Il Cammino di Francesco e la valle del

5° Pacchetto turistico – Valle del Velino - Santuario di

Indirizzo: Santuario di Greccio - Via del Santuario 02045 Greccio (RI) Telefono 0746.750.127 Fax 0746.751.776

Orari d’apertura al pubblico: 9.00 - 18.00 (19.00 Orario Legale)

http://www.provincia.rieti.it/ http://www.camminodifrancesco.it/

Greccio

1 ° G I O R N O

Visita al Centro Storico di Rieti: la Cattedrale e il Vescovado, il Teatro Flavio Vespasiano, la cinta muraria romana e medievale, Rieti sotterranea, il Ponte Romano

Città principale della e capoluogo di provincia è situata a circa 400 m. s. m. Il nucleo primitivo della città si sviluppò su un'altura calcarea che ne rappresenta attualmente la parte più elevata e centrale (intorno alla Piazza Vittorio Emanuele e al Teatro Comunale); questo nucleo originario si è andatovia via ampliando per poi estendersi in varie direzioni. L'antica Reate fu una delle più antiche e principali città dei Sabini. Non abbiamo notizie storiche della città prima della conquista romana; nel 211 a. C. Annibale passò sotto le sue mura sulla via di Roma; nel 205 Reate assieme con gli altri Sabini contribuì volontariamente ai rifornimenti di Scipione. Certamente fu mantenuta al grado di prefettura fino al tempo augusteo; in tempi imperiali fu elevata tuttavia a municipio, e sotto Vespasiano accolse un gran numero di veterani, senza avere però il titolo di colonia. Di Reate furono originarî l'erudito Varrone e l'imperatore Vespasiano. Il fertilissimo territorio reatino, bagnato dalle acque del Velino e dei suoi affluenti Turano e Salto, soggetto a lavori idraulici per la regolazione dei corsi dei fiumi sino dalla conquista della Sabina da parte di M. Curio Dentato, fu causa di gravi e secolari dispute fra la città e la vicina Interamna (), dispute per le quali una volta fu chiamato a patrono di Reate Cicerone, che difese la sua causa davanti agli arbitri nominati dal Senato. Durante la dominazione dei Goti fu retta da un priore; dipese poi dal ducato di Spoleto e fu sede di un importante gastaldato. Nel sec. IX la devastarono i Saraceni.

In quel secolo e fino alla prima metà del XII, Rieti è retta da un conte. Nel 1149 la città patisce assedio e distruzione ad opera di Ruggero di Sicilia; in quel periodo si colloca l'origine del (1171, prima menzione dei consoli). Nel 1198 Rieti fa atto di omaggio ad Innocenzo III (creazione del podestà) e da allora in poi resta sempre fedele alla Chiesa, e più volte sede e rifugio del papa. Durante il periodo avignonese subì in modo particolare le ingerenze dei sovrani angioini, data la sua vicinanza al regno di Napoli, e fu travagliata dalle lotte di parte. Non ebbe difficoltà a riaccostarsi alla Chiesa nel 1354, assoggettandosi al cardinale Alborno. Al tempo della guerra degli Otto Santi, pur non abbandonando le parti del papa, si diede in signoria temporanea a Cecco Alfani, la cui famiglia ebbe poi per vari decennî il predominio in Rieti. Rinaldo Alfani è nominato da Martino V vicario, ma nel 1425 la potente famiglia è bandita. La storia di Rieti non registra, da allora in poi, fatti di molto rilievo; la città appare spesso in contesa con le vicine città abruzzesi per ragioni di confine, e con Terni a causa della . Nel 1798-99 Rieti fa parte del dipartimento del Clitunno; nel 1809-1814 di quello del Tronto ed è sottoprefettura. Nel 1816 Pio VII la erige a capoluogo di delegazione. Da ricordare, nel 1821 la battaglia avvenuta al Colle di Lesta fra il Pepe ed il Frimont; nel 1831 il vano assalto del Sercognani; nel 1860 (23 settembre) l'ingresso delle truppe italiane. Rieti viene allora assegnata alla provincia di Perugia (fino al 1923), poi a quella di Roma, e nel 1927

diviene capoluogo di provincia. Della Rieti romana rimangono pochi elementi . Sono avanzi di mura in via Pescheria, in via Roma, in via Pellicceria e altrove, da cui si può ricostruire il tracciato della cinta romana. Altri avanzi cospicui di mura perimetrali di una vasta costruzione furono trovati, recentemente, a circa quattro metri di profondità, nei lavori di sbancamento compiuti sulla piazza Vittorio Emanuele e sono ancora visibili. Una costruzione romana d'importanza notevole è il ponte sul Velino, che costituiva la parte terminale di un viadotto ad archi rampanti che si svolgeva quasi in direzione dell'attuale via Roma terminando all'antica porta romana. Alcune parti di questo viadotto si possono osservare in sotterranei di abitazioni lungo la via Roma.

