S.A.Bro.M S.p.A.

AUTOSTRADA REGIONALE INTEGRAZIONE DEL SISTEMA TRANSPADANO DIRETTRICE --MORTARA

PROGETTO DEFINITIVO

ARCHEOLOGIA VERIFICA PREVENTIVA DI INTERESSE ARCHEOLOGICO SITI DI CAVA RELAZIONE ARCHEOLOGICA

A Giugno 2011 Emissione P. Terenzi D.C. Timalo D. Spoglianti Rev. Data Descrizione Redatto Controllato Approvato Attività: A.131.S.101.D1 Documento: GN_ARC_0000_RG_002_A

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INDICE

1. PREMESSA ...... 3 1.1. DESCRIZIONE DELL ’ELABORATO IN OGGETTO ...... 3 2. INQUADRAMENTO STORICO ...... 4 2.1. LA VIABILITÀ ANTICA ...... 8 2.2. LA CENTURIAZIONE IN ETÀ ROMANA ...... 11 3. SITO 1: (PV) – CASCINA ANGIOLINA ...... 13 3.1. DESCRIZIONE DELL ’INTERVENTO IN PROGETTO ...... 13 3.2. SITI SEGNALATI NELL ’AREA DELLA CAVA ...... 13 3.3. ANALISI DELLA FOTO AEREA ...... 15 3.4. ANALISI DEI CAROTAGGI ...... 16 3.5. LA RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA ...... 18 3.6. VALUTAZIONE DEL RISCHIO ARCHEOLOGICO RELATIVO ...... 19 4. SITO 2: / (PV) – PRESSI FUTURA STAZIONE DI SERVIZIO DI CARBONARA AL TICINO ...... 21 4.1. DESCRIZIONE DELL ’INTERVENTO IN PROGETTO ...... 21 4.2. SITI SEGNALATI NELL ’AREA DELLA CAVA ...... 21 4.3. ANALISI DELLA FOTO AEREA ...... 25 4.4. LA RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA ...... 26 4.5. VALUTAZIONE DEL RISCHIO ARCHEOLOGICO RELATIVO ...... 26 5. SITO 3: (PV) SPONDA SINISTRA TORRENTE TERDOPPIO – AREA INDUSTRIALE ...... 28 5.1. DESCRIZIONE DELL ’INTERVENTO IN PROGETTO ...... 28 5.2. SITI SEGNALATI NELL ’AREA DELLA CAVA ...... 28 5.3. ANALISI DELLA FOTO AEREA ...... 31 5.4. ANALISI DEI CAROTAGGI EFFETTUATI ...... 31 5.5. LA RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA ...... 33 5.6. VALUTAZIONE DEL RISCHIO ARCHEOLOGICO RELATIVO ...... 34 6. SITO 4: (PV) – CASCINA RIVOLTA ...... 36 6.1. DESCRIZIONE DELL ’INTERVENTO IN PROGETTO ...... 36 6.2. SITI SEGNALATI NELL ’AREA DELLA CAVA ...... 36 6.3. ANALISI DELLA FOTO AEREA...... 38 6.4. ANALISI DEI CAROTAGGI EFFETTUATI ...... 39 6.5. LA RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA ...... 39 6.6. VALUTAZIONE DEL RISCHIO ARCHEOLOGICO RELATIVO ...... 41 7. SITO 5: (PV) – CAVO BRIELLI ...... 42 7.1. DESCRIZIONE DELL ’INTERVENTO IN PROGETTO ...... 42 7.2. SITI SEGNALATI NELL ’AREA DELLA CAVA ...... 42 7.3. ANALISI DELLA FOTO AEREA...... 44 7.4. ANALISI DEI CAROTAGGI EFFETTUATI ...... 44 7.5. LA RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA ...... 46 7.6. VALUTAZIONE DEL RISCHIO ARCHEOLOGICO RELATIVO ...... 47 8. SITO 6: (PV) – CASCINA CESARINA ...... 49

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8.1. DESCRIZIONE DELL ’INTERVENTO IN PROGETTO ...... 49 8.2. SITI SEGNALATI NELL ’AREA DELLA CAVA ...... 49 8.3. ANALISI DELLA FOTO AEREA ...... 50 8.4. ANALISI DEI CAROTAGGI ...... 50 8.5. LA RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA ...... 52 8.6. VALUTAZIONE DEL RISCHIO ARCHEOLOGICO RELATIVO ...... 53 9. PROGETTAZIONE DELLE INDAGINI ARCHEOLOGICHE ...... 55 9.1. ATTIVITÀ DI INDAGINI PRELIMINARI ...... 55 9.2. DESCRIZIONE DELLE INDAGINI PRELIMINARI ...... 56 9.3. DOCUMANTAZIONE FINALE ...... 57 10. ARCHIVI CONSULTATI E BIBLIOGRAFIA CITATA ...... 58 10.1. ARCHIVI CONSULTATI ...... 58 10.2. BIBLIOGRAFIA CITATA ...... 58

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1. PREMESSA L’elaborato in oggetto si riferisce al piano cave predisposto per la realizzazione dell’Autostrada Regionale Broni-Pavia-Mortara. Si tratta di 6 cave di cui solo 2 in stretta adiacenza con l’opera citata.

1.1. DESCRIZIONE DELL ’ELABORATO IN OGGETTO L’estensore del presente studio, dott.ssa Piera Terenzi, è in possesso del diploma di specializzazione in archeologia, come richiesto dall’art.95, c.1, del decreto legislativo 12 aprile 2006 n.163 e dall’art.3 del Regolamento emanato con Decreto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali del 20 marzo 2009 n.30 e ha presentato alla Direzione Generale per i Beni Archeologici, in data 17 novembre 2009, domanda per l’inserimento nella seconda sezione dell’elenco istituito presso la stessa Direzione sulla base del disposto dell’articolo 95, c.2, del decreto legislativo 12 aprile 2006 n.163. Lo studio in oggetto si riferisce alla valutazione del rischio archeologico relativo alle opere in progetto, in ottemperanza alla normativa sulla verifica preventiva del rischio archeologico (D.L. 109/2005, artt. 2ter-quinquies, poi recepito dal D.L. 163/2006 artt. 95-96). E’ stata quindi elaborata una progettazione delle indagini archeologiche, in ottemperanza alle prescrizioni legislative emanate dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali in data 12 luglio 2005. In considerazione che l’ambito territoriale delle cave previste rientra solo in parte nella totalità dell’area vasta già oggetto di studio per la verifica preventiva dell’interesse archeologico dell’Autostrada Regionale Broni-Pavia-Mortara, si è deciso, per agevolarne l’eventuale consultazione, di mantenere e proseguire la stessa numerazione utilizzata in quella sede per i siti individuati. Per la verifica preventiva del rischio archeologico relativo al piano cave si è optato per la realizzazione di una serie di carte 1 che comprendessero, in maniera schematica, sia l’elaborazione del rischio che la progettazione delle indagini archeologiche preventive.

1 gli elaborati predisposti sono 1-0938-43_GN_ARC_0000_PL_029-34

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2. INQUADRAMENTO STORICO

In Lomellina, i reperti archeologici più antichi risalgono al Mesolitico che nell’area padana può essere datato all’incirca dal IX al VI millennio a.C. Tutti i ritrovamenti coevi sono stati effettuati sui dossi fluviali distribuiti lungo il Terdoppio (, località La Cascinassa, , località il Castagno, Dorno e ), lungo l’Agogna (Zeme Lomellina, località Dossi) e lungo il Ticino (, località S. Spirito; Gambolò, località Dosso della Guardia). Per l’Eneolitico la Lomellina fornisce più indizi che certezze: ritrovamenti sporadici decontestualizzati sono forse appartenenti alla Cultura del Vaso Campaniforme, mentre alcuni ritrovamenti indiziano l’esistenza di una necropoli a S. Martino Siccomario. Reperti dell’età del Rame provengono dall’area tra Ticino, Terdoppio e Siccomario, da , Gropello Cairoli, Gravellona Lomellina, Vigevano località Morsella, Castello d’Agogna, Mortara, Zerbolò, Carbonara Ticino, , e Lomellina. Per l’età del Bronzo si segnala il ripostiglio (databile alla fase finale del Bronzo Antico) che proviene da . All’incirca ascrivibili allo stesso periodo sono i ripostigli di Robbio Lomellina e , località La Torrazza. Sono già oltre una ventina i rinvenimenti di superficie riferibili al Bronzo medio in Lomellina, che mostrano una distribuzione dei siti lungo i terrazzi fluviali del Terdoppio e del Ticino: si segnalano qui l’insediamento in località Boffalora di Garlasco, i ripostigli di e Gropello Cairoli località S. Spirito. Pugnali sporadici sono stati recuperati a S. Martino Siccomario e Tromello. La necropoli meglio nota è quella di Gambolò località Dosso della Guardia, rinvenuta a seguito di un livellamento agricolo, il cui periodo di utilizzo va dalle fasi finali del Bronzo Medio agli inizi del Bronzo Recente. Un’altra necropoli - che però rimase in uso fino al Bronzo Finale - è stata scavata a Gravellona Lomellina. In tutta la Lomellina, anche per il pieno Bronzo Recente, sono noti vari ritrovamenti di superficie che indiziano la presenza di abitati, nonché un piccolo gruppo di tombe a cremazione rinvenute a . Di grande importanza sono anche i siti di Dorno, loc. Montalbano e loc. Formighera, frequentati tra il Bronzo medio e recente: qui sono stati documentati fondi di capanna con silos per l’immagazzinamento ed è stato rinvenuto abbondante materiale e manufatti che rinviano ad attività produttive e domestiche. Anche dai vicini siti di

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Zinasco (loc. Rissolina e loc. Madonnina) e Scaldasole (loc. Paralupo e riserva Cozzi Salvadeo) provengono frammenti ceramici del Bronzo medio. Considerati i dati archeologici attualmente conosciuti, si può ritenere che, nelle fasi piene dell’età del Bronzo la Lomellina fosse densamente abitata. Con il passaggio al Bronzo Finale (1200-900 a.C.) si assiste ad un quasi spopolamento e i pochi abitati rimasti sembrano essere agglomerati di maggiori dimensioni. A questo periodo appartengono alcune tombe a Gravellona Lomellina, qualche sporadico oggetto bronzeo da Pieve Albignola e Borgo S. Siro, , Gropello Cairoli e forse Carbonara Ticino. Sembra, quindi, che anche gran parte degli abitanti abbiano abbandonato la pianura e si siano trasferiti sulle sponde del medio corso del Ticino, nell’attuale provincia di Varese, dove sta evolvendosi la cultura di Golasecca che caratterizzerà il periodo seguente. In Lomellina, per il primo periodo della cultura di Golasecca (IX-VIII sec. a.C.), abbiamo solo ritrovamenti sporadici di oggetti di bronzo. Per il VII secolo si conosce solo una tomba da Garlasco, Madonna delle Bozzole, insieme a tombe del VI-V secolo, che indicano l’esistenza di un insediamento di una certa importanza in zona non ancora identificato ma presumibilmente sotto il centro abitato. Un altro centro abitato importante doveva sorgere in località Santo Spirito di Gropello Cairoli, ed era forse una tappa dei commerci che dall’Etruria risalendo parte del Po e del Ticino, raggiungeva il Lago Maggiore. 1 Nella prima età del Ferro (X-V secolo a.C.) la Lomellina appare quindi organicamente inserita nell’area della cultura di Golasecca. Anche in questo periodo, la gran parte degli insediamenti maggiori sono situati lungo arterie fluviali. Reperti occasionali sono stati rinvenuti nel territorio di S. Martino Siccomario e di Garlasco, dove è stata anche rinvenuta una tomba (Madonna delle Bozzole – località Ca’ Bassa). Tra la seconda metà del VI secolo ed il primo ventennio circa del V secolo si assiste ad un incremento delle testimonianze, conseguente soprattutto della rinnovata espansione etrusca in Val Padana. Le principali evidenze archeologiche di questa fase si dispongono in prossimità del corso meridionale dell’Agogna (Pieve del Cairo, ), lungo il terrazzo meridionale del Ticino (Garlasco e Gropello Santo Spirito) e del Terdoppio (Dorno). La sequenza dei ritrovamenti imprime sul terreno, almeno dalla fine del VI sec. a.C., le tracce di una delle arterie di traffico più importanti dell’Italia nord- occidentale, probabilmente ricalcata dai romani nel tracciare la via delle Gallie. Durante il V secolo nel territorio si raggiunse una concentrazione demografica anche notevole,

1 SIMONE ZOPFI 2002, pp. 87, 97-98, 100, 101; PALTINERI 2010, pp. 3-10  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  5/ 63

AUTOSTRADA REGIONALE BRONI -PAVIA -MORTARA Archeologia Verifica preventiva di interesse archeologico siti di cava Relazione Archeologica caratterizzata dalla presenza di nuclei insediativi distinti e piuttosto ravvicinati (pochi km l’uno dall’altro), anche grazie alla sua posizione nodale per il controllo delle maggiori arterie fluviali del nord-ovest. Rinvenimenti sono segnalati nei territori di Mortara, Borgo San Siro, Garlasco. Tromello, Pavia, Gropello, Pieve del Cairo. 1 La civiltà golasecchiana declina sotto i colpi della penetrazione di popolazioni celtiche che determinano profondi mutamenti culturali in tutti i territori dell’Italia settentrionale, anche la Lomellina, dalla metà del IV sec. a.C. fino alla romanizzazione, gravita nell’orbita della cultura celtica detta di La Tène. 2 Nel corso della seconda età del Ferro si sviluppa in Lomellina e nel Pavese una cultura lateniana su sostrato celto-ligure-golasecchiano, sito nell’ambito del quale si distingue per la sua natura proto-urbana il sito di Gropello Santo Spirito che oltre ad intercettare tutti i movimenti di uomini e merci verso il Lago Maggiore e l’attuale Svizzera, godeva di un ampio e fertile entroterra, ricco di insediamenti come Garlasco. Il sito di Gropello si esaurisce con la fine del IV secolo, fenomeno con altri centri proto urbani, forse per una diversa organizzazione del popolamento sul territorio. Forse già alla fine del IV secolo si ebbe poi l’inserimento della popolazione nell’ambito politico degli Insubres di Milano . Di particolare importanza, per il periodo, è la necropoli di Garlasco- Bozzole, utilizzata fino al pieno II secolo a.C. Nei primi decenni di questo secolo si sviluppò il sito che successivamente diventerà Ticinum . Si suppone che per il periodo tra II e il I sec. a.C. e la piena romanizzazione l’area si sia collocata in una posizione molto tranquilla di alleanza, e poi di integrazione, con Roma. Appartengono a questo periodo la necropoli di Dorno e di Garlasco-Baraggia. Nel corso dell’età augustea la regione viene inserita nel sistema viario che salda la Transpadana e la Cisalpina e si procede alla centuriazione ed alla bonifica della pianura lungo i grandi assi fluviali: la popolazione è ormai completamente romanizzata e vive in città o in ville e in insediamenti rustici distribuiti sul territorio. 1 La documentazione archeologica di età romana in Lomellina è particolarmente abbondante. La distribuzione dei ritrovamenti, concentrati soprattutto nella parte orientale e più scarsi in quella occidentale del comprensorio, rispecchia non tanto il quadro generale del popolamento in età romana, quanto il risultato della concentrazione delle indagini in una particolare zona, peraltro estremamente ricca di testimonianze. I ritrovamenti si infittiscono verso il centro, nella zona tra Mortara e Vigevano e nell’area tra Lomello e Pieve del Cairo, per raggiungere la massima densità

