La trasparenza a salvaguardia di Venezia Quaderni della laguna Consorzio Venezia Nuova Anno 0/n. 0/2017 In copertina. Attività di monitoraggio in laguna di Venezia. Rilievo delle fanerogame marine Quaderni della laguna

Semestrale - Anno 0 - Numero 0 Dicembre 2017 Registrazione presso il Tribunale di Venezia n. 2 del 4 febbraio 2016

Direttore responsabile Giuseppe Fiengo

Coordinamento Monica Ambrosini

Realizzazione grafica Matteo Utimpergher

La trasparenza Cura e redazione a salvaguardia di Venezia Ufficio Stampa Consorzio Venezia Nuova Castello 2737/f - 30122 Venezia tel. 041 5293594 email [email protected] www.mosevenezia.eu

Stampa Grafiche Veneziane soc. coop. Cannaregio 5001/b - 30121 Venezia Stampato su carta Cyclus Offset riciclata al 100%

Hanno scritto sul Numero 0/2017 Patrizia Bidinotto, Stefano Boato, Giovanni Cecconi, Giuseppe Fiengo, Silvano Focardi, Pier Francesco Ghetti, Roberto Linetti, Antonio Marcomini, Giorgio Mattassi, Valerio Volpe

Il Consorzio Venezia Nuova è in Amministrazione straordinaria e temporanea disposta dal Prefetto di Roma su proposta dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (Decreto legge 24 giugno 2014 n. 90, art. 32, comma I, convertito con modificazioni dalla Legge 11 agosto 2014, n. 114). Il Consorzio Venezia Nuova realizza gli interventi per la salvaguardia di Venezia e della laguna, di competenza dello Stato, per conto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche del Triveneto.

Le Imprese del Consorzio Venezia Nuova: • Consorzio Cooperative Costruzioni - C.C.C. Società Cooperativa • Consorzio G.R.V. - Grandi Restauri Veneziani • Consorzio Italvenezia • Consorzio Venezia Lavori - CO.VE.LA. s.c.a.r.l. • Grandi Lavori Fincosit s.p.a. • High Tide s.c.r.l. • Impresa di Costruzioni Ing. E. Mantovani s.p.a. • Kostruttiva s.c.p.a. • San Marco, Consorzio Costruttori Veneti • Società Italiana per Condotte d’Acqua s.p.a. [sommario] 5 La trasparenza 9 Il Magistrato Nuovi criteri 61 Proposta di Linee 67 Riequilibrare al servizio della laguna alle Acque di Venezia per la gestione guida per gli interventi e riqualificare la laguna di Venezia Roberto Linetti sostenibile di escavazione, di Venezia per un futuro Giuseppe Fiengo dei sedimenti trasporto e reimpiego sostenibile della laguna dei sedimenti della Stefano Boato laguna di Venezia 13 Linee di azione 86 “Learning and per la difesa ambientale Building with Nature” Valerio Volpe Giovanni Cecconi

17 Inquadramento normativo e procedure Patrizia Bidinotto

22 Nuove linee guida per la gestione Pier Francesco Ghetti

30 Classificazione dei corpi idrici della laguna di Venezia Silvano Focardi

38 Analisi della provenienza naturale dei principali metalli nei sedimenti della laguna di Venezia Giorgio Mattassi

49 Per una gestione sostenibile del sedimento lagunare. Il contributo del D.M. 173/2106 alla valutazione della qualità del sedimento Antonio Marcomini

3 [editoriale] La trasparenza al servizio della laguna di Venezia

Nel nuovo quadro che si è creato dall’inizio delle indagini della Procura di Venezia, l’indubbio riconoscimento della necessità di una sempre maggiore trasparenza dell’operato del Consorzio Venezia Nuova porta oggi alla progettazione di un vero e proprio sistema integrato di informazioni a disposizione dei cittadini, riguardo la realizzazione del Mose e degli altri interventi per la salvaguardia della laguna di Venezia. La pubblicazione di questi Quaderni, rinnovati nel nome e - si spera - nella funzione, è soltanto uno degli strumenti ritenuti indispensabili per raggiungere l’obiettivo della trasparenza, intesa quale diritto effettivo dei cittadini a conoscere il quanto e il come si sta realizzando con le risorse pubbliche, diritto al quale corrisponde il dovere civile degli Amministratori straordinari del Consorzio Venezia Nuova di informare. A differenza del passato, c’è l’opportunità di non essere costretti a selezioni arbitrarie delle informazioni da mettere a disposizione del pubblico, selezioni dovute principalmente alla scarsità degli spazi e ai tempi di pubblicazione: il web permette la gestione rapida di ampi volumi di documenti e notizie, ma la sintesi e gli approfondimenti critici sono meglio organizzati in un articolo di rivista. Si tratta di sinergie che aiutano l’opera di informazione e danno consistenza a quella trasparenza che il Consorzio Venezia Nuova in gestione commissariale, in aderenza alle linee guida dell’ANAC, ha avviato e intende perseguire. Naturalmente le domande, che da più parti vengono poste agli Amministratori straordinari, sono molteplici e, spesso, complesse: richiedono quindi repliche altrettanto articolate. Rispondere in modo adeguato è il motivo alla base di una scelta di mezzi e strumenti informativi più ampia possibile, soprattutto in ordine all’esigenza di divulgare una documentazione quasi completa,

5 [editoriale]

per quanto - oggettivamente - distribuita in un tempo molto lungo e sovente disarticolata, forse anche volutamente... Si vedrà con l’andare avanti, ma di un qualcosa riteniamo bisognerebbe essere certi e consapevoli: la salvaguardia della laguna di Venezia - preminente interesse nazionale - non può prescindere da misure di trasparenza e dalla totale condivisione delle conoscenze che i cittadini, non solo veneziani, hanno il diritto- dovere di acquisire. L’agglomerato di idee e pensieri sul destino di Venezia è il primo presupposto perché si tutelino adeguatamente la città e il suo habitat. La cultura della trasparenza è la spina dorsale di un Paese democratico avanzato ed è il primo atto di contrasto alla corruzione e allo sperpero di risorse pubbliche. Acquisire le informazioni che riguardano un’opera pubblica è una prerogativa di tutti e nel mondo occidentale il diritto di accesso è regolato da norme conosciute, come Freedom of Information Act (FOIA), e meno conosciute (la Convenzione di Aarhus sull’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale, ratificata in Italia con la legge n. 108 del 16 marzo 2001). In base a queste norme di legge, la pubblica amministrazione - e nel caso del Consorzio Venezia Nuova il commissariamento, attraverso la Convenzione Quadro, dell’intera struttura ne fa un’espressione pubblica - ha obblighi di informazione, pubblicazione e trasparenza e i cittadini hanno diritto a chiedere ogni tipo di dato prodotto e posseduto. In questo contesto la rivista del Consorzio Venezia Nuova, in origine espressione degli interessi culturali e scientifici che si erano mossi intorno alla salvaguardia di Venezia e che si era andata tuttavia trasformando in una improbabile brochure aziendale, cambia nome e diviene Quaderni della Laguna. V’è, nel nome, la consapevolezza che il Mose e la laguna sono due facce della stessa medaglia e che l’equilibrio e il funzionamento del Sistema non può ragionevolmente prescindere dall’unicità dell’ambiente lagunare e dalle persone che in esso vivono e operano: la tecnologia deve necessariamente confrontarsi con la vita della gente; le paratoie, appoggiate sott’acqua, con i sedimenti che il mare quotidianamente deposita. Quanto agli Amministratori straordinari, non possono che prendere atto delle scelte progettuali che l’Autorità concedente determina per il completamento del Sistema Mose e della

6 La trasparenza al servizio della laguna di Venezia

Convenzione Quadro n. 7191 del 1991. Ne definiscono tuttavia nella legalità le modalità operative, salvaguardando - ove possibile - l’occupazione nell’area. Si comprende quindi che questa pubblicazione non è fine a se stessa, ma è parte di un disegno generale e che il suo elemento fondamentale si fonda in una prassi di informazioni e di tesi, veicolate nel modo più appropriato possibile e anche - questo non è un aspetto secondario - nella severa ristrettezza delle risorse finanziarie: i contributi che la rivista va a ospitare restano infatti rigorosamente gratuiti. Quanto al direttore responsabile, la scelta è puramente occasionale; era l’unico dei tre Amministratori straordinari a essere iscritto all’Albo dei giornalisti, abilitato a dirigere una rivista tecnica. I Quaderni della laguna restano pertanto aperti al contributo e alla collaborazione di chi conduce studi, ricerche, sperimentazioni identificabili con le tematiche proprie della salvaguardia di un ecosistema complesso, come quello della laguna di Venezia. Anche la responsabilità del direttore è a disposizione di chi, ragionevolmente, intende dar seguito a quello che possiamo chiamare il “mandato della trasparenza”. Il “numero Zero” della nuova rivista coglie subito una buona occasione: offrire in anteprima l’analisi sullo stato dell’arte della questione della movimentazione dei sedimenti lagunari. Qui il tempo si è fermato al 1993, a un protocollo sperimentale di durata annuale, che nell’incertezza normativa applicava ai sedimenti lagunari le cautele e la disciplina, spesso paralizzanti, dei rifiuti. Oggi l’Europa considera i sedimenti come “risorsa” e il discrimine tra quello che si può fare e quello che occorre evitare è nel “mantenimento della qualità del corpo idrico” sovrastante. V’è tuttavia, in particolari ambienti, una certa vischiosità al nuovo, mentre resta ferma la piena competenza del Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche del Triveneto (già Magistrato alle Acque di Venezia) a prendere misure al riguardo. Già il precedente Roberto Daniele aveva avviato una Conferenza dei Servizi e oggi, grazie anche alla preziosa collaborazione di ISPRA, di ARPAV, dell’Autorità di Bacino e al lavoro degli esperti, si intravede una nuova luce.

Il direttore

7 [intervento] Il magistrato alle acque di venezia

di Roberto Linetti*

18 11 2014 114 * Provveditore Articolo , Legge agosto n. . Interregionale È soppresso il Magistrato delle acque per le province venete e di Mantova, istituito ai sensi per le Opere Pubbliche per il , Trentino della legge 5 maggio 1907, n. 257. Alto Adige e Friuli Le funzioni, i compiti e le attribuzioni già svolti dal Magistrato delle acque sono trasferiti Venezia Giulia al Provveditorato interregionale per le opere pubbliche competente per territorio. È altresì soppresso il Comitato tecnico di magistratura, di cui all’articolo 4 della citata legge n. 257 del 1907. Il Comitato tecnico-amministrativo istituito presso il Provveditorato di cui al primo periodo è competente a pronunciarsi sui progetti di cui all’articolo 9, comma 7, lettera a), del rego- lamento di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 febbraio 2014, n. 72, anche quando il relativo importo ecceda i 25 milioni di euro. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, • da adottare entro il 31 marzo 2015 • su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, • di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, • previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni (Conferenza Stato-Regioni), sono individuate le funzioni già esercitate dal citato Magistrato delle acque da trasferire alla città metropolitana di Venezia, in materia: • di salvaguardia e di risanamento della città di Venezia e dell’ambiente lagunare; • di polizia lagunare; • di organizzazione della vigilanza lagunare; • di tutela dall’inquinamento delle acque. Con il medesimo decreto sono individuate, altresì, le risorse umane, finanziarie e strumen- tali da assegnare alla stessa città metropolitana in relazione alle funzioni trasferite. Quello che leggete è il testo, articolato per paragrafi (da me elencati), della norma che tre anni fa ha stabilito il passaggio di una parte delle funzioni del Magistrato alle Acque di Venezia alla Città Metropolitana.

9 [intervento]

Norma rimasta inattuata e che induce a molte riflessioni, innanzitutto per l’assenza di indicazioni esplicite sul Mose e sul demanio marittimo lagunare, che apparentemente non sono inclusi nelle funzioni da trasferire. Nell’articolo di apertura del “numero Zero” di questa rivista, come primo punto quin- di non posso non rilevare che la salvaguardia di Venezia e della sua laguna, così come declinata nell’articolo 1 della legge 171/1973, richiede senz’altro una visione di sistema, quindi un’unica Autorità, dotata anche di poteri ispettivi e di polizia, per l’estrema interdipendenza dei fattori che ne garantiscono l’equilibrio. Il sistema di salvaguardia di Venezia e della sua laguna, infatti, è oggi così articolato: • difesa dalle acque alte; • difesa dal mare; • recupero della morfologia lagunare; • riequilibrio ambientale (tra cui la funzione anti-inquinamento). Ogni ulteriore suddivisione delle competenze, già frazionate per la complessità delle azio- ni che si esercitano sulle acque (si pensi all’Autorità portuale e a quella marittima), va assolutamente scongiurata perché non è funzionale al mantenimento del sistema. Né allo sfruttamento razionale delle risorse. L’articolo 1 della legge 171/1973 peraltro disegna in modo ottimale il modello di governo del sistema Mose e di salvaguardia, fondato su una concezione non infrastrutturale ma generale e onnicomprensiva dell’intervento pubblico sulla laguna e sulle città e ciò in senso ampio, ambientale e territoriale, fino alla tutela architettonica, monumentale e paesistica, argomento che ancor più depone a favore della gestione unitaria del sistema di salvaguardia. Va poi osservato, come secondo punto, che la cornice in cui si è esercitato sin qui il governo della salvaguardia di Venezia, è certamente di rango nazionale. Completate le opere del sistema Mose con il concessionario unico, in forza di questa storia pluricen- tenaria, la gestione della salvaguardia di Venezia potrà (e dovrà) con forza appropriarsi della vocazione di governo unitaria e nazionale posseduta dal Magistrato alle Acque fin dal suo primo esistere, ciò a prescindere dall’ente cui saranno destinate le competenze. Bisogna a questo punto chiedersi se la Città Metropolitana di Venezia possieda questa vocazione, se avrà l’afflato necessario per collocarsi in una visione nazionale, se non sovranazionale, del sistema laguna. E, ad essere più prosaici, se abbia le risorse prima di tutto umane e poi strumentali e finanziarie per svolgere adeguatamente le sue funzioni. Non può essere mio il commento sui numerosi input che provengono dalla comunità politica locale e nazionale con riguardo alla necessità di non disperdere le competenze professionali acquisite dal personale anche privato che opera nella salvaguardia in senso lato, e di un’autorità sulle acque indipendente, super partes, posta alla giusta distanza dalla comunità locale. Non spetta infatti all’ufficio da me presieduto discutere le scelte di merito effettuate dal Parlamento e dal Governo.

10 Il Magistrato alle Acque di Venezia

Ciò che posso, e debbo dire, è che prima di dare attuazione all’articolo di legge che ho sopra trascritto, al solo fine di garantire efficacia ed effettività al disegno istituzionale lì delineato, è necessario dar corso a una solida e articolata attività di formazione e affian- camento di personale, anche nuovo, destinato ad esercitare le funzioni fin qui svolte dal Magistrato alle Acque e dal Provveditorato. Tutto ciò premesso sarebbe sufficiente per aprire un dibattito importante sulla rilevan- za di questa decisione e sulle conseguenze che avrebbe. La rivista che ospita queste osservazioni vuole essere il “numero Zero” di una serie che accolga dibattiti, osservazioni su questioni tecniche, gestionali, ambientali sulla lagu- na e sugli interpreti in gioco; per quanto riguarda il Provveditorato potrebbe essere il primo e l’ultimo numero se nel frattempo si procedesse al passaggio delle competenze (quali, tutte o una parte) ad altro Ente. Il Mose deve essere completato e deve funzionare: lasciamo che il Provveditorato, con le sue attuali competenze e personale svolga questo compito, indivisibile; durante e poi si dovrà cogliere ogni occasione per riparlarne e per capire se veramente è nell’interesse generale procedere a una diversa ripartizione di compiti.

11 focus ] [

Nuovi criteri per la gestione sostenibile dei sedimenti della laguna Linee di azione per la difesa ambientale

di valerio volpe*

Il Provveditorato Interregionale per le Opere sostenibile e di regolamentazione delle atti- * Provveditorato Interregionale per le Pubbliche per il Veneto, Trentino Alto Adige vità lagunari a valenza economica, ricreativa Opere Pubbliche e è un organo del Mini- e culturale (pesca tradizionale, turismo, ecc.). per il Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli stero delle Infrastrutture e Trasporti, fra le cui Le principali linee di azione per la difesa am- Venezia Giulia. Coordinatore Conferenza competenze vi è la salvaguardia, la sicurez- bientale vengono attuate attraverso il dragag- dei Servizi za e la protezione idraulica di un vasto ter- gio dei canali lagunari, la ricostruzione del- ritorio compreso fra le regioni Friuli Venezia le barene, la protezione delle sponde barenali Giulia, Veneto e Lombardia. Il Provveditorato soggette a fenomeni erosivi, nonché il ripristi- provvede altresì all’implementazione di atti- no morfologico dell’ambiente lagunare; pur- vità e all’attuazione di misure che riguarda- troppo l’attuazione di queste tipologie di in- no il ripristino e la protezione della laguna di terventi, che comportano necessariamente Venezia e del suo delicato habitat, la messa la mobilizzazione di notevoli quantità di se- in sicurezza dei siti inquinati, la ricostruzio- dimento lagunare, risulta fortemente limitata ne delle spiagge e delle dune costiere, il con- dai criteri del cosiddetto “Protocollo Fanghi” solidamento dei moli foranei che delimitano che dal 1993 disciplina rigidamente il riuti- le bocche di porto, e più localmente la dife- lizzo dei sedimenti di classe B che caratte- sa dei centri abitati dalle frequenti inondazio- rizzano, in modo pressoché ubiquitario, l’in- ni (alte maree). tero ambiente lagunare. Infatti, appena il 3% La gestione integrata e sostenibile dell’am- dei sedimenti ricade nella classe A, requisito biente della laguna di Venezia compor- che consente il loro immediato riutilizzo per ta l’armonizzazione delle attività di arresto il recupero ed il ripristino di ambienti laguna- del degrado idrogeomorfologico, di disinqui- ri di pregio. namento, di ricostruzione degli habitat, di Il Protocollo Fanghi avrebbe dovuto essere ag- mantenimento e sviluppo della navigabilità giornato entro l’anno successivo alla sua in-

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troduzione, sulla base di verifiche sperimen- • evidenziato lo stato chimico ed ecologico tali, e comunque avrebbe dovuto essere as- delle acque lagunari; soggettato a revisione introducendo nuovi • evidenziato le pressioni che mettono a ri- criteri scientifici più sostenibili sia dal punto schio le acque lagunari dal raggiungimen- di vista metodologico che economico. to e mantenimento del buono stato di Nulla di questo è avvenuto nei termini tem- qualità entro il 2015 e il 2021; porali previsti e così il Protocollo è divenuto • escluso che i sedimenti costituiscano una successivamente prassi amministrativa, anzi- pressione ambientale significativa; ché procedura tecnica assoggettata a verifica, in analogia alle modalità di gestione dei dra- in quanto le tabelle sono divenute criteri og- gaggi adottate dalla Regione Friuli Venezia gettivi di protezione dell’ambiente, senza che Giulia per la laguna di Marano e Grado, il sia stata operata nessuna verifica sperimen- Provveditorato Interregionale per le OO.PP. ha tale di campo. richiesto all’Avvocatura di Stato di Venezia un I numerosi studi condotti in laguna di Venezia parere circa l’applicazione dell’articolo 185 a partire dal 2003, principalmente dal Prov- comma 3 del D. Lgs. 152/2006 che esclude i veditorato Interregionale per le OO.PP., sulla sedimenti dal regime dei rifiuti e ne consente qualità dei sedimenti, sulla tossicità, sul bio- pertanto la ricollocazione in laguna per inter- accumulo e sugli effetti nella catena trofica, venti di carattere morfologico. hanno dimostrato come l’attuale divisione L’Avvocatura di Stato di Venezia, con nota esistente fra le prime due classi di sedimenti prot. n. CS 1584/2014 BRU del 23.09.2014, del Protocollo Fanghi (classe A e B) possa es- non solo ha espresso un parere favorevole in sere ragionevolmente superata. tal senso, ma ha indicato le procedure pre- Le evidenze sperimentali sui sedimenti di viste dall’articolo 185 comma 3 del D. Lgs. classe B indicano un rischio ecologico ai sen- 152/2006 di riferimento per il recupero dei si della Direttiva 2000/60/CE pressoché ana- sedimenti lagunari, consentendo così l’avvio logo a quello derivante dai sedimenti di clas- di un percorso di revisione dei criteri di ge- se A, con la conseguenza che la previsione stione dei sedimenti previsti dal Protocollo del Protocollo Fanghi secondo cui solo i sedi- 1993 che possa mettere il Provveditorato In- menti A possono essere riutilizzati, non appa- terregionale per le OO.PP. nelle condizioni di re più coerente con l’originario obiettivo che, riavviare gli interventi morfologici in laguna di all’epoca dell’adozione del Protocollo stesso, Venezia. L’applicazione delle linee guida per non poteva che essere giustificato da princi- la gestione dei sedimenti previste dall’articolo pi di una cautela derivante da una non ap- 185 comma 3 del D. Lgs. 152/2006 garanten- profondita conoscenza del fenomeno e dalla do la possibilità di movimentare e riutilizzare mancata elaborazione di una precisa discipli- i sedimenti senza rischi per il mantenimen- na comunitaria. to della qualità dei corpi idrici e, soprattutto, con risparmio di risorse economiche per l’ap- Considerato il quadro degli accertamenti ef- provvigionamento di sedimenti idonei, rende- fettuati in questi ultimi anni per l’applicazio- rebbe attuabili gli interventi previsti dal “Pia- ne della Direttiva Quadro 2000/60/CE, com- no per il recupero morfologico e ambienta- preso il relativo Piano di Gestione redatto per le della laguna di Venezia” e dal “Piano delle la sub-unità della laguna di Venezia, del suo misure di compensazione, conservazione e ri- bacino scolante e del mare antistante, che ha: qualificazione ambientale dei SIC IT3250003,

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IT3250023, IT3250030 e IT3250031 e della ZPS IT3250046”. In tale contesto, il Provveditorato Interregiona- le per le OO.PP., ai sensi della Legge 241/90, ha ritenuto di procedere attraverso la convo- cazione di una Conferenza dei Servizi a cui partecipano: Regione del Veneto, ARPAV, Au- torità di Bacino, Autorità Portuale di Venezia, Avvocatura Distrettuale dello Stato di Venezia, Comune di Venezia, Città Metropolitana, Co- mune di Chioggia. Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha de- legato l’Autorità di Bacino. Tutti gli Enti partecipanti hanno manifestato la loro disponibilità ad avviare il percorso per il superamento del Protocollo che preveda la definizione dettagliata e condivisa dei crite- ri, delle competenze e delle specifiche moda- lità operative da adottare per la movimenta- zione e il riutilizzo dei sedimenti senza rischi, secondo il criterio di “non pericolosità” per il mantenimento dei corpi idrici lagunari. Nello specifico, il Provveditorato ha costituito un Gruppo di Lavoro, formato da esperti dello stesso Provveditorato e dell’Università Ca’ Fo- scari di Venezia, che sta valutando, di concer- to con tutti i partecipanti alla Conferenza dei Servizi, la possibilità di adattare/estendere le linee guida attuative previste dal D.M. 173 del 15 luglio 2016 “Regolamento recante moda- lità e criteri tecnici per l’autorizzazione all’im- mersione in mare dei materiali di escavo di fondali marini” alla laguna di Venezia (sem- pre tenendo conto del principio di “non peri- colosità” di cui all’articolo 185 comma 3 del D. Lgs. 152/2006).

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* Consorzio Venezia Nuova - Direzione Legale - Problematiche ambientali e territoriali. Curatrice delle attività di supporto al Provveditorato Interregionale per le OO.PP. e Coordinatrice del Gruppo di Lavoro

16 Inquadramento normativo e procedure

di Patrizia Bidinotto*

Premessa so il rispetto di valori tabellari di concentra- La tematica della gestione dei sedimenti del- zione relativi ad alcuni inquinanti inorganici. la laguna di Venezia, sollevata alla fine degli Adottato in via sperimentale con validità di anni 80, è stata fatta oggetto di una prima re- 365 giorni, tale Protocollo non è mai stato golamentazione avvenuta l’8 aprile del 1993 formalmente rinnovato né prorogato, anche con la sottoscrizione del cosiddetto Protocol- se è diventato prassi consolidata fino alla rea- lo Fanghi (sottoscritto tra Ministero dell’Am- lizzazione dell’isola delle Tresse costruita per biente e della Tutela del Territorio e del Mare, accogliere i sedimenti di dragaggio dei canali Comune di Venezia, Comune di Chioggia, Pro- portuali e dei canali del centro storico. vincia di Venezia, Regione del Veneto e l’allo- Il Protocollo Fanghi definisce le possibili desti- ra Magistrato alle Acque di Venezia) nell’am- nazioni in laguna (per interventi di recupero bito del quale sono stati definiti specifici limiti e ricostruzione morfologica), e fuori laguna, al riutilizzo dei sedimenti, per interventi di re- delle terre di dragaggio classificate in quattro cupero e ricostruzione morfologica, attraver- classi (A, B, C e oltre C) e, ancora oggi, costitu-

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Nella pagina seguente isce l’unico riferimento per la gestione in con- pizzato’ attraverso opportuni strumenti nor- Laguna centrale. Lavori per la ricostruzione dizioni di sicurezza ambientale dei sedimenti mativi e tecnici in grado di garantire la qua- delle barene vicino ‘ex situ’ e talvolta anche per valutazioni della lità ambientale assieme alla sua funzionalità. alle casse di colmata qualità dei sedimenti ‘in situ’. I nuovi criteri di gestione dei sedimenti lagu- Il Protocollo, che deriva da una normativa sui nari devono essere conformati al principio in- rifiuti, prevede criteri di classificazione esclu- formatore delle nuove norme comunitarie in sivamente di tipo chimico e basati su un nu- materia di ambiente (Direttiva 2000/60/CE), mero limitato di parametri. La definizione del che perseguono una efficace gestione de- possibile uso dei sedimenti, inoltre, è legata a gli ecosistemi e il progressivo recupero del- una valutazione che si è palesata erronea per- la qualità ecologica e chimica degli stessi; in ché basata su un approccio ‘pass/fail’ (supe- modo particolare la gestione dei sedimenti ramento o meno di soglie prefissate); la con- deve essere orientata al principio di sosteni- seguenza è che l’attuale impossibilità di usa- bilità, ovvero al mantenimento delle funzioni re la classe B (che costituisce circa il 97% dei svolte dal sedimento lagunare e della sua ca- sedimenti lagunari), per il ripristino morfolo- pacità di fornire beni e servizi ambientali at- gico, comporta l’obbligo di reperire all’ester- traverso criteri basati sulla valutazione del ri- no materiale idoneo (ad esempio, da cave a schio ambientale. mare), il che comporta l’impoverimento del materiale impiegabile e un significativo ag- La normativa europea e nazionale gravio dei costi. in materia di sedimenti L’emanazione, negli anni successivi alla na- Considerato che l’Unione Europea non ha mai scita di questo Protocollo, di importanti nor- emanato una direttiva specifica per la gestio- mative ambientali sia a livello europeo, sia ne dei sedimenti, occorre evidenziare come nazionale, nonché l’aumenta- tutte le proposte avanzate negli ta disponibilità di dati e metodi « la gestione dei anni dai Paesi membri siano state scientifici per la valutazione in sedimenti deve fino a oggi respinte. laguna di Venezia della pericolo- essere orientata La Direttiva Quadro sulle Ac- sità nello scavo e conferimento al principio di que, meglio nota come Diretti- dei sedimenti, rende improroga- sostenibilità, va 2000/60/CE, tratta i sedimen- bile l’abrogazione del Protocollo ovvero al ti in modo marginale e molto po- Fanghi e la messa a punto di un mantenimento co esplicito, ancorché sia evidente procedimento aggiornato e so- delle funzioni in quali e quanti modi i sedimen- stenibile sia sul piano metodo- svolte dal ti presenti sui fondali, in partico- logico che economico. sedimento lare in ambienti di acque basse, La laguna di Venezia costituisce lagunare e della possano condizionare lo stato chi- un unicum al mondo, in quan- sua capacità di mico ed ecologico dei corpi idrici. to ospita al suo interno una città fornire beni e Nello specifico, la Direttiva che nel tempo ha creato un rap- servizi ambientali 2000/60/CE tratta il sedimento porto inscindibile e di vera inter- attraverso criteri come “substrato per le comuni- dipendenza fra ambiente natu- basati sulla tà” e “matrice cui possono essere rale e ambiente costruito. È ne- valutazione associati contaminanti interagen- cessario il costante governo di del rischio ti con le acque”, rimandando al- questo tipico ‘ecosistema antro- ambientale » la verifica della classificazione di

18 Inquadramento normativo e procedure

qualità delle acque e all’analisi delle pressioni inoltre depositario di una varietà di contami- l’accertamento di un eventuale rapporto cau- nanti chimici, sia inorganici che organici, ri- sa/effetto a carico del sedimento. sultanti sia da apporto esterno che interno al Più in particolare, la Direttiva 2000/60/CE corpo d’acqua. considera il sedimento come componen- Il ruolo del sedimento è tanto più importan- te essenziale dell’ambiente acquatico da cui te quanto minore è la profondità della co- discende la necessità che concorra a defini- lonna d’acqua, come accade in lagune co- re lo stato di qualità. Ciò scaturisce dal fat- stiere caratterizzate dalla presenza estesa di to che il sedimento, in particolare quello su- bassifondali, qual è il caso della laguna di perficiale, è in continuo contatto con la co- Venezia. In dette lagune, operazioni di dra- lonna d’acqua sovrastante e interagisce con gaggio dei canali di navigazione, piuttosto essa attraverso i processi di sedimentazione che la ricostruzione di strutture morfologi- e risospensione di materiale particolato e di che, richiedono la raccolta e il trasferimento diffusione nel, e dal, sedimento di acque in- di ingenti quantità di sedimento da una zo- terstiziali. na all’altra della laguna. Queste operazioni Il sedimento è sede di processi biologici a di ridistribuzione del sedimento devono es- opera di microorganismi che concorrono a sere condotte in accordo con criteri di soste- determinare i cicli biogeochimici di elemen- nibilità ambientale oltre che di convenienza ti quali carbonio (C), azoto (N) e fosforo (P); è economica.