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Tra le costruzioni medievali reatine, quella che domina il centro della vecchia Rieti, è tutto l'insieme pittoresco, che va dalla torre campanaria del 1252, dalla cattedrale, dal palazzo papale, fino all'arco di Bonifacio VIII. Del palazzo papale oggi sono restituiti alla luce i grandiosi portici a crociera del 1283. La cattedrale fu iniziata nel 1109; nel 1157 fu consacrata la cripta che ancora si conserva integra, mentre la chiesa superiore, terminata nel 1225, fu internamente modificata nel 1639 quando già, in varî periodi precedenti, erano state aggiunte cappelle praticando aperture nelle due navate laterali. Nella cappella di Santa Barbara, protettrice di Rieti (il cui corpo è venerato, in una bellissima urna marmorea, nell'altare maggiore della cattedrale), la statua in marmo è su disegno del Bernini.

Una caratteristica notevole della città di Rieti è quella di avere ancora, quasi completa, la cinta delle mura medievali, sia pure in varie parti restaurate più volte. L'arte della rinascenza e l'arte barocca sono testimoniate nell'architettura di alcune chiese e in diversi palazzi del centro storico. Palazzi degni di essere segnalati sono quello Vecchiarelli in Via Roma, di Carlo Maderno, quello Vincentini (oggi palazzo del governo) con la pittoresca loggia del VIgnola (sec. XVI), il palazzo Sanizi (oggi sede dei Tribunali), l'ex palazzo del Podestà (sec. XIV), ampliato e modificato nel sec. XVII per la costruzione del primo seminario istituito nel mondo dopo il Concilio di Trento, il palazzo comunale con la facciata principale del Brioni (sec. XVIII) con il fianco sulla Via della Pescheria che rimonta al sec. XIII con aggiunte del sec. XVI. Non vanno poi dimenticate per il particolare interesse alcune costruzioni medievali in Via S. Rufo, in via S. Carlo, in via Pellicceria.

S T R U T T U R E R I C E T T I V E

A L B E R G H I (€ 50,00 - € 100,00)

 Grande Albergo Quattro Stagioni – Piazza Cesare Battisti, 14 – Rieti – 0746 271071  Hotel Cavour – Piazza Cavour 10 – Rieti – 0746 485252  Hotel Miramonti – Piazza Oberdan, 5 – Rieti – 0746 201333  Park Hotel Villa Potenziani – Via San Mauro, 6 – Rieti – 0746 202765  Hotel Arcangelo – Via Vaiano, 52 – Vazie (Rieti) – 0746 220202  Hotel Blu – per l’Aquila, 52 – Rieti – 0746 203064 Hotel Valentino – Via Rieti, 9/13 – Vazia (Rieti) – 0746 220247

AGRITURISMI

 Campogelato – Via Campogelato, 4 – Rieti – 0746 754175 – 338 7677135  La Collina – Via Torretta, 142 – Rieti – 0746 481326 – 320 6204747  La Selva – Via Salaria per Roma 43/A – Rieti – 347 3209024 – 346 0438613

