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anno LXXXIV - 7 novembre 2010 ilduomo Periodico della Parrocchia di San Giovanni Battista in Poste Italiane Spa - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2, DCB Milano il duomo novembre(c).qxp:Layout 1 18-11-2010 7:25 Pagina 2

il duomo Sommario 3 Si diventa santi, seminando speranza [don Silvano Provasi] 4 Cronaca di Settembre - Ottobre [Elena Picco] 6 Il tesoro nascosto della santità 10 Carta di comunione della missione [Sarah Valtolina] 12 La lettera del Papa ai seminaristi [Gabriele Gauci] 14 La realizzazione del nuovo leggìo [Luigi Scarlino] 17 Il grido del povero e Dio che chiama [mons. Mario Delpini] 19 La morte di San Paolo eremita [Museo e Tesoro del Duomo] 20 L’ingresso di San Carlo nella diocesi di Milano [can. Claudio Fontana]

22 Il rito della penitenza cristiana dopo il Concilio Vaticano II (5) [don Pierpaolo Caspani] 23 I dati del Fondo Famiglia Lavoro a Monza [Fabrizio Annaro] 25 I profeti nel popolo di Dio [don Raimondo Riva]

Hanno collaborato

Don Silvano Provasi, don Raimondo Riva, Fabio Cavaglià, Giovanni Confalonieri, Cinefoto Mario Farina, Nanda Menconi, Sonia Orsi, Federico Pirola, Marina Seregni, Gioia Sorteni, Sarah Valtolina.

Un grazie particolare a chi distribuisce “Il duomo”: Carla Baccanti, Simona Becchio, Giorgio Brenna, Gloria Bruletti, Enrica Calzoni, Roberto Canesi, Rita Fogar, Josetta Grosso, Laura Maggi, Paola Mariani, Stefania Mingozzi, Luigi Motta, Teresina Motta, Andrea Picco, Carla Pini, Annina Putzu, Livio Stucchi, Silvia Stucchi, Chicca Tagliabue, Marisa Tagliabue, Carla Galimberti, Mariuccia Villa, Bruna Vimercati, Anna Maria Montrasio.

In copertina: istantanee del doposcuola nell’oratorio del Redentore il duomo novembre(c).qxp:Layout 1 17-11-2010 15:11 Pagina 3

il duomo lettera dell’Arciprete Si diventa santi, seminando speranza

Entriamo nel tempo di Avvento chiedendo al Signore di risvegliare in noi la virtù dell’attesa, spesso soffocata dalle urgenze della vita che ci portano a desiderare di vedere e verificare tutto e subito: l’assoluzione la condanna per gli efferati delitti di cui siamo spettatori, la diagnosi, la terapia e la veloce guarigione da una qual- siasi malattia, il risollevarsi di un’economia ultimamente intaccata anche da tanti veleni e rivoluzioni, la pretesa crescita più tranquilla e senza tensioni e smarrimenti per i nostri figli, un gratificante dialogo con Dio, nella pre- ghiera, senza troppi sacrifici e... silenzi. L’Avvento e la testimonianza dei santi c’invitano invece a ricono- scere che il cammino della vita e della storia umana domanda di superare i nostri progetti limitati e fragili, nei quali si cerca solo sicurezza ed appagamento emotivo, disponibilità assoluta della nostra libertà e bisogno ossessi- vo di sentirci approvati. Spesso ci accontentiamo solo di non provare disagi più che richiamarci al compito-voca- zione di investire positivamente la vita su ciò che ci permette di amare di più e meglio, di costruire relazioni che ci aiutano non solo a risolvere i problemi ma anche ad attendere, con fiducia e tenacia, soluzioni che tardano ad attuarsi. Aiutiamoci ad alimentare quella fiducia nel futuro che ci permette di far fiorire, in modo più armonico e solidale, i diversi talenti che ognuno custodisce nel cuore ed è chiamato a rivelare e trafficare, con sapienza ed umiltà, nel tessuto delle relazioni e degli impegni quotidiani.

E’ certamente urgente guardare al futuro col desiderio di fare cose utili ed importanti per noi e per le nostre comunità di appartenenza, ma è altrettanto necessario e doveroso educarsi ed impegnarci a pensare, con pazienza ed intelligenza, a come prepararci ai cambiamenti, a come fruttuosamente rialzarci dalle cadute, al per- ché e come occorra superare alcune nostalgie e delusioni nel tempo. S. Carlo diventi nostro maestro, conoscen- do meglio i suoi esempi e le sue parole, ed intercessore, lui che ha attraversato ed affrontato un particolare tempo di riforme e di sofferenze fisiche (la peste), spirituali (indegnità di ministri ecclesiastici) e pastorali (attuazione non facile del Concilio di Trento).

Pensando a questo cammino di Avvento, itinerario di grazia e santità per meglio riconoscere la presenza di Gesù nella concretezza della nostra vita, accogliendo il mistero e la logica della sua Incarnazione, desidero espri- mere alcuni richiami che possono educare alla spiritualità e santità dell’attesa, atteggiamenti che ho sentito richia- mare in tre eventi celebrati nel mese di ottobre. La Veglia missionaria. Dobbiamo coltivare di più la speranza che nasce dal costatare che è più ciò che rice- viamo rispetto a ciò che doniamo ed abbiamo donato. Questa scoperta ci aiuta a pretendere di meno e a dona- re con più generosità e fiducia.

Nell’Assemblea di Confindustria Monza Brianza è stato richiamato da più parti l’urgenza di semplificare le richieste legislative della vita sociale. Anche questo è segno di quel desiderio di sobrietà che sta sempre più emer- gendo in noi, ma fatichiamo ad attuare.

La martellante omologazione dei nostri telegiornali che, in questi giorni, hanno dedicano tanto spazio a notizie delittuose e scabrose, diventa pressante invito ad investire di più sulla ricerca della verità nei fatti e nella vita, ricerca che illumina e genera speranza piuttosto che lasciarci sollecitare da un’abbondanza di informazione curio- sa e ripetitiva che può forse suscitare immediato interesse, ma poi stanca, e può generare il rifiuto a capire, accon- tentandoci del gusto di conoscere e saperne di più solo su tutto ciò che è effimero e non nutre positivamente le vere domande della nostra vita. La nostra preparazione al Natale del Signore ci offra l’opportunità di dare corpo e cuore alla nostra speranza e al desiderio condiviso di uno sguardo più cristiano sul nostro futuro, sul quale non basta solo scommettere, ma occorre anche imparare ad affidarci.

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il duomo cronaca Cronaca di Settembre - Ottobre

Elena Picco

Con settembre la città torna al solito ritmo vivace, tra le esperienze dei due gruppi sostenuto caratterizzato dal traffico intenso che fa anche emergere come alcune pro- e dal rito del fine settimana che vede alcuni blematiche non siano specifiche di una lasciare ancora Monza per svago o riposo, parrocchia, ma tipiche della realtà d’og- altri convergere in centro per acquisti o gi, e richiedano quindi un impegno con- divertimento. Peraltro solo con l’apertura diviso. delle scuole la città sembra riprendere com- pletamente la sua fisionomia come se il suo Domenica 19 settembre, festa del respiro profondo fosse cadenzato soprattutto Santo Chiodo sul ritmo scolastico. Ma, al di là di queste evidenze, la vita della In stretta connessione con la festa della città si articola in mille realtà più o meno Esaltazione della Santa Croce del 14 set- manifeste come, ad esempio, la nostra par- tembre, si svolge, da S. Pietro Martire al rocchia che riprende anch’essa il suo ritmo Duomo, la processione con la reliquia naturale cadenzato sulla liturgia domenica- del Santo Chiodo cui segue la messa le e sulle diverse attività catechetiche, orato- solenne. Alla luce della testimonianza di riane e caritative. Si aprono le iscrizioni alla S. Carlo, di cui quest’anno ricorre il IV catechesi per l’Iniziazione Cristiana dei centenario della canonizzazione, è anco- ragazzi di 3^ – 4^ – 5^ elementare e 1^ ra più forte il richiamo a vivere la devo- media e i genitori sono invitati a incontrare zione alla Croce che inizia anche dal individualmente i responsabili della cate- semplice gesto di volgere lo sguardo chesi, opportunità questa per farsi conoscere attento al Crocifisso e nel compiere con e per interrogarsi sul significato di questa scelta. In effetti questo percorso diventa fede e consapevolezza il segno della ancor più arricchente se viene condiviso da croce. genitori e figli: per questo, a partire da otto- bre con cadenza mensile, la domenica dopo Giovedì 23 settembre la messa delle 9.30 o, in alternativa, il mer- Alle ore 21 - presso il teatro S. Carlo - coledì successivo alle 21, viene proposto ai mons. Severino Pagani, incontra i com- genitori un momento di catechesi e di medi- ponenti dei Consigli Pastorali della tazione. città. Oggetto della presentazione è il percorso pastorale di quest’anno trac- Domenica 12 settembre ciato dal nostro Cardinale nella sua Presso l’Istituto delle Suore Misericor- Lettera Pastorale che ha come prospetti- dine, il Gruppo Famiglie, insieme ai va centrale e unificante la meta della Gruppi familiari di S. Gerardo, parteci- santità. Mons. Severino propone una pa a una giornata di riflessione e di pro- grammazione del nuovo anno pastora- profonda e articolata riflessione sul le. A introduzione dei lavori, don brano evangelico del Buon Samaritano Giancarlo, parroco di S. Gerardo, traccia da cui emerge la chiamata per il cristia- le linee fondamentali della lettera del no ad amare come Gesù sperimentando Cardinale che è un forte richiamo alla il coraggio di gesti di autentica libertà e santità. Segue un confronto, franco e amore gratuito.

