L’Isola Bergamasca Un patrimonio da scoprire a prima edizione del marzo 2005 indicava già chiaramente l’obiettivo di seguire e servire i nuovi ed importanti progetti che si sono sviluppati ne- L gli ultimi anni sul territorio dell’Isola. Citiamo, in particolare, il recupero di edifici storici, la realizzazione di parchi di tutela del territorio, una migliore definizione di percorsi turistici, una più ampia accoglienza ai numerosi turisti che con continuità e costanza arrivano sull’Isola per visitare Sotto il Monte Giovanni XXIII, Crespi d’Adda e non solo. Per questo abbiamo accolto con molto piacere la richiesta di PromoIsola e della C.I.B. volta a completare la nostra prima edizione con un’integrazione che com- Religiosi prendesse anche “I percorsi colleoneschi”, un aggiornamento delle informa- zioni relative all’accoglienza turistica (Enti di riferimento turistico, Agriturismo, Archeologia Industriale Ristoranti) e – novità assoluta – i “parchi divertimento del territorio”. Abbiamo messo immediatamente a disposizione la nostra ricerca originale e la Ville e Castelli nostra redazione per ottenere questa “Seconda Edizione Integrata” degli Iti- nerari di Cultura “L’Isola Bergamasca: un patrimonio da scoprire”. La nuova tiratura, di circa 7.000 copie, sarà messa a disposizione – a cura di Naturalistici PromoIsola - di tutti i Comuni e delle Biblioteche dell’Isola, dei Centri Turistici e sarà anche – e soprattutto – affidata alla più importante porta turistica del nostro I luoghi del Colleoni territorio: l’aeroporto di . Una precisa volontà di attestazione della nostra vicinanza all’Isola e ai Cittadini ITINERARI d i c u l t u ra del territorio da parte di ASICIB e del GIORNALE DELL’ISOLA.

Il Presidente ASICIB Il Direttore del Giornale dell’Isola Ivan Rota Gabriele Previtali L’Isola Bergamasca: Con il patrocinio di D Grazie alla preziosa collaborazione della Comunità dell’Isola Bergamasca e A E IZI D O della redazione del Giornale dell’Isola, che nel 2005 ha già curato e stampato N N un patrimonio la prima edizione della guida “L’Isola Bergamasca: un patrimonio da scoprire”, O E esce la seconda edizione integrata. Una guida completa che illustra la ricchezza

C del nostro territorio e che ci porta a conoscere le meraviglie dell’Isola Bergama-

E 2009-2010 Turismo S A sca, tra storia, cultura, architettura, arte, fede e natura. Sfogliando le pagine, si I T da scoprire può scoprire un ricchissimo patrimonio di bellezze e risorse proprio vicino a noi: A L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE N T E G R le chiese più belle, cariche di secoli e di fede, da S. Vittore a Terno d’Isola a San Giorgio di , da San Egidio in Fontanella a San Fermo a Grignano; Religiosi l’archeologia industriale, da Crespi d’Adda alla Filanda di Sotto il Monte, alle ’Isola centrali idroelettriche; le eleganti ville padronali, da villa Mapelli a villa Gro- ell Be d rg tà a i m n mo; i castelli di Marne e di , quest’ultimo celebre per avere dato i natali a

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o a C Bartolomeo Colleoni e l’itinerario dei possedimenti del grande condottiero nella Archeologia Industriale Bassa Bergamasca; il percorso della fede nei luoghi giovannei di Sotto il Monte

COMUNITà ISOLA BERGAMASCA ® Giovanni XXIII e dintorni; la natura e i sentieri dei parchi dell’Adda, del Brembo, PROMO SOLA del Monte Canto e Bedesco… Un viaggio unico alla scoperta delle nostre radici ASSOCIAZIONE NONI LUCRATIVA Socio - Culturale - Sportiva Ville e Castelli e del nostro patrimonio. Silvano Ravasio Naturalistici Presidente PromoIsola Progetto editoriale: seconda edizione 2009-2010 I luoghi del Colleoni novembre 2009 LECCO di Sopra Villa d’Adda Parco Parco Divertirsi imparando Regionale Abb. Fontanella dei Colli L’Isola offre, tra le proposte culturali, storiche ed artistiche, anche un iti- di nerario dedicato ai luoghi di svago e di promozione culturale: im- Brembo parare a conoscere le bellezze dell’Italia in miniatura, divertendosi presso Sotto il Monte Ponte S. Pietro Minitalia Leolandia Park; scoprire l’universo e i suoi misteri alla Torre del Calusco Giovanni XXIII Sole; rileggere la storia degli antichi lavori e degli oggetti in legno presso d’Adda BERGAMO il Museo del Falegname “Tino Sana”. Terno Solza Minitalia Leolandia Park, a , è il parco divertimen- Adda d’Isola Aeroporto to più importante della Lombardia. Completamente immerso nella natura, Milano-Orio al Serio facile da raggiungere, dotato di un ampio parcheggio, è il luogo perfetto per Bonate sotto trascorrere una giornata speciale con i propri cari. Oltre alla tradizionale BS-VE Italia in Miniatura, riproduzione della penisola italiana con i modellini Parco Chignolo d’Isola dei monumenti delle città principali in scala 1:50, il parco offre numerose A4 attrazioni inserite per la prima volta in parchi italiani, come le onde… Adda asciutte di Surf’s Up, i giri vorticosi delle Bici Da Vinci e il nuovissimo Serio percorso acquatico Le Rapide di Leonardo, un divertentissimo percorso da affrontare a bordo di gommoni. Tra musical, spettacoli, attrazioni mec- caniche, visita ad acquario, rettilario, miniature, animali della fattoria ed A4 alla Mostra di Leonardo, Minitalia Leolandia Park è l’ideale per chi vuole Capriate trascorrere una giornata diversa dal solito. S. Gervasio La Torre del Sole è un parco astronomico tra i più completi d’Ita- lia. Situato a , ha come scopo quello di rendere Trezzo fruibili le scienze astronomiche al più vasto ed eterogeneo pubblico Brembate Malpaga possibile, favorendo un’attività didattica incentrata sul coinvolgimen- s. Adda to attivo degli spettatori. La struttura consiste in: Planetario digitale MILANO SPITZ SciDome, primo installato in Italia e tra i primi 30 nel mondo, Crespi d’Adda con cupola di proiezione di 8 metri di diametro e 52 posti a sedere; Telescopio rifrattore superacromatico lineare; Eliostato a doppio controllo A4 con terna di specchi ottici piani d’intercettazione della radiazione solare; sala multimediale con 120 posti a sedere; astroshop e parco planetario.

Il Museo del Falegname “Tino Sana”, ad , rac- conta la storia del falegname attraverso la ricostruzione di botteghe legate alla lavorazione del legno dal XVII al XX secolo. Al legno si sono volute associare tante espressioni di vita popolare, dalla casa alle botteghe degli antichi mestieri. Sono inoltre esposte: le bici in legno dell’Ottocento con le loro varie evoluzioni fino ai giorni nostri; i 35 mestieri degli ambulanti a due ruote. Il museo documenta l’uso del legno nei mezzi di trasporto: dalle slitte alla barca, ai carri regionali, ai calessi, alle carrozze e all’automobile, fino ad arrivare all’aereo di Antonio Locatelli. Romano di Lombardia

Serio Adda Caravaggio Perché “Isola”?

n nome ben strano, verrebbe da dire, visto che il mare si trova a centinaia di chilometri di distanza. In realtà, una spiegazione più che esauriente ce la fornisce il Capitano della URepubblica Veneta a Bergamo Giovanni da Lezze sul finire del ’500: “Si chiama Isola per esser da due bande circondata et divisa dal Brembo e dall’Adda e dai monti. I monti sono dalla parte di tramontana, il Brembo da levante, l’angolo di Brembate di Sotto et da mezo dì, l’Adda da ponente, la quale è dil Stato di Milano con tutti i porti sono sopra; i quali sono due, che vengono nell’Isola cioè a Imbersago che è all’incontro Villa d’Adda et l’altro per mezo di Capriate et s.to Gervasio”. Un territorio “isolato” quindi non dal mare, ma dai monti a nord e da due fiumi sui lati, che confluiscono formando un grande triangolo. E considerato che l’Adda era superabile solo con i traghetti di Villa d’Adda e Capriate, il quadro appare chiaro: un lembo di pianura “tagliato fuori” dalle principali vie di comunicazione del tempo, costretto suo malgrado a vivere in una sorta di autarchia, con pesanti conseguenze dal punto di vista economico. “Qui non vi sono trafichi né mercantie, le persone sono povere lavoradori da terre et bracenti, quali non raccogliono a pena grani per il loro vivere”. Niente “traffichi né commerci”, quindi, ma solo il duro lavoro della terra. Non doveva essere facile la vita degli 8.505 abitanti dell’Isola dell’anno 1596, suddivisi in 1.772 famiglie (ogni nucleo famigliare contava quindi quasi cinque elementi). Col passare dei secoli cambiò poco o nulla, e all’inizio dell’800 troviamo una situazione non molto diversa: mentre il Brembo era superato da alcuni ponti (Briolo, e Bremba- te) facilitando i commerci, non altrettanto poteva dirsi per l’Adda, la cui profonda gola costituiva ancora un ostacolo insormontabile, obbligando a utilizzare i lenti traghetti. All’epoca, la viabilità dell’Isola si basava su due “strade maestrali non postali”: dopo un tratto in da Bergamo fino a Ponte San Pietro, una raggiungeva Capriate e il traghetto per Trezzo, mentre l’altra si portava a Villa d’Adda e al traghetto di Imbersago. Naturalmente non dobbiamo pensare alle strade come le intendiamo oggi, quanto piuttosto a stradine campestri, polverose col sole e fangose con la pioggia, dove transitavano nella migliore delle ipotesi dei carri. Ma qualcosa stava per cambiare: all’agricoltura stavano per affiancarsi altre attività produt- tive, in una sorta di piccola “rivoluzione industriale”. Verso la metà dell’800 ecco fiorire decine di filande, che per decenni caratterizzarono il tessuto produttivo dell’Isola. Ma il vero punto di svolta lo troviamo dopo l’unità d’Italia: nel 1877 iniziò l’attività produttiva la Legler di Ponte San Pietro e Brembate, dando occupazione, in una prima fase, a oltre duecento operai, destinati però ad aumentare notevolmente negli anni successivi. Da quel momento, l’economia dell’Isola non fu più basata solo sul lavoro dei campi, ma iniziarono a sorgere le prime industrie, favorite in seguito dalla costruzione della ferrovia Bergamo – Milano e del ponte di Calusco: finalmente, l’Adda non costituiva più un ostacolo ai commerci e agli spostamenti. Il resto è storia recente: negli ultimi decenni l’Isola ha conosciuto uno sviluppo economico a dir poco esplosivo, e oggi è una delle aree più densamente industrializzate e urbanizzate della provincia. Il benessere portato da tanto duro lavoro permette oggi di far riscoprire sul territorio quello che è il passato che ha permesso il presente e l’ambiente che si è preservato e si offre ad una rivisitazione anche in chiave turistica.

Renzo Zonca

da: Giornale dell’Isola - Febbraio/Marzo 2003 Introduzione storica...... 3 Itinerario religioso...... 9 Sotto il Monte Giovanni XXIII Abbazia di S. Egidio (Sotto il Monte) S. Vittore (Terno d’Isola) S. Giorgio (Bonate Sotto) S. Giulia (Bonate Sotto) SS. Fermo e Rustico (Grignano - Brembate) Itinerario archeologia industriale...... 25 Crespi d’Adda Centrali Elettriche Indice Filanda Fumagalli (Sotto il Monte) Itinerario Ville e Castelli...... 33 Villa Mapelli Mozzi (Ponte S. Pietro) Palazzo Furietti Carrara (Presezzo) Villa Antona Traversi (Mapello) Villa Tasca (Brembate) Castello Colleoni (Solza) Castello di Marne Itinerario naturalistico...... 45 L’Adda Il Brembo Il monte Canto I principali luoghi colleoneschi della bergamasca...... 56 Il Castello di Solza Il Castello di Malpaga Il Castello di Cavernago La Rocca di Urgnano Il Santuario della Basella di Urgnano Il Castello di Martinengo La Casa del Capitano Il Convento di Santa Chiara Il Convento di Santa Maria Incoronata La Rocca di Romano La Casa del Colleoni a Bergamo La Cappella Colleoni Informazioni turistiche...... 64 Alberghi e Bed & Breakfast...... 64 Agriturismo...... 65 Ristoranti...... 66 Divertirsi imparando

Progetto Editoriale: A.S.I.C.I.B. editore del Giornale dell’Isola Coordinamento Editoriale: Glasor - Redazione Giornale dell’Isola Testi: Andrea Mazzoleni - Glasor; Gabriele Medolago (luoghi colleoneschi) Fotografie: Associazione PromoIsola - Glasor - Foto Paolo, Carvico Progetto Grafico: RadiciStudio Stampa: Gam-Edit snc

Seconda Edizione: novembre 2009 Prima Edizione: giugno 2005 Il territorio dell’Isola risulta abitato sin dalle epoche preistoriche, come del resto tutta l’area bergamasca. Se nel capoluogo della provincia sono stati rinvenuti i resti di un villaggio risalente al 2500 a.C., la zona compresa tra il fiume Brembo e l’Adda non è da meno: ritrovamenti di insediamenti neolitici a Brembate, Bonate Sotto, Chignolo; una necropoli tombale dei secoli X-VIII a.C. a Ponte S. Pietro; una necropoli del V-IV secolo a.C. a Brembate. In quest’ultima epoca si erano formati lungo i fiumi importanti centri a Brem- bate e Ponte S. Pietro; lo stesso dicasi per Capriate e Trezzo, il che fa presup- porre già allora un passaggio dove il fiume produce un’ansa che ne rallenta 3 la corsa, proprio come oggi. Sempre a Brembate è stata ritrovata una tomba del IV secolo a.C. che testimonia gli stanziamenti dei Galli provenienti dal nord. Probabilmente anche gli Etruschi si spinsero fino alla terra bergamasca, anche se fino ad oggi non sono state trovate tracce del loro passaggio. Numerose sono invece le testimonian- za risalenti all’epoca romana: epigrafi, tombe (come nel complesso di S. Giu- lia a Bonate Sotto), monete. In varie zone è anche individuabile la centu- riazione (suddivisione del terreno), in particolare le principali strade (cardo e decumano) di numerose località. L’area dell’Isola acquista importanza come zona di passaggio dei traffici commerciali che, giungendo dal cen- tro della penisola e dall’Adriatico, transitavano per il Garda e si dirigeva- no verso la zona di Como. In questo periodo si formano i centri urbani di Terno, Suisio, Bonate Sopra. Introduzione Storica Introduzione L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

Dopo la caduta dell’impero romano, particolare Terno e Bonate Sopra) e il nord Italia viene invaso dai Visigoti, sorgono nuovi insediamenti (Locate, dagli Unni e dai Longobardi. Proprio Prezzate, Calusco, Medolago), tutti questi ultimi vi si installeranno sta- sullo schema di divisione territoriale e bilmente (VI sec. d.C.) e Bergamo viabilità ereditato dai romani. Terno acquisterà importanza e potere grazie viene scelta come sede della chiesa alla presenza di numerose famiglie plebana (vicaria) cui fanno capo tutte

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BONATE SOTTO Basilica di S. Giulia

guerriere. Nel 774 cade il regno Lon- le altre chiese dell’Isola. Verso la fine gobardo e inizia quello degli impera- del secolo XI i benedettini dipendenti tori Franchi: le aristocrazie (sono loro dall’abbazia francese di Cluny fonda- membri i conti, e in seguito i vescovi) no i monasteri di Pontida e Fontanel- continuano a mantenere il potere che la. Anche a Calusco viene fondato il lentamente diviene sempre più a ca- monastero della SS.ma Trinità de Vir- rattere locale, e porterà dopo il Mille gis, che sopravvive solo pochi decenni. alla formazione dei liberi comuni. Nelle città maggiori il potere viene Nel frattempo nell’Isola si sviluppa- gestito da aristocratici fedeli all’im- no i centri abitati già presenti (in peratore oppure dai vescovi fedeli al INTRODUZIONE STORICA papato; dopo la sconfitta a Legnano i bergamaschi, non solo per quanto di Federico I detto il Barbarossa, le riguarda i mercanti, ma anche per lo nobiltà locali e le corporazioni cit- scambio fecondo di artisti, artigiani, tadine prendono le redini del potere uomini d’arme e nobili. Bartolomeo e formano i comuni che, sotto va- Colleoni, nativo di Solza, per vent’an- rie forme, governeranno ognuno sul ni è il comandante generale delle forza proprio territorio fino al Trecento. di terra della Serenissima. Molto resta Anche Bergamo segue questa sorte, di quei secoli di pace e progresso, a e comuni sorgono anche in centri cominciare dalle possenti mura di minori come Villa d’Adda e Calusco. Città Alta, edificate proprio dai veneti. In questo periodo rinascono le colti- Il loro dominio si interrompe solo per vazioni in campagna e vicino alla città un breve periodo (1509-1516) in cui e le prime forme di artigianato di base Bergamo viene dominata in sequenza industriale che sfruttano la forza delle da Francesi e Spagnoli. Per quanto ri- acque del Brembo. Anche i commerci guarda l’amministrazione, il territorio acquistano nuovo vigore, e si procede viene diviso in vicariati, podesterie e ad un ammodernamento della rete quadre. I primi due erano relativi alle stradale. valli, che godevano di una relativa 5 Dal Duecento si inaspriscono le con- autonomia, le ultime riguardavano la troversie fra i nobili cittadini per il pianura, che restava invece maggior- potere, sotto le bandiere di Guelfi mente legata alla città. Ogni singolo (sostenitori del clero) e Ghibellini, comune è governato dall’assemblea che sfociano in vere e proprie faide, dei capifamiglia (o dei maschi adulti) con devastazioni, saccheggi e suc- che elegge i propri rappresentanti cessive ritorsioni, coinvolgendo gran ufficiali (consoli e sindaci). Anche parte della popolazione. A seguito di la Quadra dell’Isola, come le altre un lungo periodo di lotte (interne e amministrazioni locali, è governata non), la bergamasca passa dal 1332 da un consiglio (che in realtà ha sotto il dominio dei Visconti di Mila- poteri limitati) cui partecipano i rap- no, che lo mantengono con durezza e presentanti di ogni comune, e da un brutalità per quasi un secolo. In que- sindaco generale eletto dagli stessi. sto periodo il territorio in questione Della Quadra fanno parte i comuni di: comincia ad essere organizzato in Ambivere, Bonate di Sopra, Bonate di distretti, di cui uno era appunto la Sotto, Brembate di Sopra, Calusco, zona dell’Isola. Il periodo dei Visconti Capriate, Carvico, Cerro e Bottanuco, termina con il passaggio di Bergamo Chignolo, Filago, Grignano, Locate, alla Repubblica di Venezia nel 1428 Madone, Mapello, Marne, Medolago, (precedentemente vi era stata anche Ponte San Pietro, Presezzo, Prezzate, una parentesi di governo Malatestia- San Gervasio, Solza, Sotto il Monte, no, dal 1408 al 1419). Suisio, Terno, Villa d’Adda. A fine Un rapporto strettissimo e positivo si Cinquecento la popolazione dell’Iso- instaura ben presto tra i veneziani a la ammonta a circa 8.500 persone, L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

