Periodico della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Quattrocolonne Sgrt Notizie - Anno XXVI N. 6 - 31 marzo 2017

Fontivegge, l’insicurezza dei commercianti e i tentativi di rinascita

Caso David Raggi, il ricordo degli amici in attesa di giustizia

A San Gemini l’auto da corsa fatta a mano in garage

Le tre sfi de della procura Fausto Cardella: «Lavoriamo su droga, terrorismo e criminalità organizzata» Il quartiere di Fontivegge

10 Il tribunale visto dagli avvocati Tra carenze di personale e spazi affollati, il foro di Perugia ha diverse criticità. Ma mediazioni e arbitrati potrebbero dare un taglio ai processi

12 Ohche, la macchina da corsa costruita nel garage di casa Sportelli e sogni controvento. Tre anni di lavoro per creare l’auto ideale, Centro Italiano di Studi Superiori per la Formazione frutto di genio e volontà e l’Aggiornamento in Giornalismo Radiotelevisivo 03 Cadere e rialzarsi 14 A tavola con un click Presidente: Nino Rizzo Nervo Boom università Ambra organizza cene Direttore del Centro: Antonio Bagnardi e meno reati, tra sconosciuti a casa sua. Direttore della Scuola: Antonio Socci Perugia reagisce «Social eating e ristoranti Coordinatori didattici: Luca Garosi – Marco Mazzoni dieci anni dopo Meredith non paragonabili, vi spiego perché» 04 Droga, mafie Quattro Colonne SGRT Notizie e terrorismo: le tre sfide del 2017 16 Quelli che Periodico della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia “non ce l’hanno fatta” Intervista a Fausto Cardella, Direttore responsabile: Antonio Socci procuratore generale Baby calciatori che Redazione degli allievi della Scuola a cura di Sandro Petrollini di Perugia: con le squadre giovanili «Ecco cosa ci aspetta» vincevano tutto. In redazione Che fine hanno fatto? Pietro Adami, Giulia Bianconi, Francesco Bonaduce, Michele Bonucci, Nicola 06 Saracinesche bunker 18 Voglia di crescere Campagnani, Nicolò Canonico, Andrea Caruso, Alessandro Catanzaro, Gabriele A Fontivegge D’Angelo, Marina de Ghantuz Cubbe, Elena Frasconi, Gabriele Genah, Chiara si avverte Ecco il gruppo Jommi Selleri, Beatrice Manca, Cristiana Mastronicola, Valentina Mira, Stefania una maggiore presenza di pallanuotiste perugine Moretti, Camilla Orsini, Serena Riformato, Selene Rinaldi, Irene Roberti Vittory, delle forze dell’ordine da tenere d’occhio Davide Serusi, Chiara Sivori, Paolo Sparro, Elena Testi ma è ancora un supermarket della droga. 20 Librerie in controtendenza Anno XXVI – numero 4 - 31 marzo 2017 E il commercio Mentre molti chiudono Registrazione al Tribunale di Perugia N. 7/93 del marzo 1993 resta in difficoltà c’è chi inaugura: due i nuovi punti vendita Segreteria: Villa Orintia Carletti Bonucci - Via G. Puccini, 253 08 David Raggi, in centro a Perugia» 06134 Ponte Felcino (PG) quel sorriso Tel. 075/5911211 – Fax. 075/5911232 che non va via 22 La street-art come terapia e-mail: [email protected] – http://www.centrogiornalismo.it Due anni fa l’omicidio Perugia: l’arte di strada Spedizione in a.p. art.2 comma 20/c – legge 662/96 Filiale di Perugia del giovane ricordato per guarire le ferite del territorio. dalle amiche come Ecco il nuovo piano Stampa: Italgraf - Perugia il “dottor House” di Terni di riqualificazione della città Q

Cadere e rialzarsi Boom università e meno reati Perugia reagisce dieci anni dopo Meredith

l significato dell’esistenza racchiuso in un pro- e il 2016 la polizia ha eseguito 357 arresti; l’anno verbio giapponese: “Cadere sette volte e rialzar- prima erano stati 483. Idem i carabinieri: 612 arre- si otto”. Per Perugia è andata più o meno così. sti, sempre tra 2015 e 2016, contro i 756 dell’annata ILa notte più lunga della città del Grifo è finita: sono precedente. Lo spaccio c’è, ma non si vede: i pu- lontani i tempi bui della movida violenta al punto sher hanno lasciato il centro storico per rintanarsi da degenerare in guerriglia. L’8 maggio 2012 lo ri- all’ombra delle periferie. Una microcriminalità fa- cordano tutti. Sprangate e bottigliate tra due bande stidiosa ma contenuta e controllata, si legge sulla di spacciatori. Poi gli spari, le coltellate, i poliziotti relazione del procuratore generale Fausto Cardella aggrediti, le vetrine in frantumi. Scene da Far West per l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Anche in pieno centro storico, in una città che non gode- sul fronte dello spaccio, meno arresti, meno de- va di ottima fama neanche prima dell’omicidio di nunce e, soprattutto, meno morti per overdose, più Meredith Kercher: difficile scrollarle di dosso l’eti- che dimezzati rispetto al passato (dai 23 del 2011 chetta di supermarket della droga. ai 9 del 2016). Il vento è cambiato. Segnali inequivocabili in- La giustizia fa il suo corso, pur tra mille diffi- dicano che Perugia è ancora una città per giovani. coltà, anche logistiche. Per dirne una: il tribunale Le immatricolazioni all’università sono salite del di Perugia è dislocato su tre edifici, la procura su 39,9% nell’ultimo anno accademico: quasi duemi- due. Una frammentazione che incide anche sul- la studenti in più. Risale la china anche l’Università la qualità dei servizi, secondo il presidente della per stranieri. La buona notizia è che la congiuntura Corte d’appello Mario Vincenzo D’Aprile che, nel positiva non riguarda solo l’ambito accademico. In suo intervento all’inaugurazione dell’anno giudi- generale, le forze dell’ordine registrano una consi- ziario, è tornato a lanciare l’allarme sull’emorragia stente diminuzione dei reati: meno 11% secondo i del personale: nessun tribunale umbro è al com- dati divulgati dall’Arma (comando provinciale di pleto. Mancano magistrati e impiegati, soprattut- Perugia) nell’estate 2016; meno 17% secondo l’ex to a Spoleto, ma la macchina della giustizia riesce questore Carmelo Gugliotta, oggi dirigente all’uf- ancora a limitare i danni, prescrizione compresa. ficio centrale ispettivo del Viminale. Al di là delle Su oltre 38mila indagini o procedimenti conclusi di STEFANIA diverse percentuali, resta la sostanza: da almeno tra Perugia, Terni e Spoleto, se ne sono prescritti MORETTI tre anni si delinque meno, si arresta meno, si spor- 1460 tra il 2015 e il 2016 (dati del ministero della @Stefanietty gono meno denunce. Qualche numero? Tra il 2015 Giustizia). Un piccolo miracolo. Q

