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DI Provincia di Venezia P.A.T.

Elaborato 7

RELAZIONE COMPATIBILITA GEOLOGICA

ATO 02

ATO 01 ATO ATO 01 02 ATO 03

ATO 03

PROGETTISTI COLLABORATORI COMUNE DI CAMPAGNA LUPIA SISTEMI TERRITORIALI srl Rosanna Di Vilio Responsabile del Procedimento Dott.Urb. Mirco Battista Arch. Marko Marzic Ing. Gabriele Rorberi Dott.Urb. Marina Pacchiani

CO-PROGETTAZIONE CONSULENTI REGIONE Dott. Forestale Luciano Galliolo Arch. Vittorio Milan Dott. Maurizio Olivotto - geologo PROVINCIA DI VENEZIA Ing. idraulico Luca Smaniotto Arch. Alberto Nardo Dott. Thomas Zinato - VAS

SINDACO DEL COMUNE REDATTO: 03/2013 ADOTTATO: Fabio Livieri APPROVATO:

Via Dauli 19, 30031 , VE - tel 041 464 906 fax 041 464 906 - email [email protected] PAT CAMPAGNA LUPIA RELAZIONE COMPATIBILITA GEOLOGICA

INTRODUZIONE ...... 2

IL QUADRO NORMATIVO ...... 4

INQUADRAMENTO DEL TERRITORIO ...... 6

Inquadramento geografico ...... 6

Inquadramento topografico ...... 6

Inquadramento geologico ...... 7

CARTA GEOMORFOLOGICA ...... 11

Generalità ...... 11

L'assetto morfologico generale ...... 11

Gli elementi morfologici riportati ...... 11

CARTA GEOLITOLOGICA ...... 15

CARTA IDROGEOLOGICA ...... 17

Generalità ...... 17

Gli elementi cartografati ...... 18

LA CARTOGRAFIA DI PROGETTO ...... 20

Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale ...... 20

Carta delle invarianti ...... 21

Carta della fragilità ...... 21

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INTRODUZIONE

La relazione geologica del PAT, e la cartografia pertinente, sono state predisposte sulla base di documentazione bibliografica, esame di foto aeree, rilievi diretti sul terreno ed infine acquisizione della documentazione disponibile pressi i vari enti territorialmente interessati. In particolare sono stati raccolti i seguenti documenti di carattere generale: - Cartografia geologica di PRG del Comune di Campagna Lupia - 1991; - Studio geoambientale del territorio provinciale di Venezia – Parte Centrale (Provincia di Venezia, 2003); - Carta Geomorfologica della Provincia di Venezia - Quadrante148 NO ; scala 1:20.000 – (Provincia di Venezia, 2004); - Ortofoto anno 2006; - Progetto CARG – Foglio Chioggia-; scala 1:50.000 - 2007; - Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino idrografico del fiume Brenta- – variante giugno 2007; - Documentazione resa disponibile dal Commissario delegato per l’emergenza concernente gli eccezionali eventi meteorologici del 27 settembre 2007. OPCM 3621 del 10/10/07; - Documentazione geologica allegata al PTCP della Provincia di Venezia - 2008; - Le Unità Geologiche della Provincia di Venezia (Provincia di Venezia - Università di Padova, 2008); - I Geositi della Provincia di Venezia (Provincia di Venezia - Società Italiana di Geologia Ambientale, 2008); - I suoli della Provincia di Venezia (Provincia di Venezia – ARPAV, 2008); - Documentazione resa disponibile dai Consorzi di Bonifica Sinistra – Medio Brenta e Bacchiglione – Brenta; - La provincia di Venezia ha inoltre fornito documentazione geologica relativa a cartografia e sondaggi completi di relativa stratigrafia estratti dalla banca dati geologica (inedita). - La Regione Veneto ha fornito cartografia su formato vettoriale di carattere geomorfologico e litologico.

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Dall’esame della documentazione esistente e dall’esecuzione di sopralluoghi e rilievi specifici è stata realizzata la presente relazione e la cartografia allegata definendo specifiche norme in relazione alla idoneità dei terreni ed alle indagini ed approfondimenti necessari in sede di P.I..

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IL QUADRO NORMATIVO

La presente relazione geologica ha utilizzato e considerato le seguenti fonti normative di vari grado e livello.

- L. R. 23.04.2004, n. 11, “Norme per il governo del territorio”; - Prontuario per la redazione della documentazione geologica del Quadro Conoscitivo e degli aspetti geologici del progetto dei PAT/PATI (LR 11/04); - D.G.R. 3308 del 04/11/08, “Applicazione delle nuove norme tecniche sulle costruzioni in zona sismica. Indicazioni per la redazione e verifica della pianificazione sismica – Allegato A) Modalità operative e indicazioni tecniche per la redazione e la verifica sismica della pianificazione urbanistica”. - D.G.R. 71 del 22/01/2008, “Direttive per l'applicazione dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 28 aprile 2006, n. 3519 Criteri generali per l'individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l'aggiornamento degli elenchi delle medesime zone"; - D.M. 14/01/2008, “Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni”; - Decreto n. 245 del 18/11/2008 del Dirigente della Direzione Geologia e Attività Estrattive “Scheda informativa istruttoria per gli aspetti geologici dei Piani di Assetto del Territorio”; - Delibera del Consiglio Regionale del Veneto del 3 dicembre 2003 n. 67; - L.R. 7 novembre 2003, n. 27, “Disposizioni generali in materia di lavori pubblici di interesse regionale e per le costruzioni in zone classificate sismiche”. - Circ. Reg, Veneto 05.04.2000, n. 9, “Indirizzi in materia di prescrizioni tecniche da osservare per la realizzazione di opere pubbliche e private. Obblighi derivanti dalla L. 02.02.1974, n. 64 e dal D.M. 11.03.1988”; - Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 14.09.2005, “Norme tecniche per le costruzioni”. - Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20.03.2003, “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per la costruzione in zona sismica”;

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- Circ. LL. PP. 24 settembre 1988, n° 30483 "Norme tecniche per terreni e fondazioni - Istruzioni applicative"; - D.M. 11.03.1988, "Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l'esecuzione e il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione"; Per la predisposizione della cartografia sono state utilizzate le indicazioni disponibili sul sito della Regione Veneto all’indirizzo http://www.regione.veneto.it/Ambiente+e+Territorio/Ambiente/Geologi a/Geologia+del+territorio/Urbanistica/, la D.G.R. 21.02.1996, n. 615, "Contenuti geologico-tecnici nelle grafie unificate per gli strumenti urbanistici comunali” e, inoltre, i suggerimenti dei tecnici della Regione Veneto della Provincia di Venezia.

