La Trappola Di Serrenti, Milioni Di Danni Nascosti
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Da L’Unione Sarda del 30 marzo 2014 Ogni Tir perde cento euro al giorno, il 30% delle aziende ha chiuso La trappola di Serrenti, milioni di danni nascosti Per avere idea basta questo dettaglio: tre anni fa il distributore della Esso nel tratto di Villasanta erogava sei milioni di litri di carburante, oggi le colonnine non arrivano a cinque. Idem al bar-tabacchi dove gli incassi sono scesi del quaranta per cento. «Non parliamo di cosa è successo tra le aziende qui attorno», dice Antonello Floris da trent'anni gestore della principale stazione di servizio, osservatorio privilegiato del disastro avvenuto nel tratto della 131 ostaggio dei lavori inziati otto anni fa e non finiti. Il polmone economico del Campidano è in piena asfissia, prigioniero delle transenne e della corsia unica lunga venti chilometri: c'erano aziende, officine, un albergo-ristorante. Ora è un deserto di cancelli chiusi e capannoni sfitti, intrappolati nel reticolo dei lavori in corso da otto anni. Non si sono fatti più vedere perfino alcuni imprenditori che avevano adocchiato la zona industriale di Sanluri, sicuramente una tra le più appetibili vista la posizione baricentrica lungo l'asse principale viario della Sardegna. Si calcola invece che il trenta per cento delle imprese abbia chiuso baracca e burattini negli ultimi anni. Le più colpite le aziende di trachite dell'area di Serrenti rimaste isolate dalle strettoie e oberate di costi in più per il trasporto della merce. Aziende con l'affanno e tempo perso al volante: quanto costano ai sardi i danni collaterali del cantiere-scandalo della Carlo Felice? In una recente interrogazione al ministro Lupi, il deputato Mauro Pili parla di 28 milioni all'anno. Arriva a questa somma, calcolando il tempo impiegato nel percorrere alla velocità media di quaranta chilometri all'ora la corsia unica: fa 33 minuti. Poi gli dà un valore sulla base del costo orario medio di un dipendente e lo moltiplica per il volume del traffico di autovetture e mezzi pesanti: traffico giornaliero medio di 4700 vetture e 1943 veicoli pesanti (dati del 2006). Ipotizzando due passeggeri per auto e uno per camion, arriva al seguente risultato: «Ogni giorno si perdono 76 mila euro». Moltiplicato per gli otto anni dei lavori mai finiti, il totale fa 224 milioni. «Questa è la cifra pagata dai cittadini sardi costretti a una quotidiana via crucis. Una cifra di gran lunga superiore al costo stesso dell'opera, 60 milioni». Altre stime più dettagliate vengono dall'associazione Trasporti Unito, una sigla spontanea che l'autunno scorso ha dato vita alla protesta dei “Forconi”. Per calcolarle ha usato i parametri di legge sui carichi di lavoro dei Tir e i consumi di benzina che risultano maggiorati quando si percorrono chilometri in più. «Il viadotto lasciato a metà all'altezza dello svincolo di Villasanta condanna taglia fuori mezza Sardegna», spiega Piero Muscas, autotrasportatore di Pauli Arbarei e presidente regionale dell'associazione. Chi arriva da Villamar (e quindi da Mandas e Sarcidano) ed è diretto a Cagliari, è costretto a percorrere quattro chilometri in direzione di Sassari e cambiare direzione solo all'altezza del cavalcavia per Guspini. Da Samassi - se si è diretti a Sassari - bisogna imboccare la direzione opposta fino al cavalcavia di Serrenti, otto chilometri a passo d'uomo. Oppure prende strade alternative, ma più lunghe che comportano spese in più. «Ogni giorno sulla 131 all'altezza del bivio di Villasanta si riversano alcune centinaia gli automobilisti e settanta mezzi pesanti che arrivano dalla Marmilla e dal Sarcidano», sostiene Muscas, ipotizzando che solo per entrare sulla Carlo Felice da Sanluri i camion consumino centomila euro all'anno di gasolio in più. Senza contare la perdita del tempo che ha un costo parametrato sulla base di contratti aziendali e di norme della sicurezza. Più o meno un'ora di viaggio di un Tir vale cento euro. Perdere un'ora di tempo nel percorrere il tratto di Serrenti e Sanluri succede spesso. Soprattutto d'estate, quando il traffico aumenta e l'ingorgo è un evento quotidiano. In questo caso poi le macchine sono costrette a diminuire il numero dei viaggi di carico e il calo del volume ha un riflesso immediato nei conti delle aziende di autotrasporto. Ogni giorno - secondo i dati dell'associazione - nel tratto Sanluri e Serrenti in entrambe le direzioni - transitano duecento bisonti della strada. Ipotizzando comunque una media annuale di mezz'ora di ritardo, solo la perdita di tempo nel percorrere il tratto dei lavori in corso porta via dalle tasche degli autotrasportatori un milione di euro all'anno. «E mi sto tenendo basso». Antonio Martis .