Quattrocolonne 3 31 marzo 2017 DROGA, MAFIE E TERRORISMO: LE TRE SFIDE del 2017 Intervista a Fausto Cardella, procuratore generale di Perugia: «Ecco cosa ci aspetta»

a fatto parte a Caltanissetta del pool gui- la, «il punto di riferimento è sempre stato qui», dato da Ilda Bocassini, arrestando gli as- in quella regione dove la carriera l’ha inevitabil- sassini di Giovanni Falcone. mente riportato più e più volte. Sostituto procu- HHa condotto l’indagine sull’omicidio del ratore a Spoleto e poi a Perugia per dodici anni, giornalista Mino Pecorelli ed è stato procurato- procuratore anche a Terni, nel 2016 è diventato re a L’Aquila nei difficili anni della ricostruzione procuratore generale della Repubblica presso la post-terremoto. Era consigliere della Corte di corte di appello del capoluogo umbro. Cassazione quando sono state confermate le con- Inaugurazione dell’anno giudiziario alle spal- danne del processo sulla strage di Bologna. le, ecco le criticità individuate dal procuratore che Ma per Fausto Cardella, originario di Marsa- l’Umbria dovrà affrontare nel 2017.

di PIETRO ADAMI @pietroadami1

CAMILLA ORSINI @milliba

Quattrocolonne 4 31 marzo 2017 Procuratore Cardella, partiamo dalla sua espe- per mafia, ma comunque non va negato il perico- rienza decennale in Umbria: come è cambiata la lo e nemmeno la realtà. Occorre che la società ci- regione negli ultimi anni? vile, a partire dal singolo cittadino, si ribelli e aiuti «C’è da dire che oggi si sta peggio rispetto a le forze dell’ordine». trenta anni fa, quando sono arrivato per la prima volta in Umbria. Per quanto già all’epoca fosse Discariche abusive, traffico illecito di rifiuti, re- bene non tenere le chiavi sulla porta, la situazione ati ambientali: ritiene che la situazione umbra era più tranquilla. Oggi non è così: la società agri- sia preoccupante? cola di prima è stata sostituita da una società mol- «Quello dei rifiuti è un tema nevralgico, anche to più veloce, senza frontiere. Questo ha dei pregi a livello penale: per molti anni il settore ambienta- ma anche dei difetti. Nei piccoli centri dell’Um- le non ha avuto alcun presidio giuridico, almeno bria, però, c’è ancora un’altissima vivibilità, proba- finché non è stato introdotto il reato di traffico il- bilmente perché sono fuori dal contesto urbano». lecito di rifiuti, sotto la competenza della procura distrettuale antimafia. Ma quali sono le maggiori criticità che oggi la Si tratta di reati sommersi, non solo metafo- Procura si trova a dover fronteggiare? ricamente, difficili da scovare. Per fortuna le di- «Sono tre i principali settori di interesse: il scariche abusive in Umbria non sono tantissime e terrorismo, gli stupefacenti e la criminalità orga- quindi, almeno fino a un certo punto, riusciamo a nizzata. Per quanto riguarda il primo tema, dob- tenerle sotto controllo». biamo tenere incrociate le dita perché l’Umbria ha molti obiettivi sensibili, soprattutto religiosi. Inoltre, la regione sconta una vicinanza a Roma «Perugia non che non deve essere sottovalutata. Bisogna tenere un livello di attenzione e pre- È più il centro venzione alto anche se segnali concreti, al mo- Della droga. mento e per fortuna, non ce ne sono. C’è poi un secondo livello di rischio che è assolutamente Il problema ora imprevedibile: è il rischio dell’isolato, del disadat- tato, della persona che elabora i suoi problemi in Si sta spostando chiave fanatico-religiosa». In periferia» Sugli stupefacenti e la criminalità organizzata, invece, a che punto siamo? «Sulla droga andiamo alla grande – ironizza il E per quanto riguarda i problemi che la giu- procuratore – è un bel mercato, la domanda cor- stizia deve affrontare “in casa propria”? risponde all’offerta e viceversa. A spacciare non «Il nostro problema fondamentale è l’ineffi- sono solo organizzazioni albanesi e nigeriane ma cienza. In primis la carenza di personale ammi- anche umbre. Di passi in avanti ne sono stati fatti: nistrativo: venti anni e più di mancate assunzioni Perugia ha smesso di essere il porto dove da fuori hanno portato ad un depauperamento nazionale venivano a comprare, grazie soprattutto alla re- del 40%. C’è poi un invecchiamento del personale, pressione e alla prevenzione. Negli ultimi anni ci con molte persone prossime al pensionamento. sono state più espulsioni e sono crollati i morti di Finalmente il ministero della Giustizia si è deci- overdose, passando dai 23 del 2011 ai 9 del 2016. so a fare assunzioni, ma non basta per risanare Ora il problema è che la droga si è spostata dal il danno fatto fin qui. Il tribunale di Spoleto, per centro storico ai quartieri più periferici: la situa- esempio, è stato tenuto in vita senza personale e zione è sì meno visibile, ma non per questo risol- giudici specializzati: carenze che poi si riverbera- Nella foto a fianco: ta. Sul fronte della criminalità organizzata, invece, no anche negli altri tribunali umbri. L’ organico il procuratore Fausto è la crisi economica a facilitare il riciclaggio di insufficiente è una iattura per tutto, anche per la Cardella nel suo studio denaro. Come diceva Giovanni Falcone, «prima prescrizione: basti pensare a quelle sentenze che in piazza Matteotti arrivano i soldi poi il sangue». non possono essere depositate semplicemente foto di Stefania Moretti In Umbria non c’è mai stato un comune sciolto perché non c’è abbastanza personale». Q

Quattrocolonne 5 31 marzo 2017 SARACINESCHE BUNKER A Fontivegge si avverte una maggiore presenza di forze dell’ordine, ma è sempre un supermarket della droga. E il commercio resta in difficoltà

iorgio sta impacchettando i giornali in- di tutti i quartieri a ridosso delle stazioni ferro- venduti quando una macchina accosta viarie, meta di nottambuli, senza fissa dimora e davanti alla sua edicola, in via Mario An- stranieri. Salendo per via Angeloni, i due anelli, Ggeloni, poco prima delle otto di sera. Non è un a destra e sinistra della stazione, sono costellati cliente bensì suo figlio che ogni sera viene a pren- di punti dove gli spacciatori fanno affari: da una derlo. Lui, con l’incasso di giornata in tasca, da parte via Sicilia e via del Macello, dall’altra via solo non vuole chiudere. «Macché miglioramen- Campo di Marte e via Settevalli. «Potrei abban- to, anzi, è peggio. Prima almeno si nascondevano donare il mio lavoro e diventare poliziotto – pro- dietro le scalette del Mc Donald’s, adesso spaccia- segue Giorgio, che ha subìto due furti e il secondo no sul marciapiede, davanti a tutti». E gira il chia- non l’ha neanche denunciato – e lo farei benissi- vistello della porta in ferro con cui si barrica den- mo, perché oramai conosco come si muovono». tro il gabbiotto della sua edicola. «Quindici anni Tra droga e prostituzione, fare il commer- fa si poteva stare, adesso non sono tranquillo», ciante nella zona è diventato negli ultimi anni dice sconfortato. Eroina, cocaina, hashish e mari- quasi un atto di resistenza civile. C’è chi si chiude juana: Fontivegge non sconta solo la dannazione a chiave dentro il proprio ufficio per paura, e chi,