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il duomo cronaca

Domenica 26 settembre, festa dell’ Tramvai”, modo simpatico per sostenere Oratorio la loro preziosa attività caritativa. Questo La giornata si apre con la celebrazione dolce “povero”e di poco costo, veniva della Messa delle 9,30 in cui viene affida- dato come resto a chi acquistava il bigliet- to il mandato ai catechisti. Segue quindi to del tram (appunto Tramvai) Monza- un tempo di festa che vede riuniti, genito- Milano. ri e figli, per il pranzo e per fantasiosi gio- chi e stand. E’ l’occasione per dare un Domenica 3 ottobre degno “Benvenuto!” a don Alessio Festa del beato Talamoni: durante la Albertini inviato presso la nostra solenne celebrazione eucaristica delle Parrocchia con l’arduo compito di dar 18.00, presieduta da mons. Mario Delpini vita a una pastorale giovanile cittadina. vescovo ausiliare della nostra diocesi, Partecipazione elevata, divertimento e viene anche ricordato il primo anniversa- allegria a fiumi: a testimonianza le decine rio dell’affidamento al beato della di fotografie appese in oratorio che fer- Provincia di Monza e Brianza. mano, in uno scatto, le espressioni gioio- Alle ore 16.00, numerosi bambini da 0 ai 3 se di mille volti (davvero brave le giovani anni battezzati nella nostra Parrocchia e i fotografe M. Chiara e Francesca!) loro genitori e nonni si ritrovano per un breve ma intenso momento di preghiera Domenica 26 settembre, memoria di san nel ricordo dei santi Angeli Custodi. Il Vincenzo de Paoli. pomeriggio si conclude con una bella merenda in oratorio. Il Gruppo S. Vincenzo del Duomo invita, Infine, fedeli al loro antico impegno, sul sagrato, all’acquisto del “Pan ancora una volta le mamme dell’oratorio allestiscono sul sagrato un banco vendita i cui proventi sono destinati alla gestione e alle attività pastorali dell’oratorio.

Giovedì 7 ottobre Alle ore 21 in Duomo, in una celebrazio- ne densa di significato, il Card. consegna, ai sacerdoti e ai membri dei Consigli Pastorali Parrocchiali e Decanali della nostra zona, la Carta di Comunione per la Missione e la Regola di Vita per presbiteri e diaconi.

Domenica 24 ottobre Il Gruppo Famiglie vive una giornata di riflessione presso Villa Grugana a Calco di Lecco, iniziativa proposta per saldare i legami di amicizia e per proseguire insie- me nel cammino di fede. 5 il duomo novembre(c).qxp:Layout 1 17-11-2010 15:11 Pagina 6

il duomo vita parrocchiale Il tesoro nascosto della santità Da “Pietre Vive” a “Santi per vocazione”

Lo scorso anno siamo stati invitati a ricer- c. “Io sono nella sola misura in cui sono care con attenzione ciò che è essenziale responsabile dell’altro” (E. Lévinas). nella scelta cristiana, attraverso una “Carta Riflettere su queste parole ci porta a rico- di Missione e Regola di vita”, personale e noscere che dobbiamo sentirci più comunitaria, che ci permetta di meglio responsabili ed attenti alle varie povertà affrontare la complessità della vita e ddelle spirituali e materiali che ci stanno scelte pastorali che oggi richiede la missio- accanto; dobbiamo imparare a vederle ne della Chiesa in un mondo che cambia. meglio, secondo l’esempio del Buon Samaritano e a vivere gesti di carità con- Quest’anno si ricorda il IV centenario della creta e straordinaria seguendo l’esempio canonizzazione di S. Carlo Borro-meo, di S. Carlo. avvenuta il 1° novembre 1610. Anch’egli ha vissuto in un tempo di profondi cambia- Lo sguardo su Gesù Crocifisso ci aiuta a menti e tensioni culturali e religiose, ha meglio esprimere e raggiungere alcune contribuito a creare uno stile di vita cristia- attenzioni e mete spirituali. na capace di affrontare le tensioni ecclesia- • Riconoscere che l’amore a Cristo non li e le nuove scoperte scientifiche e stori- può essere autentico se non ci porta a che. pagare di persona, senza lasciarci imprigionare dalle nostre fragilità, al 1. Siamo santi per vocazione, scoperta e contrario ricevendo la forza e la luce custodita tenendo fisso lo sguardo su per camminare con più fedeltà e libertà Gesù Crocifisso. nelle molteplici e complesse scelte della a. La vita è un cammino che oggi spesso vita (lavoro, educazione, solidarietà, viene vissuto in modo “solitario”, simile vita coniugale...) al cammino del Buon Samaritano che, • Riconoscere che le cose più vere della mentre sale verso Gerusalemme, ha vita vengono attraversate dalla croce. occasione di incontrare persone diverse Il bene non è solo la forma gratificante da lui; poiché, egli stesso si sente stranie- del benessere materiale e spirituale che ro, è attento agli altri e mantiene sempre spesso ci rende fragili e più disponibili vivo l’allenamento all’umanità e alla al compromesso e all’incoerenza nel- spiritualità dell’incontro, nel quale rie- l’esperienza della prova. sce a comprendere il mistero di santità • Individuare in uno stile di vita sempli- presente nella vita di ogni figlio di Dio. ce, sobrio, ordinato ed essenziale il b. San Paolo suggerisce a ciascun cristiano mezzo efficace per essere liberi dalla il modo efficace per valutare sia le schiavitù del consumismo esasperato e urgenze e le priorità della nostra vita, sia per vedere meglio le povertà e fragili- le povertà spirituali e materiali che ci cir- tà dei fratelli. condano, nonostante un apparente clima • Coltivare la virtù dell’accoglienza, di benessere: mantenere con intensità lo caratterizzata dall’ascolto e dall’aiuto sguardo sul Crocifisso. E’ necessario concreto, non solo nei confronti di chi educarci ed educate a leggere le fatiche ci è più vicino, ma anche verso quei ed i drammi della vita alla luce della “poveri” che la vita quotidiana ci fa Croce di Gesù: scandalo, stoltezza per incontrare o la Caritas e la S. Vincenzo molti, ma sapienza e luce di vita nuova ci invita a vedere, visitare ed accogliere. ed eterna per chi crede in lui e nella sua • Riconoscere che la gioia cristiana va vita donata per amore. oltre l’immediato sentimento della gra-

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il duomo vita parrocchiale

tificazione di una vita realizzata nel la santità cristiana non è mai un fatto lavoro, nella sicurezza economica e nel individualistico e privato perché contie- gruppo, spesso chiuso e poco acco- ne in germe una forte energia missiona- gliente, delle nostre limitate relazioni. ria che genera in ogni cristiano ed in ogni comunità un’apostolica ansia di 2. Una santità che germina e fiorisce nella testimoniare il Vangelo e di comunicarlo santità della Chiesa. in tutti i modi ed i luoghi che la provvi- «Quella di S. Carlo è stata una santità che denza di Dio ci fa sperimentare, ricer- ha educato e continua ad educare la cando “un linguaggio di prossimità alla Chiesa: la sua è stata una santità popolare - gente più comprensibile ed incisivo”. quella di un vescovo che ha vissuto in c. L’esperienza di carità di san Carlo indica mezzo al popolo - missionaria e contagiosa. nella carità evangelica l’ambito primario Un santità che il Borromeo ha perseguito nel quale vivere la nostra missione e ren- nel suo ministero di vescovo, fondando la dere più luminoso il volto santo della sua azione pastorale sul Vangelo, sul desi- Chiesa. In particolare occorre: derio di conformarsi a Cristo e nell’ascolto • Ascoltare il grido ed il silenzio impo- del grido dei poveri che si alzava dalla città tente dei poveri. ferita dalla peste e dalla miseria». • Semplificare i percorsi che conducono La santità popolare di cui parla il nostro ad un concreto aiuto a chi si trova nel Arcivescovo è una meta raggiungibile da bisogno. chiunque voglia comunicar al prossimo la • Esprimere il volto di una Chiesa acco- gioia dell’incontro con Dio, attraverso la gliente e misericordiosa, attraverso il sua testimonianza di vita che si manifesta quale scoprire il volto di Gesù. nelle sue scelte personali, ma anche, e • Uscire dalle mura delle nostre sicurez- ze e paure per meglio gustare la gioia soprattutto, nello sguardo caritatevole della gratuità e del servire per amore. verso l’altro. d. In una società che appare spesso litigio- a. S. Carlo è stato un riformatore perché sa ed aggressiva, dove la competizione innanzitutto si è lasciato coinvolgere può perfino coinvolgere la coppia coniu- dalle spinte riformatrici che animavano gale diventa urgente e prioritario aver la vita della Chiesa, già prima della cele- cura delle relazioni. Solo in un clima di brazione del Concilio di Trento. amore e vera solidarietà fraterna si può • La santità oggi, come sempre, chiede trasmettere efficacemente il dono della intelligenza e forza spirituali per fede, fonte di consolazione e di speranza affrontare le numerose sfide educative nel futuro e non solo custode di un’etica. e sostenere quelle scelte della vita capa- • “Viviamo infatti un tempo in cui si ci di “superare le difficoltà e le abitudi- stanno affacciando all’orizzonte grandi ni consolidate nel tempo, così da rifor- domande sul senso della vita, sulla mare decisamente la vita delle persone verità dell’amore e sulla possibilità di e delle comunità. relazioni profonde e definitive tra le • “E’ necessario ricondurre le devozioni persone. Ci si interroga sulla qualità e il nuovo bisogno di sacralità alla del vivere sociale, sul costo umano del forza e alla radicalità del Vangelo”, lavoro, sul valore del benessere a tutti i riconoscendo, con disponibilità e conti- costi, sul bisogno di nuove solidarietà.” nuità, l’essenziale riferimento alla • Per questo occorre coltivare ed espri- Parola di Dio e alla Liturgia. mere sempre uno spirito di sincera e b. La vita di san Carlo ci insegna anche che operosa comunione con tutti.