1 DE CARO 2002, pp. 102, 105, 108, 113,116 2 SIMONE ZOPFI 2002, p. 101  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  6/ 63

AUTOSTRADA REGIONALE BRONI -PAVIA -MORTARA Archeologia Verifica preventiva di interesse archeologico siti di cava Relazione Archeologica nei territori di Gambolò, Garlasco e Gropello Cairoli. La distribuzione dei siti archeologici nelle fasce centrale e orientale riflette certamente le scelte insediative degli antichi abitanti che privilegiarono dossi e terrazzi fluviali, nonché alcuni percorsi terrestri. I maggiori addensamenti di ritrovamenti si hanno infatti lungo gli assi fluviali dell’Agogna, del Terdoppio, del Ticino e sul percorso stradale da Ticinum verso le Gallie, che toccava Gropello, Dorno, Lomello e Cosso. In frequenti casi si assiste ad una continuità d’uso di siti pre-protostorici, mentre raramente si hanno prove di continuità dello stesso sito tra la prima epoca romana e quella tardoantica. Maggiore è invece la compresenza di ritrovamenti pre-protostorici e tardo antichi 2. A titolo esemplificativo, per rinvenimenti databili al II-III secolo d.C. si citano le necropoli di Garlasco-Bozzole e di Gambolò-Dosso della Guardia, i ripostigli monetali di Morsella e Valpersa, reperti sporadici da e miliari posti lungo le strade. La frequentazione del territorio in epoca tardoantica è testimoniata dalle sepolture di Garlasco-Baraggia, Mortara Sabbioni e S.Albino, Frascaro c.na Cernaia e Zinasco Nuovo, cascina Madonnina. Luoghi di possibili insediamenti coevi sono deducibili da recuperi sporadici di materiali, come Gambolò area cava Portalupa, Garlasco-Baraggia e Borgo San Siro. Non infrequenti i rinvenimenti di epoca longobarda come a Garlasco-Bozzole, S. Martino Siccomario – ex cava Baggini, Torre dei Torti, Cergnavo e Pieve del Cairo, dove presso Cascina Mercurina era probabilmente una necropoli. Si noti come la stragrande maggioranza di ritrovamenti è relativa a tombe o necropoli che dovevano far capo a piccoli centri abitati o strutture insediative poste nei dintorni, la cui localizzazione è imprecisabile in assenza di tracce tangibili. E’ assai probabile che gran parte delle strutture siano andate distrutte a causa della tecnica edilizia e dei materiali impiegati: gli edifici rustici erano per lo più realizzati con fondazioni a secco e materiale deperibile nell’alzato quali legno o argilla cruda. In alcuni casi, poi, gli attuali nuclei insediativi si sono sovrapposti ai precedenti. Va però ricordato che la zona era caratterizzata da una forma di popolamento sparso tipico del territorio in epoca celtica, che peraltro non venne sottoposto a centuriazione. Probabilmente funsero da centri di attrazione per l’insediamento i luoghi di sosta lungo gli itinerari stradali, come nel caso di Laumellum che assumerà grande importanza in epoca tardo antica e medievale. Edifici rustici sono stati individuati a Vigevano e Cozzo; ville in muratura sono state

1 ARSLAN 2002, pp. 122, 125-127, 130-131, 134, 137 2 INVERNIZZI, DIANI, VECCHI 2002, pp. 138, 140, 151-153.  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  7/ 63

AUTOSTRADA REGIONALE BRONI -PAVIA -MORTARA Archeologia Verifica preventiva di interesse archeologico siti di cava Relazione Archeologica individuate per ora solo a Garlasco-Bozzole e Gropello Santo Spirito, mentre un grande edificio di prestigio era a Lomello. Attività produttive sono state individuate a Gropello (località Morgarolo, S. Spirito e c.na Guala) e indizi di lavorazione del vetro provengono da Garlasco-Baraggia.

2.1. LA VIABILITÀ ANTICA

Una pista risalente il terrazzo sinistro del Po e collegata ai valichi occidentali delle Alpi risulta comunque frequentata come percorso di scambio interagente con le grandi vie d’acqua Po-Ticino-Verbano almeno dal periodo Golasecca II. 1 La presenza e la frequentazione di antiche piste preromane nel Piacentino, come di una pista risalente il corso del Po sulla riva sinistra (forse prefigurazione della via che nella seconda metà del I sec. a.C. collegherà stabilmente Piacenza con Pavia), sono suggerite dagli eventi bellici della guerra romano-gallica. 2 Il percorso più frequentato per la Gallia sembra staccarsi da Placentia , per raggiungere Ticinum , Laumellum , Augusta Taurinorum , Segusium , il passo del Monginevro e quindi la valle del Rodano e la Narbonensis . Tra la mansio di Laumello (Lomello) e Ticinum (Pavia), l’itinerario Hierosolymitamum segnala la mutatio Duriis , cioè Dorno. 3 Circa il percorso tra Lomello e Pavia, essa seguiva molto probabilmente quello poi ricalcato dall’antica strada pavesa ovvero da Dorno raggiungeva Pioppo del Gropello (presso Gropello Cairoli), per poi probabilmente curvare verso S.Spirito, portandosi da qui a Carbonara e Sabbione ed attraversare infine la bassura del letto preistorico del Ticino fino a Pavia. 4 L’esistenza di un percorso abbreviato da Ticinum a Vercellae (attraverso Mortaria ) è il presupposto stesso degli scontri fra gli eserciti franco e longobardo nei pressi di Mortara, ma è in dubbio la sua esistenza già in epoca romana, configurandosi quasi una sorta di variante più breve 5. Secondo alcuni autori questa variante si staccava dall’itinerario sopra descritto proprio all’altezza di Gropello Santo Spirito. 1 Sulla base del supposto rinvenimento di due miliari, rispettivamente a Sommo e a Zinasco, e sulla base della presenza di due insediamenti documentati dall’altomedioevo (C.na Travedo Vecchia e Nuova), è stata avanzata anche la teoria che esistesse una strada romana che, partendo da Pavia, si dirigeva a Sairano,

1 MACCABRUNI 1998, p. 262 2 TOZZI 1990, p. 262 3 FRACCARO 1957b, p. 176 4 FRACCARO 1957b, pp. 188-189 5 TOZZI 1998, scheda 1.  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  8/ 63

AUTOSTRADA REGIONALE BRONI -PAVIA -MORTARA Archeologia Verifica preventiva di interesse archeologico siti di cava Relazione Archeologica costeggiando quindi il terrazzo settentrionale del Po e che divenne di uso preminente a seguito dell’abbandono della strada di Duriae e Laumellum . 2 Posteriore all’età augustea viene invece considerato l’allestimento del tratto Mediolanum -Ticinum . 3 Nel loro percorso convergente su Piacenza, la strada per la Gallia e la Postumia presentano per un lungo tratto uno sviluppo tendenzialmente parallelo, lungo i due opposti terrazzi del Po, con molteplici opportunità di collegamento in corrispondenza dei più agevoli punti di attraversamento. 4 La SS 10 Padana Inferiore ricalca il tratto occidentale della Postumia piacentina. Il tratto a ridosso delle propaggini appenniniche, ai margini della pianura alluvionale, è, se non l’unico, certo il migliore possibile tra Clastidium e Placentia . La sostanziale corrispondenza dell’attuale all’antico tracciato à confermata dai ritrovamenti archeologici coevi all’intersezione della strada con lo sbocco dei solchi vallivi. Clastidium , antico capoluogo degli Anari, associato nella memoria degli autori antichi alla vittoria sugli Insubri del console Marcello, arroccata sul promontorio del Pistornile, occupata da Annibale, riconquistata e distrutta nel 197 a.C., risorge lungo la Postumia, al guado del Coppa, dove sin dalla fine del secolo scorso sono segnalati ritrovamenti. Di Camillomagus o Cameliomagus , altro vicus della colonia di Placentia ricordato dalle fonti itinerarie forse per il ruolo rivestito di nodo stradale nelle comunicazioni con Ticinum , resta incerta la localizzazione. Il toponimo stesso ci avverte dell’esistenza di un abitato preromano, da ubicare probabilmente su una propaggine appenninica, ma un addensamento di necropoli, indizio dell’esistenza nei pressi di un vasto abitato, si registra sul percorso della Postumia, tra e Cassino Po. Sui terrazzamenti di fondovalle dello Scuropasso una serie di ritrovamenti segnala le preesistenze romane di Broni, sul Versa quelle di Stradella. 5 Punto fisso del collegamento tra Ticinum e la Postumia è il ponte romano di cui restano tracce nei pressi dell’attuale ponte coperto sul Ticino. Da qui paiono distinguersi due tronconi, uno per l’osteria la Rotta, S. Martino, C.na Bargitta, C.na Zerbi, l’altro tendente a S. Martino Siccomario. Sul primo sorgeva la chiesa di S.Maria, ricordata negli Statuti del 1250 come Ecclesia Sancte Marie de Pado, sive da la Strata ‘ Chiesa di

1 MACCABRUNI 1998, p. 44 2 FRACCARO 1957b, pp. 191-192 3 MACCABRUNI 1998, p. 360 4 MARINI CALVANI 1998, p. 227 5 MARINI CALVANI 1998, p. 227  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  9/ 63

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S.Maria del Po o della Strada’. I due tracciati si arrestano a una certa distanza dal grande fiume, su cui difficilmente un tempo doveva trovarsi un ponte fisso. 1 Dall’altra parte del Po si nota un grande rettifilo che da Cassino Po (in corrispondenza del sito in cui indizi archeologici e topografici portano a collocare Comelimagus 2) per Barbianello si spinge fin nei pressi di Cà de Giorgi; si noti inoltre l’andamento del Rile di Verzate verso nord-est, che fino a C.na Paglia è fiancheggiato da una via di campagna: queste due vie sembrano incontrarsi all’inizio delle divagazioni antiche del Po. Si segnala anche il grande rettifilo che da raggiunge Bressana, in parte coincidente con la SS n. 35, in assoluta conformità con la divisione agraria, in quanto risulta mediano fra due cardini della centuriazione di Placenti a, ad ulteriore dimostrazione della sua origine antica. 3 Un tratto di strada in conglomerato è venuto alla luce a N/NW di Casteggio presso , in località la Pavesa. Il tracciato doveva svilupparsi parallelamente al corso del torrente Coppa, che si è proposto di identificare con il fiume Hadra della Tabula Peutingeriana fino alla confluenza del Po (spostata più a sud rispetto alla posizione attuale), dove le fonti rinascimentali attestano un insediamento denominato Bricolano o Bricola , forse in corrispondenza di un punto di intersezione tra vie terrestri e vie d’acqua. 4 Come i tratti a sud e a nord del Po si congiungessero non è chiaro a causa delle ripetute divagazioni del corso del fiume, che doveva qui essere superato mediante traghetto 5 Anche il forum di Iria () fruiva di un collegamento diretto con la Lomellina, che seguiva il corso dello Staffora fino alla valle del Po; attraversato il fiume verosimilmente a est della foce dell’Agogna, il percorso poteva congiungersi alla grande strada da Ticinum afferente a Laumellum (che proseguiva poi per Cuttiae , Vercelli e Torino 6) o, più probabilmente, a una via secondaria che costeggiava il terrazzo sinistro del Po. E’ probabile che nel sito di Laumellum confluisse anche un collegamento abbreviato per Mediolanum , che attraversava il Ticino in prossimità di Vigevano (a Viginticolumnae ?) risalendo in direzione di Ozzero, Abbiategrasso e Gaggiano. 1 Un itinerario secondario usciva da Dorno verso NNE e, compiendo un grande arco, si portava a E di Garlasco e risaliva quindi il terrazzo destro del Ticino per Madonna delle

1 TOZZI 1990, p. 373 2 MACCABRUNI 1998, p. 262 3 TOZZI 1990, p. 374 4 MACCABRUNI 1998, p. 262 5 TOZZI 1990, p. 374 6 PASSERINI 1953, p. 154  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  10/ 63

