Rudolf Rocker NELLA TORMENTA
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Rudolf Rocker NELLA TORMENTA (Anni d’esilio) (1895 - 1918) Traduzione di Andrea Chersi LONDRA IL MOVIMENTO TEDESCO A LONDRA Era una mattina malinconica, grigia, quando di buonora arrivai a Londra, una di quelle mattine che si vedono solo nella gigantesca città sul Tamigi e che mi fece capire subito la differenza tra Parigi e Londra. In quei giorni, quando una nebbia umida e appiccicaticcia ottunde i sensi e gli occhi non ricevono altro che un’impressione cupa e torbida dell’ambiente intorno, ci si sente in un mondo spettrale. Perfino il frastuono del gigantesco traffico stradale arriva smorzato, come avvolto nell’ovatta. Gli esseri umani passano come ombre al crepuscolo. Tutto affonda in un grigiore triste e giallognolo che contagia tutti i sensi e ricade oppressivamente sull’animo. Chi giunge a Londra in una di queste giornate, quando King Fog avvolge la città nel suo manto, non lo dimentica più. Non avevo comunicato agli amici quando sarei arrivato, sicché nessuno mi attendeva alla stazione. Avendo parecchi bagagli, presi un hansom, una di quelle carrozze a due ruote che allora si vedevano solo in Inghilterra e che in una mezz’ora mi condusse a Wardour Street, dove abitava il mio amico Gundersen. Questi mi salutò con allegra sorpresa e dopo avere chiacchierato un po’ c’incamminammo verso l’alloggio di Wilhelm Werner, che a quel tempo non era distante, in Cleveland Street. Trovammo a casa tutta la famiglia e siccome nessuno mi aspettava, la gioia dell’incontro fu tanto maggiore. Avevamo molto da raccontarci, da quando ci eravamo visti per l’ultima volta a Berlino. Werner aveva fatto venire la famiglia a Londra da appena qualche mese e lui stesso non s’era ancora abituato alle nuove condizioni. Nonostante fosse uno dei migliori nel suo mestiere ed appartenesse dalla fine del suo apprendistato all’Associazione tedesca dei tipografi, non era ancora riuscito a trovare lavoro a Londra, dato che le misure protettrici del sindacato inglese dei tipografi impedivano quasi del tutto agli stranieri l’ingresso nel sindacato. Werner in seguito si vide addirittura costretto ad accettare un lavoro fuori città, finché poi gli fu concesso di iscriversi al sindacato inglese. In tal modo furono superate 5 tutte le difficoltà ed egli riuscì ad ottenere un buon impiego a Londra. Per fortuna aveva un po’ di denaro, in quanto sua moglie, con l’aiuto di buoni amici, era riuscita a vendere la sua piccola tipografia di Berlino, in modo da potersi mantenere finché riuscì a trovare un impiego a Nottingham. Dopo pranzo andammo in cerca di un alloggio per me e ne trovammo subito uno passabile in Carburden Street, non distante dall’abitazione di Werner. Quella sera andammo anche a Grafton Hall, il circolo ampio e ben sistemato del movimento tedesco a Londra, dove già nella mia prima visita rividi alcune vecchie conoscenze e feci amicizia con molti compagni nuovi. Il movimento tedesco nella capitale inglese era allora al massimo del suo vigore. A causa delle persecuzioni di quel pe- riodo sul continente, molti compagni di Svizzera, Belgio ed altri paesi erano finiti a Londra, e così il movimento aveva ricevuto un forte impulso. Il circolo di Grafton Hall contava allora più di cinquecento soci paganti ed era frequentato da compagni di tutti i paesi. I vecchi editori di «Autonomie» avevano abbando- nato, qualche tempo dopo la soppressione della rivista, il loro circolo di Windmill Street ed erano rimasti, per così dire, senza un tetto, dato che le riunioni sociali si tenevano, allora come oggi, esclusivamente nei circoli. Contemporaneamente, gli aderenti alla prima sezione del Kommunistische Arbeiter-Bildungs-Verein, composta principalmente da vecchi seguaci di Johann Most, da socialrivoluzionari e da qualche appartenente al movimento dei Giovani di Germania, stavano cercando da tempo un nuovo circolo, finché finalmen- te riuscirono ad avere un magnifico locale in Grafton Street, a condizioni estremamente favorevoli, e a sistemarlo per il loro scopo. La lunga lotta che negli anni sgretolò il movimento tedesco a Londra e che provocò tanta acredine a causa della tragica fine di John Neve e delle accuse contro Josef Peukert, s’era calmata a poco a poco, dopo che i personaggi più in vista di quel periodo, Victor Dave, Otto Rinke e lo stesso Peukert, avevano lasciato Londra. Così accadde che le due tendenze avversarie un po’ alla volta si riavvicinarono e tutti gli altri vecchi autonomisti entrarono nel circolo di Grafton Hall. Il Kommunistische Arbeiter-Bildungs-Verein (Associazione cultu- rale degli operai comunisti) o K. A. B. V. , era la più antica di tutte le organizzazioni dei socialisti tedeschi all’estero. Creato nel 1845 da esuli tedeschi, membri della clandestina Federa- 6 zione comunista (Kommunistische Bund), da allora continuò a costituire il centro della propaganda comunista tra i tedeschi in Inghilterra, finché la prima guerra mondiale mise fine bruscamente a tale attività. Fin dalla nascita contò tra i suoi