, si basa su una struttura di relazioni causali di cui al seguente schema:

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• le Pressioni (sull’ambiente) sono costituite dai fattori di pressione ovvero dagli effetti delle diverse attività antropiche sull’ambiente (emissioni, consumi, rifiuti, uso del suolo, ecc.);

• lo Stato, rappresenta lo stato di qualità delle diverse componenti ambientali (qualità dell’aria, delle acque, del suolo, ecc.);

• gli Impatti, ovvero le variazioni di stato, le alterazioni prodotte dai fattori di pressione sulla qualità delle diverse componenti (effetti sulla salute, perdita di biodiversità, congestione, ecc.);

• le Risposte, sono le azioni che vengono intraprese per contrastare gli effetti generati dalle Determinanti, in modo da evitare/limitare la generazione delle pressioni; sono anche interventi di bonifica tesi a sanare situazioni ambientalmente insostenibili, così come misure di limitazione degli impatti.

SCHEMA DPSIR

FORZE RICHIEDONO DETERMINANTI IMPATTI

REGOLANO D -ELIMINANO I

MITIGANO

COMPENSANO

RISPOSTE

DETERMINANO GENERANO MIGLIORANO R RAFFORZANO RIDUCONO

PRESSIONI ALTERANO STATO

P S

L’analisi degli indicatori costruiti secondo la metodologia appena descritta risulta funzionale innanzitutto alla realizzazione del Rapporto sullo Stato Attuale. In altre parole, sulla base della presenza e gravità di fattori negativi relativamente a ciascun indicatore, viene attribuito un giudizio alle singole matrici ambientali che compongono il quadro di riferimento ambientale dello stato attuale. Se letti in maniera sistemica, i giudizi relativi alle singole matrici forniscono informazioni sulle criticità emergenti nei sistemi territoriali Ambiente, Insediamento e Relazioni.

MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 65 di 194 Al Rapporto sullo Stato Attuale segue la definizione e la valutazione degli scenari futuri. Proprio a fronte della necessità di valutare più alternative, per meglio definire e motivare le scelte di assetto del territorio in funzione di una maggiore sostenibilità ambientale, si descrivono due diversi scenari. Il primo è definito Alternativa 0 in quanto rappresenta un’ipotesi di “non intervento”. Esso è definito sulla base delle criticità emergenti dallo stato attuale, quindi delle dinamiche e dei trend riconoscibili, confrontate con le linee di gestione del territorio vigenti. Il secondo è invece lo scenario di piano e vede la simulazione delle linee di sviluppo definite dal P.A.T. per ciascuna delle matrici di valutazione. Ciascuna matrice è letta attraverso gli indicatori utilizzati nel Rapporto Stato Attuale e i giudizi attribuiti alle singole matrici. È sulla base del confronto tra i due scenari di sviluppo che deve essere valutata la sostenibilità e l’efficacia delle scelte di piano in relazione alle emergenze ambientali del territorio, proponendo, se necessario, alternative e misure di mitigazione. Il processo di valutazione si conclude con la definizione di uno strumento di monitoraggio che si configura come uno strumento di valutazione in grado di controllare le dinamiche relative alle componenti ambientali, in particolare quelle maggiormente critiche, in modo tale da consentire la verifica dell’efficacia di piano nonché l’eventuale “correzione” delle linee di sviluppo definite.

Analisi dello stato attuale dell’ambiente Nel presente capitolo si riporta l’indagine conoscitiva del territorio comunale effettuata sulle componenti ambientali che completano lo stato dell’ambiente dal punto di vista economico, sociale e naturale. Lo scopo dell’analisi sullo stato di fatto è quello di avere una chiara rappresentazione della qualità ambientale di partenza, necessaria sia per conoscere le diverse componenti ambientali in gioco e garantire al pianificatore una loro corretta interpretazione, sia per effettuare una mirata valutazione degli obiettivi e delle azioni del Piano in rapporto ai possibili impatti che si determinano sulle matrici ambientali. Il presente capitolo costituisce quindi la descrizione dell’ambiente nel Comune di Monte di Malo, ricostruito sulla base delle informazioni raccolte da diverse fonti (ARPAV, Regione, Provincia, Comune, ecc...) e dalle indagini specialistiche redatte in sede di Piano. Per ogni matrice ambientale, come preannunciato nel capitolo precedente, sono stati individuati specifici indicatori che caratterizzano le matrici stesse. Tali indicatori sono stati scelti secondo due parametri: sulle criticità/problematiche presenti in ambito comunale e sugli aspetti che maggiormente caratterizzano il territorio ma che sono potenzialmente vulnerabili alle azioni di piano.

MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 66 di 194 Occorre però evidenziare che nell’esaminare alcuni indicatori o tematiche sono stati riscontrate delle difficoltà che non hanno permesso un ulteriore e adeguato livello di approfondimento. Ciò è stato dovuto in particolare ad una carenza di elementi utili e il più possibile aggiornati per la loro valutazione. Tuttavia l’analisi in questione è stata assestata e ricalibrata sulla base dell’effettivo reperimento dei dati inerenti a parametri ambientali recenti, e sulla necessità di definire in modo oggettivo e razionale il set di indicatori proposti. Ne deriva che la presente analisi, oltre ad una struttura utile per ricercare i possibili impatti derivanti dall’attuazione delle scelte pianificatorie, si è declinata in una utile base di riferimento per l’Amministrazione Comunale in merito alle peculiarità ambientali, sociali ed economiche del territorio di Monte di Malo. L’analisi delle componenti ambientali e socio-economiche è stata dunque organizzata con l’intento di individuare il complesso delle criticità e delle emergenze (intese come valenze peculiari da tutelare) presenti nel territorio, per disporre di una base conoscitiva adeguata a informare correttamente le scelte di piano. Per la valutazione di ogni indicatore ci si è avvalsi di singoli giudizi e pesi attribuiti secondo un criterio il più possibile oggettivo e quantitativo: ciò consente di valutare in modo complessivo e proporzionato la matrice ambientale indagata secondo i singoli indicatori che la compongono.

buono

discreto INDICATORI MATRICI cattivo

Aria

L’inquinamento atmosferico è definito dalla normativa italiana come “ogni modificazione della normale composizione o stato fisico dell'aria atmosferica, dovuta alla presenza nella stessa di una o più sostanze con qualità e caratteristiche tali da alterare le normali condizioni ambientali e di salubrità dell’aria; da costituire pericolo, ovvero pregiudizio diretto o indiretto per la salute dell’uomo; da compromettere le attività ricreative e gli altri usi legittimi dell'ambiente; da alterare le risorse biologiche ed i beni materiali pubblici e privati”. L'importanza di determinare la concentrazione degli inquinanti atmosferici è legata quindi alla loro capacità di influenzare la salute degli esseri viventi e dell'ambiente in generale. Per questa ragione

MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 67 di 194 si ritiene che l’indagine relativa a questa componente ambientale sia fondamentale non solo per verificare lo stato della qualità dell’aria, ma in particolare per indagare quali siano le principali fonti emissive presenti nel territorio in esame, al fine di confrontarle con gli elementi progettuali che andranno a delinearsi in sede formazione del Piano: è da ricordare, infatti, che la previsione di nuovi edifici e la riqualificazione di quelli esistenti, la riorganizzazione del sistema della mobilità e del sistema del verde possono incidere positivamente o negativamente sulla componente ambientale stessa. Su queste premesse, l’analisi della matrice Aria è dunque affidata ad indicatori inerenti alla qualità atmosferica ed all’eventuale alterazione della stessa ad opera di inquinanti derivanti dalle attività antropiche e/o imputabili a fenomeni naturali, in particolare al monossido di carbonio, al biossido di azoto e alle polveri sottili. Le fonti informative utilizzate per l’analisi della matrice in questione fanno particolare riferimento alle campagne di monitoraggio effettuate da ARPAV nell’ambito più prossimo al territorio in esame (stazione di Schio). È in ogni caso da sottolineare che le cause imputabili all’andamento della qualità dell’aria non possono essere circoscritte ai soli confini amministrativi delle singole realtà territoriali, in questo caso al Comune di Monte di Malo, ma si collocano in uno scenario ben più ampio di carattere inter-regionale.

La zonizzazione regionale La valutazione della qualità dell’aria si effettua mediante la verifica del rispetto dei valori limite degli inquinanti, ma anche attraverso la conoscenza delle sorgenti di emissione e della loro dislocazione sul territorio, tenendo conto dell’orografia, delle condizioni meteoclimatiche, della distribuzione della popolazione, degli insediamenti produttivi. Il Decreto Legislativo n.155/2010 stabilisce che le Regioni redigano un progetto di riesame della zonizzazione del territorio regionale sulla base dei criteri individuati in Appendice I al decreto stesso. Nella Regione Veneto tale zonizzazione era stata approvata con Deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n.3195/2006 ed è stata poi sottoposta ad un progetto di riesame in ottemperanza alle disposizioni del Decreto Legislativo n.155/2010, redatto da ARPAV - Servizio Osservatorio Aria, in accordo con l'Unità Complessa Tutela Atmosfera. Una differenza sostanziale rispetto alla metodologia del 2006 consiste nel fatto che i Comuni non sono stati riclassificati sulla base dei monitoraggi della qualità dell’aria, ma solamente in base ai criteri definiti dall’Appendice I al D. Lgs. 155/2010, e principalmente riconducibili alle caratteristiche orografiche e meteoclimatiche, al carico emissivo ed al grado di urbanizzazione del territorio. Ciascun agglomerato corrisponde ad una zona con popolazione residente superiore a 250.000 abitanti, ed è costituito da un'area urbana principale e dall'insieme delle aree urbane minori che

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La qualità dell’aria L’ARPAV (Osservatorio Regionale Aria) si è occupato dell’aggiornamento dell'elenco regionale delle fonti di emissione e della predisposizione della Relazione Annuale sulla qualità dell'aria. Nella Provincia di Vicenza sono state utilizzate sette stazioni, che hanno coperto complessivamente gli inquinanti indagati (PM10, biossido di azoto e monossido di carbonio) per cinque comuni. Per il Comune di Monte di Malo non ci sono centraline di monitoraggio: la più vicina si colloca infatti nel Comune di Schio. In relazione alla vicinanza rispetto al territorio analizzato, verranno di seguito assunti i dati di rilevazione forniti dalla stazione Schio facendo riferimento al monitoraggio condotto nel 2016 e negli anni precedenti.

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Rete di monitoraggio della qualità dell’aria (ARPAV, 2016)

Monossido di carbonio (CO) Il monossido di carbonio, noto anche come ossido di carbonio, è uno degli inquinanti atmosferici più diffusi. È un gas tossico, incolore, inodore e insapore, che viene prodotto ogni volta che una sostanza contenente carbonio brucia in maniera incompleta. È più leggero dell’aria e si diffonde rapidamente negli ambienti, inoltre, in ambito urbano, la sorgente principale è attribuita al traffico veicolare, le cui concentrazioni più elevate si possono rilevare nelle ore di punta. Facendo riferimento alla Relazione Regionale sulla qualità dell’aria (ARPAV, 2016), non si rilevano dati inerenti all’andamento dei livelli di inquinante presente nell’aria in quanto, in tutti i punti di campionamento, non si sono registrati superamenti del limite di 10 mg/m3, calcolato come valore massimo giornaliero su medie mobili di 8 ore. Per tale ragione, considerati i livelli di CO, ARPAV ha ridotto gradualmente i punti di campionamento, essendo le concentrazioni rilevate inferiori alle soglie di valutazione inferiore di 5 mg/m3.

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Una valutazione dettagliata è invece desunta dal Monitoraggio della qualità dell’aria effettuato dalle stazioni fisse della Provincia di Vicenza. Analizzando la stazione di Schio nella serie storica 2004- 2014, si rileva che la massima media mobile di monossido di carbonio si è mantenuta nettamente al di sotto del limite previsto dal D.Lgs. 155/2010.

Stazione di Schio: andamento del Monossido di Carbonio. Massima media mobile serie nella storica (2004-2014)

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Medie annuali di Biossido di azoto (ARPAV, 2016)

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Tale andamento è confermato anche dai rilievi effettuati nella serie storica per la stazione di Schio, come di seguito riportato.

Stazione di Schio: andamento del Biossidi di Azoto. Massimo orario annuale nella serie nella storica (1998-2014)

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Stazione di Schio: andamento del Biossidi di Azoto. Media annuale nella serie nella storica (1991-2014)

Polveri Sottili (PM10)

Le polveri sottili PM10 fanno parte di tutte quelle particelle solide o liquide disperse nell'aria che respiriamo. Escluse quelle di origine naturale (ceneri, polline...) le polveri più inquinanti, e pericolose, sono quelle originate da sorgenti come autoveicoli, industrie e cantieri. La loro pericolosità è inversamente proporzionale alle loro dimensioni: quelle con un diametro maggiore di 30 micron (milionesimo di metro) vengono fermate nella parte alta dell'albero respiratorio e poi espulse con la tosse; quelle con un diametro inferiore a 10 micron (caratterizzate dalla sigla PM10 o PM2,5 se di dimensioni ancora più piccole), invece, riescono a raggiungere i tratti successivi delle vie respiratorie, dai bronchi sino agli alveoli polmonari. Tuttavia la loro presenza, anche in questo caso, è strettamente legata al traffico veicolare. Come per l’inquinante precedente, le concentrazioni rilevate per la stazione di Schio non evidenziano superamenti del valore limite annuale di 40 μg/m3, né del valore limite giornaliero di 50 μg/m3.

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Medie annuali confrontate con il valore limite per la protezione della salute umana (ARPAV, 2016)

Superamenti del valore limite giornaliero (in rosso) per la protezione della salute umana (ARPAV, 2016)

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Tale andamento è confermato anche dal monitoraggio effettuato nella serie storica 2004-2014, come di seguito riportato.

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Stazione di Schio: andamento del PM10. Media annuale nella serie nella storica (2004-2014)

Stazione di Schio: andamento del PM10. Nr. di giorni di superamento del limite previsto per la media giornaliera nella serie nella storica (2004-2014)

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Per il Comune di Monte di Malo la valutazione della matrice ambientale “Aria” assume un giudizio positivo. L’analisi degli indicatori scelti non ha evidenziato particolari criticità, registrando valori al di sotto delle soglie stabilite dalla normativa vigente in materia. Anche se questi fanno riferimento alla stazione di monitoraggio di Schio (stazione più vicina al territorio analizzato) è possibile attribuire analogo giudizio anche per il Comune di Monte di Malo. È importante ricordare che la questione atmosferica non può essere ricondotta al mero confine amministrativo, ma interessa congiuntamente ambiti ben più ampi in grado di interferire sui livelli di inquinante presente. Le azioni da intraprendere a scala comunale dovrebbero infatti rientrare, per essere efficaci, in un Piano di Azione coordinato a scala almeno provinciale, se non a livello di bacino aerologico omogeneo. Inoltre è importante disporre di dati locali, anche mediante rilevamenti periodici con stazioni mobili, al fine di sensibilizzare la popolazione sull’andamento degli inquinanti e sulle cause di tali fenomeni.

Sintesi degli indicatori valutati

Monossido di Carbonio (CO) Tipo di indicatore Stato Unità di misura µg/m3 Fonte Campagna di monitoraggio ARPAV Metodo di misura Si misura a livello puntuale attraverso apposite centraline

3 Media annuale < di 5 µg/m3

Criteri di valutazione 2 Media annuale compresa tra 5 e 10 µg/m3

1 Media annuale > di 10 µg/m3 (soglia stabilita dal D.Lgs. 155/2010)

Biossido di Azoto (NO2) Tipo di indicatore Stato Unità di misura µg/m3 Fonte Campagna di monitoraggio ARPAV Metodo di misura Si misura a livello puntuale attraverso apposite centraline

3 Media annuale < di 30 µg/m3

Criteri di valutazione 2 Media annuale compresa tra 30 e 40 µg/m3

1 Media annuale > di 40 µg/m3 (soglia stabilita dal D.Lgs. 155/2010)

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3 Media annuale < di 30 µg/m3

Criteri di valutazione 2 Media annuale compresa tra 30 e 40 µg/m3

1 Media annuale > di 40 µg/m3 (soglia stabilita dal D.Lgs. 155/2010)

Valutazione della matrice ambientale “Aria”

Indicatore Giudizio Motivazione La concentrazione media annuale registrata Monossido di Carbonio (CO) nella stazione di Schio (ultima rilevazione) è inferiore ai 5 µg/m3 La concentrazione media annuale registrata Biossido di Azoto (NO2) nella stazione di Schio (ultima rilevazione) è inferiore ai 30 µg/m3 La concentrazione media annuale registrata Polveri sottili (PM10) nella stazione di Schio (ultima rilevazione) è inferiore ai 30 µg/m3

Va in ogni caso considerato che il Comune di Monte di Malo è ubicato ad una quota più elevata rispetto al Comune di Schio, luogo dove sono stati rilevati i dati, ed è inoltre caratterizzato da una pressione antropica minore. Per questo motivo, probabilmente, qualora i dati relativi alla qualità dell’aria fossero monitorati specificatamente sul territorio di Monte di Malo si avrebbe una qualità ancora migliore.

Clima

La matrice Clima è analizzata sulla base di un unico indicatore: il livello di ozono. Esso rappresenta uno dei fattori responsabili delle modificazioni climatiche su scala territoriale, nonché un potenziale inquinante per la salute dell’uomo e per l’ambiente. L'ozono è un componente gassoso dell'atmosfera, prodotto direttamente dalle fonti di emissione antropiche o naturali. Le condizioni più favorevoli per la sua formazione si verificano durante la

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Ozono (O3) L’ozono, presente negli strati alti dell'atmosfera, si forma mediante processi naturali ed è indispensabile per l'assorbimento dei raggi ultravioletti, quello che si forma in prossimità del suolo è di origine antropica ed è estremamente dannoso. L'ozono è un composto fondamentale nel meccanismo di formazione dello smog fotochimico e la sua concentrazione è legata all’intensità della radiazione solare, particolarmente elevata nel periodo estivo. L’analisi dei dati di ozono parte dall’esame del monitoraggio sui superamenti della soglia di informazione, stabilita a 180 μg/m3 e definita come il livello oltre il quale vi è un rischio per la salute umana, in caso di esposizione di breve durata e per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione, e della soglia di allarme di 240 μg/m3 definita come il livello oltre il quale vi è un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata. Come nel caso della precedente matrice, per dettagliare maggiormente la trattazione, si sono analizzate le campagne di monitoraggio condotte da ARPAV per la stazione di Schio. L’analisi eseguita da ARPAV per la Provincia di Vicenza (Relazione sulla qualità dell’aria 2014-2015) ha evidenziato, per la stazione di Schio, il superamento della soglia d’informazione per tutto il range temporale considerato. Per quanto riguarda la soglia di allarme (corrispondente a 240 µg/m3) non si è registrato il superamento dei livelli dettati dalla normativa vigente negli ultimi anni (2007-2014), assumendo un valore massimo orario di 225 µg/m3 nel 2014.