per lo più braccianti agricoli. Sempre importante è la via di comunicazio- ne est-ovest, che collega la capitale veneta al Ducato di Milano tramite il passaggio sull’Adda a Capriate e il traghetto di Villa d’Adda - Imbersago. Nel corso del Seicento e del Sette- cento la situazione rimane sostan- zialmente stabile, tranne che per la terribile peste del 1630 che decima la popolazione; alcuni paesi ne restano spopolati: numerose sono ancor oggi le cappellette votive e tribuline sparse per il territorio erette sui luoghi delle sepolture comuni. Il dominio veneto ha termine nel 1797: la città di Bergamo insorge e 6 decide di offrirsi spontaneamente alle truppe francesi di Napoleone Bonaparte che attraversano il nord Italia per diffondere la rivoluzione. senza le proteine della carne, porta ad Gli abitanti di alcune valli si ribellano ammalarsi di pellagra). e tentano di scacciare i rivoluzionari, Dopo il tramonto del Regno d’Italia ma vengono sconfitti. Nessuna ban- napoleonico, nel 1814 la Lombar- da armata dell’Isola partecipa a tale dia viene assegnata all’Impero degli tentativo. La successiva amministra- Asburgo d’Austria: la struttura am- zione pubblica suddivide il territorio ministrativa locale viene mantenuta, in cantoni: come di consueto uno anche se i distretti vengono ridimen- è appunto quello dell’Isola, di cui sionati (l’Isola torna alla sua esten- fanno parte i comuni già citati, cui si sione tradizionale). Verso la metà del aggiungono ed alcuni comu- secolo si intensifica notevolmente la ni della sponda orientale del Brembo. coltivazione del gelso e l’industria La zona è omogenea, caratterizzata serica (sorgono più di 30 fra filande e dalla piccola proprietà agraria col- filatoi) e, favoriti dalla viabilità sem- tivata da mezzadri e dallo sviluppo pre importante e ben organizzata, si della manifattura della seta; in ge- comincia ad esportare seta grezza a nerale la situazione economica della Lecco, Como e Milano. zona è da considerarsi buona, anche Il periodo risorgimentale è turbolento se la popolazione resta povera. L’ali- in terra bergamasca, come in tutta la mento principale è la polenta, che penisola: anche qui i venti di gradualmente ha sostituito il pane libertà che animano tanti patrioti ita- (ma, assunta come unico alimento liani. La città insorge nel 1848 e anche INTRODUZIONE STORICA nel 1849 contro il dominio austriaco, nel 1877 e in breve tempo diventa una ma viene ricondotta all’ordine con il delle produttrici di tessuti in cotone pugno di ferro e i processi, cui seguono più importanti d’Europa; negli stessi fucilazioni e impiccagioni. Nel 1859 anni Cristoforo Benigno Crespi inizia Garibaldi con le sue truppe di cac- la costruzione del suo stabilimento ciatori delle alpi passa per la Val San di Capriate, che in futuro diverrà il Martino (a nord dell’Isola) diretto a villaggio operaio di Crespi d’Adda. Bergamo. A Ponte San Pietro ha luogo In generale le condizioni di lavoro di una battaglia con le truppe austriache, operai ed operaie sono dure, ma un che in seguito lasciano la città di Ber- lavoro in fabbrica permette di avere gamo ormai in rivolta. Da Bergamo, le un reddito sicuro e di usufruire di truppe garibaldine scendono in Liguria agevolazioni alimentari e sanitarie. dove si preparano a salpare per la Spe- dizione dei Mille in Sicilia: numerosi ber- gamaschi ne fanno parte, tra cui 4 nativi 7 dell’Isola. Dopo l’Unità d’Ita- lia, centro dell’am- ministrazione locale dell’Isola è Ponte San Pietro, a confer- ma del ruolo centra- le assunto nel tempo dal paese; da qui alla fine del secolo, anche la viabilità di tutta la zona farà ri- ferimento a questo fulcro e importante nodo di scambio: il mercato mensile che vi si teneva, di- venta settimanale a partire dal 1870. Si assiste al deciso sviluppo delle indu- PONTE S. PIETRO strie tessili: la ditta Villa Mapelli Mozzi Legler di Ponte San Pietro apre i battenti L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

L’agricoltura perde l’importanza che stribuiscono viveri dopo aver scacciato aveva in origine come maggior for- i tedeschi occupanti. ma di sostentamento, anche se ogni La ricostruzione è lenta, e negli anni operaio tende ad avere un proprio Cinquanta 12 comuni dell’Isola ven- orticello per garantirsi i beni primari. gono dichiarati “area depressa” e Le successive vicende dell’Isola sono favoriti da agevolazioni fiscali. In tal comuni a quelle di tutta la terra ber- modo trova terreno fertile l’industria gamasca. Numerosi sono i giovani chimica e meccanica di origine mi- che partono per la guerra, dalla Cam- lanese ed internazionale, che contri- pagna d’Africa alla I guerra mondia- buisce allo sviluppo economico della le, senza far ritorno. L’avvento del zona, al progressivo abbandono delle fascismo porta con sé le consuete coltivazioni e ad un aumento dell’ur- problematiche di accettazione di un banizzazione. Anche la popolazione regime dispotico, e dopo il 1943 pa- aumenta costantemente. recchi sono i giovani che vanno ad Oggi l’Isola bergamasca è formata da ingrossare le file dei partigiani. Le 21 comuni: Ambivere, Bonate Sopra, leggi razziali non risparmiano la zona: Bonate Sotto, Bottanuco, Brembate, 8 gli ebrei vengono deportati nei campi Brembate di Sopra, Calusco d’Adda, Sotto il Monte di concentramento nazisti. Gli aerei Capriate San Gervasio, Carvico, Chi- Giovanni XXIII alleati bombardano frequentemente il gnolo d’Isola, Filago, Madone, Ma- territorio, in particolare le fabbriche e pello, Medolago, Ponte S. Pietro, Pre- Abbazia di S. Egidio la linea ferroviaria a Ponte San Pietro. sezzo, Solza, Sotto il Monte, Suisio, La liberazione avviene anche qui nei Terno d’Isola, Villa d’Adda. Insieme S. Vittore giorni 25-26 aprile 1945, con il pas- formano l’ente sovracomunale della saggio delle truppe americane che di- “Comunità dell’Isola bergamasca”. Chiesa di S. Giorgio

Basilica di S. Giulia

SS. Fermo e Rustico Sotto il Monte Giovanni XXIII

Un itinerario religioso attraverso l’Iso- la bergamasca non può che partire da Sotto il Monte, il piccolo paese alle pendici meridionali del Monte Canto, al confine settentrionale dell’Isola, che diede i natali a Angelo Giuseppe Roncalli, divenuto papa nel 1958 col nome di Giovanni XXIII. Ormai tutto qui parla del “Papa Buo- no”: non solo le chiese legate alla sua vita, o il museo di Ca’ Maitino, o la cascina dove nacque, ma anche al- cune vie comunali hanno nomi quali Sotto il Monte “Viale Pacem in Terris” oppure “Piazza 9 Giovanni XXIII Mater et Magistra” le famose lettere encicliche del pontefice bergamasco, Abbazia di S. Egidio a dimostrazione di quanto ci si senta orgogliosi che un personaggio di tale importanza sia venuto da un comune S. Vittore tanto piccolo. La visita ai luoghi giovannei comin- Chiesa di S. Giorgio cia dalla Casa Natale (via Brusicco 42): qui il 25 novembre 1881 nacque Basilica di S. Giulia Angelo, quarto di tredici figli. Oggi si presenta come una tipica cascina SS. Fermo e Rustico contadina, con una grande porticato, scala e terrazza a loggiato in legno. Le stanze al piano superiore sono spoglie, con gli arredi originali delle camere da letto dei genitori e delle so- relle, alcuni ricordi del pontefice (zuc- chetto, abiti, fotografie) e la scrivania dove iniziò “Il giornale dell’anima”, il suo diario. Si può immaginare ancora il piccolo Angelo giocare nel cortile o sedere al povero desco familiare. La casa è oggi gestita dai padri del vi- cino Pime - Pontificio Istituto Missioni Itinerario Religioso L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

Estere, un seminario per missionari voluto dal papa nel 1963, ed è libera- mente visitabile tutto l’anno. Non lontano si trova S. Maria in Brusicco, piccola chiesetta risalente al 1450. Fu la parrocchiale di Sotto il Monte fino agli inizi del Novecento quando venne costruita quella attua- le, più grande. Originariamente era in stile romanico con archi gotici; l’altare maggiore e quello sinistro vennero aggiunti nella prima metà dell’Otto- cento. Sulle pareti, resti di affreschi cinquecenteschi. Qui papa Roncalli venne battezzato lo stesso giorno del- la nascita (all’interno è ancora conser- Sotto il Monte Giovanni XXIII vato il fonte battesimale) e celebrò la Casa natale 10 sua prima messa da sacerdote. La sua di Papa Giovanni XXIII essenzialità ancora oggi offre al visi- tatore un momento di raccoglimento spirituale. La precedente chiesa parrocchiale era dedicata a S. Giovanni Battista ed era situata sul colle S. Giovanni, verso il monte Canto. Originaria del XIV secolo, perdette il titolo di par- rocchiale perché situata in posizione scomoda da raggiungere e nel 1904 venne demolita. Parte del materiale di demolizione venne utilizzato per la costruzione dell’attuale parrocchiale. Ancor oggi si può notare, guardando il monte Canto, la torre campanaria, ricavata da una precedente fortifica- zione del X secolo. Volendo, è raggiun- gibile a piedi percorrendo una mu- lattiera che parte da Ca’ Maitino; da questo luogo tranquillo si dominano tutto il paese e la pianura dell’Isola. Imperdibile è poi il museo di Ca’ Mai- tino. La grande casa, costruita a fine Settecento dal capostipite dei Roncal- ITINERARIO RELIGIOSO

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Sotto il Monte Giovanni XXIII S. Maria in Brusicco

Sotto il Monte Giovanni XXIII Torre sul colle S. Giovanni L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

li, Martinus, originario della valle Ima- gna, venne progressivamente abbellita passando di proprietà in proprietà. Papa Giovanni trascorse sempre qui Sotto il Monte Giovanni XXIII Museo di Ca’ Maitino le vacanze estive dal 1925 al 1958, immerso nella tranquillità e nella pace della sua terra d’origine. I baroni Scot- ti Guffanti e lo Stato Italiano, proprie- tari nel 1959, la donarono al Papa che la affidò alle suore Poverelle del Beato Palazzolo che la restaurarono e la trasformarono in museo e tutt’ora la gestiscono. Si possono ammirare pre- gevoli affreschi, quadri e doni ricevuti dal Pontefice a Roma e durante i suoi precedenti incarichi a Bergamo, in Bul- garia, in Turchia, in Francia e a Vene- 12 zia. Numerosi sono gli oggetti perso- nali appartenuti a papa Roncalli: indu- menti, onorificenze, documenti, scritti autografi, foto di famiglia, mobili. La parte più coinvolgente è la visione del letto in cui morì in Vaticano nel 1963, così come gli arredi della sua Cappella Privata fatti giungere a Sotto il Monte da mons. Capovilla, segretario perso- nale di Papa Giovanni che in questa casa ancora vive e mantiene intatto con grande coinvolgimento emotivo il ricordo del grande uomo riconosciuto “beato” il 3 settembre del 2000. Nel garage viene custodita persino l’Opel Kadett utilizzata durante il patriarcato a Venezia. Per tutti gli orari di apertura, fare riferi- mento alla Pro-Loco: tel. 035.790902. Sotto il Monte Giovanni XXIII Interno Abbazia di S. Egidio ITINERARIO RELIGIOSO

Sotto il Monte Giovanni XXIII Museo di Ca’ Maitino

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Sotto il Monte Giovanni XXIII Abbazia di S. Egidio Abbazia di S. Egidio (Fontanella-Sotto il Monte)

Spostandoci a Fontanella, piccola fra- zione di Sotto il Monte, raggiungiamo l’abbazia di S. Egidio: un piccolo gio- iello di storia e architettura romanica, conservato nel verde collinare del Mon- te Canto. Situata in una zona ancor oggi tranquilla e riparata dalla frenesia moderna, affascina i visitatori per la sua eleganza e l’atmosfera medievale che pervade le sue pietre. Questo piccolo monastero venne edi- ficato nel 1080 dal feudatario ber- gamasco S. Alberto da Prezzate, già fondatore del monastero di Pontida. Da subito l’abbazia venne aggregata ai benedettini e dedicata a S. Egidio, L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

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eremita e monaco francese, patrono poeta e teologo friulano, che vi fondò degli eremiti e dei mendicanti, molto un centro di spiritualità. venerato all’epoca. L’attività del mo- L’attuale complesso è dunque il risulta- nastero fu fiorente fino al XIV secolo, to di stratificazioni edilizie successive: quando pian piano si spense. Rimasto la parte più antica corrisponde alla in uno stato di stasi, cominciò a rifio- zona absidale, orientata ad est, con rire nella seconda metà del XX secolo, archetti esterni in pietra e cotto. In grazie a padre David Maria Turoldo, origine la chiesa era ad un’unica nava- ITINERARIO RELIGIOSO

e successivamente in cotto. Negli anni Cinquanta venne rifatto con la posa di pavimenti recuperati in pietra nera e rosata. Nel XV secolo la torre venne innalzata dal vescovo Gabriel. Nel corso dei rifacimenti voluti dai procu- ratori della basilica di S. Marco, venne portato all’esterno il sepolcro che an- cor oggi si trova nel piccolo chiostro situato lungo la parete meridionale della chiesa. Il coperchio tombale raf- figura Teiperga (o Teoperga), venerata fondatrice del monastero assieme a S. Alberto (probabilmente sua sorella): a lungo, fino in tempi recenti, venne confusa con un’omonima regina dei Franchi, onorata durante il medioevo. Il coperchio mostra l’effige della don- 15 na a grandezza naturale, con le mani incrociate in basso sul corpo, coperta da un mantello e adagiata su di un letto. La cassa del sepolcro, invece, porta scolpito nel centro uno stemma vescovile, dal quale si potrebbe invece dedurre la sepoltura di un religioso. Sia il coperchio che il sarcofago sono di scultura quattrocentesca. Un altro sepolcro si trova invece sul sagrato antistante l’entrata della chiesa: risulta Sotto il Monte Giovanni XXIII Abbazia di S. Egidio, dai documenti che nel 1575 si trovava corte interna e tomba di Teiperga all’interno dell’edificio; la leggenda vuole che vi sia sepolto l’antipapa Vit- tore V, sostenitore di Federico Barba- rossa e oppositore di papa Alessandro ta, e l’attuale presbiterio corrisponde III, qui ritiratosi dopo aver ottenuto il all’originale transetto sporgente. perdono della Chiesa romana; ma tale Nel XII secolo furono aggiunte le 2 na- attribuzione è molto dubbia. vate laterali coperte da capriate lignee Tra il XV e il XVI secolo furono affre- a vista, con capitelli ornati, e venne scate le pareti interne: anche dipinti eretta una prima torre, più bassa di ed affreschi suggeriscono il sovrap- quella attuale. Originariamente il pa- porsi di diversi stili. Di vero pregio vimento doveva essere in terra battuta è il polittico di S. Egidio, di scuola ber- L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

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TERNO D’ISOLA Chiesa di S. Vittore Facciata Particolare del tetto Archi interni ITINERARIO RELIGIOSO gamasca (sec. XVI), raffigurante una dell’Isola. L’attuale edificio venne co- Vergine madre col bambino, S. Sebastiano struito a partire dal 1537; ad inizio e S. Rocco (nella parte superiore), S. ’900 vennero aggiunti il campanile, Egidio. S. Agostino e S. Rocco (nella parte una parte della volta verso la facciata, centrale). La predella inferiore è pur- la zona del coro e la facciata in cotto. troppo stata trafugata: raffigurava il Anche il tetto venne rifatto con forme Cristo Morto con quattro angeli piangenti che ricordano il gotico, e vi vennero e gli apostoli. poste 18 statue che rappresentano Frutti di un restauro del ’900 sono le i protettori di Bergamo e dell’Isola. trifore e la cuspide della torre, così L’ultimo restauro è degli anni 1987-91. come la facciata attuale, divisa verti- L’interno ha una copertura a capanna calmente in tre parti e decorata con in legno con decorazioni a tempera, archetti. che si appoggia su cinque grandi archi portanti. Gli affreschi che rive- stono l’interno sono del XVI secolo. In Chiesa di S.Giorgio della parrocchiale Veduta alto, tra le finestre, sono raffigurati i patroni delle chiese dell’Isola che di- S. Vittore pendevano dalla pieve di S. Vittore. In 17 (Terno d’Isola) seguito vennero aggiunte alcune im- portanti tele del Salmeggia, del Ceresa Tornati a Sotto il Monte, ci dirigiamo e del Nazari. In particolare, curiosa la verso Bergamo per raggiungere Terno “Madonna con Santi della chiesa di d’Isola e visitarne la chiesa parroc- Bergamo” del Salmeggia, in cui si può chiale dedicata a S. Vittore. Questi scorgere la facciata dell’antica Catte- era un soldato romano appartenente drale di Bergamo, demolita nel 1561 alla stessa legione di S. Alessandro, per la costruzione delle Mura venete. patrono di Bergamo: entrambi venne- Nel ’600 venne intagliato l’altare mag- ro martirizzati a causa della loro fede giore, in legno dorato, e l’ampia nava- nel 303 d.C. ta venne arricchita con fastosi stucchi L’area su cui sorge l’edificio era già barocchi. Interessante l’organo Seras- considerata sacra nei primi secoli dopo si (una delle più importanti famiglie Cristo e tradizione vuole che vi sorgesse costruttrici di organi), del 1854. un tempio pagano dedicato alla dea La visita a questa parrocchiale, ricca Fortuna. Le ricerche hanno ritrovato e ben curata, è un piacere per la sua anche le fondamenta di un edificio bellezza e perché da dimostrazione di pubblico databile alla seconda metà come sia possibile coniugare l’effetti- del primo millennio. Dall’anno 774 è vo utilizzo per il culto con la salvaguar- testimoniata la presenza di una chiesa dia dell’arte. di una certa importanza già dedicata Per informazioni: parrocchia di Terno al martire romano: fungeva da vicaria d’Isola, tel. 035 904058. (pieve) del vescovo di Bergamo ed aveva soggette le altre parrocchiali L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

