Everest di Baltasar Kormákur film di apertura della 72. Mostra di Venezia Everest, un film Universal Pictures diretto da Baltasar Kormákur, è il film d’apertura, fuori Concorso, della 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (2-12 settembre 2015), diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta. Everest proiettato in prima mondiale il 2 settembre nella Sala Grande (Palazzo del Cinema) al Lido di Venezia e riproposto nelle altre sale del Lido è ispirato a fatti legati al tentativo di raggiungere la vetta della più alta montagna del mondo. Everest documenta il viaggio di due spedizioni che si imbattono in una violentissima tempesta di neve. Il coraggio degli scalatori viene messo a dura prova dalla forza della natura, che trasformerà la loro ossessione in una lotta per la sopravvivenza. Everest è una produzione Working Title Films. É interpretato da Jason Clarke, Josh Brolin, John Hawkes, Robin Wright, Michael Kelly, Sam Worthington, Keira Knightley, Emily Watson e Jake Gyllenhaal. E’ prodotto da Tim Bevan, Eric Fellner, Baltasar Kormákur, Nicky Kentish Barnes, Brian Oliver e Tyler Thompson. Everest è presentato da Universal Pictures e Walden Media, in collaborazione con Cross Creek Pictures, ed è adattato per lo schermo da William Nicholson (Il gladiatore) e dal premio Oscar® Simon Beaufoy (The Millionaire). Il film è stato girato in Nepal, alle pendici dell’Everest, sulle Alpi italiane (Val Senales, Trentino-Alto Adige), negli studi di Cinecittà a Roma e nei Pinewood Studios nel Regno Unito. La Universal distribuirà Everest in tutto il mondo; il film sarà distribuito negli Stati Uniti a partire dal 18 settembre, inizialmente solo sugli schermi IMAX 3D e premium- large format 3D, mentre dal 25 set- tembre sarà diffuso in tutte le sale, anche in 2D. L’uscita italiana è prevista per il 24 settembre. 01 Baltasar Kormákur Nato a Reykjavik (Islanda), Baltasar Kormákur (Cani sciolti, Contraband) è un regista, produttore Il film The Deep (2012), tragica storia vera di un sopravvissuto a un naufragio avvenuto al largo e attore, i cui lavori spaziano tra teatro, cinema e televisione. Dopo Everest, produrrà e dirigerà delle coste islandesi, viene presentato a Toronto e diventa il film islandese in corsa alla nomination Vikingr, film d’azione e avventura ad alto budget ambientato nel mondo dei guerrieri nordici e per l’Oscar come miglior film straniero. ispirato alle epiche saghe islandesi. Kormákur realizzerà inoltre il disaster-movie Cascade; scriverà e Kormákur ha recentemente opzionato i diritti del libro Independent People, scritto da un autore dirigerà un crime-thriller basato sugli eventi che hanno ispirato il film filippino On the Job. premio Nobel e molto amato in Islanda, con l’intento di trarne un lungometraggio. Inoltre Baltasar Kormákur e la sua collaboratrice Agnes Johansen hanno recentemente prodotto Produrrà inoltre il remake americano di , assieme al CEO di Lava Bear Films, David Linde. la commedia islandese diretta da Dagur Kari. Ha inoltre collaborato con CCP Games alla trasposizione del videogioco EVE Universe in televisione. Kormákur ha diretto diversi lungometraggi negli Stati Uniti: Una tragica scelta (Inhale, 2010), Gli RVK Studios, in collaborazione con CCP, creeranno un concept originale e una storyline ambientata film indipendente prodotto dalla 26 Films di Los Angeles con Dermot Mulroney, Diane Kruger nel mondo di EVE Universe. Trapped e Sam Shepard; Contraband (2012) con Mark Wahlberg, Ben Foster e Kate Beckinsale, remake Inoltre Kormákur ha prodotto e diretto la serie crime islandese . Tutti i film di Kormákur sono di Reykjavik Rotterdam di Oskar Johansson, scritto da Arnaldur Indridason, nel quale Kormákur realizzati dalla sua casa di produzione RVK Studios, chiamata in precedenza , interpreta il ruolo principale, oltre ad aver prodotto il film assieme a Agnes Johansen con la sua che recentemente opera anche nel settore televisivo e collabora con Dadi Einarsson e con la società Blueeyes Productions. islandese di effetti speciali Framestore, chiamata ora RVX Studios. Il suo ultimo film americano, la commedia d’azione Cani sciolti (, 2013) con Denzel Washington e Mark Wahlberg, ha incassato più di 131 milioni di dollari in tutto il mondo. Kormákur sta lavorando a numerosi progetti in Islanda, incluso il thriller psicologico The Oath, che ha in programma di dirigere da un copione scritto assieme a Olafur Egillsson. Ispirato a fatti realmente accaduti e ambientato nell’Islanda moderna, The Oath è prodotto da Kormákur assieme a Johansen. Kormákur ottiene la laurea in recitazione presso la National Academy of Fine Arts islandese nel 1990. Viene presto messo sotto contratto dal National Theatre of , dove diventa uno dei giovani artisti di maggior rilievo e dove resta fino al 1997. Negli ultimi due anni presso il National Theatre, Kormákur ha diretto una serie di lavori ambiziosi, preceduti da opere indipendenti di grande successo da lui prodotte e dirette, realizzate in parallelo ai progetti del National Theatre. Nel 2000 Kormákur scrive, dirige, interpreta e produce il lungometraggio 101 Reykjavik. Successivamente “Variety” include Kormákur nella lista “10 Directors to Watch”. In quel periodo Kormákur fonda la propria società di produzione, Blueeyes Productions, continuando a scrivere, produrre e dirigere lungometraggi. I suoi film The Sea, , Jar City e ottengono grande successo in Islanda, oltre a numerosi premi internazionali.

02 03 GIALLO, IL CAPOLAVORO COMPRATO DA GALAN NON È UN VERONESE Il coronamento di tutta la vicenda ha visto un susseguirsi di fatti che hanno segnato un nuovo Mercoledì 10 settembre 2014 modo di comunicare, mettendo sotto i riflettori usi e consumi del digitale dentro e fuori i banchi Il quadro che orna il piano nobile di Palazzo Balbi è stato pagato oltre 200 mila euro nel 2002 di scuola. Sono nati così “i droni by art”, riprese aeree remote da diverse postazioni dentro i musei, dalla Regione. Ora si scopre che non è opera del celebre artista ma di un pittore minore.” “il giornalismo tascabile”, cioè interviste con smarthphone e apparecchi digitali che hanno portato È il titolo di apertura con foto del dipinto che Il Gazzettino informa l’opinione pubblica con un sulla Rete alcuni travolgenti videoclip, docu-film e corti di produzione self made up. servizio puntuale, preciso e pruriginoso di Alda Vanzan che chiede lumi dato che il catalogo della L’occasione della 72.Mostra internazionale d’arte cinematografica che assegna alla Regione mostra “Paolo Veronese, L’illusione della realtà”, curata da Paola Marini e Bernard Aikema Veneto un proprio spazio esclusivo per conferenze stampa e incontri per promuovere in ambito al Palazzo della Gran Guardia di Verona lo attribuisca senza mezzi termini ad Anselmo Canera, internazionale il sistema veneto del cinema ci ha spinto a raccogliere in un Dvd tre filoni: collega di Paolo spezapreda “1. A Scuola di Cultura”, (all’epoca non aveva ancora “2.Istruzione Digitale Asimmetrica”, preso il cognome della “3.Dalla Scuola alla Biennale Teatro”, madre). La curiosità è così grande che altri giornalisti in ognuno dei quali ci sono i lavori audiovisivi, sia dal punto di vista della notizia (Pauletto, Miatello, ne trarranno vantaggio per Malvestio, Bortolon, Bolzon) che di quello della singola ricerca (Zaccaria e Mazzariol). saperne di più. Chiude il cerchio la sensazionale prestazione di Anagoor al 43.Festival Internazionale del Teatro L’arcano, spiegato molto di Venezia, gruppo teatrale d’avanguardia nato nei primi anni novanta proprio sui banchi di scuola bene dalla prof.ssa italo del Liceo, di cui l’ex studente Simone Derai con altri amici hanno contribuito ad una loro americana Diana Gisolfi, crescita professionale. pone l’accento sulla flessibilità che la storia dell’arte ha nell’attribuzione di opere soprattutto nel mercato antiquariale nel Lido di Venezia, 3 settembre 2015. quale anche la Regione Veneto può incappare per mancanza di antidoti. Onorati di essere stati preceduti dalla visita del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (cosa costava all’ex governatore di chiedere altre expertise prima di staccare l’assegno?). che per la prima volta ha inaugurato la Mostra del Cinema più antica al mondo e dalla proiezione di Everest di Baltasar Kormákur “negli Stati Uniti dal 18 settembre solo su schermi IMAX 3D Così iniziò la storia di un lacerto di villa La Soranza, divenuto patrimonio demaniale con una e premium-large format 3D, in Italia dal 25 settembre anche in 2D”, con un pizzico di buonsenso attribuzione oggi non più la stessa. Rimane tuttavia il contenuto dell’opera che rappresenta la e modestia rivolgiamo quest’appello: quintessenza del buongoverno, di quello che i nobili veneziani della metà del Cinquecento “Esser giovani in Italia significa rimanere nel limbo perché le strutture non sono sufficienti idealmente volevano percorrere. Il prestito dell’opera avvenuto al Liceo Statale Giorgione di o i mezzi stentano”. Castelfranco il 16 febbraio scorso, prima che rientrasse definitivamente al Balbi, icona dei punti stampa del governatore Zaia, rimarrà memorabile. Questo è l’appello caloroso che rivolgiamo alla “nuova” classe politica del Veneto.