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Massimo valore orario nell’arco dell’anno. Dati storici di Schio

Per un’analisi più appropriata, facendo riferimento all’ultimo Rapporto sulla qualità dell’aria (ARPAV, 2016), si rileva che per la stazione di Schio la soglia di informazione è stata superata in 16 giorni durante l’anno di monitoraggio, registrando anche un superamento del valore obiettivo per 55 giorni. Non si sono invece registrati superamenti della soglia di allarme, potendo così ipotizzare un valore massimo di concentrazione per l’anno 2016 inferiore ai 240 µg/m3.

Superamenti orari della soglia di informazione per la protezione della salute umana (180 µg/m3)

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Giorni di superamento dell’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana (120 µg/m3)

Analisi della matrice ambientale: valutazioni conclusive

I dati forniti per la stazione di Schio rilevano un valore massimo orario di 225 µg/m3 per il 2014, registrando un superamento della sola soglia di informazione. Analoga situazione può essere desunta dal monitoraggio effettuato nel 2016 la cui soglia è stata superata per 16 gg/anno con valori

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Sintesi dell’indicatore valutato

Livelli di Ozono (O3) Tipo di indicatore Stato Unità di misura µg/m3 Fonte Campagna di monitoraggio ARPAV Metodo di misura Si misura a livello puntuale attraverso apposite centraline

3 Massimo valore orario/anno < di 180 µg/m3

Criteri di valutazione 2 Massimo valore orario/anno compreso tra 180 e 239 µg/m3

1 Massimo valore orario/anno ≥ di 240 µg/m3

Valutazione della matrice ambientale “Clima”

Indicatore Giudizio Motivazione Massimo valore orario/anno compreso tra 180 Livelli di Ozono (O3) e 239 µg/m3

Va in ogni caso considerato che il Comune di Monte di Malo è ubicato ad una quota più elevata rispetto al Comune di Schio, luogo dove sono stati rilevati i dati, ed è inoltre caratterizzato da una pressione antropica minore. Per questo motivo, probabilmente, qualora i dati fossero monitorati specificatamente sul territorio di Monte di Malo si avrebbe una qualità migliore.

Acqua

L’acqua è considerata una risorsa finita non riproducibile, meritevole di essere usufruita in modo sostenibile ed equilibrato dalla popolazione. Per questi motivi diventa importante evidenziare le relazioni che questa risorsa conserva con le altre componenti ambientali: essa mantiene una forte interazione con la componente atmosfera per i fenomeni correlati al ciclo idrologico, con la componente suolo e sottosuolo per l’interazione diretta tra le componenti, con il sistema della flora,

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Le acque superficiali La rete idrografica del Comune di Monte di Malo non è caratterizzata dalla presenza di grandi corsi d’acqua, data l’orografia e le caratteristiche idrogeologiche (carsismo). I principali corsi d’acqua del sistema idrografico del Comune di Monte di Malo sono infatti i torrenti Poscola, Rana, Valle Grande, Valle Pisciolone.

Tuttavia è possibile suddividere il reticolo idrografico superficiale in funzione dell’ambiente collinare e di pianura che caratterizza il territorio.

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Le acque sotterranee L’idrografia del territorio comunale è caratterizzata da percorsi idrici di tipo carsico e da sistemi acquiferi a falde freatiche. Riprendendo la relazione geologica allegata al piano, si evidenzia che nelle aree collinari prevale il ruscellamento superficiale lungo sistemi torrentizi relativamente brevi. Una certa quantità d’acqua comunque segue percorsi ipogei lungo sistemi carsici o lungo zone particolarmente alterate (strato regolitico). Nel primo caso la presenza d’acqua è legata alla coltre argillosa che funge da substrato impermeabile all’incarsimento delle acque; nel secondo caso la roccia intensamente alterata è sede di percorsi sotterranei, che possono interessare tutto il versante o solo parte di questo a seconda del tipo di formazioni affioranti e del grado di alterazione della roccia. Dal punto di vista idrogeologico, questi altopiani e rilievi carsici sono distinti da una elevata permeabilità secondaria per fessurazione e carsismo e l’acquifero sotterraneo costituisce sicuramente l’acquifero principale della zona collinare. Il territorio comunale presenta inoltre alcune delle cavità ipogee più importanti in Italia concentrate nell’altipiano carsico Faedo-Casaron, mentre nella zona di Monte Piano, le cavità hanno lunghezza e profondità molto più ridotte. Fra le varie cavità conosciute si annoverano il Buso della Rana, la Grotta della Poscola e il Buco del Soglio. Il Buso della Rana è la maggiore grotta in Italia fornita di un solo ingresso. Ha uno sviluppo di circa 24 km e un dislivello positivo di 225 m. La Grotta della Poscola si trova nella parte meridionale dell’Altopiano Carsico del Faedo-Casaron di cui è il maggiore esautore. Ha una lunghezza di circa 1,2 km ed un dislivello di circa 20 m. Il Buco del Soglio si trova in corrispondenza della parete che sovrasta contrada Mondini. Ha una lunghezza di circa 450-500 m ed un dislivello di circa 40 m.

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Rete acquedottistica e fognaria Gran parte degli insediamenti del comune di Monte di Malo sono serviti dalla rete acquedottistica pubblica che si estende per 77,142 m e caratterizzata da condotte di adduzione e di distribuzione. Essa si appoggia, per la maggior parte, sulla viabilità principale per poi diramarsi secondo le direttrici di sviluppo degli insediamenti, fino a raggiungere i nuclei o le case sparse attraverso condotte secondarie che ne consentono il servizio. 2013 2014 2015 2016 2017 Utenti allacciati 2655 2665 2737 2707 2705 Popolazione residente 2918 2.907 2.885 2.867 2837 Percentuale utenti serviti 90,98% 91,67% 94,87% 94,41% 95,34%

Sulla base dei dati forniti dall’ente gestore del servizio idrico (VIACQUA) è possibile rintracciare le utenze servite dalla rete acquedottistica così suddivise: 2013 2014 2015 2016 2017 Uso domestico residente 140.064 135.705 138.074 134.696 135.811 Uso diverso 83.435 81.841 83.849 85.625 83.780 Zootecnico 15.813 11.041 14.574 16.400 15.190 Altre tipologie 264 410 253 387 979 Totale (mc) 239.576 228.997 236.750 237.108 235.760

Con riferimento alla serie storica 2013 – 2017, i dati forniti dal gestore del servizio idrico permettono di leggere un andamento altalenante dei consumi medi idrici giornalieri come meglio dimostrato nel grafico che segue.

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Media dei consumi idrici giornalieri (mc/giorno)

Le informazioni relative al numero di utenti serviti dalla rete acquedottistica nel quinquennio 2013 – 2017, consentono di valutare il consumo di acqua pro-capite riferito ai residenti per la serie storica considerata. Dall’elaborazione dei dati è possibile leggere un lieve ma non significativo incremento del consumo della risorsa idrica nell’ultimo triennio – dimostrato anche dai dati riportati in tabella – nonostante si evidenzi una diminuzione della popolazione residente. Tuttavia i valori risultano nettamente al di sotto sia della soglia dei 182 l/ab die (considerato target di consumo medio nazionale).

2013 2014 2015 2016 2017 Consumi annuali (litri) 140.064.000 135.705.000 138.074.000 134.696.000 135.811.000 Residenti serviti (ab) 2918 2907 2885 2867 2837 Consumi procapite (l/ab die) 131 127 131 128 131

Rispetto alla rete acquedottistica, l’estensione della rete fognaria risulta per lo più limitata agli insediamenti posti sulla viabilità principale e si sviluppa per 23.382 m, suddivisa in linee miste e linee nere. Dallo schema della rete fognaria prodotta dall’ente gestore si rileva come il sistema interessa in maniera parziale l’insediamento: ciò è dovuto alla diffusione di impianti di smaltimento individuali o a servizio delle singole lottizzazioni.

Analisi dell’indicatore: valutazioni conclusive

Lo stato della matrice Acqua non evidenzia particolari criticità per il territorio comunale. Esso infatti presenta un’adeguata caratterizzazione sia in termini qualitativi che quantitativi. Tuttavia emerge che il sistema di distribuzione delle acque consta di una rete di distribuzione che serve completamente il territorio, a differenza del sistema fognario che è solo in parte completo.

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Consumo di acqua pro-capite Tipo di indicatore Pressione Unità di misura l/ab die Fonte Dati Ente Gestore del servizio idrico Si misura rapportando il consumo totale annuo agli abitanti ed ai diversi settori Metodo di misura economici

3 Consumo idrico < 182 l/ab die (valore nazionale)

Criteri di valutazione 2 Consumo idrico compreso tra i 182 ed i 241 l/ab die

1 Consumo idrico > 241 l/ab die

Copertura rete acquedottistica Tipo di indicatore Pressione Unità di misura % Fonte Dati Ente Gestore del servizio idrico Si stima la percentuale di popolazione residente servita dalla rete Metodo di misura acquedottistica

3 Copertura rete acquedottistica > 80 %

Criteri di valutazione 2 Copertura rete acquedottistica compresa tra il 80 ed il 60 %

1 Copertura rete acquedottistica < 60 %

Copertura rete fognaria Tipo di indicatore Pressione Unità di misura % Fonte Dati Ente Gestore del servizio idrico Metodo di misura Si stima la percentuale di popolazione residente servita dalla rete fognaria

3 Copertura rete fognaria > 80 %

Criteri di valutazione 2 Copertura rete fognaria compresa tra il 80 ed il 60 %

1 Copertura rete fognaria < 60 %

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Al 2017 si rileva un consumo idrico di 131 l/ab die, Consumo di acqua pro-capite nettamente inferiore al target medio nazionale.

Facendo riferimento agli utenti allacciati, il territorio Copertura rete acquedottistica comunale risulta quasi completamente servito dalla rete acquedottistica Nonostante l’assenza di specifici dati in relazione agli utenti allacciati al servizio fognario, le Copertura rete fognaria informazioni fornite dall’ente gestore consentono di evidenziare una modesta copertura della rete fognaria rispetto ai residenti.

Suolo e sottosuolo

La componente ambientale “Suolo e Sottosuolo” necessita, al fine di caratterizzarne la situazione ambientale, dello studio di molteplici aspetti specifici che si basano sulla distinzione, indubbiamente schematica, tra suolo, considerato come “pellicola” superficiale e che in termini di utilizzo coincide con il suolo agricolo, e il sottosuolo, considerata come la componente “strutturale” del territorio. Il suolo è una risorsa limitata, composto da particelle minerali, sostanza organica, acqua aria ed organismi viventi, occupa lo strato superficiale della crosta terrestre e ricopre 1/16 della superficie del pianeta come una coltre molto sottile. Le problematiche legate all’uso del suolo per lo svolgimento di attività antropiche sono numerose e spesso intimamente legate le une alle altre. In un territorio intensamente urbanizzato come quello italiano, esse riguardano l’impermeabilizzazione del suolo, la contaminazione, la riduzione di fertilità dovuta all’errata gestione, la perdita irreversibile a causa di fenomeni di origine naturale come la franosità e l’erosione, ed altri fenomeni di degrado come l’acidificazione, la salinizzazione e la compattazione. In molti casi i suoli presentano una capacità naturale di attenuazione dei processi di degradazione, ma quando tale capacità viene compromessa, la perdita diventa difficilmente contenibile e la risorsa irrecuperabile. L’analisi consente dunque di definire un quadro generale delle principali criticità che caratterizzano la risorsa nel territorio di Monte di Malo. Per queste ragioni l’obiettivo della caratterizzazione della matrice ambientale è da ricondursi nell'individuazione delle modifiche che qualsiasi intervento antropico può causare sull’evoluzione dei processi geomorfologici (esogeni ed endogeni) e la determinazione della compatibilità delle azioni progettuali con l'equilibrata utilizzazione delle risorse naturali. Sotto questo punto di vista la componente ambientale è analizzata assumendo come

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Inquadramento geomorfologico Il territorio del Comune di Monte di Malo ha una estensione di 23,77 kmq, all’interno del quale sono riconoscibili diverse morfologie quali: altopiano carsico e rilievo, versanti collinari e fondovalle. Relativamente all’altopiano carsico e rilievo, si evidenzia una morfologia condizionata dalla litologia del substrato presente, costituito essenzialmente da rocce calcaree. Questa morfologia è tipica del complesso di Monte Faedo – Casaron, della conca dei Campipiani, della propaggine settentrionale del Monte Pulgo e del versante nord – orientale del Monte Pian. La presenza di rocce calcaree poggianti su un substrato impermeabile di vulcaniti argillificate, ha favorito lo sviluppo del carsismo. In particolare l’altopiano del complesso di Monte Faedo – Casaron, presenta tutti gli aspetti tipici del carsismo: assenza di idrografia superficiale, presenza di doline, inghiottitoi e pozzi. Il passaggio dalle ripide pareti rocciose al sottostante versante collinare è contrassegnato da una spessa e tendenzialmente continua coltre detritica di versante e da estesi corpi di frana. Il versante collinare è caratterizzato dalla presenza di un substrato erodibile, costituito da vulcaniti e prodotti vulcanoclastici, elementi che determinano una morfologia ondulata. Sono presenti anche locali tratti ad elevata acclività. Il fondovalle è caratterizzato da ampie superfici pianeggianti di origine alluvionale con depositi pedecollinari e di conoide. Nel territorio comunale sono presenti differenti tipologie litologiche come meglio specificato di seguito. Depositi della copertura e degli accumuli di frana - coperture colluviali prevalentemente granulari, diffuse soprattutto in corrispondenza di un sottostante substrato calcareo e coperture colluviali prevalentemente fini, ben rappresentate sulla fascia pedecollinare e sul fondovalle del torrente Poscola. Le caratteristiche geotecniche di questi depositi sono da considerare mediocri e/o scadenti. - materiali granulari di accumulo detritico di versante e/o di frana: costituiscono una fascia quasi continua ai piedi delle pareti delimitanti l’altopiano calcareo del Monte Faedo – Casaron. Le caratteristiche geotecniche variano da mediocri a scadenti.

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Con riferimento alla relazione geologica redatta dal Geol. Marcato allegata al PAT, si riportano di seguito alcuni approfondimenti circa la geomorfologia del territorio desunta dalla “Carta delle unità geomorfologiche”. Il Comune di Monte di Malo si trova in corrispondenza della parte meridionale dei Lessini Vicentini. In particolare all'estremità nord occidentale con il colore viola sono rappresentati i territori di età permomesozoici affioranti nel recoarese (Barbieri et al. 1980); con il colore rosa sono riportati i “Rilievi e altopiani prealpini della formazione strutturale carbonatica Mesozoica modellati su rocce resistenti a prevalente morfologia glaciale e carsica (Garda, Lessini, Altopiano di Asiago, M. Grappa, Cansiglio)”, esterni all’area oggetto di indagine. In verde sono riportati i “Depositi Fluviali della pianura alluvionale recente (Po, Adige, Bacchiglione, Brenta, Piave, Livenza, Tagliamento)” caratterizzati da campitura verde ed esterni all’area oggetto di indagine; in rosso e in nero segmentato i lineamenti tettonici. Le linee di colore nero evidenziano le principali creste e dorsali di displuvio.

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In base alla carta delle unità geomorfologiche della Regione Veneto il comune di Monte di Malo si trova al limite fra i “Rilievi collinari pre-alpini modellati su intrusioni ed effusioni paleovulcaniche terziarie (colli Berici, Colli Euganei, Lessini Orientali)” e la zona più prettamente pianeggiante caratterizzata da “Depositi fluvio-glaciali a alluvionali antichi e recenti delle vallate alpine e pre-alpine e della fascia di conoidi pedemontane (Pleistocene e Olocene) (Adige, Garda, Valli Lessinee, Agno, Chiampo, Astico, Brenta, Piave, Livenza, Tagliamento)” caratterizzate da campitura gialla.

Pericolosità idrogeologica Dall’analisi della Carta delle Fragilità del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), il Comune di Monte di Malo risulta essere soggetto a fenomeni diffusi di frana specie nelle aree in rilievo. Tuttavia, come desunto anche dalla lettura della Carta della pericolosità geologica del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI), sono presenti “le zone di pericolosità e attenzione geologica”, in

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L’Autorità di Bacino (2012) riporta inoltre diverse aree interessate da fenomeni gravitativi nel territorio comunale come di seguito dettagliato.

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Carta dell’uso del suo lo agricolo (Fonte: analisi agronomica, Viero 2018)

La sostenibilità dell’utilizzo dei suoli è letta in relazione ai caratteri degli stessi così come definiti dalla Carta dei Suoli del Veneto. Quest’ultima fornisce, per ciascuna tipologia di suolo, la cosiddetta capacità d’uso a fini agro forestali: essa è definita come la potenzialità del suolo a ospitare e favorire l’accrescimento di piante coltivate e spontanee. Solo se le colture sono condotte nel rispetto dei limiti intrinseci determinati dalle proprietà dei suoli è possibile un’agricoltura sostenibile e in equilibrio con le risorse naturali, in particolare con la preservazione della matrice suolo-sottosuolo.

MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 97 di 194 Nell’immagine seguente è riportata la classificazione delle capacità d’uso dei suoli fornita dalla Carta dei suoli del Veneto con l’evidenziazione delle classi di appartenenza dei suoli presenti nel territorio di Monte di Malo e le relative limitazioni di utilizzo.

Pascolo Coltivazioni agricole

Classi di capacità d’uso

Ambiente naturale Ambiente Forestazione Limitato Moderato Intenso Limitate Moderate Intensive intensive Molto I

II

III

IV

V

VI

VII

VIII

Carta dei suoli – Regione Veneto. Struttura della valutazione dei suoli in base alla loro capacità d’uso.