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BONATE SOTTO Chiesa di S. Giorgio, bassorilievo sul portale A destra: facciata della chiesa

come adempimento del voto fatto Chiesa di S. Giorgio per la cessazione della peste. Dal (Bonate Sotto) 1917, dopo la costruzione dell’attuale parrocchiale, venne progressivamente abbandonata, fino ai restauri degli Uscendo da Terno d’Isola, raggiun- anni Settanta - Ottanta. giamo Bonate Sotto per ammirare All’esterno è caratteristico il portale, la chiesa di S. Giorgio, uno dei rari sormontato da un bassorilievo del luoghi che riescono a presentarsi a noi 1804 raffigurante San Giorgio e il drago. esattamente (o quasi) a come erano In alto, statue sono poste a corona- stati inizialmente concepiti, e anche mento della facciata. uno dei pochissimi casi dell’Isola dove L’interno è a navata unica con volta a ammirare il barocco nella sua origina- botte; originariamente era più bassa: le completezza. venne innalzata di tre metri proba- Questa chiesa è l’antica parrocchiale bilmente all’inizio del XIX secolo. La di Bonate Sotto, ricostruita total- cupola del presbiterio è leggermente mente sopra una precedente chie- di forma ovale, con alla sommità una sa del secolo XI a partire dal 1631, piccola lanterna da cui filtra la luce ITINERARIO RELIGIOSO

dità dovuta a ripetuti problemi statici della volta. Ciò ha contribuito a man- tenere il valore dell’edificio sacro, che gli abitanti della campagna, con lavo- ro e sacrifici, avevano reso accostabile alle importanti chiese cittadine. Per informazioni: parrocchia di Bona- te Sotto, tel. 035 991026

S. Giulia (Bonate Sotto)

Sempre a Bonate Sotto, vicino al ci- mitero, troviamo la basilica di S. Giu- 19 lia, facilmente raggiungibile seguendo cartelli turistici. Questo caratteristico edificio romanico fu eretto in un luo- go considerato sacro già dall’età tar- do romana quando vi esisteva un’area sepolcrale. Su di un capitello della esterna. Ciò che però stupisce il visi- chiesa è ancor oggi conservata un’ur- tatore è come l’intera superficie delle na marmorea che conteneva ceneri pareti, della volta e delle otto cappelle avvolte in stoffa con fili d’oro, con laterali sia ricoperta di stucchi ed af- una epigrafe romana che l’attribuisce freschi dei secoli XVII e XVIII, più volte a una fanciulla di 12 anni. restaurati. Gli stucchi, su sfondi mul- La costruzione della basilica risale ticolore, rappresentano fiori, festoni, all’inizio del XII secolo, ma già nel medaglioni e angeli, e sagomano in 1370 Barnabò Visconti depredò la svariate forme le cornici degli affreschi costruzione di molte pietre che utiliz- sulle pareti. Altri affreschi decorano zò per completare l’edificazione del interamente la cupola. Le cappelle proprio castello a Trezzo sull’Adda. sono presentate ai visitatori da cop- Nel verbale della visita di S. Carlo pie di angeli, e spesso vi è indicato lo Borromeo (XVI sec.) viene ordinata la stemma della famiglia o della confra- demolizione dell’edificio perché trop- ternita proprietaria. po fatiscente rispetto alle norme sta- Negli ultimi anni si è provveduto a re- bilite nel Concilio di Trento. Il decreto staurare parte di queste decorazioni, non venne però attuato e nel 1630, a in cattive condizioni a causa dell’umi- causa dei numerosi morti dovuti alla L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

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BONATE SOTTO Basilica di S. Giulia

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peste, l’edificio in rovina divenne un 1795 vennero realizzati gli affreschi cimitero. Le messe non vi vennero più dell’abside con santi e anime nel Pur- celebrate. gatorio, a testimonianza della ormai Nel 1744 le autorità civili e religiose acquisita funzione di cimitero. di Bonate Sotto decisero di utilizza- Della basilica oggi sopravvivono solo il re alcune delle pietre rovinate per la presbiterio e le tre absidi, orientate ad costruzione di una torre campanaria. est, e la prima campata delle tre nava- Anche oggi nel basamento del campa- te. I capitelli sulla sommità dei pilastri nile si notano le pietre originarie della rimasti sono di diverso stile: floreali e basilica (in particolare una lunetta stilizzati, romanici con scene di guerra sovrastante l’ingresso, con fregio raf- o caccia, a carattere grottesco. Nella figurante un agnello con croce). Nel parte esterna, lesene verticali sono rac- L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

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cordate da archetti decorati in matto- ne. Anche le feritoie presentano piccoli SS. Fermo e Rustico archi decorativi, con mascheroni ora (Grignano-Brembate) corrosi dalle intemperie. Lo spazio relativo a quelle che un tempo erano le navate è scoperto, ed Da Bonate Sotto procediamo verso è occupato dal cimitero, racchiuso da sud, in direzione del casello autostra- parte del muro perimetrale originale. dale di Capriate S. Gervasio. Sulla L’intera costruzione è a pianta legger- sinistra troveremo una strada per mente trapezoidale. Grignano (frazione di Brembate) per Nonostante i pochi resti, la basilica di ammirare un altro notevole edificio S. Giulia rappresenta uno dei monu- romanico, che attirerà soprattutto le menti romanici più interessanti della persone cui piace andare alla ricer- provincia, e con l’annesso cimitero, ca dell’arte in luoghi inaspettati: la crea attorno a sé un’atmosfera deci- chiesa di S. Fermo e Rustico. La pic- samente suggestiva. cola costruzione si trova circondata ITINERARIO RELIGIOSO

GRIGNANO - BREMBATE Chiesa di S. Fermo e Rustico

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da antiche cascine oggi riattate ad tificate e abitate, e di conseguenza abitazioni che sembra vogliano pre- utilizzarne i luoghi di culto. Pian servarla dallo stress della modernità piano l’edificio venne abbandonato, così come dall’incuria degli uomini. rimase senza portale, e venne in parte La fondazione risale al XII secolo e la utilizzato come ricovero per animali leggenda (che risulta però infondata) e in parte come abitazione dell’unico vuole che sia stata costruita nel luogo chierico rimasto (significativamente dove i due martiri si fermarono per la chiamato “romito”). notte mentre si dirigevano a Milano Nel Seicento venne riparata la zona per essere processati. Comunque la del presbiterio, innalzando il tetto chiesa acquistò una certa importan- della navata e annettendo la nuova za nel XIII secolo, ma nel XV secolo sacrestia (1702). arrivò la decadenza, a causa dei pe- Oggi la chiesa si presenta con una renni scontri di cui l’Isola (zona di facciata più volte rimaneggiata, nella confine) fu testimone: le popolazioni quale si possono però riconoscere preferirono risiedere in aree più for- sino a metà altezza le pietre origi- L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

nali. Liberata negli anni sessanta Agli spigoli della torre si appoggiano i dagli edifici che l’avevano inglobata, contrafforti che reggono la cupola in- possiede un portale con un’originale terna. I quattro capitelli sono scolpiti immagine stilizzata di volto umano con i simboli dei quattro evangelisti; sotto l’architrave e un bassorilievo da notare anche le otto piccole men- con figure zoomorfe nella lunetta. sole con motivi geometrici o vegetali. La costruzione è in ciottoli alluviona- Nella zona absidale, dietro la pala li, tranne nei punti portanti dove si d’altare barocca, affreschi originali in nota la presenza di blocchi squadra- cui si possono riconoscere un Cristo ti. L’abside è esternamente suddivisa benedicente e i quattro evangelisti da lesene verticali in tre parti, ognuna racchiusi in forme circolari. con al centro una stretta monofora. Caratteristica l’antica vasca battesi- Il tetto originale era in ardesia; al di male, trasformata in acquasantiera. sotto della copertura in coppi attuale SS. Fermo e Rustico, anche se non è presente una fascia di archetti pen- ancora totalmente recuperata, merita sili con profili in cotto. sicuramente una visita, che è una vera L’interno è ad unica navata, con tibu- e propria scoperta. 24 rio quadrato su cui si innalza la torre. Crespi d’Adda

Adagiato alla confluenza dei fiumi Adda e Brembo, all’estremità meri- dionale dell’Isola, troviamo uno degli esempi meglio conservati di Villaggio Operaio in Italia. Arrivando a Crespi d’Adda dalla discesa che proviene da Capriate, sembra di tornare indietro nel tempo, di trovarsi fra le quinte di uno sceneggiato ambientato a fine ottocento, quando l’Italia muoveva i primi passi da nazione finalmente unificata. Proprio nel 1877 Cristoforo Benigno Crespi, industriale tessile, acquistò questi terreni e l’anno successivo vi Crespi d’Adda inaugurò una nuova fabbrica coto- 25 niera. Insieme allo stabilimento fece Centrali elettriche costruire anche quattro case condo- miniali in cui far risiedere gli operai che Filanda Fumagalli aveva trasferito qui da Busto Arsizio. Successivamente il figlio Silvio, for- (Sotto il Monte) te dell’esperienza fatta in Inghilterra, contribuì a perfezionare lo stabili- mento e ampliare il paese. Sorsero numerose villette messe a disposizione degli operai con un contratto d’affitto molto equo, nonché vari stabili per i servizi necessari al villaggio: piccolo ospedale, spaccio, scuola, lavatoio, centro sportivo, dopolavoro, cimite- ro. L’idea era quella di ridurre i disagi sopportati dai lavoratori, in modo da incrementarne il loro livello di efficien- za e di diminuire i rischi di agitazio- ne sindacale. Ogni famiglia otteneva gratuitamente la possibilità di abitare nelle case, a patto di avere almeno un componente che lavorasse all’interno della fabbrica. Durante il regime fa- scista, a causa della crisi economica Itinerario Archeologia Industriale Archeologia Itinerario L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

mondiale del 1929, lo stabilimento attraversò alterne vicende, venne ven- duto e assunse il nome di S.T.I. Per un breve periodo anche il nome del paese venne mutato in Tessilia. Dopo alcune fusioni e vendite successive, negli anni ’70 gli abitanti riuscirono ad acquistare le case, che divennero di loro esclusiva proprietà, mentre i vari servizi vennero acquistati dal Comune di Capriate o dalla Parrocchia. Oggi il villaggio si presenta perfetta- mente conservato, e il colpo d’occhio è notevole. Sulla destra, appena dopo l’entrata, sono allineati i primi tre “palazzotti” costruiti dal fondatore. Dietro, è visibile nel verde la villa dei 26 Crespi: simbolo di potere e guida della comunità, imponente, con quaranta stanze, ricorda nello stile un castello- palazzo medievale, con tanto di merli e torre. In realtà i “signori” risiedeva- dario: tutte le spese erano a carico no qui solo in occasioni particolari dei Crespi. e durante l’estate, poiché abitavano Dietro la chiesa inizia il lungo quar- stabilmente a Milano; qui soggiornò tiere di case degli operai: sono villet- anche la regina Margherita, in visita te bifamiliari su due piani, a pianta con il principe Umberto, nel 1929. quadrata, con orto e giardino: tutte Durante gli anni trenta venne uti- uguali, e caratteristiche proprio per lizzata come sede di organizzazioni questo. Nessun privilegio tra operai, fasciste e pian piano il suo ricco arre- nessuna differenza, tutti erano trattati damento andò totalmente perduto. allo stesso modo. Ricordano molto Sulla sinistra alcuni stabili relativi ai le tipiche abitazioni che ancor oggi servizi: il lavatoio, il dopolavoro e la troviamo in Inghilterra (patria della scuola, dove, oltre alle lezioni per i figli rivoluzione industriale), tutte simili, degli operai, si tenevano anche corsi senza grandi cancellate divisorie. Solo serali per i lavoratori stessi. Fra di essi le case del medico e del parroco, se- spicca la chiesa: risalente al 1893, parate dalle altre come a ricordare è una copia fedele ma ridotta della l’importanza del ruolo svolto, sono parrocchiale bramantesca di Busto posizionate in alto, sulla collina verso Arsizio. Varie erano le importanti feste l’entrata. religiose che vi venivano celebrate, cui Sul lato opposto del viale principale, accorreva gente dai paesi del circon- dopo la villa Padronale, si trova lo sta- ITINERARIO DI ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE

CRESPI D’ADDA La fabbrica L’ingresso della fabbrica Villa dei dirigenti La Villa padronale-Castello

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bilimento, suddiviso in corpi che cor- caratteristici, che nella loro uniformi- rispondono alle diverse fasi della la- tà contribuiscono a sottolineare un vorazione del cotone (filatura, reparti certo aspetto di severità. complementari, tessitura, tintoria). Di fronte, si può notare la presenza Simbolo e fulcro ne è la ciminiera che, di altri due servizi utili alla comunità: a guisa di antico obelisco, accoglieva i bagni pubblici e la piscina coperta, i lavoratori all’entrata dei cancelli entrambi gratuiti. della fabbrica. Tutti i capannoni sono In fondo al paese si trovano le uniche adornati con profili in cotto, molto abitazioni per dipendenti differenti L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

dalle altre: di costruzione più recen- altri edifici per il tempo libero. Divisi, te (anni ’20), erano riservate a capi ma uniti in un comune ideale di labo- reparto e dirigenti, a testimonianza riosa armonia. di una certa superiorità di ceto ri- Tutta la vita di una persona poteva spetto agli operai comuni. Più grandi, svolgersi qui, tra lavoro e tempo con 2/3 appartamenti a disposizione, libero: e, non a caso, l’ultima co- sono in stile anglosassone, con ele- struzione del paese, in fondo al via- menti d’architettura più decorativi, le, è proprio il cimitero. Dominato rifiniture in pietra viva e legno e cir- dal mausoleo della famiglia Crespi, condate da grandi giardini. ha una cinta muraria che sembra La disposizione delle costruzioni del allargarsi ad accogliere tutte le al- paese non è dunque casuale: da una tre tombe presenti, disponibili per parte troviamo l’abitazione dei Crespi i lavoratori e, ovviamente, tutte e la fabbrica; di fronte ad essi sono uguali. Se si desiderava una lapide posizionate tutte le abitazioni e gli differente, se ne poteva avere una

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CRESPI D’ADDA Abitazioni degli operai A destra: Veduta aerea con il fiume Adda ITINERARIO DI ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE a spese proprie, sistemata contro il tel. 02-90987191 – mattino; muro perimetrale. Associazione Culturale Nema ONLUS La coerenza generale d’impostazione tel. 338-2235497 del villaggio operaio e la sua conser- www.associazionenema.it; vazione hanno fatto sì che dal 1995 Guide di PromoIsola - tel. 035-905517 Crespi d’Adda sia entrato a far parte Gruppo Guide Città di Bergamo della World Heritage List, l’elenco del tel. 035-344205. beni dell’umanità protetti dall’Une- Un ricco e completo sito internet sco, in quanto “Esempio eccezionale consente di preparare in modo accu- del fenomeno dei villaggi operai, il rato una visita a questo Patrimonio più completo e meglio conservato del dell’Umanità: www.crespidadda.it. Sud Europa”. Notizie utili anche dal sito dell’As- Il villaggio, essendo tutt’ora abitato, sociazione delle Città Italiane Patri- è sempre visitabile. Per visite guidate: monio dell’Unesco: www.asso-citta- Associazione Culturale Villaggio Crespi - unesco.it/partecipanti/crespi.html

29 L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

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CALUSCO D’ADDA - PADERNO In alto: il canale della centrale Esterle e la centrale Semenza In basso: l’Adda visto dal Ponte S. Michele ITINERARIO DI ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE

Centrali Elettriche erano seconde solo a quelle del Nia- gara. Esternamente è costituita da un Continuando a parlare di archeologia unico corpo rettangolare, con un rivesti- industriale, una visita significativa me- mento in lastre di ceppo. Internamente rita la zona fluviale di Calusco d’Adda. presenta alla base piastrelle bianche e Qui, vicino al ponte S. Michele di nella parte superiore ghirlande e ramo- Paderno si trovano alcuni esemplari scelli stilizzati affrescati. significativi di centrali elettriche anco- La centrale Esterle di Cornate (1914) ra funzionanti, costruite tra la fine del iniziò con la costruzione di una diga di XIX e l’inizio del XX secolo. sbarramento a monte del ponte di Pa- La centrale Semenza è proprio nel derno. Un lungo canale di alimentazio- comune di Calusco, sulla riva sinistra ne (quasi 5 km) parte proprio di fronte del fiume Adda. La sua costruzione alla centrale Semenza e scorre in parte (1917) è dovuta allo sbarramento in galleria, facendo poi precipitare le delle acque presso Robbiate, che crea acque in condotte forzate con un salto un dislivello di circa 8 metri. La pie- di oltre 30 metri. L’architettura della tra locale (il ceppo) con cui è stata centrale si rifà a elementi lombardi edificata contribuisce a inserirla nel quattrocenteschi: gli intonaci bianchi 31 paesaggio circostante con un impatto contrastano con i rossi mattoni a vista, ambientale poco rilevante. i finestroni che ricordano il gotico, i L’acqua non precipita attraverso con- lampioni e le grondaie in ferro battuto dotte forzate, ma ne viene sfruttata la le conferiscono un aspetto quasi da potenza convogliandola in una lungo villa di campagna rinascimentale. bacino che la dirotta in altre 3 vasche Un riferimento merita anche la più me- profonde 9 metri, in cui sono diretta- ridionale delle centrali, la Taccani, pro- mente situate le turbine. In tal modo gettata nel 1906. Costruita anch’essa non viene sfruttato il salto, bensì la in ceppo, rivela uno stile liberty che, grande quantità d’acqua incamerata. tramite tutte le sue fenditure, gli scali- Questa centrale è l’ultima in ordine ni, le feritoie e le greche, risulta comun- cronologico, e venne creata per impie- que gradevole e inserita tra le rovine del gare l’acqua non convogliata nell’an- castello visconteo di Trezzo sull’Adda. tistante canale della centrale Esterle, Originariamente fu costruita per forni- prima che giungesse alla successiva re energia alla fabbrica Crespi. centrale di Paderno. Tutte le centrali si possono apprezzare La centrale Bertini di Paderno venne esternamente: le loro architetture, che costruita tra il 1896 e il 1898, per sop- pur passano dal neogotico al liberty, perire alla carenza di energia elettrica di sono ormai perfettamente inserite nel Milano. La diga di Paderno e il rispettivo paesaggio fluviale, quasi ne siano una naviglio vennero utilizzati come canale continuazione naturale: quell’appendi- di derivazione, da cui l’acqua arrivava ce cui l’uomo, con cognizione di causa, alle condotte forzate. Quando vennero può attingere per trarne utilità (e in installate, le turbine di questa centrale questo caso energia) senza deturpare L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

il territorio, come appunto accade qui. finestroni ad arco ne percorrono il peri- Si possono integrare le informazioni metro, illuminando l’interno. Adiacen- relative alle centrali con il percorso te all’edificio, la villa padronale. naturalistico lungo l’Adda (pag. 49). L’interno del corpo di fabbrica è so- Per chi desiderasse una visita interna brio, come già l’esterno: nessuna alle sale macchine delle varie centrali, decorazione ornamentale, né motivi è necessario richiedere un permesso architettonici particolari. Il suo vero agli uffici stampa delle ditte proprie- valore sta nella presenza dei mac- tarie (Montedison per Bertini, Esterle chinari: la grande centrale termica a e Semenza, Enel per Taccani). carbone e le varie sale industriali, in particolare il salone delle bacinelle. Qui sono perfettamente conservate le innumerevoli bacinelle per il vapore Filanda Fumagalli e le spazzole meccaniche: i bozzoli venivano immersi nell’acqua bollen- (Sotto il Monte) te per eliminare i bachi da seta che sopravvivendo li avrebbero bucati, e 32 Per vedere l’ultimo luogo proposto per ammorbidirli consentendo alle Villa Mapelli Mozzi dobbiamo recarci a Sotto il Monte, spazzole di prendere il filo da svolgere. (Ponte S. Pietro) dove si può ammirare la filanda Fu- Tutto è disposto in file ordinate, in magalli. Fra il XVIII e il XIX secolo fiorì modo da garantire il massimo rendi- Palazzo Furietti Carrara in Lombardia l’industria serica: inizial- mento degli operai: ne deriva certo (Presezzo) mente legata a metodi di lavorazione un’idea di efficienza, ma anche di manuali, assunse carattere sempre più spersonalizzazione, di ripetitività del industriale. Numerose erano le coltiva- lavoro, ben documentata da queste Villa Antona Traversi zioni di gelsi e le filande che sorgevano postazioni affiancate, tutte uguali. (Mapello) anche nella campagna bergamasca: Viste dal fondo della sala, sembrano in ogni paese ce n’era almeno una. La quasi un moderno colonnato ferroso, Castello Colleoni maggior parte di esse oggi non esiste una piccola selva di metallo simme- (Solza) più: sono state chiuse, gli stabili in- trico che si stende sotto la volta del dustriali distrutti oppure trasformati. soffitto: quasi una cattedrale dedicata Castello di Marne Perciò la filanda di Sotto il Monte rap- alla modernità. (Marne) presenta un caso raro di conservazione Come già ricordato, le filande berga- pressoché totale dell’intero stabilimen- masche scomparirono lentamente a to. Edificata probabilmente ad inizio metà Novecento e il personale addet- Novecento in località Catolari, venne to (quasi esclusivamente femminile) presumibilmente abbandonata negli dovette adattarsi ad altri lavori, in anni Cinquanta - Sessanta, come mol- fabbriche di diverso tipo. La filanda tissime altre filande lombarde. Fumagalli è una delle pochissime che Il capannone è a pianta rettangolare, conservano ancora tutti i macchinari, su cui svettava la ciminiera demolita testimoni silenziosi di un tipo di lavo- all’inizio degli anni Novanta. Numerosi ro ormai scomparso. Villa Mapelli Mozzi (Ponte S. Pietro)