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Bozzole, Torrazza, Stradella Belcresa. Il percorso è seguibile almeno fino alla periferia meridionale di Vigevano e segnato da ritrovamenti archeologici. Il suo tracciato è ancora ravvisabile sulla Carta del Ministero della guerra piemontese, Lomellina, del 1770 ca. Va infine ricordato che in generale i limites della centuriazione, sia nel cardine e decumano massimi sia nei cardini e nei decumani quintarii (cadenti a intervalli di cinque) rappresentavano delle vere e proprie strade. 2 L’itinerario della via Francigena, ormai definito nel tracciato nei secoli XI e X, faceva capo ad una serie di località dotate di strutture assistenziali e ricettive. Il percorso da Pavia a Vercelli, superato il Ticino tramite il ponte romano le cui strutture erano state riutilizzate nel medioevo, toccava Tremel (Tromello) 3. Tra le strutture assistenziali nel tratto tra Pavia e Vercelli si citano qui il Romitorio di Sant’Aldo in località Sabbioni, Santa Maria a Carbonara Ticino, Santo Spirito tra Carbonara e Gropello, Ospizio Beccari a Gropello, una dipendenza di Santa Maria in Betlem a Garlasco, Santa Maria delle Barze presso Mortara, Santo Sepolcro al guado dell’Agogna a Ceretto. 4 A partire dai primi decenni del XII secolo la fondazione di nuove strutture “hospitalarie” esterne rispetto alle linee di transito conosciute indicano un progressivo evolversi dell’assetto viario preesistente, Esemplare è il caso della direttrice condotta da Pieve del Cairo sino al’innesto con la Francigena tradizionale nel Siccomario: questo percorso, che univa Borgo Franco, Pieve del Cairo, Sannazzaro de’ Burgundi, Pieve Albignola, Zinasco Nuovo e Vecchio, Sairano e S. Martino, veicolava a Pavia i flussi di transito dal Piemonte sud-occidentale. 5

2.2. LA CENTURIAZIONE IN ETÀ ROMANA

L’Oltrepò pavese conserva tracce della centuriazione romana, pertinenti però non Pavia ma altre città, cioè Piacentia (Piacenza), Forum Iulium Iriensium (Voghera) e forse in piccolissima parte Dertona (Tortona). L’agro di Ticinum (Pavia) non si estendeva quindi a sud del Po, ma anche nella Lomellina, cioè nella parte del territorio pavese ad ovest del Ticino, non si sono conservati relitti della centuriazione. Tuttavia questa regione conserva molti toponimi di origine romana e specialmente preromana ed un tratto della strada per le Gallie, e l’assenza di tracce centuriali deve molto probabilmente essere imputata ai grandi lavori

1 MACCABRUNI 1998, p. 262 2 TOZZI 1984, p. 175; MACCABRUNI 2002, p. 43 3 STOPANI 1998a, pp. 20 e 22 4 STOPANI 1998b, pp. 38-39 5 BARUFFI 1998, scheda 10  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  11/ 63

AUTOSTRADA REGIONALE BRONI -PAVIA -MORTARA Archeologia Verifica preventiva di interesse archeologico siti di cava Relazione Archeologica di spianamento e di irrigazione, che trasformarono profondamente la superficie della regione. 1 Nonostante la mancanza di relitti della centuriazione, le fonti antiche citano per la zona tra il Ticino e il Po, quindi in Lomellina, le coltivazioni del lino e della vite: Da una tomba di età augustea-tiberiana, rinvenuta a Gropello Cairoli, proviene una statuetta coroplastica di figura maschile ammantata e incappucciata, con una roncola nella mano destra e un grappolo d’uva nella sinistra. 2 Nell’area centuriata gli abitati si mostrano discretamente frequenti secondo una prevalente regolarità lungo cardini e decumani che talvolta hanno determinato la forma dell’abitato ancora oggi chiaramente riconoscibile, mentre nelle vicinanze di Pavia e nella fascia a ridosso del Ticino - non centuriata -, gli abitati si mostrano più radi e irregolari, in genere a concentrazione notevole (centri di terrazzo) o assai modesta (cascine e case sparse). 3 La Lomellina, in particolare la parte sud-orientale, era pavese, mentre il territorio di Novaria si spingeva fino a meridione di Vigevano. E’ verosimile che anche Laumellum e la parte sud occidentale della Lomellina appartenessero al territorio di Ticinum . Non è certa invece la dipendenza da Ticinum delle terre sulla sinistra dell’Olona. 4 Il territorio di Piacenza, invece, chiuso fra il Po e le colline del versante padano dell’Appennino, si estendeva assai più in lunghezza e si spingeva verso occidente fino a comprendere Casteggio. 5 Nella zona a nord di Casteggio fino al Po si sono conservati alcuni tracciati che mantengono l’orientamento dei cardini della divisione agrimensoria: - La strada da S. Giulietta a S. Re - La strada a nord di Pinerolo Po - La via con andamento serpeggiante per Stradellino e Fosso la Cerca - Il breve tratto stradale fra le Cascine, il Sabbione e Fosso Nuovo - La via di Casatisma e di Argine - Il torrente Coppa e la via affiancata - Il corso della Roggietta. 6

1 FRACCARO 1957c, p. 55 2 TOZZI 1984, p. 161 3 TOZZI 1974, p. 27 4 TOZZI 1974, p.25 nota 26 5 TOZZI 1990, p. 325 6 TOZZI 1990, p. 333  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  12/ 63

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3. SITO 1: BARBIANELLO (PV) – CASCINA ANGIOLINA

3.1. DESCRIZIONE DELL ’INTERVENTO IN PROGETTO Il sito è localizzato in comune di Barbianello, al confine con i comuni di Redavalle Santa Giulietta, quasi in adiacenza (a nord) con il tracciato autostradale A21 ed il futuro raccordo tra questa e l’autostrada in progetto. La superficie a disposizione è di ha 12.123 circa è pianeggiante e collocata alla quota media di 65-66 m/slm. Attualmente è destinata a scopi agricoli, con aree a prato e seminativi, con sporadica vegetazione arbustiva lungo fossi e canalizzazioni. E’ previsto lo scavo a fossa, per una profondità massima di 11 m, con interessamento della falda freatica superficiale. E’ possibile una successiva colmatura dello scavo, con ricostituzione delle precedenti quote del piano di campagna, riporto del terreno di scotico e ritorno all’utilizzazione agricola dell’area.

3.2. SITI SEGNALATI NELL ’AREA DELLA CAVA Il numero tra parentesi si riferisce a quello riportato in cartografia (elaborato 1- 0938_GN_ARC_0000_PL_029_A).

Comune di Barbianello San Re (18) La denominazione potrebbe derivare dal culto dei Magi in Lombardia sviluppato tra il 1200 e il 1300. 1

A S-E di San Re (19)

Panoramica dell’area dove è stato individuato il sito 19

1 MONTESANO 1998, pp. 180-183  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  13/ 63

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Nel corso della ricognizione superficiale archeologica effettuata per la verifica preventiva dell’interesse archeologico dell’Autostrada Broni-Pavia–Mortara, è stato individuato materiale di epoca romana (laterizi e lastrine litiche). Il luogo del rinvenimento era un campo arato con visibilità buona.

Barbianello (23) Il toponimo si configura come un diminutivo di Barbiano , forse un altro nome di luogo, a sua volta derivato col suffisso aggettivale –anus da un personale latino Barbius e anche Balbius . 1

Nei pressi della ferrovia (25) Tratto di strada antica, probabilmente pertinente al tracciato Camillomagus-Ticinum .2

A Ovest di C.na Angiolina (196) Nel corso della survey eseguita per l’opera in progetto, è stata individuato uno spargimento di frammenti laterizi (tra cui tegoloni ad aletta). Detto spargimento occupa la metà nord di un campo a visibilità bassa per la presenza di una coltivazione di mais, con una diffusione dei reperti in progressiva diminuzione procedendo verso sud.

Comune di Nel territorio comunale di Pinarolo Po, il cui toponimo forse corrisponde all’attestazione “in Pino” dei secoli X-XI. 3, si segnalano anche una tomba di epoca presumibilmente medievale rinvenuta a circa 5 metri di profondità in località Il Luogo – Logo (11) 4, e reperti di età romana individuati ad una profondità compresa tra i 2,5 e i 5 metri in località Crocetta. 5

Incrocio tra la ferrovia e il Rile Verzate (14) Sepolture romane a incinerazione in urna (alcune contenenti monete). 6

A S-W di C.na Paglia (15) Nel corso della ricognizione superficiale archeologica effettuata per la verifica preventiva dell’interesse archeologico dell’Autostrada Broni-Pavia–Mortara, sono stati rinvenuti frammenti di ceramica post-medievale. Il campo luogo dell’individuazione era arato con visibilità buona.

Comune di Redavalle A S-W di C.na Angiolina (20) Segnalazione da foto aerea. In quest’area a S-W di C.na Angiolina e in particolar modo nei campi a S dell’A21 si notano delle tracce scure rettilinee. Alcune di esse corrono parallele tra di loro perpendicolarmente all’autostrada. Una di queste corre invece in direzione E-W intersecandosi con le altre.

1 MARCATO 1990, p. 61; MARAGLIANO 1923, pp. 299-301 2 CERA 2000, p. 173 3 MARCATO 1990, p. 496 4 Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. Pinarolo Po - 9 agosto 1965 5 Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. Pinarolo Po – 25/02/1959 prot. 361 e lettera di Lentini del 29/01/1960; CERA 2000, p. 173 6 CERA 2000, p. 173  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  14/ 63

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Nei pressi di C.na Colombara a N-E del passaggio a livello (22) Dispersione di laterizi, una moneta a un frammento di probabile ditale in bronzo di epoca romana (?). I materiali si sono rinvenuti in corso di ricognizione in un campo arato con visibilità buona.

Località Fornace Bornaghi e Fornace Castellazzi (24) A circa due metri di profondità furono scoperti una sepoltura a cremazione con corredo e resti di altri corredi databili tra l’età tardo repubblicana e la prima età imperiale. 1 Si segnala anche un frammento di pugnale in selce ed un molare equino relativi all’età del Rame. A 200 metri da questo sito si rinvennero due punte di freccia in selce sempre dell’età del Rame. 2

Comune di Santa Giulietta Nei pressi di Cascina Costanza (17) Necropoli e insediamento romano. 3

3.3. ANALISI DELLA FOTO AEREA E’ stata analizzata la foto aerea fornita dalla Committenza.

Comune di Redavalle A S-W di C.na Angiolina (20) In quest’area a S-W di C.na Angiolina e in particolar modo nei campi a S dell’A21 si notano delle tracce scure rettilinee. Alcune di esse corrono parallele tra di loro perpendicolarmente all’autostrada. Una di queste corre invece in direzione E-W intersecandosi con le altre.

Fig. 1 – Foto aerea 100817b6984brom1001_13_0322_rgbn

1 CERA 2000, p. 172 2 PEARCE 1994, 115 3 MARINI CALVANI 1988, tav. 15, n° 16.001  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  15/ 63

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Nell’area interessata dalla lavorazione prevista, si nota la persistenza della traccia di una divisione agricola non più esistente sul terreno ma ancora presente su C.T.R.

Fig. 2 – Foto aerea 100817b6984brom1001_13_0324_rgbn

3.4. ANALISI DEI CAROTAGGI Nell’ambito dell’area interessata dai lavori sono stati eseguiti dalla Committenza 3 carotaggi. Si riporta una sintetica descrizione dei campioni prelevati.

Carotaggio PZ-BAR 01

Da p.c. a -5 m Da -5 m a -10 m

 Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  16/ 63

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Da p.c. a -0,20 m: humus Da -0,20 m a -1m: argilla gialla Da -1m a -1,60 m: limo argilloso bruno Da -1,60m a -2,20 m: argilla gialla Da -2,20 a -2,80m: limo argilloso giallastro Da -2,80m a -4 m: sabbia grigia Da -4 m a -5 m: lacuna Da -5 m a -12m: sabbia e ghiaia colore grigio Da -12 m a -16 m: argilla grigia

Carotaggio PZ-BAR 02

Da p.c. a -5 m Da -5 m a -10 m

Da p.c. a -1 m: argilla beige con frustulini di laterizio Da -1 m a -3 m: argilla limosa giallastra Da – 3 m a – 4,40 m: limo grigio verdastro Da -4,40 m a – 5 m: sabbia grigia con ghiaino Da -5 m a -9,40m m: sabbia grigia on ghiaia Da -9,40 m a -10 m: ghiaia con ciottoli e macrofossili Da -10 m a – 16 m: argilla grigia

Carotaggio PZ-BAR 03

Da p.c. a -5 m Da -5 m a -10 m

 Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  17/ 63

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Da p.c. a -2,60m: argilla gialla Da -2.60 a -5 m: sabbia grigia Da -5 m a -8 m: sabbia e ghiaia grigia Da -8 m a -9 m: lacuna Da -9 m a -10 m: sabbia grigia Da -10 m a -12,50 m: sabbia grigio chiara con ghiaia anche grossolana Da -12,50 m a -13 m: argilla grigia Da -13 m a -14 m: sabbia grigia intercalata ad argilla Da -14 m a -14,50 m: argilla con componente organica (grigio scuro) Da – 14,50 a -16 m: argilla grigia

Si notino i frustuli di laterizio nel carotaggio PZ-BAR 02, effettuato nel campo dove in corso di ricognizione archeologica sono stati individuati frammenti di laterizio tra cui si distinguono tegoloni ad aletta di età romana (capitolo 3.5 – la ricognizione archeologica).

3.5. LA RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA

La ricognizione superficiale dei terreni è stata eseguita il 6 giugno 2011. L’area interessata dall’opera prevista è impegnata da coltivazioni agricole (grano, foraggio, mais) e solo tre campi sono parzialmente visibili per lo spazio esistente tra le piante: si tratta di un appezzamento con vegetazione appena accennata e due campi coltivati a mais. In uno di questi è stata individuata una concentrazione di materiale laterizio tra cui si distinguono tegoloni ad aletta di età romana (sito 196), sparsi sulla metà nord del campo, nell’altro erano presenti frammenti di laterizi non determinabili cronologicamente.

