PREMESSA Sul Nostro Territorio Abbiamo La Fortuna Di Custodire
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Iubilantes_Carate_1b.qxd:GusmeoMatteo(1b).qxd 14-12-2009 15:43 Pa PREMESSA Sul nostro territorio abbiamo la fortuna di custodire tante bellezze artistiche. Abbiamo imparato che non dobbiamo darle per scontate anche se sono da sempre sotto i nostri occhi. Sono molti coloro che con ri- spetto e amore ne hanno cura: anche noi, nella convinzione che pro- muovere e diffondere la conoscenza delle memorie che i nostri Magistri ci hanno lasciato sia il mezzo più efficace per salvaguar- darle e tramandarle alle generazioni future. Da anni l’Associazione Iubilantes propone queste chiare e utili gui- de monografiche che illustrano il territorio: Comunità Montana Lario Intelvese e Comune di Carate Urio sono quindi orgogliosi di poter pubblicare questo opuscolo dedicato a S. Marta, piccolo men- tore della Bellezza dell’Arte. Oscar Gandola Daniele Maggi Presidente COMUNITÀ MONTANA Sindaco di CARATE URIO Lario Intelvese È bello sostare a S. Marta ed entrarvi, con la capacità di leggere le trac- ce storiche ed artistiche che il Santuario custodisce: è l’intento di que- sto strumento offerto al visitatore, perché la “visita” sia occasione per un incontro con la Storia, l’Arte e la Bellezza. Se visitando S. Marta si viene colti dalla percezione della «scossa» della bellezza (Platone), suggerisco di non trascurare l’occasione di riconoscervi il segnale per mettere le ali verso l’Alto. «L’umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vi- vere, perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo» (F. Dostoev- skij). L’espressione è certamente paradossale: il mondo rischia di cam- biare il suo volto a causa dell’opera poco saggia dell’uomo, che anzi- ché coltivarne la bellezza, sfrutta senza coscienza le risorse del piane- ta a vantaggio di pochi e non di rado ne sfregia le meraviglie naturali. La via della bellezza, oggi più che mai, può restituire speranza laddo- ve questa sembra non avere più posto. La bellezza è cifra del Mistero e richiamo al trascendente. Il portale che si sta per oltrepassare non conduce solo dentro la chiesa di S. Marta e ai suoi tesori: conduce ver- so il Mistero. «Arte significa: dentro ogni cosa mostrare Dio» (H. Hes- se). Oltre questo portale e tutto intorno si offre la possibilità di inizia- re un altro itinerario e ascoltare un altro bel racconto, non più fatto di date e di note stilistiche. È il racconto del tesoro più grande della Chiesa: il Signore Gesù. Per questo la Chiesa ha avuto bisogno del- l’arte. Contemplando nella sala della Confraternita Cristo chino sui piedi di Pietro è possibile coglierne il cuore: è l’icona dell’Amore di Dio, chinato verso ciascuno nell’atto di dire “ti voglio bene”. Auguro a tutti una “bella” visita. Don Maurizio Uda Parroco di Carate e di Urio 1 Iubilantes_Carate_1b.qxd:GusmeoMatteo(1b).qxd 14-12-2009 15:43 Pa RAGIONI E CRITERI Il Lario, è noto, costituisce un naturale asse di percorrenza nord- sud, con funzione di cerniera fra le regioni alpino-retiche e la pia- nura padana. In età romana, con l’espandersi verso nord delle con- quiste e dei confini, questo asse si strutturò come una vera direttri- ce di traffico, costituita, innanzi tutto, dalla naturale via lacustre e poi, dall’età imperiale, con funzione di raccordo degli antichi sen- tieri e di supporto/collegamento locale, dalla via di terra solo mol- to più tardi chiamata Strada Regina (ovvero ‘strada regia’, via sel- ciata principale, pubblica, documentata per la prima volta con tal nome nel 1187). Insieme, la via d’acqua, via dei naviganti, dei soldati e dei mercanti, e la via di terra, adibita ai traffici locali, carrabile, mulattiera o pe- donale, costituirono un vero e proprio “sistema Lario”, su cui si dif- fusero anche le linee forza della nostra cultura, e, più ampiamente, della cultura europea: il cristianesimo, il monachesimo e il grande linguaggio architettonico e artistico del Romanico. A questa nuova guida monografica trilingue, che prosegue la col- lana avviata da IUBILANTES nel 2002 e dedicata ai luoghi del sacro in territorio lariano, affidiamo il compito di riprendere la trattazio- ne delle chiese romaniche della antica Strada Regina, già compiu- ta in territorio altolariano, e di estenderla, qui per la prima volta, al- le chiese romaniche del territorio lario intelvese; territorio che, gra- zie ai suoi Magistri Comacini, fu culla e centro propulsore del lin- guaggio stesso del Romanico. Sono mantenute le scelte editoriali della collana: la funzione di agile documentazione, capace di offrire un’informazione essenzia- le ma esauriente ed aggiornata sui monumenti visitati, la biblio- grafia essenziale, la gratuità della distribuzione, la destinazione ad un pubblico europeo, l’interesse per le tradizioni locali, l’impegno a rendere vivi chiese e santuari inserendoli nel tessuto delle ragio- ni storiche, geografiche e devozionali che ne hanno determinato la nascita. Ringraziamo Silvia Fasana, autrice dei testi, l’architetto Giorgio Costanzo, autore delle foto e del progetto