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3. Una santità che genera unità nella vita e • la difficoltà di riconoscere attorno a noi porta a scoprire e sostenere la vocazione povertà e miseria, per la paura di cristiana. abbandonare le proprie sicurezze, a. Leggere la vita come vocazione è possibi- • la tentazione di sentirsi liberi da ogni le solo se riconosciamo la presenza di Dio impegno verso gli altri di fronte al desi- nella nostra vita e ci prepariamo ad un derio di sperimentare la gioia che nasce incontro reale con Gesù attraverso la dal servire nella gratuità e per amore, conoscenza del suo Vangelo. Per questo c. Per continuare il nostro cammino di ricer- occorre proporre e percorrere un esplicito ca e risposta vocazionale il vescovo ci itinerario spirituale caratterizzato da alcu- offre alcuni preziosi consigli spirituali: ne ed essenziali attenzioni. • “Il coraggio di sfidare la precarietà dolo- • Superare una visione frammentaria rosa del tempo presente”, scoprendo che della persona e della società che genera c’è sempre qualcuno per il qual vale la paura di fronte alle scelte definitive e pena di vivere e morire. mancanza di desiderio della vita eterna; • “Amare la progettualità della nostra vita, • Imparare fin da piccoli a ricercare la vici- sapendo affrontare con pazienza e fidu- nanza di Gesù attraverso la preghiera cia le esperienze che superano il tempo personale quotidiana, un’adeguata e iniziale dell’entusiamo. progressiva meditazione della Parola di • “Affrontare con maturità e perseveranza Dio, la pratica frequente dell’esame di i sacrifici che domanda l’amore”, impa- coscienza” e l’incontro con persone che rando a mantenere le promesse fatte agli hanno saputo vivere nella vita di ogni uomini e a Dio. giorno la loro vocazione alla santità. 4. Alcune urgenze pastorali da verificare • Non spegnere la “cristiana inquietudine ed attuare nella nostra comunità circa la grandezza della propria vocazio- Come attuare le proposte contenute nella ne e la modestia della propria risposta”, “Carta di Comunione per la Missione”, arti- coscienti che “la perdita del senso di colate nei seguenti punti? eternità fa sparire il desiderio vocazio- a. “Lavorare insieme” per una rinnovata nale”. missionarietà ecclesiale. • Curare i momenti di passaggio e di • E’ necessario sostenere ed accrescere il discernimento della vita: nascita – cammino di collaborazione con la par- ingresso nella scuola - adolescenza – rocchia di S. Gerardo, per attuare una matrimonio – sofferenza – morte di una piena Unità Pastorale, che nel rispetto persona cara... dell’identità storica e pastorale delle due b. Sempre riferendosi all’esempio di S. comunità, faccia crescere quella dimen- Carlo, è importante vivere un costante sione missionaria essenziale per una atteggiamento di conversione per far Chiesa chiamata ad annunciare il fronte, con fede e fiducia nella grazia Vangelo, affrontando anche oggi le sfide divina, alle ricorrenti sfide spirituali alle del mondo che cambia. quali è sottoposta la nostra vita quali: • Accanto ai primi passi già iniziati tra la • il bisogno di luce e la sensazione di tro- Caritas – la S. Vincenzo, il Gruppo varci nelle tenebre del dubbio e dell’in- Famiglie, i Consigli Pastorali... occorrerà sicurezza, incentivare la collaborazione soprattutto • l’ardore per alcune proposte di vita nella Pastorale Giovanile (Preadolescenti coinvolgenti e il ritorno alla banalità e – Giovani), nella formazione degli adul- alla monotonia del quotidiano, ti, la pastorale battesimale e...

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b. La pastorale battesimale dell’iniziazione espliciti richiami in famiglia. cristiana (la preparazione al Battesimo e • Programmare alcuni incontri con perso- l’accompagnamento della famiglia fino al ne significative che guidino i giovani ad 6° anno di età dei figli). approfondire la loro scelta vocazionale. • Già da diversi anni opera in parrocchia • Si pongono poi alcune domande sulle una equipe per la pastorale battesimale. quali occorrerà riflettere: Per poter seguire le famiglie che chiedo- - E’ opportuno che anche la lectio divina no il battesimo per i figli almeno fino al del lunedì sera assuma maggiormente la 6° anno, prima che i fanciulli inizino il dimensione di scuola di preghiera e non cammino di catechesi loro riservato in solo confronto dialogato sul testo evan- preparazione alla Cresima e Prima gelico...? Comunione, occorre che altre coppie di - Come offrire qualcosa di più ai ragaz- sposi offrano tempo e cuore per tale zi che sembrano esprimere una dimen- accompagnamento. sione spirituale più evidente e disponi- • E’ necessario definire e meglio coltivare bile ad un cammino? una più stretta collaborazione tra le Scuole dell’Infanzia presenti in parroc- e. La visita alle famiglie. Pur mantenendo chia. anche quest’anno lo schema tradizionale c. Farsi prossimo oggi: della visita fatta dai sacerdoti, si potrebbe • Come meglio scoprire le nuove solitudi- individuare alcuni luoghi parrocchiali ni e povertà presenti in parrocchia, in nei quali la presenza di una o più perso- particolare quelle causate dall’attuale ne conosciute possano compiere tale visi- crisi economica (mancanza di lavoro, ta a nome della comunità, portando ad fragilità psicologica, tensioni e divisioni ogni famiglia, nella propria abitazione, la familiari...) ? pace evangelica, attraverso un familiare • Quale progetto attuare sulla “struttura momento di preghiera e di fraternità. delle Angeline”, riservandolo in parte per una significativa attività caritativa, f. Il nostro modo di celebrare fruttuosamen- in collaborazione con la Caritas decana- te il “centenario”. le ? • Conoscere meglio la vita di S. Carlo • Come animare meglio le “4 giornate attraverso la diffusione di qualche testo sociali” di fine gennaio e inizio febbraio adatto alle diverse categorie di persone. (Famiglia - Vita – Solidarietà – Malato)? • Pellegrinaggio alla cattedrale presso d. Una maggiore attenzione ed accompa- l’urna del santo (decanale, cittadino, con gnamento dei nostri figli nella loro scelta S. Garardo...?). di vita come vocazione. In particolare • Pellegrinaggio quaresimale del Gruppo vorremmo quest’anno porre maggiore Famiglie, proposto a tutti i parrocchiani attenzione a queste proposte ed offerte al S. Carlo d’Arona (pomeriggio del 10 educative: aprile 2011). • Valorizzare meglio, da parte di tutti • Invitare ad una maggiore partecipazio- l’adorazione eucaristica del 1° giovedì ne alla Via Crucis dei venerdì di quaresi- del mese in cripta. ma delle ore 17.00 e programmare altre • Educare i nostri ragazzi e giovani alla 2 sere per la Via Crucis in Duomo (o in preghiera, al dialogo personale con S. Pietro Martire...) oltre a quella zonale, Gesù sia negli incontri di catechesi per con la presenza dell’Arcivescovo, a l’Iniziazione Cristiana, sia attraverso Seveso (25 marzo 2011).

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il duomo vita parrocchiale Carta di comunione per la missione La strada che percorreremo nei prossimi anni Sarah Valtolina

Comunione, corresponsabilità e missionarietà. Su questi tre temi si fonda la carta di comunione per la missione elaborata dal decanato di Monza, e consegnata al cardinale Dionigi Tettamanzi durante la cerimonia che si è svolta in basilica il 7 ottobre, alla presenza di tutti i consigli pasto- rali della zona quinta. Un documento a cui hanno collaborato preti, diaconi, consacrati e laici di tutto il decanato, espressione delle ventiquattro parrocchie che operano attualmente nelle sette aree pastorali. Si tratta di un testo elaborato «attraverso un comune cammino di preghiera, riflessione e confronto - come spiega l’arciprete, monsignor Silvano Provasi - che presenta le priorità pasto- rali missionarie che dovranno caratterizzare il cammino dei prossimi anni». Il testo integrale è già stato pubblicato su “Il Duomo” nel n. 3 (maggio) di questo anno. COMUNIONE pastorali». In questa prospettiva il consi- Punto di partenza di tutta l’azione pasto- glio pastorale decanale è uno strumento rale è la comunione prima di tutto tra gli che dovrà essere meglio valorizzato, come stessi sacerdoti e poi necessariamente con i «organo di studio e di ricerca della pro- laici. Importante anche una rinnovata alle- grammazione pastorale unitaria». anza con associazioni e movimenti cristia- Esempio concreto di proficua collaborazio- ni del territorio, che si traduce nell’esigen- ne è stata proprio la stesura della carta di za di elaborare una pastorale cittadina da comunione, nata dall’incontro di sacerdo- attuare nei tre comuni del decanato ti, diaconi, consacrati e laici del decanato. (Monza, Brugherio e Villasanta), con una «Tale positiva esperienza, forma emblema- progettazione comune di alcune attività. tica e promettente di corresponsabilità Nel clima di vera comunione tra preti, reli- potrà essere ripetuta di anno in anno, nel- giosi e laici rientra anche il confessionale, l’ottica di verifica e di progettazione pasto- tappa fondamentale per ogni cristiano, rale», si legge nel documento. con un’attenzione particolare rivolta al sacramento della penitenza e alla riconci- MISSIONARIETÁ liazione. «Invitiamo genitori, educatori e Per quanto riguarda la dimensione della ogni battezzato ad esercitare con discrezio- missionarietà, il decanato si propone di ne ed esemplarità ogni forma del ministe- coordinare, valorizzare e ampliare le ini- ro di introduzione e accompagnamento a ziative parrocchiali nei due ambiti della tale sacramento», si legge nella bozza del trasmissione della fede e della testimo- testo consegnato all’arcivescovo. nianza della carità. In questo senso grande attenzione sarà dedicata alla pastorale bat- CORRESPONSABILITÁ tesimale, attraverso l’incontro e il coinvol- Un programma ambizioso, impossibile da gimento delle famiglie giovani. «Lo sforzo realizzare senza un’autentica corresponsa- di ogni comunità sarà quello di creare un bilità. «Intendiamo proporre in decanato cammino di accompagnamento dei genito- un itinerario di formazione per i collabora- ri e di formazione degli operatori», conti- tori attuali e futuri, da svolgere al più pre- nua il decano. Uno sguardo particolare sto attorno al tema fondamentale della anche alla nuova pastorale giovanile e a Chiesa - continua l’arciprete -. Un percorso quella scolastica. Per quest’ultima in parti- formativo che dovrà offrire anche momen- colare è richiesta la costruzione di un’ap- ti di concreta fraternità e di verifica del vis- posita commissione pastorale e la collabo- suto cristiano, anche in vista della presen- razione più assidua con gli insegnanti di za di laici nel direttivo delle comunità religione e con il resto del corpo docente,