Campi coltivati nella porzione ovest dell’area

 Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  18/ 63

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I campi coltivati a mais nel settore centrale. A destra il campo dove è stato rinvenuto materiale archeologico

Particolari dei reperti rinvenuti

I campi nel settore est Campo a sud

3.6. VALUTAZIONE DEL RISCHIO ARCHEOLOGICO RELATIVO La frequentazione in età preistorica del territorio sembra testimoniata dai rinvenimenti a sud Redavalle, 1

1 Loc. Fornace Bornachi e Fornace Castellazzi, reperti dell’età del rame  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  19/ 63

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La porzione di Oltrepò Pavese rientrante nell’area oggetto di questo studio risulta sottoposto a divisione agrimensoria di età romana. Relitti di detta ripartizione sono ancora conservati e corrispondono a tratti di viabilità, divisioni campestri e orientamenti di canali che ne hanno mantenuto l’orientamento e si interrompono in prossimità delle aree golenali del Po. Una centuria (la cui dimensione media era 710 x 710 m) era pari a 20x20 actus , corrispondenti a 200 iugera cioè 50 ettari e considerando che nelle deduzioni coloniali note 1 la media di assegnazione a famiglia era di 100 iugera , si può ritenere che in ciascuna centuria fossero situate due fattorie. Il paesaggio dell’epoca doveva essere caratterizzato pertanto da una fitta rete stradale, spesso coincidente con gli assi della divisione agrimensoria, presso la quale erano localizzati insediamenti rustici e necropoli, alle quali si riferiscono infatti le preesistenze archeologiche fino ad ora individuate nel territorio 2. Nella zona vengono segnalati diversi rinvenimenti archeologici di epoca romana, quali necropoli (sito 14, Comune di Pinarolo Po all’incrocio tra la ferrovia e il Rile Verzate; sito 24 Comune di Redavalle, località Fornace Bornaghi e Fornace Castellazzi sito 17, Comune di Santa Giulietta, nei pressi di Cascina Costanza, in quest’ultimo caso è stato individuato anche un insediamento coevo). In corso di ricognizione superficiale eseguita per la verifica del rischio archeologico dell’autostrada Broni-Pavia-Mortara sono stati individuati spargimenti di reperti ceramici di epoca romana in comune di Redavalle (nei pressi di C.na Colombara a N-E del passaggio a livello sito 22) e in comune di Barbianello, a S-E di San Re (sito 19). Nel corso della ricognizione archeologica effettuata per la verifica dell’interesse archeologico di questa cava, è stato individuato spargimento di materiale in un campo ad ovest di C.na Angiolina (sito 196). Si noti che un asse riconducibile alla divisione agrimensoria viene anche supposto in corrispondenza della S.P. 66. Se si riproduce l’andamento di questo allineamento alla distanza di 710 m verso est esso transiterebbe proprio tra i siti 19 e 196, che tra di loro distano circa 350 m. Si ritiene pertanto che l’opera in progetto sia a potenziale rischio archeologico relativo alto.

1 GABBA 1983 2 Si rimanda all’elaborato GNARC0000RG001A per la sintetica descrizione dei seguenti rinvenimenti: Necropoli individuate nei comuni di (siti 2 e 3), (sito 10), C asatisma (sito 5),nel cui territorio comunale è venuto alla luce anche un contesto (sito 4), mentre segnalazione di reperti sporadici provengono dai territori di Bressana Bottarone (sito 1) e Pinarolo Po (sito 13).  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  20/ 63

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4. SITO 2: CARBONARA AL TICINO / SOMMO (PV) – PRESSI FUTURA STAZIONE DI SERVIZIO DI CARBONARA AL TICINO

4.1. DESCRIZIONE DELL ’INTERVENTO IN PROGETTO Il sito è localizzato tra il comune di Carbonara al Ticino e Sommo e in parte rientra nel territorio del Parco regionale della Valle del Ticino. Esso sarà delimitato a nord della prevista autostrada, la stazione di servizio ad essa collegata e la strada provinciale 193bis. L’area, dell’estenzione di circa 128.000 mq, è attualmente a distinazione agricola (risaia e seminativi, con vegetazione lungo i canali irrigui cavo Bielli e Cavo Cavour che la attraversano. E’ previsto un intervento di reambientazione e sistemazione agricola e naturalistico- paesaggistica attraverso un abbassamento generalizzato dell’esistente piano di campagna e attraverso un raccordo delle quote altimetriche dei manufatti citati e le aree agricole, con un incremento delle superficie boscate e/o naturalizzate.

4.2. SITI SEGNALATI NELL ’AREA DELLA CAVA Il numero tra parentesi si riferisce a quello riportato in cartografia elaborato 1- 0939_GN_ARC_0000_PL_030_A).

Comune di Carbonara al Ticino

Il rinvenimento di alcuni reperti dell’età del rame nel territorio di Carbonara al Ticino, suggerisce l’ipotesi che sia un’importante necropoli di tipo Remedelliano presso la località Sabbione. Altri reperti della stessa epoca sono stati ritrovati alla vicina Cascina de’ Frati. 1 Sono inoltre venute in luce, oltre ad alcuni sporadici reperti relativi all’età del Bronzo, alcune tombe a cremazione della cultura La Tène. 2 Presso la Regione Ronco si segnala un vaso contenente ossa umane e un asse della famiglia Valeria, e alcune punte di lancia in bronzo. 3 Il Bergamo riporta che verso la metà del 1800 furono trovati nel territorio fittili d’epoca romana (augustea). 4 A Sabbione, località menzionata in una carta del 1192 e dove i pavesi nel 1374 costruirono una bicocca, torre destinata a ricevere armati, evidentemente a vigilanza della strada citata nel 1387 come stratarum a Sablono propre pontem Gravaroni 5, si segnalano cinque pugnali relativi al Bronzo Medio-Recente e un’armilla di VIII-VII sec. tipo “Chiavari”. 6

Carbonara al Ticino (76)

1 PEARCE 1994, p. XVIII 2 MARIANI 1995b, p. 64 3 PONTE 1964, p. 179 4 BERGAMO 1995, vol. I, p. 185 5 BERGAMO 1995, vol.1, pp.190-191 6 PEARCE 1994, p. 115  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  21/ 63

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Il territorio dove sorge Carbonara al Ticino rientra nella vastissima foresta detta Sylva Carbonaria che si estendeva dal Terdoppio all’Agogna e da Dorno e Valleggio. Viene citato un diploma regio di Cuniperto emesso nel 690 in una località denominata curte Carbonaria , forse corrispondente al sito in oggetto. Un altro documento del 747 del re Longobardo Rachis viene menzionato il bosco regio denominato Carbonaria . Nell’891 l’imperatore Guido concesse l’uso della Sylva Carbonaria al monastero di S. Maria Teodata di Pavia ed un monastero di S. Maria con ospedale venne eretto nel luogo. L’ hospitale Carbonarie viene ancora citato negli estimi pavesi del 1228. 1 Santa Maria era sul percorso della via Francigena. 2

Comune di Il toponimo si rifà al culto di San Martino. La specificazione Siccomario è in origine il nome del territorio che comprende anche San Martino e in genere si ritiene un riflesso di un personale germanico, di cui si hanno altre attestazioni lombarde come Sichemari , Sigimario ecc. tra il sec. VIII e IX. 3 Secondo un estimo del 1250, nel Siccomario, cioè territorio di S. Martino e Travacò, vi dovevano essere le località Domus Bogie de Gargano , Domus de Gratis Guillelmi de Strada , Domus Alloni , Domus Resonati mancipata , Domus Beltrami Runei , Domus Lantelmi Ferrarii sive Uberti , Domus Pirle , Domus Silani de Juvenali , S. Maria de Rocamadore (in Strata?). Carlo Magno, con precetto datato da Pavia, fra gli altri, donava al monastero di S. Martino di Tours la Val Camonica e l’Ospizio di S. Martino Siccomario in “ locum Wahan ”, con case e terreni di sua pertinenza. La donazione sarà confermata da Carlo il grosso nel 887. In una carta del 1219 si legge: in territorio S. Martini in terra arsa juxta stratam Papie versus Gravalonem . La pieve venne eratta da S. Crispino I, vescovo di Pavia (433-466). La chiesa parrocchiale conserva un abside stimato al X secolo. 4 Nel territorio di San Martino Siccomario sono state rinvenute alcune tombe a cremazione golasecchiane. 5 Nel corso della ricognizione superficiale effettuata per la verifica preventiva dell’interesse archeologico dell’autostrada Broni-Mortara, a Nord Est di Torre dei Cani sono stati individuati una selce, un frammento ceramico presumibilmente di età romana e un frammento di graffita post-medievale. Sempre nella medesima occasione, materiale ceramico pre - protostorico/romano è stato individuato a Nord-ovest della segnalazione precedente. Si segnala infine che il toponimo di C.na Pezzana potrebbe essere di origine prediale in –ana dal gentilizio latino Peccius , Pettius . 6

Tra C.na Paradiso Nuovo e il confine di Carbonara Ticino (Cava Baggini) (37) Tre pozzi di età romana. 7 Reperti di epoca longobarda. 8

Campo Collarini (39) Tombe romane. 9

Paradiso Vecchio (40)

1 OLIVIERI 1961, p. 482; BERGAMO 1995, vol.1, pp.181-182 2 STOPANI 1998b, p. 38 3 MARCATO 1990, p. 584 4 BERGAMO 1995, vol.2, pp.230, 237-238 5 MARIANI 1995a, p. 89-90 6 MARCATO 1990, p. 653 7 Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. 8 DE MARCHI 2010b, pp. 59-60 9 Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia.  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  22/ 63

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Tombe e materiali di epoca romana. 1Due frammenti di ceramica preistorica e due cucchiai di bronzo. 2

Santa Croce (42) Chiesa che nel XV secolo era di proprietà dei PP. Crociferi . Anche Colombarolo e C.na Molinello sono di antica origine. Vicino al Mollinello vi era un oratorio intitolato a S. Giovanni Evangelista ed era di patronato del Bellingeri pavesi. Venne distrutto quasi certamente nel 1800. 3 Nel 1951, in occasione della rettifica della strada Mortara - Pavia, alla profondità di 2,5 m, sono venute alla luce una ventina di tombe con corredi databili tra il II-I a.C. e il III-V a.C 4. Si segnala il rinvenimento di un pozzo di età romana. 5

Comune di Il territorio in antico faceva parte della Sylva Carbonaria . La località è già menzionata nel 1200 e faceva parte del feudo di Sommo. Nel XIV secolo vi venne costruita una bicocca dai pavesi. Nel 1400 vi era un oratorio campestre, intitolata a S. Agostino. 6 Nel 1938 ritrovamenti di epoca longobarda nel comune di Cava Manara: un umbone di scudo da parata, una fibbia di cintura in ferro, una fibbia con guarnizioni in bronzo di tipo bizantino e un frammento di cesoie. 7 Nel corso della ricognizione superficiale effettuata per la verifica preventiva dell’interesse archeologico dell’autostrada Broni-Mortara, sono stati individuati reperti di epoca romana a N-W di Ca’ Matta, ad est di C.na Agliarolo ed a Sud-Ovest di C.na Bellana.

La Spezza (34) Nominata in documenti del XIII secolo come Spexa de Canibus .8

Torre dei Torti - “Chiappa Gabette” (41) Rinvenimento di una decina di tombe ad inumazione databile presumibilmente ad epoca tardo antica. 9

Torre de’ Torti (44) Denominata Torre in documenti dell’inizio del XII secolo, era sotto la giurisdizione di Pavia e dominio dei Salimbeni, poi dei Visconti che lo diedero in feudo agli Eustachi. Nel 1485 subentreranno come con feudatari i Torti che diedero la definitiva denominazione alla località. La parrocchia è nominata nelle “ Rationes decimarum ” del 1323 ed era intitolata a S. Pietro della Costa. Vi era anche un monastero fondato dalle Benedettine, intitolato a S. Maria. 10 Da qui proviene un’ara romana. 11

1 Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. 2 Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. 3 BERGAMO 1995, vol.2, p.243 4 PANAZZA 1955, pp. 93-94 5 Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. 6 BERGAMO 1995, vol.1, pp. 227, 232, 234 7 DE MARCHI 1995, p. 60 8 BERGAMO 1995, vol.1, p. 239 9 Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, prot. 2138, lettera del Lentini 24- 11-55. 10 BERGAMO 1995, vol.1, p. 238 11 BERGAMO 1995, p. 233, p. 237; Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  23/ 63

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A sud del cimitero è stata individuata una tomba longobarda. 1

Comune di Sommo Sommo (35) Sommo è ricordato nella vita di S.Epifanio, scritta dopo il 500 da Ennodio, vescovo di Pavia, col nome di Summias o Summitas . Il luogo venne donato con Monte Vellere (una località scomparsa tra Zinasco e Sommo o tra questo e Cava) e Sairano al vescovo di Pavia da Lotario I e Ludovico II nel 849 e le donazioni confermate con diploma di Ottone II del 977. Dopo il Mille questo territorio passa nel Comitato di Lomello, quindi poi è diventato di soggettanza del Comune di Pavia. Questo luogo, insieme con altri paesi circonvicini, faceva parte del Siccomario. Si fa menzione di un castello in documenti del XIV e XV secolo. 2 A Pavia durante i lavori di demolizione dell’antica facciata della cattedrale Santo Stefano si rinvenne un miliario con iscrizione di Antonino Pio. 3 Secondo il Majocchi il monumento sarebbe stato trasportato a Pavia dalla località di Sommo ove la chiesa pavese aveva dei possessi ricordati da Ennodio ( Vita Epiphani 21: Summias vocitatur ager )4

San Fedele (36) Le prime notizie storiche risalgono al 1200 con il nome di Frasceta . Nelle “ Rationes decimarum ” del 1320 circa vi è indicata la chiesa di Sancti Fidelis de Frascheta. Nel cascinale Collegio si possono vedere testimonianze murarie anteriori al X secolo, forse relative ad una casa-forte. 5 Nella casa detta “Convento o Collegio” in occasione di uno scavo, fu trovata, alla profondità di un metro circa, una punta di freccia in selce. A Est della casa fu ritrovato anche un sarcofago di serizzo reimpiegato come abbeveratoio. 6

C.na Travedo Vecchia e Nuova (77) Corrispondono rispettivamente alle località Teveredo ( castrum Teveredum, poi Torvedo) e Sextamascum (o Sextenascum ) citate in un diploma del re Ugo del 929 e in un documento del 1041 dell’imperatore Enrico III. Il toponimo Sextenasco è riconducibile ad una derivazione da una cifra miliaria romana con il noto suffisso ligure –asco. 7

Loc. Ca’ Bianca – Costa per Travedo (78) Frammenti di embrice romano e una selce. 8

Comune di Zinasco Loc. La Madonnina: recupero di ceramica, lamelle e schegge in selce del Bronzo Medio durante lavori di sbancamento di dossi 9

1 Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia; INVERNIZZI, DIANI, VECCHI 2002, p. 140; DE MARCHI 2010a, p. 56-58 2 BERGAMO 1995, vol.2, p 313-314, 318 3 BANZI MIRELLA 1999, p. 148 4 FRACCARO 1957a, p. 179, 190 5 BERGAMO 1995, vol.2, pp. 319 e 323-324 537 6 Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia 7 FRACCARO 1957a, pp. 190-191 8 Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia 9 PEARCE 1994, p.. 119  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  24/ 63

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Loc. Bombardone, cava Baggini, dal greto del Po, rinvenimento di ascia in pietra levigata dell’Età del Rame. 1 Presso C.na Rissolina sono stati rinvenuti strumenti in selce del mesolitico e sei pozzetti (forse tombe) attribuibili al bronzo medio, sono stati trovati durante durante lavori agricoli nel 1973 2.

