Rapporto Di Ricerca Ce.Mi.S.S. AE-SA-12
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
Centro Militare di Studi Strategici Rapporto di Ricerca 2011 - AE-SA-12 - S.T.E.P.I. I PROCESSI DI AMMODERNAMENTO DEGLI ESERCITI DEI PRINCIPALI PAESI ALLEATI E AMICI A CONFRONTO di Dott. Pietro Batacchi data di chiusura della ricerca: Ottobre 2011 Confr_Amm__20111117 2 Author: Dr. Pietro Batacchi – Edit: T.Col. (A.M.) Monaci ing. Volfango INDICE I PROCESSI DI AMMODERNAMENTO DEGLI ESERCITI DEI PRINCIPALI PAESI ALLEATI E AMICI A CONFRONTO I processi di ammodernamento degli eserciti dei principali paesi SOMMARIO alleati e amici a confronto pag. 1 Modernizzazione e trasformazione Capitolo 1 - La modernizzazione negli Stati Uniti pag. 6 Capitolo 2 - Il processo di modernizzazione nei principali paesi europei pag. 34 L’ammodernamento della Difesa italiana ed il ribilanciamento in Europa e USA Capitolo 3 - Il processo di modernizzazione della Difesa italiana pag. 64 Capitolo 4.- Dalla trasformazione al bilanciamento pag.107 Capitolo 5.- Conclusioni e valutazioni pag.124 Bibliografia pag.128 NOTA SUL Ce.Mi.S.S. e NOTA SULL' AUTORE pag.134 Confr_Amm__20111117 i Author: Dr. Pietro Batacchi – Edit: T.Col. (A.M.) Monaci ing. Volfango Confr_Amm__20111117 ii Author: Dr. Pietro Batacchi – Edit: T.Col. (A.M.) Monaci ing. Volfango SOMMARIO I PROCESSI DI AMMODERNAMENTO DEGLI ESERCITI DEI PRINCIPALI PAESI ALLEATI E AMICI A CONFRONTO Le Forze Armate e gli eserciti di oggi sono completamente diversi da quelli di solo 20 anni fa. Dottrina, equipaggiamenti e organizzazione. Tutto è cambiato. Ed è cambiato a ritmi vertiginosi per tenere testa a cambiamenti negli scenari altrettanto rapidissimi. La fine dell’Unione Sovietica e l’11 settembre, due eventi straordinari accaduti praticamente nell’arco di un decennio, hanno cambiato tutto. E quando, ad un certo punto, nel pieno degli anni Novanta, sembrava che al sistema bipolare si fosse sostituita senza grandi scossoni la nuova egemonia americana, celebrata dalla vittoria finale del liberalismo sul comunismo, ecco improvvisamente che 10 anni di guerre ininterrotte hanno messo in crisi la nuova architettura delle relazioni internazionali centrata sullo strapotere strategico americano. Nel 2011, gli americani, scossi dalla crisi economica, stanno mostrando la corda ed il sistema internazionale sembra progressivamente ripiegare su una configurazione basata sull’equilibrio tra spazi geostrategici in competizione tra di loro. Le Forze Armate dei maggiori paesi occidentali hanno seguito passo-passo questa evoluzione. Dopo la fine della Guerra Fredda, la struttura degli strumenti basata sulla leva, sulla quantità e su grandi formazioni stanziali e permanenti, doveva lasciare il posto ad una struttura più agile, flessibile e, soprattutto spendibile. I continui impegni fuori area, accompagnati dalla necessità di dispiegamenti di contingenti “tailored” in tempi brevi, hanno fatto emergere tutta una serie di requisiti nuovi, la cui soddisfazione era per tutti, pena la marginalizzazione nelle grandi organizzazioni internazionali, imprescindibile. Dal trasporto strategico, all’ingaggio di precisione, alle capacità ISTAR, e così via, sono tutte capacità che, a partire dagli anni Novanta, soprattutto i paesi europei, hanno dovuto cercare di ottenere nei tempi più rapidi possibili per far fronte agli impegni. E’ quella rivoluzione capacitativa che, in pochi anni, ha cambiato il volto anche a quegli eserciti più restii ai cambiamenti per tradizione e mentalità. E’ il caso dell’Esercito Italiano, oggi un esercito dall’alto profilo qualitativo e tecnologico in grado di operare al meglio in contesti ad alto rischio come quello afgano. O, più ancora, è il caso dell’Esercito tedesco che, Confr_Amm__20111117 1 Author: Dr. Pietro Batacchi – Edit: T.Col. (A.M.) Monaci ing. Volfango anche a causa della crisi, ha accettato la radicale trasformazione segnata dal passaggio da struttura “mista”, basata su leva e professionisti, a struttura interamente professionale. Venendo più da vicino al presente lavoro, il suo obiettivo era comparare i processi di ammodernamento degli eserciti dei quattro maggiori paesi europei e degli Stati Uniti. Nel primo capitolo è stato, dunque, passato in rassegna il processo di ammodernamento negli Stati Uniti. Una “precedenza” dovuta al fatto che il processo di trasformazione è nato proprio negli Stati Uniti. E’ qui, infatti, che 20 anni prima di quanto accaduto in Europa, si è iniziato a parlare di Rivoluzione negli Affari Militari e di un nuovo modo di combattere destinato a segnare l’epoca dell’informazione. Una trasformazione contraddistinta dall’innovazione tecnologica, certamente, ma anche dall’elemento dottrinale e organizzativo, e sostenuta da volumi di finanziamenti incomparabili e insostenibili per i singoli paesi europei. In generale , nel cap.1, vengono affrontati prima i concetti trainanti della trasformazione, poi i cambiamenti organizzativi e, infine, le innovazioni tecnologiche e i programmi di modernizzazione, almeno quelli principali. Nel capitolo successivo è, invece, la volta di Germania, Francia e Regno Unito. Anche in questo caso si parte con l’esame degli aspetti dottrinari e teorici, con una particolare attenzione a concetti come quello della Netwrok Enabled Capability, figlio, appunto, di un approccio tipicamente europeo, per poi proseguire con le trasformazioni organizzative e strutturali. Questa sezione è ovviamente assorbita soprattutto dall’esame dei processi di professionalizzazione degli strumenti militari che così vasta conseguenza hanno avuto soprattutto sulle forze terrestri. Infine, la sezione finale del capitolo è dedicata internamente ai maggiori programmi europei di ammodernamento, analizzati per singolo paese. Si parla così dei nuovi sistemi di comando e controllo, dei nuovi mezzi e dei nuovi equipaggiamenti. L’elemento fondamentale è che, nonostante la comune appartenenza di questi paesi alla NATO, ognuno ha scelto strade diverse per raggiungere l’obiettivo della modernizzazione, condizionato dalla propria tradizione e dai propri costringimenti e condizionamenti politici. Così nel Regno Unito, dove per tradizione si è sempre optato per un esercito piccolo basato sull’elemento professionale, ci si è potuti concentrare esclusivamente sulla modernizzazione, cercando di tenere il passo degli USA, almeno fino ad un certo punto, soprattutto per quei programmi, come il FRES (Futire Rapid Effect System), più avveniristici. In Francia e Germania non è stato ovviamente così. Addirittura in Germania, il processo organizzativo si è compiuto solo nell’ultimo anno con la scelta di passare in modo definitivo a Forze Armate interamente professionali. Confr_Amm__20111117 2 Author: Dr. Pietro Batacchi – Edit: T.Col. (A.M.) Monaci ing. Volfango Il terzo capitolo è stato dedicato interamente all’Italia. Lo schema, anche in questo caso, ha ricalcato quello già adottato per gli altri capitoli. Per cui, la prima parte è stata assorbita dall’esame dei concetti trainanti del processo di trasformazione adottato per le FA del nostro Paese e dall’analisi delle riforme organizzative. La peculiarità italiana, in particolare, è stata segnata dal repentino passaggio dall’impostazione “tradizionale”, a quella “futura”, caratterizzata dalla Network Enabled Capability e dall’annesso concetto delle Effect Based Operations. Curiosamente, in Italia non si è mai parlato apertamente di RMA e, quando lo si è fatto, si è semplicemente declinato il concetto come acquisizione di nuove capacità. Per cui, a livello dottrinale, il processo di trasformazione in Italia è stato contraddistinto da una semplice Rivoluzione Tecnico Militare dopo la quale si è passati definitivamente alla “NEC-war”. In particolare, al concetto di “NEC-war” è dedicata l’ultima sezione del capitolo con l’esame del maggiore programma di acquisizione dell’Esercito Italiano, ovvero Forza NEC, e del complessivo sforzo di digitalizzazione attualmente in corso nella Forza Armata. Infine, l’ultimo capitolo prende in considerazione i cambiamenti più recenti, quelli, cioè, caratterizzati dal riflusso dovuto alla crisi economica ed alle conseguenze dei 10 anni di impegni nella guerra globale al terrorismo. Negli Stati Uniti, probabilmente, il binomio GWOT e crisi economica ha lasciato un segno profondo le cui conseguenze sono tuttora imprevedibili. Qualcosa, però si sta già intravedendo. Il processo di ammodernamento/trasformazione non si è certo interrotto, ma questo sicuramente ha subito un appannamento, dovuto soprattutto ai bisogni imposti dalle guerre in Iraq ed Afghanistan. Queste hanno macinato fondi e risorse che, in ultima analisi, sono mancati alla modernizzazione, soprattutto per come questa era stata intesa fino, e soprattutto durante, la cosiddetta era Rumsfeld. Il bilanciamento teorizzato dall’amministrazione Obama e dall’ex Segretario alla Difesa Gates nient’altro è, allora, se non una riallocazione dei fondi della Difesa statunitense dal medio-lungo periodo al breve periodo ed al contingente. In termini di programmi, il simbolo del ribilanciamento è stata la chiusura del programma FCS, e l’esplodere del programma MRAP che, alla fine dei conti, è costato all’amministrazione americana oltre 30 miliardi di dollari. Lo stesso si potrebbe dire per il nuovo e rivoluzionario veicolo da proiezione dei marines, l’EFV, alla fine cancellato a favore di soluzioni più realistiche e, soprattutto, meno costose. Altrettanto grandi sono stati i cambiamenti avvenuti in Gran Bretagna e Confr_Amm__20111117 3 Author: Dr. Pietro Batacchi – Edit: T.Col. (A.M.) Monaci ing. Volfango Germania, mentre in Italia l’impatto della crisi economica e degli