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B & B

 A casa di Gianna – Via Corsica, 16 – Vazia (RI) – 0746 220304 – 338 8187348  Camere della Piana – Via Torrente, 4 – Rieti – 327 0630428  Campoloniano – Via E.Pollastrini, 5 – Rieti – 0746 250638 -348/3803375  Casa Simonetti – Viale Maraini, 5 – Rieti – 0746 483396 - 340/0759816  Casale Giuseppina – Loc. Maglianello – Via Salaria per Roma, 75 – 0746 73017 - 333/2450828  Casale Paris – Via Comunali – Chiesa Nuova (RI) - 347 1739609  Castellani – Via Suor Carla Miglioli, 10 – Rieti – 0746 338 8286276  Centro D’Italia – Via F.lli Tizi, 21/c – Rieti – 338 6621120 – 338 1327907  Civico 27 – Via Paterno, 27 – Rieti – 320 0152886  Come a casa tua – Via Arco dei Ciechi – Rieti – 389 6638115  Da Egizia – Via Paterno, 14 – Rieti – 0746 484364 – 393 4721686  Dalì – Via Roma, 23 – Rieti - 329.0541665 - 329.9593372  Gli Abeti – Via A.Liberati, 73 – San Giovanni Reatino – Rieti - 0746 73282  Il Giardino di Mary – Vazia – Via Malfatti, 21 – Rieti – 0746 220811 – 339 7988732  La bifora del Medioevo – Via S.Agnese, 40 Rieti – 0746 200288 - 333/2944771  La camelia – Vicolo S.Anna, 21 – Rieti – 331 4400198  La fontana di Davide – Via , 27 Rieti – 0746 221361 – 340 6967048  La spiga – Via Chiesa Nuova, 32/b – Rieti – 0746 491172 – 392 1604773  La terrazza fiorita – Via Pellicceria, 3 – Rieti – 0746 296949 – 347 7279591  La vela – Via , 2 – Vazia – Rieti – 0746 220220 - - 339/2301210  Little Moon – Via La Foresta, 23 – Rieti – 349 4788461  Luciana – Via Suor Carla Miglioli, 8 – Rieti – 0746 483701 – 338 8286276  Montegambero – Via Torretta, 15 – Rieti – 0746 201240 – 334 3651213  Palazzo Antico – Via Garibaldi, 89 – Rieti – 0746 271548 - 3355324004  Porta Conca – Via Bevilacqua, 20 – Rieti – 0746 203450 – 328 6545214  Porta Romana – Via , 23 – 0746 483836 – 340 4837037  Raggio di sole – Via Luigi Cipriani, 339 – Rieti – 0746 25843 - 338/6330072  San Martino – Via San Martino, 21 – Rieti – 0746 484689 - 393/293861  7Camini – Via 7Camini, 38 – Rieti - 347/8829498 - 347/4480900  Stella Polare – Via A.M.Ricci, 107 – Rieti – 338 6221120  Villa dell’Annunziata – Via Foresta, 26 – Rieti – 0746 259675 – 348 4982191

*Dati forniti da Confcommercio Rieti – 2014

2 ° G I O R N O

La Salaria e la Valle del Velino

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La Salaria è considerata in Italia la via consolare più antica in assoluto. La via attraversa la Valle del Velino e racconta la storia di un territorio ricco di testimonianze, tradizioni popolari e itinerari archeologici di grande valore. In origine con il nome "Salaria" si indicava solo il tratto che unisce la città di Roma a Rieti ma in seguito l’Imperatore Augusto estese il nome all'intero percorso Roma - Rieti - - Porto D'Ascoli (Castrum Truentinum).

L'attuale via Salaria segue il tracciato della Salaria Nova, costruita ai tempi dell'imperatore Nerva (96-99 d.C.). Da molto tempo prima la via Salaria, nel suo percorso originario lungo la Valle del Velino, svolgeva già una funzione importantissima, essendo da sempre legata alle attività di trasporto e commercio del sale da cui trae il nome di Via Salaria. La sua importanza risale ai tempi dei Sabini, antichi abitanti del territorio, già dal II millennio a.C. quando era molto frequentata per il trasporto del sale dal Tirreno all'Adriatico. Il fondo stradale era largo circa 4 metri ed era costituito da ghiaia e piccoli ciottoli legati insieme con argilla e sabbia per uno spessore di 50 cm. In alcuni tratti del territorio di Posta (RI) sono visibili le tracce del percorso antico sopravvissute all’interramento causato da eventi naturali o per motivi legati all’intervento umano. Le testimonianze più significative sono emerse presso il comune di Antrodoco in uno dei tratti più angusti della valle del Velino dove la strada sorge incassata in grandi tagli nelle pareti rocciose a strapiombo sul fiume. Nella parte alta della Valle del Velino in prossimità del confine con le Marche, è stato rinvenuto il LXIX migliario della Salaria, risalente al IX secolo a.C. in epoca augustea. Sebbene i lavori di risistemazione abbiano adattato negli anni la strada alle nuove esigenze di scorrimento, la Salaria (SS4) non è cambiata sostanzialmente dall'epoca del suo primo tracciato ufficiale (IV secolo a.C.) e caratteristici rimangono i suoi monumenti e i suoi tratti antichi.

