Gp Singa Pore
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n. 287 22 settembre 2014 GP SINGA PORE a Rossa sfiora il podio ma le voci di mercato e i dubbi di Mattiacci sul futuro di Fernando aprono un nuovo fronte: la Ferrari dovrà fare a meno del suo campione? LA SCELTA DI ALONSO Registrazione al tribunale Civile di Bologna con il numero 4/06 del 30/04/2003 Direttore responsabile: Massimo Costa ([email protected]) Redazione: Stefano Semeraro Marco Minghetti Collaborano: Carlo Baffi Antonio Caruccio Marco Cortesi Alfredo Filippone Dario Lucchese Claudio Pilia Guido Rancati Dario Sala Silvano Taormina Filippo Zanier Tecnica: Paolo D’Alessio Produzione: Marco Marelli © Tutti gli articoli e le immagini Fotografie: contenuti nel Magazine Italiaracing Photo4 sono da intendersi Actualfoto a riproduzione riservata Photo Pellegrini ai sensi dell'Art. 7 R.D. 18 maggio 1942 n.1369 MorAle Realizzazione: Inpagina srl Via Giambologna, 2 40138 Bologna Tel. 051 6013841 Fax 051 5880321 [email protected] 2 Il graffio di Baffi FORMULA 1 GP SINGAPORE Il nervosismo di Alonso e i dubbi di Mattiacci, che hanno lasciato intravedere per la Ferrari un futuro privo dello spagnolo, aprono un nuovo capitolo nella cronaca del rinnovamento della Rossa. Ma per il bene del team è meglio interrompere subito un matrimonio che non ha portato i frutti sperati, o rilanciare sull'«usato sicuro» puntando sulla classe del campione e sulla sua conoscenza del team? FERNANDO AL BIVIO 4 5 FORMULA 1 GP SINGAPORE PERCHÉ DEVE RIMANERE IN UNA STAGIONE DI CAMBIAMENTI È LUI IL PUNTO FERMO CHE PUÒ DARE STABILITÀ Stefano Semeraro E nella notte di Singapore arrivò il grande freddo. Quello fra la Ferrari e Fer- nando Alonso, fra la Scuderia più famosa del mondo e il pilota che doveva celebrarne la rinascita. E che ora rischia invece di andarsene da Maranello senza un titolo, solo con la beffa di quello perso ad Abu Dhabi nel 2010. In settimana era stato proprio Fernando ad attaccare, criticando chi si è lascia- to scappare qualche rumor di troppo sulla sua possibile uscita di scena a fine stagione, e lanciando messaggi sibillini: «Presto parlerò anch'io, e qualcuno non sarà contento». Che l'asturiano non si trovi perfettamente a suo agio nel team non è un mistero, e nel paddock di Singapore a quanto pare il suo umo- re era ancora più cupo. A rabbuiarlo sono le tante stagioni perse, il timore di aver sprecato tempo prezioso, e la sensazione che la rivoluzione innescata dal licenziamento di Stefano Domenicali, dalle dimissioni di Luca di Monte- zemolo e l'arrivo di Marco Mattiacci come team principal (e di Sergio Mar- chionne al timone di comando della Ferrari) lo abbiano silenziosamente spin- to fuori dal centro di gravità della Rossa. E' stato proprio Mattiacci dopo il GP di Singapore a rilanciare dubbi e domande sul futuro di Nando con una dichiarazione inquietante. «Alonso? Per il momento è un pilota Ferrari. Stia- mo discutendo del 2017, ma anche del 2018 e del 2019, anche se ci sono cose da rivedere». Gli spifferi usciti settimane fa sulle richieste economiche di Alonso per un possibile rinnovo (100 milioni di euro) non hanno certo con- tribuito a rasserenare l'atmosfera, e ora che il puzzle del futuro mercato pilo- ti è nella sua fase più caotica (Alonso alla Red Bull, oppure alla McLaren per- ché così vuole la Honda, anzi no alla Mercedes al posto di Hamilton, o maga- ri a piedi con Vettel in arrivo a Maranello...) i nervi sono tesi. Per qualcuno il bi-campione sarebbe già fuori dalla Ferrari, e questa sinceramente non è una bella notizia. Perché se è vero che, specie negli ultimi tempi, Nando non ha lesinato le critiche al team, a volte anche con parole pesanti e acide (ricor- date quando disse di volere in regalo una Red Bull?) è altrettanto vero che la Rossa è rimasta a galla in anni difficili e spesso bui è stato molto per merito suo. Di un campione straordinario che tutti corteggiano e che ha saputo estrarre da progetti infelici il meglio possibile, fungendo anche da pungolo, da stimolo, da traino per tutto il team. Mattiacci sta cambiando molto, qua- si tutto a Maranello, e proprio per questo lasciarlo andare – o addirittura spingerlo ad andarsene – sarebbe un salto nel buio, un rischio inutile. Pilo- ti con suo talento non ce ne sono tanti in giro, con il suo carattere forse nes- suno. Alonso ormai conosce alla perfezione l'ambiente della Ferrari, lo ha vissuto e capito, studiato tutti i risvolti. Senza contare che andarsene a mani vuote da Maranello per lui significherebbe una sconfitta, una macchia diffi- cile da cancellare, quindi le sue motivazioni sono fortissime. Al suo posto potrebbe arrivare Vettel, che però come si è visto quest'anno è un ragazzo molto sensibile alle avversità, più fragile di quello che sembra. Hamilton? Grandissimo campione, ma siamo sicuri che sarebbe in grado di calarsi nel ruolo di ferrarista? Insomma, Alonso è il punto fermo che serve in una sta- gione di grandi cambiamenti. E trasformarlo in un punto interrogativo sareb- be un errore potenzialmente gravissimo. 