Divisione (PARTE 3) PEZIZOMYCOTINA Erysiphaceae (Blumeria, , Leveillula, Oidium, Oidiopsis, Ovulariopsis, Phyllactinia, Podosphaera,Uncinula) agenti di OIDI o MAL BIANCHI tipici ectoparassiti (taluni semi-endoparassiti) biotrofici (con austori che raramente raggiungono le cellule sottoepidermiche) Ascocarpi di tipo cleistotecio/peritecio con appendici (fulcri) - forma sferica senza opercolo (come cleistotecio) - aschi clavati, non evanescenti, in file ordinate (come peritecio) Da considerare come cleistotecio evoluto o peritecio primitivo (è prevalsa la seconda ipotesi)

Nome attuale dell’ascocarpo: CASMOTECIO, in quanto si apre, per la liberazione delle ascospore, producendo una fenditura. Numero di aschi in ascocarpo e tipo di fulcri: importanti caratteri tassonomici. ECTOPARASSITI Pluriaschi Gen. Erysiphe sez. Erysiphe sez. Microsphaera sez. Uncinula Monoaschi Gen. Podosphaera sez. Podosphaera sez. Sphaerotheca

SEMIENDOPARASSITI  Gen. Phyllactinia Gen. Leveillula

NOTA: Fino a pochi anni fa anche le sezioni erano considerate generi Esempio: oidio della vite Erysiphe necator (sezione Uncinula) era Uncinula necator. A. Periteci monoaschi (con un solo asco)

Fulcri filamentosi indivisi all’apice...... Podosphaera Sez. Sphaerotheca Fulcri ad apice diviso più volte dicotomicamente e posizionati soltanto ad un polo della fruttificazione... Podosphaera Sez. Podosphaera B. Periteci pluriaschi (con molti aschi, fino a circa 60)

Fulcri vescicoloso-rigonfi alla base...... Phyllactinia Fulcri uncinato-contorti all’apice...... Erysiphe Sez. Uncinula Fulcri semplici o appena ramosi...... Erysiphe Sez. Erysiphe Leveillula Fulcri ad apici dicotomo-ramosi...... …. Erysiphe Sez. Microsphaera A B Gli oidi svernano come: - Periteci (condizionato nelle specie eterotalliche dall’incontro dei due ceppi) - Micelio ibernante nelle gemme - Gemme o elementi clamidosporoidi (piccole porzioni di micelio rivestito di parete spessa: solo in alcune specie) - Micelio aereo secondario con pareti ispessite e di colore più scuro (in Blumeria e alcune specie di Podosphaera sez. Sphaerotheca) - Conidi (ovviamente solo in serra)

Caratteristiche fisiologiche: - germinazione con bassa UR (acqua endogena) - una certa UR favorisce però gli oidi (attacchi più gravi in zone ombreggiate delle piante) - eccezione: Podosphaera (sez. Sphaerotheca) pannosa (oidio di rosa e pesco): UR prossima alla saturazione, no acqua libera - cardinali termici: min. 3-4°C, opt. 20-25°C, max 35°C - acqua libera (es.: pioggia) su corte di infezione ostacola processo infettivo: - disturba germinazione per carenza di ossigeno - dilava inoculo - favorisce micoparassiti (es.: Ampelomyces quisqualis, il più diffuso nelle nostre zone) Di conseguenza: attacchi più frequenti in estate FORME ANAMORFICHE

Ovulariopsis ------ conidiofori semplici Oidium forma anamorfica Oidiopsis ---- conidiofori ramificati forma anamorfica di Phyllactinia (1) di Erysiphe forma anamorfica

e Podosphaera di Leveillula (2) ______

ectoparassiti semiendoparassiti (parte del micelio all’interno dell’ospite)

1 = micelio prevalentemente esterno 2 = micelio prevalentemente interno (i conidiofori fuoriescono dagli stomi) Genere Erysiphe E. graminis (=Blumeria graminis) (*) – f.a. Oidium monilioides - oidio delle graminacee E. cichoracearum – f.a. Oidium ambrosiae – molto polifago (cucurbitacee, crucifere, tabacco, ecc.) E. polygoni – f.a. Oidium erysiphoides – oidio delle leguminose E. betae – oidio della bietola E. necator (ex Uncinula necator) - f.a. Oidium tuckeri - oidio della vite E. alphitoides (ex Microsphaera alphitoides) (f.a. Oidium quercinum) – oidio della quercia E. platani (ex Microsphaera platani) (f.a. Oidium platani) – oidio del platano