Fraz. Sairano (75) Forse risale da *Sarianus , aggettivazione da Sarius , gentilizio romano. 3 Le prime notizie storiche risalgono ad un diploma di Lotario I e Ludovico II del 849 dove vengono donate al vescovo di Pavia le località di Monte Vellere, Sommo e Sairano. Questa donazione sarà poi confermata nei diplomi dei re Ugo e Lotario II tra gli anni 939 e 943. 4

4.3. ANALISI DELLA FOTO AEREA E’ stata analizzata la foto aerea fornita dalla Committenza. Nell’area interessata dalla lavorazione in progetto non sono state individuate anomalie.

Fig. 2 – Foto aerea 100817b6984brom1001_08_0160_rgbn

1 PEARCE 1994, p.. 119 2 PEARCE 1994, p. 119; VANNACCI LUNAZZI 1980, pp. 288-289 3 OLIVIERI 1961, p. 143 4 BERGAMO 1995, vol.2, p.576  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  25/ 63

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4.4. LA RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA

La ricognizione superficiale dei terreni è stata eseguita il 6 giugno 2011. Tutte le superfici interessate dall’opera in progetto sono risultate a copertura vegetale totale per coltivazioni agricole. Visibilità nulla.

I campi a sud della roggia che attraversa l’area in senso E/W

I campi a sud della roggia che attraversa l’area in senso E/W

4.5. VALUTAZIONE DEL RISCHIO ARCHEOLOGICO RELATIVO La frequentazione del territorio di Carbonara al Ticino è attestata dall’età del Rame per il rinvenimento di reperti in località Sabbione e alla Cascina de Frati. Sono segnalati inoltre reperti dell’età del Bronzo e della cultura la Tène. Sempre nel territorio sono inoltre venute in luce, oltre ad alcuni reperti relativi all’età del Bronzo, alcune tombe a cremazione della cultura La Tène. 1

1 MARIANI 1995b, p. 64  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  26/ 63

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Osservando la planimetria della valutazione del rischio archeologico relativo, si nota una concentrazione di siti archeologici su due fasce: una prima a nord dell’area dove è progettata la cava, in corrispondenza della strada romana Ticinum – Lomello, che passava per Sabbione, Carbonara, S. Spirito, Pioppo del Gropello e Dorno (la mutatio Duriis , indicata negli itinerari), ricalcando almeno parzialmente una direttrice protostorica. La seconda fascia di rinvenimenti è localizzata a nord del terrazzo del Po, dove si ritiene possibile l’esistenza di una viabilità in uso fin dalla protostoria, sulla base dell’individuazione di preesistenze archeologiche, oltre alla presenza dei toponimi romani di Sommo (sito 77) e Zinasco (sito 75). Rinvenimenti di epoca longobarda sono segnalati nei territori comunali di San Martino Siccomario (sito 37, Tra C.na Paradiso Nuovo e il confine di Carbonara Ticino) e Cava Manara (Torre de’ Torti , sito 44). L’area dove è prevista l’opera in progetto rientra nella vastissima foresta detta Sylva Carbonaria che si estendeva dal Terdoppio all’Agogna e da Dorno e Valleggio, citata in epoca altomedievale. A fronte di questi dati, si nota una carenza di informazioni nell’area tra le due fasce di rinvenimenti sopra citati, forse il risultato della concentrazione delle indagini nelle due zone sopra citate o forse per la presenza già in epoca precedente all’altomedioevo della vasta foresta. Sulla base della mancanza di segnalazioni archeologici nei pressi dell’area interessata dall’opera in progetto e della visibilità nulla delle superfici interessate in corso di ricognizione superficiale si ritiene detta opera a potenziale rischio archeologico relativo medio .

 Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  27/ 63

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5. SITO 3: DORNO (PV) SPONDA SINISTRA TORRENTE TERDOPPIO – AREA INDUSTRIALE

5.1. DESCRIZIONE DELL ’INTERVENTO IN PROGETTO L’area interessata, della superficie di ha 25333 circa, è localizzata in comune di Dorno, immediatamente a sud dell’abitato e dell’area industriale-artigianale. L’area è pianeggiante, collocata alla quota media di 84-85 m/slm, attualmente a destinazione agricola (risaie e pascolo). Vi sono segni di pregressa alterazione della morfologia, derivante da limitati interventi di sistemazione fondiaria, con asportazione di materiali inerti. E’ previsto l’arretramento dell’esistente terrazzo morfologico per la porzione occidentale del l’area, la più prossima al corso del torrente Terdoppio, per una profondità massima di 4 m. Sul resto dell’area, si prevede lo scavo a fossa sempre per una profondità di 4 m, con possibile successivo ritombamento e ripristino del piano di campagna esistente per il ritorno all’utilizzazione agricola del settore.

5.2. SITI SEGNALATI NELL’AREA DELLA CAVA Il numero tra parentesi si riferisce a quello riportato in cartografia elaborato 1- 0940_GN_ARC_0000_PL_031_A). .

Comune di Dorno Dal territorio di Dorno proviene un’olpe in bronzo di fabbricazione etrusca. Datazione: metà VI – metà V sec. a.C. 1 A S-W di C.na Albera, a seguito di ricognizione per la Broni Mortara, sono stati rinvenuti frammenti di laterizi di età romana. Presso il campo “Ghiacciaia” di Cascina Grande è stata individuata una necropoli a seguito di lavori di spianamento. Si tratta di tombe a cremazione collocabili tra il periodo tardo La Téne e quello romano. 2

Dorno (80) La località è citata nell’ Itinerarium Hierosolymitanum del 333 quale mutatio Duriis . Il toponimo ha altri riscontri in Lombardia ed altrove, in nomi locali francesi come Dourne , Dourn , e risale verosimilmente al gallico Durno - (durnos ) ‘pugno’, impiegato anche con funzione oronimica per designare una sporgenza, un dosso e simili. 3 Nel IX secolo faceva parte del feudo di Lomello. Tra il 1140 e il 1144 i conti di Lomello diedero origine a molti rami che assunsero il titolo specifico degli insediamenti ove

1 PEARCE 1991, p. 142 2 ALLINI 1984, pp. 122-123; INVERNIZZI 2010, pp. 31-33; pp. 34-35 3 MARCATO 1990, p. 253.  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  28/ 63

AUTOSTRADA REGIONALE BRONI -PAVIA -MORTARA Archeologia Verifica preventiva di interesse archeologico siti di cava Relazione Archeologica dimorarono, da qui nacque la dinastia dei conti di Dorno. La pieve di Dorno era dedicata a Santa Maria Maggiore. 1

In questo stralcio della Tabula Imperii Romani, f. 32, Mediolanum, Roma 1966 la località di Dorno ( Duriae ) è indicata con la vignetta che contraddistingue i luoghi di fermata lungo le grandi vie romane. 2

San Materno (82) La denominazione della zona a circa 1 Km dall’abitato di Dorno deriva dall’intitolazione di un’antica chiesetta ora distrutta. 3 La chiesa nel 1576 risulta cadente, restaurata nel 1635 e demolita nel corso del XX secolo. 4 Nel 1972 in seguito a uno sterro per l’impianto della coltivazione a riso si rinvenne una necropoli ad incinerazione romana. 5

Cascina Moglia (91) Durante lavori agricoli e di asportazione di sabbia si segnalano una tomba a cassetta e altre tre in nuda terra di epoca romana. Nella tomba a cassetta il vano contenente il corredo aveva una profondità di 40 cm. 6

C.na Battera (198) Ritrovamento di una notevole quantità di reperti dell’età del Bronzo Recente.7

C.na Formighera (186)

1 BERGAMO 1995, vol.1, pp.303-313 2 ANTICO GALLINA 1985, tav. IV 3 ANTICO GALLINA 1985, p. 113 4 BERGAMO 1995, vol.1, pp.317-318 5 ANTICO GALLINA 1985, p. 113 6 ALLINI 1985, p. 166 7 PONTE 1964, pp. 181-184; PEARCE 1991, pp. 44-48.  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  29/ 63

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Rinvenimento di reperti archeologici dell’età del Bronzo. 1

C.na Secondina (197) Rinvenimento di reperti archeologici contenuti in due riempimenti scuri, presumibilmente relativi a tombe di età romana. 2

Comune di Pieve Albignola Nel territorio comunale è segnalato il rinvenimento, nel 1875 a 200 “passi” (circa 200 m)dal ciglio del terrazzo sovrastante il Terdoppio tra Pieve Albignola e Dorno, di un ripostiglio contenente 37 asce contenute il un grosso dolio fittile. Datazione: inizio del Bronzo Medio. Si trattava di un deposito di un artigiano-fonditore. 3 Sono segnalate anche asce ad alette degli inizi del Bronzo Finale. 4

Comune di Scaldasole Il nome dell’insediamento già nel 982 si presentava nella forma attuale ed era probabilmente centro di una sculdascia della iudiciaria di Lomellina. Nelle vicinanze le fonti indicano la presenza di un fundus Longobardelli. 5 In un documento del 1334 viene menzionato il castrum et turris de Scaldasole . Nel 1404 il luogo di Scaldsole fu fortificato da Ardengo Folperti, dopo averne ottenuto regolare licenza da Filippo Maria Visconti. 6 In località Vignevecchie è stato rinvenuto un raschiatoio in selce dell’Età del Rame. In località campo del Rosario è stata rinvenuta un’ascia in pietra levigata forse del Neolitico. In località San Maiolo è stato rinvenuto un frammento di fibula a drago con cornetti, occhiello e nodulo fermapieghe della seconda metà del VII secolo. 7 Al confine con Sannazzaro de Burgondi, in località Val Cardinala, presso il Canale Cavour (diramatore Malaspina) è stata rinvenuta una fibula celtica di tipo La Thène. 8 Nella riserva Cozzi-Salvadeo è stato rinvenuto un fondo di capanna la ceramica in associazione è databile al Bronzo medio. 9 Nel 1975 è stato effettuato un recupero di reperti dell’età del Bronzo durante lavori di livellamento del terreno. 10 Per quanto concerne il periodo romano, sono state rinvenute tombe in località I Dossi, lungo il ciglio sinistro della strada comunale che da Scaldasole va a Valeggio - in regione Dosso della Rettoria, in prossimità di C.na Crivellina non lontano dalla strada di . Frammenti di tegoloni, forse residui di tombe, provengono da regione Codalunga. Una moneta è stata rinvenuta nei pressi della chiesa parrocchiale. 11

C.na Paralupo (181) In località Paralupo sono stati rinvenuti un’ascia in pietra levigata forse del Neolitico e materiale ceramico del Bronzo Medio. 12

Regione Boschetti di Paralupo (182)

1 Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia 2 Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia 3 PEARCE 1991, pp. XVIII e 16-17; PEARCE 1994, p. 114 4 PEARCE 1994, p. 114 5 FASOLI 1953, p. 10 6 FORTE 1940, pp. 70 e 72 7 PEARCE 1994, p. 116 8 STRADA 1940, p. 79 9 PEARCE 1994, p. 116 10 VANNACCI LUNAZZI 1980, pp. 288-289 11 STRADA 1940, pp. 70-90 12 PEARCE 1994, p. 116  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  30/ 63

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Rinvenimento di un tegolone di fondo e piccoli frammenti di vasi in cotto, forse riconducibili ad una sepoltura. 1

Regione San Maiolo (183) Alla sinistra della strada provinciale per Dorno (proprietà Sacchi), vennero in luce molti frammenti di tegole oltre ad una coppa in terracotta grigia, un’olla frammentaria, un’ oinokoe in terracotta grigia, due piatti a vernice nera, un piatto in vernice rossa, un bastoncino di ferro. 2

Regione di Vallone di S. Maiolo (184) Rinvenimento di frammenti di tegoloni, riferibili ad avanzi di tomba. 3

Regione Vigne vecchie (185) A seguito di lavori per abbassamento del terreno, rinvenimento di una tomba di età romana con corredo. Poco distante, altri frammenti di tegolone ed una moneta di Marco Aurelio. 4

Comune di Zinasco Loc. Rissolina – C.na Rissolina Strumenti in selce del Mesolitico. Sei pozzetti rinvenuti durante lavori agricoli nel 1973, forse riferibili a tombe. Il materiale data al bronzo medio. 5

Zinasco Nuovo – Tenuta La Madonnina Nel 1978 è stata rinvenuta una sepoltura isolata di epoca augustea-tiberiana. 6

5.3. ANALISI DELLA FOTO AEREA Non è stata fornita la foto aerea dalla Committenza.

5.4. ANALISI DEI CAROTAGGI EFFETTUATI Nell’ambito dell’area interessata dai lavori sono stati eseguiti dalla Committenza 4 carotaggi. Si riporta una sintetica descrizione dei campioni prelevati.