La più rappresentativa ed appari- scente delle ville situate nel territorio dell’Isola è l’ormai disabitata residen- za dei conti Mapelli Mozzi, a Locate di Ponte s. Pietro. I Mozzi, condottieri e feudatari, possedevano terreni nella zona già dal XII secolo e si imparenta- rono con la famiglia Mapelli ad inizio Ottocento. Situata accanto alla strada provincia- le Bergamo – Lecco, è raggiungibile percorrendo quel che resta di un viale affiancato da pioppi. Una volta il viale Villa Mapelli Mozzi era molto più lungo (circa 1 km) e 33 (Ponte S. Pietro) raggiungeva l’attuale intersezione tra la strada che porta a Bonate Sotto e Palazzo Furietti Carrara poi Capriate e quella che si dirige da (Presezzo) Presezzo al centro storico di Ponte S. Pietro. Oggi è stato drasticamente ri- dimensionato dal tracciato ferroviario Villa Antona Traversi e dalla successiva provinciale di cui (Mapello) sopra: l’effetto scenografico di accesso alla villa risulta ridotto, ma non per Castello Colleoni questo meno efficace, rimanendo sullo (Solza) sfondo la bella cornice delle montagne. Costruita dai conti Mozzi in due ri- Castello di Marne prese (a fine Seicento e nella seconda (Marne) metà del Settecento), la villa non è stata deturpata dalla vicinanza di costruzioni moderne: rimane fedel- mente immersa nei campi ancora lavorati. Nella facciata e nell’impianto richiama notevolmente la successiva Villa Reale di Monza. Il costruttore di quest’ultima, Piermarini, probabil- mente prese spunto dalla costruzione bergamasca, e di sicuro il progetti- sta della villa bergamasca (forse G. Itinerario Ville e Castelli Ville Itinerario L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

PONTE S. PIETRO 34 Villa Mapelli Mozzi

Maironi da Ponte) era molto vicino spunto dalla facciata del Teatro alla al suddetto Piermarini: un continuo Scala di Milano (sempre del Pierma- incrocio di influenze architettoniche rini). che portarono al risultato attuale, da All’interno, lo scalone e l’atrio con tutti ammirato. soffitto a vela sono posteriori; al pia- La pianta dell’edificio è rettangolare, no superiore, decorazioni dei secoli con due ali che si prolungano verso il XVIII e XIX con stucchi, gessi e affre- viale ed alcune costruzioni retrostanti schi di tema mitologico, naturalistico, utilizzate per i lavori agricoli. Avvici- vedute e grottesche. Caratteristica nandosi, si rimane subito impressio- la camera da bagno, con dipinto un nati dall’imponente facciata in stile pergolato di rose e viti con uva ma- neoclassico, lunga quasi 40 metri. tura, illusoriamente all’aperto. L’ar- Colorata in giallo chiaro, presenta le redamento d’epoca si è conservato in cornici delle finestre e le decorazioni buono stato: sedie, divani, specchi, in giallo scuro e bianco panna (toni consolle e il bel letto con baldacchino presenti anche nella facciata mon- in seta sembrano ancora aspettare i zese). La parte più decorata è quella legittimi proprietari. centrale, con le ampie vetrate a terra, Nella parte posteriore, purtroppo i terrazzini, l’aquila sovrastante e il è andato perduto l’ampio giardino timpano con l’orologio; quest’ultimo, all’italiana che completava la nobiltà con le debite proporzioni, prende della costruzione. Ora sopravvive solo ITINERARIO VILLE E CASTELLI la vasca della fontana, all’interno del le al XV secolo, ad opera dei Furietti, grande prato rimasto. Possiamo solo mercanti e proprietari terrieri originari immaginare i divertimenti e le feste di . Gli stessi possedevano una che venivano organizzati qui, con rin- residenza anche a Bergamo, in una freschi e danze fra le siepi e i fiori, con delle zone più ricche della città (via alle spalle la villa e di fronte la natura, Pignolo). Anche nel palazzo di Presez- i campi, le montagne spesso innevate. zo i Furietti ricalcano l’impianto tipico All’estremità occidentale della villa so- delle residenze nobiliari cittadine del pravvive la cappella seicentesca a croce Cinquecento: un salone centrale con greca: presenta pregevoli decorazioni attorno sale quadrate di dimensioni settecentesche alle pareti e sulla volta, più ridotte, e uno scalone per salire così come sulla porta del tabernacolo. ai piani superiori. Una curiosità è in- Importanti nomi dell’alta società ber- vece la loggia porticato, che si apriva gamasca soggiornarono nelle stan- direttamente sull’aia interna, e non su ze di questa nobile residenza, oggi un cortile separato riservato ai nobili, vuote. Ma, data la vicinanza della come normalmente accadeva: ricorda strada provinciale, ogni giorno sono invece l’impostazione delle ville venete migliaia le persone che vi transitano e del Palladio. 35 non possono fare a meno di lanciare Negli anni ottanta del Cinquecento le almeno un’occhiata all’imponente sale del pianterreno vennero affrescate costruzione, come ad un fedele amico (probabilmente dal pittore bergama- che si è sempre certi di trovare, lungo sco Cavagna): purtroppo oggi restano il cammino della vita. integri solo i dipinti della volta del portico, con grottesche rappresentanti Visite a richiesta; rivolgersi in loco. le Virtù Teologali e Cardinali. Nelle lunette, raffigurazioni di tre stagioni: Primavera (solo la parte superiore), Estate e Autunno. Gli affreschi sono ben conservati, e ci danno un’idea del- Palazzo la bellezza dell’intero ciclo pittorico. Questo è tutto ciò che rimane. Verso Furietti Carrara il 1942 tutti gli altri affreschi vennero strappati: rimane visibile solo qualche (Presezzo) traccia, un’ombra della grandiosità che dovevano trasmettere. Fortunata- Non lontano dalla villa Mapelli Mozzi mente sono rimaste alcune fotografie troviamo un altro interessante edifi- che ci illustrano meglio il loro aspet- cio, palazzo Furietti Carrara, situato to originario. Sulla volta del salone proprio nel centro storico del comune principale, al centro, racchiuso in una di Presezzo (via Vittorio Veneto, 165). cornice, era raffigurato il “Trionfo La costruzione originale (relativa alla di Ercole fra gli dei dell’Olimpo”. parte di edificio rivolta ad ovest) risa- Intorno, sei riquadri con le Imprese L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

di Ercole, separati fra loro da rappre- sentazioni a grandezza naturale delle nove muse con il dio Apollo. Sopra ogni riquadro, ancora le Virtù Teolo- gali e Cardinali. Agli angoli della volta, putti con sfingi e stemma. Sulle pareti, finte statue di guerrieri romani dipinti con toni del giallo. Accanto al salone d’Ercole, la sala di Susanna e la sala di Giuditta. En- trambe le sale presentano solo resti minimi delle decorazioni alle pareti. Totalmente perduti (tranne che per le già ricordate fotografie) gli affreschi delle volte: rispettivamente “Susanna e i vecchioni” e “Giuditta e Oloferne”. Anche la sala di Apollo, sull’altro lato 36 del porticato, si presenta nelle stesse condizioni: sul soffitto un tempo era presente il dio sul carro del sole. Nella seconda metà del Seicento la proprietà venne ereditata dai Gualan- della volta, con la colomba dello Spi- dris, anch’essi nobili possidenti e mer- rito Santo e simboli della Passione. Le canti, che sopraelevarono il palazzo. pale d’altare e laterali, opera del set- A fine Settecento furono i Carrara ad tecento di un anonimo bergamasco, ereditare: famiglia d’origine longo- sono ora conservate nella sagrestia barda, erano parenti del conte Giaco- della chiesa parrocchiale e nella cap- mo Carrara, fondatore dell’omonima pella degli Alpini. Anche la corte inter- pinacoteca cittadina. Su disegno di na venne sistemata, con la creazione di Nicolino Caleppio, nobile di Bergamo una fontana e nuovi pilastri e capitelli, progettista di numerose ville e resi- il tutto oggi perduto. denze nel capoluogo, ristrutturarono Gli appartamenti residenziali del pri- il palazzo che da questo momento mo piano (al tempo arredati con mo- assunse la forma di ferro di cavallo. bilio settecentesco) vennero anch’essi Venne rifatta la facciata e all’interno di arricchiti con decorazioni a stucco. una sala del pianterreno venne costrui- Oggi sono conosciute come Sala Gial- to un oratorio intitolato al Santissimo la, Sala Rosa e Sala Verde, dal colore Redentore Crocifisso. Un’entrata era del soffitto. La volta della Sala Gialla prevista verso l’esterno, direttamente presenta decorazioni con volti rappre- sulla strada, per garantire l’accesso a sentanti le Stagioni e al centro il Genio tutti i fedeli. Sono ancora presenti in del Tempo, con in mano una fiaccola buono stato le decorazioni a stucco simbolo della vita. La Sala Verde ha ITINERARIO VILLE E CASTELLI

37 PRESEZZO Palazzo Furietti Carrara La loggia porticato Affresco del Cavagna com’è oggi e foto del 1942

raffigurazioni di armi, trombe e frecce Nella parte bassa della villa venne intrecciati a rami d’ulivo e alloro, per introdotta una filanda, che funzionò simboleggiare la vittoria della Pace fino a metà Ottocento. sulla Guerra. Più misteriosa è la Sala Purtroppo, nel secolo scorso iniziò Rosa: la decorazione centrale ad om- un declino che durò per tutto il Nove- brello è contornata da venti piccoli cento. Per problemi economici, alcuni tondi con profili di personaggi sco- beni e parte dei fondi vennero ceduti nosciuti (di cui tre donne). Le figure, attorno agli anni Venti. Nel 1937 an- acconciate alla maniera settecentesca, che la parte più antica venne venduta non sono state riconosciute: forse (al Comune di Presezzo, per la somma erano celebri personaggi dell’epoca, di 70.000 lire): nel documento di ces- ma è solo un’ipotesi. In altri ovali sono sione, l’ultima proprietaria si riservava presenti personaggi mitologici. Altre il diritto di asportare gli affreschi del sale del piano nobile e del pianterreno Cavagna (come appunto fece). Nella vennero affrescate con ghirlande, mo- parte finale del giardino nel dopoguer- tivi geometrici e finti stucchi di gusto ra vennero costruiti dei condomini. Lo ottocentesco. stabile è stato adibito fino al 1975 ad L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

bergamasco, apprezzarne le decora- zioni e salutare con favore l’odierna volontà di recupero.

Visite a richiesta, con percorsi orga- nizzati per scolaresche, segreteria del comune di Presezzo tel. 035 464611.

Villa Antona Traversi (Mapello)

Da Presezzo, ci dirigiamo verso il con-

PRESEZZO finante comune di Mapello e raggiun- 38 Palazzo Furietti Carrara giamo la frazione Valtrighe. Qui, in lo- Grottesche sulla volta calità , è presente una delle più della loggia significative e meglio conservate ville del Settecento bergamasco. La villa è oggi di proprietà della famiglia Antona abitazione privata e sede municipale. Traversi, di cui ha assunto il nome; se Il ritrovamento delle fotografie relative dovessimo chiamarla con i cognomi di ai perduti affreschi del salone centra- tutti gli antichi proprietari, come nelle le e la spinta dell’Amministrazione precedenti residenze trattate, dovrebbe comunale hanno permesso i lavori di essere: Villa Zanchi Finardi Stampa restauro, cominciati nel 1997. Oggi il Antona Traversi. Tanti furono infatti i complesso è adibito a zona sia resi- proprietari della costruzione. denziale che pubblica: il comune vuo- Non esiste una effettiva documenta- le adibire la parte di sua spettanza per zione risalente alla sua edificazione, accogliere attività culturali e sociali. ma dallo stile e dall’impostazione Fortunatamente negli ultimi anni si dei locali si può dedurre che risalga è assistito ad una decisiva volontà di a metà Settecento. A questo periodo recupero del fabbricato; rimane certo risalirebbe l’attuale sistemazione dei il rammarico maggiore, relativo ai per- locali e l’orientamento della villa. duti affreschi delle sale del pianterreno, Precedentemente, esistevano proba- ma la visita relativa a ciò che è rimasto bilmente solo il corpo centrale e al- vale comunque la pena di essere effet- cuni dei fabbricati agricoli; l’ingresso tuata. Si possono apprezzare e leggere principale era ad est, dove oggi c’è i diversi cambiamenti e le varie fasi co- il cortile di nord-est. La costruzione struttive di un tipico palazzo nobiliare settecentesca fu voluta dai conti Zan- ITINERARIO VILLE E CASTELLI chi, titolari ad Alzano del vicariato in cui si può davvero esclamare: Qui della Repubblica di Venezia. I veneti tutto è rimasto come allora! imponevano ai propri alti funzionari La forma è quella, ormai abituale, ad di mantenere un certo decoro, segno U; le ali sono leggermente più basse della posizione sociale ricoperta: per del corpo centrale, essendo state pro- questo motivo, nel XVIII secolo sor- babilmente aggiunte durante la siste- sero nelle campagne bergamasche mazione settecentesca. La facciata è parecchie ville patrizie. sobria ed elegante: dopo la scalinata, Attraversato il cancello d’ingresso, un porticato con balaustra in arenaria; una grande siepe alta circa tre metri più in alto, finestre corrispondenti alle separa nettamente il mondo esterno aperture sottostanti con terrazzino dal grande prato che conduce alla centrale; sopra, un rialzo del tetto con costruzione principale. La siepe è tre aperture ovali. A destra e sinistra del stata pensata e voluta proprio per cortile centrale, due corridoi colonnati nascondere alla vista le moderne co- attraversano i prolungamenti dell’edi- struzioni e fabbriche che si avvicina- ficio e portano verso i rispettivi cortili, vano sempre più: superati gli arbusti, con i fabbricati agricoli. si entra allora in un mondo che può Salendo la scalinata, si è subito affasci- 39 dirsi da fiaba: la verde distesa d’erba, nati dalla volta centrale del porticato attraversata dalla strada sinuosa che d’ingresso, affrescata come un cielo giunge alla centrale fontana zampil- azzurro. Entrati nel salone principale, si lante; il boschetto di alberi secolari rimane colpiti dagli affreschi dai colori ai lati. E, di fronte a noi, la facciata vivaci che lo decorano interamente: fin- con la sua scalinata in arenaria e le te balaustre con personaggi affacciati, ali dell’edificio che si allungano per- colonne e cariatidi, vasi, fiori, statue pendicolarmente verso l’ingresso. È la e motivi architettonici che l’arch. An- prima delle residenze che incontriamo gelini definì “di grande fantasia inven- tiva”. Sulla volta va notato in particolare il grande “Giudizio di Paride” che racconta di come il principe troiano, incaricato di scegliere a chi affida- re il pomo dorato ri- servato alla più bella fra le dee Atena, Era ed Afrodite, abbia scelto quest’ultima. Non si conoscono gli MAPELLO autori dei dipinti, e le Villa Antona Traversi attribuzioni sono di- L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

scordanti: resta comunque la bellezza e Villa Tasca l’equilibrio di queste composizioni del XVIII secolo. Oltre il salone principale, (Brembate) si accede ad un originale terrazzino che funge da ponte sulla strada retrostante Dirigiamoci infine a Brembate, dove e porta ad un piccolo giardino, contor- troviamo la villa appartenuta al colon- nato dai campi. nello garibaldino e onorevole Vittore Interessanti sono anche gli ambienti Tasca, apprezzato pittore, che l’ha del piano superiore, che fra le altre ricavata trasformando precedenti edi- presentano decorazioni a grottesche. fici di proprietà familiare. Nell’Ottocento la proprietà passò Il prospetto principale, a sud, è di alla famiglia Finardi, e in seguito disegno classico; il piano nobile pre- alla signora Stampa di Vicosoprano. senta cinque finestre, le tre centrali Quest’ultima fece costruire a fine se- arricchite da balconcini e lesene de- colo la palazzina in stile elvetico che corate con elementi militari, le due ancora oggi possiamo ammirare vici- laterali da lunette con medaglioni raf- no all’ingresso. Gli attuali proprietari, figuranti Giuseppe Garibaldi e Vittorio 40 Antona Traversi, entrarono in posses- Emanuele II. All’interno si susseguono so dei terreni nel 1947. stanze con decorazioni molto diffe- Oggi la villa è utilizzata principalmente renti (putti, stemmi, stucchi neoclas- come sede di ricevimenti, prestigiosa sici e floreali, un salottino cinese) a te- cornice per eventi nuziali e mondani stimonianza delle diverse destinazioni che fanno riecheggiare al suo interno d’uso degli edifici nel tempo: opificio, i fasti di un tempo passato, ma non colonia estiva, villa padronale. Mae- ancora scomparso. stosa e caratteristica risulta la scala elicoidale arricchita da una ringhiera Visite a richiesta, rivolgersi in loco. in ferro battuto, che conduce al primo piano; il soffitto è arricchito da stuc- chi di gusto neoclassico e le pareti da motivi geometrici. Particolarmente significativo è lo spa- zio verde che racchiude la villa, oggi parco urbano ricco di alberi secolari, con vialetti, grotte artificiali, fontane e laghetti che degradano verso il fiume. Nella parte verso il Brembo, il giardino è delimitato da una balaustra in pietra con formelle rappresentanti episodi della spedizione dei mille, sempre a MAPELLO testimonianza del legame tra il Tasca Villa Antona Traversi e il risorgimento italiano. Il Giudizio di Paride Il comune di Brembate ha acquisito la ITINERARIO VILLE E CASTELLI