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il duomo vita parrocchiale

per incontri di progettualità e verifica». É importante ricor- dare che solo nella città di Monza operano otto istituti scolastici paritari di ispirazio- ne cristiana e ventiquattro scuole dell’infanzia gestite da parrocchie o istituti religiosi. Ruolo di primo piano anche al rilancio del volontariato, soprattutto tra i giovani, e un maggiore impegno nella cura del rapporto con la politica e gli amministratori locali. Grande importanza all’aspetto culturale, «un impegno che occorre incoraggiare e raffor- zare, costituendo, all’interno del consiglio pastorale decana- le, una apposita commissione cultura e dialogo, che coordini e diffonda ricerca di un posto di lavoro o per i quali le diverse proposte offerte dalle agenzie un posto non si traduce in un pieno culturali che operano nel decanato». sostentamento, adulti che attraversano la malattia, la sofferenza del corpo, dello UNA COMUNITÁ IN CAMMINO spirito, degli affetti. Vogliamo tentare, Frutto, come è stato più volte ricordato, attraverso lo strumento della carta, della collaborazione tra sacerdoti, reli- dimostrare che il decanato è la migliore giosi e laici, il testo della carta di comu- dimensione nella quale poter leggere ed nione è stato presentato proprio da un affrontare le urgenze missionarie, che è il laico, Stefano Belloni, che durante la ceri- miglior ambito concreto dove condivide- monia in duomo ha letto una missiva re una progettualità pastorale capace di indirizzata a Tettamanzi. «Il cammino della carta di comunione costruire efficaci alleanze educative». per la missione vuole provare ad essere «Siamo consapevoli - continua il testo un modo per cercare di contaminare e letto da Belloni - che per tutto questo accogliere ragazzi, giovani e adulti, occorre ripartire da Dio, dall’essenziale. vuole provare ad essere un modo per Vogliamo impegnarci a rispondere alla cercare di affascinare altri al nostro stes- domanda di Gesù: “Cosa vuoi che faccia so sogno, nella valorizzazione delle sto- per te?” per la tua comunità parrocchia- rie di ciascuno. Ragazzi e giovani che le, per quella pastorale, per il decanato, esprimono vitalità, ma che a volte fanno per la zona? E vogliamo imparare a fatica ad orientarsi, e che aspettano che rispondere come il figlio di Timeo che qualcuno li aiuti. Adulti nel pieno del prima di domandare, chiama Gesù per loro vigore alle prese con difficoltà per la nome». 11 il duomo novembre(c).qxp:Layout 1 17-11-2010 15:12 Pagina 12

il duomo vita parrocchiale La lettera del Papa ai seminaristi

Gabriele Gauci

Papa Benedetto XVI ha inviato a tutti i seminaristi una sua paterna lettera, per incoraggiarli a camminare con decisione e gioia evangelica verso l’ordinazione presbiterale. Abbiamo chiesto all’amico Gabriele, seminarista di Gozo (Malta) di commentarci questo scritto. Ecco la sua rispo- sta. Grazie di cuore, carissimo Gabriel.

Cari parrocchiani del Duomo di Monza, mo Febbraio mi verrà dato il ministero del scrivo a voi questa lettera con un sentimen- Lettorato, e quindi vi prego di accompa- to di gratitudine al Signore che mi ha con- gnarmi con le vostre preghiere. Da parte cesso di vivere per undici mesi nella vostra mia in estate ho cercato (anche se non sem- parrocchia, e anche a voi che mi avete cura- pre l’ho fatto) di ricordarmi della vostra to e accompagnato durante questo tempo. comunità durante le lodi e i vespri, e ades- Soltanto adesso mi sto rendendo conto di so dedico quotidianamente a voi un picco- quanto ho appresso da quest’esperienza e lo pensiero durante la meditazione. Può quanto mi ha plasmato per poter diventa- essere il miglior modo per mantenere con re, in un futuro prossimo, un sacerdote al voi quei legami vivi che tanto mi hanno servizio della Chiesa. Durante questo fatto crescere. primo mese della vita in Don Silvano mi ha chiesto di seminario ho tanto riflet- commentare la lettera che il tuto sulla mia esperienza Papa ha mandato a noi Monzese e posso dire che seminaristi il 18 Ottobre prima di tutto ha chiarifi- scorso. Questa lettera che cato la mia vocazione. In non ha bisogno di interpre- varie circostanze, ho intui- tazioni perché é talmente to che Dio mi vuole prete! semplice e chiara che parla E non lo dico con leggerez- da se. Il Papa non aggiunge za perché tutti voi sapete nulla di nuovo sul seminario che questa frase messa in o sulla preparazione al pratica significa un bel- sacerdozio, ma ci ha raccon- l’impegno. tato le sue esperienze e il suo Posso dire anche che a modo di vedere le cose come Monza ho fatto varie espe- stanno, senza pretese di rienze ma l’esperienza piu cambiare alcunché. Quando profondo che ho fatto e l’ho letta mi ha fatto piacere stata quella di me stesso. il fatto che il Papa ci pensa, Ho incontrato me stesso, i doni che il si preoccupa di noi, e prega per noi. Signore mi ha prestato, ma anche i miei Secondo me questo e il primo modo di limiti, i miei difetti, le mie pigrizie, e le mie sostenere una vocazione, specialmente una infedeltà, che a dire il vero, mi hanno tante vocazione che sta vivendo dei momenti volte sorpreso, ma che mi stanno facendo difficili: fa capire che uno non e solo, ha chi dire un ‘si’ consapevole e autentico al si preoccupa di lui, chi pensa di lui e prega Signore. Il prossimo 14 Novembre faro il per lui e chi lo ama. Sotto questo aspetto io primo passo verso l’ordinazione con ho un gran debito con il clero e le famiglie l’Ammissione agli Ordini Sacri, e il prossi- della vostra parrocchia.

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La lettera del Papa può anche farci capire viveva con noi in seminario, ed era anche cos’é la vocazione. Prima di tutto la voca- uno dei nostri docenti. E di questi esempi zione oggi e una chiamata per uscire ce ne sono tanti, ma la superficialità che ci dalla superficialità che ci circonda e che circonda li nasconde per far privilegiare i tante volte influenza anche noi nel nostro suoi modelli tutti fondati sull’apparire e modo di vivere. Il Papa vedeva questa sul narcisismo. superficialità già quando anche lui era seminarista, nel 1944 e tutta la Germania Chi legge la lettera del Papa può capire era accecata dalla follia dell’ideologia che lui pone l’accento su tre cose fonda- nazista. Oggi siamo accecati lo stesso mentali: la preghiera, lo studio, e la dalla superficialità: quanta superficialità maturità umana. Lo studio non è una nella politica, nelle televisioni, nei tele- materia che vi riguarda direttamente, ma giornali, nel modo di vivere... e possiamo tutti voi avete un ruolo indispensabile nel fare tutto un elenco di quanta superficia- pregare per le vocazioni (ogni giorno, lità c’é a Monza e qui a Gozo. Questa anche un semplice pensiero quando uno superficialità ci fa vivere un esistenza sta guidando, o stirando, o aspettando un vuota senza valori e senza ideali, un esi- appuntamento: spesso sono queste le stenza consumata a seconda della giorna- preghiere più efficaci), e nel pregare con i ta e come ci conviene, e che alla fine risul- vostri bambini e ragazzi. Riguardo alla ta in una esistenza che delude. Ma la maturità umana, aiutate i vostri ragazzi a vocazione di Dio (sia essa espressa nel capire che non c’é niente di strano, ne sacerdozio, nel matrimonio, nella vita niente di straordinario nel fatto che un sociale...) ci fa percepire che noi possiamo giovane esprima il desiderio di diventare riempire la nostra vita soltanto cercando prete. Soprattutto le vocazioni vanno cer- Lui e cercando di donare la nostra vita agli altri con gesti e scelte sempre motiva- cate, sollecitate e custodite. te dall’amore. E vi assicuro anch’io una preghiera al Sotto questo aspetto ho vissuto un espe- Signore affinché sorgano nuove vocazio- rienza molto profonda la scorsa notte ni dalla vostra comunità. Si, questa cosa e quando con alcuni dei miei compagni ho possibile ed e importante: continuare a assistito all’agonia del vescovo emerito confidare nel Signore. Prego anche il di Gozo, che per 38 anni ha retto la dioce- Signore affinché continui ad alimentare il si, fino al 2005. Non era cosciente, era ministero dei preti che operano nella sedato, e viveva ancora per via della vostra parrocchia per perseverare nella respirazione artificiale. Certamente non testimonianza di quanto é bella la vita era un belvedere, ma ho fatto veramente sacerdotale presa sul serio. C’e un prete fatica ad uscire dalla sala dov’era ricove- vostro che dice: “Io non mi sono mai pen- rato perché la sua visione mi faceva sen- tito di essermi fatto sacerdote!” tire una grande pace e calma interiore. Anche la morte di quest’uomo é stata Io sto bene. Vi saluto tanto dal seminario un’ispirazione per me, perché cosciente di Gozo dove proseguo con il mio 5° che ha fatto della sua vita un servizio anno di formazione. continuo alla chiesa locale. Tra l’altro Arrivederci, Gabriele.

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il duomo vita parrocchiale La realizzazione del nuovo leggìo Riflessioni osservando un artista: Paolo Bonaldi Luigi Scarlino

Nello scorso numero del nostro alla definizione usata da molti: l’artista Informatore Parrocchiale nell’articolo è uno scapestrato, che vive alla giorna- di Roberto Canesi “Il presbiterio del ta tra mille problemi, soprattutto di Duomo: passato e presente” si accen- natura economica, che nei casi più nava al desiderio di dotare il nostro estremi assume un atteggiamento Duomo di un nuovo leggìo che dia autolesionista. E che, tra un lavoretto lustro alla proclamazione della Parola, saltuario e l’altro, trascorre il suo ma che, nello stesso tempo, sia qualco- tempo dipingendo o creando installa- sa di artistico che ben si inserisca nella zioni che capirà solamente lui o una bellezza del nostro presbiterio. Come ristretta cerchia di amici o di pochi elet- Roberto accennava, il progetto è stato ti. affidato a Paolo Bonaldi, artista ben La sorte o meglio la Provvidenza ha noto e conosciuto, in campo nazionale voluto che a distanza di 10 anni da e internazionale, a critici e addetti al quel pensiero di un ragazzo 14enne, lavoro. fossi chiamato a insegnare in un In questo articolo non voglio soffer- Istituto d’arte, ubicato in un edificio marmi tanto sulla sua opera che a pieno di storia e di tanti interrogativi, breve potremo vedere collocata. Vorrei “La Villa reale”, e nello stesso tempo a solo riportare una sintesi di osserva- mettermi a disposizione di una parroc- zioni nate in questi ultimi mesi al mar- chia conosciuta come il Duomo di gine di un lavoro Monza. meticoloso, preci- L’occasione si so pieno di pas- prestava ad una sione, un’osser- ricerca non sul vazione per lo tema dell’arte più silenziosa, ma sulla sua piena di doman- fruizione, sul de spesso taciute suo formarsi nell’attesa del (nella scuola) e risultato finale nell’ammirarla che le avrebbe senza giudizio spiegate. quando è com- Durante gli anni posita (Duomo). del Liceo guar- Potevo guardare dando i miei coe- il trasformarsi tanei che fre- della materia in quentavano oggetto d’arte, l’Istituto d’arte sublime e unico, mi sono spesso per ma-no di un chiesto chi è l’ar- uomo che (al di tista e come là del singolo scioccamente individuo) dà fanno i più ho vita a qualcosa commesso l’erro- di inanimato. re di fermarmi Come partire