Genere Podosphaera P. leucotricha f.a. Oidium farinosum – oidio del melo P. oxyachantae f.a. Oidium crataegi – oidio del biancospino, del cotogno, del nespolo la var. tridactyla attacca l’albicocco P. pannosa (ex Sphaerotheca pannosa) – f.a. Oidium leucoconium - oidio del pesco e della rosa f.sp. rosae – attacca la rosa / f.sp. persicae – attacca il pesco P. fuliginea (ex Sphaerotheca fuliginea) – f.a. Oidium citrulli – oidio delle cucurbitacee (altro agente: E. cichoracearum, molto meno diffuso in Campania) P. macularis (ex Sphaerotheca macularis) - oidio della fragola

Genere Leveillula L. taurica – f.a. Oidiopsis sicula – oidio delle solanacee (pomodoro, melanzana, peperone), del carciofo, dell’olivo Il pomodoro viene attaccato anche da un oidio ectofitico, E. orontii (= E. cichoracearum) f.a. Oidium lycopersicum

Genere Phyllactina (*) austori digitiformi P. guttata – f.a. Ovulariopsis spp.- oidio del nocciolo micelio aereo scuro conidioforo a «monile» Peritecio di Erysiphe (sez. Erysiphe) Peritecio di Erysiphe (sez. Microsphaera) Peritecio di Erysiphe (sez. Microsphaera) Peritecio di Erysiphe (sez.Uncinula) Peritecio di Podosphaera (sez. Podosphaera) Peritecio di Podosphaera (sez. Podosphaera) Peritecio di Phyllactinia

I periteci si differenziano generalmente in autunno (in estate nel caso di Erysiphe necator)

Ciclo di S. pannosa f. sp. rosae LOTTA AGLI OIDI: Cultivar resistenti poco utili (gli oidi selezionano facilmente nuovi patotipi)

ZOLFO Antioidico di contatto tradizionale per eccellenza - Inibisce la formazione del plasmalemma - Altera la permeabilità cellulare (fuoriuscita di materiale citoplasmatico)

- Si sostituisce all’ossigeno con formazione di H2S al posto di H2O; disidratazione Attivo anche contro Monilia, escoriosi, marciume nero, taluni insetti ed acari No ceppi resistenti Aumenta numero cloroplasti (favorisce fotosintesi) Agisce allo stato di vapore (condizionamento da temp., vento, luce, finezza delle particelle) Temp. < 20°C, non attivo (no sublimazione) (poca attività all’inizio della vegetazione); Temp. > 32-33°C, fitotossico (soprattutto i più fini) Vento disperde vapori Luce favorisce sublimazione Finezza delle particelle favorisce sublimazione La finezza si misura in gradi Chancel: - sospendere 5 g di zolfo in 100 ml di etere etilico in cilindro graduato - agitare e lasciar riposare per 5’ - stimare volume di parte torbida (% = °Chancel; almeno 75-80°) TRATTAMENTI POLVERULENTI (Meno fitotossici, utilizzabili in maggiori quantità) - Zolfi greggi: molitura (frantumazione molto spinta) di minerali di zolfo

- Zolfi ventilati: molitura e separazione in corrente d’aria o di CO2 di particelle più fini che sedimentano più lontano dal punto di origine → circa 90°Chancel - Zolfi sublimati: condensazione su pareti fredde di vapori di zolfo ottenuti mediante riscaldamento → circa 80°Chancel - Zolfi attivati: zolfo polverulento con aggiunta di nero fumo per aumentare l’assorbimento di calore e quindi l’attività fungicida - Zolfi ramati (anche contro peronospora): aggiunta del 3-4% di rame

TRATTAMENTI LIQUIDI (Possibile aggiunta di altri fungicidi, distribuzione più omogenea, più fitotossici) - Zolfi bagnabili: zolfo molto fine (4-10 μm) con ipotensivo per ottenere disperdibilità - Zolfi micronizzati: come il precedente ma con particelle più fini - Zolfi colloidali: particelle molto piccole (3-6 μm) ottenute mediante processi chimici

PREPARATI FLOWABLE Particelle estremamente fini che vaporizzano molto facilmente. Ma facilmente allontanate dal vento. POLISOLFURI

Di calcio o di bario Dimensioni ridottissime delle particelle Distribuzione molto uniforme Causticità soprattutto su drupacee Utilizzabili in trattamenti invernali ALTRE CARATTERISTICHE DELLO ZOLFO

Utilizzabile a livello preventivo Scarsa persistenza: trattamenti frequenti Necessaria utilizzazione in grandi quantità (10-40 Kg/ha) ma non è inquinante Non sempre miscelabile con altri prodotti