6 PERCHÉ NON DEVE RIMANERE LA SUA STAGIONE È FINITA, MEGLIO DIRSI ADDIO ADESSO Alonso si sta allontanando dalla con le scuderie rivali di Maranello, Ferrari, e forse non è la fine del mantenendo due piedi in una staf- mondo. Anzi. A Maranello lo spa- fa: da una parte discute del rinno- gnolo respira da qualche tempo vo, puntando a incassare un ingag- un'aria diversa, e la cosa non gli gio monstre, dall'altro tratta per un piace. Se per tanti anni è stato il possibile addio anticipato rispetto Salvatore della Patria, il Condot- alla scadenza del 2015, attirato ad tiero capace di guidare la Rossa, se esempi dalle sirene giapponesi non fuori, almeno attraverso le (leggi Honda) che per riportarlo tempeste, da quando sulla plancia alla McLaren sarebbero disposte a di comando sono arrivati Marco pagare la sontuosa penale prevista Mattiacci e Sergio Marchionne il dal contratto. Se poi a Maranello suo profilo è mutato. Mattiacci dovesse arrivare un altro pilota di deve rifondare la Rossa. «Devo primo piano – Vettel ad esempio – essere un elemento di discontinui- Fernando finirebbe fatalmente per tà – dice il manager romano - e patirlo, come è accaduto ai tempi questo a qualcuno può non piace- della McLaren con Hamilton. In re». Chissà che quel qualcuno non fondo lui stesso è il primo ad aver sia proprio Alonso, che a Maranel- perso fiducia nel team che doveva lo secondo alcune “gole profonde” essere quello della sua definitiva era ormai diventato il vero padro- consacrazione a miglior talento ne, l'uomo capace di dettare la della F.1 e che invece l'ha trascina- linea e di scegliere gli uomini di cui to in basso, offrendogli solo vettu- attorniarsi, da Pat Fry a Pedro De re poco competitive, tradendo le La Rosa. Dietro le sue grandi qua- sue attese. Ormai all'idea di diven- lità pare che una parte della diri- tare un secondo Schumacher non genza abbia iniziato a scoprire i lati ci crede neppure lui: sarebbe stato deboli: l'egocentrismo, l'insoffe- fantastico, ma non ha funzionato, renza palese e ostentata verso le bisogna rassegnarsi. E cambiare scelte aziendali che non condivide, strada prima che la situazione si le critiche eccessive al manage- incancrenisca. Ai nuovi vertici ment e al box. Per qualcuno poi, inoltre non va tanto a genio che un non è così scontato che Alonso in pilota, per quanto grande sia, questi anni da ferrarista le abbia diventi più importante della Ferra- azzeccate tutte, e ha iniziato a scar- ri; che sia visto lui come unico vin- tabellare l'elenco dei suoi errori, citore, e tutto il team come perden- delle sue impulsività. Insomma: te. Alonso è fatalmente legato ad Alonso è sicuramente un grande una stagione di insuccessi, il nuo- campione, ma anche un rompisca- vo campione dovrà essere anch'es- tole, una manciata di sabbia butta- so frutto di una scelta di Marchion- ta in un ingranaggio che cerca di ne & Co. Il segno della svolta. La ripartire. Del resto mugugna tan- Ferrari cambierà, e molto, e deve to, troppo, e a quanto si dice parla voltare pagina. Anche all'interno anche troppo con il nemico, cioé dell'abitacolo. 7 FORMULA 1 GP SINGAPORE ANCH 8 HE LA SFORTUNA... La tappa asiatica in notturna avrebbe potuto essere la gara del riscatto dopo lo sprofondo di Monza, ma l'ingresso “intempestivo” della safety-car ha rovinato i piani a Maranello e sottratto un podio che pareva possibile ad Alonso. Raikkonen, invece, continua a deludere 9 FORMULA 1 GP SINGAPORE Stefano Semeraro guadagnando sul terzo». L'attacco però, sfatto del weekend perché ci siamo dimo- non è riuscito proprio per l'ingresso in pista strati competitivi e abbiamo lottato con i E' destino, alla Ferrari non ne va giusta una. della safety-car, e a quel punto Alonso è migliori. A Suzuka avremo un quadro più A Singapore finalmente le F14-T sembra- rientrato per montare gomme più dure ed chiaro di dove siamo». vano aver recuperato terreno in qualifica, è stato poi sorpassato dalle due Red Bull – Marco Mattiacci ha avuto parole di apprez- per la gara c'era la concreta speranza di sca- che hanno scelto di rischiare le due soste - zamento per la capacità di reazione della lare il podio, ma stavolta ci si è messa di al momento del terzo stop. «La safety-car squadra dopo il disastro di Monza, la nota mezzo la safety-car. Diciotto interminabili probabilmente è entrata nel momento peg- stonata è arrivata ancora una volta da Raik- minuti (a proposito, ma non si poteva fare giore per noi – ha continuato lo spagnolo - konen, con un insipido ottavo posto.