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per insegnare in un Istituto d’arte se dell’Istituto, leggendo alcuni appunti non dalla rilettura della lettera in-diriz- degli anni di teologia sul libro della zata agli artisti di Gio-vanni Paolo II, Genesi, nello specifico il racconto della datata 4 aprile 1999, che inizia rivol- creazione, conobbi il prof. Paolo gendosi loro chiamandoli costruttori Bonaldi che con disinvoltura si accostò di bellezza citando il racconto della a me mostrando interesse per la mia creazione dell’uomo da parte di Dio lettura e soprattutto per il tema che narrato nel libro della Genesi. Quel stavo leggendo. Non conoscevo chi pensiero all’inizio semplicistico e fosse Bonaldi e forse non lo conosco riduttivo degli anni del Liceo comincia tutt’ora, ma quell’interesse verso il a mutare e in punta di piedi comincio tema della creazione, le sue domande ad accostarmi a studenti e professori che trovavano in me sterili risposte come il ragazzino che guarda, ammira estrapolate da manuali preconfeziona- per imparare, per poter rubare qualco- ti di esegesi e teologia, procurarono in sa rendendoti conto che è proprio vero me una strana voglia di approfondire il che i bravi artisti copiano mentre i tema della genesi non più con gli occhi grandi artisti rubano. Giorno dopo dello studente di teologia, ma con lo giorno ti accorgi che la trasmissione sguardo di colui che sa contemplare e del “mestiere dell’arte” è in realtà un stupirsi di fronte al creato e di fronte insegnamento al fare, un metodo al all’opera dell’artista che riproduce a pensiero e al capire che passa attraver- suo modo la creazione. so l’espressione dell’oggetto prodotto. Così conobbi Bonaldi in quella mattina Ciò che prima mi appariva come stra- del mese di ottobre e gli promisi un vaganza estetica dei ragazzi ora la libro, mai dato, di teologia incentrato guardo come esternazione di un essere sul racconto dei primi capitoli del libro interno e nascosto, tentativo di identifi- della Bibbia. Per diverso tempo non ci cazione, ricerca, non solo estetica, di siamo più visti a causa di un suo inci- ciò che si è. I pensieri non passano solo dente sul lavoro che lo obbligò a stare attraverso la parola; ognuno ha un suo lontano da scuola, ma non dal mondo linguaggio che deve essere rispettato. dell’arte. Lo incontrai dopo mesi, ma È in questo vivere concreto che ho sco- imparai a conoscerlo osservando i suoi perto dove risiede la bellezza, misterio- studenti e i loro lavori, memore delle sa nel suo nascere, ma genuina nel suo parole pronunciate una volta da un essere. Essa è “buona” perché “vera”, anziano “un buon artista lo si conosce verità concreta, non artificiosa, grazio- osservando i suoi discepoli”. sa, gentile, scioccamente piacevole, ma Ammirando la precisione, la meticolo- sincera nel suo mostrarsi totalmente, sità, ma soprattutto la passione dei integralmente e concretamente. ragazzi, capii che Paolo è veramente “Buona” perché giusta in sé, senza un grande artista. rifarsi ad altro, compiuta ed esatta in sé Con la stessa disinvoltura con la quale stessa. Nella “bellezza” tutto coincide lui si avvicinò a me, un giorno mi acco- in modo logico e perfetto, cristallino, stai a lui chiedendogli di disegnarmi buono appunto. un pavone che sorregge un libro e senza Fu così che una mattina, mentre tra- chiedere perché o a cosa serve prese un scorrevo del tempo nella sala docenti foglio e una penna e disegnò. Quel

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disegno è alla base di un lungo lavoro questi mesi, infatti, citando ancora il che ammireremo nel nostro Duomo, papa, “nessuno più del vero artista è ma è l’inizio di un rapporto e di pronto a riconoscere il suo limite”. un’esperienza che mi ha portato a A noi non rimane altro che attendere di conoscere il duro lavoro dell’artista, vedere quando questa bella opera sarà ma soprattutto la passione che lo collocata nel posto accoliendola come anima, trovando piena sintonia con le invito alla nostra comunità a continua- parole del poeta polacco re nella scelta e proposta di buoni e Norwid: “la bellezza è per entusiasma- belli lettori che sappiano proclamare la re al lavoro, il lavoro è per risorgere”. Parola di Dio nel giusto modo, di Un lavoro lungo eseguito con grande buoni e belli cantori che sappiano tra- professionalità e scrupolo, ore e ore a durre in canto le parole del salmista, ripassare una linea con un pennarello perché un buon e bel leggio è comple- n.1, che magari ai molti sfuggirà, ma to solo nella misura in cui è utile allo segno di una passione che entusiasma scopo al quale è stato pensato. e trascina, un lavoro che presuppone Lo stare accanto a Bonaldi e alla sua alla base una progettualità pensata e arte non è stato altro che un monito a studiata. una sfida a me stesso e che rivolgo a Non si tratta di un’opera che cerca chi sta leggendo, artista o non: vuoi competizione con le opere del nostro davvero fare qualcosa per te stesso e Duomo, opere che vanno rispettate e per gli altri, qualcosa di concreto? ammirate, se non altro per la loro anti- Allora smettila di lamentarti ed esci chità, come un bambino si approccia dal tuo sterile guscio, studia, costrui- con rispetto e venerazione a un anzia- sciti una base solida, ma non negarti la no: uno degli insegnamenti acquisiti in possibilità di sperimentare e di creare.

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il duomo vita parrocchiale Il grido del povero e Dio che chiama Mons. Mario Delpini

Il 3 ottobre abbiamo celebrato la festa del beato Luigi Talamoni, nel primo anniversario dell’af- fidamento della nostra Provincia di Monza e Brianza al suo patrocinio. Abbiamo invitato mons. Mario Delpini, vescovo ausiliare della nostra diocesi, a presiedere la solenne concele- brazione eucaristica, alla presenza di autorità civili e militari. Il vescovo, nella sua omelia, ci ha proposto una significativa riflessione che pubblichiamo integralmente.

La città e il grido. Il granello di senape. Il grido, il grido del povero, il grido del La città spossata, la città impaurita, la città disperato, il grido del malato che è solo, il preoccupata, la città distratta, la città non grido del vecchio che è dimenticato, il grido ascolta il grido del povero e il grido sale al di chi non ha forza per gridare. Ecco i pove- cielo e bussa alla porta di Dio. E il Signore ri continuano a gridare. Gridano al Signore: risponde. "Perché mi fai vedere l'iniquità e resti spet- Quale è la risposta del Signore? Il Signore tatore dell'oppressione? Ho davanti a me ascolta e si commuove e si prende cura del rapina e violenza e ci sono liti e si muovono povero. Il suo modo di prendersi cura si contese". chiama vocazione, vocazione alla santità. Il I poveri continuano a gridare. Gridano nelle grido dei poveri è diventato per Luigi nostre città, gridano lontano dalle nostre Talamoni la sua vocazione. Il grido dei città. Il grido dei poveri risuona come un poveri è diventato per Maria Biffi la sua fastidio, come un rumore di cattivo gusto. vocazione. La città spossata da una frenesia obbligato- Il grido dei poveri diventa vocazione per- ria non può ascoltare il grido del povero: ché è uno dei modi di parlare di Dio: Dio "Non ce la facciamo, non abbiamo tempo, non ama i tuoni e i fulmini, la pubblicità e il siamo travolti dalle cose da fare. Chi può clamore. Dio parla negli incontri impreve- fermarsi ad ascoltare?". dibili, nelle circostanze ordinarie, nella pro- La città impaurita per uno sconcerto indotto vocazione della compassione. Però è Dio da cronache molto sospette non vuole ascol- che parla: il mistero santo, l'amore onnipo- tare il grido del povero: "Chi sa se sono vera- tente, la fedeltà senza pentimenti. E’ Dio mente poveri? Forse sono imbroglioni. Se ne che parla: con la sua discrezione e le sue approfittano. Se sono poveri è colpa loro". pretese, con la sua pazienza e i suoi spaven- La città preoccupata da un benessere troppo necessario e troppo precario ignora il grido ti. del povero, presa com'è dai suoi problemi: Vocazione significa che Dio chiama: la sua è "Siamo poveri anche noi. Quello che abbia- una parola buona che vuole il bene. Dio mo, frutto di tanti sacrifici basta a malapena chiama non perché ha bisogno di noi, ma per noi. Abbiamo buone ragioni per essere perché gli sta a cuore la mia gioia, la mia preoccupati per noi stessi. Le risorse sono salvezza. Non si prende cura solo del pove- limitate. Il futuro è minaccioso". ro che abbia un tetto, che abbia un amico, La città distratta, la città giovane che inse- che abbia un po' di minestra. Si prende cura gue l'eccitazione della notte, la città dello anche di me, che la mia vita abbia un senso, sperpero del tempo e del denaro, la città che la città spossata, preoccupata, distratta, delle chiacchiere e delle risate, la città giova- impaurita non diventi una città disperata. ne non s'accorge del grido del povero: Vocazione significa che Dio chiama portan- "Sono stato di qua e di là. Ci siamo divertiti do alla luce, alla coscienza il nome nascosto un sacco. Andremo a sciare. Faremo Natale che nomina la verità di ciascuno, di ogni in Norvegia". Chi s'accorge del grido del ragazzo e di ogni ragazza, perché nessuno povero? viva a caso e per niente.

