Geologia Della Sicilia - Geology of Sicily V - Tettonica - Tectonic
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Geologia della Sicilia - Geology of Sicily V - Tettonica - Tectonic LENTINI F., CARBONE S. 1. - INTRODuzIONE tutto della relativa giovane età dei depositi silico- clastici presenti al tetto delle successioni stratigra- La Sicilia, ubicata al centro del Mediterraneo, fiche, che LENTINI et alii (1990a,b, 1994, 1996a,b, rappresenta un segmento dell’Orogene Appenni- 2006) e FINETTI et alii (2005a) hanno riconosciuto, nico-Maghrebide, che collega l’Appennino al l’appartenenza delle unità affioranti in Sicilia occi- Nord-Africa attraverso l’Arco Calabro-Peloritano. dentale al Sistema a Thrust Esterno, ovvero Sistema Essa, unitamente al suo margine tirrenico, costitui- Siculo-Pelagiano (Pelagian-Sicilian Thrust Belt, PSTB). sce un’area geologica, in cui sono presenti varie Il dominio orogenico si è originato secondo le unità tettoniche derivanti da differenti domini pa- regole di un sistema “catena-avanfossa-avam- leogeografici. paese”, con un progressivo coinvolgimento spa- Come è stato ampiamente trattato nel capitolo zio-temporale delle aree via via più esterne, per cui introduttivo di queste note (v. Titolo I), il Mediter- settori con ruolo di avampaese si sono trasformati raneo Centrale è caratterizzato sostanzialmente dal in unità tettoniche inglobate nell’edificio oroge- Dominio di Avampaese e dal Dominio Orogenico, nico. È questo il caso delle unità Panormidi origi- a sua volta costituito da un edifico multilayer, in cui nariamente aree di avampaese durante il Miocene sono riconoscibili dal basso verso l’alto un Sistema inferiore e successivamente in ricoprimento sulle a Thrust Esterno, la Catena Appenninico-Maghre- Ionidi. Queste ultime a loro volta si trasferiranno bide e la Catena kabilo-Calabride o più semplice- in ricoprimento sul PSTB in contemporanea con mente la Catena Calabro-Peloritana (BEN l’apertura del Bacino Tirrenico. AVRAhAM et alii, 1990; LENTINI et alii, 1994, 1995b; Inoltre studi paleomagnetici hanno contribuito FINETTI et alii, 1996). La fascia orogenica è com- ad arricchire il quadro geodinamico delle varie presa tra due bacini caratterizzati da croste ocea- unità tettoniche, affette da rotazioni orarie che niche: quella ionica, in subduzione e quella hanno accompagnato il trasporto orogenico verso tirrenica, in espansione. SE e Sud delle varie falde nell’intervallo cronolo- I numerosi studi geologici e geofisici, di cui è gico mio-pliocenico (CATALANO et alii, 1978; ricca la letteratura, hanno contribuito a fornire ChANNEL et alii, 1990; OLDOW et alii, 1990). Le fasi molteplici dati di carattere stratigrafico e strutturale tettoniche e il progressivo sviluppo dei bacini d’a- a varie scale e tendenti a proporre schemi paleo- vampaese e dei coevi depositi di bacini satellite e/o geografici e geodinamici talora fortemente dif- di thrust top sospesi all’interno della catena sono formi. Purtroppo non sempre si sono tenuti in stati illustrati da CATALANO & D’ARGENIO (1982) debito conto i vincoli stratigrafici e strutturali, e tra e da VITALE (1990). questi anche le relazioni tra composizione delle Successivamente sulla base di un notevole in- areniti e aree sorgenti, che avrebbero ristretto no- cremento dei dati disponibili, in particolare di linee tevolmente le ricostruzioni paleogeografiche e pa- sismiche profonde e di ulteriori rilievi di campagna, leotettoniche. In particolare, la determinazione LENTINI et alii (1990a, 1994, 1996b), CATALANO et cronostratigrafica della transizione della sedimen- alii (2000a, 2002a), DEL BEN & GuARNIERI (2000), tazione da carbonatica a silicoclastica assume no- GuARNIERI et alii (2002), e con il fondamentale tevole importanza per definire l’appartenenza di contributo del Progetto CARG, hanno portato a alcuni sistemi a thrust ad aree più o meno esterne. modificare profondamente le precedenti interpre- È infatti sulla base dei dati della sismica e soprat- tazioni. 352 F. LENTINI - S. CARBONE Risulta evidente che i complicati problemi d’in- struzione dell’evoluzione geodinamica del sistema terpretazione della geologia siciliana e specialmente di convergenze, che porta alla strutturazione del- dei suoi mari al contorno non troverebbero una l’Orogene Appenninico-Maghrebide, attraverso gli logica risoluzione senza estendere l’investigazione stadi orogenetici illustrati in figura 499. alle aree offshore. Il progetto CROP-Mare (FINETTI Il Bacino Paleoionico, apertosi a partire dal ED., 2005) ha reso disponibile con le sue linee si- Permo-Triassico entro la placca Afro-Adriatica, era smiche un quadro della distribuzione delle croste, probabilmente separato dal Bacino Alpino-Tetideo almeno in grandi linee, estremamente convincente da una crosta continentale o assottigliata, che co- e congruente con le osservazioni