No zolfo nei seguenti casi: - Attacchi precoci su vite (tempo asciutto): temp. troppo bassa - Su pesche destinate all’inscatolamento: sapori ed odori sgradevoli - Su cucurbitacee: fitotossico - Su albicocco e alcune cultivar di melo e pero: sensibili allo zolfo - Su tabacco: no fitotossico ma danneggiamento di caratteristiche organolettiche PRODOTTI ANTIOIDICI PRODOTTI DI CONTATTO Zolfo Dinitrofenoli: Meptildinocap (range: 2-39°C, non miscelabile con rameici, anche contro acari) Poltiglia bordolese (non consigliabile per oidi ma trattamenti antiperonosporici inibiscono in parte la formazione dei casmoteci) CITOTROPICI E TRANSLAMINARI Anilidi: Boscalid Benzofenoli: Metrafenone Fenilacetamidi: Ciflufenamide Fenossichinoline: Quinoxifen Imidazoli: Imazalil Quinazolinoni: Proquinazide SISTEMICI Benzimidazoli: Tiabendazolo Idrossipirimidine: Bupirimate (è assorbito da germogli in accrescimento e difende nuova vegetazione in fase di sviluppo) Morfoline: Dodemorf Piperidine: Fenpropidina Pirazolocarbossimmidi: Bixafen Piridinil-etil-benzammide: Fluopiram Spirochetalamine: Spiroxamina OIDIO DELLA VITE

Erysiphe (sez. Uncinula) necator (sin.: Oidium tuckeri) Su vite (nel nostro clima il patogeno più temuto, seguito da Botrytis e Plasmopara) Su tutti gli organi erbacei: - Foglie: micelio bianco + bollosità o piegature a coppa, caduta anticipata - Fiori : muffa + cascola (attacco precoce) - Acini e Tralci erbacei: necrosi con spaccature (favorisce Botrytis e marciume acido) Soprattutto in estate Con primavera secca anche prima della peronospora per minori esigenze termiche (3-4/25/35°C, ma resiste anche a 40-45°C) per diagnosi sicura: camera umida (favorisce Plasmopara).

Lotta: 1 - Metodo tradizionale Prodotti di contatto (zolfo) nelle fasi di formazione dei grappolini inizio fioritura allegagione mignolatura (acini del diametro di qualche millimetro) ingrossamento del grappolo chiusura del grappolo (acini ingrandendosi si toccano) I primi tre trattamenti corrispondono a quelli cautelativi contro la peronospora 2 - Metodo a turno fisso con l’uso di prodotti di contatto e sistemici per uva da vino: 5 trattamenti a partire dalla prefioritura (ogni 15 giorni) per uva da tavola: come sopra ma ultimi 3 trattamenti ogni 10-12 giorni (per evitare piccole lesioni che deprezzano il prodotto da tavola ma non quello da vino) 3 - Metodo bloccante: ai primi sintomi, 2 trattamenti intervallati di 7 giorni con penconazolo (forte rischio di selezione di ceppi resistenti) Prodotti consigliabili: Di contatto: zolfi, dinocap (ma anche altri) Sistemici: triazolici, strobilurine (ma anche altri) Per limitare i casi di resistenza a triazolici: - solo nel periodo inizio fioritura-allegagione (2-3 trattamenti) - utilizzare zolfo o dinocap in altri momenti NOTA

E. necator può svernare come

1 - peritecio nella corteccia (più frequente)

2 - micelio nelle perule delle gemme (frequente soprattutto in climi caldi) sintomi precocissimi; gemme oidiate  germogli infetti (focolai di infezione)

Nel caso 2: trattamenti al germogliamento con: zolfo (solo con temperature sufficientemente elevate) dinocap o spiroxamina CONTROLLO BIOLOGICO Funghi iperparassiti: Ampelomyces quisqualis, Paecilomyces farinosus, Verticillium lecanii AQ10 WG: fungicida microbiologico con A. quisqualis Conservazione: temperatura ambiente (almeno 12 mesi) in frigorifero (oltre 2 anni)

Le ife di A. quisqualis penetrano nel micelio dell’oidio uccidendolo. OIDIO DELLE GRAMINACEE Blumeria graminis (ex Erysiphe graminis) (sin.: Oidium monilioides) Non più Erysiphe per caratteri differenziali: conidioforo a monile micelio aereo con pareti ispessite austori digitiformi Specializzazione (f. sp. tritici, hordei, avenae, secalis) Sverna come micelio aereo secondario o come peritecio Lotta Ridurre N Cultivar resistenti (ma si producono facilmente nuovi patotipi) Concia dei semi (protegge le piante nelle prime fasi) con triadimenol (anche contro carboni, carie, mal del piede e ruggini) + trattamento alla spigatura con triadimenol, propiconazolo, fenpropimorf, cyproconazolo (solo con convenienza economica) OIDIO DELLE POMACEE (MELO, PERO, COTOGNO)