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INQUADRAMENTO DEL TERRITORIO

Inquadramento geografico

Il territorio del Comune di Campagna Lupia, con una superficie complessiva di 87,60 Kmq circa, è situato nella porzione sud- occidentale della Provincia di Venezia al confine con quella di Padova. Confina con i Comuni di Venezia, Mira, Dolo, Camponogara, Piove di Sacco, , e Chioggia. I confini comunali comprendono sia una parte di terraferma che una vasta superficie di area lagunare divise dalla S.S. n. 309 “Romea”, in termini percentuali la parte lagunare, intendendo con questo termine il territorio posto ad est della Strada Statale anche se non coperto da acqua, rappresenta circa il 73% e costituendo, di fatto, circa 3/4 dell’intero territorio comunale. La parte occidentale è costituita anch’essa da terreni posti sotto il livello del mare ma è sottoposta a bonifica meccanica tale da consentirne lo sfruttamento agricolo ed il parziale utilizzo a scopo residenziale. Su questa zona insistono il capoluogo, posto in posizione più arretrata rispetto alla laguna, ed i centri abitati di Lughetto, Lugo, e Lova disposti approssimativamente lungo il margine lagunare a monte della Strada Statale. La parte lagunare, posta ad est della Strada Statale, è costituita da valli, canali di marea, canali navigabili e da strutture artificiali finalizzate alle attività produttive legate all’allevamento ittico ed alla pesca. Si configura quindi come ambiente semi-naturale il cui assetto attuale è il risultato di secoli di attività umane di adeguamento ed ottimizzazione della morfologia naturale presente.

Inquadramento topografico

Il territorio del PAT è compreso in 8 Sezioni della CTR a scala 1:10.000, e precisamente:

- 127140 Mira Taglio; - 148010 Camponogara; - 148020 Campagna Lupia; - 148030 Casone delle Tezze; - 148060 Lova; - 148070 Casone Zappa; - 148080 Porto di Malamocco Ovest; - 148110 Punta Fogolana.

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L’altimetria del territorio comunale, in relazione alla posizione marginale rispetto alla laguna, presenta una altimetria molto ridotta e compresa tra -3 m e +3 m s.l.m., la fascia a quota più elevata è situata in corrispondenza del capoluogo e del centro abitato di Lughetto. Ci sono poi delle fasce a quota maggiore, rappresentate dalle strutture arginali dei canali e della viabilità principale e quindi di carattere antropico, che raggiungono quote massime, sempre nel territorio esaminato, di 5-6 metri s.l.m.. Gli argini presentano quote sommitali rilevanti a causa della pensilità dei corsi d’acqua e della conseguente necessità di salvaguardare i territori circostanti da eventi alluvionali e allagamenti altrimenti inevitabili.

Inquadramento geologico

Come accennato in precedenza l’area di studio si caratterizza come fascia di transizione tra la zona perilagunare bonificata e la laguna vera e propria posta ad est della Strada Statale Romea. Non si possono infatti disgiungere i caratteri geologici e geomorfologici di quest’area senza accennare brevemente ai successivi interventi antropici che hanno di volta in volta modificato il naturale drenaggio del territorio. Tra i principali momenti che hanno caratterizzato l’intervento umano in questa zona possiamo citare: - Scavo del Canale Bretone (iniziato del 1488) con deviazione del Brenta in corrispondenza di Brendolo; - Apertura del Taglio Nuovissimo (anno 1610) che però porta ad un peggioramento delle situazioni di ristagno nel territorio di Campagna Lupia; - Introduzione della bonifica meccanica (grazie alle prime macchine a vapore installate verso la fine del XIX secolo) che ha consentito di prosciugare le aree paludose poste ad occidente del Taglio Nuovissimo; - Regolazione dei canali principali di scolo verso la laguna che permettono un miglioramento della sicurezza nei medesimi territori. Questi successivi interventi hanno reso possibile l’utilizzo del territorio ma hanno anche provocato la modifica dei caratteri morfologici e litologici principalmente con lo spostamento del Brenta e dei suoi depositi alluvionali di tipo sabbioso che allo stato attuale non vengono più sedimentati in quest’area. Il territorio comunale è caratterizzato quindi dalla presenza dell’apparato deltizio dell’antico Brenta che, anche in periodo storico, entrava in laguna in questa zona. Si riconoscono i canali di divagazione del delta anche se profondamente alterati dai lavori di bonifica ed agricoli che da circa 3 secoli hanno interessato questa zona. Le modalità deposizionali dei