Questa importante via di comunicazione fu uno dei principali assi lungo il quale si propagò il Cristianesimo a partire da Roma. Nei secoli VI e VII furono edificate lungo la Salaria una gran quantità di chiese ed abbazie, segno della presenza della chiesa in zone montane molto lontane da Roma. In seguito, a partire dal secolo VIII, si affermarono una serie di chiese e monasteri fondati dai monaci benedettini e dai longobardi convertiti. Nel secolo XIII, fuori dall'attuale centro abitato di Borgovelino, venne costruito il convento di San Francesco fondato secondo la tradizione dallo stesso San Francesco. Da allora, come ai tempi della dominazione romana, la Salaria tornò a ricoprire nuovamente un ruolo fondamentale come via di comunicazione dell'Italia centrale appenninica. Lungo l'antichissimo percorso della via del sale sono stati edificati gli antichi centri di Castel S. Angelo, Antrodoco, Posta, , e poi oltre fino al Tirreno. In questa valle densa di boschi e banchi di roccia a picco sul percorso del Velino emerge agli occhi degli osservatori una tecnica costruttiva molto suggestiva. Laddove infatti si sporgeva un blocco roccioso naturale la carreggiata era ed è ancor oggi tagliata nella roccia, con effetti di grande impatto a livello scenografico e monumentale.

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3 ° G I O R N O

Greccio (RI)

Il medievale paese di Greccio è sede dell’antico Santuario, uno dei quattro più importanti santuari eretti da San Francesco nella Valle reatina, insieme al Santuario di Fonte Colombo, al Santuario della Foresta, e il convento di . E’ ubicato a circa 15 km dalla città di Rieti, ed è arroccato su un costone di roccia a circa 2 km dal borgo medievale di Greccio.

1. La Valle Santa fu, insieme ad Assisi e a La Verna una delle mete più importanti nella vita di San Francesco. In questa terra oltre al Cantico delle Creature scrisse la Regola Francescana e a Greccio nel 1223 fece rivivere i primo presepe cristiano. La collocazione del Santuario tra i boschi di leccio della media collina suscita un’aspirazione alla solitudine ed a una rigorosa regola religiosa e di vita, le stesse che hanno guidato Francesco a spogliarsi dei beni terreni per abbracciare i valori della Natura e del Creato. Monaco errante e caritativo, il Santo si ritirava a pregare e dormire su un giaciglio di roccia viva e trascorreva la sua vita nel romitorio roccioso in povertà e solitudine. Il suo esempio di comunicazione semplice lo portò ad allestire a Greccio nel 1223 la prima rappresentazione scenica vivente della nascita di Cristo nella notte di Natale. La leggenda sull’accaduto, reale o scaturita da un racconto, narra che il bambinello, unico personaggio non vivente della rievocazione, prese vita per tornare, poi, inanimato. In questo si cela il significato più elevato della cultura francescana che instaura un rapporto diretto con il mondo e con Dio, ‘Colui che è’, creatura reale, compagno di avventura del vivere umano, colui cui Francesco chiede consiglio e aiuto nelle sue decisioni sulla Regola.

Le ipotesi su come San Francesco abbia scelto questo luogo erto sulla valle si confondono e tra queste la più suggestiva è sicuramente quella del bambino a cui il poverello di Assisi fece

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lanciare un tizzone che lanciato come una saetta terminò il suo volo sulla parete rocciosa di un monticello di proprietà del Velita, un noto feudatario del paese di Greccio. Sembra fu lo stesso Velita nel 1223 che spinse San Francesco a dare vita alla rievocazione della natività così come è stata tramandata fino a noi. Da quel momento Greccio ed il suo Santuario sono noti come luogo del primo presepe nel mondo.

Nella grotta che accolse l’evento della natività, cui si giunge dopo aver percorso una lunga scalinata tagliata sulla pietra, fu costruita una cappellina e sul masso roccioso che servì da mangiatoia un piccolo altare. Sul fondo della cappella, al di sopra dell’altare c’è uno splendido affresco del 1400 di scuola Giottesca attribuita al Maestro di Narni, che rappresenta la Natività di Betlemme su un lato e il Presepe di Greccio sull’altro.

Attraverso uno stretto corridoio si arriva all’interno del romitorio originariamente abitato dal Santo e dai primi frati suoi seguaci. Si entra nel Refettorio nel quale è posto un piccolo lavatoio, un tratto di pavimento originale e un caminetto restaurato. Accanto all’ingresso che conduce al primitivo dormitorio si osservano due affreschi del sec. XVI. Percorrendo il lungo corridoio sul quale si affacciano le stanzette dove dormivano i frati si arriva in quella dove Francesco dormiva sulla viva roccia. Il silenzio e la semplicità degli ambienti dà ancor oggi la dimensione e il valore di una vita condotta secondo la regola dell’ordine. Segue lungo il percorso un piccolo Coro ligneo del XVII secolo, un leggio, due aste di legno girevoli per sostenere il libro e la lanterna e un crocifisso ligneo del XVIII secolo; sulle pareti un’immagine della Madonna addolorata della Scuola del Sassoferrato (XVII sec.).