Siringa abbandonata dietro via della Ferrovia

di andrea caruso @Carus89

Quattrocolonne 6 31 marzo 2017 Nel quartiere di Ma il livello di sicurezza suggerito dalle sta- Fontivegge convivono tistiche quasi mai coincide con quello perce- vecchie costruzioni basse e grande pito dai cittadini, e sebbene alcuni residenti e edilizia residenziale commercianti confermino l’impressione di un lieve miglioramento della vivibilità, i blitz non bastano. Giulietto Albioni è il promotore di una rac- colta firme per chiedere l’istituzione di un po- sto fisso di Polizia a Fontivegge; sottoscrizione che in poche settimane ha raggiunto quota 1400 firme. Albioni è costretto a sbattere una scopa per pulire le proprie piante rampicanti, perché i tossicodipendenti vanno sul retro di casa sua a bucarsi e conficcano le siringhe sporche nel- la rete che recinta il giardino: «Da due anni va un po’ meglio, ma la polizia qui serve 24 ore al giorno, non possiamo aspettare anche mezz’ora per un intervento o vestire noi stessi i panni dei giustizieri». L’animatore del comitato su Facebook “Pro- getto Fontivegge” ha vissuto la trasformazione dell’ultimo trentennio: da quando, a metà degli anni ’80, Francesco De Gregori riempì la nuova piazza del Bacio, al crollo degli investimenti e lo scivolamento verso il degrado, con la fuga di residenti e negozi. Dalla finestra della sua casa bassa in pietra si vedono all’orizzonte i palazzo- ni tra via Sicilia e via del Macello; un linea retta che spiega lo sviluppo disordinato e sicuramen- te incompiuto, del quartiere. Il centro direzionale progettato da Aldo Ros- si, lì dove sorgeva il vecchio stabilimento della Perugina, ha attratto tanti uffici ma anche istitu- ito un involontario coprifuoco dopo la timbra- come Letizia Menichelli, dopo 42 anni, ha deciso tura del cartellino. di chiudere la sua tabaccheria: «Non c’è altra so- Ora la giunta Romizi vuole provare a chiu- luzione, i costi superano gli incassi. Da circa un dere il cerchio di quel disegno urbanistico per anno la clientela è diminuita e la delinquenza è Fontivegge con i fondi del bando nazionale per amentata». Dal primo gennaio, il bilancio della le periferie, riqualificando gli edifici dismes- Polizia di Stato nel quartiere è di 10 arresti per si o abbandonati e gli spazi verdi. Un barlume detenzione e spaccio di stupefacenti. di speranza per i commercianti rimasti, come Francesco Messina, da ottobre a capo della Francesco Barbadinardo, co-titolare di un’oste- Questura perugina, ha messo il “dossier Fonti- ria in via della Ferrovia. Nel 2015 era sull’orlo vegge” in cima alla lista delle priorità, organiz- del fallimento, gli assembramenti di stranieri zando due volte a settimana controlli ad ampio che si formavano davanti al vicino alimentari raggio, i cosiddetti “pattuglioni”. Secondo la di- etnico impedivano o comunque scoraggiavano rigente della Divisione Anticrimine, Luigina Va- il passaggio della clientela. «Andarcene? È stato leria Pagano, «il fenomeno è amplificato, la zona preso in considerazione, ma poi abbiamo pen- è meno degradata rispetto al passato e le recenti sato che qui siamo riusciti a creare una clientela operazioni hanno impedito il tentativo di pro- affezionata e il nostro ristorante è un punto di porre un traffico di droga organizzato». aggregazione per tutto il quartiere». Q

Quattrocolonne 7 31 marzo 2017 David raggi, quel sorriso che non va via Due anni fa l’omicidio del giovane ricordato dalle amiche come il “Dottor House” di Terni

erni. 12 marzo 2015. Un bar in centro, un modo di fare quello che amava: aiutare le perso- ragazzo di 27 anni a prendere un aperiti- ne come volontario della Croce Rossa. «Lo chia- vo. Poi, all’improvviso, la tragedia. Sono mavo dottor House – racconta Selene Contadini, passatiT due anni dalla sera in cui Amine Aassoul un’altra sua cara amica – perché aveva lo stesso ha colpito David Raggi alla gola, con un coccio sarcasmo del protagonista della serie tv america- di vetro, uccidendolo. Perché? Per caso: lo sguar- na. Proprio per il suo carattere, generoso e iro- do di Aassoul, cacciato da nico allo stesso tempo, un bar dove, già ubriaco, ci rivolgevamo tutti a pretendeva altri alcolici, «CI RIVOLGEVAMO lui per ogni cosa: dai aveva incrociato quel- problemi intimi alle lo di David, che lì era di TUTTI A LUI stupidaggini». casa. «Eravamo al cinema PER OGNI COSA: DAI Una continua risa- quella sera – dice Silvia ta accompagna i rac- Piponi, amica fraterna di PROBLEMI INTIMI conti di Silvia, Bene- David – all’intervallo tra il detta e Selene, come se primo e il secondo tempo ALLE STUPIDAGGINI» parlassero di un amico ho trovato la chiamata di che non vedono da un amico che mi ha par- un po’ ma che sento- lato di una rissa al in centro. David coinvolto in no ogni giorno: «Ti senti male? Respira al sole e una rissa? È sicuramente uno scherzo, pensai». vedrai che passa tutto. I tuoi problemi sono solo Silvia sorride mentre lo racconta e confessa che a nella testa» diceva David a Benedetta, quando si volte pensa ancora sia tutto uno scherzo. Benedetta Manciucca, Agosto 2014 David in una gita altra grande amica di David, ag- sul monte Vettore giunge «Siamo andate subito al (Ascoli Piceno) pronto soccorso, quando abbia- mo visto l’ambulanza arrivare a sirene spente ci siamo dette: ecco, David non ci lascia vedere neanche un film in pace! Ci ha fatto preoccupare per niente!». Le amiche non sapevano che il silenzio dell’ambulanza urlasse la morte di David, avvenuta nel tragitto verso l’ospedale. Quelle sirene David le co- nosceva bene. Dopo il liceo psi- copedagogico non era riuscito di a superare il test di medicina, SELENE RINALDI ma aveva trovato comunque il @selenerinaldi

Quattrocolonne 8 31 marzo 2017 Marzo 2013 Partendo da sinistra: Silvia Piponi e Benedetta Manciucca in una serata con David