geologiche con- stituiva il basamento delle piattaforme carbonati- nesse (fig. 496, v. anche fig. 3), ottenute con i rilievi che, le quali successivamente avrebbero originato di campagna e con i dati dell’esplorazione per idro- le falde panormidi in Sicilia e le piattaforme Cam- carburi (v. BIANChI et alii, 1987; FINETTI et alii, pano-Lucane in Appennino meridionale. La con- 1996, 2005a; CATALANO et alii, 2000a, b; LENTINI tinuità di questo elemento strutturale è deducibile, et alii, 2006). oltre che da considerazioni di carattere geologico, Il Dominio di Avampaese comprende le aree anche dall’interpretazione della sismica, che indi- indeformate della placca Nord-Africana, rappre- vidua il corrispondente orizzonte strutturale anche sentata dal Blocco Pelagiano e dal Bacino Ionico. al disotto del segmento calabro-peloritano. Attra- Il Dominio Orogenico è composto da tre catene, verso analisi stratigrafiche e sedimentologiche il Sistema a Thrust Esterno, la Catena Appenninico- zARCONE & DI STEFANO (2010) e zARCONE et alii Maghrebide e la Catena Calabro-Peloritana, gene- (2010) ricostruiscono la posizione paleogeografica rate, rispettivamente, dallo scollamento delle della Piattaforma Panormide durante il Mesozoico coperture sedimentarie poste all’interno del settore quale collegamento tra Adria e Africa. flessurato dell’Avampaese Ibleo-Saccense, dall’im- In direzione dell’attuale nord e nord-ovest, cioè bricazione delle sequenze sedimentarie bacinali ap- lungo la dorsale appenninica, le Ionidi, rappresen- partenenti a due settori a crosta oceanica (bacini tate nell’Appennino Lucano dalle sequenze baci- della Tetide Alpina e Paleobacino Ionico), ed infine nali Lagonegresi, progressivamente spariscono e a settori a crosta continentale od assottigliata (Piat- nell’Appennino centrale si ha una coalescenza tra taforme carbonatiche panormidi ed unità di basa- il Sistema a Thrust Esterno, in questo caso il Si- mento derivanti dal margine europeo). Le unità stema a Thrust Apulo, espresso ad esempio nelle Panormidi risultano scollate dal loro originario ba- unità Apulo-Adriatiche (VEzzANI & GhISETTI, samento, che è stato riconosciuto, grazie ai dati del 1998) con le piattaforme carbonatiche più interne, Progetto CROP-Mare, ai margini meridionale e cioè quelle laziali-abruzzesi. Sul versante tirrenico orientale del Bacino Tirrenico (FINETTI et alii, 2005a; dell’Appennino centrale le coperture silicoclastiche LENTINI et alii, 2006), le unità Calabro-Peloritane, (per es. le Arenarie di Frosinone) sono riferibili al costituirebbero gli elementi più interni dell’orogene Miocene superiore e sono ricoperte tettonicamente e occuperebbero la posizione strutturale all’apice da lembi di unità alpino-tetidee (v. Monti Lepini) e dell’intero edificio orogenico (v. figg. 1, 286). ciò indica un coinvolgimento “tardivo” nella tet- Il Dominio di hinterland è rappresentato dal togenesi dell’Appennino centrale. L’insieme di Blocco Sardo-Corso e dal Bacino Tirrenico. queste osservazioni inducono a ritenere che origi- Quest’ultimo, apertosi a partire dal Serravalliano nariamente la crosta ionica si restringesse e ambe- (fase di rifting continentale) è caratterizzato al cen- due i blocchi continentali, quello Apulo e quello tro da una crosta oceanica, generatasi nel Plio- “Appenninico-Panormide” si unissero in un’unica Quaternario. placca continentale: la placca Adria. Analogamente nella Sicilia occidentale non vi è continuità delle Ionidi, in quanto le unità Imeresi 2. - EVOLuzIONE PALEOGEOGRAFICA E e Sicane non sono più presenti sia in affioramento PALEOTETTONICA che nelle aree sommerse a nord del Trapanese; ciò indicherebbe una progressiva chiusura della crosta I dati derivanti dall’analisi di linee sismiche, in oceanica ionica, riconosciuta come slab lungo la fa- particolare quelle offerte dal Progetto CROP, in- scia peritirrenica almeno fino alla zona poco a nord tegrati dalle indagini geologiche a terra, permet- di Palermo (v. fig. 496). Anche qui quanto osser- tono di ricostruire i rapporti tra le varie unità come vato suggerisce che i due blocchi, nord-africano e sintetizzato nella figura 497. Da quest’ultima si ri- panormide, costituivano un’unica placca. sale ad un quadro paleogeografico schematico (fig. Partendo dallo schema iniziale relativo al tardo 498) precedente ai processi deformativi, che hanno Giurassico (fig. 499a) è stata effettuata una rico- dato origine all’Orogene Appenninico-Maghre- struzione dell’evoluzione attraverso tre stadi oro- bide. Tale schema può risultare utile per la rico- genetici. GEOLOGIA DELLA SICILIA -TETTONICA DELLA GEOLOGIA 353 Fig. 496 – Schema strutturale della Sicilia e dei mari circostanti e distribuzione delle croste (da LENTINI et alii, 2004). - Structural scheme of Sicily and the surrounding seas and distribution of the crusts (after LENTINI et alii,