Pontefici E Vestali Nella Roma Repubblicana Isbn 46-2 - Issn 2499-6491
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COLLANA DELLA RIVISTA DI DIRITTO ROMANO Saggi Mariangela Ravizza PONTEFICI E VESTALI NELLA ROMA REPUBBLICANA ISBN 46-2 - ISSN 2499-6491 Copyright 2020 Via Cervignano 4 - 20137 Milano Catalogo: www.lededizioni.com I diritti di riproduzione, memorizzazione elettronica e pubblicazione con qualsiasi mezzo analogico o digitale (comprese le copie fotostatiche e l’inserimento in banche dati) e i diritti di traduzione e di adattamento totale o parziale sono riservati per tutti i paesi. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. 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Un primo esame del fondamento dei provvedimenti puni- tivi adottati dal pontefice massimo ......................................... ” 50 1.3.2. … e della loro natura giuridica ................................................ ” 72 1.4. Le Vergini Vestali ................................................................................... ” 77 1.4.1. L’ingresso al sacerdozio: la captio ............................................. ” 80 1.4.2. I privilegi delle sacerdotesse ..................................................... ” 88 1.4.3. I doveri delle virgines .................................................................. 97 II. I cosiddetti «processi» alle Vestali nella prima Repubblica 2.1. La concatenazione tra eventi funesti ed empietà dei comporta- menti delle Vestali. Una rassegna di casi ......................................... p. 105 2.1.1. I prodigia ............................................................................... ” 123 2.1.2. La testimonianza dello schiavo: correo o semplice delatore . ” 128 2.1.3. L’obbligo di sacris abstinere ............................................. 132 2.2. La sepoltura: pena o procuratio prodigi ? ............................................ ” 134 2.3. Il ricorso al sacrificio umano .......................................................... ” 143 2.4. Il fondamento del potere punitivo del pontefice massimo ............ ” 147 2.5. La natura giuridica del rapporto fra il pontefice massimo e le Vestali . 152 III. Il ruolo delle Vestali nella tarda repubblica. Riflessi processuali 3.1. La donna romana e il suo status ....................................................... p. 161 3.2. La forza disgregante dei culti orientali ............................................ ” 176 Collana della Rivista di Diritto Romano http://www.ledonline.it/rivistadirittoromano/collana.html 5 323 Pontefici e Vestali nella Roma repubblicana 3.3. Per una storia dei rapporti delle Vestali con il potere politico ........ p. 188 3.3.1. Primi segni di laicità dei processi celebrati contro le sacer- dotesse: il reato d’incesto di Licinia, Marcia, Emilia ........... ” 193 3.3.2. Il tribunale laico del processo di Catilina e Fabia, Crasso e Licinia ........................................................................... ” 202 3.3.3. Clodio e lo scandalo della Bona Dea ................................ ” 213 3.4. La nuova immagine delle Vestali alla fine del II secolo a.C. ........... ” 221 3.5. Uno sguardo sull’Impero: le Vestali al tempo dei principi pagani .... ” 222 Indice delle fonti ..................................................................................... ” 245 Indice degli Autori ................................................................................. ” 259 Collana della Rivista di Diritto Romano http://www.ledonline.it/rivistadirittoromano/collana.html 6 323 Pontefici e Vestali nella Roma repubblicana a Bernrdo Santalucia grande Maestro e incomparabile esempio di vita I. Il pontefice massimo e gli altri sacerdoti nella Roma delle origini Il ruolo delle Vestali 1.1. Rex, religio, sacerdoti. Alcune considerazioni preliminari Affrontare un tema, come quello che qui si propone, impone in primo luogo, a costo di ripetere considerazioni già svolte da autorevolissima dottrina negli ultimi decenni, un breve confronto con un grande tema: la natura e il ruolo della religio in Roma antica, nel suo rapporto con la politica. Come John Scheid ha chiarito in più di una occasione 1, la religio romana diverge profondamente dal sentimento religioso modernamente inteso. In ef- fetti, è possibile descriverla considerando, da un lato, la sua funzione