lamentava per motivi futili. La gioia evocata dai Rientrato in Italia nel 2014 con una domanda di ricordi di «un ficchino onnipresente», come lo protezione internazionale, Aassoul aveva ricevuto chiamavano le amiche, evidenzia ancor di più il il rifiuto della commissione territoriale di Calta- vuoto che il giovane ternano ha lasciato. nissetta. «L’uomo circolava di fatto illegalmente; Tanti i bei momenti, tanti gli amici che da lo Stato, con la sua disorganizzazione, non ha quel giorno si sono stretti in un grande abbraccio difeso e protetto i suoi cittadini, per questo deve con la famiglia di David: il papà Walter, il fratello essere condannato». La famiglia Raggi ha inoltre maggiore Diego e la mamma Bruna. Proprio lei lo fatto causa alla Presidenza del Consiglio per non scorso 20 febbraio ha parlato pubblicamente per aver recepito la direttiva europea 80 del 2004 che la prima volta, alla trasmissione Quinta Colonna imponeva agli stati membri di istituire un fondo di Rete 4: «Dalla morte di un figlio non se ne esce. per le vittime di reati intenzionali violenti. L’Ita- Qualcuno mi deve spiegare perché Aassoul fosse lia ha colmato questa lacuna solo nel luglio 2016 in Italia, perché in Umbria». Già, perché il maroc- «con una legge fatta male e di fretta – secondo chino non doveva trovarsi sul territorio nazionale Proietti – sperando che nessuno se ne accorgesse e, sicuramente, non doveva essere a piede libero. La normativa prevede un limite di reddito per L’avvocato di famiglia Massimo Proietti ha l’accesso al fondo: la vittima non doveva guada- citato in giudizio i ministeri dell’Interno e della gnare più di 11.369 euro annui». Questa clausola, Giustizia per la mancata espulsione di Aassoul presente solo in Italia, è «incostituzionale visto e per non averlo arrestato, nonostante dovesse che parliamo di indennizzo per la perdita di una scontare 6 anni e 8 mesi per vari reati. «Ci sono vita umana» conclude l’avvocato. dei buchi neri nel nostro sistema giudiziario: la Oggi Amine Aassoul è in carcere a Spoleto e notifica dell’esecuzione della pena è stata proble- ci rimarrà per trent’anni se la Cassazione confer- matica soprattutto perché l’omicida aveva com- merà la sentenza. David invece rimarrà solo nei ri- messo i reati nelle Marche e poi si era spostato cordi della famiglia e degli amici: «Un compagno, in altre regioni con estrema rapidità» spiega Pro- un fratello, l’anima gemella», dice Silvia mentre si ietti. Nei confronti del marocchino era già stato accarezza i capelli, lasciando intravedere il nome emesso nel 2007 un provvedimento di espulsione. dell’amico tatuato sul braccio sinistro. Q

Quattrocolonne 9 31 marzo 2017 Il tribunale visto dagli avvocati Tra carenze di personale e spazi affollati, il foro di Perugia ha diverse criticità. Ma mediazioni e arbitrati potrebbero dare un taglio ai processi

PROBLEMI DI SPAZIO Le aule di Piazza Matteotti sono certo una location prestigiosa, ma decisamente affollata. L’Ordine degli Avvocati di Perugia suggerisce da tempo di trasferire parte degli uffici in un’altra sede. Nella foto, la sede della Corte d’appello di Perugia foto di Chiara Sivori

portoni del tribunale si stanze dei giudici sono ordinati nosciute ai non addetti ai lavori aprono alle nove di matti- e silenziosi; per vedere un po’ di ma fondamentali per il corretto na. Per accedere nel palazzo movimento bisogna andare da- funzionamento della giustizia: Idella Corte d’appello bisogna vanti alle aule di udienza, dove dalle notifiche all’iscrizione del- passare attraverso due porte gli avvocati e i loro clienti si af- la causa al ruolo, senza il lavoro blindate e metal detector e chi follano in attesa di poter parlare degli impiegati negli uffici la vita non ha il tesserino da avvocato con il giudice, o, meglio ancora, del tribunale sarebbe bloccata. E o da dipendente del Tribunale di fronte agli uffici amministra- come dimostrano le lunghe file di deve lasciare un documento alla tivi. Qui si svolgono tutte le at- di avvocati davanti ai vari spor- chiara portineria. I corridoi della Cor- tività burocratiche necessarie telli, spesso gestiti da una sola sivori te d’appello dove si affacciano le per avviare una causa, poco co- persona, una delle pecche dei @aravi25

Quattrocolonne 10 31 marzo 2017 tribunali umbri, in particolare (che ha provocato diverse cen- forte rischio che si trascini per quello di Perugia, è proprio la sure da parte dell’Unione Eu- anni ed anni, con la minaccia mancanza di personale ammi- ropea nei confronti del nostro della prescrizione sempre die- nistrativo. paese per il mancato rispetto tro l’angolo», sottolinea Calvie- Secondo il presidente del principio di ragionevole du- ri. Un altro aspetto critico, che dell’Ordine degli Avvocati di rata del processo) sono varie e salta immediatamente all’occhio Perugia, Gianluca quando si entra nelle Calvieri, i dipen- stanze affollate e col- denti del tribunale me di fascicoli del Pa- non sono abba- «Servirebbe almeno lazzo delle Poste, sede stanza e questo il 40% di personale del Tribunale di primo contribuisce a ral- grado, è la scarsità de- lentare tutto l’iter amministrativo in più» gli spazi. «Una solu- delle cause. «Ser- zione potrebbe essere virebbe almeno un quella di spostare parte 40% di personale amministrati- complesse, ma quella principa- degli uffici giudiziari in Piaz- vo in più rispetto a quello che le sta probabilmente in un’altra za Partigiani, nell’ ex carcere» abbiamo oggi per far funzio- carenza di organico: i magistrati suggerisce il presidente Calvie- nare al meglio il tribunale, in non bastano. Anche a Peru- ri. «In questo modo si potrebbe particolare per quanto riguarda gia il numero dei giudici non evitare l’affollamento nelle aule esecuzioni e pubblicazione del- è sufficiente a smaltire il carico dei palazzi di Piazza Matteotti e le sentenze». di cause pendenti che rallenta- allo stesso tempo avere gli uffici Come praticamente tutti i no il Tribunale, soprattutto per in una zona comoda, vicinissi- tribunali italiani, un altro gran- quanto riguarda i procedimenti ma al centro storico». de problema dei tre fori umbri penali. «Mancano in particola- Ma al netto di tutti i pro- (Perugia, Spoleto e Terni) è la re gip e gup, fondamentali nel- blemi, quali sono i punti di lentezza dei processi. Le cause le fasi inziali del processo; e se forza del Tribunale di Perugia? di questo malfunzionamento una causa parte in ritardo, c’è il «Uno degli aspetti più positivi è il buon funzionamento delle cosiddette ADR, cioè le solu- zioni alternative al processo, ad esempio mediazioni e arbitrati, che cercano di risolvere le di- spute prima di finire davanti al giudice e contribuire ad ingol- fare il sistema», spiega Calvieri. «Il tentativo di mediazione pri- ma dell’istituzione del procedi- mento è obbligatorio per legge, ma qui a Perugia sta avendo particolare successo: una per- centuale compresa tra l’8 e il 10% delle cause si risolve pri- I NUMERI DELLA ma di andare in aula. Se questi GIUSTIZIA UMBRA strumenti venissero potenziati, Come illustra l’infografica si potrebbe decongestionare il a destra, i tribunali umbri carico di lavoro della magistra- devono ancora smaltire tura e abbreviare nettamente la molti processi arretrati, anche se ci sono piccoli durata dei processi, con grandi segnali di miglioramento, vantaggi per tutti, a cominciare soprattuto nel civile dai cittadini» Q.