Carotaggio PZ-DOR 01 Da p.c. a -0,60 m: strato a matrice limo sabbiosa di colore bruno; da 0,60 m a -1 m: strato sabbioso con ghiaino, di colore giallastro; da -1 m a -2 m: aumenta la percentuale di ghiaino rispetto al livello precedente; da -2 m a -3 m: strato sabbioso giallastro da -3 m a -4 m: sabbia fine grigia da -4 m a -6 m: sabbia giallastra da -6 m a -7,20 m sabbia giallastra-rossastra da -7,20 m a -7,30 m: lama di argilla giallastra da -7,30 m a -9 m: sabbia beige giallastra

1 STRADA 1940, p. 85 2 STRADA 1940, p. 88 3 STRADA 1940, p. 85-86 4 STRADA 1940, p. 86 5 PEARCE 1994, p. 119 6 INVERNIZZI 2010, p. 38  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  31/ 63

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Da p.c. a -5 m Da -5 m a -10 m

Carotaggio PZ-DOR 02

Da p.c. a -5 m Da -5 m a -9 m Da p.c. a -1 m: strato a matrice limosa con ghiaino di colore beige giallastro; da -1 m a -3 m: strato a matrice limo-argillosa di colore beige giallastro; da -3 m a -5 m: strato a matrice limo-sabbiosa di colore beige chiaro da -6 m a -9 m: sabbia beige rossastra

Carotaggio PZ-DOR 03

Da p.c. a -5 m Da -5 m a -9 m Da p.c. a -0,50 m: strato a matrice sabbio-limosa di colore beige chiaro Da -0,50 m a -1,40 m: strato a matrice limosa con sabbia di colore marrone rossiccio

 Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  32/ 63

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Da -1,40 m a -5 m: sabbia marrone giallastra Da -5 m a -6 m: sabbia di colore che sfuma dal grigio al giallo Da -6 a -9 m: sabbia giallastra Da -9 m a -10 m: lacuna Da -10 m a -11 m: sabbia finissima grigio chiara Da -11 m a -12 m: lacuna Da -12 m a -13,50 m sabbia grossolana grigio giallastra Da -13,50 m a -15 m: ghiaia

Carotaggio PZ-DOR 04

Da p.c. a -5 m Da -5 m a -10 m Da p.c. a -0,20m: humus Da -0,20 m a -1 m: strato a matrice limo-argillosa di colore bruno Da -1 m a -2 m; strato a matrice sabbio-limosa di colore marrone rossastro Da -2 m a -5 m: sabbia marrone giallastra Da -5m a -9 m: sabbia fine sfumata dal giallastro al rossastro

L’esame dei carotaggi non ha evidenziato tracce di antropizzazione.

5.5. LA RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA

La ricognizione superficiale dei terreni è stata eseguita il 6 giugno 2011. Tutte le superfici interessate dall’opera in progetto sono risultate a copertura vegetale totale per coltivazioni agricole. Visibilità nulla.

I campi in direzione del Terdoppio

 Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  33/ 63

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I campi in direzione di C.na Lovera Nuova

I campi in direzione della Roggia Crivella

I campi in direzione di Dorno

5.6. VALUTAZIONE DEL RISCHIO ARCHEOLOGICO RELATIVO I dossi fluviali distribuiti lungo il Terdoppio hanno restituito reperti archeologici che attestano la loro frequentazione fin dall’epoca preistorica. In comune di Scaldasole loc. Vignevecchie, è stato rinvenuto un raschiatoio in selce dell’Età del Rame, mentre risale all’età del Bronzo un ripostiglio contenente 37 asce rinvenute presso il ciglio del terrazzo sovrastante il torrente tra Pieve Albignola e Dorno. Da quest’ultimo territorio

 Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  34/ 63

AUTOSTRADA REGIONALE BRONI -PAVIA -MORTARA Archeologia Verifica preventiva di interesse archeologico siti di cava Relazione Archeologica comunale, presso C.na Battera (sito 174), proviene una notevole quantità di reperti dell’età del Bronzo Recente, mentre nella zona di Cascina Grande è stata individuata una necropoli collocabile tra il periodo tardo La Téne e quello romano. Dorno è citata nell’ Itinerarium Hierosolymitanum del 333 quale mutatio Duriis , quindi era un luogo di fermata lungo la strada che da Ticinum conduceva a Lomello. Sebbene non si segnalino reperti nei pressi dell’area interessata dall’opera in progetto, per la vicinanza con il Terdoppio e per la mancata effettuazione della ricognizione superficiale per la visibilità nulla dei terreni si ritiene l’opera in progetto a potenziale rischio archeologico relativo medio .

 Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  35/ 63

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6. SITO 4: FERRERA ERBOGNONE (PV) – CASCINA RIVOLTA

6.1. DESCRIZIONE DELL ’INTERVENTO IN PROGETTO Il sito (51.211 ettari circa) è localizzato in comune di Ferrera Erbonione e confina a nord con la SP28 e per un tratto ad ovest con la fascia golenale del torrente Agogna. L’area è pianeggiante, alla quota media di 83-86 m/slm, ad eccezione delle aree più prossime al Terdoppio (77 m/slm ca.). Attualmente il suolo è a destinazione agricola (risaie, seminativi e pioppeti). E’ previsto lo scavo con progressivo arretramento dell’esistente terrazzo morfologico per una profondità massima di 7 m nelle aree SW e di 9 metri nelle aree a NE.

6.2. SITI SEGNALATI NELL ’AREA DELLA CAVA Il numero tra parentesi si riferisce a quello riportato in cartografia elaborato 1- 0941_GN_ARC_0000_PL_032_A).

Comune di Pieve del Cairo Numerosi ritrovamenti archeologici sono segnati nel territorio dell’antica chiesa plebana di S. Maria del Cairo, che si estendeva dall’imbocco dell’Agogna alle paludi dell’Acqualunga1 Il toponimo è formato pieve e da Cairo, quest’ultimo menzionato nell’anno 913 ( curte Cairo ) e nell’anno 1108 “ loco et f. Cari ”: potrebbe essere un derivato di quadrum (quadro) o un riflesso di un prelatino *carium (pietra, rupe). 2 A Vigna Cattaneo, vicino alla strada per , sono state rinvenute 7 punte di freccia in selce databili all’Età del Rame. Lungo la strada per Cascine nuove, nel 1987 è stato raccolto in superficie del materiale tra cui un’ascia levigata in pietra ed un frammento di un’altra, frammenti ceramici del Bronzo medio recente e Golasecca, terminali a staffa di due fibule e due strumenti in selce. 3

Gallia (194) In questo luogo pare ebbero investitura feudale i nel 1164, ramo dei conti palatini di Lomello.Venne poi diviso tra i fratelli Beccaria e il monastero di S. Salvatore di Pavia nel 1188, per poi tornare forse ai Langosco dopo il 1290. Negli anni 1256 e 1259 è ricordata la chiesa di S. Superio, scomparsa, mentre nel 1258 è citata la chiesa di S. Pietro di Gallia. 1

1 PONTE 1964, pp.129 2 MARCATO 1990, p. 494 3 PEARCE 1994, p. 114  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  36/ 63

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Comune di Ferrera Erbognone Già in un documento dell’agosto 999 i nobili di Sannazzaro sono nominati come signori e feudatari della chiesa di Ferrera. 2

Torrente Agogna (176) Nella parte media e bassa del suo corso fu un tempo chiamato anche Novaria (Tabula Peutingeriana ). La documentazione medievale presenta Agonia (anno 1208), in alternanza al più raro Agogna (anno 1224). Potrebbe derivare dal gentilizio romano Aconius , documentato come Acconius nelle iscrizioni di Ispra (CIL V, 5493). 3

Cascina Corradina (179) Lungo la strada detta della Corradina, si è riscontrata la presenza di un livello di macerie con frammenti di laterizi romani, ceramica comune ed anfore, posto immediatamente sopra il paleosuolo, al di sotto del quale era un fossato, nel cui riempimento erano frammenti di laterizi romani. La situazione attesta la frequentazione antica del suolo. 4

Presso il bivio tra la S.P.28 e la strada della Corradina (180) A sud della strada Provinciale, in relazione allo scavo per sotto passare la strada con il metanodotto – Ferrera Erbognone, sono state individuate buche, in una delle quali è stata rinvenuta ceramica rinascimentale. A pochi metri di distanza verso N erano presenti un livello di macerie con laterizi romani e pochi frammenti di ceramica comune, un lacerto di fondazione di un muro e una grande buca contenente frammenti di incannucciata bruciata, ossa animali e frammenti di ceramica rinascimentale. Verso est erano inoltre visibili buche, tagli di fossati e canalette oltre ad una strada campestre con evidenti solchi di passaggio di carri. Questi ritrovamenti attestano una frequentazione agricolo-insediativa della zona dall’età romana a quella rinascimentale. 5

Cascina Gattinara (189) Pare nominata in un documento del 1489. Precedentemente era denominata Cassina. Vi era una parrocchia eretta dai Domenicani che vi avevano eretto un convento, abbandonato sul finire del XVIII secolo. 6

Malandrana (190) Piccolo insediamento con parrocchia nominata nel 1256, poi elencata come cappella nel 1300. Il cascinale, abbandonato negli anni ’60, venne demolito per far spazio alla raffineria di Sannazzaro. 7

C.na Rivolta (191) Vi era un oratorio scomparso da tempo. 8

Comune di Galliavola

1 BERGANO 1995, pp. 163-164 2 BERGAMO 1995, p.324 3 ROSSEBASTIANO 1990, p. 11 4 INVERNIZZI 1994 5 INVERNIZZI 1994 6 BERGAMO 1995, pp. 324, 328 7 BERGAMO 1995, p. 328 8 BERGAMO 1995, p. 329  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  37/ 63

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Galliavola (177) Il toponimo potrebbe riflettere una forma diminutiva *Galliacula , dal personale latino Gallius , con il suffisso di tipo prediale –aca (al femminile). 1 La rocca preesistente sarebbe stata distrutta dalle truppe milanesi nel 1213 e le nuove rovine inglobate nel nuovo edificio ove era sito il ricetto. La chiesa di S. Lorenzo de Campis de Lomellina, citata nel registro delle Imposte del 1259, nel XV sec. si chiamava S. Lorenzo di Galliavola. 2 Tomba ad inumazione 3

C.na Nuova (178) Nel corso dell’assistenza per la posa del metanodotto Galliavola – Ferrera Erbognone, sono stati evidenziati resti di strutture murarie in laterizi romani riferibili alla presenza di un edificio di probabile età romana. 4

Santuarietto dello Zerbaiolo (192) Chiesa vicino al cimitero, ad una sola navata, di cui si deduce dalla tecnica muraria l’edificazione dell’XI secolo con rifacimenti nei secoli XV e XVII. 5

C.na Schiavanoia (193) Edificata probabilmente dopo la metà del 1400, è citata nell’elenco “Cavalli di tassa” dell’Opizzone nel 1634. Nella Gran Carta degli Stati Sardi di Terraferma del 1850 circa è citata come Schivanova. 6

Comune di Sannazzaro de’ Burgondi Il nome dell’abitato deriva dall’omonimo santo patrono. La specificazione si riferisce ad un antico insediamento in loco di Burgundi, popolo associato ai Longobardi. 7 In un diploma del 982, Ottone II conferma al monastero di S. Salvatore in Pavia fra i vari beni anche quelli di Garlascum e Cella Santi Nazarii . Questa Cella poteva essere un piccolo convento o chiesetta dedicata a Santo Nazario e intorno al quale si stava formando pian piano un piccolo borgo. Esso faceva parte della Sylva Carbonaria , ed era poco distante dalla strada romana che da Pavia per Zinasco portava a Lomello.8 In località Val Cardinala, sulla proprietà di Nicola Maria sulla sinistra del diramatore del canale Cavour (Malaspina) al confine con Scaldasole, a seguito di lavori di abbassamento del terreno sono stati rinvenuti due depositi di terra nera poco distanziati, pressoché rettangolari e lunghi circa due metri, resti di tegolonii, un’anfora e altri oggetti in ferro (cuspide di lancia, coltello, spada, cesoie) e di terracotta. Il rinvenimento è riferibile a sepolture del IV – III sec. a.C. 9

6.3. ANALISI DELLA FOTO AEREA Non è stata fornita la foto aerea dalla Committenza.

1 MARCATO 1990, p. 294 2 BERGAMO 1995, pp. 352-353 3 MACCABRUNI 2002, p. 42 4 INVERNIZZI 1994, p. 107 5 BERGAMO 1995, p. 354 6 BERGAMO 1995, p. 355 7 MARCATO 1990, p. 586 8 BERGAMO 1995, p. 248 vol II 9 STRADA 1940, p. 81-82  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  38/ 63

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6.4. ANALISI DEI CAROTAGGI EFFETTUATI Nell’ambito dell’area interessata dai lavori sono stati eseguiti dalla Committenza tre carotaggi ma è stato possibile individuare solo i prelievi relativi al sondaggio PZFER02.

Sondaggio PZ FER 02

Da p.c. a -5 m Da -5 m a -10 m

Da p.c. a -1 m: matrice limo sabbiosa, di consistenza sciolta e di colore rossastro; da -1 a -3 m: si nota una maggiore presenza di limo rispetto al livello precedente da -3 a -4 m: terreno a matrice limo-argillosa di colore giallo da -4 a -4,50 m: strato a matrice argillosa ferrettizzata, di colore rosso da -5 m a -6 m: sabbia giallastra da -6 m a -7 m: sabbia grigia giallastra da -7 m a -7,50 m: sabbia grigia da -7,50 m a -8 m: sabbia e ghiaia da -8 m a -9 m: sabbia e ghiaia da -9 m a -10 m: sabbia, argilla e ghiaia di colore grigio chiaro da -10m a -11 m: sabbia grigia.

L’esame dei carotaggi non ha evidenziato tracce di antropizzazione.

6.5. LA RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA

Le aree di cava a sud e nord dei terreni interessati dall’opera

 Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  39/ 63

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La ricognizione superficiale dei terreni è stata eseguita il 6 giugno 2011. Tutte le superfici interessate dall’opera in progetto sono risultate a copertura vegetale totale per coltivazioni agricole (risicoltura, stato dei campi: allagamento). Visibilità nulla. A sud dell’area interessata è presente un’area di cava. Un’altra area di cava è presente sul lato opposto della S.P. 28, presso la Roggia Cavallero.