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paleo-alvei dei fiumi, attualmente non più mobili poiché confinati dalle strutture arginali, si possono differenziare in modo abbastanza significativo dal punto di vista morfologico e litologico poiché presentano forme e granulometrie diversificate in base alla energia di trasporto ed alle modalità di deposizione dei sedimenti I caratteri granulometrici dei terreni risentono delle condizioni citate poiché appartengono alla struttura sedimentaria deltizia del Brenta ed alle interdigitazioni con i terreni delle aree a deflusso difficoltoso e con i depositi più francamente lagunari. In corrispondenza dei paleoalvei si osserva frequentemente un leggero innalzamento rispetto al piano campagna circostante dovuto alla formazione di argini naturali, a granulometria prevalentemente sabbiosa, che ancora oggi, anche se molto livellati dalle coltivazioni agrarie e in alcuni casi mal interpretabili a causa della incipiente urbanizzazione, risultano percepibili dall’esame del microrilievo. Le granulometrie variano quindi da termini marcatamente sabbiosi, e corrispondenti ai paleoalvei e più in generale alle zona contraddistinte da energie di sedimentazione più elevate, a limi ed argille sino a termini torbosi che compaiono in corrispondenza delle fasce di terreno a drenaggio difficoltoso. Dal punto di vista della classificazione delle unità geologiche, così come recentemente definite dalla pubblicazione sulle Unità Geologiche della Provincia di Venezia, la maggior parte del territorio del Comune di è interessato dalla Unità di Camponogoara (di età Olocenica media – IV millennio a.C./XII sec. d.C.). Si tratta di “..depositi alluvionali del Brenta, costituiti prevalentemente da limi variamente sabbiosi, rappresentativi di facies di argine naturale e di ventaglio di rotta, e da limi e argille, talora organici, di piana di esondazione. In subordine sono presenti corpi sabbiosi di canale tra loro scarsamente interconnessi….”. Tale definizione conferma in toto le condizioni morfologiche e geolitologiche riscontrate nel territorio comunale nell’ambito della presente relazione. L’unità di Camponogara poggia sull’Unità di Mestre (Pleistocene sup.) sia su limiti di tipo erosivo che paraconcordanti, in quest’ultimo caso “… al tetto dell’Unità di Mestre sono sovente conservati gli orizzonti calcici del paleosuolo noto come caranto…” La struttura costituita da paleoalvei e zone di piana di esondazione, con tutti i passaggi intermedi conseguenti, risulta particolarmente evidente grazie alla lettura della carta del microrilievo riportata di seguito dove, con un semplice codice cromatico, vengono evidenziate le diverse fasce altimetriche, con intervalli di un metro, per tutto il territorio del PAT.

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Fig. 1: fasce altimetriche del territorio del PAT ricavate dal microrilievo prodotto dalla Provincia di Venezia. Le zone colorate nei toni del verde sono poste al di sotto del livello del mare.

Risultano evidenti le aree più rilevate, corrispondenti ai dossi fluviali, che compaiono nella zona del capoluogo e di Lughetto che sono in relazione alle fasce percorse dagli antichi paleoalvei, si riconoscono inoltre, anche se meno evidenti, due allineamenti: uno che scende verso sud-est partendo dalla zona del capoluogo ed un secondo in direzione SSO-NNE che giunge verso nord sino al centro abitato di Lova. Si intuisce inoltre la presenza del Taglio Nuovissimo ed il percorso della Strada Statale Romea che attraversano in senso nord-sud tutto il territorio comunale. Appaiono infine le zone più depresse e poste sotto il livello del mare, evidenziate con colorazione sui toni del verde, che compaiono all’altezza del capoluogo in adiacenza al margine lagunare e nella parte SO del territorio comunale oltre che ovviamente su quasi tutta la parte orientale del comune che interessa direttamente la laguna. Tale andamento viene confermato anche dalla più recente carta del microrilievo realizzata nel 2008 dal Servizio Geologico della Provincia

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di Venezia. I dati LIDAR utilizzati sono di proprietà del Commissario Delegato per l’emergenza concernente gli eccezionali eventi meteorologici del 26 settembre 2007 (OPCM 3621/07). Purtroppo il rilievo lidar ha interessato in modo parziale il Comune di Campagna Lupia, ricoprendo solo la parte più settentrionale dello stesso.

Fig. 2: Rilievo LIDAR che copre la parte più settentrionale del Comune di Campagna Lupia, in verde le parti più elevate. I dossi rilevati coincidono con quelli che emergono dall’esame della figura precedente..

Le pendenze medie complessive non superano il valore del 0,1 %, ma consistenti variazioni si possono osservare in corrispondenza delle modifiche antropiche del territorio come argini e rilevati. I corsi dei paleoalvei hanno subito nel corso delle epoche storiche e preistoriche spostamenti anche notevoli a causa di rotte ed alluvioni succedutesi nel tempo, di conseguenza anche le sedimentazioni e le strutture deposizionali presentano medesime migrazioni nel tempo per cui la situazione morfologica e sedimentaria attualmente affiorante e visibile in superficie non può considerarsi continua e costante nel sottosuolo.

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CARTA GEOMORFOLOGICA

Generalità

La carta geomorfologica evidenzia i principali elementi che caratterizzano il territorio come conseguenza delle attività morfogenetiche, rappresentate in questo caso principalmente dai corsi d’acqua, e degli agenti esogeni. Nella carta sono stati inoltre inseriti i principali elementi antropici che hanno modificato in parte la morfologia come i rilevati e le attività estrattive. Gli elementi morfogenetici principali nella zona sono rappresentati dai fenomeni fluviali e dalle relative erosioni e depositi che hanno determinato nel complesso i principali caratteri del territorio.

L'assetto morfologico generale

Come brevemente accennato la situazione morfologica è contraddistinta dalla presenza dei corsi d’acqua e dei relativi argini naturali. Dall’esame delle foto aeree si possono individuare numerosi paleoalvei il cui rilievo però si è perso rispetto ai terreni circostanti, peraltro appaiono invece ancora ben rilevati i dossi fluviali su cui sorgono i centri abitati di Campagna Lupia, Lughetto e Lova. Su queste strutture principali si sommano poi le modifiche artificiali compiute negli ultimi secoli come le arginature dei corsi d’acqua, gli innumerevoli canali e scoli realizzati per la bonifica, la bonifica stessa ed infine i rilevati stradali e ferroviari.

Gli elementi morfologici riportati

La carta morfologica raccoglie le principali peculiarità morfologiche del territorio classificandole tra forme fluviali e modifiche morfologiche di origine antropica. Un’ulteriore ripartizione riguarda la classificazione morfologica tra aree di terraferma e zone lagunari L’esame del territorio e la rilettura dei dati disponibili ha consentito la individuazione dei seguenti elementi morfologici derivanti da forme di origine fluviale. Fra parentesi quadra viene fatto riferimento alla fonte da cui è stata tratta l’informazione base secondo il seguente elenco: [1] - Carta geomorfologica della Provincia di Venezia; [2] - Foglio Chioggia – Malamocco della Carta Geologica d’Italia; Progetto CARG [3] - Cartografia geologica di PRG; [4] - Carta Geomorfologica della Pianura Padana (MIUR; Comitato Consultivo del C.U.N. n. “Scienze della Terra”; SELCA 1997)