04 05 SCHEDA TECNICA Titolo dell’opera: “Minerva tra la Geometria e l’Aritmetica” A SCUOLA DI CULTURA Proprietario: Regione del Veneto Autori: Paolino spezapreda (Paolo Caliari detto il Veronese), Giambattista Zelotti e La Minerva di Palazzo Balbi di Veronese Anselmo Canera (di Verona) al Liceo Giorgione Anno di esecuzione: 1550 Prestito eccezionale dell’opera d’arte “Minerva tra la Geometria e l’Aritmetica” Dimensioni: cm 190×284 affresco di grandi dimensioni, riportato su tela al Liceo Ginnasio Statale Giorgione – Castelfranco Veneto Tecnica: affresco strappato estate 1817 (e non 1816) INCONTRO PUBBLICO con studenti, docenti e cittadinanza Origine: Palazzo detto la Soranza (ubicazione: Soranza, frazione di Castelfranco Veneto -Tv) 16 FEBBRAIO 2015 ore 9,30 - 14,30 Proprietari del palazzo e committenti: nobili Piero Soranzo e Francesca Emo; mentore Michele Sanmicheli di Verona (1546), architetto e ingegnere di idraulica “Sará la Minerva tra la Geometria e l’Aritmetica di Paolo Veronese, Giambattista Zelotti e Anselmo Storia: Il brano “Minerva” è uscito dal Veneto asburgico nel 1825-26, assieme ad altri brani Canera, la prima opera d’arte ad essere portata in una scuola veneta”. (<20+46+32>), quasi nove anni dopo lo strappo del 1817. Lo ha reso noto l’assessore alla cultura e vicepresidente della Regione Veneto, Marino Zorzato, che Destinazione: Londra. Autore dell’export: Giovanni Vendramini, litografo e mercante con ha dato il patrocinio alla richiesta avanzata da un gruppo di cittadini per esporre il quadro al Liceo passaporto inglese. Il palazzo La Soranza fu del conte Francesco Maria Barbaro che lo ereditò Statale Giorgione per una giornata di studio, attualmente in mostra in Casa Giorgione “Veronese dai nobili Morosini. La tecnica dello strappo fu attuata dal conte Filippo Balbi nel 1817; nelle terre di Giorgione” (mostra che terminerà domenica 15 febbraio). Lunedì dunque l’opera sarà testimonianza Barbisan (“Lettera pubblicata da F.N. Vignola nel Bollettino del Museo Civico di al Liceo Giorgione, evento storico del secolo!” Il progetto l’Opera d’arte in classe è stato lanciato dal Vicenza, 1910). La Sacrestia del Duomo conserva ben otto lacerti della Soranza donati dal Barbaro. ministero dei Beni Culturali assieme a quello della Pub- blica Istruzione nel maggio 2014 ed ha visto fino ad ora solo un’unica iniziativa di una scuola di Napoli, per la precisione “la Madonna di Co- stantinopoli di Mattia Preti del 1657, Coll. Museo di Capodi- monte, esposta in chiesa di Sant’Agostino agli Scalzi” – si legge nella nota diramata dal comitato organizzatore. Prima dell’Italia, sono stati gli Inglesi a lan- ciare quest’iniziativa culturale. Già nel 2013 in Inghilterra un progetto analogo a questo Mibact-Miur ha portato in molte scuole britanniche 26 dipinti celebri, firmati Turner, Monet o Lowry, ad esempio, per stimolare la conoscenza dell’arte. Dunque un lavoro programmato e non sporadico, come si evince dall’esempio napoletano. Il caso della “nostra” Minerva si distanzia moltissimo rispetto all’esempio napoletano, sia nella forma del progetto che nei suoi contenuti. Grazie soprattutto 06 all’apporto costruttivo di Villaggio Globale International di Maurizio Cecconi. 07 (16/02/2015) MINERVA TRA LA GEOMETRIA E L’ARITMETICA. La Scienza nel Rinascimento: la Minerva veneziana più Giustizia che Scienza Registrazione del trasloco dell’opera d’arte rinascimentale dalla Casa Museo Giorgione al Liceo Ginnasio statale Giorgione Team IPSIA Galilei: Riccardo Titotto, Federico Calzavara, Andrea Boccato, Alessandro Puntel, Daniele Pauletto (docente e giornalista) e Nazzareno Bolzon (vice preside) Cronaca di supporto: Rai Tre, Antenna3, Rete Veneta, Ansa, La Tribuna di Treviso, Il Gazzettino (articolo di Alda Vanzan del 10/09/2014), l’Avvenire, Corriere del Veneto, La Vita del Popolo, The London Litterary Gazette (1825), catalogo Maddox di Londra (1826) Coordinamento: Rosanna Bortolon Fotografia: Franco Vanzo, Daniele Maccagnan Agenzia stampa: FPA2000 Trailer: 2 minuti Sinossi. Alludendo al messaggio lanciato nel settembre 2014 dal Ministro Dario Franceschini Paola Marini, neo direttore delle Gallerie dell’Accademia di Venezia al Mart di Rovereto di portare dentro le scuole opere d’arte notificate con lo scopo di avvicinare i Ciambetti “Paola Marini alla guida delle Gallerie dell’Accademia: giovani alle raccolte museali, un gruppo di genitori ha organizzato un evento eccezionale al Liceo rigore, scienza e intelligenza al servizio della cultura del futuro” Ginnasio Statale Giorgione di Castelfranco Veneto: l’allestimento nella palestra del liceo, in piena (Arv) Venezia 18 ago. 2015 – “La nomina di Paola Marini alla guida delle Gallerie dell’Accademia sintonia con la dirigenza scolastica, di uno dei più significativi lacerti di palazzo La Soranza che di Venezia è un riconoscimento giusto al valore di questa studiosa la cui storia e rigore sono il viatico fu affrescato dai giovani Paolo Caliari (il Veronese), Giambattista Zelotti e Anselmo Canera, migliore per il difficile compito che l’attende alla guida di una delle più importanti e prestigiose venduti nel mercato antiquariale londinese nel 1826. istituzioni culturali europee”. Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto, saluta Un successo quasi inaspettato in quel lunedì di Carnevale (16 febbraio 2015) che ha visto la così la nomina della studiosa veronese alla guida delle Gallerie veneziane. Ciambetti poi ha spiegato che presenza massiccia di studenti delle superiori, genitori, professori e autorità (il prefetto Marosu, “Paola Marini è una profonda conoscitrice delle dinamiche che caratterizzano il mondo dell’arte e i sistemi museali a livello internazionale e credo sia la persona adatta a guidare le Gallerie dell’Accademia, rinate il vicepresidente della provincia Bonesso, il senatore Conte, il sindaco Dussin). La Bellona-Minerva dopo il loro restauro, verso nuovi orizzonti conciliando il rigore della studiosa, che tutte le riconoscono, è un frammento veronesiano (cm 194x284) che fa parte di un intero ciclo eseguito nel 1550 da con la capacità di dialogare con l’impresa innovatrice, che vuole fare della cultura il valore aggiunto alla quattro giovani frescanti veronesi chiamati da Michele Sanmicheli, massimo architetto militare della propria attività. In Veneto – ha concluso Ciambetti - c’è tutto un mondo di imprenditori, ma anche di stu- Serenissima, che progettò la villa nei pressi di Castelfranco per conto del nobile Pietro Soranzo, diosi dell’arte, docenti universitari, ricercatori, che hanno capito bene che la sfida del futuro non si gioca nipote di Zorzi Cornaro. La villa fu rasa al suolo nel 1816 dagli eredi, recuperando circa 186 nel sostenere con qualche sponsorizzazione questa o quella mostra, questa o quella ricerca o evento, frammenti dell’intero ciclo con la tecnica dello strappo, allora considerata all’avanguardia, per poi bensì nel portare la grande arte, la nostra grande cultura, nell’organizzazione del lavoro, nell’innovazione essere “re-incollati” su telaio. Più di un centinaio di questi frammenti furono portati a Londra dal e nel prodotto. La nomina di Paola Marini va in questa direzione: rigore, scienza e intelligenza per bassanese Giovanni Vendramini che ne promosse la vendita nel mercato antiquariale. difendere la nostra ricchezza, la nostra memoria artistica ed essere al servizio della cultura e della società Sta a lui l’origine del titolo dell’opera “The Bellona between Mensuration and Calculation” del futuro proiettando il Veneto in quella dimensione internazionale dei cui da sempre è parte”. che lo impresse sulla stampa incisa litograficamente nel 1827, di cui la Galleria Maddox 08 pubblica nel suo catalogo l’anno prima. 09 Catalogo della Galleria e Stampa litografica di Vendramini (rintracciati dal Miatello con Google) sono (6/03/2015) le uniche fonti scritte da cui si possono accertare l’origine del lacerto, oggi custodito gelosamente ALLA RICERCA DI UNA NUOVA COMUNICAZIONE dalla Regione Veneto a seguito del diritto di prelazione esercitato nel 2002-03 (governatore SOCIO-POLITICA E ARTISTICA NELLA RUSSIA PROLETARIA Giancarlo Galan). La Bellona-Minerva tra Geometria e Aritmetica era in piena sintonia con la politica Avanguardie Russe a Villa Manin: Intervista a Piero Colussi, soprintendente della Villa e la cultura che si stava diffondendo a metà del Cinquecento, con i forti investimenti che il Senato Manin di Passariano del Friuli; Antonella Lacchin direttore ufficio stampa Villaggio Globale; della Serenissima attuava per l’Università patavina (La Nuova Atene e l’Orto Botanico appartenente Rosanna Bortolon e Nazzareno Bolzon con gli studenti Titotto e Mocanu (Ipsia Galilei) a Medicina e Chirurgia) e ad una riforma agricola, cioè l’uso appropriato imprenditoriale del territorio. Interviste: Piero Colussi, soprintendente di villa Manin, signora Aliki Costakis, erede Una Minerva tuttavia che simboleggiava la Giustizia (Cicerone: “che la giustizia prevalga sulla Team IPSIA Galilei: Daniele Pauletto (docente e giornalista), Riccardo Titotto, Stefan Mocanu sapienza, ovvero l’azione pratica si esplica nella difesa dei beni comuni a tutti gli uomini”), e Nazzareno Bolzon (vice preside). Coordinamento: Rosanna Bortolon in quanto nel caso specifico il proprietario terriero se ne avesse avuto bisogno avrebbe dovuto fare Fotografia: Angelo Miatello, Nazzareno Bolzon, Cartella stampa Villaggio Globale un dettagliato progetto da sottoporre ai Provveditori ai Beni Inculti, il quale avrebbe approvato solo Agenzia stampa: FPA2000. Trailer: 2 minuti se i periti pubblici avessero accertato che l’opera “potesse apportar quattro volte di più utile del danno che potesse fare ad altri”. Ottenuta l’approvazione, i proponenti “debbano pagare il fondo Sinossi. Un modo nuovo per comunicare con l’occhio vigile del professore che lavora a fianco dei delle Seriole (l’area espropriata) il doppio della stima fatta per li Periti, sicché li padroni dei fondi suoi ragazzi piloti-cineoperatori per un giorno d’avanguardia a villa Manin di Passariano del Friuli. habbiano li suoi danari avanti che sia fatta cosa alcuna”. La legge generale sulla bonifica è dal Potrebbe essere questo il dispaccio per gli addetti ai lavori. 1545. (Ivone Cacciavillani) Da questi brevi annotazioni è chiara la collocazione di una Minerva-Giu- I nativi digitali alle prese con gli avanguardisti russi. Un test che, nel gergo artistico, avrebbe potuto stizia tra le Arti del calcolo che dovevano rispettare la legge, più un monito che un’esaltazione che essere una “performance”, vista la contaminazione degli apparati esposti nelle sale della mega villa doveva essere culturale, pedagogico per chi frequentava i locali della residenza di campagna. friulana dell’ultimo doge veneziano, con slogan propagandistici delle Avanguardie russe a caratteri Fonti primarie della Bellona-Minerva cubitali e gli intervistati: il prof. Piero Colussi, la signora Aliki Costakis, figlia del noto collezionista Il catalogo della Galleria Maddox e la e Antonella Lacchin, direttore ufficio stampa di Villaggio Globale. litografia del Vendramini (rintracciati Alla domanda “che ne pensa dei minidroni in museo?”, questa la sua immediata risposta: dal Miatello con Google) sono le prima- “Per ora siamo agli inizi, come ha sottolineato il co-curatore Piero Colussi, anche il cinema all’inizio rie fonti scritte da cui si possono accer- della sua storia leggendaria per portare il movimento nelle scene si basò di stratagemmi (carrelli, tare l’origine del lacerto, nonostante locomotiva, scale, palloni aerostati), così questi oggetti volanti sicuramente conquisteranno il Emmanuele Antonio Cicogna annoti mondo dell’arte.” nel 1830: “la Bellona pittura di Paolo A Villa Manin sono state allestite due mostre, la prima formata da un centinaio di scatti rivoluzionari levata dal Balbi fu incisa litografica- e sorprendenti di Rodcenko, provenienti da Mosca, e la seconda con oltre 300 opere della collezione mente in Londra dal Vendramini in 4°” di George Costakis, conservata nel Museo d’arte contemporanea di Salonicco (Grecia), che è uno (le fonti rintracciabili con Google appar- spaccato sull’Avanguardia russa dal 1910 al 1930. La Collezione Costakis rappresenta solo il 30 % tengono a biblioteche straniere!) di quello che raccolse durante la sua residenza a Mosca dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il 70% gli fu confiscato dallo Stato. La Collezione Costakis è considerata dagli storici dell’arte contempora- nea una pietra miliare per comprendere contaminazioni e originali interpretazioni di un mondo ancora poco studiato in Italia. Quasi per caso George Costakis (Mosca 1913-Atene 1990) diventa collezionista di opere di artisti russi che il regime rivoluzionario proletario stalinista avrebbe invece 10 distrutto. Un eccentrico autodidatta che la storia dell’arte russa gli è tributaria. 11 Miatello: “I ragazzi dell’IPSIA Galilei hanno messo in campo il loro savoir faire per la registrazione (6/05/2015) indoor di interviste e opere esposte nelle sale mediante minidrone, battezzati per l’appunto LA TECNOLOGIA AL SERVIZIO DELL’ARTE: “drone by art”, usando lo smartphone come console. É la seconda volta che questo team diretto TRE ARTISTI RACCONTANO UNO SPACCATO DELLA SOCIETÀ CANADESE dal prof. Pauletto sono alle prese con l’Arte, la prima è del 16 febbraio scorso con la Bellona-Minerva BGL, Canadassimo, 2015, Padiglione Canada, Biennale di Venezia 2015. Courtesy BGL, di Veronse (1550) in temporanea esposizione nella palestra del Liceo Giorgione”. Parisian Laundry, e Diaz contemporanea, Toronto. Curatrice Marie Fraser. Antonella Lacchin: “Curiosità, stupore …da parte dei presenti …ma è stata una cosa bellissima Servizio fotografico di Claudio Malvestio, videomaker prof. Daniele Pauletto, servizio giornalistico che va ripetuta per affinare le capacità e i risultati”. Angelo Miatello, coordinamento Rosanna Bortolon, assistente e pilota di minidrone Federico Calza- Bortolon: “i nostri ragazzi possono dare molto di più, tutto sta alla collaborazione e alla sensibilità vara, direzione prof. Nazzareno Bolzon. Interviste agli artisti Jasmin Bilodeau, Sébastien Giguère e di chi dirige il comparto scuola. Attività culturali non come passatempo ma veri laboratori didattici Nicolas Laverdière e alla curatrice Marie Fraser formativi in cui si sentano motivati e vedano crescere la propria conoscenza in discipline che Team IPSIA Galilei: sembrano per pochi perché a scuola Agenzia stampa: FPA2000 non si insegna. La visita di un museo Trailer: 3 minuti o di un sito archeologico va rivista in funzione di apprendimento pratico Canadissimo, perchè? “È un riferimento umoristico e iperbolico riferito alla società contemporanea non teorico. “ canadese, quella del consumismo”. Pauletto: “Condurre i giovani in Ci può descrivere l’installazione da cantiere? “Canadassimo è un’enorme installazione immersiva una mostra d’arte così importante che subentra e penetra l’intero Padiglione, costituendo diversi spazi tematici. Al di sotto dell’impalca- e specifica come Avanguardie russe tura che parzialmente oscura la facciata dell’edificio – darà l’impressione che la mostra sia un can- con i loro mezzi comunicativi significa tiere ancora in costruzione – ci sarà l’entrata di un dépanneur, uno di quei negozietti di quartiere che allargare il loro orizzonte. si trovano attraversando molte città del Québec, dove si vendono cibo in scatola e prodotti d’uso quo- L’uso degli smartphone in certi musei tidiano. Al di là di questo caotico e consunto negozio si troverà uno spazio abitabile come un loft: d’Europa è liberissimo.” benché distante e più organizzata, è una sorta di area protetta dedicata a un appassionato di riciclag- gio. É allestito all’interno “Lo Studio”, come lo chiamano i BGL: un luogo affollato di oggetti di tutti i Antonella Lacchin generi e i tipi. Dopo aver seguito questo percorso, gli spettatori possono rilassarsi su una terrazza che capo ufficio stampa Villaggio Globale offrirà una vista oltre i Giardini, sulla laguna di Venezia. Daniele Pauletto Questo lavoro è inedito? È il lavoro più ambizioso che i BGL abbiano mai progettato e segue una intervista Piero Colussi lunga linea di progetti creati in questi anni, fra i quali À l’abri des arbres (2001), Need to Believe (2005) e Le discours des éléments (2006). C’è una sensazione di misterioso quando si passa attra- verso i tubi, è vero? Sì, anche BGL ha spesso lavorato sul tema dell’incidente e della catastrofe. Con Canadassimo non si farà diretto riferimento a quest’aspetto, ma quando si accederà attraverso la dro- gheria si percepirà perfettamente il fatto che qualcosa è già successo. Non è più come prima. C’è una sensazione di misterioso quando si passa attraverso i tubi, è vero? Sì, anche BGL ha spesso lavorato sul tema dell’incidente e della catastrofe. Con Canadassimo non si farà diretto riferimento a quest’aspetto, ma quando si accederà attraverso la drogheria si percepirà 12 perfettamente il fatto che qualcosa è già successo. Non è più come prima. 13 C’è un significato politico nell’installazione canadese ai Giardini tra i padiglioni dei paesi che sessant’anni fa erano nemici? I BGL non offrono mai lezioni su tematiche sociali e politiche. Il loro lavoro si sviluppa a partire dal mondo che li circonda. Voglio trasmettere la contraddittoria e semplice bellezza delle cose. Non suggeriscono alcuna soluzione: i BGL lavorano con quel che si può vedere. E i materiali usati? I BGL lavorano con materiali ordinari e quotidiani, con oggetti inutili che costitui- 56.Biennale: Padiglione USA