L’immagine-simbolo del Santo sofferente che si asciuga gli occhi, il cui originale è andato perduto (la copia attuale risale al XIV secolo), evoca la grave infezione alla vista che lo affliggeva e che ha determinato l’aggravarsi delle sue condizioni di salute negli ultimi anni di vita.

Nel piazzale esterno si trova la chiesa moderna adagiata con un fianco sulla roccia, eretta negli anni sessanta e dedicata a Francesco ed alla Vergine Immacolata. All’interno due presepi di cui uno ligneo ed uno in terracotta. Sul ballatoio sopraelevato e lungo il percorso di ingresso laterale una mostra permanente di presepi realizzati manualmente e provenienti da tutto il mondo. Ovunque ricorrono le parole di un antico biografo: "Si onora ivi la semplicità, si esalta la povertà, si loda l'umiltà e Greccio si trasforma in una nuova Betlemme".

STRUTTURE RICETTIVE

ALBERGHI

 Hotel Le Vigne – Via della Repubblica 14/b – (RI) – 0746 707077

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AGRITURISMI

 Il tranquillo casale sulle anse – Loc. Petracca – Contigliano (RI) – 0746 750638 – 338/9286497 – posti letto 5  Reopasto Petrarca SAS – Via Reopasto 37 – Contigliano (RI) – 0746 750269 – 393 9966859 – posti letto 3  San Pastore Srl – Loc. San Pastore – Via Terni 43 – Contigliano (RI) – 333 4214363 – [email protected]

B & B

 Colle di Terria – Via Terria, 64 – Contigliano (RI) – 0746 753127 – 347 1940988  Da Luigi – Via Montisola, 92 – Contigliano (RI) – 0746 750572 - 338 9286497  Fonte del Pioppo – Loc. Montisola – Contigliano (RI) – 0746 706043 – 338 1587239  Il Girasole – Via Fonte Cerro Sud, 18 – Contigliano (RI) - 0746/706043– 338 4314327  La Villetta – Loc. Piani di Poggio Fidoni, Via Tancia 2 – Contigliano (RI) - 0746/210167  Le Rune – Via Campo Boario, 16 – Contigliano (RI) – 0746 706155  Monticchiolo – Via Monticchiolo 2/c – Contigliano (RI) - 331 8677968 - 0746 707214  Al Casale da Chicca – Via San Francesco, 18 – Greccio (RI) – 0746 753088 – 339 4305241  Annamaria – Via dei Frati, 31/bis – Greccio (RI) – 0746 750419  Il Cammino – Via dei bifolchi, 22 – Greccio (RI) – 339 2279249  Il Cantico – Via dei Frati, 102 – Greccio (RI) - 0746/750053 - 328/9642274 L’Arca di Noè – Via Castellina, 1/3 – Greccio (RI) - 0746/753072 - 338/2813743

*Dati forniti da Confcommercio Rieti – 2014

L A STORIA DEL CAMMINO

La Valle Santa fu, insieme ad Assisi e a La Verna una delle mete più importanti nella vita di San Francesco. In questa terra oltre al Cantico delle Creature scrisse la Regola Francescana e a Greccio nel 1223 fece rivivere i primo presepe cristiano. Il Santuario di Greccio è uno dei quattro santuari eretti da San Francesco nella Valle reatina, insieme al Santuario di Fonte Colombo, al Santuario della Foresta, e il convento di Poggio Bustone. E’ ubicato a circa 15 km dalla città di Rieti, ed è arroccato su un costone di roccia a circa 2 km dal borgo medievale di Greccio.

La collocazione del Santuario tra i boschi di leccio della media collina suscita un’aspirazione alla solitudine ed a una rigorosa regola religiosa e di vita, le stesse che hanno guidato Francesco a spogliarsi dei beni terreni per abbracciare i valori della Natura e del Creato. Monaco errante e caritativo, il Santo si ritirava a pregare e dormire su un giaciglio di roccia viva e trascorreva la sua vita nel romitorio roccioso in povertà e solitudine. Il suo esempio di comunicazione semplice lo portò ad allestire a Greccio nel 1223 la prima rappresentazione scenica vivente della nascita di Cristo nella notte di Natale. La leggenda sull’accaduto, reale o scaturita da un racconto, narra che il bambinello, unico personaggio non vivente della rievocazione, prese vita per tornare, poi, inanimato. In questo si cela il significato più elevato della cultura francescana che instaura un rapporto diretto con il mondo e con Dio, ‘Colui che è’, creatura reale, compagno di avventura del vivere umano, colui cui Francesco chiede consiglio e

Pagina 8 aiuto nelle sue decisioni sulla Regola.