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Forme di terraferma

- Microrilievo: sono riportate in cartografia le isoipse con equidistanza pari a 0,5 metri. Le curve di livello riportano le indicazioni, fornite anche nei paragrafi precedenti, relative ai dossi fluviali principali, alle aree ribassata ed ai principali elementi morfologici di carattere antropico principalmente di tipo lineare. - Traccia di corso fluviale estinto [1]: sono forme fluviali estinte riconoscibili da foto aeree per la diversa colorazione e tipologia di terreni, possono assumere rilievo leggermente positivo o negativo rispetto alla campagna circostante e normalmente non presentano continuità elevata sia per la sovrapposizione di altre strutture sia per le alterazioni dovute alle intense attività agricole. Possono assumere una evidenza ben definita oppure mal definita - Dosso fluviale [1], [2] e [3]: rappresentano dossi ed elevazioni continui e abbastanza leggibili sul territorio, si distinguono sia grazie alla posizione elevata rispetto alla campagna circostante sia per la granulometria dei sedimenti caratterizzata da termini prevalentemente sabbiosi. Sono stati generati dagli antichi alvei del Brenta tramite la costruzione di argini naturali durante le piene di maggiore entità. Anche in questo caso possono assumere evidenze morfologiche più o meno significative. - Traccia di idrografia antica desunta dall’analisi cartografica [1]: vengono riportati gli antichi tracciati fluviali così come sono conservati da elementi fisici o amministrativi del territorio. - Area depressa in pianura alluvionale [1] e [4]: si tratta di elementi morfologici contraddistinti per essere posti a quota ribassata rispetto alle aree limitrofe, vengono in genere definite come aree residuali comprese tra i dossi fluviali. In queste fasce di terreno oltre alla mancata sedimentazione di depositi alluvionali si assiste alla frequente presenza di terreni limosi e soprattutto argillosi ad elevato contenuto organico che, a seguito della bonifica meccanica del territorio, tendono a compattarsi e ossidarsi con conseguenti ulteriori abbassamenti e quindi accentuazione del fenomeno. Queste aree presentano spesso problemi causati da drenaggio difficoltoso. Forme di laguna

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- Canale lagunare [1]: canale di collegamento tra le parti più interne della laguna e l’area più aperta, estremamente dendritico, finisce generalmente nei “ghebi” (canali di minore importanza e che si inseriscono direttamente nelle barene). Possono essere soggetti a velocità dell’acqua anche elevata con conseguente erosione concentrata. - Barena [1]: piattaforme sommerse solo in occasione delle alte maree eccezionali e sulle quali può anche attecchire una vegetazione specifica ed estremamente selezionata in grado di sopravvivere in condizioni di salinità elevata (piante alofite). - Velma [1]: si tratta delle fasce di territorio lagunare che risultano poste ad una quota generalmente compresa nell’escursione tra la bassa e l’alta marea (zone intertidali). Possono risultare saltuariamente emerse durante le basse maree più significative e costituite da terreni limosi (fangosi e difficilmente percorribili)

Le principali forme antropiche individuate, adeguatamente cartografabili alla scala di studio, sono riferite agli scavi ed ai rilevati.

- Rilevati stradali ed argini principali [1], [2] e [3]: sono elementi collegati alla presenza della viabilità principale, della linea ferroviaria Adria-Mestre e degli argini del Taglio Nuovissimo e dei principali canali artificiali che attraversano il territorio. - Escavazione ripristinata con riporto [3]: sono riportate le attività estrattive dismesse e che presentano ancora traccia parzialmente rilevabile, l’unica zona interessata da attività estrattive in passato è situata a sud del Capoluogo in località Lazzaretto da dove, probabilmente, veniva estratto materiale sabbioso. - Alveo di corso d’acqua pensile: è indicato in cartografia l’elemento idrografico di maggiore importanza rappresentato dal Taglio Nuovissimo, che attraversa in senso nord-sud tutto il territorio comunale. La pensilità in alcuni punti può giungere sino ad altezze prossime ai 5 metri. - Aree prosciugate per recente bonifica idraulica e aree bonificate per colmata [1]: si tratta di aree poste all’interno del marginamento lagunare e nelle quali è stato previsto il recupero dei terreni dal punto di vista agricolo grazie ai due sistemi indicati. Non sono state riportate le aree poste ad ovest della S.S. Romea poiché non ritenute di recente

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bonifica. Vengono comunque considerate come zone interessate da modifiche antropiche. - Dune artificiali o argini costieri in terra [1]: sono state ricomprese in questo tema quelle fasce di terreni situati all’interno della laguna in cui l’affrancamento dal livello marino è stato ottenuto tramite il riporto di materiale. Tali aree si concentrano soprattutto nel settore più orientale del territorio comunale all’interno della laguna.

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CARTA GEOLITOLOGICA

La classificazione della geolitologia nell’area del PAT si caratterizza per la distinzione basata principalmente sulla granulometria dei sedimenti fluviali depositati dai corsi d’acqua. Si tratta infatti di alluvioni costituite principalmente da termini limosi ed argillosi con frequenti intercalazioni di livelli sabbiosi legati alla presenza di dossi fluviali e dei paleoalvei. La suddivisione del territorio diviene inoltre particolarmente difficile poiché la transizione tra i diversi termini e tipologie di sedimenti non presenta soluzioni di continuità ma una progressiva e costante variazione della composizione granulometrica soprattutto tra i termini limosi ed argillosi. Si deve considerare inoltre la variabilità verticale poiché la migrazione dei paleoalvei e lo spostamento del margine lagunare devono essere sempre considerati in relazione alla possibilità di intercettare nel sottosuolo, anche a modeste profondità, tipologie di sedimenti diversi rispetto a quelli che compaiono in superficie. Per la predisposizione della carta geolitologica si è utilizzato il materiale reso disponibile dalla documentazione geologica di PRG e dalle informazioni più recenti provenienti da cartografia specifica come ad esempio la cartografia prodotta dalla Provincia di Venezia e dal Progetto CARG per la cartografia geologica. Nella cartografia sono anche riportate le ubicazioni dei dati, ove disponibili, dei singoli sondaggi e carotaggi nell’ambito delle analisi geologiche di PRG e degli altri documenti geologici citati. Si segnala come le delimitazioni delle tipologie litologiche sono riferite alla parte più superficiale del terreno e, come indicato precedentemente, la continuità delle medesime unità granulometriche verso il basso può subire considerevoli variazioni a causa delle divagazioni dei corsi d’acqua e delle relative zone di deposizione. La litologia del territorio del PAT si presenta, nel complesso, abbastanza semplice con la presenza di depositi sciolti quaternari di origine fluviale e lagunare.