Quattrocolonne 11 31 marzo 2017 OHCHE, LA MACCHINA DA CORSA COSTRUITA NEL GARAGE DI CASA Sportelli e sogni controvento. Tre anni di lavoro, per creare l’auto ideale, frutto di genio e volontà

Il prototipo da corsa, realizzato da Beppe Viola, parcheggiato davanti alla sua casa

on è una Ferrari, né una Bugatti e tanto «Con un diploma da scuola elementare e l’at- meno una Lamborghini. Ohche è la mac- testato di un corso serale, al politecnico di Varese china da sogno, costruita nel garage sot- – ammette Beppe – ho disegnato a pennarello, sul Nto casa e che da sempre corre nella fantasia di un muro dell’autorimessa di casa mia, il modello che uomo di buona volontà. avrei voluto creare». Altro che progetti in digita- «Pezzo dopo pezzo e col solo aiuto del buon le, finemente elaborati a computer. Beppe Viola è Dio» giura Beppe Viola, il marinaio di Gaeta di un’altra scuola: «Da uomo di mare, sono per le naturalizzato in Umbria, a San Gemini e che, da cose fatte a mano e con gran sacrificio». amatore, ha assemblato un’automobile da corsa, Nessuna esitazione, tutto era impresso nei pronta a sfrecciare a duecentocinquanta all’ora su suoi pensieri, ma non dall’oggi al domani: «È da qualsiasi pista o tracciato. quand’ero piccolo che ce l’ho in testa – dice ancora Senza alcuna competenza in ingegneria o Viola – da quando trasformavo le latte dei biscotti meccanica, Beppe Viola ha realizzato un prototi- di mio fratello, in macchinine». po unico nel suo genere, che non ha niente da te- E dalle sue mani, secche di lavoro e di fatica, di mere o da invidiare ai più blasonati prodotti delle impegnate prima al porto di Gaeta e poi nelle ve- ELENA grandi case automobilistiche. trerie Maderna di San Gemini, ha preso forma FRASCONI

Quattrocolonne 12 31 marzo 2017 quella che sarebbe diventato il sogno di una vita. Un lavoro d’officina minuzioso, il loro: «Fa- Da buon marinaro, Beppe ha saputo aspettare cevo le saldature e le bollinature per conto mio. quel vento che gli avrebbe permesso di far salpare Tutte le sere, riepilogavo. Senza avere altro da il suo sogno. Con la pensione, tempo e risparmi a fare. Da lunedì a domenica, per la smania di ve- disposizione è cominciata una lunga gestazione, derla, questa benedetta macchina» dice sfioran- sempre rimandata fino ad allora. do il telaio rosso, lucente della sua creatura. «Ho «È il buon Dio – spiega Beppe, da fervente plasmato alluminio e acciaio inox, pur di averla cattolico – che mi ha dato forza e mi ha fatto la come volevo; con strumenti rimediati e attrezza- grazia facendomici dedicare». Voleva la linea ir- ture domestiche, guidato dai miei schizzi a mano requieta e avvolgente libera e dalla mia fede» del mare sulle linee commenta. della mia macchina. La sua Ohche è una «E così, ho comincia- «Non dormivo più, berlinetta a due posti: a to a cercare, di depo- pur di dar forma trazione posteriore, da sito in deposito, un 210 cavalli e tutta mo- motore con cui met- alla mia Ohche» dellata a mano. È impec- tere in moto la mia cabile e aspetta solo di trovata». Intorno ad essere guardata. Proprio un esemplare di Lan- come vuole il suo nome, cia Delta Evolution, l’asso piglia tutto del Rally Ohche, scelto con cura e non a caso da Beppe d’epoca, ha iniziato a montare. «Per tre anni e Viola. «Ohche vuol dire guardami!–afferma, sor- mezzo non ho fatto altro – ricorda – mi svegliavo ridendo – ed era il motto di uno sconosciuto gio- all’alba e non dormivo per giorni, pur di dar vita catore, fuoriclasse del Gaeta negli anni ’60, tale alla mia Ohche». Osvaldo, che lo gridava ogni volta che andava in Beppe si è rinchiuso al piano interrato della gol». Quello stesso grido, carico d’entusiasmo e di sua casa, con al suo fianco sua moglie: «Maria, era riscatto, che oggi,risuona nel rombo della macchi- la mia assistente e il mio aiuto meccanico». na di Beppe Viola. Q

Beppe Viola, nel garage dove ha costruito la macchina dei suoi sogni. L’ha chiamata “Ohche” e vuol dire: “Guardami!”

Quattrocolonne 13 31 marzo 2017 A TAVOLA CON UN CLICK Ambra organizza cene tra sconosciuti a casa sua. «Social eating e ristoranti non paragonabili, vi spiego perché»

i accoglie nel suo gran- che coinvolgi. Il guadagno? serenità, il dialogo, l’amicizia de soggiorno in par- Faccio un discorso forfetta- intorno al tavolo. È un mondo quet. Sullo sfondo della rio: tolte le spese mi devono che si incontra intorno al social sala,C una tavola imbandita con rimanere 70-80 euro». I prez- eating. Anche lo straniero trova piatti e tovaglioli decorati, po- zi si aggirano sui 20-30 euro a in piccolo una società a tutti i sate scintillanti e 9 calici. Fac- persona, ma molto dipende da livelli: qui siedono assieme la ciamo due chiacchere con Am- quello che si sceglie di mangia- parrucchiera, il muratore, l’av- bra sul divano, mentre arrivano re. Sull’aspetto economico pre- vocato, il medico. Non ci sono pian piano gli ospiti. Strette di vale dunque la voglia di condi- distinzioni sociali, culturali e mano, grandi sorrisi e un’at- visione. «È un piacere vedere la di età». Lei però preferisce non mosfera familiare. Nella serata dedicata al social eating non c’è SIGNORA DEI FORNELLI spazio per la timidezza. Tutti si Ambra in cucina muovono con massima libertà, prepara l’acqua per la cottura, le porte della cucina sono aper- prima dell’arrivo te e gli ospiti si assiepano per degli ospiti osservare la padrona di casa alle prese con la cucina. Ambra non ha segreti, anzi si diverte molto a dare anche qualche consiglio, a raccontare i suoi piatti e l’avventura con le cene sociali. «La buona tavola è una mia passione, nonché un lavoro di famiglia. Avevamo una pensione a Perugia e mia nonna era una cuoca professio- nista. Ho fatto molte altre espe- rienze, ma ho deciso di tornare a godermi la casa, i sapori tradi- zionali e, perché no, l’esperien- za del social eating». Quella di Ambra è una scel- ta coraggiosa, più che una nuo- va forma di impiego. Per farsi conoscere usa internet e il pas- saparola e riesce ad organizzare mediamente una cena al mese. «Con l’home restaurant non ci di si può vivere. Non hai la certez- PAOLO SPARRO za del lavoro, né delle persone @PaoloSparro

Quattrocolonne 14 31 marzo 2017 CENE A COLORE I temi delle cene di Ambra sono i colori. Abbiamo assaggiato un menù verde a base di tris di bruschette, olio extravergine d’oliva con pane nero, cavolo cappuccio, crema di carciofi con capperi, panna aglio e prezzemolo; torta al testo con prosciutto della Val Tiberina invecchiato 2 anni; pasta fatta in casa tirata a mano e farcita con verdure e ricotta; cappellacci ricotta e spinaci e umbricelli agli spinaci; filetto di maiale saltato in padella con semi di papavero, sesamo e sale nero; struffoli umbri