Secondo questa categorizzazione i suoli del territorio di Monte di Malo risultano appartenenti alla classe III e VII, ovvero a suoli che presentano limitazioni e che li rendono utilizzabili per la coltivazione di tipo moderate, e limitando il loro uso al pascolo, al bosco o alla vegetazione spontanea. Le maggiori limitazioni sono quindi riconducibili ai caratteri del suolo (quali profondità, lavorabilità, rocciosità, pietrosità superficiale) e al rischio di erosione (determinato da pendenza e franosità). L’agricoltura non appare orientata a colture intensive ma preserva l’antico legame con i prati stabili, i quali risultano costellati da piccoli appezzamenti a vigneto, oliveto e frutteto oltre ad estesi ambiti di seminativi non irrigui. In riferimento alla capacità d’uso del suolo, quindi alla sostenibilità dello stesso, è necessario affrontare il tema del consumo di suolo. Nel territorio in questione non è possibile leggere livelli di urbanizzazione elevati, soprattutto in rapporto alla disponibilità di territorio agricolo, ma appaiono evidenti le criticità legate al fenomeno dell’edilizia diffusa. Come evidenzia l’analisi agronomica, si assiste, in tutto il territorio, alla replicazione di un modello insediativo diffuso, determinando così elevati livelli di frammentazione del tessuto agricolo oltre che di consumo di suolo. Riprendendo le analisi condotte per il PAT, allo stato attuale risulta che complessivamente la SAU disponibile è pari a circa 9.429 ha, mentre la SAU trasformabile è di 68.192 mq (6,8192 ha).

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I_ d______d__ 'A( d___ Come già anticipato, il dimensionamento del PAT deve forzatamente essere conforme alla determinazione della Regione Veneto che con DGR n. 668/2018 ha fissato il limite di ha. 4,51 di superficie fruibile, che definisce all’art. 2 comma 1° lettera c) della L.R. 14/17 il consumo del suolo come: - l’incremento della superficie naturale e seminaturale interessata da interventi di impermeabilizzazione del suolo, o da interventi di copertura artificiale, scavo o rimozione, che ne compromettano le funzioni eco-sistemiche e le potenzialità produttive; il calcolo del consumo di suolo si ricava dal bilancio tra le predette superfici e quelle ripristinate a superficie naturale e seminaturale; definisce inoltre come: - superficie naturale e seminaturale: tutte le superfici non impermeabilizzate, comprese quelle situate all’interno degli ambiti di urbanizzazione consolidata e utilizzate, o destinate, a verde pubblico o ad uso pubblico, quelle costituenti continuità ambientale, ecologica e naturalistica con le superfici esterne della medesima natura, nonché quelle destinate all’attività agricola;

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Gli allevamenti zootecnici Gli allevamenti, specie quelli intensivi, rappresentano attività e usi del suolo che possono influire significativamente sugli equilibri ambientali soprattutto in presenza di impianti obsoleti. Per tale ragione è importante analizzare la presenza di allevamenti nel territorio, avendo cura di individuare quelli classificabili come intensivi nonché di valutare l’entità e la tipologia degli elementi di interferenza all’interno della relativa fascia di rispetto. L’analisi agronomica allegata al PAT ha individuato come la zootecnica da latte rappresenti l’attività prevalente (13 aziende su 23 totali, pari al 56,5%). Tra queste solo un’azienda con allevamento in stabulazione libera ha una consistenza superiore ai 50 capi in lattazione, altri due allevamenti in stabulazione libera superano invece solo i 30 capi, mentre negli altri casi gli animali vengono allevati ancora in stabulazione fissa e hanno consistenze inferiori a 30 capi. Per quanto riguarda gli altri generi di allevamenti rilevati, come consistenza emergono su tutte un’azienda di bovini da ingrasso con 560 capi (situata nel fondovalle pianeggiante), una di vitelli a carne bianca con una consistenza di 660 capi (anche questa sita nel fondovalle pianeggiante), due di suini da ingrasso di cui una da 600 capi e l’altra da 1200 capi (entrambe site nella media collina), mentre tutte le altre tipologie di allevamento censite sono di ridotta/marginale consistenza. Di seguito si riporta l’elenco la categorizzazione delle aziende secondo le specie allevate.

Specie allevata Numero allevamenti Capi totali Vacche 13 281 Suini 2 1800 Vitelli di carne bianca 1 660 Uccelli coppie 1 40 Polli 1 5000 Pecore 1 9 Lepri coppie 1 10 Conigli fattrici 1 240 Cavalli 1 10 Bovini da ingrasso 1 530

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L’analisi della matrice “Suolo e Sottosuolo” evidenzia in primis criticità connesse alla presenza di aree e/o fenomeni di pericolosità idraulica e geologica, specie nei confronti del tessuto urbanizzato. Per quanto concerne l’attuale uso del suolo, in relazione ai caratteri intrinseci del territorio, la cui morfologia ha determinato il mantenimento della superficie boschiva negli ambiti più acclivi, si registra un’estesa e diffusa presenza di prati stabili. Il prato stabile acquisisce una valenza non solo produttiva ma anche ecologica: la sua capacità di fissare nel suolo ingenti quantità di carbonio, sottraendo CO2 dall’atmosfera, grazie alle pratiche agricole di cui il prato necessita. L’immagazzinamento di anidride carbonica nel suolo non determina solamente un elemento positivo in relazione alla lotta al cambiamento climatico, ma comporta anche un aumento della fertilità del suolo grazie all’incremento della sostanza organica (humus). Infine si evidenzia una problematica particolarmente diffusa e generalizzata: la dispersione insediativa. Il modello insediativo che si è consolidato nel tempo vede infatti una crescente diffusione a partire dai centri abitati maggiormente consolidati. Il consumo di suolo raggiunto costituisce quindi un fenomeno che dovrà trovare un necessario contenimento del futuro più prossimo.

Sintesi degli indicatori valutati

Rischio idrogeologico Tipo di indicatore Stato Unità di misura Presenza/Assenza Fonte Analisi geologiche Si misura rilevando e monitorando le frane presenti nel territorio e all’eventuale Metodo di misura rischio connesso Nessun ambito a rischio idrogeologico presente e/o attivazione di 3 interventi destinati alla mitigazione del rischio Presenza di ambiti a rischio idrogeologico anche in corrispondenza

Criteri di valutazione 2 di ambiti edificati e definizione di misure destinate alla mitigazione del rischio Presenza di ambiti a rischio idrogeologico in corrispondenza di 1 ambiti edificati e assenza di misure destinate alla mitigazione del rischio

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3 ICS<0,5=territorio prevalentemente integro

Criteri di valutazione 2 0,51=territorio antropizzato

1 ICS>1=territorio prevalentemente antropizzato

Ai fini del monitoraggio e dell’analisi dello stato futuro dell’ambiente a seguito delle trasformazioni attuate, il parametro SAU viene considerato allo scopo di valutare l’andamento dell’utilizzo effettivo del suolo.

Densità di urbanizzazione Tipo di indicatore Impatti Unità di misura % Fonte Analisi comunali Si misura attraverso il rapporto in percentuale tra la Superficie Urbanizzata e la Metodo di misura Superficie Territoriale

3 Bassa densità di urbanizzazione (<10%)

Criteri di valutazione 2 Media densità di urbanizzazione (10% - 30%)

1 Alta densità di urbanizzazione (> 30%)

Valutazione della matrice ambientale “Suolo e Sottosuolo”

Indicatore Giudizio Motivazione Si rileva la presenza diffusa di zone di attenzione Rischio idrogeologico geologica e soggette a dissesto idrogeologico, anche in presenza di tessuti urbanizzati. Il territorio urbanizzato è caratterizzato dalla presenza di numerosi nuclei di edificazione diffusa, Indice di utilizzo del suolo oltre che al riconoscimento del tessuto consolidato. Tuttavia, rispetto alla SAU, il territorio risulta prevalentemente integro. (ICS=0,18) Il territorio comunale presenta una bassa densità di Densità di urbanizzazione urbanizzazione rispetto alla superficie territoriale. (densità = 7%)

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Negli ultimi anni il concetto di biodiversità, ed in particolare la consapevolezza della rilevanza del valore degli elementi che la compongono, ha assunto una notevole importanza. Le differenti elaborazioni del concetto di biodiversità hanno portato alla definizione, adottata nel 1992 dalla Convenzione delle Nazione Unite sulla Diversità Biologica di Rio de Janeiro, secondo cui per biodiversità deve intendersi “la variabilità fra tutti gli organismi viventi inclusi, ovviamente, quelli del sottosuolo, dell’’aria, degli ecosistemi acquativi e terrestri, marini ed i complessi ecologici dei quali sono parte” (UNEP, 1992). La Convenzione sulla Biodiversità, oltre ad affermare il valore intrinseco della diversità biologica e dei suoi vari componenti, stabilisce anche l’esigenza fondamentale di conservazione in situ degli ecosistemi e degli habitat naturali con mantenimento e ricostruzione delle popolazioni di specie virali nei lori ambienti naturali. Con la Conferenza, tenutasi dieci anni dopo a Johannesburg, si è evidenziata l’importanza della biodiversità su scala globale e si è stabilito di mettere in opera una serie di azioni al fine di ridurre la perdita di biodiversità in atto, provocata dalle attività umane. Al fine di garantire la diversità specifica delle specie animali è importante quindi pianificare la gestione del territorio in modo da mantenere un’alta variabilità degli habitat degli animali stessi. Ciò avviene grazie ad una conoscenza approfondita dell’ambiente, attraverso la quale è possibile comprendere l’interazione dello stesso con le attività antropiche. Per queste ragioni gli indicatori della matrice Flora e Fauna e Biodiversità tendono alla determinazione della qualità e della vulnerabilità ecologica del territorio comunale: essi indagano sia sulla presenza di elementi o ambiti con particolare valore floristico e vegetazionale, sia sulla ricchezza ecosistemica del territorio e quindi sulla sua capacità di garantire la vita a specie selvatiche. L’analisi della matrice pone quindi il suo focus nelle peculiarità ecosistemiche che caratterizzano il territorio comunale, attraverso l’analisi degli aspetti peculiari che lo caratterizzano.

Il soprassuolo forestale Il territorio comunale di Monte di Malo è caratterizzato da estese aree boscate, registrando situazioni di vera e propria naturalità in quanto offrono uno spazio vitale a numerose piante e animali svolgendo, soprattutto, una funzione chiave quale serbatoi temporanei di carbonio. Proprio per garantire un elevato livello di naturalità, l’analisi delle superfici boschive riveste un ruolo strategico per l’individuazione di azioni volte alla loro salvaguardia attraverso l’indagine sulla loro integrità, consistenza e fragilità.

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Tipologia forestale % copertura Arbusteto 0,13 Castagneto dei substrati magmatici 10,17 Castagneto dei suoli mesici 24,56 Ostrio-querceto tipico 55,96 Robinieto 8,83 Rovereto tipico 0,34

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Carta delle categorie forestali

Il pregio delle formazioni forestali Il pregio delle formazioni forestali deriva essenzialmente dall’incrocio di due livelli informativi: il valore vegetazionale e il valore floristico. Il pregio floristico è correlato alla presenza di specie di pregio floristico; la sua caratterizzazione viene determinata facendo riferimento alle specie presenti nell’insieme dei rilievi floristici riferibili all’unità vegetazionale, prevedendo tre classi di valore: - alta: potenziale presenza di più di una specie ritenuta pregiata; - media: potenziale presenza di 1 specie ritenuta pregiata; - bassa: potenziale assenza di specie ritenute pregiate. Con questa informazione è possibile generare una carta della potenziale presenza delle specie floristiche ritenute pregiate.

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Carta del valore floristico

Il pregio vegetazionale è invece legato alla presenza di habitat ritenuti pregiati proprio perché ambienti non usuali. Viene espresso da un aggettivo (alto, medio, basso) che considera sinteticamente l’importanza fitogeografica dell’unità e la sua eventuale posizione extrazonale, in altre parole la sua presenza in ambienti diversi da quelli propri della formazione. Con quest’informazione è possibile generare una carta degli habitat ritenuti pregiati.

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Carta del valore vegetazionale

Analizzando gli aspetti floristico-vegetazionali riferiti alle categorie forestali presenti, il territorio comunale di Monte di Malo è caratterizzato da un alto valore floristico e da un medio valore vegetazionale. In particolare il valore floristico assume importanza in relazione all’estesa e variegata superficie forestale delle quote più elevate, caratterizzate dall’alternanza di castagneti e rovereti e dagli orno-ostrieti e orno-quarceti.

La biodiversità La biodiversità indica la variabilità genetica di una specie presente in un determinato ambiente, correlata alla dimensione dell’area in esame e al tempo di colonizzazione: la conservazione della diversità biologica presuppone, dunque, la salvaguardia in sito degli ecosistemi e degli habitat naturali, nonché il mantenimento e la ricostruzione delle popolazioni di specie vitali nei loro ambienti naturali.

MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 107 di 194 Il territorio di Monte di Malo è caratterizzato dalla presenza di due importanti siti, quali il SIC IT3220008 “Buso della Rana” ed il SIC IT3220039 “Biotopo Le Poscole”. Entrambi i siti fanno parte di un sistema coerente di aree denominato “Rete Natura 2000”, istituite dall’Unione Europea al fine di promuovere la tutela e la conservazione della diversità biologica presente nel territorio degli Stati membri. Tali aree rappresentano biotopi di dimensioni variabili, caratterizzati dalla presenza di specie di flora e fauna meritevoli di conservazione in quanto di “interesse comunitario”. Il Buso della Rana è una cavità labirintica ad andamento sub-orizzontale percorsa da numerosi torrenti, situata nella zona collinare posta tra Monte di Malo e Cornedo Vicentino e rappresenta la maggiore cavità veneta, con oltre 25 chilometri di sviluppo nel sottosuolo. La grotta si è formata entro il tavolato carbonatico delle Calcareniti di Castelgomberto ed in parte nella Formazione di Priabona, ma la caratteristica che la rende unica è la presenza di un substrato basaltico impermeabile che ha determinato uno sviluppo prevalentemente orizzontale delle gallerie attive e di quelle fossili, ormai abbandonate dall’acqua. Il contingente floristico degli ambienti di grotta è generalmente rappresentato da pochissime forme di vegetali (alghe, briofite, qualche specie di felce), quasi tutte relegate in prossimità dell’entrata della cavità dove la luce soffusa permette ancora lo svolgimento della fotosintesi. All’interno, lontano da sorgenti luminose, la componente vegetale è completamente assente. Gli aspetti più interessanti sono, al contrario, legati alla fauna cavernicola, in parte endemica e comunque altamente specializzata. Questa è composta principalmente da invertebrati che vivono esclusivamente all’interno delle cavità o nelle acque sotterranee. Tra questi si rinvengono soprattutto alcuni coleotteri saprofagi o carnivori (Bathysciinae e Trechinae) che hanno una distribuzione piuttosto limitata. Tra i mammiferi, diverse specie di pipistrelli svernano e si riproducono all’interno delle grotte, tra cui si ricordano il Miniottero (Miniopterus schreibersi) e il Ferro di cavallo maggiore (Rhinolophus hipposideros), la più grande specie europea del genere Rhinolophus, che forma colonie di decine di esemplari. La colonia di Ferro di cavallo maggiore presente al Buso della Rana rappresenta una delle colonie di svernamento più importanti in tutto il Nord-Est Italiano.

Il biotopo “Le Poscole” è un agrobiotopo con ampi tratti di corso d'acqua di origine carsica (grotta della Poscola) che origina situazioni a prato umido (Molinio-Arrhenetheretea) accompagnati a boschi con facies a BuglossoidoOstryetum.

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La biopermeabilità La biopermeabilità è definita come la quota percentuale di usi del suolo giudicati biopermeabili in una determinata porzione territoriale. L’applicazione concreta del concetto di biopermeabilità permette di conoscere, sulla base di un approccio immediato, quelle aree che possono assolvere meglio di ogni altra (antropizzazioni intensive, infrastrutturazioni e forme di produzione agricola intensive) alle funzioni di collegamento ecologico per le componenti faunistiche e per la tutela della biodiversità. Attraverso le varie categorie dell’uso del suolo è stato possibile individuare gli elementi che determinano un buon grado di biopermeabilità nel territorio comunale, quali: - aree a vegetazione boschiva e arbustiva; - aree prevalentemente occupate da colture agricole con spazi naturali; - corsi d'acqua e canali; - prati stabili. Nel territorio di Monte di Malo, a rivestire un ruolo di fondamentale importanza nella determinazione di un’alta biopermeabilità è la presenza considerevole ambiti a vegetazione boschiva e di prati stabili. In particolare i prati stabili rivestono un importante ruolo di zone rifugio di biodiversità; sono coltivazioni di essenze erbacee appartenenti a varie specie, per un periodo minimo di almeno una decina di anni, ma che possono perdurare nei secoli. I prati stabili non subiscono il dissodamento e su di essi cresce una ricca comunità di flora spontanea. Ospitano specie di notevole interesse e, per questo motivo, sostengono anche una ricca comunità di fauna selvatica con molte specie di farfalle, invertebrati del sottosuolo e piccoli mammiferi. Inoltre, i semi e gli insetti dei prati forniscono un’importante fonte alimentare per gli uccelli. I prati stabili (solitamente gestiti in regime irriguo) sono mantenuti esclusivamente attraverso lo sfalcio e la concimazione. La loro coltivazione, infatti, non necessita dell’utilizzo di pesticidi e diserbanti, mentre di norma per la concimazione si fa ricorso al letame. Ciò determina una netta riduzione dell’inquinamento (dell’atmosfera, delle acque e del suolo) e un aumento della fertilità del suolo agrario grazie all’aumento della sostanza organica (humus). Ne deriva che la conservazione di campi coltivati con tecniche meno impattanti, siepi e gruppi arborei costituiscono elementi sui quali

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Analisi della matrice ambientale: valutazioni conclusive

L’analisi della matrice evidenzia maggiori criticità in ambito pianeggiante dove risultano, seppur in modo contenuto, diffuse le aree antropizzate e ridotte quelle naturali. Questo ambito viene classificato come dissipatore, in quanto risultano maggiormente frammentati tutti gli elementi che garantiscono gli equilibri ecologici. L’ambito pianeggiante appare infatti maggiormente antropizzato con la presenza di un reticolo stradale e nuclei insediativi di diverse dimensioni e densità, registrando modesti livelli di frammentazione del mosaico ambientale.

Il bilancio ambientale ed ecologico risulta comunque equilibrato sia dalla presenza di un territorio collinare, in cui permangono elementi naturali sufficientemente ampi e articolati, e sia dalla presenza considerevole di prati stabili. L’entità degli elementi di frammentazione risulta in ogni caso tale da non inficiare la connettività ecologica locale.