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Da queste considerazioni discende la necessi- la Direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti, ha tà di valutare il contributo del sedimento allo chiarito che la gestione dei sedimenti non ge- stato di qualità dell’ambiente acquatico e di nera rifiuti. fissare criteri qualitativi e quantitativi relativi Infatti all’articolo 2 - Esclusioni dall’ambito di alla sua mobilizzazione. applicazione - recita: “Fatti salvi gli obblighi La Direttiva 2000/60/CE sulla qualità dei cor- risultanti da altre normative comunitarie per- pi idrici definisce lo stato ecologico in fun- tinenti, sono esclusi dall’ambito di applicazio- zione della integrazione di elementi biologi- ne della presente direttiva (n.d.r. cioè non so- ci, chimici e idromorfologici e fissa i criteri no rifiuti) i sedimenti spostati all’interno di di riferimento per la valutazione dello stato acque superficiali ai fini della gestione delle ecologico dell’ambiente acquatico. Detti cri- acque e dei corsi d’acqua o della prevenzione teri sono basati sulla valutazione del rischio di inondazioni o della riduzione degli effetti di ambientale che, a partire dalla pericolosità inondazioni o siccità o ripristino dei suoli, se di uno ‘stressore’ ambientale, ne è provato che i sedimenti non so- definisce il rischio come risultato il concetto no pericolosi”. del confronto fra esposizione ed « Tale principio è stato recepito di rischio effetti associati a organismi suf- ambientale è nell’ordinamento italiano me- ficientemente sensibili e rappre- riferito per tutti diante la modifica dell’artico- sentativi dei vari livelli della cate- gli ambienti lo 185 comma 3 del D. Lgs. na trofica. acquatici al 152/2006 che “esclude i sedi- Sul piano strettamente tecni- potenziale “non menti dall’ambito di applicazio- co l’emanazione della Diretti- raggiungimento ne della Parte Quarta (Rifiuti) va 2000/60/CE ha chiarito che del buono stato purché spostati all’interno di ac- il concetto di rischio ambienta- di qualità que superficiali ai fini della ge- le è riferito per tutti gli ambienti ecologico stione delle acque e dei corsi acquatici al potenziale “non rag- e chimico d’acqua o della prevenzione di giungimento del buono stato di » inondazioni o della riduzione de- qualità ecologico e chimico”. gli effetti delle inondazioni o sic- Tale principio è stato recepito dallo Stato Ita- cità o ripristino dei suoli se è provato che i se- liano attraverso il D. Lgs. 152/2006 “Norme dimenti non sono pericolosi ai sensi della De- in materia ambientale” ed esplicitato nel de- cisione 2000/532/CE della Commissione del creto tecnico D.M. 260/2010 “Regolamen- 3 maggio 2000 e successive modificazioni”. to recante i criteri tecnici per la classificazio- Secondo alcune interpretazioni la norma ne dello stato dei corpi idrici superficiali, per chiarisce che è possibile un riutilizzo (sempli- la modifica delle norme tecniche del decre- ficato) dei sedimenti provenienti dalle attivi- to legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante tà di dragaggio dei canali lagunari o da attivi- norme in materia ambientale, predisposto ai tà connesse alla gestione idraulica degli am- sensi dell’articolo 75 comma 3 del medesimo bienti lagunari. decreto legislativo”, che ha indicato in modo A tal proposito diventa utile richiamare il si- dettagliato il quadro di riferimento dei criteri gnificato di ‘acque superficiali’ che da una let- di valutazione dello stato di qualità delle ac- tura del D. Lgs. 152/2006 articolo 74 comma que (chimico ed ecologico). 2 lettera a) reiterativo di quanto indicato dalla A tal proposito l’Unione Europea, attraverso direttiva 2000/60/CE articolo 2 comma 1) so-

20 Inquadramento normativo e procedure

no descritte quali: “acque interne, a eccezio- Partendo dall’assunto, ormai ampiamente ne delle acque sotterranee; le acque di tran- condiviso a livello internazionale, di conside- sizione e le acque costiere, tranne per quanto rare il materiale prodotto dall’escavo di fon- riguarda lo stato chimico, in relazione al quale dali marini e salmastri, o di terreni litoranei sono incluse anche le acque territoriali”. emersi, come una ‘risorsa’ da recuperare e ri- Oltre a ciò è opportuno dare risalto al fat- utilizzare, il 21 settembre 2016 è entrato in to che ogni ‘acqua superficiale’, nello spirito vigore il Decreto Ministeriale n. 173 del 15 lu- stesso della Direttiva 2000/60/CE costituisce glio 2016. un habitat, comprendente non solo l’acqua, Tale decreto “Regolamento recante modali- ma anche la porzione di substrato a imme- tà e criteri tecnici per l’autorizzazione all’im- diato contatto con l’acqua, nonché l’insieme mersione in mare dei materiali di escavo dei del mondo animale e vegetale facente parte fondali marini” stabilisce le procedure per il dell’ambiente acquatico (biota). rilascio dell’autorizzazione alla immersione Pertanto, un buono stato di qualità dei corpi deliberata in mare dei materiali di escavo di idrici lagunari, di cui i sedimenti costituiscono fondali marini o salmastri o di terreni litoranei un importante comparto di scambio con l’ac- emersi (lettera a, comma 2, dell’articolo 109 qua e la componente biotica, sono il presup- del D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152), nel rispetto posto perché lo svolgimento di fondamentali della tutela dell’ambiente marino. funzioni ecologiche, quali quelle degradative Il decreto include un allegato tecnico che for- e detossificanti, avvenga in modo efficien- nisce le modalità e i criteri per la caratterizza- te, sostenendo il metabolismo complessivo zione, la classificazione e l’individuazione del- dell’ecosistema e quindi la qualità delle sue le possibili opzioni di gestione dei sedimenti componenti abiotiche e biotiche. marini e salmastri da sottoporre a movimen- Da considerare è anche il fatto che la diret- tazione. tiva 2000/60/CE, tra gli elementi di qualità La valutazione della qualità del sedimento, per la definizione di stato ecologico, conside- prevista in tale decreto, deriva dall’integrazio- ra come obiettivi del monitoraggio di qualità ne delle risultanze delle analisi ecotossicolo- per le acque di transizione anche “gli elemen- giche e chimiche; questo approccio sembra ti di qualità idromorfologica quali variazioni presentare una discontinuità con la gestione di profondità, condizione del substrato non- precedente dei sedimenti dragati in ambito ché struttura e condizione delle zone interti- marino e deve, quindi, essere adeguatamente dali che corrispondono totalmente o quasi al- approfondito per verificare se e come la sua le condizioni inalterate”. applicazione possa essere estesa alla laguna Tale elemento di qualità riguardante l’asset- di Venezia e servire così a correggere l’attua- to idromorfologico porta inevitabilmente al- le e insoddisfacente gestione dei sedimenti. la necessità di suggerire le modalità per una Il Gruppo di Lavoro opera per raggiunge- protezione/ricostituzione delle velme e del- re questo semplice obiettivo: valutare le pro- le barene erose, sia dalle forzanti naturali, cedure più idonee per gestire le modalità di sia dall’attività dell’uomo (pesca, moto ondo- escavo o conferimento dei sedimenti lagunari. so provocato dalle imbarcazioni, ecc.) riutiliz- zando i sedimenti presenti o che si rendono disponibili nell’ambiente lagunare, per lo più in prossimità delle stesse.

21 Nuove linee guida per la gestione

di Pier Francesco GHetti*

* Professore ordinario di Ecologia, già Rettore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia

22 “... Questa è la laguna, questa non è la laguna, questo è l’enigma della laguna, questa è la chiave evidentissima della laguna ...” [Andrea Zanzotto, “Idea di Laguna”]

I caratteri tipici scanni e quindi degli apparati dunali sabbio- degli ambienti di transizione si che, modellati dal rapporto fra il trasporto Le lagune sono ambienti di transizione fra ter- solido dei fiumi e l’azione delle correnti co- ra e mare, soggette a una continua modifica- stiere e del moto ondoso, hanno costruito de- zione della loro morfologia sotto l’azione con- gli specchi d’acqua salmastra denominati la- trapposta delle correnti e delle onde marine gune o ecosistemi di transizione fra le terre rispetto all’azione dei fiumi, con gli apporti di emerse e il mare. acque dolci e di sedimenti drenati dal terri- Da qui le tipiche condizioni ecologiche di que- torio del rispettivo bacino. Queste due azio- sti ambienti: forte gradiente di salinità del- ni contrapposte tendono, da una parte, a tra- le acque, basse profondità medie dei tiranti sformare le lagune in bracci di mare e, dall’al- d’acqua, diversità e variabilità delle morfolo- tra, a provocarne un progressivo interrimento. gie e dei sedimenti superficiali, ricambio fre- Questo è quanto accaduto a numerose lagune quente delle acque per l’azione delle correnti che si erano formate lungo il litorale dell’alto di marea, pur con differenze da zona a zona, Adriatico, a partire da circa seimila anni orso- condizioni di elevata diversità biologica con no, quando il livello dell’Adriatico, dopo fasi una trofìa naturale sostenuta (Magistrato al- di glaciazione e deglaciazione, si era attesta- le Acque di Venezia, 2010). L’ecosistema la- to sull’attuale allineamento di costa. Da quel gunare è per questo un ambiente tipico e non periodo gli apparati deltizi dei fiumi padani assimilabile né a quello fluviale né a quello si protrassero verso il mare a formare degli marino. Inoltre esso rappresenta, per condi-

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« E fra Venezia zioni intrinseche, uno degli ecosistemi più in- gestione secondo canoni e modalità che ten- e la sua laguna stabili tendendo costantemente a modificar- gano conto del rapporto inscindibile fra le si è instaurato si a seconda del prevalere di alcune forzan- esigenze della città e quelle della laguna. Si- nel tempo ti fisiche sulle altre. E in questo caso se non curamente una delle condizioni base è quel- un rapporto interviene l’azione dell’uomo a ripristinare gli la della necessità di un costante lavoro di ma- di simbiosi equilibri esso tenderà progressivamente a tra- nutenzione: per garantire l’equilibrio fra gli mutualistica sformarsi o in un ambiente terrestre o in un apporti di acque e di solidi, per la vivificazio- che se oggi ambiente marino. ne da parte delle acque di ogni zona della la- venisse interrotto guna, per l’equilibrio fra apporti e consumo determinerebbe Le particolarità della laguna di Venezia di nutrienti, per l’efficienza della laguna nel- una radicale La laguna di Venezia da oltre mille anni è sta- la mineralizzazione delle sostanze inquinanti, trasformazione ta pazientemente modellata dalla presen- per la conservazione della biodiversità e del- sia della za dell’uomo che ha dovuto adattare le pro- la produttività biologica. In particolare la lagu- città che prie condizioni di vita per ottenere da questo na si caratterizza per la sua grande diversità dell’ecosistema ambiente il massimo dei vantaggi, riducen- morfologica che a sua volta costituisce il sup- lagunare do i possibili svantaggi. Non potrebbe infat- porto a una elevata biodiversità. » ti esistere una città come Venezia se non fos- se stata collocata in una laguna; ma anche Alcuni criteri per la gestione la laguna non avrebbe questa configurazione Una volta definite le caratteristiche di questo se dentro di essa non fossero state costrui- ambiente diventa ora necessario ragionare at- te Venezia, Chioggia e le sue isole (De Rita G., torno ai modi di gestione e alle responsabilità 1993; Ghetti P.F., 2002). E fra Venezia e la sua di chi deve prendere le decisioni. Ovviamen- laguna si è instaurato nel tempo un rappor- te occorre prima di tutto distinguere fra la ge- to di simbiosi mutualistica che se oggi venis- stione delle attività umane nelle aree urbane se interrotto determinerebbe una radicale tra- (Venezia, Chioggia, le isole) e la gestione del sformazione sia della città che dell’ecosiste- sistema ambientale lagunare. ma lagunare. Si è visto che il buon funzionamento della la- È questo un assunto che occorre tener sem- guna è in buona parte legato alla capacità di pre presente quando si è chiamati ad operare regolare alcune forzanti fisiche dipendenti nel su questo sistema ambientale predisponendo contempo dall’azione del mare, dai flussi in- piani, progetti, normative o realizzando inter- terni alla laguna e dagli apporti dal bacino di venti per la sua trasformazione. drenaggio. Per far funzionare tale ambiente è Siamo infatti di fronte a un ‘ecosistema an- quindi necessario poter contare sulla proget- tropico’ che si è formato lungo il percorso del tualità e sull’azione di intervento e di control- tempo, richiedendo costanti mediazioni fra le lo di una ‘Autorità’ in grado di garantire qua- strategie della natura e quelle della cultura. In lità, efficacia e unità alla gestione. Nell’ambito ciò risiede anche la ‘modernità’ di Venezia co- di questi settori di competenza essa dovrà ave- me espressione di un equilibrio forse unico re una ‘prevalenza gerarchica’ sulle altre auto- fra le logiche che guidano le opere dell’uomo rità locali allo scopo di garantire una reale effi- e quelle che regolano il funzionamento della cacia decisionale, superando localismi e visio- natura (Gregotti V., 1998). ni parziali. Forse proprio per questo le politiche di sal- Occorre inoltre che essa sia messa in gra- vaguardia richiedono capacità particolari di do di garantire ‘un uso plurimo’ delle diver-

24 Nuove linee guida per la gestione

se aree lagunari (dalla navigazione, alla pe- le varie emergenze. Per contro, oggi si sente Venezia vista dalla laguna nord sca, alla fruizione turistica, ai servizi ecologici) sempre di più l’esigenza di superare un ec- garantendo la compatibilità fra queste attività, cesso di prescrizioni normative nella convin- nel rispetto della qualità dell’ambiente com- zione che così facendo si possa proteggere plessivo. meglio l’ambiente (Ghetti P.F., 2017). Il raggiungimento di un simile obiettivo è si- Come esempio possiamo riportare la tema- curamente complesso, sia per i limiti tecnico tica della gestione dei sedimenti della lagu- scientifici insiti in piani e opere capaci di ar- na di Venezia, sollevata fino dalla fine degli monizzare funzioni ambientali spesso fra lo- anni ‘80, e fatta oggetto di una prima rego- ro contrastanti, sia per i limiti e i vincoli poli- lamentazione nel 1993 con la sottoscrizione tici e amministrativi che fanno fatica a porta- del cosiddetto “Protocollo Fanghi” tra Mini- re a sintesi l’intreccio di interessi economici e stero dell’Ambiente e della Tutela del Territo- richieste quasi sempre corporative e di bre- rio e del Mare, Comune di Venezia, Comune ve respiro. di Chioggia, Provincia di Venezia, Regione del Per mitigare la nostra scarsa capacità di adot- Veneto e l’allora Magistrato alle Acque di Ve- tare e applicare con continuità dei validi pia- nezia. Nell’ambito di questo protocollo sono ni di gestione è stata spesso seguita una scor- stati definiti i criteri per il riutilizzo dei sedi- ciatoia che è quella di affidarsi a sempre nuo- menti e per interventi di recupero e ricostru- ve norme o protocolli allo scopo di risolvere zione morfologica. Il Protocollo Fanghi consi-

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dera le possibili destinazioni in laguna, e fuori tà di usufruire di risorse economiche pubbli- laguna, delle terre di dragaggio (per interventi che maggiormente onerose. di recupero e ricostruzione morfologica) clas- Questo insieme di vincoli e di costi, non sem- sificate secondo quattro classi di rischio (A, B, pre giustificati, sul tema dei sedimenti, ci de- C e oltre C). Pur essendo nato come un proto- ve portare anche a una riflessione sull’insie- collo temporaneo e sperimentale è ancora og- me delle priorità relative agli interventi di gi l’unico riferimento normativo per la gestio- protezione e risanamento dell’ambiente lagu- ne dei sedimenti ex situ e talvolta anche per nare. Non dobbiamo infatti dimenticare che valutazioni della qualità dei sedimenti in situ. fra le cause che potrebbero mettere a rischio Gli ampi e complessi studi condotti in parti- il funzionamento dell’ambiente della laguna colare negli ultimi decenni sulla qualità dei di Venezia, al primo posto va collocato ancora sedimenti, sulla tossicità, sul bioaccumulo e oggi il tema del rischio eutrofico, connesso al sugli effetti nella catena trofica hanno ampia- bilancio dei nutrienti per gli apporti dal baci- mente dimostrato come l’attuale divisione no scolante e dalle città di Venezia e Chioggia, esistente fra le prime due classi a un ricambio delle acque altera- di sedimenti del Protocollo Fanghi to dai canali navigabili e alla ba- Numerose (classe A e B) vada superata; per « nalizzazione della morfologia la- contro l’applicazione di tale pro- evidenze gunare per la continua perdita di tocollo limita fortemente la pos- sperimentali solidi e con forti implicazioni sulla sibilità di riutilizzo dei sedimenti sui sedimenti biodiversità e quindi sull’efficien- di dragaggio di classe B (che co- di classe B za del metabolismo lagunare. stituiscono quasi il 97% dei sedi- indicano un Sono passati solo pochi decen- menti della laguna di Venezia). rischio ecologico ni da quando la laguna ha ma- Numerose evidenze sperimentali pressoché nifestato imponenti crisi anossi- sui sedimenti di classe B indica- analogo a quello che con morie diffuse di organi- no un rischio ecologico pressoché derivante dai smi acquatici, il proliferare di Ulva analogo a quello derivante dai se- sedimenti di lactuca e di miriadi di Chironomi- classe A dimenti di classe A, con la conse- » di, con gravi fastidi per la popola- guenza che la previsione del Pro- zione. I massicci interventi per la tocollo Fanghi secondo cui solo i sedimenti A riduzione dei nutrienti provenienti dal baci- possono essere riutilizzati non appare più co- no di drenaggio hanno solo temporaneamen- erente con l’originario obiettivo che, all’epoca te tamponato un fenomeno che però potreb- dell’adozione del protocollo stesso si giustifi- be ripresentarsi, in particolari condizioni cli- cava forse sulla base di un principio di caute- matiche e di ricambio delle acque. la, dovuta a una non approfondita conoscen- za del fenomeno e alla mancanza di nuove e L’esigenza di nuove linee guida più attuali normative ambientali. L’emanazione della Direttiva Quadro in ma- Ma l’attuale impossibilità di usare la classe teria di acque 2000/60/CE ha chiarito che il B per il ripristino morfologico ha comportato concetto di rischio ambientale è riferito per l’obbligo di reperire all’esterno materiale ido- tutti gli ambienti acquatici al potenziale “non neo (ad esempio da cave a mare), con il ri- raggiungimento del buono stato di qualità schio di arrivare ben presto a un esaurimento ecologico e chimico”. Tale principio è stato del materiale impiegabile, nonché la necessi- recepito dallo Stato Italiano attraverso il D.

26 Nuove linee guida per la gestione

Lgs. 152/2006 “Norme in materia ambien- biente lagunare non versa complessivamente tale” ed esplicitato nel decreto tecnico D.M. in condizioni critiche, contrariamente a una 260/2010 “Regolamento recante i criteri tec- opinione ancora ampia, legata alle vecchie nici per la classificazione dello stato dei corpi problematiche dell’insediamento industriale idrici superficiali, per la modifica delle norme di Porto Marghera (Magistrato alle Acque di tecniche del decreto legislativo 3 aprile 2006, Venezia, 2013 e altri). n. 152, recante norme in materia ambientale, Per quanto riguarda il tema del rischio rispet- predisposto ai sensi dell’articolo 75 comma to alla salute umana e alla salute dell’ecosi- 3 del medesimo decreto legislativo”, che ha stema, attualmente le aree realmente a ri- indicato in modo dettagliato il quadro di rife- schio in laguna sono state ben delimitate sul- rimento dei criteri di valutazione dello stato la base dei numerosi e completi studi di cui di qualità delle acque (chimico ed ecologico). abbiamo parlato in precedenza. Sono quin- Un buono stato di qualità dei corpi idrici la- di questi dati, costantemente aggiornati, che gunari, di cui i sedimenti costituiscono un im- dovrebbero costituire la base su cui fondare portante comparto di scambio con la colonna dei procedimenti affidabili e a costi accettabi- d’acqua e la componente biotica direttamen- li per gestire le operazioni di scavo e conferi- te legata al substrato, è il presupposto perché mento dei sedimenti lagunari. lo svolgimento di fondamentali funzioni eco- Anche sulla base dei criteri proposti in recen- logiche, quali quelle degradative e detossifi- ti normative (come la 173/2016 relativa al- canti, avvenga in modo efficiente, sostenendo la “Regolamentazione recante modalità e cri- il metabolismo complessivo dell’ecosistema e teri tecnici per l’autorizzazione all’immersio- quindi la qualità delle sue componenti abioti- ne in mare dei materiali di escavo di fondali che e biotiche. marini”), occorre procedere garantendo che In questi ultimi decenni l’ambiente della la- le operazioni di scavo e di afferimento dei se- guna di Venezia è stato ampiamente studia- dimenti in laguna non creino ulteriore danno to e monitorato, con approcci multidisciplina- all’ambiente e che non aumentino il rischio ri, come testimoniato dalla vasta letteratura per l’uomo e il biota. scientifica prodotta e dalle banche dati (Sfriso Ma per ottenere questo risultato non è stret- A. et al., 2009; Volpi Ghirardini A. et al., 2005). tamente necessario ricorrere a nuove leggi, Per questo la laguna di Venezia rappresenta ma casomai di predisporre delle linee gui- anche un vero e proprio ‘ambiente sperimen- da chiare e ben applicabili che consentano tale’ sul quale si sono esercitati ricercatori ita- all’Autorità competente di verificare se le ope- liani e stranieri fra i più qualificati. razioni di scavo e afferimento dei sedimenti Questo mette ancor più in risalto il contra- vengano condotte rispettando le norme am- sto fra la banalità di una impostazione qua- bientali vigenti. le quella del Protocollo Fanghi del 1993 e la Proprio l’esperienza del Decreto 173/2016, complessità delle problematiche sullo stato di corredato da un corposo allegato tecnico, ac- qualità delle acque, dei sedimenti e del biota, canto ad alcune innovazioni interessanti, defini- così come emergono dal complesso delle ri- sce un eccessivo apparato prescrittivo che pre- cerche e dei monitoraggi effettuati negli an- tende di codificare ogni operazione, rendendo ni successivi. così estremamente complessa, costosa e a vol- Dall’insieme dei dati relativi ai monitoraggi te non applicabile correttamente la normativa. emerge, ad esempio, che la qualità dell’am- La strada da percorrere dovrebbe essere

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quella per cui il soggetto che intende interve- Magistrato alle Acque di Venezia, 2010. Sta- nire sui sedimenti deve predisporre un det- to dell’ecosistema lagunare veneziano, Marsi- tagliato “Piano ambientale per il dragaggio lio Ed., Venezia. e l’afferimento dei sedimenti” da presenta- re all’Autorità competente per la approva- Magistrato alle Acque di Venezia, 2013. Moni- zione. Questa approvazione prevede prelimi- toraggio dei corpi idrici della laguna di Venezia, narmente una fase di confronto con osserva- Monitoraggi del 2011 e 2012 e altri. zioni, richiesta di modifiche, suggerimenti e successivamente il controllo della fase di re- Ministero dell’Ambiente, 1993. Protocollo re- alizzazione. In questo modo si potrà avvia- cante criteri di sicurezza ambientale per gli in- re, anche sulla base delle ampie conoscen- terventi di escavazione, trasporto e reimpiego ze che oggi abbiamo sullo stato di qualità dei dei fanghi estratti dai canali di Venezia. sedimenti della laguna di Venezia, un proce- dimento virtuoso di valutazione del rischio Ministero dell’ambiente e della Tutela del Ter- ambientale dell’opera prima, durante e do- ritorio e del Mare, 2016. Decreto 15 luglio po i lavori. 2016, n. 173. Regolamento recante modalità Analisi del rischio, valutazione di impatto, re- e criteri tecnici per l’autorizzazione all’immer- sponsabilità e capacità di gestione dei piani, sione in mare dei materiali di escavo di fondali dovranno diventare sempre di più le parole marini, Gazzetta Ufficiale della Repubblica Ita- chiave in grado di guidare le azioni per un liana, n. 208. buon governo della laguna di Venezia, proprio secondo le antiche tradizioni della Repubbli- Sfriso A., Facca C., Ghetti P.F., 2009. Validation ca Serenissima (Ghetti P.F., 2000). of the macrophyte Quality Index (MaQI) set up to assess the ecological status of Italian marine Riferimenti bibliografici transitional environments, Hydrobiologia, 617: De Rita G., 1993. Una città speciale, Marsilio, 117-141. Venezia. Volpi Ghirardini A., Losso C., Arizzi Novelli A., Ghetti P.F., 2000. Venezia paradigma di ecosi- Bau A., His E., Tagliapietra D., Ghetti P.F., 2005. stema urbano atipico, Accademia Nazionale Mytilus galloprovincialis as bioindicator in em- dei Lincei, 161: 51-57. bryotoxicity test to evaluate the sediment quali- ty of the Lagoon of , Chemistry and Eco- Ghetti P.F., 2002. Venezia e la sua laguna in logy, 21 (6): 455-463. ‘Risorse ittiche e ambiente lagunare, tra sto- ria e innovazione’, Provincia di Venezia, Cice- ro Ed.: 13-31.

Ghetti P.F., 2017. Evoluzione del controllo bio- logico degli ambienti acquatici, Biologia Am- bientale (in press).

Gregotti V., 1998. Venezia città della nuova modernità, Consorzio Venezia Nuova, Venezia.

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Laguna di Venezia. Le isole di Torcello (in primo piano) e di Burano

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Classificazione dei corpi idrici della laguna di Venezia

di SILVANO FOCARDi*

* Professore Nell’ambito del Piano di Gestione relativo al- corpo idrico sono molto alterate a causa delle Ordinario di Ecologia, Facoltà di Scienze la subunità idrografica “bacino scolante, la- elevate pressioni di origine antropica che in- Matematiche Fisiche guna di Venezia e mare antistante” ricompre- sistono sul corpo idrico stesso, in particolare e Naturali, già Rettore dell’Università degli so nel Piano di Gestione dei bacini idrografici per l’elevato traffico nautico e per gli scarichi Studi di Siena delle Alpi Orientali, sono stati individuati per di reflui urbani diretti nelle acque. la laguna di Venezia 14 corpi idrici (Figura 1, Da evidenziare come i canali industriali di a pag. 32). Porto Marghera non siano stati identificati I corpi idrici fortemente modificati sono sta- come corpo idrico, in relazione ai criteri defi- ti identificati sulla base dei criteri individua- niti dal D.M. Ambiente n. 131/2008, che spe- ti dal D.Lgs. 152/2006 articolo 74 e 77, dal- cifica come le aree portuali non debbano ri- la Direttiva 2000/60/CE articolo 2 e dal D.M. entrare nella definizione di corpo idrico, ma Ambiente 131/2008 (Tabella 1, a lato). siano da considerare come sorgenti di inqui- Le valli da pesca in laguna nord e centro sud namento. rispondono alle caratteristiche di corpo idri- co fortemente modificato essendo ambienti Stato chimico ed ecologico dei corpi idrici in cui è stato artificialmente chiuso lo scam- Nell’ambito delle misure formulate dal Piano bio di acque con la laguna circostante. Si trat- di Gestione per il raggiungimento del buono ta quindi di zone che a tutti gli effetti presen- stato chimico ed ecologico dei corpi idrici, le tano alterazioni delle caratteristiche idromor- Amministrazioni, secondo le rispettive com- fologiche come risultato di alterazioni fisiche petenze, hanno dettato gli indirizzi per l’a- generate dall’attività umana. deguamento dei monitoraggi dei corpi idrici Un terzo corpo idrico fortemente modificato è stessi a quanto richiesto dalla Direttiva euro- rappresentato dai canali del Centro Storico di pea e dalla normativa e dai protocolli naziona- Venezia. In questo caso le caratteristiche del li di recepimento, con riferimento al territorio

30 Categoria Codice corpo Corpo idrico Codice tipo denominazione tipo Fortemente idrico modificato

Acque di transizione EC Palude maggiore mt.g.eu.c Laguna costiera, microtidale, No di grandi dimensioni, eurialina confinata

Acque di transizione ENC1 Centro sud mt.g.eu.nc Laguna costiera, microtidale, No di grandi dimensioni, eurialina non confinata

Acque di transizione ENC2 Lido mt.g.eu.nc Laguna costiera, microtidale, No di grandi dimensioni, eurialina non confinata

Acque di transizione ENC3 Chioggia mt.g.eu.nc Laguna costiera, microtidale, No di grandi dimensioni, eurialina non confinata

Acque di transizione ENC4 Sacca Sessola mt.g.eu.nc Laguna costiera, microtidale, No di grandi dimensioni, eurialina non confinata

Acque di transizione PC1 Dese mt.g.pol.c Laguna costiera. microtidale, No di grandi dimensioni, polialina confinata

Acque di transizione PC2 MIllecampi mt.g.pol.c Laguna costiera. microtidale, No di grandi dimensioni, polialina confinata

Acque di transizione PC3 Val di Brenta mt.g.pol.c Laguna costiera. microtidale, No di grandi dimensioni, polialina confinata

Acque di transizione PC4 Teneri mt.g.pol.c Laguna costiera. microtidale, No di grandi dimensioni, polialina confinata

Acque di transizione PNC1 Marghera mt.g.pol.nc Laguna costiera, microtidale, No di grandi dimensioni, polialina non confinata

Acque di transizione PNC2 Tessera mt.g.pol.nc Laguna costiera, microtidale No di grandi dimensioni, polialina non confinata

Acque di transizione VLN Valli laguna nord ------Si

Acque di transizione CS Centro storico ------Si

Acque di transizione VLCS Valli laguna ------Si centro sud

della sub-unità e anche alla laguna di Venezia. (rif. D.M. 56/2009 e D.M. 260/2010). È sta- Tabella 1. I corpi idrici I corpi idrici della laguna di Venezia sono sta- to predisposto in tal senso dal Consorzio Ve- della laguna di Venezia. ti preliminarmente classificati tutti come “a ri- nezia Nuova il progetto preliminare di un pri- Individuazione e tipologia di appartenenza schio” di non raggiungere gli obiettivi previ- mo triennio di attività di monitoraggio, in rela- sti dalla Direttiva 2000/60/CE, come riportato zione al quale sono stati realizzati due stralci dal Piano di Gestione, pertanto è stato appli- esecutivi: cato a tutti il monitoraggio operativo. • Monitoraggio dei corpi idrici lagunari a Per i primi 3 anni di validità del Piano di Ge- supporto della loro classificazione e gestio- stione, il Magistrato alle Acque (ora Provve- ne (Direttiva 2000/60/CE e D.M. 56/2009) ditorato Interregionale alle OO.PP.) ha assun- - MODUS 1° stralcio (2010-2011); to l’impegno di eseguire le attività di monito- • Monitoraggio dei corpi idrici lagunari a raggio finalizzate alla classificazione di stato supporto della loro classificazione e gestio- chimico e all’acquisizione di parametri a sup- ne (Direttiva 2000/60/CE e D.M. 56/2009) porto per la classificazione di stato ecologico - MODUS 2° stralcio (2012-2013).

