Gestione Sostenibile Delle Risorse Idriche”
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TAVOLO TECNICO INTERAGENZIALE “GESTIONE SOSTENIBILE DELLE RISORSE IDRICHE” RELAZIONE DI ARPA VENETO Marco Ostoich (Referente di ARPA Veneto nel Tavolo Tecnico) 1 Tavolo Tecnico “Gestione sostenibile delle risorse idriche” Inquadramento territoriale: Regione del Veneto Gli ambienti che compongono il territorio regionale veneto sono eterogenei sia per le loro caratteristiche geologiche, geomorfologiche e pedologiche che per quelle climatiche e vegetazionali. Infatti la regione comprende le alte vette dolomitiche, a volte sede di ghiacciai estesi (Marmolada, 3343 m s.l.m.), i rilievi collinari e prealpini, l’ampia pianura alluvionale e la fascia costiera e lagunare che, in alcune aree di bonifica, raggiunge quote inferiori al livello del mare. Per fornire un primo inquadramento bioclimatico e collegare quindi gli aspetti climatici alla vegetazione, sono utili i distretti climatici (Del Favero et al., 1993) che, nell’area collinare-montana della regione, possono così essere indicati: il distretto endalpico, il mesalpico e l’esalpico. Nel settore endalpico, che corrisponde alla parte più settentrionale e interna delle Alpi (conca Ampezzana, alta valle del Cordevole e del Piave), il clima è caratterizzato da basse temperature (media annua 5 °C) con marcata escursione termica e precipitazioni di circa 1000 mm annui, che tendono a distribuirsi secondo un regime continentale con massimo in luglio. A sud si incontra il distretto mesalpico (provincia medio-alta di Belluno) in cui aumentano sensibilmente le precipitazioni (mediamente 1.400 mm annui), distribuite abbastanza uniformemente da aprile a novembre, ed ugualmente aumentano le temperature medie annue che si attestano intorno ai 7 °C; si arriva poi al distretto esalpico che si può far corrispondere indicativamente alla fascia prealpina, nel quale si ha un ulteriore aumento delle precipitazioni (mediamente 1.500 mm annui, fino a punte di 1.800 mm nel recoarese) e delle temperature (media annua 12 °C). In pianura, le precipitazioni diminuiscono progressivamente andando da nord verso sud ma anche, con gradiente meno marcato, da est verso ovest. Si va dagli oltre 1.000 mm della porzione nord orientale (alta pianura del Piave) ai 700 mm della pianura alluvionale del Po e dell’Adige, con temperature medie che oscillano sempre tra 12 e 13 °C. Per meglio comprendere le variazioni climatiche in pianura, si può fare riferimento al regime idrico dei suoli come individuato dalla classificazione americana Soil Taxonomy (1998), in base alla quale la pianura veneta può essere suddivisa in due settori: il primo, più esteso, con un regime idrico “udico”, tipico dei climi umidi, in cui vi è una buona distribuzione delle piogge nell’arco dell’anno, compresa la stagione estiva e quindi, di norma, senza lunghi periodi di carenza idrica. Nel settore orientale e meridionale della regione, all’incirca la porzione occupata dalla pianura alluvionale del Po e dell’Adige, il regime è “ustico”, contraddistinto da una presenza più marcata di periodi in cui l’evapotraspirazione potenziale risulta superiore alla somma fra l’apporto idrico della pioggia e l’acqua immagazzinata nel suolo e disponibile per le piante. La vegetazione naturale è quasi sempre limitata alle zone montane dove l’influenza antropica è stata meno pesante; qui si trovano praterie primarie (nella fascia alpina sopra il limite del bosco), boschi di conifere prima e di latifoglie poi, man mano che la quota diminuisce e ci si sposta dal settore endalpico verso l’esalpico. Il distretto mesalpico rappresenta la zona tipica degli abieteti, piceo- faggeti e delle peccete che sono le formazioni forestali più pregiate, mentre buona parte dei versanti esposti a sud del distretto esalpico è colonizzata da popolamenti più termofili quali orno-ostrieti e ostrio-querceti alle basse quote. Sugli altri versanti, molto diffuse sono le faggete montane. Di non minore importanza sono le aree di pascolo sugli altipiani, sui versanti a minor pendenza ed alle alte quote, sopra il limite del bosco; queste, nei casi di scarsa accessibilità, sono state abbandonate e sono ora in via di ricolonizzazione da parte della vegetazione naturale. In pianura, infine, si incontrano specie arboree proprie di ambienti più caldi (leccio e alcuni elementi della macchia mediterranea) che sono considerati relitti extrazonali. Il territorio della regione Veneto, pur compreso nella zona a clima mediterraneo, presenta proprie peculiarità legate soprattutto alla sua posizione climatologicamente di transizione, sottoposta quindi a vari influssi quali l’azione mitigatrice delle acque mediterranee, l’effetto orografico della catena alpina e la continentalità dell’area centro-europea. In ogni caso mancano alcune delle caratteristiche 