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Indice di superficie forestale Tipo di indicatore Stato Unità di misura % Fonte Carta Forestale e Analisi agronomiche Si misura attraverso la determinazione della percentuale di copertura forestale Metodo di misura rispetto alla superfice comunale

3 copertura forestale > 40%

Criteri di valutazione 2 Copertura forestale compresa tra il 30% ed il 40%

1 Copertura forestale < 30%

Aree trasformate in zone di pregio ambientale Tipo di indicatore Pressione Unità di misura mq Fonte Analisi comunale Si misura indagando la superfice di aree trasformate ricadenti in zone di pregio Metodo di misura naturalistico-ambientale

3 Assenza di aree trasformate in zone di pregio ambientale

Criteri di valutazione 2 Presenza modesta di aree trasformate in zone di pregio ambientale

1 Presenza di estese aree trasformate in zone di pregio ambientale

Grado di conservazione degli habitat di interesse comunitario Tipo di indicatore Stato Unità di misura Presenza/assenza - numero Fonte Cartografia degli habitat – Regione Veneto Si misura indagando la presenza o assenza di SIC-ZPS e di habitat oltre che il Metodo di misura grado di conservazione globale attribuito a ciascun habitat. Prevalenza di habitat di interesse comunitario con grado di 3 conservazione globale buono o eccellente Prevalenza di habitat di interesse comunitario con grado di Criteri di valutazione 2 conservazione globale medio o ridotto

1 Prevalenza di ambiti agricoli in area SIC-ZPS

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Indicatore Giudizio Motivazione Il territorio comunale, nella sua totalità, Indice di superficie forestale presenta un’estesa copertura boschiva (circa 46%) Si rileva la presenza, seppur limitata, di nuclei di edificazione diffusa nell’Altopiano Faedo- Aree trasformate in aree di pregio Casaron ed, in particolare, un ambito di ambientale urbanizzazione consolidata (Priabona) in corrispondenza del biotopo “Le Poscole” Si rileva la presenza di habitat di interesse Grado di conservazione degli habitat di comunitario con un buon grado di interesse comunitario conservazione

Paesaggio e patrimonio

La matrice paesaggistica assume rilevanza non solo come elemento complementare ai fini della valorizzazione del sistema ambientale, bensì come componente identitaria e culturale della popolazione insita nel territorio analizzato. Solitamente la percezione e l’immagine di un luogo si consolida attraverso elementi materiali e immateriali che si possono percepire e che, combinandosi tra di loro, formano l’immagine complessiva del territorio. In altre parole, il paesaggio può essere interpretato come “sistema di tutte le componenti ambientali” e filtrato attraverso un soggetto culturale specifico: in tal senso ogni fattore che esercita un impatto sul territorio esercita potenzialmente un impatto anche sul paesaggio. Allo stesso modo, la lettura del patrimonio del territorio analizzato prende avvio dall’identificazione di tutte quelle risorse diffuse o puntuali proprie del luogo, includendo non solo quelle definite di pregio ma anche quelle legate alla tradizione e alla storia del luogo. In questo contesto si ritorna a parlare di paesaggio, inteso come complesso di elementi compositivi, i beni culturali e antropici, e dalle relazioni che li legano. Pertanto non si ritiene opportuno approfondire tutti i fattori di pressione che possono interagire sulla risorsa in questione, bensì si ritiene sufficiente analizzare gli elementi che permettono di caratterizzarne lo stato e le risposte per il controllo e la tutela. La matrice in questione è dunque analizzata attraverso l’individuazione dei caratteri paesaggistici del territorio di Monte di Malo e la valutazione del loro stato di conservazione e riconoscibilità.

MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 112 di 194 Il sistema paesaggistico Il Comune di Monte di Malo si inserisce nella fascia collinare compresa tra il Passo Zovo e il Passo di Priabona, media dorsale collinare che si dirama a nord dal gruppo del Sengio Alto (Pasubio- Piccole Dolomiti) e che prosegue a sud con le ultime propaggini, dette monti Castellari, fino a --Vicenza. La grande variabilità morfologica dei luoghi, determinata da numerosi avvallamenti con tratti tipici del paesaggio carsico in alcune porzioni del territorio, nonché la vicinanza alla pianura e lo sfondo sulle montagne rappresentano elementi di qualificazione ambientale. Il paesaggio più ricorrente è l’alternanza tra campi coltivati ed ampi spazi naturali o rinaturalizzati, oltre che al sistema delle contrade. Nel complesso e variegato sistema paesaggistico emergono inoltre alcune emergenze ambientali-paesaggistiche che caratterizzano il territorio comunale meritevoli di tutela e valorizzazione, quali: - il Buso della Rana, una rete di grotte e cunicoli sotterranei che si insinuano sotto l’Altopiano del Faedo Casaròn e sono inserite nell’elenco sei Siti di Interesse comunitario (SIC T3220008): si tratta di una cavità labirintica ad andamento sub-orizzontale percorsa da numerosi torrenti. - l’appartenenza di una porzione del territorio comunale meridionale al SIC IT3220039 Biotopo “Le Poscole” definito Area nucleo nella rete ecologica del PTCP, mentre le aree limitrofe rientrano nelle Stepping stone. - le continuità delle aree boscate dell’altopiano del Faedo, quale straordinaria risorsa ambientale e paesaggistica; - l’antico assetto idraulico che alimentava i molini comunali; - il territorio collinare caratterizzato da una stratificazione insediativa ancora riconoscibile (chiese, percorsi, fontane, ecc); - i grandi alberi individuati dal PTCP nel monte Stommita. La lettura cartografica-storica del territorio di Monte di Malo permette di delineare qual è stata nel tempo la linea preferenziale di sviluppo insediativo e gli ambiti di paesaggio rimasti invece immutati. Partendo dalla mappa del 1806, l’edificato nei successivi archi temporali definiti nelle cartografie riportate, si è esteso nelle località storiche già preesistenti: Monte di Malo e Priabona in primis. Dal 1965 in poi, è sorta invece una nuova macro area a livello comunale dove vi sono insediate principalmente attività industriali ed in modo più contenuto attività commerciali. Il paesaggio collinare, tipico della zona si è rinnovato in modo non particolarmente significativo nel tempo con la comparsa di nuovi edifici. La piccola frazione di Faedo ne è un esempio. Il maggiore sviluppo insediativo è possibile vederlo a cavallo tra gli anni ‘60 e gli anni ‘80, periodo di massimo sviluppo edilizio a livello nazionale. Le arterie di collegamento primario e secondario sono invece rimaste immutate nel tempo.

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Il fattore antropico legato agli insediamenti rappresenta l’elemento maggiormente significativo nel definire il grado di compromissione delle componenti territoriali. L’edificazione rappresenta infatti un’irreversibile trasformazione del suolo ed un’occupazione dello spazio libero. In termini paesaggistici la struttura edificata sottrae substrato edificato alle componenti biotiche, biomassa, relazioni funzionali tra componenti biotiche ed abiotiche, integrità spaziali all’ambito di riferimento (frammentazione), spazio alle componenti estetiche e visive (interferenza). Sulla base di tali considerazioni è possibile stabilire il grado di “interferenza” che l’edificato determina nei confronti dello spazio aperto attraverso un semplice processo di buffer analysis nel quale sono simulati tre scenari (tre livelli di buffer 25, 50 e 150 mt) riferiti all’ampiezza del territorio assoggettato ad interferenza. Il buffer di 25 mt da tutto il tessuto di urbanizzazione consolidata individua la frammentazione attribuibile strettamente all’edificato. Lo scenario riferito al buffer da 50 mt è stato individuato con riferimento all’usuale configurazione degli insediamenti in territorio aperto (edificazione diffusa), ove la struttura edificata si accompagna l’area pertinenziale circostante.

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Dall’analisi del tessuto edificato (sia consolidato che diffuso) del territorio di Monte di Malo si osserva che le aree libere da buffer (integre) siano presenti in misura limitata: gran parte di queste coincidono con i terreni più acclivi e quindi meno vocati alla trasformazione. Gli ambiti presenti invece nell’area del fondovalle dovranno quindi essere attentamente preservate al fine di garantire i caratteri peculiari della matrice paesaggistica del luogo.

Pregio cromatico delle formazioni boschive Il bosco, nella sua compattezza si presenta dotato di una variegatura di forme e colori che contribuisce ad elevare la componente paesaggistica del luogo, pur rimanendo sempre all’interno

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Carta del pregio cromatico forestale

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Il patrimonio storico, architettonico e culturale Il patrimonio architettonico del territorio di Monte di Malo si identifica in due categorie di beni di questo genere: insediamenti veri e propri e risorse sparse sul territorio di natura puntuale. Tra i primi vanno sicuramente citati i centri storici individuati sulla base dello specifico atlante regionale redatto dalla Regione ai sensi della L.R. 31.05.1980, n. 80 e pubblicato negli anni ‘80 con riferimento a ciascuna delle Province del Veneto. Esso documenta e descrive, mediante apposite cartografie, la perimetrazione dei centri storici dei Comuni della Regione, costituendo strumento utile a orientare le scelte di politica territoriale delle Amministrazioni interessate. I centri storici presenti nel territorio comunale restituiti nell’atlante sono 20: tra questi si riporta la perimetrazione del centro di Monte di Malo.

Centro storico di Monte di Malo (Fonte: Atlante dei centri storici, Regione Veneto)

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Analisi degli indicatori: valutazioni conclusive

Il territorio comunale di Monte di Malo presenta un articolato sistema paesaggistico che si differenzia per caratteristiche e tipologie. Sono inoltre presenti diversi percorsi e sentieri di fruizione sparsi in tutto il territorio, ritenuti fondamentali non solo per incrementare il flusso turistico ma anche per incentivare forme di valorizzazione delle risorse naturali e antropiche presenti. La maggiore criticità per la componente ambientale indagata è legata al fenomeno della frammentazione territoriale, imputabile all’espansione degli spazi urbani (frammentazione da insediato) e alla saldatura tra i centri che finisce per compattare il territorio creando insularizzazione degli spazi agricoli. Ciò innesca un processo di alterazione paesistica ascrivibile in primo luogo all’edificazione sparsa e all’urbanizzazione, con la perdita irreversibile di suolo. Tuttavia si rileva una buona dotazione della compagine vegetazionale naturale, rappresentando non solo la capacità biotica potenziale del luogo ma offrendo anche una matrice paesaggistica variegata in relazione al pregio cromatico della superfice boschiva.

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Grado di conservazione del paesaggio agrario Tipo di indicatore Pressione Unità di misura Integrità Fonte Indagini comunali Il calcolo dell'indicatore si struttura, in un primo momento, nel riconoscimento dei sistemi di paesaggio che caratterizzano il territorio, fino ad individuare gli eventuali Metodo di misura elementi che possono essere considerati deterrenti della qualità stessa del paesaggio (diffusa infrastrutturazione, elementi di degrado, etc..). Maggiore è la compromissione peggiore risulterà il giudizio di valutazione.

3 Buona integrità

Discreta integrità - presenza di modesti e localizzati elementi di 2 Criteri di valutazione compromissione Bassa integrità - presenza di elevati e diffusi elementi di 1 compromissione

Grado di fruibilità del paesaggio Tipo di indicatore Stato Unità di misura Presenza/Assenza Fonte Indagini comunali Il calcolo dell'indicatore deriva dall'analisi dei percorsi/sentieri di carattere Metodo di misura paesaggistico nel territorio aperto. Rilevante presenza di sentieri di carattere paesaggistico 3 ambientale nel territorio aperto Modesta presenza di sentieri di carattere paesaggistico ambientale

Criteri di valutazione 2 nel territorio aperto Assenza di sentieri di carattere paesaggistico ambientale nel 1 territorio aperto

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3 Ridotta dispersione insediativa

Criteri di valutazione 2 Modesta dispersione insediativa

1 Elevata dispersione insediativa

Valutazione della matrice ambientale “Paesaggio e Patrimonio”

Indicatore Giudizio Motivazione Si rileva la presenza di nuclei di edificazione Grado di conservazione del paesaggio diffusa di ridotta entità e/o localizzati elementi

agrario detrattori, tali però da non inficiare in modo significativo il paesaggio agrario Sono presenti sentieri di carattere Grado di fruibilità del paesaggio paesaggistico-ambientale

Si rileva un’elevata dispersione insediativa nel Dispersione insediativa territorio comunale

Popolazione

La componente ambientale in questione riveste un’importanza strategica in quanto tende alla determinazione delle dinamiche demografiche naturali proprie del territorio: lo studio sullo stato della popolazione insediata nell'area è infatti considerato il risultato attuale di processi evolutivi avvenuti nel passato, ma anche la base di quelli futuri. I servizi offerti, il grado di qualità di vita, le peculiarità proprie sono alcuni degli aspetti che determinano lo stato di benessere di una città, in grado quindi di attrarre la popolazione e i flussi turistici. Analizzare da un punto di vista quantitativo la matrice in questione consente quindi di stabilire la qualità di un dato territorio e ne rappresenterà, al contempo, un utile riferimento per valutare l’adeguatezza dei sistemi di servizio alla popolazione, l’eventuale sovraccarico o la carenza rispetto ai luoghi privilegiati di residenza.

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2.950

2.900

2.850

2.800

2.750

2.700

2.650 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016

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Andamento della popolazione residente (Elaborazione dati ISTAT)

Al fine di individuare la capacità di crescita della popolazione di Monte di Malo, occorre conoscere i dati relativi ai nati e ai morti e quelli relativi agli immigrati e agli emigrati. Il saldo naturale indica infatti la differenza in valore assoluto tra i nati e i morti. Il saldo migratorio indica invece, in valore assoluto, la differenza tra il numero degli immigrati e quello degli emigrati registrati in un anno in un determinato territorio.

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0 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 -10

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Saldo naturale Saldo migratorio

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0 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016

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Andamento saldo naturale-migratorio (Elaborazione dati ISTAT)

Con riferimento al range temporale 2002 – 2016, il saldo naturale migratorio per il Comune di Monte di Malo si attesta, nel complesso, su valori negativi, registrando nel 2016 una diminuzione di 18 unità.

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Indice di dipendenza Indice di ricambio della Indice di vecchiaia Anno strutturale popolazione attiva al 1° gennaio al 1° gennaio al 1° gennaio 2002 112,3 48,4 100,7 2003 111,6 48,2 103,5 2004 112,2 48,5 98,0 2005 107,4 49,0 107,3 2006 110,2 49,6 107,1 2007 112,6 49,6 98,7 2008 112,9 48,8 109,7 2009 114,6 49,0 121,1 2010 118,8 48,8 131,4 2011 120,3 49,7 133,6 2012 120,4 50,9 121,5 2013 121,3 52,1 124,5 2014 125,8 51,3 125,3 2015 132,9 51,8 120,4 2016 139,0 52,0 122,2 2017 146,5 52,0 123,6

Uno dei fenomeni che influenza la dinamica e la struttura della popolazione è il flusso migratorio, soprattutto dall’estero.

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Anno Stranieri Popolazione residente Incidenza

2006 104 2.905 3,58 % 2007 94 2.926 3,21 % 2008 95 2.911 3,26 % 2009 99 2.881 3,44 % 2010 86 2.912 2,95 % 2011 102 2.889 3,53 % 2012 91 2.909 3,13 % 2013 100 2.918 3,43 % 2014 97 2.907 3,34 % 2015 107 2.885 3,71 % 2016 90 2.867 3,14 %

Facendo riferimento al 2016 (ultimo dato disponibile) una quota consistente di stranieri proviene dall’Europa (61,11%) in particolare dalla Romania, dalla Moldova e dalla Serbia. Dall’Asia proviene invece il 21,11% degli stranieri che risultano prevalentemente originari dall’India. Gli africani rappresentano il 12,22% con una forte prevalenza di cittadini del Marocco, mentre dall’America proviene invece il 5,56 %, specie dalla Repubblica Domenicana.

Analisi dell’indicatore: valutazioni conclusive

L’analisi quantitativa evidenzia un tendenziale andamento negativo della popolazione residente a Monte di Malo, sia in termini quantitativi (andamento demografico) che qualitativi (struttura e dinamismo della popolazione). Questa tendenza può trovare spiegazione nella modesta capacità attrattiva del territorio comunale rispetto ai maggiori poli urbani (Schio e Malo), derivata da: - favorevole posizione geografica; - buona dotazione infrastrutturale ed i servizi; - soddisfacente offerta occupazionale.

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Saldo naturale migratorio

Tipo di indicatore Stato Unità di misura andamento Fonte Dati ISTAT Si misura attraverso il rapporto tra nascite-decessi e migrati-emigrati in un Metodo di misura determinato periodo di tempo 3 Saldo positivo

Criteri di valutazione 2 Saldo nullo

1 Saldo negativo

Indice di vecchiaia Tipo di indicatore Pressione Unità di misura andamento Fonte Dati ISTAT Si misura attraverso il rapporto percentuale tra il numero degli ultra 65enni ed il Metodo di misura numero dei giovani fino ai 14 anni

3 Indice in diminuzione

Criteri di valutazione 2 Indice nullo

1 Indice in aumento

Indice di dipendenza Tipo di indicatore Pressione Unità di misura andamento Fonte Dati ISTAT Si misura attraverso il rapporto percentuale tra la popolazione non attiva (0-14 Metodo di misura anni e 65 anni ed oltre) su quella attiva (15-64 anni)

3 Indice in diminuzione

Criteri di valutazione 2 Indice nullo

1 Indice in aumento

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3 Indice in diminuzione

Criteri di valutazione 2 Indice nullo

1 Indice in aumento

Valutazione della matrice ambientale “Popolazione”

Indicatore Giudizio Motivazione

Saldo naturale migratorio Saldo naturale negativo (-23 unità nel 2016)

Indice di vecchiaia Indice di vecchiaia in aumento

Indice di dipendenza Indice di dipendenza in aumento

Indice di ricambio Indice di ricambio in aumento

Economia e societa’

La matrice in questione comprende l’analisi di tematiche che, pur essendo diverse tra loro, hanno lo scopo di porre l’attenzione sulla sostenibilità sia dei consumi di alcune risorse sia della loro gestione, con riferimento anche alle misure ed alle azioni poste in essere per il raggiungimento di un adeguato livello di qualità della vita nel sistema urbano centrale. Nel caso specifico, le tematiche individuate riguardano sia l’analisi dei rifiuti urbani prodotti, dei consumi energetici e del gas, quali componenti di derivazione antropica che, correlati alla preesistenza con l’ambiente e ad un’errata gestione, possono influire negativamente con l’ambiente urbano e naturale, e sia alle possibilità offerte alla popolazione insediata per una maggiore vivibilità e qualità dell’ambiente urbano ed extraurbano.