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Figura 1. Individuazione dei corpi idrici della laguna di Venezia

Corpi idrici EC Palude maggiore PC1 Dese PC4 Teneri PC2 MIllecampi PNC1 Marghera PNC2 Tessera ENC2 Bocca di Lido ENC4 Sacca Sessola ENC1 Centro sud ENC3 Chioggia PC3 Val di Brenta Corpi idrici fortemente modificati VLN Valli laguna nord CS Centro storico VLCS Valli laguna centro sud

Figura 2. Ubicazione delle 20 stazioni di monitoraggio MODUS per la classificazione delle acque dei corpi idrici lagunari. Stazioni MODUS acque stato chimico

Corpi idrici EC Palude maggiore ENC1 Centro sud ENC2 Bocca di Lido ENC3 Chioggia ENC4 Sacca Sessola PC1 Dese PC2 MIllecampi PC3 Val di Brenta PC4 Teneri PNC1 Marghera PNC2 Tessera Corpi idrici fortemente modificati

32 Classificazione dei corpi idrici della laguna di Venezia

Parallelamente, la Regione del Veneto ha as- il Consorzio Venezia Nuova di avviare un ter- sunto l’impegno di eseguire le attività di mo- zo stralcio esecutivo del progetto MODUS con nitoraggio finalizzate alla classificazione di valenza triennale (2013-2015): Monitoraggio stato ecologico, nel primo triennio di validità dei corpi idrici lagunari a supporto della loro del Piano di Gestione. Su incarico della Regio- classificazione e gestione (Direttiva 2000/60/ ne del Veneto e sotto la supervisione di ISPRA CE e D.M. 56/2009). e del Settore Acque di ARPAV, il monitoraggio Al termine del primo ciclo di monitoraggio ecologico è stato eseguito da CO.RI.LA., con (2010-2012) è stata fatta una valutazione alcuni tra i propri consorziati. complessiva sia dello stato ecologico che del- Il Piano di Gestione del Distretto idrografico lo stato chimico, formulando una proposta di delle Alpi Orientali ha anche espressamente classificazione che è stata approvata con DGR previsto l’attivazione di tavoli tecnici di coor- n. 140 del 20/02/2014. dinamento inter-istituzionale. Il Magistrato al- le Acque ha presieduto il Tavolo 1 “Piano di Monitoraggio per la definizione monitoraggio dei corpi idrici della laguna di dello stato chimico (MODUS) Venezia”, che ha coordinato le attività di mo- La rete di monitoraggio è composta da 20 nitoraggio dei corpi idrici della laguna di Ve- stazioni rappresentative dei 14 corpi idrici la- nezia condotte dai soggetti istituzionali com- gunari rappresentate in Figura 2. Il progetto petenti (Magistrato alle Acque e Regione del di monitoraggio ha previsto l’esecuzione di Veneto) nonché assicurato la valutazione con- 12 campagne nel 2011 (frequenza mensile), divisa degli esiti delle suddette attività, in rife- 2 campagne nel 2012, 6 campagne nel 2013 rimento agli impegni presi con il Piano di Ge- (frequenza mensile da luglio 2013) e 6 cam- stione. I soggetti istituzionali che hanno par- pagne nel 2014 (frequenza mensile da gen- tecipato al Tavolo 1 sono stati il Magistrato naio 2014). alle Acque di Venezia (coordinatore), la Regio- Nel primo biennio di monitoraggio (2011- ne del Veneto, l’ARPAV, il Ministero dell’Am- 2012) sono state analizzate tutte le sostan- biente e della Tutela del Territorio e del Mare ze appartenenti all’elenco di priorità pre- (con l’assistenza di ISPRA) e l’Autorità di Ba- viste dalla normativa (Tabella 1/A del D.M. cino dei Fiumi dell’Alto Adriatico. 260/2010). Nel ciclo di monitoraggio MO- Nel corso del triennio 2010-2012, le attivi- DUS.3 la lista delle sostanze ricercate è sta- tà del Tavolo 1 hanno assicurato il coordina- ta ridotta, eliminando quelle risultate inferio- mento dei monitoraggi dei corpi idrici lagu- ri al limite di quantificazione nel 100% dei nari e garantito la condivisione delle meto- casi nel MODUS.1 e nel MODUS.2, e al tem- dologie operative dei dati, delle elaborazioni po stesso non individuate come sostanze rile- e delle interpretazioni. In occasione dell’in- vanti a scala di distretto idrografico nell’am- contro del 7 dicembre 2012, il Magistrato al- bito dei lavori di redazione dell’inventario dei le Acque e la Regione del Veneto, per le lo- rilasci e delle perdite delle sostanze priorita- ro rispettive competenze, hanno confermato rie e di quelle non appartenenti all’elenco di anche per il triennio 2013-2015 l’impegno a priorità. continuare le attività di monitoraggio dei cor- Il progetto MODUS nel suo insieme ha an- pi idrici lagunari, secondo quanto avviato nel che effettuato il monitoraggio dei parametri triennio precedente. chimico-fisici a supporto della classificazione Il Magistrato alle Acque ha pertanto incaricato dello stato ecologico; alla sua determinazio-

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ne nei corpi idrici lagunari concorrono infat- ti i macroinvertebrati bentonici, le macrofite, ti oltre agli elementi di qualità biologica suc- il fitoplancton e la fauna ittica. Tuttavia solo i cessivamente descritti, gli inquinanti specifi- macroinvertebrati e le macrofite sono stati se- ci non appartenenti all’elenco di priorità e gli lezionati come gli EQB più sensibili alle pres- elementi di qualità chimico-fisica della colon- sioni esistenti in laguna di Venezia e pertanto na d’acqua. utilizzati ai fini della classificazione dello stato ecologico. Gli EQB fitoplancton e fauna ittica Monitoraggio finalizzato alla definizione sono stati monitorati come elementi addizio- dello stato ecologico nali al fine di ottenere dei dati a supporto, uti- Per la classificazione dello stato ecologico, li all’interpretazione dello stato degli altri EQB. ARPAV e ISPRA hanno predisposto un Piano L’indagine sui macroinvertebrati bentonici, di monitoraggio degli Elementi di Qualità Bio- secondo quanto indicato nel Piano di moni- logica, chiamato “Aggiornamento del Piano di toraggio 2010, è stata condotta su 87 stazio- monitoraggio della laguna di Venezia ai sen- ni (Figura 3). si della Direttiva 2000/60/CE, finalizzato al- Durante il monitoraggio operativo degli EQB la definizione dello stato ecologico”, sintetica- Macroinvertebrati Bentonici e sulle stesse sta- mente “Piano di monitoraggio 2010”. zioni è stato condotto anche il campionamento Il monitoraggio per la definizione dello stato del sedimento a supporto dei parametri biolo- ecologico per il triennio 2010-2012 ha avuto gici, al fine di conseguire un’informazione com- inizio a maggio 2011 su incarico della Regio- pleta per l’interpretazione dei dati biologici e ne del Veneto e sotto la supervisione e presi- come richiesto dal Protocollo ISPRA (2010). dio di ARPAV e di ISPRA e prevedeva due di- L’indagine sull’EQB macrofite, secondo quan- stinte linee di attività: to indicato nel documento Piano di monito- • il monitoraggio operativo che, come pre- raggio 2010, è stata condotta su 118 stazioni visto dalla Direttiva, in base alle pressio- (Figura 4); per tale EQB sono state campiona- ni insistenti sui corpi idrici della laguna, te sia le macroalghe sia le fanerogame, qua- ha avuto come oggetto di indagine gli EQB lora presenti. macroalghe, fanerogame e macroinverte- Per disporre di un’informazione più completa brati bentonici e i parametri fisico-chimici è stato individuato un sottoinsieme di 30 sta- e chimici e idromorfologici a supporto dei zioni sulle quali è stato effettuato un monito- parametri biologici; raggio addizionale di tutti gli elementi di qua- • il monitoraggio addizionale che è stato ag- lità biologica seguendo solo su queste stazio- giunto al monitoraggio operativo allo sco- ni le frequenze di campionamento, nell’arco po di fornire un’informazione più comple- dell’anno, riferite al monitoraggio di sorve- ta dello stato lagunare. Per il monitoraggio glianza. In Figura 5 a pagina 36 vengono rap- addizionale è stato individuato un sottoin- presentati tutti gli EQB oggetto del monitorag- sieme di stazioni del monitoraggio opera- gio addizionale. tivo sul quale sono stati monitorati tutti e cinque gli EQB: macroalghe, fanerogame, Classificazione dei corpi idrici macroinvertebrati bentonici, fauna ittica e In base ai risultati dello stato chimico ed eco- fitoplancton. logico la classificazione dei corpi idrici è sta- Gli elementi di Qualità Biologica (EQB) mo- ta approvata con Delibera della Giunta Re- nitorati nel triennio 2010-2012 sono sta- gionale n. 140 del 20.02.2014: tale clas- Classificazione dei corpi idrici della laguna di Venezia

A lato, in alto Figura 3. Localizzazione delle stazioni di monitoraggio operativo per l’EQB Macroinvertebrati bentonici e della natura e composizione del sedimento - elementi a supporto della classificazione ecologica (fonte ARPAV ISPRA, Valutazione dei dati acquisiti nel monitoraggio ecologico 2011-2012 ai fini della classificazione ecologica dei corpi idrici lagunari, giugno 2013) Stazioni EQB Macroinvertebrati bentonici

A lato, in basso Figura 4. Stazioni di campionamento per l’EQB Macrofite: Macroalghe e Fanerogame (fonte ARPAV ISPRA, Valutazione dei dati acquisiti nel monitoraggio ecologico 2011-2012 ai fini della classificazione ecologica dei corpi idrici lagunari, giugno 2013) Stazioni EQB Macrofite

Corpi idrici

EC Palude maggiore ENC1 Centro sud ENC2 Bocca di Lido ENC3 Chioggia ENC4 Sacca Sessola PC1 Dese PC2 MIllecampi PC3 Val di Brenta PC4 Teneri PNC1 Marghera PNC2 Tessera VLCS Valli laguna centro sud VLN Valli laguna nord CS Centro storico

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Figura 5. Stazioni degli EQB del monitoraggio addizionale - (fonte ARPAV ISPRA, Valutazione dei dati acquisiti nel monitoraggio ecologico 2011-2012 ai fini della classificazione ecologica dei corpi idrici lagunari, giugno 2013)

Stazioni EQB Macroinvertebrati bentonici Stazioni EQB Fauna ittica Stazioni EQB Fitoplancton Stazioni EQB Macrofite

Corpi idrici

EC Palude maggiore ENC1 Centro sud ENC2 Bocca di Lido ENC3 Chioggia ENC4 Sacca Sessola PC1 Dese PC2 MIllecampi PC3 Val di Brenta PC4 Teneri PNC1 Marghera PNC2 Tessera VLCS Valli laguna centro sud VLN Valli laguna nord CS Centro storico

36 Classificazione dei corpi idrici della laguna di Venezia

sificazione è stata rivista nel documento di Il peggioramento osservato rispetto allo sta- aggiornamento del Piano di Gestione del di- to chimico è attribuibile quasi esclusivamen- stretto idrografico delle Alpi orientali appro- te all’EQB macrofite, che si presenta in stato vato nel marzo 2016. scarso nei corpi idrici PC1 (Dese), PC2 (Mil- Lo stato chimico dei corpi idrici della lagu- lecampi Teneri), PC3 (Val di Brenta), PC4 (Te- na di Venezia, definito sulla base del moni- neri), PNC1 (Marghera) e PNC2 (Tessera). Per toraggio delle sostanze prioritarie da ricerca- quanto riguarda l’EQB macroinvertebrati, ri- re nella matrice acqua (cfr. Piano di Gestio- sulta in stato scarso solo il corpo idrico EC ne 2010), risulta buono in tutti i corpi idrici, (Palude Maggiore). tranne il PC3 (Val di Brenta) dove risulta suf- Le discrepanze osservate nella valutazione ficiente. I parametri chimico-fisici risultano in dello stato di qualità dei corpi idrici della la- stato buono nei corpi idrici EC (Palude Mag- guna di Venezia, in funzione delle matrici con- giore), PC2 (Millecampi Teneri) e PNC2 (Tes- siderate, necessitano un approfondimento ai sera), e sufficienti in tutti gli altri. fini della loro comprensione. Relativamente allo stato ecologico, dai ri- sultati dell’applicazione degli indici MaQI e M-AMBI secondo il D.M. 260/2010, si osser- va un generale peggioramento che si mani- festa con un risultato di stato scarso nei ba- cini EC (Palude Maggiore), PC1 (Dese), PC2 (Millecampi Teneri), PC3 (Val di Brenta), PC4 (Teneri), PNC1 (Marghera) e PNC2 (Tessera). Il bacino ENC1 (Centro Sud) risulta in sta- to buono mentre in stato sufficiente risultano ENC2 (Lido), ENC3 (Chioggia) ed ENC4 (Sac- ca Sessola).

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Analisi della provenienza naturale dei principali metalli nei sedimenti della laguna di Venezia

di Giorgio Mattassi*

* Biologo sanitario Lo scopo del presente articolo è volto a evi- tosto che assecondare gli indirizzi della cono- e ambientale, già Direttore scientifico denziare come fin dall’inizio della definizio- scenza scientifica che esige studi continui e dell’ARPA Friuli Venezia ne del Protocollo Fanghi del 1993, la fretta - adeguamenti delle regole gestionali sulla ba- Giulia e fondatore dell’Osservatorio Alto come sempre cattiva consigliera - necessaria se dei progressi della conoscenza. Adriatico all’allestimento di specifiche tabelle numeri- In verità il protocollo del 1993 è risultato un che, riguardanti il rispetto di criteri di sicu- indubbio strumento, utile per l’amministra- rezza ambientale e sanitaria per l’escavo dei zione lagunare operata dal Provveditorato In- canali di navigazione lagunare, impose agli terregionale alle Opere Pubbliche per il Vene- esperti di raccogliere le informazioni dispo- to, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, nibili, che al tempo risultavano sperimental- perché ha fornito precisi criteri per il riutilizzo mente piuttosto limitate. La saggezza degli o lo smaltimento dei sedimenti lagunari so- autori, tuttavia, indicò il criterio temporale di prattutto dopo il 1998, quando con l’emana- validità per l’applicabilità del protocollo limi- zione del decreto Ronchi relativo alla gestio- tato a un anno, nella speranza che in tale ar- ne dei rifiuti, i sedimenti acquatici sono di- co temporale potessero essere realizzati gli ventati improvvisamente “rifiuti”, sovvertendo opportuni approfondimenti, attraverso speci- le aspettative di tutti coloro che ritenevano i fiche indagini di campo volte a chiarire l’ef- sedimenti parte integrante degli ambienti ac- fettiva distribuzione dei metalli nel complesso quatici e, come tali, possibile ogni spostamen- sistema lagunare, nonché la reale tossicità le- to degli stessi nell’ambito del medesimo am- gata alle diverse specie chimiche e dei com- biente idrico, senza con ciò generare “abban- plessi contenenti metalli. doni incontrollati di materiali da assoggettare Come spesso è accaduto in Italia, assecon- ai criteri di smaltimento dei rifiuti”. Il proto- dando la consuetudine del “nulla è più stabi- collo, in questo contesto di incertezza norma- le del provvisorio”, anche il Protocollo Fanghi tiva, essendo chiaro che uno spostamento o assurse a simulacro delle verità rivelate, piut- riutilizzo di sedimenti non può in nessun ca-

38 so essere assimilato a un abbandono di rifiuti impossibile il riutilizzo immediato del mate- mediante allontanamento e smaltimento, ha riale derivante dall’escavo dei canali lagunari offerto un paracadute per chi effettivamente semplicemente perché i criteri del protocollo era impegnato nelle operazioni di manuten- non consentivano di poter realizzare barene e zione dell’ambiente lagunare o nella realizza- soprattutto velme, pur essendo evidente che zione di opere di rilevanza strategica globale, il materiale sedimentario presente nei canali come il Mose o le bonifiche di Marghera, ma non poteva che provenire dall’erosione delle soprattutto i dragaggi del porto, attraverso la velme. Né era più realizzabile il criterio, auspi- realizzazione dell’isola (discarica) delle Tres- cato in ogni sede scientifica o amministrativa, se, gestita mediante commissario nazionale e del contrasto all’erosione dell’ambiente lagu- secondo i principi del protocollo. nare mediante la ricostruzione delle velme at- Alla fine degli anni 2010, dopo un trenten- traverso il riutilizzo dei sedimenti. nio di applicazione, il protocollo è tuttavia ar- La svolta concettuale è stata imposta dalla di- rivato al capolinea attraverso la constatazione rettiva quadro in materia di acque 2000/60/ che il 97% dell’ambiente lagunare era clas- CE che, attraverso l’applicazione tardiva avve- sificabile in “tabella B”, ovvero era diventato nuta in Italia a partire dal 2008, ha obbliga-

Sedimenti del fondale nella laguna di Venezia

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to le amministrazioni a effettuare finalmen- mediante l’applicazione di colorazioni di to- te, mediante i propri organismi tecnico-scien- nalità graduate, distribuite attraverso interval- tifici, un approccio integrato fondato su una li predefiniti. valutazione sistematica degli ambienti acqua- La distribuzione dei metalli nei sedimenti la- tici, compresi gli ambienti di transizione la- gunari è rappresentata da “pallini” di gran- gunari, introducendo criteri di qualità fonda- dezza graduata e colorazione dell’ambiente ti sull’analisi integrata di specifici indicatori lagunare associato a un metodo determini- ecologici (macrobentos, fanerogame, pesci), stico, non geostatistico IDW (Inverse Distan- marker ecotossicologici e standard chimici ce Weighting). In pratica, il valore in una certa di riferimento per la colonna d’acqua, il bio- posizione in assenza di misura è preso pesan- accumulo e il sedimento, ma soprattutto im- do i valori dei punti che stanno attorno usan- ponendo la ricerca e la quantificazione delle do come valutazione l’inverso della loro di- pressioni, intese quali fonti antropiche di ori- stanza. gine degli inquinati alteranti le diverse matri- Come peso è stato utilizzato un inverso della ci degli ambienti acquatici, nonché preveden- distanza elevato al cubo, questo perché i va- do appositi piani di gestione per promuovere lori hanno poca somiglianza tra loro prossimi specifiche azioni utili a eliminare le fonti in- e il peso al cubo diminuisce rapidamente l’in- quinanti, puntuali e diffuse. fluenza dei punti al crescere della distanza. Ciò ha comportato la necessità di svolge- re analisi sistematiche di monitoraggio dello stato di qualità, secondo criteri standardizza- ti riferibili alla delimitazione di specifici corpi idrici, di allargamento delle indagini per indi- viduare le fonti degli inquinati e di descrivere contestualmente lo stato di qualità e le misu- re di risanamento. È proprio tale indirizzo tecnico-scientifico ge- nerale di provenienza europea che ha con- sentito di mettere a disposizione dei tecnici e dei ricercatori una quantità di dati adeguata alle necessità di una conoscenza sufficiente- mente approfondita come mai è stata realiz- zata prima, e soprattutto supportata da meto- dologie analitiche qualitativamente certifica- te e non contestabili negli esiti. Gli strumenti informatici georeferenziati hanno inoltre con- sentito di spazializzare i dati rendendo la loro interpretazione più facile ed intuitiva. La rappresentazione della distribuzione dei metalli nei suoli veneti e nei sedimenti lagu- nari è illustrata in successione nelle figure a seguire. La distribuzione geografica è resa intuitiva

40 Analisi della provenienza naturale dei principali metalli nei sedimenti lagunari

Arsenico

Confronto fra le concentrazioni di arsenico (As) rilevate nei sedimenti della laguna di Venezia rispetto alle concentrazioni rilevate nei suoli del territorio della Regione del Veneto, incluso il bacino scolante

L’arsenico presente nei sedimenti A) dei sedimenti e in appena 50 mg/ Considerazioni a margine per una lagunari e nelle acque potabili veneziane kg s.s. il limite per lo smaltimento valutazione dell’arsenico considerato si è rivelato uno dei maggiori ostacoli extralagunare, nonostante i valori critico dal protocollo 1993 amministrativi per la movimentazione presenti nei territori a monte della laguna Ai fini di contestualizzare l’eccesso di dei sedimenti e per il collettamento presentino valori ben superiori al limite preoccupazioni che ha informato il e depurazione degli scarichi urbani di 50 mg/kg s.s. processo decisionale del 1993, giova e produttivi nell’ambiente lagunare, Si evidenzia inoltre, dall’esame riportare il fatto che nel 1986 il quaderno a fronte dei valori indicati dalle varie contestuale dei dati presentati in figura, n. 75 dell’IRSA (Istituto di Ricerca sulle tabelle di governo a tutela dell’ambiente come nell’ambiente lagunare operi un Acque del CNR), dopo anni di discussioni lagunare veneziano. processo di deposito sedimentario di sulla tossicità dell’arsenico sugli Il Decreto Ministeriale del 30.07.1999, materiali fini di provenienza marina organismi acquatici, evidenziava come più noto come decreto Ronchi-Costa di con evidente effetto di diluizione una concentrazione di 1 mg/Kg di pesce tutela della laguna di Venezia, fissa in 10 della concentrazione dell’arsenico non comportava rischi per la salute µg/l il limite di scarico dell’arsenico nei nei sedimenti. In ogni caso occorre umana, anche in considerazione del fatto reflui a fronte del limite di 10 µg/l (fino a sottolineare che, allo stato attuale che era presente sotto forma organica 50 µg/l) previsto dalle attuali normative delle normative vigenti europee o (la meno tossica). Tale quaderno riporta per le acque potabili di distribuzione italiane in materia di tutela delle acque inoltre che piccole quantità di arsenico acquedottistica e a 500 µg/l per le acque superficiali, l’arsenico non è considerata (da 0,1 mg/l fino a 2 mg/l in suoli minerali. Il monitoraggio delle acque una sostanza prioritaria o pericolosa alcalini o neutri) stimolano la crescita di falda del bacino scolante veneziano, prioritaria. delle piante, mentre le acque destinate realizzato dall’ARPAV nel 2012, evidenzia al consumo umano possono contenerne numerosi superamenti del valore di fino a 0,5 mg/l senza provocare 10 µg/l delle acque di falda a monte interferenze sulla salute umana, se non della laguna, nonostante le condizioni dopo anni di esposizione alimentare. riducenti e i terreni argillosi. Il protocollo 1993 fissa in 15 mg/ kg s.s. il limite dell’arsenico per la movimentazione non vincolata (colonna

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CADMIO

Confronto fra le concentrazioni di cadmio (Cd) rilevate nei sedimenti della laguna di Venezia rispetto alle concentrazioni rilevate nei suoli del territorio della Regione del Veneto, incluso il bacino scolante

Il cadmio rientra tra le sostanze perico- della concentrazione naturale. Il monito- lose prioritarie della direttiva europea in raggio della colonna d’acqua non ha mai materia di tutela delle acque 2000/60/ evidenziato superamenti dei limiti. CE, ed è presente a basse concentrazioni nei sedimenti della laguna di Venezia. Le concentrazioni di cadmio indicate dal protocollo 1993 non hanno rappresenta- to un fattore limitante alla movimentazio- ne dei sedimenti. Il valore di 1 mg/Kg s.s., indicato dalla colonna A per la libera movimentazione, non ha presentato elementi di criticità, stante il fatto che la presenza del metallo nell’ambiente lagunare non eccede tale limite. In ogni caso va evidenziato che il con- tenuto di cadmio nei terreni del bacino scolante è generalmente superiore a tale limite. Anche per il cadmio i fenomeni di deposizione di sedimenti fini di prove- nienza marina inducono una diluizione

42 Analisi della provenienza naturale dei principali metalli nei sedimenti lagunari

CROMO

Confronto fra le concentrazioni di cromo (Cr) rilevate nei sedimenti ella laguna di Venezia rispetto alle concentrazioni rilevate nei suoli del territorio della Regione del Veneto, incluso il bacino scolante

Il cromo è relativamente diffuso nella laguna di Venezia spesso in concentra- crosta terrestre (21esimo elemento per zioni eccedenti il valore di 20 mg/Kg s.s. abbondanza). indicato dal protocollo 1993 per la libera La tossicità nota dagli anni ’70 per gli movimentazione dei sedimenti. organismi acquatici è per lo più limitata I valori indicati nel protocollo 1993 sono alla forma chimica esavalente. La forma largamente superati in tutti i terreni natu- esavalente e la forma trivalente tuttavia rali a monte dell’ambiente lagunare, dove perdono la loro ittiotossicità in acque ad avvengono fenomeni di diluizione operati elevata durezza. In ogni caso, effetti tossi- dai depositi marini fini. ci nei confronti degli organismi acquatici macroinvertebrati si manifestano in presenza di concentrazioni relativamente elevate (2-64 mg/l). Tossicità per i pesci si ha per concentrazioni ancora più ele- vate (33-120 mg/l). I sedimenti general- mente non rilasciano cromo (Quaderno IRSA n. 75, 1987). Il cromo non rientra tra le sostanze prioritarie della direttiva europea in materia di tutela delle acque 2000/60/ CE, ed è presente nei sedimenti della

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MERCURIO

A lato Confronto fra le concentrazioni di mercurio (Hg) rilevate nei sedimenti della laguna di Venezia rispetto alle concentrazioni rilevate nei suoli del territorio della Regione del Veneto, incluso il bacino scolante

Nella pagina seguente, a sinistra Confronto fra le concentrazioni di mercurio (Hg) rilevate nei sedimenti della laguna di Venezia rispetto alle concentrazioni rilevate nel mare Adriatico e nei suoli del territorio della Regione del Veneto, incluso il bacino scolante

Nella pagina seguente, a destra Confronto fra le concentrazioni di mercurio (Hg) rilevate nei sedimenti della laguna di Venezia rispetto ai livelli di bioaccumulo negli organismi Tapes philippinarum

Il mercurio, più comunemente presente A dimostrazione della presenza di sotto forma di solfuro (HgS cinabro mercurio nei suoli veneti si riporta insolubile in acqua) è un metallo la comunicazione dell’ARPA Veneto particolarmente diffuso nell’area secondo cui nell’anno 2009 è stato mediterranea dove è presente nei suoli riscontrato un superamento della ed è stato estratto attraverso una intensa concentrazione massima ammissibile attività mineraria iniziata in epoca in colonna d’acqua (SQA-CMA) per il romana e oramai sospesa dagli anni ’90. mercurio nei laghi bellunesi di Alleghe e Si calcola che nel bacino mediterraneo del Mis. sia stato estratto il 20% del mercurio Come illustrato dalla spazializzazione mondiale. dei dati nelle figure successive, si Nell’alto Adriatico ha operato fino al 1993 evidenzia che il mercurio in misura la miniera di Idrja, presente in territorio minore è già presente nel bacino sloveno sul bacino del fiume Isonzo. Gli scolante sopralagunare e in misura studiosi dell’Università di Lubiana hanno maggiore entra attraverso la circolazione calcolato che lo sversamento di cinabro sedimentaria levogira dell’Adriatico, nell’alto Adriatico sia stata superiore a come dimostra la maggior presenza in 35.000 tonnellate, mentre una ulteriore laguna nord. quota di minerale giace ancora nei Non si evidenziano correlazioni di depositi dell’alveo fluviale, in attesa di deposizioni sedimentarie in atto essere lisciviato dalle piene. provenienti da aree produttive.

44 Analisi della provenienza naturale dei principali metalli nei sedimenti lagunari

Il mercurio rientra tra le sostanze ambienti di transizione, né gli indicatori Kg s.s. indicato nel protocollo 1993 ha pericolose prioritarie della direttiva ecologici segnalano interferenze costituito occasioni di vincolo al libero europea in materia di tutela delle acque sulle biocenosi derivanti dalla riutilizzo dei sedimenti soprattutto negli 2000/60/CE. presenza di mercurio. Il monitoraggio ambienti “meno contaminati” della Lo standard di qualità dei sedimenti ecotossicologico non evidenzia tossicità laguna nord. introdotto nella normativa italiana con il correlabile alla presenza di mercurio nei La spazializzazione del bioaccumulo D.M. 367/2003 indica in 0,3 mg/Kg s.s. Il sedimenti. e delle contestuali concentrazioni valore di tutela ambientale degli ambienti Il monitoraggio del bioaccumulo presenti nei sedimenti, conferma, in di transizione e marini. Tale indicazione effettuato sulla specie Tapes analogia con numerosi studi effettuati tuttavia non è stata recepita nella Phylippinarum di interesse commerciale in ambienti analoghi, la non correlabilità normativa ambientale quadro 152/2006. non evidenzia superamenti del tasso tra le concentrazioni sedimentarie ed il In ogni caso la Regione del Veneto, per di accumulo di mercurio per i fini della bioaccumulo. la classificazione chimica degli ambienti tutela sanitaria alimentare (500 µg/100 La nuova normativa europea in materia lagunari, ha utilizzato le concentrazioni gr sostanza fresca), mentre è quasi di sostanza prioritarie ha indicato come riscontrate attraverso il monitoraggio sostanzialmente quasi sempre superato standard di qualità per la colonna mensile della colonna d’acqua. il valore di 20 µg/100 s.f., che costituisce d’acqua l’obiettivo di non superamento Il monitoraggio del mercurio lo standard ambientale, al pari di tutti del valore di 70 µg/l ancora superiore ai effettuato sulla colonna d’acqua non gli altri organismi filtratori presenti in valori fin qui ricercati, consentendo una segnala superamenti del valore di adriatico e di larga parte del bacino compatibilità ambientale certa. 10 nanogrammi/l indicato per la mediterraneo. classificazione di qualità chimica degli Il valore di non superamento di 1 mg/

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NICHEL

Confronto fra le concentrazioni di nichel (Ni) rilevate nei sedimenti della laguna di Venezia rispetto alle concentrazioni rilevate nei suoli del territorio della Regione del Veneto, incluso il bacino scolante

Il nichel rientra tra le sostanze prioritarie della direttiva europea in materia di tutela delle acque 2000/60/CE, ed è presente a basse concentrazioni nei sedimenti della laguna di Venezia. Il monitoraggio effettuato sulla colonna d’acqua non ha mai manifestato superamenti degli standard di qualità. Il valore individuato dal protocollo 1993 pari a 45 mg/Kg s.s. non ha costituito un vincolo alla movimentazione libera. Numerose stazioni poste in prossimità della gronda lagunare presentano concentrazioni prossime agli standard di qualità sedimentario indicato dal D.M. 367/2003. Il valore delle concentrazioni dei sedimenti sono correlabili ai valori derivanti da apporti dei suoli sovrastanti che presentano concentrazioni di nichel molto più elevati fino a 250 mg/Kg s.s.