Materiali alluvionali a tessitura prevalentemente sabbiosa Sono raggruppati in questa classe i depositi a granulometria più grossolana costituiti principalmente da termini sabbiosi; si ritrovano principalmente nelle zone interessate dalla presenza dei dossi fluviali, e quindi nella fasce di territorio con un leggero rilievo, in corrispondenza delle rotte fluviali ed in genere ove compaiono paleoalvei con energia di trasporto abbastanza elevata. Si tratta di terreni a permeabilità media e caratteri geotecnici mediocri e comunque da correlare alla abbondanza della eventuale frazione di limi ed argille presenti. A grandi linee, poiché possono essere presenti anche in zone non direttamente coinvolte da paleoalvei, interessano principalmente i dossi fluviali indicati nella carta geomorfologica e quindi la zona di

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Campagna Lupia, di Lughetto e della fascia posta a sud di Lova. Compaiono inoltre in fasce diversificate e non ricollegabili direttamente a zone di alto morfologico.

Materiali alluvionali a tessitura prevalentemente limo-argillosa Sono raggruppati in questa classe i depositi a granulometria più fine costituiti principalmente da limi ed argille. Si trovano nelle zone depresse e non interessate dai dossi fluviali, sono tra i terreni maggiormente rappresentati nel territorio in esame e si caratterizzano per la bassa o nulla permeabilità e le scadenti caratteristiche geotecniche. La presenza di zone depresse, o più in generale a deflusso difficoltoso, può inoltre causare la formazione di terreni a componente organica le cui caratteristiche geotecniche sono maggiormente penalizzanti. Questi terreni possono comparire in modo locale, e sono quindi difficilmente cartografabili alla scala comunale.

Materiali di deposito palustre a tessitura fine e torbiere Sono depositi con abbondanza di materiale organico legati sia alle zone depresse che a quelle francamente lagunari. La elevata comprimibilità e le modestissime caratteristiche geotecniche rendono particolarmente onerose le opere di fondazione degli edifici per la elevata possibilità di cedimenti differenziali in condizioni di carico. Compaiono prevalentemente nella zona lagunare, ma possono essere intercettati anche nelle zone di terraferma soprattutto in quelle fasce di terreno sottratte per bonifica alla laguna stessa. Infatti, anche se non cartografati sulla tavola, non se ne esclude la presenza soprattutto nel fascia posta immediatamente ad ovest del Canale Nuovissimo in orizzonti ed intercalazioni generalmente discontinue sia in senso verticale che orizzontale.

Materiali di riporto Accumuli di materiale eterogeneo utilizzato per colmare aree depresse di tipo artificiale o naturale. Nel territorio comunale sono state individuate due aree: una situata a sud del centro abitato di Lughetto ed una seconda a sud-est del capoluogo. Probabilmente erano aree utilizzate come cave di materiale sabbioso, in relazione alla loro ubicazione, poi colmate con materiale di riporto.

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CARTA IDROGEOLOGICA

Generalità

I caratteri idrogeologici del territorio sono principalmente derivati dalla profondità della falda freatica, o meglio del franco di bonifica, cioè dalla profondità del terreno non saturo rispetto alla superficie del piano campagna. Un altro elemento che caratterizza gli aspetti idrogeologici è la permeabilità dei suoli che determina la capacità di assorbire le acque superficiali, nelle condizioni in cui tale fenomeno sia consentito. Le indicazioni relative alla profondità della falda sono state ottenute sia dai dati provenienti dalla carta idrogeologica dei PRG ove disponibili, ed in assenza di questi dati tramite ricostruzione della morfologia della superficie freatica ottenuta da elementi puntuali identificabili sul territorio come ad esempio superfici di bacini con acqua affiorante. I dati così ottenuti sono stati poi riclassificati secondo le categorie previste dalle Grafie geologiche unificate predisposte dalla Regione Veneto. L’altezza del franco di bonifica, in un territorio come quello del PAT che è quasi totalmente interessato da una rete di drenaggio che fa capo ad impianti di sollevamento delle acque, non risente solo di aspetti naturali, ma anche della conduzione e gestione della bonifica artificiale. Può accadere infatti che nelle zone più depresse sia più efficace e importante lo scolo delle acque proprio per la situazione di particolare difficoltà idrica. In pratica il franco di bonifica è di tipo artificiale e mantenuto grazie agli impianti idrovori costantemente in funzione che consentono la raccolta e l’allontanamento delle acque superficiali. La profondità della falda non può riferirsi quindi soltanto agli aspetti morfologici ed idrogeologici naturali, ma anche alla importanza ed efficacia della bonifica artificiale realizzata per affrancare i terreni dalla soggiacenza rispetto al livello del mare e al drenaggio naturale difficoltoso. In termini generali, ed escludendo quindi le modifiche locali di carattere naturale e/o artificiale, l’andamento della falda freatica ha un andamento verso est in direzione della laguna e adeguata alle condizioni morfologiche generali. La permeabilità dei terreni, come evidenziato in precedenza, è in genere medio-bassa e comunque influenzata dalla presenza di terreni a maggiore abbondanza di termini sabbiosi che possono fungere dai vie preferenziali per l’acqua sia in superficie che nel sottosuolo. Per quanto riguarda i problemi legati alla presenza di acqua in superficie si possono classificare in due diversi situazioni distinte, una prima in cui le inondazioni sono generate da corpi idrici non direttamente collegati al territorio specifico, ed i canali in situazione di

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pensilità, i quali in caso di piene, provenienti da territori anche molto distanti, possono esondare e quindi creare situazioni di pericolo anche localmente. Una secondo tipologia di aree a rischio è invece da ricollegarsi direttamente a situazioni locali legate principalmente a drenaggio difficoltoso o a inefficienze temporanee della rete di bonifica che fa capo a impianti idrovori che possono essere posti anche al di fuori del territorio del PAT.