membri un gran numero di personalità tra le più importanti del vecchio movimento socialista in Germania, come J. Moll, H. Bauer, K. Pfänder, W. Weitling, A. Willich, W. Schapper, F. Lessner, Karl Marx, Friedrich Engels, W. Liebknecht e altri, e subì varie trasformazioni. Quando, nel 1850, si produsse una scissione nella Federazione comunista, la grande maggioranza del K. A. B. V. aderì alla frazione Willich-Schapper ed espulse Marx, Engels e Liebknecht. Successivamente, l’associazione or- ganizzò una grande campagna a favore del giovane movimento socialdemocratico di Germania, fin quando, con la promulgazio- ne della legge contro i socialisti, arrivò a Londra Johann Most che, su proposta dell’associazione, pubblicò, nel gennaio 1879, «Freiheit». Questa all’inizio era una rivista socialdemocratica e tale si dichiarava, ma ben presto si orientò sempre più verso la corrente rivoluzionaria, a causa anche dell’irritante faziosità dei vecchi capi del partito in Germania. Allorché Most venne espulso dal partito, nel 1880, durante il congresso clandestino della socialdemocrazia tedesca nel castello di Wyden, in Svizze- ra, ci fu una scissione nel K. A. B. V. La grande maggioranza si dichiarò a favore di Most e rimase in possesso dei beni dell’as- sociazione, di cui la vecchia biblioteca sociale era la parte più preziosa. I soci uscenti fondarono una nuova organizzazione che mantenne lo stesso nome, ma, per distinguersi dalla prece- dente, venne chiamata seconda sezione, mentre gli appartenenti alla maggioranza da allora si definirono prima sezione. Questa prima sezione seguì passo dopo passo tutto il percorso di Most nel suo procedere verso l’anarchismo e rimase fedele alle sue concezioni libertarie fino allo scoppio della prima guerra mondiale, allorché la maggior parte dei suoi membri venne arrestata e la sua attività s’interruppe. Nel 1886, per dissidi interni, una piccola parte dei soci uscì dall’associazione e fondò il gruppo Autonomie, proseguendo la sua strada sotto la direzione spirituale di Peukert. Ma già agli inizi del decennio 1890-1900 erano andati talmente sbiadendo i motivi di quella scissione che si poteva ormai cogliere a stento una differenza tra le due tendenze. Nel frattempo era arrivato a Londra un gran numero di nuovi compagni, che non capivano i termini 7 della vecchia disputa e quando l’«Autonomie» mise termine alle sue pubblicazioni nell’aprile del 1893, la scissione interna nel complesso rimase senza un perché. Anche il movimento dei Giovani in Germania trovò nel K. A. B. V. un’eco vivace ed ebbe forti propugnatori soprattutto in Ferdinand Gilles e nel calzolaio Baetge, già sostenitore della op- posizione a Magdeburgo. Quando poi il movimento dei socialisti indipendenti in Germania, sotto l’influenza di Gustav Landauer, entrò completamente a far parte della corrente anarchica, e Carl Wildberger, Viktor Buhr ed altri si sforzarono invano di opporsi a quella manovra, anche nel K. A. B. V. si fecero sentire tali dissensi. I vecchi seguaci di Most si schierarono con Landauer, mentre Baetge e i suoi amici si dichiararono apertamente a fa- vore di Wildberger. In questa contrapposizione si arrivò a volte, nelle riunioni dell’associazione, a scontri violenti, in particolare quando Baetge e i suoi pochi alleati tentarono con ogni mezzo di impedire l’ingresso agli autonomisti, a favore dei quali si di- chiarò in maniera decisa Wilhelm Werner. Il risultato fu che il manipolo di indipendenti volse le spalle all’associazione e dopo qualche mese scomparve del tutto. Questa era la situazione al mio arrivo a Londra. Il K. A. B. V. godeva allora di un nuovo periodo di prospe- rità e fu di grande utilità al giovane e perseguitato movimento in Germania ed Austria per gli aiuti abbondanti e continui attraverso cui i suoi membri cercarono di alleviare la dura lotta dei compagni in patria. Le persecuzioni nel continente e in particolare nella stessa Germania portarono a Londra un gran numero di militanti, che non riuscivano però a mantenersi. L’associazione disponeva allora di almeno una mezza dozzina di buoni oratori, come Wilhelm Werner, Ferdinand Gilles, Fritz Krieger, Rudolf Lange, Karl Biller e qualche altro, di modo che le settimanali riunioni di discussione raggiungevano un livello culturale tale da esercitare una grande attrattiva per il pubblico. Siccome a tali incontri erano ammessi anche coloro che non erano soci, spesso vi affluivano socialisti di ogni tendenza, cosa che li rendeva ancor più vivaci e stimolanti. La nuova sede del circolo era indubbiamente il locale più bello che a Londra avessero mai avuto i rivoluzionari stranieri. Il pianterreno era composto da un ampio salone, dove si svol- geva la vita sociale dell’associazione. I compagni giovani che vivevano nei dintorni vi si riunivano quasi ogni sera, dato che la 8 maggior parte di loro cenava al circolo. Il sabato, la domenica e i giorni festivi, la sala in genere era molto affollata, dato che quei giorni avevano occasione di visitare il circolo anche quei soci che abitavano altrove, nella città gigantesca.