scono, sovrapponendosi gli uni agli altri, i loro lavori. Inevitabilmente, l’installazione completa evoca, 56.Biennale: Padiglione Giappone fra le altre cose, il contesto all’interno del quale i suoi stessi materiali di base sono stati ritrovati. Pre- messo questo, la Biennale resta un evento internazionale, quindi alcuni visitatori troveranno il lavoro esotico mentre altri potrebbero identificarsi. Forse alcune persone scopriranno, al primo o al secondo piano, una sorta di universalità. All the World’s Futures è il tema della 56.Biennale, che ne pensa? A mio parere ritengo che l’arte si sviluppi attorno all’idea del futuro poiché è sempre un divenire. All the World’s Futures propone una valutazione fresca della relazione fra l’arte e i suoi artisti con la situazione attuale.

I BGL lavorano con il modo in 56.Biennale: PadiglioneUSA cui le cose appaiono, senza compromessi, sempre con un senso di istintivo diverti- mento. In questo senso, la loro partecipazione potrebbe . 56.Biennale: Padiglione Canada rappresentare un contributo © significativo allo sforzo collet- tivo che la 56. Biennale di Venezia propone. Il servizio giornalistico alla Foto: Claudio Malvestio

56.Biennale di Venezia è . 56.Biennale: Padiglione Corea del Sud avvenuto durante i primi tre © giorni di vernice stampa (6-7-8 maggio 2015). Sono stati visitati i padiglioni Foto: Claudio Malvestio di: Corea, Giappone, Canada, Stati Uniti d’America e il Padiglione Venezia diretto da Aldo Cibic.

14 15 (01/05/2015) Sinossi. Per l’Expo2015, il MAN di Venezia propone un percorso imperniato sul tema “Acqua. LA PRIMA COLLEZIONE PRIVATA DI REPERTI ARCHEOLOGICI Immutabile ed Antica” che si inaugura il 3 maggio prossimo con domenica gratuita al Museo. Come DI PUBBLICO DOMINIO preview stampa è stata ideata la giornata delle invasioni digitali, cioè un’invasione pacifica di utenti L’incursione pacifica del drone by art nelle Sale del Museo Archeologico Nazionale di Venezia della rete muniti di smartphone che avranno il privilegio di testare per primi il nuovo percorso con la Il progetto droni by art fa parte del programma “Il Giornalismo Tascabile” a cura di FPA2000 guida della direttrice del Museo e lo diffonderanno in tempo reale sul web. Per la prima volta l’inva- IPSIA Galilei e Liceo Ginnasio Statale Giorgione – Castelfranco Veneto sione è stata ripresa anche dai minidroni, fantascientifici occhi prospettici in movimento nelle sale. Team: prof. Daniele Pauletto, prof. Nazzareno Bolzon, Riccardo Titotto (studente), Federico Il primo maggio 2015, festa del Lavoro che nel mondo civilizzato viene costantemente ricordato, Calzavara (studente), Rosanna Bortolon (coordinatrice del progetto), Angelo Miatello (giornalista), sarà iscritto nella storia del Museo Archeologico Nazionale di Venezia come un giorno particolare per Claudio Malvestio (Grafico e fotoreporter), Gianantonio Schiaffino (giornalista invitato), aver concesso le riprese fotografiche digitali delle sale contenenti una delle più antiche raccolte di re- Giancarlo Baggio (Gruppo fotografico Pavejon), Stefano Bortolon (gruppo fotografico Pavejon) perti archeologici risalenti al periodo classico ellenico, romano e persino d’epoca egizia, iniziate dai Agenzia stampa: FPA2000 cardinali Grimani. Riprese che sono state eseguite da due giovani studenti dell’IPSIA Galilei, pilotando Trailer: 5 minuti un minidrone mediante smartphone e “condotti dal loro regista” Daniele Pauletto che integrava assieme ad altri fotografi accreditati – Malvestio, Bortolon, Baggio, Bolzon – con ulteriori sequenze. Il MAN di Venezia. Il Museo Archeologico Nazionale di Venezia, in Piazza San Marco, ospita Un lavoro d’equipe, in parte studiato in precedenza con gli studenti Calzavara e Titotto, in parte mo- un’importante raccolta di sculture greche e romane, iscrizioni, ceramiche, avori, gemme e una ricca dulato sul posto per gli spazi piuttosto ristretti, che ha dato dei risultati inaspettati. “Chi mai avrebbe raccolta numismatica, frutto di secoli di collezionismo veneziano. Nato alla fine del Cinquecento come pensato di entrare in un museo archeologico per fotografare degli oggetti, statue, lapidi, cammei, Statuario Pubblico della Serenissima (1596), fu uno dei primi musei pubblici di arte classica in Europa. gemme, gioielli, glittica pilotando un drone con smartphone? Bene, questo è avvenuto con spirito ge- Il Museo prende origine dalle donazioni di illustri famiglie veneziane: di Domenico (1523) e Giovanni Grimani (1587). Le sue raccolte rispecchiano il gusto dei collezionisti veneziani e le dinamiche del nuino di tutti che si sono dati appuntamento alle ore 8,45 all’entrata-uscita da piazzetta San Marco mercato antiquario veneziano fino alla caduta della Repubblica (1797). Lo Statuario veneziano, (accanto al portone della Marciana, ala del Sansovino), esclusivamente aperta per questo “straordi- a differenza delle corti europee del Rinascimento, le cui collezioni erano composte prevalentemente nario evento storico”. “Un augurio che ci sia di antichità di epoca romana, comprendeva già allora un nucleo di opere greche. una nuova strategia museale allargata all’intero La città lagunare poteva, infatti, contare su opere provenienti da tutte le aree toccate per secoli dalle Triveneto...” Il soprintendente Daniele Ferrara ne rotte commerciali veneziane o inserite nello Stato da Mar della Serenissima (Grecia continentale, isole è consapevole del mandato che il Ministero gli ha dell’Egeo, Asia Minore), che rifornivano di antichità greche i suoi mercanti, non solo a vantaggio dei assegnato: apertura alla Terraferma per conoscere collezionisti locali, m anche di acquirenti inviati appositamente in città da principi italiani ed europei. il Veneto antico, entrando nella storia più antica Ci sono statue di epoca classica raffiguranti Demetra e Persefone, ritratti ellenistici e rilievi funerari e della regione per mettere in risalto una terra di forti votivi di varia epoca e provenienza. Numerose anche le repliche romane di modelli greci di celebri tradizioni e di contatti con popoli vicini e lontani. artisti dell’epoca classica quali Kresilas, Prassitele, Skopas e Lisippo. Inoltre un considerevole numero Adria, Este, Portogruaro, Altino, Fratta Polesine con di sculture ellenistiche; celebri sono senza dubbio tre statue di guerrieri celti, note come Galati Grimani, rinvenute in una proprietà di famiglia sul Quirinale a Roma. Dalla capitale provenivano probabilmente nuovi percorsi espositivi e nuovi apparati didascalici, arricchiti con ricostruzioni e animazioni 3D. alcuni degli esemplari della significativa raccolta di ritratti romani, tra i quali il più famoso è il “Ne siamo consapevoli come genitori perché avvicinare i ragazzi all’arte e alle collezioni dei musei cosiddetto Vitellio (II sec. d.C.). La galleria di ritratti era una componente fondamentale delle collezioni è un nostro dovere se vogliamo elevare la loro conoscenza del Mondo antico che ci appartiene” rinascimentali di antichità, dove aveva la funzione di accompagnare la lettura degli autori classici, – fa notare Rosanna Bortolon, coordinatrice del servizio giornalistico. illustrando, assieme alle effigi monetali, le vicende dei personaggi storici più noti. (…) Entusiasti Daniele Ferrara, soprintendente del Polo Museale Veneto, che ha accolto l’equipe castellana e Michela Sidiari, direttrice del Museo che ha accompagnato nelle sale del museo 16 il minidrone pilotato da Federico Calzavara e dall’assistente di volo Riccardo Titotto. 17 Riprese da più punti, scatti con diversi apparecchi fotografici, dai più sofisticati ai più comuni, © che devono essere “assemblati” per lanciare la notizia e fare breccia nell’arcipelago del youtube, piattaforma in cui milioni di persone la usano. Il lavoro del videomaker Pauletto trova una sua filosofia d’essere, una sorta di voler comunicare con poco, anche se alla base c’è una lunga preparazione dietro le quinte. E chi ci aveva pensato prima? Foto: Claudio Malvestio Ma dove sta la novità, nello strumento che vola dentro fra “anticaglie e statue antiche” o nella voglia di sospingere il Ministero dell’Istruzione di voltare pagina? In effetti sia la Regione che il Miur devono fare un passo avanti. “Abbiamo iniziato con la Bellona-Minerva di Paolo Veronese portandola nella palestra del Liceo Giorgione, registrandone il delicato trasloco, poi via, via un crescendo di appuntamenti giornalistici, alla ricerca di provocare la curiosità dell’oggetto volante, dei nativi digitali che vogliono essere protagonisti, dei loro docenti che li instradano. Questo è un lavoro artigianale che speriamo ci porti a scoprire nuovi orizzonti” – ci confidano i prof. Pauletto e Bolzon. Servizio fotografico e giornalistico con i minidroni del Galilei INVASIONI DIGITALI – 1 maggio 2015 – Museo Archeologico Nazionale Venezia. Percorso Acqua. Immutabile ed Antica (dal 3 maggio al 31 ottobre 2015) L’Agenzia stampa Cultura FPA2000 ha avuto l’onore di eseguire dei servizi fotografici e giornalistici nella mattinata di “Invasioni Digitali” all’interno del Museo Archeologico Nazionale, curati da: Rosanna Bortolon, coordinatrice FPA-agenzia stampa, Angelo Miatello, giornalista Claudio Malvestio, grafico e fotografo (Padova), Nazzareno Bolzon, vice preside IPSIA Galilei – Castelfranco Veneto, Daniele Pauletto, giornalista e videomaker, docente IPSIA Riccardo Titotto pilota minidroni (studente IPSIA) Federico Calzavara pilota minidroni (studente IPSIA) Giancarlo Baggio, fotografo e presidente Club fotografico Pavejon (Castelfranco Veneto) Stefano Bortolon, fotografo riprese digitali Club fotografico Pavejon Gianantonio Schiaffino, giornalista Newsonline (testata nazionale) Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo Direzione Generale Musei. Polo Museale del Veneto Direzione Generale Musei Polo Museale del Veneto: Soprintendente Dott. Daniele Ferrara Direttore del MAN-Venezia: d.ssa Michela Sediari