Gli elementi cartografati

Gli elementi riportati nella carta idrogeologica sono sinteticamente elencati nei seguenti paragrafi.

Idrologia di Superficie

Corso d’acqua principale e canale: i corpi idrici presenti nel territorio sono caratterizzati da un elevato grado di artificialità, sia nel caso in cui sono posti in posizione rilevata rispetto ai terreni circostanti, e quindi in condizioni di pensilità, sia per la elevata vascolarizzazione creata per consentire un adeguato drenaggio e smaltimento delle acque superficiali. L’artificialità deve essere intesa anche come alterazione di preesistenti condizioni naturali con modifiche quali adeguamenti della sezione, arginature, modifiche alla geometria, ecc. Tutti i corsi d’acqua indicati si possono ritenere di carattere permanente.

Botte a sifone: manufatto idraulico che in caso di malfunzionamento potrebbe creare problemi di carattere idraulico nel territorio posto a monte.

Idrovora: manufatto idraulico necessario per consentire il sollevamento delle acque basse di drenaggio sino ad una quota sufficiente allo scarico in laguna. Le idrovore afferenti il territorio del Comune di Campagna Lupia sono: l’idrovora di Lova di competenza del Consorzio di Bonifica Acque Risorgive, le idrovore di Lova e di Cavaizza di competenza del Consorzio Bacchiglione-Brenta.

Aree a deflusso difficoltoso: rappresentano settori del territorio del PAT che sono sprovvisti di un adeguato drenaggio delle acque superficiali in caso di eventi piovosi di una certa entità o per cause morfologiche oppure per cause di carattere idraulico.

Area soggetta ad inondazioni periodiche: queste aree sono state ricavate dall’analisi di alcuni studi e documentazioni specifiche e da segnalazioni raccolte dai singoli comuni. Si tratta in genere di situazioni di rischio idraulico causato da sofferenze da parte della rete scolante e/o dei corpi idrici principali. Per questa delimitazione è stata

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utilizzata la delimitazione derivante dall’inviluppo delle cartografie disponibili compresa la carta degli allagamenti predisposta dal “Commissario delegato per l’emergenza concernente gli eccezionali eventi metereologici del 26 settembre 2007”.

Acque sotterranee

Profondità falda freatica: sono state riclassificate le informazioni relative alla profondità della falda e riproposte in una unica classe con discriminante posta a due metri di profondità. L’esame di questo tematismo evidenzia come l’altezza del franco di bonifica sia inferiore ai 2 metri su tutto il territorio del PAT; tale valore supera i 2 metri solamente nella parte più settentrionale del comune, nella zona di Lughetto e nella fascia posta ad ovest del centro abitato di Campagna Lupia. Tali indicazioni provenienti dall’esame di alcuni sondaggi che sono stati riposizionati correttamente in quota hanno permesso di scartare il dato specifico poiché riferito a singole emergenze altimetriche non correlabili con la quota media del piano campagna. Vi sono poi dei locali abbassamenti della superficie freatica che non sembrano legati a situazioni naturali, in questi casi infatti è probabile l’influenza della bonifica artificiale che in quest’area è particolarmente intensa a causa della soggiacenza rispetto al livello medio marino e della difficoltà di drenaggio naturale.

Pozzo freatico, con falda saliente e artesiano: sono stati censiti e classificati i pozzi la cui documentazione è disponibile sulla base dei dati pubblicati, la riclassificazione è stata effettuata sulla base delle informazioni recepite nell’ambito del censimento pozzi effettuato dalla Provincia di Venezia.

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LA CARTOGRAFIA DI PROGETTO

Le tavole di progetto introdotte dalla LR 11/2004 prevedono l’inserimento di alcuni temi legati alla componente suolo e sottosuolo, in particolare:

Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale; Carta delle invarianti; Carta della fragilità.

- Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale

Vincolo sismico Il territorio del PAT è compreso nell’area classificata come zona 4 ai sensi della DCR n. 67 del 3/12/03 in applicazione dell’O.P.C.M. 3274/2003. A seguito degli aggiornamenti e delle nuove stime dell’accelerazione, (O.P.C.M. 3519/2006) vengono stimati ulteriori parametri relativi alle accelerazioni di picco che dovranno essere valutati al fine di definire e dimensionare le nuove strutture in progetto. A tal fine dovranno essere prese in considerazione le seguenti normative specifiche e gli eventuali aggiornamenti che avranno seguito.

- DM 7/2/08 - MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE DECRETO 14 gennaio 2008 - Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni. (GU n. 29 del 4-2- 2008- Suppl. Ordinario n.30) - DGR Veneto 71/2008 - Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 28 aprile 2006, n. 3519 "Criteri generali per l'individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l'aggiornamento degli elenchi delle medesime zone"- Direttive per l'applicazione. Adozione del provvedimento n° 96/CR del 7 agosto 2006; - OPCM 3519/06 - recante "Criteri generali per l'individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l'aggiornamento degli elenchi delle medesime zone"; - OPCM 3274/2003 - recante "Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”; - DCR Veneto 67/2003 - classificazione sismica del territorio, riferendosi per la delimitazione dei diversi gradi di rischio ai confini amministrativi comunali

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Nel complesso il territorio esaminato può essere considerato a sismicità bassa nell’ambito dell’andamento complessivo delle intensità dei terremoti che, in generale nella regione, presenta un incremento spostandosi da ovest verso est.

Aree classificate dal PAI (Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino idrografico del fiume Brenta-Bacchiglione – variante giugno 2007) Il territorio del PAT è interessato in modo specifico da aree classificate a pericolosità idraulica (Pericolosità media e moderata) legata al Brenta ed ai numerosi canali di bonifica che attraversano il territorio. Le aree a maggiore pericolosità si possono individuare a ridosso del Brenta e legate principalmente al relativo rischio connesso.

Carta delle invarianti

Nell’ambito delle invarianti geologiche afferenti al territorio comunale di Campagna Lupia si introduce l’invariante relativa alla località denominata “Valle Averto” riconosciuta anche come geosito nell’ambito del PTCP della Provincia di Venezia, per le specifiche particolarità di tipo morfologico ed idraulico.