è appunto nota come “castello Col- leoni”. Infatti, secondo la tradizione, nel 1395 vi nacque il famoso condottiero Bar- tolomeo Colleoni, comandante delle milizie veneziane durante il XV secolo. Chi ha visitato Bergamo almeno una volta, ha potuto ammirare nella Città Alta la stupenda “Cappella Colleoni”, luogo della sua sepoltura. A Solza tro- viamo invece l’origine di tutta la gloria che egli si seppe guadagnare. Forse chiamare la costruzione “Ca- stello” oggi è un poco azzardato, visto che ormai ci siamo abituati ad BREMBATE immaginare tali residenze ricche di Villa Tasca torri e merlature, ma in effetti l’ori- gine di ogni castello è proprio simile 41 a ciò che è rimasto a Solza: un muro perimetrale fortificato, al cui interno Villa e sta provvedendo a ristrutturar- gli abitanti dei dintorni trovavano ri- la, creandovi spazi culturali a dispo- fugio dalle incursioni dei nemici, con sizione della comunità: biblioteche, un massiccio portale d’ingresso e una il centro per la documentazione e la torre per migliorare la difesa. Questo memoria storica dell’Isola, l’audito- è quanto era presente già dal XIII seco- rium, il museo della fabbrica. lo, periodo della sua costruzione, a cui vennero aggiunti i luoghi di residenza dei proprietari. Col passare dei secoli la costruzione venne gradualmente abbandonata a Castello Colleoni se stessa. Già nel Quattrocento la tor- re era stata mozzata, e nonostante la (Solza) promessa di Bartolomeo Colleoni di ricostruirla, ancora oggi è rimasta in Continuando il nostro percorso alla ri- rovina. Alla morte del Colleoni le sue cerca delle importanti dimore storiche proprietà a Solza passarono ad una dell’Isola bergamasca, ci dirigiamo ora istituzione benefica cittadina da lui al comune di Solza. Qui, proprio nel stesso fondata. Solo nel XVII secolo un centro cittadino, non lontano dalla rappresentante della famiglia, Guardi- parrocchiale, sono presenti i resti di no Colleoni, riacquistò il castello. una antica fortificazione (molto più All’esterno, è riconoscibile il portale antica delle ville finora visitate), che in arenaria, con visibili i fori del ponte L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

to). Nel secolo XV si provvedette a fornire il complesso di mer- lature in mattoni, con un camminamento che percorreva tutto il perimetro. In questo periodo era presente anche un fossato con scarpata tutt’intorno SOLZA alla cinta muraria, Castello Colleoni, prima del restauro con il ponte levato- (Foto Paolo - Carvico) io per attraversarlo all’altezza del portale. Nei secoli successivi divenne sempre più residenza e sempre 42 meno fortezza, tramite l’apertura di diverse fi- nestre e la costruzione e sistemazione di diver- si stabili ad uso agrico- lo (stalle, magazzini): e tale destinazione d’uso rimarrà fino al defini- Interno tivo abbandono degli restaurato anni Settanta e al suc- cessivo degrado. Nel 1998 il comune di Solza ha acquistato lo stabile e ha succes- levatoio. Le mura perimetrali danno sivamente approvato un progetto di subito un’idea di possanza e stabilità, recupero per risanare la struttura, da una garanzia di sicurezza per chi deci- adibire a sede della biblioteca comuna- deva di trovarvi rifugio. Si notano, so- le e del fondo archivistico colleonesco, prattutto agli angoli, i grossi blocchi con la creazione di spazi polifunzionali originali; in alcuni punti, sono stati a disposizione per studio e incontri rimpiazzati da ricostruzioni con ciot- culturali. toli di fiume, pietre, cotto. Entrando Tale progetto, ormai in via di comple- nel complesso, a destra troviamo i tamento, è il degno ritorno alla vita resti della torre muraria: sono soprav- della storica costruzione, la rinascita vissuti due piani (di cui uno interra- di una parte importante del paese e ITINERARIO VILLE E CASTELLI dell’Isola per troppi anni dimentica- fa e ghibellina, situato nella zona di ta e lasciata a se stessa. Un tempo confine tra il Ducato di Milano e la luogo di riparo dai pericoli esterni e Repubblica di Venezia, il castello ven- dai nemici, diventa oggi rifugio per la ne praticamente distrutto all’inizio del letteratura e gli eventi culturali, zona XV secolo. Dopo qualche decennio, il di riflessione e di dialogo. senato veneto concesse ai fratelli Avo- gadro di ricostruirlo. Nel frattempo anche il borgo di Marne si era forti- ficato, assumendo un aspetto molto simile a quello odierno, con caseggiati Castello di Marne molto alti e spesse mura in pietre e ciottoli di fiume. Interessante è l’absi- Lasciato il comune di Solza, con il suo de romanica della chiesa di San Bar- particolare fortilizio, ci dirigiamo a Fi- tolomeo: è ciò che resta dell’edificio lago, e più precisamente nella frazione del XII secolo, andato perduto. di Marne, per ammirare un castello Le varie fortificazioni, anche delle abi- che ci appare oggi proprio come un tazioni, si renderanno sempre neces- tipico esempio di residenza principe- sarie nella storia dell’abitato: ancora 43 sca. La frazione è antichissima. Già nel 1705 l’intera zona veniva invasa in periodo romano era abitata, per e saccheggiata da soldati germanici. la presenza di un ponte che attraver- Solo nell’Ottocento i nobili Piatti Do- sava il fiume Brembo, facendone una nati, divenuti proprietari del castello, zona di passaggio importante per cominceranno ad adibirlo a residenza chi si recava da Bergamo a Milano. Ancora oggi i resti del Ponte Corvo (i basamenti delle arcate e in particolare il pilone centrale) testimoniano l’anti- chità di questo insediamento. Probabilmente, dove oggi troviamo il castello esisteva già una fortificazione romana: il ponte e la posizione idea- le, alla confluenza tra il Brembo e il torrente Dordo, con uno strapiombo sulle acque, consentivano una facile difesa e un sicuro controllo sulla strada per Milano. Lo stemma an- cora presente sul portale d’ingresso fa pensare ad un periodo anteriore all’anno Mille. La prima costruzione di certa docu- FILAGO mentazione risale al Trecento. Teatro Castello di Marne di numerosi scontri tra le fazioni guel- L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

di campagna, affittando l’ala nord ad quello originale, certo, ma può ben te- alcune famiglie contadine. stimoniare gli usi e costumi del tempo, A cavallo tra il XIX e il XX secolo, e far rivivere un poco dell’atmosfera l’ultima radicale ristrutturazione: ac- magica che circonda ogni castello. quistato da un ramo della famiglia E per non smentire un’aura fiabesca, Colleoni, il complesso venne affidato non mancano le prigioni: una sala alle mani dell’architetto Galbiati, che semibuia con una stretta porticina, e apportò numerose modifiche. Venne poi un corridoio sul quale si affaccia- ricostruita la parte superiore della no le celle umide. Secondo la leggen- torre d’ingresso, provvista di merli, da, da qui partiva un lungo cunicolo e vennero aperte delle finestre nella che portava alla fortificazione pre- parte esterna; vennero costruite le due sente a Grignano, fino a raggiungere attuali ali interne dell’edificio, con un poi il castello di Trezzo sull’Adda. portico al pianterreno e locali resi- Sembra che fosse accessibile fino ad denziali al piano superiore. Lo spalto inizio novecento, quando i Colleoni verso il fiume Brembo venne sistemato lo fecero murare perché pericolante ed adibito a parco. Nel complesso, si (nonché fonte di numerosi macabri 44 tentò di trasformare la fortificazione ritrovamenti...). Ma qui sfioriamo in residenza nobiliare di campagna. il mito: si racconta che quasi tutti i Durante i lavori, sotto il caseggiato castelli e le torri della bergamasca nel cortile adibito a scuderie si scoprì possiedano fantomatici passaggi una stanza scavata nella roccia dove sotterranei che avrebbero condotto vennero ritrovate monete del periodo ad altrettante fortificazioni o vie di di Bartolomeo Colleoni (XV secolo), salvezza. Per non parlare della gal- oggi al Museo Archeologico di Berga- leria che avrebbe condotto i monaci mo: questo ha fatto pensare ad una dell’abbazia di Fontanella (vedi pag. zecca. Il castello venne arredato (in 17) addirittura al monastero di Pon- particolare al piano superiore), con tida, attraversando completamente mobili quattrocenteschi provenienti il monte Canto! Forse questo di da altre dimore nobiliari in rovina. La Marne era l’unico reale... oppure no: camera da letto principale presenta chissà! un soffitto a piccoli cassettoni, pareti Di sicuro oggi c’è la presenza di un affrescate con finte stoffe e piastrelle bel castello, forse molto rimaneggia- in cotto per pavimento. Imponente è to nell’ultima ristrutturazione, ma di il letto a baldacchino, attorniato da sicuro non mancante di tradizione. una bassa panca per gradino, creden- Attualmente è residenza privata e zini, panchette intagliate, cassoni e viene spesso utilizzato per ospita- un forziere. Anche gli altri arredi sono re banchetti, specialmente nuziali. interessanti: è affascinante come que- Non sono pertanto concesse visite sto mobilio, salvato da un triste futuro private all’interno, ma a piedi si può di distruzione, torni invece a rivivere ammirare almeno l’esterno, la sua all’interno di questo maniero. Non è imponenza e il suo fascino. L’Adda In Valtellina, a 2290 metri di altitu- dine, nasce il fiume Adda. Dopo aver attraversato la città di Sondrio, si immette nel lago di Como e da Lecco prosegue il suo percorso attraverso la pianura per gettarsi, dopo 301 km, nel Po. L’Adda segna il limite occidentale dell’Isola Bergamasca che per secoli ha rappresentato una vera e propria frontiera politica tra la Repubblica di Venezia e il ducato di Milano e oggi mantiene questo carattere di demar- cazione, essendo confine tra la pro- vincia di Bergamo e quelle di Lecco e Milano. La zona nord del fiume Adda, da Lecco a Truccazzano, costituisce il L’Adda Parco Adda Nord con un estensione 45 di 5580 ettari per 54 km di percorsi Il Brembo naturali in un ambiente tutelato. Da Villa d’Adda a Capriate, il paesag- Il Monte Canto gio è un susseguirsi fiabesco di natura incontaminata, che cede spesso il pas- so a interessanti opere di archeologia industriale, e non solo. Il percorso che si propone può essere effettuato a piedi o in bicicletta. Infatti, parallela- mente al fiume, corre la via alzaia: un tempo era utilizzata per i cavalli che trainavano le barche risalenti contro- corrente. Partendo da Villa d’Adda, sulla spon- da bergamasca, immancabile è la traversata del fiume con il traghetto: si viene portati sull’altra sponda da una chiatta a due scafi agganciata a un cavo d’acciaio. L’imbarcazione non è a motore, ma sfrutta una particolare angolatura rispetto alla corrente del fiume mantenuta da un timone allun- gato. È l’unico sistema di questo tipo

Itinerario Naturalistico ancora attivo lungo il fiume, e viene L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

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fatto risalire a progetti di Leonardo ro, fitto, degli alberi che si riflettono da Vinci: è infatti identico a quello nell’acqua corrente. Carpini, castagni, che appare in un suo disegno del 1513 e anche noccioli fanno da sfondo alle conservato nella biblioteca reale di rive del fiume, che cominciano ad Windsor, in Inghilterra. alzarsi e incassarsi in una valle pro- Prendendo la via alzaia, sul lato de- fonda. Ed ecco che appare il ponte di stro del fiume, si scende verso valle, San Michele, che collega Paderno a restando colpiti principalmente dalla Calusco d’Adda. tranquillità naturale del luogo: rimane Iniziato a costruire nel 1887 dalla Of- in lontananza qualche rumore dovuto ficine Nazionali Savigliano, il ponte in soprattutto al traffico, ma sembra un ceppo supera le due alte sponde con lontano ricordo, quasi un monito del- un arco di 150 metri, ed è il primo pon- la frenesia moderna, che non è scom- te in Italia per la lunghezza dell’arco. La parsa, ma ci invita a godere appieno necessità di un ponte in questa zona la parentesi idilliaca di quest’angolo era data dall’insufficienza funzionale di paradiso. del trasporto fluviale, che ormai non Il verde domina incontrastato: quello riusciva più a reggere i traffici com- più chiaro dell’erba e quello più scu- merciali. Contemporaneo della Tour ITINERARIO NATURALISTICO

tinuare a sopportare il doppio traffico ferroviario e stradale: ancora oggi que- sta è una della più importanti direttrici di scambio fra Bergamo e Milano. A monte del ponte, la diga di Robbia- te (da dove parte il canale Edison, che porta le acque alla centrale elettrica Esterle) e la Centrale idroelettrica Semenza (per le centrali, vedi pag. 35). Un’importante iniziativa del par- co è l’istituzione, all’inizio del 2004, dell’Ecomuseo Adda di Leonardo,: nel corso della sua vita il genio risie- dette per due periodi nel milanese e fece diversi studi per rendere navigabi-

VILLA D’ADDA le il fiume: a lui è dedicato il percorso Attracco del traghetto museale all’aperto che, attraverso le tappe d’interesse turistico che anche 47 CALUSCO D’ADDA qui riportiamo, porta appunto dalla Ponte S. Michele diga di Robbiate alla centrale Esterle. Con una piccola deviazione, dal Ponte di Paderno, si possono risalire le alte rive e attraversalo in direzione Calu- sco: svoltando poi a sinistra, dopo Eiffel, è lungo 223 metri e alto 85; una ripida discesa si giunge al piccolo venne collaudato nel 1889 con varie monastero dei Verghi, riedificato sui prove, l’ultima per un peso complessi- resti di una chiesa del 1099 e dedicato vo di 600 tonnellate. Contrariamente ai morti della peste. Da un balcone a quanto creduto comunemente, il naturale, si ha una panoramica unica progettista svizzero Rothlisberger non del fiume, del canale a cascate co- si suicidò in quell’occasione, ma morì struito per consentire la risalita del tranquillamente di vecchiaia. L’opera fiume ai pesci nonostante gli sbarra- della costruzione fu imponente, con menti artificiali, e della diga Poiret 470 operai, 6200 metri cubi di pietra che presenta un ingegnoso sistema di e granito per gli appoggi, 1800 metri controllo delle acque basato su travi cubi di legno d’abete per le impal- in legno affiancate rimuovibili in base cature di servizio, 2500 tonnellate di al flusso desiderato. Oltre la diga, co- ferro e 100.000 chiodi. Gran parte del mincia un tratto di rapide che vennero materiale arrivò fin qui per via fluviale. superate creando il Naviglio di Pader- Le forme leggere del ponte, le cui tra- no, munito di chiuse per consentire la vature lasciano intravedere il paesaggio navigazione. retrostante, possono attualmente con- Ridiscesi sul precedente percorso lun- L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

go il fiume, si attraversa l’imbocco del della Rocchetta. Da lassù si gode di un naviglio tramite un ponte e si continua altro splendido panorama e si può far su di una strada sterrata che corre fra vagare lo sguardo sull’Adda che attra- i due corsi d’acqua. Il naviglio forma versa ora un tratto più roccioso: torna una serie di conche, salti che gli per- ancora alla mente Leonardo, che qui mettono di superare il dislivello, ma si ispirò per i fondali della “Vergine già dopo la prima (circa 1 km) resta delle rocce” e della “Gioconda”. praticamente asciutto, invaso da ve- Ritornando sulla strada alzaia e pro- getazione palustre. Dopo circa 1,5 seguendo, si incontrano altre conche km si giunge ad altre conche munite (Conca Grande, di Mezzo, in Adda) di chiuse (Conca Vecchia, Conca delle fino a raggiungere Porto d’Adda e la Fontane) non lontano dalla quali si centrale Bertini. Di seguito, le acque trova lo Stallazzo, antico edificio per il del naviglio tornano a congiungersi cambio dei cavalli che oggi è stato adi- con quelle del fiume; subito dopo tro- bito a punto informativo per i turisti. viamo la Centrale Esterle (entrambe le Presso un ponticello che attraversa centrali meritano almeno un’occhia- il naviglio, inizia una scalinata che ta: vedi pag. 35). 48 conduce al santuario della Madonna L’ultimo tratto ci porta fino a Trezzo,

CALUSCO D’ADDA L’Adda a monte del ponte S. Michele A destra: il fiume Adda ITINERARIO NATURALISTICO con le rovine del suo monumentale Ormai giunti alla fine, ci si può vera- Castello Visconteo e la centrale Trec- mente ritenere soddisfatti, dopo aver cani. Il castello, posto in posizione completato uno dei migliori percorsi strategica su di un alto promontorio cicloturistici italiani, quasi interamen- dove il fiume forma un’ansa, venne te pedonale/ciclabile, e così ricco di costruito da Bernabò Visconti nel XIV natura e storia. E se qualcuno vo- secolo sul luogo di una precedente lesse, attraversando il ponte verso il fortezza longobarda. Oggi ne riman- territorio di Capriate, si può prendere gono integri i sotterranei e la torre alta sulla destra una deviazione che porta 42 metri. Sul fiume è ancora visibile al famoso villaggio operaio di Crespi l’attacco del ponte, distrutto nel 1416 d’Adda (pag. 29): le strade non fini- nel corso delle guerre tra veneziani scono mai… così come il fascino del e milanesi. Nella villa padronale ac- paesaggio di questo fiume. canto al castello è stata composta la Tomba Longobarda ritrovata qui negli anni ’70. Le visite (nei festivi, da marzo a ottobre, 15-18) sono curate dalla Pro Loco (02/9092569). Il Brembo 49

Lungo 72 chilometri, il fiume Brem- bo nasce a 2914 metri dal versante meridionale delle Alpi Orobie, delimi- tando ad est, nel suo ultimo tratto, il territorio dell’Isola prima di sfociare nell’Adda. Dato il suo carattere pre- valentemente torrentizio, è caratteriz- zato da frequenti piene che nel corso dei secoli hanno contribuito a mo- dificare il paesaggio circostante, ma anche a far crollare numerosi ponti. A differenza dell’Adda, lungo il Brembo non esiste un percorso pedonale o ciclabile continuo che ne percorra le rive. Verranno descritti quindi i singoli siti di interesse raccordandoli tra loro, con un percorso che non seguirà pas- so passo le acque fluviali ma di volta in volta si snoderà attorno ad esse, allontanandosene e ritornandovi. In bicicletta, a piedi, in macchina: a voi la scelta. L’itinerario parte dal comune più set- L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

tentrionale dell’Isola: Brembate di So- costruirono il passaggio. Attraversan- pra. Qui si trova il ponte di Briolo: a do il fiume verso la frazione Briolo, si schiena d’asino, interamente in pietra prende a destra per Ponte S. Pietro. e ancora pienamente utilizzato, ven- Dopo aver percorso circa un chilo- ne costruito all’inizio del XVI secolo metro, si transita sotto l’imponente (dopo che una piena nel 1493 aveva ponte ferroviario del 1863, costruito distrutto il precedente ponte risalen- quando per la prima volta la ferrovia te al XIII secolo). Altre ricostruzioni percorse il tracciato Bergamo – Lecco.