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2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016

Rifiuto totale 1.118.373 1.027.975 728.072 809.870 844.870 804.995 774.535 (Kg)

Prod. rifiuto urbano 384 350 247 277 291 279 270 (kg/ab*anno)

450 400 350 300 250 200 150 100 50 0 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016

Produzione annuale di rifiuti pro-capite (ARPAV)

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2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016

% RD 19,1 20,96 48,26 48,80 47,47 51,80 60,00

70

60

50

40

30

20

10

0 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016

Percentuale di raccolta differenziata (ARPAV)

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Analisi degli indicatori: valutazioni conclusive

L’analisi della matrice ambientale pone come focus la produzione e la gestione dei rifiuti in ambito comunale. La valutazione evidenzia un progressivo aumento della differenziazione dei rifiuti ed una tendenziale diminuzione di rifiuti prodotti.

Sintesi degli indicatori valutati

Rifiuto Urbano procapite Tipo di indicatore Pressione Unità di misura Kg/ab anno Fonte Monitoraggio ARPAV Metodo di misura Si misura analizzando la produzione procapite di rifiuti urbani

3 Produzione procapite < 399 Kg (media provinciale)

Criteri di valutazione 2 Produzione procapite compresa tra i 399 Kg ed i 420 Kg

1 Produzione procapite > 420 Kg (obiettivo 2020 del PRGR)

% Rifiuti Differenziati Tipo di indicatore Pressione Unità di misura % Fonte Dati monitoraggio ARPAV Metodo di misura Si misura attraverso la quantificazione della % di rifiuti differenziati

3 % RD ≥ 76 % (obiettivo 2020 del PRGR)

Criteri di valutazione 2 % RD compresa tra il 60 ed il 75 %

1 % RD < 60 %

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Rifiuto Urbano procapite La produzione pro-capite risulta pari a 270 Kg

Nonostante la percentuale di rifiuto prodotto si % Rifiuti Differenziati attesti al 60%, si registra un constante aumento della raccolta differenziata

Agenti fisici

La matrice relativa agli Agenti fisici si basa sull’individuazione di elementi che possono rappresentare la fonte di specifiche criticità. Gli agenti fisici in grado di interferire con la salute umana e con l’ambiente sono principalmente individuati come segue: - le radiazioni non ionizzanti, forme di radiazioni elettromagnetiche che, al contrario delle radiazioni ionizzanti, non possiedono l'energia sufficiente per modificare le componenti della materia e degli esseri viventi; - le radiazioni ionizzanti, particelle e onde elettromagnetiche dotate di elevato contenuto energetico, in grado di rompere i legami atomici del corpo urtato e caricare elettricamente atomi e molecole neutri ionizzandoli; - l’inquinamento da Radon, prodotto di decadimento radioattivo della catena dell'uranio, è un gas nobile prodotto dalla «disintegrazione radioattiva» del radio contenuto nelle rocce; - l’inquinamento acustico e luminoso. Queste potenziali fonti di interazione con la salute umana sono state analizzate considerando i possibili effetti negativi generati sull’uomo proprio in relazione alla loro localizzazione rispetto ai principali centri abitati o alla presenza di forme e provvedimenti di tutela e riduzione dei rischi.

Radiazioni non ionizzanti Le radiazioni non ionizzanti sono forme di radiazioni elettromagnetiche - comunemente chiamate campi elettromagnetici - che, al contrario delle radiazioni ionizzanti, non possiedono l’energia sufficiente per modificare le componenti della materia e degli esseri viventi (atomi, molecole). In particolare le sorgenti di campi elettromagnetici più significative per le esposizioni negli ambienti di vita si suddividono in: − sorgenti che producono radiazioni ad alta frequenza (RF - Radio Frequencies), costituite dagli impianti radiotelevisivi, dalle Stazioni Radio Base e dai telefoni cellulari.

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Radiazioni ad alta frequenza Le principali sorgenti artificiali nell'ambiente di campi elettromagnetici ad alta frequenza (RF), ossia con frequenze tra i 100 kHz e i 300 GHz, comprendenti campi elettromagnetici a radio frequenze (100 kHz - 300 MHz) e microonde (300 MHz - 300 GHz), sono gli impianti per radio telecomunicazione. Tale denominazione raggruppa diverse tipologie di apparati tecnologici: - impianti per la telefonia mobile o cellulare, o stazioni radio base (SRB); - impianti di diffusione radiotelevisiva (RTV: radio e televisioni); - ponti radio (impianti di collegamento per telefonia fissa e mobile e radiotelevisivi). Le stazioni radio base (SRB) sono gli impianti della telefonia mobile che ricevono e ritrasmettono i segnali dei telefoni cellulari, consentendone il funzionamento. La propagazione di questi segnali avviene in bande di frequenza diverse, tra i 800 e i 2600 MHz, a seconda del sistema tecnologico utilizzato (GSM, DCS, UMTS e LTE). Una caratteristica fondamentale delle trasmissioni per telefonia cellulare, diversamente da quelle per la diffusione radiotelevisiva, è la bi-direzionalità delle comunicazioni che avvengono tra la rete radiomobile costituita dalle SRB installate in una determinata area ed i terminali mobili (telefoni cellulari) degli utenti. Le SRB sono distribuite sul territorio in maniera capillare in funzione della densità di popolazione, essendo prevalentemente concentrate nelle aree urbane densamente abitate. A seconda del numero di utenti serviti, le SRB sono distanziate tra loro di poche centinaia di metri nelle grandi città fino a diversi chilometri nelle aree rurali. Ogni SRB è in grado di servire una porzione di territorio limitata, detta cella, le cui dimensioni dipendono dalla densità degli utenti da servire nell'area, dall'altezza delle installazioni, dalla potenza impiegata e dalla tipologia dell'antenna utilizzata. Le antenne delle SRB tradizionali sono generalmente montate su tralicci o pali o sostegni di altro tipo, quali le torri di acquedotti, installati sul terreno, oppure ancora su paline fissate al tetto di edifici. Nel territorio di Monte di Malo sono presenti 2 Stazioni Radio Base, come meglio rappresentato nell’immagine che segue.

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Localizzazione delle Stazioni Radio Base (ARPAV) Nello specifico in blu sono localizzati congiuntamente due impianti: VI4405-A con gestore Vodafone e VIF3 con gestore Telecom. In arancione è segnalato invece un impianto VI202_var2 con gestore Wind Tre. Dai dati messi a disposizione da ARPAV in relazione al monitoraggio dell’impianto localizzato nei pressi del cimitero (unico dato disponibile al 2015), si rileva un valore di campo elettrico inferiore alla soglia stabilita dalla normativa vigente in materia (6 V/m).

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Al fine di quantificare l’esposizione complessiva della popolazione ai campi elettromagneti generati si utilizza come indicatore la popolazione esposta a determinati livelli di campo magnetico prodotto dagli elettrodotti. L’indicatore è stato elaborato per tre diverse soglie: oltre alle distanze di rispetto stabilite dalla LR 27/93 (soglia 0.2 microtesla), sono state considerate anche le soglie 3 microtesla (obiettivo di qualità – DPCM 8 luglio 2003) e 10 microtesla (valore di attenzione - DPCM 8 luglio 2003).

Soglia Pop. esposta % ELF soglia 0,2 microtesta (distanza di rispetto stabilita dalla LR 27/93) 120 4,37% ELF soglia 10 microtesta (valore attenzione DPCM 8/7/2003) 28 1,02 % ELF soglia 3 microtesta (obiettivo di qualità DPCM 8/7/2003) 47 1,70 %

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Radon Il Radon (Rn) è un gas radioattivo naturale prodotto dal decadimento dell’uranio e del torio e identificato come inquinante indoor; infatti è un agente cancerogeno che causa soprattutto un aumento del rischio di contrarre il tumore polmonare. La concentrazione di radon indoor, oltre che dalle caratteristiche geomorfologiche del sottosuolo, è strettamente dipendente dalle caratteristiche costruttive, dai materiali utilizzati, dalle modalità di aerazione e ventilazione, nonché dalle abitudini di utilizzo della singola unità immobiliare. Poiché la concentrazione del radon all'aria aperta è bassa e in media le persone in Europa trascorrono la maggior parte del loro tempo in casa, il rischio per la salute pubblica dovuto al radon è essenzialmente correlato all'esposizione a questo gas all'interno delle abitazioni. La maggior parte del radon presente in una casa proviene infatti dal suolo sul quale essa è costruita: la via che generalmente percorre per giungere all'interno delle abitazioni è quella che passa attraverso fessure e piccoli fori delle cantine e nei piani seminterrati. L'interazione tra edificio e sito, l'uso di particolari materiali da costruzione, le tipologie edilizie sono pertanto gli elementi più rilevanti ai fini della valutazione dell'influenza del Radon sulla qualità dell'aria interna delle abitazioni ed edifici in genere. Utilizzando i coefficienti di rischio derivanti dagli studi di coorte sui minatori di uranio, si stima che l’esposizione indoor per tutta la vita al livello medio di radon del Veneto comporti un rischio in eccesso di contrarre il tumore polmonare dello 0,6%, rischio che sale al 3,6% per una concentrazione di radon pari a 400 Bq/m3. Questo è il valore che la Raccomandazione CEE 90/143 indica come livello al di sopra del quale è opportuno procedere, per abitazioni esistenti, ad azioni di risanamento. I riflessi sanitari dell’esposizione a questo gas risultano pertanto non trascurabili, rendendo inoltre importanti anche le politiche di prevenzione. L’ARPAV fornisce l’indicatore “Percentuale di abitazioni attese superare un determinato livello di riferimento di concentrazione media annua di radon”, elaborato sulla base delle misurazioni annuali rilevate nell’ambito delle indagini nazionale e regionale condotte, rispettivamente, alla fine degli anni ‘80 e nel periodo 1996-2000. Il livello di riferimento di 200 Bq/m3, è quello adottato dalla Regione Veneto con DGRV n. 79 del 18/01/02 “Attuazione della raccomandazione europea n. 143/90: interventi di prevenzione dall’inquinamento da gas radon negli ambienti di vita” come livello raccomandato per le abitazioni

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Dai dati ARPAV relativi all’indicatore “Percentuale di abitazioni attese superare un determinato livello di riferimento di concentrazione media annua di radon” si rileva che nel Comune di Monte di Malo la percentuale di abitazioni stimate oltre il livello di riferimento di 200 Bq/m3 ricade nella fascia dal 1 al 10%, non rientrando perciò nell’elenco dei comuni “ad alto potenziale di radon” definito dalla DGR n. 79 del 18/01/2002. In particolare il territorio comunale presenta un valore del 6,8% di abitazioni stimate che superano il livello di riferimento di 200 Bq/m3. Occorre tuttavia sottolineare come uno degli aspetti maggiormente critici delle mappature realizzate riguarda sicuramente la scala di dettaglio dell’informazione fornita, che per un fenomeno con grande

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Inquinamento luminoso L’inquinamento luminoso è l’irradiazione di luce artificiale – i lampioni stradali, le torri faro, i globi, le insegne – rivolta direttamente o indirettamente verso la volta celeste. Gli effetti più eclatanti prodotti da tale fenomeno sono un aumento della brillanza del cielo notturno e una perdita di percezione dell'Universo attorno a noi, poiché la luce artificiale più intensa di quella naturale "cancella" le stelle del cielo. La perdita della qualità del cielo notturno non è solo una questione astronomica, ma costituisce un’alterazione di molteplici equilibri, in particolare: − ecologico perché le intense fonti luminose alterano il normale oscuramento notturno influenzando negativamente il ciclo della fotosintesi clorofilliana che le piante svolgono nel corso della notte; − sanitario perché la troppa luce o la sua diffusione in ore notturne destinate al riposo provoca vari disturbi; − risparmio energetico perché una grossa percentuale dei circa 7150 milioni di kWh utilizzati per illuminare strade, monumenti ed altro viene inviata senza ragione direttamente verso il cielo; − circolazione stradale perché una smodata e scorretta dispersione di luce come fari, sorgenti e pubblicità luminose può produrre abbagliamento o distrazione agli automobilisti. Le sorgenti principali che possono causare inquinamento luminoso sono: impianti di illuminazione pubblici, impianti di illuminazione stradali, impianti di illuminazione privati, impianti di illuminazione di monumenti, opere, impianti di illuminazione di stadi, complessi commerciali, fari rotanti, insegne pubblicitarie, vetrine.

La “Brillanza relativa del cielo notturno” è un indicatore che rende possibile la quantificazione del grado di inquinamento luminoso dell’atmosfera e Nella mappa sotto riportata è rappresentato il rapporto tra la luminosità artificiale del cielo e quella naturale media allo zenith. Al colore verde corrisponde una luminanza artificiale tra il 33 e il 100%, ossia un aumento della luminanza totale compresa tra il 33 e il 100%; al colore giallo corrisponde un aumento tra il 100 e il 300%, al colore arancio tra il 300 e il 900% e al colore rosso oltre il 900%.

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Brillanza del cielo notturno regionale (ARPAV)

La Regione Veneto, emanando la L.R. 22/1997, è stata la prima in Italia ad individuare specifici strumenti che contrasto all’inquinamento luminoso sul territorio regionale. Tale legge è stata successivamente ridefinita con il D.G.R. 02/2005 che definisce un quadro normativo per la prevenzione dell’inquinamento luminoso. Al fine di tutelare gli osservatori astronomici e i siti di osservazione, sono state istituite delle zone di particolare protezione dall’inquinamento luminoso attorno a ciascuno degli osservatori e dei siti di osservazione individuati all’art. 8 aventi un’estensione di raggio, fatti salvi i confini regionali, pari a 25 km per gli osservatori professionali e 10 km per quelli non professionali. In tali zone è vietato l’impiego di fasci di luce di qualsiasi tipo, diretti verso il cielo o verso superfici che possano rifletterli

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Inquinamento acustico L’inquinamento acustico rappresenta un’importante problematica ambientale, in particolare nelle aree urbane, dove i livelli di rumore riscontrabili sono spesso elevati, a causa della presenza di numerose sorgenti quali infrastrutture di trasporto, attività produttive, commerciali, d’intrattenimento e attività temporanee che comportano l’impiego di sorgenti sonore. Nonostante sia spesso ritenuto meno rilevante rispetto ad altre forme di inquinamento, sempre più la popolazione considera il rumore come una delle principali cause del peggioramento della qualità della vita. L'inquinamento acustico è infatti causato da un'eccessiva esposizione a suoni e rumori di elevata intensità che può causare nel tempo problemi psicologici, di pressione e di stress alle persone che ne sono continuamente sottoposte. La legge n. 447/1995 art. 2 fornisce la definizione di inquinamento acustico, quale “introduzione di rumore nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell'ambiente abitativo o dell'ambiente esterno o tale da interferire con le normali funzioni degli ambienti stessi”. La legislazione nazionale vigente attribuisce ai comuni la competenza sulla classificazione acustica del territorio comunale, da predisporre seguendo quanto disposto in materia dalle normative nazionali e regionali. Il piano non è solo una semplice classificazione acustica in funzione delle destinazioni d’uso, ma è anche un valido strumento urbanistico che disciplina l’uso del territorio concorrendo, con altri strumenti pianificatori, allo sviluppo urbanistico, commerciale, produttivo e delle infrastrutture compatibilmente con le funzioni di salvaguardia ambientale sotto il profilo acustico. La legislazione nazionale prevede inoltre che, qualora vengano superati i valori di attenzione (il valore di rumore che segnala la presenza di un potenziale rischio per la salute umana

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CLASSE TIPO RIENTRANO IN QUESTA CLASSE

CLASSE I aree particolarmente le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per protette la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo ed allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc. CLASSE II aree destinate ad uso le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare prevalentemente locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di residenziale attività commerciali ed assenza di attività industriali e artigianali CLASSE III aree di tipo misto le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici CLASSE IV aree di intensa attività le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta umana densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole industrie. CLASSE V aree prevalentemente le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di industriali abitazioni. CLASSE VI aree esclusivamente le aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di industriali insediamenti abitativi.

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Analisi dell’indicatore: valutazioni conclusive

Le criticità emergenti dall’analisi degli indicatori riguardano in particolare alcune specifiche fonti di pressione, in particolare la percentuale di popolazione esposta ai campi elettromagnetici generati dagli elettrodotti ed i livelli di Radon registrati. Tuttavia si precisa che in nessun caso tali fattori determinano criticità severe, ma rendono necessaria l’attività di misure di controllo e di monitoraggio anche attraverso specifiche direttive e indirizzi normativi di Piano. Si segnala infine la presenza di impianti per la telefonia mobile a margine di ambiti edificati: uno localizzato a margine del tessuto urbano centrale di Monte di Malo (con valori registrato al di sotto della soglia stabilita dalla legge) ed uno localizzato nei pressi dell’area industriale.

Sintesi degli indicatori valutati

L’incidenza della stazione Radio Base Tipo di indicatore Pressione Unità di misura andamento Fonte Monitoraggio ARPAV Metodo di misura Si misura valutando la localizzazione delle stesse rispetto al tessuto edificato Nessuna antenna localizzata nel territorio comunale o massimo 3 una localizzata esternamente agli ambiti edificati

Criteri di valutazione 2 Presenza di antenne localizzate in ambiti edificazione diffusa

1 Presenza di più antenne localizzate in ambiti densamente edificati

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3 < 0,5 %

Criteri di valutazione 2 0,5 – 2,12%

1 > 2,12% (stima popolazione a livello regionale)

Concentrazione livelli di Radon Tipo di indicatore Pressione Unità di misura Bq/m3 Fonte Dati monitoraggio ARPAV Metodo di misura Si misura attraverso il monitoraggio dei livelli di Radon presenti negli edifici 3 0-1% edifici con livelli di concentrazione > 200 Bq/m3

Criteri di valutazione 2 1-10% edifici con livelli di concentrazione > 200 Bq/m3

1 10% > edifici con livelli di concentrazione > 200 Bq/m3

Valutazione della matrice ambientale “Agenti fisici”

Indicatore Giudizio Motivazione Si rileva la presenza di due stazioni Radio Base in corrispondenza in ambiti urbanizzati (residenziale e produttivo). Per il primo le rilevazioni disponibili registrano valori al di sotto della soglia di legge. Il secondo, pur non disponendo di rilevamenti utili, riguarda un L’incidenza della stazione Radio Base ambito caratterizzato da servizi e funzioni non compatibili con la residenza. A fronte di queste considerazioni, e dalla bassa probabilità che si manifestino criticità nei confronti della salute umana, il giudizio dell’indicatore è comunque positivo

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A conclusione del Rapporto sullo Stato Attuale si riporta di seguito la sintesi delle principali questioni emergenti per ciascuna matrice ambientale analizzata.