46 Analisi della provenienza naturale dei principali metalli nei sedimenti lagunari

PIOMBO

Confronto fra le concentrazioni di piombo (Pb) rilevate nei sedimenti della laguna di Venezia rispetto alle concentrazioni rilevate nei suoli del territorio della Regione del Veneto, incluso il bacino scolante

Il piombo rientra tra le sostanze di qualità sedimentario indicato dal D.M. pericolose prioritarie della direttiva 367/2003 pari a 30 mg/Kg s.s., che europea in materia di tutela delle acque tuttavia non tiene conto finora dei valori 2000/60/CE. di fondo. I sedimenti lagunari presentano anche Il valore individuato dal protocollo 1993 concentrazioni superiori a 30 mg/Kg s.s. pari a 45 mg/Kg s.s. non ha costituito un prevalentemente distribuite in prossimità vincolo alla movimentazione libera. della gronda lagunare, nettamente inferiori alle concentrazioni dei suoli sovrastanti. Anche in questo caso l’effetto depositario intralagunare di sedimenti derivanti dal trasporto marino sembrano aver apportato una significativa diluizione delle concentrazioni. Il monitoraggio effettuato sulla colonna d’acqua non ha mai manifestato superamenti degli standard di qualità. Alcune stazioni poste in prossimità della gronda lagunare presentano concentrazioni prossime agli standard

47 [focus]

ZINCO

Confronto fra le concentrazioni di zinco (Zn) rilevate nei sedimenti della laguna di Venezia rispetto alle concentrazioni rilevate nei suoli del territorio della Regione del Veneto, incluso il bacino scolante

Lo zinco non rientra tra le sostanze prossimità della gronda. pericolose prioritarie della direttiva Diversamente dai metalli europea in materia di tutela delle acque precedentemente esaminati, la presenza 2000/60/CE. Non è ricompreso negli di zinco lagunare non appare diluita dagli standard previsti dal D.M. 367/2003. apporti sedimentari del mare. Lo zinco è un elemento essenziale sia Sulla presenza dello zinco sono in per gli esseri animali che per i vegetali corso approfondimenti derivanti dal in quanto interviene nella struttura di monitoraggio del rilascio dagli anodi parecchi enzimi. Le dosi raccomandate sacrificali delle imbarcazioni e delle per l’uomo prevedono fino a 1500 mg/die. paratoie del Mose. Le tossicità per gli organismi acquatici sono dipendenti dalle condizioni del contorno in quanto la presenza di elevati concentrazioni di zinco acuiscono gli effetti derivanti dalle anossie o l’accumulo di metalli pesanti tossici. Il protocollo 1993 stabilisce in 200 mg/kg s.s. il valore limite per la movimentazione libera, determinando vincoli impropri per una parte importante dei sedimenti lagunari presenti in

48 Per una gestione sostenibile del sedimento lagunare Il contributo del D.M. 173/2016 alla valutazione della qualità del sedimento

di Antonio marcomini*

Premessa gi, regolamentata dal cosiddetto Protocollo * Professore ordinario di Chimica dell’ambiente La laguna di Venezia è un ambiente costiero Fanghi (sottoscritto da Ministero dell’Ambien- e Direttore del di transizione che ha sperimentato negli ulti- te e della Tutela del Territorio e del Mare, Co- Dipartimento di Scienze ambientali, mi decenni una grave perdita di materiale se- mune di Venezia, Comune di Chioggia, Pro- informatica e statistica, Università Ca’ Foscari dimentario. I bassifondali a quota superiore vincia di Venezia, Regione del Veneto e l’allo- di Venezia alla minima marea di sizigia (-0.60 m s.m.) ra Magistrato alle Acque di Venezia, l’8 aprile si sono ridotti da 168 kmq del 1930 a 105 del 1993). Il Protocollo definisce i criteri per il kmq del 1970 a 60 kmq del 2000, a cui ha riutilizzo dei sedimenti, per interventi di recu- corrisposto una perdita media stimata di 2.2 pero e ricostruzione morfologica, e sulla base milioni di mc/anno di sedimento. Essendo, di concentrazione di alcuni elementi chimici quindi, la laguna di Venezia in larga parte in potenzialmente pericolosi (Tabella 1, nella pa- erosione, una corretta gestione dei sedimen- gina seguente), classifica il sedimento (i.e. ter- ti rappresenta uno dei presupposti fonda- re di dragaggio) in quattro classi di rischio (A, mentali per contrastare l’andamento in atto e B, C e oltre C) cui corrispondono le seguenti permettere al sedimento di svolgere funzioni quattro opzioni gestionali: ecologiche essenziali, quali quelle degradati- Classe A: terre di dragaggio utilizzabili in in- ve e detossificanti, che sostengono il metabo- terventi di ripristino di morfologie lagunari lismo complessivo dell’ecosistema. comportanti il contatto diretto o indiretto di La movimentazione e il riutilizzo dei sedimenti detti fanghi con le acque della laguna. all’interno della laguna di Venezia è, a tutt’og- Classe B: terre di dragaggio utilizzabili in in-

49 (HBCDD) Esabromociclododecano e suoiSali(PFOS) perfluorottansolfonico Acido Dicofol Difenileteri bromurati PCB diossinasimili PCDD/F e PCBdiossinasimili (Diossine eFurani) ∑T.E. PCDD,PCDF Pirene Naftalene Fluorantene Fluorene Fenantrene Indenopirene Crisene Benzo[g,h,i]perilene Benzo[k]fluorantene Benzo[b]fluorantene Clordano ∑PCB epossido Eptacloro edeptacloro Idrocarburi C>12 Esaclorobutadiene Endrin Dieldrin Aldrin ∑DDT ∑DDE ∑DDD organostannici Composti Arsenico in tracce Elementi Benzo[a]pirene Benzo[a]antracene ∑IPA(16) HCB Eptacloro epossido γ-HCH (Lindano) β-HCH α-HCH Cromo Cadmio Antracene Zinco Piombo Nichel Rame Cr VI organici Contaminanti Mercurio Parametro 0,001 0,001 0,001 0,001 0,001 0,001 0,001 0,001 0,001 0,001 0,01 200 A 0,5 30 15 20 45 45 40 50 [focus] 1 1 0,02 0,02 0,02 0,02 0,02 0,02 0,02 0,02 0,02 0,02 500 100 400 100

B Protocollo 0,2 25 10 50 50 5 2 Fanghi 1993 4000 3000 500 500 150 400 C 0,5 0,5 0,5 0,5 0,5 0,5 0,5 0,5 0,5 0,5 50 20 20 10 2 (tributil- mg kg stagno) μg kg DM 260/2010 110 p.s. p.s. 0,4 0,2 0,2 1,8 0,8 0,2 0,2 0,2 0,3 0,3 Tab 2/A 35 70 55 20 40 30 45 30 30 5 1 -1 -1 SQA-MA

2,00E-03 mg kg

μg kg DM 260/2010

800 Tab 3/B p.s. p.s. 12 50 8 2 -1 -1 SQA-MA

μg kg DM 260/2010 μg kg

p.s. Tab 3/A p.f. 55 10 20

-1 SQA-MA Biota

mg kg-1 (tributil- stagno) μg kg DLgs 172/2015 p.s. p.s. 0,2 0,2 1,8 0,8 0,2 0,2 0,2 0,3 0,3 Tab 2/A 35 24 30 5 1 -1 SQA-MA

2,00E-03 mg kg-1 (tributil- stagno)

μg kg DLgs 172/2015

110 Tab 3/A p.s. p.s. 0,2 0,2 1,8 0,8 0,4 0,2 0,2 0,2 0,3 0,3 35 70 55 20 40 30 24 30 5 1 -1 SQA-MA

mg kg-1

μg kg DLgs 172/2015 p.s.

p.s. Tab 3/B 12 50 8 2 -1 SQA-MA

6,50E-03 6,70E-03

mg kg-1 DLgs 172/2015 0,0085 100 ** μg kg Tab 1/A 167 50* p.s. 9,1 p.s. SQA-MA Biota 33 30 55 10 20 5 -1

2,00E-03 mg kg μg kg L1 153 110 108 900 100 p.s. ND p.s. 1,0 0,4 2,3 0,7 0,2 1,8 0,8 0,2 0,2 0,2 0,6 2,7 0,3 0,3 35 21 87 70 55 20 40 30 75 24 12 30 30 50 40 5 8 2 -1 -1

1,00E-02 DM 173/2016 mg kg 50000 μg kg L2 1398 1494 4000 0,80 0,80 391 144 544 100 846 100 500 500 100 500 245 150 150 p.s. p.s. 4,8 4,8 4,3 3,7 7,8 1,0 2,7 72 50 10 60 10 10 10 20 70 75 52 2 -1 -1

Per una gestione sostenibile del sedimento lagunare

terventi riguardanti il recupero e il ripristino zione (L1 e L2) per ciascun contaminante, il Tabella 1. Concentrazioni nel sedimento (peso di isole lagunari, realizzati in maniera tale da primo è lo SQA, il secondo è più elevato di L1 secco, p.s.) e nel biota garantire un confinamento permanente dei (i.e. determina una qualità inferiore del mate- (peso fresco, p.f.) nel Protocollo Fanghi 1993, fanghi stessi così da impedire ogni rilascio di riale dragato) ma corrispondente a un rischio nel D.M. 260/2010, nel D. Lgs. 172/2015 e nel inquinanti nelle acque lagunari. ecologico comunque accettabile. D.M. 173/2016. Classe C: terre di dragaggio utilizzabili in in- A partire dalla fine degli anni ’90, l’ambiente SQA: Standard di Qualità terventi riguardanti ampliamenti e innalza- della laguna di Venezia è stato ampiamente Ambientale. * Pesci con <5% grassi. menti di isole permanentemente emerse o di studiato dalla comunità scientifica in un’otti- ** Pesci con >5% grassi aree interne limitrofe alla conterminazione la- ca di valutazione del rischio ambientale gene- gunare, realizzabili con un confinamento per- rato da una serie di stressori fra cui le sostan- manente costituito da strutture dotate di fon- ze inquinanti (in particolare quelle persisten- dazioni profonde e continue, tali da evitare sia ti, tossiche e bioaccumulabili) (Benedetti M. in corso d’opera che ad opera compiuta qual- et al., 2012). È stato dimostrato, anche per sivoglia rilascio di specie inquinanti a seguito la laguna di Venezia, che la sola caratterizza- di processi di erosione, dispersione e infiltra- zione chimica del sedimento non è sufficien- zione di acque meteoriche. te a prevedere gli effetti tossicologici, come Classe oltre C: terre di dragaggio, che comun- pure il trasferimento delle sostanze chimiche que non siano classificate come rifiuto tossico dal sedimento agli organismi attraverso pro- nocivo, utilizzabili per il ripristino altimetrico cessi di bioaccumulo. Sono stati applicati ap- di aree depresse al di fuori della contermina- procci multidisciplinari e attuati monitoraggi zione lagunare, con assicurazione del totale sull’intera laguna. In particolare, è stato im- isolamento e impermeabilizzazione. piegato l’approccio Weight-of-Evidence (Chap- L’aumentata disponibilità di conoscenze e man P.M. et al., 2002; Burton G.A. et al., 2002) l’emanazione di nuove normative ambienta- basato sull’integrazione delle cosiddette “Li- li, a partire dalla direttiva quadro sulle acque nee di Evidenza” (Lines of Evidence), ovvero (2000/60/CE) e dal suo recepimento nazio- sull’integrazione di dati provenienti da diver- nale (D. Lgs. 152/2006), hanno reso impro- si ambiti di indagine (chimica, ecologia, eco- crastinabile la revisione dei criteri di classifica- tossicologia). zione del sedimento della laguna di Venezia. L’approccio Weight-of-Evidence prevede, nel- In Tabella 1 sono riportate le concentrazioni le sue applicazioni quantitative, l’attribuzione di elementi e composti organici presenti nel di pesi diversi a ogni set di informazioni rela- Protocollo Fanghi, nel D.M. 260/2010, nel D. tive a ciascuna evidenza sulla base di specifi- Lgs. 172/2015 e del D.M. 173/2016, relativa- ci criteri (quali la loro diversa robustezza, affi- mente al sedimento e al biota. Si noti, in ge- dabilità e significatività) e la loro integrazione nerale, rispetto a quanto riportato nel Proto- quantitativa in un indice finale. In particolare collo Fanghi, l’aumento del numero di conta- per il sedimento l’approccio Sediment Quality minanti, soprattutto organici, e l’introduzione Triad (Long E.R. e Chapman P.M., 1985; Chap- degli Standard di Qualità Ambientali (SQA), man P.M., 2000; Chapman P.M. e Anderson i.e. concentrazioni al di sotto delle quali il ri- J. 2005) prevede l’integrazione di dati chimi- schio risulta trascurabile o assente. Si noti, ci (concentrazione dei contaminanti nel sedi- inoltre, che il D.M. 173/2016, che regola la mento e loro biodisponibilità), ecotossicolo- movimentazione a mare di materiale draga- gici (risultati di saggi ecotossicologici effet- to costiero, introduce due limiti di concentra- tuati su campioni del sedimento esaminato)

51 [focus]

Tabella 2. Dati di effetto ed ecologici (analisi della composizione del- tela dell’ambiente marino. Il decreto include (tossicità assente/ tossicità elevata e le comunità macrobentoniche per valutarne un allegato tecnico che fornisce le modalità assenza statistica eventuali alterazioni) che insieme concorro- e i criteri per la caratterizzazione, la classifi- di tossicità) relativi a elementi in tracce no a sviluppare un giudizio di qualità sul se- cazione e la gestione dei materiali di escavo e inquinanti organici in laguna di Venezia dimento in esame. I risultati di alcuni proget- da sottoporre a movimentazione. L’entità del- (Progetto HICSED, ti promossi dal Provveditorato Interregionale le indagini ambientali richieste segue un cri- 2011) per le OO.PP. (in particolare ICSEL, SIOSED terio di semplificazione graduale in relazione e HICSED) hanno dimostrato che la differen- al livello di inquinamento presunto sulla base ziazione del sedimento lagunare in classe A delle informazioni pregresse relative all’area e classe B, così come prevista dal Protocollo di escavo da riportare in una apposita “Sche- del 1993, non ha una sufficiente giustificazio- da di inquadramento dell’area di escavo”. Ta- ne scientifica, come emerge dal confronto dei le scheda contiene informazioni generali sul- dati di Tabella 2 con quelli relativi alle con- la ubicazione dell’area di escavo, l’analisi del- centrazioni del Protocollo Fanghi. I seguen- le principali pressioni che insistono sull’area, ti elementi: arsenico (As), cadmio (Cd), cro- analisi e mappatura dei principali elementi di mo (Cr), mercurio (Hg), zinco (Zn), esibisco- pregio naturalistico, delle aree di tutela e degli no assenza di tossicità, su base statistica, a obiettivi sensibili presenti, informazioni sulle concentrazioni superiori a quelle di classe A, caratteristische idrodinamiche e chimico-fisi- pertanto ricadenti in classe B. Ciò ha rilevan- che della colonna d’acqua, informazioni sulle ti conseguenze sulla gestione del sedimento, attività di escavo pregresse, informazioni sul- poichè il sedimento di classe B non può es- le caratteristiche morfo-batimetriche e sulle sere mobilizzato liberamente in laguna da cui caratteristiche dei fondali, informazioni sulle risulta che quasi il 97% del sedimento lagu- caratteristiche chimiche del sedimento, infor- nare da operazioni di manutenzione idromor- mazioni sugli organismi animali e vegetali, in- fologica della laguna (dragaggi canali di navi- formazioni pregresse sulle attività di immer- gazione, ecc.) deve essere confinato perma- sione/utilizzo, informazioni sulle precedenti nentemente. attività di monitoraggio ambientale negli ul- timi 5 anni, programmazione delle attività di D.M. 173/2016, decreto recante escavo e gestione dei materiali, informazioni “Modalità e criteri per l’autorizzazione sulla riduzione delle fonti di inquinamento. La all’immersione in mare dei materiali caratterizzazione e classificazione dei mate- di escavo di fondali marini” riali dell’area di escavo si basa sulla caratte- Partendo dall’assunto, ormai ampiamente rizzazione e classificazione ecotossicologica e condiviso a livello internazionale, di conside- chimica. La classificazione ecotossicologica si rare il materiale prodotto dall’escavo di fon- basa, a sua volta, sulla applicazione di una dali marini e salmastri come una “risorsa” batteria di saggi biologici i cui risultati sono da recuperare e riutilizzare, il 21 settembre integrati e portano alla formulazione del giu- 2016 è entrato in vigore il Decreto n° 173 del dizio di tossicità in accordo con lo schema di 15 luglio 2016. Tale decreto stabilisce le pro- Figura 1 a pagina 54. Si noti che l’attribuzio- cedure per il rilascio dell’autorizzazione alla ne del livello di pericolo (da assente a molto immersione deliberata in mare dei materia- alto) si basa sull’indice di pericolo complessi- li di escavo di fondali marini o salmastri o di vo della batteria di saggi ecotossicologici (Ha- terreni litoranei emersi, nel rispetto della tu- zard Quotient, HQbatteria).

52 Per una gestione sostenibile del sedimento lagunare

Parametro HICSED 2011 HICSED 2011 Protocollo Fanghi (Anderson - Chapman 2005)

Tossicità assente Tossicità elevata Assenza statistica A B C di tossicità (85° percentile del set di dati non tossici) Elementi mg kg-1 p.s. mg kg-1 p.s. mg kg-1 p.s. in tracce Arsenico 12 ± 3.1 21.7 ± 8.8 22.6 15 25 50 Cadmio 0.2 ± 0.4 1.5 ± 2.6 2 1 5 20 Cromo 33.9 ± 13.1 51.4 ± 19.6 61 20 100 500 Cr VI Rame 13.5 ± 5.1 38.4 ± 29.3 36,9 40 50 400 Mercurio 0.3 ± 0.2 0.9 ± 0.8 1 0,5 2 10 Nichel 16.4 ± 7.5 23.2 ± 8.4 45 50 150 Piombo 12.6 ± 5.0 37.5 ± 23.3 38,8 45 100 500 Zinco 58.4 ± 23.1 419 ± 635 227 200 400 3000 Contaminanti μg kg-1 p.s. μg kg-1 p.s. μg kg-1 p.s. μg kg-1 p.s. μg kg-1 p.s. μg kg-1 p.s. organici Composti 7.5 ± 5.0 11.7 ± 5.4 organostannici ∑PCB 1.4 ± 1.7 4.0 ± 3.0 6 0,01 0,2 2 ∑DDD 0.3 ± 0.2 0.4 ± 0.6 0,001 0,02 0,5 ∑DDE 0.3 ± 0.3 0.7 ± 0.5 0,001 0,02 0,5 ∑DDT 0.2 ± 0.1 0.2 ± 0.1 0,001 0,02 0,5 Clordano 0,001 0,02 0,5 Aldrin 0,001 0,02 0,5 Dieldrin 0,001 0,02 0,5 Endrin 0.1 ± 0.0 0.1 ± 0.0 0,001 0,02 0,5 α-HCH 0,001 0,02 0,5 β-HCH 0,001 0,02 0,5 γ-HCH (Lindano) 0,001 0,02 0,5 Eptacloro epossido HCB Idrocarburi C>12 30 500 4000 ∑IPA(16) 0.327 ± 0.588 0.694 ± 0.555 959 1 10 20 Antracene 0.008 ± 0.016 0.015 ± 0.014 22 Benzo[a]antracene 0.026 ± 0.053 0.049 ± 0.047 62 Benzo[a]pirene 0.028 ± 0.057 0.055 ± 0.053 82 Benzo[b]fluorantene 0.032 ± 0.051 0.073 ± 0.059 100 Benzo[k]fluorantene 0.013 ± 0.025 0.030 ± 0.027 46 Benzo[g,h,i]perilene 0.025 ± 0.046 0.048 ± 0.045 66 Crisene 0.026 ± 0.054 0.059 ± 0.059 67 Indenopirene 46 Fenantrene 0.031 ± 0.053 0.058 ± 0.040 64 Fluorene 0.005 ± 0.004 0.011 ± 0.004 13 Fluorantene 0.053 ± 0.098 0.111 ± 0.091 133 Naftalene 0.006 ± 0.007 0.024 ± 0.030 23 Pirene 0.052 ± 0.092 0.153 ± 0.098 162 ∑T.E. PCDD,PCDF (Diossine e Furani) e PCB diossina simili PCDD/F 0.0037 ± 0.0063 0.0086 ± 0.0112 13,7 PCB diossina simili 0.0001 ± 0.0002 0.0005 ± 0.0007 0,0003

53 [focus]

Start

Per ciascun dato

(1) A lato Figura 1. Procedura Verifica MSG per l’elaborazione correttezza dati dei dati dei saggi no ecotossicologici. La figura riproduce lo schema riportato si nel DM 173/2016 (2) media campione(i) Effetto(i) = 1 - • 100 media controllo(i) Nella pagina seguente Figura 2. Procedura per l’elaborazione dei dati di caratterizzazione (3) chimica dei sedimenti. Confronto statistico tra campione e controllo La figura riproduce (test-t per varianze disomogenee) lo schema riportato nel DM 173/2016 se repliche campione ≥ 3 se repliche campione < 3 e repliche controllo ≥ 3 e repliche controllo < 3

Z Z = 0.2 o 0.5 o 1 (modificabile all’utente) 1.0

1 0 ≤ p ≤ 0.05 Z = 3.5 - 50 • p 0.05 < p 0.06 0.5 ≤ ﹛ 0.2 • p-0.3275 0.06 < p ≤ 1

0.2

0.05 0.06 1 P

(4) z(i) media campione(i) z(i) Effettow(i) = Effetto(i) • = 1 - • 100 • soglia(i) media controllo(i) soglia(i)

per i saggi riferiti al medesimo codice campione

(5) N HQBatteria = ∑ Effettow(k) • w2 k=1

(6)

10 HQBatteria Livello di pericolo <1.0 Assente ≥1.0 - <1.5 Basso ≥1.0 - <1.5 Medio 1 ≥3.0 - <6.0 Alto ≥6.0 - <10.0 Molto alto

soglia Effetto max (100%) Batteria della Batteria

54 Per una gestione sostenibile del sedimento lagunare

La classificazione chimica si basa sul confron- to delle concentrazioni misurate nel sedimen- Start to con le concentrazioni di riferimento L1 e L2 di cui alla Tabella 1. I valori di L1 e L2 pos- sono essere modificati per tener conto delle caratteristiche sito-specifiche dell’area in esa- (1) me (ad esempio, valori di fondo). I valori di L1 Verifica MSG correttezza dati corrispondono a quelli degli standard di qua- no lità ambientale (EQS) previsti per il sedimen- to dalla direttiva quadro sulle acque e dal- si le normative nazionali di recepimento (D.M.

260/2010 - Tabella 1). (2) Verifica disponibilità valore di riferimento (i) I valori di L2 corrispondono a un livello di qualità inferiore a L1 ma comunque corri- spondente a un rischio ecologico accettabi- (3) valore misurato(i) le. La procedura prevista per la stima del li- RTR(i) = valore riferimento(i) vello di pericolo chimico (Hazard Quotient,

HQC), da assente a molto alto, riportata in Fi- gura 2, si basa sul calcolo della variazione ri- (4) RTRw(i) = RTR(i) • peso(i) spetto al limite, ovvero il Ratio-To-Reference (RTR), con il RTR successivamente corretto in funzione del peso del contaminante che tie- ne conto dell’importanza delle variazioni os- (5) N servate per i contaminanti più pericolosi (ad ∑ RTRw(j) RTR(f) ≤1 M esempio, Cd, Hg, inquinanti organici persi- f=1 HQc = + RTRw(k) RTR(k) 1 N ∑ > stenti: POPs). k=1 Da ultimo, le classificazioni ecotossicologica e chimica vengono integrate per attribuire la classe di qualità dei sedimenti di escavo. Ta- (6) le classificazione può avvenire secondo i criteri HQc Livello pericolo chimico di integrazione ponderata sulla base degli HQ 0.0 - <0.7 Assente ecotossicologico e chimico, ovvero secondo cri- 0.7 - <1.3 Tracurabile 1.3 - <2.6 Basso teri tabellari (Tabelle 3 e 4, a pagina 56). 2.6 - <6.5 Medio 6.5 - 13.0 Alto ® < Un apposito software, SediQualSoft 109.0 , ≥13.0 Molto alto sviluppato dall’Istituto Superiore per la Pro- tezione e la Ricerca Ambientale e dall’Univer- sità Politecnica delle Marche (Ancona), imple- menta in maniera accurata la metodologia per la classificazione della qualità dei sedi- menti marini e salmastri come prevista dal D.M. 173/2016. Tale software è organizzato in 3 moduli. I primi due sono relativi alla carat- terizzazione ecotossicologica e alla caratteriz-

55 [focus]

Tabella 3 Classe di pericolo Classificazione chimica Classe di qualità del materiale Classificazione della ecotossicologico elaborato

Qualità dei sedimenti per l’intera batteria HQBatteria secondo i criteri di integrazione ponderata. Assente HQc (L2) ≤ Trascurabile A HQ = Hazard Batteria Basso ≤ HQc (L2) ≤ Medio B Quotient ecotossicologico

HQc (L2) = Alto C HQc = Hazard Quotient chimico HQc (L2) > Alto D

Basso HQc (L1) ≤ Basso A

HQc (L1) ≤ Medio e B HQc (L2) ≤ Basso

Medio ≤ HQc (L2) ≤ Alto C

HQc (L2) > Alto D

Medio HQc (L2) ≤ Basso C

HQc (L2) ≥ Medio D

≥ Alto HQc (L2) ≤ Basso D

HQc (L2) ≥ Medio E

Tabella 4 Classe di tossicità Classe chimica Classe di qualità del materiale Classificazione dei sedimenti basata Assente [C] ≤ L2 A su criteri tabellari. [C] > L2 Da determinare [C] = concentrazione secondo i criteri ponderati chimica di cui alla tabella 2.5

Bassa [C] ≤ L1 A

L1 ≤ [C] ≤ L2 B

[C] > L2 Da determinare secondo i criteri ponderati di cui alla tabella 2.5

Media [C] ≤ L2 C

[C] > L2 D

≥ Alta [C] ≤ L2 D

[C] > L2 E

56 Per una gestione sostenibile del sedimento lagunare

zazione chimica, il terzo alla loro integrazione Indicazioni utili per la revisione e alla classificazione di qualità dei sedimen- del Protocollo Fanghi 1993 ti. Quest’ultima prevede 5 classi di qualità dei Una prima valutazione sulla estensibilità del sedimenti dalla A alla E, con le rispettive op- D.M. 173/2016 alla laguna di Venezia inco- zioni di gestione, dove nella classe A ricadono raggia ad adottare lo stesso approccio meto- i sedimenti di qualità ambientale più elevata dologico nella valutazione degli Hazard Quo- mentre nelle classi successive la qualità de- tient (HQ) ecotossicologico e chimico, e nella cresce, come pure le opzioni di gestione che stima della classe di pericolo ecotossicolo- risultano gradualmente più limitate fino ad gico e chimico. Tenuto conto della presenza arrivare alla classe peggiore, la E, che preve- ubiquitaria in laguna di alcuni elementi (ad de eventuale rimozione in sicurezza dall’am- esempio, Hg), si ravvede la necessità di defi- biente marino dopo valutazione di rischio. nire livelli chimici di riferimento locali sotto il

La principale novità introdotta dal D.M. profilo ambientale (L1loc), in sostituzione dei 173/2016 consiste nell’avere recepito, meto- corrispondenti L1 del D.M. 173/2016 (Tabel- dologicamente, l’integrazione dei dati chimi- la 1), come pure di definire, per gli stessi ele- ci di esposizione con quelli di effetto. La valu- menti, valori di bioaccumulo di fondo. Nell’ot- tazione della qualità del sedimento, prevista tica di movimentare il sedimento di esca- in tale decreto, deriva pertanto dall’integra- vo senza alcun peggioramento della qualità zione delle risultanze delle analisi ecotossi- dell’ambiente lagunare, ovvero di un suo mi- cologiche e chimiche. Nei casi più complessi, glioramento, si consiglia di non mobilizzare come è la laguna di Venezia, è prevista un’in- sedimenti che presentino concentrazioni chi- tegrazione ponderata delle risultanze delle miche al di sopra di L2 (cosa, invece, previ- analisi svolte che permette di pesare adegua- sta dal D.M. 173/2016), come pure di valuta- tamente la pericolosità delle diverse sostan- re l’opportunità di introdurre una valutazione ze analizzate per quanto riguarda le concen- comparativa fra il sito di escavo (partenza) e trazioni chimiche e la rilevanza dell’endpoint quello di arrivo (recapito), basata sulla carat- biologico, della matrice e del tempo di espo- terizzazione e integrazione di ecotossicologia sizione, per quanto riguarda i test ecotossi- e chimica, e sulla valutazione della biodispo- cologici. nibilità attraverso il bioaccumulo. Ciò porte- L’Appendice 2D al decreto permette l’indivi- rebbe anche a una significativa semplifica- duazione dei livelli chimici di riferimento lo- zione della complessiva procedura valutativa. cali sotto il profilo ambientale (L1loc). L’Ap- Inoltre, il D.M. 173/2016, prevedendo l’utiliz- pendice 2E introduce anche un indice sin- zo di dati, soprattutto chimici, acquisiti in un tetico sulla biodisponibilità che permette di arco temporale da 2 a 5 anni, favorisce la va- stabilire quali e quanti contaminanti bioaccu- lorizzazione della enorme mole di dati di ca- mulabili sono associati ai sedimenti, nonché il ratterizzazione provenienti da monitoraggi, rischio associato al loro possibile trasferimen- studi e progetti di ricerca, che hanno avuto to al comparto biotico. come oggetto la laguna di Venezia in questi È altamente auspicabile, al fine di rafforzare ultimi anni. i meriti sopra elencati, che il D.M. 173/2016 Da ultimo, il nuovo Protocollo dovrebbe con- sia reso più facilmente interpretabile a bene- tenere un Allegato con le indicazioni tecniche ficio dei suoi utilizzatori e semplificato in al- generali per la caratterizzazione, valutazione cune sue parti. e monitoraggio ambientale, nonchè le mo-

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dalità di escavo, trasporto e immersione del Chapman P.M., 2000. The Sediment Quali- materiale sedimentario dal sito di partenza a ty Triad: then, now and tomorrow, Internatio- quello di arrivo, in funzione delle possibili op- nal Journal of Environment and Pollution, 13, zioni di gestione. 351-356.