2 Tavolo Tecnico “Gestione sostenibile delle risorse idriche” tipicamente mediterranee quali l’inverno mite (in montagna, ma anche nell’entroterra, prevalgono effetti continentali) e la siccità estiva interrotta dai frequenti temporali di tipo termoconvettivo. Si possono distinguere, pertanto, più zone climatiche: - la regione alpina a clima montano di tipo centro-europeo, con inverni rigidi, forti escursioni termiche diurne e piogge meno abbondanti rispetto alla fascia prealpina; - la zona prealpina e pedemontana dove il clima è generalmente meno continentale rispetto alla zona alpina, con precipitazioni più abbondanti e distribuite in modo un po’ più uniforme nell’arco dell’anno. La fascia pedemontana, nel versante meridionale della catena prealpina, gode di un clima decisamente più temperato, soprattutto durante l’inverno, grazie ai fattori altimetrici e di esposizione che favoriscono una maggior insolazione e pongono l’area sottovento rispetto alle correnti fredde settentrionali; - la pianura, prevalentemente continentale, con inverni relativamente rigidi e nebbiosi ed estati calde e afose. Più miti e meno continentali risultano le sub-regioni della zona lacustre, nei pressi del Lago di Garda e della fascia costiera adriatica. Il territorio regionale è interessato complessivamente da 11 bacini idrografici, tributari del mare Adriatico, suddivisi, ai sensi della L. 18/05/1989 n. 183, in bacini di rilievo nazionale (6), di rilievo interregionale (2) e di rilievo regionale (3). Per la redazione del Piano di Tutela delle Acque, sono stati identificati anche i sottobacini afferenti ai corsi d’acqua significativi ai sensi dell’allegato 1 par. 1.1.1 del D.Lgs. 11/05/1999 n. 152 (aventi cioè bacino idrografico di superficie superiore a 200 km2 se di primo ordine o superiore a 400 km2 se di ordine superiore). Sono identificate come sottobacini separati anche le porzioni di bacini idrografici che interessano le Regioni limitrofe al Veneto, mentre le porzioni di territorio appartenenti alle fasce costiere sono considerate comprese nel bacino corrispondente. Per la codifica dei bacini di rilievo nazionale ed interregionale si è fatto riferimento a quanto indicato nel Decreto del Ministro dell’Ambiente 19/08/2003 mentre alle unità di rilievo regionale è stato attribuito un codice provvisorio. In tab. 1 sono riportati i bacini e sottobacini della Regione Veneto. In tab. 2 si riassumono gli usi del suolo nei diversi bacini e sottobacini idrografici della Regione Veneto secondo la classificazione Corine Land Cover. 3 Tavolo Tecnico “Gestione sostenibile delle risorse idriche” Tab. 1 - Nomenclatura e superfici di bacini e sottobacini Sup. complessiva Sup. nel Veneto Codice Nome bacino/sottobacino Rilievo km2 km2 N001 Adige Nazionale 12100 N001/01 Adige: Veneto 1451 1451 N001/02 Adige: Trentino e Alto Adige 10649 N003 Brenta-Bacchiglione Nazionale 5831 N003/01 Brenta: Veneto 914 N003/01/01 Cismon: Veneto 203 N003/02 Agno-Guà-Fratta-Gorzone 1498 4481 N003/03 Bacchiglione 1206 N003/03/01 Astico-Tesina 660 N003/04 Brenta: Trento 1350 N006 Livenza Nazionale 2222 N006/01 Livenza: pianura 535 669 N006/03 Livenza: zona montana 134 N006/02 Livenza: Friuli 1553 N007 Piave Nazionale 4013 N007/01 Piave: Prealpi e pianura 455 N007/02 Piave: Val Belluna, Alpago e Feltrino 1079 3900 N007/03 Piave: Cordevole 829 N007/06 Piave: alto corso e Cadore 1537 N007/04 Piave: Trento 32 N007/05 Piave: Friuli 64 N007/07 Piave: Bolzano 17 N008 Po Nazionale 70100 N008/01 Po: Delta Polesine 483 N008/03 Po: Garda e Mincio 232 882 N008/04 Po: lago Benaco o di Garda 167 N009 Tagliamento Nazionale 2948 N009/01 Tagliamento: foce 73 94 N009/03 Tagliamento: zona montana sorgenti 21 N009/02 Tagliamento: Friuli 2854 I017 Lemene Interreg. 871 I017/01 Lemene: Veneto 517 517 I017/02 Lemene: Friuli 354 I026 Fissero Tartaro Canalbianco Interreg. 2885 I026/01 F.T.C.: Fissero Canal Bianco Po di Levante 1979 2591 I026/03 F.T.C.: Tartaro Tione 612 I026/02 F.T.C.: Lombardia 294 R001 bacino scolante nella Laguna di Venezia Regionale 1953 R001/01 Dese-Zero 328 R001/02 Naviglio Brenta 312 1953 R001/03 Canale dei Cuori-Canal Morto 472 Altri sottobacini 841 R002 Sile Regionale 755 755 R003 Pianura tra Livenza e Piave Regionale 453 453 Superficie totale della Regione Veneto 17746 4 Tavolo Tecnico “Gestione sostenibile delle risorse idriche” Tab. 2 – Uso del suolo (Fonte: Corine) Territori Codice Superfici Superfici boscati e Aree Denominazione Acque Sottobacino artificiali agricole ambienti umide seminaturali I017/01 Lemene: Veneto 5.3 89.8 0.6 1.8 2.5 I017/02 Lemene: Friuli 2.4 97.6 F.T.C.: Tartaro - Canal Bianco - Po di I026/01 Levante 5.4 89.2 0.5 3.4 1.5 I026/02 F.T.C.: Lombardia 0.4 99.6 I026/03 F.T.C.: Tartaro Tione 9.9 88.7 1.2 0.2 N001/01 Adige: Veneto 9.5 49.1 39.4 0.0 2.0 N001/02 Adige: Trentino e Alto Adige 2.3