Genova Disegnatrice
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Materiali d’arte genovese collana a cura di Daniele Sanguineti Disegno genovese Dal Bergamasco all’Accademia di Paggi a cura di Daniele Sanguineti testi di Valentina Frascarolo Daniele Sanguineti sagep editori Sommario I saggi del volume sono stati sottoposti a doppia revisione Kansas City, the Nelson Atkins Museum of Art Intorno a un disegno di Giovanni Battista Castello il Bergamasco anonima (Double-Blind Peer Review). Londra, British Museum per la pala di San Sebastiano Lucca, palazzo Mansi Il volume è stato pubblicato con i contributi del Marsiglia, Musée des Beaux Arts (e su Gaspare Forlani intagliatore e scultore) Dipartimento di Italianistica, Romanistica, Antichistica, New York, The Pierpont Morgan Library Daniele Sanguineti Arti e Spettacolo (Università degli Studi di Genova) Oporto, Università di Oporto, facoltà di Belle Arti 6 Palermo, Galleria Regionale di Palazzo Abatellis Parigi, Musée du Louvre, Département des Arts Graphiques Stoccarda, Staatgalerie Torino, Biblioteca Reale Washington, National Gallery of Art Genova ‘disegnatrice’ Weimar, Klassik Stiftung Considerazioni sugli allievi di Giovanni Battista Paggi e della Galleria Creatini & Landriani (Sestri Levante) Luigino Visconti (Genova) ha realizzato le foto delle e l’Accademia di Giovan Carlo Doria opere relative alle !gure 1, 10, 12-13 e alle tavole I-III. Valentina Frascarolo 24 L’editore è a disposizione degli eventuali detentori di diritti di riproduzione delle illustrazioni che non sia stato possibile rintracciare. Referenze fotogra!che Ringraziamenti Tavole Austin, Blanton Museum of Art, The University of Texas, Un particolare ringraziamento ad Alberto Beniscelli, The Suida-Manning Collection Massimo Guerrini e Francesca Vismara (Università degli 64 Berlino, Staatliche Museen zu Berlin, Kupferstichkabinett Studi di Genova - DIRAAS). Chatsworth, collezione del duca di Devonshire Inoltre si è grati a Pietro Landriani (Creatini&Landriani - Copenaghen, Statens Museum for Kunst Arte antica e moderna - Sestri Levante). Darmastdt, Hessisches Landesmuseum Si ringraziano a vario titolo: Marco Arato, Paolo Arduino, Bibliogra!a Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uf!zi Lauro Magnani, Federica Mancini, Anna Manzitti, Isabella Genova, Archivio di Stato Merloni, Michele Merloni, Mattia e Maria Novella Romano, 76 Genova, Archivio Storico del Comune Anna Orlando, Margherita Priarone, Roberto Santamaria, Genova, Musei di Strada Nuova, Gabinetto Disegni e Laura Stagno, Luigino Visconti, Gianluca Zanelli. Stampe di Palazzo Rosso Un ringraziamento speciale alle suore agostiniane di Hannover, Kestner Museum Genova Sturla, in particolare a suor Maria Fortunata. Sagep Editori, Genova Direzione editoriale Alessandro Avanzino Gra!ca Barbara Ottonello © 2018 Sagep Editori www. sagep.it ISBN 978-88-6373-545-1 In copertina Giovanni Battista Castello, il Bergamasco, Martirio di san Sebastiano, collezione privata, particolare. Genova ‘disegnatrice’ tista desideroso di migliorare l’abilità nel disegno doveva essere ammesso alla prestigiosa scuola che il pittore Giovanni Battista Paggi aveva allestito all’inter- Considerazioni sugli allievi di Giovanni Battista Paggi no della propria abitazione e, al contempo, frequentare il cenacolo artistico che e l’Accademia di Giovan Carlo Doria si riuniva nel palazzo del nobile e raf!nato collezionista Giovan Carlo Doria 5. La ricchissima biblioteca e l’assai nutrita raccolta di stampe, disegni e modelli scultorei elencati nel dettagliatissimo inventario di tutti i beni presenti in casa Paggi dopo il decesso dell’artista (1627), unitamente alle preziose informazioni Valentina Frascarolo desunte, appunto, dalle Vite del Soprani, avevano condotto, più di vent’anni orsono, Peter Lukehart a porre in luce la fervida attività didattica, oltre che pro- duttiva, che si svolse tra quelle mura 6. D’altro canto l’eccezionale !gura di Doria e l’effettiva presenza di un’accademia privata nella sua residenza genovese, dove Paggi pare detenesse una sorta di leadership , sono state tratteggiate, più di recente, da Viviana Farina attraverso una capillare ricerca attraverso fonti scritte e docu- menti d’archivio 7. Numerosi furono i fattori che concorsero a rivestire Giovanni Battista Paggi di tale ruolo di guida già riconosciutagli dai contemporanei: il sin- Genova disegnatrice golare percorso biogra!co che lo aveva visto, in seguito alla messa al bando dalla Pur disponendo, ormai, di strumenti fondamentali, ossia i cataloghi dei più noti Repubblica di Genova per un’accusa di omicidio (1581), ben inserito nell’ entou- protagonisti del primo Seicento genovese 1, si percepisce con evidenza la neces- rage mediceo e membro dell’Accademia del Disegno a Firenze, il suo aggiornato sità di maggior chiarezza