Conclusione Chapman P.M. e Anderson J., 2005. A deci- Ribadita la necessità di considerare il mate- sion-making framework for sediment contami- riale prodotto dall’escavo dei fondali laguna- nation, Integrated Environmental Assessment ri come una risorsa da recuperare e riutiliz- and Management 1(3), 163-173. zare nel rispetto della salvaguardia ambien- tale, questa nota ha inteso fornire un quadro Chapman M.P., McDonald B.G., Lawrence complessivo, ancorchè sintetico, sull’approc- G.S., 2002. Weight-of-Evidence issues and fra- cio metodologico richiesto dalla direttiva qua- mework for sediment quality (and other) asses- dro sulle acque e dalla normativa nazionale sments, Human and Ecological Risk Asses- di recepimento in merito alla definizione del- sment, 8(7), 1489-1515. la qualità e movimentabilità del sedimento. Il D.M. 173/2016 ha avuto il merito di propor- Provveditorato Interregionale per le OO.PP./ re tale approccio metodologico per la immer- Magistrato alle Acque, Thetis, CNR-ISMAR, sione in mare dei materiali di escavo di fon- CNR-ICTIMA, Università di Siena, 2005. Pro- dali marini costieri. Sebbene la finalità di que- getto ICSEL (Integrazione delle Conoscenze sto decreto sia ben diversa da quella relativa sull’Ecosistema Lagunare veneziano). Rap- alla movimentazione del materiale di escavo porto finale attività C. in laguna di Venezia, la metodologia adottata per la classificazione di qualità del materiale Provveditorato Interregionale per le OO.PP./ da dragare è di sicuro interesse per la revisio- Magistrato alle Acque, Thetis, SCRIPPS In- ne dei criteri di classificazione del sedimento stitution of Oceanography, CNR-ISMAR, AR- della laguna di Venezia nell’ambito di un nuo- PAV, APAT, Istituto Superiore di Sanità, ICRAM, vo Protocollo per la movimentazione del sedi- 2008. Progetto SIOSED (Determinazione spe- mento lagunare. rimentale degli effetti del riutilizzo dei più dif- fusi sedimenti della laguna di Venezia). Rap- Riferimenti bibliografici porto finale. Benedetti M., Ciaprini F., Piva F., Onorati F., Fat- torini D., Notti A., Ausili A., Regoli F., 2012. A Provveditorato Interregionale per le OO.PP./ multidisciplinary weight of evidence approach Magistrato alle Acque, Thetis, ARPAV, ISPRA, for classifying polluted sediments: integrating Istituto Superiore di Sanità, 2011. Progetto sediment chemistry, bioavailability, biomarkers HICSED (Sviluppo dei progetti ICSEL e SIO- responses and bioassays, Environment Interna- SED con la partecipazione di ICRAM, APAT, tional, 38, 17-28. ISS ed ARPAV). Rapporto finale fase D.

Burton G.A., Chapman P.M., Smith E.P., 2002. Weight-of-Evidence approaches for assessing ecosystem impairment, Human and Ecological Risk Assessment, 8(7), 1657-1673.

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59 [documenti] Proposta La proposta di Linee guida che pubblichiamo è la bozza del documento che è stato inviato alle Au- di Linee guida torità competenti in materia. Questo documento è per gli interventi stato predisposto dalla Conferenza dei Servizi per di escavazione, raggiungere un’intesa tra il Provveditorato Interre- gionale per le Opere Pubbliche del Veneto, Trentino trasporto e reimpiego Alto Adige, Friuli Venezia Giulia; l’Autorità di Bacino dei sedimenti Distrettuale delle Alpi Orientali; la Regione del Ve- della laguna neto; l’ARPAV; il Comune di Venezia; la Città Metro- politana di Venezia; l’Autorità del Sistema Portua- di Venezia le del Mare Adriatico Settentrionale; il Comune di Chioggia, con l’assistenza dei rappresentanti dell’I- SPRA, in ordine ai criteri di sicurezza ambientale da seguire nella gestione dei sedimenti della lagu- na di Venezia a superamento del “Protocollo d’In- tesa del 1993”. Al fine della tutela e della valorizzazione dell’am- biente lagunare le presenti linee guida per la ge- stione dei sedimenti determinano: - le modalità per il rilascio dell’autorizzazione per la movimentazione in laguna dei materiali di escavo dei fondali della laguna di Venezia; - le modalità di caratterizzazione, classifica- zione ed accettabilità dei materiali in funzio- ne del raggiungimento o mantenimento degli obiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici lagunari. Tale proposta è tuttora al vaglio delle Autorità com- petenti, in attesa di essere condivisa.

Premesse A causa della erosione verificatasi a partire dagli anni ’50 ad oggi, i bassifondali lagunari si sono for- temente ridotti con conseguente espansione delle aree con profondità superiore al metro, che pertan- to non offrono resistenza alla propagazione delle onde e delle correnti. Ad esempio, i bassifondali a quota superiore alla minima marea di sizigia (-0.60 m s.m.) si sono ri- dotti da 168 kmq del 1930 a 105 kmq del 1970 a 60 kmq del 2000, a cui corrisponde una perdi- ta media di 2.2 milioni di mc/anno di sedimento. Il processo erosivo è dovuto a cause ormai storiche, come la riduzione degli apporti di sedimento dai fiumi e dal mare e l’aumento della profondità dei fondali a causa della subsidenza e dell’eustatismo. Essendo quindi la laguna di Venezia in larga par- te in erosione, una corretta gestione dei sedimen- ti presenti rappresenta uno dei presupposti fon- damentali per contrastare l’erosione e mantenere

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Parametro HICSED 2011 HICSED 2011 (Anderson - Chapman 2005)

Tossicità Tossicità Assenza assente elevata statistica di tossicità (85° percentile del set di dati non tossici) Elementi mg kg-1 p.s. mg kg-1 p.s. mg kg-1 p.s. in tracce Arsenico 12 ± 3.1 21.7 ± 8.8 22.6 Cadmio 0.2 ± 0.4 1.5 ± 2.6 2 Cromo 33.9 ± 13.1 51.4 ± 19.6 61 Cr VI Rame 13.5 ± 5.1 38.4 ± 29.3 36,9 Mercurio 0.3 ± 0.2 0.9 ± 0.8 1 Nichel 16.4 ± 7.5 23.2 ± 8.4 Piombo 12.6 ± 5.0 37.5 ± 23.3 38,8 Zinco 58.4 ± 23.1 419 ± 635 227 Contaminanti μg kg-1 p.s. μg kg-1 p.s. μg kg-1 p.s. organici Composti 7.5 ± 5.0 11.7 ± 5.4 organostannici ∑PCB 1.4 ± 1.7 4.0 ± 3.0 6 ∑DDD 0.3 ± 0.2 0.4 ± 0.6 ∑DDE 0.3 ± 0.3 0.7 ± 0.5 ∑DDT 0.2 ± 0.1 0.2 ± 0.1 Clordano Aldrin Dieldrin Endrin 0.1 ± 0.0 0.1 ± 0.0 α-HCH β-HCH γ-HCH (Lindano) Eptacloro epossido HCB Idrocarburi C>12 ∑IPA(16) 0.327 ± 0.588 0.694 ± 0.555 959 Antracene 0.008 ± 0.016 0.015 ± 0.014 22 Benzo[a]antracene 0.026 ± 0.053 0.049 ± 0.047 62 Benzo[a]pirene 0.028 ± 0.057 0.055 ± 0.053 82 Benzo[b]fluorantene 0.032 ± 0.051 0.073 ± 0.059 100 Benzo[k]fluorantene 0.013 ± 0.025 0.030 ± 0.027 46 Benzo[g,h,i]perilene 0.025 ± 0.046 0.048 ± 0.045 66 Crisene 0.026 ± 0.054 0.059 ± 0.059 67 Progetto HICSED. Indenopirene 46 confronto statistico tra i dati dei campioni Fenantrene 0.031 ± 0.053 0.058 ± 0.040 64 “non tossici” e “con Fluorene 0.005 ± 0.004 0.011 ± 0.004 13 tossicità evidente” Fluorantene 0.053 ± 0.098 0.111 ± 0.091 133 secondo la valutazione Naftalene 0.006 ± 0.007 0.024 ± 0.030 23 basata su Andersen- Chapman (2005) Pirene 0.052 ± 0.092 0.153 ± 0.098 162 e valori chimici ∑T.E. PCDD,PCDF di riferimento (Diossine e Furani) di assenza di tossicità e PCB diossina simili nei confronti della PCDD/F 0.0037 ± 0.0063 0.0086 ± 0.0112 13,7 batteria di saggi biologici impiegata PCB diossina simili 0.0001 ± 0.0002 0.0005 ± 0.0007 0,0003

62 Proposta di linee guida

l’habitat lagunare ricompreso nei siti di interesse b) il confronto della tossicità dei sedimenti super- comunitario prioritari. ficiali rispetto a quelli profondi in 3 stazioni la- La tematica della gestione dei sedimenti della la- gunari caratterizzate da un marcato gradiente guna di Venezia, sollevata alla fine degli anni ’80, è di contaminazione chimica; stata fatta oggetto di una prima regolamentazione c) il confronto delle concentrazioni di inquinan- avvenuta l’8 aprile del 1993 con la sottoscrizione ti nei bassifondali rispetto alle concentrazioni del cosiddetto “Protocollo Fanghi” (sottoscritto tra degli stessi inquinanti nei sedimenti di un ca- Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio nale di navigazione contiguo, il Vittorio Ema- e del Mare, Comune di Venezia, Comune di Chiog- nuele; gia, Provincia di Venezia, Regione del Veneto e l’al- d) la verifica dell’influenza della composizione dei lora Magistrato alle Acque di Venezia) nell’ambito suoli del retroterra lagunare, in particolare il del quale sono stati definiti specifici limiti al riutiliz- bacino scolante, sulla composizione del sedi- zo dei sedimenti, per interventi di recupero e rico- mento lagunare per identificare i cosiddetti va- struzione morfologica, attraverso il rispetto di valori lori di fondo (limitatamente agli elementi inor- tabellari di concentrazione relativi ad alcuni inqui- ganici). nanti inorganici. Tale Protocollo, adottato in via spe- rimentale con validità di 365 giorni, non è mai stato Proposta operativa formalmente rinnovato né prorogato. Quanto si propone fa riferimento alla lista di in- Il “Protocollo Fanghi” definisce le possibili desti- quinanti e ai valori di concentrazione previsti dal nazioni in laguna (per interventi di recupero e ri- D.M. 260/2010, dal D. Lgs. 172/2015 e dal D.M. costruzione morfologica), e fuori laguna, delle ter- 173/2016. re di dragaggio classificate in quattro classi (A, B, La proposta si basa largamente sull’approccio me- C ed oltre C) e, ancora oggi, costituisce l’unico ri- todologico contenuto nel D.M. 173/2016 che pre- ferimento per la gestione in condizioni di sicurez- vede il confronto fra classi di pericolo chimico ed za ambientale dei sedimenti “ex situ” e talvolta ecotossicologico, rispettivamente, derivanti dai ri- anche per valutazioni della qualità dei sedimen- spettivi Hazard Quotient (HQ) per pervenire alla ti “in situ”. suddivisione del sedimento in 5 classi A, B, C, D ed Il Protocollo, che deriva da una normativa sui rifiu- E a cui corrispondono altrettante destinazioni d’u- ti, prevede criteri di classificazione esclusivamente so del sedimento stesso. di tipo chimico senza dare alcuna indicazione su- gli effetti; tale Protocollo va superato in quanto ha Classe A generato una gestione insostenibile della risorsa La classe A non prevede valutazione ecotossicologi- sedimento prevedendo che solo una piccola per- ca essendo basata su valori chimici inferiori ad L1 centuale (massimo 5%) possa essere riutilizzata in (ovvero HQchim assente o trascurabile) e su valo- laguna senza vincoli di confinamento. Inoltre, una ri di bioaccumulo inferiori a quelli previsti dal D.M. mole cospicua di conoscenze acquisite negli ultimi 260/2010 e dal D. Lgs 172/2015, fatta salva la ne- anni (si vedano ad esempio gli studi del Provvedi- cessità di definire alcuni L1loc assieme ai corri- torato Interregionale per le OO.PP.: “ICSEL”, “SIO- spondenti limiti di bioaccumulo. SED” ed “HICSED”, quest’ultimo condotto in colla- borazione con ISPRA) dimostra che la differenzia- Classe B zione del sedimento lagunare in classe A e classe Caratterizzazione ex ante B, così come prevista dal Protocollo, non ha una 1) Caratterizzazione chimica ed ecotossicologica giustificazione scientifica. del sito donatore/partenza e del sito recettore/ arrivo e analisi del bioaccumulo per definire la Ai fini della proposta preliminare che segue, è sta- mobilità in entrambi i siti. ta effettuata una serie di approfondimenti che han- 2) Definizione di classe chimica e classe ecotossi- no interessato: cologica sulla base degli Hazard Quotient chi- a) la valutazione della distribuzione degli inqui- mico (HQchim) ed ecotossicologico (HQeco- nanti chimici nei corpi idrici dell’intera laguna tox) come da DM/173. di Venezia (valori minimi e massimi); 3) Valutazione della fattibilità dell’intervento sulla

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Laguna di Venezia. Lavori per la ricostruzione di barene

64 Proposta di linee guida

base della classe di pericolo, a condizione che A non sia superiore a quella media, sia per chi- Sedimenti che possono essere utilizzati per inter- mica che per ecotossicologia e sulla base del venti di ripristino di morfologie lagunari che pre- “bioaccumulo” nel sito di partenza, comun- vedono il contatto diretto o indiretto dei sedimenti que inferiore ai limiti di legge ed inferiore, o con le acque della laguna. al più uguale, a quello del sito di arrivo, nel ca- B so di sedimenti con medesima classe. Pertan- Sedimenti che possono essere utilizzati per inter- to, il sedimento è movimentabile liberamente venti di ripristino di morfologie lagunari che pre- quando: vedono il contatto diretto o indiretto dei sedimen- a) le classi ecotossicologica e chimica, rispettiva- ti con le acque della laguna, solo in aree/corpi idrici mente, del sito di arrivo sono peggiori rispetto di qualità inferiore o uguale rispetto all’area/corpo a quelle del sito di partenza. idrico di partenza. Test di biomonitoraggio (bioac- b) la classe ecotossicologica del sito di partenza cumulo) devono essere previsti per verificare che il è uguale o minore a quella di arrivo e, limita- bioaccumulo nell’ all’area/corpo idrico di partenza tamente al sito di partenza, risulta migliore a sia inferiore ai limiti di legge ovvero inferiore al bio- quella chimica. accumulo nell’area/corpo idrico di arrivo. c) le classi ecotossicologica e chimica del sito di C arrivo e di partenza sono uguali, con il bioac- Sedimenti che possono essere utilizzati per interventi cumulo in partenza inferiore e al più uguale a di recupero e ripristino di morfologie lagunari, realiz- quello del sito di arrivo. zati in maniera tale da garantire un confinamento per- Nel caso di movimentazione del sedimento di clas- manente dei sedimenti stessi così da impedire ogni ri- se B è prevista anche la: lascio di inquinanti nelle acque lagunari. caratterizzazione ex post D d) Test di tossicità acuta nel sito recettore im- Sedimenti che possono essere utilizzati per interventi mediatamente dopo il conferimento del sedi- riguardanti ampliamenti ed innalzamenti di morfolo- mento gie permanentemente emerse o di aree interne limi- e) Dopo almeno 12 mesi, nuova caratterizzazio- trofe alla conterminazione lagunare, realizzabili con ne ecotossicologica nel sito recettore limitata- un confinamento permanente costituito da struttu- mente ai test di tossicità subcronica e test di re dotate di fondazioni profonde e continue, tali da bioaccumulo. evitare sia in corso d’opera che ad opera compiuta Sedimenti con sforamenti di L2 in partenza non so- qualsivoglia rilascio di specie inquinanti. no movimentabili liberamente in laguna. E Sedimenti utilizzabili per il ripristino altimetrico di Classe C aree depresse al di fuori della conterminazione la- 1) Sedimento che, dopo caratterizzazione ex-ante gunare, con assicurazione del totale isolamento e del sito donatore, risulta di classe ecotossicolo- impermeabilizzazione. gica e chimica non superiore alla media, sulla base degli HQecotox e HQchim, ma non viene Una volta concordato l’approccio metodologico per rispettato il bioaccumulo. la classificazione dei sedimenti, si rimanderà a un Classe D allegato tecnico per definire procedure particola- 1) Sedimento di partenza che presenta classi di reggiate, tipo le modalità di dragaggio e movimen- pericolo sia chimica che ecotossicologica, sulla tazione del materiale sedimentario, nonché infor- base degli HQecotox e HQchim, alti. mazioni sulle precedenti attività di monitoraggio Classe E ambientale, sulle caratteristiche morfo-batimetri- 1) Sedimento di partenza che presenta classi di che e granulometriche, ecc. pericolo sia chimica che ecotossicologica, sulla base degli HQecotox e HQchim, molto alti. [N.d.R. L’allegato tecnico è in corso di elaborazio- ne da parte degli Enti competenti ed è in parte an- A seguire le opzioni gestionali in funzione delle ticipato dal contenuto delle tabelle nell’intervento classi di appartenenza sopra descritte. del professor Marcomini]

65 [contributi] dalla redazione non sonostativerificati di conseguenzaidatipubblicati editoriali dellaRivista, necessariamente lelinee che nonrappresentano proposti afirmeautorevoli sezione sonocontributiesterni Gli articolidiquesta addirittura denominato “Progetto R.E.A.” * Docente di Pianificazione riequilibrare (Riequilibrio e Ambiente). e Progettazione Ma dopo altri dieci anni, nel 1992, non avendo Territoriale Ambientale e riqualificare e Paesaggistica, ancora ottenuto i risultati previsti, il parlamento Istituto Universitario Architettura Venezia la laguna con un’ulteriore legge speciale (n. 139) arriva di venezia a subordinare l’utilizzo dei fondi per le opere di regolazione delle maree alla verifica da per un futuro parte del Comitato di Indirizzo interministeriale sostenibile (“Comitatone”) di un “adeguato avanzamento” di tutti gli interventi di tutela e riqualificazione lagunare (rinforzo dei moli foranei, difesa dalle acque alte degli abitati insulari e dei litorali, di Stefano Boato* sostituzione del traffico petrolifero in laguna, apertura delle valli da pesca all’espansione L’evoluzione delle norme delle maree) e in particolare destina una quota nelle leggi e nei piani non inferiore al 25% dei fondi al “Ripristino La finalità principale per la salvaguardia della della morfologia lagunare” e all’“Arresto del laguna è stata posta già nell’articolo 1 della processo di degrado della laguna”. prima legge speciale del 1973 (n. 171): “la Su questi principali e prioritari obiettivi, dopo il Repubblica … tutela l’equilibrio idraulico, Piano Generale degli Interventi del 1992, in un preserva l’ambiente dall’inquinamento anno vengono elaborati due piani-programmi atmosferico e delle acque” prevedendo in complessi, ambedue di una decina di volumi particolare “la riduzione dei livelli marini in (approvati dal Comitato Tecnico del Magistrato laguna mediante opere che rispettino i valori alle Acque), che sono giunti a indicare i idrogeologici, ecologici e ambientali e in progetti di massima e le verifiche di fattibilità nessun caso possono rendere impossibile o degli interventi. compromettere il mantenimento dell’unità e In particolare, il “Piano degli Interventi per il continuità fisica della laguna” (articolo 12). recupero morfologico della laguna” (Consorzio Dieci anni dopo la finalità viene ribadita Venezia Nuova - Magistrato alle Acque di dalla Legge Speciale del 1984 (n. 798) che Venezia, vol. 7, 1992-93), per “ridurre gli prescrive “studi, progettazioni, sperimentazioni effetti della portualità sulla morfologia”, e opere volte al riequilibrio idrogeologico della prevede e progetta la riduzione della laguna, all’arresto e inversione del processo di profondità del Canale dei Petroli: nel paragrafo degrado del bacino lagunare e all’eliminazione “Modifica dei canali navigabili a Malamocco” delle cause che lo hanno provocato … con sono studiati gli effetti del ri-escavo con interventi … nel rispetto delle caratteristiche fondale a -12 m del canale Fisolo ricalcando di sperimentalità, reversibilità e gradualità”, prevalentemente l’antico tracciato (alternativa prescrivendo “studi sulla laguna con A) o della riduzione dell’attuale Canale dei particolare riferimento a ripristinare i livelli di Petroli (tra la bocca di Malamocco e Porto profondità dei canali, nonché all’apertura delle San Leonardo) con riempimento a -13 m valli da pesca” (articolo 3). (alternativa B). All’epoca il canale risultava (e L’insieme della progettazione del Consorzio risulta ancor oggi) a profondità fra i -16.90 m Venezia Nuova a fine degli anni ’80 è stato e i -17.95 m. Nel paragrafo “Lungo il Canale

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Litoraneo San Leonardo-Marghera” progetta • Barene e velme (art. 6): “Sono vietati la ricostruzione di sette piccole barene interventi di bonifica e colmata nonché lineari con circa 750.000 mc di fanghi (non movimenti di terra e scavi. La formazione di scogliere di pietrame) che si interrompono per nuove barene è consentita tenendo conto consentire e favorire la confluenza e il tiraggio della morfologia storica lagunare”. dei canali lagunari trasversali. Negli anni 2000 la laguna e parte dei Le massime navi di progetto ritenute litorali vengono inseriti nelle aree ambientali compatibili con il Canale dei Petroli così dichiarate dall’Europa Siti di Interesse progettato e riconfigurato sono da 88.000 Comunitario (SIC) e Zone a Protezione tonnellate di stazza e da 2.000 TEU, con una Speciale (ZPS) soggette alle specifiche lunghezza massima di 240-235 m. normative e Valutazioni di Incidenza. Nel 1993 il Ministero dell’Ambiente, in Il Consiglio dei Ministri del 15.3.2001 attuazione della legge del 1991 (n. 360) che delibera “un ulteriore stadio progettuale gli assegnava la realizzazione del “Sistema di degli interventi necessari per aumentare le coordinamento e di controllo degli interventi capacità dissipative dei canali alle bocche finalizzati al riequilibrio idrogeologico, alla di porto, … l’aggiornamento del Piano degli salvaguardia ambientale e al disinquinamento” Interventi per il recupero morfologico della emana il “Protocollo Fanghi” (concordato e laguna, … la riattivazione dei dinamismi sottoscritto dal Ministero dei Lavori Pubblici - naturali, … il riequilibrio idrogeologico”. L’anno Magistrato alle Acque, da Regione, Provincia successivo nelle Linee Guida deliberate dal ed EE.LL.) nel quale prescrive che per la Comitato Interministeriale (il 6.12.2002) per la morfologia lagunare “si deve fare riferimento compatibilità delle funzioni portuali si enuncia alla ricostruzione della forma originaria che “Le misure previste integrano le iniziative riportata nella cartografia del 1901 e del di carattere gestionale volte a controllare il 1931” con le batimetrie del Magistrato alle numero dei passaggi e a ridurre la velocità dei Acque precedenti agli interventi sconvolgenti natanti specialmente in zone soggette ad alta degli anni ’50 e ‘60. intensità di traffico navale”. Le norme del P.A.L.A.V. (Piano ambientale e La Commissione per la Salvaguardia (istituita paesaggistico dell’Area della Laguna e Area dalla legge n. 171/1973) a fine 2003 vota Veneziana), approvato definitivamente nel all’unanimità il parere sul progetto per il 1995 (in attuazione della Legge Speciale del Canale dei Petroli che prescrive: 1973 e del decreto paesaggistico-ambientale • “gli interventi di riduzione dell’officiosità sulla laguna del 1985), prescrivono in del Canale dei Petroli fin dalla bocca di particolare quanto segue: porto”; • Laguna viva (art. 5): “Predisposizione di • “opere rimovibili e sperimentali a prosieguo misure per la protezione e la valorizzazione degli interventi programmati con il piano dell’ambiente naturale con particolare del 1992-93”; riguardo all’equilibrio idraulico e • “le energie anomale ed eccessive dovute idrogeologico e all’unità fisica ed ecologica alla innaturalità dell’assetto attuale e della laguna, innalzamento delle quote ai passaggi delle navi, vengano ridotte dei fondali determinatesi per l’erosione al minimo sulla base di progetti di presso le bocche di porto e nei canali di uso e riassetto dell’area, considerato il navigazione”. programma di riduzione dell’invaso del

68 Riequilibrare e riqualificare la laguna di Venezia per un futuro sostenibile

Canale dei Petroli nel primo tratto in esame Salvaguardia “restituisce” un primo progetto con una profondità massima di 12-13 m”; che prevede il quasi raddoppio del Canale • “le energie anomale dovranno essere dei Petroli (da 60 a 100 m di larghezza). A inglobate nei nuovi assetti funzionali novembre del 2013 lo stesso Magistrato alle progettati e realizzati in modo da divenire Acque ferma l’approvazione di un secondo fattori di vivificazione, di rinaturazione e di progetto che prevede l’arginamento del nuovo equilibrio dinamico”; canale con enormi massi di pietrame (con una • “realizzare le opere di bordo in modo da scogliera lunga 7,5 km e larga 26 m). consentire la circolazione delle acque” (per riattivare il tiraggio dei canali trasversali in Premessa via di interramento per il grande tiraggio Dopo l’alluvione del 1966 la complessa del Canale dei Petroli); elaborazione e l’approvazione unanime • “le aperture ai flussi di corrente vanno della prima legge speciale del 1973 avviò realizzate in corrispondenza dei canali, una stagione trentennale nella quale la … dovranno essere raccordate al Canale laguna di Venezia è stata sempre al centro dei Petroli in modo da ricevere le onde degli interessi di tutti gli studi, i dibattiti, i provocate dal passaggio delle navi piani, i progetti, i finanziamenti e le azioni trasformandole da elementi di aggressione della salvaguardia per il suo riequilibrio e a elementi di vivificazione delle aree riqualificazione. lagunari retrostanti”; Come vedremo, vi sono stati momenti di • “innescheranno processi evolutivi discussione anche accesa, ma gli obiettivi di rimodellamento spontaneo e di strategici finali non erano mai stati messi rinaturazione progressiva in equilibrio in discussione fino a quando, dal 2003, con un nuovo assetto morfologico ed l’obiettivo principale si è perso per via ed energetico”; è diventato la realizzazione della grande • “rimane convenuto di presentare opera, il Mose, che di per sé in pochi anni quanto prima il progetto generale di ha assorbito ogni finanziamento e azione riqualificazione del Canale dei Petroli al punto che l’attenzione per la laguna è riducendone l’officiosità idraulica come diventata via via sempre più secondaria, indicato nel Piano del Magistrato alle fino a far perdere il dibattito culturale e Acque del 1992-’93”. sociale e la consapevolezza della priorità che Il Decreto del Ministero delle Infrastrutture aveva guidato per secoli tutta la comunità e dei Trasporti, di concerto con il Ministero veneziana e la responsabilità dei gestori delle dell’Ambiente, del 2.3.2012 “vieta il transito azioni pubbliche. nel Canale di San Marco e nel Canale della Dopo l’esplodere dello scandalo Mose, che Giudecca delle navi adibite al trasporto ha permesso di ricondurre a correttezza di merci e passeggeri superiori a 40.000 la gestione dei finanziamenti pubblici, è tonnellate, … il divieto si applica a partire dalla però ora necessario ricostruire in tutto disponibilità di vie di navigazione praticabili il tessuto sociale e dell’informazione e alternative”. Nelle more le compagnie dell’elaborazione culturale le conoscenze, che crocieristiche hanno auto-limitato il passaggio riprendano a farsi carico delle problematiche alle navi inferiori a 97.000 tonnellate di stazza. per ricreare le condizioni di una azione di A febbraio del 2013 la Commissione di grande impegno e di azioni complesse e di

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In basso lunga durata che sole possono permetterci di qualche equilibrio durato dal 1700 sino ai Figura 1. Evoluzione della profondità media non perdere la laguna - che sta diventando primi decenni del 1900. alle bocche di porto un braccio di mare - e di invertire i processi Solo gli sconvolgimenti antropici del secondo (Punto Informativo del Ministero dell’Ambiente, in corso, verso un prospettiva strategica di ‘900 hanno portato a un pericolo opposto: la Venezia 1998) riequilibrio e riqualificazione pluridecennale, laguna non rischia più di essere interrata ma Nella pagina seguente, forse secolare. di diventare un braccio di mare. dall’alto al basso Figura 2. Interventi I temi da esaminare come vedremo sono per ridurre gli effetti della portualità sulla Tematiche Rilevanti molti e complessi, ma vi è un equivoco morfologia (Piano 1. Il riequilibrio idrogeologico strutturale importante, forse il principale, che va chiarito Morfologico 1992, Progetto di massima, Sul tema dello squilibrio idrogeologico della innanzitutto. vol. 7b, p. 69) laguna negli anni gli equivoci propagandati Non sono stati i moli foranei, costruiti alle Figura 3. sono stati molti. In particolare si è molto bocche di porto tra la fine dell’800 e l’inizio Schematizzazione dei differenti tracciati giocato sul fatto che la laguna nel tempo del ‘900, a sconvolgere prima l’equilibrio per il canale Malamocco- Marghera. è sempre cambiata. In effetti per secoli idraulico e poi anche quello morfologico Alternativa A: ripristino la serenissima ha cercato di mantenere dell’ecosistema lagunare. I dati delle integrale del canale Fisolo. la laguna evitandone l’interramento misurazioni fisiche e idrauliche degli archivi Alternativa B: ripristino parziale del canale Fisolo (la deviazione dei fiumi dell’entroterra documentano che nel giro di pochissimo (Piano Morfologico 1992, aveva questo principale scopo) e vi è tempo, ogni volta, in solo uno o due anni Progetto di massima, vol. 7b, p. 137) sostanzialmente riuscita, raggiungendo un dalla fine della realizzazione dei moli nelle singole bocche, il tirante d’acqua delle maree è aumentato di forza e velocità e ha causato un approfondimento del fondale tale 1809 1901 1933 1971 1811 1975 da portare in breve tempo la portata d’acqua scambiata tra mare e laguna quasi a pari della precedente. La larghezza delle bocche -1,5/-2 m è stata stretta e la corrente ha scavato e

-8 m -7/-8 m approfondito il fondale fino a riportare lo scambio delle maree più o meno alle Profondità media strato di caranto -11 m -10/-13,6 m quantità precedenti. Bocca di porto di Lido - S. Nicolò Il vero sconvolgimento è cominciato poi, con i successivi periodi, in cui con draghe Costruzione Scavo artificiale Ulteriore scavo sempre più grandi e potenti si sono scavati dighe foranee con draghe meccaniche e inaugurazione del canale dei petroli sempre più i fondali delle bocche di porto e Assestamento (1968) naturale dei fondali dei canali portuali. Lo scavo era iniziato per consentire il passaggio delle navi da guerra, poi con -3/-4 m navi sempre più grandi - merci, petroli

-9/-10 m e container - e negli ultimi anni anche -13 m crocieristiche. -15 m -15/-16 m Il dissesto ha raggiunto l’apice quando Profondità media strato di caranto lo scavo dei fondali è arrivato a intaccare lo strato di caranto, l’argilla consolidata Bocca di porto di Malamocco e pressurizzata da migliaia d’anni che

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costituisce il basamento che sostiene maggiormente le fondazioni e le palificazione in laguna e in città (Figura 1). Dove è stato intaccato questo strato le maree hanno innescato una ulteriore erosione dei fondali e in particolari situazioni il vortice delle correnti ha scavato fosse fino a grandissime profondità all’interno e nei pressi delle bocche. Questa consapevolezza ha portato a prescrivere nelle leggi speciali e nel P.A.L.A.V. l’innalzamento dei fondali alle bocche e nei canali portuali profondamente erosi. Ma l’indirizzo strategico delle norme affermato e ribadito non è stato a tutt’oggi attuato.