ARIA

Basse concentrazioni di inquinanti atmosferici

CLIMA

Occasionali superamenti dei limiti di legge relativi alla concentrazione di ozono, uno dei fattori responsabili delle modificazioni climatiche su scala locale ACQUA

Buona copertura dei servizi di rete acquedottistica

Discreta copertura dei servizi di rete fognaria in relazione agli insediamenti presenti

Consumi sostenibili di acqua potabile

SUOLO E SOTTOSUOLO Secondo la natura dei suoli del territorio analizzato è sostenibile all’utilizzo a prato- pascolo limitato, con esclusione di colture agricole più intensive. Ciò trova riscontro nell’utilizzo attuale dei suoli. Presenza di ambiti a pericolosità idrogeologica soprattutto in relazione al tessuto insediativo. Si rileva inoltre la presenza di alcune zone di pericolosità legate alla morfologia dei rilievi montuosi (senza peraltro un reale e serio rischio per la popolazione insediata). FLORA, FAUNA E BIODIVERSITA’

Buona composizione e varietà della copertura forestale

Modesta frammentazione ecologica derivante, in particolare, dalla presenza diffusa di nuclei urbani PAESAGGIO E PATRIMONIO Buona consistenza del patrimonio boschivo in relazione alla presenza di specie a elevato pregio cromatico e tipiche dei luoghi

Presenza diffusa di piccoli nuclei urbani nel territorio aperto con modesta frammentarietà del paesaggio locale

Varietà e buon grado di diffusione di elementi del patrimonio storico, architettonico e culturale

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Saldo naturale migratorio negativo

Struttura della popolazione debole

ECONOMIA E SOCIETA’

Buona produzione di rifiuto procapite rispetto alla media provinciale

Discreta percentuale di raccolta differenziata

AGENTI FISICI Presenza di stazioni Radio Base nei pressi del tessuto urbano consolidato. Tuttavia non si rilevano condizioni tali da rappresentare un pericolo per la salute umana. Presenza si elettrodotti che attraversano il territorio perlopiù in ambiti scarsamente edificati

Modesti livelli di Radon

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buono Punteggio da 2,50 a 3

discreto Punteggio da 1,50 a 2,25 INDICATORI MATRICI cattivo Punteggio da 1 a 1,25

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Monossido di carbonio 3 3 3 3 3

Aria Biossido di azoto 3 3 3 3 3

Polveri sottili 3 3 3 3 3

Clima Ozono 2 2 2 2 2

Consumo di acqua pro-capite 3 3 3 3 3

Acqua Copertura rete acquedottistica 3 3 3 3 3

Copertura rete fognaria 2 2 2 2 2

Rischio Idrogeologico 2 2 1 1 1,5 Suolo e Indice di copertura del suolo 3 3 3 3 3 Sottosuolo

Densità di urbanizzazione 3 3 3 3 3

Indice di superficie forestale 3 3 3 3 3 Flora, Fauna e Aree trasformate in aree di pregio 2 2 2 3 2,25 Biodiversità ambientale Grado di conservazione degli habitat di 3 3 3 3 3 interesse comunitario Grado di conservazione del paesaggio 3 2 2 2 2,25 agrario Paesaggio e Grado di fruibilità del paesaggio 3 3 3 3 3 Patrimonio

Dispersione insediativa 3 1 1 2 1,75

Saldo naturale 1 1 1 1 1

Indice di vecchiaia 1 1 1 1 1 Popolazione

Indice di dipendenza 1 1 1 1 1

Indice di ricambio 1 1 1 1 1

Economia e Rifiuto urbano procapite 3 3 3 3 3 società % rifiuti differenziati 2 2 2 2 2

L’incidenza della stazione Radio Base 3 2 3 2 2,50

Grado di esposizione ai campi Agenti fisici 3 3 3 3 3 elettromagnetici

Concentrazione livelli di Radon 2 2 2 2 2

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Tra le innovazioni più importanti introdotte dalla VAS rispetto al modo di pianificare tradizionale, va senz’altro ricordata la necessità di definire, e conseguentemente valutare, più scenari di sviluppo. Questa novità si fonda sulla costruzione di alternative, definite scenari previsionali, da valutare sulla base dell’evoluzione dello stato dell’ambiente a seguito dell’attuazione di ciascuna di esse. Ciò contribuisce a migliorare non solo le scelte di piano e a garantire la selezione delle soluzioni ambientalmente più sostenibili, ma anche a rendere più trasparente il processo decisionale. Nonostante ciò, nella maggior parte dei casi, la costruzione di alternative di piano appare quantomeno difficile. L’analisi delle vocazioni, delle fragilità e delle invarianti territoriali, che sono propedeutiche alla definizione delle strategie, conduce spesso a scelte inequivocabili e all’individuazione di linee di sviluppo difficilmente interpretabili. Se spesso non è possibile o giustificabile riconoscere alternative significativamente diverse tra loro, per giungere a una corretta valutazione delle o dell’alternativa di piano è indispensabile costruire un corretto scenario di riferimento, definito “alternativa zero”. Si tratta di uno scenario che ipotizza una “non azione”, confermando quindi i trend e le dinamiche in atto e conseguentemente l’attuale gestione del territorio. La costruzione di questo scenario deve necessariamente partire dalla ricostruzione della situazione ambientale alla luce di fragilità e vulnerabilità con la finalità di costruire un frame capace di contenere e descrivere le singole componenti ambientali e di interpretare la complessità delle loro interazioni. È a fronte di tale complessità che emerge l’importanza del processo di costruzione dell’Alternativa 0, scenario dal quale dipende la qualità della valutazione del background di piano. Nel presente documento si cercherà quindi di presentare lo scenario futuro secondo le due alternative di sviluppo emergenti: • L’Alternativa 0, così come definita precedentemente; • L’Alternativa di Piano, che simula le dinamiche relative alle matrici ambientali a seguito dell’attuazione delle previsioni di una prima ipotesi di PAT

Si procederà quindi attraverso un’attenta valutazione delle alternative di sviluppo prefigurate per il territorio di Monte di Malo, in maniera tale da decretare il miglioramento o il peggioramento delle dinamiche ambientali a seguito dell’attuazione del PAT rispetto all’ipotesi di non intervento, nonché la permanenza di eventuali fattori di criticità. Il capitolo si conclude poi con l’analisi della sensibilità e della coerenza del Piano, quale valutazione delle azioni strategiche di Piano per ogni singolo ATO.

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Aria

Analisi degli indicatori

Indicatore Stato Attuale Alternativa 0 Scenario di Piano Monossido di carbonio buono buono buono

Biossido di azoto buono buono buono

Polveri sottili buono buono buono

Considerazioni Alternativa 0 I livelli di inquinamento registrati non evidenziano la possibilità che si manifestino criticità nell’ipotesi di non intervento. Scenario di piano Lo scenario di piano vede la stabilità delle condizioni atmosferiche rilevate allo stato attuale. Ciò che emerge dall’analisi del PAT è il riconoscimento di una maggiore sostenibilità nella fruizione del territorio, attraverso la promozione di forme di mobilità che non alterano le condizioni atmosferiche attuali. È da rilevare che l’andamento del trend degli indicatori analizzati non è imputabile alle singole strategie definite dalla pianificazione comunale, ma è correlato alle politiche e azione messe in campo da un ambito territoriale vasto.

Principali riferimenti delle azioni valutate (N.T.A.) - Infrastrutture della mobilità (art.46) - Percorsi ciclopedonali territoriali ed escursionistici (art.47)

Clima

Analisi dell’indicatore

Indicatore Stato Attuale Alternativa 0 Scenario di Piano Ozono discreto discreto discreto

Considerazioni Alternativa 0 Nell’ipotesi di non intervento non si ravvedono gli elementi per prevedere una significativa variazione rispetto a quanto registrato nello stato attuale.

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Il piano propone azioni volte al contenimento dei gas climalteranti, contribuendo alla stabilizzazione delle condizioni rilevate allo stato attuale. Va in ogni caso considerato come quella in oggetto sia una tematica che richiede interventi coordinati e sinergici a scala sovra locale.

Principali riferimenti delle azioni valutate (N.T.A.) - Sostenibilità ecologica degli interventi (art. 59)

Acqua

Analisi degli indicatori

Indicatore Stato Attuale Alternativa 0 Scenario di Piano

Consumo di acqua procapite buono buono buono

Copertura rete buono buono buono acquedottistica

Copertura rete fognaria discreto discreto discreto

Considerazioni Alternativa 0 Nell’ipotesi di non intervento si rileva la sostanziale stabilità delle condizioni evidenziate allo stato attuale. Scenario di piano Lo scenario di piano determina il miglioramento delle condizioni della matrice “Acqua” rilevate allo stato attuale. Le azioni valutate sono, infatti, volte alla tutela di tutti gli elementi che possono influire con la risorsa in questione. Ciò nonostante si rileva un potenziale aumento di consumo della risorsa idrica in relazione al carico insediativo aggiuntivo che il piano intende attuare, tale però da non inficiare lo stato della risorsa.

Principali riferimenti delle azioni valutate (N.T.A.) - Dimensionamento insediativo e dei servizi (art.49)

Suolo e Sottosuolo

Analisi degli indicatori Indicatore Stato Attuale Alternativa 0 Scenario di Piano

Rischio idrogeologico discreto discreto buono

Indice di utilizzo del suolo buono buono buono

Densità di urbanizzazione buono buono buono

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Alternativa 0 Allo stato attuale le maggiori problematiche della matrice sono riferite ai rischi di natura idrogeologica che interessano il territorio comunale, soprattutto in relazione al tessuto edificato. Nell’ipotesi di non intervento vi è la riconferma delle criticità appena annunciate.

Scenario di piano

Lo scenario di piano pone tra i suoi obiettivi la salvaguardia del territorio da fenomeni di dispersione insediativa e di degradazione del suolo, definendo le diverse classi di compatibilità geologica a fini urbanistici. In relazione a problematiche specifiche quali il rischio idrogeologico pone le basi per l’approfondimento e lo studio delle zone maggiormente soggette al fine della messa in sicurezza del territorio: in particolare consente il trasferimento delle potenzialità edificatorie (credito edilizio) a fronte della demolizione degli edifici che ricadono in ambiti di frana. Per quanto riguarda interventi di nuova edificazione non si prevedono impatti significativi in quanto le nuove aree di espansione previste sono poste a completamento del tessuto consolidato (residenziale e produttivo) e nel rispetto delle linee preferenziali di sviluppo. Il Piano inoltre delimita i nuclei di edilizia diffusa definendo i criteri secondo i quali il PI potrà identificare nuclei residenziali ai quali attribuire una limitata capacità edificatoria per la soddisfazione delle esigenze famigliari. Le azioni del Piano sono dunque finalizzate a preservare il territorio agricolo da un’ulteriore dispersione insediativa, ed a consolidare i principali centri caratterizzati da densità e continuità degli insediamenti.

Principali riferimenti delle azioni valutate (N.T.A.) - Pericolosità idraulica e geologica in riferimento al PAI (art.12) - Compatibilità geologica ai fini urbanistici (art. 28) - Aree soggette a dissesto idrogeologico (art.29) - Limite quantitativo massimo della zona agricola trasformabile con destinazione diversa da quella agricola (art. 32) - Misure di programmazione e controllo sul contenimento del consumo di suolo (art.32 bis) - Ambiti di urbanizzazione consolidata e aree potenzialmente trasformabili (art.34) - Aree di urbanizzazione programmata e Linee preferenziali di sviluppo insediativo per specifiche destinazioni d’uso (art.36) - Limiti fisici alla nuova edificazione (art. 37) - Ambiti di edificazione diffusa (art.40) - Aree agricola (art. 43) - Nuova edificabilità nel territorio agricolo (art. 44) - Credito edilizio (49)

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Analisi degli indicatori

Indicatore Stato Attuale Alternativa 0 Scenario di Piano Indice di superficie forestale buono buono buono Aree trasformate in aree di discreto discreto buono pregio ambientale Grado di conservazione degli habitat di interesse buono buono buono comunitario

Considerazioni Alternativa 0 L’alternativa zero vede la conferma di quanto rilevato allo stato attuale. Scenario di piano Le azioni di piano non determinano impatti negativi significativi sulla matrice considerata. Le scelte strategiche sono volte alla tutela e al miglioramento della situazione attuale, soprattutto per quanto riguarda la conservazione e la corretta gestione del patrimonio boschivo esistente e dei sistemi prativi che caratterizzano il territorio di Monte di Malo e contribuiscono a preservare la ricchezza delle specie floro-faunistiche. Con riferimento alle zone boscate, il piano recepisce i vincoli di tipo forestale, idrogeologico e paesaggistico, e vengono interpretate come elementi di invariante ambientale. Questo sistema di vincoli, ma anche di valorizzazione del loro ruolo nell’armatura territoriale, consente un adeguato grado di tutela e fa presupporre la loro conservazione anche nello scenario futuro. Il piano inoltre pone attenzione sull’attuazione delle nuove aree di espansione al fine di un corretto inserimento ambientale e paesaggistico.

Principali riferimenti delle azioni valutate (N.T.A.) - Vincolo idrogeologico-forestale (art. 10) - Aree interessate da incendi (art. 11) - Siti di interesse comunitario (art. 17) - Invarianti di natura paesaggistica (art. 26) - Invarianti di natura ambientale (art. 27) - Ambiti per interventi di riqualificazione e mitigazione ambientale (art. 42) - Aree agricole (art. 43) - Rete ecologica locale (art. 45)

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Analisi degli indicatori

Indicatore Stato Attuale Alternativa 0 Scenario di Piano Grado di conservazione del discreto cattivo buono paesaggio agrario Grado di fruibilità del buono buono buono paesaggio

Dispersione insediativa discreto discreto buono

Considerazioni Alternativa 0 Nell’ipotesi di non intervento è possibile ipotizzare un aumento degli elementi di incoerenza con la matrice paesaggistica dominante. Scenario di piano

Il PAT pone tra i suoi obiettivi la tutela e la valorizzazione degli elementi e degli ambiti che rendono riconoscibile il patrimonio paesaggistico, architettonico e culturale. In particolare il piano incentiva il riconoscimento degli elementi di peculiare interesse geologico oltre all’importanza del mantenimento e incremento di percorsi per la fruizione del territorio. A ciò si aggiunge l’individuazione delle zone boscate e degli spazi naturali e semi naturali quali invarianti di natura ambientale, la regolamentazione dell’edificazione in zona agricola anche con la mancata definizione di nuove linee preferenziali di sviluppo. Ai fini della tutela del territorio agricolo il Piano promuove il mantenimento degli elementi vegetazionali esistenti e definisce le modalità di trasferimento delle attività incongrue identificate. Il Piano inoltre presta attenzione anche ai centri storici e agli edifici/complessi di valore monumentale/testimoniale, definendo indirizzi e misure volte alla loro tutela e valorizzazione, sia degli spazi costruiti e sia degli spazi aperti favorendo l’attivazione del credito edilizio per gli elementi detrattori che compromettono il contesto figurativo e la visione d’insieme.

Principali riferimenti delle azioni valutate (N.T.A.) - Centri storici (art. 18) - Edifici e complessi di valore monumentale (art. 19) - Pertinenze scoperte da tutelare (art. 20) - Contesti figurativi dei complessi monumentali e delle altre forme insediative storiche significative (art.21) - Coni visuali (art. 22) - Ambiti territoriali di tutela, riqualificazione e valorizzazione (art. 23) - Geositi e invarianti di natura geologica (art.24) - Invarianti di natura storico-monumentale (art. 25) - Invarianti di natura paesaggistica (art. 26) - Invarianti di natura ambientale (art. 27) - Aree idonee per interventi diretti al miglioramento della qualità urbana e territoriale (art. 38) - Elementi detrattori: opere incongrue ed elementi di degrado (art. 41) - Percorsi ciclopedonali territoriali ed escursionistici (art. 47)

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Analisi degli indicatori Indicatore Stato Attuale Alternativa 0 Scenario di Piano

Saldo naturale cattivo discreto discreto

Indice di vecchiaia cattivo cattivo cattivo

Indice di dipendenza cattivo cattivo cattivo

Indice di ricambio cattivo cattivo cattivo

Considerazioni Alternativa 0 L’alternativa zero vede un limitato incremento della popolazione insediata in relazione alla limitata capacità residua del PRG vigente. Si ipotizza inoltre una stabilizzazione della struttura della popolazione in quanto il suo andamento è imputabili ad variabili collegate alla situazione economica e sociale di portata ben più ampia del contesto comunale. Scenario di piano Il Piano ipotizza un dimensionamento pari a 158 nuovi abitanti che si andrebbero ad aggiungere ai 182 abitanti insediabili in relazione alla capacità residua del PRG vigente, sostenendo il saldo naturale e migratorio.

Principali riferimenti delle azioni valutate (N.T.A.) - Dimensionamento insediativo e dei servizi (art.33)

Economia e società

Analisi degli indicatori Indicatore Stato Attuale Alternativa 0 Scenario di Piano

Rifiuto urbano procapite buono buono buono

% rifiuti differenziati discreto discreto discreto

Considerazioni Alternativa 0 L’alternativa zero vede la conferma di quanto rilevato allo stato attuale. Scenario di piano Le azioni di piano determinano la stabilità delle condizioni rilevate allo stato attuale. Si precisa che l’andamento degli indicatori scelti per la matrice in questione non è correlabile alle azioni definite dal Piano.

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Analisi degli indicatori Indicatore Stato Attuale Alternativa 0 Scenario di Piano L’incidenza della stazione buono buono buono Radio Base Grado di esposizione ai buono buono buono campi elettromagnetici Concentrazione livelli di discreto discreto discreto Radon

Considerazioni Alternativa 0 L’alternativa zero vede la conferma di quanto rilevato allo stato attuale. Scenario di piano Il piano si avvale di specifiche indirizzi per limitare l’inquinamento luminoso, acustico, oltre che al contenimento dell’esposizione al radon e per gli impianti di comunicazione elettronica.