Le ipotesi su come San Francesco abbia scelto questo luogo erto sulla valle si confondono e tra queste la più suggestiva è sicuramente quella del bambino a cui il poverello di Assisi fece lanciare un tizzone che lanciato come una saetta terminò il suo volo sulla parete rocciosa di un monticello di proprietà del Velita, un noto feudatario del paese di Greccio. Sembra fu lo stesso Velita nel 1223 che spinse San Francesco a dare vita alla rievocazione della natività così come è stata tramandata fino a noi. Da quel momento Greccio ed il suo Santuario sono noti come luogo del primo presepe nel mondo.

Nella grotta che accolse l’evento della natività, cui si giunge dopo aver percorso una lunga scalinata tagliata sulla pietra, fu costruita una cappellina e sul masso roccioso che servì da mangiatoia un piccolo altare. Sul fondo della cappella, al di sopra dell’altare c’è uno splendido affresco del 1400 di scuola Giottesca attribuita al Maestro di Narni, che rappresenta la Natività di Betlemme su un lato e il Presepe di Greccio sull’altro.

Attraverso uno stretto corridoio si arriva all’interno del romitorio originariamente abitato dal Santo e dai primi frati suoi seguaci. Si entra nel Refettorio nel quale è posto un piccolo lavatoio, un tratto di pavimento originale e un caminetto restaurato. Accanto all’ingresso che conduce al primitivo dormitorio si osservano due affreschi del sec. XVI. Percorrendo il lungo corridoio sul quale si affacciano le stanzette dove dormivano i frati si arriva in quella dove Francesco dormiva sulla viva roccia. Il silenzio e la semplicità degli ambienti dà ancor oggi la dimensione e il valore di una vita condotta secondo la regola dell’ordine. Segue lungo il percorso un piccolo Coro ligneo del XVII secolo, un leggio, due aste di legno girevoli per sostenere il libro e la lanterna e un crocifisso ligneo del XVIII secolo; sulle pareti un’immagine della Madonna addolorata della Scuola del Sassoferrato (XVII sec.).

L’immagine-simbolo del Santo sofferente che si asciuga gli occhi, il cui originale è andato perduto (la copia attuale risale al XIV secolo), evoca la grave infezione alla vista che lo affliggeva e che ha determinato l’aggravarsi delle sue condizioni di salute negli ultimi anni di vita.

Nel piazzale esterno si trova la chiesa moderna adagiata con un fianco sulla roccia, eretta negli anni sessanta e dedicata a Francesco ed alla Vergine Immacolata. All’interno due presepi di cui uno ligneo ed uno in terracotta. Sul ballatoio sopraelevato e lungo il percorso di ingresso laterale una mostra permanente di presepi realizzati manualmente e provenienti da tutto il mondo. Ovunque ricorrono le parole di un antico biografo: "Si onora ivi la semplicità, si esalta

Pagina 9 la povertà, si loda l'umiltà e Greccio si trasforma in una nuova Betlemme".

Nel contesto paesaggistico del presepe di Greccio si colloca la Riserva Naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile, una riserva naturale regionale ricadente in un’area alluvionale di oltre 3.000 ettari compresa tra i monti reatini (massiccio del Terminillo) e i monti sabini (catena che delimita il confine tra la sabina interna e la sabina romana). Sul lato nord est si apre il teatro naturale delle Sorgenti di Santa Susanna, la cui portata di 5.000 litri al secondo ne fa una delle più grandi d’Europa. In era quaternaria la piana era costituita da un solo grande lago – il Lacus Velinus – alimentato dall’omonimo fiume, dal quale emergevano piccoli isole, in un paesaggio caratterizzato da una folta vegetazione ripariale di alberi ed arbusti di grande importanza naturalistica. Le acque del fiume contribuivano, con la loro azione di deposito calcareo, ad alzare un argine di contenimento in prossimità della zona denominata, non a caso, ‘Marmore’, molto simile ad una diga naturale che lasciava defluire discontinuamente le acque nella confinante valle del determinando l’emersione parziale di lembi marginali di terra umidi e paludosi con tracce di insediamenti riconducibili alla fine dell’età del Bronzo ed alla prima età del Ferro.