Carta della fragilità

La carta delle fragilità evidenzia la idoneità del territorio all’urbanizzazione tramite la classificazione di 3 gradi diversi ed individua, traendo spunto dalle cartografie di analisi, zone idonee, zone idonee a condizione ed infine zone non idonee. I terreni definiti come idonei a condizione sono stati ulteriormente suddivisi in base alle condizionalità preminenti ed alle tipologie di indagini e/o opere necessarie per risolvere la condizione specifica. Nella cartografia vengono inoltre indicate le aree in cui sono attivi fenomeni geologici ed idraulici tali da condizionare l’urbanizzazione del territorio. In ambito di realizzazione del PI, oltre alle specifiche indicazioni riportate di seguito, potranno essere ridefiniti e riperimetrati i limiti delle diverse aree sottoposte a condizione sia per l’acquisizione di informazioni più recenti sia per l’elaborazione di documenti e studi a scala locale per le singole aree di trasformazione. In relazione alla peculiarità del territorio del Comune di Campagna Lupia devono essere in ogni caso essere costantemente considerate le Ordinanze del “Commissario delegato per l’emergenza concernente gli eccezionali eventi meteorologici del 26 settembre 2007 che hanno colpito parte del territorio della Regione Veneto”

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come a titolo di esempio e non in forma esaustiva le Ordinanze n. 2, 3, 4 e 6/2008 nelle quale vengono prescritte precise indicazioni sui permessi a costruire, sugli impianti tecnologici e sulle costruzioni interrate. Nell’ottica delle Ordinanze commissariali le modalità per garantire l’invarianza idraulica dovranno essere estese anche ai singoli interventi edificatori prevedendo specifici interventi e/o processi che garantiscano l’invarianza stessa. Su tutto il territorio comunale, nel caso di edificazione di nuovi edifici o di interventi su edifici esistenti che modifichino quantitativamente e qualitativamente la distribuzione dei carichi sul terreno, dovranno essere comunque prodotte relazioni geologiche volte a caratterizzare il sito di intervento e, se del caso, predisporre indagini geotecniche per caratterizzare il terreno in corrispondenza del piano di posa della fondazioni e verificare in modo puntuale l’assenza di terreni comprimibili e l’assenza di variazioni laterali di litologia che potrebbero provocare cedimenti differenziali. Indagini e studi di carattere geologico e geotecnico da effettuare anche ai sensi e per effetto del D.M. 14/01/2008 “Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni”.

Terreni idonei a condizione La maggior parte del territorio è sottoposto ad idoneità a condizione, in relazione alle situazioni di pericolosità riscontrate ed alle specifiche di carattere idraulico che rappresentano i vincoli maggiori per il territorio. In queste aree oltre alle specifiche indicate nel paragrafo precedente dovranno essere valutate e realizzate opportune indagini e/o opere come di seguito riportato.

Terreni idonei a condizione tipo A): aree in cui, in coincidenza con condizioni meteo particolari e/o per condizioni idrogeologiche locali, si osserva l’innalzamento della falda freatica ed in alcune zone l’azzeramento del franco di bonifica. La trasformabilità è condizionata alla preventiva progettazione di sistemi e/o interventi relativi ai singoli edifici che considerino la presenza della falda in prossimità del piano campagna. Nelle situazioni di maggiore penalità di tipo idrogeologico è sconsigliata la realizzazione di volumi sotterranei e, in ogni caso, dovranno essere previste soluzioni specifiche finalizzate alla possibilità di realizzare volumi al di sotto del piano campagna e garantire questi ultimi da allagamenti causati dalle acque di falda. Tale situazione dovrà essere specificamente presa in considerazione nell’ambito del PI con precise indicazioni progettuali e valutazioni del rischio di allagamento, sollevando l’amministrazione ed i tecnici da qualsiasi richiesta di danno o di risarcimento per eventi legati all’innalzamento della falda freatica.

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Terreni idonei a condizione di tipo B): Aree a rischio di allagamento con tempo di ritorno di 50 anni e aree allagate storicamente. Le aree in oggetto sono quelle definite come aree a rischio idraulico con tempo di ritorno pari a 50 anni e le aree interessate da allagamenti storici, entrambe inserite nella tavola 6.2 “Confronto con lo stato di fatto” della VCI del PAT. Nel piano di lottizzazione andrà predisposta una relazione idraulica che oltre alle verifiche di prassi dovrà assolutamente: - indicare la dislocazione edilizia e il profilo altimetrico dei vari livelli più adeguato per fronteggiare gli allagamenti; - dimensionare e/o verificare che le nuove costruzioni siano dotate di adeguate misure di prevenzione e protezione dagli allagamenti; - verificare che l’insediamento in progetto non aumenti in alcun modo il rischio idraulico sulle aree limitrofe; Riguardo al secondo punti di questi essendo conclamato lo stato di rischio idraulico devono essere imposte delle limitazioni alla quota di calpestio del primo livello abitabile, e sulla possibilità di esecuzione dei vani interrati. Per questa tipologia di aree si dovrà inoltre fare specifico riferimento alle indicazioni previste nella VCI allegata al PAT.

Terreni idonei a condizione tipo C): terreni in cui a causa delle difficoltà di drenaggio si assiste a ristagno idrico che può essere causato sia da cause locali che esterne. In queste aree l’edificabilità è condizionata all’analisi specifica della situazione locale tramite appropriati studi idraulici ed idrogeologici che individuino l’origine del problema e gli interventi che possono porre rimedio alla situazione di deflusso difficoltoso.