di «reli- gione sociale» – o «di partecipazione» – dal momento che essa si esplicita in rituali praticati dal soggetto e in regole seguite da chi appartiene a una comu- nità; dall’altro, in quanto «religione cultuale» articolata attraverso gesti rituali rigidi e altamente prescrittivi. Entrambi questi aspetti della religiosità romana rivestono un’importanza cruciale per comprendere l’inizio del cammino che compiremo attraverso la storia dei poteri punitivi che il pontefice massimo esercitava nei confronti ———————— 1) J. SCHEID, La religione a Roma, Roma-Bari, 1983, p. 8 ss., Il sacerdote in «L’uomo romano», (cur. A. Giardina), Roma-Bari, 1989, p. 51, e Le sens des rites. L’exemple romain, in «Rites et croyances dans les religions du monde romain», Vandœuvres-Genève, 2006, p. 39 ss.: lo studioso (p. 58) sottolinea che per «attività rituali» debbano intendersi sia la ce- lebrazione del culto nelle due forme dell’offerta dei sacrifici e della presa degli auspici, sia la rappresentazione delle funzioni divine. Si vedano anche le osservazioni di R. SCHILLING, Rites, cultes, dieux de Rome, Paris, 1979, p. 74, J. NORTH, La religione repubblicana, in «Storia di Roma», II, Torino, 1990, p. 567; e J. CHAMPEAUX, La religion romaine, Paris, 1998, trad. it. - La religione dei Romani, Bologna, 2002, p. 11 ss. Collana della Rivista di Diritto Romano http://www.ledonline.it/rivistadirittoromano/collana.html 9 323 Pontefici e Vestali nella Roma repubblicana degli altri sacerdoti di Roma. Rileva, altresì, la ben nota circostanza che a Roma – fin dall’età dei Re – sfera religiosa e sfera politica fossero tra loro intimamente connesse 2. Non solo esse si legittimavano a vicenda, ma, in quanto funzioni rappresentative, confluivano nelle figure cardine della società arcaica: in quella del rex, simbolo dell’unità della civitas e in seguito (col passaggio alla monarchia etrusca) suo ca- po emblematico, garante della pax deorum; e al contempo in quella del pontifex maximus, prima figura sacerdotale, precocemente investita di funzioni laiche. Intendere la religione come un rigido reticolato cultuale comportava inevitabili ricadute sul piano dell’organizzazione politica. Il rispetto dei riti stessi era fondamentale per la tenuta della coesione sociale; di conseguenza, chi garantiva un tale rispetto deteneva un potere chiave nella comunità. Al- cune figure di garanti, sovraordinate ad altre, esercitavano un potere punitivo ———————— 2) F. DE MARTINO, La costituzione della città-stato, in «Storia di Roma», I, Torino, 1988, p. 361; A. SCHIAVONE, I saperi della città, in «Storia di Roma», I, Torino, 1988, p. 572 ss.; J. SCHEID, La Religion des Romains, Paris, 1998, trad. it. – Rito e religione dei romani –, Bergamo, 2009, p. 22 («… il culto pubblico comporta dunque necessariamente degli aspetti politici, ed è per questo che si può dire che la religione romana è una religione po- litica»); ID., La religione a Roma, cit., p. 60 e 160; ID., Il sacerdote, cit., p. 63 ss.; M. BEARD, Religion in «The Cambridge Ancient History ²», IX (cur. J.A. Crook, A. Lintott, E. Rawson), Cambridge, 1994, p. 729 ss.: il senato – osserva l’autrice – sebbene considerato dai moderni studiosi un corpo interamente politico, rappresentava la principale autorità religiosa, assolvendo l’importante ruolo di «mediatore» tra gli dei e gli uomini. L’autorizzazione o il divieto di nuove forme di culto o la decisione relativa a quali eventi anomali dovessero essere considerati prodigia, rientravano nelle sue competenze. Il senato si avvaleva, a tal fine, del pareri dei tre maggiori collegi sacerdotali: pontefici, auguri e de- cemviri (poi quindicemviri ) sacris faciundis. Del medesimo parere E. ORLIN, Urban Religion in the Middle and Late Republic, in «A Companion to Roman Republic» (cur. J. Rüpke), Ox- ford, 2007, p. 58 ss., che insiste molto sul ruolo decisivo del senato non solo riguardo alle questioni politiche, essendo il massimo organo consultivo, ma anche a quelle religiose. A proposito dell’espiazione dei prodigia, infatti, era solo il consesso senatorio a poter impor- re che la raccomandazione espressa dai collegi sacerdotali competenti fosse eseguita. Il templum, luogo d’incontro tra il senato e i rappresentanti del culto, indicava in modo evi- dente lo stretto rapporto tra la sfera politica e quella religiosa, confermato, peraltro,