Nella contigua valle umbra il fiume Nera aveva determinato una costante attività erosiva causando una notevole differenza di livello tra le due valli (quella a monte del Velino e quella sottostante del Nera) proprio in prossimità delle Marmore, argine naturale dell’antico lago sul versante nord della piana. Fino al III sec. a.Cr. il lago Velino non subì variazioni, fin quando il console Manio Curio Dentato fece aprire un varco di defluizione nell’argine di travertino in prossimità delle Marmore per alleggerire il livello del bacino. Alla parziale riduzione delle superfici lacustri corrispose un notevole impulso delle attività umane e rurali. Si affaccia sull’area della piana reatina l’antica residenza di Quinto Assio menzionata da Marco Terenzio Varrone in un dialogo con Appio Claudio nel corso del quale vengono poste a confronto le ville reatine di Assio e quella romana di Appio Claudio. Altre notizie sulla villa che il senatore Quinto Assio possedeva a nord-ovest della piana reatina giungono da Marco Tullio Cicerone frequentatore d’eccezione che nel 54 a.C. venne chiamato a difesa dei reatini in una delle innumerevoli cause loro intentate dai cittadini di Interamna (oggi Terni) a proposito della diatriba per la “questione delle Marmore”. La situazione relativa al regime delle acque non rimase costante nei secoli determinando nuovi impaludamenti intorno al X e XIV secolo e modifiche all’assetto ambientale e insediativo del territorio sul quale si registra la presenza dei Monaci Cistercensi di San Pastore nel XII secolo dediti alle coltivazioni e alla bonifica dei terreni sottratti alle acque.

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Occorre giungere alla metà del XIII secolo perché si riaffermi la necessità di bonificare nuovamente il comprensorio ancora soggetto a variazioni di livello del bacino. Le fonti riferiscono che i collegamenti tra le località che affacciavano sul lago avvenivano spesso in barca, come riferisce il biografo Tommaso da Celano sui trasferimenti che San Francesco effettuava per portarsi da un santuario all’altro. La situazione relativa al livello delle acque sostanzialmente perdurò fino al XV secolo quando fu scavato un canale sotto la signoria di Braccio Fortebracclo, capitano di ventura e signore dei territori di Rieti e Terni assoggettati alla Chiesa. Un nuovo canale denominato ‘Cava paolina’ fu commissionato da Papa Paolo III, nel 1545, su opera di Antonio da Sangallo il Giovane. Su progetto di Giovanni Fontana nel XVI secolo fu ampliata la cava curiana e costruito un ponte regolatore che come una valvola avrebbe permesso di regolare il deflusso delle acque.

La defluizione delle acque nella piana sottostante ostacolava il corretto deflusso del Nera che spesso tracimava inondando il territorio circostante. Ciò determinò un contenzioso tra le due popolazioni limitrofe che si videro costrette ad adire alle vie legali con l’intervento di Cicerone, noto avvocato del foro di Roma a difesa dei reatini rei di aver determinato danni ingenti ai confinanti con l’opera di svuotamento del lago. Per ordine di Papa Pio VI, nel 1787, l'architetto Andrea Vici operò direttamente sui balzi della cascata, dandole l'aspetto attuale con un salto di 165 metri che fanno di Marmore la cascata più alta d’Europa, risolvendo finalmente la maggior parte dei problemi. Nel XIX secolo le acque della cascata cominciarono a essere utilizzate per la loro forza motrice. ln tempi recenti è stata regolata definitivamente la portata del fiume Velino immagazzinando le acque dei suoi principali affluenti Salto e Turano in serbatoi artificiali montani, formati con la costruzione di due dighe. Le migliorate condizioni di salubrità hanno portato, sin dalla fine del '700, ad un notevole impulso dell'antropizzazione del territorio, che oggi, con l'istituzione della Riserva dei laghi, trova la possibilità di essere salvaguardato da future manomissioni a danno di un ambiente umido ed integro salvaguardato da una convenzione internazionale. Si può avere l’idea della reale estensione del lago in epoca olocenica osservando la piana dal Terminillo quando la nebbia ricolma l’intera zona allo stesso modo dell’antico Lacus Velinus dal quale spuntavano, come isole, i rilievi di Montisola, colle San Balduino e San Pastore.

Oggi il paesaggio vegetale presenta rigogliose comunità di piante lacustri di salice bianco e nero, di pioppi bianchi ed ontani, di canna palustre e ninfee. Le visite guidate prenotabili

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presso il Centro Visite di Ripasottile conducono al birdwatching lungo i sentieri attrezzati dell’omonimo lago e consentono di osservare da vicino molte specie stanziali o di passo che vi hanno trovato rifugio: folaghe, gallinelle d’acqua, svassi, garzette, aironi cenerini e anatidi come l’alzavola, il germano reale, la moretta e la marzaiola. Tra le presenze più discrete ed eccezionali il fenicottero. Usignoli di fiume, pendolini e cannaioli sono tessitori di artistici nidi tra i rami dei salici. Presenza ormai costante quella dei cormorani appollaiati ad asciugarsi sui rami degli alberi. Padroni di casa il falco di palude e il nibbio. Molti anche gli sport praticati all’aria aperta: dalla canoa lungo il corso del Santa Susanna al volo a vela e parapendio sul campo di atterraggio ad est della riserva. Tanti buoni motivi per visitare un luogo denso di storia, ricco di natura e santità. 