18 19 (26/06/2015) Giardino della biodiversità all’Orto Botanico dell’Università di Padova: Jean Dubuffet. Il teatro del suolo” DALL’ORTO DEI SEMPLICI AGLI ESPERIMENTI DI JEAN DUBUFFET, L’INFORMALE CHE RECUPERA UN’ANCESTRALE INTIMITÀ CON LA MATERIA PRIMA DEL MONDO… IPSIA Galilei e Liceo Ginnasio Statale Giorgione – Castelfranco Veneto Team: prof. Daniele Pauletto ( giornalista e videomaker), prof. Nazzareno Bolzon, Federico Calzavara (studente), Gianni Perin (genitore), Alessandro Perin (studente), Rosanna Bortolon (coordinatrice del progetto), Angelo Miatello (giornalista), Claudio Malvestio (Grafico e fotoreporter) Interviste: Nicola Galvan (curatore della mostra), Giuseppe Zaccaria (Rettore UniPd), Romano Artoni (Deputy Regional Manager Unicredit) Agenzia stampa: FPA2000 Trailer: 4 minuti JEAN DUBUFFET. Il Teatro del Suolo. Padova, Giardino della biodiversità all’Orto botanico 26 giugno – 31 ottobre 2015. Mostra a cura di Nicola Galvan Nelle trecentoventiquattro tavole dei Phénomènes, noi non ci siamo. L’immagine degli esseri umani, del loro corpo, delle cose abitualmente toccate dalle loro mani, rimane essenzialmente estranea al più noto ciclo litografico di Jean Dubuffet, che si offre alla nostra lettura come un registro monumen- tale delle fenomenologie riconducibili alla natura e ai suoi elementi. Nonostante le loro specificità poetiche e stilistiche, i ventidue portfolio che lo compongono, esito di un lavoro che ha impegnato l’artista francese dal 1958 al 1962, non sono scindibili dalle coeve esperienze sviluppate in campo pittorico. Rappresentano piuttosto l’ultima frontiera della cosiddetta celebrazione del suolo, una fase espressiva che ha connotato il suo ricercare durante gli anni Cinquanta e che lo ha visto sondare, sia nel versante figurativo, sia in Dispositif au sol, 9 da Tables rases quello astraente delle opere, il va- lore simbolico e narrativo della pura terrestrità. I “luoghi” privilegiati dalla pittura di Dubuffet erano allora costituiti dai panorami scabri, dalle superfici anonime e petrose, dagli assemblaggi ottenuti con il giustapporsi di veri elementi botanici. Ad affiancarli, ma anche a manifestarsi non di rado nel loro contesto, erano teste e corpi umani che apparivano inscritti nella terra o con la terra plasmati. Attraverso essi prendevano vita personaggi grotteschi e deformi, definiti secondo modalità rappresentative infantili, i quali mantenevano però quale riferimento la stessa figura umana poi dimenticata nelle tavole dei Phénomènes.

20 21 © Foto: Claudio Malvestio

22 23 L’Art brut (Arte povera). Era attraverso questo apparato iconografico, diretto discendente di quello È il caso di alcune versioni a colori di tavole già presentate nei portfolio in bianco e nero, nelle quali, già sviluppato nei lavori passati alla storia con la definizione di Art brut, che Dubuffet consumava, pa- stando al nuovo nome loro conferito, l’acqua si è mutata in terra, la terra in aria, senza che l’imma- rallelamente ad artisti guidati da una simile tensione intellettuale, la sua personale elaborazione del gine abbia perso verosimiglianza: un gioco di specchi tra i diversi elementi, innescato dalle proprietà lutto. Scaturita dalla smisurata tragedia del secondo conflitto mondiale, tale meditazione aveva tro- “alchemiche” del colore. vavo una “irregolare” formulazione espressiva negli Ostaggi di Jean Fautrier, nei sacchi di Alberto Metafore, idee, corrispondenze attraverso la litografia. Ogni aspetto processuale sotteso Burri, nelle desolazioni post nucleari di Enrico Baj. Senza rinunciare alla sua peculiare cifra sarcastica, all’esecuzione di questo imponente ciclo, se attentamente ponderato, sembra però dare luogo a e volgendosi più di altre verso la dimensione del primario, l’opera di Dubuffet partecipava dunque a imprevedibili ambienti di metafore e corrispondenze, così come a semplici associazioni d’idee. un diffuso sentire in cui, alla costernazione per un mondo ferito, si mescolava una radicale avversione Tale considerazione viene confermata anche nel momento in cui si cerca di comprendere l’interesse nei confronti delle preesistenti strutture sociali e culturali; le stesse che, colpevolmente o meno, ave- di Dubuffet verso la lingua della litografia: una tecnica di stampa che prevede la realizzazione o il vano permesso la pianificata follia dell’ultima guerra. In ambito artistico, ciò aveva quale riflesso un riporto di un’immagine sulla pietra – materia proveniente dallo stesso suolo indagato in questi lavori desiderio di azzeramento di ogni codice rappresentativo tradizionale, proposito perseguito dagli espo- – di cui il foglio di carta serberà in seguito l’impronta – elemento che abbiamo visto essere tra le nenti delle nuove tendenze e, con particolare coerenza, da quelli dell’Informale. Pur modulandosi se- loro premesse. L’analisi della costruzione compositiva delle singole tavole, nonché dei portfolio che condo sensibilità differenti, la loro asserzione espressiva si mostrava orientata dalla spontaneità più le presentano in sequenza, riferisce invece di una loro curiosa affinità, probabilmente non ignota che dalle facoltà razionali, affidandosi fiduciosa a quegli stessi automatismi già investigati dal movi- all’artista, con il mondo musicale. Nel saggio “Note sulle litografie” per “reports d’assemblages” mento surrealista. Contemplava, inoltre, il contributo fattivo del caso. e sulla serie dei “Phénomènes”, è egli stesso a definire tastiera l’insieme del materiale di base per Les Phénomènes, dalla casualità all’agnizione. Quantomeno non preordinata è stata, infatti, la i Phénomènes, rappresentato dalla raccolta delle impronte rilevate nell’ambiente circostante. nascita dei Phénomènes, superfici variamente istoriate che, opportunamente ritagliate e ricomposte, Se, come per le note musicali, il numero di queste matrici primordiali era limitato, illimitate erano le Dubuffet aveva pensato di destinare alla configurazione dei Reports d’assemblages (1), ciclo loro possibilità di combinazione, che Dubuffet ha esplorato sovrapponendole le une alla altre, perve- litografico del quale verranno compiuti pochi, pregevoli esemplari. È in corso d’opera, dopo cioè la nendo a immagini sempre nuove. Quelle giudicate più eloquenti sono così divenute i singoli movi- stampa delle prime tavole, che l’autore ha compreso la loro facoltà evocativa. Si deve perciò menti della suite rappresentata dall’intero portfolio, che assieme agli altri ha dato luogo a una a una folgorante “agnizione” il successivo sviluppo sistematico di questo inventario d’immagini composizione ancora più ampia. Tredici album in bianco e nero e nove a colori. Ognuno di questi della natura astratte eppure verosimili, censimento poetico di avvenimenti grandi e minuti, visibili e album – sono tredici quelli stampati in bianco e nero, contenenti ciascuno diciotto tavole, nove quelli nascosti. Per la loro creazione, Dubuffet ha fatto ricorso da un lato alla pratica dell’impronta – già a colori, che ne contengono dieci – risulta in effetti connotato da un suo carattere, da un suo tema, esperita nelle carte e nelle litografie degli Assemblages d’empreintes – esercitata adagiando la carta da una sua struttura narrativa. Ecco dunque richiamati, grazie a texture più e meno omogenee, sa- da riporto inchiostrata su superfici dalla diversa identità materiale; dall’altro, a procedimenti di carat- ture di tracce oppure rarefatte, il fluire dell’acqua, l’asprezza del suolo, il mistero dell’ombra, l’evane- tere fisico e chimico riguardanti la lastra litografica. scenza dell’aria. Dando loro forma, Dubuffet ha evitato qualunque allusione alle categorie romantiche Un’arte alchemica. Questo articolato sistema operativo, che ha visto l’artista descrivere la natura del sublime o del pittoresco, per lungo tempo coinvolte, pur con differenti declinazioni, nella restitu- non attraverso gli strumenti della pittura o del disegno, ma bensì diventando natura, attivando cioè zione poetica della natura. Ha condotto la sua impresa creativa ricorrendo a uno sguardo immagina- dei processi in grado di generare eventi e territori immaginari, è stato di volta in volta orientato verso tivo piuttosto che a uno oggettivo o scientifico, sebbene l’autore sembri condividere con le figure del la pura possibilità di un’analogia, solo in un secondo momento riconosciuta e dotata di un nome (2). geologo, dell’agrimensore, del botanico, la medesima profondità nell’osservazione, e dunque l’inte- Impadronendosi della funzione più profonda della poesia, Dubuffet si è assunto il compito di nomi- resse per il recondito, l’impercettibile, l’apparentemente ordinario. Ha tradito consapevolmente, in- nare il mondo davanti ai suoi occhi, anzi, un mondo da lui stesso ricreato. I titoli che accompagnano i fine, l’impostazione compositiva del paesaggio, abolendo non solo una visione di tipo prospettico, Phénomènes risultano sovente sorprendenti, illuminando la polivalenza visiva delle opere. ma anche la rappresentazione dello spazio come entità che accoglie e raccorda le cose.

