Top 500 Bergamo 4
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Eccellenza di impresa e digitalizzazione Top 500 nell'industria del futuro Bergamo, tra nuove sfide e opportunità della digitalizzazione: Bergamo fare Sistema per la crescita del territorio Introduzione / Top 500 Bergamo 4 Sezione 1 | Top 500: i dati e le prospettive 7 L’analisi: 2018 in luce, incertezza sulle prospettive 8 Le Top 500 14 Note metodologiche e glossario 28 Commercio 32 Macchinari e Apparecchiature 38 Metallurgia e Metallo 42 Chimico – Farmaceutico 46 Gomma e Plastica 50 Automotive 54 Elettronica e Informatica 58 Agricoltura e Alimentare 62 Edilizia e Costruzioni 66 Utilities 70 Trasporti 74 Tessile e Abbigliamento 78 Bergamo: le sfide della vocazione all’export 82 Investire in nuove tecnologie e capitale umano per la locomotiva del sistema produttivo Italia 84 Bergamo: manifatturiero dinamico 86 La banca a supporto del Sistema Bergamo 88 Sezione 2 | Bergamo: le competenze digitali 91 Survey Digital Upskilling Bergamo: ascoltare per agire 92 Il vento della quarta rivoluzione industriale soffia a Bergamo 108 La cooperazione quale fattore di successo dello sviluppo tecnologico di sistema 110 Quattro insight sull’innovazione dei modelli di business 112 Top 500 Bergamo Introduzione / Top 500 Bergamo Bergamo, tra nuove sfide e opportunità della digitalizzazione: Fare Sistema per la crescita del territorio Gian Paolo Manfrè Partner, PwC Italia Per il primo anno PwC, società leader nei servizi Rivoluzione digitale e nuove tecnologie stanno però professionali alle aziende, in collaborazione con mettendo in crisi questo modello, che necessiterà l’Università degli Studi di Bergamo, UBI Banca e di una forte revisione se non vorrà diventare presto Confindustria Bergamo presentano il rapporto Top 500. obsoleto. In primo luogo, infatti, la smaterializzazione Un’analisi dei bilanci e delle performance economiche dell’economia digitale priva i distretti di quel vantaggio delle aziende bergamasche. competitivo basato sulla vicinanza geografica; la localizzazione in determinate province raggiunte da L’iniziativa Top 500 nasce nel 2009 per iniziativa di PwC infrastrutture di telecomunicazione di scarso livello può e di istituzioni del territorio con uno Speciale Bilanci, per anzi trasformarsi addirittura in uno svantaggio difficile poi allargarsi nel corso degli anni fino a raggiungere le da sormontare. Ma, soprattutto, le nuove tecnologie (in attuali 20 edizioni. particolare cloud computing, big data analytics, AI e IoT) permettono a pochi professionisti dotati di competenze La Top 500 arriva oggi con un’edizione dedicata e strumenti di nuova generazione di avere una capacità al territorio Bergamasco. L’obiettivo è quello di di analisi e adattamento ai mutamenti molto superiore a analizzare e valorizzare il tessuto economico locale quella di cui può disporre invece l’“intelligenza collettiva” dando evidenza alle eccellenze imprenditoriali. che emerge dalla collaborazione tra una rete di piccole L’analisi dei dati è arricchita da una survey sulla imprese tradizionali (e che nel recente passato ha trasformazione digitale e sulla crescente necessità rappresentato invece la forza dei distretti industriali). di competenze digitali delle imprese del territorio. Non a caso, nelle parti più dinamiche del tessuto La decisione di dedicare un’analisi approfondita al produttivo italiano si avverte con forza l’esigenza tessuto imprenditoriale di singole province italiane è di un nuovo assetto organizzativo, che si basi non frutto della consapevolezza che i maggiori contributori più sull’esclusiva vicinanza geografica, ma che sia alla ricchezza del nostro Paese sono le numerosissime invece in grado di mettere al centro l’innovazione PMI che popolano il tessuto produttivo locale. Il 67,1% tecnologica e, soprattutto, le competenze, nuovo del valore aggiunto prodotto in Italia è infatti generato vero motore della cosiddetta economia della da micro, piccole e medie imprese1, che proprio per le conoscenza. ridotte dimensioni mantengono uno stretto legame con le località dove nascono. A differenze delle altre grandi Questa transizione rappresenta però una sfida economie industriali del continente, l’Italia conta invece complessa, dal momento che in tutti i Paesi sviluppati un numero limitato di “campioni nazionali”. Secondo stiamo assistendo a un trend per cui i giovani talenti i più recenti dati della Commissione europea, in Italia si concentrano in poche smart city, abbandonando sono attive “solo” 3.321 grandi imprese, che danno invece le province meno “connesse”. lavoro a poco più di tre milioni di persone. Per mantenersi competitive in un contesto che Questa peculiare organizzazione del tessuto cambia e ha fame di talenti, le imprese italiane imprenditoriale italiano è in parte il risultato di