I campi interessati in direzione dell’Agogna

I campi davanti alla raffineria I campi in direzione di C.na Rivolta

I campi a NE e SW di C.na Rivolta

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Rudere nel complesso di C.na Rivolta Dislivello tra i due campi antistanti C.na Rivolta

Particolare del dislivello tra i campi a ovest di C.na Rivolta

6.6. VALUTAZIONE DEL RISCHIO ARCHEOLOGICO RELATIVO Fin dall’epoca preistorica i terrazzi fluviali dell’Agogna sono stati frequentati e sono stati anche luoghi di insediamento. Nel tratto preso in esame per questo studio, però, non sono segnalati a tutt’oggi rinvenimenti archeologici precedenti all’epoca romana. Risalgono a quest’epoca, infatti i rinvenimenti effettuati presso C.na Nuova di Pieve del Cairo (sito 178) e presso il bivio tra la S.P.28 e la strada della Corradina in comune di Ferrera Erbognone (180), attestanti una frequentazione agricolo-insediativa della zona dall’età romana a quella rinascimentale. Quest’ultimo sito è in stretta adiacenza con l’area interessata dall’opera prevista e il P.G.T. di detto Comune, in relazione a questo rinvenimento, ha recepito la segnalazione effettuata dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia di zona di interesse archeologico da tutelare ai sensi dell’art. 142 comma 1, lettera m, del D.Lgs. 42/2004. Si ritiene pertanto l’opera in progetto a rischio archeologico relativo alto .

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7. SITO 5: TROMELLO (PV) – CAVO BRIELLI

7.1. DESCRIZIONE DELL ’INTERVENTO IN PROGETTO L’area interessata è situata in comune di Tromello, al confine con il comune di Gambolò e con il perimetro del Parco regionale della Valle del Ticino. L’estensione, ha 16012 circa, è localizzata a nord-ovest del centro abitato, pianeggiante ed alla quota media di 101 m/slm. L’utilizzo attuale e agricolo, con zone a pascolo e boscate lungo le canalizzazioni irrigue (Cavo Brielli e Naviglio Langosco). E’ previsto l’abbassamento medio delle quote attuali del terreno di circa 2,5 m, compreso il terreno vegetale di copertura) che verrà in seguito rideposto in previsione del ritorno alla destinazione agricola dell’area.

7.2. SITI SEGNALATI NELL ’AREA DELLA CAVA Il numero tra parentesi si riferisce a quello riportato in cartografia (elaborato 1- 0942_GN_ARC_0000_PL_033_A).

Comune di Borgo San Siro L’abitato è citato in un documento del febbraio 1240 come loco burghi S.Syri de Caladrisco et S. Pauli. In una pergamena del 1259 è citato come Burgi Sancti Syri de Calandrusco . Nel medioevo faceva parte del Comitato di Lomello, che poi passò in feudo ai Beccaria pavesi. La chiesa era una curatia filiana di S. Eusebio di Gambolò e venne ricostruita nel 1732 sul sedime dell’antica. 1 E’ assegnabile al Bronzo Medio il ripostiglio individuato in località Torrazza consistente nei seguenti bronzi: quattro braccialetti a spirale, tre goliere di sei collari ciascuna, una collare. Da Borgo San Siro provengono anche una piccola urna della facies Scamozzina-Monza otto spilloni del Bronzo Recente, due forse del Bronzo Finale; uno spillone ed un pendaglio a giorno raggiato in lamina di bronzo forse provenienti da una sepoltura della facies Scamozzina-Monza, una tomba con corredo ceramico fra cui un’urna a capanna ed un pendaglio in bronzo a secchiello del V sec. a.C. 2 A Cascina Beccaria, frazione Torrazza, rinvenimento, nel corso di una bonifica agricola, di una tomba a cassa di laterizi di epoca tardo antica-altomedievale. 3

Comune di Tromello Presso Tromello si segnala un pugnale a base arrotondata con due chiodetti e stretta lama triangolare del Bronzo Medio. 4 Una tomba del periodo la Téne è stata posta in luce a S. Stefano 1 e frammenti di ceramica pre-protostorica sono emersi a nord di C.na Verdura, in associazione a laterizi, ferro e altro materiale ceramico recente.

1 BERGAMO 1995, pp. 139-140 e 142. 2 PEARCE 1991, p. XIX; PEARCE 1994, p. 106. 3 INVERNIZZI 2006b, p. 193 4 PEARCE 1994 p. 116, ROGATE UGLIETTI 1980, p. 15 fig. 9c, NAVA 1984, p. 99  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  42/ 63

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A N-E di Cascina Mariannina è stata individuata un’area necropolare di epoca romana. 2 Tombe romane sono state scoperte anche presso C.na Stremiana 3. Reperti di età romana sono stati rinvenuti presso C.na Luisiana 4 ed a sud di C.na Donzellina. Si segnala il toponimo di epoca romana di C.na Montagione, forse dal nome personale Maticius . 5 A N-W di Cascina Mariannina sono stati posti in luce i resti di un pozzo probabilmente di età post-medievale. 6

Terdoppio (103) Dal greto del Terdoppio (denominato “ Tardubius ” nel 978, toponimo che potrebbe derivare da un nome personale Tardubius supponibile su Tardus 7) presso Tromello, provengono diversi bronzi gallo-romani. 8

C.na Roventino (121) Roventino è nominato in una infeudazione del 1164. La chiesa nel 1300 era intitolata a S. Maiolo. 9

C.na Conca (122) Citata nell’elenco delle tasse pavesi nel 1181 come Villanova de Conchis . In un documento del 1259 si apprende che aveva la chiesa dedicata a San Giovanni appartenente all’ordine mortariense di Santa Croce. 10 Il vicino ed omonimo molino deriva il nome dalla cascina. Essi sono localizzati lungo il Naviglio Langosco che fu scavato nel 1613. 11

C.na Negrina (127) Rinvenimento di tombe di epoca tardo La Tène e romane (I secolo). 12 Le tombe sono state trovate ad una profondità superiore al metro.13

Tromello (128) Secondo Tozzi il toponimo è di probabile formazione ligure. 14 La località è nominata come Tremel quale tappa della via Francigena nella memoria dell’arcivescovo di Canterbury del 990, relativa a quando si recò a Roma per ricevere il pallium .15

C.na Donzellina (195) La cascina è così denominata per essere stata abitata dai donzelli del cardinale Carlo Gaetano Stampa, arcivescovo di Milano dal 1737 al 1742, quando era di sua proprietà. 16

1 Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. 2 Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. 3 Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. 4 Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, Tromello – 15/07/2004 5 BOSELLI 1986, p. 309 6 Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. 7 OLIVIERI 1961, p. 533 8 PONTE 1964, p.185 nota 1 9 BERGAMO 1995, vol.2, p.392 10 PEZZA 1925, p. 39, nota (5) 11 BOSELLI 1986, p. 131 12 INVERNIZZI 1992-1993, p. 90; INVERNIZZI 2010, pp. 33-34 13 Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. 14 TOZZI 1984, p. 162 15 STOPANI 1998a, pp. 20 e 22 16 BOSELLI 1986, p. 199  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  43/ 63

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Comune di Gambolò Nel territorio comunale è segnalato il rinvenimento avvenuto nel 1871 di un vasetto di bronzo incompleto contenente 12 kg di monete imperiali. 1 Nella zona della Garbana, al dosso della Guardia, si misero in luce una necropoli ad incinerazione, databile tra il Bronzo Medio e il Bronzo Recente, i resti di un abitato del Bronzo Recente e tombe romane. 2 In frazione Belcreda è stata recuperata una necropoli del periodo tardo La Téne e della prima età romana. 3

7.3. ANALISI DELLA FOTO AEREA Non è stata fornita la foto aerea dalla Committenza.

7.4. ANALISI DEI CAROTAGGI EFFETTUATI Nell’ambito dell’area interessata dai lavori sono stati eseguiti dalla Committenza 4 carotaggi. Si riporta una sintetica descrizione dei campioni prelevati.

Carotaggio PZ-TRO 01

Da p.c. a -5 m Da -5 m. a -10m

Da p.c. a -1 m: strato sabbioso di colore be4ige chiaro Da -1 m a -3 m: sabbia debolmente limosa di colore giallastro Da -3 m a -4 m: sabbia con frazione ghiaiosa di colore giallo/beige Da -4 m a -5 m: sabbia giallastra Da -5 m a -8 m: sabbia marrone giallastra

Carotaggio PZ-TRO 02 Da p.c. a -1 m: sabbia con elementi organici Da -1 m a -1,50 m: sabbia giallastra Da -1,50 m a -1,70 m: limo beige giallastro Da -1,70 m a -5 m: sabbia giallastra Da -5 m a -6 m: sabbia marrone giallastra

1 PONTE 1964, p. 180 2 INVERNIZZI 2002, p. 74 3 INVERNIZZI 2002, p. 73  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  44/ 63

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Da -6 m a -7 m: lacuna Da -7 m a -8 m: sabbia limosa giallastra (lama di limo tra -7,50 m e -7, 65 m) Da -8 m a -10 m: lacuna

Da p.c. a -5 m Da -5 m. a -10m Carotaggio PZ-TRO 03

Da p.c. a -5 m Da -5 m. a -10m

Da p.c. a -0,60m: sabbia beige chiaro Da -0,60 m a -1,50 m: matrice limo sabbia rossiccia Da -1,50 m a -2 m: matrice limosa rossiccia Da -2 m a -5 m: sabbia rossiccia Da -5 m a -7 m: sabbia medio-fine marrone-giallastra Da -7 m a -8 m: sabbia fine giallastra Da -8 m a -10 m: lacuna

Carotaggio PZ-TRO 04

Da p.c. a -1m: sabbia limosa beige giallastra Da -1 m a -5 m: sabbia giallastra (lama sabbio-limosa tra -1,7 m e -2m) Da -5 m a -8 m: sabbia marrone giallastra

 Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  45/ 63

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Da p.c. a -5 m Da -5 m. a -10m

L’esame dei carotaggi non ha evidenziato tracce di antropizzazione.

7.5. LA RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA

La ricognizione superficiale dei terreni è stata eseguita il 6 giugno 2011. Lungo il cavo Brielli è presente una fascia arbustiva perifluviale. Un canale attraversa in direzione NE-SW il settore esaminato. I terreni interessati dall’opera prevista sono occupati in parte da pioppeti e gerbido ed in parte interessati da coltivazioni agricole. Tra questi ultimi, solo alcuni campi risultavano fresati di recente (visibilità alta) ma non hanno restituito preesistenze archeologiche. Si noti che nella porzione nord è presente un settore coltivato a mais che presenta una quota superiore di circa 1,5 m rispetto al circostante.

Fascia boschiva lungo il cavo Brielli

 Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  46/ 63

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Campo fresato ad est di cavo Brielli Vasto pioppeto ad est del campo precedente

Campo fresato ad est del pioppeto Campo fresato a nord dell’area

Campo ad mais ad una quota superiore Vasto pioppeto nella parte est dell’area rispetto ai circostanti

7.6. VALUTAZIONE DEL RISCHIO ARCHEOLOGICO RELATIVO I dossi fluviali distribuiti lungo il Terdoppio hanno restituito reperti archeologici che attestano la loro frequentazione fin dall’epoca preistorica. A titolo esemplificativo si ricordano la necropoli dell’età del Bronzo scavata a Gambolò località Dosso della Guardia ed i pugnali recuperati nel territorio comunale di Tromello, da dove provengono anche una tomba del periodo la Téne (a S. Stefano), frammenti di ceramica pre-protostorica (a nord di C.na Verdura). Sul greto del citato torrente sono

 Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  47/ 63

AUTOSTRADA REGIONALE BRONI -PAVIA -MORTARA Archeologia Verifica preventiva di interesse archeologico siti di cava Relazione Archeologica stati anche rinvenuti i diversi bronzi gallo-romani. Tra tardo La Téne e prima età romana è collocabile anche la necropoli recuperata in frazione Belcreda di Gambolò. Per quanto concerne l’epoca romana, i maggiori addensamenti di ritrovamenti continuano ad essere lungo il Terdoppio e lungo percorsi stradali spesso risalenti alla protostoria come quello che da Ticinum raggiungeva Lomello. La documentazione archeologica vede una densità di rinvenimenti nei territori di Gambolò, Garlasco, Gropello Cairoli e nella zona tra Mortara e Vigevano. Nel territorio di Tromello sono segnalate aree necropolari presso Cascina Mariannina, Cascina Stremiana; reperti archeologici coevi presso C.na Luisiana ed a sud di C.na Donzellina. Il rinvenimento archeologico più prossimo all’area interessata dall’opera in progetto consiste nelle tombe tombe di epoca tardo La Tène e romane (I secolo) presso Cascina Negrina (127), quindi piuttosto distanti dall’area interessata ma nell’ambito della strada da Tromello a Mortara, itinerario rientrante nella via Francigena, la cui esistenza già in epoca roma è in dubbio, configurandosi quale una sorta di percorso abbreviato da Ticinum a Vercellae . Sebbene non si segnalino a tutt’oggi reperti in stretta adiacenza all’area interessata dall’opera in progetto, per la vicinanza con il tracciato stradale sopra descritto si ritiene che l’opera in progetto sia - a potenziale rischio archeologico relativo alto per il campo sopraelevato rispetto agli altri, attualmente coltivato a mais, dove è più probabile una maggiore conservazione della stratigrafia antica. - a potenziale rischio archeologico relativo medio nelle aree dove non è stato possibile eseguire la survey per visibilità nulla dei terreni - a potenziale rischio archeologico relativo basso dove l’analisi superficiale dei terreni non ha riscontrato la presenza di preesistenze archeologiche.

 Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  48/ 63

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8. SITO 6: BREME (PV) – CASCINA CESARINA

8.1. DESCRIZIONE DELL ’INTERVENTO IN PROGETTO L’area interessata, della superficie di ha 24.255 ca, è localizzata in comune di Breme. L’area è pianeggiante, alla quota media di 96 m/slm e ricade nella fascia golenale (in sponda sinistra) tra l’argine, la roggia Cona e i corsi del Sesia e del Po. Essa è occupata da un pioppeto e nei pressi del limite nord dalla Cascina Cesarina, in stato di abbandono, che verrà conservata. Ad ovest dell’area scorre la Sesia morta, parallela al corso del Sesia e del Po. E’ previsto lo scavo a fossa per una profondità massima di 15 m con interessamento della falda freatica superficiale, ma saranno contestualmente presenti aree a minore profondità, finalizzate alla creazione di aree umide, al fine di costituire bacini lacustri a carattere permanente.

8.2. SITI SEGNALATI NELL ’AREA DELLA CAVA Il numero tra parentesi si riferisce a quello riportato in cartografia (elaborato 1- 0943_GN_ARC_0000_PL_034_A).