Il Piano Generale degli interventi del 1992 e il Piano Morfologico del 1993 Nel Piano Generale degli interventi del 1992 e nel Piano Morfologico del 1993 si progettano tra gli altri gli interventi per ridurre gli effetti della portualità sulla morfologia (Figura 2). In particolare, soprattutto per ripristinare almeno in parte la morfologia e i processi idrodinamici antecedenti l’escavo del Canale dei Petroli negli anni ‘60, si studia una radicale modifica delle vie navigabili nel bacino di Malamocco con due alternative. Una prevede il rialzo del Canale dei Petroli dalla bocca di Malamocco a Porto San Leonardo dai -15 ai -13 m, l’altra Alternativa A consiste nel riempimento del tratto e nel riescavo a -12 m di un nuovo canale, riattivando prevalentemente il canale Fisolo; questo intervento viene sviluppato anche modellisticamente per valutare gli effetti sul sistema lagunare (Figura 3 - alternative A e B). L’obiettivo è quello di ridurre l’effetto di richiamo dei sedimenti dai bassifondi limitando il materiale in sospensione lungo il canale che viene portato in mare durante la fase di riflusso di marea.

Alternativa B

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Figura 4. Dei semplici Le elaborazioni del Ministero dell’Ambiente potrebbero finalmente essere attuate almeno dossi sommersi realizzati lungo i lati a nord-est del 1999 per il Comitatone per ottenere risultati significativi sulle parti dei canali preesistenti, Nel 1999 il Ministero dell’Ambiente ha più basse di Venezia (piazza San Marco e in localizzazioni tali da intercettare i sedimenti contribuito con elaborazioni autonome Rialto) e nelle isole della laguna nord: si potrà sollevati e spinti dalle onde di bora, non solo alle verifiche chieste dal Comitato rialzare il fondale del canale di San Nicolò alla eviterebbero l’ulteriore Interministeriale (“Comitatone” ex quota di profondità di -8 m alla quale si era perdita in mare dei sedimenti con le maree lege 171/1973) all’Ufficio di Piano in spontaneamente assestato solo un anno dopo in uscita, ma, fungendo 1 da celle di cattura o da formazione . la costruzione dei moli foranei. imbuti, porterebbero al A proposito della recupero di quota nei fondali interessati e valutazione dell’efficacia indurrebbero flussi coesi, il tutto con rinnovate degli interventi di differenziazioni nella riduzione delle sezioni alle morfologia sommersa. Ciò, grazie alle correnti bocche e dell’apertura di marea nuovamente alimentate dal Fisolo, delle valli da pesca per rappresenterebbe la la riduzione delle acque partenza per un ripristino progressivo dei canali alte, la relazione di e della natura stessa di laguna canalizzata. sintesi finale inviata al Legenda delle Presidente del Magistrato soluzioni proposte. 1) occlusione fino a alle Acque a gennaio quote di bassofondo 2000 recita in particolare: dell’attuale imboccatura del Canale dei Petroli; “Complessivamente, 2) idem del Canale dei Petroli all’incrocio le elaborazioni svolte col canale Spignon; segnalano la possibilità 3) dosso sommerso di contenimento delle di ottenere (senza Mose torbide nell’ansa del canale Fisolo; 4) dosso e senza irrigidimento e a protezione della rivestimento del fondale) regolarizzazione dell’ansa del Fisolo; 5) dosso di con una configurazione protezione e cattura torbide nel raccordo intermedia, una riduzione tra Fisolo e Canale delle punte di marea dei Petroli; 6) dossi finalizzati a convogliare mediamente di 20,2 cm. la corrente nei canali Re di Fisolo e Molini; Si evidenzia che per il 7) dossi di cattura caso di Burano l’efficacia delle torbide sui lati a bora delle preesistenti dell’apertura delle valli da canalizzazioni; 8) dossi a imbuto atti a recepire pesca nelle simulazioni la bora originando operate ha un’efficacia media di 9,10 cm e La rielaborazione di Italia Nostra e Società flussi coesi; 9) pennelli soffolti atti a favorire la di quasi 10 cm con l’effetto sinergico degli Naturalistica del 2016 cattura di sedimenti; 10) interventi alle bocche”. Esiste uno studio progettuale, articolato in superfici di realizzazione di frange barenali Se con i recenti provvedimenti si rinuncerà a soluzioni puntuali (L. Bonometto, Scenari relazionate agli impatti della navigazione e alle usare il canale della bocca di Lido e il bacino possibili per il riequilibrio della Laguna forzanti meteomarine. di San Marco-Canale della Giudecca per far centrale), che è stato assunto da Italia Nostra transitare le grandi navi crocieristiche, le come possibile scenario futuro alternativo 1 Con elaborazioni CNR, ANPA, ENEA prescrizioni delle leggi speciali e del PALAV, ai disastri dell’ultimo cinquantennio (Figura verificate nel 1999 dal Ministero dell’Ambiente, 4). La proposta riprende, ed elabora, le

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linee espresse dalle indicazioni progettuali risalita, seguita da lento deflusso. Per questo, 2 Nel tratto confinante con la laguna aperta del Magistrato alle Acque del 1992, dalle nei primi anni Duemila si era valutato, questo sistema deve indicazioni emerse nei confronti tra il in incontri condivisi presso il Ministero configurarsi come interfaccia protettiva e Ministero dell’Ambiente e al Magistrato dell’Ambiente e il Magistrato alle Acque, di dissipativa tra il canale e alle Acque fatte proprie nel 2003 dalle affrontare in modo nuovo le soluzioni per la le acque libere, capace di relazionarsi con le indicazioni dell’ICRAM, ulteriormente delimitazione del Canale, al fine di mitigarne forzanti, date in primo luogo, nel margine del prescritte dalla Commissione Salvaguardia. gli impatti recependo e incanalando canale, dagli impulsi Il ripristino del Fisolo quale canale naturale e mediante opportune progettazioni queste elevati e discontinui dovuti ai transiti delle di navigazione, sostituito al tratto iniziale del correnti, potenziali fattori sia di vivificazione navi, e sul lato rivolto alle acque libere dal Canale dei Petroli, rappresenta la premessa che di cattura e trasporto di sedimenti moto ondoso da bora per la riformazione progressiva della rete sollevati dai passaggi delle navi. e da scirocco. Tra i due fronti, costituiti ciascuno di canali minori, oggi ridotta a tracce Questa potenzialità è stata rilanciata come da un allineamento di corpi barenali separati residue, che innervava la vasta estensione prescrizione dalla Commissione per la da ghebi, una superficie lagunare antistante alle Casse di Colmata. Salvaguardia di Venezia che, convenendo intermedia a bassifondi e velme fungerà da fascia di Questa soluzione, basata sui ripristini sulla necessità di attivare e sostenere le espansione e transizione lasciata ai rimodellamenti della morfologia sommersa, propone per capacità di autorisanamento del sistema spontanei. l’area affossata e spianata dall’erosione la lagunare, aveva deliberato che le energie realizzazione di dossi sommersi, con finalità anomale dovute ai passaggi delle navi plurime: dovevano essere ridotte al minimo e • incanalare i flussi acquei, evitandone la orientate, grazie a strutture morfologiche dispersione e inducendo la riapertura di da progettare ad hoc, in modo da diventare rami terminali; fattori di vivificazione, di rinaturazione e di • contrastare gli interrimenti dei canali rinnovato equilibrio dinamico. Indicazioni causati dalle correnti trasversali; chiarissime, ripetute e praticabili. • frenare la formazione e diffusione Lo studio propone soluzioni specifiche per delle onde da vento e le conseguenti i diversi tratti del Canale dei Petroli. Nel risospensioni di sedimenti, dovute alle tratto da San Leonardo a Fusina le soluzioni accresciute profondità dei bassifondi; consistono in sequenze di “ghebi” capaci di • trattenere le torbide impedendone accogliere le acque e i sedimenti spinti dai la perdita in mare e favorendone la passaggi delle navi, facendoli confluire, con rideposizione, con incremento nelle quote impulsi discontinui seguiti da brevi riflussi, e con innesco di processi ricostruttivi in corpi acquei dissipativi connessi tra loro, delle differenziazioni sommerse; capaci di trattenere i sedimenti strutturando • recepire in flussi canalizzati le acque nuovi fondali e incrementando le capacità spinte dalla bora, convogliandole e autoconservative, col valore aggiunto dato trasformando parte dell’energia eolica dalla riduzione dell’interrimento del canale in fattore di differenziazione e di navigabile2. riformazione della rete periferica; • riorganizzare l’estensione acquea in corpi La disponibilità di sedimenti idrici confinati. Per qualsiasi intervento di ripristino I passaggi di navi nel Canale dei Petroli morfologico, un problema basilare consiste creano nei rami laterali, come l’antico Brenta nella disponibilità di sedimenti idonei per da Fusina ai Moranzani, una corrente in qualità chimica e granulometrica, da reperire

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in quantità adeguate alle opere prospettate. di sedimenti dalla bocca di porto del Lido Occorre grande attenzione a tutti i fattori per è stato negli anni annullato dagli “scavi di ridurre al massimo la perdita di sedimenti: manutenzione” fatti dall’Autorità Portuale la pesca demolitiva dei fondali; l’impegno per garantire il passaggio di navi di sempre alla riformazione di suolo organico ottenibile maggior dimensione. riportando acqua dolce e con questa Si possono comunque riprogettare modalità canneti; la possibilità di ridurre l’erosione da di riporto in laguna dei sedimenti dai litorali vento attraverso dossi sommersi o elementi in ripascimento. galleggianti e di trattenere diffusamente i sedimenti mediante soluzioni di cattura; il b) Acque fitodepurate e sedimenti organici ripristino ancora possibile della resilienza dalle aree di transizione delle superfici ed evitare la perdita in mare La deviazione dei fiumi fuori dalla dei sedimenti sollevati all’interno dei canali laguna, l’arginamento artificiale della portuali dai passaggi delle navi. conterminazione lagunare e il grande Analizzeremo alcuni di questi temi ma va consumo di acqua per l’irrigazione agricola comunque rilevato lo spreco negli ultimi negli anni hanno sempre più drasticamente anni, per la realizzazione di pseudo-barene ridotto l’apporto in laguna di acqua dolce. lungo i canali della Navi e dei Marani, di Così sono quasi scomparse le ampie zone a milioni di metri cubi per opere innaturali e canneto che per secoli hanno depositato il poco efficienti, laddove un utilizzo oculato materiale organico a formare le barene e i può consentire con le stesse quantità azioni bassifondi lungo la gronda e in tutta la fascia diffuse e graduali su superfici molto più di transizione. vaste, con cui evitare maggiormente le Oggi per prevenire l’inquinamento e perdite e innescare al contrario processi di l’eutrofizzazione bisogna però limitare gli cattura e ripristino delle differenziazioni e apporti in laguna dei nutrienti dai fiumi con delle canalizzazioni. un opportuno trattamento delle acque. Per un maggior apporto di acqua dolce 2. L’APPORTO DI SEDIMENTI fitodepurata dal bacino scolante, con la PER IL RIEQUILIBRIO IDROGEOLOGICO quale ricreare le fasce a canneto lungo tutta a) Sedimenti sabbiosi dai litorali la gronda lagunare, il “Progetto generale Già nel Progetto Generale per il Recupero per l’arresto e l’inversione del degrado” Morfologico il Magistrato alle Acque aveva elaborato da Magistrato alle Acque - predisposto un progetto di massima per Consorzio Venezia Nuova nel 1994, in una favorire l’ingresso in laguna dei sedimenti prima ipotesi di massima aveva proposto apportati dai fiumi nel litorale del Cavallino una fascia di lagunaggio e depurazione (che è in progressivo ripascimento). lungo tutta la conterminazione lagunare. L’intervento prevedeva un prelievo dei Per le prime sperimentazioni erano state sedimenti in corrispondenza del molo nord individuate due aree pilota una a Ca’ Deriva della bocca di Lido e la loro restituzione nel nella laguna nord e una in zona Ca’ Rossa canale di Treporti in fase di flusso mareale nella laguna sud (l’unica realizzata). successivamente movimentati verso le aree In seguito il Ministero dell’Ambiente nel più interne. 1998 ha individuato, con prime sintetiche Invece già il solo parziale ingresso spontaneo analisi, una decina di aree lungo la gronda

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lagunare a sud di Fusina sino a circa di transizione può ricostituire le originarie metà del percorso del Taglio Novissimo, grandi aree a canneto, ora ridotte ai minimi in zone di recente bonifica e al disotto del termini; la ricostruzione con materiale livello del mare, particolarmente vocate organico dei bassifondi e delle barene nelle per la predisposizione di fitodepurazione zone più interne della laguna può essere e lagunaggio delle acque dei canali riavviata ed estesa lungo tutta la gronda minori sfocianti in laguna dalla terraferma nord e sud. (valutando quote altimetriche, collocazione territoriale, utilizzo in atto, servitù militari, 3. LA CONFIGURAZIONE MORFOLOGICA caratteristiche agronomiche-paesaggistiche); ALLA QUALE TENDERE la proposta però non ebbe seguito. Sulla configurazione di riferimento per Più recentemente, nel 2009-2012, il “Ripristino della Morfologia Lagunare” Magistrato alle Acque e Consorzio (in attuazione dell’articolo 3d della Legge Venezia Nuova hanno attuato un progetto Speciale n. 39 del 1992) il Protocollo Fanghi sperimentale per il “Ripristino dei caratteri promulgato dal Ministro dell’Ambiente in lagunari nelle aree di gronda”: con un primo data 8.4.1993 (in applicazione dell’articolo e controllato varco nell’argine del Taglio di 4 c.6 della legge n. 360/1991), dopo aver Sile lungo la gronda lagunare settentrionale raggiunto l’intesa con il Magistrato alle si è sperimentato un maggior apporto di Acque, la Regione, il Provveditorato al Porto, acqua dolce in laguna in zona Trezze - Ca’ la Provincia e gli EE.LL., prescrive che “per Zane. la ricostruzione si deve fare riferimento alla Con il monitoraggio della salinità e delle forma originaria riportata nelle cartografie portate i risultati della sperimentazione del 1901 e del 1931, … le barene da indicano che per mantenere un ambiente più ricostruire sono inquadrate nel progetto dulciacquicolo (con valori di salinità inferiori) generale di ricostruzione morfologica è sufficiente mantenere portate dell’ordine elaborato dal Consorzio Venezia Nuova nel di 60-70 l/s in un’area di estensione pari a 1992 per il Magistrato alle Acque”. quella dell’intervento, con lo sviluppo della L’obiettivo individuato nelle morfologie popolazione a canneto che svolge molteplici riportate dalle carte batimetriche del 1901 funzioni sia di fitodepurazione sia di grande e del 1931 è stato allora concordemente valore ecologico (avifauna, rettili, anfibi, fissato tenendo conto che gli sconvolgimenti specie ittiche come cefali passere e volpine , più gravi alle morfologie lagunari alle novellame). bocche di porto e nei canali portuali (per Analoga operazione doveva seguire sul corrispondere alle dimensioni e pescaggi Taglio del Brenta Novissimo lungo la gronda sempre maggiori delle navi) sono stai fatti della laguna meridionale (ma non risulta negli anni ’50 e ancor più negli anni ’60. avviata). Per fissare uno stato morfologico di Questi interventi e la modifica del sistema riferimento (stato zero) anche la delibera del irriguo delle aree agricole nel bacino Consiglio dei Ministri del 15.3.2001 dà una scolante, possono consentire di predisporre prescrizione analoga: “tendere al ripristino un maggior afflusso di acque dolci non delle condizioni esistenti prima dei moli e inquinate in laguna. dei grandi canali di navigazione”. La riconfigurazione di una ampia fascia La necessità di definire una configurazione

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della laguna a cui tendere è ben ricordata e grande deposito di Gas di Petrolio Liquido richiesta anche nel documento dell’Ufficio (G.P.L.) al Porto di Chioggia. di Piano (1.7.2005) di indirizzo per Ma più in generale la riconfigurazione l’Aggiornamento del Piano Morfologico della dell’intero canale litoraneo Malamocco- Laguna: il documento chiede “interventi Marghera ha posto il problema di definire strutturali e gestione di processi da quali siano le navi compatibili per l’intero innescare per ottenere risultati anche con percorso. tempi lunghi”. Il Piano Morfologico Lagunare del 1992-93 Si deve iniziare a rimuovere le cause si è fatto carico di definire le dimensioni principali dei dissesti e a innescare processi navali sostenibili con la riconfigurazione di ricostruzione che invertano la tendenze in morfologica del canale: “le massime navi di atto. progetto ritenute compatibili con il progetto sono da 65.000 DWT (circa 88.000 tonnellate 4. LE NAVI COMPATIBILI CON LA LAGUNA di stazza) e da 2.000 TEU (Container carrier E LA GESTIONE SOSTENIBILE terza generazione), lunghezza massima 240- La tutela della configurazione morfologico- 235 m (vol. 7b, p. 134). idraulica e della funzionalità ecologica della Invece, senza alcun controllo, le navi negli laguna pone la necessità di definire quali anni diventano sempre più grandi, in siano i massimi limiti di compatibilità delle un progressivo gigantismo senza limiti, navi. provocando progressivi sconvolgimenti Già dagli anni ’90 nei progetti di riequilibrio idraulici e morfologici, erosione e perdita strutturale e riqualificazione della laguna di sedimenti. Recentemente l’Autorità del sono state elaborate le prime proposte per Sistema Portuale ha ipotizzato addirittura “evitare il trasporto nella laguna di petroli di poter accogliere a Porto Marghera in e derivati e ripristinare i livelli di profondità futuro navi crocieristiche da 150-200.000 dei canali” (leggi speciali del 1973 e 1984) tonnellate di stazza. Il transito delle navi in il che può permettere di eliminare l’ingresso canali limitati rispetto alle dimensioni delle in laguna delle grandi petroliere, il porto stesse già ora produce onde e risacche petroli di San Leonardo e in particolare altissime, documentate anche nel Dossier il tratto iniziale del Canale dei Petroli più di Ambiente Venezia del gennaio 2016 profondo, che in cinquant’anni ha sconvolto Salviamo Venezia e la sua laguna, con enormi la morfologia di tutta la laguna centrale. sconvolgimenti erosivi e morfologici. Più volte le osservazioni molto articolate E le Linee Guida del 2004 per presentate anche dal Comune di Venezia l’Aggiornamento del Piano degli Interventi al Ministero dell’Ambiente (per le per il recupero morfologico della laguna procedure di VIA) hanno segnalato che (richiesto dal Consiglio dei Ministri del può bastare l’installazione in mare di una 15.3.2001 e dal Comitato Interministeriale boa galleggiante collegata con pipelines di indirizzo del 6.12.2002) integrano gli sotterranee alla terraferma. interventi strutturali con “iniziative di Ancor oggi questo problema è irrisolto carattere gestionale volte a controllare il mentre si sta contestando, a partire dal voto numero dei passaggi navali e a ridurre la unanime della Commissione di Salvaguardia velocità dei natanti specialmente in zone del 31.5.2016, il nuovo progetto per un soggette ad alta intensità di traffico navale”.

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Questa velocità produce onde e risacche dell’attività portuale e gravissimi problemi di altissime, documentate anche nel dossier inquinamento e anossia. di Ambiente Venezia del gennaio 2016 In tutto il mondo i vecchi porti si spostano Salviamo Venezia e la sua laguna, con verso il mare (Amsterdam, Rotterdam, enormi sconvolgimenti erosivi e morfologici. Londra, New York, Shanghai, Genova, Per il canale portuale di San Nicolò al Lido, Montecarlo, Marsiglia, …) a maggior ragione il decreto dei Ministri alle Infrastrutture e il problema si pone per Venezia. Con le all’Ambiente del 2.3.2012 “vieta il transito grandi navi occorre uscire dalla laguna; già nel canale di San Marco e nel canale della si sono ampiamente superati i limiti indicati, Giudecca delle navi adibite al trasporto finalmente si devono definire le compatibilità di merci e passeggeri superiori a 40.000 delle funzioni portuali con il riequilibrio e la tonnellate di stazza”. riqualificazione della laguna (e della città). Ridurre l’entrata alla bocca di Lido alle sole navi da crociera di minor stazza e maggior 5. IL RIPRISTINO DELLA CIRCOLAZIONE qualità può permettere di rialzare i fondali DELLE ACQUE NELLA LAGUNA (all’interno del Mose) agli originari 8 m di PERIFERICA profondità, in equilibrio spontaneo formatosi Nell’ultimo secolo si sono interrati sempre in un anno dopo la costruzione dei moli più i canali periferici nelle aree perimetrali foranei e prima dei successivi scavi. Si lungo la gronda lagunare. Le cause potranno così eliminare le acque alte più principali di tali interramenti sono dovute frequenti dalle parti più basse della città alla minor circolazione delle correnti, (piazza San Marco e Rialto). sia per l’irrigidimento artificiale della Il nuovo Piano Regolatore Portuale, la cui conterminazione lungo la gronda lagunare elaborazione è avviata da un anno e che sia per la chiusura al flusso delle maree delle dovrebbe avere una visione strategica valli da pesca, a seguito della loro gestione di almeno un secolo, dovrà per legge privata non più controllata dal Magistrato essere in armonia con il Piano di Assetto alle Acque. Territoriale Comunale (P.A.T.) che prevede Un particolare intervento, che ha accelerato l’“approfondimento sugli impatti ambientali, l’interramento dell’area più meridionale sanitari, socio economici, occupazionali e della laguna nel ‘900, è stato la costruzione sulla morfologia lagunare del crocierismo della strada di attraversamento lagunare di e della portualità per l’individuazione collegamento tra Valli e Chioggia, costruita delle caratteristiche anche dimensionali su un terrapieno che aveva interrotto quasi incompatibili con il contesto cittadino e col completamente l’afflusso delle maree recupero morfologico della laguna”. nell’area delimitata a sud della strada Va inoltre tenuto presente che il previsto denominata Valle di Brenta. L’operazione era innalzamento del livello del mare, propedeutica al programmato interramento volutamente sottostimato per il progetto lagunare per la prosecuzione delle aree Mose ma documentato e ribadito dai industriali da Marghera sino all’estremità rapporti I.P.C.C., obbligherà a chiusure meridionale della laguna. delle bocche di porto sempre più frequenti Dopo l’alluvione del 1966 la Legge speciale (da 90 a persino180 giorni all’anno del 1973 ha interrotto questa strategia, ha nelle ipotesi peggiori) con l’interruzione prescritto l’apertura delle valli da pesca al

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flusso delle maree e ha portato all’apertura 6. APERTURA DELLE VALLI DA PESCA del terrapieno sotto la strada per Chioggia, AL FLUSSO DELLE MAREE con varchi di attraversamento per le maree L’apertura delle valli da pesca può avere (nel 1981-82) in corrispondenza con i canali una grande valenza nel collaborare alla preesistenti, anche se in valle di Brenta riqualificazione delle aree della gronda continua l’interramento dei canali riaperti e lagunare, per evitare gli interramenti dei dei bassifondi. canali periferici, per riformare la fascia di Recentemente si è posto con gravità il transizione con la formazione di canneti e problema dell’ostruzione degli archi sotto per collaborare alla riduzione delle acque i ponti translagunari per Venezia, quello alte nelle isole della laguna nord. ferroviario (costruito nel 1846) e quello L’apertura delle valli da pesca ai fini automobilistico (costruito nel 1933), della libera espansione della marea è ostruzioni che impediscono il libero flusso stata prescritta fin dalla legge speciale delle acque nella laguna a nord e a sud. 171 del 1973 (articolo 3) e negli Indirizzi Su questi temi si era pronunciato del Consiglio dei Ministri del 27.3.1975; all’unanimità il Consiglio Comunale di è stata ulteriormente verificata negli Venezia già il 15 marzo 1995, chiedendo approfondimenti predisposti dal Ministero di “attivare l’escavo dei canali lagunari dell’Ambiente nel 2000 e nuovamente periferici che, in assenza di manutenzione prescritta dal PALAV nel 1995 (articolo 7 su da un secolo, si stanno interrando … e di valli da pesca e argini, prescrizioni e vincoli). procedere la più presto all’apertura delle Il Piano Morfologico del 1992 del Magistrato valli da pesca”. alle Acque (vol. 1 e 7b), dopo le elaborazioni, Si impone con urgenza la rimozione dei conclude affermando che l’apertura delle detriti e dello strato di ostriche che vi è valli da Pesca consente “un maggior cresciuto sopra, dato che dal momento ricambio nelle zone marginali, … un della costruzione è sempre mancata la ampliamento delle sezioni dei canali nelle manutenzione. Ma si impone con urgenza zone marginali, … una diminuzione dei livelli anche lo scavo e la manutenzione del Canal di acqua alta in corrispondenza delle isole Salso, del Canale di San Giuliano, del Canale più marginali come Burano e Torcello”. di San Secondo, del Canale dello scaricatore In relazione agli ‘Effetti sulla riduzione alle Rotte (in Seno della Seppa) e del Canale dei livelli di marea’ la relazione finale di Campalto. Problemi di interramento e di del Ministero dell’Ambiente nel 2000 anossia si pongono in tutta la laguna a sud “evidenzia inoltre che per il caso di Burano dei ponti translagunari tra Marghera e il l’efficacia dell’apertura delle valli da pesca Tronchetto, ma anche nelle aree retrostanti nelle simulazioni operate per il Ministero le casse di colmata (lago Teneri) e nell’area dell’Ambiente ha un’efficacia media di 9-10 più a sud-ovest di valle Millecampi, che si cm (e di quasi 10 cm con l’effetto sinergico interra per i sedimenti portati dal vento di degli interventi alle bocche)”. bora. Il Consorzio Venezia Nuova aveva C’è voluta la recente mobilitazione per fatto elaborare alcune progettazioni riprendere i temi della manutenzione per l’intervento di apertura delle valli della laguna periferica e del riequilibrio all’espansione della marea, con gli morfologico. accorgimenti necessari per non interrompere

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gli allevamenti ittici e le altre componenti floro-faunistiche dell’habitat naturale, ma poi non sono mai stati avviati interventi significativi (solo un intervento parziale e non condivisibile in valle Figheri). Recentemente (marzo 2017) la prima causa sulle valli da pesca della laguna veneta si è conclusa con un accordo amichevole sancito davanti alla Corte Europea per i diritti dell’Uomo. In conclusione, è particolarmente opportuno che si riprendano le progettazioni giungendo finalmente a interventi in grado di portare a riqualificazione tutte le fasce periferiche e marginali della laguna, sia per l’apertura al flusso di marea della valli da pesca sia programmando gli scavi e le manutenzioni dei canali lagunari periferici.