Terreni idonei a condizione tipo D): terreni in cui le condizioni complessive possono presentare elementi di riduzione delle caratteristiche di idoneità alla edificazione a causa della presenza di terreni con modeste caratteristiche geotecniche. Gli interventi in queste zone dovranno essere preceduti da indagini di tipo geologico che permettano di definire e caratterizzare localmente gli elementi precedentemente indicati nell’area direttamente interessata dagli interventi medesimi e nelle zone limitrofe. In particolare dovranno essere approfonditi gli aspetti relativi alla presenza di paleoalvei ed alle relative condizioni idrogeologiche statiche e dinamiche, mentre nelle zone interessate da dossi fluviali a frazione sabbiosa prevalente dovrà essere stimato caso per caso lo spessore dell’orizzonte sabbioso in relazione al piano di posa delle

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fondazioni e valutate le relative considerazioni di carattere geotecnico. Nel caso di edificazione di nuovi edifici o di interventi su edifici esistenti che modifichino quantitativamente e qualitativamente la distribuzione dei carichi sul terreno, all’interno di queste aree, dovranno essere svolte indagini geologiche, geotecniche e idrogeologiche che permettano di determinare in modo preciso la situazione idrogeologica e la caratterizzazione geotecnica dei terreni di fondazione. Le indagini geotecniche potranno prevedere l’utilizzo di tecnologie indirette o dirette come prove penetrometriche statiche o dinamiche, e nel caso di edifici di particolare importanza volumetrica o di carico dovranno essere realizzati sondaggi con l’esecuzione di prove fondo foro e/o raccolta di campioni per la realizzazione di specifiche prove geotecniche di laboratorio. Nel caso di presenza di terreni con caratteristiche geotecniche scadenti potranno essere adottate soluzioni per i manufatti di fondazione che prevedano la distribuzione del carico, la diminuzione del carico stesso o l’utilizzo di fondazioni profonde o indirette tramite l’utilizzo di pali, da prevedersi in relazione alla tipologia costruttiva ed all’importanza dell’edificio stesso. A solo titolo esemplificativo si possono citare fondazioni continue o a platea, materassi con materiale arido avvolti in geogriglia, fondazioni profonde o compensate; in casi specifici, in cui possono essere previsti cedimenti differenziali del terreno, potrà essere previsto anche il sovraccarico temporaneo del terreno.

Terreni idonei a condizione tipo E): zone interessate da cave e ritombamenti con materiali di riporto. Terreni in cui le condizioni complessive sono tali per cui risulta necessaria una approfondita conoscenza delle caratteristiche geotecniche, chimiche e chimico- fisiche dei terreni interessati da eventuali interventi. Dovranno essere previste indagini con prelievo di campioni sino a profondità congrue con la tipologia di interventi e con la contestuale realizzazione di indagini in situ e sui campioni di materiale estratto. Dovranno essere svolte, a titolo esemplificativo e non esaustivo, analisi chimiche ed ecotossicologiche, prove geotecniche in situ e su campioni indisturbati e monitoraggio del livello di falda. La relazione geologica dovrà caratterizzare i terreni di riporto intercettati e indicare la compatibilità delle trasformazioni previste con la tipologia dei terreni interessati o gli eventuali interventi atti a eliminare le incompatibilità riscontrate.

Lo scopo dell’inserimento delle cave in cartografia non è stato tanto quello di “censire” le attività estrattive ma piuttosto quello di valutare la trasformabilità delle aree. In quest’ottica sono state segnalate delle aree che potrebbero avere subito degli scavi e successivi ritombamenti con materiali non autoctoni. Per poter definire delle norme di idoneità a condizione, nel sospetto di presenza di terreni non adatti nel sottosuolo, che

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prevedessero specifiche procedure di indagine, si è proposto un approccio più conservativo e a favore della sicurezza (anche ambientale).

Zona di probabile estrazione 1: Zona posta a sud del centro abitato di Campagna Lupia Fonte dato: carta geologica di PRG

Estratto carta geologica PRG ed estratto legenda

Zona di probabile estrazione 2: Zona situata a sud del centro abitato di Lughetto Fonte dato: numerosi sondaggi nell’area che indicano anche materiali di riporto alloctoni

Estratto CTR con sovrapposizione sondaggi interpretati

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Foto aeree del 1983 e del 1978 dove si possono notare potenziali situazioni di scavo e/o movimento terra

Terreni idonei a condizione tipo F): Aree a rischio di allagamento con tempo di ritorno inferiore ai 20 anni. Le aree in oggetto sono quelle definite come aree a rischio idraulico con tempo di ritorno pari a 2 e 20 anni, definite nella tavola n. 12 “Carta del rischio idraulico allo stato di fatto” nel Piano Comunale delle Acque. In queste aree è demandata alla Valutazione Idraulica del PI e alla seguente relazione idraulica di lottizzazione, la verifica approfondita di ogni singola area; in essa si valuterà che per effetto delle opere di riduzione del rischio poste in atto si sia affermato un grado di sicurezza idraulica soddisfacente, adeguato a garantire l’incolumità pubblica per i futuri occupanti delle costruzioni. Verosimilmente, rispetto allo stato di fatto, nelle fasi avanzate di pianificazione e progettazione delle trasformazioni, parte delle previsioni di messa in sicurezza del territorio saranno realizzate perciò anche lo scenario di rischio potrà considerarsi più ottimistico che allo stato di fatto. Sarà compito delle analisi idrauliche, suddette verificare lo stato di avanzamento dei lavori valutando i reali benefici indotti, tenendo conto anche del fatto che il progetto inizialmente preventivato può essere stato oggetto di varianti o realizzazione per stralci con effetti ridotti rispetto a quelli attesi. Rimane atteso che le costruzioni realizzate in questi ambiti debbano assolvere alle indicazioni operative generali da attuarsi in tutte le aree di possibile allagamento o dove siano avvenuti allagamenti storici. Per questa tipologia di aree si dovrà inoltre fare specifico riferimento alle indicazioni previste nella VCI allegata al PAT.

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Terreni non idonei

Terreni in cui le particolari condizioni morfologiche, di caratteristiche idrauliche ed idrogeologiche sconsigliano l’edificazione. E’ ammessa la realizzazione di reti infrastrutturali solo nel caso in cui esse siano compatibili con le condizioni ambientali, geologiche e idrogeologiche dei siti, effettuando opportune analisi di tipo chimico, chimico fisico, geotecnico ed idrogeologico che permettano di definire in modo adeguato la progettazione delle opere, la gestione degli eventuali materiali di scavo e l’adeguatezza degli interventi al quadro normativo ambientale e tecnico.

Aree soggette a dissesto idrogeologico Sono state comprese in questa classificazione tutti i terreni idonei a condizione di tipo B), C) ed F) e quindi tutti i terreni in cui sono presenti fenomeni di tipo idraulico che penalizzano il territorio. Per queste tipologie di aree valgono le prescrizioni ed i limiti specificati nelle singole descrizioni delle condizioni poste alla edificabilità

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