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PONTE S. PIETRO Il Brembo e il ponte ferroviario A destra: Il ponte del 1837

vennero eseguite nell’Ottocento. Qui Per interrompere l’importante via di è presente la stazione idrometrica che comunicazione, la zona venne ripe- misura continuamente le variazioni di tutamente bombardata dagli alleati portata del fiume. La leggenda vuole durante la Seconda Guerra Mondiale, che tale ponte sia stato edificato dal ma il ponte non subì grossi danneggia- diavolo: un’innamorata gli vendette menti (a differenza della popolazione l’anima per poter agevolmente anda- e delle case: morirono 36 persone e re dal suo spasimante che si trovava molti furono i feriti e gli sfollati). sull’altra sponda, poiché le famiglie Attraversata la statale Briantea, si osteggiavano tale unione. E così in prosegue per il centro storico: il paese una sola notte le potenze infernali è molto caratteristico, con le abita- ITINERARIO NATURALISTICO zioni costruite a ridosso delle spon- chiale con balaustra e facciata sette- de, tipiche dei paesi fluviali. Qui già centesche: imponenti le quattro statue prima del 1000 esisteva un passaggio di angeli in pietra arenaria. Nel periodo per attraversare il Brembo. L’odierno natalizio, vi è allestita un’importante ponte risale al 1837, e venne a sosti- mostra di presepi ed un diorama con tuire il precedente oramai fortemente scene della vita di Cristo; anche sul danneggiato dalle numerose piene: in fiume viene allestito un particolare particolare, viene ricordata quella del presepe, meta di numerosi visitatori dal circondario. Dopo la chiesa, svoltiamo a sinistra per via Moroni o per via Rampinelli, dove incrociamo palazzo Moroni (immerso in un parco non accessibile che costeggia il fiume). Proseguiamo rag- giungendo le frazioni Ghia- ie di Presezzo e poi Ghiaie 51 di Bonate Sopra. Lungo questa strada si possono notare le rogge di deriva- zione del Brembo, utilizzate fra il XIX e il XX secolo per muovere le prime macchine di filatura e tessitura. Presso la frazione Ghiaie di Bonate Sotto è presente una cappella, che ricorda il luogo dove nel 1944 la piccola Adelaide Roncal- li raccontò di aver avuto 1645, quando le numerose sterpaglie visoni della Madonna. Il fatto non trasportate dalle acque bloccarono venne accertato dalla Chiesa, ma in completamente il corso del fiume, festività o determinate ricorrenze sono consentendogli di straripare comple- numerose le persone che vi si recano tamente dagli argini. Recentemente, per le celebrazioni. poco a monte, è stata realizzata un’ele- Una interessante deviazione può per- gante passerella ciclo pedonale. mettere di raggiungere la basilica di Proseguendo dritti dopo il ponte prin- S. Giulia a Bonate Sotto, importante cipale, si attraversa il centro paese, con edificio descritto a pag. 23. alcuni portici e vie strette; sulla sinistra Sia dalla frazione Ghiaie, sia da Bo- possiamo ammirare la vecchia parroc- nate Sotto si può facilmente raggiun- L’ISOLA BERGAMASCA UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

MONTE CANTO Veduta dell’Isola 52

gere Filago e, seguendo via Leopardi intonando una filastrocca beneaugu- e via F.lli Bandiera, costeggiare il rante per trovare l’anima gemella. fiume e giungere alla passerella che Siamo così giunti al limite meridionale lo attraversa. dell’Isola bergamasca. A sud di Brem- A questo punto si può scegliere di bate e Capriate San Gervasio il fiume attraversarla e, sulla sponda oppo- Brembo confluisce nel più grande sta, tornare verso Ponte San Pietro Adda, che continua la sua corsa verso passando per Brembo di Dalmine, il Po. Albegno di e . Come si è potuto notare, il percorso Oppure, raggiungere la frazione Marne qui indicato è forse meno agevole con lo stupendo castello (vedi pag. 47), rispetto a quello studiato per il fiu- alla confluenza del torrente Dordo. me Adda, ma non per questo meno Continuando fino a Brembate, pos- affascinante. Spesso si può spontane- siamo anche qui ammirare due im- amente deviare dalle strade e percor- mancabili ponti sul fiume. Il più an- rere ampi tratti lungo vie sterrate, in tico (Ponte Vecchio) è sorto su un mezzo ai campi, venendo a contatto precedente impianto romanico. Nel con le coltivazioni e i fiori spontanei, Novecento, tradizione voleva che a con gli agricoltori di questa zona che, fine gennaio il tratto fra i due ponti pur procedendo verso una forte ur- più antichi venisse illuminato con banizzazione ed industrializzazione, grandi falò e i giovani del paese si po- resta sicuramente ricca di genuinità e sizionassero dirimpetto sulle sponde, tradizione contadina. ITINERARIO NATURALISTICO

Il Monte Canto coltivati ma ormai inselvatichiti. La suggestiva salita dura in tutto circa 50 Le pendici del monte Canto occupa- minuti e arrivati alla cima giungiamo no il lato settentrionale del triangolo al borgo del Canto, nel territorio di dell’Isola bergamasca, con il fiume Pontida. Fino alla metà del XX secolo Adda a ovest ed il Brembo ad est. la frazione era abitata: possedeva Questa formazione collinare, la cui una propria chiesa, una scuola, ed altezza massima arriva solo a m. 710, un buon numero di abitanti. C’era segna a nord il confine con la Val San perfino l’energia elettrica. Ad inizio Martino, ed in particolare con il co- secolo gli abitanti erano un centi- mune di Pontida. All’interno dell’Isola, naio, ridottisi a 59 nel 1951. Nella è suddiviso nei territori dei comuni di seconda metà del secolo continuò a Villa d’Adda, Carvico, Sotto il Monte, spopolarsi, specialmente a causa della Mapello ed Ambivere. Il versante set- lontananza dalle principali strade e vie tentrionale, interamente ricoperto da di comunicazione. L’ultimo abitante, boschi e caratterizzato da numerose (“Paolino del Canto”) un eremita insenature ed anfratti, è ormai privo di ritiratosi qui in compagnia del suo insediamenti umani significativi. Il ver- fedele cane, è passato a miglior vita 53 sante meridionale, ben esposto al sole, solo da qualche anno, ed il borgo è è invece da sempre coltivato a vigneti e rimasto vuoto. Oggi è completamente caratterizzato da cascinali. Numerosi abbandonato, tranne che per qualche sono i sentieri che percorrono il mon- casa mantenuta in discreto stato da te, ma sicuramente i più caratteristici alcuni discendenti degli abitanti. La e meritevoli sono i due che partono vegetazione invade tutto ciò che per dall’abbazia di s. Egidio a Fontanella di secoli ha assistito a gioie e dolori di Sotto il Monte (vedi pag. 17). una comunità viva ed intraprendente, Il primo percorso inizia direttamente che ha dovuto cedere il passo alle di fronte alla chiesetta romanica. Sa- odierne necessità. Passeggiando fra le lendo immersi nella vegetazione, alle case, sembra quasi di veder spuntare varie biforcazioni che si presentano ancora da dietro l’angolo contadini sul percorso prendiamo sempre il con vanghe in spalla e donne con sentiero segnalato n. 891. Nel pri- ceste di ortaggi o biancheria: tutto mo tratto, suggestiva è l’immagine ciò carica l’atmosfera di nostalgia, dell’abbazia, che pian piano scompa- ma anche di fascino e mistero. Prima re tra boschi e vigneti: a lungo rimane del borgo, dopo un ripido sentiero visibile solo la punta del campanile, sulla destra, troviamo la chiesetta di finché si viene avvolti da una galleria Santa Barbara. Qui siamo a 667 m. naturale creata dagli alberi. Supera- d’altezza: lo sguardo può allargarsi ta la località Porcile, si continua a tutto intorno e dominare l’Isola, e la salire tra castagni e robinie fino ad vista spaziare sulla Pianura Padana, un tracciato ampio e ben conserva- sulle lontane cime degli Appennini o to, passando fra terreni anticamente sulle vicine montagne del lecchese e L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

del comasco. Sulla sinistra abbiamo le scende verso il suddetto cimitero. montagne delle valli bergamasche, ai Il secondo percorso ha sempre ini- cui piedi si delinea il profilo della città zio da Fontanella, ma prende il via di Bergamo; sulla destra, in giornate proseguendo sulla strada asfaltata particolarmente limpide, e con una che sale leggermente dopo l’abbazia. buona vista, si riesce a scorgere la cit- Superata la vicina Casa di Emmaus, tà di Milano, con la punta del Duomo sulla sinistra un sentiero ci conduce che svetta sulle altre costruzioni. in alto, fra i vigneti. Parte dell’uva

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Ritornando al sentiero con cui siamo raccolta su queste colline veniva un saliti, volendo si può proseguire scen- tempo offerta ai già ricordati mo- dendo verso Pontida: una strada ampia nasteri. Seguendo le indicazioni per e con parecchi tornanti porta fino al Pontida, ci si dirige lungo il versante cimitero e poi al monastero di San Gia- settentrionale, seguendo un sentiero como. Un’alternativa a questa discesa ben tracciato. Passeggiando tra que- è una mulattiera che scende verso la sti boschi, non si può fare a meno di cascina San Bartolomeo, posta in una pensare ai monaci benedettini delle bella posizione, con i resti di un antico rispettive abbazie, che costantemente campanile. Per la stessa mulattiera, si percorrevano questi tracciati. E ancor ITINERARIO NATURALISTICO di più ai pellegrini, che visitavano i due Volendo, i due itinerari possono es- monasteri scavalcando il Canto (non a sere percorsi ad anello: da Fonta- caso ancora conosciuto come “Mut nella al borgo del Canto, giù fino a di’ Frà”, Monte dei Frati). Continuan- Pontida, risalendo al contrario per do in discesa, sulla sinistra si scorge il secondo percorso, e tornando così una pietra che sembra aver modellata presso S. Egidio. la sagoma di una persona: è la “Pietra Indubbiamente percorrendo questi di S. Alberto” dove, secondo la tradi- sentieri si ammira un paesaggio spet- tacolare, specialmente dalla vetta, a cui un escursionista non immagina di accedere con così breve fatica. E, nello stesso tempo, scoprire curiosità affascinanti come il borgo dimenti- cato. Non c’è un periodo dell’anno particolare consigliato per la visita, ma da tutta la bergamasca parecchie per- sone giungono qui in autunno: unendo l’utile al dilettevole, ne approfittano 55 per ritemprarsi dalle fatiche con una passeggiata salutare, e nel frattempo raccolgono le deliziose castagne matu- re! Tutta l’area attraversata è di rilevan- za ambientale e quasi incontaminata. Recentemente si stanno sviluppando i progetti relativi al recupero del bor- go abbandonato e alla realizzazione del “Parco sovraccomunale del Monte MONTE CANTO Il borgo abbandonato Canto e del Bedesco”. La superficie, A sinistra: Chiesa di S. Barbara corrispondente a 250.000 metri qua- drati, è stata finanziata dai comuni confinanti, dalla Provincia di Bergamo e dalla Regione Lombardia. La valoriz- zione, il santo di fermava a riposare zazione e il recupero del borgo saranno e pregare mentre si recava da un ab- coadiuvati dall’Università di Bergamo, bazia all’altra. Proseguendo, ora con cha ha anche in progetto di realizzare una pendenza più accentuata, appare un Centro Studi specializzato in inge- fra i castagni il paese di Pontida, su cui gneria meccanica ed agraria. Il proget- svetta il campanile di San Giacomo. to prevede anche la rivitalizzazione dei Giunti in fondo alla discesa, si prende corsi d’acqua, la rivalorizzazione del l’ampia strada sterrata sulla sinistra e bosco e dei roccoli, la manutenzione si arriva a cimitero: il tempo totale di della viabilità interna, con la creazione percorrenza è di circa 45 minuti. di percorsi guidati a carattere tematico. Bartolomeo Colleoni (Solza 1395ca- Malpaga 1475), fu condottiere in di- versi eserciti durante le guerre italiane del Quattrocento, distinguendosi in numerose imprese per strategia bel- lica ed ardimento. A partire dal 1427 fece parte delle truppe venete, anche se con alcune parentesi durante le quali militò sotto le insegne del du- cato di Milano. Nel 1454 raggiunse il supremo comando delle truppe della Serenissima, incarico mante- nuto sino alla morte. Ebbe onori da diversi signori e regnanti, alcuni dei quali furono suoi ospiti nella corte di Malpaga. Fu anche uomo di pace bo- nificando terre, facendo scavare rog- 56 ge e fondando nel 1466 il Luogo Pio della Pietà di Bergamo per dotare le nubende povere. Venne sepolto nella cappella privata da lui fatta costruire in Bergamo Alta a partire dal 1472.

Solza

Il Castello di Solza Il fortilizio, sorto come riduzione dell’antico abitato fortificato, venne creato probabilmente all’inizio del XV secolo od alla fine del precedente, inglobando varie strutture, fra le quali una torre del XIII-XIV secolo. Il complesso ha forma di quadrilatero irregolare e mostra ancora gran parte della cortina muraria, con porzioni del camminamento merlato, il fossato (sia pure in parte riempito), la porta d’ac- cesso, le feritoie ed i resti della torre.

I principali luoghi colleoneschi della bergamasca di Gabriele Medolago) (Brevi cenni a cura In una casa posta all’interno nacque I luoghi colleoneschi

Bartolomeo Colleoni (1395ca-1475), secolo, nel 1456 venne acquistato dal che nel 1466 donò la proprietà al Colleoni, che lo riattò ed abbellì. Luogo Pio della Pietà da lui fondato. Divenne il centro del suo dominio di Con il XV e XVI secolo il fortilizio fatto su ampie porzioni della Bassa cadde in disuso e fu ridotto ad usi bergamasca e fu sua residenza sino alla agricoli. Nel 1655 venne acquistato morte, avvenuta proprio qui nel 1475, da un ramo dei Colleoni, che nel 1656 nella camera detta del Capitano. ricevettero il titolo di conti di Solza. L’edificio si articola in una struttura Alla fine del XX secolo fu acquistato quadrata con un cortile interno. Il dal Comune di Solza e fra 1996 e 2005 tutto è circondato dal fossato, do- restaurato. minato dal mastio e si inserisce entro una possessione avente all’esterno cascine. Il castello è decorato nella quasi totalità delle superfici murarie da affreschi fatti realizzare in parte Cavernago dal Colleoni stesso, in parte dai suoi discendenti, come ricordano anche Il Castello di Malpaga i numerosi stemmi. Di particolare 57 Il fortilizio, che si trova in Comune rilevanza sono i cicli con la vita del di Cavernago, esistente già nel XIV condottiere dipinti sia nel cortile, sia

cavernago Il castello di Malpaga L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

nel salone del pian terreno. I pittori Nel 1597 il conte Francesco Marti- sono ignoti, anche se si sono fatti i nengo Colleoni iniziò la costruzione nomi di Marcello Fogolino e di Gio- dell’attuale fortilizio a pianta qua- vanni Battista Castelli. drata, con torri angolari e fossato Il complesso nel 1859 passò dai attorno, come ricorda l’epigrafe Martinengo Colleoni ai conti Ron- murata sopra il portone d’ingresso calli, ed in seguito alla società Mal- nel 1625. I lavori dell’edificio si pro- paga. trassero a lungo. Internamente il castello è decorato Il Castello di Cavernago da pregevoli stucchi seicenteschi ed Un castello esisteva a Cavernago è caratterizzato dalla scala a pianta già nel 970, che nel 1341 appare ellittica e di sviluppo elicoidale con proprietà della Cattedrale di Ber- parapetto in ferro. gamo, in quanto dipendente dalla Il complesso nel 1874 dai Martinen- possessione di . Nel 1470 il go Colleoni passò ai principi Gio-

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cavernago Il castello

Colleoni acquisì dai Canonici i beni vanelli e dal 1924 in varie mani sino di Cavernago. Il condottiere fece all’acquisizione da parte dei principi restaurare il fortilizio. Gonzaga di Vescovado nel 1950. I luoghi colleoneschi

Urgnano no interessanti cicli pittorici dal XV secolo in poi ornano le pareti. La Rocca di Urgnano Nel 1453 il complesso passò al Col- Un castello di Urgnano è menziona- leoni, che lo ristrutturò e, morendo to dal 1016, ma si tratta del paese nel 1475, lo lasciò al suo segretario fortificato. La rocca venne costruita Abbondio Longhi. Nel 1538 per ere- alla metà del XIV secolo con funzio- dità passò alla famiglia Albani, che ne prettamente militare, per ordine nella prima metà dell’Ottocento lo di Giovanni Visconti, Arcivescovo e ristrutturò ampiamente. Signore di Milano, secondo le indica- Dai conti Albani nel 1896 il complesso zioni di mastro Vincenzo da Novate. I passò a privati che nel 1954 lo vendet- lavori erano in corso nel 1354. tero al Comune. Il complesso conserva ancora ampia- mente l’aspetto militare, con quattro Il Santuario torri poste ai vertici perimetrali ed della Basella di Urgnano Il santuario venne edifica- to in seguito ad un’appa- rizione mariana risalente 59 al 1356, grazie alla quale furono riportati alla luce i resti di un’antichissima chiesa dedicata alla Vergi- ne sepolta da tempo. Il Colleoni fece ampliare la chiesa e nel 1461 vi fondò un convento di Padri Pre- dicatori, dipendente da quello di Santo Stefano in Bergamo Alta, che fu aperto nel 1466. In chiesa nel 1470 venne sepolta Medea, figlia del Colleoni, nel celebre se- polcro opera di Giovan- ni Antonio Amadeo (ora urgnano nella Cappella Colleoni a La rocca Bergamo). A lungo il cenobio fu og- getto della devozione del- altre due sopra le porte d’ingresso. la famiglia Martinengo Colleoni. Si Rimangono ancora anche il fossato rese autonomo da quello di Bergamo ed i relativi ponti di accesso. All’inter- nel 1555 e venne soppresso nel 1784. L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