7. ESTENDERE LE PRATERIE DI FANEROGAME L’enorme erosione di sedimenti dai bassifondi, in particolare in laguna centrale, è dovuta soprattutto alla grande riduzione delle fanerogame, le piante acquatiche che biofilm di piccoli organismi animali e vegetali Prateria sommersa di Cymodocea nodosa nei secoli avevano consolidato e protetto i spesso calcarizzati che agivano da collante in laguna sud sedimenti dei fondali. sulle particelle di sedimento impedendone Le principali cause di questa riduzione sono la risospensione. Questo strato ora non la pesca delle vongole con mezzi distruttivi esiste più, o è presente in aree ristrette, e i dello strato superficiale dei sedimenti (i sedimenti risultano incoerenti e facilmente primi 15-20 cm), la costruzione di barene risospendibili. Per rimuovere la principale con movimentazione e sospensione di causa della risospensione dei sedimenti sedimenti e torbidità delle acque, il moto occorre ridurre e regolare la pesca delle ondoso provocato dalle imbarcazioni a vongole riportandola (anche con incentivi) in motore. equilibrio con la pesca tradizionale. La pesca movimenta enormi quantità Va inoltre evitata l’ulteriore costruzione di sedimenti distruggendo la tessitura di cosiddette “barene artificiali” (con dei fondali che divengono facilmente sospensione di sedimenti), spesso in aree risospendibili; le onde da vento non fanno non opportune, e l’incremento diportistico che risospendere sedimenti la cui struttura è della navigazione a motore non controllata alterata da altre cause. Un tempo i sedimenti sulle aree periferiche e sui bassifondi. rimanevano compatti anche in presenza Si pone comunque la necessità di di forti venti poiché erano ricoperti da un biostabilizzare ed estendere le zone

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colonizzate da fanerogame, cogliendo gli naturali: in dieci anni si possono realizzare insegnamenti che vengono dall’esperienza praterie strutturate. positiva del progetto di piantumazione di fanerogame acquatiche nel bacino nord 8. RIQUALIFICARE LA PESCA della laguna finanziato dalla Comunità Le norme europee e quelle del P.T.R.C. e europea (progetto Life Seresto) coordinato del P.A.L.A.V. vietano la pesca a strascico o dal Dipartimento di Scienze Ambientali con turbosoffianti, la compromissione delle dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. praterie di fanerogame marine, l’immissione Prima di tutto va tenuto presente che di specie alloctone; ma con l’introduzione non ha senso effettuare trapianti se ci e la diffusione della coltivazione delle sono condizioni ecologiche non adatte vongole “filippine” è diventata sistematica quali elevate concentrazioni di nutrienti, la demolizione dei fondali. La vongola vive in particolare di fosforo, o la presenza di infatti dentro il fondale, per cui tutti gli macroalghe opportuniste o una elevata strumenti concepiti per la sua pesca devono torbidità. Pur in assenza di questi fattori non penetrare nel sedimento fino a una profondità ha comunque senso fare trapianti se nelle di almeno 15 cm. È diventata generale la vicinanze vi sono già praterie di fanerogame pratica attuata con i “barchini” dotati (oltre ai (soprattutto Zostera marina e Zostera motori per la navigazione) di due fuoribordo noltei) che producono enormi quantità di che servono da ‘frullatori’ abbassati fino a semi in grado di colonizzare rapidamente i che l’elica raggiunge il fondale, ove crea un sedimenti nudi purché l’acqua sia limpida getto che demolisce lo strato superficiale e la concentrazione di nutrienti, soprattutto con un’azione che proietta su una griglia di di fosforo reattivo, sia bassa. In tal caso la raccolta i sedimenti spappolati e le vongole, ricolonizzazione avviene spontaneamente che vengono così pescate. nell’arco di 3-5 anni. A fronte di questi scenari l’I.C.R.A.M. I risultati del progetto Life-Seresto (Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e dimostrano che i piccoli trapianti diffusi tecnologica Applicata al Mare, oggi confluito con zolle di 15-30 cm o con singoli fasci nell’I.S.P.R.A.) ha prodotto per il Ministero fogliari sono i più adatti per innescare un dell’Ambiente nei primi anni Duemila uno rapido accrescimento e diffusione delle studio (coordinatore Lorenzo Bonometto) specie considerate. I semi prodotti dai contenente le linee guida per superare trapianti si sono dispersi con venti e maree la dicotomia tra la pesca alle filippine, sedimentando a ridosso delle barene o nei demolitiva, e le attività alieutiche compatibili ghebi tra le barene in tutta l’area oggetto e non distruttive. Le linee guida erano le dei trapianti e lungo i canali principali seguenti. innescando un ripopolamento diffuso che • Ricercare la massima estensione delle sta crescendo in modo esponenziale. Basta aree da destinare alle attività alieutiche, effettuare piccoli inneschi diffusi, confidando diversificando però le produzioni a poi nella dispersione naturale, tramite i seconda delle diverse compatibilità semi prodotti dalle piante trapiantate e ambientali, delle diverse incidenze nella colonizzazione esponenziale delle aree (peggiorative e migliorative) dovute alle considerate. pratiche attuate e alle specie allevate. Si tratta di innescare e supportare processi • Individuare e organizzare il più possibile

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le superfici da destinare allo sviluppo dopo il successo iniziale, sia per rapido delle attività alieutiche in modo da consumo delle risorse che l’avevano evitare che ciò che avviene entro un’unità avvantaggiata, sia per la reazione delle assegnata interferisca direttamente con biocenosi originarie tendenti a recuperare ciò che avviene nelle altre . competitività e ripristinare gli equilibri. • Assegnare le superfici così individuate e Quanto in seguito avvenuto è andato in delimitate a gruppi corresponsabilizzati direzione opposta rispetto a queste linee di operatori, chiamati a rispondere di ciò guida. che viene complessivamente effettuato Per legittimare questa pesca demolitiva e degli eventuali impatti dovuti ad azioni è stata proposta come toccasana la sua trasgressive. riconversione in “allevamento”, intendendo • Abbinare obbligatoriamente la con questo termine l’immissione nelle venericoltura, ove ammissibile, con superfici assegnate di esemplari giovani produzioni capaci di delimitarne e (definiti “seme”) pescati altrove con le circoscriverne gli effetti, di rilanciare stesse tecniche, da ripescare poi raggiunta le pratiche tradizionali, in modo che il la pezzatura commerciale. Un cambiamento complesso delle produzioni determini significativo, perché ha consentito maggiori entro le aree assegnate bilanci controlli e maggior razionalità, ma ben lungi migliorativi o almeno compatibili. dal rendere compatibile una pratica che • Limitare gli interventi aggressivi sui comunque sconvolge i fondali, sia nelle aree fondali alle fasce orarie a minor ricambio di “allevamento” che in quelli di prelievo del di marea, in modo da favorire la “seme”. rideposizione dei sedimenti riducendo Occorre tornare alle indicazioni dell’ICRAM. soprattutto la perdita in mare con le È da lì che si deve ripartire, aggiornando gli correnti in uscita. obiettivi alla situazione attuale. Quello studio • Sostenere la produzione delle specie prefigurava un rilancio complessivo della realmente autoctone e di quelle pesca in laguna cogliendo come opportunità migliorative dell’ambiente, e rilanciare la redditività allora elevata dovuta alle le professionalità tradizionali e peculiari “filippine” per costruire attorno a questa della laguna, prevedendo idonei degli scenari di recupero complessivo delle incentivi, politiche specifiche di mercato, produttività ittiche e della cultura lagunare. sviluppo di attività collaterali a sostegno Oggi la produttività è in declino, le risorse del reddito, al fine di riaffermare su cui contare per il rilancio del comparto contestualmente la sostenibilità e dell’occupazione qualificata sono minori, economica e quella ambientale. ma è comunque da qui che si deve ripartire, • Evitare le monocolture esasperate con prospettive coerenti con gli obiettivi del anche per limitarne i noti rischi: quello riequilibrio e della riduzione dei dissesti. che anomalie nella biologia delle specie o negli andamenti del mercato 9. BARENE E MORFOLOGIE ARTIFICIALI possano far crollare l’intero settore Nel Piano degli Interventi per il Recupero produttivo e occupazionale; quello in Morfologico della laguna del 1992-93 effetti verificatosi, di vedere la specie per “ridurre gli effetti della portualità alloctona andare incontro a declino sulla morfologia”, con una progettazione

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Paesggio lagunare in corrispondenza di valle Zappa (laguna sud)

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attenta a limitare gli impatti e a rispettare tiraggio del Canale dei Petroli); le compatibilità ambientali, lungo il Canale • “le aperture ai flussi di corrente vanno Litoraneo San Leonardo-Marghera si prevede realizzate in corrispondenza dei canali solo la “ricostruzione di sette piccole barene … dovranno essere raccordate al lineari con circa 750.000 mc di sedimenti, Canale dei Petroli in modo da ricevere barene che si interrompono alla confluenza le onde provocate dal passaggio delle con i canali lagunari minori trasversali”. navi trasformandole da elementi di Confermando e articolando questi indirizzi aggressione a elementi di vivificazione la Commissione di Salvaguardia di Venezia delle aree lagunari retrostanti”; (composta dai rappresentanti dei Ministeri • “innescheranno processi evolutivi tra cui il M.I.T. e il M.A.T.T.M., del Magistrato di rimodellamento spontaneo e di alle Acque, delle Soprintendenze, della rinaturazione progressiva in equilibrio Regione del Veneto e degli enti locali) con un nuovo assetto morfologico ed sul progetto per il Canale dei Petroli energetico”; il 18 dicembre 2003, dopo mesi di • “rimane convenuto di presentare approfondimenti, ha votato all’unanimità quanto prima il progetto generale di gli indirizzi per la progettazione che in riqualificazione del Canale dei Petroli particolare prescrivono: riducendone l’officiosità idraulica come • “interventi di riduzione dell’officiosità indicato nel Piano del Magistrato alle del Canale dei Petroli fin dalla bocca di Acque del 1992-93”. porto”; Analoghe indicazioni progettuali sono • “opere rimovibili e sperimentali a state articolate, su incarico del Ministero proseguo degli interventi programmati dell’Ambiente, nel 2001-2003 dall’I.C.R.A.M con il Piano del 1992-93”; (oggi I.S.P.R.A.) con le elaborazioni di 52 • “le energie anomale ed eccessive dovute esperti, con particolare attenzione alla alla innaturalità dell’assetto attuale granulometria e qualità dei sedimenti, (dimensioni e tiraggio del Canale) e ai alla quota e alla forma delle strutture passaggi delle navi, vengano ridotte al da realizzare in modo da garantire la minimo sulla base di progetti di uso reale funzionalità ecologica delle nuove e riassetto dell’area, considerato il morfologie. programma di riduzione dell’invaso del L’argomento negli anni è stato oggetto più Canale dei Petroli nel tratto in esame volte di notevoli e formali contestazioni da (Malamocco - Porto San Leonardo) con parte del Ministero dell’Ambiente e della una profondità massima di 12 o 13 m”; Commissione di Salvaguardia, in dissenso • “le energie anomale dovranno essere per la progettazione con altezze, morfologie inglobate nei nuovi assetti funzionali e composizione dei sedimenti incompatibili progettati e realizzati in modo da divenire con i luoghi, per lo scarico di sedimenti fattori di vivificazione, di rinaturazione e in luoghi di comodo senza riferimenti alle di nuovo equilibrio dinamico”; morfologie preesistenti (nella laguna tra • “realizzare le opere di bordo in modo da Murano, Vignole, Certosa, Fondamenta consentire la circolazione delle acque” Nuove), per la formazione di complessi (riattivare il tiraggio dei canali trasversali anossici senza la crescita di vegetazione in via di interramento per il grande alcuna e in contrasto con la storia e la

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3 La relazione Giacomini funzionalità idraulica ed ecologica dei luoghi particolare nel Bacino di San Marco-canale dopo aver dimostrata l’inutilità trasportistica (barene Cornio, Otregan, Lago di Teneri, alla Giudecca e alle Fondamente Nuove) e in del progetto dell’idrovia lago di Ravaggio, Chioggia), per lo scarico in tutti i canali della laguna. conclude con i seguenti punti relativi alla laguna: laguna di sedimenti inquinati (ricoperti con È necessario far uscire dalla laguna le 1. Le tavole di progetto morfologia non funzionale a sarcofago). grandi navi incompatibili con la necessità mostrano che i 5 km di nuovo canale scavato Sarebbe utile una verifica di qualità sulle e possibilità del riequilibrio idrogeologico e in laguna (dall’attuale termine fino al Canale ‘dei molte barene artificiali costruite in tutta della riqualificazione. petroli’, a sud di Fusina) la laguna e sui risultati funzionali ed Rispetto all’inquinamento dell’aria e delle sarebbero marginati da due argini continui, ecologici ottenuti. Comunque per il futuro acque occorre ottenere norme (con interventi compromettendo irreparabilmente l’unitario è necessaria una progettazione molto e programmazione di tempi, costi e incentivi) tessuto lagunare di attenta alla necessità di creare strutture per il superamento delle tipologie di motori e bassure, ghebi e ‘tagliate’ di vivificazione idraulica morfologiche realmente in grado di garantire carburanti (motori ibridi o elettrici) e limiti e retrostante alla Casse di colmata; la tenuta e la funzionalità ecologica delle regole sulla potenza dei motori. 2. il progetto non nuove barene. In particolare va rilevato che con notevole mostra come la laguna riceverebbe il notevole impegno si era giunti ad approvare apporto solido della ‘torbida’ delle piene 10. MOTO ONDOSO DA CONTROLLARE l’obbligo di dotare tutti i natanti di una del Brenta; non ne CONTRO DISSESTI ED EROSIONE strumentazione G.P.S. che può consentire quantifica le misure né di densità né di massa Ovviamente è utile realizzare dossi o altre alle amministrazioni pubbliche di controllare complessiva e non dice dove e come potrebbe strutture anche artificiali provvisorie e la velocità e la localizzazione di ogni natante venire accettabilmente rimovibili per limitare il fetch da vento, ma in laguna e in città. sistemato. Un’unica simulazione di diffusione/ è indispensabile poter applicare prescrizioni Ma recentemente la corporazione dei taxisti dispersione, per un o vincoli che possano fissare limiti largo intorno all’attuale ha ottenuto di eliminare tale obbligo proprio foce di Mira, prima numericamente definiti alle velocità e alle in una situazione che diventa ogni giorno più ancora che spaventosa - per la prospettiva di imbarcazioni per l’intera laguna. devastante e insicura in tutta la laguna. progressiva sempre più Per le velocità dei natanti restano ancora Occorre reintrodurre tale obbligo con una larga costipazione di territorio lagunare ora vivo invariati i 20 km/ora nei canali portuali prescrizione fondamentale e dirimente per la - appare contraddittoria e incompatibile con lo anche a ridosso della città storica (più volte credibilità di ogni altro impegno. stesso progetto (che è stato inutilmente richiesto un limite a 10 invece prevede i detti lunghi argini a isolamento km/ora per tutta la laguna). 11. IDROVIA PADOVA-VENEZIA. di quell’intero tratto lagunare) Non si è ancora ridotta la velocità nemmeno un progetto inutile e dannoso nel Canale dei Petroli (Malamocco - Già dagli anni ’80 (G. Zambrini) è stata Marghera) dove la dimensione dei natanti è ampiamente contestata e ora viene confrontabile con le dimensioni del canale analiticamente dimostrata (vedi relazione stesso e non si è ancora mai progettata la dell’Ecoistituto del Veneto di Carlo riconfigurazione del Canale e la eliminazione Giacomini3) la non funzionalità e utilità di Porto San Leonardo. dell’idrovia dal punto di vista trasportistico. Occorre fissare un limite, complessivo e per Ora però il completamento dell’idrovia aree, per il numero dei natanti e dei posti viene riproposto come scolmatore degli barca giunti ormai a livelli di saturazione allagamenti in area padovana in occasione e congestione insostenibili (oltre 40.000 delle piene senza tener presente che in imbarcazioni targate), a rischio di incidenti quanto idrovia navigabile necessiterebbe di e con devastanti dissesti ed erosioni ai bordi livelli costanti e notevoli di acqua mentre artificiali (fondamente) degli insediamenti (in come scolmatore deve far invece defluire

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quanta più acqua possibile. noto: in pochi decenni la re-immissione A parte gli inutili ulteriori costi e del Brenta in laguna nell’800 ha prodotto sconvolgimenti territoriali (cesura delle prima l’imbonimento di tutto l’attuale strade, delle acque superficiali e di falda, territorio di Valli di Chioggia - fino ad allora degli insediamenti urbani e delle aziende barene e laguna aperta - e poi la rivolta di agricole) e a parte l’innalzamento delle Chioggia, minacciata di imbonimento anche acque alte in laguna (proprio quando le del suo porto, che infatti in breve ottenne paratoie del Mose dovranno essere chiuse) la rideviazione del Brenta in Adriatico fuori lo scarico in laguna delle piene è comunque della laguna. improponibile. Già nella situazione ordinaria i fiumi del bacino scolante superano quasi sempre gli obiettivi di qualità del D.M. 2.4.1998 dato che i sedimenti risultano gravemente inquinati (classe C secondo il Protocollo Fanghi). Proprio nei momenti di piena le acque, i sedimenti e i materiali scaricati a valle sono inquinatissimi e potrebbero vanificare in un solo giorno un lungo lavoro di disinquinamento (vedi punto 2 A) e riqualificazione: i sedimenti del Brenta finirebbero nella zona delle Giare, preziosa dal punto di vista ambientale, le barene verrebbero imbonite e la zona interrata. Lo stesso Piano Direttore Regionale delle acque del bacino scolante in laguna prescrive sin dalle linee principali e strategiche che le piene non devono essere sversate a valle ma drenate a monte (innanzitutto occorre coinvolgere i laghi del Trentino e il lago del Corlo). Già il Magistrato alle Acque negli anni trascorsi aveva criticato la proposta dell’idrovia, per il grande inquinamento delle acque e per il marginamento del tracciato nell’ambito lagunare tra la gronda lagunare e il canale dei Petroli (zona lago Teneri). Anche il recente parere (1994) della Commissione di Salvaguardia sull’Idrovora di Lova ha prescritto, per i momenti di piena, il non aumento della portata per non aumentare il carico inquinante in laguna. Pare strano dover ricordare quanto è a tutti

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di più in laguna nelle zone prossime alla "learning zona industriale maggiormente interessata and building dall’estrazione d’acqua sino al 1970) e poi per l’erosione del fondale indotta da quattro with nature" diversi fattori: il moto ondoso da vento; il

dragaggio dei canali artificiali (soprattutto il Canale dei Petroli, il Canale Allacciante a Chioggia e il canale di San Giacomo e Tessera in laguna nord); la navigazione portuale e lagunare; la pesca con attrezzi di Giovanni Cecconi* meccanici. Questa porzione di laguna continua a erodersi e ad approfondirsi interessando un’area sempre più vasta * Laboratorio Venezia 1. Cause storiche del degrado disposta secondo la direzione del vento per la Resilienza- Comunità Locale del sistema lagunare dominante nel verso di Sud-Ovest, come Wigwam, già direttore La laguna oggi presenta una struttura dimostrato dal rilievo batimetrico del 2000 del Servizio Informativo del Consorzio Venezia idro-morfologica profondamente alterata, e da verifiche successive del Magistrato alle Nuova con la dominanza di elevate profondità in Acque.

1 Mancando altre un vasto areale, distaccato dalla gronda L’erosione produce un flusso annuo netto evidenze negli anni successivi sulla stabilità lagunare, che va da Murano a Santa Maria di sedimento dal fondale alla colonna del fondale, il 1955 del Mare e poi, oltre la fascia di partiacque, d’acqua di circa 2.1 milioni di mc, è qui assunto come origine del rapido da Pellestrina a Chioggia. In questi due areali concentrato nelle 15-20 giornate tipiche aumento di profondità che rappresentano più del 50% dell’intera annuali di bora con venti superiori a 10 causato dall’erosione da vento superficie a marea, la quota del fondale è m/s. Dalla colonna d’acqua i sedimenti sempre inferiore alla quota delle minime sono trasportati e dispersi in mare per Nella pagina seguente Figura 1. La scomparsa basse maree sizigiali di -0.6 m s.m., per circa un 50% (determinando un budget progressiva del basso fondale intertidale cui la superficie di fondo risulta sempre sedimentario lagunare fortemente negativo superiore alla quota sommersa, mentre nel passato, prima in quanto mancano da tempi storici apporti -60 cm s.m., esposto al vento dominante di bora, degli anni ‘50, poteva sempre emergere o significativi dal bacino scolante); il restante dimostra come il moto avere una piccola lama d’acqua (i chiari) in ondoso attivato dalla 50% raggiunge e si deposita in parti più o crescita del livello del bassa marea (Figura 1). Come è provato dal meno uguali nei canali e nei fondali lagunari mare e dall’inquinamento e non più contenuto confronto del rilievo batimetrico del 1970 di gronda, confinati da velme e barene dal basso fondale, sia con quello del 1930 e poi dalle foto aeree o da strutture artificiali come il ponte di stato la causa prima del cambiamento di stato del 19551, in termini percentuali la laguna Venezia e Chioggia o le casse di colmata, del sistema lagunare dal 1950 al 1970. Se ha perduto circa i due terzi delle superficie oltre che sulla superficie stessa delle barene ne deduce l’importanza intertidali, principalmente le velme a lato dei che catturando circa mezzo centimetro di della ricostruzione delle velme per il ripristino di canali e in misura minore le barene. sedimento all’anno, sono comunque capaci habitat biostabilizzanti con zone protette La causa prima di questa maggiore di conservare invariata la loro quota rispetto dall’eccesso di energia profondità è stata il maggior livello medio al livello medio del mare beneficiando ondosa (intercettazione) o poste a separazione del mare rispetto al fondale a causa dell’eccesso di sedimento in sospensione. dei canali artificiali (canalizzazione) dell’eustatismo (13 cm in un secolo), In laguna dunque si manifestano: un 1930 - 168 kmq della subsidenza (12 cm al caposaldo del rilevate flusso sedimentario erosivo netto nei 1970 - 105 kmq 2000 - 60 kmq mareografo di Venezia punta Salute, ma ben giorni di bora o scirocco, che si verificano

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generalmente da Ottobre ad Aprile; un flusso deposizionale nelle aree di gronda senza fanerogame e in sedimentazione, con persistente risospensione e torbidità a causa del traffico acqueo, della pesca con attrezzi meccanici e delle onde da vento. In queste particolari aree confinate senza fanerogame la proliferazione, deposizione, degradazione delle biomasse algali assieme alla torbidità mantengono condizioni degradate per la formazione spontanea di habitat bio- strutturanti (dominanza di sedimento fine e incoerente, persistente torbidità, aratura del fondale con attrezzi da pesca, alternanza 1970 di depositi di macroalghe e sedimento, di apporti di nutrienti non assimilabili, crisi anossiche). Il processo di degrado che è intervenuto è riassunto nel seguito. Le principali cause storiche, che hanno attivato il processo di degrado morfologico, che poi si è manifestato dal 1955 al 1970 con la forte perdita di quota, accompagnata poi sino al 1990 dal degrado da eutrofizzazione con estesi bloom di macroalghe (Sfriso A. et al., 1987) sono: la subsidenza e l’eustatismo (Teatini et al., 2012); l’arricchimento di nutrienti (Zirino et al., 2016); lo sviluppo portuale con i canali artificiali e il confinamento lagunare con le casse di colmata, l’aeroporto, i ponti di Chioggia e di Venezia e infine l’arricchimento in sostanze inquinanti di acque e 2000 sedimenti lagunari (Solidoro C. et al., 2010; Tagliapietra D. et al. 2011; Ferrarin C. et al., 2013). Questi processi si sono manifestati in un sistema idro-morfologico deltizio che già da secoli era stato depauperato dell’apporto di sedimenti dai fiumi, con la diversione del Piave e del Brenta, e più di recente anche dal mare con la costruzione dei moli foranei alle bocche di porto (D’Alpaos L., 2010), sistema che era riuscito a mantenere comunque la sua struttura dominante intertidale su

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1930 1970 2000

Poveglia

Fisolo

2 In quanto tutte le pressoché tutta la laguna conterminata sin sarebbe riuscita ad adattarsi all’eccesso di variazioni indotte dalla maggiore profondità e dal 1791 (situazione bassifondali al 1930). nutrienti senza crisi distrofiche e morie di dalla torbidità concorrono Gli effetti indotti da queste cause ormai organismi? ad accelerare ed estendere il processo storiche sono stati: la mancanza dell’apporto Il processo di rapida transizione dallo stato erosivo: + Profondità sedimentario di natura sabbiosa, la di laguna, che in bassa marea esponeva la + Erosione bassi fondali + Interramento perdita delle comunità bio-strutturanti gran parte del fondale, a baia profonda e dei canali + Perdita in mare di sedimento e del basso fondale a causa dell’aumento con minore trasparenza delle acque tuttora nutrienti + Torbidità della profondità, dell’aumento dell’energia permane, interessando aree sempre più + Perdita comunità bio- strutturanti +Erosione del moto ondoso da vento e da traffico vaste della laguna centro-meridionale e le dei bordi delle barene e Marginamenti lagunari acqueo, della pesca con attrezzi meccanici, possibilità di naturale miglioramento sono + Onde + Torbidità della torbidità, delle crisi anossiche, delle impedite dal degrado idro-morfologico + Profondità correnti mareali trasversali ai canali. Con e del piano sedimentario oltre che dalla la riduzione delle comunità bio-strutturanti intensificazione delle pressioni antropiche2. la laguna non è stata in grado di resistere Senza estesi interventi di ristrutturazione e all’erosione, soprattutto per effetto del riduzione del moto ondoso e dei suoi effetti, progressivo aumento del livello del mare ed primo fra tutti la torbidità delle acque e la erosione del fondale più che raddoppiato mobilità del sedimento, necessariamente, dal 1955 al 1970, un periodo in cui l’energia anche con l’impiego di materiali e strutture delle onde e le correnti disordinate rispetto artificiali resistenti, qualsiasi possibilità di all’assetto dei canali sono cresciute in modo riorganizzazione più o meno complessa del esponenziale (Figura 2). Rimane aperto un sistema lagunare attraverso i processi di quesito importante per la progettazione compattazione dei sedimenti a opera delle degli interventi di risanamento ambientale: fanerogame marine e organismi calcarizzati se la laguna avesse mantenuto la struttura è compromessa, nonostante che si sia idro-morfologica con gli habitat che aveva ridotto l’apporto di nutrienti e anche se gli negli anni ‘50 prima della grande erosione, impatti della portualità, del traffico acqueo

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e della pesca con attrezzi meccanici fossero almeno nel breve periodo a causa dei Nella pagina precedente Figura 2. Repentino anche essi già stati ridotti. vincoli posti dalle normative in essere; aumento della profondità nell’erosione dei bassi fondali e produzione del fondale in due areali della laguna centrale: 2. I fattori di degrado attuali di torbidità a causa delle onde generate Poveglia in zona di partiacque dal Canale dei I fattori di degrado attuali, generali o dal traffico acqueo e marittimo, onde non Petroli e Fisolo prossima localizzati, sono molteplici: la mancanza di contenute all’interno dei canali, e dalle al Canale Fisolo (che si è interrato dopo lo un adeguato ricambio nell’area di Marghera, onde da vento non più limitate dai bassi scavo del tratto rettilineo del Canale dei Petroli). a cavallo del ponte translagunare con fondali e dalle barene (Zhou Z. et al., 2017); Nello stesso areale di varchi occlusi da banchi di ostriche, in Valle nell’interramento dei canali per mancanza di riferimento di 10 m di raggio si sono dedotte Millecampi e in Val di Brenta; situazioni correnti di marea longitudinali e dominanza le profondità dalle mappe batimetriche del che facilitano il deposito di sedimenti fini delle correnti trasversali, sempre a causa Magistrato alle Acque risospesi: dal moto ondoso localmente o della scomparsa delle velme e delle barene del 1910-1930-1970- 1990-2000 assieme alla nelle aree non confinate della laguna; dal longitudinali, le gengive di canale, o l’assenza tendenza direttamente misurata con misure traffico marittimo lungo il cCanale dei Petroli, di qualsiasi altra struttura di contenimento semestrali nel corso di marginato solo in parte con barene e isole laterale, con ulteriori sedimenti che sono tre anni dal 2001 al 2003 in un apposito studio del artificiali; dal traffico acqueo per merci e messi in sospensione dalle eliche o dalle Consorzio Venezia Nuova mirato a dimostrare passeggeri con elevate velocità e su canali onde da traffico acqueo e dispersi. le cause dell’erosione lagunari interrati; la pesca dei molluschi con e la tendenza attuale. I dati mostrano che attrezzi meccanici nelle aree non consentite; 3. Situazione di degrado in entrambe le aree infine l’aumento del livello del mare a scala nei corpi idrici lagunari secondo l’erosione è iniziata alla fine degli anni ‘50, globale e l’aumento delle temperature la Direttiva Acque già prima dello scavo del Canale dei Petroli estive dell’acqua e della possibilità di Così come è successo in altri delta come costruito tra il 1961 e il crisi distrofiche a causa del cambiamento quello del Mississippi (Scarton F. et al., 1969. Dunque il primo cambiamento di stato dei climatico in corso. 2000; Seminara G. et al., 2011) anche fondali intertidali stabili, con quota appena sotto Gli effetti indotti nella situazione attuale, in a Venezia il fattore di attivazione del la media delle basse cui già cominciano a manifestarsi gli effetti di processo di degrado dei bassi fondali maree -0.50 cm, a fondali di -0.80 cm si è avuto un cambiamento climatico con un aumento su cui concentrare l’attenzione è stato a causa della crescita del livello del mare di dei massimi di temperatura estiva delle l’aumento della profondità dell’acqua 20 cm, un aumento acque e una variazione del regime mensile rispetto al fondale a causa della subsidenza, della lama d’acqua ed energia ondosa che ha delle piogge e dei venti, si caratterizzano nel dell’eustatismo prima e poi degli impatti prodotto l’erosione di circa 20 cm di fondale permanere della possibilità di proliferazioni antropici, come la navigazione e la pesca reso, meno resistente algali, soprattutto nelle aree di gronda delle vongole e della successiva asportazione dalla riduzione della bio- stabilizzazione per via con scarso ricambio, benché la laguna e dispersione del sedimento in mare e in dei bloom di fitoplancton e di macroalghe a causa in generale sia in condizione di generale laguna per effetto del moto ondoso (Manenti degli apporti inquinanti oligotrofia (ad esempio, per effetto di un S., 2006); mentre in laguna, si mantiene una di fosforo e azoto dal polo industriale, dal bacino possibile arricchimento di fosforo dalle persistente torbidità delle acque a causa scolante e dalla città acque interstiziali del fondale in continua della risospensione del sedimento lungo di Venezia (Comune di Venezia - Tecneco, 1978 risospensione; Zirino A. et al., 2016); nella tutti i canali interessati dal traffico marittimo su dati del Ministero LL.PP. e dell’Istituto di presenza di torbidità persistente per effetto e dal traffico lagunare che contribuisce Biologia del mare C.N.R., del traffico acqueo e del traffico marittimo a limitare, assieme all’eccesso di energia 1972) a causa della ridotta profondità dei canali turbolenta, l’insediamento delle comunità dovuta all’interramento, senza prospettive strutturanti. Considerata l’estensione della di dragaggio per ripristinare la profondità, rete dei canali non confinati interessati dal

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3 Scrive Svevo in crescente traffico acqueo e la mancanza delle barene per asportazione dei sedimenti Serenella: «… bastava montare a un metro di dei dragaggi di manutenzione, e di opere e dei nutrienti. Anche i feltri microbici e le altezza per scoprire i di mitigazione, la navigazione è in tutta fanerogame possono risentire dei disturbi laghetti che si formavano nella palude, limpidi, i evidenza il principale fattore di degrado sia antropici e/o dell’eccesso di torbidità e di contorni capricciosi» in termini di volumi erosi, sia in termini di rimozione del sedimento, come nel caso Nella pagina seguente, produzione e persistenza di torbidità. della forte riduzione in laguna nord della dall’alto al basso Figura 3. Evoluzione Non va certamente trascurata la raccolta Zostera noltii, senza possibilità di ripresa del fondale nei quattro delle vongole con attrezzi meccanici, biologica e bio-stabilizzazione, anche sottobacini lagunari. Si osserva l’effetto del particolarmente dannosa nelle aree con dalle zone che erano state inizialmente dragaggio del Canale dei Petroli in laguna centrale sedimento fine, poste lontano dai canali, in protette dal moto ondoso con fascinate. Le mentre negli altri bacini cui il fondale ancora bio-stabilizzato e senza velme resistenti, un tempo molto diffuse - l’erosione indotta solo dalla crescita del livello arature, che ne modificano la scabrezza, Giovanni “Nino” Giupponi raccontava che del mare è stata minore, ma tale da determinare riesce a resistere al moto ondoso, sia esso negli anni ‘50 si poteva ancora camminare un più graduale prodotto dal vento, sia dal traffico acqueo. agevolmente sulle gengive a lato dei canali cambiamento di stato Infine il moto ondoso da vento, che in 15-20 dalla Giudecca e al Lido, raccogliendo Figura 4. Indice di ricambio potenziale dei giorni l’anno risospende e disperde grandi vongole e ostriche; anche negli anni ‘70-‘80, bassi fondali dei quattro quantità di sedimenti, che la navigazione poiché i fondali erano calcarizzati da molti sottobacini lagunari, calcolato come rapporto e la pesca avevano preparato rendendoli organismi che formano substrati calcarei; fra il volume del flusso 3 di marea (dati di flusso meno coesivi. In laguna di Venezia, infatti, e così Italo Svevo , mezzo secolo prima, da Ferrarin et al., 2013) si è passati da bassi fondali bio-stabilizzati nel 1899 descriveva il fondale fra Venezia e il volume residente (dati morfologici sulla da fanerogame, da organismi bentonici e in e Murano-Sacca Serenella, dove abitava, profondità da Molinaroli et al., 2007) particolare dai feltri microbici (le velme), che come una secca emergente in bassa marea, si scoprivano pressoché totalmente con le un trionfo di luci che stringevano Venezia in Figura 5. Tempi di residenza (Ghezzo M., basse maree o le paludi che presentavano una morsa di fango - sono ora scomparse 2010) dell’acqua in elevata trasparenza delle acque in alta pressoché ovunque, ad eccezione delle laguna: meno di un giorno vicino alle bocche, marea, a fondali che non emergono più in fasce ridossate alle barene della laguna due settimane alle Fondamente Nove, oltre bassa marea, se non nelle aree più interne, nord, oppure visibili solo per qualche ora tre settimane nelle zone protette da bora, confinate e ridossate alle durante particolari secche invernali. Anche confinate della gronda lagunare. Nonostante il barene. Nelle aree più profonde, prima degli John Ruskin nel 1852 in Le pietre di Venezia, benefico effetto del vento, la maggiore profondità anni ‘70 i fondali erano stabilizzati dalle descriveva cosi il fondale lagunare: «A del fondale e il ponte fanerogame marine come avviene in buona bassa marea la scena si trasforma … un translagunare con i varchi intasati limitano parte della laguna a sud del Canale dei abbassamento di 20 pollici è sufficiente a far il ricambio tra l’acqua interna inquinata e quella Petroli. scoprire la terra su gran parte della laguna nuova dal mare. Si noti Similmente le barene sono più facilmente … la città sembra che stia nel mezzo di un la grande variabilità del ricambio e quindi erose ai bordi, ma soprattutto, come ha oscuro piano di alghe di colore scuro … il di tessitura del fondale, trasparenza dell’acqua, dimostrato il monitoraggio condotto sotto la remo a ogni movimento è imbarazzato tra le salinità, temperatura supervisione del professor John Day ormai erbe foltissime … spinte dall’incerto dominio e, di conseguenza, la grande differenza delle venticinque anni fa, sedimenti e nutrienti dell’esausta marea». comunità di fondale, in particolare quelle che sono facilmente asportati dalle superfici Anche dal punto di vista della vivificazione determinano lo stato di bio-strutturate (Day J.W. et al., 1998) per mareale la situazione è drasticamente qualità ecologica buona secondo la Direttiva essere dispersi in mare o depositati nelle cambiata a causa dell’aumento di profondità Acque (angiosperme o zone più confinate, determinando il rapido dei bassi fondali: a scala lagunare il volume macroalghe di pregio e macrozoobentos) degrado della vegetazione sulla superficie residente è più che raddoppiato in quanto