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Il beato Luigi Talamoni per anni insegnan- definitivo, parola data per sempre? te e modello di prete in seminario, per anni Vocazione significa che Dio chiama non al confessore in questo duomo e guida spiri- gesto generoso motivato dall'emozione tuale di donne che hanno trovato la via per intensa di una catastrofe, chiama per una vivere la loro vocazione di madri, di spose, vita che sia dono, per uno stile di vita che di religiose continua la sua presenza, la sua percorra tutte le stagioni della vita custo- missione, la sua intercessione. Forse c'è una dendo il bene prezioso che è stato affidato, particolare urgenza che qualcuno sappia per un modo di intendere la vita che sia ser- trovare le parole e il coraggio di risvegliare le ragazze alla persuasione, alla fierezza, vizio. Abbiamo fatto quello che dovevamo alla gioia di essere chiamate ad ascoltare il fare: abbiamo servito senza calcolare il grido del povero e a farne la propria voca- nostro interesse. zione. Queste ragazze d'oggi, così belle, così Io sono certo che il beato Luigi Talamoni, spiritose, così ossessionate del loro aspetto e abitando nella comunione dei santi continui dei loro amori, troveranno qualcuno che le a rivolgere il suo sguardo alla città di conduce a scoprire il dono di Dio che è in Monza che è la sua città e alla provincia da loro, ad ascoltare il grido del povero fino a cui venivano tante persone a chiedere un commuoversi, ad accogliere la vocazione di consiglio o il perdono di Dio. Mi immagino Dio fino a farne la speranza della loro vita? che percorra la città per dire: città spossata Questi ragazzi d'oggi, così spiritosi, così fermati un momento, ascolta un poco il complessati, così belli, così capaci di parlare grido del povero e impara a riposarti in Dio! di tutto e così restii a impegnarsi seriamen- Città impaurita, fatti coraggio il povero non te e continuativamente in qualche cosa, tro- veranno qualcuno che li scuote, che li aiuta sarà il tuo problema ma il tuo conforto! ad aver stima di sé, che li autorizza a spera- Città preoccupata, il tuo bene se condiviso re, che mostra loro che c'è una via percorri- si moltiplicherà! Città distratta, non smar- bile verso la felicità che si chiama fede, rirti per tante banalità, non perdere l'appun- dedizione al servizio dei poveri, impegno tamento con la felicità.

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La morte di San Paolo eremita Una tela del nostro Duomo in mostra al Palazzo Reale di Milano

Museo e Tesoro del Duomo

E’ appena stata del Seicento inaugurata a Lombardo, dove Milano la mostra emergono le figure che ripercorre dal di Giulio Cesare Seicento alla fine Procaccini, di dell’Ottocento gli Daniele Crespi, del sviluppi dell’arte Morazzone e del sacra in Lombardia Cerano. in cui anche le La pittura sacra del opere del Duomo tardo Seicento e del di Monza hanno primo Settecento una parte da prota- scopre il parallelo gonista. tra alcuni importan- Tra le numerose ti maestri lombardi opere esposte in - Filippo Abbiati, mostra, che hanno Andrea Lanzani, arricchito la storia Legnanino, i mem- artistica lombarda bri della famiglia di questi tre secoli – valtellinese dei dalla canonizzazio- Ligari - e maestri ne di Carlo provenienti da altre Borromeo fino all’elezione di Papa Achille regioni, come Andrea Pozzo e Sebastiano Ratti - , lasciando tracce significative nel Ricci, grande protagonista del rinnovamen- nostro territorio brianzolo, anche il Duomo to della pittura settecentesca, attivo oltre di Monza è presente con “La morte di san che a Monza anche a Milano, Pavia e Paolo eremita” (1745) di Carlo Innocenzi Bergamo. Carloni, contropala dell’anticappella di Anche nel pieno Settecento si osserva lo svi- sant’Antonio Abate. luppo autonomo di maestri lombardi quali appunto Carlo Innocenzo Carloni, il manto- Il comitato scientifico composto da vano Giuseppe Bazzani e il ticinese Simonetta Coppa, Giuseppe Fusari e Giuseppe Antonio Petrini, combinato con Fernando Mazzocca con i curatori Stefano l’arrivo di artisti veneti tra i quali spicca la Zuffi e Mons. Franco Buzzi concordano che forza espressiva di Giambattista Tiepolo. Si l’opera del Carloni sia la testimonianza di prosegue poi nel XIX secolo con Francesco uno dei passaggi più spettacolari dell’espo- Hayez per poi concludere con le tele di sizione. Mosè Bianchi. La morte di san Paolo eremita, restaurato negli anni Novanta da Claudio Fociani con E’ quindi possibile ammirare lo “spirito il finanziamento del Ministero per i Beni europeo” del Carloni a Monza, oltre che in culturali e ambientali, è stato scelto dai Duomo, in particolare nelle voltine delle curatori perchè uno dei capolavori della navate minori, nella parte sommitale della maturità del Carloni, al punto di definirlo – navata centrale, nell’arco trionfale, nelle così come già nel 1993 si era espressa Mina pareti occidentali dei transetti e quindi nella Greogori - “uno dei grandi quadri del Cappella di sant’Antonio Abate, anche nella Settecento italiano”. Chiesa di San Maurizio con il vasto inter- Questo è senza dubbio motivo di orgoglio vento dell’artista sulle navate laterali, sui per la cittadinanza monzese, per il Duomo e transetti e sull’arco trionfale, così come per la Fondazione Gaiani. nella mostra milanese di Palazzo Reale fino La mostra si apre con la stagione artistica al 6 gennaio 2011.

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il duomo storia L’ingresso di san Carlo nella diocesi di Milano Can. Claudio Fontana

Nel ricordo del IV centenario della canonizzazione di S. Carlo Borromeo, abbiamo chiesto al nostro comparrocchiano mons. Claudio Fontana, coad. Maestro delle cerimonie del Capitolo della nostra Cattedrale, di aiutarci a meglio comprendere alcuni aspetti della santità del nostro patro- no, cogliendo alcuni spunti dai quadri esposti nel Duomo di Milano che narrano la sua vita di pastore e maestro nella storia della nostra Chiesa Ambrosiana. Grazie di cuore, carissimo don Claudio, per la disponibilità offerta al nostro notiziario in questo particolare anno di memoria e gratitudine a Dio per il dono di S. Carlo.

Il primo novembre 1610 Carlo Borromeo di san Carlo e altri ventisei dedicati ai suoi veniva annoverato tra i Santi della Chiesa. miracoli, realizzati dal 1602 al 1740. Il ciclo Nel 2010 ricordiamo il quarto centenario – una galleria di immagini di ampiezza del felice avvenimento. A iniziare da que- davvero eccezionale – meriterebbe una più sto numero, accosteremo la figura del adeguata presentazione ma qui ci limitere- santo arcivescovo attraverso una forma mo ad accostare alcuni episodi principali, comunicativa tipica e di gran successo nel- utili per conoscere la figura di questo l’epoca barocca: i quadroni o teleri a sog- nostro straordinario pastore. getto religioso (pensiamo alla serie dedica- ta alle storie di Teodolinda e della Corona Il primo episodio che accostiamo, in realtà Ferrea che ornano il nostro Duomo). Nella il terzo sulla vita del Santo, è opera di cattedrale di Milano saranno esposti per Filippo Abbiati ed illustra l’ingresso di tutto l’anno i ventotto quadroni sulla vita Carlo in Milano il 23 settembre 1565. Tra

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due ali di folla l’arcivescovo, giovane di concluso, avesse decretato l’obbligo di ventisei anni, giunge sul sagrato del abitazione per tutti i vescovi nelle rispet- duomo cavalcando una bianca chinea. tive diocesi, nessuno si era ancora deciso L’avvenimento era del tutto insolito: da ad applicare seriemente la normativa. circa cinquant’anni – salvo brevissime Ma ora l’esempio giungeva dal più alto parentesi – nessun arcivescovo aveva più livello: il “cardinal nepote” Carlo messo piede in Milano. Dopo averne Borromeo, secondo solo allo zio papa Pio ricevuto la nomina, talvolta nemmeno IV, aveva deciso di lasciare Roma per l’ordinazione episcopale, i quattro vivere nella sede ambrosiana, scegliendo immediati predecessori del Borromeo di risiedervi non come un principe rina- avevano guidato la diocesi per mezzo di scimentale, preoccupato di dar lustro alla vicari episcopali, ritenendosi già suffi- propria parentela, ma come pastore che cientemente occupati dalle missioni si prende cura del popolo affidatogli. diplomatiche e dagli affari di famiglia. Per quel giorno, che celebrava le nozze Possiamo ben immaginare lo stupore dei tra il vescovo e la sua Chiesa, Carlo milanesi davanti a un giovane che faceva aveva desiderato giungere a Milano rive- della “residenza in diocesi” il primo atto stito degli abiti episcopali, presentandosi qualificante del suo episcopato. L’eco di cioè come autentico pastore. Così lo questo fatto, in realtà, si era propagata vediamo raffigurato nel quadrone ben oltre il Ducato di Milano: la decisio- dell’Abbiati, già coronato dalla luce di ne di Carlo aveva scosso tutta l’istituzio- santità che lo rese «vivida fiamma nel ne ecclesiale. gelo del mondo», come canta l’inno in Benché il Concilio di Trento, da poco suo onore.