Principali riferimenti delle azioni valutate (N.T.A.) - Impianti di comunicazione elettronica – criteri di localizzazione e fasce di rispetto (art. 55) - Indirizzi per il contenimento dell’inquinamento luminoso (art. 56) - Indirizzi per il contenimento dell’inquinamento acustico (art. 57) - Indirizzi per il contenimento dell’esposizione al radon (art. 58)

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ATO 1 – Alta collina

Si richiamano di seguito gli obiettivi del PAT in relazione all’ATO in questione: - Tutela e salvaguardia del territorio agricolo e delle aree boscate - Salvaguardia degli elementi di pregio ambientale e paesaggistico - Tutela del territorio aperto - Recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente

Analizzando nel dettaglio la cartografia ed i contenuti di Piano emerge quanto segue:

Tav. 1 – Carta dei Il PAT recepisce i vincoli e le indicazioni della pianificazione sovraordinata, Vincoli e della nonché le relative fasce di rispetto (cimitero ed elettrodotti) in conformità Pianificazione alle normative vigenti di riferimento. Nello specifico l’ambito è interessato Territoriale dall’apposizione di vincoli di natura paesaggistica, come il vincolo dei corsi d’acqua e delle aree boscate, nonché il riconoscimento degli ambiti naturali e paesaggistici di interesse sovracomunale. Vengono inoltre individuati i vincoli derivanti dalla pianificazione di settore, come le zone di pericolosità e attenzione geologica.

Tav. 2 – Carta delle Nell’ambito in questione il Piano riconosce e provvede alla valorizzazione Invarianti dei sistemi di invarianti di natura geologica, ambientale, paesaggistica e storico-monumentale. Nella prima categoria rientrano gli elementi che caratterizzano l’ambito in oggetto, come le principali sorgenti e le grotte. Tra le invarianti di natura paesaggistica/ambientale vanno invece richiamati in particolare gli ambiti di pregio come i grandi alberi desunti dal PTCP, i prati della Cima, l’altopiano di Faedo ed i corridoi ecologici del PTRC e quelli secondari. Inoltre il Piano individua, come invarianti di natura storico-monumentale, i luoghi della Grande guerra, la cava di Pietra in località Soglio e le gallerie del cimitero di Faedo.

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Tav. 4 – Carta della In relazione al quadro delineato nelle precedenti tavole del territorio, le Trasformabilità azioni strategiche previste dal Piano sono prevalentemente orientate alla salvaguardia e valorizzazione delle risorse naturali e antropiche presenti nell’ATO. All’interno dell’ambito non sono presenti nuove aree di espansione del tessuto edificato, ma vengono perimetrate le aree ad edificazione diffusa e quelle idonee per interventi diretti al miglioramento della qualità urbana e territoriale. Sono invece individuati i servizi di interesse comune di maggior rilevanza, oltre che i percorsi territoriali. Il Piano individua inoltre l’area del Soglio come ambito da tutelare, riqualificare e valorizzare per la sua particolare posizione panoramica, per la presenza di grotte e manufatti della Grande Guerra e per la presenza di una piccola ex cava di pietra da opera.

Dimensionamento residenziale Capacità residua PRG Aggiuntivo PAT Totale mc 0 7.000 7.000 ab. teor. - 29 29 Dimensionamento produttivo Capacità residua PRG Aggiuntivo PAT Deroga PTCP art. 68 mq di ST 0 0 0

Dal confronto tra le tavole della trasformabilità e quelle dei vincoli, delle invarianti e della fragilità non emergono altre situazioni significative di conflitti o di interferenze. Le azioni di Piano confermano il perseguimento degli obiettivi posti per l’ATO in questione.

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Si richiamano sinteticamente di seguito gli obiettivi del PAT in relazione all’ATO in questione: - Tutela e salvaguardia del territorio agricolo aperto anche attraverso la promozione di forme di tutela, valorizzazione e fruizione - Rafforzamento del ruolo residenziale del capoluogo, delle frazioni e dei nuclei di edificazione diffusa - Completamento del tessuto urbano consolidato e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente - Riqualificazione degli spazi pubblici, dei luoghi centrali e degli spazi nelle contrade - Recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e riconoscimento degli ambiti di edificazione diffusa

Analizzando nel dettaglio la cartografia ed i contenuti di Piano emerge quanto segue:

Tav. 1 – Carta dei Il PAT recepisce i vincoli e le indicazioni della pianificazione sovraordinata, Vincoli e della nonché le relative fasce di rispetto (cimitero ed elettrodotti) in conformità Pianificazione alle normative vigenti di riferimento. Recepisce ed individua inoltre l’area Territoriale di cava posta a confine del territorio comunale e l’impianto di telecomunicazione a ridosso del cimitero. L’ambito è interessato anche dall’apposizione di vincoli di natura paesaggistica, come il vincolo dei corsi d’acqua e delle aree boscate, oltre che da ambiti naturali e paesaggistici di interesse sovralocale. Particolare importanza assume la presenza del SIC IT3220008 Buso della Rana. Vengono inoltre individuati i vincoli derivanti dalla pianificazione di settore, come le zone di pericolosità e attenzione geologica, oltre che all’individuazione del centro storico di Monte di Malo assoggettandolo a specifica normativa di tutela.

Tav. 2 – Carta delle Nell’ambito in questione il Piano riconosce e provvede alla valorizzazione Invarianti dei sistemi di invarianti di natura geologica, ambientale, paesaggistica e storico-monumentale. Nella prima categoria rientrano gli elementi che caratterizzano l’ambito in oggetto, come le principali sorgenti e le grotte ed il geosito del Buso della Rana. Tra le invarianti di natura paesaggistica/ambientale vanno invece richiamati in particolare gli ambiti di pregio come il Laghetto dell’ex cava Vanzi, il sic del Buso della Rana, la Valle Grande ed i corridoi ecologici del PTRC e quelli secondari. Il piano perimetra il contesto agricolo Canova-Gentilata-Gamba, le aree collinari

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Tav. – Carta delle Il PAT individua le zone con diverse classi di compatibilità geologica a fini Fragilità urbanistici, evidenziando e localizzando le zone di attenzione geologica e quelle soggette a dissesto idrogeologico definite dal PAI.

Tav. 4 – Carta della Le azioni strategiche previste dal Piano sono prevalentemente orientate al Trasformabilità completamento del tessuto urbanizzato consolidato, anche riprendendo le zone di espansione già previste dal PRG vigente, e contestualmente alla salvaguardia del territorio aperto. Vengono inoltre perimetrate le aree ad edificazione diffusa e quelle idonee per interventi diretti al miglioramento della qualità urbana e territoriale, oltre che al rafforzamento e riconoscimento dei servizi di interesse comune. Allo stesso modo, e proprio per tutelare il territorio circostante, il Piano punta a ridefinire i margini dell’edificato, anche con interventi tesi a mitigare e/o eliminare gli elementi di degrado. Il territorio aperto viene così salvaguardato e tutelato, attraverso il riconoscimento e la valorizzazione dello stesso. Il Piano individua inoltre il contesto del Buso della Rana come ambito da tutelare, riqualificare e valorizzare, comprendendo l’area Incantamonte e la zona di interesse archeologico.

Dimensionamento residenziale Capacità residua PRG Aggiuntivo PAT Totale mc 35.400 12.000 47.400 ab. teor. 148 50 198 Dimensionamento produttivo Capacità residua PRG Aggiuntivo PAT Deroga PTCP art. 68 mq di ST 0 0 0

Dal confronto tra le tavole della trasformabilità e quelle dei vincoli, delle invarianti e della fragilità non emergono altre situazioni significative di conflitti o di interferenze. Le azioni di Piano confermano il perseguimento degli obiettivi posti per l’ATO in questione. Per una maggiore trattazione di dettaglio delle aree di espansione previste, si rimanda alla specifica scheda di analisi di seguito riportata.

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Si richiamano sinteticamente di seguito gli obiettivi del PAT in relazione all’ATO in questione: - Tutela e salvaguardia del territorio agricolo aperto anche attraverso la promozione di forme di tutela, valorizzazione e fruizione - Rafforzamento del ruolo residenziale delle frazioni e dei nuclei di edificazione diffusa - Completamento del tessuto urbano consolidato e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente - Riqualificazione degli spazi pubblici, dei luoghi centrali e degli spazi nelle contrade - Recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e riconoscimento degli ambiti di edificazione diffusa

Analizzando nel dettaglio la cartografia ed i contenuti di Piano emerge quanto segue:

Tav. 1 – Carta dei Il PAT recepisce i vincoli e le indicazioni della pianificazione sovraordinata, Vincoli e della nonché le relative fasce di rispetto (cimitero, elettrodotti e gasdotto) in Pianificazione conformità alle normative vigenti di riferimento. Nello specifico l’ambito è Territoriale interessato dall’apposizione di vincoli di natura paesaggistica, come il vincolo dei corsi d’acqua e delle aree boscate, nonché il riconoscimento degli ambiti naturali e paesaggistici di interesse sovralocale. Vengono inoltre individuati i vincoli derivanti dalla pianificazione di settore, come le zone di pericolosità e attenzione geologica, oltre che all’individuazione del centro storico di Monte di Malo assoggettandolo a specifica normativa di tutela, e della porzione ricadente nel territorio comunale del SIC IT3220039 Biotopo “Le Poscole”.

Tav. 2 – Carta delle Nell’ambito in questione il Piano riconosce e provvede alla valorizzazione Invarianti dei sistemi di invarianti di natura geologica, ambientale, paesaggistica e storico-monumentale. Nella prima categoria rientrano gli elementi che caratterizzano l’ambito in oggetto, come le principali sorgenti e le grotte. Tra le invarianti di natura paesaggistica/ambientale vanno invece richiamati in particolare gli ambiti di pregio come il Boro, i campi Piani, i Prati di San Valentino, la Piana del torrente Rana-Bressana, le aree collinari della valle Pisciolone, i fossi di Vallugana, il biotopo delle Poscole, ed i corridoi ecologici del PTRC. Inoltre il Piano individua i manufatti di interesse storico-monumentale e le pertinenze scoperte da tutelare.

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Tav. 4 – Carta della Le azioni strategiche previste dal piano sono prevalentemente orientate Trasformabilità allo sviluppo dell’urbanizzato e, contestualmente, alla salvaguardia del territorio aperto. Il Piano individua così le aree di nuova urbanizzazione a completamento del tessuto consolidato, anche riprendendo le zone di espansione già previste dal PRG vigente, ed individua le aree a servizi di interesse comune. Vengono inoltre perimetrate le aree ad edificazione diffusa e individuati gli elementi e le opere ritenute incongrue e di degrado, salvaguardando il territorio aperto. Il Piano individua inoltre il Colle di San Vittore come ambito da tutelare, riqualificare e valorizzare, quale nucleo storico originario di Priabona.

Dimensionamento residenziale Capacità residua PRG Aggiuntivo PAT Totale mc 8.200 11.000 19.200 ab. teor. 34 46 80 Dimensionamento produttivo Capacità residua PRG Aggiuntivo PAT Deroga PTCP art. 68 mq di ST 0 0 0

Dal confronto tra le tavole della trasformabilità e quelle dei vincoli, delle invarianti e della fragilità non emergono altre situazioni significative di conflitti o di interferenze. Le azioni di Piano confermano il perseguimento degli obiettivi posti per l’ATO in questione. Per una maggiore trattazione di dettaglio delle aree di espansione previste, si rimanda alla specifica scheda di analisi di seguito riportata.

MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 167 di 194 ATO 4 – Ambito del territorio di pianura

Si richiamano sinteticamente di seguito gli obiettivi del PAT in relazione all’ATO in questione: - Tutela e salvaguardia del territorio agricolo aperto con la salvaguardia delle sistemazioni agrarie tradizionali - Consolidamento e completamento del sistema produttivo artigianale e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, degli spazi pubblici e del riordino degli accessi - Potenziamento dei servizi

Analizzando nel dettaglio la cartografia ed i contenuti di Piano emerge quanto segue:

Tav. 1 – Carta dei Il PAT recepisce i vincoli e le indicazioni della pianificazione sovraordinata, Vincoli e della nonché le relative fasce di rispetto (elettrodotti, impianto di Pianificazione telecomunicazione e gasdotto) in conformità alle normative vigenti di Territoriale riferimento. Nello specifico l’ambito è interessato dall’apposizione di vincoli di natura paesaggistica, come il vincolo dei corsi d’acqua e delle aree boscate, nonché il riconoscimento degli ambiti naturali e paesaggistici di interesse sovralocale. Vengono inoltre individuati i vincoli derivanti dalla pianificazione di settore, come le zone di pericolosità e attenzione geologica.

Tav. 2 – Carta delle Nell’ambito in questione il Piano riconosce e provvede alla valorizzazione Invarianti dei sistemi di invarianti di natura geologica, ambientale, paesaggistica e storico-monumentale. Nella prima categoria rientrano gli elementi che caratterizzano l’ambito in oggetto, come le principali sorgenti e le grotte. Tra le invarianti di natura paesaggistica/ambientale vanno invece richiamati in particolare gli ambiti di pregio come l’area agricola destra Giara, la Piana del torrente Rana Bressana, le aree collinari della valle Pisciolone ed i corridoi ecologici del PTRC. Inoltre il Piano individua i manufatti di interesse storico-monumentale e le pertinenze scoperte da tutelare.

Tav. – Carta delle Il PAT individua le zone con diverse classi di compatibilità geologica a fini Fragilità urbanistici, evidenziando e localizzando le zone di attenzione geologica e quelle soggette a dissesto idrogeologico definite dal PAI.

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Dimensionamento residenziale Capacità residua PRG Aggiuntivo PAT Totale mc 0 8.000 8.000 ab. teor. - 33 33 Dimensionamento produttivo Capacità residua PRG Aggiuntivo PAT Deroga PTCP art. 68 mq di ST 41.487 23.000 8.000

Dal confronto tra le tavole della trasformabilità e quelle dei vincoli, delle invarianti e della fragilità non emergono altre situazioni significative di conflitti o di interferenze. Le azioni di Piano confermano il perseguimento degli obiettivi posti per l’ATO in questione. Per una maggiore trattazione di dettaglio delle aree di espansione previste, si rimanda alla specifica scheda di analisi di seguito riportata.

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Monte di Malo - PAT ATO N. 4 Località “Gecchelina” AMBITI DI TRASFORMAZIONE PAT Estratto cartografico 1:5.000 – Tavola Trasformabilità Legenda

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Punteggi MOLTO NON FAVOREVOLE = 0 Parametri di Valutazione QUALITATIVA NON FAVOREVOLE FAVOREVOLE FAVOREVOLE FAVOREVOLE = 1 MOLTO FAVOREVOLE = 2 1) sviluppo coerente con l’evoluzione storica delle PUNTEGGIO COMPLESSIVO X direttrici di sviluppo urbano (DA 0 a 20) 2) compatibilità con la pianificazione sovraordinata VALUTAZIONE X (PTRC-PTCP) COMPLESSIVA 3) compatibilità con il PRG vigente X 19 X (fascia di rispetto 4) presenza di vincoli ambientali e paesaggistici fluviale)

5) presenza di fragilità ambientali/territoriali X

6) idoneità geologica e idraulica X

7) adiacenza ad aree urbane consolidate X

8) accessibilità (viaria-servizi pubblici) X 9) vicinanza alle reti dei servizi tecnologici e sottoservizi (elettricità, gas, acqua, fognatura, rete X telefonica) 10) benefici sociali-economici X

Note: Trattasi della possibilità di trasformazione/espansione di zone produttive consolidate. L’ambito di sviluppo lungo Via Gecchelina, derivante da una precedente previsione di PRG, risulta già in parte attuato attraverso procedura di SUAP. Il progetto presentato allo SUAP ha già tenuto conto delle indicazioni del redigendo PAT, in particolare in relazione agli interventi di riqualificazione e mitigazione ambientale. La previsione contempla anche l’adeguamento della viabilità esistente.

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MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 172 di 194 Punteggi NON FAVOREVOLE = 0 Parametri di Valutazione QUALITATIVA NON FAVOREVOLE FAVOREVOLE MOLTO FAVOREVOLE FAVOREVOLE = 1 MOLTO FAVOREVOLE = 2 PUNTEGGIO 1) sviluppo coerente con l’evoluzione storica X COMPLESSIVO (DA 0 a delle direttrici di sviluppo urbano 20) 2) compatibilità con la pianificazione VALUTAZIONE X sovraordinata (PTRC-PTCP) COMPLESSIVA 3) compatibilità con il PRG vigente X 16 4) presenza di vincoli ambientali e X paesaggistici

5) presenza di fragilità ambientali/territoriali X

6) idoneità geologica e idraulica X

7) adiacenza ad aree urbane consolidate X

8) accessibilità (viaria-servizi pubblici) X 9) vicinanza alle reti dei servizi tecnologici e sottoservizi (elettricità, gas, acqua, fognatura, X rete telefonica) 10) benefici sociali-economici X

Note: Trattasi della previsione della potenziale trasformabilità di ambiti residenziali e a servizi in linea con le direttrici di sviluppo assunte ancora dal vigente PRG e tese a completare gli spazi liberi ancora presenti nel tessuto consolidato. Sono previsti interventi di riqualificazione e mitigazione ambientale ai margini dei perimetri di tali aree.

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MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 174 di 194 Punteggi MOLTO NON FAVOREVOLE = 0 Parametri di Valutazione QUALITATIVA NON FAVOREVOLE FAVOREVOLE FAVOREVOLE FAVOREVOLE = 1 MOLTO FAVOREVOLE = 2 1) sviluppo coerente con l’evoluzione storica PUNTEGGIO COMPLESSIVO X delle direttrici di sviluppo urbano (DA 0 a 20) 2) compatibilità con la pianificazione X VALUTAZIONE COMPLESSIVA sovraordinata (PTRC-PTCP) 3) compatibilità con il PRG vigente X 17

4) presenza di vincoli ambientali e paesaggistici X

5) presenza di fragilità ambientali/territoriali X

6) idoneità geologica e idraulica X

7) adiacenza ad aree urbane consolidate X

8) accessibilità (viaria-servizi pubblici) X

9) vicinanza alle reti dei servizi tecnologici e sottoservizi (elettricità, gas, acqua, fognatura, X rete telefonica)

10) benefici sociali-economici X

Note: tale ambito era già indicato dal vigente PRG come zona C2.