Fu recuperato dai Martinengo Col- la Madonna di Giovanni Giacomo leoni, passò a privati e nel 1875 alla Manni del ’700. parrocchia. Nel 1920 vi si insediarono i Padri Passionisti. La chiesa conserva dipinti del XIV-XV secolo fra i quali uno dell’Appari- Martinengo zione, uno con gli Apostoli, uno di Cristoforo Baschenis il Vecchio, altri Il Castello di Martinengo di Giuseppe Carnelli e di Giovanni Il castello era il nucleo più interno Cavalleri detto Rana della fine del XIX ed antico del paese di Martinengo, secolo e di Pasquale Arzuffi del 1956, realizzato nel periodo altomedioeva- oltre ad un altorilievo riproducente le, pare dai conti Ghisalbertini. Del primitivo fortilizio restano i resti dell’altomedioevale ex chiesa di San Giorgio, la piazza, l’impianto circolare delle case attorno ad essa. 60 Un primo ampliamento del- la fortificazione si ebbe già nel XIII secolo ad opera dei Colleoni, con una nuova cin- ta più ampia, alla quale si accede mediante un portale a sesto leggermente acuto con lo stemma colleonesco. Nell’ambito di questo inter- vento, all’interno del primo recinto, venne realizzata an- che una massiccia casatorre residenziale, avente anch’es- sa un’apertura con lo stem- ma Colleoni. L’edificio nel XV secolo venne sopralzato realizzando un torricello angolare, sostenu- to da un pilastro al centro della torre. Nel 1836 venne realizzata una ghiacciaia, ancora conservata. martinengo Il castello La Casa del Capitano L’edificio, realizzato nel 1467 I luoghi colleoneschi in aderenza al perimetro esterno delle e oggi si trova nell’aula delle conferen- fortificazioni tardomedioevali del pa- ze presso la biblioteca. Al suo posto il ese, presso la porta chiamata Porta nativo Girolamo Poloni affrescò l’im- Tombino, poi detta Porta Garibaldi, magine di Cristo che regge un fante fu residenza di Tisbe Martinengo, caduto in battaglia. moglie di Bartolomeo Colleoni. Il nome deriva appunto dal condot- Il Convento tiero, che in alcuni tempi vi soggiornò. di Santa Maria Incoronata Il complesso comprende una torretta Il convento fu fatto costruire da Barto- sulle mura ed un porticato interno ad lomeo Colleoni nel periodo in cui era archi sostenuti da colonne in laterizio. capitano generale dell’esercito della Uno scalone in adiacenza alla torretta Serenissima e divenne proprietà dei mette ai piani superiori. Frati minori francescani nel 1475. Nel Il tutto mantiene sostanzialmente 1598 passò dagli Osservanti ai Rifor- le forme quattrocentesche, sia pure mati. modificate nel corso dei secoli, in La chiesa, consacrata nel 1476, fu de- particolare nel XX, con anche alcune corata in quel periodo da significativi riprese in stile. affreschi. Nel convento, compreso il 61 chiostro, si trovano lapidi e ricordi Il Convento di Santa Chiara della devozione dei Martinenghesi, sia Il cenobio venne fondato in Cantone popolani che nobili, fra i quali anche i Spineto nel 1474 dal Colleoni per Martinengo Colleoni, ormai trasferiti esaudire un voto della moglie Tisbe da tempo altrove. morta nel 1471. Soppresso da Napoleone nel 1810, il Nel 1479 vi entrarono le clarisse pro- cenobio venne acquisito dal Comune venienti da Santa Maria di Rosate in per farvi un ricovero, poi passò alla Bergamo. La chiesa venne decorata Congregazione della Sacra Famiglia da pregevoli affreschi quattrocen- nel 1868. teschi. Del periodo resta anche il campanile, come pure una porzione di chiostro, ricostruita in parte nel XVII secolo. Il convento fu soppresso nel 1810. Romano Nel 1822 l’edificio divenne sede del Collegio-convitto di Martinengo. La di Lombardia chiesa fu adibita a vari usi e nel 1936 il muro su strada fu trasformato in La Rocca di Romano monumento ai Caduti, con scultura Romano venne fortificato sin dal di Giuseppe Siccardi. Resta l’alta- 1171, quando il paese fu fondato. La re marmoreo di Bartolomeo Manni rocca venne edificata poco dopo co- (1698), mentre la pala del bresciano me ridotto militare ed è documentata Francesco Paglia fu rimossa nel 1936 dal Trecento. Venne restaurata nel L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

62 Il castello

1396. Il complesso fortificato aveva Bergamo mura, porte e fossato, oltre alla rocca ed alla rocchetta. La Casa del Colleoni a Bergamo, Nel 1441 la signoria di Romano, Co- sede del Luogo Pio della Pietà vo ed passò al Colleoni e Il complesso, di proprietà dei Suardi con essa anche la rocca. Egli la fece almeno dal XIV secolo, venne con- restaurare e fece edificare le torri fiscato dalla Repubblica veneta in nord-est e sud-ovest, oltre al loggiato quanto la famiglia era ribelle alla adiacente. Fece anche costruire in pa- Serenissima e nel 1433 fu acquistato ese la chiesa di San Pietro ed i portici dal Colleoni che nel 1475 la destinò della Misericordia. quale sede del Luogo Pio da lui fon- La Rocca fu sede dei vicari veneti dato nel 1466. e poi dei podestà, oltre che della Due sale al pian terreno sono di inte- guarnigione e delle prigioni. Nel 1589 resse per gli affreschi che vi si trova- fu ricavata una cappella nella torre no, fra i quali le virtù, alcuni santi ed di sud-est, con ancona del pittore il Padre eterno, oltre ad un ritratto Aurelio Gatti raffigurante la Trinità. del condottiere.Nel XIX secolo fu in Il complesso venne restaurato nel parte demolita, ceduta a privati e 1781 e nel 1800 perse funzione mili- trasformata in osteria, poi fu riac- tare, mantenendo quella giudiziaria. quistata dal Luogo Pio e restaurata. I luoghi colleoneschi

La Cappella Colleoni condottiere sormontato da una sta- Destinata a mausoleo di Bartolomeo tua equestre in legno dorato, opera Colleoni, fu da lui fatta costruire, su di Sisto e Siry da Norimberga (1500). progetto di Giovanni Antonio Ama- Sulla parete orientale è collocato il deo, a partire dal 1472, demolendo sepolcro di sua figlia Medea, pure una sagrestia della Basilica di Santa dell’Amadeo, ivi traslato dalla Ba- Maria Maggiore, e venne terminata sella. nel 1476, dopo la sua morte. Il tempio è arricchito anche da di- Fu dedicata ai Santi Bartolomeo, pinti di Angelika Maria Kauffmann Marco e Giovanni Battista. (1789) e di Giambattista Tiepolo È caratterizzata da una facciata con (1732-1733), coadiuvato da France- marmi policromi e sculture, soluzione sco Capella. simile a quella che l’architetto avrebbe Il corpo del condottiere venne risco- poi adottato per la Certosa di Pavia. perto il 21 novembre 1969 nel sepol- All’interno si trova il sepolcro del cro inferiore del suo monumento.

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bergamo La Cappella Colleoni L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

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MARTINENGO BREMBATE I.A.T. DOL DOR ALBERGHI DEL DOLCE DORMIRE Via Tadino - 24057 Martinengo Via Papa Giovanni XXIII, 1 - 24041 Brembate Tel 0363/986031 - Fax 0363/986031 Tel 035/4826404 - 035/4874027 www.iatmatinengo.it - [email protected] CALUSCO SOLZA ROMANI’ PRO-LOCO - c/o Castello Colleoni Via S. Maria, 19 - 24033 Calusco d’Adda Piazza Bartolomeo Colleoni, 1 - 24030 Solza Tel 035/791029 - Fax 035/791029 Tel e fax 035/901020 www.hotel-ami.de/hotel/romani-calusco 64 [email protected] [email protected]

SOTTO IL MONTE GIOVANNI XXIII ETRUSCO ** I.A.T. Via Monastero dei Verghi, 10 Via 4 novembre - 24039 Sotto il Monte 24033 Calusco d’Adda Tel 035/790902 - Fax 035/4398493 Tel 035/791589 - Fax 035/4399292 www.iatsottoilmonte.it - [email protected] www.albergoetrusco.it - [email protected] www.isolabergamasca.com [email protected] BARAT *

Informazioni Turistiche Informazioni Piazza San Rocco, 22 - 24033 Calusco d’Adda URGNANO - TREVIGLIO Tel 035/791187 - Fax035/794233 PRO-LOCO Piazza Cameroni, 3 - 24047 Treviglio CAPRIATE SAN GERVASIO Tel 0363/45466 - Fax 0363/595559 IL VIGNETO **** [email protected] - www.prolocotreviglio.it Via Al Porto, 5 - 24042 Capriate San Gervasio Tel 02/90939051 - Fax 02/9090179 VILLA D’ADDA www.ristorantevigneto.it PRO-LOCO - Pro Loco di Villa d’Adda [email protected] Via Cadestore 9 - 24030 Villa d’Adda tel.035/784141 fax 035/784123 CARVICO cell. 335/5924430 - [email protected] DA GIOVANNI *** Via Don Pedrinelli, 25 - 24030 Carvico Tel 035/791200 - Fax 035/791200 ALBERGHI www.ristorantealbergodagiovanni.com [email protected] BONATE SOPRA RESIDENCE & SUITES SOLAF CAVERNAGO Via Milano 3/A - 24040 Bonate Sopra GIORDANO Tel 035/4997167 - Fax 035/994844 Via Leopardi, 1 - 24050 Cavernago www.residencehotelsolaf.it Tel 035/840266 - Fax 035/840212 [email protected] www.hotelgiordano.it - [email protected] INFORMAZIONI TURISTICHE

MAPELLO BED AND BREAKFAST BERGAMHOTEL *** Via D. Alighieri,22 - 24030 Mapello SOTTO IL MONTE Tel 035/908057 VILLA ENRICA www.bravihotel.it Via Monasterolo, 1 - 24039 Sotto il Monte [email protected] Tel 035/794264 - Fax 035/794264 Cell. 347/5566551 DEI PINI *** [email protected] Via De Gasperi, 47 - 24030 Mapello www.geocities.com/beb_villaenrica Tel. 035/908062 TEOPERGA MEDOLAGO Via Fontanella 30 - 24039 Sotto il Monte SOLAF - BEST WESTERN **** Cell. 329/3967339 Via Mattei, 1/3 - 24030 Medolago www.teoperga.it - [email protected] Tel 035/4946120 [email protected] Fax 035/4946125 www.bestwestern.it/BW/98150_hotel_Medolago [email protected] AGRITURISMI

PRESEZZO BREMBATE SETTECENTO **** AGRITURISMO LA QUADRIFOGLIO Via Milano, 3 - 24030 Presezzo Via Brugarole, 100 - 24041 Brembate Tel 035/466089 - 035/4517003 Tel 035/801610 - Fax 035/801610 Fax 035/4375147 65 www.settecentohotel.com AZIENDA SAN FERMO [email protected] Via S. Fermo, 42 - 24041 Brembate Tel 035/4827766 - Fax 035/4827766 ROMANO DI LOMBARDIA LA CONCHIGLIA *** BREMBATE DI SOPRA Via Del Commercio, 2 - 24058 Romano di L. AGRITURISMO LA CASCINA PERSONENI Tel 0363/902661 - 0363/903344 Via San Zenone, 26 - 24030 Brembate di Sopra Fax 0363/901944 Tel 035/620049 - Fax 035 620049 www.hotellaconchiglia.com [email protected] FILAGO AGRITURISMO BACCIA LA ROCCA*** Via Pascoli, 44 - 24040 Filago Via Del Commercio - 24058 Romano di L. Tel 035/994572 - Fax 035/994572 Tel 0363/903355 Fax 0363/903355 ROMANO DI LOMBARDIA www.hotellaroccaromano.it AZIENDA AGRITURISTICA CASCINA EMMA [email protected] Via Dell’Albarotto, 13 - 24058 Romano di L. Tel 0363/912125 - 0363/910189 URGNANO BETTOLA *** SOTTO IL MONTE Via Bonaita, 1 - 24059 Urgnano AGRITURISMO CASA CLELIA Tel 035/891656 - Fax 035/4871768 Via Corna, 1/3 - 24039 Sotto il Monte www.hotelbettola.it Tel 035/799133 - Fax 035/791788 [email protected] www.casaclelia.com [email protected] QUADRIFOGLIO Via Dante Alighieri, 780 - 24059 Urgnano TERNO D’ISOLA Tel 035/894696 - Fax 035/894696 AZIENDA CIROCCHI www.hotelquadrifoglio.it Via Medolago, 32 - 24030 Terno d’Isola [email protected] Tel 035/4940082 L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

VILLA D’ADDA RISTORANTE SALVADOR DE BAHIA AZIENDA AGRICOLA EL FRUTERO Via Alcide De Gasperi, 38 - 24040 Bottanuco Via Parscera, 10 - 24030 Villa d’Adda Tel 035/906393 Tel 035/794250 www.elfrutero.it - [email protected] BREMBATE RISTORANTE PIZZERIA GARDEN Via Vittorio Veneto, 50 - 24041 Brembate RISTORANTI Tel 035/802609 AMBIVERE ANTICA OSTERIA DEI CAMELI’ PIZZERIA DUE PONTI Via Guglielmo Marconi, 13 - 24030 Ambivere Via S. Vittore, 19 - 24041 Brembate Tel 035/908000 Tel 035/801563 Fax 035/801563 TRATTORIA DEL VIVAIO Via Briantea, 14 - 24030 Ambivere BREMBATE DI SOPRA Tel 035/795196 TRATTORIA POLA ALESSANDRO Via Tresolzio, 11 - 24030 Brembate di Sopra TRATTORIA VISCONTI Tel 035/332569 Via De Gasperi, 12 - 24030 Ambivere Tel 035/908153 - Fax 035/908153 RISTORANTE NUOVA LOCANDA DEL BREMBO www.trattoriavisconti.it - [email protected] Via Brembo, 9 - 24030 Brembate di Sopra Tel 035/620422 - Fax 035 621572 BONATE SOPRA www.locandadelbrembo.com 66 FAVARON WALTER RISTORANTE [email protected] Via Como, 9 - 24040 Bonate Sopra Tel 035/993242 - [email protected] RISTORANTE PIZZERIA LA TAVOLA DI NICOLE Via Rampinelli, 5 - 24030 Brembate di Sopra RISTORANTE PIZZERIA LE GHIAIE Tel 035/19905918 - 035/621082 Via Principe Umberto, 8 - 24040 Ghiaie di Bonate Tel 035/991521 RISTORANTE L’ANGOLO DI LIMBO Via 4 Novembre, 10 - 24030 Brembate di Sopra BONATE SOTTO Tel 035/332623 RISTORANTE FEDERICO VINCENZO Informazioni Turistiche Informazioni Via Vittorio Veneto, 60 - 24040 Bonate Sotto PIZZERIA IL GIRASOLE Tel 035/991005 Via Don Centurelli, 2 - 24030 Brembate di Sopra Tel 035/620828 RISTORANTE BARBISU’ Via Vittorio Veneto, 1 - 24040 Bonate Sotto CALUSCO D’ADDA Tel 035/991292 PIZZERIA RISTORANTE RIVIERA-AURORA 70 www.ristorantebarbisu.it - [email protected] Via Rivierasca, 451 - 24033 Calusco d’Adda Tel 035/4380128 - Fax 035/4380128 RISTORANTE L’OSTERIA DELL’ISOLA [email protected] Via Martiri della Libertà, 10 - 24040 Bonate Sotto Tel 035/4943082 - [email protected] BARAT RISTORANTE Piazza San Rocco, 36 - 24033 Calusco d’Adda RISTORANTE LE VELE DI TUSCANO Tel 035/791187 Via Guglielmo Marconi, 15 - 24040 Bonate Sotto Tel 035/993100 RISTORANTE ETRUSCO Via Mon. dei Verghi, 10 - 24033 Calusco d’Adda BOTTANUCO Tel 035/791589 RISTORANTE VILLA CAVOUR Via Cavour, 49 - 24040 Bottanuco L’ANTICO BORGO DI TRAVAGLIO Tel 035/4992857 - 035/907242 - Fax 035/906434 Piazza 4 Novembre, 14 - 24033 Calusco d’Adda www.villacavour.com - [email protected] Tel 035/790903 INFORMAZIONI TURISTICHE

OSTERIA VECCHIA BERGAMO CARVICO Via S. Rocco, 808 - 24033 Calusco d’Adda RISTORANTE DA GIOVANNI Tel 035/794361 Via Don Pedrinelli, 25 - 24030 Carvico Tel 035/791200 - Fax 035/791200 RISTORANTE ROMANI’ [email protected] Via S. Maria, 19 - 24033 Calusco d’Adda Tel 035/791029 - www.albergoromani.com RISTORANTE PIZZERIA LA FORCHETTA D’ORO [email protected] Via Dante Alighieri, 40 - 24030 Carvico Tel 035/797353 - Fax 035/790488 PIZZERIA BACCANELLO Piazza S. Francesco D’Assisi, 95 CHIGNOLO D’ISOLA 24033 Calusco d’Adda PIZZERIA MARE E MONTI Tel 035/791391 Via Donizetti, 11 - 24030 Chignolo d’Isola Tel 035/904800 FAST FOOD Via Bergamo, 335 - 24033 Calusco d’Adda FILAGO Tel 035/792507 GIAN-BRUN-AL TATTORIA Via Vittorio Emanuele, 1 - 24040 Marne di Filago CAPRIATE SAN GERVASIO Tel 035/993603 RISTORANTE HOTEL VIGNETO Via Al Porto, 5 - 24042 Capriate S.G. MADONE Tel 02/90939351 - Fax 02/9090179 RISTORANTE PIZZERIA L’AGRODOLCE www.ristorantevigneto.it Via Italia, 28 - 24040 Madone [email protected] Tel 035/991365 67 [email protected] LA SCALETTA CAFE Via Bergamo, 32 - 24042 Capriate S.G. RISTORANTE LA NUOVA OSTERIA Tel 02/90964826 - Fax 02/90964826 Via Papa Giovanni XXIII, 66 - 24040 Madone www.lascalettacafe.it - [email protected] Tel 035/991007 - Fax 035/991007

OSTERIA DA MUALDO RISTORANTE LE CIEL Via Crespi, 6 - 24042 Capriate S.G. Piazza Dei Vignali, 2 - 24040 Madone Tel 02/90937077 - Fax 02/90961537 Tel 035/4942980 www.osteriadamualdo.it [email protected] [email protected] http//leciel.interfree.it

RISTORANTE CHIAR DI LUNA MAPELLO Via Tarcisio Gandolfi, 12 - 24042 Capriate S.G. TRATTORIA BOLOGNINI Tel 02/9091110 Via Div. Tridentina, 11 - 24030 Piana di Mapello www.chiardiluna.it Tel 035/908173 [email protected] www.trattoriabolognini.it [email protected] VILLA CAVENAGO Via Al Porto, 1 - 24042 Capriate S.G. RISTORNATE BRAVI A. Tel 02/90939351 Via Dante Alighieri, 20 - 24030 Mapello www.villacavenago.it - [email protected] Tel 035/4946428 - Fax 035/4946428