sulle modalità di sperimentazione delle loro intuizioni e linguaggio artistico, la vasta cultura posseduta, il titolo nobiliare necessario per linee di ricerca sul supporto cartaceo. accedere all’ intellighenzia genovese 8. Nel 1590, com’è noto, si era fatto poi porta- Parafrasando un titolo evocatore – la ‘Genova pittrice’ di Roberto Longhi, ossia voce della fazione di artisti che si opponeva all’approvazione da parte dei Padri quel materiale manoscritto, poi edito postumo su “Paragone” nel 1979, ricchissi- del Comune dei nuovi capitoli dell’Arte dei Doratori e Pittori, rivendicando lo mo di intuizioni e rivelatore di un interesse precocissimo verso gli artisti attivi nei status di arte liberale della professione pittorica e, in seguito a ciò, ottenendo la primi decenni del XVII secolo, quando la città da “importatrice” diveniva anche possibilità per sé e i suoi colleghi di svincolarsi dalle leggi corporative a patto di “produttrice di cultura !gurativa” 2 – è oggi possibile restituire anche il solido esercitare nella propria abitazione 9. E proprio quale prototipo dell’artista intel- impianto di una Genova che parallelamente fu ‘disegnatrice’. Nuovi documenti lettuale – autore di un trattato dove aveva riunito “tutti i capi più importanti !gurativi e nuove ri+essioni sulla gra!ca di primo Seicento, impiegata con esiti dell’Arte di Pittura con sì bell’ordine e arti!cioso methodo, che ben diede a co- straordinari dagli artisti desiderosi di inaugurare una nuova stagione, permettono noscere al mondo, che non era il suo intelletto men’atto a concepire qualsivoglia di completare considerazioni già avanzate !n dagli anni settanta del Novecento 3 immaginabile oggetto, di quello fosse pronta la mano ad esprimerlo esattamente e, in molti casi, di iniziare a tracciarne un primo pro!lo come disegnatori. A in tela” 10 – è ritratto da Soprani, assiduo frequentatore di quegli artisti che con fronte, infatti, di una produzione di studi non irrilevante, alcuni protagonisti del tale illustre maestro si erano formati 11 . nuovo secolo possono contare, il più delle volte, solo su pochissimi fogli, a volte Il corpus disegnativo di Paggi e della sua scuola, riunito di recente 12 , ha eviden- attribuiti loro dubitativamente. Eppure il primo narratore di ciò che avvenne nel ziato un’articolata pratica disegnativa e una notevole sensibilità verso la plastica, capoluogo ligure in pittura, scultura e architettura, Raffaele Soprani, offre con quali!cando l’attività che si svolgeva all’interno dell’abitazione come un im- costanza la visione di botteghe nelle quali gli esercizi disegnativi erano assidui portante punto di snodo per la storia della gra!ca genovese di inizio Seicento. e basilari 4. Proprio la veri!ca di un univoco e fecondo modus operandi consen- Attività ancora certamente legata allo straordinario disegno lineato di matrice te di avvicinare artisti anche tra loro apparentemente distanti, stilisticamente e cambiasesca ma, al contempo, aperta ad accogliere altre tradizioni disegnative qualitativamente, ma che portarono a maturazione una medesima e forte radice utilizzando differenti supporti e media combinati tra loro, al !ne di ottenere so- culturale: è questo percorso, attraverso il disegno genovese primo seicentesco, luzioni diversi!cate volte alla de!nizione del volume, dello spazio, della luce o che si vuole tracciare di seguito. della sequenza narrativa 13 . Innegabile è la sapienza nella resa della dinamica del racconto, tutta toscana, L’esercizio del disegno nella casa-studio di Giovanni Battista Paggi apprezzabile su un grande foglio del Gabinetto Disegni e Stampe di Palazzo Ros- Nella Genova di primo Seicento, stando alle parole di Soprani, un giovane ar- so di Genova (!g. 1; tav. IV) 14 , punto d’arrivo quasi de!nitivo nell’elaborazione 24 25 progettuale di una scena ad alta intensità drammatica, la Lapidazione di santo 1. Giovanni Battista Stefano , !rmata e datata da Paggi nel 1604 e destinata a decorare uno degli altari Paggi, Lapidazione di santo Stefano, della nuova chiesa del Gesù che di lì a pochi anni avrebbe ospitato al suo interno Genova, Musei capolavori di Rubens e Guido Reni 15 . Non si può non notare che assai stringente di Strada Nuova, è il confronto con la composizione elaborata da Ludovico Cardi, detto il Cigoli, Gabinetto Disegni e Stampe di Palazzo pochi anni prima per la grande pala d’altare oggi a Palazzo Pitti 16 . La medesima Rosso, inv. D2528. posa del martire, che il genovese modi!ca disponendo il braccio a terra in po- 2. Giovanni Battista sizione ancora più arretrata per accentuare maggiormente la repentina fuga in Paggi, Studi per diagonale dell’intera composizione, ritorna anche nel Martirio di san Pietro da Lapidazione di santo Verona di Bernardo Castello - artista che si contese i favori della committenza Stefano, Oporto,