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MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 176 di 194 Punteggi MOLTO NON FAVOREVOLE = 0 Parametri di Valutazione QUALITATIVA NON FAVOREVOLE FAVOREVOLE FAVOREVOLE FAVOREVOLE = 1 MOLTO FAVOREVOLE = 2 1) sviluppo coerente con l’evoluzione storica PUNTEGGIO COMPLESSIVO X delle direttrici di sviluppo urbano (DA 0 a 20) 2) compatibilità con la pianificazione X VALUTAZIONE COMPLESSIVA sovraordinata (PTRC-PTCP) 3) compatibilità con il PRG vigente X 16

4) presenza di vincoli ambientali e paesaggistici X

5) presenza di fragilità ambientali/territoriali X

6) idoneità geologica e idraulica X

7) adiacenza ad aree urbane consolidate X

8) accessibilità (viaria-servizi pubblici) X 9) vicinanza alle reti dei servizi tecnologici e sottoservizi (elettricità, gas, acqua, fognatura, X rete telefonica) 10) benefici sociali-economici X

Note: il PAT ha riconosciuto tutti gli ambiti perimetrati dal vigente PRG come zone A1 e A2, ovvero “contrade sparse”. Con le NTO, all’art. 40, viene stabilito che fino all’approvazione del PI che recepisca e specifichi ulteriormente le previsioni del PAT vale quanto previsto dal PRG. Sostanzialmente, il PAT individua degli indirizzi per la gestione e lo sviluppo delle contrade con l’obiettivo di recuperarle e riqualificarle, in relazione alla loro connessione o meno con la conduzione dei fondi.

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Monte di Malo - PAT Località Capoluogo - Centro AMBITI DI TRASFORMAZIONE PRG Estratto cartografico 1:10.000 – Elaborazione QGIS Legenda

PRG

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Note:

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PRG

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4) presenza di vincoli ambientali e paesaggistici X

5) presenza di fragilità ambientali/territoriali X

6) idoneità geologica e idraulica X

X 7) adiacenza ad aree urbane consolidate

8) accessibilità (viaria-servizi pubblici) X

9) vicinanza alle reti dei servizi tecnologici e sottoservizi (elettricità, gas, acqua, fognatura, X rete telefonica) 10) benefici sociali-economici X

Note:

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PRG

MARCO ZECCHINATO | URBANISTICA e AMBIENTE | Via Mottarella 17, 36040 Orgiano VI | Corso Fogazzaro 18, 36100 Vicenza M [email protected] | P [email protected] | T +39 331 3342007 Pagina 182 di 194 Punteggi NON FAVOREVOLE = 0 Parametri di Valutazione QUALITATIVA NON FAVOREVOLE FAVOREVOLE MOLTO FAVOREVOLE FAVOREVOLE = 1 MOLTO FAVOREVOLE = 2 1) sviluppo coerente con l’evoluzione storica delle X PUNTEGGIO COMPLESSIVO direttrici di sviluppo urbano (DA 0 a 20) 2) compatibilità con la pianificazione sovraordinata X VALUTAZIONE (PTRC-PTCP) COMPLESSIVA 3) compatibilità con il PRG vigente X 14 4) presenza di vincoli ambientali e paesaggistici X 5) presenza di fragilità ambientali/territoriali X 6) idoneità geologica e idraulica X 7) adiacenza ad aree urbane consolidate X 8) accessibilità (viaria-servizi pubblici) X 9) vicinanza alle reti dei servizi tecnologici e sottoservizi (elettricità, gas, acqua, fognatura, rete X telefonica) 10) benefici sociali-economici X

Note: Per questo ambito PAT e PRG vigente corrispondono completamente

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Il punteggio ottenuto è stato 68 su 100 Quindi sulla base della scala di valori attribuiti a ciascuna scheda pari 0 min e 20 max, stabilendo come limite per la sostenibilità il valore intermedio, ovvero 10, rapportato al nostro punteggio porta ad un valore medio complessivo per le 4 schede pari a 17/20. Il piano si dimostra generalmente sostenibile.

PRG: elaborate 3 schede con relative valutazioni Elaborato PRG Schede n. 1 2 3 totale Punteggio 16 18 14 48

Il punteggio ottenuto è stato 48 su 60 Quindi sulla base della scala di valori attribuiti a ciascuna scheda pari 0 min e 20 max, stabilendo come limite per la sostenibilità il valore intermedio, ovvero 10, rapportato al nostro punteggio porta ad un valore medio complessivo per le 3 schede pari a 16/20. Il PRG si dimostrava sostenibile e ha ottenuto circa lo stesso punteggio del PAT che, pur prevedendo qualche ulteriore carico insediativo, ha di fatto proprio quanto stabilito dal PRG vigente. Di seguito si riporta una tabella delle possibili azioni di un PAT, desunte dalla bibliografia consolidata in materia, che riportano delle macrocategorie e delle sottocategorie che non necessariamente interessano il comune di Monte di Malo. Le voci che interessato il PAT del Comune di Monte di Malo sono indicate nell’ultima tabella, specifica per il caso in oggetto.

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Tabella. Tipologia delle possibili azioni del PAT (rielaborazione box e tabella di C. Socco 2005)

a. Azioni che possono determinare pressioni ambientali a.1. nuove aree residenziali; a.2. nuove aree artigianali/industriali; a.3. nuove aree commerciali/direzionali; a.4. nuove strade; a.5. nuovi impianti infrastrutturali (approvvigionamento energetico, idropotabile, smaltimento rifiuti, stazioni radio base). b. Azioni di prevenzione e tutela b.1. vincoli di tutela di risorse naturali primarie e di aree a valenza naturalistica; b.2. vincoli di tutela di aree a valenza paesaggistica; b.3. vincoli di tutela di aree a valenza storico-monumentale/architettonica/archeologica; b.4. fasce e zone di rispetto intorno ad infrastrutture lineari, zone industriali, discariche, depuratori; b.5. zone di rispetto intorno ad attività di rischio; b.6. vincoli di inedificabilità di aree a rischio geologico (allagabilità, instabilità versanti). c. Azioni di valorizzazione e riqualificazione c.1. rinnovo/riqualificazione di aree urbane obsolete e di bassa qualità ambientale; c.2. miglioramento dei servizi alla popolazione residente; c.3. realizzazione di nuovi parchi, interventi di forestazione urbana e periurbana, realizzazione di reti di spazi verdi, connessione dei corridoi ecologici; c.4. interventi di recupero/restauro/valorizzazione del patrimonio paesaggistico-storico-archeologico. d. Azioni di bonifica e mitigazione d.1. interventi di messa in sicurezza dello spazio stradale (moderazione del traffico, eliminazione delle criticità); d.2. bonifiche di discariche, cave, siti contaminati; d.3. rilocalizzazioni di attività a rischio; d.4. mitigazioni dei livelli di inquinamento acustico, atmosferico, idrico ed elettromagnetico.

azioni/impatti

(attivitàa rischio)

1.atmosfera 2.ambiente idrico 3.suolo 4.sottosuolo 5.ecosistemi (vegetazione, flora, fauna) 6.rumore e vibrazioni 7.radiazioni non ionizzanti 8.paesaggio 9.beni storico culturali salute 10. umana salute 11. umana(rischio idrogeologico) spazio residenziale 12. urbano a.1. nuove aree residenziali           a.2. nuove aree artigianali/industriali            a.3. nuove aree commerciali/ direzionali           a.4. nuove strade            a.5. nuovi impianti infrastrutturali            

b.1. vincoli naturalistici     b.2. vincoli paesaggistici  b.3. vincoli storici 

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c.1. riqualificazione urbana      c.2. miglioramento dei servizi  c.3. parchi, forestazione urbana, corridoi  ecologici c.4. recupero patrimonio paesaggistico e   storico d.1. messa in sicurezza delle strade  d.2. bonifiche di cave, discariche, siti      contaminati d.3. rilocalizzazione di attività a rischio  d.4. mitigazioni inquinamento acustico,     atmosferico, idrico ed elettromagnetico

Legenda = azioni che determinano pressioni e impatti ambientali; = azioni di prevenzione e tutela; = azioni di valorizzazione e rigenerazione; = azioni di bonifica e mitigazione.

Le componenti potenzialmente interessate ed i principali impatti derivanti dal PAT sono quindi così riassumibili:

PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO (PAT) DEL COMUNE DI MONTE DI MALO AZIONI CHE AZIONI DI AZIONI DI AZIONI DI IMPATTI /AZIONI DETERMINANO PREVENZIONE E VALORIZZAZIONE BONIFICA E PRESSIONI E IMPATTI TUTELA E RIGENERAZIONE MITIGAZIONE AMBIENTALI Nuove aree residenziali vincoli naturalistici Nuove aree fasce e zone di 1. atmosfera industriali/artigianali rispetto di infrastrutture, industrie, riqualificazione discariche, depuratori urbana mitigazioni Nuove aree residenziali riqualificazione 2. ambiente idrico Nuove aree vecchio sito industriali/artigianali vincoli naturalistici estrattivo (in corso) Nuove aree residenziali riqualificazione 3. suolo Nuove aree vecchio sito industriali/artigianali vincoli naturalistici estrattivo (in corso) Nuove aree residenziali riqualificazione 4. sottosuolo Nuove aree vecchio sito industriali/artigianali vincoli naturalistici estrattivo (in corso)

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Le modificazioni indotte sull’uso del suolo da parte del PAT che potenzialmente possono comportare un maggior carico ambientale, sono sostanzialmente riconducibili alla previsione delle aree di potenziale trasformazione in residenziale e produttivo. Su queste due tipologie di previsione, si è approfondita una valutazione quantitativa degli impatti sulla base delle loro caratteristiche, assegnando dei punteggi in base a durata, reversibilità/irreversibilità, estensione, cumulatività, natura transfrontaliera, rischi per la salute umana.

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Magnitudo Impatto (somma Indicatore di sostenibilità impatti meno le mitigazioni)

Ottima sostenibilità 0

Buona sostenibilità > 0 a 3 Le aree trasformabili in produttivo sono

Discreta sostenibilità > 3 a 6 6 punti tot modeste in quanto una porzione lungo Via Gecchelina è già stata attuata attraverso Sufficiente sostenibilità > 6 a 9 procedura di SUAP, così come è in corso di attuazione sempre con procedura di SUAP un altro ampliamento di un sito produttivo, previsto in espansione anche dal PAT. Sono inoltre previste misure di mitigazione obbligatoria (piantumazioni, compatibilità Scarsa sostenibilità > 9 a 12 idraulica ecc…)

VALUTAZIONE QUANTITATIVA PREVISIONI DI PAT - NUOVE AREE TRASFORMABILI RESIDENZIALI

Caratteristiche Impatto Punteggi/Peso Impatto Mitigazioni Tipologia Peso Tipologia Peso Peso Peso Peso Durata Breve termine 1 Medio-Lungo termine 2 0 -0,5 -1 Reversibilità/Irreversibilità Reversibile 1 Irreversibile 2 0 -0,5 -1 Estensione Locale 1 Sovralocale 2 0 -0,5 -1 Non cumulativo/Cumulativo Non cumulativo 1 Cumulativo 2 0 -0,5 -1 Natura Transfrontaliera Non Transfrontaliero 1 Transfrontaliero 2 0 -0,5 -1 Rischi per la salute umana Non rischio per la salute umana 1 Rischio per la salute umana 2 0 -0,5 -1

Magnitudo Impatto (somma Indicatore di sostenibilità impatti meno le mitigazioni)

Ottima sostenibilità 0

Buona sostenibilità > 0 a 3 Quasi tutte le aree trasformabili riportando in

Discreta sostenibilità > 3 a 6 6 punti tot cartografia l'obbligo di mitigare e riqualificare i perimetri (tavola delle trasformabilità). Le norme orientano lo sviluppo verso forme di Sufficiente sostenibilità > 6 a 9 edilizia sostenibile Scarsa sostenibilità > 9 a 12

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Mtigazioni Le misure di mitigazione sono finalizzate a minimizzare o cancellare gli effetti negativi del piano. Per ciascuna forma di mitigazione devono essere considerate ed illustrate: • le modalità di attuazione e probabilità di esito positivo; • le modalità di finanziamento; • la scala spazio – temporale di applicazione; • le modalità di monitoraggio e controllo, e le modalità d'intervento in caso di eventuale inefficacia delle misure stesse. Soltanto l'assenza di soluzioni alternative praticabili, l’impossibilità di adottare le adeguate misure di mitigazione e l'interesse pubblico, promosso da organismi pubblici o privati, può giustificare l’attuazione di progetti o interventi che possono non garantire il rispetto della sostenibilità dell’azione e quindi del piano. L’interesse pubblico deve quindi essere rilevante, di lungo termine e riferito a situazioni dove le azioni di piano risultano indispensabili: 1. nel quadro di azioni volte a tutelare valori fondamentali per la vita dei cittadini (salute, sicurezza e ambiente); 2. nel quadro di politiche fondamentali per lo stato e la società; 3. nel quadro di attività di natura economica o sociale rispondenti ad obblighi specifici di servizio pubblico.

Le azioni di Piano così delineate confermano la volontà di orientare lo stesso verso una maggiore attenzione al consumo di suolo e alla salvaguarda dell’ambiente che caratterizza il territorio di Monte di Malo. Ciò nonostante si rende necessario individuare alcune misure mitigative rispetto ad alcune tematiche analizzate, da prevedere in fase attuativa degli interventi (PI-PUA) dirette quindi al miglioramento delle performance di Piano. Va tenuto presente che molte delle questioni ambientali emerse in fase di progettazione del piano che avrebbero meritato di essere oggetto di previsione di mitigazione, non compaiono nella tabella che segue in quanto fatto proprie direttamente dal piano, come indicato nell’analisi dello scenario di piano che riporta la specifica norma che disciplina la componente analizzata.

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Pianificazione del verde urbano, in particolare in prossimità di assi L’adozione della mitigazione densamente trafficati, considerandone il ruolo fondamentale nella proposta determinerebbe effetti protezione della qualità dell’aria. positivi in relazione alla matrice È necessario adottare un nuovo approccio al verde urbano che ARIA, CLIMA e potrebbe essere definito ecosistemico: in quest’ottica esso è inteso secondariamente SUOLO E come un vero e proprio ecosistema in quanto elemento biologico SOTTOSUOLO, FLORA- attivo, dinamico e multifunzionale per la mitigazione ambientale. Le FAUNA E BIODIVERSITÁ, funzioni e i servizi che il verde può svolgere in tema di miglioramento PAESAGGIO. della salubrità dell’aria in ambito urbano consistono in: mitigazione potenziale della temperatura, capacità di assorbimento di anidride carbonica, capacità di cattura delle polveri, assorbimento degli inquinanti gassosi, emissione di composti organici volatili, potenziamento nella formazione di ozono. Nella progettazione del sistema del verde dovrà quindi essere posta cura nella scelta delle specie autoctone che presentano i valori potenziali maggiori in relazione alla specifica funzione attribuita.

Ridurre la pressione esercitata dagli interventi di nuova edificazione L’adozione della mitigazione Si propone: proposta determinerebbe effetti - l’incremento della dotazione di aree a verde all’interno dei nuovi positivi in relazione alla matrice insediamenti, pur mantenendo lo stesso volume edificatorio; ARIA, CLIMA, SUOLO E - la piantumazione di specie arboree anche e soprattutto nei SOTTOSUOLO, FLORA- parcheggi. FAUNA E BIODIVERSITÁ, - la piantumazione di siepi e alberature lungo le nuove strade di PAESAGGIO. collegamento.

Restituire all’agricoltura il ruolo di presidio del territorio L’adozione della mitigazione L’agricoltura è un’attività a forte impatto ambientale, positivo o proposta determinerebbe effetti negativo: produce quel che mangiamo attraverso l’ambiente con il positivi in relazione alla matrice quale interagisce anche modificandolo. L’agricoltura ha quindi un ruolo ARIA, CLIMA, ACQUA, SUOLO E di primo piano per le nuove priorità ambientali: dal contenimento dei SOTTOSUOLO, FLORA-FAUNA consumi allo sviluppo di nuove fonti energetiche e all’utilizzo dei propri E BIODIVERSITÁ, PAESAGGIO. scarti per la creazione di energia nuova; dal miglioramento dell’efficienza dell’irrigazione alle norme per l’impiego di reflui zootecnici e fitofarmaci. E poi ancora preservare e incrementare la biodiversità, la lotta all’effetto serra, la creazione gli elementi

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Tutelare la popolazione insediata da radiazioni a bassa frequenza L’adozione della mitigazione Si dovrà verificare e valutare opportunamente le emissioni prodotte proposta determinerebbe effetti dagli impianti di telecomunicazioni posti all’interno o in prossimità di positivi in relazione alla matrice centri abitanti prevedendo se necessario il trasferimento in siti AGENTI INQUINANTI. maggiormente idonei delle infrastrutture impattanti.

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COMPONENTI INDICATORI UNITÁ DI MISURA FREQUENZA FONTE

Livelli di ossido di g/m3 Annuale ARPAV carbonio

ARIA Livelli di biossido di azoto g/m3 Annuale ARPAV

Polveri sottili g/m3 Annuale ARPAV

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Rischio idrogeologico stato Annuale Comune

Indice di Utilizzo del ICS Quinquennale Comune SUOLO- Suolo Densità di SOTTOSUOLO % Quinquennale Comune urbanizzazione Quota del carico %abitanti, %mc, aggiuntivo del PAT Quinquennale Comune %mq realizzata Indice di superfice % Quinquennale Comune forestale FLORA- Aree trasformate in aree mq Quinquennale Comune FAUNA, di pregio ambientale BIODIVERSITÁ Grado di conservazione degli habitat di interesse stato Quinquennale Comune comunitario

Integrità del paesaggio integrità Quinquennale Comune

Estensione dei percorsi Km/Kmq Quinquennale Comune

Aree di ricostruzione ambientale/superficie % Comune PAESAGGIO E Quinquennale ATO PATRIMONIO Indice di recupero dei n° Quinquennale Comune centri storici Valorizzazione patrimonio paesaggistico n° Quinquennale Comune e culturale

Saldo naturale % Annuale ISTAT

Indice di vecchiaia % Annuale ISTAT POPOLAZIONE Incidenza degli stranieri stranieri/resid Annuale ISTAT residenti

Rapporto ab/resid Annuale Comune abitazioni/residenti

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ECONOMIA E % raccolta differenziata % Annuale Ente gestore SOCIETA’ Consumi di energia kWh/ab Annuale ENEL/Comune elettrica procapite Consumi di metano Ente mc/ab Annuale procapite gestore/Comune Monitoraggio periodico AGENTI FISICI elettromagnetismo delle V/m Annuale ARPAV stazioni radio base

Il popolamento degli indicatori di monitoraggio dovrà essere effettuato a cura del Comune di Monte di Malo, che potrà avvalersi delle risorse informative messe a disposizione dal Sistema Informativo Territoriale della Regione Veneto. Nella fase di attuazione del PAT tuttavia si potranno ridefinire il numero e la tipologia degli indicatori ora individuati per il monitoraggio.

Monte di Malo (VI), ottobre 2018 Il tecnico incaricato

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