Comune di Breme Rinvenimento di una testa di mazza in pietra levigata. Datazione: neolitico. 1 Tra gli anni 1939-41 tombe romane vennero alla luce in regione Fornace Ghiselli, ricche di svariati reperti dell’epoca di Germanico del primo secolo d.C. 2

Breme (175) Citato come oppido quod dicitur Bremidum nel documento datato 24 luglio 929 con cui il marchese Adalberto vi ricostruisce l’abbazia di S. Pietro della Novalesa, richiamandovi i monaci dispersi e donando loro molte terre. Reca la stessa data il documento con cui re Ugo conferma a San Pietro di Breme le corti di Pollicino e di Breme ( curtem Bremedo ). Nel documento datato 1312 con cui il conte Tommaso di Mede dona una serie di terre all’abbazia di Breme, vengono citate la via Cotii (la strada per Cozzo) e la via Lomelli (la strada per Lomello). L’abbazia venne chiusa nel 1785 e i pochi suoi abitatori furono trasferiti nel monastero di S. Maria delle Grazie di . 3

1 PEARCE 1994, p. 106 2 BERGAMO 1995, p. 152 3 BOLLEA 1933, pp. VII, 1, 6-7, 303.  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  49/ 63

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In lavori di sbancamento nell’area retrostante il municipio di Breme è stata rinvenuta un stele funeraria in pietra calcarea, frammentaria, databile alla seconda metà-fine del I sec. d.C. Non è da escludere che prevenisse da un’area cimiteriale, ubicata nelle vicinanze e che fosse stata reimpiegata nelle strutture del’ex abbazia. 1

C.na Rinalda (187) Corrisponde alla corte di Pollicino, nel documento datato 24 luglio 929 con cui il marchese Adalberto ricostruisce a Breme l’abbazia di S. Pietro della Novalesa. 2

Santa Maria di Pollicino (188) Era la cappella della orte di Pollicino. E’ menzionata da Ottone III in un documento dell’anno 992. Nel 1543 passò agli Olivetani che lo tennero sino alla loro soppressione (1785). Fu restaurata nel 1897. 3

Comune di Candia Lomellina Imbarcazione lignea. 4

Comune di Sartirana Sartirana – Castello Miliario recante indicazione miliare reimpiegato all’esterno del Castello come supporto per un lampione. 5

8.3. ANALISI DELLA FOTO AEREA Non è stata fornita la foto aerea dalla Committenza.

8.4. ANALISI DEI CAROTAGGI Nell’ambito dell’area interessata dai lavori sono stati eseguiti dalla Committenza 4 carotaggi. Si riporta una sintetica descrizione dei campioni prelevati.

Carotaggio PZ-BRE 01

1 INVERNIZZI 2006a. 2 BOLLEA 1933, pp. VII, 1, 6-7; BERGAMO 1995, p. 153. 3 BERGAMO 1995, p. 160. 4 PEARCE 1994, p. 106 5 BANZI MIRELLA 1999, p. 152  Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  50/ 63

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Da p.c. a -5 m Da -5 m. a -10m Da p.c. a -0.20 m: humus Da -0.20 m a -1,60 m: matrice limo sabbiosa di colore marrone rossastro Da -1,60 m a -2 m: sabbia grigia Da -2 m a -5 m: ghiaia Da – 6m a -10 m: ghiaia grossolana Da -10 m a -15 m: ghiaia grossolana grigia Da -15 m a -22 m: ghiaia grossolana

Carotaggio PZ-BRE 02

Da p.c. a -5 m Da -5 m. a -10m

Da p.c. a – 0,40 m: humus Da -0,40 m a – 5 m: ghiaia e sabbia marrone rossiccia Da -5 m a -10 m: ghiaia grossolana con poca sabbia grigia Da -10 m a -12,50 m: ghiaia con sabbia giallastra Da -12,50 m a -14 m: ghiaia con sabbia e limo di colore giallastro Da -15 m a -20 m: ghiaia grossolana

Carotaggio PZ-BRE 03

 Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  51/ 63

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Da p.c. a -5 m Da -5 m. a -10m

Da p.c. a – 1,50 m: matrice sabbio-limosa id colore marrone rossiccio Da -1.50 a -2,10 m: sabbia grigia Da – 2.10 m a -5 m: ghiaia grossolana grigio chiaro Da -5 m a -10 m: ghiaia grossolana grigia Da – 10 m a – 13,50 m: ghiaia Da -13,50 m a – 14 m: sabbia marrone con limo e ghiaia Da -15 m a -22 m: ghiaia grossolana

Carotaggio PZ-BRE 04

Da p.c. a -5 m Da -5 m. a -10m

Da p.c. a – 0.30 m: matrice limo sabbiosa di colore marrone chiaro Da -0.30 m a -4,40 m: sabbia e ghiaia marrone chiaro Da -4,40 m a -5 m: ghiaia grossolana Da -5 m a -10 m: ghiaia grossolana Da -10 m a -14 m: ghiaia grossolana grigia Da -15 m a -22 m: ghiaia grossolana

L’esame dei carotaggi non ha evidenziato tracce di antropizzazione.

8.5. LA RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA

 Attività: A.131.S.101.D1  :Documento GN_ARC_0000_RG_002_A  52/ 63

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La ricognizione superficiale dei terreni è stata eseguita il 6 giugno 2011. L’area è quasi integralmente occupata da un vastissimo pioppeto (visibilità bassa), con ai margini porzioni boschive che circondano anche la cascina Cesarina, in stato di abbandono.

Il pioppeto da sud

Vedute della zona della cascina Cesarina

Il pioppeto e l’area boschiva da est.

8.6. VALUTAZIONE DEL RISCHIO ARCHEOLOGICO RELATIVO

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La frequentazione del territorio di Breme fin dall’epoca preistorica è attestata dalla testa di mazza in pietra levigata datata al Neolitico. Per quanto concerne il periodo romano, sono segnalate tombe in regione Fornace Ghiselli e una stele funeraria rinvenuta nell’area retrostante il municipio di Breme. Le tombe rinvenute presso la cascina Ardita (186) sono di incerta datazione. L’importanza dell’insediamento di Breme (175), documentato come oppidum nel 929 insieme alla vicina Corte di Pollicino (cascina Rinalda, sito 187), crebbe notevolmente a seguito della costruzione dell’abbazia che ospitò i monaci della Novalesa, proprietaria del territorio circostante. Data scarsità dei dati in nostro possesso, probabilmente dovuti ad una carenza di studi specifici sull’area, vista la vicinanza con il fiume Sesia, lungo i terrazzi del quale sono stati individuati diversi siti archeologici, e la carenza di visibilità dei terreni in corso di ricognizione superficiale, si ritiene l’opera oggetto dell’intervento a potenziale rischio archeologico relativo alto .

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9. PROGETTAZIONE DELLE INDAGINI ARCHEOLOGICHE

La progettazione di indagini archeologiche ha lo scopo di consentire una maggiore definizione del rischio archeologico, in ottemperanza alla normativa sulla verifica preventiva del rischio archeologico (D.L. 109/2005, artt. 2ter-quinquies, poi recepito dal D.L. 163/2006 artt. 95-96), integrando la verifica preventiva ai sensi dell’art.95 con le verifiche in oggetto, previste dall’art.96, c.1, lett. a. Sulla base delle segnalazioni archeologiche da fonti bibliografiche e di archivio, della ricostruzione della centuriazione e della viabilità in epoca romana e medievale, dei rinvenimenti archeologici effettuati in corso di ricognizione archeologica, sono state individuate aree direttamente interessate dalle operazioni di scavo per l’opera in progetto dove è consigliabile l’esecuzione di verifiche preventive al fine di permettere una migliore definizione del rischio.

9.1. ATTIVITÀ DI INDAGINI PRELIMINARI

SITO 1: BARBIANELLO (PV) – CASCINA ANGIOLINA Si consiglia l’esecuzione di 20 trincee esplorative lunghe 20 m, larghe circa 1 m e che raggiungano la profondità massima di 1 m, da realizzarsi: - 13 nel campo in cui è stato effettuato il rinvenimento archeologico in corso di ricognizione superficiale (sito 196) relativo alla presenza sul terreno di una concentrazione di materiale laterizio tra cui si distinguono tegoloni ad aletta di età romana. - 7 nel campo ad ovest del precedente: sulla base delle misure della centuriazione agrimensoria di età romana (una centuria aveva la dimensione media di 710 x 710 m); un cardine di detta centuriazione viene supposto in corrispondenza della S.P. 66 e se si riproduce l’andamento di questo allineamento alla distanza di 710 m verso est esso transiterebbe proprio tra i siti 19 (spargimento di materiale di età romana rinvenuto nel corso della ricognizione per l’autostrada) e 196, che tra di loro distano circa 350 m.

SITO 4: FERRERA ERBOGNONE (PV) – CASCINA RIVOLTA Si consiglia l’esecuzione di 28 trincee esplorative lunghe 20 m, larghe circa 1 m e che raggiungano la profondità massima di 1 m, da realizzarsi nei campi a sud della S.P.28,

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AUTOSTRADA REGIONALE BRONI -PAVIA -MORTARA Archeologia Verifica preventiva di interesse archeologico siti di cava Relazione Archeologica nell’area individuata per la cava caratterizzata da quote sul livello del mare superiori al circostante, in relazione al rinvenimento di preesistenze archeologiche presso il bivio tra la S.P.28 e la strada della Corradina in comune di Ferrera Erbognone (180), attestanti una frequentazione agricolo-insediativa della zona dall’età romana a quella rinascimentale.

SITO 5: TROMELLO (PV) – CAVO BRIELLI Si consiglia l’esecuzione di 3 trincee esplorative lunghe 20 m, larghe circa 1 m e che raggiungano la profondità massima di 1 m, da realizzarsi nel il campo sopraelevato rispetto agli altri, attualmente coltivato a mais, dove è più probabile una maggiore conservazione della stratigrafia antica.

SITO 6: BREME (PV) – Cascina CESARINA Data scarsità dei dati in nostro possesso, probabilmente dovuti ad una carenza di studi specifici sull’area, oltre alla vicinanza con il fiume Sesia, lungo i terrazzi del quale sono stati individuati diversi siti archeologici, e alla carenza di visibilità dei terreni in corso di ricognizione superficiale, si consiglia l’esecuzione di 20 trincee esplorative lunghe 20 m, larghe circa 1 m e che raggiungano la profondità massima di 1m.

9.2. DESCRIZIONE DELLE INDAGINI PRELIMINARI Le operazioni saranno condotte secondo un preciso programma di intervento stabilito prima dell’inizio dei lavori in accordo con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia: per l’esecuzione delle indagini ci si dovrà avvalere di operatori archeologi specialisti in materia e si dovranno seguire i dettami della migliore regola d’arte, stabiliti in accordo con la Soprintendenza competente. Tali attività saranno condotte a seguito di autorizzazione da parte dai funzionari della Soprintendenza e sotto la loro direzione scientifica. Le metodologie utilizzate saranno indicate dai funzionari preposti alla tutela. Per quanto concerne l’esecuzione delle trincee di verifica, esse verranno realizzate mediante l’ausilio di escavatore dotato di benna di dimensioni variabili (da 0,80 a 1,20 m); esse avverranno secondo le indicazioni della competente Soprintendenza ma nel rispetto dei piani di sicurezza. Si prevede in assistenza un archeologo esperto ed un eventuale autocarro per lo spostamento dei materiali di risulta all’interno del cantiere. Lo scavo sarà eseguito, in assenza di stratigrafie archeologiche significative fino alla

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AUTOSTRADA REGIONALE BRONI -PAVIA -MORTARA Archeologia Verifica preventiva di interesse archeologico siti di cava Relazione Archeologica profondità max di 1,0m. In presenza di stratigrafie archeologiche le attività di rimozione del terreno si fermeranno al tetto dei livelli archeologici. L’archeologo oltre alle normali attività di assistenza e direzione del cantiere si occuperà anche della redazione della documentazione grafica e fotografica. Una volta riportati alla luce i livelli antropici si eseguirà una accurata pulizia dei medesimi con piccoli attrezzi e trowel da parte di personale specializzato e verrà eseguito il rilievo e la documentazione fotografica della stratigrafia. Gli eventuali scavi di approfondimento dovranno essere autorizzati o richiesti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. La chiusura delle trincee e dei saggi sarà eseguita solo dopo autorizzazione da parte della Soprintendenza competente, ed andrà effettuata secondo le prescrizioni da essa impartite; normalmente, in presenza di strutture o stratificazioni archeologiche lasciate in situ, queste andranno protette con geotessuto, quindi si provvederà a stendere circa cm 10 di sabbia ricoprendo poi con la terra di risulta. Per quanto attiene all’assistenza archeologica essa deve essere prevista per tutti i movimenti di terreno e svolta da operatori archeologi qualificati.

9.3. DOCUMANTAZIONE FINALE

Il complesso dei dati raccolti attraverso le indagini preliminari confluirà in una relazione conclusiva che dovrà fornire una valutazione del "rischio archeologico" associata alle emergenze individuate. In allegato dovranno essere fornite per ogni singolo sito: - relazione tecnica - posizionamento topografico delle singole indagini (saggio, trincea, sondaggio) - ubicazione dell’area indagata - una scheda riassuntiva per ogni indagine eseguita - la documentazione grafica relativa - la documentazione fotografica. La documentazione sarà completata da una planimetria che dovrà discriminare la reale portata dei ritrovamenti ai fini dell'attribuzione del rischio archeologico nelle aree indagate. Essa andrà inviata alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia sia per le determinazioni conseguenti (svincolo dell’area o successive prescrizioni, livello ulteriore di progettazione di eventuali scavi archeologici), sia per la verifica scientifica del prodotto. Piera Terenzi

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10. ARCHIVI CONSULTATI E BIBLIOGRAFIA CITATA

10.1. ARCHIVI CONSULTATI

Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Lombardo della Valle del Ticino PGT 2010, Ferrera Erbognone – Carta dei vincoli PGT 2009, del comune Dorno – Carta dei vincoli PGT 2009 del Comune di Pieve Albignola.- Aree e/o beni tutelati PGT 2001 – Comune di Sannazzaro de Burgondi – Piano delle regole

10.2. BIBLIOGRAFIA CITATA

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BERGAMO 1995

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