dinamiche dovranno imparare a formarsi “in casa” le socio-culturali dettate dalla storia del nostro paese, ma competenze di cui hanno bisogno per restare è stata anche il frutto di una scelta strategica, elaborata al vertice. Il sistema scolastico infatti oggi non è come risposta ai mutamenti di paradigma a cui abbiamo sempre in grado di trasmettere pienamente skills assistito negli anni ’70. La presenza di una fitta rete di adeguate alle richieste del mercato e in ogni caso mai PMI, organizzate intorno ad aziende più grandi col ruolo di potrà intervenire sul necessario lavoro di continuo pivot, ha permesso così di costruire un sistema produttivo aggiornamento richiesto dal digitale. allo stesso tempo flessibile e capace di specializzazione, i cui risultati sono ancora oggi evidenti: l’Italia è il primo Le imprese italiane faticano però ancora ad paese dell’area OCSE per valore dell’export delle piccole introiettare questo cambio di paradigma: l’ultima imprese (84,6 miliardi di dollari nel 2017)2. approfondita analisi Istat su questo tema3 ha 4 rilevato che solo l’8,1% degli italiani in età da lavoro Per massimizzare i risultati, è tuttavia necessario è impegnato in un percorso di “apprendimento anche un ulteriore passaggio, verso l’esterno, ovvero permanente”; inoltre, quasi il 40% delle imprese verso il "sistema". Secondo l’OCSE è opportuno che italiane con più di 10 addetti ancora non offre la riflessione sullo skill shortage coinvolga tutti opportunità di formazione ai propri dipendenti. Come gli attori territoriali, dalle imprese alle istituzioni, prevedibile si registrano tuttavia grosse differenze di passando per università, centri di formazione e performance a seconda della base dimensionale: la associazioni di categoria. Questo ampio dialogo quasi totalità delle imprese con più di mille addetti permette non solo di verificare se sono state realizza attività di formazione (98,2%), contro il solo correttamente individuate le competenze per le quali è 53,9% nella classe 10-19 addetti. più urgente sviluppare percorsi di potenziamento, ma anche e soprattutto di mettere in pratica diverse policies Gli studi OCSE mostrano però che non è sufficiente che possano rendere più attrattivo, dinamico e aperto fare formazione, per ottenere i risultati attesi: è all’innovazione l’intero territorio. importante anche come viene impostato il percorso di formazione. Le analisi sul nostro paese4, in particolare, Proprio in quest’ottica si sviluppa l’iniziativa Top evidenziano che solo raramente le aziende 500, che attraverso il coinvolgimento di attori procedono con un assessment delle effettive di diversa natura si ripromette di stimolare un competenze per le quali sarebbe necessario dibattito pubblico costruttivo. Bergamo rappresenta attivare percorsi di upskilling o reskilling. Il storicamente un’eccellenza dell’industria italiana e risultato è che in troppi casi i corsi di aggiornamento con questo lavoro ci auspichiamo di contribuire alla vengono impostati sulla base dell’offerta proposta dai definizione di un percorso che sappia preservarne e formatori stessi, quando invece sarebbe necessario valorizzarne le eccellenze, attivando dinamiche virtuose partire dalla domanda di competenze di un territorio che abbiano ricadute positive per tutti i suoi abitanti. o di un’impresa. In molti casi, alla formazione non è neanche dedicato un budget specifico (previsto dal solo 11,9% delle aziende con 10-19), a riprova che essa è svolta in modo estemporaneo (magari per il timore di perdere un finanziamento), senza che però sia elaborato a monte un ragionamento strategico. La transizione verso un modello che mette al centro le competenze potrà allora avvenire in maniera efficace solo se avrà il pieno supporto della leadership aziendale, la quale dovrà garantire 1 - Commissione europea, SBA Fact Sheet, 2018. 2 - OCSE, Exports by business size (indicatore), 2019. le risorse (non solo economiche) e l’engagement 3 - Istat, La formazione nelle imprese in Italia, 2017; anno necessari ad elaborare un percorso adeguato e di riferimento: 2015. 4 - OCSE, Adult Learning in Italy. What Role for Training calato nella realtà di riferimento. Funds, 2019. 5 Top 500 Bergamo 6 Top 500: i dati e le prospettive 1 7 Top 500 Bergamo Le Top 500 Bergamo L’analisi: 2018 in luce, incertezza sulle prospettive Cristiana Cattaneo Professoressa di Economia Aziendale, Università degli Studi di Bergamo, in collaborazione con PwC Secondo un’indagine condotta da Banca d’Italia, l’espansione della spesa ha riguardato prevalentemente i nel 2018 il volume delle vendite complessivamente beni materiali (immobili, macchinari, mezzi di trasporto). realizzate dalle imprese italiane, con almeno 20 addetti e appartenenti all’industria in senso stretto e dei servizi Meglio la situazione in Lombardia, in cui l’industria