24 25 Non vi è infatti illusione di spazio, nei Phénomènes, se non dentro le cose stesse, conseguenza Biografia della volontà dell’autore di recuperare un’ancestrale intimità con la materia prima del mondo, sino Jean Dubuffet (Le Havre, 31 luglio 1901 – Parigi, 12 maggio 1985) è stato un pittore escultore ad affondare in essa e nelle sue superfici. francese di fama mondiale. Fu il primo a teorizzare ed introdurre il concetto di Art Brut. Una natura dopo l’uomo. In queste immagini che non hanno un precedente nella storia delle arti Dopo aver frequentato per due anni l’Accademia d’Arte locale, nel 1918 si reca a Parigi per frequentare visive, Dubuffet ha materializzato il respiro incessante di una natura dopo l’uomo, che dell’uomo l’Académie Julian, che lascia dopo appena sei mesi. In questo periodo frequenta Suzanne Valadon, Fernand sembra attendere la palingenesi e il risveglio. Con la conclusione dell’ultimo degli album che le Léger e Raoul Dufy, ed ha una forte influenza su di lui il libro di Hans Prinzhorn sull’arte degli alienati; raccolgono, nell’aprile del 1962, si è chiusa idealmente una stagione da considerarsi cruciale per Dubuffet è anche affascinato dalla produzione dei popoli primitivi, dall’arte africana, dai disegni tracciati dai l’Informale e per l’avventura creativa dell’artista, già a quella data proiettata verso le folle brulicanti bambini e dai malati di mente. Nel 1923 vive in Italia e nel 1924 in Sudamerica. Smette di dipingere molti anni, lavorando come disegnatore industriale. Per un lungo periodo si occupa della del ciclo Paris Circus e i nuovi, colorati campi plastici de L’Hourloupe. gestione dell’Azienda vinicola familiare di Buenos Aires. La scelta di diventare pittore è avvertita in lui fin dai tempi dell’Académie Julian ma poi, più volte ritrattata, diventa definitiva nel 1942 e, nel 1944, tiene la Note sua prima mostra personale alla Galerie René Drouin di Parigi. In questo periodo lo stile delle sue opere 1) “Utilizzai […] gli effetti provocati da miscele di acqua e benzina, l’ossidazione delle lastre di zinco è influenzato dall’astrattismo di Paul Klee. L’attività artistica Inizia nel 1945 il vero e più sentito percorso esposte al sole, le fessurazioni delle vernici, la polvere di resina riscaldata con la fiamma sulla pietra, e ogni artistico di Dubuffet, quando teorizza ed introduce il concetto di Art Brut, lavori che sono spontanei, immediati, altro tipo di esperienza del genere. In nessun caso il pennello o la matita. La loro intrusione mi appariva prodotti da persone prive di specifica formazione artistica, come i malati mentali, i bambini. scioccante e mi sembrava snaturare il significato della mia impresa.” J. Dubuffet, in Note sulle litografie per Nel 1947, assieme ad André Breton, Paulhan e Drouin fonda la “Compagnie de l’art brut”: il termine “reports d’assemblages” e sulla serie dei “Phénomènes”, in A.A.V.V., Informale, catalogo della mostra, definisce l’attività creativa di “artisti loro malgrado”, che creano senza intenzioni estetiche, per una personale Modena, Foro Boario,18 dicembre 2005 – 9 aprile 2006, Skira Editore, Milano, pag. 80, traduzione pulsione emotiva confluente in una comunicazione immediata e sintetica. Contemporaneamente organizza una di S. Bottazzin e G. Mastinu mostra esponendo i disegni di bambini e alienati mentali. Organizza la sua prima personale americana che si svolgerà a New York, alla Pierre Matisse Gallery. Sin dall’inizio della sua avventura artistica, Jean Dubuffet 2) “Per alcune delle tavole l’evocazione si impose in maniera così evidente che il loro nome si presentava rivendica delle posizioni anticulturali, poiché secondo lui la cultura impoverisce, soffoca, livella, genera tenebre da solo irrefutabilmente. Per altre l’evocazione era meno specifica, più polivalente, più generale, a cavallo di e, per dirla in altri termini, è asfissiante. Il suo obiettivo è quello di liberarsi della tradizione artistica, per andare registri multipli, il titolo era dunque oggetto di discussione. Una cosa merita, tra parentesi, di essere notata, alla ricerca di forze artistiche originali e tracciare una nuova strada per l’arte. è il raddoppiamento del potere evocativo di cui si dotavano le tavole al momento in cui ricevevano il titolo Seguendo l’esempio di numerosi pittori dell’avanguardia, quali Kandinskij, Mirò o Klee, Dubuffet presta e la forza irresistibile con la quale l’immagine veniva inghiottita dal nome che gli veniva conferito, a volte un’attenzione speciale ai disegni infantili. Confrontando un grande numero di disegni e dipinti eseguiti da un poco arbitrario. Era istruttivo verificare fino a che punto la funzione dell’artista consista tanto a creare delle Dubuffet tra gli anni Quaranta e Cinquanta con opere infantili che egli ha avuto tra le mani e che hanno immagini quanto a nominarle. Credo anche che questa funzione di lettura […] è molto più importante suscitato il suo interesse, è facile riscontrare una serie di influenze iconografiche e formali. Il disegno infantile per un artista che non l’elaborazione delle immagini stesse. Credo che le scoperte più feconde avvengono non non costituisce per lui un modello estetico. Se a livello formale sono presenti alcune similitudini con l’arte a partire dall’esecuzione delle immagini ma a partire dall’interpretazione che se ne fa. Credo anche che questa infantile, questo elemento deve essere letto come il riflesso di un’influenza determinante di tutt’altra portata, facoltà di veggenza davanti a un’immagine può essere per chiunque oggetto di esercizio e che chiunque abbia che permea il suo approccio filosofico e ideologico. New York lo colpisce, e vi risiede dal 1951 al 1952; intenzione di compiere un atto creativo farà bene a coltivarla almeno quanto la sua agilità manuale.” dopodiché torna a Parigi, dove ha luogo nel 1954 una retrospettiva al Cercle Volney. J. Dubuffet, in Note.. cit., pag. 81 Dal 1949 al 1960 si dedica a vari cicli di opere: Paysage Grotesque (1949-1950), Corps de Dames e Sols et Terrains(1950-1952), Assemblage e Texturologie (1953-1959), Materiologìes (1959-1960). [“agnizione”, svelare, rivelazione della vera identità...] Sperimenta anche in campo musicale, assieme all’amico Asger Jorn. Nel 1957 lo Schloss Morsbroich a Leverkusen, in Germania, è il primo museo che gli dedica una retrospettiva. Lo seguiranno successivamente il Musée des Arts Décoratifs di Parigi, il Museum of Modern Art di New York, l’Art Institute di Chicago, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la Tate Gallery di Londra e la Solomon R. Guggenheim Museum di New York. 26 27 Venezia ospita le sue opere a Palazzo Grassi nel 1964, con l’esposizione dei quadri di una serie iniziata nel 1962, l’Hourloupe. Viene pubblicata una raccolta di scritti, Prospectus et tous écrits suivants nel 1967, ISTRUZIONE DIGITALE ASIMMETRICA anno in cui inizia la realizzazione di strutture architettoniche da lui progettate; poco dopo inizia varie sculture monumentali commissionategli per esterni. Nel 1971 realizza i suoi primi oggetti scenici, i “practicables”. (15/04/2015) ̈ Nel 1980-1981 ha luogo una ricca retrospettiva all’Akademie der Kunste di Berlino, al Museum Moderner STUDENTI DELL’ALBERGHIERO SFRATTATI DAL CONVITTO MAFFIOLI. Kunst di Vienna e alla Joseph-Haubrichkunsthalle di Colonia. Nel 1981 il Solomon R. Guggenheim Museum di New York gli dedica una mostra in occasione dell’ottantesimo compleanno. INSORGONO I GENITORI Dubuffet muore a Parigi il 12 maggio 1985. Il convitto G. Maffioli è una struttura ricettiva concepita per offrire un servizio residenziale a chi ne abbia bisogno. La sua storia è legata allo sviluppo rurale e socio-economico di questo territorio, anzi Cronaca del Veneto. Negli anni Sessanta del secolo scorso, il sindaco Menego Sartor fu il promotore di questa INASPETTATA INCURSIONE PACIFICA DIGITALE CON UN MINIDRONE DEGLI STUDENTI idea geniale, ricavata fra l’altro dal teorico protestante danese Bishop Grundtvig, tanto che ebbe una DI UNA SCUOLA DELLA CASTELLANA NEL PADIGLIONE COLLATERALE DI EXPO2015 larga risonanza negli ambienti internazionali, Fao di Roma, CEE di Bruxelles e persino Nato di Parigi. “Droni by Art. Il giornalismo tascabile” (Le Journalisme de poche) è un’ iniziativa per promuovere l’arte L’orgoglio di rispolverarlo è così grande che ci viene la pelle d’oca. Oggi le generazioni non possono tra i giovani.... Tutti concordi nel cercare nuove vie per avvicinare i giovani alle Arti con i nuovi mezzi di capire che cosa significasse una scuola professionale per imparare a fare l’agricoltore o a dotarsi di un comunicazione. Questo messaggio così semplice e conformista mette in luce i costi esorbitanti di tante diploma comunque quinquennale, in un periodo in cui l’esodo dalle campagne era sistematicamente opere faraoniche che non sono ancora riuscite a far decollare l’occupazione giovanile, una delle piaghe frequente verso il nord Italia e l’Estero. E nemmeno che fuori della porta di casa si doveva convivere italiane che da anni attanaglia le famiglie... Da una parte “il giornalismo tascabile”, visto che si tratta con le armi nucleari nascoste “sottoterra” (a ridosso dell’aeroporto di Istrana-Fossalunga). di strumenti digitali che tutti hanno e conoscono, dall’altra una passione artigianale di insegnare che La Guerra Fredda era il problema più grande oppure passava via come se niente fosse? attraverso l’arte, la mente si apre, perfezionando la tecnica comunicativa. Cos’è l’arte se non Strano e originale che l’avv. Menego Sartor, che fece gli studi in California (emigrò con il padre quell’immaterialità che serve ad essere ingegnosi, diversi, pronti a non farsi travolgere dagli stereotipi? contadino sotto il fascismo), fosse intervistato dal giornalista Jean de Madre per un lungo servizio Un capannone in più non porta guadagno ma un ragno sì, nel vederlo tessere la sua rete per sopravvivere. Dal trasloco della Bellona-Minerva di Paolo Caliari detto il Veronese alle mani speciale per il mensile “NATO Letter” nel novembre 1966 (l’ultimo numero prima di trasferirsi di Renzi, il premier di sinistra più famoso al mondo, il minidrone dell’IPSIA a Bruxelles). Oggi possiamo anche pensare che la sua testimonianza dimostrava che qui, in queste di Castelfranco Veneto ininterrottamente ha accumulato testimonial, neanche terre, non c’era da preoccuparsi perchè la gente voleva pace e prosperità. che fosse una pepita d’oro. E così credo sia stato il messaggio per gli Alleati Americani (“nostri fratelli da sempre”). “ Ci si è resi conto che la comunicazione oltrepassa le barriere del suono senza Un “Veneto sicuro”, pronto un domani a darci una mano se avessimo avuto bisogno” – avranno dover ricorrere alle pistole puntate o ai tagliagole, ma usando un oggetto-gio- pensato nelle alti sfere del Pentagono. Ora il Convitto G. Maffioli è “abitato” da 48 studenti che cattolo equipaggiato di memoria, fotocamera e batteria, pilotato da un nativo hanno potuto disporre di questa struttura ricettiva per avanzare i loro studi superiori. digitale. I test di questi mesi – Avanguardia Russa a Villa Manin, le interviste L’iscrizione scolastica è stata chiara (“Pacta sunt servanda”). Certamente è un servizio, un comfort, a Gasparini e Vecchiato della Regione Veneto, Slip of the tongue a Punta della un sollievo per molte famiglie. “Vivere in convitto fa crescere il giovane che si abitua a relazionarsi Dogana, Le Meraviglie di Venezia al Palazzo della Regione, Acqua al Museo e a diventare adulto, dato che il suo mestiere lo porterà ad essere un ambasciatore dell’Italia”. Archeologico Nazionale di Venezia – confermano quanto da tempo stiamo Perchè allora pensare di chiuderlo per “tagliare gli sprechi”? “Sarebbe un problema di esubero di combattendo: i giovani non sono amorfi, anzi hanno tanta energia da personale” --mi informa un assessore castellano, che di mestiere fa l’allevatore, “non si può tenere spendere. Il brindisi del governatore Luca Zaia o la conversazione con in piedi una struttura che costa tre volte di più rispetto ad un qualsiasi albergo”- aggiunge con l’industriale Andrea Tomat sono due stimolanti incontri con i nostri giornalisti una certa insicurezza. Il vicesindaco non si sbilancia, lui è abituato a far quadrare i conti... di FPA che offrono uno spaccato del momento critico in cui viviamo. 28 29 (14/04/2015) ZAIA DALLA PARTE DEGLI STUDENTI E DELLE FAMIGLIE: contro la chiusura Convitto Maffioli di Castelfranco Veneto É il titolo dell’intervista al governatore del Veneto, Luca Zaia a proposito della imminente chiusura del Convitto G. Maffioli di Castelfranco Veneto, sito sulla Antica Postumia (direzione Est-Ovest, progettista ing. Manildo di Treviso, anni ‘60). Il team FPA composto da Angelo Miatello, Rosanna Bortolon (presidente), Gianni Perin (fotografo freelance), prof. Daniele Pauletto (videoma- ker) ha incontrato il governatore a Conegliano, nel mentre che si accingeva ad entrare al Teatro Accademia di Conegliano per un convegno “Competizione ed aggressività nello sport: il segreto del successo?”, organizzato dall’Associazione Italiana Arbitri-Sezione di Conegliano. Schietto come sempre, Zaia ha ribadito quello che da tempo manifesta senza tanti peli sulla lingua: “sarò sempre da parte dei giovani e degli studenti perché è un loro sacrosanto diritto avere scuole sempre migliori e competitive. Il servizio erogato da un convitto scolastico, tipo quello G. Maffioli di Castelfranco non va chiuso per un problema di spreco, piuttosto sarà da rivedere cosa che non va. E’ un po’ quello che sta succedendo alla Sanità, che si vuole chiudere con tagli lineari e orizzontali, quando sappiamo che di sprechi in Italia sono infiniti. Noi dobbiamo salvare questi Istituti, anzi per quanto riguarda lo storico Convitto Maffioli di Menego Sartor, l’artefice dello sviluppo socio-economico nel campo dell’agricoltura (sperimentale) dei primi anni ‘60, ci sarà tutta la mia attenzione, consapevole che se fossimo autonomi ciò non accadrebbe mai”. Questa in sintesi la posizione del governatore della Regione Veneto che mette in guardia alleati e non sul modo in cui ci si debba contrapporre ai vari problemi che da tempo assillano i veneti. La Regione non è direttamente competente delle infrastrutture e dei programmi scolastici. In un groviglio di norme desuete o espressione di un centralismo burocratico, pesante e mastodontico, ci si imbatte in continui battibecchi, scaricabarili, trascuratezze. Il comparto scuola di Castelfranco Veneto ha più di diecimila iscritti con sette Istituti Superiori, due Istituti Comprensivi Statali, una decina di scuole materne. É il secondo polo scolastico della Marca Gioiosa. Possibile che non riescano ad orga- nizzarsi in un modo decente e decoroso? La scuola costa appena il 10% della sanità però deve for- mare medici, infermieri, impiegati con un titolo di studio o con una formazione scolastica moderna ed europea, aperta e preparata ai cambiamenti della società. Le tappe della questione “Convitto va chiuso” sono ormai delineate come il Giro d’Italia 2015 (quattro tappe nel Veneto, ndr.), sono in pianura, in salita o a cronometro. La proiezione del docu-film di Luciano Zaccaria sui convittori e con- vittrici G. Maffioli, la doppia intervista al governatore Luca Zaia, le riunioni dei presidenti degli istituti scolastici coordinati da Rosanna Bortolon, la prassi burocratica rispettata, altri incontri e proiezioni, una possibile partecipazione alla Mostra del Cinema (il docu-film del regista Zaccaria) 30 rivoluzioneranno il modo di fare politica. 31 (21/04/2015) UNA SERATA CON IL REGISTA: GIACOMO MAZZARIOL RACCONTA IL SUO VIDEO “UNA SEMPLICE INTERVISTA” Mercoledì 29 aprile alle ore 20.30, nell’auditorium del Liceo Ginnasio Giorgione di Castelfranco Ve- neto, il Dirigente scolastico dr. Giuseppe Ceccon ha invitato lo studente Giacomo Mazzariol a presen- tare il suo video “Una semplice intervista” che sta riscuotendo un enorme successo nella Rete. La trama del video che dura appena cinque minuti tratta una simpatica storia tra Giovanni in cerca di un primo impiego e suo fratello Giacomo, nei panni di un probabile imprenditore che gli concede un col- loquio. Tutto si svolge tra l’ufficio e i rimandi di fatti sequenziali che il giovinetto ne dimostra ampia padronanza. “Questa è la prima proiezione pubblica in una sala e non c’era di meglio organizzarla nel nostro Liceo” – ha affermato il preside, “anche in vista di una possibile proiezione alla Mostra del Cinema di Venezia, presso lo spazio della Regione Veneto (Film Commission)” – ha aggiunto Ro- sanna Bortolon, presidente del CdI. Una copia del video sarà omaggiata al Segretario generale delle ONU Ban Ki-moon che il 21 marzo scorso ha diramato una dichiarazione solenne per invitare gli Stati e i loro governi ad attivarsi per migliorare le condizioni sociali delle persone affette dalla Sindrome 21. Sarà letta la Dichiarazione del Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon.