Podosphaera leucotricha (sin.: Oidium farinosum) Sverna come micelio ibernante nelle gemme: attacco primaverile precoce (danni gravi con inizio primavera asciutto)

Lotta Esistono varietà più o meno sensibili Potatura primaverile di rami infetti Da poco prima dell’allegagione* trattamenti ogni 7-10 gg Nelle aree con gravi problemi, inizio dei trattamenti all’apertura delle gemme (dove sverna il patogeno)

* fase iniziale dello sviluppo dei frutti successiva alla fioritura OIDIO DI PESCO E ROSA

Podosphaera (ex-Sphaerotheca) pannosa f. sp. persicae e f. sp. rosae (sin.:Oidium leucoconium) (un tempo erano considerate varietà ma non presentano differenze morfologiche)

SINTOMI: Pesco: foglie giovani (apice rametti): bollosità, difficoltà ad aprirsi frutticini: cascola frutti adulti: deformazioni, spaccature e suberificazione Rosa: non esiziale, forte deprezzamento o incommerciabilità

Lotta: Rosa: Varietà resistenti ma facile selezione di nuovi patotipi ogni 7 giorni: dodemorf oppure: ogni 5 giorni: zolfo vaporizzato mediante fornellini Pesco: 3 trattamenti: inizio ripresa vegetativa, fine fioritura, comparsa primi sintomi (eventuale) oppure: alla comparsa dei primi sintomi: bupirimate (ogni 10-12 giorni) controllo biologico: Ampelomyces quisqualis (=AQ10) OIDIO DEL NOCCIOLO

Phyllactinia guttata (sin.: Ovulariopsis) Non dannoso. Attacchi tardivi con lieve anticipo della defoliazione. Meccanismo di diffusione mediante fulcri.  1  2  3 Fino a qualche anno fa: Erysiphe polygoni (f.c.:Oidium erysiphoides) Formae speciales: pisi e betae (rispettivamente su pisello e bietola) Oggi: Erysiphe pisi Erysiphe betae

OIDIO DELLE CUCURBITACEE (anche composite e tabacco)

Podosphaera (ex Sphaerotheca) fuliginea (molto più frequente in Campania) Golovinomyces (ex Erysiphe) cichoracearum No zolfo (cucurbitacee molto sensibili). Trattamenti ad allegagione, preinvaiatura (periodi più critici) e poi ogni 10-12 gg

Erysiphe platani (ex Microsphaera platani) (sin.: Oidium platani) oidio del platano PEZIZOMYCOTINA Eurotiomycetes Helotiales Dermataceae (Diplocarpon, Neofabraea) TICCHIOLATURA DELLA ROSA

Diplocarpon rosae (sin.: Actinonema rosae1 e Marsonnina rosae2) 1 un tempo considerata la forma anamorfica producente picnidi, poi posta in sinonimia con la seguente 2 un tempo considerata la forma anamorfica producente acervuli Attenzione: il patogeno non è una Venturiacea su foglie: macchie brune a contorno sfumato danno estetico e deprezzamento o incommerciabilità del prodotto Lotta: Uso varietà resistenti

BOLLATO od OCCHIO DI PERNICE o MARCIUME LENTICELLARE di mele e pere Neofabraea alba (sin.: Gloeosporium album, Phlyctaema vagabunda, Pezicula alba) - penetrazione lenticellare - lunga latenza (3-4 mesi di frigoconservazione) - malattia esplode con maturazione (zuccheri complessi  zuccheri semplici) - si sviluppa anche a 0°C (opt.: 10°C) - marciume centrato su lenticella (acervuli bianchi o bianco rosati)  Neofabraea alba 

BOLLATO DI MELE E PERE IN PIENO CAMPO  Colletotrichum gloeosporioides (sin.: Gloeosporium fructigenum) patogeno trattato in questa sede per analogia di sintomi ma classificabile in: Sordariomycetes, Glomerellales, Glomerellaceae - su frutti pendenti - acervuli rossicci - no in frigorifero PEZIZOMYCOTINA Eurotiomycetes Helotiales Sclerotiniaceae (Botrytis, Monilinia, Sclerotinia, Stromatinia)