sedere a tavola con i suoi ospi- Anche a livello di ritmi di qualità al cliente. Se sei un ti. «Mi piace pensare solo alla non c’è paragone. «Se stasera buon ristoratore il tuo clien- cucina e garantire la massima preparo una cena completa, te non lo perdi. Se però vuole riservatezza. Ho ospitato anche domani non avrò la forza di qualcosa di diverso sa che qua incontri di lavoro e riunioni. farla di nuovo: nel ristorante trova la novità». Molti preferiscono parlare d’af- si fa un lavoro più industriale. Ambra non è preoccupata fari in una casa, piuttosto che Io scelgo i prodotti come se li da un provvedimento legislati- affittare una sala privata vo che regoli il settore. in un locale. È una situa- «Sono contenta. So di zione ben più discreta». «Lascio aprire il avere le carte in regola Ambra sa bene che frigo, fare il caffè, per stare nei limiti della chi fa questa attività è ac- legge. È giusto che tutti cusato dai ristoratori di prendere l’acqua. siamo alla pari. Quelli concorrenza sleale. «Ri- che si improvvisano o storante e social eating Si crea un ambiente fanno social eating sen- non sono equiparabili. familiare» za cognizione, fanno Sono molto diverse per perdere qualità al ser- la modalità e l’intimità vizio. Non credo che i del servizio, per la tradizione dei mangiasse la mia famiglia, il paletti legislativi affossino l’at- prodotti. C’è qualcosa di te del- ristoratore invece cerca di ab- tività. Chi fa home restaurant la tua storia in quello che porti battere i costi con la quantità. È “alla buona” verrà scremato, chi a tavola. Il ristoratore è asettico, normale che sia così. Il ristora- merita andrà avanti. Se lo rego- ha orari e un menù standard, tore non si deve sentire viziato lamentano io sono libera di fare non personalizza la cena in base da questa nuova formula che pubblicità, di scegliere meglio all’ospite. È l’ospite che si adegua nasce. Semmai deve migliorare le persone che vengono. È un in base a quello che lui offre». sé stesso per dare un servizio grande vantaggio». Q

Quattrocolonne 15 31 marzo 2017 Quelli che “non ce l’hanno fatta” Baby calciatori che con le squadre giovanili vincevano tutto. Che fine hanno fatto?

Pontevecchio, categoria pulcini 1990-1991. In alto, penultimo in senso orario, Diego Falcinelli

uesta è in parte la storia di uno che ce Stagione 2016/2017, 29 gennaio. Falcinelli, l’ha fatta: Diego Falcinelli, che ora gioca che gioca nel Crotone, segna la sua prima tripletta in . Ma è soprattutto la storia di in serie A contro l’Empoli. «Diego aveva qualco- Qtanti altri giovani calciatori che giocavano insie- sa…» Gianmarco, suo compagno alla Pontevec- me a lui, e che hanno preso strade diverse. chio, cerca le parole per descriverlo:«…il termi- Stagione 2006/2007. Gli allievi della Ponte- ne giusto è elettrico. Diego era elettrico. Finito vecchio vincono tutto quello che c’è da vincere, a l’allenamento continuava a rompere le scatole ai livello regionale e nazionale. Dopo aver ottenuto compagni per giocare e li sfidava a chi faceva più il titolo di Campioni dell’Umbria imbattuti, con palleggi. Non gli bastava mai. L’allenamento, le 33 vittorie su 33 partite giocate e più di 130 goal partite, non gli bastavano mai”. Dei giovani cam- segnati, sono chiamati a sfidare i primi classificati pioni che nel 2006 realizzarono l’impresa con la delle altre regioni. Quindi battono anche i cam- Pontevecchio lui è il solo ad essere arrivato nella pioni del Lazio e delle Marche, e perdono sola- massima serie. Agli altri è capitato, o hanno scel- mente nelle finali nazionali a Lignano Sabbiadoro. to, un destino diverso. Quei giocatori di diciassette anni, alla fine della «A 16 anni ho cominciato a frequentare la pri- stagione, sono fortemente richiesti sul mercato. ma squadra, e con gli allievi ero capitano di un di C’è chi viene acquistato dalle primavere dell’Arez- gruppo di ragazzi che vinceva tutte le partite», Michele zo, del Genoa, e chi passa in prima squadra. Diego racconta David. «Lì mi sono detto: perché no? Po- bonucci Falcinelli viene chiamato alla primavera dell’Inter. trebbe essere il mio trampolino di lancio». Quei @M_Bonucci

Quattrocolonne 16 31 marzo 2017 ragazzi si allenavano come professionisti e spesso i quali giocavo da 11 anni, e con i quali avevamo il sabato saltavano scuola per andare a giocare in vinto tutto». trasferta. «A un certo punto, poi, ho cambiato le E infine Gianmarco, e quella partita: «Erava- mie priorità. Frequentavo una scuola impegnati- mo nella categoria Giovanissimi. La squadra era va: il liceo scientifico. Finché ho potuto ho cercato al completo, c’era anche Diego (Falcinelli); gioca- di mantenere la due cose insieme. Poi ho scelto la vamo contro il San Sepolcro. Feci una grande par- mia strada, che non era il calcio. Smettere è sta- tita. Anche i dirigenti dell’altra squadra mi fecero to traumatico. Ero abituato agli allenamenti, alle i complimenti. In quel momento ho pensato che, partite, alla vita dello spogliatoio. Tant’è che infatti se avessi continuato a lavorare duro, avrei potuto ho ricominciato dopo un anno ad Ospedalicchio, diventare professionista», racconta Gianmarco, il in prima categoria, davanti casa. Dando sempre la portiere di quella squadra che vinse tutto. «Dopo priorità allo studio stavolta, però». Dopo il liceo un po’, poi, te ne rendi conto da solo che sei uno David si è laureato in economia. Ora sta svolgen- dei tanti. Sono anche gli altri a fartelo capire. Io do la pratica da commercialista e a breve sosterrà l’ho capito a diciassette anni. L’hanno dopo ho l’esame abilitativo. Il suo progetto è esercitare la smesso. Negli ultimi tempi mi allenavo e basta e professione. non giocavo più. Smettere è stata una liberazio- «Giocare per me è sempre stato un diverti- ne. Dopo le superiori, poi, ho fatto il militare e mi mento», racconta Leonardo. «Arrivato a 16 - 17 sono preparato al concorso per entrare in polizia. anni, però, cominciava ad essere pesante. Si pun- E l’ho vinto. Dopo aver lasciato il calcio non ho tava a vincere, e molti compagni puntavano a di- mai smesso di allenarmi. Quest’attitudine mi è ventare calciatori. Tutto l’ambiente era diventato tornata estremamente utili per superare le prove molto competitivo. Non ho mai avuto l’ambizione fisiche al concorso». giocare in serie A. Quindi ci ho pensato a lungo e Ora Gianmarco è un poliziotto e lavora a Fi- ho deciso di smettere. Per me il calcio era un di- renze. «Sono contento di com’è andata. Il lavoro vertimento e doveva rimanere tale». Dopo il liceo che faccio mi piace. Avrei potuto giocare un altro classico, Leonardo si è laureato in giurispruden- paio d’anni ma non avrebbe mai fruttato quello za. Ora è a Oxford a seguire un corso d’inglese, in che ho adesso. Avere uno stipendio fisso mi ha attesa dei risultati degli scritti dell’esame di stato permesso di ristrutturare casa e andare a vivere da avvocato. «Smettere non è stato difficile. La con la mia ragazza, cose che di questi tempi sono cosa difficile è stata separarsi dai compagni con tutt’altro che scontate». Q