Trama. Giacomo e Giovanni sono due “fratelli-attori”. In cinque minuti e mezzo di filmato mettono a dura prova lo spettatore che solidarizza con la Giornata mondiale della sindrome di Down (dal nome dello scien- ziato: si chiama così perché John Langdon Down, un medico inglese, nel 1862 ha descritto per la prima volta le caratteristiche delle persone affette (…) Nella coppia di cromosomi numero 21 di chi ha la sindrome di Down, ci sono 3 cromosomi invece di 2. Per questa ragione la sindrome di Down si chiama anche Trisomia 21. Il 21 marzo 2015 marca il 10 anniversario della GMSD* (vedi dichiarazione di Ban-Ki-moon, in questa rivista). “Per quest’evento il DSI, Down Syndrome International – si legge nel sito dell’OMS – ha deciso di concentrasi su: Le mie opportunità, le mie scelte – godere di pieni diritti e uguali e il ruolo delle famiglie”.

32 33 (29/04/2015) Cast del docu-film “Dove comincia il giorno” LUCIANO ZACCARIA PRESENTA “DOVE COMINCIA IL GIORNO” Convittrici e convittori: Martina Bernardello , Sara Berto, Arianna Borgo, Maristella Bove, Veronica Bruni, DOCUMENTARIO CON I RAGAZZI DEL CONVITTO MAFFIOLI Giorgia Corrà, Hanna Cusumano, Chiara Glisberg, Catia Gobbetto, Monica Massari, Tiziana Pariota, Giada Pigatto,Samantha Pigatto , Beatrice Rocco, Ruiz Sylearaid Rodriguez, Aurora Salviato, GretaTomasello, Serata tutta a favore dei cinquanta convittori del Maffioli di Castelfranco Veneto, al Liceo Statale Alessia Vedovato, Matteo Alessio, Andrea Ampò, Dario Benvenuto, Daniele Boaretto, Jeremy Bonollo, Giorgione. Un docu-film girato nei luoghi dove si svolge la vita quotidiana di studenti che sono Vattanak Brian, Max Campagnolo, Alessio Cardin, Edoardo Carraro, Lorenzo Cecchinato, Stefano Corrà, Federico “residenti” nello storico immobile voluto dal sindaco Menego Sartor che stabiliva a Castelfranco Frison, Francesco Gaballo, Riccardo Gardin, Dennis Kwafo, Simone Lando, Davide Mioni, Riccardo Morbiato, Veneto uno dei più rinomati Istituti Professionali di Scienze Agrarie ben cinquant’anni fa. Leoluca Morelli, Paolo Panontin, Silvio Penada, Nicolò Piazza, Cristiano Rossetto, Bledar Sela, Simone Soncin Istitutrici e istitutori: Rita Bianchini, Monica Bosello, Maria Simonetto, Laura Simonetto, Antonietta Ed ora proprio alla scadenza del cinquantenario, cosa pensano i politici ruspanti? Abbattiamolo. Zacchello , Sebastiano Russo, Moreno Tortora. Anzi no, riprendiamo le camerate e facciamo aule perchè gli istituti scoppiano. I cuochi, il personale della mensa, tutto il personale A.T.A. del convitto, l’infermiera Arianna Trevisiol. Come mai, se le nascite diminuiscono e i lavoratori stranieri da un bel po’ se ne sono andati? I docenti, i tecnici di laboratorio. La dirigente Alessandra Fusaro e i suoi Collaboratori. Come mai le iscrizioni superano le medie statistiche che il Ministero fornisce anno per anno? LUCIANO ZACCARIA È REGISTA E SCENEGGIATORE L’Italia delle riforme perenni, degli sconquassi, dello scaricabarile. É colpa del passato governo, anzi Cofondatore di - Ipotesi Cinema Istituto Paolo Valmarana -, scuola di cinema coordinata da Ermanno del ventennio berlusconiano che non ha fatto nulla. Ha distrutto la scuola. Dall’altra parte però il Olmi con la quale ha collaborato per circa venti anni nell’attività di formazione e produzione. corpo docente era impreparato, come al solito, ormai da decenni lasciato ad arrangiarsi e le strutture Programmista regista per il programma di arte e cultura - l’Aquilone - Rai DSE. piuttosto malconce. Aspettiamo nuove scuole, nuovi licei, nuove persiane! É stato anche direttore artistico, presidente della giuria e presidente della commissione di selezione Ma al di là della polemica che alimenta la possibile chiusura del Convitto Maffioli per ragazzi e del Festival del film sull’arte di Asolo. ragazze, rimane pur sempre un amarcord di altri tempi quando la struttura funzionava per 150 Direttore del casting per - Barnabo delle montagne - di Mario Brenta. In concorso al festival di Cannes. giovani. Oggi ormai tutti posseggono un mezzo di trasporto e i bus funzionano abbastanza bene. Aiuto regista per Lunga vita alla signora di Ermanno Olmi. Leone d’argento al festival di Venezia. Ci sono però dei se. Qualsiasi città del Veneto problemi di convitti non ne dovrebbe avere. Ma perchè Castelfranco, città d’arte e di storia con un comparto scuola di diecimila studenti (dalle Filmografia essenziale materne alle superiori), non dispone di un convitto polifunzionale, un luogo dove ci si possa riunire ț NON FARE IL CRETINO…AMAMI - 16mm – Prod. Rai uno – Ipotesi Cinema – festival di Annecy, Amsterdam, educatamente senza fare Telaviv, Cracovia, Montpellier, Bellaria, Torino... ț chiasso? Dove gli studenti EROI - 16mm – prod. Rai uno – Ipotesi Cinema. ț LA TERRA - co-regia, prod. Regione del Veneto – soggetto e coordinamento Ermanno Olmi – 35mm – 75’ possano essere sicuri di ț LA DISCOTECA DI STATO – prod. Rai DSE. un luogo per dormire, ț PICASSO NELLA CERAMICA – prod. Rai DSE mangiare e studiare? ț NON GETTARE IL TUO CUORE TRA I RIFIUTI, PUO’ANCORA SERVIRE Prod. Emmaus Italia. ț DOMANI prod. Ipotesi Cinema. Gli studenti ț NAVI - 16mm – prod. Ipotesi Cinema dell’Alberghiero ț PER CHI AMA BASSANO prod. Comune di Bassano del Grappa. ț IL MONDO DI NICOLETTA COSTA - prod. Museo di Bassano del Grappa. sono i nostri ț PROVE D’ATTORE Italia - prod. festival di Videopolis. ambasciatori del ț DIECI ARTISTI PER ARBOS - prod Mediamotion. Made in Italy. ț SOUND ROOM premio del pubblico in sala al Festival di Videopolis. ț LA CASA DI PIERO – prod. Mediamotion. ț EPIFANIA DI UN FESTIVAL – prod. AsoloArtFilmFestival. 34 ț CATERINA CORNARO – Electric Dream – prod. AsoloArtFilmFestival 35 BREVI INTERVISTE RICAVATE DA VERNICI STAMPA DI MOSTRE D’ARTE DALLA SCUOLA ALLA BIENNALE TEATRO a cura del prof. Daniele Pauletto “Drone by Art. Il Giornalismo tascabile”. Un modo diverso per comunicare l’arte soprattutto cercando di avvicinare i nativi digitali alle ricchezze custodite dai musei, spesso avvolte da misteriosi fantasmi che le rendono mute. Un avvio in crescendo che è partito proprio da Castelfranco con il trasloco della Bellona-Minerva di Paolo Caliari detto il Veronese da Casa Giorgione alla palestra di un Liceo statale affinché i ragazzi la potessero vedere da vicino, capirla, fotografarla, “conquistarla”. Poi via, via interviste sempre più importanti e ricche di spunti: a Villa Manin per “Avanguardie Russe”, al Palazzo amministrativo della Regione per l’incontro con i massimi dirigenti di Expo Veneto, a Punta della Dogana per “Slip of the tongue”, ancora al Palazzo amministrativo della Regione per “Meraviglie di Venezia. Il tesoro di San Marco” (award Europa Unita), a Ca’ Giustinian per la 56.Biennale di Venezia, “Guardando avanti. L’evoluzione dell’arte del fare” del Padiglione Venezia. Da una fiction che centra perfettamente il bersaglio – il diritto inalienabile della persona – alle promozioni culturali nei musei, alla storia quotidiana di tanti giovani che vengono a scuola per imparare, grazie appunto ai social network e per finire un teatro d’avanguardia nato tra i banchi di scuola (Anagoor con sede in una ex conigliera). Questi tre momenti con temi diversi hanno però in comune un minimalismo “strumentale” (smartphone, camere digitali, tablet, minidroni, piccoli registratori vocali), il mondo scuola e una voglia matta di parlare direttamente al cittadino, “al tuo prossimo”.