Ascocarpi di tipo apotecio imenio con aschi Gen. Monilinia M. fructigena (sin.: Monilia fructigena) e parafisi M. laxa (sin.: Monilia laxa, ex M. cinerea) M. fructicola (sin.: Monilia fructicola) M. polystroma (recente, da Giappone) Gen. Botrytis* B. cinerea1 (sin.: Botryotinia fuckeliana) B. fabae2, macchie di cioccolato della fava Gen. Sclerotinia3 S. sclerotiorum1 (sclerozi > 2-3 mm) S. minor1 (sclerozi < 2-3 mm) Gen. Stromatinia S. cepivora2,3 (sin.: Sclerotium cepivorum)

1 - estremamente polifago 2 - non ha teleomorfosi 3 - non ha anamorfosi * Botryon = grappolo

Monilinia produce apoteci su stromi APOTECIO Botrytis e Sclerotinia producono apoteci su sclerozi NOTA: proporzioni aschi/ascocarpo non rispettate SVILUPPO E RESISTENZA DEL MICELIO

0°C 37°C 41°C dopo 30 giorni resistenza in ore

Botrytis 9 cm 80 ore 17 ore Sclerotinia 2,5 cm 65 ore 17 ore Monilinia stroma 192 ore 35 ore

Monilinia resiste ad alte temperature e crea maggiori problemi in estate Botrytis si sviluppa anche alle basse temperature e danneggia anche prodotti in frigoconservazione

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In Campania: marciume frutti: Monilinia 70-80% Botrytis e Sclerotinia 20-30% M. fructigena (pomacee, nocciolo, vite; raramente drupacee) (specie eterotallica) Stroma: giallo ocra No penetrazione attiva M. laxa (drupacee: soprattutto albicocco, mandorlo, susino, ciliegio; raramente pomacee) (specie eterotallica) Stroma: grigiastro Penetrazione attiva M. fructicola* (drupacee: soprattutto pesco e nettarine; pomacee) (specie omotallica: implicazioni per la lotta) Stroma: marrone Morfologicamente molto simile a M. laxa Penetrazione attiva

* di recente provenienza dall’America M. fructigena: anche marciume nero (infezione larvata al buio) marciume del cuore (in caselle seminali di mele con canale stilare pervio; no drupacee) M. laxa: più resistente a basse temperature primaverili può prevalere su fiori e germogli (attacchi precoci) produce infezioni anche in frigoconservazione conidiogenesi attiva a 5°C (M. fructigena e M. fructicola a 15-25°C)

Su pesche e nettarine: a 0-18°C: M. laxa prevale su M. fructicola sopra i 18°C: accade il contrario a 33°C: M. laxa è inattiva, M. fructicola non ancora

In casi gravi: morte pianta (più frequente su albicocco) aschi con parafisi

 

 

 Penetrazione su fiori Disseccamento fiori Ciclo di M. fructicola attraverso stimma con cespituli e stilo (cuscinetti di conidiofori) Penetrazione in rami attraverso peduncoli di fiori infetti (cancretti con cespituli per infezioni secondarie)

Morte rapida di parte distale (no strato di abscissione: foglie a bandiera su albicocco e pesco)

Gommosi su drupacee Sensibilità frutti aumenta con età (penetrazione per ferita)

Patogeni secondari o mummie

Attacchi anche in conservazione NOTA: Marciume bruno con muffa a circoli su pomacee (su drupacee cespituli disposti spesso irregolarmente) LOTTA AL MARCIUME BRUNO

LOTTA CHIRURGICA: - asportazione e distruzione delle mummie e dei rami infetti (sorgente di inoculo: mummie e cancri rameali) - interramento mummie cadute a terra con leggera aratura - non utilizzare rami tagliati come sostegno per piante di pisello

LOTTA CHIMICA (PRODOTTI): Anilidi: Boscalid Banzamidi: Fluopiram Ideossianilidi: Fenexamide Triazoli: Propiconazolo, Tebuconazolo e altri Strobilurine: Piraclostrobina LOTTA PROTEGGENTE 1° trattamento (stadio fenologico detto “tra piumetta rosa e piumetta verde”: è il momento in cui i petali cominciano a rendersi visibili) previene il seccume di fiori e rametti Poi: 1-4 trattamenti da concludersi prima della raccolta (su drupacee sono vietati i trattamenti post-raccolta)

LOTTA ERADICANTE In pieno riposo vegetativo (inverno) Devitalizza micelio in cancri e mummie (“sopravvissuti” alla rimonda) - iprodione (dicarbossimidici) o altri prodotti

LOTTA IN FASE DI CONSERVAZIONE Bacilli e lieviti (in fase di sperimentazione) Carbonati, bicarbonati, sorbato di K: risultati buoni ma non eccellenti