TRATTORIA SAN CARLO RISTORANTE VALENTINO Via Vittorio Veneto, 25 - 24042 Capriate S.G. Via Alcide De Gasperi, 1 - 24030 Mapello Tel 02/9090039 Tel 035/908656

RISTORANTE LEOLANDIA TRATTORIA BARACHI’ Via Vittorio Veneto, 52 - 24042 Capriate S.G. Via Europa, 1 - 24030 Mapello Tel 02/9091341 Tel 035/908149 L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

RISTORANTE PIZZERIA EL PUEBLO RISTORANTE DA SANDRO Via G. Marconi, 21 - 24030 Mapello Via Buonarrotti, 4 - 24030 Presezzo Tel 035/4945519 Tel 035/610537

RISTORANTE DEI PINI PIZZERIA SANTA LUCIA Via De Gasperi, 1 - 24030 Mapello Piazza Papa Giovanni XXIII, 11 - 24030 Presezzo Tel 035/908062 Tel 035/610241

MEDOLAGO PIZZERIA BLACK HORSE RISTORANTE MEDOLAGO E POZZI Via Vittorio Venento, 29 - 24030 Presezzo Via A. Manzoni, 1 - 24030 Medolago Tel 035/610247 Tel 035/4935478 [email protected]

RISTORANTE PIZZERIA L’INCONTRO SOTTO IL MONTE Via Italia, 15 - 24030 Medolago RISTORANTE PIZZERIA LA TAVERNA Tel 035/4948088 Via Roncalli, 18 - 24039 Sotto il Monte Tel 035/799599 - Fax 035/799599 RISTORANTE PIZZERIA LE ROTONDE www.lataverna1963.it Via Italia, 1 - 24030 Medolago [email protected] Tel 035/4948419 - Fax 035/4948419 [email protected]

THE DRIVER’S STOP RISTORANTE PIZZERIA RISTORANTE ANGELONI Via C. Battisti, 53/55 - 24030 Medolago Via Colombera, 8 - 24039 Sotto il Monte Tel 035/901901 Tel 035/791385 - Fax 035/791385

PONTE SAN PIETRO TAVERNA DELL’ARTISTA RISTORANTE PIZZERIA BORGO MARINARO P.zza S. Maria, 10 - 24039 Sotto il Monte Via S. Clemente - 24036 Pone San Pietro Tel 035/791329 - 348/4057001 - 348/4057002 Tel 035/462532 Fax 035/4398662 Fax 035/618600 www.covodellartista.it [email protected] RISTORANTE PIZZERIA MORA - BORSATTI [email protected]

Informazioni Turistiche Informazioni Via Garibaldi, 36/38 - 24036 Ponte San Pietro Tel 035/611341 HOSTARIA DON LISANDER Via Roncalli, 17 - 24039 Sotto il Monte RISTORANTE ALLA VECCHIA FONTANA Tel 035/798949 Via A. Diaz, 12 - 24036 Ponte San Pietro www.donlisander.com Tel 035/611094 [email protected]

PIZZERIA MERGELLINA CA’ MAITINO Via Giotto, 8 - 24036 Ponte San Pietro Via Cà Maitino, 29 - 24039 Sotto il Monte Tel 035/613447 Tel 035/798309

PIZZERIA DA CLAUDIO DA RENATO Via Adda, 1 - 24036 Ponte San Pietro Via Case Nuove, 6 - 24039 Sotto il Monte Tel 035/612143 Tel 035/792151

PRESEZZO RISTORANTE DA PIO RISTORANTE SETTECENTO Via Z.Roncalli, 30 - 24039 Sotto il Monte Via Milano, 3 - 24030 Presezzo Tel 035/792222 Tel 035/466089 - 035/4517003 Fax 035/4375147 RISTORANTE IL VITIGNO www.settecentohotel.com Via Fontanella, 15 - 24039 Sotto il Monte [email protected] Tel 035/791178 INFORMAZIONI TURISTICHE

CA’ DEL PELLEGRINO RISTORANTE FOGOLAR Via Don. Organi e Sangue, 2 - 24039 Sotto il Monte Via Porto, 1 - 24030 Villa d’Adda Tel 035/791417 Tel 035/791115

SUISIO TRATTORIA BAITA DELLE QUERCE TRATTORIA LA RIVIERASCA Via Gavardo, 1 - 24030 Villa D’Adda Viale Europa, 37 - 24040 Suisio Tel 035/792304 Tel 035/901041 RISTORANTE TENERIFE TERNO D’ISOLA Via Supercera, 4 - 24030 Villa d’Adda OSTERIA DELLA CUCCAGNA Tel 035/792444 Via Milano, 15 - 24030 Terno d’Isola Tel 035/904336 CAVERNAGO HOTEL RISTORANTE GIORDANO OSTERIA OL MANSU’ Via Leopardi, 1 - 24050 Cavernago Via Roma, 60 - 24030 Terno d’Isola Tel 035/840266 - Fax 035/840212 Tel 035/904057 www.hotelgiordano.it - [email protected]

RISTORANTE PIZZERIA IL ROCCOLO IL SARACENO Via Don Pedrinelli - 24030 Terno d’Isola P.zza Verdelli, 2 - 24050 Cavernago Tel 035/903170 Tel 035/840007

PIZZERIA RISTORANTE AL RONDO’ OSTERIA DEL CASTELLO Vai Roma, 17 - 24030 Terno d’Isola Via Castello di Malaga, 5 - 24050 Cavernago 69 Tel 035/904122 Tel 035/840002

VILLA D’ADDA MARTINENGO RISTORANTE LA CORTE DEL NOCE RISTORANTE LA LAMPARA Via Biffi, 8 - 24030 Villa d’Adda Via G: Matteotti, 26 - 24057 Martinengo Tel 035/792277 - Fax 035/469298 Tel 035/987090 www.lacortedelnoce.com [email protected] RISTORANTE TRE LANTERNE Via Trieste, 15 - 24057 Martinengo IL BOSCHETTO Tel 0363/987080 Via Boschetto - 4030 Villa d’Adda Tel 035/798246 URGNANO www.ristoranteilboschetto.it ALBERGO RISTORANTE QUADRIFOGLIO Via D. Alighieri, 780 - 24059 Urgnano RISTORANTE CATTANEO Tel 035/894696 Via Chioso, 1 - 24030 Villa d’Adda www.hotelquadrifoglio.it Tel 035/784612 [email protected] [email protected] PIZZERIA RISTORANTE CAPRICCIO Vai Fossa, 10 - 24030 Villa d’Adda RISTORANTE IL FRANTE Tel 035/791957 Vicolo Pozzo, 8 - 24059 Urgnano Tel 035/891341 RISTORANTE B/B GAVARDO Via Gavardo, 1 - 24030 Villa d’Adda RISTORANTE ANTICO MULINO Tel 035/4360047 Via Urgnana, 1 - 24059 Urgnano Tel 035/894335 - Fax 035/894840 RISTORANTE DEL PESCE Via Porto, 2 - 24030 Villa d’Adda RISTORANTE VICOLO ANTICO Tel 035/791116 Via G. Matteotti, 40 - 24059 Urgnano [email protected] Tel 035/4180039 L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE

YES BRASIL RISTORANTE LA CONCHIGLIA Via Roma, 28 - 24059 Urgnano Via del Commercio, 2 - 24058 Romano di L. Tel 035/892928 Tel 0363/902661 - 0363/903344 Fax 0363/901944 LION’S PUB RISTORANTE BIRRERIA www.hotellaconchiglia.com Via S. Martino, 146 - 24059 Urgnano [email protected] Tel 035/891222 RETRO’ CONCEPT RISTORANTE BETTOLA Via Montecatini, 52 - 24058 Romano di L. Via Bonaita, 1 - 24059 Urgnano Tel 0363/912535 Tel 035/4871768 -Fax 035/4871768 [email protected]

RISTORANTE LA LOCANDA DEL BROL DORIAN Via San Martino - 24059 Urgnano Strada Statale Soncinese - 24058 Romano di L. Tel 035/4819157 Tel 0363/912002 www.lalocandadelbrol.it [email protected] LA RISTOR Via Pomelli Rubini, 2 - 24058 Romano di L. RISTORANTE-PIZZERIA DA ALFREDA Tel 0363/903193 Via Bonaita, 8 - 24059 Urgnano Tel 035/891024 RISTORANTE PIZZERIA ZENITH S.S. Soncinese, 10 - 24058 Romano di L. ROMANO DI LOMBARDIA Tel 0363/910210 - 0363/910314 RISTORANTE BARONI Via G. Rubini, 11 - 24058 Romano di L. RISTORANTE LO SCOGLIO Tel 0363/910388 Piazza della Stazione, 1 - 24058 Romano di L. Tel 0363/902060 IL VECCHIO PERGOLETTO Via Indipendenza, 10 - 24058 Romano di L. RISTORANTE FUORI USO Tel 0363/902888 Via Patrioti Romanesi, 4/6 - 24058 Romano di L. Tel 0363/903028 - www.vineriafuoriuso.it CAPRICCIO

Informazioni Turistiche Informazioni Via G.B. Mottini, 41 - 24058 Romano di L. RISTORANTE MEDITERRANEO Tel 0363/910530 Vai Patrioti Romanesi, 8 - 24058 Romano di L. Tel 0363/913711 THE SHILLING Via N. Sauro, 49 - 24058 Romano di L. PARCHI DIVERTIMENTI Tel 0363/911673 LEOLANDIA MINITALIA PARK Via Vittorio Veneto, 52 RISTORANTE RAVECCA s.n.c. 24042 Capriate San Gervasio P.zza F.lli Calvi - 24058 Romano di L. Tel 02/9090169 - Fax 02/9096469 Tel 0363/913604 - [email protected] www.leolandiapark.it - [email protected] 00 pagina 10 anni nell'Isola 2 5-05-2005 10:35 Pagina 1

[ 10 ANNI INSIEME ]

1995 - 2005: dieci anni di presenza della Cassa Rurale di Treviglio nella zona dell’Isola Bergamasca. Dieci anni di cammino insieme, in cui siamo riusciti a costruire, giorno dopo giorno, un rap- porto di relazioni economiche e sociali improntate alla fiducia e alla collaborazione reciproca.

[ La banca vicina alle comunità locali ]

BREMBATE GRIGNANO MAPELLO PREZZATE SOTTO IL MONTE GIOVANNI XXIII Via Roma, 1 Piazza Sant’Alberto, 13 Piazza S. Maria, 18 t 035/4826277 t 035/4937280 t 035/4362272

CARVICO PRESEZZO TERNO D’ISOLA Via Pedrinelli, 62/64 Via Vittorio Veneto, 929 Via Roma, 23/I t 035/797300 t 035/612022 t 035/4940962

www.cassaruraletreviglio.it e-mail: [email protected] volentieri la Cassa Rurale ha sostenuto questa nuova edizione Bdella Guida dell’Isola Bergama- sca, a suggello di un cammino fatto di responsabilità solidale, di spirito coo- perativo, di profonda mutualità, servizi preziosi e irrinunciabili, perché si possa dar vita ad una comunità prospera ed armoniosa. Le preziose sinergie attivate pochi anni or sono hanno potuto prontamente rivelarsi il “carburante” più opportu- no, perché l’Isola Bergamasca potesse compiere il primo tratto di una strada lunga e felice, che saprà davvero por- tare lontano, verso orizzonti coraggiosi. Il Presidente GianFranco Bonacina

Ottobre 2009 La qualità del nostro prodotto e la qualità del nostro servizio iniziano dalla qualità del nostro pensiero. LECCO Pontida Brembate di Sopra Villa d’Adda Parco Ambivere Parco Divertirsi imparando Regionale Abb. Fontanella dei Colli L’Isola offre, tra le proposte culturali, storiche ed artistiche, anche un iti- Mapello di Bergamo nerario dedicato ai luoghi di svago e di promozione culturale: im- Carvico Brembo parare a conoscere le bellezze dell’Italia in miniatura, divertendosi presso Sotto il Monte Ponte S. Pietro Minitalia Leolandia Park; scoprire l’universo e i suoi misteri alla Torre del Calusco Giovanni XXIII Sole; rileggere la storia degli antichi lavori e degli oggetti in legno presso d’Adda Presezzo BERGAMO il Museo del Falegname “Tino Sana”. Terno Solza Minitalia Leolandia Park, a Capriate San Gervasio, è il parco divertimen- Adda d’Isola Bonate Sopra Aeroporto to più importante della Lombardia. Completamente immerso nella natura, Milano-Orio al Serio facile da raggiungere, dotato di un ampio parcheggio, è il luogo perfetto per Medolago Bonate sotto trascorrere una giornata speciale con i propri cari. Oltre alla tradizionale BS-VE Italia in Miniatura, riproduzione della penisola italiana con i modellini Parco Chignolo d’Isola dei monumenti delle città principali in scala 1:50, il parco offre numerose A4 attrazioni inserite per la prima volta in parchi italiani, come le onde… Adda Suisio Madone asciutte di Surf’s Up, i giri vorticosi delle Bici Da Vinci e il nuovissimo Dalmine Serio percorso acquatico Le Rapide di Leonardo, un divertentissimo percorso da affrontare a bordo di gommoni. Tra musical, spettacoli, attrazioni mec- Bottanuco Filago caniche, visita ad acquario, rettilario, miniature, animali della fattoria ed A4 alla Mostra di Leonardo, Minitalia Leolandia Park è l’ideale per chi vuole Capriate trascorrere una giornata diversa dal solito. S. Gervasio La Torre del Sole è un parco astronomico tra i più completi d’Ita- Cavernago lia. Situato a Brembate di Sopra, ha come scopo quello di rendere Trezzo fruibili le scienze astronomiche al più vasto ed eterogeneo pubblico Brembate Malpaga possibile, favorendo un’attività didattica incentrata sul coinvolgimen- s. Adda to attivo degli spettatori. La struttura consiste in: Planetario digitale MILANO SPITZ SciDome, primo installato in Italia e tra i primi 30 nel mondo, Crespi d’Adda con cupola di proiezione di 8 metri di diametro e 52 posti a sedere; Telescopio rifrattore superacromatico lineare; Eliostato a doppio controllo A4 con terna di specchi ottici piani d’intercettazione della radiazione solare; Urgnano sala multimediale con 120 posti a sedere; astroshop e parco planetario.

Il Museo del Falegname “Tino Sana”, ad Almenno San Bartolomeo, rac- Martinengo conta la storia del falegname attraverso la ricostruzione di botteghe legate alla lavorazione del legno dal XVII al XX secolo. Al legno si sono volute associare tante espressioni di vita popolare, dalla casa alle botteghe degli antichi mestieri. Sono inoltre esposte: le bici in legno dell’Ottocento con le loro varie evoluzioni fino ai giorni nostri; i 35 mestieri degli ambulanti a due ruote. Il museo documenta l’uso del legno nei mezzi di trasporto: dalle slitte alla barca, ai carri regionali, ai calessi, alle carrozze e all’automobile, fino ad arrivare all’aereo di Antonio Locatelli. Romano Treviglio di Lombardia

Serio Adda Caravaggio L’Isola Bergamasca Un patrimonio da scoprire a prima edizione del marzo 2005 indicava già chiaramente l’obiettivo di seguire e servire i nuovi ed importanti progetti che si sono sviluppati ne- L gli ultimi anni sul territorio dell’Isola. Citiamo, in particolare, il recupero di edifici storici, la realizzazione di parchi di tutela del territorio, una migliore definizione di percorsi turistici, una più ampia accoglienza ai numerosi turisti che con continuità e costanza arrivano sull’Isola per visitare Sotto il Monte Giovanni XXIII, Crespi d’Adda e non solo. Per questo abbiamo accolto con molto piacere la richiesta di PromoIsola e della C.I.B. volta a completare la nostra prima edizione con un’integrazione che com- Religiosi prendesse anche “I percorsi colleoneschi”, un aggiornamento delle informa- zioni relative all’accoglienza turistica (Enti di riferimento turistico, Agriturismo, Archeologia Industriale Ristoranti) e – novità assoluta – i “parchi divertimento del territorio”. Abbiamo messo immediatamente a disposizione la nostra ricerca originale e la Ville e Castelli nostra redazione per ottenere questa “Seconda Edizione Integrata” degli Iti- nerari di Cultura “L’Isola Bergamasca: un patrimonio da scoprire”. La nuova tiratura, di circa 7.000 copie, sarà messa a disposizione – a cura di Naturalistici PromoIsola - di tutti i Comuni e delle Biblioteche dell’Isola, dei Centri Turistici e sarà anche – e soprattutto – affidata alla più importante porta turistica del nostro I luoghi del Colleoni territorio: l’aeroporto di Orio al Serio. Una precisa volontà di attestazione della nostra vicinanza all’Isola e ai Cittadini ITINERARI d i c u l t u ra del territorio da parte di ASICIB e del GIORNALE DELL’ISOLA.

Il Presidente ASICIB Il Direttore del Giornale dell’Isola Ivan Rota Gabriele Previtali L’Isola Bergamasca: Con il patrocinio di D Grazie alla preziosa collaborazione della Comunità dell’Isola Bergamasca e A E IZI D O della redazione del Giornale dell’Isola, che nel 2005 ha già curato e stampato N N un patrimonio la prima edizione della guida “L’Isola Bergamasca: un patrimonio da scoprire”, O E esce la seconda edizione integrata. Una guida completa che illustra la ricchezza

C del nostro territorio e che ci porta a conoscere le meraviglie dell’Isola Bergama-

E 2009-2010 Turismo S A sca, tra storia, cultura, architettura, arte, fede e natura. Sfogliando le pagine, si I T da scoprire può scoprire un ricchissimo patrimonio di bellezze e risorse proprio vicino a noi: A L’ISOLA BERGAMASCA: UN PATRIMONIO DA SCOPRIRE N T E G R le chiese più belle, cariche di secoli e di fede, da S. Vittore a Terno d’Isola a San Giorgio di Bonate Sotto, da San Egidio in Fontanella a San Fermo a Grignano; Religiosi l’archeologia industriale, da Crespi d’Adda alla Filanda di Sotto il Monte, alle ’Isola centrali idroelettriche; le eleganti ville padronali, da villa Mapelli a villa Gro- ell Be d rg tà a i m n mo; i castelli di Marne e di Solza, quest’ultimo celebre per avere dato i natali a

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o a C Bartolomeo Colleoni e l’itinerario dei possedimenti del grande condottiero nella Archeologia Industriale Bassa Bergamasca; il percorso della fede nei luoghi giovannei di Sotto il Monte

COMUNITà ISOLA BERGAMASCA ® Giovanni XXIII e dintorni; la natura e i sentieri dei parchi dell’Adda, del Brembo, PROMO SOLA del Monte Canto e Bedesco… Un viaggio unico alla scoperta delle nostre radici ASSOCIAZIONE NONI LUCRATIVA Socio - Culturale - Sportiva Ville e Castelli e del nostro patrimonio. Silvano Ravasio Naturalistici Presidente PromoIsola Progetto editoriale: seconda edizione 2009-2010 I luoghi del Colleoni novembre 2009