36 37 (7/08/2015) Post scriptum ANAGOOR AL 43.FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL TEATRO DI VENEZIA CON Leutnant Voss, un linguista arruolato nell’esercito del Terzo Reich, spiega all’ufficiale delle SS, L.I. | LINGUA IMPERII CONFERMA LA SUA VERSATILITÀ PLURIDISCIPLINARE l’hauptsturmbannfuhrer Aue, la complessità degli oltre 50 idiomi parlati nella regione del Caucaso. É la seconda volta che Anagoor, gruppo teatrale nato a Castelfranco quindici anni fa, è invitato alla Il loro dialogo si svolge su due differenti schermi ai lati della scena, sono proiezioni che dettano la Biennale Teatro, sezione Young Italian Brunch (la prima volta nel 2011 con Fortuny). cornice teorica di un discorso su lingua e potere, la caccia come sistema di sterminio dell’uomo Con L.I. | Lingua Imperii in scena venerdì 7 agosto al Teatro Fondamenta Nuove, il gruppo diretto e la Shoa...(Adriana Pollice). da Simone Derai e Patrizia Vercesi (drammaturgia) ha confermato una propensione alla recita su Dal Caucaso del 1942 sugli schermi lo spettatore si trova confrontarsi sulla scena con attori schemi che vanno oltre. Sviluppare un tema così complesso come l’origine di una lingua e trasfor- che rievocano il mito di Ifigenia, trasformata in un animale sacrificale per propiziare il viaggio alla marlo in una parodia, a volte paradossale, mette a confronto una pedagogia scolastica che solo a conquista di Troia. Il rito e le regole della caccia, presenti persino nelle storie edificanti dei santi, posteriori ci fa conoscere risultati terribili. Chi, se non la scuola ha plasmato l’uomo dittatore, rendono socialmente praticabile (“giusto”) l’eccidio, a Srebrenica come in Armenia, o quello che razzista, criminale politico? Il dialogo iniziale dei due ufficiali nazisti “a caccia di una verità assoluta sappiamo sulle recenti rivoluzioni arabe. In scena le armonie vocali si mescolano con delle sonorità sull’ebraicità dei giudei caucasici, parlanti però una lingua neoiranica, tema appassionante sul valore elettroniche, assordanti, pruriginose, fino ad aprirsi a due meravigliosi canti tradizionali armeni della lingua come unico vero collante di una comunità, altrimenti indefinibile con le categorie interpretati da Gayanée Movsisyan. razziali” (Stefano De Stefano), fa riflettere, visto che a quella precisa epoca un’ideologia estrema Agli attori la rappresentazione della Shoa: il dominio assoluto esercitato attraverso l’autorità poté giustificare qualsiasi atto contro natura. Tuttavia, il genocidio di ieri (il lemma risale al 1944) precostituita (la legge scritta), la preparazione al sacrificio e il suo rifiuto, la mattanza. non è sparito dalla testa dell’uomo. La mattanza, l’uomo cacciatore per antonomasia colui che Sullo schermo grande, sul fondo della scena, i volti diventano proiezioni di ritratti, il viso sfigurato cattura e domina un popolo riempie ancora le pagine di cronaca dei nostri giorni. da finimenti come fossero cavalli, per poi cedere il passo a pecore, cervi senza controllo sul proprio In Lingua Imperii è chiara la manipolazione nel destino. L’occhio del maestoso cervo puntato dal teleobiettivo che già ci ricorda quello dell’asino controllare altre culture, imponendo una lingua della Cappella degli Scrovegni (Padova) a firma di Giotto, non ancora Patrimonio mondiale Unesco. diversa, quella appunto del dominatore Note http://www.anagoor.com/spettacoli/Lingua%20Imperii/Lingua%20imperii.htm (“cacciatore”), però facendo partecipe lo spetta- tore del ruolo che possono avere la memoria e la storia attraverso narrazioni individuali, figure simboliche, testimonianze reali, note musicali e canti originali, videoclip, immagini panoramiche e primi piani, con un apparato costumista studiato nel particolare, con oggetti ricavati da un’utensileria domestica (il ferro piegato della gruccia, i filtri del passaverdura), che nella loro ironica trasformazione sono il simbolo della violenza umana “a scapito dell’Altro, partendo dal sacrificio di Ifigenia “incoronata” e arrivando alla Shoah e oltre.

38 39 ANAGOOR L.I. | Lingua Imperii Anagoor nasce a Castelfranco Veneto nel 2000 raccogliendo, attorno a Simone Derai e Paola Dallan, violenta la forza del morso che la ammutoliva la precedente esperienza di un gruppo di artisti del teatro. Al primo nucleo si aggiungono Anna Braga- Spettacolo vincitore del premio Jurislav Koreni per la regia al GRAND-PRIX gnolo, Marco Menegoni, Moreno Callegari e Pierantonio Bragagnolo, contribuendo alla definizione del gruppo e alla sua direzione. Il gruppo è formato da alcuni studenti del Liceo Ginnasio Statale Gior- del 53mo Festival MESS di Sarajevo 2013 gione, assistito e “valorizzato” da Patrizia Vercesi, docente titolare di materie classiche, che si ado- Attori Anna Bragagnolo, Moreno Callegari, Viviana Callegari, Marco Crosato, Paola Dallan, pera anche nella proposta laboratoriale formativa didattica. Filologia, storia dell’arte, architettura, arti Marco Menegoni, Gayanée Movsisyan, Alessandro Nardo, Monica Tonietto e Hannes Perkmann, ̈ visive, danza, musica, più un lungo, instancabile apprendistato teatrale: questa è la formazione dei Hauptsturmbannfuhrer Aue; Benno Steinegger, Leutnant Voss Voci fuori campo di Silvija Stipanov, giovani componenti di Anagoor. Progetto di politica teatrale (il nome, in onore alla città immaginaria Marta Cerovecki, Gayanée Movsisian, Yasha Young, Laurence Heintz di Buzzati (Le mura di Anagoor), è scelto perché nasce “dall’amore dei suoi fondatori per la città”), Traduzione e consulenza linguistica Filippo Tassetto nel 2008 inaugura a propria cura La Conigliera: recuperato da un Costumi Serena Bussolaro, Silvia Bragagnolo, Simone Derai allevamento cunicolo nell’aperta campagna veneta, è oggi spazio Musiche originali Mauro Martinuz, Paola Dallan, Marco Menegoni, Simone Derai, dedicato alla ricerca, fra percorsi di residenza, di formazione Gayanée Movsisyan, Monica Tonietto e rassegne. Il luogo, unico nel suo genere, è ubicato Musiche non originali Komitas Vardapet, musiche della tradizione medievale armena alle porte del parco regionale delle sorgenti del Sile, in via Video Moreno Callegari, Simone Derai, Marco Menegoni Palù di Castelminio di Resana. Nel 2007 Operaestate Festival Drammaturgia Simone Derai, Patrizia Vercesi Regia Simone Derai inserisce Anagoor in Piattaforma Teatro Veneto tra le più Produzione Anagoor 2012 significative emersioni teatrali regionali. Nel 2008 è finalista al Coproduzione Trento Film Festival, Provincia Autonoma di Trento, Centrale Fies, Operaestate Festival Premio EXTRA segnali dalla nuova scena italiana con jeug. Young Italian Brunch è realizzato in collaborazione con il Teatro Stabile del Veneto Nel 2009 riceve la segnalazione speciale del Premio Scenario – Teatro Nazionale 2009 per Tempesta. Nel 2010 è finalista al Premio Off del Teatro Stabile del Veneto. Nel 2011 lo spettacolo Fortuny è invitato alla Biennale Teatro di Venezia sezione Young Italian Brunch. Tempesta Fonti letterarie tratte da: Jonathan Littell, Winfried Georg Sebald, Primo Levi, fino al saggio debutta all’Institute of Contemporary Art di Londra e al Waves Theatre Festival in Danimarca. Ana- L.T.I. Lingua Tertii Imperii di Victor Klemperer: “Linguista di Dresda ebreo – spiega Derai -, goor è ospite al festival Escrita na paisagem in Portogallo. scrisse diari che sono una documentazione della trasformazione del tedesco, con la comparsa di Anagoor si insedia e abita, per un evento eccezionale, unico e irripetibile, il Museo Fortuny di una lingua nuova, che è quella del Reich: una lingua che impoverisce il tedesco, le sue tradizioni; Venezia: il palazzo non si apriva ad un allestimento performativo dal passaggio di Peter Greenaway. che urla, che suggerisce parole, le infila nella testa delle persone”. Nel 2012 debutta al Trento Film Festival lo spettacolo L.I. Lingua Imperii. A Milano all’interno di Festival MiTo debutta Et manchi pietà, concerto dell’Accademia d’Arcadia con Note installazione video a cura di Anagoor. Tempesta è invitato al festival Temps d’images a Parigi. “Genocidio, termine legale coniato solo nel 1944 dal Ttribunale di Norimberga, dal greco genos “stirpe”, Anagoor è parte di Fies Factory, curato da Centrale Fies. Al Napoli Teatro Festival di quest’anno e suff. “cide”). “Destruction méthodique d’un groupe ethnique. L’extermination des Juifs par les Nazis est la compagnia Anagoor presenta due pièce L.I.| Lingua Imperii e Virgilio brucia, entrambi un génocide” (Le Petit Robert, 1973, p.779) a Castel Sant’Elmo.