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il duomo storia Il rito della penitenza cristiana

dopo il Concilio Vaticano II (5) Don Pierpaolo Caspani

Con questo capitolo concludiamo la nostra «corsa» lungo la storia del sacramento della peniten- za. Prima della quaresima don Pierpaolo ci aiuterà a meglio comprendere e celebrare i quattro momenti che caratterizzano lo svolgimento di questo rito-sacramento. Desidero ora presentare il Rito della dire che le altre vadano tralasciate. Penitenza introdotto dopo il Concilio Vaticano Quello per la riconciliazione di più penitenti II: promulgato in latino nel 1973, è stato tra- con la confessione e assoluzione individuale dotto in italiano l’anno successivo. Per la veri- esprime più chiaramente l’aspetto ecclesiale tà questo libro liturgico di riti ne contiene tre: del sacramento: il fatto cioè che la pace con sono tre modi diversi in cui il medesimo sacra- Dio, «frutto» del sacramento, non è qualcosa mento della penitenza può essere celebrato che riguarda solamente il singolo, ma «passa» oggi: attraverso la pace con la Chiesa. L’attuazione A) il Rito per la riconciliazione dei singoli concreta di questo rito lascia molto a deside- penitenti; B) il Rito per la riconciliazione di più penitenti rare: quasi mai la celebrazione si conclude con con la confessione e assoluzione individuale; il ringraziamento comunitario previsto, per- C) il Rito per la riconciliazione di più peniten- ché il tempo prolungato occupato dalle con- ti con la confessione e l’assoluzione generale. fessioni individuali scoraggia (comprensibil- mente) i fedeli dal restare fino alla fine. Il rito per i singoli penitenti è indicato come il modo normale per riconciliarsi con Dio e con Il terzo rito, infine, al posto della confessione la Chiesa. In esso, dopo il saluto ed il segno di e dell’assoluzione individuali, prevede la con- croce iniziali, è previsto un momento di ascol- fessione generale fatta da tutti i presenti con to della Parola di Dio, che può essere vissuto una formula simile al Confesso, seguita dal- nel corso del sacramento oppure come l’assoluzione generale su tutti i presenti («Io momento di «preparazione» al sacramento vi assolvo dai vostri peccati…» - dice il sacer- stesso: «è infatti la parola di Dio che illumina dote). Questo rito può essere usato solo in casi il fedele a conoscere i suoi peccati, lo chiama straordinari, «qualora si presenti una grave alla conversione e gli infonde fiducia nella misericordia di Dio» (Rito della Penitenza, n° necessità: se, cioè, dato il numero dei peniten- 17). Illuminato dalla parola di Dio, il fedele ti, non si ha a disposizione un numero suffi- confessa i propri peccati dialogando con il ciente di confessori per ascoltare come si con- sacerdote. Dopo l’imposizione della peniten- viene ed entro un congruo periodo di tempo, za e la preghiera per chiedere perdono, il rito le confessioni dei singoli penitenti» (Rito della prevede l’assoluzione del sacerdote che è Penitenza, n° 31). Situazioni di questo genere composta da due parti: la prima – accompa- si verificano soprattutto in terra di missione; gnata dall’imposizione delle mani – ha lo in ogni caso spetta al Vescovo diocesano, d’ac- scopo di inserire il perdono del cristiano pec- cordo con gli altri membri della Conferenza catore in tutto il progetto di salvezza di Dio, Episcopale, stabilire quando sia lecito impar- che viene globalmente indicato come proget- tire l’assoluzione sacramentale in forma col- to di riconciliazione («Dio, Padre di misericor- lettiva. La Conferenza Episcopale Italiana dia, che ha riconciliato a sé il mondo nella ritiene che attualmente, nel nostro Paese, in morte e risurrezione del suo Figlio, e ha effu- nessun luogo possano verificarsi le condizio- so lo Spirito santo per la remissione dei pecca- ni richieste per l’uso del rito C, che quindi in ti, ti conceda, mediante il ministero della Chiesa, il perdono e la pace»); la seconda Italia, per il momento, non si può utilizzare. parte, invece, è costituita dalla formula già Si chiude qui la nostra breve storia del sacra- presente nel Rituale promulgato dal Concilio mento della penitenza. In quaresima, ripren- di Trento («E io ti assolvo dai tuoi peccati nel deremo il discorso approfondendo il signifi- nome del Padre e del Figlio + e dello Spirito cato dei quattro momenti che costituiscono il Santo»): nel complesso della formula, queste sacramento: il dolore dei peccati, la confessio- sono le parole «essenziali»; il che non vuol ne, l’assoluzione e la penitenza.

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il duomo caritas I dati del Fondo Famiglia Lavoro a Monza Fabrizio Annaro

La crisi è finita? Il peggio è passato? La sostenibile? ripresa ci sarà? Torneremo a godere dei Eppure il debito pubblico mondiale, livelli di benessere economico dei primi anche se spaventoso, è finanziato da anni del millennio? Sono le domande qualcuno: dal capitale privato. che molti si pongono. Anzitutto chi ha Insomma, qualcuno i soldi li ha, ma perso il lavoro, poi chi ce l’ha e dirige non sa dove investirli, anzi come difen- attività di imprese e servizi. Se lo derli: sale il prezzo dell’oro, salgono i domandano anche i nostri ragazzi che, bund tedeschi, si teme la ripresa del- inutile dirlo, sono i più colpiti da que- l’inflazione, aumenta la corsa ai beni sta situazione. Purtroppo l’area della rifugio. La grande preoccupazione, povertà cresce e aumentano le vulnera- come detto, è il divario fra i redditi. Le bilità. Il dato di maggior preoccupazio- politiche sociali devono avere l’obietti- ne è la crescita del divario fra ricchi e vo dell’equa ed intelligente redistribu- poveri, fra classi alte e ceto medio. zione della ricchezza. Dove trovare le L’allarme è lanciato dalla Caritas risorse? Ambrosiana in occasione della presen- tazione dl nono Rapporto sulle Povertà La crisi finanziaria è stata originata, in diocesi. Accanto alla crescita della secondo molti esperti, proprio dalla vulnerabilità di persone e famiglie, la differente distribuzione del reddito fra Caritas sottolinea la minor coesione le persone: pochi detengono una gran- sociale dovuta anche al divario fra sog- de percentuale di ricchezza, molti si getti tutelati da diritti sindacali e citta- incamminano verso una povertà di dini non protetti. Un fenomeno che si risorse. La crisi odierna è anche frutto accentua per persone e famiglie di una mistificazione culturale durata migranti. Caritas avverte: dobbiamo decenni e che chiama, anzitutto, il pen- riformare profondamente il nostro siero economico ad una sincera rifles- sistema di welfare, anzitutto sperimen- sione. L’idea individualistica che, mas- tare, come già accade in altri paesi simizzando i propri guadagni senza d’Europa, il salario minimo garantito aver nessuna preoccupazione per l’ quale strumento di riequilibrio della ambiente naturale, per i propri simili, flessibilità sul mercato del lavoro. in barba ad etica ed onestà, produca matematicamente un benessere fruibile Secondo molti economisti, tra cui da tutti, non solo mostra la sua ingenui- Nouriel Roubini (uno dei pochi ad aver tà, ma soprattutto la sua incongruenza previsto il flop finanziario del 2007), la con l’evidenza della crisi. crisi non è finita: le cause che l’hanno generata sono ancora tutte presenti e Cresce la povertà purtroppo vitali. Il passivo si è spostato Nel corso del 2009, secondo il Rapporto dal settore finanziario privato a quello di Caritas, si sono presentati nei 56 cen- dello Stato, con il risultato che il debito tri di ascolto scelti come campione, mondiale è cresciuto dal 70% al 120% 17.283 persone, un aumento del 9% del PIL! In sostanza nel mondo spen- rispetto al 2008, che ha riportato il diamo molto di più di ciò che possiamo numero degli utenti a valori che non si produrre. Chi pagherà? Il sistema è registravano da cinque anni. Diventano

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il duomo caritas

più frequenti le richieste di sussidi eco- no sui ritardi della modernizzazione nomici e di generi alimentari. del nostro welfare». Calano le richieste degli immigrati I dati del Fondo Famiglia lavoro a clandestini. I nuovi vulnerabili hanno Monza sempre più spesso nomi e cognomi ita- A Monza sono 221 le persone che liani. Infatti, benché gli stranieri rap- hanno fatto domanda di aiuto al FFL. presentino ancora la stragrande mag- Poco più della metà, 115, hanno ottenu- gioranza degli utenti (il 73,7%) a chie- to il sostegno. dere aiuto alla Caritas sono venuti in Chi si è visto rispondere negativamen- numero crescente gli italiani: rispetto al te è perché non possedeva i requisiti 2008 i cittadini di nazionalità italiana secondo lo statuto del Fondo (essere sono aumentati del 15,7%. «Fenomeno disoccupati, basso reddito, avere fami- – spiegano gli autori del Rapporto - alla glia). cui radice si trova certamente la crisi economica». DOMANDE Il Fondo Famiglia lavoro in diocesi Un identikit più preciso dei “vulnerabi- ACCETTATE 115 52% li” emerge dall’approfondimento fatto dai ricercatori del consorzio Aaster del RESPINTE 45 18% sociologo Aldo Bonomi condotto su IN ATTESA 3.237 persone, un campione selezionato fra chi ha ricevuto un aiuto dal Fondo DI RISPOSTA 61 30% Famiglia Lavoro. I due terzi dei benefi- ciari sono operai generici seguono i TOTALE 221 100% lavoratori non qualificati nei servizi e un 15% di persone con lavori dequalifi- cati, saltuari o irregolari. Solo il 5% ha NAZIONALITÀ un profilo professionale medio-alto (insegnanti, professionisti o dirigenti). ITALIANI 26 25% «I vulnerabili rischiano l’emarginazio- ne a causa della crisi, per la perdita del- STRANIERI 80 75% l’occupazione, l’assenza di ammortiz- zatori sociali, di appropriati strumenti TOTALE 106 100% di protezione dai fallimenti di imprese che sono anche progetti di vita. Ai primi posti per domande di aiuto appa- SESSO iono i distretti produttivi della Brianza: Cantù, Seregno, Desio, Vimercate, MASCHI 80 75% Monza. Dalle storie del Fondo – ha spiegato Aldo Bonomi – emerge una FEMMINE 26 25% nuova questione operaia e sociale, una condizione migrante, una difficoltà TOTALE 106 100% degli ammortizzatori che ci interroga-

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il duomo angolo del teologo I profeti nel popolo di Dio Samuele e i profeti della corte don Raimondo Riva