grafico, Barbara Taroni e Anna Spinelli per l’assistenza operativa e tutti quanti hanno col- laborato alla realizzazione del presente opuscolo. Ma soprattutto ringraziamo Regione Lombardia, Provincia di Como e Comunità Montana Lario Intelvese, che condividono e sostengono con con- tinuità il nostro impegno nella rivitalizzazione dello straordinario patrimonio d’arte, fede e tradizioni delle terre lariane. Ambra Garancini Presidente IUBILANTES Organizzazione di Volontariato Culturale ONLUS 2 Iubilantes_Carate_1b.qxd:GusmeoMatteo(1b).qxd 14-12-2009 15:43 Pa 1. IL PAESE DI CARATE URIO Aggrappati al pendio dei monti Poncione della Costa, San Bernardo e Colmegnone, sulla sponda occidentale del ramo comasco del Lario, i due borghi di Carate Lario ed Urio, uniti in un solo Comune dal 1927, hanno mantenuto fisionomie ben distinte, pur nella loro contiguità. Il centro storico di Carate, dal sapore antico, con gli stretti vicoli a sca- linata, si stringe attorno alla Parrocchiale dei Ss. Giacomo e Filippo (già dell’Assunta), eretta nel 1537 forse sui resti di un edificio prece- dente; più volte rimaneggiata, è impreziosita da stucchi e affreschi set- tecenteschi. Nella sovrastante località di Olzavino sorge l’oratorio di S. Rocco con il bell’altare seicentesco. Al confine con Laglio, sulla stra- da che costeggia il lago, è la chiesetta di S. Giuseppe, con facciata neo- gotica, edificata nel 1901. Sul monte San Bernardo, sovrastante il pae- se, la chiesetta omonima è meta di pellegrinaggi fin dal secolo XVII da parte delle comunità del Basso Lario. Carate: la parrocchiale vista dal lago A sud di Carate si affaccia sul lago Urio, noto per le sue splendide vil- le, tra cui il “Castello” seicentesco, ora sede di un Centro Internazio- nale che svolge attività culturali, scientifiche e religiose ispirate al messaggio di San Josemarìa Escrivà, fondatore dell’Opus Dei. La vi- cina Parrocchiale dei Ss. Quirico e Giulitta conserva dell’originaria struttura romanica il campanile, risalente alla metà del XII secolo; il re- sto è stato più volte oggetto di pesanti rimaneggiamenti. La sovrastan- te frazione di Cavadino ha mantenuto quasi intatto il nucleo antico, con la chiesetta di S. Antonio abate, che conserva una pala settecentesca della Natività. Dall’abitato una mulattiera conduce al Santuario della SS. Trinità di Pobiano, in posizione panoramica, definito nel 1932 dal vescovo Alessandro Macchi «un lembo di Cielo in terra». La leggen- 3 Iubilantes_Carate_1b.qxd:GusmeoMatteo(1b).qxd 14-12-2009 15:43 Pa da narra come gli abitanti di Cavadino, al tempo della peste del 1630, riscoprissero in questo luogo i resti di un’antica cappellina con un di- pinto trecentesco raffigurante la Trinità. Per salvare dalla rovina l’im- magine sacra, l’avrebbero trasportata nella chiesa della frazione, ma durante quella stessa notte il muro con l’affresco sarebbe ritornato a Po- biano per intervento divino. 2.0 LA CHIESA DI S. MARTA 2.1 STORIA «Chi dalla Parrocchiale di Carate Lario ascende trasversalmente il monte ad ovest, s’incammina per una abbastanza comoda via mu- lattiera cordonata […] ed indi trova una leggiadra cappelletta, sus- seguita poi a piccoli intervalli ad altre di ordine toscano […] per ri- cordare ai divoti le stazioni della Via Crucis. […] Finalmente a som- mità del colle, ecco stendersi un opportuno piazzale […] di fronte si alza il Santuario di Santa Marta […] il sacro edificio sta a cavalie- re di alta rupe che si sporge a mò di prominenza, e domina quindi il primo e secondo bacino del Lario. Oh il magnifico panorama che si contempla! Che ridenti contorni! Che quadro piacente, variato, pit- toresco!». Così si esprimeva don Pietro Buzzetti (nipote di don Lui- gi Guanella) nel 1901 nel suo opuscolo “Il Santuario di Santa Marta a Carate Lario”. In effetti la chiesa dei Ss. Nazario e Celso, più co- nosciuta come S. Marta, è situata in una posizione altamente pano- ramica, tra il verde della vegetazione e l’azzurro del lago, accanto al cimitero di Carate. Un’affascinante ipotesi fa risalire la consacrazione della prima chiesa al 1095, ad opera di papa Urbano II, in viaggio verso Clermont Ferrand in Francia, dove lanciò l’appello per la Prima Crociata. Non ci sono prove documentarie di tale ipotesi, ma alcune testimonianze dell’epo- ca attestano il passaggio di papa Urbano II, cluniacense, da Nesso, do- ve era sepolto il vescovo Rainaldo collaboratore di papa Gregorio VII e grande sostenitore della riforma di Cluny. Il legame fra Nesso e Ca- rate era strettissimo, perché la chiesa dei Ss. Nazario e Celso (poi S. Marta) era allora compresa nella Pieve di Nesso. Secondo lo studioso ottocentesco Vincenzo Barelli l’edificio era già nominato in una Bolla Papale di Alessandro III (1159-1181). L’im- pianto dell’attuale chiesa a tre navate risalirebbe ai secoli XIII - XIV, ad eccezione dell’Oratorio della Confraternita di Santa Marta, realiz- zato nella prima metà del XVI secolo, della Cappella Peverelli e del lo- cale attiguo all’Oratorio della Confraternita (che un tempo lo metteva in comunicazione con la sacrestia), ascrivibili al secolo XIX.