40 41 Parlare della caccia all’uomo significa parlare di un segmento di una più lunga storia di violenza “In linguistica, per esempio, la grammatica indo-germanica comparata ha permesso di formulare perpetrata dai dominatori. La caccia di cui vogliamo parlare non è una caccia metaforica. una teoria delle mutazioni fonologiche che ha un ottimo valore predittivo. Già Bopp, nel 1820, Con essa intendiamo quei concreti fenomeni storici in cui alcuni essere umani furono inseguiti, faceva derivare il greco e il latino dal sanscrito. Partendo dal medio iranico e seguendo le stesse cacciati, catturati e uccisi nelle forme della caccia. Queste sono state abitudini ricorrenti in Europa, regole fisse, si ritrovano parole in gaelico. Funziona, ed è dimostrabile. talvolta perpetrate dalle masse, e le forme di questi costumi furono teorizzati per la prima volta E perfettamente comprensibile se un linguista di vaglia si abbandona a sottilissime disquisizioni del nell’antica Grecia prima di essere formidabilmente esportate in tutto il mondo nell’era moderna genere in una condizione di normalità. Ma se quel linguista, Voss, rivolge quelle parole a un ufficiale durante lo sviluppo del capitalismo transatlantico. In Italiano caccia ha due significati: delle SS, Maximilien Aue, tra un’ammazzatina e l’altra di ebrei, zingari e comunisti nel Caucaso uno è “l’atto di cacciare, in particolare la selvaggina”, l’altro è “l’atto di espellere qualcuno con del 1942? Si tratta, in tal caso, della tremenda impassibilità del male: che è il tema de violenza, forzare qualcuno ad abbandonare un luogo”. Così di base abbiamo due forme di caccia: «Le Benevole», il best-seller di, Jonathan Littell che mi ha fornito il passo di cui sopra. una caccia di inseguimento e una caccia di espulsione. Una caccia che cattura e una che esclude. Ebbene, proprio tre dialoghi fra Voss e Aue costituiscono la colonna portante di “L.I. | Lingua Imperii” Sono due processi differenti ma che possono essere complementari: cacciare uomini spesso lo spettacolo - importante e bellissimo - che la compagnia Anagoor ha presentato a Castel significa che quegli stessi uomini devono essere stati prima espulsi, cacciati via dalla società, Sant’Elmo nell’ambito del Napoli Teatro Festival Italia. Il regista Simone Derai (autore, con Patrizia dall’ordine comune. (…) Vercesi, anche della drammatur-gia) gli ha conferito la forma di un rituale che accoglie suggestioni da tutte le esperienze capitali del teatro d’avanguardia (leggi, poniamo: Living Theatre, OdinTeatret, Dall’antichità la memoria poteva essere albergata nel lobo dell’orecchio (per Plinio; per i Romani, Grotowsky, Teatro Immagine, Il Carrozzone, giù giù fino alle sperimentazioni sulla voce della si tirava materialmente il lobo per rafforzare la memoria) o nel cuore (dal latino “cor, cordis, cuore, Raffaello Sanzio) per fonderle - ecco l’approdo straordinario - nel crogiolo di un acuto senso della la particella re- (recordarsi) indica un rapporto reciproco, un voltarsi indietro, letteralmente girare il storia che si nutre, insieme, di smarrite tenerezze e vertiginose scalate concettuali. proprio volto/sguardo verso qualcuno o qualcosa o verso un interno, in questo caso un rivolgersi al- Un esempio? Mentre si leggono su uno schermo e si sentono recitati in inglese, tedesco, francese, l’intimità del proprio cuore; ricordare significa quindi ricucire un rapporto strappato con il proprio croato, russo e armeno i “Consigli per un genitore in lutto”, gli attori indossano corone di fronde, cuore...). Due parti della stessa medaglia che nella pièce “L.I.” sono al centro di tutto il ragiona- come per una festa, e poi si spogliano e, ammucchiati i vestiti in un canto, si accasciano disordinata- mento. Ma da questa particolare racine ideologica, tutto il racconto di novanta minuti con nove gio- mente gli uni sugli altri. Già, la Shoah. E davvero m’è sembrato che si spargesse, su quella se- vani attori, di cui un bravissimo Marco Menegoni, si attorciglia come un serpente sul valore di una quenza, la consolazione del Qaddish intonato per i defunti. Si, la parola che Anagoor porta in scena lingua e sui disastri che la stessa ha provocato. Il fare teatro del gruppo Anagoor (dalla città immagi- è certo quella che, tacendo o mentendo, si fa complice del potere, ma è anche quella a che, naria di Buzzati, “è scelto perché nasce dall’amore dei suoi fondatori per la città”), è composito e risuonando in teatro, si fa veicolo di rinascita. Accade, e basterebbe questo, con i canti folcloristici pluridisciplinare con una “visione algoritmica”, essenziale, algida e simmetrica, fatta di compilazioni raccolti da Komitas Vardapet prima d’impazzire di dolore per il genocidio armeno e morirne”. maniacali e di rigore assoluto, sospesa fra l’intricata matassa del tema e la linearità pedagogica di una visione mutuata dalla tragedia greca. CONFERENZA STAMPA 29 AGOSTO 2015 ORE 11,00 Bar Borsa Castelfranco Veneto Il tutto shakerato poi grazie alla multime- Per invito a incontro pubblico organizzato da FPA2000 © dialità, “fermata” su tre schermi su cui si 3 SETTEMBRE 2015, ORE 10,15-11,30 svolge il dialogo fra due ufficiali nazisti a 72.Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica caccia di una verità assoluta: l’ebraicità Spazio Film Commission della Regione Veneto dei giudei caucasici, parlanti però una c/o Chez-Vous dell’Hotel Excelsior –Lido di Venezia lingua neoiranica. Patrocinio Presidente Regione Veneto dott. Luca Zaia 42 43 ELENCO VIDEOCLIP CONTENUTI NEL DVD BIOGRAFIE Roberto Ciambetti, presidente Luciano Zaccaria è regista e sceneggiatore. Cofondatore di - Ipotesi Cinema Istituto Paolo Valmarana, Giuseppe Pan, assessore all’agricoltura scuola di cinema coordinata da Ermanno Olmi con la quale ha collaborato per circa venti anni nell’attività Cristiano Corazzari, assessore alla cultura di formazione e produzione. Roberto Marcato, assessore allo sviluppo economico Giacomo Mazzariol è studente al Liceo Ginnasio Statale Giorgione di Castelfranco, eletto presidente degli Massimo Giorgetti, vicepresidente studenti presso il CdI, ha svolto attività di coordinamento e promozione culturale, sociale e politica. Jacopo Berti, Movimento 5stelle Premiato al concorso di giornalismo Giorgio Lago, da un po’ di tempo si occupa di produzione multimediale, Mariangelo Foggiato riscuotendo successo e onori a livello nazionale. Andrea Segre, regista e scrittore Daniele Pauletto, di formazione giornalista, è docente di Laboratori Tecnologici all’IPSIA di Castelfranco V.to. Giuseppe Zaccaria, Magnifico Rettore Uni Pd Suo il progetto, tra le molte sperimentazioni attuate, di usare i minidroni come supporto alla cronaca, Romano Artoni, Deputy Regional manager Unicredit coinvolgendo gli studenti che hanno familiarità con le nuove tecnologie digitali. Francesco Chiavacci Lago, Premio Giorgio Lago Claudio Malvestio, graphic designer, diplomato all’Artistico P. Selvatico di Padova, specializzato in art-direction Clara Peranetti, Dirigente Settore Progetti strategici, “Meraviglie di Venezia” all’Istituto Europeo di Design a Milano, autore di cataloghi, libri e riviste, è impegnato nel sociale e politico per Luca Zaia su Convitto (Conegliano giugno 2015) un Veneto diverso e indipendente. Perfezionista dell’immagine nella comunicazione d’impresa. Diego Vecchiato, Direttore Dipartimento Politiche e Cooperazione Internazionali Angelo Miatello, ex docente e ricercatore all’Università di Ginevra, da tredici anni ha trasferito la sua residenza Maurizio Gasparini, Dirigente Politiche Enti Locali familiare nella città di Giorgione. Giornalista pubblicista (AJS/Association des Journalistes Suisse) ha dedicato Romano Prodi, Matteo Renzi, Luca Zaia, Andrea Tomat: interviste volanti a Expo Venice 2015 gran parte della sua attività alla promozione culturale e alla salvaguardia del patrimonio. Giacomo Mazzariol incontra il preside Giuseppe Ceccon e lancia un messaggio all’OMS di Ginevra Rosanna Bortolon è presidente del CdI Liceo Giorgione, con spiccate doti organizzative, ha saputo cogliere Roberto Zuccato, presidente Confindustria Veneto opportunità di carattere formativo, ludico e comunicativo per il mondo scuola che nella città di Giorgione Michela Sediari direttore MAN Venezia rappresenterebbe più di diecimila iscritti (paritarie comprese). “Avanguardie russe. La Collezione Costakis”, Villa Manin di Passariano del Friuli Simone Derai è uno dei principali fondatori di Anagoor, compagnia teatrale d’avanguardia, nata al Liceo “Slip of the Tongue”, Punta della Dogana, Fondazione François Pinault Giorgione sulla spinta della professoressa Patrizia Vercesi. Regista eclettico e meticoloso ha nel suo dna 56.Biennale Arte di Venezia, interviste a: una forte propensione per la creatività narrativa individuale e collettiva. Aldo Cibic, Padiglione Venezia Un grazie a tutti coloro che hanno contribuito alla produzione di quest’evento eccezionale, in particolare a Paolo Baratta, presidente Biennale di Venezia Liceo Giorgione: dr. Giuseppe Ceccon (d.s.), dr. Francesco Verduci (d.s.d.a.), prof.ssa Sara Ganeo (vicepreside), Padiglione Stati Uniti, curatore prof. Franco Pivotti (assessore Comune di Castelfranco) e prof. Nazzareno Bolzon (vicepreside) - IPSIA Galilei, Padiglione Corea, curatore Tiziano Rizzi e Filippo Bellin (genitori studenti Liceo Giorgione) Padiglione Giappone, curatore Padiglione Canada, curatrice e artisti FPA2000© Premio di Giornalismo Giorgio Lago Agenzia stampa arti e cultura. Veneto TV – webtv; Aidanews, revue culturelle de droit de l’art. Jean Dubuffet, Il Teatro del Suolo, curatore Galvan e rettore G. Zaccaria Per ulteriori informazioni: https://fpa2000.wordpress.com/ – mail: [email protected] Expo Venice-Aquae, inaugurazione Progettualità: Daniele Pauletto. Palazzo della Regione, Grandi Stazioni Venezia Testi: Angelo Miatello. MAN, Museo Archeologico Nazionale San Marco, Invasioni Digitali Grafica e foto: Claudio Malvestio. La Guerra dei Veneti e degli Italiani, mostra itinerante con le copertine di Achille Beltrame, Revisione: Rosanna Bortolon. intervista alle guide (studentesse del Liceo) Finito di stampare il 27 agosto 2015 per conto di AIDANEWS, rivista culturale di diritto 44 dell’arte, fondata a Ginevra nel 1994. 45 (56.Biennale: Padiglione Venezia) Aldo Cibic . © Foto: Claudio Malvestio

46 47 studenti. Foto: C. Malvestio © 01 - 05 2015 La dott.sa Michela Sediari, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Venezia, seguita dal drone dell’IPSIA pilotato dagli La dott.sa Michela Sediari, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Venezia,

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