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0 Profondità media del basso fondale canali esclusi 20

40

60

80 Tutta laguna la profondità media è variata da circa 50 100 Malamocco cm a oltre il metro (Figura 3), mentre il 120 Chioggia volume del flusso mareale sul basso-fondale 140 Lido (prisma di marea riferito alla sola superficie 160 di basso-fondale) è aumentato di solo il 180 Treporti

20% (Ferrarin C. et al., 2013). La laguna 200 assomiglia ora a un organismo corpulento 1900 1910 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020 e con una circolazione compromessa, che comunque non riesce a garantire una sufficiente ossigenazione nelle zone più interne (Figure 4 e 5; Ghezzo M. et al., 2010). La situazione è aggravata dalla torbidità delle acque (per effetto del moto ondoso di bora e di scirocco che ora non è più limitato dai bassi fondali e per effetto della navigazione e delle pratiche di acquacoltura) anche nelle aree residuali confinate in cui si deposita il sedimento che non è disperso in mare. La laguna è comunque riuscita a mantenere le sue caratteristiche originarie nelle zone adiacenti le bocche di porto, maggiormente vivificate, con fondali sabbiosi a praterie di fanerogame. Anche la laguna meridionale ha mantenuto in gran parte le sue caratteristiche originarie per un insieme di motivi, primo fra tutti che è stata meno soggetta all’erosione a causa della crescita del livello del mare per estrazione d’acqua dal sottosuolo, che si è concentrata a Venezia e nella zona industriale, e all’erosione per il dragaggio dei canali. Inoltre, questa parte della laguna è prevalentemente colonizzata da fanerogame marine e la pesca alle vongole è avvenuta o avviene in aree limitate, pertanto i sedimenti risultano ben 0-2 giorni strutturati. Alla minore erosione in laguna 2-4 giorni sud ha sicuramente contribuito anche la 4-6 giorni maggiore presenza di una matrice sabbiosa 6-8 giorni di origine geologica (Molinaroli E. et al., 8-10 giorni 2007) e la minore esposizione agli apporti 10-12 giorni inquinanti, al traffico marittimo e acqueo in 12-14 giorni generale. Infine, questa zona può beneficiare dell’apporto dei sedimenti asportati dalla 14-16 giorni 16-18 giorni

18-20 giorni

20-22 giorni

22-25 giorni [contributi]

4 Per la quota parte laguna nord durante le mareggiate di bora. piccola pezzatura contenuto entro geo- non dispersa in mare, proveniente dalla grande Come sopra descritto, la perdita di griglie in polietilene; erosione delle aree non confinamento nelle aree esposte al vento di • nel corpo idrico Dese, confinato da confinate degli anni ’70, erosione che ancora bora su corpi d’acqua che hanno perso la barene e velme naturali con i maggiori continua a ridosso del loro diversità morfologica iniziale (a causa apporti inquinanti fluviali e di torbidità Canale dei Petroli dell’erosione dovuta dalla crescita del da traffico acqueo dalla gronda verso

5 Ai fini della Direttiva livello del mare e dall’apertura del Canale il mare, soprattutto nel periodo estivo, Acque e della valutazione del suo stato di qualità, dei Petroli) e l’eccesso di energia erosiva la qualità ecologica del fondale risulta per la presenza del ponte, e di torbidità, hanno prodotto nelle zone influenzata dalla natura fine e incoerente questo corpo d’acqua sarebbe da considerare confinate un ulteriore interramento con del fondale, che limita la crescita di confinato, più che non la compromissione degli habitat originari fanerogame e la formazione di feltri confinato, almeno fintanto che non si sarà a opera dei sedimenti fini e inquinati4, in microbici, come invece avviene nella provveduto a riaprire tutti i varchi e ripristinare la particolare con riferimento ai corpi idrici fascia di confine della palude Maggiore; circolazione con canali di (vedi Figura 1 a pag. 32): • nel corpo idrico Marghera, molto raccordo almeno a -2 m • il corpo idrico di Val di Brenta, confinato confinato a causa del Ponte Ferroviario, a causa del ponte translagunare e del Ponte Littorio e del raddoppio dei soggetto anche agli apporti della binari del ponte ferroviario negli anni ‘70, bonifica, continua a interrarsi come prima per effetto delle pile dei ponti e continuamente segnalato dai pescatori delle opere provvisionali di cantiere, poi vagantivi che hanno dovuto ridurre le per la recentemente segnalata occlusione proprie attività, nonostante venticinque dei varchi intasati a causa della abnorme anni fa si siano ampliati i varchi del crescita di ostriche sino oltre il Comune ponte translagunare e dragati i canali Marino, a +40 cm sopra il livello del preesistenti sino a quota -3,5 m; mare5, per il fatto che sotto il ponte le • nel corpo idrico Teneri, confinato dalle alghe non crescono per assenza di luce, casse di colmata e con significativi pertanto le ostriche possono crescere apporti dal Mirese, continua liberamente. L’elevata risospensione di l’interramento dei fondali e dei canali sedimenti, passando sopra i frastagliati di vivificazione che sono stati scavati banchi di ostriche, intrappola i sedimenti solo in parte a causa della difficoltà di stessi costringendo l’ostricheto a riuso del sedimento a diverso grado di svilupparsi in senso verticale. Inoltre inquinamento; anche l’aumento di temperatura e • nel corpo idrico Millecampi, confinato di livello medio del mare dell’ultimo da barene naturali e fondali torbosi decennio ha contribuito allo sviluppo dei molto esposti alle onde di bora, banchi di ostriche (Ridge et al., 2015). continua l’interramento dei fondali più Questo corpo idrico è particolarmente prossimi alla gronda, nonostante siano degradato dalla persistente torbidità stati eseguiti alcuni dragaggi di canali generata dal traffico acqueo, specie sui di vivificazione, ma subito interrati canali non dragati: Canale dei Petroli, per la grande torbidità e la difficoltà Canale San Secondo, Canale Campalto e autorizzativa per inserire protezioni di soprattutto Canale Tessera; bordo dei canali resistenti e di lunga • nel corpo idrico Tessera, naturalmente durata fatte, ad esempio, di pietrame di confinato e dominato da una persistente

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torbidità dovuta al passaggio dei natanti Sacca Sessola, con qualità sufficiente, 6 La torbidità è generata dalle eliche dei natanti su canali a pescaggio limitato, e dalle presentano una qualità scarsa e la ragione è stessi e dal frangimento concessioni per la pesca del seme di sempre la stessa: la prevalenza di sedimento delle onde prodotte dai natanti sui bassi fondali vongola, canali che se non protetti superficiale fine e non compattato da circostanti da bora rapidamente si interrano, comunità bio-strutturanti9. Nella sostanza, 7 6 Il progetto di trapianto nonostante i ripetuti dragaggi ; la qualità ecologica dei corpi idrici segue delle fanerogame sta • nel corpo idrico Palude Maggiore, la distribuzione del tempo di residenza avendo successo perché era già migliorato naturalmente confinata e soggetta al che rappresenta il ricambio mareale e l’ambiente. Ovviamente la presenza di praterie, deposito di sedimento fine a causa dei quindi anche il permanere di torbidità nella salvo nuovi impatti, lunghi tempi di residenza e la maggiore colonna d’acqua. Infatti, ove il tempo è non farà che accelerare questo processo (Sfriso, profondità del fondale rispetto al passato lungo, si hanno depositi di sedimenti fini comunicazione personale) a causa della crescita del livello del mare, incoerenti che poi sono risospesi dal traffico 8 Forse anche perché come avviene in Millecampi, abbiamo acqueo locale, dalla pesca con attrezzi nell’applicazione della comunque aree di buona qualità nelle meccanici e dal vento, generando così una direttiva si predilige come stato ecologico ottimale zone più vivificate poste a ridosso torbidità persistente come nei corpi idrici di riferimento quello di un luogo a fanerogame, delle barene, oggi interessate dagli di Marghera, Tessera e Dese. A Millecampi Santa Maria del Mare, estesi interventi di miglioramento del e Teneri è la natura torbosa del sedimento ben vivificato e al tempo stesso comunque programma Life-Seresto (www.lifeseresto. locale (erosione di canneti preesistenti) e protetto per il ridosso eu)7; l’apporto di sedimenti, erosi a lato del Canale al litorale e sedimento di base sabbioso da • nel corpo idrico Sacca Sessola e Chioggia, dei Petroli e trasportati in queste zone consentire anche la crescita del tartufo di non confinati ma soggetti alla torbidità confinate dalla circolazione indotta dal vento mare, della pinna nobile da traffico acqueo e per effetto della di bora, a rendere precaria la situazione. In e del riccio di mare. Una situazione idrodinamica pesca con attrezzi meccanici, vi è una Val di Brenta sono di nuovo il confinamento, così favorevole non è pensabile si debba o si maggiore profondità del fondale rispetto la sedimentazione e la risospensione, la possa realizzare su tutta al passato che non consente una efficace pesca e il vento di bora a pregiudicare la laguna bio-strutturazione. la situazione. Inoltre, in alcune di queste 9 Si vedano i risultati del In termini di monitoraggio attuale della zone ci sono anche significativi apporti di programma Life-Seresto qualità delle acque di transizione, in acqua dolce, sedimenti e inquinanti che e in particolare lo scarso risultato di proliferazione relazione allo stato ecologico, appare assieme alla torbidità da risospensione ottenuto nelle due aree 1 e 5 del corpo idrico Dese evidente come lo stato di qualità in pregiudicano l’attecchimento delle macrofite generale non possa essere che scarso per di pregio (come documentato dal progetto la mancanza delle componenti bentoniche Life-Seresto). Quindi si può concludere bio-strutturanti o delle macroalghe di pregio, che la qualità ecologica scarsa, evidenziata come ben sintetizzato dall’indicatore R-MaQI dall’assenza di fanerogame e macroalghe (Sfriso A. e Boscolo R., 2011)8. sensibili, è ora mantenuta dal tipo di fondale In base ai risultati dello stato chimico instabile e dalla torbidità . ed ecologico, è stata approvata - con Come ben interpretato dall’indice ecologico Delibera della Giunta Regionale n. 140 del delle macrofite della Direttiva Acque, non 20.02.2014 - la classificazione dei corpi vi sono stati intermedi di miglioramento idrici lagunari. Con questa classificazione per ambienti ora dominati da persistente tutti i corpi idrici lagunari di gronda, a torbidità (si vedano ad esempio i recenti esclusione della laguna centro sud con risultati del trapianto di fanerogame del qualità ecologica buona e Lido, Chioggia, programma Life-Seresto in laguna nord

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10 Il professor John in termini di possibilità di sviluppo delle fortemente condizionate dall’uomo come Day ha recentemente pubblicato un articolo che fanerogame e delle macrofite di pregio, non la laguna di Venezia, le quali hanno subito dimostra la convenienza sempre soddisfacenti pur in un corpo idrico trasformazioni con cambiamenti di stato di di intervenire subito per risanare il delta del che ancora preserva caratteri originari). fatto irreversibili o comunque tecnicamente Mississippi proprio per È necessario quindi un trattamento non perseguibili11: a quale laguna di questo motivo decisivo che l’esperienza ci indica essere riferimento vogliamo e possiamo indirizzare

11 Si vedano le attività l’intercettazione e il contenimento del moto le azioni di risanamento? di co-esplorazione del Laboratorio Venezia ondoso e la canalizzazione delle correnti di Esclusa la possibilità di recuperare la quota per la Resilienza, marea e da vento, creando fasce di velme e ovunque con il riporto di sedimento, è ormai o dell’accademia internazionale presso barene resistenti al moto ondoso disposte in accertato che onde e torbidità da vento la Venice International modo da orientare e concentrare le correnti continueranno a crescere anche limitando il University a cura della Boston University (M. lungo i canali principali e secondari (Cecconi traffico acqueo (impresa comunque difficile Balsamini, 2014), o dell’ Università di Ca’ G., 2005). in quanto limita le possibilità di sviluppo Foscari con il corso di attività economiche fondamentali per estivo The Environment and Economics of 4. Come migliorare lo stato mantenere la residenza, consentendo Coastal Lagoons sulla gestione delle barene con di qualità ambientale con le fasce lo sviluppo di un turismo sostenibile in l’Università di Utrecht di intercettazione e canalizzazione laguna) Non resta altro che proteggere La regolazione della navigazione da diporto, e rigenerare i bassi-fondali con strutture di merci, passeggeri e traffico marittimo, rigide e con il riporto di sedimento per attività in continua espansione per effetto formare velme e barene che interrompano di una crescente domanda internazionale, l’ampiezza del fondale libero su cui spirano benché utile e necessaria, non è sufficiente i venti dominanti, dirigano le correnti di a invertire il processo di degrado in quanto marea lungo i canali naturali e artificiali l’erosione maggiore è prodotta dal moto per limitarne l’interramento, consentano ondoso da vento. Oggi conosciamo bene l’intercettazione delle onde e della torbidità gli agenti del degrado, erosione e torbidità, proteggendo l’ambiente naturale e artificiale e abbiamo messo a punto gli strumenti retrostante. di contrasto, ma si richiede che essi siano La forma e la posizione di queste opere, impiegati senza indugio per produrre un che avranno una collocazione adattativa radicale cambiamento di stato capace di progressiva, dovrà essere tale da fornire una rigenerare il sistema idro-morfologico e protezione locale contro l’eccesso di energia biologico, come i programmi Life-Seresto e torbidità e al tempo stesso creare areali a (www.lifeseresto.eu) e Life-Vimine (www. diverso grado di confinamento: una diversità lifevimine.eu) stanno dimostrando alla idro-morfologica per creare le condizioni scala locale partecipata e come avevano già per l’insediamento guidato o spontaneo di dimostrato in modo estensivo gli interventi una diversità di habitat interconnessi o in del Provveditorato per le Opere Pubbliche successione per sere ecologiche (Figura 6). (ex Magistrato alle Acque) con la costruzione Le fasce progettative a velma e barena sono di strutture morfologiche a velma e barena state ampiamente sperimentate nel corso e i trapianti di fanerogame su fondali idonei dei trascorsi trent’anni con ottimi risultati, o trattati con sabbia, intrapresi negli ultimi consentendo l’innesco di habitat a velma e trent’anni10. Si pone infine una questione di a barena per oltre 16 kmq di basso fondale merito che riguarda tutte le lagune ormai in erosione attraverso il riuso di 20 milioni

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Figura 6. La colonizzazione del deposito a barena avviene per transizioni fra stati con successioni di specie e loro organizzazione spaziale, in funzione della quota risultante dalla compattazione del suolo artificiale per addensamento e dai nuovi apporti: alla fine, dopo circa dieci anni, l’accrescimento naturale compensa la compattazione e la crescita del livello del mare e la barena artificiale mantiene così la sua quota in modo auto-regolato

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A destra Sotto Figure 7a e 7b. Figura 8. È strato Il processo di dimostrato che i colonizzazione artificiale depositi artificiali a dei depositi a barena barena collocati in nel corso di dieci zone di barene naturali anni, come risposta minacciate dall’erosione adattativa alla perdita ondosa sono quelle di quota del deposito più frequentate dalle artificiale attraverso specie di interesse la fertilizzazione del conservazionistico. suolo e la crescita della Esperti ornitologi come vegetazione Francesco Scarton hanno confermato l’importanza delle aree di neoformazione per la nidificazione e sverno, sino a prospettare una continua attività di conservazione della ZPS laguna di Venezia basata sulla ricostruzione continua di nuove velme e barene di opportune dimensioni e distribuzione

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di mc di sedimento di dragaggio (Figure degrado generale e ripristinare attraverso la 7 e 8; Scarton F. et al., 2011). Sulla base vivificazione, il confinamento e la riduzione di queste considerazioni, il miglioramento dei carichi inquinanti, almeno localmente, dello stato di qualità idromorfologica e, la complessità morfologica, la biodiversità conseguentemente, ecologica, dei corpi e qualità ecologica dei corpi d’acqua. È idrici, sia ai fini della individuazione degli questo un modo pratico di controllo della interventi più efficaci, sia al fine della qualità ecologica che tiene conto dell’attuale documentazione dei progressi per garantire livello di esposizione al moto ondoso e degli uno stato di qualità buono entro il 2020, va interventi tecnicamente fattibili per una bio- inteso in senso probabilistico, ripristinando strutturazione assistita delle aree intermedie le condizioni più favorevoli per la formazione e più confinate in condizioni di qualità di habitat con specie di pregio, così da scarsa per una combinazione di fattori di condizionare i processi evolutivi aumentando degrado attuali (traffico acqueo, pesca con la probabilità di rapide transizioni a una attrezzi meccanici) che agiscono su ambienti scala sufficientemente ampia per essere trasformati a causa di effetti climatici e di rilevata, e tale che possa permanere su una fattori antropici ormai storicizzati. porzione significativa e rilevabile del corpo Le complesse trasformazioni naturali idrico in questione. del biota, che spesso procedono per Queste probabilità di distribuzione di habitat successioni di habitat, hanno un carattere possono oggi essere valutate sulla base evolutivo che non consente la reversibilità delle prevedibili variazioni (con modelli a stati precedenti, pur essendo possibile matematici idro-morfologici) degli indicatori ricominciare un nuovo processo evolutivo. chimico-fisici del sistema a seguito degli Si possono infatti ripristinare in via artificiale interventi in progettazione (come ad le condizioni idro-morfologiche e del esempio per le praterie di fanerogame alle sedimento per facilitare il re-insediamento bocche di porto: esposizione all’aria, tempo delle comunità, come ad esempio è stato di residenza, torbidità, vicinanza al canale, fatto nella zona retrostante le casse di temperatura, percentuale sabbia, TDP colmata negli anni ‘90 con il riporto di oltre Fosforo totale disciolto o per la probabilità 100.000 mc di sabbia per formare uno di habitat di nursery per la passera: salinità, spessore omogeneo di 40 cm a quota iniziale torbidità, temperatura ossigeno disciolto, intermareale e la riapertura dei canali interrati percentuale sabbia (Zucchetta M. et al., dalle casse di colmata (Bona F. et al., 2000). 2010; Newton A. et al., 2014) o con modelli È però impossibile riguadagnare ovunque la della catena trofica (Brigolin D. et al., 2014). perdita di quota generalizzata dei fondali e la Il Piano Morfologico del Magistrato alle loro tessitura (sarebbe necessario un volume Acque - Consorzio Venezia Nuova, che si di sedimento, 200 milioni di mc) per cui gli configura come una azione di gestione attiva interventi di ricostruzione di inneschi di velme del sistema, anche ai fini della Direttiva e barene non possono che essere mirati al Habitat e Natura 2000 e ai relativi piani confinamento e vivificazione di superficie di gestione della laguna di Venezia come limitate a sviluppo longitudinale, ad esempio, Zona di Protezione Speciale, affronta questo disposte lungo il reticolo idrografico che tema, proponendo interventi tecnicamente ancora era presente negli anni ‘30 (Scarton fattibili e già sperimentati per rallentare il F. et al., 2000). Il raggiungimento dello stato

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12 Un problema molto di qualità ecologica buono dei corpi idrici in sicurezza e in modo protetto, sia dal sentito sia dai pochi cittadini Veneziani delle lagunari in tempi brevi, con modifica degli punto di vista dell’erosione che della isole rimasti, sia dai indicatori locali di qualità delle macrofite contaminazione, grandi quantità di molti abitanti dei comuni della gronda lagunare e e macro-invertebrati bentonici, attraverso sedimento sabbioso e limoso per formare dalla Regione del Veneto interventi per proteggere e rigenerare nuovi suoli13 su cui attivare lo sviluppo di che guarda all’eco- turismo e al turismo fasce di fondale con soluzioni adattative di sette ingegneri naturali, sistemi ecologici culturale di relazione come una prospettiva trasformazione intelligente del paesaggio autonomi che utilizzano l’energia del sole e di rigenerazione sociale: lagunare, ben diverse dalla semplice scogliera il flusso naturale per crescere e strutturare ad esempio Jesolo sta investendo per diventare di separazione delle funzioni economiche il paesaggio lagunare, fornendo i servizi un centro internazionale del benessere e della legate alla portualità e al traffico acqueo, da ecosistemici necessari per lo sviluppo sociale cultura collegata con quelle di conservazione degli habitat di basso e culturale del territorio (Figura 9; Day J.W. Venezia via acqua; è stata da tempo richiesta fondale, richiede un processo partecipato et al., 1998; Cecconi G., 2005; Cecconi G. et una intensificazione del trasporto acqueo capace di conciliare la conservazione con al., 2009; Tiezzi E. et al., 2010; Scarton F. et sempre negata per la lo sviluppo socio-economico, adattando a., 2013). fragilità del sistema lagunare, perdendo così insieme il paesaggio lagunare alle necessità Ecco gli ingegneri naturali che sappiamo opportunità di sviluppo e di innovazione che ora della società e della natura, in armonia con attivare, su cui possiamo con sicurezza potremo invece esplorare, la co-evoluzione, co-petizione, millenaria del contare per migliorare la qualità ecologica cercando soluzioni che non siano il semplice sistema lagunare. della laguna di Venezia: aumento del numero e della capienza delle Se sapremo armonizzare la distribuzione 1. i feltri microbici a diatomee e motonavi, ma qualcosa spaziale e temporale delle opere di protezione cianobatteri in grado di ricoprire e di più complesso e ragionato. Un problema dal moto ondoso, anche reversibili, con proteggere le velme in formazione; analogo e della stessa quelle di vivificazione e canalizzazione 2. le angiosperme e in particolare le portata è la regolazione degli arrivi delle navi da (attraverso il dragaggio dei canali e il riuso quattro specie di fanerogame marine crociera a Venezia dopo il decreto Clini-Passera dei sedimenti nel ripristino di fasce protette (compresa la Ruppia fondamentale nelle per lo sviluppo di velme e barene) si aree confinate) in grado di stabilizzare i 13 Che possono essere al tempo stesso protetti potranno cogliere formidabili opportunità di fondali più profondi circostanti i canali dalle onde e vivificati dal rigenerazione socio-ecologica, a partire dal e le velme in formazione o le zone flusso mareale. necessario ripristino di una nuova coesione sottovento/sotto onda di bora; sociale fra vecchi e nuovi cittadini veneziani, 3. le associazioni delle piante alofite fondamentale per cominciare a regolare la di barena, in grado di catturare il domanda turistica in città e in laguna con sedimento e di accrescere la quota della le nuove infrastrutture per continuare a barena compensando così in condizioni navigare, prima fra tutte la nuova rete protetta omeostatiche la crescita relativa del dei trasporti acquei portuali e lagunari, così livello medio del mare rispetto al suolo da contribuire a mantenere l’identità culturale vegetato e sommergibile dalle alte maree veneziana del vivere sull’acqua bilanciando ordinarie; lo sviluppo portuale con un nuovo turismo 4. i canneti, che come le barene producono insulare sostenibile12. suolo stabile e assorbono i nutrienti ed altri inquinanti immessi alle foci fluviali, 5. La cassetta degli attrezzi del lungo la gronda lagunare, strutturando Learning and Building with Nature questa parte del territorio in modo da Il principale strumento messo a punto aumentare il tempo di residenza degli negli anni è la capacità di movimentare apporti di nutrienti in aree più vocate

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alla fitodepurazione rispetto alle aree di in grado di guidare l’energia mareale e Figura 9. Laguna nord. Schermi frangionda transizione, maggiormente vivificate; ridurre l’energia ondosa, migliorando per proteggere i bordi 5. le ammofile (Ammophila arenaria) del le condizioni di stabilità, trasparenza delle barene artificiali e naturali litorale che promuovono la formazione dell’acqua e bio-strutturazione e dei delle dune intercettando la sabbia fondali così riparati, beneficiando trasportata dal vento, proteggendo dell’aumento previsto delle temperature. così la costa dalle mareggiate e dagli La cassetta degli attrezzi sarà adoperata in allagamenti per sormonto; modo adattativo (D’Alpoas L. et al., 2007; 6. il macrozoobentos che in vario modo Adly N. et al., 2011), in linea con la millenaria rimaneggia e rende più stabile il tradizione veneziana dell’imparare facendo, sedimento, ad esempio alcuni nematodi, per generare la capacità di resilienza scavando gallerie e cementando il necessaria per fronteggiare gli effetti attuali sedimento, producono un aumento di e futuri del cambiamento climatico e dei volume, quota e stabilità del fondale; cambiamenti sociali globali: con la crescita 7. le comunità incrostanti a ostriche del livello del mare e la maggiore forza e mitili che possono produrre per erosiva delle onde e la crescita della pressione accrescimento di nuclei originari barriere turistica e migratoria e l’aumento del costo

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15 14 Il professor John W. dei combustibili per i lavori marittimi (ad ecologica , fondamentale per la co- Day ha recentemente pubblicato un articolo che esempio già dobbiamo tener conto che il esplorazione e la gestione adattativa del dimostra la convenienza costo del combustibile per eseguire i grandi bene Venezia, perché sopravviva per il di intervenire subito per risanare il delta del lavori di dragaggio e movimentazione del bene delle future generazioni del sistema Mississippi proprio per sedimento è cresciuto14). paese e dell’umanità. questo motivo (Day J.W. et al., 2017) La cassetta degli attrezzi si completa con le barriere mobili del sistema Mose, che una Riferimenti bibliografici 15 Si vedano le attività di co-esplorazione del volta completate intercetteranno il flusso Adly N., Bonsdorff E., Carraro C., Cecconi G., Laboratorio Venezia mareale solo quando si rende necessario Depledge M., Dettinger, Falk J., Kennel C., per la Resilienza, o dall’accademia per controllare l’eccesso di volume di marea Linden P., McIntyre K., Ramieri E., Woodruff internazionale presso la Venice International durante le acque alte, senza limitare il D., 2011. Improving the capacity to assess University a cura della naturale ricambio mareale, e proteggendo and to adapt to climate change in urban Boston University (Balsamini, 2014), o durante le acque alte le barene dall’eccesso coastal regions. The Venice Conference, dall’ Università di Ca’ di moto ondoso, trattenendo i sedimenti Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Foscari con il corso estivo The Environment risospesi all’interno della laguna; le barriere Magistrato alle Acque di Venezia. and Economics of Coastal Lagoons sulla mobili potranno almeno in parte essere gestione delle barene con manovrate in modo differenziale per Bellucci L.G., Frignani M., Cochran J.K., l’Università di Utrecht produrre un maggior ricambio marino con la Cecconi G., 1999. Atmospheric fluxes of toxic circolazione forzata da una bocca all’altra. metals and environmental changes in the Venice L’impiego dei sette ingegneri naturali Lagoon as recorded by salt marshes. In Sixth consente di attivare i servizi ecosistemici Symposium on Biogeochemistry of Wetlands, maggiormente necessari per lo sviluppo e la Fort Lauderdale, Florida, July 11-14, 1999. conservazione della laguna: • da quelli provvisionali di cibo, materiali Bellucci L. G., Frignani M., Cochran J. K., naturali, prodotti biochimici; Albertazzi S., Zaggia L., Cecconi G., Hopkins • a quelli di regolazione della qualità H, 2007. 210Pb and 137Cs as chronometers dell’aria, del clima, del flusso di marea e for salt marsh accretion in the Venice Lagoon - del moto ondoso; links to flooding frequency and climate change, • della depurazione e mineralizzazione Journal of Environmental Radioactivity, 97(2- degli apporti inquinanti, della bio- 3), 85-102. stabilizzazione del suolo e della rete lagunare; Bolhuis H., Cretoiu M.S., Stal L. J., 2017. • a quelli di supporto della biodiversità e Molecular ecology of microbial mats, nursery per molteplici specie di pesci e 90(November), 335-350. uccelli; • a quelli culturali e paesaggistici, sia dal Bona F., Cecconi G., Maffiotti A., 2000.An punto di vista del valore estetico di per sé; integrated approach to assess the benthic • sia del valore delle attività ricreative, quality after sediment capping in Venice culturali, artistiche e formative come lagoon, Aquatic Ecosystem Health and lo sviluppo dell’eco-turismo, il piacere Management, 3, 379-386. estetico, l’ispirazione artistica, l’identità culturale, la ricerca scientifica; Brigolin D., Facca C., Franco A., Franzoi P., • non ultima l’educazione socio- Pastres R., Sfriso A., Pranovi F., 2014. Linking

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Finito di stampare dicembre 2017