“Il giovane Samuele continuava a servire il le nazioni”, invece di confidare nel Signore sotto la guida di Eli. La parola del Signore, guida e custode sicuro del popo- Signore era rara in quei giorni, le visioni non lo. Il Signore, tuttavia, dice a Samuele di erano frequenti… Venne il Signore, stette di accogliere la domanda degli anziani, e di nuovo accanto a lui e lo chiamò ancora come dichiarare le gravose condizioni imposte le altre volte: "Samuele, Samuele!". Samuele dalla sovranità esigente del re. Il primo re rispose subito: "Parla, perché il tuo servo ti d’Israele è Saul. Egli, alla ricerca delle ascolta". Allora il Signore disse a Samuele: asine sperdute del padre, si rivolge per "Ecco io sto per fare in Israele una cosa tale avere informazioni al veggente Samuele, che chiunque udrà ne avrà storditi gli orec- che gli rivela, invece, la funzione asse- chi… Samuele acquistò autorità poiché il gnatagli per Israele. Samuele unge - con- Signore era con lui, né lasciò andare a vuoto sacra - re Saul, riconosciuto dal popolo una sola delle sue parole. Perciò tutto Israele, per l’intervento del profeta (1Sm 8-10), da Dan fino a Bersabea, seppe che Samuele che continua ad essere mediatore tra Dio era stato costituito profeta del Signore. In e il popolo (1Sm 12,6-25). Egli redargui- seguito il Signore si mostrò altre volte a sce Saul per le sue iniziative disobbedien- Samuele, dopo che si era rivelato a Samuele in ti contro le indicazioni comunicate dal Silo, e la parola di Samuele giunse a tutto profeta, che dovrà dare compimento alla Israele come parola del Signore” (1Sm 3,1.10- vittoria sugli amaleciti uccidendo il re 11.19-21). Agag; annuncia anche a Saul il ripudio da parte di Dio e la scelta di un successo- Samuele, all’inizio della sua attività, re (1Sm 15). Questi è Davide, consacrato dispone le celebrazioni per il rimpatrio re da Samuele, all’insaputa di Saul. Il dell’arca dell’alleanza, catturata dai fili- profeta accoglierà il giovane re, quando stei, e presiede il sacrificio della vittoria deve fuggire dalle insidie mortali di Saul su questi nemici (1Sm 7,1-14). Tutto il (1Sm 16,1-13; 19,18-24). La morte di ministero profetico è espresso in un som- Samuele è menzionata con brevità (1Sm mario: “Samuele fu giudice d'Israele per 25,1) ma il profeta si rende ancora presen- tutto il tempo della sua vita. Ogni anno te nella vita di Saul in un’apparizione egli compiva il giro di Bètel, Gàlgala e minacciosa di sconfitta e di morte immi- Mizpa, esercitando l'ufficio di giudice nente, allorché il re, prima della battaglia d'Israele in tutte queste località. Poi ritor- contro i filistei, si rivolge alla negroman- nava a Rama, perché là era la sua casa e te di Endor (1Sm 28,3-25). anche là giudicava Israele. In quel luogo costruì anche un altare al Signore” (1Sm Davide ebbe pure i suoi profeti di corte: 7,15-17). In Rama, Samuele, anziano e Natan e Gad. Dopo essersi stabilito nel coadiuvato dai due figli, riceve la delega- suo palazzo, Davide decise di costruire il zione degli anziani d’Israele, che gli chie- tempio al Signore, per collocarvi l’arca dono l’elezione di un re. La richiesta dell’alleanza; Natan, che aveva approva- dispiace a Samuele, quasi sia espressione to il progetto del re, fu inviato dal d’inadeguatezza nella difesa contro le Signore per rivelare il proposito divino vicine popolazioni nemiche. Il Signore per il casato regale: “Và e riferisci al mio conforta il profeta, e rimprovera il popo- servo Davide: Dice il Signore: Forse tu mi lo, desideroso di adeguarsi alle condizio- costruirai una casa, perché io vi abiti? ni umane politiche di difesa, “come tutte …Il Signore ti annuncia: Te il Signore farà

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il duomo angolo del teologo

Signore, Dio d’Israele: Io ti ho unto re d’Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul, ti ho dato la casa del tuo padrone e ho messo nelle tue braccia le donne del tuo padrone, ti ho dato la casa di Israele e di Giuda e, se questo fosse troppo poco, io vi avrei aggiunto anche altro. Perché dunque hai disprezzato la parola del Signore, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai grande, poiché una casa farà a te il colpito di spada Uria l’ittita, hai preso in Signore. Quando i tuoi giorni saranno moglie la moglie sua e lo hai ucciso con la compiuti e tu giacerai con i tuoi padri, io spada degli Ammoniti”. Davide ricono- assicurerò dopo di te la discendenza usci- sce il suo grave peccato e la richiesta di ta dalle tue viscere, e renderò stabile il perdono è la commovente preghiera del suo regno. Egli edificherà una casa al mio salmo Miserere (2Sm 12,3-9). Natan ha nome e io renderò stabile per sempre il ancora un ruolo decisivo quando sventa trono del suo regno. Io gli sarò padre ed il tentativo di Adonia di succedere al egli mi sarà figlio” (2Sm 7,4-14). Quando padre Davide, e assicura la successione di Davide s’invaghì della bella Betsabea, Salomone, secondo la promessa fatta dal moglie dell’ittita Uria, soldato dell’eserci- re a Betsabea (1Re 1,11-40) to israelitico, si rese colpevole di adulte- Il profeta Gad è già presente nella vita di rio, approfittando della lontananza del Davide, quando gli suggerisce il luogo di marito in guerra contro gli Ammoniti e riparo dalle insidie di Saul (1Sm 22,5). È anche ordinò che Uria fosse posto “in Gad che propone a Davide la scelta del prima fila, dove più ferve la mischia; poi castigo, per salvare Israele dalla peste, ritiratevi da lui perché resti colpito e dopo la presuntuosa decisione regale del muoia", come avvenne (2Sm 11,2-17). censimento. Il profeta, ancora inviato da Natan, allora, si presenta al re e gli rac- Dio, ordina a Davide di comprare l’aia conta la parabola del ricco avaro e rapace, del gebuseo Arauna, di costruirvi un alta- che, per preparare il pranzo all’ospite di re e di offrire sacrifici (2Sm 24,11-25). È passaggio, non prende dal suo numeroso questo il luogo, dove Salomone costruirà gregge, bensì depreda un povero del- il tempio. l’unica agnellina, che “era per lui come Nell’attività e nella parola di questi pro- una figlia…L’ira di Davide si scatenò feti si radica la speranza del messia davi- contro quell'uomo e disse a Natan: "Per la dico, espressa anche nell’acclamazione vita del Signore, chi ha fatto questo meri- “Osanna al figlio di Davide! Benedetto ta la morte … per aver fatto una tal cosa colui che viene nel nome del Signore!” e non aver avuto pietà". Natan disse a (Mt 21,9), quando Gesù entra a Davide: "Tu sei quell’uomo! Così dice il Gerusalemme.

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L’albero della vita

ACCOLTI NELLA NOSTRA COMUNITÀ HANNO FORMATO Foglia Adele Anna UNA NUOVA FAMIGLIA Gallo Nicolò Italo Pirola Federico Alessandro e Orsi Sonia Prati Lamberto MAria Basilio Conte Federico e Cremona Elena Laura Signori Lorenzo Nagari Angelo e Olivo Silvana Onorina Zanetti Riccardo Margherita

RITORNATI ALLA CASA DEL PADRE Canetta Rosa Stella ininD Duomouomo afaffettuosamentefettuososamente nnotaota come “L“Laa ssignoraignora TarenTarenghi”ghi” Ho inincontrato,contrato, e dodovreivrei dire subito conosciconosciuto,uto, la ssignoraignora TaTarenghirenghi il 3 nonovembrevembre 191979:79: la primprimaa vvoltaolta cchehe vvennienni a celebrare iinn Duomo la MeMessassa prprefestiva.efestiva. SaSalìlì aall’alll’al- tatarere peperr la pprimarima llettura.ettura. CoConclusencluse «Paro«Parolala di Dio!»Dio!».. OOrara so ch chee a annunciarlannunciarla coconn la vvoceoce e con la vita ffuu per lleiei pari iimpegno.mpegno. PotPotreirei ddireire ddii averaverlala popoii ririvistavista per oltre un ventventennioennio ogognini matmattinatina in sasacrestia,crestia, nelnellala pepenombranombra ddell’archivio,ell’archivio, cucurvarva sui registregistriri di BaBattesimo;ttetesimo; la s suaua cacalligrafia,lligrafia, unicunicaa e incinconfondibile,onfondibile, r richiamòichiamò llaa mia atattenzionetenzione e lele confidconfidai:ai: «S«Saa cchehe nnellaella litliturgiaurgia ddelel BaBattesimottesimo ssii fa per i bambibambinini uunana preghiera che dicedice:: “S“Signore,ignore, ororaa scscrivirivi i lolororo nonomimi nenell libro dedellalla vita”? SignSignoraora TaTarenghirenghi lei scrscriveive ttantoantoanto bbeneene e coconn tantantata ccuraura i nomnomii dedeii bbattezzatiattezzati che mi pare stistiaa ffacendoacendo uunana copia del lilibrobro dedellalla vivita».ta». DDopoopo un silesilenn- zio eloeloquentequente e coconn sgusguardoardo ccommossoommosso didisse:sse: «All«Alloraora bisbisognaogna c chehe la PParrocchiaarrocchia vvadaada a dir diree ai genitgenitoriori chchee nellnellee mani di DiDioo c’è quesquestoto rregistroegistro e là si aannotanonnotano i nonomimi dedeii lorloroo figlifigli,, cconon il BaBattesimo».ttesimo». Quel giorngiornoo nnacqueacque nnellaella pparrocchiaarrocchia ddelel DuDuomoomo la coconsuetudinensuetudine delldellee vvisiteisite alle famiglifamigliee peperr la ppreparazionereparazione ddelel BatBattesimo.tesimoimo. PrimPrimee incaincaricatericate di ququestaesta mimissionessione furono RRosaosa TaTarenghirenghi e AngAngelaela FeFerreriorrerio cche,he, la sera dedell 3 nove novembrembre 1979 in DuDuomoomo avavevaeva proclproclamatoamato l laa ssecondaeconda lelettura.ttura. La calligcalligrafiarafia nitida e ststraordinariaraordinaria ddeiei reregistrigistri parroparrocchialicchiali delldellaa fine ddelel sesecolocolo sscorcor- so cocontinueràntinuerà a suscsuscitareititare in chchii dovrà consuconsultarliltarli cucuriositàriosità e ssorpresa…orprpresa… ma io ssoo chchee lala ssignoraignora TareTarenghinghi ora è inintentatenta a verificare se llaa ccopiaopia tterrenaerrena sscrittacritta ddaa leleii cocorr- risprispondeonde sesemprempre aall registregistroro iimmutabilemmutabile chchee è nellnellee manmanii ddiiDi DDio.io. DoDonnDn DDinoino

Sonia Orsi e Federico Pirola

Duomo di Monza 7 ottobre 2010

«Fate del lavoa vostra vita un capolavoro».

La frase di Giovanni Paolo II che chiudeva il vostro libretto di matrimonio sia anche l’augurio da tutta la redazione del Duomo per la vostra nuova vita insieme.

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Autorizzazione del Tribunale di Monza 3 settembre 1948 - N. 1547 del Reg.

Direttore responsabile: MICHELE BRAMBILLA Edito da Parrocchia San Giovanni Battista - Monza

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IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE IL DIRITTO FISSO DOVUTO