Pontevecchio, categoria esordienti 1990-1991. Falcinelli è il terzo in alto

Quattrocolonne 17 31 marzo 2017 Voglia di crescere Ecco il gruppo di giovani pallanuotiste perugine da tenere d’occhio

faticoso stare in vasca per due ore a litigarti ri». Molti sono spaventati dall’idea dell’agonismo e un pallone con le tue compagne, scivolare preferiscono attività più leggere. Secondo lui però: sull’acqua fino alla porta avversaria e pro- «Chi nella vita ha fatto sport ad alti livelli ha senza Èvare a segnare. Lo è anche pranzare al volo appena dubbio una marcia in più». uscite da scuola, senza ripassare a casa, dritte ver- Ugo Marinelli conosce bene la pallanuoto, sia so la piscina comunale Pellini di Perugia, pronte maschile che femminile: ha giocato nelle nazionali per l’allenamento. giovanili dell’ex Jugoslavia, in serie A e dal 1990 O forse no: per le quattordici ragazze dell’unica allena. Alla Libertas Rari Nantes di Perugia segue squadra di pallanuoto femminile in Umbria è solo la prima squadra maschile, in , l’under 20 questione di organizzazione. Da qualche anno si e l’under 17. «La pallanuoto italiana è ai massimi è riformato un settore giovanile che ha affrontato livelli mondiali. Il problema è che ogni podio sem- i campionati di categoria (under 15 e under 17), bra una novità». Eppure è da decenni che proprio ma punta in alto. «Per farle crescere abbiamo de- la femminile approda in zona medaglie a qua- ciso di iscriverle, da quest’anno, anche alla » si tutte le competizioni olimpioniche. Ma senza commenta Donatella Pierdomenico, allenatrice ed grandi sponsor manca quell’interesse mediatico ex atleta di pallanuoto. Le giocatrici hanno tra i 12 che consentirebbe a questo sport di fare un salto di ai 17 anni e passano in piscina cinque pomeriggi qualità. Così, per i ragazzini che vi si avvicinano, a settimana. Nell’avventura in serie B saranno af- non è facile come per chi sogna il calcio o il basket fiancate da altre quattro ragazze più grandi. identificarsi in un campione: sfogliando le pagine A guidare il gruppo c’è Massimo Arcangeli, dei principali quotidiani sportivi, lo spazio per la che da trent’anni segue la femminile. «A Perugia pallanuoto è spesso ridotto a un trafiletto. di la pallanuoto è uno sport minore, spesso a causa Altro problema sono gli spazi: «Ma a Perugia GIULIA BIANCONI di una mentalità un po’ chiusa degli stessi genito- siamo messi bene» continua Marinelli. La vasca @bianconi_giulia

Quattrocolonne 18 31 marzo 2017 Nella pagina a fianco: dove si allenano le squadre della Libertas Rari ziato da poco, dopo tre anni di nuoto a livello pre l’allenatore Massimo Nantes è a tutti gli effetti un campo per la serie B agonistico; anche Giulia viene dal nuoto e ha una Arcangeli con le ragazze della Libertas Rari Nantes femminile, mentre per lo stesso livello maschile ne mamma che aveva giocato a pallanuoto prima di di Perugia servirebbe una più grande. «La società sta facendo lei, sempre a Perugia; pure Chiara ha seguito le un ottimo lavoro, speriamo di salire in A2 o anche orme di un fratello maggiore: «Sono stata accol- più, perché il materiale non ci manca» conclude. ta benissimo, da tre anni questa è la mia seconda Le giovani si allenano con serietà e sono più famiglia». mature dei loro coetanei maschi. Possono capita- Sveglie, determinate e belle: «Non abbiamo re tensioni interne, magari legate a gelosie, come paura di spalle un po’ più larghe della media – confermano le dirette interessate: «Abbiamo i no- scherzano–vale la pena per uno sport così affasci- stri alti e bassi, si alternano periodi in cui vai d’ac- nante e divertente». Sono convinte che questa bel- cordo con tutte ad altri in cui non ti puoi neanche la esperienza la farà crescere e le aiuterà anche con vedere, ma una volta entrate in acqua si torna ad il lavoro: «Impariamo ad andare d’accordo con gli essere una squadra. Anzi, da arrabbiate diamo il altri, partecipare e collaborare». nostro meglio». Tra le più grandi, qualcuna al futuro ci sta Il divario tra maschile e femminile si fa senti- già pensando: proseguire gli studi all’università, re anche qui, ma non per forza fisica o resistenza: ma senza abbandonare la pallanuoto. Richiederà «La femminile resta molto più amatoriale anche sacrificio, ma per loro quelle due ore di svago al nel professionismo – spiega Marinelli – un’atleta giorno sono fondamentali: «Senza ci annoierem- donna salita sul podio alle Olimpiadi non è né mo. Così sfoghiamo le nostre tensioni personali retribuita né considerata come un uomo che ha ed evitiamo cattive compagnie, non abbiamo ne- ottenuto lo stesso risultato». anche tempo per pensare troppo alle cavolate» mi Le ragazze al momento non ci pensano, sono dicono. emozionate per i campionati appena iniziati e Una saggezza, una voglia di fare e un impegno contente per quel po’ di attenzione mediatica che che sorprendono in una generazione di smartpho- gli sto dedicando. Anna, annoiata dall’atletica leg- ne dipendenti che sembra ignorare concetti come gera, si è innamorata della pallanuoto seguendo le “passione” e “sacrificio”. Ogni tanto è piacevole Olimpiadi di Londra 2012; Maria Teresa ha ini- sbagliarsi. Q

Due giocatrici a bordo vasca durante l’allenamento

Quattrocolonne 19 31 marzo 2017 LIBRERIE IN CONTROTENDENZA Mentre in molti chiudono, c’è chi inaugura: due i nuovi punti vendita in centro a Perugia

una lotta fra Davide e Golia quella del- rie, lavoro di ufficio stampa. Lei e Carlo Sperduti le piccole librerie contro i colossi della sono i fondatori della libreria “Mannaggia”, che vendita online, ma il finale è ancora da da qualche settimana ha aperto i battenti in via Èscrivere. Da una parte ci sono i numeri, quelli Cartolari 8, e non hanno dubbi: «Abbiamo deciso freddi, che non permettono trattative: 288 libre- che preferiamo rischiare su qualcosa che rientri rie chiuse fra il 2010 e il 2015, una media di 60 nei nostri interessi primari piuttosto che conti- librerie ogni anno; un aumento di fatturato del nuare a cercare lavori finiscono solo per renderci 20,2% dal 2014 per Amazon. Dall’altra ci sono la vita meno interessante». Carlo ha gestito per le storie viste da vicino e raccontano qualcosa due anni un circolo Arci a Roma. È uno scrittore di diverso: due librerie hanno aperto a Perugia e il pianeta Mannaggia viene da un suo racconto dall’inizio del 2017 e, no, non sono il franchising (pubblicato nella raccolta “Sottrazione”, Gorilla di grandi editori. Sapiens Edizioni, 2016): non a caso qui si trovano «Ci hanno dato dei folli, dei pazzi, dei corag- “libri da un altro mondo”. Selezionati dal libraio, giosi. Sicuramente è rischioso però questo non anzi dai librai. significa che non si debba farlo» dice Francesca Carlo e Francesca hanno infatti deciso di pro- di Chiappalone. Francesca è stata per anni una pre- porre testi e case editrici meno conosciute e che, SERENA caria dell’editoria in varie vesti: stagista presso soprattutto, non chiedano agli autori contribu- RIFORMATO case editrici, organizzatrice di rassegne lettera- ti monetari per la pubblicazione. Un modo per @serenarifor