P I A T T I T I P I C I

FARRO AL TARTUFO DI Ingredienti: 200 gr. di farro leonessano, 2 pomodori rossi, 1 cipolla, 1 patata, 3 etti di salsiccia, sedano, carota, sale. Soffriggere in poco olio di oliva la salsiccia tritata, la cipolla, il sedano e la carota. Aggiungere i pomodori e il sale facendo cuocere a fuoco moderato. In due litri d'acqua bollente versare il farro e il condimento soffritto girando frequentemente con un cucchiaio di legno per circa 40 minuti. A cottura ultimata cospargere il piatto di tartufo a volontà.

"STRENGOZZI" ALLA REATINA Pasta di farina, acqua e sale tirata al mattarello a sfoglia spessa e tagliata a strisce. Il sugo è preparato con grasso di prosciutto, 2 cucchiai d'olio di oliva, peperoncino rosso forte. Far soffriggere e, non appena rosolato, aggiungere dadini di prosciutto fresco (grasso e magro) e infine il pomodoro. Salare. Durante la cottura aggiungere piselli freschi.

SPAGHETTI ALLA AMATRICIANA Ingredienti: guanciale, sale, pepe o peperoncino, pecorino. Si fa soffriggere il guanciale fino a renderlo molto rosolato, si aggiunge il pomodoro e si fa cuocere per circa 10 minuti aggiungendo pepe o peperoncino. Si cuociono gli spaghetti al dente e si condiscono con la salsa e con pecorino.

FREGNACCE "ALLA SABINESE" Pasta fatta in casa, tagliata a rombi e condita con spezie, olive nere, funghi, carciofini, aglio e pomodoro.

STRACCI DI ANTRODOCO Sottili frittatine a base di farina, acqua e uova, farcite con ripieno di carne, verdura tritata e formaggio grattugiato, quindi arrotolate, sovrapposte in più strati, cosparse di altro sugo di carne e formaggio e cotte in forno.

"FREGNACCE" ALLA CASTELNOVESE" Pasta di farina fatta con metà acqua e metà uova, (senza sale), tirata al mattarello a sfoglia spessa e tagliata a strisce larghe. Il sugo è preparato con un pesto di maggiorana, aglio e peperoncino rosso, il tutto soffritto in olio d'oliva di frantoio.

PORCHETTA DI POGGIO BUSTONE Maialino privato delle interiora e delle ossa, farcito con finocchi selvatici, aglio, lardo, fegato e cuore soffritti, tritati ed insaporiti con rosmarino, pepe, sale ed

Pagina 12 abbondante vino cotto, rosolato a fuoco, infilzato su uno spiedone o al forno, dentro una conca di quercia.

MINESTRONE DI FARRO Tagliare a striscioline 80 gr. di lardo e porre in una pentola di coccio con trito di salvia e rosmarino, 1 cipolla, 1 una carota, 1 zucchina, 1 patata, 1 gambo di sedano e 2 porri. Coprire con 2 litri d'acqua e aggiungere 2 dadi per brodo e 1 cucchiaino di concentrato di pomodoro. Portare ad ebollizione e versare 200 gr. di farro; cuocere a fiamma moderata. A cottura ultimata servire con pepe, grana grattugiato e crostini strofinati d'aglio.

PRINCIPALI MANIFESTAZIONI CULTURALI E TURISTICHE

GRECCIO - NATALE

GRECCIO – MESE LUGLIO

GRECCIO NATALE GRECCIO – MESE GENNAIO

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RIETI – MESE DICEMBRE

RIETI – MESE AGOSTO

RIETI – MESE AGOSTO RIETI – APRILE - MAGGIO

RIETI GIUGNO ANTONIANO RIETI STAGIONE DI PROSA INVERNALE

Sono state richieste informazioni a: Confcommercio Rieti, Comune Rieti – Proloco Rieti – Proloco Terminillo, Associazione Anima e Acqua, Comune Contigliano – Proloco Contigliano, Comune Greccio – Proloco Greccio, Comune Labro – Proloco Labro, Comune – Proloco Rivodutri, Comune Poggio Bustone – Proloco Poggio Bustone, Comune Cantalice – Proloco Cantalice.

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