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PORTO ERCOLE Monte Argentario

Porto Ercole è situato sul versante meridionale del Monte Argentario in un’ampia baia naturale utilizzata fin dall’Antichità come scalo commerciale. La più antica menzione del porto compare nella Geografia di Strabone (circa 64 a. C. – 19 d. C.) e successivamente nel De reditu suo (inizio del V secolo) di Rutilio Namaziano, oltre che essere segnato nella Tabula Peutingeriana. Dopo il crollo dell’Impero Romano (476 d. C.) il porto seguì le sorti dei territori circostanti, passando prima sotto il dominio bizantino e in seguito a quello longobardo. Porto Ercole feudo dell’Abbazia delle Tre Fontane. Il momento di svolta avvenne nell’805, quando Carlo Magno donò il Comitato di all’Abbazia di Sant’Anastasio alle Tre Fontane. Riguardo il motivo della donazione, la storia si ammanta di leggenda: l’esposizione della testa di Sant’Anastasio inviata dai monaci dell’omonima abbazia scatenò una scossa di terremoto che fece crollare le mura della città di Ansedonia tenuta sotto assedio dai Franchi. Carlo Magno espresse la sua gratitudine facendo confluire nei domini pontifici tutto il territorio compreso fra i fiumi Albegna e Fiora, compreso Porto Ercole. Porto Ercole sotto il dominio degli Aldobrandeschi. Dal IX secolo in poi la Maremma si trovò sotto il dominio degli Aldobrandeschi, nobile famiglia di origine longobarda. Essi si insediarono in Maremma assicurandosi ben presto il completo controllo della zona. Dopo che il loro dominio si era allargato sull’Amiata, gli Aldobrandeschi iniziarono la conquista dei territori di Sant’Anastasio, prima invadendone i confini, poi instaurando un rapporto enfiteutico con il papato. Margherita Aldobrandeschi, contessa palatina di , nel 1286 si fece riconfermare in enfiteusi il Comitato di Ansedonia e ordinò la costruzione di una torre quadrata situata sul colle che a Meridione delimita la baia di Porto Ercole, nel 1296. Il Porto di Siena. Il 31 agosto 1417 gli Orsini, eredi degli Aldobrandeschi di Sovana, si sottomisero alla Repubblica di Siena. Porto Ercole e tutto il territorio di Ansedonia passarono quindi sotto il dominio della Balzana. Nel 1441 il veneziano Agnolo Morosini chiese in concessione al di Siena il Monte Argentario con l’utilizzo dei porti, impegnandosi a

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fortificare Porto Ercole. Il 30 aprile 1460 Porto Ercole risulta allogato ad una società mercantile di cittadini senesi. Il Comune stabilì che i nuovi affittuari avrebbero dovuto costruire una nuova torre in Porto Ercole e un fondaco per la conservazione delle mercanzie. Inoltre, viene richiesto di edificare “una terra habitevole, di grandezza almeno quanto tutto el campo della città di Siena”. Nel 1487 la Repubblica di Siena nomina podestà di Porto Ercole l’architetto e ingegnere militare Francesco di Giorgio Martini, carica che fu costretto a rifiutare in quanto impegnato presso i Duchi di Montefeltro. Alcuni autori attribuiscono all’architetto senese la realizzazione di lavori di aggiornamento alla fortificazione. Il 15 marzo 1507 Agostino Chigi divenne castellano a tutti gli effetti del porto. Il Chigi rese Porto Ercole un importante centro commerciale, in quanto vi immagazzinava e smerciava l’allume proveniente dai suoi possedimenti nel Lazio. Agostino intraprese dei lavori di ammodernamento delle strutture commerciali e fece costruire il suo palazzo il cui progetto è attribuito a Baldassarre Peruzzi. Nel 1543 La repubblica di Siena inviò l’architetto Anton Maria Lari a svolgere lavori di fortificazione alle rocche di Porto Ercole e . Il 12 giugno 1544 il corsaro turco Barbarossa attaccò e distrusse Porto Ercole dimostrando tutta la vulnerabilità del castello medievale nei confronti delle moderne artiglierie. La posizione del porto fu fondamentale durante la Guerra di Siena, quando la Repubblica dovette scontrarsi con l’espansionismo mediceo. Dopo la caduta della città in mano fiorentina nell’aprile del 1555, Porto Ercole rimaneva l’unico approdo in mano alla Balzana. I fratelli Leone e Pietro Strozzi si occuparono della fortificazione di Porto Ercole dotando il porto di altre sette fortificazioni. Giorgio Vasari raffigurò l’intero sistema difensivo nella celebre “Presa di Port’Ercole” all’interno del Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio. Nonostante l’imponenza del sistema difensivo, nel Giugno 1555 Porto Ercole cadde in mano nemica. Porto Ercole piazzaforte dei Presidi di Toscana fino ai giorni nostri. In seguito alla vittoria fiorentina sulla Repubblica di Siena, Cosimo I trattò con l’alleato Filippo II re di Spagna riguardo l’annessione dei territori senesi al Ducato di Firenze. Il 3 luglio 1557 si giunse alla firma della sub infeudazione dei territori senesi a favore di Cosimo I, con l’eccezione di Orbetello, Porto Ercole, Monte Argentario e . Nello stesso anno Cosimo I in accordo con Filippo II si preoccupò dell’edificazione di una nuova rocca per il porto di Porto Ercole, inviando in loco operai e maestranze. Dopo gli interventi cinquecenteschi la Rocca assunse gran parte della conformazione odierna. Nel 1558 Filippo II commissionò la costruzione di una fortezza sul colle che a Settentrione della rada di Porto Ercole. La

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direzione dei lavori fu affidata all’architetto fiorentino Giovanni Camerini che realizzò così il nuovo Forte Filippo. Pochi anni dopo fu intrapresa la costruzione del Forte Stella. Nel 1559 la Pace di Cateau-Cambresis costituì ufficialmente il nuovo Stato dei Reali Presidii di Spagna, composto da Porto Ercole, , Talamone, Porto Longone sull’Isola d’Elba e Orbetello come capitale. Alla fine del Seicento venne realizzato Forte Santa Caterina per sorvegliare l’entrata del porto, completando così il grandioso sistema difensivo di Porto Ercole. Il 18 Luglio 1610 il pittore Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571-1610) morì in circostanze misteriose a Porto Ercole. Durante la Guerra dei Trent’anni (1618-1648) lo Stato dei Presidi entrò nelle mire del Cardinale Mazzarino che nel 1646 inviò una flotta da guerra con lo scopo di conquistare i Presidi, ma l’imponenza delle fortificazioni e l’inespugnabilità di Orbetello resero vane le aspirazioni della Corona francese. Fra il 1707 e il 1712, in piena guerra di successione spagnola (1701-1714), lo Stato dei Presidi assediato dagli austriaci. Porto Ercole fu l’unica piazzaforte che rimase fedele alla Corona di Spagna. Nonostante la strenua resistenza, lo Stato dei Presidi fu assegnato all’Austria durante la pace di Utrecht (1713) e Rastatt (1714), per poi ritornare in mano spagnola dopo la guerra di successione polacca (1736). La conquista napoleonica sancì la definitiva fine dello Stato dei Presidi (1801) e il conseguente declino di Porto Ercole. Le imponenti fortificazioni vennero utilizzate per vari scopi, da penitenziari a asilo d’infanzia, mentre il paese rimase un piccolo borgo marinaro, al quale si aggiunse già dalla fine del Settecento il piccolo insediamento di Le Grotte, abitato prevalentemente da pescatori napoletani. Lorenzo Fusini

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