Quattrocolonne 20 31 marzo 2017 esporre qualcosa che il lettore non possa trovare laboratori di scrittura, laboratori per bambini, in- altrove, ma senza antagonismi: «Non vogliamo contri con autori e illustratori. cadere nell’equazione piccola editoria =qualità e Così pure “L’una e l’altra”, libreria e associazio- grande editoria=mancanza di qualità. I bei libri e ne culturale, porterà in via Ulisse Rocchi 20 per i cattivi libri ci sono in entrambi gli ambiti», spe- tutto marzo autori e lettori a confronto. Nata dalle cifica Carlo. Pubblicazioni che, insomma, hanno ceneri della storica “L’altra libreria”, chiusa l’anno meno mezzi per emergere ma che, secondo loro scorso dopo quasi trent’anni di vita, l’Associazione «fanno un lavoro improntato sulla qualità dal è composta proprio da ex clienti de “L’altra libre- punto di vista dei contenuti, ma anche estetico». ria”, che non volevano rassegnarsi a quelle porte Estetico, sì, perché anche l’occhio vuole la sua par- serrate: lo scopo è di recuperarne l’eredità, sotto te e dentro “Mannaggia” è una parte bella grande: forma di una nuova proposta: l’unione fra enoteca ampie sezioni sono infatti dedicate a libri illustra- e scaffali, da tempo un binomio vincente in molte ti per bambini, ma anche a fumettistica e graphic grandi città. Tavoli per sfogliare i libri con calma novel per tutte le età. prima dell’acquisto ma anche solo per un bicchie- Un assortimento non commerciale significa re di vino. Per il momento hanno deciso di punta- rivolgersi a un pubblico di nicchia? Non è così, re soprattutto su editoria locale e storia locale, ma secondo Francesca: « Non ci serve il lettore intel- l’assortimento è in espansione. lettuale, ci serve la curiosità la voglia di scoprire Negli anni ’60 Roland Barthes teorizzava in qualcosa di nuovo». Coltivare la curiosità: le atti- un saggio omonimo “La morte dell’autore”: altro vità di “Mannaggia” non si limitano alla vendita, non era che un modo per dire che è il lettore a spiega Carlo, perché «quando sei una “libreria di dare unità di significato al libro. Si è spento nel proposta” non puoi limitarti a mettere i libri sugli 1980. In molti direbbero oggi che neanche il let- scaffali». Sarà proprio Carlo a dare la voce a “Il tore si senta troppo bene, ma non Francesca della libraio legge”, la rassegna di reading che comin- libreria “Mannaggia”: «I lettori ci sono, bisogna cerà l’8 marzo con Cortàzar. Nei prossimi mesi: solo riportarli in libreria». Q

Libreria Mannaggia in via Cartolari 8. Ha aperto il 18 febbraio.

Quattrocolonne 21 31 marzo 2017 la street-art come terapia Perugia: l’arte di strada per guarire le ferite del territorio. Ecco il nuovo piano di riqualificazione della città

Facciata del teatro Brecht di San Sisto, dipinta dallo street artist perugino Morcky

n Giappone la chiamano Kintsugi, letteral- naio la commissione cultura ha approvato quasi mente “riparare con l’oro”. Si tratta di un’an- all’unanimità (unico contrario il leghista Felicio- tica tecnica nipponica, che consiste nel rimet- ni) un ordine del giorno presentato dai consiglieri Itere insieme i cocci di un oggetto rotto con un Bori e Bistocchi, in cui si chiede di utilizzare la miscuglio di lacca e polvere dorata. Dietro a que- street art come “strumento di rigenerazione urba- sta tecnica si cela un pezzo di filosofia zen: i segni na, sia per l’abbellimento di alcuni edifici, sia per del tempo, le cicatrici procurate dalle intemperie, risolvere il problema delle buche stradali e della non devono mai essere nascoste, bensì esaltate e segnaletica orizzontale.” sottolineate, in quanto testimoni della particola- L’idea, in sostanza, è quella di ovviare con i re storia di quell’oggetto. Oggetto che in questo colori alle mancanze dell’amministrazione tra- modo non solo non viene buttato, ma diviene in dizionale: ricoprendo crepe e buche sull’asfalto qualche modo addirittura più prezioso. con piastrelle colorate, come ha già fatto l’artista francese Emenem in diverse città europee; tra- Questo concetto può essere applicato alla vita di come ad un vaso rotto, ma anche alle strade e agli sformando strisce pedonali e cartelli stradali in GABRIELE edifici pubblici. È quello che sta cercando di fare piccole opere d’arte, sulla falsariga delle opere di D’ANGELO il comune di Perugia, da quando lo scorso 14 gen- Christo Guelov a Madrid e di CLET a Firenze; de- @gabriengelo

Quattrocolonne 22 31 marzo 2017 stinando molti dei muri e delle pareti più degra- in Italia le cause e le denunce per imbrattamento date della città alla libera espressione dei writers ai danni degli street artist si sono moltiplicate, perugini. dall’altro è successo lo stesso per le collabora- «È un modo, anche provocatorio, di colma- zioni tra le amministrazioni comunali e gli stessi re un disagio con la bellezza. Logicamente que- writers. Prima di Perugia infatti, già molte altre sto non sostituisce i necessari investimenti che città italiane avevano deciso di intraprendere l’amministrazione dovrà comunque fare», spiega questa strada: da nord a sud, da Milano a Ca- Tommaso Bori, firmatario dell’odg. tania, passando per Bologna e per Roma, di re- Il progetto è ancora in rampa di lancio, ma ha cente nominata da ArtTribune capitale europea già suscitato reazioni contrastanti. Da chi, come della street art. il leghista Michelangelo Felicioni, pensa che Una possibile soluzione a questo apparente «queste forme di espressione possano andar bene cortocircuito potrebbe essere quella lanciata da solo nelle favelas o nelle baraccopoli» a chi, come AriaFritta, un altro artista di strada perugino, che lo street artist perugino Morcky, al secolo Marco propone di legare i graffiti che verranno realizzati Galmacci, crede invece che Perugia abbia «tan- al territorio: «È necessario fare un lavoro di con- to bisogno di arte di adesso, di questo momento, divisione con la cittadinanza, far si che le opere che sia spontanea, ma anche istituzionalizzata.» vengano riconosciute dalle persone come un pa- In mezzo c’è anche chi preferisce sospendere trimonio interno. Altrimenti, anche questa bella il giudizio in attesa di ulteriori sviluppi, per con- iniziativa, diventerà solo un’altra politica calata centrarsi sull’aspetto culturale della questione. dall’alto.» Come ha fatto un altro artista umbro di fama in- A sostegno della sua proposta riporta la frase ternazionale. Si fa chiamare SNEM, che in ceco di un’anziana signora, pronunciata dopo aver vi- significa “sogno”, ma la sua visione è tutt’altro che sto la barchetta di carta su un mare in tempesta frivola e idealistica: «Sinceramente non credo che che il giovane artista aveva dipinto su un muro basti dipingere dei muri per riqualificare zone pe- del quartiere San Martino, a Gubbio: «Io non so riferiche e degradate della città – commenta – la chi è stato a fare questa cosa. Ma chiunque sia sta- maggior parte delle persone non è ancora pronta to, ha portato il mare nella nostra città.» La stre- per affrontare questo tipo di fenomeno.» et art è anche questo: trasformare una lastra di Difficile dargli torto, anche se la questione ri- cemento in un paesaggio costiero; aprire su una mane controversa. Se da un lato negli ultimi anni parete una finestra sull’oceano. Q

Collage di due delle opere di AriaFritta. Entrambe si trovano in Via Alamanni, a Perugia, a pochi metri l’una dall’altra

Quattrocolonne 23 31 marzo 2017